BIODIVERSITÀ LA RICCHEZZA NASCOSTA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG - Prosecco.it
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BIODIVERSITÀ LA RICCHEZZA NASCOSTA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG 1 Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020 Organismo responsabile dell’informazione: Consorzio Tutela Del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Autorità di gestione: Regione del Veneto - Direzione AdG FEASR e Foreste
Il Conegliano Valdobbiadene è un territorio unico, ri- conoscibile a un primo sguardo per la sua forte identità vitivinicola. Qui grazie a condizioni climatiche, geogra- fiche, morfologiche e culturali l’uomo ha dato vita a un paesaggio e a un prodotto esclusivo e superiore. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG è il risultato di una storia di eccellenza che ha le sue radici ben piantate in queste colline, dove da secoli i viticoltori lavorano con impegno una terra tanto vocata alla coltura della vite quanto faticosa da affrontare. La fatica di secoli di lavoro sulle pendenze delle Rive ha portato di recente al raggiungimento dell’importante traguardo UNESCO, che ha riconosciuto uniche le col- line del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene: “Un esempio eccezionale di un insediamento umano tradi- zionale, che grazie all’uso del suolo è rappresentativo di una cultura e dell’interazione umana con l’ambiente, specialmente quando è diventato vulnerabile all’impat- to di cambiamenti irreversibili”. L’unicità del paesaggio è l’aspetto più evidente di un lunghissimo processo evolutivo che ha intrecciato il la- voro umano del viticoltore, la sapienza enologica con le caratteristiche naturali tipiche del territorio. La stessa unicità è riconoscibile al palato quando attraverso la degustazione di un calice ritroviamo la sua origine in una specifica area della Denominazione. Le pagine che sfoglierete e leggerete sono il risultato di un’analisi approfondita e scientifica sulla biodiversità, ricchezza nascosta del territorio del Conegliano Val- dobbiadene, al fine di ricavarne conoscenza scientifica e agronomica per nuove ispirazioni che ci auguriamo porteranno a coltivare in modo sempre più efficace e sostenibile la nostra terra, per tutelarla e per trarne un prodotto che meriti sempre più l’appellativo Superiore. Un calice di vino esprime la sintesi di tutti i fattori umani e naturali che hanno dato vita alla pianta, che ne han- no influenzato lo sviluppo e infine che hanno guidato la mano dell’uomo in cantina. Per questo conoscere nel dettaglio dove poggiano le “radici” di quel vino diventa fondamentale per ogni viticoltore. Con questo manuale abbiamo voluto dare un ulteriore contributo alla cultura vitivinicola che anima la nostra terra con l’idea che questa sia sempre oggetto di at- tenzione e rispetto in un’ottica di continua responsa- bilità ambientale e di tutela sempre più accurata di un paesaggio e di un prodotto che insieme esprimono lo spessore storico e umano della nostra identità. Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Innocente Nardi 3
INDICE Il valore del terroir Da pag. 7 di Diego Tomasi Il microbioma del suolo: una risorsa invisibile del vigneto Da pag. 9 di Luca Nerva & Walter Chitarra La biodiversità microbica del vigneto e il suo apporto al terroir Da pag. 20 di Tiziana Nardi La biodiversita’ genetica della vite Da pag. 28 di Federica Gaiotti Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG il paesaggio: dai suoi elementi costitutivi ai suoi valori di unicità Da pag. 37 di Diego Tomasi Bibliografie Da pag. 49 5
Il valore del terroir di Diego Tomasi In una recente indagine sviluppata in occasio- valorizzazione; tra queste troviamo la metage- ne del ProWine tedesco, un campione rappre- nomica, le neuroscienze, l’idropedologia e la sentativo di aziende viti-vinicole italiane, tede- viticoltura di precisione, tutto però deve rien- sche e francesi, ha confermato che anche per trare sotto l’egida di: il prossimo futuro promuoveranno le proprie - sostenibilità: ovvero applicazione di prati- aziende ponendo al primo posto i valori del che conformi alla salvaguardia delle risorse territorio. Per molti anni il vino è stato l’unico non rinnovabili, mantenendole integre ed anzi ambasciatore dei nostri terroirs viticoli, oggi il aumentandone il loro valore ecosistemico. So- vino da solo non è più sufficiente a rappre- stenibilità significa anche tutela della salute del sentarli: ogni prodotto va accompagnato dai viticoltore e di chi abita nei pressi dei vigneti, valori materiali e immateriali dei suoi luoghi riducendo l’impatto ambientale dovuto all’uso di origine. Vitigno, tradizione, geologia, suo- degli agrofarmaci; lo, clima, paesaggio, tecniche produttive, sono - biodiversità: ovvero conservazione della tante storie che devono oggi affiancare e dare ricchezza presente nel soprassuolo e nel sotto- valore al vino. Tutto questo è oggi richiesto e suolo, evitando pratiche intensive, ma svilup- preteso dal consumatore. pando percorsi produttivi che tengano conto di ciò che era presente e di ciò che è unico e Un altro aspetto riguarda la continua attenzio- identificativo; ne che viene riservata alle tecniche e alle prati- - multifunzionalità: definisce il ruolo che la che viticolo-enologiche, che pur rispettando e viti-vinicoltura svolge nell’ampio contesto so- riscoprendo la tradizione mirano a migliorare e cio-economico di un territorio, integrandosi valorizzare l’uva e il suo vino. Non uno stanco con le altre attività produttive e contribuendo ripetersi di tappe ed azioni annuali, ma nuovi al loro sviluppo. Accoglienza, ospitalità, edu- modelli conservativi che tengano conto anche cazione e formazione, sono azioni presenti in degli elementi di novità (vedi sostenibilità, va- una azienda aperta alla multifunzionalità. lore del suolo, biodiversità), di quelli perturba- tivi (es il cambio climatico) o non più necessari Nuovi approcci allo studio del terroir (vedi diserbanti, laute concimazioni, imponenti Studi recenti stanno contribuendo ad eviden- sistemazioni del suolo, etc). ziare in modo sempre più approfondito l’inte- Come già noto il terroir viticolo si compone razione tra vigneto e ambiente. Tra questi la di molti e complessi elementi, tutti sinergici e metagenomica, attraverso lo studio del DNA complementari tra loro; spetta ora al viticol- estratto da campioni di suolo, è in grado di evi- tore il compito di mantenere inalterate le loro denziare la specificità microbiologica di ogni caratteristiche, siano esse determinanti per la terreno e le migliaia di specie microbiche pre- qualità dei vini, vedi ad es. il suolo, oppure senti in un grammo di suolo (Xu et al., 2014). da configurarsi come valore aggiunto, vedi il Ciò diventa di estremo interesse alla luce delle paesaggio. Quindi, l’irripetibilità di un vino si numerose relazioni mutualistiche che si instau- basa su un insieme di fattori che si integrano rano tra funghi, batteri e pianta, dove gli ap- e si esprimono in un risultato che deve essere parati radicali fungono da intermediari (Gardi non confondibile e non trasferibile. Il concetto et al., 2009). Come verrà spiegato i microor- di terroir può allora essere pensato in termini di ganismi presenti nella rizosfera (sottile strato interazione tra le pratiche colturali e l’ambiente di terreno che circonda la radice) sono estre- locale, però in una veste irrinunciabile di con- mamente sensibili ai caratteri fisico-chimici del servazione. suolo, alle operazioni colturali (Garcia-Orenes Oggi alla ricerca viene assegnato il compito et al., 2013, Corneo et al., 2013) e ai valori di far emergere i valori più nascosti del terro- climatici ambientali (Gilbert JA et al., 2014). ir utilizzando nuove discipline e tecniche che Questo significa che vi è una diversità tasso- contribuiscono alla sua piena comprensione e nomica e una specificità locale nelle compo- 7
nenti microbiche presenti nelle diverse aree basi biologiche della mente e del comporta- viti-vinicole ed in grado di influenzare l’unicità mento dell’uomo e, nel caso del vino, studiano dei vini che vi si producono (Zarraonaindia et gli elementi che guidano al giudizio di prefe- al., 2015). Nel vino troviamo quindi indiscuti- renza qualitativa e acquisto. bilmente il suolo, che attraverso percorsi nuovi ed altri non sempre conosciuti ci permette di Nel vigneto dobbiamo cogliere non solo la riconoscere un’origine e a volte una unicità. biodiversità esterna che dà valore scenico e di Ma il mondo nascosto dei microorganismi si contrasto alla monotonia del panorama, ma sviluppa anche nel soprassuolo ed in partico- anche quella biodiversità meno evidente che lare nell’uva, nella corteccia, nella superficie compone il patrimonio genetico del nostro vi- delle foglie. Anche in questo caso la metage- gneto e che permette di arricchire le sfumature nomica si identifica come un potente metodo qualitative dei vini. La provenienza del mate- per l’analisi di intere comunità microbiche, riale vegetale, l’età della vite e l’interazione tra analizzandole proprio nel loro ambiente natu- portinnesto e parte aerea sono le sorgenti prin- rale. A questo riguardo numerosi studi sono in cipali di biodiversità genetica che dobbiamo corso per studiare le comunità di microorgani- imparare a valorizzare e conservare. smi in funzione dei siti di coltivazione. In un contesto di cambiamento climatico, Di questi aspetti, anche innovativi, parleranno anche le proprietà idrologiche del suolo e le le pagine a seguire, basati su analisi dirette che corrispondenti disponibilità idriche stanno ot- hanno coinvolto un gran numero di produtto- tenendo una attenzione sempre maggiore. ri, su fonti bibliografiche e su esperienze degli Ciò è basato sulla eterogeneità dei suoli, sulla Autori. Accanto ad una panoramica dell’intero morfologia e sulla distribuzione delle piogge. territorio della Denominazione DOCG Cone- L’idropedologia è una scienza interdisciplinare gliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, un emergente che studia le interazioni tra i processi approfondimento è stato portato sull’area del pedologici e idrologici dello strato superficiale Cartizze in quanto simbolo di massimo pre- e sotto-superficiale di suolo, comprendendo lo stigio della denominazione, ma anche come spazio tra la base della parete vegetativa e il esempio di studio trasferibile poi in futuro ad fondo della zona umida del suolo esplorabile altre aree della DOCG. dalle radici. Gli obbiettivi di questa disciplina mirano a quantificare la variabilità spaziale e Ambizione degli Autori è trasferire al produt- temporale delle disponibilità idriche del suolo, tore il concetto di biodiversità, facendo com- ottenendo in questo modo un miglioramento prendere che la sua conservazione ed ulteriore nella gestione dell’acqua nel vigneto (H. Lin, arricchimento passano attraverso le loro azioni 2018). quotidiane in vigneto. Da tutto questo ne deriva l’importanza delle sistemazioni del suolo che devono essere ben calibrate e, se possibile, rifarsi alla tradizione (es. evitare il rittochino). Ogni territorio si esprime attraverso un proprio paesaggio composto di elementi ereditati ed altri appartenenti alla società attuale. Il pae- saggio è quindi un insieme articolato di ele- menti, alcuni unici del luogo, la cui tutela e valorizzazione si stanno facendo finalmente strada stante i numerosi e positivi risvolti che il paesaggio depone a favore del vino. La com- prensione e la valorizzazione di questi stretti le- gami sono compito delle neuroscienze, ovvero di quell’insieme di discipline che studiano le 8
Il microbioma del suolo: una risorsa invisibile del vigneto di Luca Nerva & Walter Chitarra Che cos’è e perchè è importante il microbioma? boliche, i microrganismi del suolo, sono fra gli Anche se non siamo in grado di vederli, una attori principali dei cosiddetti servizi ecosistemici quantità sorprendente di microrganismi vive che comprendono il ciclo della sostanza organi- nell’ambiente che ci circonda. Sotto i nostri pie- ca, la regolazione della disponibilità degli ele- di, ad esempio, si trova uno dei compartimenti menti nutritivi e della loro asportazione da parte ambientali più diversificati del nostro pianeta: il delle colture, lo sviluppo delle piante, il controllo suolo. dei patogeni, la difesa da fattori di stress bioti- Al suo interno troviamo numerose comunità mi- ci e abiotici, il mantenimento della struttura del crobiche composte da batteri, archaea, virus, suolo, la regolazione dei processi idrologici, gli funghi e protozoi, collettivamente denominati scambi gassosi, il sequestro del carbonio e il di- “microbioma del suolo“ (Figura 1). Nel corso sinquinamento [2]. della storia del nostro pianeta, i microrganismi I microrganismi del suolo rappresentano una hanno influenzato il clima venendo, a loro vol- componente di fondamentale importanza per la ta, plasmati da esso. Poiché il suolo è un siste- fertilità dei terreni svolgendo un ruolo insostitui- ma dinamico dove i nutrienti e le condizioni di bile, in mancanza del quale, il terreno, rappre- crescita non sono sempre gli stessi, la maggior senterebbe semplicemente un inerte supporto parte dei microrganismi ha sviluppato strategie meccanico. per far fronte alle mutevoli condizioni ambientali. Con il termine di microbioma si intende l’insie- Le generazioni microbiche, inoltre, si succedono me di microrganismi, dei loro genomi e delle le une alle altre in tempi molto rapidi, rendendo- interazioni che si stabiliscono in un determinato le delle ‘‘sentinelle’’ ideali per comprendere gli ambiente e, allo stesso modo, con gli organi- effetti dei cambiamenti climatici sui sistemi bio- logici e sui cicli biogeochimici mediati da questi ultimi. In pochi grammi di suolo fertile sono presenti mi- liardi di organismi viventi: centinaia di chilome- tri di ife fungine, decine di migliaia di protozoi, migliaia di nematodi, alcune centinaia di insetti, aracnidi, vermi e centinaia di metri di radici di piante. I microrganismi del suolo sono vitali per la vita e la salute di uomini e piante, operando nel suolo una rete di trasformazioni dalle quali dipende il funzionamento dell’intero ecosistema [1]. Nel ciclo dell’azoto sono infatti coinvolti i batteri nitrificanti (che trasformano l’ammonio in nitrato) e i batteri denitrificanti (che riducono il nitrato ad azoto gassoso) e, inoltre, intervengono nel ciclo del carbonio, nella decomposizione del- Figura 1. Le piante interagiscono con una la sostanza organica, nella metanogenesi e nella moltitudine di organismi e microrganismi, di cui fissazione della CO2. Con le loro attività meta- la gran parte si trova nel suolo. 9
smi che lo coabitano. Risulta quindi chiaro che come un unico organismo definito con il termine la conservazione della biodiversità coinvolge la di “olobionte” [4]. In questo senso, quando la salvaguardia del microbioma del suolo, garan- pianta viene sottoposta a stress di qualsiasi tipo, i tendo così l’equilibrio funzionale di tutto l’ecosi- microrganismi che la abitano affiancano le rispo- stema suolo. ste di difesa della pianta modulandole e comple- La possibilità di studiare il microbioma del suolo mentandole, inducendo così una più complessa con metodi indipendenti dalla coltivazione dei interazione con l’ambiente. Per comprendere ul- microrganismi, sta tuttora chiarendo molti aspetti teriormente l’importanza del microbioma, basti rilevanti di questo complesso ecosistema sia dal pensare che l’ottenimento di piante cosiddette punto di vista della composizione tassonomica, “gnotobiotiche” [5], (ovvero senza microrganismi sia dal punto di vista funzionale. Le analisi mo- associati) è ad oggi impossibile poiché, quando lecolari hanno permesso di scoprire l’esistenza vengono private di tutti i simbionti, esse non sono di microrganismi “non coltivabili” e di accedere in grado di crescere, morendo. Va inoltre ricor- ad un’informazione globale sulla ricchezza e ab- dato che la produzione del vino è un processo bondanza delle diverse popolazioni microbiche, complesso che spazia dal campo fino ad arrivare rendendo così possibile definire le relazioni di al- alla cantina e, in questo viaggio, i microrgani- cune specie microbiche nella complessa rete di smi giocano un ruolo decisivo sulle qualità del interazioni (positive e negative) che si instaurano prodotto finale. Molti fattori influenzano a loro nel suolo e con le radici delle piante che ne ven- volta la composizione microbica associata alla gono coinvolte [3]. pianta: la topografia, il tipo di suolo, il clima, le Come tutte le altre piante anche la vite si inter- condizioni meteorologiche arrivando, infine, alle faccia con questi organismi, dalle radici ai grap- pratiche di gestione del vigneto. poli, inducendo effetti benefici o fitopatologici e Grazie all’avanzamento delle metodologie dia- influendo sulla salute della pianta, sul suo stato gnostiche che oggi ci permettono di descrivere fisiologico, sulle rese, sulla qualità delle uve e sui così bene il microbioma delle piante, siamo ri- successivi fenomeni di fermentazione. Sempre usciti a comprendere il potenziale dei microrga- più studi hanno dimostrato l’enorme impatto che nismi associati alla pianta e il loro impatto sul i microrganismi associati hanno sulla pianta, tan- vino (il prodotto finale) di questa lunga e impor- to da arrivare a descrivere questa consociazione tante interazione, arrivando a definire l’impatto Figura 2. Sovescio con senapi ed altre essenze. 10
di quello che oggi è conosciuto come microbial Utilizzando la vite come pianta modello, un grup- terroir [6]. po di ricerca internazionale ha scoperto che il tipo di microbioma batterico che si installa nelle L’influenza del portinnesto sulla diversità radici dipende fortemente dal tipo di portinnesto microbica scelto [7]. Dato che il microbioma batterico radi- Una delle decisioni più importanti da prendere cale è molto importante (per la salute e la nutri- quando si realizza un nuovo vigneto è la va- zione dell’intera pianta, per la protezione da pa- rietà di uva che si intende allevare. Al momen- rassiti, patogeni e per la qualità finale dell’uva), to dell’acquisto, però, la scelta della barbatella la scelta del portinnesto ha un forte impatto su non è dettata solo ed esclusivamente dalla va- quello che abbiamo definito come microbial ter- rietà d’uva che s’intende allevare, ma anche e roir [8]. Un ulteriore dato che sottolinea l’impor- soprattutto dal portinnesto più adatto. Questo tanza del portinnesto (e quindi del microbioma perchè, in seguito alla comparsa della fillossera ad esso associato), arriva da uno studio in cui nella seconda metà del 1800, si cominciarono a si evince che il suolo e i microrganismi associati produrre barbatelle bimembre, cioè con portin- all’apparato radicale delle piante, sono la fonte nesti “americani” (ovvero la parte inferiore con primaria dei microrganismi che poi si ritrovano le radici resistenti al patogeno) e nesti “europei” nelle parti aeree della stessa [9]. (cioè la parte superiore con la chioma che porta Questo ovviamente ha un forte impatto dal pun- anche i frutti). Col tempo però la funzione del to di vista applicativo: se consideriamo l’effetto portinnesto americano si è evoluta, ed oggi, la diretto che la presenza di certe specie batteriche sua utilità non è solo quella di proteggere la vite o fungine (lieviti inclusi) può avere sulla produ- dalla fillossera ma anche e soprattutto quella di zione di determinati composti aromatici, ne deri- mediare tra l’ambiente pedoclimatico in cui sor- va che l’utilizzo di alcuni portinnesti può favorire ge il vigneto e le caratteristiche specifiche della l’espressione di quelle caratteristiche che deter- varietà d’uva selezionata. Il portinnesto è oggi minano la tipicità di alcuni prodotti [10]. dunque un vero e proprio mezzo agronomico a Inoltre, è stato recentemente riportato che i mi- disposizione del viticoltore per raggiungere una crorganismi responsabili della sindrome dell’esca perfetta compatibilità della varietà alle condi- (una delle più importanti patologie che stanno zioni del suolo, con l’obiettivo finale di ottene- emergendo negli ultimi anni), tendono ad accu- re l’importantissimo equilibrio vegeto-produttivo mularsi nel suolo e sono in grado di intaccare della pianta. anche il legno dell’apparato radicale sviluppato Figura 3. Diagramma che illustra le interazioni tra le radici delle piante e i batteri azotofissatori (PGPR). Adattato da Vejan et al. 2016. 11
dal portinnesto [11]. Questo fattore suggerisce mento al carbonio), alla capacità di produrre dif- ancora una volta quanto sia importante la bio- ferenti tipi di essudati radicali (molecole in grado diversità presente nel suolo, poiché l’accumulo di richiamare microrganismi) e alla differente ca- di patogeni non fa altro che compromettere il pacità di produrre radici fini (quelle che sono più sistema vigneto, diminuendone il potenziale pro- attive nel reclutare microrganismi benefici) [14]. duttivo e la qualità dei prodotti ottenuti. In tal Per esempio, sappiamo che le piante del genere senso, pratiche che favoriscono la biodiversità Brassica, (volgarmente conosciute come senapi, microbica quali inerbimenti con essenze selezio- Figura 2) sono in grado di richiamare batteri del nate, inoculo di consorzi microbici (come agenti gruppo dei Firmicutes (al cui interno troviamo il di controllo biologico o per stimolare la crescita genere Bacillus), ben noto per i suoi effetti posi- delle piante) sono azioni molto importanti per tivi nei confronti delle piante [15]. È inoltre stato favorire un riciclo della fauna microbica nel vi- dimostrato che colture diverse sono in grado di gneto, andando ad evitare l’accumularsi di quei influenzare in modo differente la composizione e patogeni che naturalmente si instaurerebbero nel l’abbondanza di alcune specie microbiche, non- lungo periodo. ché la quantità di azoto e carbonio disponibili e la struttura stessa del suolo, suggerendo un forte Le lavorazioni del suolo e gli effetti sulla diversità impatto sul sistema vigneto [14]. microbica Un altro effetto significativo sulla struttura e la Come abbiamo detto in precedenza, il microbio- biodiversità del suolo è dettato dalle lavorazioni. ma del suolo è influenzato da vari fattori come In particolare, le lavorazioni possono avere degli ad esempio: la collocazione geografica, il tipo effetti anche molto importanti se utilizzate in as- di suolo, il clima e il genotipo del portinnesto sociazione alla semina di sovescio. Deve venire ma non solo; hanno un forte impatto anche le anche considerato che, nel caso di conduzione proprietà intrinseche del suolo come: pH, so- biologica, le lavorazioni del suolo hanno lo sco- stanza organica, tessitura e umidità. Queste ulti- po di ridurre l’assorbimento di sostanze nutritive me caratteristiche sono quelle su cui, in qualche da parte delle essenze che crescono nell’interfi- modo, si può intervenire e su cui si può lavorare la e per controllare le malerbe, potendo quindi mediante pratiche agronomiche di vario tipo, in essere effettuate anche più di 4 o 5 volte all’an- grado di favorirne una maggiore biodiversità. I no. In questo ultimo caso però sembrerebbe che microrganismi del suolo sono quindi in grado l’impatto sulla microflora non sia positivo, pro- di influenzare l’ambiente che sta loro attorno e, babilmente a causa di una troppa perturbazio- una buona biodiversità, è in grado di diminuire ne del sistema che può sfavorire, ad esempio, la l’impatto dei patogeni. I processi di mineralizzazione a carico della materia organica del suolo e la disponibilità di azoto e altri nutrienti, sono i principali fattori che influenzano la microflora e che indirettamente si riflettono sulla capacità della pianta di crescere, sulla sua salute e sulla qualità dei frutti [12,13]. Le pratiche agronomiche e i trattamenti chimi- ci adottati nel vigneto, sono in grado di alterare l’ambiente del suolo contribuendo a modellarne la comunità microbica; le colture di copertura in consociazione alla vite, le lavorazioni del suolo, le applicazioni di compost o biochar e la condu- zione convenzionale, biologica o biodinamica, hanno effetti differenti sul suolo stesso. L’influenza delle colture consociate alla vite (so- vescio) sulla biodiversità microbica nel suolo, è dovuta innanzitutto alla loro capacità di modifi- Figura 4. Foto al microscopio di una radice carne la sostanza organica (con particolare riferi- colonizzata da fungo micorrizico. 12
presenza dei Firmicutes che invece abbiamo visto ta, biologica e biodinamica. Nello specifico, avere un effetto positivo sulle piante [16]. Inol- la conduzione convenzionale prevede l’appli- tre, la perturbazione dovuta alla lavorazione del cazione di sostanze di vario genere con azione suolo modifica la disponibilità dei nutrienti, la di- antifungina e l’utilizzo di fertilizzanti in grado di mensione dell’aggregato, la sua composizione e acidificare il suolo. Nella conduzione conven- la stabilità, influenzando così le caratteristiche fi- zionale i pesticidi di origine sintetica sono quelli sico-chimiche in cui i microorganismi si trovano. di più comune utilizzo, mentre nel caso della Un altro trattamento che influenza in modo si- conduzione biologica le principali strategie di gnificativo la struttura del microbioma è l’appli- lotta ai funghi patogeni sono basate sull’appli- cazione del compost o del biochar. In linea di cazione di prodotti rameici. L’utilizzo del rame massima l’applicazione di compost ha un effetto (che, in quanto metallo pesante, può avere ef- molto importante che induce un incremento nel- fetti deleteri sull’ambiente e sull’uomo), è stato la diversità della microflora presente nel suolo e recentemente limitato da una normativa comu- che, molto probabilmente, è correlata alla mo- nitaria che ha abbassato il limite di utilizzo ad dificazione delle sostanze nutrizionali dello stesso una media di 4 kg per anno [11]. La condu- [17]. Il biochar, ovvero il risultato della pirolisi di zione integrata prevede invece dapprima l’uti- residui vegetali in reattori a condizioni controlla- lizzo di strategie proprie del metodo biologico te, ha ricevuto molte attenzioni per la sua capaci- e, solo in un secondo momento, quando que- tà di aumentare la fertilità del suolo e migliorare ste strategie si sono rivelate inefficaci, l’appli- lo stato di salute delle piante. Inoltre, l’utilizzo del cazione dei protocolli convenzionali. Infine, la biochar ha anche effetti sulle caratteristiche chi- conduzione biodinamica condivide con quella mico-fisiche del suolo, alterando di conseguenza biologica una serie di azioni che sono volte alla il microbioma in maniera significativa. L’impatto conservazione della biodiversità con l’aggiunta che queste modifiche hanno sulla pianta è con- di alcune accortezze come, ad esempio, l’utiliz- siderato generalmente positivo, portando spesso zo di sistemi di coltura misti, la rotazione delle a fenomeni di induzione di resistenza a stress di colture e l’utilizzo di prodotti del territorio [20]. Il vario tipo, come l’attacco di patogeni o la caren- principale effetto osservato sul microbioma del za d’acqua [18,19]. suolo comparando vigneti a conduzione con- venzionale con vigneti a conduzione biologica Il tipo di conduzione e l’impatto sulla microflora o biodinamica, risiede nella diversità di specie L’impatto che il tipo di conduzione può ave- osservate nel suolo di questi ultimi, in cui si evi- re sulla microflora del suolo viene studiato da denzia una maggiore biodiversità. Questo vale molto tempo, evidenziandone le differenze che anche se si comparano vigneti a conduzione esistono tra conduzione convenzionale, integra- convenzionale e a conduzione integrata: i se- Figura 5. PORTINNESTO - Percentuale di diffusione dei principali portinnesti nell’area del Cartizze e nell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. 13
condi mostrano una maggiore biodiversità mi- maggiormente ha un impatto elevato è l’utilizzo crobica nel suolo [21]. di erbicidi. Per esempio, uno studio realizzato nel Per quanto riguarda la composizione fungina del 2018 ha confrontato l’applicazione di 3 diffe- suolo, le differenze tra i vari metodi di conduzio- renti principi attivi ad azione erbicida (tra cui il ne sono minime e, il fattore che maggiormente glifosate) con lo sfalcio e ha osservato un effetto influenza la composizione, sembra invece essere significativo delle molecole utilizzate. In partico- associato all’utilizzo di particolari sovesci o alle lare, quello che emerge è che queste moleco- lavorazioni del suolo. Queste due azioni hanno le di sintesi possono influenzare la microflora, un effetto molto più importante poiché vanno a favorendo alcune specie fungine o batteriche e modificare le caratteristiche di aggregazione del sfavorendone altre. Tra i vari trattamenti è im- suolo inducendo un maggior effetto sulla mi- portante sottolineare che il glifosate favorisce la croflora fungina. L’unica differenza apprezzabile presenza di Colletotrichum, un genere conosciu- dovuta al tipo di condizione risiede nell’abbon- to per causare gravi patologie in molte piante, danza dei funghi appartenenti al phylum degli tra cui l’antracnosi in vite [23]. Ascomiceti che sono, generalmente, meno ab- bondanti nei suoli di vigneti convenzionali o a I microrganismi benefici nel suolo conduzione integrata (probabilmente a causa I microrganismi con un effetto benefico sulla dell’uso di pesticidi chimici) [22]. In generale, pianta possono essere suddivisi in due grandi poi, si osserva una minore abbondanza di funghi classi: i) quelli che stimolano la crescita della con l’aumentare della profondità, un dato che pianta (definiti come plant growth-promoting) è correlato alle minori disponibilità di carbonio detti anche (PGP) o ii) quelli che proteggono la e azoto organico e da una minore capacità di pianta dagli attacchi dei patogeni, (conosciuti scambi gassosi. Per quanto riguarda i batteri, os- come agenti di biocontrollo o biological control serviamo un fenomeno del tutto simile a quello agents) detti anche (BCA). dei funghi: le conduzioni biologiche e biodina- I primi sono quei microrganismi che hanno soli- miche sono quelle che mostrano una maggiore tamente un effetto benefico diretto, correlato alle biodiversità nel suolo superficiale. loro capacità metaboliche intrinseche, come ad Come abbiamo precedentemente descritto, la esempio la capacità di fissare l’azoto, la produ- presenza di essenze di vario genere nel vigneto è zione di ormoni di crescita o la solubilizzazione in grado di influenzare in maniera anche drastica di elementi importanti (come il fosforo), che di- la biodiversità e la composizione del microbioma ventano quindi biodisponibili per la pianta, ov- del suolo. Conseguentemente a questo fattore, è vero più facilmente assimilabili. In altri casi gli abbastanza chiaro che uno dei trattamenti che effetti possono essere indiretti, come ad esempio Figura 6. GESTIONE INTERFILA - La gestione dell’interfila nell’area del Cartizze è caratterizzata per la maggior parte da inerbimento naturale senza l’utilizzo di specifiche essenze; soltanto una piccola percentuale attua lavorazioni meccaniche nell’interfila. 14
la stimolazione di specifiche attività enzimatiche suolo ha un’attività fondamentale nel ciclo, nella nella pianta, una maggiore capacità di rispon- trasformazione e nella biodisponibilità dell’azoto dere agli stress abiotici o una maggiore capacità [29]. La nitrificazione e la denitrificazione sono di difendersi dagli attacchi patogeni. I microrga- le principali vie con cui l’azoto viene riciclato nismi che rientrano nella seconda classe (BCA) nel suolo e, lo studio dell’impatto che l’appli- sono invece quelli in grado di occupare la nic- cazione dei fertilizzanti ha sui microrganismi, è chia ecologica, rendendola non disponibile per stato fondamentale per identificare quelle pra- i patogeni, consumando le sostanze nutritive o tiche agronomiche che migliorano le capacità producendo enzimi o metaboliti che rallentano del microbioma di trasformare l’azoto, renden- la crescita dei patogeni. dolo biodisponibile per le piante. In questi studi (alcuni dei quali durati anche 10 anni) veniva I batteri azotofissatori confermato che il miglioramento della fertilità La degradazione del suolo è favorita ed accele- del suolo e degli indicatori di qualità (diversità rata dall’antropizzazione e dalle pratiche agrico- microbiologica e attività biologica), era notevol- le sempre più intense che si basano sull’utilizzo di mente migliore nei suoli che subivano una ge- macchinari pesanti, il consumo di ingenti quan- stione biologica in confronto a quelli gestiti in tità di agrofarmaci ed un uso estensivo dell’irri- modo convenzionale (cioè con fertilizzanti di ori- gazione. Come abbiamo già detto, tutte queste gine chimica) [30]. attività portano al peggioramento delle qualità I microrganismi che colonizzano la cosiddetta fisico-chimiche, biochimiche e microbiologiche rizosfera (ovvero la radice e il suolo immedia- del suolo [24], in contrasto invece con le pratiche tamente a contatto con essa) possono influire di agricoltura sostenibile che includono l’arric- sulla crescita della pianta sia positivamente che chimento di sostanza organica del suolo utiliz- negativamente ma, in particolare, l’azione dei zando varie fonti (compost, biochar, fermentati, ‘plant growth promoting rhizobacteria’ (PGPR) è etc...), le quali inducono un miglioramento nella definita come benefica ed è sfruttata in quanto stabilità, nella capacità di trattenere l’acqua e è in grado di stimolare la crescita della pianta nella fertilità del suolo [25]. Inoltre, è già stato (Figura 3). Questi rizobatteri hanno un forte im- dimostrato che tecniche agronomiche sostenibili patto sulla biologia delle radici, influenzando la che utilizzano prodotti di origine biologica per il crescita, la nutrizione e lo sviluppo fenologico miglioramento delle qualità del suolo, sono in della pianta con un forte risvolto di sostenibili- grado di ristabilizzarne le qualità, riportandolo a tà per l’ambiente. Tra i più importanti troviamo i delle condizioni che sono paragonabili ai suoli batteri azotofissatori e i batteri che solubilizzano ricchi presenti nelle foreste, aumentando la pro- il fosforo, i quali possono essere sfruttati come duttività delle piante, riducendo gli input chimici alternativa per la fertilizzazione dei suoli e per e aumentando così la sostenibilità dell’agroeco- stimolare la crescita e le rese anche nei vigneti sistema [26,27]. [31,32]. Le più importanti e diffuse specie di bat- La principale fonte naturale di azoto nella biosfe- teri benefici della vite appartengono ai gruppi di ra passa attraverso la fissazione dell’azoto gas- Pseudomonas, Enterobacter e Bacillus. soso da parte di un gruppo di procarioti (batteri) In conclusione, per un miglioramento della qua- che hanno appunto questa capacità detta “fis- lità del suolo e per una viticoltura che vada in- sativa”. L’assimilazione dell’azoto inorganico da contro alle esigenze di sostenibilità che sempre parte dei microrganismi del suolo è fondamen- maggiormente stanno emergendo sia a livello tale per la ritenzione dello stesso, per la possibi- legislativo che a livello sociale, una delle stra- lità di ridurre l’utilizzo di fertilizzanti azotati e per tegie che verrà sicuramente implementata nel il recupero dei suoli agricoli compromessi [28]. prossimo futuro è l’utilizzo di microrganismi be- Va anche ricordato che i fertilizzanti normalmen- nefici che potranno essere inoculati già prima te utilizzati (come l’urea o le forme organicate dell’impianto nel substrato di crescita delle gio- dell’azoto) hanno una minore efficienza di assi- vani piante. milabilità per la pianta (addirittura in alcuni casi non sono nemmeno direttamente assimilabili), dimostrando che l’azione dei microrganismi del 15
Le micorrize che appunto si conoscono portinnesti che favori- Le micorrize arbuscolari sono un gruppo di fun- scono una maggiore o una minore vigoria e una ghi in grado di instaurare delle simbiosi molto maggiore o una minore capacità di rispondere particolari con le piante: questi funghi sono dei agli stress biotici e abiotici. Queste caratteristiche simbionti biotrofi obbligati (ovvero non sono in dei portinnesti sono solitamente definite all’interno grado di crescere in assenza della pianta ospite) di quello che è il trade-off, ovvero la capacità di i quali entrano all’interno delle radici formando allocare le risorse della pianta verso la crescita o delle strutture particolari che prendono il nome di verso la difesa [37]. Ne consegue che di solito i arbuscoli (attraverso cui avviene uno scambio di portinnesti che favoriscono maggiormente la vigo- nutrienti con la pianta). Nello specifico, la pianta ria sfavoriscono l’accumulo di sostanze di difesa fornisce parte dei propri fotosintetati al fungo che (come resveratrolo e viniferina) nel nesto. Vicever- in cambio però è in grado di fornire tutta una serie sa, i portinnesti meno vigorosi hanno di solito un di nutrienti: fosforo, azoto, microelementi e acqua forte impatto sulla capacità della pianta di rispon- [33]. Il fungo diventa un effettivo prolungamento dere agli stress biotici (favorendo il consumo delle dell’apparato radicale (Figura 4) in grado di rag- risorse per l’accumulo dei metaboliti di difesa), giungere quelle tasche di suolo che normalmente ma rendendo solitamente la pianta più suscettibi- le radici non sono in grado di raggiungere, ren- le agli stress biotici. Un dato molto interessante ci dendo quindi accessibile una porzione di nutrien- arriva da uno studio che abbiamo recentemente ti e acqua che la pianta da sola non sarebbe in intrapreso per indagare l’effetto delle micorrize su grado di sfruttare [34,35]. Inoltre, con l’instaurarsi due diversi portinnesti, uno più vigoroso e resisten- della simbiosi, si assiste anche ad alcune modula- te agli stress abiotici (1103 Paulsen) e uno meno zioni fisiologiche della pianta, tra cui un riassetto vigoroso ma con una migliore capacità di indurre ormonale, che porta la pianta ad essere più resi- la produzione di metaboliti di difesa (SO4). Innan- liente sia nei confronti degli stress abiotici (come zitutto, il primo risultato molto interessante è sta- lo stress idrico, termico o salino) sia nei confronti to osservato per la percentuale di attecchimento degli stress di tipo biotico, portando a quello che notevolmente più elevata per le piante inoculate è definito come stato MIR (mycorrhiza-induced re- con le micorrize rispetto alle piante senza micor- sistance) [36]. rize, per entrambi i portinnesti. L’altro risultato Va inoltre ricordato che, come abbiamo detto in molto interessante ci è arrivato dalle misurazioni precedenza, la vite è composta da due differenti agronomiche, biochimiche e fisiologiche: le piante genotipi, il nesto e il portinnesto, che interagisco- innestate su SO4 e inoculate con micorrize mo- no fra loro definendo poi, insieme alle interazio- stravano una vigoria maggiore rispetto ai controlli ni con l’ambiente, quello che è il fenotipo finale. senza micorrize, comparabili con la vigoria delle Il portinnesto ha un forte impatto sul nesto, tanto piante innestate su 1103P. Le misurazioni fisiolo- Figura 7. LAVORAZIONI DEL SUOLO - Percentuale dei vigneti in cui vengono effettuate le lavorazioni del suolo in periodo autunnale/invernale. 16
Figura 8. CONCIMAZIONI DEL SUOLO - Percentuale di vigneti che applicano concime chimico granulare, compost o altri tipi di concimi. giche hanno inoltre evidenziato che sempre le colare, è stato dimostrato che diversi portinnesti piante innestate su SO4 con le micorrize, aveva- sono in grado di cambiare in modo anche dra- no un’attività fotosintetica comparabile con quelle stico la composizione della microflora associata delle piante innestate 1103P, confermando così alle radici e, di conseguenza, riescono anche ad che l’inoculo delle micorrize ha avuto un effetto influenzare la composizione di quei microorgani- migliorativo delle performance del portinnesto. Per smi che attraverso il terreno riescono a colonizzare quanto riguarda le piante su 1103P, non abbiamo il resto dei tessuti della pianta. Questo ha ovvia- osservato differenze di vigoria tra quelle inocula- mente un grande impatto dal punto di vista del te e non inoculate con le micorrize ma, all’ana- terroir microbico, con ripercussioni che possono lisi biochimica, abbiamo constatato un aumento arrivare anche ad influenzare le qualità organolet- nell’accumulo dei metaboliti di difesa che li porta- tiche finali dei vini. In Figura 5 vediamo quali sono va a livelli comparabili a quelli dell’SO4. i portinnesti più diffusi nelle due aree oggetto del Questi dati dimostrano quindi che, sempre nell’ot- presente studio. tica di miglioramento delle qualità del suolo e Come si può notare c’è una notevole differenza per andare incontro alle esigenze di sostenibilità, tra le due aree in termini di abbondanza dei di- le micorrize hanno un grandissimo potenziale in versi portinnesti. Nell’area del Cartizze per quasi grado di migliorare la nutrizione della pianta e di 3 vigneti su 4 non c’è un particolare portinnesto modificare le caratteristiche dei portinnesti, miglio- di riferimento o addirittura il portinnesto non è rando quelli che sono i naturali livelli di trade-off conosciuto. Nell’area del Conegliano Valdob- e favorendo una viticoltura sempre più sostenibile. biadene Prosecco Superiore DOCG il Kober 5BB rappresenta il portinnesto di maggioranza (57%), Considerazioni sull’area del Cartizze mentre invece nell’area del Cartizze rappresenta In questo ultimo paragrafo cercheremo di inte- solo il 6% dei vigneti analizzati. Troviamo invece grare le informazioni precedenti con i dati raccolti che l’11% dei vigneti è innestato su SO4 e l’11% nell’area del Cartizze e li compareremo con quelli su 1103 Paulsen. Questo risultato è abbastanza che sono stati raccolti invece per l’intera area del peculiare in quanto è risaputo che questi due por- Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore tinnesti presentano caratteristiche in parte contra- DOCG. stanti: il 1103 è in grado di conferire resistenza Il primo importante dato che analizzeremo è la di- a stress abiotici e dona una buona vigoria, men- stribuzione dei diversi portinnesti nei due territori tre invece l’SO4 ha una vigoria ridotta ma indu- di riferimento. Come spiegato nei paragrafi prece- ce un incremento nella capacità della pianta di denti, i portinnesti hanno una forte influenza sulla rispondere agli attacchi dei patogeni. Nell’ottica composizione del microbioma del suolo. In parti- di proseguire in maniera più dettagliata le inda- 17
Figura 9. TRINCIATURA RESIDUI VEGETALI IN CAMPO - Percentuale di vigneti in cui i residui di potatura vengono trinciati e lasciati in campo (in toto o parzialmente) o che vengono invece trasportati fuori dal campo per essere riciclati in altro modo. gini qui iniziate, risulterebbe molto interessante particolari essenze. Nell’ottica del miglioramento caratterizzare il genotipo dei portinnesti di cui non della biodiversità microbica nel suolo del vigneto si conosce l’origine per capire se sono portinnesti che si accompagna comunemente ad un miglior comuni o genotipi differenti che hanno una mi- stato fitosanitario e fisiologico delle piante, sareb- gliore interazione con l’areale di produzione del be molto interessante provare ad inserire nell’area Cartizze. Inoltre, risulterebbe molto interessante del Cartizze delle essenze selezionate. uno studio sul comportamento dell’apparato ra- In parallelo, il dato delle lavorazioni del suolo in dicale e dei microorganismi ad esso associati in periodo autunnale/invernale mostra un andamen- presenza dei due portinnesti con caratteristiche dif- to molto simile fra le due aree (Figura 7). ferenti (1103P e SO4). In entrambe le aree le lavorazioni del suolo avven- Per quanto riguarda le lavorazioni del suolo, ab- gono solo nella minoranza dei vigneti, indice che biamo osservato che alcuni aspetti sono similari ben riflette anche il poco utilizzo di sovescio che tra le due aree oggetto di studio, mentre altri si richiede poi le lavorazioni del suolo per interrare le differenziano in maniera sostanziale nell’area del essenze seminate. Questo dato risulta interessante Cartizze. Prendendo in oggetto come primo pa- sempre nell’ottica della biodiversità microbica, in rametro la gestione dell’interfila, vediamo come quanto le lavorazioni del terreno possono, se ese- nell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosec- guite in maniera contingentata, favorire un miglior co Superiore DOCG troviamo una situazione più arieggiamento del suolo, una miglior distribuzione variegata rispetto all’area del Cartizze (Figura 6). delle sostanze nutritive e favorire quindi la presen- Come precedentemente illustrato, l’inerbimento za di un maggior numero di microrganismi. dell’interfila contribuisce in maniera molto impor- Un altro dato che invece mostra come l’area del tante alla biodiversità microbica del suolo. Spe- Cartizze sia in controtendenza rispetto all’area cifiche essenze sono in grado di richiamare mi- Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore crorganismi con funzioni molto importanti, come DOCG è quello delle concimazioni del suolo (Fi- ad esempio batteri azotofissatori o micorrize, gura 8). attraverso la produzione di metaboliti seconda- È interessante notare come nell’area del Cartizze ri emessi dalle radici (essudati radicali). Come è la maggioranza (quasi i due terzi) dei vigneti non possibile osservare dalla Figura 6, soltanto una rientra nelle due classi di riferimento. Questo per- piccola percentuale di vigneti (3%) nell’area del chè la maggioranza dei viticoltori sceglie concimi Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore organo-minerali, un compromesso che sta a metà DOCG sceglie le essenze da inserire nell’interfila, strada fra i concimi chimici e quelli organici, come mentre nell’area del Cartizze la maggioranza dei il compost. In dettaglio si tratta di concimi che vigneti ha un’interfila inerbito naturalmente senza contengono più nutrienti rispetto ai classici con- 18
cimi organici ma contengono allo stesso tempo sè è peggiorata a causa del mutamento climatico molecole complesse che ne rendono più efficien- in atto e in seguito alle restrizioni sull’utilizzo di te l’assimilazione. La percentuale di vigneti che sostanze ad ampio spettro per il controllo dei pa- invece utilizza concimi granulari è sensibilmente togeni nel suolo e nel legno. Per questo motivo un inferiore nell’area del Cartizze se comparata con approfondimento per verificare la condizione dei l’area Conegliano Valdobbiadene Prosecco Supe- suoli, la biodiversità e l’accumulo dei patogeni del riore DOCG (39% contro 52%). Nell’ottica di un legno nel suolo sarebbe di grande interesse per futuro progetto di approfondimento risulterebbe di intraprendere azioni utili per il futuro di entrambe grande interesse poter analizzare la composizione le aree in oggetto. microbica in vigneti che utilizzano questi due tipi Infine, l’ultimo fattore preso in considerazione per di concimazioni, per verificarne l’impatto sulla mi- il suo impatto sulla composizione e sulla diversità croflora del suolo. dei microorganismi del suolo, è il tipo di conduzio- Un concetto che è legato alla concimazione dei ne. Nello specifico abbiamo accennato come la suoli è quello del riciclo dei residui vegetali di po- conduzione convenzionale abbia tendenzialmen- tatura che spesso vengono trinciati in vigneto per te un impatto negativo sulla microflora del suolo: aumentare la quantità di sostanza organica nel l’utilizzo di sostanze chimiche per la gestione dei suolo. Per quanto riguarda questo dato, la pratica patogeni ha indirettamente un impatto anche sui maggiormente diffusa nei due areali di studio è microrganismi benefici. L’esempio più importante proprio quella di mantenere nel vigneto i residui è l’utilizzo di fungicidi sistemici che ha mostrato di potatura che vengono trinciati per arricchire la avere un impatto deleterio sulla formazione di sim- sostanza organica. Soltanto una piccola percen- biosi mutualistiche quali, ad esempio, le micorrize. tuale (11% nell’area del Cartizze e 25% nell’area Di seguito sono riportati i dati raccolti (Figura 10). del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superio- Come si può notare, l’area del Cartizze è carat- re DOCG) porta i residui al di fuori del vigneto per terizzata dalla totalità degli impianti in condu- utilizzarli in compostaggio o riciclarli in altro modo zione convenzionale. Al contrario, nell’area del (Figura 9). Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Va però ricordato che questa pratica di riciclo in DOCG, nonostante una quasi totalità di vigneti vigneto, può avere un impatto negativo sullo stato in conduzione convenzionale, si osserva un 3% di fitosanitario dello stesso e sulla biodiversità micro- conduzione biologica. Anche in questo caso un bica del suolo. In particolare, è stato recentemente approfondimento mirato a studiare i microrga- dimostrato che i patogeni della sindrome dell’esca nismi associati alle radici potrebbe svelare quali tendono ad accumularsi nel suolo e, il fatto di trin- sono gli impatti sulla microflora del suolo e sugli ciare i residui di potatura, non fa altro che favorir- endofiti associati alle radici. ne lo sviluppo e l’accumulo. Quanto detto denota l’aggravamento di una situazione che già di per Figura 10. GESTIONE DEL VIGNETO Tipologia di gestione del vigneto nelle due aree considerate. 19
La biodiversità microbica del vigneto e il suo apporto al terroir di Tiziana Nardi Che cos’è e perchè è importante il microbio- del vigneto su diversi campioni (suolo, legno, ma? foglie e uva) e ha riportato in che misura la L’esaltazione delle caratteristiche regionali di- biodiversità microbica ritrovata si rispecchias- stintive del vino è un’esigenza molto attuale se poi nei mosti d’uva derivati. Da allora in nel mondo vitivinicolo, sviluppatasi per andare poi, numerosissimi studi si sono susseguiti in incontro a tutti quei consumatori che cercano tutto il mondo, per caratterizzare i microbio- di sfuggire a un mercato che trovano troppo mi di uva, vite e vino attraverso una sorta di standardizzato. Al giorno d’oggi, il concetto “mappatura digitale”. In questo contesto, il di “terroir” è quindi diventato una sorta di “cambio di passo” è stato segnato dalla pos- mantra nella viticoltura, ma anche un concet- sibilità di applicare tecniche analitiche di nuo- to-guida importante nella vinificazione e nella va generazione quali la metagenomica, che commercializzazione del vino [1]. consentono di avere una fotografia digitale di Il “terroir vitivinicolo”, così come definito tutta una comunità microbica (il “microbioma” dall’OIV (Organizzazione Internazionale della appunto) senza dovere isolare e coltivare i mi- Vigna e del Vino), “include caratteristiche spe- crorganismi. cifiche del suolo, della topografia, del clima, Uno degli aspetti più affascinanti di questa ca- del paesaggio e della biodiversità”[2]. Le no- ratterizzazione di nuova generazione dei mi- zioni collettivamente note come “terroir” sono crorganismi di vite e del vino, è l’analisi della infatti quelle che spiegano come vini ottenuti loro distribuzione biogeografica. La biodiver- dalla stessa cultivar in diverse regioni del mon- sità microbica del vigneto è stata studiata in do abbiano caratteristiche di tipicità distintive, diverse regioni viticole del mondo, dalla Ca- in termini di composizione chimica e proprietà lifornia al Cile in America[5,8,9], dal Porto- sensoriali [3]. Negli ultimi anni, diversi studi gallo all’Italia passando per Spagna e Francia hanno introdotto il concetto di “terroir micro- in Europa [10–14], in Nuova Zelanda [15,16] biologico”, poiché il microbiota (l’insieme dei ed in Sud Africa [17]. Questi lavori, dando un diversi microorganismi che colonizzano uno quadro sui vigneti piantati in tutto il mondo, specifico ambiente) che coesiste con la vite indicano che la componente microbica e la può essere uno dei fattori che influenzano i sua composizione contribuiscono all’espres- tratti tradizionalmente associati alla nozione di sione della tipicità regionale del vino, poiché i “terroir” [4–6]. diversi microrganismi presenti possono modifi- carne la composizione, direttamente o indiret- Il terroir microbiologico e la biodiversità tamente[3]. Infatti, in entrambi i principali am- Il primo e pionieristico lavoro che ha riguarda- bienti legati al vino, il vigneto e la cantina, essi to il terroir e i microrganismi associati all’uva, sono coinvolti in quasi tutti i processi cruciali. è stato eseguito nel 2014 da Bokulich e col- Nei vigneti, possono ad esempio influenzare laboratori [5], che hanno descritto la biodiver- i cicli biogeochimici dei nutrienti interagendo sità microbica trovata in mosti d’uva Califor- con i minerali del suolo, colonizzare le piante niani mostrando come variasse con la varietà, attraverso rizosfera, radici, foglie, fiori e uva con il clima e con l’annata. Non molto dopo, [10], stabilendo anche una comunità nella e un altro lavoro[7] ha analizzato il microbioma sulla vite (batteri endofitici ed epifiti [14,18]). 20
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