ALIMENTARE: LA PIANIFICAZIONE - CASI STUDIO WORKING PAPER - Rete Rurale ...
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Documento realizzato nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-20 Piano di azione biennale 2017-18 Autorità di gestione: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Ufficio DISR2 Dirigente: Paolo Ammassari Scheda progetto 18.3 Gli Enti locali e lo sviluppo rurale: rilevare fabbisogni per attività di networking Responsabile: Catia Zumpano (CREA-PB) Autori: Davide Marino (Università del Molise) e Giampiero Mazzocchi (Università del Molise, LANDS) Impaginazione: Alberto Marchi (CREA-PB)
Sommario PREMESSA ................................................................................................................................................................................................................ 4 INTRODUZIONE ................................................................................................................................................................................................................ 6 1. MILANO FOOD POLICY DI MILANO .......................................................................................................................................................... 8 2. PISA PIANO DEL CIBO DI PISA ......................................................................................................................................................... 13 3. LIONE PROTECTION DES ESPACES NATURELS ET AGRICOLES PÉRIURBAINS DE LA MÉTROPOLE DE LYON ...... 19 4. MONTPELLIER P2A: POLITIQUE AGROÉCOLOGIQUE ET ALIMENTAIRE DE MONTPELLIER ........................................................ 24 5. BRISTOL A GOOD FOOD PLAN FOR BRISTOL .................................................................................................................................... 29 6. TORONTO TORONTO FOOD POLICY COUNCIL ..................................................................................................................................... 37 7. BELO HORIZONTE BELO HORIZONTE’S FOOD SECURITY POLICY ............................................................................................................... 42 8. QUITO PACTO AGRO ALIMENTARE DE QUITO................................................................................................................................ 47 ANALISI COMPARATIVA DEI CASI STUDIO ..................................................................................................................................................................... 53 BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................................................................................................. 56
PREMESSA Pagina 5 Premessa Il tema della pianificazione alimentare rientra fra le li- 2018 della Rete Rurale Nazionale, alcuni approfondi- nee di intervento della Rete Rurale Nazionale. Nello spe- menti sulla pianificazione alimentare. Nello specifico, cifico, il suo inserimento nella Scheda progettuale 18.3 ha promosso la realizzazione di uno studio finalizzato “Gli Enti locali e lo sviluppo rurale: rilevare fabbisogni per a fornire, per chi interessato, un quadro di riferimento attività di networking”, risponde all’idea – ormai acquisi- per la comprensione degli approcci e dei modelli che ta - secondo cui il diritto al cibo, sano e di qualità, è un sono alla base dello sviluppo delle politiche alimentari. diritto che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini. Il I risultati di questo studio, condotto in collaborazione cibo rappresenta quindi un bene comune ed in quan- con alcuni ricercatori dell’Università del Molise e del suo to tale rientra anche fra gli ambiti di intervento degli Spin off Lands Network, sono stati riportati nel working enti territoriali. Così, le municipalità – che rappresenta- paper “La pianificazione alimentare: concetti e modelli”, no il punto terminale di contatto con i cittadini - sono consultabile sul sito della Rete (www.reterurale.it). Paral- chiamate a svolgere un ruolo di primo piano nella sua lelamente, al fine di favorire la conoscenza di esperienze gestione e progettazione. Ma la pianificazione alimenta- che alcune municipalità stanno realizzando sul tema re è un’attività complessa, risultato del mix di approcci della pianificazione alimentare, sono state identificati e strategici, competenze e risorse finanziarie, non sempre approfonditi alcuni casi studio significativi (e ormai con- alla portata dei comuni, in particolare di quelli di piccole solidati) europei e internazionali, i cui risultati sono con- dimensioni. tenuti nel presente Working Paper. In questo potrebbe essere d’aiuto una politica agricola Se nel biennio passato l’attenzione è stata concentra- e di sviluppo rurale più attenta al tema dei sistemi ali- ta su elementi utili a inquadrare il tema della pianifica- mentari, capace di incorporare le spinte innovative che zione alimentare, che ci ha portato a fare riferimento vengono dal mondo agricolo e alimentare, nonché della al quadro teorico generale nonché alle esperienze più società civile; spinte che chiedono di adottare approcci significative in corso, nel biennio 2019-2020, il focus è sistemici volti a collocare l’attività agricola e le sue pro- stato spostato sui luoghi di produzione del cibo, ana- duzioni in un’ottica di sostenibilità socio-territoriale e di lizzando le esperienze volte a favorire l’aggregazione di democrazia alimentare. piccole municipalità rurali sul tema della pianificazione Per favorire e sostenere la presa in carico di queste alimentare. Ciò al fine anche di sviluppare riflessioni e nuove spinte da parte delle politiche dello sviluppo ru- proposte utili alla futura programmazione delle politi- rale, nonché dei soggetti istituzionali spesso chiamati ad che agricole e di sviluppo rurale (post 2020). attuarla (ed in particolare, le municipalità), il CREA ha promosso, nell’ambito delle attività del biennio 2017- Catia Zumpano
Pagina 6 INTRODUZIONE Introduzione “Riconoscendo: l’importanza delle città come centri primari e crescenti di consumo di cibo; l’importanza delle Municipalità nel dirigere e modificare il modo in cui il cibo viene prodotto, distribuito, consumato e smaltito [...]”, con queste parole si apre il Milan Urban Food Policy Pact. Nel XXI secolo le città stanno emergendo sempre più europeo, con qualche caso emblematico extra-europeo. come nuovi attori delle relazioni internazionali per una Nonostante le politiche alimentari siano talvolta sviluppa- serie di temi e problematiche alle quali i sindaci delle te da piccoli comuni o da agglomerazioni amministrative città di tutto il mondo sembrano rispondere con maggior che riuniscono più municipalità di modesta entità, i para- urgenza rispetto agli Stati di cui fanno parte. Fra questi metri di scelta dei casi studio hanno portato alla selezio- temi rientrano le politiche locali del cibo, nella loro ete- ne di realtà urbane di medie-grandi dimensioni. Infatti, rogeneità e nella loro veste di strumenti e iniziative vol- la selezione ha tenuto conto di alcuni fattori che fossero ti a rendere i sistemi alimentari urbani più sostenibili e utili a far emergere le criticità e le opportunità legate ad coerenti con le sfide attuali. Di fatto, di fronte alle cre- approcci territoriali ai sistemi alimentari urbani che, nella scenti preoccupazioni ambientali, sociali ed economiche maggioranza dei casi, sono sostenuti da amministrazioni che caratterizzano i processi di che possono contare su un territo- urbanizzazione, le città – secondo rio abbastanza vasto e complesso varie forme e soluzioni ammini- da poter incidere sulla riconnes- strativo-funzionali – hanno assunto sione fra città e campagna e fra un ruolo sempre più centrale nel territori urbani e rurali. Questo ap- riconoscere come il sistema del proccio è ovviamente più difficol- cibo abbia delle importanti riper- toso nel caso di piccoli comuni o cussioni su molte delle sfide che municipalità dove, nonostante le si trovano oggi ad affrontare. Le possibilità di azione sono moltepli- città stanno iniziando a compren- ci e potenzialmente molto efficaci, dere l'importanza di preservare e la capacità di mettere a sistema di proteggere le aree agricole urba- attori, processi, flussi e conoscenze ne, periurbane e rurali e stanno è molto più limitata a causa della iniziando a influenzare la politica ridotta estensione territoriale e po- di pianificazione per proteggere o litica dell’amministrazione locale. consentire l'uso di aree periurbane I fattori alla base della selezione e rurali per la produzione alimen- dei nostri casi studio, esemplifica- tare localizzata. Si assiste, pertan- tivi di approcci diversificati alle po- to, al crescente interesse alle relazioni urbano-rurali e agli litiche alimentari, possono essere riassunti nell’esistenza approcci territoriali che possano rispondere alle trasfor- di politiche che considerano i rapporti fra città e campa- mazioni che coinvolgono l’agricoltura, i sistemi alimentari gna, rapporti intesi sia in senso materiale come flussi di e gli spazi rurali in maniera olistica e sostenibile. materie ed economie sia in senso immateriali come con- Dopo aver affrontato, nel primo Working Paper “La pia- nessioni sociali e simboliche fra mondo rurale ed urbano. nificazione alimentare: concetti e modelli”* il background Le politiche alimentari selezionate – di cui 5 sono euro- teorico alla base della nascita delle politiche alimentari, pee e 3 extra-europee – riflettono, pertanto, l’eterogeneità in questo secondo contributo l’obiettivo è quello di ripor- geografica, sociale, politica, economica dei contesti nelle tare alcuni casi studio significativi a livello principalmente quali si sono sviluppate. * https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20001
INTRODUZIONE Pagina 7 La progressiva presa di coscienza della centralità del 6. Soggetto attuatore cibo nei modelli di sviluppo urbani e la maggiore con- 7. Scala amministrativa sapevolezza delle esternalità del sistema agroalimentare 8. Estensione territoriale hanno spinto i governi locali a riappropriarsi delle respon- 9. Gli organi di governance di supporto sabilità in materia di alimentazione e a impegnarsi attiva- 10. I processi di governance adottati mente nella creazione di percorsi istituzionali e processi 11. Richiamo a eventuali analisi preliminari di governance alimentare locali. Questi percorsi e questi 12. Obiettivi/priorità processi sono più difficili da mappare e restituire, perché 13. Azioni principali della politica alimentare messa in attengono a traiettorie di sviluppo specifiche dei singoli atto contesti. In generale, tuttavia, è possibile almeno iden- 14. Risultati attesi tificare le macro questioni entro cui essi sono avvenuti: 15. Relazioni urbano-rurali messe in atto per esempio, le città nordamericane, pioniere nell’ambito 16. Adozione di un piano di monitoraggio e valutazione della pianificazione alimentare urbana, hanno una lunga 17. Finanziamenti dedicati tradizione di politiche connesse al tema della salute pub- 18. Sustainable Development Goals (SDG) richiamati blica (Morgan, 2015), in particolare alla lotta all’obesità e 19. Bibliografia e link utili alle patologie legate alle abitudini alimentari (si vedano Riguardo il penultimo punto (“Sustainable Develop- per esempio le food policies di Toronto e Bristol) ma an- ment Goals (SDG) richiamati”), si è ritenuto utile inda- che agli aspetti della giustizia socio-spaziale attraverso i gare in che modo ogni politica alimentare contribuisce food desert (Walker et al., 2010). Le realtà urbane del Sud al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità (Sustai- America, dell’Africa e dell’Asia declinano invece le politi- nable Development Goals) stabiliti dalle Nazioni Uniti che alimentari più esplicitamente in termini di sicurezza come target per il 2030. Come più dettagliatamente alimentare e promozione di sviluppo econo¬mico locale, esposto nel Working Paper n.1, infatti, gli SDG si inse- soprattutto attraverso iniziative di agricoltura urbana e fa- riscono all’interno di un’ampia agenda politica stabilita miliare, sovente con il supporto della cooperazione inter- dalle Nazioni Unite, dove vengono determinati gli impe- nazionale (Calori e Magarini, 2015; Bini et al., 2017). In Eu- gni sullo sviluppo sostenibile che dovranno essere realiz- ropa, il panorama della pianificazione alimentare urbana zati entro il 2030. Come riconosciuto dal direttore dello è eterogeneo e molto frammentato. Alcuni paesi, come il Stockholm Resilience Centre, Johan Rockström, ognuno Regno Unito, sono attivi da più tempo con politiche siste- di questi obiettivi è legato direttamente o indirettamen- miche mutuate dalla tradizione nordamericana. In altri, te ai sistemi alimentari e ai presupposti alla base delle come in Italia e in Francia (Brand, 2017), il tema si sviluppa politiche alimentari e agricole. Nel dibattito internazio- soprattutto a partire dalle esperienze promosse dalla so- nale viene in misura sempre più forte riconosciuto un cietà civile (in particolare con la ricostruzione dei rapporti rapporto di sinergia e di reciproco rafforzamento fra la fra produttori e consumatori attraverso gli Alternative Food sostenibilità dei sistemi alimentari e il raggiungimento Networks) che, solo di recente, sembrano evolvere verso SDG. Per questo motivo, il grafico finale di ogni scheda approcci più sistemici con il coinvolgimento delle istitu- aiuta a ricondurre le azioni previste da ciascuna politica zioni (Calori e Magarini, 2015). alimentare con i 17 SDG, mentre nelle conclusioni viene Le schede che compongono il presente contributo sono offerta una panoramica cumulativa delle otto esperien- state costruite in modo da permettere un’analisi compa- ze analizzate. Quelli riportati come sezione finale di ogni rativa fra i casi studio, analisi che chiude il presente contri- scheda sono, pertanto, valori specifici per ogni politica buto. Sintetizzando, gli aspetti che sono stati approfondi- alimentare, e sono stati costruiti mettendo in relazione ti riguardano i processi di costruzione della politica (attori gli obiettivi di ogni food policy urbana con i 169 target coinvolti, coinvolgimento della società civile), gli organi di che sottendono i 17 SDG, accorpandoli successivamen- governance a supporto della politica (Consigli del Cibo o te per ottenere un valore percentuale del contributo di altro), gli obiettivi, le priorità e le azioni stabilite e la pre- ogni SDG al totale degli SDG interessati da ogni politica senza di un sistema di monitoraggio e valutazione dell’a- alimentare. vanzamento della politica. In particolare, tutte le schede Infine si specifica che le schede sono state redatte contengono i seguenti campi: utilizzando e sistematizzando materiale informativo di- 1. Città e Paese vulgato on-line e in forma cartacea. Per questo motivo, 2. Nome della politica alimentare potrebbero non contenere aggiornamenti o informazio- 3. Firmataria del Milan Urban Food Policy Pact ni relativi a recenti evoluzioni che, per motivi strategici o 4. Data di inizio formale di fisiologico avanzamento dei progetti, non siano state 5. Soggetto proponente ancora pubblicizzate.
Pagina 8 CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia) Food Policy di Milano 1 Milano FIRMATARIA DEL MILAN URBAN PRESENZA DI UN ORGANO DI I PROCESSI DI GOVERNANCE FOOD POLICY PACT GOVERNANCE DI SUPPORTO (consultazione partecipata, Si consigli del cibo, coinvolgi-mento DATA DI INIZIO FORMALE Consiglio Metropolitano del Cibo stakeholder, etc.) Il consiglio comunale ha di Milano approvato "Le linee di indirizzo L’organismo ha il compito di pro- NA luglio 2014 il Comune di Mila- della Food Policy di Milano 2015- muovere la partecipazione dei vari no e Fondazione Cariplo hanno si- 2020" il 5 ottobre 2015 (delibera attori del sistema alimentare (pro- glato un accordo per la definizione e CC n. 25). duttori, commercianti, esperti, as- l’adozione delle Food Policy. Un per- La giunta ha approvato una serie sociazioni, ecc.) nelle scelte relative corso in quattro tappe. di misure per l'implementazione alle politiche sul cibo. Il consiglio ha 1 L’analisi dei punti di forza e di della food policy (delibera di il compito di indirizzare le azioni di debolezza del sistema alimentare Giunta n. 1041) il 25 maggio food policy, valutarne periodicamen- milanese 2016 te gli esiti, proporre aggiornamenti e 2 L’elaborazione degli obiettivi del- SOGGETTO PROPONENTE ulteriori obiettivi. la Food Policy attraverso una consul- Il percorso di definizione Allo stato attuale il Consiglio non è tazione pubblica della Food Policy di Milano è ancora attivo, ma è stata pubblicato 3 L’adozione della Food Policy da cominciato nel 2014 con la firma il documento “Elementi per l’istitu- parte delle istituzioni cittadine di un protocollo d'intesa tra zione del Consiglio Metropolitano 4 L’elaborazione di progetti pilota Comune di Milano e Fondazione del Cibo”. Cariplo. SOGGETTO ATTUATORE Comune di Milano e Fondazione Cariplo SCALA AMMINISTRATIVA Comunale ESTENSIONE TERRITORIALE (in superficie o numero di Enti territoriali coinvolti) Comune di Milano
CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia) Pagina 9 FOOD POLICY DI MILANO La prima fase di ricerca sul sistema Slow Food e molti altri. PRESENZA DI UN’ANALISI alimentare ha preso in considerazio- Di seguito una lista di azioni (non PRELIMINARE ne la produzione, la distribuzione e il esaustiva) che sono portate avanti (documenti, risultati prodotti, etc.) consumo del cibo in città, tracciando nell’ambito della Food Policy di Mi- una mappa dei principali attori coin- lano*: La Food Policy di Milano, tramite volti, dei comportamenti dei milane- n Hub di quartiere contro lo spreco la società Està, ha prodotto nel 2014 si, del lavoro delle istituzioni. alimentare un’analisi preliminare del sistema Dall’analisi sono emersi dieci temi n Frutta a Metà Mattina agro-alimentare milanese. L’analisi, (le dieci questioni) su cui focalizzare n Riduzione Tari dono del cibo compiuta prima dell’avvio del per- la consultazione sulla food policy che n Frutteto del Gallaratese corso di consultazione che ha porta- vanno dall’accesso al cibo, alla lotta n Food Policy Hot Pot to alla stesura della Food Policy, met- allo spreco, dal benessere dei citta- n Progetti di Milano Ristorazione te in luce alcune interessanti cifre dini, alla salvaguardia del territorio n Filiera corta pilota Riso sulla Milano del cibo. agricolo. n Filiere corte per le mense scolasti- Innanzitutto, se nel 1955 il 49,2 per La seconda fase ha previsto una che cento del comune di Milano era su- consultazione pubblica che ha per- n Spreco nei mercati comunali perficie agricola, oggi lo è il 19 per messo di arrivare all’elaborazione di n Mercato della Terra cento. In città, tuttavia, ci sono 758 orti obiettivi condivisi per la Food Policy. in zona e 120 orti nelle scuole. Dalla Sono stati ascoltati esperti, istituzio- La Food Policy prevede la costitu- fotografia emerge, che i milanesi pre- ni, imprese, associazioni e cittadini. zione di un Consiglio Metropolita- feriscono fare la spesa al supermerca- La terza fase ha visto l’approvazio- no del Cibo: un organismo che ha il to 78%, ma che in città esistono più di ne della Food Policy da parte della compito di promuovere la partecipa- 80 gruppi di acquisto solidale. A Mila- giunta e poi da parte del consiglio zione dei vari attori del sistema ali- no ci sono 3.771 piccoli negozi di ali- comunale il 5 ottobre 2015. mentare (produttori, commercianti, mentari, 15 mercati contadini; 74 ne- Le azioni in corso riguardano l’atti- esperti, associazioni, ecc.) nelle scelte gozi di prodotti biologici. Il Comune vazione di nuovi progetti nei diversi relative alle politiche sul cibo. Il con- tramite la propria società Milano Ri- municipi e il coinvolgimento di at- siglio avrà il compito di indirizzare le storazione fornisce ogni giorno 85.000 tori pubblici e privati che possano azioni di food policy, valutarne perio- pasti a scuole, case di riposo, centri di avviare sperimentazioni e modelli dicamente gli esiti, proporre aggior- accoglienza e servizi a domicilio per sostenibili di produzione, trasfor- namenti e ulteriori obiettivi. anziani non autosufficienti. mazione, distribu- zione, raccolta del cibo e promuovere strumenti di infor- mazione e sensibi- lizzazione per i cit- tadini per migliorare la qualità dei servizi e la conoscenza sul sistema alimenta- re milanese. Oltre a Fondazione Cariplo, partner importan- ti della Food Policy sono Milano Ristora- zione, ATS – Regione Lombardia, Asso- lombarda, Està, Po- litecnico di Milano, Programma QuBi – La ricetta contro la povertà infantile,
Pagina 10 CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia) FOOD POLICY DI MILANO Che oltre 100 mila nuclei familiari riferite al sistema urbano, puntando Promuovere la sostenibilità del vivono in condizioni di povertà rela- al miglioramento dei processi e allo sistema alimentare tiva. In medio una famiglia spende sviluppo di tecnologie d’avanguardia. 2.1 Il Comune facilita l’accesso alla 442 euro al mese per l’acquisto di terra attraverso i propri strumenti isti- prodotti alimentari. Il valore dello tuzionali, la co- promozione di servizi AZIONI PRINCIPALI spreco medio annuo è pari a circa dedicati (es. credito fondiario, trust 450 euro: in sostanza ogni anno una Per il dettaglio delle azioni, si veda fondiari locali, terre demaniali, ecc.) e famiglia butta nella spazzatura l’e- il documento “Linee di Indirizzo del- la diffusione di attività agricole multi- quivalente di un mese di spesa. la Food Policy di Milano 2015-2020”. funzionali che concorrano agli obiet- Il documento analizza 10 punti: Download a questo link: http://www. tivi qui enunciati. Governance, Educazione, Sprechi, foodpolicymilano.org/wp-content/uplo- 2.2 Il Comune favorisce le attività Accesso, Benessere, Ambiente, Agro- ads/2019/03/FoodPolicyMilano.pdf agricole e orticole su tutto il territorio ecosistema, Produzione, Commercio, Alle cinque priorità elencate nella comunale. Finanza. Al link di seguito è possibile sezione precedente, sono collegati 2.3 Il Comune sostiene l’innovazio- scaricare il rapporto: http://www.fo- una serie di obiettivi e intenti, elen- ne sociale, tecnologica e organizza- odpolicymilano.org/wp-content/uplo- cati di seguito. tiva nelle attività di trasformazione, ads/2015/04/10-Questioni-Food-Poli- Garantire cibo sano per tutti distribuzione, logistica e commercio cy-Milano.pdf 1.1 Il Comune esercita un ruolo at- per facilitare la transizione verso un tivo diretto o indiretto nella fornitura sistema alimentare sostenibile. di cibo sano e prodotto in modo so- Educare al cibo OBIETTIVI/PRIORITÀ stenibile che si rivolge a diverse cate- 3.1 Il Comune esplica il suo impe- 1. Garantire cibo sano per tutti: gorie: studenti, anziani, fasce deboli e gno educativo sia in modo diretto, assicurare a tutta la cittadinanza l’ac- dipendenti comunali. sia attraverso le sue società parteci- cesso ad un cibo sano e quello all’ ac- 1.2 Il Comune garantisce che in pate, sia mediante intese con il mon- qua per tutelare la dignità della per- ogni quartiere della città sia disponi- do scolastico, le altre istituzioni ed sona e migliorare la qualità della vita. bile cibo economicamente accessibi- agenzie educative e gli operatori del 2. Promuovere la sostenibilità le, sano e sostenibile entro distanze settore promuovendo iniziative che del sistema alimentare: facilitare il percorribili da persone con ristrette aumentano il livello di consapevolez- consolidamento di tutte le compo- capacità motorie. za di tutti i cittadini milanesi. nenti e le attività necessarie all’ar- 1.3 Il Comune opera attivamente 3.2 L’educazione e la formazione ticolazione di un sistema del cibo per promuovere e facilitare diver- ad un’alimentazione sana e soste- sostenibile e promuovere la produ- se forme di agricoltura e orticoltura nibile riguardano sia i contenuti di zione e il consumo locale di cibo fre- urbana, così come la costituzione e base destinati a tutta la cittadinanza, sco, di stagione e di qualità. il consolidamento di reti e di attivi- sia contenuti più specifici destinati 3. Educare al cibo: promuovere tà volte a creare inclusione sociale agli operatori e che sono volti ad ac- una cultura orientata al consumo e fornire cibo alle fasce deboli della compagnare l’innovazione sostenibi- consapevole di cibo sano, sicuro cul- popolazione (mense comunitarie, le di tutte le fasi del ciclo alimentare. turalmente appropriato, sostenibile, mense sociali, forme di aggregazione 3.3 Diffondere i contenuti e gli in- prodotto e distribuito nel rispetto dei sociale per la produzione e il consu- dirizzi della Food Policy attraverso la diritti umani e dell’ambiente. mo di cibo sostenibile, ecc.). valorizzazione di esperienze esistenti 4. Lottare contro gli sprechi: ri- durre le eccedenze e lo spreco di cibo nelle diverse fasi del ciclo ali- mentare come forma di lotta alle di- seguaglianze sociali ed economiche e come strumento di riduzione degli impatti ambientali. 5. Sostenere e promuovere la ri- cerca scientifica in campo agroa- limentare: favorire lo sviluppo della ricerca scientifica agroalimentare mi- lanese con connotazioni o ricadute
CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia) Pagina 11 FOOD POLICY DI MILANO coerenti principi espressi dal presen- be permettere di analizzare, valutare che. In base alle 5 priorità sono state te documento. e monitorare nel tempo i temi, gli anche analizzate sia le attività che il Lottare contro gli sprechi indirizzi e le azioni e i relativi impatti, Comune realizza così come essere 4.1 Il Comune, di concerto con gli oltre ad aumentare le conoscenze ri- emergono dal Documento Unico di attori del territorio, promuove azioni spetto alle questioni emergenti. Programmazione (DUP), sia un’am- dedicate ai cittadini e agli operatori A seguito dell’analisi preliminare, pia selezione di progetti e azioni che di tutto il ciclo del cibo al fine di ri- nel 2018 è stato redatto il Rappor- hanno luogo in città indipendente- durre le eccedenze e gli sprechi. to sul Sistema Alimentare. Il report mente dal Comune. 4.2 Il Comune di concerto con gli analizza un’ampia serie di temi che 2. Il secondo3 è organizzato in 13 attori del territorio, promuove il re- compongono il sistema alimentare capitoli tematici, ciascuno dei quali cupero e redistribuzione delle ecce- di Milano e ha lo scopo di fornire a approfondisce un tema specifico (es. denze alimentari. tutte le componenti dell’Ammini- produzione, povertà, consumo, logisti- 4.3 Il Comune attiva partenariati strazione comunale e agli attori della ca, sprechi, ecc.) ed è pensato soprat- con attori istituzionali, economi- tutto per un pubblico più tecni- ci e sociali per favorire la razio- co o interessato ad approfondire nalizzazione degli imballaggi e anche singole tematiche. la riduzione degli sprechi su tut- to il ciclo alimentare. FINANZIAMENTI DEDICATI 4.4 Il Comune applica al siste- ma alimentare i principi della La Food Policy non comporta chiusura dei cicli di materia ed spese da parte del Comune di energia in un’ottica di economia Milano. Tuttavia, la Fondazione circolare e bioeconomia. Cariplo finanzia l’intero proget- Sostenere e promuovere la to. In particolare, nel protocollo ricerca scientifica in campo di intesa tra Comune e Fonda- agroalimentare zione, si specifica che quest’ul- 5.1 Il Comune promuove lo tima si impegna a costituire un sviluppo di un sistema della Gruppo di Lavoro per lo svolgi- ricerca agroalimentare collabo- mento di una serie di attività di rativo che coinvolge università, seguito elencate, facendosi ca- centri di ricerca e formazione, orga- città un quadro ragionato e scienti- rico dei conseguenti oneri: nizzazioni pubbliche, private e non ficamente fondato dei dati e delle a) raccolta e analisi di progetti, po- profit. informazioni relative ai temi e priori- litiche e azioni promosse dal Comune 5.2 Il Comune favorisce lo sviluppo tà della Food Policy. Il report è parte e da altri attori che operano sul terri- della ricerca scientifica agroalimen- integrante delle attività della Food torio milanese e che sono connesse ai tare milanese con connotazioni o ri- Policy di Milano ed è la base del Si- temi di interesse della Food Policy; cadute riferite al sistema urbano stema di Monitoraggio previsto dalle b) individuazione di altri contesti 5.3 Il Comune favorisce lo sviluppo “Linee di Indirizzo per la Food Policy nazionali ed esteri attivi nel campo di progettualità innovative in ambito di Milano 2015-2020”. Il rapporto è delle Food Policy e evidenziazione agroalimentare. articolato in due report: delle potenziali sinergie a scala loca- 1. Il primo rapporto2 è organizza- le, sovralocale e internazionale (indi- to intorno alle 5 priorità della Food viduazione di benchmark); PRESENZA DI UN PIANO DI Policy di Milano (Accesso, Sostenibili- c) elaborazione di report di carat- MONITORAGGIO E VALUTAZIONE tà, Educazione, Sprechi, Ricerca), per tere tecnico-scientifico e divulgativo (ed eventuali indicatori) ciascuna delle quali sono stati sinte- e definizione di linee di indirizzo di Tra gli strumenti individuati dal Co- tizzati dati e informazioni, provenien- medio-lungo periodo; mune di Milano, c’è un sistema di ti da diverse fonti, al fine di mostrarne d) studio e definizione di indicato- monitoraggio delle azioni e degli in- le interrelazioni e di stimolare l’inte- ri e di meccanismi di monitoraggio dirizzi della Food Policy che dovreb- grazione delle azioni e delle politi- partecipato della Food Policy; 2 http://www.foodpolicymilano.org/wp-content/uploads/2015/04/Rapporto-Sistema-del-Cibo-di-Milano.pdf 3 http://www.foodpolicymilano.org/wp-content/uploads/2015/04/ESTA_IL_SISTEMA_DEL_CIBO_A_MILANO_LIBRO2.pdf
Pagina 12 CITTÀ E PAESE | MILANO (Italia) FOOD POLICY DI MILANO e) supporto metodologico per g) supporto alla definizione di pro- strumenti utili all’ingaggio degli sta- l’implementazione della Food Policy getti e di bandi pubblici coerenti con keholders e della città (piattaforma nelle politiche comunali e nelle atti- la Food Policy; di dialogo on-line; town meetings; vità della Fondazione Cariplo e di al- h) costruzione di un piano di en- tavoli di lavoro, etc.); tri attori coinvolti nella Food Policy; gagement degli stakeholder e di un l) supporto alla promozione della f) facilitazione della connessione piano di comunicazione del proces- comunicazione dei temi e delle azio- delle strutture tecniche della Fonda- so di costruzione della Policy; ni realizzate da tutti gli attori del ter- zione e del Comune; i) individuazione e costruzione di ritorio in relazione ai temi in oggetto. SDGs COINVOLTI LINKS https://twitter.com/FoodPolicyMi http://www.foodpolicymilano.org
CITTÀ E PAESE | PISA (Italia) Pagina 13 Piano del Cibo di Pisa ESTENSIONE TERRITORIALE PRESENZA DI UN ORGANO DI 2 Pisa (in superficie o numero di enti GOVERNANCE DI SUPPORTO territoriali coinvolti) È stata prevista la realizzazione di 20 dei 39 Comuni della Provincia una “Alleanza per il cibo”, della quale di Pisa: Bientina, Buti, Calci, Calci- fanno parte tutti i soggetti firmatari naia, Capannoli, Casciana Terme, e che funge da unione tra settore Chianni, Crespina, Fauglia, Lajatico, pubblico e privato. L’Alleanza per Lari, Montecatini Val di Cecina, Pala- il cibo ha il compito di fare propria, ia, Peccioli, Pisa, Ponsacco, Pontede- fare evolvere e verificare l’applicazio- ra, San Giuliano Terme, Santa Maria a ne degli strumenti adottati (Carta, Monte, Terricciola. strategia e Piano del cibo) dando La composizione dell’area da essi forma alle preoccupazioni, alle idee, definita risulta essere fortemente in- ai suggerimenti dei portatori di inte- FIRMATARIA DEL MILAN URBAN fluenzata dalla presenza di un’area resse aderenti all’Alleanza. L’Alleanza FOOD POLICY PACT già coesa come la Valdera che rap- ha una funzione di raccordo tra area No presenta da sola il 75% dei comuni pubblica e privata e svolge il ruolo di DATA DI INIZIO FORMALE coinvolti. autorità rispetto alle azioni da svilup- Il percorso di strutturazione pare e alle controversie applicative e definizione del Piano del che si dovessero realizzare. L’Alle- Cibo della Provincia di Pisa ha anza ha una funzione ed un ruolo preso avvio con l’approvazione riconosciuto dagli stessi soggetti di un atto di indirizzo politico pubblici firmatari della strategia. Le approvato dal Consiglio modalità e le procedure di azione Provinciale nell’aprile 2010. dell’Alleanza vengono formalizzate e SOGGETTO PROPONENTE sottoposte ad approvazione all’inter- Provincia di Pisa, con il supporto scientifico del Laboratorio di studi rurali Sismondi dell’Università di Pisa e il finanziamento della Regione Toscana. SOGGETTO ATTUATORE Provincia di Pisa. Partecipano al Piano del cibo come soggetti pubblici i Comuni di Calci, Montecatini Val di Cecina, Pisa, S. Giuliano Terme ed i Comuni dell’Unione Valdera (Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciano Terme, Chianni, Crespina, Lajatico, Lari, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, Santa Maria a Monte e Terricciola). SCALA AMMINISTRATIVA Sovra-comunale
Pagina 14 CITTÀ E PAESE | PISA (Italia) PIANO DEL CIBO DI PISA no dell’Alleanza stessa. n partecipazione a iniziative signifi- sono proporre attraverso i suddetti A partire dalla fine del 2013, è sta- cative in città forum dedicati sul social network. ta lanciata la sperimentazione di un n azioni di pressione e controllo La strategia del cibo, a sua volta, Consiglio del Cibo, “un’associazione fornisce indicazioni e linee guida per senza scopo di lucro che si propone I PROCESSI DI GOVERNANCE orientare i soggetti privati e pubblici come soggetto di riferimento per il (consultazione partecipata, nelle loro scelte che hanno rilevan- governo del territorio a supporto e in consigli del cibo, coinvolgi-mento za rispetto ai temi individuati nella collaborazione con le istituzioni locali stakeholder, etc.) carta del cibo, precisando percorsi, nella progettazione e nell’attuazione azioni, modalità organizzative utili a di politiche alimentari”. Gli obiettivi I processi di governance (consulta- perseguire lo scopo. In particolare, del Consiglio sono: zione partecipata, consigli del cibo, mira a raggiungere alcuni obiettivi n creare e sviluppare uno spazio di coinvolgimento stakeholder, etc.) puntuali da precisare nel Piano del confronto, di collaborazione e di pro- Dal mese di ottobre 2010, sono cibo, individuando obiettivi di salute, gettazione sui temi dell’alimentazio- stati organizzati momenti di incon- conoscenza, equità, sostenibilità, in- ne tro, con la partecipazione di nume- novazione e organizzazione. n favorire azioni volte alla formazio- rosi soggetti, che hanno reso possibi- I Comuni e le Unioni di Comuni ne di una coscienza collettiva sulle le la composizione del quadro delle firmatari hanno dato vita, insieme tematiche del cibo competenze per n favorire relazioni con gli operatori ciò che riguarda la della produzione e della distribuzio- sfera di interesse ne di alimenti al fine di ottenere mi- e di azione delle gliori condizioni di accessibilità, qua- diverse istituzioni lità, equità, salubrità dei cibi, ridurre pubbliche (Comu- gli sprechi e l’impatto sull’ambiente ni o organizzazio- n agire nell’azione di coordinamen- ni sovra comunali, to delle iniziative pubbliche e dei pri- Società delle sa- vati in materie di interesse ambien- lute, Usl, Aziende tale e nutrizionale ospedaliere), del Gli ambiti di azione del Consiglio del mondo delle as- Cibo sono: sociazioni e della n iniziative su orti urbani società civile, dei n gestione di spazi urbani di produ- soggetti econo- zione di cibo mici, con l’appor- n alleanza con i GAS e con i produt- to della rete della tori civici ricerca, nata per il n animazione culturale su cibo e supporto scientifi- dintorni co alle riflessioni e n iniziative su politiche urbanisti- alle azioni intorno alle politiche del alla Provincia di Pisa, ad un Accordo che cibo. Un primo esito di questi incon- di programma che è stato progres- n iniziative di socializzazione tri ha rappresentato la realizzazione sivamente esteso alle Società del- di una sorta di mappatura dei temi la salute. che operano sui territori e e delle pratiche che si legano al cibo. alle strutture delle Asl competenti Nel 2011 è stata elaborata dal La- in materia di prevenzione socio-sa- boratorio Sismondi la Carta del cibo, nitaria. In Toscana le “Società della che individua la strategia da seguire salute” sono “soggetti pubblici senza e persegue alcuni principi generali di scopo di lucro, costituiti per adesione salute, equità, sostenibilità, innova- volontaria dei Comuni di una stessa zione ed organizzazione. zona-distretto e dell’Azienda Usl ter- La Carta del Cibo, seppure struttu- ritorialmente competente, per l’eser- rata e densa di contenuti, rimane co- cizio associato delle attività sanitarie munque aperta alla partecipazione e territoriali, socio-sanitarie e sociali in- alle modifiche che i diversi attori pos- tegrate.
CITTÀ E PAESE | PISA (Italia) Pagina 15 PIANO DEL CIBO DI PISA Il Piano del cibo è lo strumento che PRESENZA DI UN’ANALISI costosi degli altri, la gente continua “rappresenta il dettaglio operativo PRELIMINARE ad acquistarli se ha un accesso sicuro con il quale si prospetta una scansio- (documenti, risultati prodotti, etc.) e affidabile a questi prodotti; ne, anche temporale, degli interventi n la salute generale della regione che consentono di dare contenuto L’analisi preliminare è stata svol- continua a diminuire, sebbene ci sia operativo alla strategia per il cibo”. ta dal Laboratorio di studi rurali una crescente consapevolezza pub- Il Piano del cibo rappresenta l’atto Sismondi. L’analisi ha permesso blica delle patologie legate all’ali- di pianificazione coordinata attraver- di accertare quali erano - al 2011 mentazione; so cui comprendere e mappare le - i punti di forza e di debolezza n gli sforzi per limitare la fame e specifiche problematiche connesse nell’ambito dei sei valori identifi- migliorare l’equità nel sistema ali- su scala locale al tema affrontato, cati dal Piano: mentare stanno avendo un impatto assicurare adeguati livelli di coordi- n i terreni agricoli intorno alla città positivo, tuttavia un numero crescen- namento tra i diversi interlocutori sono sotto pressione perché ci sono te di famiglie soffrono di insicurezza nell’uso integrato delle politiche e pochi ettari in coltura e molte azien- alimentare e i salari dei lavoratori del delle azioni quotidianamente intra- de sono in deficit; settore alimentare continuano ad prese, disegnare e promuovere gli n è necessario un maggior impe- essere ben al di sotto la soglia degli obiettivi e i principi fissati nella carta gno per migliorare la responsabilità standard di autosufficienza; e nella strategia, medianti adeguate ecologica e la conservazione delle ri- n benché sia un parametro difficile iniziative di informazione e comuni- sorse, la qualità delle acque continua da misurare, gli stakeholders ripor- cazione. a peggiorare; tano un aumento di collaborazione n i movimenti per il “cibo locale” e tra molte organizzazioni e tra i poteri il “cibo sano” sono riconosciuti come politici. Molte persone stanno rico- strategie di sviluppo economico, sia a noscendo l’importanza di lavorare livello nazionale che locale. Anche se assieme per rendere la regione più i cibi sani continuano ad essere più competitiva.
Pagina 16 CITTÀ E PAESE | PISA (Italia) PIANO DEL CIBO DI PISA L’analisi di contesto prende in con- in grado di perseguire siderazione i seguenti profili: con coerenza la sicurez- n territoriale; za alimentare locale n demografico; Obiettivi puntuali della n economico (produzione e risorse Strategia del Cibo: alimentari, distribuzione alimentare, 1. Obiettivi di salute: il somministrazione) miglioramento di spe- n consumi e stili alimentari; cifici indicatori di salu- n salute (le malattie legate all’ali- te legati al consumo di mentazione e l’incidenza dell’obesità). cibo; 2. Obiettivi di cono- OBIETTIVI/PRIORITÀ scenza: il miglioramen- to della consapevolezza Obiettivi generali del Piano del Cibo della popolazione locale rispetto ai processi di produzione e distribuzio- n Promuovere una cultura alimen- temi definiti nella carta del cibo; ne, etc.) tare locale basata sul concetto di die- 3. Obiettivi di equità: il migliora- 5. Obiettivi di innovazione: l’enti- ta sostenibile; mento di specifici indicatori di acces- tà e il tipo di pratiche innovative da n Migliorare la comprensione tra i sibilità al consumo di cibo di qualità promuovere (nel campo dell’educa- cittadini dei nessi tra la dieta, la salu- (disponibilità, prezzo, logistica di ac- zione, della promozione di salute, di te e l’ambiente; quisto per gruppi target vulnerabili, politiche pubbliche, di scelte di con- n Sviluppare percorsi di innova- etc.) sumo, di pratiche produttive, etc.) zione civica in grado di migliorare 4. Obiettivi di sostenibilità: il livello 6. Obiettivi di organizzazione: la de- le abitudini alimentari e ridurre gli di organizzazione quali-quantitativa finizione di pratiche organizzative sprechi; degli approvvigionamenti locali at- capaci di incidere sull’effettività delle n Rafforzare la capacità del territo- tesi (disponibilità/consumo di suo- politiche che hanno riflessi sul cibo rio – e degli agricoltori locali - di for- lo, rete di aziende civiche, numero (accordi di programma, organismi di nire cibo sostenibile a prezzi accessi- di aderenti alla strategia, volumi di coordinamento, etc.) bili. cibo assicurati, tassi di spreco, livelli n Favorire l’innovazione istituziona- di riciclaggio dei rifiuti attesi, livelli di le per un’integrazione delle politiche impatto ambientale/energetico dei AZIONI PRINCIPALI 1. Azioni volte a raggiungere obiet- Politiche socio-sanitarie: b. Informazione tecnica delle ASL tivi di salute: a. Piano integrato per la salute c. Politiche informative e Sistemi in- Politiche per l’educazione alimen- b. Azioni sulle patologie legate all’ali- formativi degli Enti Locali tare mentazione d. Organizzazione spazi web a. armonizzazione dei capitolati del- c. Organizzazione di un sistema in- e. Newsletter sul cibo le mense; formativo dedicato sul tema f. Formazione continua adulti b. rafforzamento ed armonizzazione 2. Azioni volte a raggiungere obiet- g. Concorsi del ruolo delle commissioni mensa; tivi di conoscenza: 3. Azioni volte a raggiungere obiet- c. PIGI adulti e minori Politiche della formazione tivi di equità: Politiche della prevenzione: a. Interna alle ASL (CERERE) Politiche sociali: a. Iniziative puntuali per specifici tar- b. Dei piani provinciali a. Interventi per indigenti: get (anziani, minori, adolescenti) c. Dei comuni a.1. Mense di solidarietà b. Educazione alimentare, educazio- Piano di comunicazione volto ad a.2. Buoni pasto ne ambientale, educazione agli una pluralità di obiettivi e affidato a b. Interventi per anziani: stili di vita diversi strumenti di comunicazione b.1. Assistiti: case di riposo, centri c. Prevenzione sanitaria, igiene degli a. Organizzazione Forum specifici diurni alimenti, indicazioni nutrizionali per la cittadinanza con il coinvol- b.2. Autonomi: centri di socializ- gimento delle Società della salute zazione, turismo sociale, etc.
CITTÀ E PAESE | PISA (Italia) Pagina 17 PIANO DEL CIBO DI PISA c. Politiche di integrazione tra etnie Politiche di incentivazione d. Promozione del riuso da parte c.1. Iniziative culturali a. Orientamento strumenti PoR pubblica e privata; c.2. Interventi su produzione e CREO e politiche del FESR; e. Riduzione dell’impatto dei packa- distribuzione cibi specifici b. Orientamento scelte di PSRL; ging; Politiche del commercio: c. Azioni di informazione e animazio- f. Politiche mirate di gestione dei ri- a. Stimolo a forme innovative e pros- ne per sistemi di imprese civiche fiuti. sime di dettaglio; dell’agroalimentare. 5. Azioni volte a raggiungere obietti- b. Supporto a forme collettive di ac- d. Azioni di assistenza tecnica in vi di innovazione: nei campi dell’in- quisto (gas, mercati) campo agricolo formazione/educazione/formazio- c. Accordi con sistemi distributivi in e. Politiche di accesso alle risorse ne, della produzione, del consumo, chiave locale pubbliche (aziende e terre pubbli- delle politiche integrate mediante: d. Politiche di supporto ad iniziative che e poco usate) a. Azioni di scouting di soluzioni in- di filiera corta Politiche di lotta allo spreco novative, a livello locale e non; 4. Azioni volte a raggiungere obiet- a. Nella gestione delle mense pub- b. Azioni di supporto per pratiche pi- tivi di sostenibilità: bliche; lota, innovative e trasferibili; Politiche di pianificazione territo- b. Nelle scelte private di consumo; c. Azioni di informazione e formazio- riale (definizione spazi agricoli, po- c. All’interno dei sistemi della produ- ne legate all’attività dei centri di litiche e scelte per la conservazione zione e della distribuzione (opera- ricerca suolo agricolo e riduzione/conteni- zioni “last minute”). 6. Azioni volte a raggiungere obiet- mento del consumo di suolo, pro- Politiche di sostenibilità ambientale tivi di organizzazione: mozione dell'agricoltura urbana, a. Iniziative di sostegno al consumo a. Accordi di programma tra enti lo- semplificazioni per agricoltura mul- di prodotti locali; cali; tifunzionale e civica nei processi au- b. Promozione di sistemi di produzio- b. Creazione di coalizioni per il cibo torizzativi) ne a basso consumo energetico; (Alleanza per il cibo sul modello a. Revisione PTC; c. Promozione di sistemi di produ- dei Food Council). b. Revisione Piani strutturali dei co- zione a basso inquinamento am- muni. bientale; RISULTATI ATTESI Non quantificati. interventi per indigenti o per anziani, semplificazione dei processi autoriz- mense di solidarietà, distribuzione di zativi per l’agricoltura multifunziona- COME VIENE AFFRONTATA LA buoni pasto), politiche di integrazio- le e civica); alle politiche di incentiva- RELAZIONE FRA LA CITTÀ E IL ne tra etnie (principalmente attra- zione (es. azioni di informazione per TERRITORIO CIRCOSTANTE IN verso iniziative culturali) e politiche le imprese agroalimentari, azioni di TERMINI DI FLUSSI ECONOMICI, commerciali (es. incentivazione di assistenza tecnica in campo agricolo, SOCIALI, AMBIENTALI forme innovative di commercio lo- politiche di accesso alle risorse pub- (relazioni urbano-rurali) cale al dettaglio e di filiera corta o bliche come le terre pubbliche non supporto alle forme di acquisto col- utilizzate); alle politiche di lotta allo La Carta del Cibo individua molte lettivo come i Gas). Larga attenzione spreco (nella gestione delle mense azioni possibili, in alcuni casi già at- è rivolta anche al raggiungimento di pubbliche, tra i privati e all’interno tuate sui territori, tra le quali fonda- obiettivi di sostenibilità e alle azioni dei sistemi della produzione e della mentali sono quelle che coinvolgono atte a traguardarli. distribuzione) e di sostenibilità am- le mense ed una migliore organiz- Per questo ambito vengono indi- bientale (es. iniziative di sostegno zazione delle relative diete. Molte viduate nella Carta numerose azioni al consumo di prodotti locali, pro- sono inoltre le azioni individuate per possibili legate: alle politiche di pia- mozione di sistemi di produzione a perseguire obiettivi di conoscenza, nificazione territoriale (es. definizio- basso consumo energetico e a basso legate alle politiche di formazione e ne degli spazi agricoli e delle scelte inquinamento ambientale, riduzione comunicazione, e obiettivi di equità. per la loro conservazione, riduzione/ dell’impatto dei packaging, gestione Questi ultimi vengono perseguiti nel contenimento del consumo di suolo, dei rifiuti). Piano attraverso politiche sociali (es. promozione dell’agricoltura urbana,
Pagina 18 CITTÀ E PAESE | PISA (Italia) PIANO DEL CIBO DI PISA PRESENZA DI UN PIANO DI BIBLIOGRAFIA LINK UTILI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE Butelli E. (2015). Pianificazione am- Carta del Cibo: http://www.scuola- (ED EVENTUALI INDICATORI) bientale autosostenibile e alimenta- sviluppolocale.it/request.php?120 Nel Piano del Cibo viene citato un zione: il Piano del Cibo della Provin- “sistema di monitoraggio e valutazio- cia di Pisa http://www.provincia.pisa.it/it/pro- ne capace di assicurare la traduzione Di Iacovo F., Brunori G., Innocenti S. vincia/49111/Il-Piano-del-Cibo-della- del piano e della strategia per il cibo (2013). Le strategie urbane: il Piano Provincia-di-Pisa.html sul territorio locale”. Tuttavia, non si del Cibo. Agriregionieuropa anno 9 ha riscontro di un’applicazione del n°32, Mar 2013 sistema di monitoraggio. Laboratorio di studi rurali Sismondi (2011). Piano del Cibo della Provincia FINANZIAMENTI DEDICATI di Pisa. Ottobre 2011. http://www.so- Il Piano del Cibo ha potuto usufrui- svima.com/attachments/article/538/ re delle risorse legate alle attività del Piano%20del%20cibo%20-%20re- Prin–Miur 2008 n. 2008LY7BJJ_003 port%202011.pdf (consultato il 14 dal titolo “Alla ricerca di modelli in- dicembre 2018) novativi di produzione-consumo: i percorsi di ricerca di coerenza attivati dai cittadini-consumatori”. SDGs COINVOLTI
CITTÀ E PAESE | LIONE (Francia) Pagina 19 PENAP - Protection des espaces naturels et agricoles périurbains de la Métropole de Lyon I PROCESSI DI GOVERNANCE 3 Lione (consultazione partecipata, consigli del cibo, coinvolgi-mento stakeholder, etc.) FIRMATARIA DEL MILAN URBAN CLAD: Consiglio locale dell’alimen- FOOD POLICY PACT tazione sostenibile («Conseil local de - l’alimentation durable»). NOME DELLA POLITICA ALIMENTARE ESISTENTE PRESENZA DI UN’ANALISI Une alimentation durable pour PRELIMINARE tous sur le territoire Lyonnaise. (documenti, risultati prodotti, etc.) (Un’alimentazione sostenibile per tutti sul territorio di Lione) Studio sul “ Sistema alimentare DATA DI INIZIO FORMALE dell’area metropolitana di Lione” Gennaio 2015. Passi dell'iniziativa: SOGGETTO PROPONENTE 2013: 1 ° bando per i progetti Polo La città di Lione e Associazione Territoriale di Cooperazione Econo- ESTENSIONE TERRITORIALE Terres en Villes mica attorno al quale si sono mobi- (in superficie o numero di enti litati gli attori lionesi, con il sostegno territoriali coinvolti) della città. 2015: Partecipazione al program- Città di Lione. ma europeo URBACT II ("sustainable food in urban communities” chiuso PRESENZA DI UN ORGANO DI nel giugno 2015. URBACT II ha incon- GOVERNANCE DI SUPPORTO trato dieci città europee, tra cui Bri- stol, dove ha preso luogo un consiglio SOGGETTO ATTUATORE Schema di Coerenza Territoriale locale di governance, accanto ai quale La città di Lione (Schéma de Cohérence Territoriale- la città di Lione ha potuto imparare e SCALA AMMINISTRATIVA SCoT) scambiare buone pratiche. Metropolitana
Pagina 20 CITTÀ E PAESE | LIONE (Francia) PENAP - PROTECTION DES ESPACES NATURELS ET AGRICOLES PÉRIURBAINS DE LA MÉTROPOLE DE LYON Questo programma ha dato il via Gli obiettivi del Polo: alla creazione nel 2015 del Consiglio - Mettere in collegamento le orga- di Lione per l'alimentazione sostenibi- nizzazioni dell’economia Sociale e le. Mentre questo tipo di istituzione Solidale che si aprano a un ricolloca- è abbastanza sviluppato nel mon- mento alimentare, dalla produzione do anglosassone, CLAD è il primo in al consumo; Francia. Oggi altre città come Borde- - Favorire lo sviluppo di coopera- aux hanno creato un consiglio locale zioni e di scambi tra le sue strutture per il cibo sostenibile. membre così che ciascuna si conso- Il 2017 è un anno di transizione lidi e sviluppi; a causa di diversi progetti e grandi - Partecipare alla costruzione di un eventi: la città prepara l'attuazione di sistema agroalimentare locale, soli- un progetto alimentare territoriale e dale ed ecologico; gli Stati generali del cibo sono tenuti - Le organizzazioni aderenti al “Bol, a livello nazionale. In questa occa- polo di cooperazione sull’alimentazione” sione vengono discusse le principali - Diffondere e rinforzare le iniziati- lavorano sui temi dell’autoproduzio- problematiche del cibo sostenibile ve di approvigionamento locale per ne degli alimenti, la trasformazione (bio, pesticidi ...). la ristorazione collettiva ( seminari di e/o la distribuzione a filiera corta, lo scambio); sviluppo dell’agricoltura paesana e/o - Contribuire allo sviluppo di una biologica, la sensibilizzazione del OBIETTIVI/PRIORITÀ strategia alimentare metropolitana. pubblico sulle sfide alimentari, l’in- L’accesso ad un’alimentazione di Il 30 maggio 2016 un incontro ine- serimento professionale e sociale da qualità e di prossimità in maniera dito (il RDV Festitabl’) ha permesso attività di produzione e/o consumo. più diffusa è una sfida identificata di connettere i professionisti dell’ali- dalla Carta degli obiettivi per l’agri- mentazione locale e gli organizzatori AZIONI PRINCIPALI coltura periurbana firmata nel 2012. di eventi, sotto la forma di uno speed Il Polo Metropolitano ha stabilito tre dating. Questo evento ha riunito una - L’etichettatura “Lione, città equa assetti di lavoro: cinquantina di strutture e ha gene- e sostenibile”, è un’iniziativa unica - Mettere in opera delle azioni spe- rato più di 230 incontri. Delle mani- in Francia, che si colloca in una di- rimentali per valorizzare la produzio- festazioni sono regolarmente tenute namica locale di promozione dell’e- ne locale su degli eventi culturali o a testimoniare il loro coinvolgimento conomia sociale e solidale. Creata manifestazioni sportive (progetto Fe- in una sfida sull’alimentazione locale: nel 2010 su iniziativa di Guylaine stitabl); Fest’bouc, Demon d’or, Terres du son, Gouzou- Testud, evidenzia la volon- Rolland Garros… tà della città di Lione di identificare Gli obiettivi dell’associa- le aziende, punti vendita, artigiani, zione Terres en Ville sono: luoghi ed eventi che rispondono in - La co-costruzione di po- modo pragmatico alle sfide dello svi- litiche agricolo periurbane luppo sostenibile, attraverso un’offer- - La protezione e la valo- ta di consumo responsabile. rizzazione degli spazi agri- - A livello municipale, il CLAD di coli, naturali e delle foreste Lione, è emerso all’interno del pro- - L’economia agricola e la gramma di scambio europeo, Ur- governance alimentare del- bact II «alimentazione sostenibile le città nelle comunità urbane» nella quale - L’inclusione dell’agricol- la delegazione Economia Sociale tura e degli spazi aperti nel- e Solidale (ESS) della città è partita le politiche europee dal 2012, per una durata di 3 anni. - La “foresta” periurbana IL programma ha riunito dieci città europee con l’obiettivo di favorire lo scambio di buone pratiche sulle te- matiche dell’alimentazione sosteni- bile. Concretamente, un gruppo di
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