ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...

Pagina creata da Sofia Pavan
 
CONTINUA A LEGGERE
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
Pagina 1

                      Territorio
    WORKING PAPER

LA PIANIFICAZIONE
ALIMENTARE:
  CASI STUDIO
      NOVEMBRE 2019
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
Documento realizzato nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-20
Piano di azione biennale 2017-18
Autorità di gestione:
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
Ufficio DISR2
Dirigente:
Paolo Ammassari

Scheda progetto 18.3
Gli Enti locali e lo sviluppo rurale: rilevare fabbisogni per attività di networking
Responsabile:
Catia Zumpano (CREA-PB)

Autori:
Davide Marino (Università del Molise) e Giampiero Mazzocchi (Università del Molise, LANDS)

Impaginazione:
Alberto Marchi (CREA-PB)
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
Sommario

PREMESSA                             ................................................................................................................................................................................................................ 4

INTRODUZIONE                         ................................................................................................................................................................................................................ 6

1. MILANO                            FOOD POLICY DI MILANO .......................................................................................................................................................... 8

2. PISA                              PIANO DEL CIBO DI PISA ......................................................................................................................................................... 13

3. LIONE                             PROTECTION DES ESPACES NATURELS ET AGRICOLES PÉRIURBAINS DE LA MÉTROPOLE DE LYON ...... 19

4. MONTPELLIER                       P2A: POLITIQUE AGROÉCOLOGIQUE ET ALIMENTAIRE DE MONTPELLIER ........................................................ 24

5. BRISTOL                           A GOOD FOOD PLAN FOR BRISTOL .................................................................................................................................... 29

6. TORONTO                           TORONTO FOOD POLICY COUNCIL ..................................................................................................................................... 37

7. BELO HORIZONTE                    BELO HORIZONTE’S FOOD SECURITY POLICY ............................................................................................................... 42

8. QUITO                             PACTO AGRO ALIMENTARE DE QUITO................................................................................................................................ 47

ANALISI COMPARATIVA DEI CASI STUDIO ..................................................................................................................................................................... 53

BIBLIOGRAFIA                         ............................................................................................................................................................................................................. 56
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
PREMESSA                                                                                                              Pagina 5

Premessa

  Il tema della pianificazione alimentare rientra fra le li-     2018 della Rete Rurale Nazionale, alcuni approfondi-
nee di intervento della Rete Rurale Nazionale. Nello spe-        menti sulla pianificazione alimentare. Nello specifico,
cifico, il suo inserimento nella Scheda progettuale 18.3         ha promosso la realizzazione di uno studio finalizzato
“Gli Enti locali e lo sviluppo rurale: rilevare fabbisogni per   a fornire, per chi interessato, un quadro di riferimento
attività di networking”, risponde all’idea – ormai acquisi-      per la comprensione degli approcci e dei modelli che
ta - secondo cui il diritto al cibo, sano e di qualità, è un     sono alla base dello sviluppo delle politiche alimentari.
diritto che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini. Il    I risultati di questo studio, condotto in collaborazione
cibo rappresenta quindi un bene comune ed in quan-               con alcuni ricercatori dell’Università del Molise e del suo
to tale rientra anche fra gli ambiti di intervento degli         Spin off Lands Network, sono stati riportati nel working
enti territoriali. Così, le municipalità – che rappresenta-      paper “La pianificazione alimentare: concetti e modelli”,
no il punto terminale di contatto con i cittadini - sono         consultabile sul sito della Rete (www.reterurale.it). Paral-
chiamate a svolgere un ruolo di primo piano nella sua            lelamente, al fine di favorire la conoscenza di esperienze
gestione e progettazione. Ma la pianificazione alimenta-         che alcune municipalità stanno realizzando sul tema
re è un’attività complessa, risultato del mix di approcci        della pianificazione alimentare, sono state identificati e
strategici, competenze e risorse finanziarie, non sempre         approfonditi alcuni casi studio significativi (e ormai con-
alla portata dei comuni, in particolare di quelli di piccole     solidati) europei e internazionali, i cui risultati sono con-
dimensioni.                                                      tenuti nel presente Working Paper.
  In questo potrebbe essere d’aiuto una politica agricola           Se nel biennio passato l’attenzione è stata concentra-
e di sviluppo rurale più attenta al tema dei sistemi ali-        ta su elementi utili a inquadrare il tema della pianifica-
mentari, capace di incorporare le spinte innovative che          zione alimentare, che ci ha portato a fare riferimento
vengono dal mondo agricolo e alimentare, nonché della            al quadro teorico generale nonché alle esperienze più
società civile; spinte che chiedono di adottare approcci         significative in corso, nel biennio 2019-2020, il focus è
sistemici volti a collocare l’attività agricola e le sue pro-    stato spostato sui luoghi di produzione del cibo, ana-
duzioni in un’ottica di sostenibilità socio-territoriale e di    lizzando le esperienze volte a favorire l’aggregazione di
democrazia alimentare.                                           piccole municipalità rurali sul tema della pianificazione
  Per favorire e sostenere la presa in carico di queste          alimentare. Ciò al fine anche di sviluppare riflessioni e
nuove spinte da parte delle politiche dello sviluppo ru-         proposte utili alla futura programmazione delle politi-
rale, nonché dei soggetti istituzionali spesso chiamati ad       che agricole e di sviluppo rurale (post 2020).
attuarla (ed in particolare, le municipalità), il CREA ha
promosso, nell’ambito delle attività del biennio 2017-                                                        Catia Zumpano
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
Pagina 6                                                                                                                    INTRODUZIONE

Introduzione

  “Riconoscendo: l’importanza delle città come centri primari
e crescenti di consumo di cibo; l’importanza delle Municipalità
nel dirigere e modificare il modo in cui il cibo viene prodotto,
distribuito, consumato e smaltito [...]”,
con queste parole si apre il Milan Urban Food Policy Pact.

   Nel XXI secolo le città stanno emergendo sempre più                    europeo, con qualche caso emblematico extra-europeo.
come nuovi attori delle relazioni internazionali per una                  Nonostante le politiche alimentari siano talvolta sviluppa-
serie di temi e problematiche alle quali i sindaci delle                  te da piccoli comuni o da agglomerazioni amministrative
città di tutto il mondo sembrano rispondere con maggior                   che riuniscono più municipalità di modesta entità, i para-
urgenza rispetto agli Stati di cui fanno parte. Fra questi                metri di scelta dei casi studio hanno portato alla selezio-
temi rientrano le politiche locali del cibo, nella loro ete-              ne di realtà urbane di medie-grandi dimensioni. Infatti,
rogeneità e nella loro veste di strumenti e iniziative vol-               la selezione ha tenuto conto di alcuni fattori che fossero
ti a rendere i sistemi alimentari urbani più sostenibili e                utili a far emergere le criticità e le opportunità legate ad
coerenti con le sfide attuali. Di fatto, di fronte alle cre-              approcci territoriali ai sistemi alimentari urbani che, nella
scenti preoccupazioni ambientali, sociali ed economiche                   maggioranza dei casi, sono sostenuti da amministrazioni
che caratterizzano i processi di                                                                    che possono contare su un territo-
urbanizzazione, le città – secondo                                                                  rio abbastanza vasto e complesso
varie forme e soluzioni ammini-                                                                     da poter incidere sulla riconnes-
strativo-funzionali – hanno assunto                                                                 sione fra città e campagna e fra
un ruolo sempre più centrale nel                                                                    territori urbani e rurali. Questo ap-
riconoscere come il sistema del                                                                     proccio è ovviamente più difficol-
cibo abbia delle importanti riper-                                                                  toso nel caso di piccoli comuni o
cussioni su molte delle sfide che                                                                   municipalità dove, nonostante le
si trovano oggi ad affrontare. Le                                                                   possibilità di azione sono moltepli-
città stanno iniziando a compren-                                                                   ci e potenzialmente molto efficaci,
dere l'importanza di preservare e                                                                   la capacità di mettere a sistema di
proteggere le aree agricole urba-                                                                   attori, processi, flussi e conoscenze
ne, periurbane e rurali e stanno                                                                    è molto più limitata a causa della
iniziando a influenzare la politica                                                                 ridotta estensione territoriale e po-
di pianificazione per proteggere o                                                                  litica dell’amministrazione locale.
consentire l'uso di aree periurbane                                                                    I fattori alla base della selezione
e rurali per la produzione alimen-                                                                  dei nostri casi studio, esemplifica-
tare localizzata. Si assiste, pertan-                                                               tivi di approcci diversificati alle po-
to, al crescente interesse alle relazioni urbano-rurali e agli            litiche alimentari, possono essere riassunti nell’esistenza
approcci territoriali che possano rispondere alle trasfor-                di politiche che considerano i rapporti fra città e campa-
mazioni che coinvolgono l’agricoltura, i sistemi alimentari               gna, rapporti intesi sia in senso materiale come flussi di
e gli spazi rurali in maniera olistica e sostenibile.                     materie ed economie sia in senso immateriali come con-
   Dopo aver affrontato, nel primo Working Paper “La pia-                 nessioni sociali e simboliche fra mondo rurale ed urbano.
nificazione alimentare: concetti e modelli”* il background                Le politiche alimentari selezionate – di cui 5 sono euro-
teorico alla base della nascita delle politiche alimentari,               pee e 3 extra-europee – riflettono, pertanto, l’eterogeneità
in questo secondo contributo l’obiettivo è quello di ripor-               geografica, sociale, politica, economica dei contesti nelle
tare alcuni casi studio significativi a livello principalmente            quali si sono sviluppate.

* https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20001
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
INTRODUZIONE                                                                                                              Pagina 7

   La progressiva presa di coscienza della centralità del             6.  Soggetto attuatore
cibo nei modelli di sviluppo urbani e la maggiore con-                7.  Scala amministrativa
sapevolezza delle esternalità del sistema agroalimentare              8.  Estensione territoriale
hanno spinto i governi locali a riappropriarsi delle respon-          9.  Gli organi di governance di supporto
sabilità in materia di alimentazione e a impegnarsi attiva-          10.  I processi di governance adottati
mente nella creazione di percorsi istituzionali e processi           11.  Richiamo a eventuali analisi preliminari
di governance alimentare locali. Questi percorsi e questi            12.  Obiettivi/priorità
processi sono più difficili da mappare e restituire, perché          13.  Azioni principali della politica alimentare messa in
attengono a traiettorie di sviluppo specifiche dei singoli                atto
contesti. In generale, tuttavia, è possibile almeno iden-            14. Risultati attesi
tificare le macro questioni entro cui essi sono avvenuti:            15. Relazioni urbano-rurali messe in atto
per esempio, le città nordamericane, pioniere nell’ambito            16. Adozione di un piano di monitoraggio e valutazione
della pianificazione alimentare urbana, hanno una lunga              17. Finanziamenti dedicati
tradizione di politiche connesse al tema della salute pub-           18. Sustainable Development Goals (SDG) richiamati
blica (Morgan, 2015), in particolare alla lotta all’obesità e        19. Bibliografia e link utili
alle patologie legate alle abitudini alimentari (si vedano              Riguardo il penultimo punto (“Sustainable Develop-
per esempio le food policies di Toronto e Bristol) ma an-            ment Goals (SDG) richiamati”), si è ritenuto utile inda-
che agli aspetti della giustizia socio-spaziale attraverso i         gare in che modo ogni politica alimentare contribuisce
food desert (Walker et al., 2010). Le realtà urbane del Sud          al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità (Sustai-
America, dell’Africa e dell’Asia declinano invece le politi-         nable Development Goals) stabiliti dalle Nazioni Uniti
che alimentari più esplicitamente in termini di sicurezza            come target per il 2030. Come più dettagliatamente
alimentare e promozione di sviluppo econo¬mico locale,               esposto nel Working Paper n.1, infatti, gli SDG si inse-
soprattutto attraverso iniziative di agricoltura urbana e fa-        riscono all’interno di un’ampia agenda politica stabilita
miliare, sovente con il supporto della cooperazione inter-           dalle Nazioni Unite, dove vengono determinati gli impe-
nazionale (Calori e Magarini, 2015; Bini et al., 2017). In Eu-       gni sullo sviluppo sostenibile che dovranno essere realiz-
ropa, il panorama della pianificazione alimentare urbana             zati entro il 2030. Come riconosciuto dal direttore dello
è eterogeneo e molto frammentato. Alcuni paesi, come il              Stockholm Resilience Centre, Johan Rockström, ognuno
Regno Unito, sono attivi da più tempo con politiche siste-           di questi obiettivi è legato direttamente o indirettamen-
miche mutuate dalla tradizione nordamericana. In altri,              te ai sistemi alimentari e ai presupposti alla base delle
come in Italia e in Francia (Brand, 2017), il tema si sviluppa       politiche alimentari e agricole. Nel dibattito internazio-
soprattutto a partire dalle esperienze promosse dalla so-            nale viene in misura sempre più forte riconosciuto un
cietà civile (in particolare con la ricostruzione dei rapporti       rapporto di sinergia e di reciproco rafforzamento fra la
fra produttori e consumatori attraverso gli Alternative Food         sostenibilità dei sistemi alimentari e il raggiungimento
Networks) che, solo di recente, sembrano evolvere verso              SDG. Per questo motivo, il grafico finale di ogni scheda
approcci più sistemici con il coinvolgimento delle istitu-           aiuta a ricondurre le azioni previste da ciascuna politica
zioni (Calori e Magarini, 2015).                                     alimentare con i 17 SDG, mentre nelle conclusioni viene
   Le schede che compongono il presente contributo sono              offerta una panoramica cumulativa delle otto esperien-
state costruite in modo da permettere un’analisi compa-              ze analizzate. Quelli riportati come sezione finale di ogni
rativa fra i casi studio, analisi che chiude il presente contri-     scheda sono, pertanto, valori specifici per ogni politica
buto. Sintetizzando, gli aspetti che sono stati approfondi-          alimentare, e sono stati costruiti mettendo in relazione
ti riguardano i processi di costruzione della politica (attori       gli obiettivi di ogni food policy urbana con i 169 target
coinvolti, coinvolgimento della società civile), gli organi di       che sottendono i 17 SDG, accorpandoli successivamen-
governance a supporto della politica (Consigli del Cibo o            te per ottenere un valore percentuale del contributo di
altro), gli obiettivi, le priorità e le azioni stabilite e la pre-   ogni SDG al totale degli SDG interessati da ogni politica
senza di un sistema di monitoraggio e valutazione dell’a-            alimentare.
vanzamento della politica. In particolare, tutte le schede              Infine si specifica che le schede sono state redatte
contengono i seguenti campi:                                         utilizzando e sistematizzando materiale informativo di-
  1. Città e Paese                                                   vulgato on-line e in forma cartacea. Per questo motivo,
  2. Nome della politica alimentare                                  potrebbero non contenere aggiornamenti o informazio-
  3. Firmataria del Milan Urban Food Policy Pact                     ni relativi a recenti evoluzioni che, per motivi strategici o
  4. Data di inizio formale                                          di fisiologico avanzamento dei progetti, non siano state
  5. Soggetto proponente                                             ancora pubblicizzate.
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
Pagina 8                                                                                    CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia)

Food Policy di Milano

   1 Milano

 FIRMATARIA DEL MILAN URBAN          PRESENZA DI UN ORGANO DI                   I PROCESSI DI GOVERNANCE
 FOOD POLICY PACT                    GOVERNANCE DI SUPPORTO                     (consultazione partecipata,
 Si                                                                             consigli del cibo, coinvolgi-mento
 DATA DI INIZIO FORMALE                 Consiglio Metropolitano del Cibo        stakeholder, etc.)
 Il consiglio comunale ha            di Milano
 approvato "Le linee di indirizzo       L’organismo ha il compito di pro-          NA luglio 2014 il Comune di Mila-
 della Food Policy di Milano 2015-   muovere la partecipazione dei vari         no e Fondazione Cariplo hanno si-
 2020" il 5 ottobre 2015 (delibera   attori del sistema alimentare (pro-        glato un accordo per la definizione e
 CC n. 25).                          duttori, commercianti, esperti, as-        l’adozione delle Food Policy. Un per-
 La giunta ha approvato una serie    sociazioni, ecc.) nelle scelte relative    corso in quattro tappe.
 di misure per l'implementazione     alle politiche sul cibo. Il consiglio ha      1 L’analisi dei punti di forza e di
 della food policy (delibera di      il compito di indirizzare le azioni di     debolezza del sistema alimentare
 Giunta n. 1041) il 25 maggio        food policy, valutarne periodicamen-       milanese
 2016                                te gli esiti, proporre aggiornamenti e        2 L’elaborazione degli obiettivi del-
 SOGGETTO PROPONENTE                 ulteriori obiettivi.                       la Food Policy attraverso una consul-
 Il percorso di definizione             Allo stato attuale il Consiglio non è   tazione pubblica
 della Food Policy di Milano è       ancora attivo, ma è stata pubblicato          3 L’adozione della Food Policy da
 cominciato nel 2014 con la firma    il documento “Elementi per l’istitu-       parte delle istituzioni cittadine
 di un protocollo d'intesa tra       zione del Consiglio Metropolitano             4 L’elaborazione di progetti pilota
 Comune di Milano e Fondazione       del Cibo”.
 Cariplo.
 SOGGETTO ATTUATORE
 Comune di Milano e Fondazione
 Cariplo
 SCALA AMMINISTRATIVA
 Comunale
 ESTENSIONE TERRITORIALE
 (in superficie o numero di Enti
 territoriali coinvolti)
 Comune di Milano
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia)                                                                                          Pagina 9

FOOD POLICY DI MILANO

   La prima fase di ricerca sul sistema    Slow Food e molti altri.                    PRESENZA DI UN’ANALISI
alimentare ha preso in considerazio-         Di seguito una lista di azioni (non       PRELIMINARE
ne la produzione, la distribuzione e il    esaustiva) che sono portate avanti          (documenti, risultati prodotti, etc.)
consumo del cibo in città, tracciando      nell’ambito della Food Policy di Mi-
una mappa dei principali attori coin-      lano*:                                        La Food Policy di Milano, tramite
volti, dei comportamenti dei milane-       n Hub di quartiere contro lo spreco         la società Està, ha prodotto nel 2014
si, del lavoro delle istituzioni.              alimentare                              un’analisi preliminare del sistema
   Dall’analisi sono emersi dieci temi     n Frutta a Metà Mattina                     agro-alimentare milanese. L’analisi,
(le dieci questioni) su cui focalizzare    n Riduzione Tari dono del cibo              compiuta prima dell’avvio del per-
la consultazione sulla food policy che     n Frutteto del Gallaratese                  corso di consultazione che ha porta-
vanno dall’accesso al cibo, alla lotta     n Food Policy Hot Pot                       to alla stesura della Food Policy, met-
allo spreco, dal benessere dei citta-      n Progetti di Milano Ristorazione           te in luce alcune interessanti cifre
dini, alla salvaguardia del territorio     n Filiera corta pilota Riso                 sulla Milano del cibo.
agricolo.                                  n Filiere corte per le mense scolasti-        Innanzitutto, se nel 1955 il 49,2 per
   La seconda fase ha previsto una            che                                      cento del comune di Milano era su-
consultazione pubblica che ha per-         n Spreco nei mercati comunali               perficie agricola, oggi lo è il 19 per
messo di arrivare all’elaborazione di      n Mercato della Terra                       cento. In città, tuttavia, ci sono 758 orti
obiettivi condivisi per la Food Policy.                                                in zona e 120 orti nelle scuole. Dalla
Sono stati ascoltati esperti, istituzio-     La Food Policy prevede la costitu-        fotografia emerge, che i milanesi pre-
ni, imprese, associazioni e cittadini.     zione di un Consiglio Metropolita-          feriscono fare la spesa al supermerca-
   La terza fase ha visto l’approvazio-    no del Cibo: un organismo che ha il         to 78%, ma che in città esistono più di
ne della Food Policy da parte della        compito di promuovere la partecipa-         80 gruppi di acquisto solidale. A Mila-
giunta e poi da parte del consiglio        zione dei vari attori del sistema ali-      no ci sono 3.771 piccoli negozi di ali-
comunale il 5 ottobre 2015.                mentare (produttori, commercianti,          mentari, 15 mercati contadini; 74 ne-
   Le azioni in corso riguardano l’atti-   esperti, associazioni, ecc.) nelle scelte   gozi di prodotti biologici. Il Comune
vazione di nuovi progetti nei diversi      relative alle politiche sul cibo. Il con-   tramite la propria società Milano Ri-
municipi e il coinvolgimento di at-        siglio avrà il compito di indirizzare le    storazione fornisce ogni giorno 85.000
tori pubblici e privati che possano        azioni di food policy, valutarne perio-     pasti a scuole, case di riposo, centri di
avviare sperimentazioni e modelli          dicamente gli esiti, proporre aggior-       accoglienza e servizi a domicilio per
sostenibili di produzione, trasfor-        namenti e ulteriori obiettivi.              anziani non autosufficienti.
mazione, distribu-
zione, raccolta del
cibo e promuovere
strumenti di infor-
mazione e sensibi-
lizzazione per i cit-
tadini per migliorare
la qualità dei servizi
e la conoscenza sul
sistema alimenta-
re milanese. Oltre a
Fondazione Cariplo,
partner importan-
ti della Food Policy
sono Milano Ristora-
zione, ATS – Regione
Lombardia,        Asso-
lombarda, Està, Po-
litecnico di Milano,
Programma         QuBi
– La ricetta contro
la povertà infantile,
ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
Pagina 10                                                                                           CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia)

FOOD POLICY DI MILANO

   Che oltre 100 mila nuclei familiari     riferite al sistema urbano, puntando           Promuovere la sostenibilità del
vivono in condizioni di povertà rela-      al miglioramento dei processi e allo        sistema alimentare
tiva. In medio una famiglia spende         sviluppo di tecnologie d’avanguardia.          2.1 Il Comune facilita l’accesso alla
442 euro al mese per l’acquisto di                                                     terra attraverso i propri strumenti isti-
prodotti alimentari. Il valore dello                                                   tuzionali, la co- promozione di servizi
                                           AZIONI PRINCIPALI
spreco medio annuo è pari a circa                                                      dedicati (es. credito fondiario, trust
450 euro: in sostanza ogni anno una           Per il dettaglio delle azioni, si veda   fondiari locali, terre demaniali, ecc.) e
famiglia butta nella spazzatura l’e-       il documento “Linee di Indirizzo del-       la diffusione di attività agricole multi-
quivalente di un mese di spesa.            la Food Policy di Milano 2015-2020”.        funzionali che concorrano agli obiet-
   Il documento analizza 10 punti:         Download a questo link: http://www.         tivi qui enunciati.
Governance, Educazione, Sprechi,           foodpolicymilano.org/wp-content/uplo-          2.2 Il Comune favorisce le attività
Accesso, Benessere, Ambiente, Agro-        ads/2019/03/FoodPolicyMilano.pdf            agricole e orticole su tutto il territorio
ecosistema, Produzione, Commercio,            Alle cinque priorità elencate nella      comunale.
Finanza. Al link di seguito è possibile    sezione precedente, sono collegati             2.3 Il Comune sostiene l’innovazio-
scaricare il rapporto: http://www.fo-      una serie di obiettivi e intenti, elen-     ne sociale, tecnologica e organizza-
odpolicymilano.org/wp-content/uplo-        cati di seguito.                            tiva nelle attività di trasformazione,
ads/2015/04/10-Questioni-Food-Poli-           Garantire cibo sano per tutti            distribuzione, logistica e commercio
cy-Milano.pdf                                 1.1 Il Comune esercita un ruolo at-      per facilitare la transizione verso un
                                           tivo diretto o indiretto nella fornitura    sistema alimentare sostenibile.
                                           di cibo sano e prodotto in modo so-            Educare al cibo
OBIETTIVI/PRIORITÀ
                                           stenibile che si rivolge a diverse cate-       3.1 Il Comune esplica il suo impe-
   1. Garantire cibo sano per tutti:       gorie: studenti, anziani, fasce deboli e    gno educativo sia in modo diretto,
assicurare a tutta la cittadinanza l’ac-   dipendenti comunali.                        sia attraverso le sue società parteci-
cesso ad un cibo sano e quello all’ ac-       1.2 Il Comune garantisce che in          pate, sia mediante intese con il mon-
qua per tutelare la dignità della per-     ogni quartiere della città sia disponi-     do scolastico, le altre istituzioni ed
sona e migliorare la qualità della vita.   bile cibo economicamente accessibi-         agenzie educative e gli operatori del
   2. Promuovere la sostenibilità          le, sano e sostenibile entro distanze       settore promuovendo iniziative che
del sistema alimentare: facilitare il      percorribili da persone con ristrette       aumentano il livello di consapevolez-
consolidamento di tutte le compo-          capacità motorie.                           za di tutti i cittadini milanesi.
nenti e le attività necessarie all’ar-        1.3 Il Comune opera attivamente             3.2 L’educazione e la formazione
ticolazione di un sistema del cibo         per promuovere e facilitare diver-          ad un’alimentazione sana e soste-
sostenibile e promuovere la produ-         se forme di agricoltura e orticoltura       nibile riguardano sia i contenuti di
zione e il consumo locale di cibo fre-     urbana, così come la costituzione e         base destinati a tutta la cittadinanza,
sco, di stagione e di qualità.             il consolidamento di reti e di attivi-      sia contenuti più specifici destinati
   3. Educare al cibo: promuovere          tà volte a creare inclusione sociale        agli operatori e che sono volti ad ac-
una cultura orientata al consumo           e fornire cibo alle fasce deboli della      compagnare l’innovazione sostenibi-
consapevole di cibo sano, sicuro cul-      popolazione (mense comunitarie,             le di tutte le fasi del ciclo alimentare.
turalmente appropriato, sostenibile,       mense sociali, forme di aggregazione           3.3 Diffondere i contenuti e gli in-
prodotto e distribuito nel rispetto dei    sociale per la produzione e il consu-       dirizzi della Food Policy attraverso la
diritti umani e dell’ambiente.             mo di cibo sostenibile, ecc.).              valorizzazione di esperienze esistenti
   4. Lottare contro gli sprechi: ri-
durre le eccedenze e lo spreco di
cibo nelle diverse fasi del ciclo ali-
mentare come forma di lotta alle di-
seguaglianze sociali ed economiche
e come strumento di riduzione degli
impatti ambientali.
   5. Sostenere e promuovere la ri-
cerca scientifica in campo agroa-
limentare: favorire lo sviluppo della
ricerca scientifica agroalimentare mi-
lanese con connotazioni o ricadute
CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia)                                                                                             Pagina 11

FOOD POLICY DI MILANO

coerenti principi espressi dal presen-         be permettere di analizzare, valutare         che. In base alle 5 priorità sono state
te documento.                                  e monitorare nel tempo i temi, gli            anche analizzate sia le attività che il
   Lottare contro gli sprechi                  indirizzi e le azioni e i relativi impatti,   Comune realizza così come essere
   4.1 Il Comune, di concerto con gli          oltre ad aumentare le conoscenze ri-          emergono dal Documento Unico di
attori del territorio, promuove azioni         spetto alle questioni emergenti.              Programmazione (DUP), sia un’am-
dedicate ai cittadini e agli operatori           A seguito dell’analisi preliminare,         pia selezione di progetti e azioni che
di tutto il ciclo del cibo al fine di ri-      nel 2018 è stato redatto il Rappor-           hanno luogo in città indipendente-
durre le eccedenze e gli sprechi.              to sul Sistema Alimentare. Il report          mente dal Comune.
   4.2 Il Comune di concerto con gli           analizza un’ampia serie di temi che             2. Il secondo3 è organizzato in 13
attori del territorio, promuove il re-         compongono il sistema alimentare              capitoli tematici, ciascuno dei quali
cupero e redistribuzione delle ecce-           di Milano e ha lo scopo di fornire a          approfondisce un tema specifico (es.
denze alimentari.                              tutte le componenti dell’Ammini-              produzione, povertà, consumo, logisti-
   4.3 Il Comune attiva partenariati           strazione comunale e agli attori della        ca, sprechi, ecc.) ed è pensato soprat-
con attori istituzionali, economi-                                                                 tutto per un pubblico più tecni-
ci e sociali per favorire la razio-                                                                co o interessato ad approfondire
nalizzazione degli imballaggi e                                                                    anche singole tematiche.
la riduzione degli sprechi su tut-
to il ciclo alimentare.
                                                                                                   FINANZIAMENTI DEDICATI
   4.4 Il Comune applica al siste-
ma alimentare i principi della                                                                        La Food Policy non comporta
chiusura dei cicli di materia ed                                                                    spese da parte del Comune di
energia in un’ottica di economia                                                                    Milano. Tuttavia, la Fondazione
circolare e bioeconomia.                                                                            Cariplo finanzia l’intero proget-
Sostenere e promuovere la                                                                           to. In particolare, nel protocollo
ricerca scientifica in campo                                                                        di intesa tra Comune e Fonda-
agroalimentare                                                                                      zione, si specifica che quest’ul-
   5.1 Il Comune promuove lo                                                                        tima si impegna a costituire un
sviluppo di un sistema della                                                                        Gruppo di Lavoro per lo svolgi-
ricerca agroalimentare collabo-                                                                     mento di una serie di attività di
rativo che coinvolge università,                                                                    seguito elencate, facendosi ca-
centri di ricerca e formazione, orga-          città un quadro ragionato e scienti-          rico dei conseguenti oneri:
nizzazioni pubbliche, private e non            ficamente fondato dei dati e delle               a) raccolta e analisi di progetti, po-
profit.                                        informazioni relative ai temi e priori-       litiche e azioni promosse dal Comune
   5.2 Il Comune favorisce lo sviluppo         tà della Food Policy. Il report è parte       e da altri attori che operano sul terri-
della ricerca scientifica agroalimen-          integrante delle attività della Food          torio milanese e che sono connesse ai
tare milanese con connotazioni o ri-           Policy di Milano ed è la base del Si-         temi di interesse della Food Policy;
cadute riferite al sistema urbano              stema di Monitoraggio previsto dalle             b) individuazione di altri contesti
   5.3 Il Comune favorisce lo sviluppo         “Linee di Indirizzo per la Food Policy        nazionali ed esteri attivi nel campo
di progettualità innovative in ambito          di Milano 2015-2020”. Il rapporto è           delle Food Policy e evidenziazione
agroalimentare.                                articolato in due report:                     delle potenziali sinergie a scala loca-
                                                  1. Il primo rapporto2 è organizza-         le, sovralocale e internazionale (indi-
                                               to intorno alle 5 priorità della Food         viduazione di benchmark);
PRESENZA DI UN PIANO DI
                                               Policy di Milano (Accesso, Sostenibili-          c) elaborazione di report di carat-
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
                                               tà, Educazione, Sprechi, Ricerca), per        tere tecnico-scientifico e divulgativo
(ed eventuali indicatori)
                                               ciascuna delle quali sono stati sinte-        e definizione di linee di indirizzo di
Tra gli strumenti individuati dal Co-          tizzati dati e informazioni, provenien-       medio-lungo periodo;
mune di Milano, c’è un sistema di              ti da diverse fonti, al fine di mostrarne        d) studio e definizione di indicato-
monitoraggio delle azioni e degli in-          le interrelazioni e di stimolare l’inte-      ri e di meccanismi di monitoraggio
dirizzi della Food Policy che dovreb-          grazione delle azioni e delle politi-         partecipato della Food Policy;

2
    http://www.foodpolicymilano.org/wp-content/uploads/2015/04/Rapporto-Sistema-del-Cibo-di-Milano.pdf
3
    http://www.foodpolicymilano.org/wp-content/uploads/2015/04/ESTA_IL_SISTEMA_DEL_CIBO_A_MILANO_LIBRO2.pdf
Pagina 12                                                                                       CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia)

FOOD POLICY DI MILANO

   e) supporto metodologico per             g) supporto alla definizione di pro-   strumenti utili all’ingaggio degli sta-
l’implementazione della Food Policy       getti e di bandi pubblici coerenti con   keholders e della città (piattaforma
nelle politiche comunali e nelle atti-    la Food Policy;                          di dialogo on-line; town meetings;
vità della Fondazione Cariplo e di al-      h) costruzione di un piano di en-      tavoli di lavoro, etc.);
tri attori coinvolti nella Food Policy;   gagement degli stakeholder e di un          l) supporto alla promozione della
   f) facilitazione della connessione     piano di comunicazione del proces-       comunicazione dei temi e delle azio-
delle strutture tecniche della Fonda-     so di costruzione della Policy;          ni realizzate da tutti gli attori del ter-
zione e del Comune;                         i) individuazione e costruzione di     ritorio in relazione ai temi in oggetto.

SDGs COINVOLTI

LINKS

https://twitter.com/FoodPolicyMi
http://www.foodpolicymilano.org
CITTÀ E PAESE | PISA (Italia)                                                                                   Pagina 13

Piano del Cibo di Pisa

                                        ESTENSIONE TERRITORIALE                  PRESENZA DI UN ORGANO DI
    2 Pisa                              (in superficie o numero di enti          GOVERNANCE DI SUPPORTO
                                        territoriali coinvolti)
                                                                                    È stata prevista la realizzazione di
                                           20 dei 39 Comuni della Provincia      una “Alleanza per il cibo”, della quale
                                        di Pisa: Bientina, Buti, Calci, Calci-   fanno parte tutti i soggetti firmatari
                                        naia, Capannoli, Casciana Terme,         e che funge da unione tra settore
                                        Chianni, Crespina, Fauglia, Lajatico,    pubblico e privato. L’Alleanza per
                                        Lari, Montecatini Val di Cecina, Pala-   il cibo ha il compito di fare propria,
                                        ia, Peccioli, Pisa, Ponsacco, Pontede-   fare evolvere e verificare l’applicazio-
                                        ra, San Giuliano Terme, Santa Maria a    ne degli strumenti adottati (Carta,
                                        Monte, Terricciola.                      strategia e Piano del cibo) dando
                                           La composizione dell’area da essi     forma alle preoccupazioni, alle idee,
                                        definita risulta essere fortemente in-   ai suggerimenti dei portatori di inte-
 FIRMATARIA DEL MILAN URBAN             fluenzata dalla presenza di un’area      resse aderenti all’Alleanza. L’Alleanza
 FOOD POLICY PACT                       già coesa come la Valdera che rap-       ha una funzione di raccordo tra area
 No                                     presenta da sola il 75% dei comuni       pubblica e privata e svolge il ruolo di
 DATA DI INIZIO FORMALE                 coinvolti.                               autorità rispetto alle azioni da svilup-
 Il percorso di strutturazione                                                   pare e alle controversie applicative
 e definizione del Piano del                                                     che si dovessero realizzare. L’Alle-
 Cibo della Provincia di Pisa ha                                                 anza ha una funzione ed un ruolo
 preso avvio con l’approvazione                                                  riconosciuto dagli stessi soggetti
 di un atto di indirizzo politico                                                pubblici firmatari della strategia. Le
 approvato dal Consiglio                                                         modalità e le procedure di azione
 Provinciale nell’aprile 2010.                                                   dell’Alleanza vengono formalizzate e
 SOGGETTO PROPONENTE                                                             sottoposte ad approvazione all’inter-
 Provincia di Pisa, con il supporto
 scientifico del Laboratorio di studi
 rurali Sismondi dell’Università
 di Pisa e il finanziamento della
 Regione Toscana.
 SOGGETTO ATTUATORE
 Provincia di Pisa. Partecipano
 al Piano del cibo come soggetti
 pubblici i Comuni di Calci,
 Montecatini Val di Cecina,
 Pisa, S. Giuliano Terme ed i
 Comuni dell’Unione Valdera
 (Bientina, Buti, Calcinaia,
 Capannoli, Casciano Terme,
 Chianni, Crespina, Lajatico,
 Lari, Palaia, Peccioli, Ponsacco,
 Pontedera, Santa Maria a Monte e
 Terricciola).
 SCALA AMMINISTRATIVA
 Sovra-comunale
Pagina 14                                                                                              CITTÀ E PAESE | PISA (Italia)

PIANO DEL CIBO DI PISA

no dell’Alleanza stessa.                    n partecipazione a iniziative signifi-     sono proporre attraverso i suddetti
   A partire dalla fine del 2013, è sta-    cative in città                            forum dedicati sul social network.
ta lanciata la sperimentazione di un        n azioni di pressione e controllo             La strategia del cibo, a sua volta,
Consiglio del Cibo, “un’associazione                                                   fornisce indicazioni e linee guida per
senza scopo di lucro che si propone         I PROCESSI DI GOVERNANCE                   orientare i soggetti privati e pubblici
come soggetto di riferimento per il         (consultazione partecipata,                nelle loro scelte che hanno rilevan-
governo del territorio a supporto e in      consigli del cibo, coinvolgi-mento         za rispetto ai temi individuati nella
collaborazione con le istituzioni locali    stakeholder, etc.)                         carta del cibo, precisando percorsi,
nella progettazione e nell’attuazione                                                  azioni, modalità organizzative utili a
di politiche alimentari”. Gli obiettivi        I processi di governance (consulta-     perseguire lo scopo. In particolare,
del Consiglio sono:                         zione partecipata, consigli del cibo,      mira a raggiungere alcuni obiettivi
n creare e sviluppare uno spazio di         coinvolgimento stakeholder, etc.)          puntuali da precisare nel Piano del
confronto, di collaborazione e di pro-         Dal mese di ottobre 2010, sono          cibo, individuando obiettivi di salute,
gettazione sui temi dell’alimentazio-       stati organizzati momenti di incon-        conoscenza, equità, sostenibilità, in-
ne                                          tro, con la partecipazione di nume-        novazione e organizzazione.
n favorire azioni volte alla formazio-      rosi soggetti, che hanno reso possibi-        I Comuni e le Unioni di Comuni
ne di una coscienza collettiva sulle        le la composizione del quadro delle        firmatari hanno dato vita, insieme
tematiche del cibo                          competenze per
n favorire relazioni con gli operatori      ciò che riguarda la
della produzione e della distribuzio-       sfera di interesse
ne di alimenti al fine di ottenere mi-      e di azione delle
gliori condizioni di accessibilità, qua-    diverse istituzioni
lità, equità, salubrità dei cibi, ridurre   pubbliche (Comu-
gli sprechi e l’impatto sull’ambiente       ni o organizzazio-
n agire nell’azione di coordinamen-         ni sovra comunali,
to delle iniziative pubbliche e dei pri-    Società delle sa-
vati in materie di interesse ambien-        lute, Usl, Aziende
tale e nutrizionale                         ospedaliere), del
Gli ambiti di azione del Consiglio del      mondo delle as-
Cibo sono:                                  sociazioni e della
n iniziative su orti urbani                 società civile, dei
n gestione di spazi urbani di produ-        soggetti      econo-
zione di cibo                               mici, con l’appor-
n alleanza con i GAS e con i produt-        to della rete della
tori civici                                 ricerca, nata per il
n animazione culturale su cibo e            supporto scientifi-
dintorni                                    co alle riflessioni e
n iniziative su politiche urbanisti-        alle azioni intorno alle politiche del     alla Provincia di Pisa, ad un Accordo
che                                         cibo. Un primo esito di questi incon-      di programma che è stato progres-
n iniziative di socializzazione             tri ha rappresentato la realizzazione      sivamente esteso alle Società del-
                                            di una sorta di mappatura dei temi         la salute. che operano sui territori e
                                            e delle pratiche che si legano al cibo.    alle strutture delle Asl competenti
                                               Nel 2011 è stata elaborata dal La-      in materia di prevenzione socio-sa-
                                            boratorio Sismondi la Carta del cibo,      nitaria. In Toscana le “Società della
                                            che individua la strategia da seguire      salute” sono “soggetti pubblici senza
                                            e persegue alcuni principi generali di     scopo di lucro, costituiti per adesione
                                            salute, equità, sostenibilità, innova-     volontaria dei Comuni di una stessa
                                            zione ed organizzazione.                   zona-distretto e dell’Azienda Usl ter-
                                               La Carta del Cibo, seppure struttu-     ritorialmente competente, per l’eser-
                                            rata e densa di contenuti, rimane co-      cizio associato delle attività sanitarie
                                            munque aperta alla partecipazione e        territoriali, socio-sanitarie e sociali in-
                                            alle modifiche che i diversi attori pos-   tegrate.
CITTÀ E PAESE | PISA (Italia)                                                                                         Pagina 15

PIANO DEL CIBO DI PISA

  Il Piano del cibo è lo strumento che       PRESENZA DI UN’ANALISI                    costosi degli altri, la gente continua
“rappresenta il dettaglio operativo          PRELIMINARE                               ad acquistarli se ha un accesso sicuro
con il quale si prospetta una scansio-       (documenti, risultati prodotti, etc.)     e affidabile a questi prodotti;
ne, anche temporale, degli interventi                                                  n la salute generale della regione
che consentono di dare contenuto             L’analisi preliminare è stata svol-       continua a diminuire, sebbene ci sia
operativo alla strategia per il cibo”.       ta dal Laboratorio di studi rurali        una crescente consapevolezza pub-
  Il Piano del cibo rappresenta l’atto       Sismondi. L’analisi ha permesso           blica delle patologie legate all’ali-
di pianificazione coordinata attraver-       di accertare quali erano - al 2011        mentazione;
so cui comprendere e mappare le              - i punti di forza e di debolezza         n gli sforzi per limitare la fame e
specifiche problematiche connesse            nell’ambito dei sei valori identifi-      migliorare l’equità nel sistema ali-
su scala locale al tema affrontato,          cati dal Piano:                           mentare stanno avendo un impatto
assicurare adeguati livelli di coordi-       n i terreni agricoli intorno alla città   positivo, tuttavia un numero crescen-
namento tra i diversi interlocutori          sono sotto pressione perché ci sono       te di famiglie soffrono di insicurezza
nell’uso integrato delle politiche e         pochi ettari in coltura e molte azien-    alimentare e i salari dei lavoratori del
delle azioni quotidianamente intra-          de sono in deficit;                       settore alimentare continuano ad
prese, disegnare e promuovere gli            n è necessario un maggior impe-           essere ben al di sotto la soglia degli
obiettivi e i principi fissati nella carta   gno per migliorare la responsabilità      standard di autosufficienza;
e nella strategia, medianti adeguate         ecologica e la conservazione delle ri-    n benché sia un parametro difficile
iniziative di informazione e comuni-         sorse, la qualità delle acque continua    da misurare, gli stakeholders ripor-
cazione.                                     a peggiorare;                             tano un aumento di collaborazione
                                             n i movimenti per il “cibo locale” e      tra molte organizzazioni e tra i poteri
                                             il “cibo sano” sono riconosciuti come     politici. Molte persone stanno rico-
                                             strategie di sviluppo economico, sia a    noscendo l’importanza di lavorare
                                             livello nazionale che locale. Anche se    assieme per rendere la regione più
                                             i cibi sani continuano ad essere più      competitiva.
Pagina 16                                                                                                    CITTÀ E PAESE | PISA (Italia)

PIANO DEL CIBO DI PISA

L’analisi di contesto prende in con-         in grado di perseguire
siderazione i seguenti profili:              con coerenza la sicurez-
n territoriale;                              za alimentare locale
n demografico;                               Obiettivi puntuali della
n economico (produzione e risorse            Strategia del Cibo:
alimentari, distribuzione alimentare,        1. Obiettivi di salute: il
somministrazione)                            miglioramento di spe-
n consumi e stili alimentari;                cifici indicatori di salu-
n salute (le malattie legate all’ali-        te legati al consumo di
mentazione e l’incidenza dell’obesità).      cibo;
                                             2. Obiettivi di cono-
OBIETTIVI/PRIORITÀ                           scenza: il miglioramen-
                                             to della consapevolezza
Obiettivi generali del Piano del Cibo        della popolazione locale rispetto ai            processi di produzione e distribuzio-
n Promuovere una cultura alimen-             temi definiti nella carta del cibo;             ne, etc.)
tare locale basata sul concetto di die-      3. Obiettivi di equità: il migliora-            5. Obiettivi di innovazione: l’enti-
ta sostenibile;                              mento di specifici indicatori di acces-         tà e il tipo di pratiche innovative da
n Migliorare la comprensione tra i           sibilità al consumo di cibo di qualità          promuovere (nel campo dell’educa-
cittadini dei nessi tra la dieta, la salu-   (disponibilità, prezzo, logistica di ac-        zione, della promozione di salute, di
te e l’ambiente;                             quisto per gruppi target vulnerabili,           politiche pubbliche, di scelte di con-
n Sviluppare percorsi di innova-             etc.)                                           sumo, di pratiche produttive, etc.)
zione civica in grado di migliorare          4. Obiettivi di sostenibilità: il livello       6. Obiettivi di organizzazione: la de-
le abitudini alimentari e ridurre gli        di organizzazione quali-quantitativa            finizione di pratiche organizzative
sprechi;                                     degli approvvigionamenti locali at-             capaci di incidere sull’effettività delle
n Rafforzare la capacità del territo-        tesi (disponibilità/consumo di suo-             politiche che hanno riflessi sul cibo
rio – e degli agricoltori locali - di for-   lo, rete di aziende civiche, numero             (accordi di programma, organismi di
nire cibo sostenibile a prezzi accessi-      di aderenti alla strategia, volumi di           coordinamento, etc.)
bili.                                        cibo assicurati, tassi di spreco, livelli
n Favorire l’innovazione istituziona-        di riciclaggio dei rifiuti attesi, livelli di
le per un’integrazione delle politiche       impatto ambientale/energetico dei

AZIONI PRINCIPALI

1. Azioni volte a raggiungere obiet-         Politiche socio-sanitarie:                      b. Informazione tecnica delle ASL
tivi di salute:                              a. Piano integrato per la salute                c. Politiche informative e Sistemi in-
Politiche per l’educazione alimen-           b. Azioni sulle patologie legate all’ali-          formativi degli Enti Locali
tare                                            mentazione                                   d. Organizzazione spazi web
a. armonizzazione dei capitolati del-        c. Organizzazione di un sistema in-             e. Newsletter sul cibo
   le mense;                                    formativo dedicato sul tema                  f. Formazione continua adulti
b. rafforzamento ed armonizzazione           2. Azioni volte a raggiungere obiet-            g. Concorsi
   del ruolo delle commissioni mensa;        tivi di conoscenza:                             3. Azioni volte a raggiungere obiet-
c. PIGI adulti e minori                      Politiche della formazione                      tivi di equità:
Politiche della prevenzione:                 a. Interna alle ASL (CERERE)                    Politiche sociali:
a. Iniziative puntuali per specifici tar-    b. Dei piani provinciali                        a. Interventi per indigenti:
   get (anziani, minori, adolescenti)        c. Dei comuni                                         a.1. Mense di solidarietà
b. Educazione alimentare, educazio-          Piano di comunicazione volto ad                       a.2. Buoni pasto
   ne ambientale, educazione agli            una pluralità di obiettivi e affidato a         b. Interventi per anziani:
   stili di vita                             diversi strumenti di comunicazione                   b.1. Assistiti: case di riposo, centri
c. Prevenzione sanitaria, igiene degli       a. Organizzazione Forum specifici                    diurni
   alimenti, indicazioni nutrizionali           per la cittadinanza con il coinvol-               b.2. Autonomi: centri di socializ-
                                                gimento delle Società della salute                zazione, turismo sociale, etc.
CITTÀ E PAESE | PISA (Italia)                                                                                         Pagina 17

PIANO DEL CIBO DI PISA

c. Politiche di integrazione tra etnie     Politiche di incentivazione                d. Promozione del riuso da parte
      c.1. Iniziative culturali            a. Orientamento strumenti PoR                 pubblica e privata;
      c.2. Interventi su produzione e         CREO e politiche del FESR;              e. Riduzione dell’impatto dei packa-
      distribuzione cibi specifici         b. Orientamento scelte di PSRL;               ging;
Politiche del commercio:                   c. Azioni di informazione e animazio-      f. Politiche mirate di gestione dei ri-
a. Stimolo a forme innovative e pros-         ne per sistemi di imprese civiche          fiuti.
    sime di dettaglio;                        dell’agroalimentare.                    5. Azioni volte a raggiungere obietti-
b. Supporto a forme collettive di ac-      d. Azioni di assistenza tecnica in         vi di innovazione: nei campi dell’in-
    quisto (gas, mercati)                     campo agricolo                          formazione/educazione/formazio-
c. Accordi con sistemi distributivi in     e. Politiche di accesso alle risorse       ne, della produzione, del consumo,
    chiave locale                             pubbliche (aziende e terre pubbli-      delle politiche integrate mediante:
d. Politiche di supporto ad iniziative        che e poco usate)                       a. Azioni di scouting di soluzioni in-
    di filiera corta                       Politiche di lotta allo spreco                novative, a livello locale e non;
4. Azioni volte a raggiungere obiet-       a. Nella gestione delle mense pub-         b. Azioni di supporto per pratiche pi-
tivi di sostenibilità:                        bliche;                                    lota, innovative e trasferibili;
Politiche di pianificazione territo-       b. Nelle scelte private di consumo;        c. Azioni di informazione e formazio-
riale (definizione spazi agricoli, po-     c. All’interno dei sistemi della produ-       ne legate all’attività dei centri di
litiche e scelte per la conservazione         zione e della distribuzione (opera-        ricerca
suolo agricolo e riduzione/conteni-           zioni “last minute”).                   6. Azioni volte a raggiungere obiet-
mento del consumo di suolo, pro-           Politiche di sostenibilità ambientale      tivi di organizzazione:
mozione dell'agricoltura urbana,           a. Iniziative di sostegno al consumo       a. Accordi di programma tra enti lo-
semplificazioni per agricoltura mul-          di prodotti locali;                        cali;
tifunzionale e civica nei processi au-     b. Promozione di sistemi di produzio-      b. Creazione di coalizioni per il cibo
torizzativi)                                  ne a basso consumo energetico;             (Alleanza per il cibo sul modello
a. Revisione PTC;                          c. Promozione di sistemi di produ-            dei Food Council).
b. Revisione Piani strutturali dei co-        zione a basso inquinamento am-
    muni.                                     bientale;

RISULTATI ATTESI

  Non quantificati.                        interventi per indigenti o per anziani,    semplificazione dei processi autoriz-
                                           mense di solidarietà, distribuzione di     zativi per l’agricoltura multifunziona-
COME VIENE AFFRONTATA LA                   buoni pasto), politiche di integrazio-     le e civica); alle politiche di incentiva-
RELAZIONE FRA LA CITTÀ E IL                ne tra etnie (principalmente attra-        zione (es. azioni di informazione per
TERRITORIO CIRCOSTANTE IN                  verso iniziative culturali) e politiche    le imprese agroalimentari, azioni di
TERMINI DI FLUSSI ECONOMICI,               commerciali (es. incentivazione di         assistenza tecnica in campo agricolo,
SOCIALI, AMBIENTALI                        forme innovative di commercio lo-          politiche di accesso alle risorse pub-
(relazioni urbano-rurali)                  cale al dettaglio e di filiera corta o     bliche come le terre pubbliche non
                                           supporto alle forme di acquisto col-       utilizzate); alle politiche di lotta allo
  La Carta del Cibo individua molte        lettivo come i Gas). Larga attenzione      spreco (nella gestione delle mense
azioni possibili, in alcuni casi già at-   è rivolta anche al raggiungimento di       pubbliche, tra i privati e all’interno
tuate sui territori, tra le quali fonda-   obiettivi di sostenibilità e alle azioni   dei sistemi della produzione e della
mentali sono quelle che coinvolgono        atte a traguardarli.                       distribuzione) e di sostenibilità am-
le mense ed una migliore organiz-            Per questo ambito vengono indi-          bientale (es. iniziative di sostegno
zazione delle relative diete. Molte        viduate nella Carta numerose azioni        al consumo di prodotti locali, pro-
sono inoltre le azioni individuate per     possibili legate: alle politiche di pia-   mozione di sistemi di produzione a
perseguire obiettivi di conoscenza,        nificazione territoriale (es. definizio-   basso consumo energetico e a basso
legate alle politiche di formazione e      ne degli spazi agricoli e delle scelte     inquinamento ambientale, riduzione
comunicazione, e obiettivi di equità.      per la loro conservazione, riduzione/      dell’impatto dei packaging, gestione
Questi ultimi vengono perseguiti nel       contenimento del consumo di suolo,         dei rifiuti).
Piano attraverso politiche sociali (es.    promozione dell’agricoltura urbana,
Pagina 18                                                                                            CITTÀ E PAESE | PISA (Italia)

PIANO DEL CIBO DI PISA

PRESENZA DI UN PIANO DI                     BIBLIOGRAFIA                               LINK UTILI
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
                                              Butelli E. (2015). Pianificazione am-      Carta del Cibo: http://www.scuola-
(ED EVENTUALI INDICATORI)
                                            bientale autosostenibile e alimenta-       sviluppolocale.it/request.php?120
   Nel Piano del Cibo viene citato un       zione: il Piano del Cibo della Provin-
“sistema di monitoraggio e valutazio-       cia di Pisa                                  http://www.provincia.pisa.it/it/pro-
ne capace di assicurare la traduzione         Di Iacovo F., Brunori G., Innocenti S.   vincia/49111/Il-Piano-del-Cibo-della-
del piano e della strategia per il cibo     (2013). Le strategie urbane: il Piano      Provincia-di-Pisa.html
sul territorio locale”. Tuttavia, non si    del Cibo. Agriregionieuropa anno 9
ha riscontro di un’applicazione del         n°32, Mar 2013
sistema di monitoraggio.
                                              Laboratorio di studi rurali Sismondi
                                            (2011). Piano del Cibo della Provincia
FINANZIAMENTI DEDICATI
                                            di Pisa. Ottobre 2011. http://www.so-
  Il Piano del Cibo ha potuto usufrui-      svima.com/attachments/article/538/
re delle risorse legate alle attività del   Piano%20del%20cibo%20-%20re-
Prin–Miur 2008 n. 2008LY7BJJ_003            port%202011.pdf (consultato il 14
dal titolo “Alla ricerca di modelli in-     dicembre 2018)
novativi di produzione-consumo: i
percorsi di ricerca di coerenza attivati
dai cittadini-consumatori”.

SDGs COINVOLTI
CITTÀ E PAESE | LIONE (Francia)                                                                            Pagina 19

PENAP - Protection des espaces naturels et
agricoles périurbains de la Métropole de Lyon
                                                                           I PROCESSI DI GOVERNANCE
   3 Lione                                                                 (consultazione partecipata,
                                                                           consigli del cibo, coinvolgi-mento
                                                                           stakeholder, etc.)

 FIRMATARIA DEL MILAN URBAN                                                   CLAD: Consiglio locale dell’alimen-
 FOOD POLICY PACT                                                          tazione sostenibile («Conseil local de
 -                                                                         l’alimentation durable»).
 NOME DELLA POLITICA
 ALIMENTARE ESISTENTE                                                      PRESENZA DI UN’ANALISI
 Une alimentation durable pour                                             PRELIMINARE
 tous sur le territoire Lyonnaise.                                         (documenti, risultati prodotti, etc.)
 (Un’alimentazione sostenibile
 per tutti sul territorio di Lione)                                           Studio sul “ Sistema alimentare
 DATA DI INIZIO FORMALE                                                    dell’area metropolitana di Lione”
 Gennaio 2015.                                                                Passi dell'iniziativa:
 SOGGETTO PROPONENTE                                                          2013: 1 ° bando per i progetti Polo
 La città di Lione e Associazione                                          Territoriale di Cooperazione Econo-
                                      ESTENSIONE TERRITORIALE
 Terres en Villes                                                          mica attorno al quale si sono mobi-
                                      (in superficie o numero di enti
                                                                           litati gli attori lionesi, con il sostegno
                                      territoriali coinvolti)
                                                                           della città.
                                                                              2015: Partecipazione al program-
                                       Città di Lione.                     ma europeo URBACT II ("sustainable
                                                                           food in urban communities” chiuso
                                      PRESENZA DI UN ORGANO DI             nel giugno 2015. URBACT II ha incon-
                                      GOVERNANCE DI SUPPORTO               trato dieci città europee, tra cui Bri-
                                                                           stol, dove ha preso luogo un consiglio
 SOGGETTO ATTUATORE                     Schema di Coerenza Territoriale    locale di governance, accanto ai quale
 La città di Lione                    (Schéma de Cohérence Territoriale-   la città di Lione ha potuto imparare e
 SCALA AMMINISTRATIVA                 SCoT)                                scambiare buone pratiche.
 Metropolitana
Pagina 20                                                                                          CITTÀ E PAESE | LIONE (Francia)

PENAP - PROTECTION DES ESPACES NATURELS ET AGRICOLES PÉRIURBAINS DE LA MÉTROPOLE DE LYON

   Questo programma ha dato il via                                                        Gli obiettivi del Polo:
alla creazione nel 2015 del Consiglio                                                     - Mettere in collegamento le orga-
di Lione per l'alimentazione sostenibi-                                                nizzazioni dell’economia Sociale e
le. Mentre questo tipo di istituzione                                                  Solidale che si aprano a un ricolloca-
è abbastanza sviluppato nel mon-                                                       mento alimentare, dalla produzione
do anglosassone, CLAD è il primo in                                                    al consumo;
Francia. Oggi altre città come Borde-                                                     - Favorire lo sviluppo di coopera-
aux hanno creato un consiglio locale                                                   zioni e di scambi tra le sue strutture
per il cibo sostenibile.                                                               membre così che ciascuna si conso-
   Il 2017 è un anno di transizione                                                    lidi e sviluppi;
a causa di diversi progetti e grandi                                                      - Partecipare alla costruzione di un
eventi: la città prepara l'attuazione di                                               sistema agroalimentare locale, soli-
un progetto alimentare territoriale e                                                  dale ed ecologico;
gli Stati generali del cibo sono tenuti                                                   - Le organizzazioni aderenti al “Bol,
a livello nazionale. In questa occa-                                                   polo di cooperazione sull’alimentazione”
sione vengono discusse le principali         - Diffondere e rinforzare le iniziati-    lavorano sui temi dell’autoproduzio-
problematiche del cibo sostenibile         ve di approvigionamento locale per          ne degli alimenti, la trasformazione
(bio, pesticidi ...).                      la ristorazione collettiva ( seminari di    e/o la distribuzione a filiera corta, lo
                                           scambio);                                   sviluppo dell’agricoltura paesana e/o
                                             - Contribuire allo sviluppo di una        biologica, la sensibilizzazione del
OBIETTIVI/PRIORITÀ
                                           strategia alimentare metropolitana.         pubblico sulle sfide alimentari, l’in-
   L’accesso ad un’alimentazione di          Il 30 maggio 2016 un incontro ine-        serimento professionale e sociale da
qualità e di prossimità in maniera         dito (il RDV Festitabl’) ha permesso        attività di produzione e/o consumo.
più diffusa è una sfida identificata       di connettere i professionisti dell’ali-
dalla Carta degli obiettivi per l’agri-    mentazione locale e gli organizzatori
                                                                                       AZIONI PRINCIPALI
coltura periurbana firmata nel 2012.       di eventi, sotto la forma di uno speed
Il Polo Metropolitano ha stabilito tre     dating. Questo evento ha riunito una          - L’etichettatura “Lione, città equa
assetti di lavoro:                         cinquantina di strutture e ha gene-         e sostenibile”, è un’iniziativa unica
   - Mettere in opera delle azioni spe-    rato più di 230 incontri. Delle mani-       in Francia, che si colloca in una di-
rimentali per valorizzare la produzio-     festazioni sono regolarmente tenute         namica locale di promozione dell’e-
ne locale su degli eventi culturali o      a testimoniare il loro coinvolgimento       conomia sociale e solidale. Creata
manifestazioni sportive (progetto Fe-      in una sfida sull’alimentazione locale:     nel 2010 su iniziativa di Guylaine
stitabl);                                  Fest’bouc, Demon d’or, Terres du son,       Gouzou- Testud, evidenzia la volon-
                                                     Rolland Garros…                   tà della città di Lione di identificare
                                                        Gli obiettivi dell’associa-    le aziende, punti vendita, artigiani,
                                                     zione Terres en Ville sono:       luoghi ed eventi che rispondono in
                                                        - La co-costruzione di po-     modo pragmatico alle sfide dello svi-
                                                     litiche agricolo periurbane       luppo sostenibile, attraverso un’offer-
                                                        - La protezione e la valo-     ta di consumo responsabile.
                                                     rizzazione degli spazi agri-        - A livello municipale, il CLAD di
                                                     coli, naturali e delle foreste    Lione, è emerso all’interno del pro-
                                                        - L’economia agricola e la     gramma di scambio europeo, Ur-
                                                     governance alimentare del-        bact II «alimentazione sostenibile
                                                     le città                          nelle comunità urbane» nella quale
                                                        - L’inclusione dell’agricol-   la delegazione Economia Sociale
                                                     tura e degli spazi aperti nel-    e Solidale (ESS) della città è partita
                                                     le politiche europee              dal 2012, per una durata di 3 anni.
                                                        - La “foresta” periurbana      IL programma ha riunito dieci città
                                                                                       europee con l’obiettivo di favorire lo
                                                                                       scambio di buone pratiche sulle te-
                                                                                       matiche dell’alimentazione sosteni-
                                                                                       bile. Concretamente, un gruppo di
Puoi anche leggere