BIODIVERSITÀ LA RICCHEZZA NASCOSTA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG - Prosecco.it

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BIODIVERSITÀ LA RICCHEZZA NASCOSTA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG - Prosecco.it
BIODIVERSITÀ
LA RICCHEZZA NASCOSTA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE
                         PROSECCO SUPERIORE DOCG

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             Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020
 Organismo responsabile dell’informazione: Consorzio Tutela Del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco
               Autorità di gestione: Regione del Veneto - Direzione AdG FEASR e Foreste
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Il Conegliano Valdobbiadene è un territorio unico, ri-
conoscibile a un primo sguardo per la sua forte identità
vitivinicola. Qui grazie a condizioni climatiche, geogra-
fiche, morfologiche e culturali l’uomo ha dato vita a
un paesaggio e a un prodotto esclusivo e superiore. Il
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG
è il risultato di una storia di eccellenza che ha le sue
radici ben piantate in queste colline, dove da secoli i
viticoltori lavorano con impegno una terra tanto vocata
alla coltura della vite quanto faticosa da affrontare. La
fatica di secoli di lavoro sulle pendenze delle Rive ha
portato di recente al raggiungimento dell’importante
traguardo UNESCO, che ha riconosciuto uniche le col-
line del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene: “Un
esempio eccezionale di un insediamento umano tradi-
zionale, che grazie all’uso del suolo è rappresentativo
di una cultura e dell’interazione umana con l’ambiente,
specialmente quando è diventato vulnerabile all’impat-
to di cambiamenti irreversibili”.
L’unicità del paesaggio è l’aspetto più evidente di un
lunghissimo processo evolutivo che ha intrecciato il la-
voro umano del viticoltore, la sapienza enologica con
le caratteristiche naturali tipiche del territorio. La stessa
unicità è riconoscibile al palato quando attraverso la
degustazione di un calice ritroviamo la sua origine in
una specifica area della Denominazione.
Le pagine che sfoglierete e leggerete sono il risultato di
un’analisi approfondita e scientifica sulla biodiversità,
ricchezza nascosta del territorio del Conegliano Val-
dobbiadene, al fine di ricavarne conoscenza scientifica
e agronomica per nuove ispirazioni che ci auguriamo
porteranno a coltivare in modo sempre più efficace e
sostenibile la nostra terra, per tutelarla e per trarne un
prodotto che meriti sempre più l’appellativo Superiore.
Un calice di vino esprime la sintesi di tutti i fattori umani
e naturali che hanno dato vita alla pianta, che ne han-
no influenzato lo sviluppo e infine che hanno guidato la
mano dell’uomo in cantina. Per questo conoscere nel
dettaglio dove poggiano le “radici” di quel vino diventa
fondamentale per ogni viticoltore.
Con questo manuale abbiamo voluto dare un ulteriore
contributo alla cultura vitivinicola che anima la nostra
terra con l’idea che questa sia sempre oggetto di at-
tenzione e rispetto in un’ottica di continua responsa-
bilità ambientale e di tutela sempre più accurata di un
paesaggio e di un prodotto che insieme esprimono lo
spessore storico e umano della nostra identità.

                            Presidente del Consorzio di Tutela
                      del Conegliano Valdobbiadene Prosecco
                                          Innocente Nardi
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INDICE

  Il valore del terroir                               Da pag. 7
  di Diego Tomasi

  Il microbioma del suolo:
  una risorsa invisibile del vigneto                  Da pag. 9
  di Luca Nerva & Walter Chitarra

  La biodiversità microbica del vigneto
  e il suo apporto al terroir                        Da pag. 20
  di Tiziana Nardi

  La biodiversita’ genetica della vite               Da pag. 28
  di Federica Gaiotti

  Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG
  il paesaggio: dai suoi elementi costitutivi
  ai suoi valori di unicità                          Da pag. 37
  di Diego Tomasi

  Bibliografie                                       Da pag. 49

                                                                  5
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Il valore del terroir                                                                   di Diego Tomasi

In una recente indagine sviluppata in occasio-       valorizzazione; tra queste troviamo la metage-
ne del ProWine tedesco, un campione rappre-          nomica, le neuroscienze, l’idropedologia e la
sentativo di aziende viti-vinicole italiane, tede-   viticoltura di precisione, tutto però deve rien-
sche e francesi, ha confermato che anche per         trare sotto l’egida di:
il prossimo futuro promuoveranno le proprie          - sostenibilità: ovvero applicazione di prati-
aziende ponendo al primo posto i valori del          che conformi alla salvaguardia delle risorse
territorio. Per molti anni il vino è stato l’unico   non rinnovabili, mantenendole integre ed anzi
ambasciatore dei nostri terroirs viticoli, oggi il   aumentandone il loro valore ecosistemico. So-
vino da solo non è più sufficiente a rappre-         stenibilità significa anche tutela della salute del
sentarli: ogni prodotto va accompagnato dai          viticoltore e di chi abita nei pressi dei vigneti,
valori materiali e immateriali dei suoi luoghi       riducendo l’impatto ambientale dovuto all’uso
di origine. Vitigno, tradizione, geologia, suo-      degli agrofarmaci;
lo, clima, paesaggio, tecniche produttive, sono      - biodiversità: ovvero conservazione della
tante storie che devono oggi affiancare e dare       ricchezza presente nel soprassuolo e nel sotto-
valore al vino. Tutto questo è oggi richiesto e      suolo, evitando pratiche intensive, ma svilup-
preteso dal consumatore.                             pando percorsi produttivi che tengano conto
                                                     di ciò che era presente e di ciò che è unico e
Un altro aspetto riguarda la continua attenzio-      identificativo;
ne che viene riservata alle tecniche e alle prati-   - multifunzionalità: definisce il ruolo che la
che viticolo-enologiche, che pur rispettando e       viti-vinicoltura svolge nell’ampio contesto so-
riscoprendo la tradizione mirano a migliorare e      cio-economico di un territorio, integrandosi
valorizzare l’uva e il suo vino. Non uno stanco      con le altre attività produttive e contribuendo
ripetersi di tappe ed azioni annuali, ma nuovi       al loro sviluppo. Accoglienza, ospitalità, edu-
modelli conservativi che tengano conto anche         cazione e formazione, sono azioni presenti in
degli elementi di novità (vedi sostenibilità, va-    una azienda aperta alla multifunzionalità.
lore del suolo, biodiversità), di quelli perturba-
tivi (es il cambio climatico) o non più necessari    Nuovi approcci allo studio del terroir
(vedi diserbanti, laute concimazioni, imponenti      Studi recenti stanno contribuendo ad eviden-
sistemazioni del suolo, etc).                        ziare in modo sempre più approfondito l’inte-
Come già noto il terroir viticolo si compone         razione tra vigneto e ambiente. Tra questi la
di molti e complessi elementi, tutti sinergici e     metagenomica, attraverso lo studio del DNA
complementari tra loro; spetta ora al viticol-       estratto da campioni di suolo, è in grado di evi-
tore il compito di mantenere inalterate le loro      denziare la specificità microbiologica di ogni
caratteristiche, siano esse determinanti per la      terreno e le migliaia di specie microbiche pre-
qualità dei vini, vedi ad es. il suolo, oppure       senti in un grammo di suolo (Xu et al., 2014).
da configurarsi come valore aggiunto, vedi il        Ciò diventa di estremo interesse alla luce delle
paesaggio. Quindi, l’irripetibilità di un vino si    numerose relazioni mutualistiche che si instau-
basa su un insieme di fattori che si integrano       rano tra funghi, batteri e pianta, dove gli ap-
e si esprimono in un risultato che deve essere       parati radicali fungono da intermediari (Gardi
non confondibile e non trasferibile. Il concetto     et al., 2009). Come verrà spiegato i microor-
di terroir può allora essere pensato in termini di   ganismi presenti nella rizosfera (sottile strato
interazione tra le pratiche colturali e l’ambiente   di terreno che circonda la radice) sono estre-
locale, però in una veste irrinunciabile di con-     mamente sensibili ai caratteri fisico-chimici del
servazione.                                          suolo, alle operazioni colturali (Garcia-Orenes
Oggi alla ricerca viene assegnato il compito         et al., 2013, Corneo et al., 2013) e ai valori
di far emergere i valori più nascosti del terro-     climatici ambientali (Gilbert JA et al., 2014).
ir utilizzando nuove discipline e tecniche che       Questo significa che vi è una diversità tasso-
contribuiscono alla sua piena comprensione e         nomica e una specificità locale nelle compo-

                                                                                                      7
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nenti microbiche presenti nelle diverse aree          basi biologiche della mente e del comporta-
viti-vinicole ed in grado di influenzare l’unicità    mento dell’uomo e, nel caso del vino, studiano
dei vini che vi si producono (Zarraonaindia et        gli elementi che guidano al giudizio di prefe-
al., 2015). Nel vino troviamo quindi indiscuti-       renza qualitativa e acquisto.
bilmente il suolo, che attraverso percorsi nuovi
ed altri non sempre conosciuti ci permette di         Nel vigneto dobbiamo cogliere non solo la
riconoscere un’origine e a volte una unicità.         biodiversità esterna che dà valore scenico e di
Ma il mondo nascosto dei microorganismi si            contrasto alla monotonia del panorama, ma
sviluppa anche nel soprassuolo ed in partico-         anche quella biodiversità meno evidente che
lare nell’uva, nella corteccia, nella superficie      compone il patrimonio genetico del nostro vi-
delle foglie. Anche in questo caso la metage-         gneto e che permette di arricchire le sfumature
nomica si identifica come un potente metodo           qualitative dei vini. La provenienza del mate-
per l’analisi di intere comunità microbiche,          riale vegetale, l’età della vite e l’interazione tra
analizzandole proprio nel loro ambiente natu-         portinnesto e parte aerea sono le sorgenti prin-
rale. A questo riguardo numerosi studi sono in        cipali di biodiversità genetica che dobbiamo
corso per studiare le comunità di microorgani-        imparare a valorizzare e conservare.
smi in funzione dei siti di coltivazione.
In un contesto di cambiamento climatico,              Di questi aspetti, anche innovativi, parleranno
anche le proprietà idrologiche del suolo e le         le pagine a seguire, basati su analisi dirette che
corrispondenti disponibilità idriche stanno ot-       hanno coinvolto un gran numero di produtto-
tenendo una attenzione sempre maggiore.               ri, su fonti bibliografiche e su esperienze degli
Ciò è basato sulla eterogeneità dei suoli, sulla      Autori. Accanto ad una panoramica dell’intero
morfologia e sulla distribuzione delle piogge.        territorio della Denominazione DOCG Cone-
L’idropedologia è una scienza interdisciplinare       gliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, un
emergente che studia le interazioni tra i processi    approfondimento è stato portato sull’area del
pedologici e idrologici dello strato superficiale     Cartizze in quanto simbolo di massimo pre-
e sotto-superficiale di suolo, comprendendo lo        stigio della denominazione, ma anche come
spazio tra la base della parete vegetativa e il       esempio di studio trasferibile poi in futuro ad
fondo della zona umida del suolo esplorabile          altre aree della DOCG.
dalle radici. Gli obbiettivi di questa disciplina
mirano a quantificare la variabilità spaziale e       Ambizione degli Autori è trasferire al produt-
temporale delle disponibilità idriche del suolo,      tore il concetto di biodiversità, facendo com-
ottenendo in questo modo un miglioramento             prendere che la sua conservazione ed ulteriore
nella gestione dell’acqua nel vigneto (H. Lin,        arricchimento passano attraverso le loro azioni
2018).                                                quotidiane in vigneto.

Da tutto questo ne deriva l’importanza delle
sistemazioni del suolo che devono essere ben
calibrate e, se possibile, rifarsi alla tradizione
(es. evitare il rittochino).
Ogni territorio si esprime attraverso un proprio
paesaggio composto di elementi ereditati ed
altri appartenenti alla società attuale. Il pae-
saggio è quindi un insieme articolato di ele-
menti, alcuni unici del luogo, la cui tutela e
valorizzazione si stanno facendo finalmente
strada stante i numerosi e positivi risvolti che il
paesaggio depone a favore del vino. La com-
prensione e la valorizzazione di questi stretti le-
gami sono compito delle neuroscienze, ovvero
di quell’insieme di discipline che studiano le
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Il microbioma del suolo:
una risorsa invisibile del vigneto
                                                                            di Luca Nerva & Walter Chitarra

Che cos’è e perchè è importante il microbioma?         boliche, i microrganismi del suolo, sono fra gli
Anche se non siamo in grado di vederli, una            attori principali dei cosiddetti servizi ecosistemici
quantità sorprendente di microrganismi vive            che comprendono il ciclo della sostanza organi-
nell’ambiente che ci circonda. Sotto i nostri pie-     ca, la regolazione della disponibilità degli ele-
di, ad esempio, si trova uno dei compartimenti         menti nutritivi e della loro asportazione da parte
ambientali più diversificati del nostro pianeta: il    delle colture, lo sviluppo delle piante, il controllo
suolo.                                                 dei patogeni, la difesa da fattori di stress bioti-
Al suo interno troviamo numerose comunità mi-          ci e abiotici, il mantenimento della struttura del
crobiche composte da batteri, archaea, virus,          suolo, la regolazione dei processi idrologici, gli
funghi e protozoi, collettivamente denominati          scambi gassosi, il sequestro del carbonio e il di-
“microbioma del suolo“ (Figura 1). Nel corso           sinquinamento [2].
della storia del nostro pianeta, i microrganismi       I microrganismi del suolo rappresentano una
hanno influenzato il clima venendo, a loro vol-        componente di fondamentale importanza per la
ta, plasmati da esso. Poiché il suolo è un siste-      fertilità dei terreni svolgendo un ruolo insostitui-
ma dinamico dove i nutrienti e le condizioni di        bile, in mancanza del quale, il terreno, rappre-
crescita non sono sempre gli stessi, la maggior        senterebbe semplicemente un inerte supporto
parte dei microrganismi ha sviluppato strategie        meccanico.
per far fronte alle mutevoli condizioni ambientali.    Con il termine di microbioma si intende l’insie-
Le generazioni microbiche, inoltre, si succedono       me di microrganismi, dei loro genomi e delle
le une alle altre in tempi molto rapidi, rendendo-     interazioni che si stabiliscono in un determinato
le delle ‘‘sentinelle’’ ideali per comprendere gli     ambiente e, allo stesso modo, con gli organi-
effetti dei cambiamenti climatici sui sistemi bio-
logici e sui cicli biogeochimici mediati da questi
ultimi.
In pochi grammi di suolo fertile sono presenti mi-
liardi di organismi viventi: centinaia di chilome-
tri di ife fungine, decine di migliaia di protozoi,
migliaia di nematodi, alcune centinaia di insetti,
aracnidi, vermi e centinaia di metri di radici di
piante. I microrganismi del suolo sono vitali per
la vita e la salute di uomini e piante, operando
nel suolo una rete di trasformazioni dalle quali
dipende il funzionamento dell’intero ecosistema
[1]. Nel ciclo dell’azoto sono infatti coinvolti i
batteri nitrificanti (che trasformano l’ammonio in
nitrato) e i batteri denitrificanti (che riducono il
nitrato ad azoto gassoso) e, inoltre, intervengono
nel ciclo del carbonio, nella decomposizione del-      Figura 1. Le piante interagiscono con una
la sostanza organica, nella metanogenesi e nella       moltitudine di organismi e microrganismi, di cui
fissazione della CO2. Con le loro attività meta-       la gran parte si trova nel suolo.
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smi che lo coabitano. Risulta quindi chiaro che          come un unico organismo definito con il termine
la conservazione della biodiversità coinvolge la         di “olobionte” [4]. In questo senso, quando la
salvaguardia del microbioma del suolo, garan-            pianta viene sottoposta a stress di qualsiasi tipo, i
tendo così l’equilibrio funzionale di tutto l’ecosi-     microrganismi che la abitano affiancano le rispo-
stema suolo.                                             ste di difesa della pianta modulandole e comple-
La possibilità di studiare il microbioma del suolo       mentandole, inducendo così una più complessa
con metodi indipendenti dalla coltivazione dei           interazione con l’ambiente. Per comprendere ul-
microrganismi, sta tuttora chiarendo molti aspetti       teriormente l’importanza del microbioma, basti
rilevanti di questo complesso ecosistema sia dal         pensare che l’ottenimento di piante cosiddette
punto di vista della composizione tassonomica,           “gnotobiotiche” [5], (ovvero senza microrganismi
sia dal punto di vista funzionale. Le analisi mo-        associati) è ad oggi impossibile poiché, quando
lecolari hanno permesso di scoprire l’esistenza          vengono private di tutti i simbionti, esse non sono
di microrganismi “non coltivabili” e di accedere         in grado di crescere, morendo. Va inoltre ricor-
ad un’informazione globale sulla ricchezza e ab-         dato che la produzione del vino è un processo
bondanza delle diverse popolazioni microbiche,           complesso che spazia dal campo fino ad arrivare
rendendo così possibile definire le relazioni di al-     alla cantina e, in questo viaggio, i microrgani-
cune specie microbiche nella complessa rete di           smi giocano un ruolo decisivo sulle qualità del
interazioni (positive e negative) che si instaurano      prodotto finale. Molti fattori influenzano a loro
nel suolo e con le radici delle piante che ne ven-       volta la composizione microbica associata alla
gono coinvolte [3].                                      pianta: la topografia, il tipo di suolo, il clima, le
Come tutte le altre piante anche la vite si inter-       condizioni meteorologiche arrivando, infine, alle
faccia con questi organismi, dalle radici ai grap-       pratiche di gestione del vigneto.
poli, inducendo effetti benefici o fitopatologici e      Grazie all’avanzamento delle metodologie dia-
influendo sulla salute della pianta, sul suo stato       gnostiche che oggi ci permettono di descrivere
fisiologico, sulle rese, sulla qualità delle uve e sui   così bene il microbioma delle piante, siamo ri-
successivi fenomeni di fermentazione. Sempre             usciti a comprendere il potenziale dei microrga-
più studi hanno dimostrato l’enorme impatto che          nismi associati alla pianta e il loro impatto sul
i microrganismi associati hanno sulla pianta, tan-       vino (il prodotto finale) di questa lunga e impor-
to da arrivare a descrivere questa consociazione         tante interazione, arrivando a definire l’impatto

                           Figura 2. Sovescio con senapi ed altre essenze.
10
di quello che oggi è conosciuto come microbial            Utilizzando la vite come pianta modello, un grup-
terroir [6].                                              po di ricerca internazionale ha scoperto che il
                                                          tipo di microbioma batterico che si installa nelle
L’influenza del portinnesto sulla diversità               radici dipende fortemente dal tipo di portinnesto
microbica                                                 scelto [7]. Dato che il microbioma batterico radi-
Una delle decisioni più importanti da prendere            cale è molto importante (per la salute e la nutri-
quando si realizza un nuovo vigneto è la va-              zione dell’intera pianta, per la protezione da pa-
rietà di uva che si intende allevare. Al momen-           rassiti, patogeni e per la qualità finale dell’uva),
to dell’acquisto, però, la scelta della barbatella        la scelta del portinnesto ha un forte impatto su
non è dettata solo ed esclusivamente dalla va-            quello che abbiamo definito come microbial ter-
rietà d’uva che s’intende allevare, ma anche e            roir [8]. Un ulteriore dato che sottolinea l’impor-
soprattutto dal portinnesto più adatto. Questo            tanza del portinnesto (e quindi del microbioma
perchè, in seguito alla comparsa della fillossera         ad esso associato), arriva da uno studio in cui
nella seconda metà del 1800, si cominciarono a            si evince che il suolo e i microrganismi associati
produrre barbatelle bimembre, cioè con portin-            all’apparato radicale delle piante, sono la fonte
nesti “americani” (ovvero la parte inferiore con          primaria dei microrganismi che poi si ritrovano
le radici resistenti al patogeno) e nesti “europei”       nelle parti aeree della stessa [9].
(cioè la parte superiore con la chioma che porta          Questo ovviamente ha un forte impatto dal pun-
anche i frutti). Col tempo però la funzione del           to di vista applicativo: se consideriamo l’effetto
portinnesto americano si è evoluta, ed oggi, la           diretto che la presenza di certe specie batteriche
sua utilità non è solo quella di proteggere la vite       o fungine (lieviti inclusi) può avere sulla produ-
dalla fillossera ma anche e soprattutto quella di         zione di determinati composti aromatici, ne deri-
mediare tra l’ambiente pedoclimatico in cui sor-          va che l’utilizzo di alcuni portinnesti può favorire
ge il vigneto e le caratteristiche specifiche della       l’espressione di quelle caratteristiche che deter-
varietà d’uva selezionata. Il portinnesto è oggi          minano la tipicità di alcuni prodotti [10].
dunque un vero e proprio mezzo agronomico a               Inoltre, è stato recentemente riportato che i mi-
disposizione del viticoltore per raggiungere una          crorganismi responsabili della sindrome dell’esca
perfetta compatibilità della varietà alle condi-          (una delle più importanti patologie che stanno
zioni del suolo, con l’obiettivo finale di ottene-        emergendo negli ultimi anni), tendono ad accu-
re l’importantissimo equilibrio vegeto-produttivo         mularsi nel suolo e sono in grado di intaccare
della pianta.                                             anche il legno dell’apparato radicale sviluppato

  Figura 3. Diagramma che illustra le interazioni tra le radici delle piante e i batteri azotofissatori (PGPR).
                                       Adattato da Vejan et al. 2016.
                                                                                                                  11
dal portinnesto [11]. Questo fattore suggerisce          mento al carbonio), alla capacità di produrre dif-
ancora una volta quanto sia importante la bio-           ferenti tipi di essudati radicali (molecole in grado
diversità presente nel suolo, poiché l’accumulo          di richiamare microrganismi) e alla differente ca-
di patogeni non fa altro che compromettere il            pacità di produrre radici fini (quelle che sono più
sistema vigneto, diminuendone il potenziale pro-         attive nel reclutare microrganismi benefici) [14].
duttivo e la qualità dei prodotti ottenuti. In tal       Per esempio, sappiamo che le piante del genere
senso, pratiche che favoriscono la biodiversità          Brassica, (volgarmente conosciute come senapi,
microbica quali inerbimenti con essenze selezio-         Figura 2) sono in grado di richiamare batteri del
nate, inoculo di consorzi microbici (come agenti         gruppo dei Firmicutes (al cui interno troviamo il
di controllo biologico o per stimolare la crescita       genere Bacillus), ben noto per i suoi effetti posi-
delle piante) sono azioni molto importanti per           tivi nei confronti delle piante [15]. È inoltre stato
favorire un riciclo della fauna microbica nel vi-        dimostrato che colture diverse sono in grado di
gneto, andando ad evitare l’accumularsi di quei          influenzare in modo differente la composizione e
patogeni che naturalmente si instaurerebbero nel         l’abbondanza di alcune specie microbiche, non-
lungo periodo.                                           ché la quantità di azoto e carbonio disponibili e
                                                         la struttura stessa del suolo, suggerendo un forte
Le lavorazioni del suolo e gli effetti sulla diversità   impatto sul sistema vigneto [14].
microbica                                                Un altro effetto significativo sulla struttura e la
Come abbiamo detto in precedenza, il microbio-           biodiversità del suolo è dettato dalle lavorazioni.
ma del suolo è influenzato da vari fattori come          In particolare, le lavorazioni possono avere degli
ad esempio: la collocazione geografica, il tipo          effetti anche molto importanti se utilizzate in as-
di suolo, il clima e il genotipo del portinnesto         sociazione alla semina di sovescio. Deve venire
ma non solo; hanno un forte impatto anche le             anche considerato che, nel caso di conduzione
proprietà intrinseche del suolo come: pH, so-            biologica, le lavorazioni del suolo hanno lo sco-
stanza organica, tessitura e umidità. Queste ulti-       po di ridurre l’assorbimento di sostanze nutritive
me caratteristiche sono quelle su cui, in qualche        da parte delle essenze che crescono nell’interfi-
modo, si può intervenire e su cui si può lavorare        la e per controllare le malerbe, potendo quindi
mediante pratiche agronomiche di vario tipo, in          essere effettuate anche più di 4 o 5 volte all’an-
grado di favorirne una maggiore biodiversità. I          no. In questo ultimo caso però sembrerebbe che
microrganismi del suolo sono quindi in grado             l’impatto sulla microflora non sia positivo, pro-
di influenzare l’ambiente che sta loro attorno e,        babilmente a causa di una troppa perturbazio-
una buona biodiversità, è in grado di diminuire          ne del sistema che può sfavorire, ad esempio, la
l’impatto dei patogeni.
I processi di mineralizzazione a carico della
materia organica del suolo e la disponibilità di
azoto e altri nutrienti, sono i principali fattori che
influenzano la microflora e che indirettamente si
riflettono sulla capacità della pianta di crescere,
sulla sua salute e sulla qualità dei frutti [12,13].
Le pratiche agronomiche e i trattamenti chimi-
ci adottati nel vigneto, sono in grado di alterare
l’ambiente del suolo contribuendo a modellarne
la comunità microbica; le colture di copertura in
consociazione alla vite, le lavorazioni del suolo,
le applicazioni di compost o biochar e la condu-
zione convenzionale, biologica o biodinamica,
hanno effetti differenti sul suolo stesso.
L’influenza delle colture consociate alla vite (so-
vescio) sulla biodiversità microbica nel suolo, è
dovuta innanzitutto alla loro capacità di modifi-        Figura 4. Foto al microscopio di una radice
carne la sostanza organica (con particolare riferi-      colonizzata da fungo micorrizico.
12
presenza dei Firmicutes che invece abbiamo visto           ta, biologica e biodinamica. Nello specifico,
avere un effetto positivo sulle piante [16]. Inol-         la conduzione convenzionale prevede l’appli-
tre, la perturbazione dovuta alla lavorazione del          cazione di sostanze di vario genere con azione
suolo modifica la disponibilità dei nutrienti, la di-      antifungina e l’utilizzo di fertilizzanti in grado di
mensione dell’aggregato, la sua composizione e             acidificare il suolo. Nella conduzione conven-
la stabilità, influenzando così le caratteristiche fi-     zionale i pesticidi di origine sintetica sono quelli
sico-chimiche in cui i microorganismi si trovano.          di più comune utilizzo, mentre nel caso della
Un altro trattamento che influenza in modo si-             conduzione biologica le principali strategie di
gnificativo la struttura del microbioma è l’appli-         lotta ai funghi patogeni sono basate sull’appli-
cazione del compost o del biochar. In linea di             cazione di prodotti rameici. L’utilizzo del rame
massima l’applicazione di compost ha un effetto            (che, in quanto metallo pesante, può avere ef-
molto importante che induce un incremento nel-             fetti deleteri sull’ambiente e sull’uomo), è stato
la diversità della microflora presente nel suolo e         recentemente limitato da una normativa comu-
che, molto probabilmente, è correlata alla mo-             nitaria che ha abbassato il limite di utilizzo ad
dificazione delle sostanze nutrizionali dello stesso       una media di 4 kg per anno [11]. La condu-
[17]. Il biochar, ovvero il risultato della pirolisi di    zione integrata prevede invece dapprima l’uti-
residui vegetali in reattori a condizioni controlla-       lizzo di strategie proprie del metodo biologico
te, ha ricevuto molte attenzioni per la sua capaci-        e, solo in un secondo momento, quando que-
tà di aumentare la fertilità del suolo e migliorare        ste strategie si sono rivelate inefficaci, l’appli-
lo stato di salute delle piante. Inoltre, l’utilizzo del   cazione dei protocolli convenzionali. Infine, la
biochar ha anche effetti sulle caratteristiche chi-        conduzione biodinamica condivide con quella
mico-fisiche del suolo, alterando di conseguenza           biologica una serie di azioni che sono volte alla
il microbioma in maniera significativa. L’impatto          conservazione della biodiversità con l’aggiunta
che queste modifiche hanno sulla pianta è con-             di alcune accortezze come, ad esempio, l’utiliz-
siderato generalmente positivo, portando spesso            zo di sistemi di coltura misti, la rotazione delle
a fenomeni di induzione di resistenza a stress di          colture e l’utilizzo di prodotti del territorio [20]. Il
vario tipo, come l’attacco di patogeni o la caren-         principale effetto osservato sul microbioma del
za d’acqua [18,19].                                        suolo comparando vigneti a conduzione con-
                                                           venzionale con vigneti a conduzione biologica
Il tipo di conduzione e l’impatto sulla microflora         o biodinamica, risiede nella diversità di specie
L’impatto che il tipo di conduzione può ave-               osservate nel suolo di questi ultimi, in cui si evi-
re sulla microflora del suolo viene studiato da            denzia una maggiore biodiversità. Questo vale
molto tempo, evidenziandone le differenze che              anche se si comparano vigneti a conduzione
esistono tra conduzione convenzionale, integra-            convenzionale e a conduzione integrata: i se-

   Figura 5. PORTINNESTO - Percentuale di diffusione dei principali portinnesti nell’area del
        Cartizze e nell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.
                                                                                                                13
condi mostrano una maggiore biodiversità mi-           maggiormente ha un impatto elevato è l’utilizzo
crobica nel suolo [21].                                di erbicidi. Per esempio, uno studio realizzato nel
Per quanto riguarda la composizione fungina del        2018 ha confrontato l’applicazione di 3 diffe-
suolo, le differenze tra i vari metodi di conduzio-    renti principi attivi ad azione erbicida (tra cui il
ne sono minime e, il fattore che maggiormente          glifosate) con lo sfalcio e ha osservato un effetto
influenza la composizione, sembra invece essere        significativo delle molecole utilizzate. In partico-
associato all’utilizzo di particolari sovesci o alle   lare, quello che emerge è che queste moleco-
lavorazioni del suolo. Queste due azioni hanno         le di sintesi possono influenzare la microflora,
un effetto molto più importante poiché vanno a         favorendo alcune specie fungine o batteriche e
modificare le caratteristiche di aggregazione del      sfavorendone altre. Tra i vari trattamenti è im-
suolo inducendo un maggior effetto sulla mi-           portante sottolineare che il glifosate favorisce la
croflora fungina. L’unica differenza apprezzabile      presenza di Colletotrichum, un genere conosciu-
dovuta al tipo di condizione risiede nell’abbon-       to per causare gravi patologie in molte piante,
danza dei funghi appartenenti al phylum degli          tra cui l’antracnosi in vite [23].
Ascomiceti che sono, generalmente, meno ab-
bondanti nei suoli di vigneti convenzionali o a        I microrganismi benefici nel suolo
conduzione integrata (probabilmente a causa            I microrganismi con un effetto benefico sulla
dell’uso di pesticidi chimici) [22]. In generale,      pianta possono essere suddivisi in due grandi
poi, si osserva una minore abbondanza di funghi        classi: i) quelli che stimolano la crescita della
con l’aumentare della profondità, un dato che          pianta (definiti come plant growth-promoting)
è correlato alle minori disponibilità di carbonio      detti anche (PGP) o ii) quelli che proteggono la
e azoto organico e da una minore capacità di           pianta dagli attacchi dei patogeni, (conosciuti
scambi gassosi. Per quanto riguarda i batteri, os-     come agenti di biocontrollo o biological control
serviamo un fenomeno del tutto simile a quello         agents) detti anche (BCA).
dei funghi: le conduzioni biologiche e biodina-        I primi sono quei microrganismi che hanno soli-
miche sono quelle che mostrano una maggiore            tamente un effetto benefico diretto, correlato alle
biodiversità nel suolo superficiale.                   loro capacità metaboliche intrinseche, come ad
Come abbiamo precedentemente descritto, la             esempio la capacità di fissare l’azoto, la produ-
presenza di essenze di vario genere nel vigneto è      zione di ormoni di crescita o la solubilizzazione
in grado di influenzare in maniera anche drastica      di elementi importanti (come il fosforo), che di-
la biodiversità e la composizione del microbioma       ventano quindi biodisponibili per la pianta, ov-
del suolo. Conseguentemente a questo fattore, è        vero più facilmente assimilabili. In altri casi gli
abbastanza chiaro che uno dei trattamenti che          effetti possono essere indiretti, come ad esempio

      Figura 6. GESTIONE INTERFILA - La gestione dell’interfila nell’area del Cartizze è
caratterizzata per la maggior parte da inerbimento naturale senza l’utilizzo di specifiche essenze;
           soltanto una piccola percentuale attua lavorazioni meccaniche nell’interfila.
14
la stimolazione di specifiche attività enzimatiche          suolo ha un’attività fondamentale nel ciclo, nella
nella pianta, una maggiore capacità di rispon-              trasformazione e nella biodisponibilità dell’azoto
dere agli stress abiotici o una maggiore capacità           [29]. La nitrificazione e la denitrificazione sono
di difendersi dagli attacchi patogeni. I microrga-          le principali vie con cui l’azoto viene riciclato
nismi che rientrano nella seconda classe (BCA)              nel suolo e, lo studio dell’impatto che l’appli-
sono invece quelli in grado di occupare la nic-             cazione dei fertilizzanti ha sui microrganismi, è
chia ecologica, rendendola non disponibile per              stato fondamentale per identificare quelle pra-
i patogeni, consumando le sostanze nutritive o              tiche agronomiche che migliorano le capacità
producendo enzimi o metaboliti che rallentano               del microbioma di trasformare l’azoto, renden-
la crescita dei patogeni.                                   dolo biodisponibile per le piante. In questi studi
                                                            (alcuni dei quali durati anche 10 anni) veniva
I batteri azotofissatori                                    confermato che il miglioramento della fertilità
La degradazione del suolo è favorita ed accele-             del suolo e degli indicatori di qualità (diversità
rata dall’antropizzazione e dalle pratiche agrico-          microbiologica e attività biologica), era notevol-
le sempre più intense che si basano sull’utilizzo di        mente migliore nei suoli che subivano una ge-
macchinari pesanti, il consumo di ingenti quan-             stione biologica in confronto a quelli gestiti in
tità di agrofarmaci ed un uso estensivo dell’irri-          modo convenzionale (cioè con fertilizzanti di ori-
gazione. Come abbiamo già detto, tutte queste               gine chimica) [30].
attività portano al peggioramento delle qualità             I microrganismi che colonizzano la cosiddetta
fisico-chimiche, biochimiche e microbiologiche              rizosfera (ovvero la radice e il suolo immedia-
del suolo [24], in contrasto invece con le pratiche         tamente a contatto con essa) possono influire
di agricoltura sostenibile che includono l’arric-           sulla crescita della pianta sia positivamente che
chimento di sostanza organica del suolo utiliz-             negativamente ma, in particolare, l’azione dei
zando varie fonti (compost, biochar, fermentati,            ‘plant growth promoting rhizobacteria’ (PGPR) è
etc...), le quali inducono un miglioramento nella           definita come benefica ed è sfruttata in quanto
stabilità, nella capacità di trattenere l’acqua e           è in grado di stimolare la crescita della pianta
nella fertilità del suolo [25]. Inoltre, è già stato        (Figura 3). Questi rizobatteri hanno un forte im-
dimostrato che tecniche agronomiche sostenibili             patto sulla biologia delle radici, influenzando la
che utilizzano prodotti di origine biologica per il         crescita, la nutrizione e lo sviluppo fenologico
miglioramento delle qualità del suolo, sono in              della pianta con un forte risvolto di sostenibili-
grado di ristabilizzarne le qualità, riportandolo a         tà per l’ambiente. Tra i più importanti troviamo i
delle condizioni che sono paragonabili ai suoli             batteri azotofissatori e i batteri che solubilizzano
ricchi presenti nelle foreste, aumentando la pro-           il fosforo, i quali possono essere sfruttati come
duttività delle piante, riducendo gli input chimici         alternativa per la fertilizzazione dei suoli e per
e aumentando così la sostenibilità dell’agroeco-            stimolare la crescita e le rese anche nei vigneti
sistema [26,27].                                            [31,32]. Le più importanti e diffuse specie di bat-
La principale fonte naturale di azoto nella biosfe-         teri benefici della vite appartengono ai gruppi di
ra passa attraverso la fissazione dell’azoto gas-           Pseudomonas, Enterobacter e Bacillus.
soso da parte di un gruppo di procarioti (batteri)          In conclusione, per un miglioramento della qua-
che hanno appunto questa capacità detta “fis-               lità del suolo e per una viticoltura che vada in-
sativa”. L’assimilazione dell’azoto inorganico da           contro alle esigenze di sostenibilità che sempre
parte dei microrganismi del suolo è fondamen-               maggiormente stanno emergendo sia a livello
tale per la ritenzione dello stesso, per la possibi-        legislativo che a livello sociale, una delle stra-
lità di ridurre l’utilizzo di fertilizzanti azotati e per   tegie che verrà sicuramente implementata nel
il recupero dei suoli agricoli compromessi [28].            prossimo futuro è l’utilizzo di microrganismi be-
Va anche ricordato che i fertilizzanti normalmen-           nefici che potranno essere inoculati già prima
te utilizzati (come l’urea o le forme organicate            dell’impianto nel substrato di crescita delle gio-
dell’azoto) hanno una minore efficienza di assi-            vani piante.
milabilità per la pianta (addirittura in alcuni casi
non sono nemmeno direttamente assimilabili),
dimostrando che l’azione dei microrganismi del
                                                                                                             15
Le micorrize                                             che appunto si conoscono portinnesti che favori-
Le micorrize arbuscolari sono un gruppo di fun-          scono una maggiore o una minore vigoria e una
ghi in grado di instaurare delle simbiosi molto          maggiore o una minore capacità di rispondere
particolari con le piante: questi funghi sono dei        agli stress biotici e abiotici. Queste caratteristiche
simbionti biotrofi obbligati (ovvero non sono in         dei portinnesti sono solitamente definite all’interno
grado di crescere in assenza della pianta ospite)        di quello che è il trade-off, ovvero la capacità di
i quali entrano all’interno delle radici formando        allocare le risorse della pianta verso la crescita o
delle strutture particolari che prendono il nome di      verso la difesa [37]. Ne consegue che di solito i
arbuscoli (attraverso cui avviene uno scambio di         portinnesti che favoriscono maggiormente la vigo-
nutrienti con la pianta). Nello specifico, la pianta     ria sfavoriscono l’accumulo di sostanze di difesa
fornisce parte dei propri fotosintetati al fungo che     (come resveratrolo e viniferina) nel nesto. Vicever-
in cambio però è in grado di fornire tutta una serie     sa, i portinnesti meno vigorosi hanno di solito un
di nutrienti: fosforo, azoto, microelementi e acqua      forte impatto sulla capacità della pianta di rispon-
[33]. Il fungo diventa un effettivo prolungamento        dere agli stress biotici (favorendo il consumo delle
dell’apparato radicale (Figura 4) in grado di rag-       risorse per l’accumulo dei metaboliti di difesa),
giungere quelle tasche di suolo che normalmente          ma rendendo solitamente la pianta più suscettibi-
le radici non sono in grado di raggiungere, ren-         le agli stress biotici. Un dato molto interessante ci
dendo quindi accessibile una porzione di nutrien-        arriva da uno studio che abbiamo recentemente
ti e acqua che la pianta da sola non sarebbe in          intrapreso per indagare l’effetto delle micorrize su
grado di sfruttare [34,35]. Inoltre, con l’instaurarsi   due diversi portinnesti, uno più vigoroso e resisten-
della simbiosi, si assiste anche ad alcune modula-       te agli stress abiotici (1103 Paulsen) e uno meno
zioni fisiologiche della pianta, tra cui un riassetto    vigoroso ma con una migliore capacità di indurre
ormonale, che porta la pianta ad essere più resi-        la produzione di metaboliti di difesa (SO4). Innan-
liente sia nei confronti degli stress abiotici (come     zitutto, il primo risultato molto interessante è sta-
lo stress idrico, termico o salino) sia nei confronti    to osservato per la percentuale di attecchimento
degli stress di tipo biotico, portando a quello che      notevolmente più elevata per le piante inoculate
è definito come stato MIR (mycorrhiza-induced re-        con le micorrize rispetto alle piante senza micor-
sistance) [36].                                          rize, per entrambi i portinnesti. L’altro risultato
Va inoltre ricordato che, come abbiamo detto in          molto interessante ci è arrivato dalle misurazioni
precedenza, la vite è composta da due differenti         agronomiche, biochimiche e fisiologiche: le piante
genotipi, il nesto e il portinnesto, che interagisco-    innestate su SO4 e inoculate con micorrize mo-
no fra loro definendo poi, insieme alle interazio-       stravano una vigoria maggiore rispetto ai controlli
ni con l’ambiente, quello che è il fenotipo finale.      senza micorrize, comparabili con la vigoria delle
Il portinnesto ha un forte impatto sul nesto, tanto      piante innestate su 1103P. Le misurazioni fisiolo-

     Figura 7. LAVORAZIONI DEL SUOLO - Percentuale dei vigneti in cui vengono effettuate
                    le lavorazioni del suolo in periodo autunnale/invernale.
16
Figura 8. CONCIMAZIONI DEL SUOLO - Percentuale di vigneti che applicano concime
                    chimico granulare, compost o altri tipi di concimi.
giche hanno inoltre evidenziato che sempre le            colare, è stato dimostrato che diversi portinnesti
piante innestate su SO4 con le micorrize, aveva-         sono in grado di cambiare in modo anche dra-
no un’attività fotosintetica comparabile con quelle      stico la composizione della microflora associata
delle piante innestate 1103P, confermando così           alle radici e, di conseguenza, riescono anche ad
che l’inoculo delle micorrize ha avuto un effetto        influenzare la composizione di quei microorgani-
migliorativo delle performance del portinnesto. Per      smi che attraverso il terreno riescono a colonizzare
quanto riguarda le piante su 1103P, non abbiamo          il resto dei tessuti della pianta. Questo ha ovvia-
osservato differenze di vigoria tra quelle inocula-      mente un grande impatto dal punto di vista del
te e non inoculate con le micorrize ma, all’ana-         terroir microbico, con ripercussioni che possono
lisi biochimica, abbiamo constatato un aumento           arrivare anche ad influenzare le qualità organolet-
nell’accumulo dei metaboliti di difesa che li porta-     tiche finali dei vini. In Figura 5 vediamo quali sono
va a livelli comparabili a quelli dell’SO4.              i portinnesti più diffusi nelle due aree oggetto del
Questi dati dimostrano quindi che, sempre nell’ot-       presente studio.
tica di miglioramento delle qualità del suolo e          Come si può notare c’è una notevole differenza
per andare incontro alle esigenze di sostenibilità,      tra le due aree in termini di abbondanza dei di-
le micorrize hanno un grandissimo potenziale in          versi portinnesti. Nell’area del Cartizze per quasi
grado di migliorare la nutrizione della pianta e di      3 vigneti su 4 non c’è un particolare portinnesto
modificare le caratteristiche dei portinnesti, miglio-   di riferimento o addirittura il portinnesto non è
rando quelli che sono i naturali livelli di trade-off    conosciuto. Nell’area del Conegliano Valdob-
e favorendo una viticoltura sempre più sostenibile.      biadene Prosecco Superiore DOCG il Kober 5BB
                                                         rappresenta il portinnesto di maggioranza (57%),
Considerazioni sull’area del Cartizze                    mentre invece nell’area del Cartizze rappresenta
In questo ultimo paragrafo cercheremo di inte-           solo il 6% dei vigneti analizzati. Troviamo invece
grare le informazioni precedenti con i dati raccolti     che l’11% dei vigneti è innestato su SO4 e l’11%
nell’area del Cartizze e li compareremo con quelli       su 1103 Paulsen. Questo risultato è abbastanza
che sono stati raccolti invece per l’intera area del     peculiare in quanto è risaputo che questi due por-
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore              tinnesti presentano caratteristiche in parte contra-
DOCG.                                                    stanti: il 1103 è in grado di conferire resistenza
Il primo importante dato che analizzeremo è la di-       a stress abiotici e dona una buona vigoria, men-
stribuzione dei diversi portinnesti nei due territori    tre invece l’SO4 ha una vigoria ridotta ma indu-
di riferimento. Come spiegato nei paragrafi prece-       ce un incremento nella capacità della pianta di
denti, i portinnesti hanno una forte influenza sulla     rispondere agli attacchi dei patogeni. Nell’ottica
composizione del microbioma del suolo. In parti-         di proseguire in maniera più dettagliata le inda-

                                                                                                           17
Figura 9. TRINCIATURA RESIDUI VEGETALI IN CAMPO - Percentuale di vigneti
      in cui i residui di potatura vengono trinciati e lasciati in campo (in toto o parzialmente)
        o che vengono invece trasportati fuori dal campo per essere riciclati in altro modo.

gini qui iniziate, risulterebbe molto interessante      particolari essenze. Nell’ottica del miglioramento
caratterizzare il genotipo dei portinnesti di cui non   della biodiversità microbica nel suolo del vigneto
si conosce l’origine per capire se sono portinnesti     che si accompagna comunemente ad un miglior
comuni o genotipi differenti che hanno una mi-          stato fitosanitario e fisiologico delle piante, sareb-
gliore interazione con l’areale di produzione del       be molto interessante provare ad inserire nell’area
Cartizze. Inoltre, risulterebbe molto interessante      del Cartizze delle essenze selezionate.
uno studio sul comportamento dell’apparato ra-          In parallelo, il dato delle lavorazioni del suolo in
dicale e dei microorganismi ad esso associati in        periodo autunnale/invernale mostra un andamen-
presenza dei due portinnesti con caratteristiche dif-   to molto simile fra le due aree (Figura 7).
ferenti (1103P e SO4).                                  In entrambe le aree le lavorazioni del suolo avven-
Per quanto riguarda le lavorazioni del suolo, ab-       gono solo nella minoranza dei vigneti, indice che
biamo osservato che alcuni aspetti sono similari        ben riflette anche il poco utilizzo di sovescio che
tra le due aree oggetto di studio, mentre altri si      richiede poi le lavorazioni del suolo per interrare le
differenziano in maniera sostanziale nell’area del      essenze seminate. Questo dato risulta interessante
Cartizze. Prendendo in oggetto come primo pa-           sempre nell’ottica della biodiversità microbica, in
rametro la gestione dell’interfila, vediamo come        quanto le lavorazioni del terreno possono, se ese-
nell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosec-          guite in maniera contingentata, favorire un miglior
co Superiore DOCG troviamo una situazione più           arieggiamento del suolo, una miglior distribuzione
variegata rispetto all’area del Cartizze (Figura 6).    delle sostanze nutritive e favorire quindi la presen-
Come precedentemente illustrato, l’inerbimento          za di un maggior numero di microrganismi.
dell’interfila contribuisce in maniera molto impor-     Un altro dato che invece mostra come l’area del
tante alla biodiversità microbica del suolo. Spe-       Cartizze sia in controtendenza rispetto all’area
cifiche essenze sono in grado di richiamare mi-         Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore
crorganismi con funzioni molto importanti, come         DOCG è quello delle concimazioni del suolo (Fi-
ad esempio batteri azotofissatori o micorrize,          gura 8).
attraverso la produzione di metaboliti seconda-         È interessante notare come nell’area del Cartizze
ri emessi dalle radici (essudati radicali). Come è      la maggioranza (quasi i due terzi) dei vigneti non
possibile osservare dalla Figura 6, soltanto una        rientra nelle due classi di riferimento. Questo per-
piccola percentuale di vigneti (3%) nell’area del       chè la maggioranza dei viticoltori sceglie concimi
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore             organo-minerali, un compromesso che sta a metà
DOCG sceglie le essenze da inserire nell’interfila,     strada fra i concimi chimici e quelli organici, come
mentre nell’area del Cartizze la maggioranza dei        il compost. In dettaglio si tratta di concimi che
vigneti ha un’interfila inerbito naturalmente senza     contengono più nutrienti rispetto ai classici con-

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cimi organici ma contengono allo stesso tempo            sè è peggiorata a causa del mutamento climatico
molecole complesse che ne rendono più efficien-          in atto e in seguito alle restrizioni sull’utilizzo di
te l’assimilazione. La percentuale di vigneti che        sostanze ad ampio spettro per il controllo dei pa-
invece utilizza concimi granulari è sensibilmente        togeni nel suolo e nel legno. Per questo motivo un
inferiore nell’area del Cartizze se comparata con        approfondimento per verificare la condizione dei
l’area Conegliano Valdobbiadene Prosecco Supe-           suoli, la biodiversità e l’accumulo dei patogeni del
riore DOCG (39% contro 52%). Nell’ottica di un           legno nel suolo sarebbe di grande interesse per
futuro progetto di approfondimento risulterebbe di       intraprendere azioni utili per il futuro di entrambe
grande interesse poter analizzare la composizione        le aree in oggetto.
microbica in vigneti che utilizzano questi due tipi      Infine, l’ultimo fattore preso in considerazione per
di concimazioni, per verificarne l’impatto sulla mi-     il suo impatto sulla composizione e sulla diversità
croflora del suolo.                                      dei microorganismi del suolo, è il tipo di conduzio-
Un concetto che è legato alla concimazione dei           ne. Nello specifico abbiamo accennato come la
suoli è quello del riciclo dei residui vegetali di po-   conduzione convenzionale abbia tendenzialmen-
tatura che spesso vengono trinciati in vigneto per       te un impatto negativo sulla microflora del suolo:
aumentare la quantità di sostanza organica nel           l’utilizzo di sostanze chimiche per la gestione dei
suolo. Per quanto riguarda questo dato, la pratica       patogeni ha indirettamente un impatto anche sui
maggiormente diffusa nei due areali di studio è          microrganismi benefici. L’esempio più importante
proprio quella di mantenere nel vigneto i residui        è l’utilizzo di fungicidi sistemici che ha mostrato
di potatura che vengono trinciati per arricchire la      avere un impatto deleterio sulla formazione di sim-
sostanza organica. Soltanto una piccola percen-          biosi mutualistiche quali, ad esempio, le micorrize.
tuale (11% nell’area del Cartizze e 25% nell’area        Di seguito sono riportati i dati raccolti (Figura 10).
del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superio-           Come si può notare, l’area del Cartizze è carat-
re DOCG) porta i residui al di fuori del vigneto per     terizzata dalla totalità degli impianti in condu-
utilizzarli in compostaggio o riciclarli in altro modo   zione convenzionale. Al contrario, nell’area del
(Figura 9).                                              Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore
Va però ricordato che questa pratica di riciclo in       DOCG, nonostante una quasi totalità di vigneti
vigneto, può avere un impatto negativo sullo stato       in conduzione convenzionale, si osserva un 3% di
fitosanitario dello stesso e sulla biodiversità micro-   conduzione biologica. Anche in questo caso un
bica del suolo. In particolare, è stato recentemente     approfondimento mirato a studiare i microrga-
dimostrato che i patogeni della sindrome dell’esca       nismi associati alle radici potrebbe svelare quali
tendono ad accumularsi nel suolo e, il fatto di trin-    sono gli impatti sulla microflora del suolo e sugli
ciare i residui di potatura, non fa altro che favorir-   endofiti associati alle radici.
ne lo sviluppo e l’accumulo. Quanto detto denota
l’aggravamento di una situazione che già di per

                               Figura 10. GESTIONE DEL VIGNETO
                     Tipologia di gestione del vigneto nelle due aree considerate.
                                                                                                            19
La biodiversità microbica del vigneto
e il suo apporto al terroir
                                                                                         di Tiziana Nardi

Che cos’è e perchè è importante il microbio-         del vigneto su diversi campioni (suolo, legno,
ma?                                                  foglie e uva) e ha riportato in che misura la
L’esaltazione delle caratteristiche regionali di-    biodiversità microbica ritrovata si rispecchias-
stintive del vino è un’esigenza molto attuale        se poi nei mosti d’uva derivati. Da allora in
nel mondo vitivinicolo, sviluppatasi per andare      poi, numerosissimi studi si sono susseguiti in
incontro a tutti quei consumatori che cercano        tutto il mondo, per caratterizzare i microbio-
di sfuggire a un mercato che trovano troppo          mi di uva, vite e vino attraverso una sorta di
standardizzato. Al giorno d’oggi, il concetto        “mappatura digitale”. In questo contesto, il
di “terroir” è quindi diventato una sorta di         “cambio di passo” è stato segnato dalla pos-
mantra nella viticoltura, ma anche un concet-        sibilità di applicare tecniche analitiche di nuo-
to-guida importante nella vinificazione e nella      va generazione quali la metagenomica, che
commercializzazione del vino [1].                    consentono di avere una fotografia digitale di
Il “terroir vitivinicolo”, così come definito        tutta una comunità microbica (il “microbioma”
dall’OIV (Organizzazione Internazionale della        appunto) senza dovere isolare e coltivare i mi-
Vigna e del Vino), “include caratteristiche spe-     crorganismi.
cifiche del suolo, della topografia, del clima,      Uno degli aspetti più affascinanti di questa ca-
del paesaggio e della biodiversità”[2]. Le no-       ratterizzazione di nuova generazione dei mi-
zioni collettivamente note come “terroir” sono       crorganismi di vite e del vino, è l’analisi della
infatti quelle che spiegano come vini ottenuti       loro distribuzione biogeografica. La biodiver-
dalla stessa cultivar in diverse regioni del mon-    sità microbica del vigneto è stata studiata in
do abbiano caratteristiche di tipicità distintive,   diverse regioni viticole del mondo, dalla Ca-
in termini di composizione chimica e proprietà       lifornia al Cile in America[5,8,9], dal Porto-
sensoriali [3]. Negli ultimi anni, diversi studi     gallo all’Italia passando per Spagna e Francia
hanno introdotto il concetto di “terroir micro-      in Europa [10–14], in Nuova Zelanda [15,16]
biologico”, poiché il microbiota (l’insieme dei      ed in Sud Africa [17]. Questi lavori, dando un
diversi microorganismi che colonizzano uno           quadro sui vigneti piantati in tutto il mondo,
specifico ambiente) che coesiste con la vite         indicano che la componente microbica e la
può essere uno dei fattori che influenzano i         sua composizione contribuiscono all’espres-
tratti tradizionalmente associati alla nozione di    sione della tipicità regionale del vino, poiché i
“terroir” [4–6].                                     diversi microrganismi presenti possono modifi-
                                                     carne la composizione, direttamente o indiret-
Il terroir microbiologico e la biodiversità          tamente[3]. Infatti, in entrambi i principali am-
Il primo e pionieristico lavoro che ha riguarda-     bienti legati al vino, il vigneto e la cantina, essi
to il terroir e i microrganismi associati all’uva,   sono coinvolti in quasi tutti i processi cruciali.
è stato eseguito nel 2014 da Bokulich e col-         Nei vigneti, possono ad esempio influenzare
laboratori [5], che hanno descritto la biodiver-     i cicli biogeochimici dei nutrienti interagendo
sità microbica trovata in mosti d’uva Califor-       con i minerali del suolo, colonizzare le piante
niani mostrando come variasse con la varietà,        attraverso rizosfera, radici, foglie, fiori e uva
con il clima e con l’annata. Non molto dopo,         [10], stabilendo anche una comunità nella e
un altro lavoro[7] ha analizzato il microbioma       sulla vite (batteri endofitici ed epifiti [14,18]).
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