Anche Ligabue tra i 12mila per la magia dei Sigur Rós
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
lunedì 03 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 51 L´ULTIMO SET. Spettatori entusiasti e ordinati, qualche faccia nota Anche Ligabue tra i 12mila per la magia dei Sigur Rós Attenzione quasi religiosa per il gruppo islandese Incanta la vocalità angelica del leader Jónsi Un castello in adorazione del suono onirico dei Sigur Rós nello spettacolo che ieri sera ha chiuso la prima edizione dell´A Perfect Day Festival. Tra gli oltre 12mila sul prato del maniero scaligero c´è anche Ligabue che, almeno a noi, non ha voluto rilasciare alcun commento sulla band islandese perché, parole del suo accompagnatore, «Luciano è venuto a vedere il concerto e basta. Ringrazia per l´interessamento ma! Sapete com´è: va a vedere tanti altri spettacoli, e se si mettesse a fare dichiarazioni su tutti gli artisti che va a vedere! No, meglio di no!» E perché no, poi? Vallo a capire. Comunque sia, il Liga ha perso un´occasione per far conoscere i Sigur Rós anche a chi non li conosce ancora. Quando, anni fa, confessò il suo amore per Damien Rice, se ne innamorarono in tanti, di quel cantautore irlandese. Forse la band islandese ne avrebbe bisogno, o forse no. Di sicuro non ne hanno bisogno gli oltre 12mila accorsi a Villafranca: ordinati, colorati e rispettosi, di età variabile dai 20 ai 50, I Sigur Rós in concerto al Castello di di ogni ceto, tipo, classe, tribù... Ieratica, solenne e magnifica, la Villafranca FOTO BRENZONI musica del gruppo di Reykjavik ha ottenuto la loro attenzione spasmodica (si sentivano i passi delle persone sul selciato, vicino all´entrata). La voce angelica di Jónsi, il leader del gruppo, è apparsa ancora più lunare, lontana, ultraterrena. E, a ben ascoltare, non c´è niente di terrestre nella loro musica. Da dove provenga e dove vada, non è dato sapere, se non nel cuore e nel cervello degli ascoltatori. La recensione completa dell´ultima giornata del festival - che ha visto anche i set di Alt-J, dEUS e Mark Lanegan - sul giornale di domani.G.BR.
lunedì 03 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 52 TEATRO ROMANO. Questa sera alle 21,15 tappa veronese del tour Fiorella Mannoia, favoloso viaggio a Sud Beppe Montresor Un ottimo gruppo di musicisti per proporre il nuovo cd, ma anche tanti brani che lei trasforma in classici È anche lei un po´ come il Dustin Hoffman dei bei tempi, che non sbagliava mai un film. Fiorella Mannoia non sbaglia mai un disco. Cambiano gli autori -stavolta tra le firme c´è anche la sua- e magari cambiano gli scenari (dall´alta canzone d´autore di De Gregori e Fossati al Brasile al Sud del mondo), ma il prodotto è sempre di altissimo livello. Stasera la Mannoia torna a Verona (le sue visite hanno tenuto una cadenza per lo meno annuale), e il concerto al Teatro Romano (inizio alle 21,15, organizzazione di Eventi nell´ambito dei Cantautori Doc, per informazioni tel. 045.8039156 o La cantante Fiorella Mannoia, stasera al Teatro Romano con il nuovo album «Sud» www.eventiverona.it) è sempre una gioia, un appuntamento da non perdere con la più grande, probabilmente, attuale interprete della canzone italiana. Per questa tournée relativa all´ultimo album Sud, Fiorella è accompagnata da Carlo Di Francesco (percussioni e produttore artistico del lavoro), Davide Aru (chitarra ed arrangiamenti), Fabio Valdemarin (pianoforte), Luca Visigalli (basso), Diego Corradin (batteria), Arnaldo Vacca (percussioni), Andrea Pistilli (chitarra), Natty Fred e Kaw Dialy Mady Sissoko (cori), Fabrizio Melis (viola e violino), Giuseppe Tortora (violoncello), e Mario Gentili (violino). Un notevole stuolo di musicisti, dunque, per restituire al meglio, accanto al gran numero dei classici capolavori intepretativi di Fiorella, anche i brani di Sud. Perché al di là delle conotazioni concettuali che ammantano l´album (quasi un ideologico inno all´idea di meridione del mondo), Sud ci pare soprattutto una raccolta di belle canzoni, in cui si conferma una volta di più la capacità della Mannoia di trasformare in oro tutto quel che canta. Continua a sorprendere proprio per la sua capacità di valorizzare al massimo praticamente qualsiasi autore affronti, anche quelli che apparentemente sembrerebbero lontani dalle sue corde espressive. Par quasi che qualsiasi canzone, nell´interpretazione di Fiorella, trovi la sua versione «definitiva», la veste in cui il tal brano va consegnato ai posteri, alla classicità. Nel dvd di «Backstage» allegato al cd Ho imparato a sognare, Fiorella spiegava che è sempre meglio cantare più volte in concerto un pezzo prima di inciderlo, in modo di arrivare in sala di registrazione avendolo assimilato in profondità. E questo forse è un suo «segreto». Un altro è probabilmente dato dal suo approccio non snobistico alle canzoni, che diceva di aver imparato dai «fuoriclasse» brasiliani con cui ha collaborato per l´album Onda Tropicale (Milton Nascimento, Caetano Veloso, Chico Buarque, Gilberto Gil, Djavan, Carlinhos Brown, Lenine, Jorge Benjor, Adriana Calcanhotto!). Colto e popolare possono incontrarsi, mescolarsi, convivere, ed emozionare allo stesso modo. In bocca, naturalmente, ad una come la Mannoia, «miracoloso» esempio di sensibilità, intuizione, eleganza.
lunedì 03 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 52 SANT´EUFEMIA. La compagnia TrixTragos in scena fino a domani sotto al portico del chiostro Splendori e miserie di Hollywood Michela Pezzani «Eva contro Eva», regia di Nunzia Messina mantiene il coinvolgente taglio cinematografico Non era ancora riuscita a debuttare a causa del maltempo la compagnia teatrale TrixTragos che finalmente ha recitato in Eva contro Eva al Chiostro di Santa Eufemia, per la rassegna Teatro nei cortili, allestendo lo spettacolo sotto il colonnato dove prosegue le repliche, al riparo, fino a domani (alle 21,15). L´intraprendenza del gruppo ha creato un´ambientazione davvero originale, seppure dovendo ricorrere ad un ripiego, ma l ´inconveniente ha portato fortuna al cast che si è mosso tra le scene a tu per tu col pubblico, come se ci si trovasse in un locale americano vecchia Hollywood a braccetto di Marilyn in pelliccia e diamanti. Il vento incessante, poi, ha fatto il resto alzando gonne e La compagnia TrixTragos in «Eva contro tovaglie, sciarpe di attrici in lungo e baveri ai signori in smoking, Eva» FOTO BRENZONI dando all´insieme una pennellata da terrazza sul mare a Long Island. Mancavano solo Bette Davis, Anne Baxter e Celeste Holm (Eva, Margot e Karen) come nell´omonimo film vincitore di 14 premi Oscar, diretto da Joseph Malkiewicz nel 1950: o meglio c´erano, interpretate con grinta (nonostante qualche sbavatura) da Ilaria Raber, Elisabetta Cristoforetti e Nunzia Messina, quest´ultima anche regista. Un buon lavoro (anche se da ripulire quanto alla dizione «pesante» di alcuni attori di contorno) che ha incontrato il gusto degli spettatori per il suo taglio cinematografico che ha ben tratteggiato i caratteri di critici, impresari, primedonne, sostituite e governanti, viveur di quel mondo teatrale «divistico» che ha fatto storia e continua ad ispirare i tempi nostri, fatto di stelle ma anche di stalle dopo certe cadute dal firmamento artistico. Passione vera per il palcoscenico e arrivismo sono i temi della storia sviluppata con un incalzante susseguirsi di tasselli, a comporre un affascinante mosaico di situazioni rese realistiche dallo stampo stilistico «a tutto campo» dell´adattamento. Coinvolgenti sono stati inoltre i vari flashback in cui le donne della vicenda hanno raccontato «a monologo» come erano andate le cose a quel tempo a Broadway a proposito del repentino ritiro dalle scene della celebre diva Margot Channing, tradita dalla sua segretaria, appunto l´aspirante attrice Eva, che usò il raggiro per spodestare chi l´aveva presa sotto l´ala per avviarla alla carriera.
lunedì 03 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 50 CONCERTI DEL LUNEDÌ. Questa sera alle 21 A San Bernardino torna Arimany con Wagemans Chiara Zocca Pagine di Schumann, Moscheles, Franck per flauto e pianoforte Terzo appuntamento con i «Concerti del Lunedì» a San Bernardino, questa sera alle 21 nel chiostro (o in Sala Morone nel caso di maltempo). Un gradito ritorno per questo concerto: il flautista catalano Claudi Arimany che suonerà insieme al pianista belga Michel Wagemans. Il programma comprende Adagio e Allegro Op. 70 di Robert Schumann, Sonata Concertante Op. 44 di Ignaz Moscheles e la Sonata in La maggiore di César Franck nella versione per flauto traverso in vece del violino. Allievo e «delfino» del grande flautista francese Jean Pierre Rampal, Claudi Arimany ne utilizza il celebre flauto d´oro W.S. Haynes. Ha suonato in tutti i Paesi europei e nelle principali sale di Stati Uniti, Canada, Cina, Giappone e Medio Oriente. Incide per Sony, Novalis, Delos. Michel Wagemansho studiato a Bruxelles con Robert Steyaert e a Vienna con Paul Badura Skoda. Ha vinto importanti concorsi internazionali e la sua carriera lo ha portato a esibirsi in Europa, Americhe ed Asia. È fondatore del Beethoven Klavierquartett. Dal 1992 è docente al Conservatorio Superiore di Musica di Barcellona. Il flautista catalano Claudi Arimany| Il pianista Michel Wagemans
martedì 04 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 43 A PERFECT DAY. Perfetta conclusione della tre giorni di Villafranca con la band islandese. In totale 30mila spettatori Sigur Rós, il suono che viene dallo spazio Giulio Brusati Più «terreno» Mark Lanegan. Tra i giovani, notevoli gli inglesi Alt-J Bastano pochi secondi per dare un´idea di quello che sono stati i Sigur Rós e cosa ha rappresentato il loro concerto che ha chiuso l ´altra sera l´A Perfect Day Festival, la rassegna rock internazionale che ha portato al castello di Villafranca qualcosa meno di 30mila persone in tre giorni. L´istante che fa capire l´immensa portata estetica del gruppo islandese è quando Jónsi, il cantante, si ferma e fa calare il silenzio su tutto. E non stiamo parlando di un generico silenzio, ma quello assordante che sentiamo sott´acqua, quello che precede un tifone, quello che si avverte in un sotterraneo. E quando la band decide di riprendere a cantare, tutti applaudono: ecco, oltre 12mila persone che battono le mani al silenzio è qualcosa che può succedere solo a un concerto di questa band che sembra davvero venire da un altro pianeta. Non hanno niente a che vedere con il rock, per esempio, i crescendo emotivi dei brani: sembrano piccole sinfonie, le loro, certo non canzoni da mandare in radio (eppure Rai Radio 2 ha trasmesso il Festival di Villafranca in diretta, tutte e tre le sere); è destabilizzante, poi, la continua ricerca di un suono ulteriore, al di là della percezione, al di là di quello che definiamo suono (a tratti, I Sigur Rós, che hanno affascinato il sembrava di ascoltare qualcosa che arrivava da fuori le mura del pubblico di Villafranca FOTOSERVIZIO castello, dal cielo, dalla stratosfera!). E sono prive di senso le riprese BRENZONI| Mark Lanegan, un´ora e video e le foto fatte con i telefonini: l´essenza dei Sigur Rós è mezza di musica «sotterranea» impossibile da catturare. Più terreno, anzi sotterraneo Mark Lanegan che ha preceduto gli islandesi con un´ora e poco più di concerto, con l´usuale voce da uomo-lupo e i consueti scenari da apocalisse (emotiva, sensoriale, fisica) evocati da un suono che è lontano dal blues, pur rimanendo l ´unica possibile forma di blues del futuro (a meno che non vogliamo continuare sulla strada di White Stripes e Black Keys!). Proiettati anch´essi verso una forma particolare di rock i dEUS, sospesi tra l ´attitudine punk e il sacro fuoco delle avanguardie, e non solo musicali. Tom Barman, il leader del gruppo, ha salutato la folla in modo ironico: «Lasciamo il palco a Mark Lanegan e - brrrrr - ai Sigur Rós», quasi a sottolineare l´effetto che il solo nome della band di Jónsi suscita nei fan, in attesa devota, quasi spaventati dall´aura che avvolge gli islandesi. Notevoli anche gli Alt-J, giovanissimi musicisti di Cambridge che hanno condensato le armonie vocali folk, i suoni elettronici della dance attuale e il rock emotivo dei Radiohead in un set che ha appassionato un pubblico che, a parte pochissimi, non li aveva mai sentiti. Un´ultima annotazione: siamo contenti che i Sigur Rós si siano esibiti a Villafranca, che siano tornati in Pagina 1 di 2
Italia dopo 4 anni e che abbiano partecipato a una rassegna davvero «perfect» come l´A Perfect Day, ma il modo per godere appieno della musica del gruppo islandese è seduti, in meditazione, in un luogo più raccolto. Cioè l´Arena. Ma onore a Villafranca: ancora una volta, ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto a Verona. Pagina 2 di 2
mercoledì 05 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 43 TEATRO ROMANO. Splendido concerto della cantante ora anche autrice, in un teatro esaurito nonostante la pioggia Mannoia, voce del «Sud» che incanta Beppe Montresor I suoi classici, ma anche i brani del nuovo album, illuminati dal suo talento interpretativo Centro pieno anche questa volta. Fiorella Mannoia è stupefacente, alla sua bravura non ci si fa mai l´abitudine. Al Teatro Romano, naturalmente tutto esaurito, si presenta un´interprete, ora anche disinvolta autrice, in forma smagliante, sotto tutti i profili. L´abbiamo già detto in altre occasioni passate, ma è davvero difficile pensare a qualcosa di migliore. Basta il primo brano in scaletta, I treni a vapore, per stabilire con il pubblico quell ´affettuosa, gioiosa comunanza di sentimenti che prosegue per tutto il concerto, inattaccabile anche dalla pioggia. Subito grandi applausi e battiti di mani che accompagnano scandendo il crescendo del brano. Bella forza, è uno dei suoi classici, pensi. Vediamo cosa succede con i brani nuovi, quelli di Sud. Beh, arriva subito Io non ho paura, ed è un altro trionfo. LE QUALITÀ INARRIVABILI di Mannoia sono sempre quelle ben note: un fraseggio di una limpidezza e di un agilità incredibili. Sembra che per lei sia tutto facile. Questione di appoggio, di tecnica naturalmente agevolata da una speciale sensibilità per la parola cantata. L´apertura melodica ad ali spiegate, una potenza vocale che non perde mai un briciolo di sicurezza. La capacità di dare peso, ma non pesantezza, a tutto quel che dice. A volte certe canzoni, anche in questo Sud, possono sembrare nei testi fin troppo semplicistiche, Il Teatro Romano strapieno per il concerto un po´ scontate nella loro propensione alla fratellanza, alla di Fiorella Mannoia| Fiorella Mannoia al comprensione dell´altro. E invece no, si tratta di concetti che è bene Teatro Romano con «Sud» ripetere all´infinito, e che voci come quelle della Mannoia rendono FOTOSERVIZIO BRENZONI più forti, condivisibili e toccanti. Può anche permettersi un po´ di retorica, perché comunque risulta contagiosa ed efficace. Se il diluvio scende, Sally, Se solo mi guardassi, Luce di Luca Barbarossa, Via con me, Il cielo d´Irlanda, naturalmente Quello che le donne non dicono. Qui c´è un po´ più di Africa -la cifra stilistica di questo tour- e là un po´ di swing, una è più festosa e l´altra più intimista, ma alla fine il risultato non cambia. Fiorella Mannoia sa fare tutto, è capace di trasformare anche una canzone normale in qualcosa, spesso, di indimenticabile. Anche le movenze sono eleganti, ci vien da pensare che non sfigurerebbe nemmeno in qualche danza tribale in un villaggio del Burkina Faso (il concerto è stato dedicato a Thomas Sankarà, presidente del Burkina Faso che per primò si rifiutò di pagare il debito). Un´artista, semplicemente, di caratura mondiale, come ce ne sono poche.
mercoledì 05 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 44 Bardolino, concerto classico All´interno di «Provincia in festival», venerdì alle 21 a Bardolino nella Sala della Disciplina (Borgo Garibaldi, 55) per «I Concerti del Venerdì» a cura degli Interpreti Italiani, è di scena il duo formato dal violinista Carlo Lazari e dal violoncellista Francesco Ferrarini (foto), direttore artistico della rassegna. In programma musiche di Corelli, Tartini, Haendel, Boccherini, Beethoven e Mozart. Per ulteriori informazioni: www.interpreti-italiani.it.
mercoledì 05 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 43 SAN BERNARDINO. Applausi in Sala Morone Il flauto romantico e coinvolgente di Claudi Arimany Chiara Zocca Acustica ridondante, il pianoforte di Wagemans tendeva a coprire «Il Flauto romantico» era il titolo del terzo e penultimo concerto della rassegna I concerti del lunedì, a cura degli Interpreti italiani a S. Bernardino. Il tempo perturbato ha imposto l´utilizzo della bellissima Sala Morone, un po´ ridondante come acustica soprattutto per il pianoforte. Protagonisti della serata il flautista catalano Claudi Arimany e il pianista belga Michel Wagemans che hanno iniziato con Adagio e Allegro Op. 70 di Schumann, originale per corno e pianoforte, ma per lo più eseguito con il violino; seguiva la poco nota Sonata Concertante Op. 44 di Moscheles, un brano ben scritto (riuscito in particolare il primo movimento, Allegro fiero, di notevole interesse soprattutto nello sviluppo) che si inserisce nella vastissima produzione cameristica tedesca dell´Ottocento. Chiudeva il programma la celebre Sonata in La maggiore di César Michel Wagemans e Claudi Arimany in Sala Morone FOTO BRENZONI Franck, anch´essa in originale per violino (la scrittura violinistica è particolarmente evidente nelle cadenze del recitativo), ma frequentemente eseguita anche con il violoncello o il flauto. Arimany possiede, anche grazie allo straordinario strumento appartenuto a Rampal, un suono molto bello, in particolare nella zona medio grave, dove è polposo e pieno di armonici. Il suo fraseggio è asciutto, la tecnica brillante (certi passaggi in Moscheles sono stati di grandissimo pregio): si è avuta l ´impressione che talvolta l´aderenza al testo non fosse troppo curata (Schumann e Franck) in favore di una interpretazione più discorsiva che scavata. Un peccato perché sarebbe bastato davvero poco a dare a quei pezzi la profondità che meritano. Michel Wagemans, pianista tecnicamente solido, ha di fatto esagerato le dinamiche durante tutto il concerto, «coprendo» Arimany in molti punti non solo virtuosistici, come si è detto anche a causa della ridondanza della sala. Buoni nel complesso i tempi lenti oltre ai primi tempi di Moscheles e Franck. Successo caloroso e due fuori programma, una Czarda di Doppler e Orpheus di Gluck.
venerdì 07 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 52 BARDOLINO. Concerto con Ferrarini e Lazari questa sera alle 21 alla sala della Disciplina Trilli barocchi per violino e cello Chiara Zocca Un interessante programma da Corelli a Tartini, Haendel, Mozart, Paradisi e Beethoven Prosegue questa sera alle 21 a Bardolino nella Sala della Disciplina (Borgo Garibaldi 55) l´ottava edizione della rassegna «I Concerti del Venerdì» a cura degli Interpreti Italiani, inserita in Provincia in Festival, il grande contenitore di eventi che ha animato la provincia di Verona per l´intera durata estiva. Protagonista della serata il duo formato dal violinista Carlo Lazari e dal violoncellista Francesco Ferrarini (quest´ultimo anche direttore artistico e ideatore della rassegna): il programma comprende musiche per violino e continuo, realizzato in questo caso dal cello, come le variazioni sulla Follia di Corelli o la Sonata in Sol minore «Il trillo del Diavolo» di Tartini, o la Passacaglia di Handel; altre musiche sono scritte espressamente per questa formazione, come i Duo per violino e violoncello di Boccherini (Op. 12 n. 1), Beethoven Il violinista Carlo Lazari (Do maggiore) o Mozart (KV 423) o la Toccata per violino e violoncello di Paradisi. Carlo Lazari suona stabilmente da più di 25 anni con l´Ex Novo Ensemble di Venezia con il quale ha effettuato numerose incisioni discografiche. È membro del complesso I Solisti Filarmonici Italiani con il quale incide per la Denon ed effettua tournée in tutto il mondo. Come violinista barocco è impegnato coll ´ensemble L´Arte dell´Arco nella registrazione integrale dei concerti per violino di Giuseppe Tartini. È docente di violino al Conservatorio di Adria. Francesco Ferrarini dal 2000 al 2008 è stato primo violoncello nell´orchestra del Teatro Regio di Parma, collaborando anche, sempre come prima parte con l´orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, l ´orchestra del Regio di Torino, attualmente sta collaborando come primo violoncello con l´orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Ferrarini svolge un´intensa attività di musica da camera suonando con musicisti quali: J. Demus, B. Belkin, B. Canino, P. Vernikov, D. Rossi. È docente di violoncello al Conservatorio di Adria. Suona su un violoncello del 1700 della scuola italiana. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.interpreti-italiani.it.
venerdì 07 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 52 MONTORIO. Stasera La Formica «all´ombra dell´asino» di Dürrenmatt Dopo il notevole successo di critica e di pubblico riscosso nella rassegna teatrale nei cortili del Comune di Verona, il Gruppo Teatrale La Formica ripropone questa sera, alle 21,15, al Castello di Montorio la commedia Il processo per l´ombra dell´asino tratta dall ´omonimo radiodramma di Friedrich Dürrenmatt, nell´adattamento di Walter Peraro (anche in scena come attore) e per la regia di Francesco Arzone. Il tema svolto dalla divertente satira è la dimostrazione, sempre attuale, di come un pretesto inconsistente, ricorrendo alle autorità politico-religiose con l´utilizzo delle personali conoscenze, riesca a scatenare una controversia dagli esiti inimmaginabili, recando danno a molti, senza procurare benefici ad alcuno. Gli attori sono affiancati dai burattini, che fuoriescono da una splendida scenografia in legno costruita e dipinta in toni pastello da Gherardo Coltri e Arzone. Una scena dello spettacolo
sabato 08 settembre 2012 – SPETTACOLI – Pagina 52 SOAVE. Stasera alle 21 al Castello «Divino Inferno», con Teatroprova e l´attore Alessio Cinotti Farfarello, il Dante di strada Stefano Cucco Musica, recitazione e danza con l´artista fiorentino che conosce a memoria tutti i versi Uno spettacolo sull´Inferno dantesco al Castello di Soave. Lo propone questa sera alle 21 il Teatroprova con il titolo Divino Inferno. In scena alcuni canti dell´Inferno di Dante tra musica, danza e coreografia. Protagonisti sono Farfarello, artista di strada che lavora a Firenze, e Clara Sartori, Massimo Mosele, Giuliano Milani e Maicol Zambon, artisti e figuranti del Teatroprova. A creare l´atmosfera, le musiche dei maestri Lorenzo Masotto al pianoforte e Laura Masotto al violino, che sanno far vibrare le parole insieme ai passi di danza di Giulia Carli. Ma perché la scelta di uno spettacolo su l´Inferno dantesco proprio a Soave? La tradizione vuole che Dante, nel periodo in cui fu ospite di Cangrande della Scala a Verona, abbia visitato il Castello di Soave. Pertanto, quale miglior luogo per ridare vita alla sua opera, spiegano gli organizzatori. L´attore Alessio Cinotti, in arte Farfarello, recita Dante Farfarello, al secolo Alessio Cinotti, quarantenne fiorentino, è sceso in strada per la prima volta nel 2006. Sa recitare a memoria tutta la Divina Commedia, 100 canti, 14.233 versi. Si è dato come nome Farfarello, richiamando il personaggio del diavolo che il sommo poeta inserisce fra i Malebranche. Solitamente lo si trova al mattino davanti al museo Casa di Dante, tra via Santa Margherita e via Dante Alighieri, nel cuore medioevale di Firenze. Si esibisce sempre in abiti danteschi. La sua proposta è quella di presentare la Divina Commedia rendendola vivace e brillante grazie alla sua particolare interpretazione. Lo spettacolo messo in scena a Soave è un viaggio «reale», composto di parole, atmosfere ed emozioni. Farfarello spiega al pubblico i significati talvolta nascosti dei versi, facendo spesso riferimento ad altri autori come Boccaccio e Da Buti. L´artista fiorentino invita, così, ad imbarcarsi con lui in una vera e propria discesa negli abissi dell ´Inferno, per incontrare fiere, spiriti dannati, rabbiosi, orgogliosi e rassegnati, e personaggi cantati da Dante, come Caronte, Virgilio e Beatrice.
sabato 08 settembre 2012 – PROVINCIA – Pagina 32 LAZISE. Ultima tappa oggi dell´evento Festival del Garda Finalmente le finali e i premi Quattro concorsi avranno i loro vincitori tra Mister e Miss, tra gli interpreti e le nuove proposte di canto Va in onda con una settima di ritardo la finale del Festival del Garda. Oggi, dalle 21, al Parco Castello, con ingresso libero, si consuma l´ultimo atto del tour dell´estate benacense. Sono quattro i concorsi che arrivano al capolinea dopo le 9 tappe in alcune delle più importanti piazze del lago e del suo entroterra. Si va dalla proclamazione della «Miss e Mister del Garda», con 12 bellezze in gara, per passare all´assegnazione della palma, nei concorsi musicali, di miglior «Interprete» e «Nuove Proposte». Qui, a presiedere la giuria, sarà il maestro Vince Tempera. Praticamente azzerate le possibilità di vittoria per i veronesi considerato che nessuno si è qualificato alla finalissima che vedrà invece in gara Anna Baratti di Montichiari, Chiara Bertelli di Borno e Nicol Manenti di Cazzago San Martino. Per le «Nuove Proposte» sfida, invece, tra Giovanni Balduzzi di Trento, Andrea Skizzo Mulargia di Milano e la padovana Silvia Pirani di Correzzola. Qualche chances per i colori gialloblù arrivano nel concorso di Miss, che vede finalista Serena Mizzon, 21 anni, di San Giovanni Lupatoto. Più nutrita la schiera dei Mister scaligeri finalisti: Samuele Agnello, 22 anni di Pescantina, Enrico Fraccari 23 di Zevio e Mattia Castello 24 di Bussolengo. Lo spettacolo sarà condotto dall´attore Raffaello Tonon con Laura Zambelli, coordinatrice, e il comico Beppe Altissimi. Manifestazione che proporrà l´esibizione del corpo di ballo The Gamblers, diretto dal coreografo Nando De Bortoli e l´angolo del ricordo curato da Renata Leali. Il Festival del Garda ha il patrocinio delle Regioni Veneto e Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Province di Brescia e Verona, Camera di Commercio e Confcommercio di Verona, Comunità del Garda e consorzi turistici Ingarda Trentino, Lago di Garda è, Riviera dei Limoni e dei Castelli, Riviera del Garda e Colline Moreniche.
Puoi anche leggere