Roma Capitale per i quartieri climaticamente neutrali - Esperienze europee a confronto
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Il Progetto CLUE Fiammetta Curcio -Responsabile Progetto CLUE per Roma Capitale Il progetto CLUE (Distretti Urbani Climaticamente Neutri in Europa) affronta le sfide che le città sostenibili si trovano ad affrontare nel loro cammino per diventare carbon neutral. Il punto di partenza del progetto è il lavoro delle città per creare i quartieri urbani climaticamente neutri utilizzando nuove tecnologie e tecniche di 2 costruzione innovative per ridurre le emissioni di CO . Uno degli obiettivi principali del progetto CLUE è quello di rafforzare la capacità locale e regionale nell'elaborazione delle politiche per quanto riguarda l'attuazione e la valutazione di nuove soluzioni e tecnologie per un'economia a basse emissioni 2 di CO nelle aree urbane. Il consorzio riunisce partner provenienti da nove enti locali e regionali, oltre a tre Università di 9 Paesi europei. Capofila è la città di Stoccolma. CLUE esplora le buone pratiche nella progettazione e nella realizzazione di sistemi, soluzioni e tecnologie per i distretti urbani climaticamente neutri, nonché i metodi per misurare, monitorare, comunicare, verificare e valutare gli sforzi tesi alla mitigazione del clima. Le attività del progetto si sono tradotte in un database di buone pratiche e raccomandazioni politiche sulla integrazione degli aspetti climatici nel processo di sviluppo urbano. Inoltre, i partner del progetto CLUE hanno sviluppato linee guida per la metodologia nonché i piani di attuazione per tutte le regioni partecipanti. I lavori del progetto si concludono a fine 2014. Sviluppo di una metodologia I partecipanti sono stati impegnati nel rivedere i metodi per lo sviluppo dei quartieri urbani climaticamente neutri. L'obiettivo è stato quello di individuare metodi sviluppati sia nella comunità scientifica sia in quella tecnica e riferire sulla loro attuazione effettiva nella pianificazione urbanistica e nello sviluppo urbano. Il progetto ha preso in esame almeno un caso studio di ciascun partner, di ambito comunale o regionale, mostrando i loro progressi con i distretti urbani climaticamente neutri e quali metodi hanno usato. Il progetto ha utilizzato queste informazioni, insieme con i risultati provenienti dai seminari tecnici, per sviluppare linee guida sul modo migliore per implementare nuove metodologie per i distretti urbani climaticamente neutri. 1
La selezione delle buone pratiche Essendo lo scopo principale del progetto quello di identificare le buone pratiche per giungere a distretti urbani climaticamente neutri, il progetto CLUE ha impegnato i suoi partner nella raccolta di esempi locali su come cogliere tale obiettivo. Come primo passo, 89 buone pratiche sono state individuate dalle città e dalle regioni partecipanti. Questi esempi sono correlati a tutti i cinque gruppi di lavoro del progetto: 1. Legislazione e regolamenti 2. Impegno/partecipazione del settore privato e dei cittadini 3. Strategie di pianificazione 4. Tecnologie e sistemi per il riscaldamento, il raffrescamento ed efficienza energetica 5. Trasporti urbani La seconda fase è stata la selezione di due o tre esempi di buona pratica in ciascun gruppo di lavoro tematico di cui sopra. Tali esempi sono stati studiati in dettaglio. Il risultato è quindi una raccolta di materiale completo che mostra come le città e le regioni possono procedere durante la pianificazione delle aree carbon neutral. Sono stati presi in considerazione i diversi livelli d’impegno e di obiettivi politici in materia di mitigazione del clima, nonché i diversi stadi di partenza di città e regioni in tutta Europa. Il prodotto finale è la messa a disposizione di consulenza politica su come gli esempi di buone pratiche individuati possono essere introdotti nei processi decisionali di pianificazione nelle città e nelle regioni. Lo scambio è risultato tanto più efficace quanto più è stata applicata nel dettaglio una metodologia di reale interazione tra chi offre e chi riceve l’esperienza appunto di buona pratica. La sfida dunque è quella di lavorare in tandem e di contribuire, da parte del soggetto “offerente”, a decontestualizzare la propria buona pratica e a far emergere il processo che ha portato a comporla con date caratteristiche e, da parte del soggetto che la accoglie, a cercare di prevederne gli effetti sulla propria realtà locale e i necessari aggiustamenti. Il Progetto CLUE ha rappresentato per Roma l’occasione di studiare e far emergere importanti spunti provenienti da due esperienze compiute dalla Città di Amburgo nel campo urbanistico. Questa pubblicazione intende quindi illustrarne le caratteristiche e proporre alcune riflessioni. 2
Roma Capitale e il progetto CLUE Giovanni Caudo - Assessore alla trasformazione urbana di Roma Capitale Roma, negli ultimi vent’anni è cresciuta in maniera continua, spesso disordinata, saldandosi in più punti con i comuni limitrofi. Le politiche degli ultimi anni hanno incentivato un modello di sviluppo urbano che, oltre ad intaccare lo straordinario patrimonio dell’agro romano, non ha fornito risposte ai problemi pregressi. Nelle linee programmatiche dell’amministrazione guidata dal sindaco Ignazio Marino abbiamo indicato la necessità di un cambio di rotta. Altre città europee hanno già raccolto, negli anni passati, la sfida del cambiamento e dedicato un impegno specifico al governo della transizione dalla fase dell’espansione a quella di una nuova urbanità, come esito di processi riguardanti il già costruito e abitato. Le città della vecchia Europa, avendo sostanzialmente esaurito la fase di espansione fisica, hanno oggi nelle forme dell’urbanizzazione la leva principale su cui agire per collocarsi entro lo scenario globale senza perdere la loro specificità e peculiarità, potremmo dire, senza perdere la loro storia e il loro insegnamento. Anche le città italiane, e tra queste Roma più delle altre, per storia e cultura, hanno il compito di definire le politiche più indicate per dare forma a una urbanizzazione senza espansione fisica. Non si tratta semplicemente di porre un limite, pur necessario, al consumo di suolo, né di risolvere annose diatribe sulla valorizzazione delle aree dismesse, stabilendo soglie quantitative. Si tratta di qualcosa di più e di qualcosa di differente. Il futuro della nostra città dipende dalla capacità di esercitare in modo pieno ed efficace la funzione di regia pubblica, in tutte le fasi della trasformazione urbana – dall’ideazione all’attuazione – anche per sollecitare e indirizzare investimenti privati di elevata qualità, capaci di assicurare un rapporto più equilibrato con le risorse ambientali, una maggiore vivibilità degli insediamenti, un’elevata qualità delle costruzioni. All’interno di questa prospettiva si colloca l’interesse specifico per il progetto europeo CLUE e, in particolare, per le politiche di rigenerazione urbana della città di Amburgo che sono illustrate in questo volume. Amburgo costituisce, a questo proposito, un caso di grande interesse, utile per comprendere l’ampiezza della sfida che ci attende. 3
Perché distretti urbani climaticamente neutrali? Franco La Torre - Responsabile Progetto CLUE per Risorse per Roma S.p.A. Oggi, più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e questa percentuale è destinata ad aumentare. La stessa tendenza vale in Europa: la vasta urbanizzazione iniziata dopo la seconda guerra mondiale continuerà e 4 su 5 europei vivrà in aree urbane entro il 2050. Per questa ragione, ciò che si farà in città può costituire un contributo fondamentale alla mitigazione delle conseguenze del cambiamento climatico. Infatti, le città: 2 • sono territori dove si sprigionano rilevanti quantità di CO , rappresentando un ambito fondamentale per ridurre le emissioni, • nel loro processo di crescita, possono sperimentare le migliori tecnologie disponibili, • sono abitate, spesso, da residenti giovani, sensibili alle questioni ambientali e più portati al cambiamento. L’esperienza del progetto CLUE evidenzia che le soluzioni, per far fronte al cambiamento climatico, sono prevalentemente soluzioni urbane. Prima di tutto l'uso di combustibili fossili, come principale fonte di emissioni di gas serra, è determinata dalle condizioni locali, di carattere fisico, climatico o economico, come evidenziato dai settori della mobilità e del condizionamento (riscaldamento/raffreddamento). Le condizioni climatiche e geofisiche locali determinano le scelte nella produzione di energia rinnovabile: il vento per le turbine eoliche, le montagne per l'energia idroelettrica, la luce del sole per il fotovoltaico e il calore geotermico; che non deve essere captato troppo in profondità, ecc. La fattibilità delle scelte dipende, fortemente, dal sistema delle infrastrutture urbane, dalla normativa, dalle conoscenze e, non ultima, dalla volontà politica. Le città possono trarre vantaggio dall’esperienza di altre città. L’esperienza degli ultimi anni dimostra che i processi di pianificazione urbana sono espressione di culture e istituzioni locali. Le aree urbane climaticamente neutrali di altre città possono essere fonte di ispirazione. Esse non possono agire come modelli da copiare poiché le condizioni fisiche e istituzionali di ogni città sono uniche. La neutralità climatica La neutralità climatica si propone di sviluppare strategie e azioni che evitino il 4
cambiamento climatico globale, attraverso l'eliminazione delle emissioni di anidride carbonica derivanti dai prodotti e servizi. Città, imprese e altre parti interessate attualmente utilizzano il concetto di neutralità climatica in modi diversi, quando si riferiscono ad ambiti come orari, attività, settori e aree geografiche. Non c’é consenso sulla definizione di neutralità climatica, tanto meno su cosa comprenda. I concetti, attualmente disponibili, sono zero emissioni di carbonio, rete di carbonio pari a zero, emissioni zero e basso tenore di carbonio. Un’attività rigorosamente a zero emissioni di carbonio significa che nessun carbonio è emesso a all'interno del confine geografico della città (trasporti, energia elettrica, produzione) e all’esterno (ciclo di prospettiva di vita di energia elettrica, combustibili, ecc). Ciò significa che nessun bilanciamento o compensazione sono ammessi. Questo è praticamente impossibile. Le restrizioni alle compensazioni commerciali sono, quindi, cruciali per la discussione di neutralità climatica nella pratica. Nella definizione, utilizzata dalla Commissione britannica per lo sviluppo sostenibile (Commissione per lo sviluppo sostenibile del Regno Unito, 2007), la limitazione delle compensazioni è discussa nella definizione di un'organizzazione carbon neutral, come segue: "Uno che non provoca accumulo netto di CO 2 nell'atmosfera. Pertanto, la neutralità di carbonio consente che le emissioni siano canalizzate verso altro luogo, un processo che si chiama ”offsetting (compensazione)”. Tuttavia, la Commissione mette in guardia contro una politica di neutralità di carbonio che si concentra esclusivamente sull’offsetting (compensazione) del carbonio. Poiché l'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre le emissioni complessive nel corso del tempo, le emissioni semplicemente compensate senza una strategia di gestione del carbonio in atto è, nella migliore delle ipotesi, errata e, nel peggiore dei casi, controproducente." Una definizione di neutralità climatica che potrebbe essere utile è quella suggerita dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'Europa (UNECE) nel rapporto sul clima “Città Climaticamente Neutrali” del 2011: "Mitigazione e adattamento sono le due facce di una strategia urbana per la neutralità climatica. Tale strategia suggerisce che: a. le città mirano a raggiungere zero emissioni di gas a effetto serra, riducendo le emissioni il più possibile e sviluppando meccanismi per compensare le emissioni residue inevitabili, e 5
b. le città mirano a diventare a prova di clima, o resilienti agli impatti negativi del cambiamento climatico attraverso il miglioramento delle loro capacità di adattamento." Il suggerimento dell’UNECE per la mitigazione e l'adattamento potrebbe essere utilizzato per stabilire gli obiettivi per la neutralità climatica nei distretti urbani. La definizione proposta dall’UNECE è molto aperta e, allo stesso tempo, vaga. Ha il vantaggio di proporre nuove idee e di coinvolgere nuovi attori, in una prospettiva ampia, per sostenere l'innovazione e lo sviluppo per la neutralità climatica. Allo stesso tempo, invita le città ad essere trasparenti, per favorire una partecipazione responsabile, da parte di tutti i portatori d’interesse, al fine di evitare il "green washing". Il rapporto UNECE rimanda ad una visione più olistica di sviluppo. "Mentre la neutralità climatica è una strategia per essere 'clima-smart', è anche un mezzo per affrontare altre sfide ambientali, economiche e sociali.” Questo è un aspetto importante e tende a rafforzare il messaggio fondamentale: l’obiettivo della neutralità climatica nei distretti urbani deve essere collegato ai temi, più generali, dello sviluppo urbano sostenibile. Tale connessione è necessaria per evitare la sottovalutazione di ambiti e tematiche, vale a dire l'attuazione di misure di mitigazione del clima, che creano nuovi problemi riguardanti altre questioni. Città e mitigazione climatica globale Le città occupano solo il 2% della terra emersa del mondo. Allo stesso tempo, sono i principali responsabili del cambiamento climatico e rappresentano il 75% del consumo energetico mondiale e fino all’ 80% delle emissioni globali di gas serra (Dulal & Akbar, 2013). Poiché le città sono fonti piuttosto concentrate di grandi emissioni di gas serra, dovrebbero essere una priorità nelle politiche climatiche. Inoltre, l'urbanizzazione continua vedrà crescere le aree residenziali. Impatti del cambiamento climatico – quali l'innalzamento del livello del mare, inondazioni, cicloni più frequenti e più forti, più ondate di calore e siccità, malattie tropicali in zone a clima temperato, con lo spostamento di zone ecologiche – avranno un effetto devastante sulle diverse aree urbane. Teniamo presente che, circa, il 90% delle le grandi città si trova lungo le coste. Il cambiamento climatico può influenzare le infrastrutture e i servizi urbani causando un danno patrimoniale e il peggioramento della qualità della vita nelle città. Tuttavia, le città sono anche luoghi di innovazione, comunicazione e 6
commercio e hanno la possibilità di guidare l'azione globale per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Le singole decisioni e le politiche possono avere un impatto e contribuire agli effetti globali, soprattutto se impariamo dai successi e fallimenti propri e degli altri. Con l'obiettivo di ridurre le cause del cambiamento climatico, alcune città hanno creato la tendenza di includere gli obiettivi di riduzione dei gas serra nei piani di sviluppo urbano. L'adozione di obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dei governi di tutto il mondo è iniziato con la ratifica del Protocollo di Kyoto: "Riduzione del 5% delle emissioni di gas serra entro il 2012, rispetto ai livelli del 1990”. L'Unione Europea definisce le proprie ambizioni come "20-20-20", impegnandosi a ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra dell'UE, il miglioramento del 20% dell'efficienza energetica dell'UE e un aumento del 20% della quota di energie rinnovabili per il consumo di energia entro il 2020. Attualmente ci sono circa 6000 città, in tutto il mondo, che hanno fissato obiettivi per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Queste città hanno sviluppato piani d'azione locali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Nel percorso verso il conseguimento degli obiettivi di carbonio dell’UE, molte città si impegnano volontariamente ad aumentare l'efficienza energetica e l'uso di fonti di energia rinnovabili. Avviato dalla Commissione Europea, il Patto dei Sindaci sostiene gli sforzi dei governi locali per l'attuazione di una politica dell’energia sostenibile. Inoltre, una serie di iniziative sono state stabilite per aiutare le città in tutto il mondo verso il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione climatica: C40, la Clinton Climate Initiative, UN-Habitat, 100 Resilient Cities e altre sono stati istituite per promuovere azioni legate al clima sostenibili a livello locale. Queste iniziative promuovono l'attuazione della politica climatica a livello urbano o addirittura di quartiere, perché i governi locali promulgano decisioni ed esercitano il controllo su molti fattori legati alle emissioni di gas serra e possono prendere decisioni riguardanti l'uso del territorio, il trasporto, lo smaltimento dei rifiuti, l’arredo urbano, i regolamenti residenziali e commerciali. La rilevanza di questi ambiti dimostra l’importanza dell’azione locale e, di conseguenza il ruolo che le città possono giocare nel contribuire allo sviluppo sostenibile globale e a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. 7
PARTE I IBA HAMBURG Città libera ed anseatica di Amburgo – informazioni generali Situata nel nord della Germania, la città di Amburgo è una città-stato ed è la seconda città più grande della Germania. E' una delle poche città tedesche in cui la popolazione è in aumento. Studi demografici stimano che l'attuale popolazione (1,8 milioni - 2014) crescerà di 80.000 unità entro il 2020. Di conseguenza vi sono pochi immobili di tipo residenziale a disposizione, soprattutto quando si tratta di alloggi a prezzi accessibili (Freie und Hansestadt Hamburg - Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2007). La Regione Metropolitana (Land) di Amburgo, regione economica della Germania di cui fanno parte anche alcune zone della bassa Sassonia, Schleswig-Holstein e Mecklenburg-Vorpommern, ha una popolazione di circa cinque milioni di persone. La città ha una superficie di circa 755 km² e racchiude ampi spazi di verde, percorsi d'acqua e boschi: oltre il 16% della superficie urbana è costituito da parchi, zone ricreative e paesaggi in periferia adibiti all'agricoltura. Questi potrebbero rappresentare solo alcuni dei motivi per cui la città vanta un alto tenore di vita ed abitazioni di qualità. L’8% della superficie urbana è costituito da ruscelli, stagni e laghi (ad esempio l'Alster interno ed esterno). Le aree portuali occupano all'incirca 74 km² della superficie urbana. Il fiume Elba non è solo fondamentale per il porto industriale, ma funge da confine naturale suddividendo la città in piccole zone. Situata lungo il corso del fiume Elba, Amburgo è rinomata per essere uno dei principali centri del commercio grazie alla sua posizione strategica a cavallo tra 8
il Mare del Nord e il Mar Baltico. La città vanta il terzo porto più grande d'Europa e, in termini di movimentazione di container, rientra nella classifica dei venti porti più importanti al mondo. I principali settori industriali di Amburgo sono l'aviazione civile, la trasformazione di prodotti alimentari e l'industria pesante (metallurgia). Per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella politica climatica nazionale e migliorare la qualità della vita ad Amburgo, il Governo (Senat) ha approvato il Piano di Azione per il Clima 2007-2012 contenente quasi 500 progetti diversi pianificati, avviati o realizzati durante il suddetto periodo. Tra il 2007 e il 2012 il piano è stato monitorato ed aggiornato annualmente. Al di là dei singoli progetti, un contributo fondamentale per l'implementazione delle misure a protezione dell'ambiente è stato rappresentato dai sussidi statali per la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica, le operazioni di retrofit sul parco immobiliare esistente e l'integrazione delle energie rinnovabili. L’obiettivo complessivo era una riduzione del 40% delle emissioni di CO 2 entro il 2020 e dell’80 % entro il 2050. Le emissioni di CO 2 pro capite sono state ridotte del 15 % rispetto al 1990. (Bürgerschaft der Freien und Hansestadt Hamburg, 2013) Nel 2013 il piano di azione per il clima è stato seguito dal piano consolidato per la protezione del clima e dal piano di azione denominato “adattamento al cambiamento climatico”. Il piano consolidato prevede diversi interventi che riguardano principalmente i campi della mobilità, dell'edilizia e dell'efficienza energetica, tutti atti a garantire un approccio olistico al raggiungimento degli obiettivi. Il Piano Consolidato scade nel 2050, ma il 2020 ne rappresenta la prima tappa fondamentale. Il piano prevede, a partire dal 2020, una riduzione annuale nelle emissioni di CO 2 pari a 2 milioni di tonnellate. Quello che più ci preme è che il piano stabilisce che gli sforzi della IBA di Amburgo devono essere portati avanti ovvero che vadano sviluppati nuovi progetti e conclusi quelli esistenti. La Fiera Internazionale dell'Edilizia (IBA) - Amburgo 2013 Le fiere internazionali dell'edilizia sono una tradizione consolidata in Germania. La prima fiera venne organizzata nel 1901 a Darmstadt (Alture di Mathilden) con l'obiettivo di presentare le tecnologie più avanzate nel settore dell'edilizia ad un vasto pubblico internazionale nel contesto delle esibizioni mondiali. Gli IBA hanno rappresentato una prestigiosa piattaforma per l'architettura e la cultura 9
dell'abitare. Le fiere dell'edilizia possono essere viste come laboratori e spinte propulsive dello sviluppo urbano e si spingono oltre la mera rappresentazione di architettura e tipologie costruttive. Gli IBA sono una sorta di task force che si prefigge delle scadenze ben precise. Nel 2006, la libera e anseatica città di Amburgo ospitò la IBA e la Fiera Internazionale del Giardino (FIG) per promuovere la riqualificazione della zona "al di là del fiume Elba", ovvero per creare nuove opportunità di sviluppo per le isole dell'Elba (Wilhelmsburg e Veddel) e il porto di Harburg. La IBA e la FIG vennero istituite dalla città di Amburgo nel 2006 proprio con questo scopo. Entrambe sono di proprietà della città ed interconnesse in termini di organizzazione e management. Alla IBA vennero inizialmente riconosciuti fondi per 100 milioni di euro, successivamente ridotti a 90 milioni di euro con l'avvento della crisi del 2009. L’obiettivo della IBA era di sviluppare progetti per il “futuro della metropoli” tra il 2007 e il 2013. Questo punto verrà approfondito più avanti. L'obiettivo complessivo era di rendere le isole sull’Elba quasi interamente dipendenti dalle energie rinnovabili entro il 2050. (International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010) Sede dell'IBA – Wilhelmsburg, Veddel, Porto di Harburg L'IBA opera nei due distretti di Wilhelmsburg e Veddel e nella zona del porto di Harburg. Con una superficie di 35 km² e 55.000 abitanti, questa zona è l'isola abitata più grande d'Europa L'isola è situata sul fiume Elba che la separa dalla città di Amburgo a Nord. Il panorama urbano dell'isola è costituito dalla zona portuale ad Ovest e dalle zone industriali a Nord. Inoltre, l'isola è attraversata da infrastrutture fondamentali per il trasporto nazionale: una linea ferroviaria strategica che attraversa il paese da Nord a Sud, una delle due autostrade principali ed una strada di grande comunicazione. Questa zona è collegata alle altre parti della città attraverso il servizio ferroviario metropolitano (S-Bahn), gli autobus e una nuova pista ciclabile che attraversa il porto e la vecchia galleria dell'Elba. Caratteristica è la suddivisione della zona in 15 distretti, ognuno risalente a periodi storici diversi. Nella zona vi sono numerosi edifici e paesaggi: dalle case indipendenti situate nelle zone agricole e rurali ai palazzi alti delle zone residenziali tipiche degli anni settanta e le zone commerciali, dai piccoli appezzamenti di terreno di proprietà del comune (destinati ad orti urbani) agli ampi spazi dedicati allo stoccaggio dei container. Da molti anni nei distretti di Wilhelmsburg e Veddel si trovano principalmente 10
piccole imprese, industrie e alloggi per la classe operaia. Situati nelle immediate vicinanze del porto e offrendo alloggi a buon mercato, questi due distretti attirarono numerosi operai e immigrati poco istruiti. La diffusione sempre maggiore di sistemi automatizzati e l'introduzione dei container richiesero spazi più ampi per il porto e portarono al progressivo abbandono delle operazioni portuali (e quindi del fabbisogno di forza lavoro). Questo comportò inoltre un progressivo decadimento della zona. Inoltre, in seguito alla grande inondazione del 1962, questa zona venne ulteriormente trascurata dalle autorità di Amburgo, soprattutto per quanto riguarda la sua funzione residenziale. Nella zona si svilupparono principalmente le attività industriali ed il porto. Il distretto era caratterizzato da case popolari, una discarica (Mülldeponie Georgswerder), una zona di stoccaggio container e autostrade. (Freie und Hansestadt Hamburg - Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2013). Popolazione e imprese Nonostante durante gli ultimi anni siano stati realizzati numerosi interventi, Wilhelmsburg rimane una zona socialmente svantaggiata rispetto ad altri distretti di Amburgo. Molti residenti fanno affidamento ai sussidi sociali, sono di origine immigrata e spesso non hanno terminato gli studi scolastici. Il reddito medio è inferiore (-25%) rispetto alla media di Amburgo. Va però sottolineato che la situazione è in miglioramento dal 2006. (Freie und Hansestadt Hamburg - Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2013) La percentuale di case popolari (30%) è relativamente elevata rispetto ai livelli di Amburgo (11%). Va evidenziato però che i contratti agevolati di locazione scadranno nel 2017 e quindi probabilmente scenderà anche il numero di alloggi popolari. Bisogna considerare che alcuni progetti di retrofit per le case popolari termineranno a breve e che quindi vi è anche una possibilità concreta che tale numero non scenda affatto. L'affitto medio per questi alloggi è aumentato di 0,6 euro raggiungendo quota 7,99 euro al m2 (2012), comunque molto inferiore rispetto a quello che viene pagato ad Amburgo (10,99 euro al m 2). (Analyse & Konzepte - Beratungsgesellschaft für Wohnen, Immobilien und Stadtenwicklung mbH, 2012, p. 13) Il più significativo contributo all'economia di Wilhelmsburg viene dalle attività industriali e dalle piccole imprese che dipendono dalle attività e dai servizi portuali, che sono destinate a rimanere stabili nel tempo. Inoltre, Wilhelmsburg offre la possibilità di vivere nelle immediate vicinanze della propria sede di 11
lavoro, un aspetto che verrà ulteriormente migliorato in futuro. Vi sono diverse zone industriali, un'industria creativa in crescita e altri settori industriali. Nella recente "Wilhelmsburg central" sono state costruite un centro medico, una residenza sanitaria assistenziale ed altri servizi. La percentuale di studenti che risiedono nell'isola e che conseguono il diploma scolastico (Abitur) è aumentata dal 23% (2008/2009) al 29% (2012). Ad Amburgo la percentuale è del 54% (2011). Parallelamente è diminuita la percentuale di studenti che abbandonano la scuola senza aver conseguito il diploma dal 25% (2008/2009) al 15% (2012). Una percentuale che comunque rimane di gran lunga superiore alla media registrata ad Amburgo (7 %). Il tasso di disoccupazione è diminuito ed ora si è assestato sui livelli registrati ad Amburgo (11%). (Analyse & Konzepte - Beratungsgesellschaft für Wohnen, Immobilien und Stadtenwicklung mbH, 2012, pp. 20-21). Il Concetto di Riqualificazione Urbana per le zone “Al di Là dell'Elba“ Nonostante sia il distretto più esteso di Amburgo ed occupi una posizione centrale, Wilhelmsburg è stata trascurata per molti anni dalle autorità di Amburgo e dai suoi cittadini. Visto lo stato di degrado in cui versava Wilhelmsburg, i residenti si sono attivati ed hanno organizzato una conferenza per discutere sul suo futuro. Hanno così sviluppato una visione per il futuro di Wilhelmsburg, creando una sorta di Libro Bianco (Weißbuch). Tra gli interventi ritenuti prioritari vi sono: il miglioramento delle scuole e del trasporto pubblico e la costruzione di zone residenziali dedicate alle famiglie. (Zukunftskonferenz Wilhlemsburg, 2002) Da qui, nel 2003, nacque l'idea della riqualificazione delle zone “Al di là dell'Elba” un progetto del Ministero per lo Sviluppo Urbano ed Ambientale (Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, BSU). Il progetto intendeva far fronte alla crescente domanda per nuovi spazi residenziali e approvava l'idea che il distretto richiedesse una riqualificazione delle zone centrali e non un'espansione delle zone di periferia situate a nord. Nel 2013, per dare ulteriore spinta al processo di riqualificazione delle zone “Al di là dell'Elba”, la città di Amburgo scelse di tenere l'IBA e la Fiera Internazionale del Giardino (FIG) al centro dell’isola fluviale di Wilhelmsburg. La IBA e la FIG vennero istituite dalla città di Amburgo nel 2006 proprio a questo scopo. Entrambe sono di proprietà della città ed interconnesse in termini di organizzazione e management. Alla IBA vennero inizialmente riconosciuti fondi 12
per 100 milioni di euro, successivamente ridotti a 90 milioni di euro con l'avvento della crisi del 2009. “E' consuetudine che, a livello organizzativo, un IBA goda di una certa indipendenza dalle unità amministrative tradizionali. Solitamente essa viene costituita sotto forma di una GmbH tedesca, ovvero una società a responsabilità limitata. Gode quindi di una buona autonomia rispetto alle gerarchie amministrative tradizionali e può quindi muoversi come se fosse una società privata. Nonostante un IBA non abbia poteri indipendenti o responsabilità amministrative, ha un ambito di sua competenza che viene stabilito dal parlamento (Bürgerschaft ad Amburgo) e legittimato attraverso processi democratici.” IBA - Tematiche principali La IBA di Amburgo affrontò tre tematiche fondamentali nell’ottica ci creare una "Metropoli del Futuro". Per trovare una soluzione al rapporto difficile tra sviluppo portuale e riqualificazione residenziale, la tematica “Metrozones” introdusse l’idea di migliorare le periferie interne avvalendosi anche del contributo della FIG. Vennero quindi creati "distretti di alta qualità" e si tentò di trovare una soluzione al contrasto tra le zone lavorative e residenziali. La tematica “Cosmopolis” affrontava il tema relativo ad una coesistenza in un futuro che vede società urbane sempre più multi-culturali. Questo punto valutava la diversità come un vantaggio da sfruttare ed incoraggiare attraverso la costruzione di nuove infrastrutture e la riqualificazione urbana. Le parole chiave erano "formazione" e "lavoro". (International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010) L'ultima tematica - “le città e il cambiamento climatico” - venne sviluppata alla luce di ciò che comporta uno sviluppo urbano nell'era post-fossile e che non contempla l'utilizzo di energia nucleare (da notare che il 75% delle emissioni globali di CO2 viene prodotta negli ambienti urbani). La necessità di affrontare un tema come questo divenne ancor più urgente in seguito alla pubblicazione del rapporto IPCC nel 2007. Questa tematica si pone l'obiettivo di stabilire nuovi standard per le "metropoli del futuro" e di proporre interventi di riferimento che, a livello urbano, possano rispondere alle nuove sfide introdotte dal cambiamento climatico. Quindi, da un lato vennero sviluppate strategie e progetti per contrastare il cambiamento climatico (cd mitigazione): riduzione dei gas serra, aumento dell'efficienza e del risparmio energetico, promozione delle 13
fonti rinnovabili. Dall'altro ci si occupò di gestire le conseguenze del cambiamento climatico (cd adattamento). Ad ogni modo tutti i progetti IBA dovevano rispettare un obiettivo fondamentale, ovvero il "Progetto Preliminare di Protezione del Clima per una Wilhelmsburg Rinnovabile”, ciò comportava che 2 il loro bilancio globale di CO non poteva andarsi a sommare alle emissioni complessive prodotte sull’isola. Per raggiungere il suddetto scopo, le emissioni 2 "inevitabili" di CO dovevano essere compensate attraverso progetti che fanno uso di energia rinnovabile. Tutti i progetti sviluppati secondo questa filosofia strategica avevano l’obbligo di diventare completamente rinnovabili nel lungo termine. (International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010) Organigramma della IBA di Amburgo La IBA è un'organizzazione che appartiene alla Città di Amburgo alla quale viene riconosciuto un proprio budget. E' consuetudine che, a livello organizzativo, un IBA goda di una certa indipendenza dalle unità amministrative tradizionali. Solitamente essa viene costituita sotto forma di una GmbH tedesca, ovvero una società a responsabilità limitata. Gode quindi di una buona autonomia rispetto alle gerarchie amministrative tradizionali e può quindi muoversi come se fosse una società privata. Nonostante un IBA non abbia poteri indipendenti o responsabilità amministrative, ha un ambito di sua competenza che viene stabilito dal parlamento (Bürgerschaft ad Amburgo) e legittimato attraverso processi democratici. Di conseguenza la IBA dialoga con diverse istituzioni ufficiali quali la BSU, il Ministero delle Finanze (titolare dei beni immobili detenuti dalla città), le amministrazioni distrettuali di Amburgo-Centro e Amburgo-Amburgo ed altre amministrazioni e società della città. Quando venne istituita la IBA aveva due Amministratori Delegati (l'AD della FIG era anche l'AD della IBA e viceversa). Tuttavia a partire dall'anno successivo a quello della sua inaugurazione, la IBA ha avuto un solo AD. Contribuiscono al lavoro della IBA anche diversi comitati, consigli e commissioni composte da esperti provenienti dal mondo universitario, aziendale e istituzionale nonché i residenti e le autorità pubbliche. Le linee guida e le delibere dell'IBA vengono approvate dal Consiglio di Amministrazione che è composto da diversi personaggi politici tra cui il Senatore dell'Ambiente Jutta Blankau e i suoi funzionari. Una commissione di consulenza formata da esperti di calibro internazionale ha stabilito i cosiddetti " Criteri di Eccellenza" e si confronta su tutte le tematiche ad essi connessi. Tale commissione non ha alcun potere decisionale. Un gruppo di esperti ha 14
sviluppato sette criteri di eccellenza a cui si devono conformare i progetti della IBA, in questo modo i progetti non rimangono semplici progetti, ma sono fonte di ispirazione per soluzioni inedite, ovvero soluzioni che stabiliscono gli standard del futuro. I progetti IBA, per essere definiti tali, devono soddisfare tutti e sette i suddetti criteri di eccellenza. Il consiglio che fornisce consulenza sul clima e l'energia è composto da esperti nei campi della scienza, della politica e dell'applicazione pratica. La sua funzione è di seguire il lavoro della IBA in maniera critica e promuovere l'innovazione come parte integrante dei progetti IBA. Il consiglio si è riunito 3-4 volte all'anno. Una task force dedicata (Projektgruppe “Sprung über die Elbe”) venne costituita all'interno della BSU per sostenere gli sforzi di riqualificazione urbana delle aree “Al di là dell'Elba”. Inoltre venne istituito un gruppo deliberativo e di coordinamento (Koordinierungskreis “Sprung über die Elbe”) che si riuniva regolarmente per coordinare le attività e le relative amministrazioni. Figura 1 - Organigramma della IBA Hamburg GmbH Il compito principale della IBA è di acquisire, coordinare ed assegnare gli investimenti privati ed eventualmente quelli pubblici. Solo in casi eccezionali la IBA ha ricoperto il ruolo di investitore o sponsor di un progetto di costruzione. Tutti i progetti devono superare il processo di selezione e di approvazione prima di essere riconosciuti come progetti IBA. Un impegno maggiore verso quelli che sono gli obiettivi dell'IBA venne ottenuto attraverso i seguenti passaggi: I contratti di cooperazione venivano sottoscritti con tutti i partner principali e gli stakeholder, costituendo quindi le basi per il lavoro collaborativo IBA. Gli accordi per l'acquisto degli immobili detenuti dalla città vengono siglati 15
in base ai contratti di “Quality Assurance" sottoscritti dalla l'IBA e dai singoli investitori. Tali contratti sancivano che tutti gli edifici dovevano soddisfare gli Standard Minimi della IBA ovvero avere un'efficienza energetica superiore del 30% rispetto ai requisiti stabiliti a livello nazionale (EnEV 2009). L'IBA aveva un budget di 20 milioni di euro da assegnare a progetti immobiliari molto innovativi. Il riconoscimento di questi fondi aggiuntivi era vincolato, per ciascun progetto, da particolari condizioni sanciti nel contratto di quality assurance. La maggior parte dei progetti immobiliari innovativi ottennero i fondi messi a disposizione dalla IBA. Nel caso in cui un progetto avesse deviato dai termini contrattuali sarebbe cessata l'erogazione dei fondi. Il consenso dei residenti e dei politici presenti sul territorio è stato ottenuto attraverso la prassi, implementata dalla IBA - Amburgo, di renderli ampiamente partecipi nei processi di pianificazione. A seconda del target e del progetto specifico, sono state impiegate diverse strategie per coinvolgere i cittadini residenti sull'isola. Per tutti i progetti IBA ci siamo confrontati con i rappresentanti dei residenti sul territorio e con i diretti interessati. La partecipazione dei residenti era fondamentale per migliorare l'efficienza energetica attraverso, ad esempio, operazioni di retrofit. Con l'esperienza abbiamo compreso che le popolazioni vadano convinte a livello emotivo. Un approccio in questo senso è stato rappresentato dalle "Commissioni Partecipative" costituite da 24 residenti che, nonostante non avessero alcun potere decisionale, potevano avanzare le proprie proposte. L'opinione di tale commissione è stata indispensabile. Un altro approccio utilizzato è stata una Chat che intrattenevamo regolarmente con i Cittadini" nell'ottica di incoraggiare un confronto aperto. Nonostante i nostri sforzi atti a coinvolgere i loro rappresentanti, gli immigrati non sono stati rappresentati adeguatamente negli eventi partecipativi. Inoltre ci siamo impegnati affinché i progetti godessero di ampia visibilità. Sono stati promossi numerosi progetti di divulgazione mirati a target diversi ed è stata pubblicata una rivista quadrimestrale della IBA (“IBA Blick”) che riportava gli attuali sviluppi, gli eventi ecc. Inoltre, i cittadini hanno avuto la possibilità di esplorare i progetti sull'isola di Elba attraverso visite guidate in bicicletta o in autobus. Venne anche installata una colonnina informativa per ciascun progetto IBA. Informazioni sugli sviluppi dei progetti sono state messe a disposizione dei 16
visitatori attraverso una serie di mostre dedicate (ad esempio sulla Energy Hill). Inoltre la mostra permanente al molo IBA - "IBA: Lavori in Corso" - ha rappresentato un luogo di confronto per visitatori, residenti e gruppi di esperti. Vennero anche organizzati workshop IBA su diversi temi per garantire, da un lato, assistenza e formazione agli esperti e dall'altro un confronto con i cittadini. Ad esempio, il concetto della protezione del clima fu analizzato criticamente da esperti di calibro internazionale. Nonostante la IBA è di proprietà della città di Amburgo, ed è quindi posta sotto il suo diretto controllo, gode di ampia autonomia nella scelta dei progetti su cui lavorare e i concetti da sviluppare. In altre parole la città di Amburgo non emana direttive atte a stabilire quali attività debba svolgere la IBA. Nel 2009, per dare maggiore slancio all'uso di energia rinnovabile ad Amburgo, il Parlamento della città fondò l'azienda municipalizzata "HAMBURG ENERGIE". Questo rappresentò una tappa fondamentale del progetto per la trasformazione di Amburgo nella Capitale Verde d'Europa entro il 2011. Successivamente HAMBURG ENERGIE ricoprì il duplice ruolo di partner ed investitore relativamente ai progetti sull'energia rinnovabile nel contesto della IBA. Il Quadro (Legislativo) nella Città di Amburgo L’offerta sulla base del progetto preliminare (“Konzeptausschreibung”) Nella vendita di terreni di proprietà ad investitori o sviluppatori di progetti, la città di Amburgo applica una convenzione interna nota come "l’offerta sulla base del progetto preliminare” (OPP). Questo verrà approfondito in questa sezione. Dall'inizio del 2010 diverse autorità responsabili per la pianificazione urbana di Amburgo applicarono il metodo OPP, approvato come parte integrante del piano per la riqualificazione delle aree residenziali. Il piano venne sviluppato per promuovere la costruzione di immobili dai prezzi accessibili e con ottime prestazioni energetiche. Da quando questo metodo è diventato operativo la valutazione dei progetti preliminari per l'assegnazione dei beni immobili viene assegnato il 70% del punteggio complessivo alla qualità del progetto preliminare e il rimanente 30% all'offerta in termini economici. Inizialmente il punteggio assegnato durante la valutazione dei progetti era suddiviso in parti uguali: un terzo veniva assegnato al fattore residenziale/sociale, un terzo al design urbano ed un terzo alle prestazioni energetiche. Oggi viene dato maggior peso alla politica sociale unita al fattore residenziale/sociale. Infatti il 40% del punteggio (280/700) viene attribuito al 17
fattore residenziale/sociale e all'architettura/design urbano, mentre la prestazione energetica rappresenta il 20% (140/700.). Nella valutazione complessiva dell’OPP, la sostenibilità e la prestazione energetica costituiscono solo il 14%. Di solito la prestazione energetica è valutata secondo il seguente schema: ¬ KfW Immobile con Efficienza 70 (70 KWh/m2/a): 20 punti ¬ KfW Immobile con Efficienza 55: 50 punti ¬ Immobile con Efficienza 40: 80 punti ¬ Case passive: 100 punti ¬ Immobile con Efficienza Pro: 120 punti ¬ Materiali isolanti sostenibili certificati Blue Angel: 10 punti ¬ Certificazione DGNB o NaWoh: 10 punti Ad oggi sono stati valutati 30 OPP con questa procedura. Non sussistono dei requisiti minimi in termini di standard energetici per un immobile, tuttavia viene assegnato un punteggio pari a zero alle OPP che non vanno oltre lo standard nazionale. Una commissione composta da tutte le autorità pertinenti (il comune, il Ministero delle Finanze, il Ministero della pianificazione urbanistica ed ambientale) decide se approvare o meno le offerte pervenute in base ai suddetti criteri. Vi sono comunque eccezioni per le associazioni e le municipalizzate (SAGA GWG) che si occupano di edilizia popolare. L'assegnazione degli immobili alle associazioni che si occupano di edilizia popolare viene stabilita dall'Agenzia per le Associazioni di Edilizia Popolare (parte del BSU). (Krämer, 2014) Questo processo di valutazione è stato usato per gli appezzamenti di Wilhelmsburg-Central e facenti parte dell'attuale progetto di riqualificazione urbana di Neugraben. Quadro legislativo, incentivi fiscali e sussidi In questa parte vengono delineate le leggi e gli incentivi fiscali più rilevanti che vanno a formare quelli che sono i quadri regionali e nazionali. Infatti, da un lato vi sono leggi nazionali che regolano gli standard energetici per gli edifici e l'uso delle fonti rinnovabili e dall'altro vi sono leggi specifiche che vengono emanati dal parlamento di Amburgo e che hanno quindi solo validità entro i confini di sua competenza. Questo aspetto verrà approfondito più avanti. Si rende noto che, ad oggi, solo il comune di Amburgo ha emanato una legge dedicata agli standard energetici per gli edifici, con limiti più stringenti rispetto a quelli nazionali. Tuttavia, con l'aggiornamento della legge nazionale, questa 18
disposizione è diventata obsoleta e, ad oggi, la Città di Amburgo non ha provveduto ad aggiornarla. Il meccanismo Tedesco per l'acquisto di Energia immessa nella rete e la rinnovata legge sulla produzione di energia da fonti rinnovabili La legge sulla generazione di energia da fonti rinnovabili (EEG/ Erneuerbare Energien Gesetz) si pone i seguenti obiettivi: Uno sviluppo sostenibile nel settore della fornitura di energia Accelerare lo sviluppo tecnologico per favorire la generazione di elettricità da fonti rinnovabili L'obiettivo principale è di portare la percentuale di Energia generata da Fonti Rinnovabili (EFR) al 40-45% nel 2025 e al 55-60% nel 2035. Si presume che questo obiettivo verrà raggiunto garantendo un prezzo di acquisto a coloro che immettono EFR nella rete per i prossimi 20 anni. Il prezzo di acquisto diminuisce con il tempo a seconda della fonte rinnovabile che viene impiegata. La legge promuove l’EFR che viene immessa nella rete nazionale di fornitura elettrica. La EEG stabilisce che il gestore è tenuto ad allacciare i produttori di EFR alla rete ed ad acquistare l’EFR. Questa legge venne introdotta per la prima volta nel 1990 ed è stata oggetto di numerosi aggiornamenti per garantire che procedesse di pari passo con gli sviluppi tecnologici politici. L'ultimo aggiornamento risale al Luglio del 2014. Il governo tedesco ha deciso di ridurre il prezzo di acquisto riconosciuto ai nuovi produttori di EFR e di limitare la diffusione delle fonti rinnovabili. Il prezzo di acquisto è stato determinante per i progetti della IBA che prevedevano l'uso di fonti rinnovabili. Regolamento in Materia Edilizia (EnEV 2009 - Energie Einsparverordnung) EnEV 2009 è stato emanato dal governo nazionale e si rifà alla legge sulla riduzione del consumo energetico negli edifici (Energieeinsparungsgesetz – EnEG). Si prefigge lo scopo di ridurre il fabbisogno energetico primario degli edifici. Il regolamento è stato migliorato integrando disposizioni sugli impianti di riscaldamento e sui requisiti di isolamento termico. Tutto ciò viene fatto nell'ottica di raggiungere gli obiettivi nazionali ovvero di rendere Carbon Neutral l'intero parco immobiliare entro il 2050. Il regolamento stabilisce i requisiti di efficienza energetica per diverse categorie immobiliari: residenziale, uffici ed alcuni tipologie di edifici commerciali. Stabilisce inoltre dei valori limite di fabbisogno energetico primario (su base annuale) e stringenti standard in termini di dispersione di calore a seconda della categoria di immobile. EnEV 19
viene applicato sia agli edifici di nuova costruzione che a quelli interessati da operazioni di retrofit. Per garantire la massima efficienza energetica e l'applicazione delle tecnologie più avanzate il progetto viene revisionato ad anni alternativi. (Bundesministerium für Bauen, Stadtentwicklung und Verkehr, 2013) Per i progetti della IBA è stato applicato EnEV 2009, mentre la versione attuale del EnEv è stata applicata a partire dal 2014. Di seguito viene descritta la procedura per calcolare il fabbisogno energetico primario: Fase: 1 L'ingegneria di installazione viene compreso nel calcolo del bilancio energetico: viene valutata quindi la dispersione durante il processo di generazione, distribuzione, stoccaggio e conferimento dell'energia termica. Non viene più considerata l'energia disponibile per una certa superficie (energia utile), ma l'energia finale (quella proveniente dalla fonte) conferita al cantiere. Fase 2: Il fabbisogno di energia finale viene calcolato in base all'energia primaria in quanto vengono valutate - attraverso un coefficiente di energia primaria e nel calcolo del bilancio energetico dell'edificio - le perdite dovute alla generazione, conversione e trasporto dalla fonte. (Internationale Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010) Pianificazione Energetica ed Urbana - Quadro Legislativo In Germania la pianificazione a livello comunale si conforma alla legge federale in materia edilizia (BauGB), che disciplina l'ambiente edificato e definisce gli strumenti principali di pianificazione urbana. Stabilisce inoltre ciò che può essere fatto, chi ne è responsabile e le modalità in cui può essere fatto. La pianificazione locale è svolta dai comuni secondo gli obbiettivi ed i requisiti stabiliti a livello nazionale. Il piano regolatore comunale non può stabilire norme in materia di collegamento e uso della rete di distribuzione del calore. Un regolamento in questo senso non è contenuto nella legge federale in materia edilizia. Tuttavia, ogni stato federale stabilisce le norme per il collegamento e l'uso della rete comunale di distribuzione del calore all'interno dei regolamenti comunali . (Deutsches Institut für Urbanistik, 2011) Come parte del suddetto quadro legislativo, il parlamento di Amburgo approvò una legge per la protezione del clima (Hamburgisches Klimaschutzgesetz) nel 1997. Ad oggi Amburgo è l'unica città-stato della Germania che ha approvato una legge di questo tipo. L'obiettivo della legge è di proteggere il clima attraverso la riduzione del fabbisogno energetico. Per raggiungere tale scopo la legge stabilisce requisiti vincolanti in materia di impianti di riscaldamento elettrico, reti comunali di 20
distribuzione del calore, involucri edilizi, ecc. La Legge per la Protezione del Clima stabilisce anche che il Governo (Senat) di Amburgo può emanare ordinanze che impongono a tutti gli edifici di nuova costruzione, situati in una certa zona, l'allacciamento coatto alla rete comunale di distribuzione del calore (§ 4 I HmbKliSchG). Sono esenti solo gli edifici che presentano un fabbisogno energetico minimo (es. le case passive). La legge per la protezione del clima rende obbligatorio l'allacciamento alla rete comunale di distribuzione del calore per garantire che ciò avvenga per tutte le nuove costruzioni nel quartiere di Wilhelmsburg-Central. Inoltre, attraverso la presentazione di offerte da parte degli appaltatori e fornitori di energia interessati a gestire la rete di distribuzione, possono essere siglati contratti di procurement. L'assegnatario viene scelto in base al costo e alla qualità del progetto. Il parametro fondamentale per stabilire la qualità di un'OPP potrebbe essere il rapporto CO2/KWh. La legge per la protezione del clima stabilisce inoltre limiti più stringenti in termini di fabbisogno energetico rispetto a EnEV. Tuttavia, quest'affermazione fa riferimento a EnEV 2007 ed è quindi obsoleta e richiede un aggiornamento. Va comunque ribadito che Amburgo è l'unico stato federale ad aver emanato un'ordinanza di questo tipo. (Hamburger Senat, 2007) Procedure per lo Stanziamento di Fondi a confronto: Germania e Amburgo Vi sono una serie di incentivi per i progetti che comportano: l'impiego di energia da fonti rinnovabili, la costruzione di edifici nuovi o operazioni di retrofit per le costruzioni esistenti. A livello nazionale i prestiti vengono erogati dalla Banca per la Ricostruzione (Kreditanstalt für Wiederaufbau-KfW). L’entità del prestito varia a seconda dell'indice di prestazione energetica degli edifici (es. KfW 55 per le abitazioni (55 KWh/m2/a)). Gli indici richiesti sono più bassi rispetto allo Standard stabilito dal EnEv (2014). A livello cittadino prestiti e sussidi vengono erogati dalla Banca di Amburgo dell'Investimento e dello Sviluppo (IFB - Hamburgische Investitions und Förderbank). In alcuni casi, i prestiti/sussidi forniti dalle due banche possono essere combinati tra loro rendendo molto vantaggiosi gli investimenti nelle energie rinnovabili o nell'efficienza energetica degli edifici. Gli incentivi fiscali sono stati sfruttati per diversi progetti della IBA. Possono anche fungere da Quality Assurance in quanto vengono esclusivamente elargiti a fronte di requisiti documentabili (es. certificato energetico-Energiepass) e molto stringenti. 21
IBA di Amburgo: obiettivi raggiunti ed esperienza acquisita Inizialmente era previsto che il progetto IBA di Amburgo si sviluppasse tra il 2007 ed il 2013. Tuttavia, il parlamento di Amburgo ha deciso di prolungare questo periodo oltre il 2013, permettendo quindi alla IBA di sviluppare alcuni progetti nuovi e di terminare quei pochi progetti ancora da ultimare. Da quanto detto, si evince che la maggior parte dei progetti previsti sono stati ultimati con pochissime eccezioni (Energia Geotermica dal Sottosuolo con scadenza nel 2015 e Abitazioni rispettose del Clima - Haulander Weg - con scadenza nel 2018). Nel periodo 2006-2013, gli investimenti del settore privato hanno raggiunto 700 milioni di euro e sono state costruite circa 1200 nuove unità abitative nel contesto della IBA. Inoltre sono stati identificati a Wilhelmsburg, Veddel e nella zona del porto di Harburg siti potenziali per la costruzione di ulteriori 1800 unità abitative. Queste verranno sviluppate e realizzate a partire dal 2013. I progetti realizzati sono stati aperti al pubblico dal 23 Marzo al 3 Novembre 2013. I risultati dimostrano che la IBA e le FIG sono più che adeguate a promuovere il miglioramento del tenore di vita sull'isola fluviale: Siamo riusciti ad attirare quantità notevoli di investimenti privati. Le numerose richieste pervenute in occasione della conferenza tenuta nel 2002 sul futuro dell'isola (es. rendere accessibile la zona di Spreehafen, creare un centro a Wilhelmsburg e migliorare la qualità degli istituti per l'istruzione) ed aventi quindi come obiettivo il miglioramento della qualità di vita dei residenti sono stati resi possibili attraverso la IBA e le FIG. Grazie ai progetti sviluppati nel contesto della IBA e delle FIG, una zona a Sud di Amburgo - prima sconosciuta e degradata - si è trasformato in un centro di riqualificazione urbana all'avanguardia. Il requisito fondamentale per lo sviluppo urbano è stato quindi la concentrazione degli investimenti nell'istruzione, nel mercato del lavoro locale e nella cultura. Tuttavia, rimangono aspetti che richiedono attenzione e che andranno affrontati più avanti. Entro il 2015, i progetti completati o pianificati ad oggi, contribuiranno al fabbisogno energetico complessivo generando il 54% di energia rinnovabile e il 14% di riscaldamento da fonti rinnovabili. Viene illustrato di seguito una sintesi degli obbiettivi raggiunti finora ed in particolare nel campo energetico: All'insegna della tematica “Metrozones” ci si era prefissati di realizzare uno dei più grandi progetti edilizi ovvero un centro urbano sull'isola fluviale di 22
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