DISTRETTI - BIO-DISTRETTO
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BIO-DISTRETTI BIO- BIO DISTRETTI ECO -REGIONS numero 2 SETTEMBRE 2017 10 100 RIVISTA DELL'ASSOCIAZIONE IN.N.E.R. - INTERNATIONAL NETWORK OF ECO REGIONS EDITORE: ASSOCIAZIONE BIO-DISTRETTO CILENTO | | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
BIO-DISTRETTI rivista dell'Associazione IN.N.E.R. - 4 International Network of Eco Regions www.biodistretto.net Sede legale Largo Dino Frisullo snc - 00153 Roma 10 Sede operativa Via Tasso 169 - 80127 Napoli AUTORIZZAZIONE: 16 Tribunale di Vallo della Lucania (SA) n. 1/2016 del 24/10/2016 (RG 399/2016) 18 EDITORE/REDAZIONE: Associazione Bio-distretto Cilento Piazza San Silvestro 10 84052 Ceraso (SA) 20 C.F. 93022940659 E-mail cilento@biodistretto.it PEC info@pec.biodistretto.net 24 VERSIONE TELEMATICA: www.bio-distretti.net DIRETTORE RESPONSABILE: 26 Raffaele Basile raffaelebsl@gmail.com DIRETTORE EDITORIALE: 32 Emilio Buonomo emiliobuonomo@gmail.com FOTO IN COPERTINA: Festa della Frecagnola a Cannalonga (SA). 36 Foto di Alessia Pizzolante. HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Kim Assaël, Raffaele Basile, Salvatore Basile, Vincenzo Bianconi, Emilio 38 Buonomo, Michele Crapuzzo, Luigi Daina, Carmela D'Ambrosio, Sandra Gasbarri, Martina Pia Masi, Valeria De Rienzo, Massimiliano Manzo, Domenico Nicoletti, 40 Giuseppe Orefice, Antonio Santoro, Luigi Senatore, Annamaria Spinelli. Abbonamento annuale: Italia, 6 numeri € 90,00. Numero singolo 48 € 15,00. Arretrati € 15,00+spese postali. © Tutte le fotografie ed i testi sono soggetti a copyright, la loro pubblicazione 52 e diffusione non può avvenire senza specifica autorizzazione della proprietà (inviare richiesta a inner@pec.inner.bio). Questo numero è stato chiuso in redazione 54 il 4 settembre 2017. Stampato presso Tipografia C.G.M. srl, Via Malagenia ZI, 84061 Ogliastro Cilento (SA). 62 BIO-DISTRETTI | N° 2 | 2 |
BIO-DISTRETTI NUMERO 2 Il vero benessere Raffaele Basile va cercato al di fuori Direttore responsabile Nei mesi passati sono state stilate le correnti hippy, tutt’altro. Sono infatti concetti immancabili classifiche delle località dove si espressi dal senatore Robert Kennedy pochi vive meglio nel mondo. Ciò che colpisce di più è che vi mesi prima del suo tragico assassinio. è stato un opportuno ampliamento degli indicatori Parole “rivoluzionarie”, perché a pronunciarle è stato della vivibilità. Una maggiore attenzione è stata un candidato alla presidenza della nazione che ha fatto prestata ad esigenze della collettività e del territorio della crescita incondizionata della produttività il suo troppo spesso trascurate: la capacità di innovazione, “credo”. Ai giorni nostri, muoversi verso una cultura l'integrazione sociale, l'offerta di welfare, la del Benessere Interno Lordo potrebbe ancor più signi- partecipazione civile, ad esempio. Tutti elementi che ficare molte cose positive, quali per esempio una sono ben presenti tra le finalità dei distretti biologici. “migrazione” dallo spreco alla conservazione delle Perché non tutto può essere ridotto ad una mera risorse, dall’antagonismo alla condivisione. produttività delle persone e dei territori. Perché non Il Benessere può vedersi come un essere nel bene esiste solo il prodotto interno lordo, se si vuol rendere piuttosto che uno “starci” in maniera passiva o peggio dei luoghi attrattivi e attraenti. ancora invasiva. Già in anni ben distanti dai giorni nostri, oltreoceano, La realtà dei bio-distretti appare sempre più come il dogma del prodotto interno lordo è stato messo in quella di luoghi dove si riesce in concreto a produrre dubbio. “Il P.I.L. misura tutto, eccetto ciò che rende la elevate quantità di B.I.L. (Benessere Interno Lordo). vita veramente degna di essere vissuta. Il P.I.L. Territori in cui si è in grado di soddisfare con comprende anche l’inquinamento dell’aria e cresce con gradevolezza e in egual misura salvaguardia di la produzione di missili e di testate nucleari. Non tiene economie, tradizioni e ambiente. Tutti “ingredienti” conto della gioia e dei momenti di svago”. troppo spesso insidiati dai falsi miti della “crescita” Non si tratta di teorizzazioni di un epigono delle produttiva. Non è un caso che l'organizzazione di rappresentanza internazionale Emilio Buonomo dei distretti biologici/eco-regioni Direttore editoriale abbia sede in Italia Superata la fase pionieristica del primo decen- distretti biologici, nel 2014, è iniziata una capil- nio del XXI secolo, a partire dal 2010 si è regi- lare e sistematica opera di sensibilizzazione strato un grande sviluppo dei distretti biologici. Questi verso il biologico territoriale dei governi italiani e stra- si apprestano ad entrare nella fase del loro definitivo nieri, dei ministeri competenti (Sviluppo economico, consolidamento e riconoscimento istituzionale. In par- Agricoltura, Ambiente, Affari esteri), del Parlamento e ticolare in Italia il 2 maggio scorso è stato approvato della Commissione Europea. alla Camera dei Deputati il disegno di legge sul biolo- Il primo bio-distretto nasce in Italia, nel Cilento, e fa gico, ora in discussione al Senato, che all'art. 10 disci- scuola in tutto il Mondo. Non è quindi un caso che plina i distretti biologici. l'ente di rappresentanza internazionale dei distretti In Europa sono state avviate in modo spontaneo ed biologici/eco-regioni abbia sede in Italia. IN.N.E.R. ha indipendente da regolamenti, leggi e finanziamenti anche realizzato un completo sistema di informazione pubblici, moltissime esperienze di biologico territoria- e comunicazione per dar voce ai distretti bio sui social, le. In Italia sono 27 i distretti bio già avviati. Grazie alla sul web, sulla carta stampata e nelle piazze. Cresciamo costituzione di IN.N.E.R., la rete internazionale dei insieme, orgogliosi di far parte dei territori del bio! EVENTI COMUNICAZIONE INFO DAI BIO-DISTRETTI STRUMENTI REPORTS POLITICHE E DIRITTO Le frecce colorate che contrassegnano ogni articolo agevolano la navigazione tra le diverse aree tematiche del giornale. | 3 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
CILENTO IN FIERA IL NETWORK DEGLI EVENTI CILENTANI Finanziato nell’ambito degli eventi di rilevanza nazionale e internazio- nale della Regione Campania, Pro- gramma Operativo Complementare (POC) 2014-2020, Cilento in Fie- ra ha come scopo la promozione e la valorizzazione a trecentosessanta gradi del territorio cilentano, della cultura, della tradizione e delle ec- cellenze enogastronomiche. Il progetto, ideato da un team di ricercatori dell’Uni- versità di Salerno e di esperti del Cilento, è stato pre- sentato dal Comune di Cannalonga, in qualità di Cannalonga (SA) - Fiera della Frecagnola Vista panoramica del Comune di Cannalonga (SA) BIO-DISTRETTI | N° 2 | 4 |
capofila, in partenariato con il Comune di Moio del- la Civitella, e vede la partecipazione dell’Ente Fiera della Frecagnola e dell’Associazione Culturale Mojoca. Cilento in Fiera realizza una rete strategica tra due eventi di grandissimo successo e attrattività del- l’area del Cilento, la Fiera della Frecagnola e il Mojoca Festival, mediante la creazione di un brand concept unitario, di una piattaforma di comu- nicazione (www.cilentoinfiera.it) e di azioni di pro- mozione del territorio integrate, come i mercatini del biologico e delle eccellenze cilentane, in particolare dei prodotti agroalimentari locali, a chi- lometro zero e biologici della Dieta Mediterranea. Il progetto parte con la Fiera della Frecagnola, even- Mojoca Festival a Moio della Civitella (SA) to e tradizione plurisecolare che si rinnova ogni an- no nei giorni che precedono la seconda domenica di settembre e che quest’anno si terrà da mercoledì 6 a dall’esperienza del Festival Mojoca, la cui undicesima domenica 10. Secondo lo storico Ebner, nel 1459 edizione si è tenuta il 4, 5 e 6 agosto, e vedrà la rea- una grande fiera ebbe inizio nel borgo di Cannalon- lizzazione dell’evento “Impara l’Arte e mettila… ga, prendendo il nome di Frecagnola, per via della in Strada!”, il cui scopo principale è di far conosce- pietanza caratteristica: il bollito di capra. re e promuovere l’arte di strada nel Cilento, soprat- tutto ai più giovani, i quali avranno l’occasione di in- La seconda settimana di Cilento in Fiera nasce teragire con gli artisti di strada apprendendo così le Vista panoramica del Comune di Moio della Civitella (SA) | 5 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
tecniche di base degli spettacoli di giocoleria, acroba- zia, teatro di strada. Dunque, Cilento in Fiera intende diventare un modello di rete tra eventi e attrattori locali. Un percorso che parte dalla programmazione di settem- bre, ma che ha l’ambizione di vivere 365 giorni all’an- no per permettere una promozione continua del terri- torio e la destagionalizzazione dell’offerta turistica. Gli eventi costituiscono per i sistemi territoriali un veicolo di valorizzazione e promozione e uno stru- mento di marketing territoriale innovativo, proprio tenendo conto dei nuovi modelli di consumo turistico che impongono la costruzione di un’attrattività fonda- ta sull'esperienza dei "luoghi", dei "valori", dei “patrimoni” specifici e non globalizzati. Le azioni di promozione e valorizzazione turistica, nonché quelle rivolte alla conoscenza delle tradizioni alimentari, delle tipicità e delle eccellenze enogastro- nomiche, come elementi culturali ed etnici, possono costituire fattore di sviluppo locale e di crescita, con ricadute anche in termini di rafforzamento dell’appar- tenenza. estero, creando un piano strategico unitario, incen- tivando delle forme di cooperazione e aggregazione In questo senso, Cilento in Fiera intende raffor- tra soggetti pubblici e privati e diffondendo un im- zare l’attrattività del sistema territoriale dei magine turistico culturale del Cilento legata ai con- due comuni proponenti e del Cilento nel suo cetti di salute, benessere, corretta e sana alimenta- complesso sul mercato turistico italiano ed zione e di mediterraneità. Piazza del Popolo - Cannalonga (SA) BIO-DISTRETTI | N° 2 | 6 |
PROGRAMMA DELLA PRIMA PARTE Cilento in Fiera parte con la Fiera della Frecagnola, evento e tradizione plurisecolare che si rinnova ogni anno nei giorni che precedono la seconda domenica di settembre. Era il 1459 quando la fiera ebbe inizio nel borgo di Cannalonga, prendendo il nome di Frecagnola, per via della pietanza caratteristica - il bollito di capra – che veniva cucinata durante i giorni di vendita del bestiame. L’appuntamento si è conservato nel tem- po e oggi - oltre ad essere importante per attività artigianali - diventa centro culturale, con la realizzazione di spettacoli di musica etnica e popolare, mostre di fotografia e pittura, incontri di valorizzazione storica sulle tradizioni delle comunità cilentane, performance di gruppi di folklore. Cannalonga 6-7-8-9-10 settembre 2017 In concomitanza con la Fiera della Frecagnola Mercoledì 6 settembre ore 18:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 19.30 Apertura, consegna chiave accesso della Fiera. Cerimonia di inaugurazione in Piazza del Popolo con show cooking di cuochi cilentani ore 20.00 Apertura delle “barracche” e stand enogastronomici e artigianali ore 22.00 Concerto di musica etnica popolare Giovedì 7 settembre ore 18.00 Convegno su Il significato culturale e sociale dello strumento tradizionale: aerocordo-fonia, presso la Chiesa di Santa Maria Assunta ore 18.30 Consegna premio Pietro Carbone ore 19:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 20.00 Apertura delle “barracche” e stand enogastronomici e artigianali ore 22.00 Concerto di musica etnica popolare “BASHKIM” e “PINA SPERANZA E CILENTO TARANT” Venerdì 8 settembre ore 18.30 Sei personaggi in cerca di giustizia: piccoli conflitti in una Fiera del 1500 ore 19:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 20.00 Apertura delle “barracche” e stand enogastronomici e artigianali ore 22.00 Concerto di musica etnica popolare “VALERIO RICCIARDELLI E TAMMURRIARÈ”, “DOMENICO MONACO” e “PEPPE CIRILLO E ANTIQUA SAXA” Sabato 9 settembre ore 08.00 Apertura foro boario e tradizionale mercato per le vie del paese ore 19:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 20.00 Apertura delle “barracche” e stand enogastronomici e artigianali ore 22.00 Concerto di musica etnica popolare “CISALPIPERS”, “DOMENICO MONACO” e “RITTANTICO” Domenica 10 settembre ore 18.00 Laboratorio antoprologico ed etnomusicale: obiettivo zampogna, c/o chiesa di Santa Maria Assunta ore 19:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 20.00 Apertura delle “barracche” e stand enogastronomici e artigianali ore 22.00 Concerto di musica etnica popolare “SUONI D'ASPROMONTE” e “ROTUMBÈ” Durante tutte le serata vi saranno gruppi di musica popolare itineranti per le vie del paese BIO-DISTRETTI | N° 2 | 8 |
PROGRAMMA DELLA SECONDA PARTE La seconda settimana di “Cilento in Fiera” nasce dall’esperienza del Festival Mojoca, la cui undicesima edizione si è tenuta il 4, 5 e 6 agosto, e vedrà la realizzazione dell’evento “Impara l’ARTE e mettila… in STRADA!”, il cui scopo principale è di far conoscere e promuovere l’arte di strada nel Cilento, soprattutto ai più giovani, i quali avranno l’occasione di interagire con gli artisti di strada/insegnanti, apprendendo così le tecniche di base degli spettacoli di giocoleria, acrobazia, teatro di strada. Attraverso laboratori dedicati all’ar- te, all’educazione e alla cittadinanza attiva, i giovani avranno la possibilità di far emergere abilità personali e di essere protagonisti della propria comunità. La manifestazione si tiene dal 13 al 17 settembre e si svolgerà a Moio della Civitella e nella vicina frazione Pellare, nei pressi dell’edificio scolastico, in piazza Santa Caterina e nel nuovo teatro l’Antico Mulino (per l’occasione si terrà l’inaugurazione del teatro all’aperto). Moio della Civitella 13-14-15-16-17 settembre 2017 in concomitanza con Impara l’Arte e mettila in… Strada! Mercoledì 13 settembre ore 17:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 19.00 Piazza Santa Catenina – Spettacolo Peppino Marabita Giovedi 14 settembre ore 09.30 Edificio Scolastico di Pellare (frazione di Moio) – Laboratorio Yuri Bussi ore 11.30 Edificio Scolastico – Laboratorio Giacomo di Vona ore 17:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 18.00 Santa Caterina – Spettacolo Yuri Bussi ore 19-00 Santa Caterina – Spettacolo Giacomo Di Vona Venerdi 15 settembre ore 10.00 Edificio Scolastico - Laboratorio Piero Ricciardi ore 17:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 19.00 Piazza Santa Caterina – Spettacolo Piero Ricciardi Sabato 16 settembre ore 17:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 18.00 Inaugurazione nuovo teatro in Via Municipio - Spettacolo di Matteo Cionini Domenica 17 settembre ore 17:00 Mercatini del biologico e del km zero ore 18.00 Piazza Santa Caterina – Spettacolo Compagnia teatrale | 9 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
SEMINARIO NAZIONALE SUI DISTRETTI BIOLOGICI Si è svolta a Roma una approfon- rappresentano un’innovazione so- struttiva sinergia. dita ricognizione dell’evoluzione ciale di rilievo, che finalmente ri- dell’innovativa esperienza dei di- connette istituzioni, politica e po- I relatori hanno confermato come stretti biologici, che in Italia inte- polazione. un approccio sistemico alle tema- ressa circa sessanta territori ed tiche legate allo sviluppo ed alla una popolazione di più di un mi- Un “patto” tra il pubblico, il priva- salvaguardia del territorio sia non lione di abitanti. to, il privato sociale ed i cittadini/ solo possibile, ma auspicabile. I consumatori, singoli e associati, lavori sono stati seguiti da un’au- Il distretto biologico nasce da in- per definire una prospettiva con- dience qualificata e variegata, di tese sottoscritte dal “basso” tra di- divisa: un’attività che coinvolga oltre ottanta partecipanti. versi soggetti: produttori biologi- operativamente imprese, ammini- ci, istituzioni locali, gruppi orga- strazioni, gruppi di cittadini. Tutti Hanno preso parte ai lavori, coor- nizzati di consumatori, operatori tenuti insieme, spesso in condizio- dinati da Francesco Giardina del turistici, scuole, centri di ricerca, ni avverse, da valori, tradizioni, MIPAAF, oltre ai rappresen- che identificano nei principi, nei sensibilità sociale e ambientale, tanti di numerosi distretti metodi e nelle tecniche del biolo- tutti consapevoli di costruire con- biologici, esponenti del mon- gico e dell’agro-ecologia un ap- cretamente un presente e un futu- do accademico e della ricer- proccio innovativo per costruire ro migliori. ca (Università della Tuscia, Uni- strategie di sviluppo della comu- versità di Bologna, Università di nità locale, concretamente soste- I contributi al workshop sono per- Salerno, Link Campus University, nibili. Questi processi di parteci- venuti da esponenti delle diverse CIHEAM Bari, CREA, ISMEA), pazione attiva e diretta dei cittadi- realtà che animano un distretto rappresentanti delle Istitu- ni all’autodeterminazione della biologico. Tutti sono apparsi di- zioni e degli Enti Parco strategia di sviluppo territoriale sponibili al confronto e ad una co- (Commissione Agricoltura, Came- BIO-DISTRETTI | N° 2 | 10 |
ra dei Deputati, Ministero mia locale. Con il distretto biolo- dell’Ambiente, MIPAAF, Regioni gico, infatti, si crea un “luogo” di Lazio, Emilia Romagna, Marche, confronto in cui possono essere Trentino, ANCI, Parco Nazionale valorizzate le peculiarità locali ed del Gran Sasso e Monti della Laga in cui la produzione di beni e ser- e diversi rappresentanti di ammi- vizi agricoli e la promozione della nistrazioni comunali), dirigenti cultura, della tradizione, delle ri- e operatori dell’associazio- sorse naturali e paesaggistiche, nismo e delle Organizzazio- diventano i fattori di uno svilup- ni di cooperazione interna- po concertato e sostenibile. zionale (AIAB, Federbio, Città Da un punto di vista politico, l’in- del Bio, Legambiente, Coldiretti, teresse per il distretto biologico KIP International School, Pro- deriva dalla necessità di indivi- gramma IDEASS, Cooperativa so- Cesare Zanasi - UNI Bologna duare strumenti innovativi di go- ciale Campagna Sabina, GAL Tu- vernance che possano aprire nuo- rano Monti Sabini, GAL Consor- l’ambiente, la società e gli altri vi spazi di autonomia e di prota- zio CILSI, ILS LEDA Network, settori economico-produttivi dei gonismo per le comunità locali Legacoop Agroalimentare, Moun- territori. La promozione delle nella progettazione di azioni più tain Organic Agriculture Move- nuove modalità di produzione e coerenti con le peculiarità del ter- ment, Kyoto Club, Medicert, consumo sostenibile, patrimonio ritorio e su scala territorialmente World Agricultural Heritage degli operatori biologici, biodina- più circoscritta. Foundation, Consorzio Marche mici e in generale agroecologici, Biologiche). rappresenta un’opportunità di Le dinamiche bio-distrettuali ap- L’orientamento, scaturito dal se- sviluppo e un volano di crescita paiono ancora più interessanti minario, è che il distretto biologi- socio-economico locale, contri- nell’ottica della nuova politica re- co è ormai maturo per proporsi buendo alla salvaguardia ambien- gionale europea 2014-2020, an- quale efficace modello virtuoso tale, alla conservazione della bio- che per quella di sviluppo rurale, diversità, alla tutela delle produ- che promuove l’approccio territo- per lo sviluppo delle aree rurali e del rapporto di queste con le aree zioni biologiche e alla preserva- rializzato, coerente con gli orien- zione dell’agricoltura e di quanto tamenti dell’Agenda 2030 delle urbane. In particolare, il bio- distretto è in grado di dare rispo- essa rappresenta. Viene valorizza- Nazioni Unite. ste nuove al bisogno urgente di to il suo ruolo multifunzionale, L’utilizzo coordinato dei Fondi ridefinire le relazioni dell’agricol- potenziandone l’integrazione con Strutturali, previsto nel nuovo tura e dell’agroalimentare con gli altri settori propri dell’econo- periodo di programmazione, ren- | 11 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
Danilo 57 territori bio in Italia Monarca, Università 27 bio-distretti già costituiti della Tuscia L'Italia sarà il primo Paese al Mondo a disciplinare con una legge dello Stato i distretti biologici de concreta la possibilità di attuare strate- Alberto Sturla, gie territoriali di sviluppo locale integrato, CREA multisettoriale e multifondo, basate su un partenariato ampio ed articolato, pubblico, privato e privato sociale, di governance multilivello. Queste strategie rappresentano opportunità̀ molto interessanti per le real- tà̀ distrettuali, che funzionano come strut- ture flessibili, ma anche stabili, di governo del territorio e di organizzazione dell’econo- mia locale. Nella prima sessione, dedicata ai pro- getti di ricerca, Danilo Monarca dell'Uni- piamente superato dall'approccio bottom- versità della Tuscia, Cesare Zanasi dell'Uni- up, utilizzato dalle esperienze biodistret- versità Alma Mater di Bologna e Alberto tuali realizzate in Italia. Sturla del CREA hanno ripercorso l'evolu- zione della ricerca sui distretti biologici ne- Cesare Zanasi ha illustrato i risultati gli ultimi dieci anni. Il primo progetto di ri- del progetto "Dimecobio", finanziato cerca, denominato "Biodistrict", è stato dal Mipaaf nel 2014, soffermandosi in infatti finanziato dal Mipaaf nel 2007, coor- particolare sul metodo di monitoraggio dinato da Danilo Monarca. È consistito dello stadio di sviluppo e delle perfor- nella messa a punto di un modello per l'in- mance dei distretti biologici, elaborato dividuazione e la realizzazione dei potenzia- per facilitarne la definizione delle strate- li distretti biologici, basato su un approccio gie di sviluppo integrato. Si tratta di uno top-down, secondo il quale le regioni avreb- strumento "pronto per l'uso", sperimenta- bero dovuto individuare le aree più idonee to sul Bio-distretto Cilento, ed applicabile sulla base di predeterminati criteri di voca- da subito a tutte le diverse realtà territo- zionalità. Successivamente, con il progetto riali. "Bioreg" è stata testata l'applicabilità del Alberto Sturla ha presentato poi i primi modello Biodistrict in tre regioni: Marche, risultati dello studio del CREA, finanziato Piemonte e Sicilia. Il modello top down è ri- nel 2016 dal Mipaaf, sui distretti biologici masto però inapplicato nella pratica, am- e lo sviluppo locale. Gli obiettivi dello stu- Cesare Zanasi, dio sono quelli di valutare la capacità dei Università Alma distretti biologici di migliorare la qualità Mater di Bologna della vita nelle comunità rurali, ovvero di perseguire lo sviluppo locale lungo i tre pilastri della sostenibilità (ambientale, economica, sociale), e di valutare se e co- me il modello bio-distrettuale sia in grado di favorire forme di governance più effica- ci o alternative rispetto ai modelli più col- laudati. Possiamo notare già dai primi da- ti riportati come occorrerrà però fare molta attenzione nel prosieguo dello stu- dio all'interpretazione dei risultati stati- BIO-DISTRETTI | N° 2 | 12 |
2016: boom distretti biologici Fonte: IN.N.E.R. Per 5 anni, dal 2004 al 2009, l'unico territorio 2017 impegnato nella costituzione di un distretto biologico era stato quello del Cilento (in Campania). Nel 2009 si costituiva poi il Bio- distretto Grecanico (in Calabria). Oggi in Italia si contano ben 27 bio-distretti, 12 dei quali nati nel 2016. stici, che potrebbero indurre a fornire quello dell'innovazione di prodotto ed a una rappresentazione fuorviante della quello dell'efficienza e delle buone pratiche realtà delle singole realtà biodistrettuali (degli operatori, delle amministrazioni, dei analizzate. Considerata la natura multivo- consumatori, dei turisti, ecc.)". cazionale e multisettoriale dei distretti biologici, che non sono naturalmente una Antonio Nicoletti, responsabile Aree semplice sommatoria di aziende biologi- protette di Legambiente e consigliere che certificate, potrebbe per esempio ri- Antonio Nicoletti, Federparchi, ha tracciato un'ampia pano- sultare molto più interessante (ed utile) Legambiente ramica delle attività in corso per la promo- conoscere invece della sola SAU certifica- zione delle "AgriCULTURE" rispettose ta bio anche il livello di diffusione delle dell'ambiente e della salute. In tale direzione tecniche agro-ecologiche ed il numero di va anche la collaborazione attivata con l'As- aziende familiari che applicano il metodo sociazione IN.N.E.R. e l'Osservatorio Euro- biologico senza essere interessate alla cer- peo del Paesaggio, che porterà nei prossimi tificazione. Come pure il ricorso ai sistemi mesi alla realizzazione di diversi forum di garanzia partecipativa, molto richiesti sull'agroecologia, volti al raggiungimento en- dai GAS e dai consumatori responsabili tro il 2020 del 100% bio nelle aree protette . dei territori del bio. Sarebbe interessante Sono intervenuti nella discussione sul biolo- rilevare anche l'indice di biodiversità del gico territoriale anche Alessandro Trian- territorio e tenere nel giusto conto il recu- tafillydis dell'AIAB e Maria Grazia pero e la coltivazione delle cultivars au- toctone, e la chiusura delle rispettive filie- Riccardo Rifici, re di qualità. Ministero Risulterebbe a tal fine funzionale dell'Ambiente utilizzare lo strumento di valuta- zione dello stadio di sviluppo e del- le performance dei distretti biologi- ci messo a punto con il progetto DI- MECOBIO, che tiene conto tra l'altro dell'approccio olistico, caratterizzante l'a- gricoltura biologica e la biodinamica. Nella seconda sessione, dedicata al ruolo dei distretti bio sul territorio, di particolare interesse è risultato l'inter- vento di Riccardo Rifici del Ministero Alessandro dell'Ambiente - Direzione clima ed Triantafillydis, AIAB ecologia, che ha trattato la valorizzazio- ne ambientale dei prodotti e delle filiere Carlo produttive italiane, soffermandosi sul rap- Hausmann, Assessore porto territorio/prodotto. "Il territorio Agricoltura Lazio rappresenta, nel bene e nel male, le quali- tà, le potenzialità e un inestimabile patri- Maria Grazia Mammuccini, monio di conoscenze ed esperienze. È sul Federbio territorio che può realizzarsi l'azione si- nergica tra istituzioni ed imprese, enti di ricerca e cittadini. È possibile legare l'a- spetto della governance territoriale a | 13 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
Carlo Mammuccini, già dirigente AIAB, ora Hausmann di FederBio, che hanno illustrato le pecu- Assessore liarità dei modelli adottati da AIAB e Feder- all'Agricoltura Bio per la promozione dei distretti biologici. Regione Lazio Carlo Hausmann, Assessore all'Agricol- tura della Regione Lazio, ha ricordato il ruolo trainante del biologico per tutto il comparto agricolo, sia a livello regionale che nazionale. Nella terza sessione, dedicata alla coo- Alesandra perazione internazionale, Luciano Terrosi, Carrino, presidente della KIP inter- Commissione national school, ha messo in evidenza co- Agricoltura della me la grande innovazione sociale dei bio- Camera dei distretti, che segue con attenzione ed inte- Deputati resse già da parecchi anni, sia riuscita con il tempo a svilupparsi e diffondersi in tutta Italia e nel resto d'Europa. Il modello messo a punto nel Cilento ha assunto oggi una va- lenza mondiale, grazie all'opera di diffusio- ne dell'IN.N.E.R., che è riuscita a mettere in rete territori distanti dal punto di vista geo- locale di 36 paesi, presieduta da Gian- grafico ma vicini per strategie di sviluppo carlo Canzanelli. sostenibile e aspettative delle comunità che Al termine della terza sessione ha preso la vi abitano. Come ha ricordato Carrino "la parola Alessandra Terrosi, che ha illu- nostra Organizzazione internazionale ha strato la proposta di legge sul biologico supportato concretamente questo processo (della quale è relatrice), che prevede an- di creazione della rete, favorendo il dialogo che la disciplina dei distretti biologici. tra i territori attraenti di tutto il Mondo, Il Presidente dell’associazione ospitandoli nel padiglione KIP ad EXPO IN.N.E.R., Salvatore Basile, nel suo Milano. Successivamente abbiamo iniziato intervento conclusivo ha ringraziato tutti a lavorare tutti insieme con l'UNESCO ad i presenti per la partecipazione al semina- un Sistema di cooperazione allo sviluppo rio ed ha sottolineato l’alta qualità delle dei territori. Il primo incontro si è svolto il relazioni e l’ampia convergenza di visione 1° luglio scorso a Venezia, il secondo si terrà sull’esperienza dei distretti biologici. Ha a Napoli". Carrino ha anche mostrato la quindi proposto alcune linee di attività prima pubblicazione sui bio-distretti, elabo- per “costruire una strategia condi- rata in cinque lingue grazie al contributo visa di sviluppo dei territori”, pre- fondamentale di Giulia Dario nell'ambito sentando un documento aperto al contri- del Programma IDEASS, ed ha sottolineato buto di tutti i soggetti interessati, artico- l'importante ruolo svolto da ILS LEDA, la lato in dieci punti (riportato integralmen- rete delle Agenzie dello sviluppo economico te nelle pagine seguenti). Luciano Basile ha inoltre rimarcato come i Carrino, distretti biologici, a prescindere Presidente KIP dallo schema seguito dai promotori International per la loro costituzione, apparten- School: “ci è subito apparsa gano esclusivamente alle comunità chiara la grande locali che ci vivono. "Sia chiaro a tutti innovazione che i distretti biologici non appartengono sociale portata ad AIAB, a Città del Bio, a FederBio, ad avanti dai bio- INNER, ad un Comune o a chicchessia". distretti, ai quali abbiamo dato Basile ha poi precisato come la forza dei ampio spazio nel distretti biologici risieda proprio nell'e- padiglione KIP ad quilibrio tra tutte le sue componenti EXPO Milano". (operatori, amministratori, consumatori), BIO-DISTRETTI | N° 2 | 14 |
Salvatore Basile: Salvatore Basile, "i distretti biologici sono un IN.N.E.R. patrimonio esclusivo delle comunità che li abitano: che nessuno pensi di appropriarsene!" Francesco Giardina, MIPAAF tutte con pari dignità e rappresentatività. Forre, ha rappresentato l'importante ruolo Guai a voler far saltare questo equilibrio che possono svolgere i bio-distretti nell'indi- facendo prevalere una delle componenti, rizzare le scelte strategiche di un territorio e magari imponendo dall'alto regole non nell'influenzare sempre di più le scelte politi- condivise. L'autodeterminazione delle co- che, in chiave eco-sostenibile. munità dei distretti biologici è una carat- teristica imprescindbile per la loro indi- Emilio Buonomo, Presidente del Bio- pendenza ed autonomia gestionale. distretto Cilento, ha ricordato il ruolo di dif- Emilio fusione e di supporto all'avvio di altre espe- Basile ha infine invitato la qualificata pla- Buonomo, Presidente Bio- rienze territoriali che svolge da dodici anni tea a sostenere con ogni mezzo a di- distretto Cilento l'ente da lui presieduto, ed ha evidenziato sposizione la "rivoluzione buona" l'importanza di lavorare in rete, che ha por- del biologico territoriale. "Favorire il tato tra l'altro alla nascita dell'Associazione dialogo sociale all'interno delle aree rurali IN.N.E.R. ed alla pubblicazione della prima e e tra queste e le città vuol dire anche non unica rivista al mondo interamente dedicata creare barriere artificiali, che potrebbero ai distretti biologici/eco-regioni. compromettere il successo sia delle inizia- tive già avviate che di quelle future. Biso- gna quindi assolutamente evitare genera- Francesco lizzazioni e preconcetti, legati magari al Torriani, Presidente nome od allo schema che si è deciso di Consorzio Marche adottare per l'avvio di un'esperienza bio- Bio distrettuale. Bio-distretto, distretto biolo- Giuseppe gico, eco-regions, sono solo alcuni dei si- Paolini, nonimi maggiormente utilizzati nel Mon- sindaco di Isola del do per definire questo tipo di esperienze. Piano (PU) Ma il successo di ogni singola iniziativa non è evidentemente legato al nome che si è scelto di utilizzare quanto piuttosto alle caratteristiche fisiche (pedo-climatiche, paesaggistiche, ecc.), produttive, econo- mico-sociali, culturali, dell'area di riferi- mento ed alla capacità di tutti gli attori lo- cali di relazionarsi tra loro e con il mondo esterno per l'elaborazione di una vision e di una strategia comune, attuabile poi at- Da sinistra: traverso l'adozione di un'efficace forma di Antonio Paparo (AIAB Campania) governance multilivello. Uno strumento Salvatore Basile utilissimo per valutare tutto questo è sicu- (IN.N.E.R.) ramente offerto dal sistema di analisi del- Alberto Sturla le performance territoriali messo a punto (CREA) dal Cesare Zanasi dell'Università Alma Patrizia Pugliese (IAMB) Mater di Bologna nell'ambito della ricerca Cesare Zanasi Dimecobio". (UNI Bologna) Giuseppe Orefice Riportiamo infine alcuni degli interventi (IN.N.E.R.) dei rappresentanti dei bio-distretti. Raffaele Basile (IN.N.E.R.) Famiano Crucianelli, Presidente del Bio-distretto della Via Amerina e delle | 15 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
COSTRUIRE UNA STRATEGIA CONDIVISA DI SVILUPPO DEI DISTRETTI BIOLOGICI Il presente intervento* intende costituire un contributo al dibattito e all’azione di tutti i portatori di interesse del settore del biologico e dell’agro-ecologia: associazioni di rappresentanza, centri di ricerca, le filiere produttive e di distribuzione, le organizzazioni dei consumatori e dei cittadini, le strutture di servizio allo sviluppo agricolo e rurale, i governi locali, regionali, nazionali e sovranazionali, impegnati ad individuare risposte appropriate al bisogno urgente di una transizione dall’attuale sistema agro-alimentare verso sistemi realmente sostenibili. Cambiamenti di ampia portata in agricoltura e nei sistemi agroalimentari devono essere attuati per non compromettere le opportunità e le capacità delle future generazioni. * Intervento di Salvatore Basile, Presidente IN.N.E.R., a conclusione del Seminario di studio su "I bio-distretti, nuovo modello di sviluppo rurale", svoltosi a Roma il 1° dicembre 2016, promosso da MIPAAF e IN.N.E.R. Gli scopi della divulgazione del modello di ruolo multifunzionale e potenziando l’integrazione biodistrettuale sono quelli di facilitare e sostenere, con gli altri settori propri dell’economia locale. attraverso le diverse esperienze territoriali, la Viene riscritta nella pratica la dimensione diffusione di sistemi agroalimentari realmente territoriale delle molteplici relazioni dell'agricoltura sostenibili basati sulle caratteristiche fondamentali e con l'ambiente, con il sociale e con la cultura delle sui principi del biologico e dell'agro-ecologia. comunità rurali, incluso il rapporto con le aree urbane. Il distretto biologico è un sistema di azione fondato sul miglioramento e l’innovazione continua, In altri termini, nel valorizzare l’agricoltura l’integrazione tra pubblico, privato e privato sociale e integrandola con tutti gli ambiti la partecipazione attiva di tutti gli attori delle dell’economia locale, il distretto biologico comunità locali nelle decisioni che riguardano lo diventa un nuovo modello di organizzazione sviluppo sociale, economico e culturale sostenibile di economica, sociale ed istituzionale che, in un’area territoriale. linea con le strategie di sviluppo locale e rurale promosse a livello internazionale da diversi Il distretto biologico è un’area geografica nella quale Organismi delle Nazioni Unite, rappresenta lo si costituisce un’associazione formale senza scopo di strumento per una pianificazione realizzata lucro tra produttori agricoli e agroalimentari biologici, secondo un approccio bottom up. in logiche di filiere, cittadini/consumatori associati (gruppi di acquisti solidali, associazioni di consumo, Con esso, infatti, si crea un “luogo” di confronto in ecc.), amministrazioni pubbliche locali, parchi ed aree cui possono essere valorizzate le peculiarità locali e protette, imprese del turismo, del commercio, in cui le produzioni di beni e di servizi agricoli (ma dell’artigianato e della cultura, associazioni sociali, anche la cultura, la tradizione e le risorse naturali e culturali e ambientaliste che condividono e operano paesaggistiche) diventano i fattori di uno sviluppo secondo i metodi di produzione e consumo del concertato e sostenibile. biologico. Da un punto di vista politico, l’interesse per L’istituzione dei distretti biologici in aree in cui i il distretto biologico deriva, invece, dalla produttori biologici e biodinamici assumono la necessità di individuare strumenti innovativi funzione di promotori della sostenibilità, di governance che possano aprire nuovi spazi di rappresenta, nelle esperienze in corso di autonomia e di protagonismo per le comunità locali realizzazione, una opportunità di sviluppo e un nella progettazione di azioni più coerenti con le volano per la crescita socio-economica locale, peculiarità del territorio e su scala territorialmente contribuendo alla salvaguardia ambientale, alla più circoscritta. conservazione della biodiversità, alla tutela delle È opportuno evidenziare che non risulta produzioni biologiche e a preservare l’agricoltura e automaticamente riconducibile ad una precisa tutto ciò che essa rappresenta, valorizzando il suo tipologia distrettuale individuabile tra quelle BIO-DISTRETTI | N° 2 | 16 |
attualmente disciplinate giuridicamente o alle Stato e dare nuove risposte collaborative, attivando esperienze di integrazione territoriale di filiere del risorse locali di diversa natura. Un’occasione settore agroalimentare. Il distretto biologico è da importante per "reinventare" il territorio è quella di considerarsi una tipologia ibrida caratterizzata da una prospettiva che tenga insieme smart city e produzioni di qualità certificate e da un forte legame smart land: un lavorio diffuso di imprese, con il territorio e con un elevato contenuto di amministrazioni, gruppi di cittadini, che tiene tipicità, di conoscenze e cultura locale. Il insieme, spesso in condizioni avverse, valori civici, radicamento sociale delle imprese propone tradizioni, sensibilità sociale e ambientale, ma processi di “valore condiviso”, come definito da soprattutto concreta capacità di costruire un ormai numerosi studi e ricerche, un modo nuovo di presente ed un futuro migliore. Una promettente fare impresa che rende interni e funzionali prospettiva intorno alla quale si sperimentano forme all’attività economica la tutela delle risorse naturali, di rinnovamento e civilizzazione delle piattaforme umane, sociali e culturali di una comunità: dalle produttive, dei servizi sociali ed educativi. Un competenze e dai saperi locali, alla qualità della vita, ambito territoriale nel quale sperimentare dalle bellezze naturali e culturali alle relazioni politiche diffuse e condivise, orientate ad sociali. aumentare la competitività e l'attrattività del territorio con un’attenzione specifica alla Nell’insieme diversificato e multiforme del coesione sociale, alla diffusione della fenomeno distrettuale italiano, i distretti biologici (o conoscenza, alla crescita creativa, bio-distretti o eco-regioni), rappresentano un all’accessibilità e alla libertà di movimento, mondo con caratteristiche specifiche e un alla fruibilità dell’ambiente (naturale, interessante, recente, dinamismo. storico, architettonico, urbano e diffuso) e Il fenomeno dei distretti biologici è stato alimentato, alla qualità del paesaggio e della vita dei in questi anni ed in particolare in Italia, dalle cittadini. numerose esperienze diffuse sul territorio nazionale, Le imprese sono sempre più consapevoli che il nonché́ dal dibattito legislativo in corso a livello territorio non è semplicemente il luogo che ospita gli nazionale, inevitabilmente agganciato agli indirizzi impianti produttivi, ma è un insieme di soggetti - normativi europei in materia di agricoltura biologica istituzionali, associativi e informali- che partecipano e anticipato da interessanti scelte compiute da alla catena di creazione di valore. Essi, se alcune Regioni più attive in materia. condividono i percorsi e le strategie dell’azienda, la In realtà, il distretto biologico è un supportano ad andare più lontano, e nei momenti di "prodotto" proveniente dai territori, che non crisi sono un sostegno (in termini di bassa può essere definito né come modello, né come conflittualità, di disponibilità a condividere i movimento sociale e neppure come semplice sacrifici) e non un ulteriore ostacolo. approccio allo sviluppo rurale ed agricolo. Si tratta Le dinamiche distrettuali appaiono ancora di una metodologia operativa che interseca queste più interessanti nell’ottica della nuova tre dimensioni. Un distretto biologico si crea politica regionale europea 2014-2020, anche da intese sottoscritte dal “basso” tra diversi per quella di sviluppo rurale che promuove soggetti: produttori biologici, istituzioni locali, l’approccio territorializzato ed il ruolo delle politiche operatori turistici, scuole, centri di ricerca, che identificano nei principi, nei metodi e nelle tecniche “place-based”. del biologico, anche considerandone i limiti, un L’utilizzo coordinato dei Fondi Strutturali previsto approccio innovativo per costruire strategie di nel nuovo periodo di programmazione, la possibilità̀ sviluppo della comunità locale, concretamente di attuare strategie territoriali di sviluppo locale sostenibili. Questi processi di partecipazione attiva e integrato, multisettoriale e multifondo, basate su un diretta dei cittadini, di autodeterminazione della partenariato ampio ed articolato, pubblico, privato e strategia di sviluppo territoriale, rappresentano privato sociale, di governance multilivello, un’innovazione sociale di rilievo, che rappresentano opportunità̀ molto interessanti per le finalmente riconnette istituzioni, politica e realtà̀ distrettuali, che funzionano come strutture popolazione, ma difficilmente si concilia con i flessibili ma anche stabili di governo del territorio e tentativi di stabilire sulla carta i criteri oggettivi di di organizzazione dell’economia locale, il cui modello individuazione dei distretti biologici adatti ai diversi presenta una forte corrispondenza metodologica con contesti regionali. l’approccio di sviluppo locale partecipativo promosso È un nuovo protagonismo, che sa raccogliere la dalle Istituzioni europee. domanda dei cittadini non più soddisfatta dallo | 17 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
PROPOSTE PER UN PIANO DI SVILUPPO DEI DISTRETTI BIOLOGICI Le proposte di azione presentate di seguito, intendono inte- grare il Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo del siste- ma biologico, senza nessuna velleità di essere esaustive. Si propongono infatti di stimolare il dibattito, finalizzato ad individuare percorsi pratici e istituzionali, per consolidare e diffondere l'esperienza dei distretti biologici. 1. Promuovere a livello politico- con la partecipazione delle organizzazio- istituzionale, nazionale e regiona- ni dei produttori e dei consumatori, volti le, il riconoscimento dei distretti ad assicurare la formazione, l’informa- biologici come aree virtuose di in- zione e la consulenza specialistica, ac- teresse agro-ecosistemico. Questo al compagnare la gestione aziendale, soste- fine anche di scoraggiare le colloca- nere il consolidamento e lo sviluppo del- zioni di infrastrutture o impianti con im- le filiere, aggregando tutti gli attori del patto agro-ecologico negativo e non ri- comparto, della trasformazione, della spondente alle scelte di sostenibilità del- distribuzione e del commercio, garantire le comunità locali. È opportuno attivare la fornitura dei mezzi tecnici di qualità. un tavolo interistituzionale per definire un quadro normativo che sia in grado di 4. Sviluppare marchi d’area distintivi valorizzare la qualità dei processi di svi- per le produzioni agro-alimentari e fore- luppo territoriale, la governance, la par- stali, i servizi turistici, l’artigianato, il tecipazione attiva degli attori e dei citta- commercio, il patrimonio storico- dini, i risultati di sostenibilità che le co- culturale e architettonico e per le città munità locali si impegnano a conseguire. dei distretti biologici. Che siano progres- Ciò consentirebbe di configurare il di- sivi, cioè a partire da requisiti minimi stretto biologico come area territoriale previsti dagli standard fino a sistemi di prioritaria destinataria di azioni di siste- garanzia e qualità partecipata. Marchi ma per strategie di sviluppo sociale, eco- che abbiano reputazione e valori condi- nomico e ambientale integrato attraver- visi da gruppi di produttori, erogatori di so l’utilizzo coordinato dei fondi struttu- servizi e di consumatori, che consentano rali europei e con modalità di governan- di ottimizzare la trasparenza e il control- ce multi-livello (per esempio ITI). lo sociale. 2. Sviluppare sistemi di misurazione 5. Promuovere azioni di informazio- dei risultati attesi relativi alle trasfor- ne, educazione e comunicazione mazioni sociali, economiche, ambientali integrata a livello locale, regionale, na- e culturali, condivisi dalle comunità lo- zionale ed internazionale sui vantaggi cali che partecipano al distretto bio. dei distretti biologici nel quadro dello sviluppo dell’agricoltura biologica e 3. Favorire e sostenere la costituzio- dell’agro-ecologia, sia per la qualità delle ne di Centri di servizi e innovazio- produzioni agroalimentari, sia per la tu- ne a livello regionale e locale tela delle risorse naturali, che per diffon- BIO-DISTRETTI | N° 2 | 18 |
dere modelli di consumo sostenibili, ve conoscenze. Si propone di promuove- etici e sani. Si potrebbero utilizzare sia le re in collaborazione con il MIPAAF un iniziative dei Piani di comunicazione confronto sistematico e la realizzazione sull’agroalimentare regionali, sia i canali di progetti pilota con il MIUR ed a livello delle Rete Rurale Nazionale, rafforzando delle Regioni, per introdurre i principi e per esempio il SINAB come strumento i metodi dell’agricoltura biologica e social web per l’informazione ai consu- dell’agro-ecologia nei curricula degli matori. istituti superiori, della formazione e dell’aggiornamento professionale e delle 6. Privilegiare le amministrazioni co- università, nonché dei dottorati e dei munali che aderiscono ai distretti corsi di specializzazione. biologici che adottano strategie di green public procurement (per esempio Inserire linee di ricerca e innovazione mense scolastiche e ospedaliere biologi- coerenti con le strategie dei distretti bio- che, verde pubblico ed aree pubbliche in logici nei piani nazionali e regionali, che generale, energie rinnovabili, ecc.), di siano in grado di migliorare e sostenere gestione sostenibile del territorio e di oltre agli aspetti tecnologici, tutte le di- economia circolare, nei piani e nei pro- mensioni della sostenibilità compresi gli grammi nazionali e regionali sulla ge- aspetti sociali e culturali, il rafforza- stione dei rifiuti, della mobilità, delle ri- mento istituzionale e la governance. sorse idriche e del suolo. 10. Promuovere e sostenere i distretti 7. Sostenere progetti pilota "distretti biologici nella realizzazione di biologici nei Parchi e nella aree azioni di cooperazione internazio- protette" con i quali sperimentare una nale in collaborazione MIPAAF-MAE, combinazione di innovazioni sociali, capaci di contribuire efficacemente a su- ecologiche e tecnologiche, che contribui- perare i limiti correnti dello sviluppo e scano ad innescare il cambiamento della cooperazione, per promuovere e strutturale e sostenibile dei sistemi agro- sostenere lo sviluppo locale partecipato alimentari. e supportare sulla base della propria esperienza la diffusione di sistemi agro- 8. Sperimentare nei distretti biologi- alimentari sostenibili. Si potrebbero rea- ci la semplificazione della norma- lizzare interventi nell’ambito di pro- tiva sul biologico (es. certificazione di grammi quadro multilaterali o bilaterali gruppo, sistemi di garanzia partecipati- nei paesi di provenienza dei flussi mi- va). Inoltre sarebbe possibile verificare gratori o in paesi considerati prioritari nuovi schemi in relazione alla lunghezza nei rapporti internazionali. e alla complessità della catena del valo- re, anche adottando nuove tecnologie già disponibili di tracciabilità e monito- raggio, al fine di alleggerire il più possi- SUL SITO bile l’onere gravoso degli obblighi buro- WWW.BIODISTRETTO.NET cratici sui produttori. È STATA APERTA UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA 9. Riconoscere i distretti biologici co- SULLE 10 PROPOSTE DI AZIONE. me ambiti privilegiati di Formazio- ne, Ricerca e Innovazione: contesti di apprendimento e generazione di nuo- | 19 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
LEGGE NAZIONALE SUL BIO Con l'approvazione da parte del "Consiglio Direttivo" (ndr chiaro normato distretto agroalimentare Senato del Disegno di legge n. errore contenuto nel DL). Piena- di qualità. 2811, l’Italia potrebbe diventare la mente condivisibile anche la pro- Nella stessa Seduta Agrinsieme prima nazione al mondo ad avere posta di prevedere la promozione (Confagricoltura, CIA, Al- una legge in cui vengono stabiliti i di sistemi di certificazione colletti- leanza cooperative) esprimeva criteri per il riconoscimento, la va e/o di garanzia partecipata. invece pieno apprezzamento ed regolamentazione ed il supporto Lascia invece perplessi la posizio- appoggio al disegno di legge. dei distretti biologici. ne critica assunta nei confronti del UNCI Agroalimentare eviden- In realtà, sin dal 2013 è all'esame disegno di legge dalla Coldiretti ziava anche la necessità di preve- del Senato anche un altro disegno nella Comunicazione effettuata dere l'esclusione di ogni forma di di legge (n. 523) che prevede il nella Seduta n. 263 del 28 giugno contaminazione da OGM e l'inse- riconoscimento dei distretti biolo- scorso, in cui si affermava tra l'al- rimento nel disciplinare dei di- gici. Si tratta però di un testo da- tro l'inutilità della definizione del stretti bio di misure preventive tato e pieno di sovrapposizioni distretto biologico, essendo a loro dell'inquinamento ambientale. con l'attuale normativa comunita- dire del tutto assimilabile al già ria e nazionale. Nel presente arti- colo, al fine di ottimizzarne la comprensione dei contenuti, trat- teremo pertanto esclusivamente il disegno di legge n. 2811. Come evidenzia il Presidente di IN.N.E.R., Salvatore Basile, “sono parecchi anni che seguiamo l’evo- luzione della proposta di legge ed abbiamo anche avuto modo di contribuire al suo miglioramento nel corso di un’audizione in Com- missione Agricoltura alla Camera. Ringraziamo l’On. Alessandra Terrosi, relatrice e grande sosteni- trice della legge". Dal 4 maggio ad oggi si sono sus- seguite alcune audizioni presso la nona Commissione permanente del Senato (Agricoltura e produ- zione agroalimentare). Particolarmente significativa è stata la Comunicazione del CREA nella Seduta n. 261 del 21 giugno scorso, in cui si consigliava tra l'altro di affidare la proposta di istituzione di un distretto biologi- co ad un "Comitato promotore" piuttosto che all'imprecisato BIO-DISTRETTI | N° 2 | 20 |
DISEGNO DI LEGGE N. 2811 NOTE A CURA DELLA REDAZIONE Art. 10 (Distretti biologici) 1. Costituiscono distretti biologici i sistemi produttivi locali, an- che di carattere interprovinciale o interregionale, a spiccata vocazione agricola nei quali, oltre alle caratteristiche previste dall'articolo 13 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, L'articolo 13 del decreto legislativo n. siano significativi: 228/2001 definisce come distretti rurali quei sistemi produttivi locali a) la coltivazione, l'allevamento, la trasformazione e la prepa- caratterizzati da un'identità storica e razione alimentare e industriale di prodotti biologici con- territoriale omogenea, derivante formemente alla normativa europea, nazionale e regiona- dall'integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonchè dalla le; produzione di beni o servizi di parti- b) la tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, colare specificità, coerenti con le tra- dizioni e le vocazioni naturali e terri- d'allevamento e di trasformazione tipiche locali; toriali". I distretti agroalimentari c) le attività economiche che si svolgono nel rispetto dei cri- vengono invece definiti come quei teri della sostenibilità ambientale o che possono essere sistemi produttivi locali, anche a ca- rattere interregionale, caratterizzati svolte in conformità a tali criteri entro termini certi. da significativa presenza economica e 2. Al distretto biologico possono partecipare enti locali che da interrelazione e interdipendenza adottino politiche di tutela del ruolo delle produzioni biologi- produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonchè da una o più che, di difesa dell'ambiente, di conservazione del suolo agri- produzioni certificate e tutelate ai colo e di difesa della biodiversità. sensi della vigente normativa comu- 3. Con decreto del Ministro, da emanare previa intesa in sede di nitaria o nazionale, oppure da produ- zioni tradizionali o tipiche. Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono specificati i requisiti e le condizioni per la costituzione dei distretti biologici. 4. I distretti biologici si caratterizzano per l’integrazione tra le attività agricole e le altre attività economiche presenti nell’a- rea del distretto stesso e per la presenza di aree pae- saggisticamente rilevanti, incluse le aree protette nazionali e regionali di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e le aree comprese nella rete «Natura 2000» prevista dal regolamen- to di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 set- tembre 1997, n. 357. 5. I distretti biologici sono istituiti al fine di: a) promuovere l’uso sostenibile delle risorse naturali e locali nei processi produttivi agricoli, finalizzato alla tutela degli ecosistemi; b) stimolare e favorire l’approccio territoriale, anche al di fuori dei confini amministrativi, promuovendo la coesione e la partecipazione di tutti i soggetti economici e sociali con l’obiettivo di perseguire uno sviluppo attento alla con- servazione delle risorse, impiegando le stesse nei processi produttivi in modo da salvaguardare l’ambiente, la salute e le diversità locali; c) semplificare, per gli agricoltori biologici operanti nel di- stretto, l’applicazione delle norme di certificazione biolo- gica e delle norme di certificazione ambientale e territo- | 21 | LA RIVISTA DEI BIO-DISTRETTI
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