Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
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Un Seme per il Regno La cultura della cura Periodico semestrale delle Suore Francescane di Cristo Re - N. 1-2021 / Gennaio - Giugno Anno LV Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DR Venezia
La cultura AI LETTORI della cura a cura della Redazione In questo numero Carissimi… è bello ritrovarci. Ci auguriamo a vicenda propone, perciò, di cogliere quanto di buono e bello che il virus non ci fermi e, presto, possa essere sconfitto. è presente nel nostro mondo per aiutare tutti noi a Un anno con San Giuseppe 2 Non c’è nulla di nuovo dall’anno scorso, ma sappiamo esserne coscienti e a divenire persone migliori. Un cuore di padre che tutto è e sarà diverso. Questo virus ci sta prostran- Un padre per noi do, ma non vincerà. Siamo stanchi, ma non distrutti, Un anno con san Giuseppe, nuova rubrica dopo la siamo lontani e nello stesso tempo molto vicini. lettera del papa su san Giuseppe, ci offre l’aiuto del Spiritualità francescana 6 grande custode silenzioso, ma presente sempre. Ne La nuova ecologia nel segno di Assisi Abbiamo imparato a sentire la necessità di un abbrac- abbiamo proprio bisogno: saperci protetti e custoditi cio, il valore di un incontro, la bellezza di un’amicizia. con amore ci sostiene nel guardare avanti sereni e Suor Serafina 8 Sono cose preziose che ci mancano tanto, ma è pro- fiduciosi. Solo lo stupore conosce prio quando una cosa manca che ne apprezzi il valore. Per questo desideriamo riprendere un pezzo di strada Nella Spiritualità francescana guardiamo con gli oc- Sorelle e fratelli 10 insieme, certe che la nostra amicizia ci aiuta a vivere chi di san Francesco le persone, il creato e impariamo Imparare l’alfabeto della cura con più serenità. a considerare fratello e sorella ogni creatura, come lui faceva. Solo così si possono avere pensieri nuovi per il Grammatica della cura 12 Il filo rosso che unirà i due numeri dell’anno, infatti bene e il futuro di persone e ambiente. Prendersi cura: voce del verbo amare la rivista sarà semestrale, è la cultura della cura come bussola per il mondo. Cultura della cura significa cul- Avviciniamo Suor Serafina con l’amore di don Segni del regno 14 tura dell’attenzione all’altro, alla nostra casa comune. Pierluigi Mascherin, uno dei suoi biografi che purtrop- È tempo di... prendersi cura! Come ci ha suggerito papa Francesco nel Messaggio po ci ha lasciati. Attraverso i suoi scritti, ancora una Ricevere mentre si dona... per la 54.ma Giornata Mondiale della Pace. volta potremo dire che davvero suor Serafina è una Se la canoa... donna per il nostro tempo. Una comunità si prende cura... Esiste una “grammatica” della cura – dice il papa nel Prendersi cura: relazioni...gesti... documento – che consiste nella «promozione della Sorelle e fratelli, altra nuova rubrica, attraverso con- Aver cura in tempo di pandemia dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i po- tributi vari ed esperienze concrete ci aiuterà a cogliere veri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la tutta la forza e la verità contenute nella “Fratelli tutti”, Ricordando 28 salvaguardia del creato». terza enciclica di papa Francesco sulla fraternità e l’a- micizia sociale. I segni dei tempi mostrano chiaramen- La solidarietà è concretezza dell’amore, non un te che la fraternità umana e la cura del creato formano «sentimento vago», «determinazione ferma e per- l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace. severante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo vera- Grammatica della cura indica alcune parole del sem- mente responsabili di tutti». plice alfabeto della cura affinché sempre più diventi parte del nostro comportamento nell’oggi. «Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli – racco- Segni del Regno presentano storie concrete che nelle manda il papa -, non abituiamoci a voltare lo sguardo, varie realtà dove siamo presenti – Brasile, Albania, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per Guinea Bissau, Italia - o nei vari servizi che prestiamo ci «formare una comunità composta da fratelli che si aiutano a dare colore alla vita nel segno della cultura accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni della cura. Dimostrano che gesti e parole che trasmet- degli altri». tono fiducia, speranza, rispetto… sono possibili e reali. Un Seme per il Regno Periodico trimestrale delle Suore Francescane di Cristo Re Abbiamo cercato di seguire questi suggerimenti che Infine, Ricordando le suore che hanno fatto parte La redazione di Un Seme per il Regno garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dai lettori e la il papa indica necessari per un futuro migliore e ab- della nostra famiglia religiosa e camminato con noi, possibilità di richiederne, in qualsiasi momento, la rettifica o la cancellazione. Le informazioni custodite verranno utilizzate al solo scopo di inviare il periodico e/o gli allegati. (Regolamento UE 2016/679) biamo chiesto ai nostri collaboratori di illuminarci al desideriamo condividere la preziosa eredità che ci la- riguardo. sciano come prova che vivere il nostro quotidiano con DIREZIONE E REDAZIONE : Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re Castello 2758 - 30122 VENEZIA - c/c n. 19250307 amore e cura per noi, per le persone che avviciniamo, DIRETTORE RESPONSABILE : G. Rosara Un Seme per il Regno attraverso le varie rubriche si per il creato è sicuramente fonte di felicità. Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 396 del 5-4-1966 Impaginazione e stampa: Grafiche Pietrobon srl - Castello 6472 - VENEZIA
UN ANNO CON SAN GIUSEPPE Un cuore di padre Rosita Ganassin, in sant’ugo.it dolo grande, forse troppo grande per poter coperto di stracci, tra pecore, asini e buoi. essere ammaestrato dalla ragione, ma capace Dove all’improvviso si è costretti a lasciare di incendiare il cuore e di far dire “Sì!”. tutto, senza neanche il tempo di abituarsi all’idea, insegnandoci che non siamo noi a Giuseppe, uomo dei sogni. Lì, nel mondo che si dare il ritmo, ma che a noi spetta seguirlo. apre quando gli occhi si chiudono, il falegname Dove il tesoro più bello non ci appartiene, incontra e ascolta Dio, accoglie con fiducia le rivelandoci che nessuno è nostro, ma tutti indicazioni su ogni primo passo da compiere, noi siamo di Qualcuno. senza pretendere di conoscere la strada, senza chiedere. L’amore abita dolcemente l’ombra e apre le porte alla luce, ascolta in silenzio e in Non parla, Giuseppe, di lui non viene ri- silenzio protegge il fuoco, impedendogli portata nemmeno una parola. di spegnersi. Uomo del silenzio, lascia che le sue notti siano L’amore accoglie senza chiedere nulla in abitate da una Voce, dona le sue paure e le sue cambio, è discreto, non fa rumore, non recla- debolezze senza clamori. Custode discreto, fa ma attenzione. L’amore si ferma sulla soglia del suo buio culla per la luce che viene, nel ad attendere chi viene e a guardare chi va, buio accoglie senza distinzione angeli, pastori, sempre mettendo l’altro al centro di ogni magi e il figlio di Dio. sguardo. Come Giuseppe e Maria, che nel giorno dell’Immacolata Concezione rinnova- In silenzio, al buio, lascia ardere un fuoco no quest’anno la loro unione, l’amore è pa- che non è suo, accettando di esserne guar- dre e madre, è temerario nei “Sì” sussurrati, diano; nell’oscurità scruta l’orizzonte, men- ricco nella povertà, capace di vegliare nella tre sul suo petto dorme un bambino che notte, mentre confida nell’alba. non è suo figlio, ma che lo chiama “papà”. Con cuore di padre, Giuseppe ci aspetta. Si- Conosciamo Giuseppe a partire dalla sua Non ci è dato di conoscere i pensieri di Giusep- lenzioso custode dei sogni, non vede l’ora di L’8 Dicembre Papa Francesco ha indetto uno paura. “Che fare?”, “Come risolvere?”. pe, né di sapere cosa abbia potuto vedere, ol- ascoltare il desiderio che riposa nel cuore di speciale “Anno di San Giuseppe”, pubblican- Sembra quasi di sentirlo, il rumore dei suoi tre quell’orizzonte. Ci è dato, tuttavia, di ap- tutti noi, figli. do per l’occasione la bellissima Lettera Aposto- pensieri; sembra di respirare affannosa- prendere una toccante lezione d’amore. In lica Patris corde. Per un anno, il battito di un mente con lui, di vederlo accasciarsi impo- questo anno speciale, in cui entrare in punta di cuore di padre ci accompagnerà. tente mentre si porta la mano alla fronte piedi, Giuseppe ci tende le sue mani rovinate di chiedendosi: “Perché?”. falegname per accompagnarci dove non ci so- no riflettori puntati né microfoni accesi. Giuseppe il falegname, il lavoratore, il Non deve essere stato facile addormentarsi protettore dei papà. E poi? quella notte, con pazienza l’angelo deve Camminando nella notte, Giuseppe ci con- aver atteso che le acque si calmassero e le duce lì, dove una notizia inaspettata ci ro- “Pensò di ripudiarla in segreto” (Mt 1,19). Nel preoccupazioni si zittissero per sussurrare il vina i piani e ci getta nello sconforto, mo- Vangelo di Matteo, Giuseppe ci viene presen- suo: “Non temere”. Al risveglio, sorpren- strandoci come la forza si possa far stra- tato così. Maria, la donna che ama, la sua dentemente, Giuseppe è un uomo diverso: da attraverso la fragilità, come un deciso promessa sposa, è incinta di un figlio non suo: l’incomprensibile rimane tale, ma nel sonno “No!” possa racchiudere il più tenero “Sì!”. ogni progetto buttato all’aria, la speranza in quella Voce pare averlo accarezzato e risto- una tranquilla vita matrimoniale che svanisce rato. Senza voler sapere, senza capire, si Dove una stalla è tutto ciò che possiamo offri- in un lampo. lascia coinvolgere dal sogno di Dio che dona re a chi di più prezioso abbiamo nella vita, sve- nuova linfa e nuova forma al suo, renden- landoci che il più grande dei Re dorme sereno 2 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 3
Desideriamo far conoscere e condivide- re la grande devozione che fin dalle ori- Un padre per noi gini ha caratterizzato la nostra Famiglia di Suore francescane di Cristo Re. San Giuseppe è invocato da noi tutte come speciale patrono. La nostra Famiglia religiosa, le cui origini consegnare la nostra esistenza. Con questi risalgono al 1459, per un periodo di tempo sentimenti continuiamo il nostro servizio in (dal 1848 al 1928) ha avuto nella sua de- Italia, Brasile, Guinea Bissau e Albania. nominazione la presenza di san Giuseppe: “Suore terziarie francescane di san Giu- La lettera Patris corde - Con cuore di padre seppe” prima, e “Suore francescane di con cui papa Francesco ha indetto l’anno santa Maria Assunta e san Giuseppe” dedicato a san Giuseppe, lo presenta come poi, fino a quando, nel Natale del 1928 ha esempio di padre e custode amorevole e ricevuto il nome nuovo di Suore francescane afferma: di Cristo Re. «Tutti possono trovare in San Giuseppe, Affidamento, fiducia, devozione verso il l’uomo che passa inosservato, l’uomo della grande Santo, ci sono stati trasmessi presenza quotidiana, discreta e nascosta, dall’esempio delle nostre Madri e Sorelle. un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci A Lui abbiamo sempre raccomandato ricorda che tutti coloro che stanno apparen- bambini, famiglie, anziani… temente nascosti o in “seconda linea” han- no un protagonismo senza pari nella storia San Giuseppe è stato ed è per noi un cu- della salvezza» (introduzione a Patris corde) . stode sicuro e un protettore affidabile; certamente “un grande Santo” al quale Seguendo la devozione che da sempre re- spiriamo in famiglia, desideriamo lasciarci condurre dalla lettera apostolica di papa Francesco per riscoprire la grandezza di questo Santo, conoscerlo sempre di più e soprattutto imitarlo. Pala dei nostri Santi Patroni nella cappella 4 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 5
spiritualità francescana La nuova fr. Enzo Fortunato, ofmconv in Luoghi dell’infinito, gennaio 2021 Fra Enzo Fortunato è giornalista e direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, del mensile San Francesco Patrono ecologia d’Italia e del portale sanfrancesco.org. Frate minore conventuale di Assisi, scrive per diversi giornali trasmettendo i valori nel segno di Assisi francescani nella ricerca della pace e del bene comune. Custodire il creato - come ci ha insegnato Francesco d’Assisi - per consegnarlo alle futu- re generazioni. Un messaggio e un impegno che riguarda tutti, come ha ricordato più volte anche Papa Francesco nelle sue encicliche. L’ecologia, come l’economia, contiene in sé stessa il termine ‘oikos’, casa e siamo chiama- ti ad agire da custodi del mondo in cui vivia- mo attraverso un uso corretto, rispettoso e solidale delle risorse, da custodi e non da do- minatori e sfruttatori, come sottolineato da The economy of Francesco e dall’evento mon- diale promosso ad Assisi. San Francesco, patrono dell’ecologia come lo proclamò San Giovanni Paolo II, ci parla di il mantenersi fedeli all’insegnamento ricevuto Papa Francesco e i giovani avevano lasciato un orizzonte: «All’inizio il mondo era un giardino ambiente, sostenibilità e fratellanza, aggiun- (Ultima volontà 3), ma anche, e soprattutto, invito ai governanti e alle organizzazioni di fiorito. Dio creando l’uomo gli disse: Ogni vol- gendo alla dimensione etica una visione come l’avere cura gli uni degli altri (Regola non tutto il mondo già nel 2013, durante la Giorna- ta che compirai un’azione cattiva, io farò ca- “fraterna”. Nel Cantico di Francesco tutti gli bollata V,1 e Regola per gli eremi 8). L’insegna- ta mondiale della gioventù di Rio de Janeiro: dere sulla terra un granello di sabbia. Gli uo- elementi sono chiamati fratello o sorella, un mento del “custodire” è stato trasmesso da «Non portateci via il futuro e la speranza». mini non ci fecero caso. Che cosa avrebbero principio di armonia solidale che invita a vive- Francesco ai suoi primi seguaci, in particolare a Sette anni dopo, la crisi che viviamo ci chiama a significato cento, mille granelli di sabbia in un re la terra come sorella e madre e a rispettare Chiara d’Assisi che alle suore raccomandava di ripensarci e a ripensare l’economia e l’ecologia. immenso giardino fiorito? Passavano gli anni e il Creato come un dono. Il Cantico delle Crea- lodare Dio per gli «arbori belli, fioriti et frondu- Come sottolinea il cardinale Gianfranco Ravasi, i peccati degli uomini aumentavano; torrenti ture è non solo una pagina di straordinaria ti […]. Et similmente, quando vedessero c’è una sorta di alleanza primaria naturale tra il di sabbia invasero il mondo. Nacquero così i letteratura, ma anche una guida dell’uomo li homini et le altre creature, sempre de tucte et Creatore e l’umanità, che si esprime nella tute- deserti che di giorno in giorno diventarono contemporaneo. Per il Poverello di Assisi cu- in tucte cose laudassero Idio» (Processo di la e nella trasformazione del Creato. Un patto sempre più grandi. E Dio continua ancora oggi stodire è un tema centrale nell’accostarsi al canonizzazione, 14, 37-38). che spesso l’uomo infrange, devastando e oc- ad ammonire gli uomini dicendo loro: Non Creato, inteso non solo come il guardarsi dal cupando brutalmente la terra. È suggestiva una riducete il mio giardino fiorito a un immenso cedere al maligno (Ammonizioni X,3) e come parabola araba che si muove proprio in questo deserto!» 6 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 7
suor serafina a cura della Redazione Quest’anno presenteremo alcuni tratti di suor Serafina Gregoris, attraverso quanto di lei ci ha lasciato don Pierluigi Mascherin, presbitero della stessa terra friulana. In questo articolo alcuni passaggi ci aiutano a cogliere lo zelo missionario che animava suor Serafina e che oggi potremmo chiamare “capacità di prendersi cura” delle per- sone, anche le più lontane. Segnalo poi la sua presenza nei confronti di Fiume, il suo paese, in tutte quelle sue regolari Don Pierluigi Mascherin, era un presbitero del- letterine che scrive ai familiari, ai parenti più la diocesi di Concordia-Pordenone. Aveva il cari- stretti e nelle quali ricorda le persone del sma, perfezionato con gli studi di psicologia, di es- paese. Suor Serafina non ha mai tagliato i ponti sere attento alle persone, nell’ascolto, nel consiglio con Fiume ma si sentirà membro vivo di questa opportuno, nel sostegno spirituale. È stato un terra al punto tale da raccomandare al Signore uomo di Dio, dal cuore sensibile. Con questa tutte le diverse situazioni, a volte di dolore o di sensibilità aveva avvicinato la vita di suor Serafina stanchezza che le vengono presentate. C’è Gregoris, diventandone non solo eccellente ancora un particolare significativo: ci sono dei biografo – Fiorire nel dolore è la sua bella opera Padri Francescani che lasciano Venezia per – ma attento e fine interprete dei suoi sentimen- recarsi missionari in Cina. Suor Serafina è ti e passioni. Solo lo stupore conosce. È proprio d’accordo con loro. Prima di partire essi vanno lo stupore con cui don Pierluigi ha avvicinato suor a visitarla nella piccola e povera cella da lei Serafina che l’ha fatta conoscere nella profondità occupata e da quel luogo essa diventa per loro di una esistenza apparentemente semplice di una sicura protezione, un aiuto costante: donna ammalata per tanti anni, ma con un cuore moltiplicherà i suoi piccoli atti d’amore segreti, aperto al mondo intero. recepiti soltanto, qualche volta, da coloro che le erano vicine. Riportiamo da una sua omelia fatta a Fiume Veneto (PN) nel lontano 1985, alcuni passaggi che Ci sono soprattutto due nomi, due padri mettono bene in evidenza l’animo missionario francescani con i quali entrava in collegamento della piccola suora che, dal suo letto di dolore, anche se erano materialmente separati da sapeva spaziare fino ai confini della terra. migliaia e migliaia di chilometri: padre Fulgenzio Pasini, che diventerà poi vescovo, e […] Vorrei cogliere «fior da fiore» dalla ricca […] E poi è missionaria nel suo posto di atteggiamento, con la sua serietà, richiamando padre Stefano Billò, ambedue missionari in esperienza spirituale, umana, cristiana di suor lavoro: quanto è difficile oggi, nei nostri alla compostezza e al rispetto. Vive la sua Cina. Per loro la suora offre la sua giornata Serafina; cogliere qualche piccolo segno, qualche luoghi di lavoro, rivelare la nostra gioia di missione cercando di rispondere a Dio che la faticosa, le umiliazioni, i sacrifici, soprattutto piccolo particolare. Ad esempio, ancora fanciulla, credere! Gisella, in questo cotonificio di voleva «in quel modo» sulla terra, totalmente quella quotidiana logorazione che non soltanto non si accontentava di godere solo lei quando Fiume, in mezzo a tanta polvere e a tanta consacrata, offerta a Lui. sa sopportare ma che sarà motivo del suo poteva trovare un po’ di tempo da dedicare alla umidità, riusciva a mettersi nei panni delle continuo canto d’amore a Dio Padre. È questo il preghiera, ma chiamava le sue amiche in casa; e altre operaie, riusciva soprattutto a seminare Il cammino di perfezione che questa «povera» suo segreto. Là dove sembra che la vita non se per caso non trovava un po’ di pace, uscivano un clima di rispetto e di fiducia quando suora cerca di seguire è veramente metodico, valga niente, chi si apre all’amore di Dio si fuori nell’orto, lontano, fuori dagli sguardi, per magari nei discorsi coglieva la debolezza degli serio; non vive mai accontentandosi di sé, ma sente pienamente realizzato. Vorrei che pregare insieme magari una parte del Rosario o le altri, quando c’era un certo rilassamento nel capisce che il Signore domanda sempre potessimo cogliere così il suo messaggio preghiere della sera; e lo faceva comunicando modo di parlare; e lo faceva con il suo qualcosa di nuovo perché Lui è sempre pronto a missionario oggi, là dove il Signore ci ha entusiasmo, dando fiducia. regalarci la forza di amare «fino alla fine». collocati. 8 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 9
sorelle e fratelli don Dario Vivian, teologo Papa Francesco ci ha fatto dono dell’enciclica Imparare l’alfabeto della cura Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale. Don Dario Vivian, presbitero della diocesi di Vi- cenza, ci offre un suo contributo per aiutarci a comprendere l’importanza di imparare l’alfabeto della cura come via per questa fratellanza. Il cuore evangelico dell’enciclica di papa Fran- cesco sulla fraternità e l’amicizia sociale è il commento alla parabola del buon samaritano. Veniamo condotti per mano ad entrare nel rac- purtroppo anche per le conto, nella consapevolezza che si tratta di una persone. I diritti umani storia che si ripete: l’incuranza sociale e politi- non sono sufficientemente ca fa di molti luoghi del mondo delle strade universali, finiscono per desolate, dove le dispute interne e internaziona- essere garantiti solo alle li e i saccheggi di opportunità lasciano tanti categorie forti. La globaliz- emarginati a terra sul bordo della strada (FT zazione alimenta un pro- 71). La prospettiva è ampia, riguarda sì la pros- gresso senza una rotta comu- simità che ci interpella nella vita quotidiana, con ne e diventa globalizzazione ma interroga le scelte economiche e politiche e mo- dell’indifferenza. In questo qua- quindi il modello di vita nel quale siamo im- dalità dro le migrazioni sono realtà che mersi. Il dramma della pandemia ha evidenzia- davvero interpella, perché ai migranti viene ne- to una crisi già presente, una mancanza di fra- fraterne. Il gato un doppio diritto: quello di rimanere ternità tra umani e anche con madre terra, di vangelo della nel proprio paese, in balìa di guerre, sfruttamen- cui non possiamo non pagare il prezzo. Il titolo fraternità ci viene ti, carestie, e quello di essere accolti in paesi dell’enciclica è preso da uno scritto di France- dagli ultimi e da loro umani. sicuri, dai quali vengono respinti. Il rischio è di an- sco d’Assisi, a suggerire l’antidoto di questa possiamo imparare l’al- Curandomi dare a fondo tutti, come osserva giustamente il incuranza tragica: la sorellanza con tutte le fabeto che ci manca. dell’altro curo la papa: Il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente creature, celebrata nel Cantico del Poverello. Annota sr. Alessandra Smerilli: mia persona, la mia nel “tutti contro tutti” e questo sarà peggio di “La cura è di solito considerata come capacità di sentirmi in recipro- una pandemia (FT 36). Analfabeti della cura una distrazione da compiti più importanti, cità, cioè di sentirmi più umano”. Ecco allora una possibilità affidata a tutti e a cia- quindi appaltata in genere alle donne o a per- scuno: pensare insieme e generare con scelte pic- Giustamente viene rilevato nella lettera encicli- sone che lo fanno al posto di altri e che devono Dalle ombre di un mondo chiuso alla gene- coli e grandi un mondo davvero aperto. La via ca: Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti vivere, spesso miseramente, di questo. Allora razione di un mondo aperto è l’amore, ma pensato e vissuto in senso univer- ma siamo analfabeti nell’accompagnare, cura- non dobbiamo meravigliarci che si passi oltre sale. Proprio la modernità ha proposto, con la re e sostenere i più fragili e deboli delle nostre quando si incontrano i feriti, i bisognosi, coloro Proprio perché la cura non va rinchiusa nel priva- rivoluzione francese, una sorta di bandiera (che a società sviluppate (FT 64). Non per rimpiangere che ci stanno di fronte mendicando un po’ del to, la lettera del papa ci rende consapevoli del ben vedere ha solide radici evangeliche): libertà, il buon tempo antico, ma bisogna riconoscere nostro tempo, della nostra attenzione, delle mondo in cui viviamo, ma per accogliere la sfida di eguaglianza, fraternità. Il più disatteso di questi che i nostri vecchi raccontano di povertà nostre carezze. Come abbiamo bisogno di una rigenerarlo nell’amore. La modernità, che nasce tre valori è la fraternità, mentre solo se ci risco- sofferte nelle famiglie, ma con la porta di casa scuola per imparare a leggere e a scrivere, così con la giusta valorizzazione del soggetto e la di- priamo sorelle e fratelli tutti la libertà non si tra- aperta alla condivisione con il povero di pas- per imparare l’alfabeto della cura dobbiamo chiarazione dei diritti umani, si trova oggi a fare i durrà in una condizione di autosufficienza dove si saggio. E tanti popoli lontani dal benessere del- esercitarci e bisogna imparare fin da piccoli. conti con sogni andati in frantumi e un progetto di sperimenta solitudine e l’eguaglianza sarà ricca le società occidentali ci danno i punti nella ca- Per farlo dobbiamo riscoprirci persone che ne- società che non è per tutti. A livello mondiale pre- delle differenze di ognuna e ognuno. pacità di fare rete, sostenendosi tra marginali cessitano di questa esperienza per restare vale la logica dello scarto, che vale per le cose e 10 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 11
grammatica della cura È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante! Antoine de Saint Exupery Prendersi cura: voce del verbo amare
segni del regno Pe. Rogério Duarte Imão, Brasile ha generato perdita di posti di lavoro, chiusu- ha spinto la nostra volontà: “Cosa possiamo sono stati motivati e si sono donati intensa- ra dei negozi e dagli alti prezzi dei prodotti fare per PRENDERCI CURA di questi piccoli mente perché il progetto si realizzasse, ed è La domenica di Pasqua, la Conferenza nazionale dei alimentari. come ci chiede Cristo?” successo, in diverse edizioni durante questo vescovi del Brasile, in stretto accordo con la Caritas anno di pandemia. brasiliana, ha avviato ufficialmente un’iniziativa per La frase di Gesù nel Vangelo di Matteo: A questo punto ha iniziato a prendere forma stimolare la solidarietà, a partire dalla raccolta di “Avevo fame e tu mi hai dato da mangiare; nella nostra mente, cuore e anima l’idea di Questo gruppo si è consolidato e formato la prodotti alimentari e di igiene. “È tempo di prendersi avevo sete e mi avete dato da bere... “ rie- raccogliere cibo per fare pacchi alimentari e pastorale della carità che si prende cura fino a cura” è lo slogan che accompagna l’iniziativa. cheggiava nei nostri cuori e nelle nostre co- aiutare le famiglie. Le messe e gli incontri in oggi di queste famiglie dando da mangiare a Pe. Rogério Duarte Irmão – Pároco da Paróquia S. scienze e ci chiedevamo: “Cosa stiamo fa- presenza furono sospesi, non potevamo fare chi ha fame. Raccolgono cibo anche attraverso Sebastião em Rio Grande da Serra – SP, dove operano cendo per PRENDERCI CURA di questi pre- alcun evento che affollasse le persone. Allora altri percorsi come donazioni e in collaborazio- anche le nostre suore, condivide con noi il coinvolgi- feriti da Dio?” è nata l’idea della solidarietà DRIVE THRU = ne e partecipazione delle aziende. È stata un’e- mento dei suoi parrocchiani. La risposta è stata un colpo sicuro alla nostra portare noi il cibo alle famiglie. L’equipe: sa- sperienza di cura che ci rallegra, ma la fame indifferenza: NIENTE. Allora un’altra domanda cerdoti, diaconi, sorelle religiose, laici e laiche persiste e così la nostra parrocchia insieme alla pastorale della carità continua a lavorare per La pandemia di covid 19 PRENDERSI CURA delle vite più fragili e vulne- ha dato all’umanità una rabili comprendendo che AVERE CURA è un’e- delle esperienze più doloro- sigenza dell’amore! se della sua storia con mor- te e sofferenza, povertà e miseria in tutto il mondo. Questo dramma ha rivelato ...prendersi cura! la fragilità della vita umana. Siamo coscienti che tutto ciò che è fragile richiede CURA. In questo senso, la pandemia ha anche dato all’umanità l’opportunità di fare ricche esperienze nel campo della CURA DELLA VITA, specialmente dei più deboli e vulnerabili. Chi ama prende cura, perché prendersi cura è un’esigen- za dell’amore. Tra le numerose iniziative di cura che hanno prospe- rato nella nostra realtà del- la parrocchia San Sebastia- no a Rio Grande da Serra in È tempo di ... Brasile, voglio sottolineare la solidarietà DRIVE THRU. Questa iniziativa è nata nel cuore della nostra comuni- tà parrocchiale in risposta all’irrequietezza dei fedeli di fronte alla realtà della fame e della miseria, conse- guenze della pandemia che 14 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 15
segni del regno Ermira Frroku, Scutari senza pregiudizi, è amare senza aspettare nul- A quel tempo nel 2018, ero impegnata con un abbracciato intensamente mio figlio e ringrazia- la in cambio. Quanto mi è capitato e ho vissu- progetto per l’emancipazione delle donne e to Dio perché era sano. to, lo ritengo dono del Signore. Tutto è iniziato tenevamo incontri formativi in alcune parrocchie con una chiamata di suor Bardhe che chiedeva di Scutari. È stato così che ho conosciuto suor Questa bambina non poteva essere allattata al La psicologa Ermira Frroku ha condotto un se fosse possibile fare qualcosa per una bambi- Sandra e suor Bardhe. Appena giunta la richie- seno da sua madre, né poteva usare ciucci nor- progetto di aiuto alla famiglia attraverso na, Xhensila, che era nata con problemi al pala- sta, noi dello staff, cinque donne, abbiamo deci- mali come tutti i bambini: aveva bisogno di latte l’impegno delle donne. Condivide con noi to (palatoschisi). so di donare qualcosa per la salute di Xhensila e e ciuccio speciali. La famiglia non aveva possibi- una sua esperienza. Impegnata a dare, a offrirle l’opportunità di curarsi. lità alcuna per fare questo. Alla sera ho raccon- prendersi cura degli altri, riconosce tato a mio marito di questo incontro e delle con- ere mentre si Siamo andati a conoscere la famiglia, abbia- dizioni di Xhensila. Nei giorni successivi ricorreva v che nel fare questo si impara ad apprezzare meglio quanto si ha e quanto Rice don mo raccolto i dati e conosciuto la sto- ria familiare. Questo caso mi ha il mio compleanno così ho deciso di non pensare ai regali. Ho manifestato a mio marito, che era a... si riceve. colpito così tanto perché la fuori per lavoro, il desiderio di donare alla fami- bambina aveva solo po- glia di Xhensila quanto voleva spendere per me. chi mesi in più del Mi ha risposto subito dicendomi: “Hai scelto mio primo figlio. benissimo, penso addirittura che potremmo donare una somma mensile per sei mesi conse- Tornata a cutivi”. casa, ho Mi ha commosso questo gesto perché non era facile anche per noi: io da due anni non lavoravo e in più aspettavo un altro bambino e le spese erano aumentate. Per sei mesi, accompagnata anche da suor Sandra e suor Bardhe, facevamo acquisti e andavamo a trovare la famiglia di Xhensila, giocavamo con la bambina e parlava- mo con sua madre, che era molto paziente e molto attenta a lei, indipendentemente dalle condizioni in cui si trovava la famiglia. Ho im- parato molto da questa esperienza, proprio perché nel frattempo anch’io ero diventata madre e tutto nella mia vita era cambiato. Molte volte mi sono lamentata delle difficol- tà, ma ora non potevo non pensare alla mamma di Xhensila, alla sua pazienza e fidu- cia nonostante la situazione della piccola e della famiglia. Quella mamma mi ha insegnato come ci si Desi- prende cura di qualcuno, in silenzio e con dero tenerezza. condivi- dere un’e- Oggi Xhensila è in Francia e ha già fatto alcuni sperienza che degli interventi di cui ha bisogno per guarire. mi ha segnata pro- Siamo grati al Signore per l’opportunità donata- fondamente. Mi ha fat- ci: è diventata un bene per entrambe. to capire che prendersi cu- ra, al di là delle cure fisiche, è capi- re senza disprezzare l’altro, è accettare 16 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 17
segni del regno suor M. Pia Garbui, fcr • È essere responsabili, trattare bene, avere L’iniziativa funziona e ha per protagonisti i gli altri vedendo possano imparare. pazienza perché l’altro stia bene. giovani. Questo è un buon investimento per il “Tutto è connesso”, “Tutto è in relazione” è il • Se io fossi medico, darei il mio tempo per futuro! Molti non si compromettono; altri invece comin- ritornello che attraversa la Laudato sì’. Così il curare i malati, eviterei gli scioperi negli ciano in sordina e a poco a poco si animano. bene si può diffondere, per fortuna. ospedali. Ci sono varie iniziative, soprattutto da parte Continuare, continuare con molta pazienza”. Anche nella piccola Guinea Bissau, paese po- • Se io fossi presidente, proibirei che altri dei giovani, che si preoccupano del benessere vero e ignorato, la gente, soprattutto i giovani paesi peschino nel nostro mare e portino comune. Nei fine settimana si riuniscono e Un medico così si esprime: “Siamo nati per sono sensibili ad un impegno sempre più con- via il pesce migliore; darei la possibilità al fanno una pulizia di fondo in alcuni quartieri, servire, come dice Gesù; è fondamentale ba- creto a favore di persone e ambiente. mio popolo di avere il necessario per vi- all’esterno degli ospedali. C’è anche un servi- sarsi sull’amore, è fondamentale per tutti. La cultura della cura si fa strada con poche e vere. zio di raccolta del Comune più regolare, anzi Curare l’ambiente è strettamente necessario, semplici iniziative. • Prendersi cura dell’ambiente è proibire di giornaliero. Le proteste della popolazione perché se l’ambiente è sano anche la vita delle tagliare e bruciare gli alberi; organizzare la sono servite, anche se c’è ancora molta resi- persone è più salutare. La situazione della pulizia dei quartieri. stenza al cambiamento. Guinea è molto delicata, per me mancano molte cose, in primo luogo, come diceva il ve- Qualcosa di nuovo è successo a Quinhamel, Meno evidente è il servizio di coloro che si scovo Settimio, il coraggio della verità, ma è Che senso ha e cosa intendiamo per capoluogo della regione di Biombo. prendono cura delle persone: medici, infer- bene aver fiducia che un giorno migliorerà”. “Prendersi cura di...” in questa nostra terra di Vi passa un grande fiume, che in realtà è un mieri, professori. Ci vuole coraggio lavorare, Guinea Bissau? Guardandoci attorno e ascol- braccio di mare e crea una spiaggia. Nei fine prestare attenzione, essere fedeli e ...non La società, in genere, pensa a cose grandi e qua- tando le persone, sentiamo che c’è in molti il settimana e nei giorni di vacanza sono moltis- ricevere il salario per mesi! C’è chi se ne lava si ignora le iniziative particolari, ma è dal piccolo desiderio profondo di un cambiamento per sime le persone che si riversano là per nuota- le mani, ma molti silenziosamente continua- che a poco a poco la trasformazione arriva. creare e garantire una migliore situazione di re, riposare e divertirsi. Fino all’anno scorso no con responsabilità. vita, dare stabilità a uno sviluppo corretto, era un ambiente molto trascurato con spaz- Parla chiaro un proverbio guineense: “Si canoa coordinato e continuo, mettendo fine al de- zatura da tutte le parti. Gli animatori e il par- Una signora tuttofare dice che ci vuole molta ca n’calha, no na tchiga!“ = Se la canoa grado di ambiente e persone. Questo, in veri- roco si sono impegnati a sensibilizzare la po- pazienza e non scoraggiarsi nel prendersi cura non si arena, arriviamo!. tà, è già un segno dell’aver cura, del “mi sta polazione, in particolare i delle persone. “Devo io fare per prima, perché a cuore” e perciò lo desidero migliore. giovani per realizzare una Se la canoa ... grande pulizia dell’am- La situazione della pandemia da Covid-19 sta biente. Sono stati dispo- scuotendo. Nei punti nevralgici delle piazze e sti vari contenitori per la negli incroci di Bissau sono stati posti grandi raccolta differenziata. Si schermi che continuamente trasmettono rac- sono impegnati a control- comandazioni, indicazioni per la prevenzione. lare e a liberare i conteni- Sono aumentati i bidoni per la spazzatura. C’è tori. Ora quella spiaggia è l’invito continuo a pulire i quartieri, le strade. pulita, si respira un’aria È un lavoro lungo e paziente quello di sensibi- diversa. I giovani, che si lizzare e richiede costanza, come la goccia che sentono responsabili, continuamente cade sulla roccia e alla fine la continuano a controllare. corrode. Non è né semplice né facile cambiare Per entrare hanno messo mentalità, come dappertutto del resto. anche un pedaggio. Sono loro che riscuotono e Parlando con ragazzini di 10/12 anni, alla do- nessuno protesta perché manda: “Cosa è per te prendersi cura delle l’ambiente è accogliente, persone e dell’ambiente“, nella loro semplici- salutare. Il pedaggio ser- tà hanno risposto: ve a comprare il gasolio per portare la spazzatura • Prendersi cura dell’altro è valorizzare la vi- alla discarica lontana cir- ta... è dire ciò che è corretto o no... ca 60 km. 18 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 19
segni del regno suor M. Beatrice Merlo, fcr destinazione. Con noi portiamo anche le derra- abbiamo bisogno di “buona fortuna” per incon- “Noi eravamo un piccolo gruppo di volontari, ha te alimentari raccolte a Tavernelle, 250 colli. trare il Dio che è amore, Provvidenza che libera affermato, ma dietro di noi c’era un popolo che si Ringrazio coloro che si sono dati da fare per da certe chiusure che impediscono di vivere in è mosso per andare incontro, accostarsi e piegarsi Da Tavernelle (VI) alla Croazia…. Mettere in aiutarci in questa raccolta straordinaria che vie- maniera autentica la nostra vocazione umana. sulle membra sofferenti di Cristo, che sono questi pratica con gesti concreti le parole lette e ap- ne portata direttamente ai terremotati della fratelli e sorelle. Se non si può essere presenti fisi- prese dall’insegnamento della Chiesa è il mo- Croazia e ai rifugiati della Bosnia. Ringrazio Nel raccontare, don Emanuele non ha nascosto camente, continuava a dire, possiamo però aprire do migliore per capirne il vero significato. quanti hanno risposto all’appello per questa la sua commozione nel vedere come lo spirito di il nostro cuore a questo grido, che è grido di spe- Questo è vivere la cultura della cura come impresa. Il Signore ci accompagna in questa Cristo sia in grado di trasformare il mondo, di ranza che, attraverso questi piccoli gesti di apertu- percorso di pace. missione che viviamo tutti insieme, io e don Edy muovere le coscienze di tanti uomini e donne ra, questi tentativi potrà aprire un varco umano e per le nostre comunità, più 16 persone tra auti- che si fanno pane per gli altri anche senza esse- creare una sensibilità di fratellanza e amore nono- sti e volontari. Vi ringrazio tanto di aver dato re cristiani, di intervenire dove le grandi istitu- stante l’attuale sofferenza che anche noi viviamo. Con la metà di novembre, noi, adoratori UE del- questo segno di speranza in un periodo difficile, zioni e le scelte politiche non riescono ad arriva- la zona vicentina, abbiamo ripreso gli incontri di di non aver chiuso i vostri cuori a questa grazia re. “Dove c’è un uomo che soffre - diceva - lì c’è Ha ringraziato quanti hanno creduto e aiutato la spiritualità nella parrocchia di Tavernelle, con la che non ci tira fuori solo dalle strettoie della anche la presenza di Cristo sia nel sofferente sia realizzazione di quella missione, affermando che guida del parroco don Emanuele Cuccarollo. pandemia, ma anche dalle strettoie di una vita in chi lo soccorre da buon samaritano”. E ricor- questa avventura non finirà qui, ma si cercherà di chiusa nell’egoismo. Aprirci a chi soffre più di dava con emozione un fratello musulmano che tenerci in collegamento per vivere questa custodia Il percorso di quest’anno è sostenuto dall’inse- noi ci aiuta a darci quello slancio del cuore e ha messo la sua proprietà a disposizione di quei del fratello ed essere uomini e donne che hanno gnamento della Chiesa che il Papa ci ha donato della mente che tante volte ci impediscono di derelitti per assisterli come poteva. Era conten- cuore di carne e lo mettono nelle mani, per donar- mediante l’enciclica Fratelli tutti, in un tempo in esser uniti, di volerci bene, di perdonar- to che avessimo portato loro cibo, coperte, scar- lo agli altri attraverso questi segni di fraternità cui siamo tentati di chiuderci in noi stessi. Un te- ci, di camminare insieme, di prender- pe perché ce n’era tanto bisogno… che saziano la nostra fame e sete di Dio. sto autorevole, che infonde speranza e nello stes- ci cura gli uni degli altri”. so tempo chiede impegno, alimenta grandi ideali, propone cammini per una nuova amicizia sociale, Al ritorno, con commozione e una nuova alleanza umana tra i popoli, le religio- gioia, don Emanuele ha con- ni, gli individui per una fratellanza che diventa diviso i sentimenti e le emo- solidarietà con gli ultimi. zioni provate in quell’e- sperienza intensa, anche La parabola del buon samaritano, posta a fonda- se apparentemente bre- mento della fraternità, invita a metterci all’opera ve. Ha goduto nel con- come il Samaritano, per attivare un processo, dividere con amici l’in- capace di dar vita a un nuovo modo di amicizia contro con un’umani- sociale, che coinvolga singoli, gruppi, movimenti, tà che vive sì nella popoli interi. sofferenza, ma non è privata di segni della Uno sguardo sulla realtà sofferente del popolo Provvidenza e dell’a- croato, a poco più di 500 Km da qui a causa del recente terremoto, e la disumanità fisica e psichi- ca nella quale giovani immigrati passano i loro giorni in Bosnia Erzegovina, ha scosso e sensibil- more di Dio. Ha prova- to sentimenti di am- mirazione di fronte a tanto dolore, unito al Una comunità si prende cura... mente coinvolto la comunità di Tavernelle in un coraggio di scorgere progetto umanitario per sollevare e donare un in esso la presenza di po’ di speranza. Generoso e unanime è stato Dio. L’ha colpito incon- l’aiuto di tutta la popolazione. trare gli immigrati in cia- batte, poco vestiti con tem- Don Emanuele, che a nome della comunità ha perature sotto i 10 gradi e, seguito il convoglio, prima di partire così ha salu- ancor più è rimasto stupito quan- tato: “Carissimi, stiamo partendo con diversi do, donando una coperta, si sentiva- mezzi. Condivido questo viaggio verso la Croazia no ringraziare e augurare “buona fortu- con don Edy, prete della diocesi di Treviso. Ci na”. Ha affermato di aver scoperto un teso- stiamo recando con diversi mezzi verso questa ro di umanità di fronte alla quale, anche noi 20 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 21
segni del regno SEGNI Pastorale Giovanile Vocazionale DEL REGNO in Italia Molti sono gli ambiti e i servizi in cui siamo chiamate, come cri- stiane e come suore, a mettere in pratica l’arte della cura. Uno di questi è l’avere a cuore e curare le relazioni con i giovani. Il risveglio della Pr . . natura con l’aprirsi picco- i. della stagione pri- le espe- maverile sembra en e s t rienze… ab- . g dare voce al tocco biamo scelto di d’amore del Creatore ders i .. essere un posto in cui i cura: relazion che con fedeltà si prende cu- accogliere vita e prenderce- ra delle sue creature: un segno di ne cura. speranza della vita. Il prendersi cura ha lo stesso tocco lieve e discreto che nasconde P. Roberto, guardiano dei cappuccini di san una realtà forte come quella della cura di una «Dopo contagio, Leopoldo, ha celebrato ogni mese con noi l’Eu- madre per il suo bambino. qualche settimana costruire opportunità caristia, animata dalla fraternità e aperta alle dal mio arrivo in fraternità a Padova, mi sono sia per le ragazze che sceglievano di giovani. In momenti come questi abbiamo ac- In questo tempo di pandemia ci siamo ac- resa conto di avere ricevuto in eredità un im- restare, sia per quelle che desideravano rien- compagnato anche il lutto di alcune ragazze corti, molto più di prima, del valore dei gesti pegno e una presenza nella pastorale giovanile trare in famiglia, perché a tutte e a ciascuna che hanno perso una persona cara lontane da di cura, pensando a tutti gli operatori sanitari della città. Un piccolo seme per il Regno tra le arrivasse un segnale concreto di vicinanza e casa e nell’impossibilità di tornarci. e volontari che con abnegazione prestano il ragazze universitarie del collegio e all’interno di ascolto, di comprensione e di fiducia. La loro servizio negli ospedali e nelle case di della pastorale diocesana. vera forza è stata poter condividere con le La vita al tempo del Covid è anche qui fatta di cura. sorelle della fraternità la realtà quotidiana piccole cose, ma la parola chiave è “mettersi La parola chiave all’inizio per me è stata dell’accoglienza: ciascuna di noi è stata gior- accanto” per fare strada insieme. Infatti, come C’è un prendersi cura anche nelle rela- esserci. Trovare dentro me il coraggio di resta- no dopo giorno volto, parola e sorriso che ci ricorda papa Francesco, «il cuore di ogni gio- zioni, in particolare con i giovani, che è re lì e farmi attenta a cogliere e leggere il biso- esprime una presenza che vuol essere dono. vane deve essere considerato “terra sacra”, fatto di gesti e parole. gno, la domanda e la sete di vita delle persone portatore di semi di vita divina e davanti al che incontravo. I nuovi arrivi, le partenze e anche qualche ri- quale dobbiamo “toglierci i sandali” per poterci Alcune di noi del Gruppo di Pastorale Giova- torno; la fatica di imparare i nomi e di ricono- avvicinare e approfondire il Mistero» (CV 7). nile Vocazionale - area italiana - abbiamo Quando con il DPCM di novembre 2020 e l’i- scere i volti dietro le mascherine; le ansie feb- avuto modo di vivere delle belle esperienze stituzione delle zone colorate in tutta Italia an- brili delle ultime settimane prima della tesi; il Suor Sara in tal senso - nel collegio universitario, nelle che l’organizzazione dell’Università si è di colpo coprifuoco e le lunghe serate in collegio tra iniziative con i Frati Minori - e le vogliamo trasformata, mi sono sentita spazzata via dagli pizza e risate; la nascita di nuovi gruppi e condividere. eventi. Restare in piedi, affrontare la paura del nuove amicizie che si ridisegnano continuamente e così in tante altre Suor Marina 22 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 23
tempo perso, vuoto, silenzioso quasi immobile. La tristezza sembrava aver preso il sopravvento ma poi è arrivato l’immaginabile. Tutto questo mi ha costretto ad alzare la testa e a guardare le stelle perché, veramente, è nel momento più buio della propria storia che si vede meglio la luce. Dopo, proprio come un regalo d’amore, sono cresciuta nella capacità di sognare. Ero arrivata a un momento della mia vita che pun- tavo al compromesso, al ribasso invece dopo, guardando la moltitudine della stelle nel mio silenzio, mi sono accorta quanta possibilità ho di moltiplicare i miei sogni e renderli sempre più belli e alti. I latini direbbero “Per aspera ad astra”, è con le asperità che si arriva alle stelle. Auguri a tutti, buon cammino!» A. «L’esperienza “Frate Focu” la associo al colore azzurro, perché mi ricorda il cielo, rimandando- mi alla libertà negli spazi, cosa che in questo ul- timo anno non è stata così scontata. Questa è «Se penso a questa stata, infatti, un’opportunità per trovare uno esperienza mi viene in men spazio di conoscenza, condivisione e arricchi- te il colore grigio. Solitamente mento reciproco; ho “ripreso il filo” con perso- Mentre il grigio viene paragonato a qualcosa di ne che conoscevo già, ne ho conosciute di nuo- ci stavamo interro- triste o negativo, ma in questo caso per me ve e spero a breve di poterle incontrare in pre- gando nel mese di no- non è così, anzi! Questi incontri mi hanno senza». F. vembre, come essere accanto ai di poterlo aiutato a non avere paura di ammettere che giovani in questo tempo così difficile, abbiamo rappresentare con il colore giallo in quanto, nella vita si sbaglia, che le cose non sempre «L’esperienza “Frate Focu” per me è come il saputo della proposta dei Frati Minori del Nord: dal mio solito vedere le cose o bianco o nero, vanno come ci immaginiamo e che non sem- cielo blu. Quando lo guardo ti senti bene, viva, “Frate Focu”. Gruppi di narrazione durante i mi ha dato la possibilità di riflettere su aspetti pre si riesce ad essere all’altezza delle aspet- ti da energia e allo stesso tempo ti culla. Questo quali i giovani, incontrandosi online, dopo aver importanti della mia vita che la maggior parte tative. Insomma, non è sempre tutto bianco, blu è infinito e profondo, come sono le parole ascoltato le catechesi proposte dai frati su You- delle volte ho stentato affrontare perché troppo pulito e bello. Alcune volte questo bianco si che ci hanno accompagnato lungo il cammino. Tube e dopo un tempo di preghiera personale, scomodi, impegnativi, che mi portavano a rivi- sporca tanto da diventare grigio, ma per que- Un cielo blu ti fa pensare, ti fa sognare e ti muo- condividono il loro vissuto. vere momenti passati che ho sempre cercato di sto non è necessario nascondersi. Ho impara- ve pensieri positivi sempre nuovi. Sotto di esso, eliminare dalla memoria. In realtà con questo to a guardare questo grigio e ho scoperto che anche noi siamo diversi, ci sentiamo accolti e Da subito c’è sembrata una bella proposta e percorso ho capito che se non impariamo ad non serve avere vergogna, che condividere tutti fratelli». G. per questo con un gruppetto di giovani vi abbia- accogliere quello che ci viene donato dalla vita, con altri ti aiuta ad imparare ad accettare, ad mo aderito. e quindi abbassare lo scudo che ci protegge amare a fidarti. Condividere mi ha aiutato a L’incontro personale con la Parola ci ha aiuta- ma che allo stesso tempo ci distrugge, non po- sentire che Dio ama soprattutto il grigio delle te a farci consapevoli della cura del Signore per Le parole RESILIENZA, MEMORIA, PICCOLEZZA, tremmo mai trovare e poter dimostrare ciò che nostre vite e che insieme a Lui e a chi abbia- la nostra vita, l’ascolto attento, affettuoso, le CORAGGIO, APPARTENENZA E CURA hanno realmente siamo! Il colore giallo rappresenta mo vicino questo grigio può essere davvero une delle altre e la presenza costante di ciascu- accompagnato i nostri incontri e condivisioni. realmente la luce che questa esperienza è riu- un colore meraviglioso!» B. na ci ha fatto fare l’esperienza, pur vivendo in scita ad accendere dentro di me per far sì che io città e regioni diverse, di essere una piccola fra- Le giovani che hanno partecipato al nostro possa aprire gli occhi e non avere paura di ac- «Per descrivere l’esperienza della fraternità ternità in cammino...che mentre dona riceve, gruppo “Frate Focu” si esprimono così dando un cogliere la vita che mi viene donata così com’è “Frate Focu” scelgo il colore blu scuro. L’a- cresce in profondità, in significato mediante lo colore all’esperienza vissuta. stata disegnata per me!» C. scolto e la condivisione della Parola mi hanno scambio reciproco. Un bel dono del Signore. aiutato in questo periodo scuro a guardare «Il cammino iniziato lo scorso dicembre credo dentro la notte della mia vita, scandito da Suor Age e Suor Monica Maria 24 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 25
segni del regno Dott. Stefano Drioli, direttore Villa Bianca “Villa Bianca” a Tarzo (TV) è un Centro di servizi per persone anziane anche non autosufficienti della nostra Famiglia religiosa. Grazie ai suoi collaboratori, direttore e operato- ri sanitari, il tempo della pandemia è stato vis- suto con attenzione particolare alle ospiti e ai familiari. Av Nell’immaginario collettivo la pandemia da i a COVID 19 è rappresentata dai lockdown, dalle er de m immagini dei camion militari che lasciano l’o- spedale di Bergamo e dai morti al Pio Albergo crea Trivulzio. Queste immagini hanno contribuito a cura i p a n tutt’oggi frustra- tempo d creare una cornice, non certo favorevole, in cui z zione, visto che il mas- abbiamo svolto il nostro servizio di cura alle persone anziane fragili. Ciò che abbiamo vissu- to, e stiamo tutt’oggi vivendo, è anche un’info- Sebbe- ne ufficial- mente si dicesse di in simo che abbiamo potuto fare per realizzare un contatto tra Ospiti e familiari è stato implementare una pa- demia, una pandemia di informazioni giunte da stare tranquilli, che “è solo rete degli abbracci. E la rabbia, come spesso fonti non sempre affidabili che hanno formato un’influenza”, la sensazione era che si ave- nelle proprie avviene, è indirizzata verso l’attuatore dei pro- immagini e credenze distorte che nei Centri di va a che fare con qualcosa di ben più pericolo- case, dove l’equipe psico-socio-educativo pro- tocolli, in questo caso Villa Bianca, e non contro servizio per non autosufficienti – Case di Riposo so. Questa sensazione veniva amplificata a ini- poneva attività, sempre nella rigorosa applica- le istituzioni che hanno delineato il quadro hanno alterato i rapporti esistenti nel sistema e zio marzo prima con la chiusura totale dei visi- zione del distanziamento sociale. Anche qui normativo. creato tensioni tra istituzione e stakeholder tatori ai centri di servizio e successivamente era difficile far comprendere a chi telefonava (formali e informali). Non neghiamo che l’im- con il lockdown totale. Data la minimizzazione domandando: “Ma la mia mamma fa attività?” Potrei proseguire ancora, descrivendo tutti i magine dell’abbandono e della morte ha sem- iniziale, tutti ci siamo trovati disorientati e sen- che sì, le attività venivano attuate ma i proto- nodi problematici, ma vorrei dare anche un’im- pre accompagnato l’assistenza in casa di riposo. za grandi scorte di dispositivi di protezione colli imponevano una compartimentazione e magine positiva di questo periodo. E quell’im- Sebbene in questi anni le strutture, almeno nel- individuale. quindi non erano più svolte come prima. magine mi è data dalle Ospiti di Villa Bianca, la nostra regione, siano cambiate ponendo L’uomo ha sempre paura dell’ignoto e quindi che anche in questa crisi sono state la nostra sempre più attenzione agli aspetti sociali, l’affi- Prendersi cura delle Ospiti era veramente pensare a qualcosa di diverso, di cui non ho guida: mai un lamento, una voce stonata, ma dare un proprio caro, magari un genitore, porta difficile, gli operatori vivevano una confusione esperienza diretta, portava i familiari ad ampli- soltanto la calma tipica della saggezza con cui ancora con sé una serie di pesanti vissuti perso- di sentimenti, impotenza, paura, rabbia, so- ficare le proprie paure rispetto l’abbandono e chiedono informazioni, ascoltano le notizie e nali che si sono amplificati in questo periodo. spetto solo per citarne alcuni, e allo stesso la solitudine della propria madre. infondono la luce della speranza: “anche questo tempo dovevano accogliere le paure, amplifica- finirà prima o poi”. E questa fiducia deve darci L’emergenza COVID-19 non ha colpito diretta- te dai giornali, dei familiari delle Ospiti e la loro A maggio quando tutti hanno ricominciato ad la forza per continuare a progettare, consci mente gli Ospiti e gli operatori ma anche i fami- rabbia dovuta alla frustrazione di non poter uscire e a rivedere i propri cari, i centri di servi- del fatto che in ogni momento le nostre azioni liari che sono costretti a vivere il distacco e la essere vicini ai loro cari specie negli ultimi gior- zio e le ospiti dovevano attendere le “linee e idee potrebbero venir interrotte da un enne- distanza fisica dovuta all’applicazione delle leggi ni di vita. guida - fase 3”, che stabilivano modalità di visi- simo intoppo, da un’altra chiusura, ma anche e dei protocolli. Di seguito riporto in breve la ta dei parenti molto stringenti. Bisognava ve- che il nostro tempo non sarà stato buttato, cronistoria delle difficoltà incontrate: a fine feb- Per fortuna al primo giro di tamponi non furo- dersi all’aperto, distanziati di almeno 2 metri, perché avremo cercato di tener vivi i doni braio mentre sui telegiornali impazzavano le no registrati casi Covid ma, nonostante l’avan- con la mascherina…. Insomma, tutto ciò aveva che le nostre Ospiti ci offrono ogni giorno: notizie sul virus da Wuhan, i primi dpcm impo- zare della primavera, Villa Bianca continuava ad ben poco a che fare con l’immagine classica di speranza e fiducia! nevano limitazioni alle visite delle nostre ospiti. essere chiusa, con le ospiti costrette a vivere una visita al proprio caro e tutto ciò creava 26 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 27
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