Ascoltare la vita - Parrocchia Regina Pacis

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Ascoltare la vita - Parrocchia Regina Pacis
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                                             Ascoltare
                           Pastorale         Testimonianze   Comunità                   Luce di speranza
                           Crocifisso                        al tempo del coronavirus
                            Risorto
                                 ORIZZONTI

                                              la vita
Mensile - 42° Anno - Maggio 2020 - n. 5

        POSTE ITALIANE S.P.A.
        Spedizione in Abb. Postale 70%
                DCB VARESE
         (Conv. in L. 27/02/2004 nr.46)
Ascoltare la vita - Parrocchia Regina Pacis
IN
                         CONTINUO
                        MOVIMENTO
                        Tessera socio
                        ACLI 2020                         ACLI DI SARONNO
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ORIZZONTI                                                             MAGGIO 2020
                                               1
L’EDITORIALE
                                    ASCOLTARE LA VITA
                    Ho spalancate le finestre che danno su piazza Libertà: è da lì che mi arriva lo squit-
               tìo festoso dei bimbi che son tornati a giocare mentre le mamme stanno a crocchi sui
               gradini del sagrato della prepositurale. Mi sembra un segno bello della vita che riprende
               i suoi spazi. So che non è il momento del “liberi tutti” e lo dico anch’io: prudenza! Se
               una cosa sappiamo di questo virus è che quando morsica fa soffrire tanto! Non è uno
               scherzo, nessuna leggerezza è ammissibile. Ogni attenzione è un vero atto di amore
               verso tutti. Ma spalanchiamoci al vociare dei bimbi! E’ vita!

                    Ed è arrivato il momento di “ascoltare” la vita. E’ per questo motivo che dedichia-
               mo questo numero di Orizzonti alle testimonianze e ai racconti di tanta gente: ammalati
               di coronavirus, medici e infermiere… storie, storie di vita! Abbiamo scelto di ascoltare
               e di farci raccontare più che di scrivere pensieri nostri! La città ha perso tante persone e
               questo è un impoverimento serio, ma si è anche arricchita di persone che son passate nel
               crogiuolo della pandemia e ne sono uscite purificate. Come l’oro che aumenta di carati,
               così chi è passato dentro si ritrova con una personalità di maggiore “caratura” appunto.
               E dedicarci al loro ascolto è un piacere e forse anche un dovere! Comunque è un dono
               per noi ogni loro racconto, spesso faticoso, perché uscito fuori dolorosamente come
               spremuto dal torchio.

                    In questi mesi ci siamo “ascoltati” tanto in casa, per amore o per forza: non disim-
               pariamo mai più l’arte dell’ascolto vero, del metterci nei panni degli altri, del dolorare e
               del godere insieme! Chi ascolta l’altro così, rivive la vita dell’altro. L’ascoltatore since-
               ro vive tante vite. E’ un segreto che vorrei dire a tutti!

                   C’è poi un’altra cosa che spero sia nata in ogni casa in questi mesi e che vorrei
               prendesse forza: è che si è cristiani più fuori che dentro la chiesa! Chi si è abituato a
               essere cristiano solo dentro, un’ora scarsa la settimana, mi sa che si è squagliato senza
               neanche lasciare bagnato! Ma io sogno che tante famiglie hanno capito che la fede non
                                è l’imboccata del prete, è la scelta di vita che dà valore a tutto. Preciso:
                                     quando dico “fede” non penso al Catechismo, penso al rapporto
                                       con Gesù come con la persona che dà gioia e felicità alla vita,
                                         mia e di tutti. Noi preti in questi mesi abbiamo fatto quel poco
                                           che potevamo per restare con voi, che siete la nostra casa e
                                             la nostra famiglia, ma spero vi siate accorti che non sia-
                                              mo noi la Chiesa! Siete voi, i genitori prima di tutti! Se
                                                in questi mesi avete fatto vedere qualcosa di cristiano ai
                                                 figli, avete fatto più di tutti i catechismi! E qualcosa di
                                                 cristiano non è soltanto pregare, è essere uomini e donne
                                                  veri! Solidi, generosi, protesi a far crescere, dimentichi
                                                  di sé e dediti al bene di chi avevate in casa, sull’esempio
                                                 di Gesù. Ma anche fragili e capaci di chiedere scusa,
                                                 riconoscendo i limiti. Questo è essere cristiani: essere
                                                uomini e donne con dignità. Un nuovo umanesimo! Dio
                                               lo si trova nell’uomo, più e meglio che in chiesa! Non
                                             cercare Dio nel sacro, cercalo nell’umano! Se pensi che sia
                                            esagerato, leggi il Concilio Vaticano II: merita comunque!

                                                                                              don Armando
Ascoltare la vita - Parrocchia Regina Pacis
ORIZZONTI                                                                                                                                   MAGGIO 2020
                                                                                                                       2
                                                                                                                 SOMMARIO
                                                                                                                  MAGGIO 2020
                           Comunità

                                               Ascoltare
                           Pastorale           Testimonianze   Comunità                   Luce di speranza

                                                                                                             Pag 1    Editoriale:
                           Crocifisso                          al tempo del coronavirus
                            Risorto
                                 ORIZZONTI

                                                                                                             Pag 3    Siamo in cura, non in guerra
                                                la vita                                                      Pag 5    Medico e ammalato
                                                                                                             Pag 8    Umanità e tenerezza
Mensile - 42° Anno - Maggio 2020 - n. 5

                                                                                                             Pag 11   Terrore e speranza in famiglia
                                                                                                             Pag 13   Un matrimonio che ci insegna tante cose
                                                                                                             Pag 14   E poi? Pensieri dalla clausura

        POSTE ITALIANE S.P.A.
                                                                                                             Pag 16   Come i nostri lettori hanno vissuto
        Spedizione in Abb. Postale 70%

                                                                                                             Pag 20   La comunità cristiana al tempo del coronavirus
                DCB VARESE
         (Conv. in L. 27/02/2004 nr.46)

                                                                                                             Pag 21   Luce di speranza
                                                                                                             Pag 22   Un Santuario silente
                                          DIREZIONE, REDAZIONE                                               Pag 24   Reclusioni o opportunità?
                                           E AMMINISTRAZIONE
                                              Piazza Libertà, 2                                              Pag 25   Farò la Pasqua da te
                                               Tel. 02 9602379                                               Pag 27   Avis Saronno: non solo sangue
             DIRETTORE RESPONSABILE                                                                          Pag 29   Venite con noi in un mondo colorato
                Mons. Armando Cattaneo
                                                                                                             pag 30   Il 90° compleanno di don Angelo Centemeri
                                      STAMPA
                            Centro Stampa Quotidiani S.p.A.                                                  Pag 31   Disegni per i nonni
                                 Via dell’Industria, 52                                                      Pag 32   Una lettera per voi
                                 25030 - Erbusco (BS)
                                                                                                             Pag 34   Una realtà missionaria in Brasile
                                          Autorizzazione del Tribunale
                                               di Busto A. n. 4/78                                           Pag 36   Nuovi stili di vita: guarite
                                           del 15.2.1978 e successive
                                                                                                             Pag 37   Casa di Marta e l’aiuto alimentare
                                          modificazioni del 10.10.1995
                                                                                                             Pag 40   Fondo San Giuseppe
                                                ORIZZONTI
                                              Comunità Pastorale                                             Pag 41   La carità in città
                                              Crocifisso Risorto
                                                                                                             Pag 42   La bellezza nelle case
                                                                                                             Pag 44   La parola del mese
Ascoltare la vita - Parrocchia Regina Pacis
ORIZZONTI                                                                             MAGGIO 2020
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SIAMO IN CURA, NON IN GUERRA
            PER UNA NUOVA METAFORA DEL NOSTRO OGGI
    No, non mi rassegno. Questa             bolario che spazia da “armonia” a         za), perspicacia, coraggio, risolu-
non è una guerra, noi non siamo in          “vicinanza”, ma fatico a trovarvi un      tezza, tenacia anche… Poi però si
guerra.                                     termine che possa fungere anche da        nutrono di alimenti ben diversi. La
                                            metafora per l’insieme della narra-       guerra necessita di nemici, frontie-
     Da quando la narrazione pre-           zione della realtà che ci troviamo a      re e trincee, di armi e munizioni, di
dominante della situazione italiana         vivere.                                   spie, inganni e menzogne, di spie-
e mondiale di fronte alla pandemia                                                    tatezza e denaro… La cura invece
ha assunto la terminologia della                 Eppure, come dicevo da subi-         si nutre d’altro: prossimità, solida-
guerra – cioè da subito dopo il pre-        to, non mi rassegno: non siamo in         rietà, compassione, umiltà, dignità,
cipitare della situazione sanitaria in      guerra!
un determinato paese – cerco una
metafora diversa che renda giusti-               Per storia per-
zia di quanto stiamo vivendo e sof-         sonale,       formazio-
frendo e che offra elementi di spe-         ne e condizione di
ranza e sentieri di senso per i giorni      vita, conosco bene
che ci attendono.                           un crinale discrimi-
                                            nante, quello tra lotta
     Il ricorso alla metafora bellica è     spirituale e guerra
stato evidenziato e criticato da alcu-      santa o giusta, lun-
ni commentatori, ma ha un fascino,          go il quale è facile
un’immediatezza e un’efficacia che          perdere l’equilibrio e
non è facile debellare (appunto).           cadere in una lettura
Ho letto con estremo interesse alcu-        di se stessi, delle pro-
ni dei contributi – non numerosi, mi        prie vicende e del corso della storia     delicatezza, tatto, ascolto, autenti-
pare – apparsi in questi giorni: l’ar-      secondo il paradigma della guerra.        cità, pazienza, perseveranza…
ticolo di Daniele Cassandro (“Sia-
mo in guerra! Il coronavirus e le               Ma allora, se non siamo in                 Per questo tutti noi possiamo
sue metafore”) per Internazionale,          guerra, dove siamo? Siamo in cura!        essere artefici essenziali di que-
la mini-inchiesta di Vita.it su “La                                                   sto aver cura dell’altro, del piane-
viralità del linguaggio bellico”,                Non solo i malati, ma il nostro
                                                                                      ta e di noi stessi con loro. Tutti, uo-
l’intervento di Gianluca Briguglia          pianeta, tutti noi non siamo in guer-
                                                                                      mini e donne di ogni o di nessun
nel suo blog su Il Post (“No, non           ra ma siamo in cura. E la cura ab-
                                                                                      credo, ciascuno per le sue capacità,
è una guerra”) e l’ottimo lavoro di         braccia – nonostante la distanza fi-
                                                                                      competenze, principi ispiratori, for-
Marino Sinibaldi su Radio 3 che ha          sica che ci è attualmente richiesta –
                                                                                      ze fisiche e d’animo. Sono artefici
dedicato una puntata de “La lingua          ogni aspetto della nostra esistenza,
                                                                                      di cura medici di base e ospedalieri,
batte” proprio a questo tema, intro-        in questo tempo indeterminato del-
                                                                                      infermieri e personale paramedico,
ducendo anche una possibile meta-           la pandemia così come nel “dopo”
                                                                                      virologi e scienziati… Sono artefi-
fora alternativa: il “lessico della te-     che, proprio grazie alla cura, può
                                                                                      ci di cura i governanti, gli ammi-
nacia”. Le decine di artisti, studiosi,     già iniziare ora, anzi, è già iniziato.
                                                                                      nistratori pubblici, i servitori dello
intellettuali, attori invitati a sceglie-                                             stato, della res publica e del bene
                                                 Ora, sia la guerra che la cura
re e illustrare una parola significati-                                               comune… Sono artefici di cura i la-
                                            hanno entrambe bisogno di alcune
va in questo momento storico han-                                                     voratori e le lavoratrici nei servizi
                                            doti: forza (altra cosa dalla violen-
no fornito un preziosissimo voca-
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essenziali, gli psicologi, chi fa assi-   è una condizione fondamen-
stenza sociale, chi si impegna nelle      tale anche per il “dopo”: il
organizzazioni di volontariato…           futuro sarà segnato da quanto
Sono artefici di cura maestre e in-       saremo stati capaci di vivere in
segnanti, docenti e discenti, uomini      questi giorni più difficili, sarà
e donne dell’arte e della cultura…        determinato dalla nostra capa-
Sono artefici di cura preti, vescovi      cità di prevenzione e di cura,
e pastori, ministri dei vari culti e      a cominciare dalla cura dell’u-
catechisti… Sono artefici di cura i       nico pianeta che abbiamo a
genitori e i figli, gli amici del cuore   disposizione. Se sappiamo e
e i vicini di casa… Sono artefici – e     sapremo essere custodi della
non solo oggetto – di cura i malati,      terra, la terra stessa si prenderà      ribili, non esistono né mai esiste-
i morenti, i più deboli, beni preziosi    cura di noi e custodirà le condizioni   ranno persone incurabili.
e fragili da “maneggiare con cura”,       indispensabili per la nostra vita.
appunto: i poveri, i senza fissa di-                                                   Davvero, noi non siamo in
mora, gli immigrati e gli emargina-            Le guerre finiscono – anche se     guerra, siamo in cura! Curiamoci
ti, i carcerati, le vittime delle vio-    poi riprendono non appena si ritro-     insieme.
lenze domestiche e delle guerre…          vano le risorse necessarie – la cura
Per questo la consapevolezza di           invece non finisce mai. Se infatti          Guido Dotti (Monaco di Bose)
essere in cura – e non in guerra –        esistono malattie (per ora) ingua-                        29 marzo 2020
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                   MEDICO E AMMALATO
 TESTIMONIANZA DEL DOTT. GIANCARLO GRISETTI
     Il mio confronto personale         i guanti certo non mi mancano.           è un po’ più bassa, poca tosse e un
con il coronavirus inizia appena        Questa è la mia ultima settimana         forte raffreddore, gli occhi arrossati,
giungono le notizie da Codogno:         di lavoro come medico di famiglia        la bocca molto asciutta, bisogno di
mi chiama il figlio di miei amici,      dopo oltre 39 anni. Ormai ho passa-      bere, gusto un po’ alterato. Sono sta-
è rientrato da circa due settimane      to le consegne a un mio collega più      to anche peggio in passato: riesco a
da Singapore e presenta sintomi         giovane, ho pochissimi appunta-          stare al computer e a sbrigare un po’
influenzali, l’aeroporto era pieno      menti in settimana, più che altro        di corrispondenza, ma ancora 38,6.
di gente, i cinesi non mancavano...     con qualcuno che doveva rivalutare       Martedì ancora febbre che sale oltre
Proviamo a chiedere indicazio-          degli esami, ma un po’ di spaven-        38, mercoledì sembra un po’ meglio
ni alla ATS. Vado ora a vedere su       to per il coronavirus evita che si       in giornata, ma ancora 37,8.
WhatsApp i messaggi: “Insisti col       aggiungano nuovi pazienti. Prefe-
chiamare il numero verde, se non ri-    riscono stare alla larga, spaventati          Le telefonate: all’ufficio di
esci domattina provo io a sentire in    forse anche dai cartelli che intima-     igiene mi dicono di aspettare e stare
ATS” risposta “Ho chiamato oltre        no di entrare non più di due alla        a vedere come vanno i sintomi: di
mezz’ora ma non risponde nessu-         volta e, se con febbre, avvisare il      tamponi non se ne parla, non aven-
no”. Comincio a capire che i cen-       medico invece di recarsi in ambula-      do avuto contatto con gente rien-
tralini sono intasati o che l’ATS non   torio e decidere con lui cosa fare. I    trata dalla Cina e non essendo stato
ha abbastanza personale per gestire     pazienti che visito sono senza feb-      nella bassa lodigiana... Giovedì 5
una situazione di questo tipo. Tutte    bre, non c’è nessun caso sospetto,       chiedo su WhatsApp al mio amico
e due le cose probabilmente sono        mascherina e saluti da lontano. Il       lodigiano, Marcello: “La situazio-
vere.                                   venerdì un brindisi con tutti miei       ne è davvero così tragica?”. Mi
                                        colleghi, il sabato un pranzo con        conferma, racconta, tra l’altro
     Lunedì 24 sono a una riu-          i miei colleghi “veterani” di cui        “... questa settimana ho visto 5-6
nione a Varese in ATS con tutti i       uno, come me, comincerà la pen-          polmoniti, ma ne ho fatto ricovera-
rappresentanti dei medici di medi-      sione dal 1 marzo.                       re solo uno, gli altri non sembrano
cina generale, sono presenti anche i                                             avere problemi respiratori...”.
presidenti degli Ordini dei Medici           Domenica 1 marzo giornata           Scopro che Nicola, un amico
di Como e di Varese. Si decidono le     tranquilla, a messa la mattina, un       della Valcamonica, ammalato dal
misure da adottare affinché i medi-     po’ di perplessità nello scambiarsi      28 febbraio, sintomi simili ai miei,
ci possano prevenire la diffusione      il segno della pace, ma i vicini li      si sta curando a casa in attesa di
di questo virus e sappiano come         conosco, li terremo d’occhio per         tampone. Al venerdì decido di fare
fare nei casi che si dovessero          vedere se si ammalano... Non so          un prelievo, per controllare infiam-
presentare. Essendo una circostan-      ancora che invece sono io quel-          mazione, globuli bianchi ... con
za eccezionale (é stato varato lo       lo da tener d’occhio. La sera della      mascherina, molto guardingo...
stato di emergenza dal governo)         domenica una stanchezza estre-           con infermiera molto bardata, ma-
ATS si assume l’onere di fornire ai     ma, brividi, mal di testa, dolori alle   scherina, tuta... sento che ha paura.
medici il materiale di protezio-        braccia e alle gambe... mi sta ve-       Nella giornata di venerdì mi dicono
ne (DPI): conoscendo i tempi che        nendo la febbre. La misuro: 38,8,        che un collega che era con me alla
possono essere necessari, mi ri-        dolori anche al torace, alle ultime      riunione del 24 è ricoverato con
tengo fortunato ad aver acquistato      coste... mi sento molto stanco, ho       sospetto Covid, dicono sia già in
alcune mascherine per conto mio,        sonno... La mattina dopo la febbre       rianimazione. A questo punto dico
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all’ufficio di igiene: “ho il contatto    casa (spero di essere tra questi),      paura deriva dal fatto che mi sembra
con un caso, febbre, sintomi, dovrei      non le hanno detto ancora dove          di aver capito che i sintomi possono
fare il tampone!”. Mi inviano all’o-      “piazzare” gli altri... Nel frattem-    aggravarsi proprio a quel pun-
spedale di Busto Arsizio. A mez-          po il cellulare si è scaricato, alle    to. Il lunedì sera arriva l’esito del
zogiorno del 7 marzo sono in ospe-        20 telefonano alla dottoressa dal PS:   tampone: positivo. Covid19: vengo
dale, mando avanti mia moglie, mi         è mia moglie che chiede notizie.        portato nella stanza dove c’è già un
ritengo un caso sospetto, quindi sto
distante, oltre ad aver mascherina e
guanti. Saluto mia moglie, pensan-
do di rivederla dopo un paio d’ore,
finite le procedure per il tampone,
ammettendo anche un po’ di attesa.
Il percorso privilegiato al pronto
soccorso consiste in un corridoio
dove ci sono alcune sedie e la gente
sta a 2 metri uno dall’altro, con ma-
scherina. Dottoressa e infermiere,
con tutti i dispositivi di protezione
individuale si assomigliano tutte,
così cerco di cogliere gli sguardi,
di fissare gli occhi e di riconoscerli,         Verso le 21 la TAC del tora-      altro paziente Covid. Non ho
perché anche la voce è artefatta dalla    ce mostra polmonite interstiziale       nemmeno un comodino, quel-
mascherina. Dopo un po’ mi sembra         bilaterale: devo essere ricoverato.     lo che c’è viene utilizzato dagli
di capire, di aver individuato la dot-     Mi portano in una camera con due       infermieri per appoggiarvi sirin-
toressa che deve decidere il mio per-     letti in cui sono solo perché, fino     ghe e altro materiale. Il sonno
corso. Decide di non limitarsi a fare     all’esito del tampone, non c’è una      è senz’altro meno riposante in due
il tampone, ma di farmi un prelievo,      certezza che io sia positivo. La        nella stanza, ma a disturbare più
emogasanalisi e una radiografia del       camera ha un’anticamera (zona fil-      che la presenza di un’altra perso-
torace. Quest’ultima, in condizioni       tro) per evitare il passaggio diretto   na è l’inizio della nuova terapia.
di ripiego è un po’ indaginosa, dà un     con gli spazi comuni, entrano in        Farmaci antiretrovirali (usati in
responso incerto: dovrò fare anche        camera solo coloro che hanno i          passato per il virus HIV) creano
una TAC ad alta risoluzione. Avvi-        dispositivi di protezione al comple-    nausea e mal di pancia, ma l’idros-
so mia moglie che forse è meglio          to, come palombari, o astronauti.       siclorochina sembra abbastanza
per lei andare a casa e ritornare più     Sono sempre molto stanco e la feb-      tollerata. Ogni tanto riesco a ve-
tardi, ma vuole aspettare. Siamo in       bre continua ancora. Partono subito     dere i messaggi sul telefono, sono
nove pazienti ad aspettare in questa      con due antibiotici associati, uno      riuscito a farmi portare il carica-
parte del pronto soccorso. Dottores-      endovena e uno per bocca; in attesa     batterie e accendo per comunicare
sa, infermiere, tecnici di radiologia,    del tampone non si fanno altre te-      con la famiglia e con gli amici,
tutti sono molto spaesati perché si       rapie, preferisco così. Il sonno che    ma ho poca voglia, sono stanco.
trovano a gestire la situazione nuo-      caratterizzava già i giorni prece-
va, non possono seguire i soliti per-     denti aiuta a passare il tempo, la           A preoccuparmi sono le poche
corsi, sento il gran daffare di tutti,    stanchezza mi costringe a restare       notizie che arrivano da fuori, non
a volte girano a vuoto. Io sono vi-       a letto, non c’è del resto altro da     belle: nel lodigiano e nella berga-
cino al medico, poco dietro la sua        fare. Il cibo è decisamente poco        masca i casi sembrano aumentare
scrivania, piazzata in uno slargo del     soddisfacente, non solo per i mio       vistosamente. Il mercoledì mat-
corridoio...ha nove pazienti da ge-       gusto alterato. L’affanno stando a      tina poi la notizia del decesso del
stire, qualcuno forse lo manderà a        riposo è praticamente nullo, ma la      collega Roberto Stella, presidente
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dell’Ordine di Varese, mi lascia
attonito. Ricoverato nella stanza
vicino alla mia c’è un suo collega
di studio, non ho il coraggio
di chiedergli subito se l’hanno
informato, non vorrei essere io a
diglielo. In più verso mezzogiorno
anche Marcello viene ricoverato...
La notte del mercoledì è tre-
menda: incubi dovuti ai farmaci,
sudorazione, affanno... però forse
con questa crisi la battaglia volge
a mio favore: il giorno dopo il
termometro non supera i 37,
l’ossigenazione è discreta: la dot-
toressa che mi ha ricoverato (la        della FIMMG, sindacato mio e di          cibo: il fastidio alla bocca, con
riconosco degli occhi) mi fa segno      tanti altri amici: “Hanno intubato ora   l’arsura e la sensazione di non
che vado bene dal vetro e poi mi        Marcello”. Poi “La situazione a          assaporare le cose sembra un po’
dice che se gli esami saranno a po-     Bergamo sempre più drammatica,           diminuito, mangio di più, molto del
sto potrò essere dimesso venerdì, se    introvabile ossigeno per pa-             merito è della cuoca!
 ho la possibilità di restare isola-    zienti a domicilio”. Mi sento
to dal resto della mia famiglia, un     troppo stanco, la mattina alle                A tre settimane dall’inizio dei
bagno e una camera per conto            9.30-10 mi devo sdraiare e               sintomi mi sembra di stare abbastanza
mio. Per fortuna mi è possibile.        sonnecchiare, così al pomeriggio,        bene, ma nessuno mi ancora chia-
Mentre aspetto l’esito degli esa-       non mi sento ancora guarito. Ho i        mato per il tampone di controllo:
mi vedo i messaggi dei colleghi.        farmaci da prendere ancora per           essendo quello effettuato alla di-
Fiorenzo malato, Mirko anche, Ni-       qualche giorno. Cerco notizie degli      missione risultato positivo non mi
cola sta meglio, ma sua moglie ha la    amici. Anche Gabriele è ammala-          posso considerare guarito. Dopo
polmonite. Marcello ci spaventa la      to, vuole curarsi a casa... Abbiamo      un’ora di telefonate riesco a sentire
mattina del venerdì: “Io purtroppo      perso le tracce di Marcello, lo ri-      l’ufficio di Igiene di ATS: mi fis-
non vado bene, desaturo parecchio,      trova Paola: «Per ora siamo riu-         sano il tampone per il 24. Viene a
in mascherina con 12 litri arrivo a     sciti a sapere che da Cremona è          casa un incaricato a farmelo, Andrea,
85. Prevedo un tubo nel breve/me-       stato trasferito a Milano Città Stu-     che arriva alle 20,45: sono solo in
dio termine”.                           di. Uno degli aspetti più brutti di      due che girano tutta la provin-
                                        questa situazione è che le persone       cia a fare tamponi. I tempi per il
     Io torno a casa prima di sera.     entrano in ospedale e se non sono        risultato sono un po’ lunghi, ma il
Inizia la mia situazione di prigionia   in grado di comunicare non si sa         tampone è negativo, sono fiducioso
in casa: vedo mia moglie mio fi-        più nulla; è stata proprio la moglie     devo però ricontrollarlo il 30.
glio da lontano, entro nella taverna    a chiederci informazioni poverina”.      Quello del 30 invece è positivo.
che per fortuna ha un accesso di-       Purtroppo a breve lui sarà uno dei       Spero di avere due tamponi negativi
retto dal giardino, sarà la mia         tanti medici di famiglia morto sul       successivi nella settimana santa,
valvola di sfogo quando starò me-       campo...                                 per passare la Pasqua con i miei, ma
glio, ma per ora il letto è ancora il        Due tre giorni dopo che             devo attendere il 16 aprile per ese-
mio regno.                              smetto i farmaci decisamente mi          guire l’ultimo. Il 20 sono sciolto
                                        sento meglio: il mattino riesco          dalla quarantena. Il mondo però
     Appena arrivato a casa mi gela-    a stare al computer e soprattut-         non è quello di prima e troppi amici
no i messaggi di Paola, la segretaria   to è migliorato il contatto con il       ci hanno lasciato.
Ascoltare la vita - Parrocchia Regina Pacis
ORIZZONTI                                                                              MAGGIO 2020
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                  UMANITÀ E TENEREZZA
                  TESTIMONIANZA DI DON VINCENZO
     Ciao a tutti, sono Don Vincenzo,        vid 19” e questo ha ridotto sempre        desiderasse parlare o comunicare
cappellano dell’ospedale di Saronno          di più, anche per me, la possibilità di   con me.
e vicario della comunità pastorale “Il       incontro con i malati.
Crocifisso Risolto”, con particolare                                                         In questi momenti in cui mi è
attenzione alla cura pastorale della              Ho vissuto e vivo con difficol-      difficile parlare di Gesù alla gente,
Parrocchia San Giovanni Battista in          tà questa situazione, per questo già      cerco di parlare della gente (medi-
Cassina Ferrara.                             da qualche settimana ho scritto una       ci, infermieri, malati, personale, fa-
                                             lettera per dire la mia stima, il mio     miliari e anche i defunti) a Gesù, di
      È dal 1˚ Settembre 2018 che            affetto e la mia vicinanza ai malati      portarli davanti a lui nella preghiera.
sono con voi, ormai dovresti co-             e a quanti medici, infermieri e per-      E anche in questa situazione, cosi
noscermi. Nel mio essere prete ho            sonale che con tanta generosità, pro-     difficile e faticosa, si presenta qual-
sempre cercato di mettere al centro          fessionalità e dedizione si sono resi     che occasione per vivere un ministe-
l’amore per Gesù e l’amore per la            totalmente disponibili per accompa-       ro di vicinanza e consolazione.
gente. Anche nel mio ministero in            gnarli in questa difficile situazione.
ospedale cerco di stare vicino ai ma-                                                       Una volta mi ha chiamato una
lati, di andare a trovarli, di ascoltarli,        Da parte mia ho voluto espri-        dottoressa per una unzione dei ma-
di dare loro una parola di consola-          mere la mia vicinanza con un gesto:       lati per una persona che stava per
zione, di coraggio, di portare Gesù          quello dell’esposizione e l’adorazio-     morire e che le aveva confidato: “Se
o di dire insieme una preghiera o di         ne di Gesù nell’Eucarestia, al matti-     devo morire, io sono pronto”. I pa-
dare una benedizione che doni loro           no dalle 11.00 alle 13.30 circa, per      renti non potendo vederlo desidera-
serenità, forza e coraggio nell’af-          assicurare loro un sostegno con la        vano almeno questo gesto e questa
frontare la malattia.                        preghiera e la benedizione del Si-        preghiera.
                                             gnore. È il ministero dell’interces-
      Talvolta mi capita di rimanere         sione che mi è chiesto di vivere in            Un’altra volta mi ha chiamato
in silenzio di fronte a tanta sofferen-      questo momento.                           una signora di Brescia che aveva il
za, di non avere parole da dire, se                                                    fratello ricoverato e mi ha supplicato
non un semplice saluto, un sorriso               Insieme a questo, ho dato la          di incontrare suo fratello, di dire una
che possa ridare speranza.                   possibilità di chiamarmi sul cellula-     preghiera con lui e per lui, e portargli
                                             re o di mandarmi una mail per chi         i suoi saluti.
     In ospedale c’è tanta umanità
che si manifesta nell’incontro con
la sofferenza e c’è tanta umanità che
tu prete, suora, medico, infermiere,
personale, sei chiamato ad esprime-
re nei confronti del malato, di ogni
malato. Questa umanità si fa ancora
più grande quando riconosci in ogni
malato il volto di Cristo e diventi mi-
nistro della consolazione di Dio.
                                                                                                                                  Foto “Il Saronno”

     Ora a causa del corona-virus
l’ospedale di Saronno si è trasforma-
to pressoché tutto il “Ospedale Co-
ORIZZONTI                                                                           MAGGIO 2020
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     La sorella mi ha poi telefonato
e mandato un messaggio per ringra-
ziarmi e io ho ringraziato lei, perché
già che ero lì in reparto e tutto bar-
dato per il fratello, ho colto l’occa-
sione per fare visita e pregare anche
per tutti gli altri ammalati, ciascuno
nella loro stanza. Uno di loro che sa-
rebbe andato a casa il giorno dopo
mi ha chiesto un favore: di dire una
preghiera per lui, la sua famiglia e
per tutti questi malati.

     Un altro giovane malato mi ha
detto di avvicinarmi perché voleva
vedere la mia faccia e mi ha confi-
dato di essersi riavvicinato al Signo-
re, che aveva tre figli e che a luglio
avrebbe celebrato il suo matrimonio.
                                         di Dio che mai ci abbandona e mai ci       27,46; Mc 15,34) ci insegnano che
                                         lascia soli anche nel momento della        anche un cristiano non conosce al-
     Anche ieri mi hanno chiamato
                                         morte. E infine mi ha fatto tenerezza      cuna strada che aggiri il dolore, ma
in un altro reparto per una donna,
                                         l’altro giorno un uomo, che entrato        piuttosto una strada – insieme con
ormai al termine del suo cammino
                                         in chiesa, mi ha chiesto di poter rice-    Dio – che lo attraversi.
in cui i parenti hanno chiesto per lei
                                         vere la comunione.
l’unzione dei malati e il conforto di
                                                                                         Le tenebre non sono l’assenza
una preghiera. Ci sono andato e que-
                                              Aveva appena fatto una visita         ma il nascondimento di Dio in cui
sto ancora una volta mi ha dato l’oc-
                                         di controllo. “Ho un tumore – mi           noi – seguendolo – lo cerchiamo e
casione di incontrare con la sempli-
                                         ha detto- non chiedo di guarire, in        lo troviamo nuovamente. La soffe-
cità e la preghiera tutte le persone
                                         questo momento desidero tanto la           renza e la malattia sia occasione per
fantastiche di quel reparto. E questa
                                         vita eterna” e con gioia ha ricevuto       vivere il cammino pasquale dietro a
è stata la mia messa di oggi, Gesù
                                         Gesù, ha fatto Pasqua ed è tornato a       Cristo. Il dolore e questo dolore sia
oggi l’ho incontrato stando vicino ai
                                         casa sua.                                  anche per noi occasione per impara-
malati.
                                                                                    re a vivere. Che insieme al grido di
                                              Anche in queste difficili situa-      dolore: “Dio mio, Dio mio perché mi
     Che storie e quanta umanità ho
                                         zioni ci sono occasioni di bene che il     hai abbandonato?” ci sia anche per
incontrato in ospedale, quanto de-
                                         Signore ci fa incontrare o nelle quali     noi come per Gesù un grido di spe-
siderio di incontro, quanta sete di
                                         possiamo incontrarlo; sta a noi co-        ranza: “Padre nelle tue mani affido il
speranza, quanta voglia di vivere e
                                         glierle nella semplicità e nella quo-      mio spirito, la mia vita” e allora sarà
di farcela. E poi mi chiamano anche
                                         tidianità.                                 veramente Pasqua per noi e per tutti.
dalla camera mortuaria dell’ospeda-
le per qualche parente che vuole una           La scrittura ci presenta anche            Nei giorni del Triduo Santo di
benedizione per i suoi cari.             l’esempio di Gesù e del modo in cui        Pasqua e nei primi giorni dell’Ottava
                                         Egli ha vissuto la sofferenza. La sua      ho scelto di essere vicino ai malati e
     Anche qui in mezzo a tanta di-
                                         vita, ciò che ha patito, la sua preghie-   a chi si prende cura di loro portando
sumanità e solitudine cerchiamo di
                                         ra nelle sofferenze, la sua richiesta      a tutti un augurio di speranza pieno
esprimere tanta umanità e tenerezza
                                         di essere liberato dal calice amaro        di tanta umanità e tenerezza e della
nei confronti di chi è morto solo,
                                         (cfr Mt 26,39.42 ), il suo “perché?”       preghiera e benedizione del Signore.
ma ha potuto sentire l’abbraccio dei
                                         gridato a Dio sulla Croce ( cfr Mt         Il giovedì Santo è stato un po’ come
suoi cari, nell’abbraccio dell’amore
ORIZZONTI                                            MAGGIO 2020
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una lavanda dei piedi, prima della
celebrazione della Messa in “Coena
Domini”. Il venerdì santo è stato se-
gnato da una preghiera e una bene-
dizione insieme a Don Armando in
ospedale, dopo la celebrazione della
morte del Signore come segno di vi-
cinanza di tutta la comunità cristiana        CORONA VIRUS... APRILE ’20
a chi soffre e a chi con tanto amore,
dedizione e professionalità si prende                      Caro Amico che dall’alto vedi
cura di loro. Il sabato Santo dopo la                                      Questa tua città
Veglia di Pasqua ho visitato altri re-                    afflitta da un male senza rimedi
parti, così come il giorno di Pasqua,
il lunedì dell’Angelo e altri giorni
                                                           un religioso silenzio la invade
dell’Ottava portando a tutti una pa-
                                                                 riempie i calli ed i vicoli
rola di consolazione, di coraggio e
                                                       una musica sorda cala sulle strade
di speranza, quella scaturita dalla
Pasqua di Gesù.
                                                           rumori miei dove siete andati
     Il giorno di Pasqua mi sono fer-                      voi che la vita accompagnate
mato in preghiera insieme ai parenti                    anche se siete stati sempre odiati
di un uomo di 58 anni appena morto
e che i suoi cari non hanno potuto               rinchiusi nella gabbia dei nostri pensieri
vedere e accompagnare.                                   con la paura che desta la mente
                                              nella speranza che i giorni siano meno neri
     Insieme, fuori dalla camera
mortuaria dell’ospedale, ho pre-                           è un male invisibile e cattivo
gato e affidato alla misericordia e                    che vola per l’aria all’improvviso
all’amore di Dio questo fratello che                         ti prende e non sei più vivo
proprio nel giorno di Pasqua ha cele-
brato la sua pasqua, il suo passaggio                   è la sveglia di un sogno monitore
dalla morte alla vita, da questa vita                                        vedere la vita
alla vita eterna. E questa è stata la                                   in mezzo al dolore
mia Pasqua: vicino al cuore di Gesù
per essere vicino al cuore della gente           caro Amico rimani ancora ad osservare
portando loro un po’ di consolazio-                               fa che il brutto male
ne, di speranza e umanità.                                        presto possa passare
     È cosi che cerco di vivere il mio
                                                     che triste è il fardello da sopportare
essere prete, stando vicino a Gesù e
                                                      la speranza di una nuova stagione
alla gente che mi ha affidato, certo,
                                                                       non tardi ad arrivare
come dice Lui che: “C’è più gioia
nel dare, che nel ricevere”. Grazie
                                                         allora il sole sarà più splendente
di cuore, pregate per me e per tutti.
                                                                    i fiori saranno più belli
Rimaniamo uniti nella preghiera. Un
                                                     e una serena vita tornerà tra la gente
abbraccio forte forte a tutti.

                       Don Vincenzo                                                  Angelo
ORIZZONTI                                                                               MAGGIO 2020
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   TERRORE E SPERANZA IN FAMIGLIA:
         COME DUE ALPINISTI
              TESTIMONIANZA DI ALBERTO E BETTY
     Tante persone hanno vissuto in prima persona la               che riscopri quando ti trovi faccia a faccia con questo
malattia, la fatica, la paura di questo male, a volte mi-          maledetto virus.
sterioso, e hanno superato momenti indimenticabili.
                                                                         - Tutto succede in fretta, hai solo il tempo di girar-
     Abbiamo chiesto ad Alberto una testimonianza,                 ti indietro per un attimo a salutare i tuoi cari, arrivi in
semplici riflessioni di come ha vissuto quei difficili             ospedale e varchi il confine. Un vero e proprio confine,
giorni. Ha scritto parole dirette, immediate che arrivano          perché entrare in un reparto COVID è l’inizio di un’al-
subito al cuore di chi le legge. Per un fraintendimento,           tra storia; lasci tutto fuori, sei spogliato di tutto. Mi sono
l’articolo è stato anche pubblicato su La Settimana. Con           sentito come un pugile colpito da una serie di duri colpi,
il chiarimento che c’è stato, crediamo che le belle noti-          lo smarrimento, la sofferenza, l’insolito e quasi incredu-
zie non hanno il copyright, il “Vangelo” deve correte sui          lo distacco dagli affetti più cari, la paura.....poi all’im-
giornali e su internet (don Armando).                              provviso tutto si cheta, tutto cambia, il tempo cambia
                                                                   passo, il silenzio si fa sentire, l’incedere dei pensieri
     Orizzonti vuole raggiungere la mente e il cuore               cambia ritmo . Sembra che tutto svanisca ed arrivi l’on-
della gente. Elisabetta, la moglie di Alberto, ci ha scrit-        data. Mi sono sentito pervaso ed attraversato da qualco-
to altrettante parole bellissime dal punto di vista della          sa che portava con se’ una grande energia, qualcosa che
moglie che vede il proprio marito partire per l’ospeda-            sentivo come se ci fosse sempre stata, c’era e ci sarebbe
le, con una forte carica di passione, fede e positività…           stata al di là del tempo.
Personalmente mi commuovo a leggere i due articoli,
pubblicarli sono un dono per tutti noi!                                 - Avevo trovato un nuovo senso della fede, quella
                                                                   fede che riempie tutto, quella fede in cui trovano posto
                                           Alberto Ranco           sia la parte del credente sia la parte del non credente
                                                                   che c’è in ognuno di noi, dove questi volti si parlano e
     “Se io avessi una botteguccia di una sola stanza              si sollecitano a vicenda perché la fede stessa sia sempre
vorrei vendere sai che cosa? La speranza “. Recita più             viva. È questa fede che mi ha accarezzato, che mi ha
o meno così una bellissima filastrocca di Rodari; essen-           accudito. È questa fede che ha messo al centro della mia
zialità e le cose che contano, una sola stanza e la spe-           vita un solidissimo ed inattaccabile faro che si chiama
ranza. Sì certo, l’essenzialità e le cose che contano è ciò        speranza.

                                 RESTAURO DI
                                 OPERE D’ARTE
                                              Interventi su:
                                 dipinti murali, dipinti su tela e su tavola,
                                    opere lapidee, decorazioni musive.
       Laura
      di
     Scarpato                -Via G. Leopardi, 24 Saronno cell 3477806596
ORIZZONTI                                                                               MAGGIO 2020
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     - Così questo reparto è diventato un po’ come quel-
la botteguccia: una sola stanza e la speranza. Qui ho
sperimentato la generosità e la dolcezza di questi ange-
li in camice bianco intorno a me. Qui ho sperimentato
l’affetto, la vicinanza, la condivisione e la comunione
nella preghiera di tanti carissimi amici.

     - Tutti noi lo sappiamo, l’abbiamo sperimentato,
che nella vita si fanno esperienze che ci cambiano; que-
sta sicuramente lo ha fatto, ha lasciato un segno pro-
fondo, è un punto di rottura, un punto di non ritorno.
Tornare alla normalità non è tornare a come eravamo
prima, non è così.

    - Ora so cosa fare, quando sarò fuori di qui voglio
regalare speranza.

                                          Alberto Castelli

     “Ho visto la paura nei tuoi occhi ...anzi no, direi il        bassa col fiato corto, tu per la polmonite, io per lo stress
terrore di non rivederci più, di percorrere per l’ultima           che mi divorava, senza guardare troppo avanti, vivendo
volta il vialetto di casa come pochi giorni prima aveva            delle piccole cose di giornata, non abbiamo interrotto il
fatto il mio papà che dolcemente avevi accompagnato                nostro passo sicuri che Lui, dei nostri passi era l’arte-
sull’ambulanza dicendogli di stare tranquillo, che noi             fice e non ci avrebbe lasciati soli... era solo una prova,
non avremmo potuto seguirlo ma sarebbe guarito e                   l’ennesima prova che dovevamo sostenere per scoprire
lo aspettavamo presto a casa. Tu sapevi già la fine di             fino in fondo tutti i doni che Lui ci ha dato e poterlo
questa storia, il nonno Peppone non era tornato, quello            ringraziare giorno per giorno con un sorriso ancora più
era stato il nostro ultimo saluto, da lontano, a distanza,         vero e luminoso.
prima di salire sull’ambulanza... e, oggi, anche tu ti ri-
trovavi a vivere sulla scena di un improbabile film che                  In questo modo una pagnotta fatta in casa, una tor-
chissà se avrebbe avuto una conclusione diversa... i tuoi          ta, dei fiori o l’insalata dell’orto, rami di ulivo, bulbi di
occhi spaventati trasparivano questa terribile domanda.            fiori, farina x pizza, disegni di bimbi, colorati gomitoli
                                                                   di lana, tessuti elastici e merletti sono diventate le Tue
      Sono iniziati giorni lunghissimi , fatti di pensieri,        mani per sostenere, i Tuoi occhi paterni per consolare,
preoccupazione, ansia, ma anche, preghiera, silenzio e             la Tua bocca per pregare, i Tuoi piedi per andare avanti
parole ...si, tante parole sullo schermo di un cellulare           a camminare. Non ci siamo mai sentiti soli, Tu hai avuto
che si trasformavano in carezze, abbracci, sguardi, sor-           per noi tante mani, tanti occhi e tante dolci parole ...era-
risi e lacrime... dimostrazioni di vicinanza che riusciva-         no quelle degli amici che ci hai messo accanto e che in
no a sfondare lo schermo ed entrare nel cuore per ac-              questi giorni hanno remato per noi in questo mare in
carezzarlo, consolarlo e sostenerlo... per non spegnere            tempesta, ma con Te come chiaro faro nella notte più
mai quel lume di speranza che avrebbe fatto lottare me,            buia e insieme ci siamo salvati.
ma anche te, per ritornare a casa e vincere questa dura
battaglia contro il virus.                                            Oggi la mia unica preghiera per Te è questa parola:
                                                                   GRAZIE
    Così, giorno dopo giorno, come due alpinisti in una
lunga cordata abbiamo scalato questa montagna, a testa                                                                    Betty
ORIZZONTI                                                                        MAGGIO 2020
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                      AL TEMPO DEL CORONAVIRUS,
                             UN MATRIMONIO
                        CHE CI INSEGNA TANTE COSE
     Questo tempo di quarantena              - E l’amore di Dio che si fa        i contatti, più forte diviene il desi-
ci ha costretto un po’ tutti a ripen-    presente nel sacramento del matri-      derio dell’altro. Ecco allora un’al-
sare le nostre vite. Dentro a questo     monio ci ha portato a capire meglio     tra metafora da custodire al prin-
tempo, mi sono sposata. Mi sono          cosa vuol dire la fedeltà tra di noi.   cipio di un cammino di vita a due.
chiesta se ho anche imparato qual-       È la fedeltà di Dio, che anche in       L’attenzione all’altro, il rispetto,
cosa, che può essere utile per tut-      questo tempo di fatica, non ab-         l’aiuto vicendevole.
ti. Ecco alcuni spunti
che mi sono “portata                                                                                  - Ci manca la
a casa”:                                                                                         compagnia al de-
                                                                                                 stino dei fratelli
     - La vita è un
                                                                                                 nella fede, ci man-
cammino, come l’a-
                                                                                                 ca la comunità di
more è un cammino.
                                                                                                 Regina Pacis; però
E il cammino esige
                                                                                                 quel che abbiamo
un impegno, come
                                                                                                 vissuto è stata l’oc-
questa      quarantena,
                                                                                                 casione per sentire
che ci ha fatto celebra-
                                                                                                 una vicinanza di
re le nozze all’insegna
                                                                                                 tanti, nella pre-
dell’essenzialità. Po-
                                                                                                 ghiera. Quella vi-
che cose, certo, ma la
                                                                                                 cinanza spirituale
possibilità per noi di
                                                                                                 che raramente ave-
guardare al nocciolo;
                                                                                                 vamo sperimentato
provare a guardare
                                                                                                 durante la “norma-
le circostanze – che
                                                                                                 lità”.
non potevamo cambiare - con lo
                                         bandona l’umanità.
stesso sguardo di Dio, che ha cura                                                   Riguardando ai vari punti, ci
delle sue creature e ci ama, sopra                                               sembra di poter dire che – ai tempi
                                               - Con il virus abbiamo sco-
ogni cosa.                                                                       del coronavirus - abbiamo speri-
                                         perto che siamo fragili. Il possesso
                                         e il consumo di beni ce lo avevano,     mentato un pezzetto di centuplo.
     - La necessità di rispettare le
                                         a tratti, fatto dimenticare. Questa
limitazioni imposte è stato quindi                                                   E se “tutto andrà bene” è il
                                         falsa sicurezza è andata in frantu-
un elevare a dignità ancora più alta                                             motto di queste settimane, con Dio
                                         mi; la scelta – mesi fa - del brano
il sacramento. Preservare la salute                                              possiamo dire che “tutto sarà per un
                                         di Vangelo della casa sulla sabbia e
delle persone ci ha ricordato l’im-                                              bene”, anche dentro alle difficoltà
                                         della casa sulla roccia sembravano
portanza delle relazioni. Il cam-                                                che ci sono o che verranno.
                                         lì apposta per ricordarcelo.
mino di due sposi si sostiene infatti,
col passare del tempo, anche grazie                                                                             Silvia
                                             - E poi, isolati in casa, con il
alla fecondità di rapporti umani che
                                         contagio che ci impone di evitare
intreccia.
ORIZZONTI                                                                        MAGGIO 2020
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                                                E POI?
                           PENSIERI DALLA CLAUSURA
     Abbiamo visto tante immagini,
sentito e letto tante opinioni a pro-
posito di coronavirus e si è acuito il
desiderio che possa terminare que-
sta esperienza difficile e tragica. E
poi?

     Il desiderio di superarla non
ci deve far perdere l’occasione per
ascoltare i richiami essenziali che ci
sono venuti. Non servirebbe tornare
“come eravamo prima” se si lascia
prevalere ancora il contagio dell’e-
goismo, come dice Papa Francesco.
Non dobbiamo sciupare questa tra-
gica esperienza che ci ha fatto capi-     esperienza cambierà tante cose. Ho     ma come il mio compito nei con-
re ciò che è essenziale per una vita      visto il disagio degli anziani e dei   fronti della comunità e del mondo
più umana e cristiana: il rispetto per    loro parenti che non potevano in-      intero, il mio servizio sacerdotale
ogni persona, il prendersi cura gli       contrarsi. Ho apprezzato il prezioso   per il sacrificio eucaristico che è
uni degli altri, specialmente i più       servizio dei mezzi di comunicazio-     quanto di più importante ci possa
deboli: il benessere non è solo ma-       ne che suppliva in qualche modo a      essere per tutti.
teriale, l’uomo è prima del profitto.     queste mancanze dolorose.
                                                                                      Ho presentato al Signore la
     Siamo tutti persuasi, di fronte            Ho condiviso le preoccupa-       preghiera di intercessione per tutti
a tanti defunti, a tante sofferenze e     zioni dei malati, le fatiche di chi    i bisognosi. Sentivo la presenza non
fatiche che il sacrificio di rinunciare   si prende cura di loro, la dedizione   visibile ma vera della gente attorno
ad uscire, di usare tante precauzioni     del personale delle Case di ripo-      a me. So che tanti hanno soffer-
nel contattare le persone è stato ne-     so, le umili fatiche di chi assicura   to questa mancanza della “comu-
cessario per contenere un contagio        i servizi essenziali. Tutti abbiamo    nione” con il Corpo e il Sangue di
così insidioso. Le famiglie hanno         cercato di fare la nostra parte. An-   Gesù. Questo trauma avrà fatto ri-
affrontato tanti disagi per una con-      ch’io ho faticato ma ho capito che     scoprire l’importanza della S.Messa
vivenza “ristretta” tra le mura do-       dovevo accettare di essere difeso,     nella vita cristiana?
mestiche, i bambini a casa, le file       in quanto anziano, per difendere gli
per la spesa, i negozi, le fabbriche,     altri anziani della Casa, dovevo ri-        Anche questo può essere un
le scuole chiuse … la paura del con-      nunciare a qualcosa di buono per il    valore riscoperto e da rinnovare.
tagio … queste lunghe settimane in        bene comune, stare in clausura, per    Abbiamo avuto certamente un ri-
isolamento …                              un bene più grande. Forse è questo     chiamo ad una partecipazione alla
                                          valore che possiamo ricavare dalla     S.Messa più attenta, più vitale, più
     Ho pensato molto ai ragazzi e        triste pandemia.                       consapevole, non solo per abitudi-
ai giovani che si sono trovati per                                               ni o circostanze. L’uso di strumen-
la prima volta di fronte ad una re-           Ho celebrato la S.Messa tutti i    ti moderni ci ha aiutato, un grazie
altà così dura. Certamente questa         giorni. Non lo sentivo un privilegio   sentito andrà anche alla nostra Ra-
ORIZZONTI                                                                          MAGGIO 2020
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diorizzonti. Ci è stata suggerita la   sto che non ci si salva da soli, tutti            Ascoltiamo e facciamo tesoro
comunione spirituale e abbiamo         abbiamo bisogno di tutti, la nostra         di quello che abbiamo vissuto, avre-
riscoperto la preghiera in famiglia,   fragilità deve averci fatto capire          mo sempre davanti agli occhi quelle
le celebrazioni non solo in chiesa     che è nella solidarietà che possiamo        bare, senza un commiato, quei fra-
ma nella nostra casa, che è picco-     costruire un futuro.                        telli morti senza il conforto dei fa-
la chiesa, dove si vive il battesimo                                               miliari e rinnoveremo la nostra fede
come sorgente di vita cristiana.             E abbiamo sentito… il silen-          nella vita eterna. Non è stato un
Con la televisione abbiamo anche       zio, tutti in casa, le strade deser-        castigo che è venuto a distruggerci
partecipato al S.Rosario promos-       te… esperienza quanto mai insolita          ma un richiamo forte a rispettare la
so dalla Conferenza Episcopale,        ma essenziale per saper ascoltare,          natura nella quale siamo immersi, a
potremo continuare a recitarlo in      ascoltarsi e capirsi tra noi, soprat-       rispettarci tra noi, ad avere la cura
casa nel mese di maggio. Ringra-       tutto un invito per “sentire” senza         dei deboli. Ricorderemo la pazienza
ziamo i Sacerdoti e i collaboratori    interferenze il collegamento con il         e il coraggio che ci ha fatto affron-
che hanno cercato in tutti i modi di   Signore e ritrovare la nostra fiducia       tare insieme tante difficoltà.
aiutarci, con vari appuntamenti, a     in Lui. Io ho avuto la possibilità di
mantenere il rapporto con la comu-     fare ogni giorno una piccola cam-                 Quando potremo, senza pau-
nità. La nostra fede è personale e     minata nel bellissimo parco della           ra di contagiarci, ci stringeremo le
la si vive in famiglia, ma è legata    Casa Gianetti, da solo, nel silenzio,       mani con fiducia, torneremo ad ab-
alla fede della Chiesa, la comunità    pregando e ho visto, giorno dopo            bracciarci con il cuore colmo di te-
dei credenti che ascoltano la Paro-    giorno, arrivare una splendida pri-         nerezza, ci guarderemo negli occhi
la di Dio, la celebrano e la vivono.   mavera. Gli alberi si sono amman-           con simpatia e insieme alzeremo lo
Anche i gesti concreti di attenzione   tati di verde, i fiori sono sbocciati,      sguardo in alto perché confidiamo
al prossimo, che sono stati sugge-     le bianche margheritine e i piccoli         nel Signore: sappiamo che la nostra
riti, dovranno continuare perché da    fiori gialli di primavera hanno inon-       vita è preziosa, è nelle sue mani. E
questo potranno capire che siamo       dato i prati e gli uccellini hanno ri-      diremo con il salmo 132: “Ecco,
cristiani. Quello che è successo ha    preso a conversare tra loro... una          com’è bello e com’è dolce che i fra-
creato forti disagi, nuove povertà,    meraviglia!                                 telli vivano insieme!”
incognite nel mondo del lavoro.
La capacità di vedere i bisognosi          La natura va sempre avanti e ci
e darci una mano per aiutare è un      porta un messaggio di speranza: è                  Don Angelo
                                                                                       Dalla Casa Gianetti il 21 aprile 2020.
altro valore che abbiamo imparato.     ancora primavera, possiamo rinno-
Non dimentichiamolo, abbiamo vi-       varci.

  PER OGNI TUA “DOLCE PASSIONE”
                              PASTICCERIA GELATERIA
                                                                                Via S. Cristoforo 59-65
                                                                                SARONNO
 di CATTANEO BATTISTA s.r.l.                                                    Tel. 02 9603322
ORIZZONTI                                                                                   MAGGIO 2020
                                                                 16

                COME I NOSTRI LETTORI
                  HANNO VISSUTO
      La redazione orizzonti con il vostro aiuto ha cercato           sione personale o la partecipazione a momenti comunitari,
di rispondere a queste due domande in questo periodo di               forti e stimolanti, tramite i mezzi di comunicazione, la vita
emergenza nelle nostre case: Come abbiamo vissuto la                  è preghiera, si impara nella calma a vedere con gli occhi
preghiera? - come abbiamo vissuto in famiglia?                        di Dio, a vedere Dio negli occhi di chi ci sta vicino. È lo
                                                                      sguardo che ci insegna la Vita se rallentiamo i ritmi, se
                                                                      ascoltiamo il cuore. Tutto è impregnato dalla bellezza del
     Non è stato facile, come per tutti, vivere questo pe-            creatore, tutto può trasformarsi nel bene per costruire un
riodo. Ci riteniamo fortunati per avere una casa abbastanza           un’umanità nuova.
grande che ci permesso di dedicarci a studio, lettura, ricamo                                                        Una mamma
e cucina. Il supporto de “La Tenda”, del sussidio diocesa-
no quaresimale, dei commenti al Vangelo del monastero di                   Siamo due vecchietti. In questo tempo in famiglia ab-
Bose sono stati preziosi.                                             biamo fatto pulizie pasquali e anche le future natalizie; ab-
                                   Una famiglia di Saronno            biamo sistemato i nostri ricordi in fotografia. La preghiera:
                                                                      la messa a radio orizzonti alle 8,25 e in streaming il sabato e
      Sinteticamente: prego personalmente per sostenere e             la domenica; il rosario da Lourdes; le belle meditazioni sui
com-patire con chi soffre in ogni forma. Seguo con i fami-            social dei don vicini e lontani. E poi la lettura. Il tutto con-
liari le funzioni e riflessioni della Comunità Pastorale tra-         dito con un po’ di paura da virus, ma anche da una grande
smesse da Radio Orizzonti. Offro a Dio ciò che mi chiede e            speranza: andrà tutto bene!
posso in questo momento: i piccoli lavori quotidiani in casa.
                                              Anna, 64 anni
                                                                           Sono un vecchio di 89 anni, vivo da solo e seguo la san-
                                                                          ta messa del Papa alle 7 sul canale 2000, al pomeriggio
                                                                          seguo il rosario alle 18 dalla grotta di Lourdes e qualche
                                                                          volta becco anche il rosario da Pompei. La reclusione a
                                                                          motivo del virus non ha cambiato nulla della mia vita,
                                                                          perché la consapevolezza di essere fragili, il senso vero
                                                                          e profondo della vita, l’attenzione ai bisogni degli altri,
                                                                          la convinzione di essere una persona privilegiata, l’ave-
                                                                          vo ancor prima del virus ed era molto robusta perché i
                                                                          doni che il Signore mi dà vanno molto oltre, non solo ai
                                                                          miei meriti, che non ho ma anche delle mie aspettative.
                                                                          Ringrazio ogni giorno per la vita e per la qualità della
                                                                          stessa, nonostante l’età; per la salute e il vigore; per la
                                                                          famiglia numerosa che ho; per la ricchezza di relazioni
                                                                          che mi ritrovo; per il contesto sociale nel quale mi è
                                                                          dato di vivere; per la comunità cristiana di riferimento;
                                                                          per i numerosi amici, ecc. Tutto questo fa della mia vita
                                                                          una ricchezza che coltivo e custodisco con cura e con
                                                                          la preghiera, cercando di metterla a disposizione degli
                                                                          altri, soprattutto verso quelli che hanno bisogno. Ho
                                                                          però un rammarico nel vedere come questo risveglio di
     È tempo di adorare in spirito verità. Giovanni se non            buonismo e di solidarietà tra la gente, non sempre viene da
sbaglio. Sento vero questo richiamo, sarebbe bello sentir-            una scelta consapevole, ma il più delle volte, è dettata dalla
melo spiegare come si deve. Io sento che questo è il tempo            fragilità e paura del momento e temo che finita la pandemia
di accorgersi che, a parte alcuni momenti di silenzio, rifles-        e quindi la paura, ritorni prepotente la presunzione di prima,
ORIZZONTI                                                                                    MAGGIO 2020
                                                                  17
l’egoismo di prima, l’autosufficienza di prima, la litigiosità         domenica la messa della nostra Parrocchia Cristo Risorto.
di prima, l’insensibilità di prima, vanificando la lezione che                                                     Gianna, 1950
questo terremoto portava dentro di se. Per questo non sono
ottimista per il futuro!                                                    La vita in famiglia è molto semplice quando si è in

     In famiglia abbiamo vissuto la televisione come
“surrogato” della chiesa intesa come luogo fisico, ri-
uscendo a pregare tutti uniti con la stessa intensità del
tempo normale, sostenuti anche da persone che sono
riuscite a farci apprezzare momenti veramente molto
intensi di fede. Un sentito grazie a tutti, Claudio.

     È stato un periodo di profondo dolore per
quanto succedeva a tante persone che mi ha dato
però la possibilità di pregare più intensamente
seguendo le proposte online della parrocchia, della
diocesi, del Papa e della comunità di Taize. In fami-
glia abbiamo avvertito la mancanza dei nostri cari che non             due, attempati, e ci si vuole bene. Io e mio marito, liberi
potevamo raggiungere ma abbiamo potuto vivere profon-                  dalla dolce ma impegnativa incombenza della cura dei ni-
damente la condivisione delle piccole cose giornaliere che             potini, ci siamo ritrovati con gioia a fare tante cose insieme.
spesso si vivono con superficialità. Le piccole cose… che              Abbiamo pregato, iniziando la mattina con l’ascolto della
sono le più grandi.                                                    Messa dalla Prepositurale. È stato emozionante vedere don
                                  Giordano Melosi, 60 anni             Armando benedire la città a porte aperte sulla piazza assola-
                                                                       ta e vuota. Ci siamo sentiti parte della comunità, c’eravamo
     Abbiamo riscoperto il dialogo diretto con Dio e ab-               lì anche noi! La preghiera ha punteggiato le nostre giornate
biamo parlato di Lui ai nostri bambini... aspettando in fa-            e abbiamo scoperto di essere vecchi tecnologici: seguiamo
miglia, con la pazienza di Maria, che gli uomini, illuminati           il commento al Vangelo di don Federico che troviamo sul
dal Signore, ci portino la buona novella della fine di questo          suo stato di WhatsApp, abbiamo perfino fatto un ritiro spi-
flagello.                                                              rituale utilizzando Zoom e recitato il Rosario con un no-
                                      Anna Tunesi, 71 anni             stro figlio infermiere mentre, stanco dopo il turno di lavoro,
                                                                       percorreva l’autostrada verso casa. La preghiera si apre
      Abbiamo vissuto serenamente, aiutandoci l’un l’altro.            a figli, nipoti e a tutte le situazioni di bisogno anche nella
L’unico cruccio non poter abbracciare la nostra nipotina               riscoperta forma delle novene ma soprattutto ci rivolgiamo
e i nostri figli. Convivere a stretto contatto con il proprio          alla Beata Vergine del Santuario. Ci ottenga le grazie che
coniuge non è sempre semplice fortunatamente siamo una                 tutti insieme chiediamo.
coppia navigata... La preghiera: una bella esperienza, è vero                                                Pinuccia Milani, 68 anni
che la Chiesa è comunità, ma riunirci davanti alla televi-
sione per ascoltare la messa ci ha fatto sentire più uniti e le             Ho continuato la mia vita di sempre, ma con la paura di
nostre preghiere sono state più profonde, più raccolte, meno           non poter rivedere i figli lontani. Ciò che mi sostiene ogni
dispersive e disturbate. La preghiera personale è stata più            giorno è pensare che la mia e la loro quarantena può, in
frequente e proficua. Ho riscoperto tutti quei siti dove reci-         parte, servire a riunirci un giorno. La tristezza profonda è la
tare insieme il rosario e la via crucis. In fondo la reclusione        perdita di tutte, troppe persone anziane che sono andate via
per me è stata positiva: mi sento rilassata e in pace con me           lontane dagli affetti.
stessa e con gli altri.                                                                                                  Rita, 71 anni
                                    Patrizia Carugati, 65 anni
                                                                             Ancora una volta nella mia vita mi sento una persona
     Mio marito ed io viviamo questo periodo di isolamento             privilegiata: vivo con mio marito in armonia, in una casa
in armonia e serenità. Vediamo le nostre figlie tramite vide-          spaziosa, che non mi fa sentire l’oppressione della clausura.
ochiamate, condividendo così anche le varie festività che              In questo tempo la mia vita spirituale si è molto arricchi-
da sempre siamo soliti trascorrere insieme. Alimentiamo la             ta: la preghiera è divenuta più centrale e si è nutrita di una
nostra fede seguendo ogni giorno la messa del Papa e alla              comunità che, seppur virtuale, mi fa sentire molto unita ad
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