Alleanza mediterranea 11 4 - Azione nonviolenta

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Alleanza mediterranea 11 4 - Azione nonviolenta
Redazione via Spagna 8 - 37123 Verona - € 3,00
                                     Aprile 2011 - Anno 48 n. 568

      Rivista mensile fondata da Aldo Capitini nel 1964
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     Alleanza mediterranea
Alleanza mediterranea 11 4 - Azione nonviolenta
Direzione, Redazione,
                                                           Amministrazione
                                                           Via Spagna, 8 - 37123 Verona (Italy)
                                                           Tel. (++39) 045 8009803
                                                           Fax (++39) 045 8009212
                                                           E-mail: redazione@nonviolenti.org
                                                           www.nonviolenti.org

                                                           Editore
                                                           Movimento Nonviolento
                                                           (Associazione di Promozione Sociale)
                                                           Codice fiscale 93100500235
Rivista mensile del Movimento Nonviolento                  Partita Iva 02878130232
di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche
della nonviolenza in Italia e nel mondo.                   Direttore
                                                           Mao Valpiana

                                                           Amministrazione
                                                           Piercarlo Racca

sommario                                                   Hanno collaborato
                                                           alla redazione di questo numero:
                                                           Elena Buccoliero, Enrico Pompeo, Sergio Albesano, Paolo
                                                           Predieri, Maria G. Di Rienzo, Ilaria Nannetti, Caterina
                                                           Bianciardi, Enrico Peyretti, Christoph Baker, Gabriella
Numero 4 - Aprile 2011                                     Falcicchio, Francesco Spagnolo, Roberto Rossi, Mauro
                                                           Biani (disegni), Martina Lucia Lanza, Luca Giusti.
3    Digiuno: un’azione nonviolenta
     per opporsi alla guerra e al nucleare                 Impaginazione e stampa
4    La prima fondamentale direttrice d’azione             (su carta riciclata)
                                                           a cura di Scripta s.c.
     del Movimento Nonviolento è l’opposizione integrale   via Albere 18 - 37138 Verona
     alla guerra                                           tel. 045 8102065 - fax 045 8102064
                                                           idea@scriptanet.net - www.scriptanet.net
7    Per una Alleanza Mediterranea...
10   Il “Macchiavelli della nonviolenza”                   Direttore responsabile
                                                           Pietro Pinna
     e l’accusa di collaborazione con la CIA
     Martina Lucia Lanza                                   Abbonamento annuo
                                                           € 32,00 da versare sul conto corrente postale 10250363
15   Possiamo modificare il corso della storia             intestato ad Azione Nonviolenta, oppure per bonifico bancario
16   Da Sharp a Capitini                                   utilizzare il Codice IBAN: IT 34 O 07601 11700 000010250363.
                                                           Nella causale specificare “Abbonamento ad AN”.
     Nonviolenza e tecniche di difesa nonviolenta
     Enrico Peyretti
                                                           Iscrizioni al Movimento Nonviolento
18   “Insegnare il potere della gente“                     Per iscriversi o versare contributi al Movimento Nonviolento
                                                           utilizzare il conto corrente postale 18745455 intestato a
     Tunisia, Egitto, Libia secondo Gene Sharp             Movimento Nonviolento – oppure per bonifico bancario
     Jesse Walzer                                          utilizzare il Codice IBAN: IT 35 U 07601 11700 000018745455.
                                                           Nella causale specificare “Contributo di adesione al MN”
22   Osservatorio internazionale - Una campagna mondiale
     per l’Acqua bene comune                               ISSN: 1125-7229

23   Mafie e antimafie - Quel che era cosa loro            Associato all’USPI, Unione Stampa Periodica Italiana
     diventa cosa nostra                                   Iscrizione Registro Nazionale della Stampa n. 3091
24   Per esempio - Cento mattoni di speranza               vol. 31 foglio 721 del 4/4/1991
                                                           Registrazione del Tribunale di Verona n. 818 del 7/71988
     nella violenta Colombia                               Spedizione in abbonamento postale. Poste Italiane s.p.a. –
25   Religioni e nonviolenza - Uscire dall’inferno         DL 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2,
                                                           DCB VERONA. Tassa pagata/Taxe perçue.
     per risalire in una terra di pace
                                                           Pubblicazione mensile, aprile 2011,
26   Educazione - Noi e loro: spunti per un’educazione     anno 48 n. 568, fascicolo 409
     nonviolenta con i viventi (prima parte)
                                                           Un numero arretrato € 4,00
27   Servizio civile - Parità di cittadinanza attiva       comprese le spese di spedizione.
     per giovani italiani e stranieri
                                                           Chiuso in tipografia il 30 marzo 2011
28   Musica - Acqua che disseta, acqua da cantare
                                                           Tiratura in 1700 copie.
30   Cinema - Sogni proibiti e fantastici
     contro sogni omogeneizzati                            In copertina: disegno di Adriano Parracciani
Alleanza mediterranea 11 4 - Azione nonviolenta
guerra in Libia

Digiuno: un'azione nonviolenta
per opporsi alla guerra e al nucleare
Libia e Giappone, militare e nucleare, sono         Sappiamo bene che la guerra non si ferma
due facce della stessa moneta.                      con i digiuni. Vogliamo però richiamare l’at-
Si fa la guerra, contro l’umanità e contro la na-   tenzione sulla necessità di prevenire la pros-
tura, per il potere energetico, per lo sviluppo     sima, contrastando eserciti e armi che la ren-
infinito dei consumi. Quello che sta accadendo,     deranno possibile, e lavorando per costruire
in Giappone come in Libia, è un segnale di al-      gli strumenti utili per veri interventi umani-
larme che dobbiamo cogliere. Tutti dicono che       tari di pace.
le cose vanno sempre peggio, che così non si
può andare avanti. Ci vuole un cambiamento.         Domenica e lunedì 27 e 28 marzo, in molte
Pace tra le persone e con la natura, di questo      città d’Italia (Verona, Trento, Venezia, Ferra-
ha bisogno il mondo.                                ra, Livorno, Genova, Brescia, Torino, Gubbio,
                                                    Oristano, Cagliari, ecc.) gli amici e le amiche
Noi del Movimento Nonviolento vogliamo              della nonviolenza sono rimasti senza cibo e
iniziare con un’assunzione di responsabilità.       senza parole per:
Mettiamo in campo un’iniziativa simbolica,
ma concreta.                                        - opporsi alla guerra (e alla sua preparazione)
Un digiuno del cibo e della parola, un’azio-        - opporsi al nucleare (votare SÌ al referen-
ne semplice ma incisiva – se non altro su noi         dum)
stessi – per riflettere sulla necessità di rifiu-   - sostenere i Corpi Civili di Pace (veri stru-
tare la violenza per scegliere la strada della        menti di intervento umanitario)
nonviolenza.                                        - sostenere le energie rinnovabili (sole, ven-
                                                      to, acqua sono doni gratuiti della natura)
Rinunciare a mangiare è anche un modo               - proporre una seria riflessione sulla non-
per condividere le tante sofferenza e la fame         violenza, che è la forza della verità.
che porta la guerra. Rimanere in silenzio è
anche un modo per evidenziare quanta vio-                           Movimento Nonviolento
lenza c’è nella parole di menzogna (la prima
vittima della guerra è la verità): “operazione
umanitaria” per nascondere che è una guerra;        I nominativi e il calendario sono stati diffusi
“nucleare sicuro e pulito” per nascondere i ri-     tramite il nostro sito www.nonviolenti.org e
schi e i costi dell’energia atomica.                nella pagina facebook del Movimento Non-
                                                    violento.
Abbiamo iniziato con un digiuno collettivo
di 48 ore, sapendo che la nonviolenza è con-        A chi pensa invece che questa proposta sia
tagiosa e altre azioni nonviolente seguiranno       un’ingenuità, o che non serva a niente, pro-
nei giorni successivi. Vogliamo con questo          poniamo di provare, per un giorno solo, e ca-
dare l’avvio ad un modo nuovo di “stare in          pirà quanto costa fatica e quanto fa bene la
piazza” e di concepire la politica.                 nonviolenza.

                                       anniversario
                                                                                                      3
Alleanza mediterranea 11 4 - Azione nonviolenta
La prima fondamentale direttrice d'azione
del Movimento Nonviolento
è l'opposizione integrale alla guerra
                   “Noi dobbiamo dire no alla guerra ed essere        mobilitarsi per impedire che a Bengasi po-
                   duri come pietre”                                  tesse avvenire un massacro (nel 1996 l’Eu-
                                                (Aldo Capitini)       ropa si macchiò di “omissione di soccorso”
                                                                      quando non fece nulla per impedire il geno-
                   “Meglio un anno di negoziati che un giorno         cidio a Srebrenica).
                   di guerra”                                         L’obiettivo delle due risoluzioni dell’Onu
                                          (Alexander Langer)          (n. 1970 e 1973) sulla crisi libica è quello di
                                                                      proteggere i civili, gli insediamenti urbani e
                                                                      garantire assistenza umanitaria. L’uso del-
                                                                      la forza viene invocato per limitare i danni
                                                                      che già sono in corso sul campo, affermando
                                                                      il chiaro rifiuto dell’opzione di occupazione
                                                                      militare straniera, la priorità del cessate il
                                                                      fuoco e della soluzione politica, il rafforza-
                                                                      mento dell’embargo militare e commerciale,
                                                                      il riconoscimento del ruolo prioritario della
                                                                      Unione Africana, della Lega Araba, della Con-
                                                                      ferenza Islamica.
                                                                      Ci sono però due cattive notizie. La prima è il
                                                                      ritardo spaventoso (e l’ambiguità) con cui si
                                                                      è mossa la diplomazia degli stati, e la secon-
                                                                      da è che l’Onu non dispone di una forza di
                                                                      polizia internazionale permanente ma deve
                                                                      affidarsi, di volta in volta, agli eserciti degli
                                                                      stati membri (articoli 43-49 della Carta della
                                                                      Nazioni Unite, in questo caso Francia, Inghil-
                                                                      terra, Stati Uniti).
                                                                      Quando la parola passa dalla diplomazia
                                                                      alle armi, succede che le operazioni milita-
                                                                      ri si trasformano subito in guerra. È quello
                                                                      che sta accadendo in Libia. Gli strumenti
                                                                      utilizzati (bombardieri, caccia, tornado, mis-
                                                                      sili, incrociatori, portaerei, sommergibili,
                                                                      ecc.) sono quelli tradizionali della guerra, gli
                   Sul perché condanniamo l’intervento, non fir-      unici disponibili, pronti, efficienti. Come nei
                   miamo appelli, cerchiamo di capire e lavoriamo     Balcani, come in Iraq, come in Afganistan,
                   per fare della Marcia Perugia-Assisi un’occa-      viene messa in campo solo l’opzione militare,
                   sione di crescita nonviolenta per tutto il movi-   l’unica che è stata adeguatamente preparata
                   mento pacifista.                                   e finanziata. Una cosa è certa: non sarà con
                   Difendere le vittime inermi è doveroso. Quan-      un’altra guerra che la democrazia potrà af-
                   do qualcuno interviene per tutelare i diritti      fermarsi nel mondo arabo.
                   umani e salvare una vita, è una buona noti-
                   zia. Da quando il samaritano ha soccorso il
                   poveretto incappato nei briganti sulla strada      Appelli che cadono nel vuoto
                   di Gerico, è sempre stato così.                    Subito dopo l’annuncio del primo raid aereo,
4                  Era dovere della comunità internazionale           hanno iniziato a circolare in “rete” gli appel-
    anniversario
Alleanza mediterranea 11 4 - Azione nonviolenta
guerra in Libia

li pacifisti. Ci sono quelli “senza se e senza
ma” che dicono: “non ci può essere guerra in
nome dei diritti umani”; e quelli “realisti” che
dicono: “l’uso della forza serve ad impedire
ulteriori massacri”.
Noi non firmiamo appelli che non contempli-
no una precedente opzione per la nonviolen-
za costruttiva, né convochiamo mobilitazioni
che si limitino a proteste e condanne di ciò
che è già avvenuto. Non basta mettere a ver-
bale il nostro “no” alla guerra. Certo, meglio
che niente, ma bisogna aggiungere una pa-
rola in più: quando la guerra inizia nessu-
no riesce a fermarla; bisogna prevenirla una
guerra, affinché non avvenga. Lo si può fare
solo non collaborando in nessun modo alla
sua preparazione.
Quando la prima bomba è stata sganciata,
ormai lo sappiamo bene, a nulla serve dire
“basta”, essa cadrà e molte altre ne seguiran-      lenza sono sempre stati favorevoli al Diritto e
no. La guerra, una volta accettata, conduce a       alla Polizia, due istituzioni che servono a ga-
tali delitti e tali stragi che è assurdo pensare    rantire i deboli dai soprusi dei violenti. È per
di farla e contenerla. Come in un terremoto,        questo che da anni sono impegnati, a partire
l’unica possibilità – se non si sono adottate       dalle iniziative europee di Alexander Langer,
serie misure antisismiche – è il “si salvi chi      per lo studio, la ricerca, la sperimentazione e
può”. Poi, i sopravvissuti dovranno pensare         l’istituzione di Corpi Civili di Pace. Gli amici
alla prevenzione per rendere innocuo il ter-        della nonviolenza chiedono la diminuzione
remoto successivo. Ma troppo spesso capita          dei bilanci militari e il sostegno finanziario
che, passata la prima paura, se ne dimentica-       alla creazione di una polizia internazionale,
no e anche il prossimo terremoto li coglierà        anche armata, che intervenga nei conflitti a
impreparati.                                        tutela della parti lese, per disarmare l’ag-
Il limite di molti appelli è quello di rivolgersi   gressore e ristabilire pace e diritto. Contem-
ai governi e alle istituzioni per chiedere a loro   poraneamente al sostegno di questi progetti,
di fare la pace. C’è un’inscindibile correlazio-    gli amici della nonviolenza sono contro la
ne fra mezzi e fini: come possiamo aspettarci       preparazione della guerra (qualsiasi guerra:
scelte di pace da governi (compreso quello          di attacco, di difesa, umanitaria, chirurgica o
italiano) che mantengono gli eserciti e le loro     preventiva), contro il commercio delle armi,
strutture, che finanziano missioni militari,        contro gli eserciti nazionali, contro i bilanci
che aumentano le spese belliche, che accet-         militari e lo fanno anche con le varie forme
tano il traffico legale e illegale di armi? Chie-   di obiezione di coscienza. La proposta poli-
diamo ai governi di ridurre le spese militari,      tica dei nonviolenti è quella di uno stato che
e regolarmente, finanziaria dopo finanziaria,       rinunci al proprio esercito nazionale, e si
queste spese aumentano esponenzialmente.            impegni a fornire mezzi, finanziamenti e per-
Insistere in quest’errore di ingenuità diventa      sonale per la polizia internazionale di cui si
una colpa. La pace non verrà dai governi che        dovrà dotare l’Onu.
utilizzano lo strumento militare, ma potrà          La diplomazia la fanno i governi, ma la non-
venire solo dai popoli che rifiuteranno di col-     violenza la fanno i popoli.
laborare con essi.
È a noi stessi, dunque, che dobbiamo rivolge-       Le responsabilità di Gheddafi e dell’Europa
re gli appelli per la pace.
                                                    Dobbiamo perciò perseguire con sempre
                                                    maggiore decisione la strada della distanza
Distinguere la violenza dalla forza                 da qualsiasi regime che violi i diritti uma-
Per uscire dall’apparente contraddizione fra        ni e democratici, denunciando con forza le
chi è sempre, e comunque, contro la guerra e        responsabilità dei nostri governi e del loro
chi è favorevole, a volte, ad azioni anche arma-    servilismo davanti a un personaggio come
te, bisogna saper vedere la differenza che c’è      Gheddafi (e al suo gas e petrolio) che per
tra la violenza e la forza; tra la polizia inter-   oltre 40 anni ha occupato la scena con po-
nazionale e l’esercito. Gli amici della nonvio-     litiche che hanno sponsorizzato ogni tipo di       ›››       5
                                                                                                       anniversario
Alleanza mediterranea 11 4 - Azione nonviolenta
›››    violazione di qualsivoglia diritto, ha nutri-       quella pensata ed organizzata da Aldo Capiti-
                   to le guerre e le destabilizzazioni che hanno       ni. All’indomani della Marcia del 24 settembre
                   martoriato un buon numero di paesi africa-          1961 lo stesso Capitini volle dare vita al “Mo-
                   ni dal Ciad, al Niger, al Burkina Faso, alle        vimento Nonviolento per la pace”, per avere a
                   sanguinarie guerre di Liberia, Sierra Leone         disposizione uno strumento utile al prosegui-
                   e del Darfur, finanziando le milizie armate. I      mento delle istanze emerse dalla Marcia stessa
                   mercenari al soldo di Gheddafi sono il frutto       e al lavoro “per l’esclusione della violenza in-
                   delle diaspore di oltre 40 anni di destabiliz-      dividuale e di gruppo in ogni settore della vita
                   zazione, sono persone che non hanno nulla           sociale, al livello locale, nazionale e internazio-
                   da perdere. Lo sbocco per tanti giovani del         nale”. Al primo punto del programma del Movi-
                   continente africano, ovvero l’emigrazione, è        mento, Capitini indicò “l’opposizione integrale
                   stata messo dall’Europa sotto la custodia in-       alla guerra”. Dopo cinquant’anni il cammino
                   teressata di Gheddafi e della sua polizia che       deve ripassare da lì. Per questo abbiamo as-
                   taglieggia, stupra, ricatta, vende e rivende i      sunto l’impegno, come Movimento Nonvio-
                   poveracci che speravano di trovare una via          lento, di promuovere questa Marcia, che deve
                   di salvezza al di là del Mediterraneo. Sono         essere l’occasione per “mostrare che la non-
                   migliaia e migliaia i profughi dimenticati del      violenza è attiva e in avanti, è critica dei mali
                   Bangladesh che fuggono dalla Libia verso la         esistenti, tende a suscitare larghe solidarietà
                   Tunisia, nella speranza di un viaggio della         e decise noncollaborazioni, è chiara e raziona-
                   disperazione verso casa.                            le nel disegnare le linee di ciò che si deve fare
                   Per questi disperati i governi europei non          nell’attuale difficile momento”. E poi “pronto,
                   si sono mossi. Così come è passata del tut-         dopo la Marcia, a lavorare ad un Movimento
                   to inosservata la feroce repressione da parte       nonviolento per la pace”. Sono parole di Capi-
                   delle forze armate saudite del movimento che        tini di straordinaria attualità, pronunciate nel
                   chiedeva libertà e democrazia nel Bahrain           1961 (mentre la guerra infiammava il Vietnam
                   (arcipelago del Golfo persico fra l’Arabia          e il Congo), valide per il 2011 (mentre la guerra
                   Saudita e il Qatar).                                infiamma l’Afganistan e la Libia).
                                                                       L’appuntamento è per il prossimo 25 settem-
                                                                       bre alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e
                   Per la pace e la fratellanza fra i popoli           la fratellanza fra i popoli. Vogliamo che sia
                   Agitarsi, lamentarsi, angosciarsi, non serve. La    “un’assemblea itinerante”, il momento con-
                   prima risposta, immediata, che possiamo dare        clusivo di una discussione/mobilitazione che
                   è quella di offrire soccorso concreto alle vitti-   avviamo da subito. Un passo che ciascuno
                   me, e poi di un rafforzato impegno per soste-       può fare contro la guerra e per la nonviolenza.
                   nere la nonviolenza organizzata. Fra sei mesi
                   si svolgerà la Marcia Perugia-Assisi, nel cin-                             Movimento Nonviolento
6                  quantesimo anniversario della prima edizione,                                www.nonviolenti.org
    anniversario
guerra in Libia

Per una Alleanza Mediterranea...
Una riflessione-proposta del Movimento Nonviolento su ciò
che sta avvenendo in Tunisia, Egitto, Libia, ci può aiutare a capire
cosa possiamo fare noi per non essere solo spettatori passivi
e a completamento di questo pensiero aperto, un articolo
di Alexander Langer, scritto più di quindici anni fa...

Di là del canale di Sicilia, soffia il vento del     Mentre la sponda sud del mare bianco (come
cambiamento. Da alcune settimane, giova-             gli Arabi chiamano il Mediterraneo) si libera,
ni e meno giovani sono scesi per strada in           vediamo la stanca sponda nord preoccuparsi
nome della libertà che non hanno conosciuto          principalmente dei propri interessi messi in
ancora. Molti sono morti, assassinati dai di-        pericolo dal rovesciamento dello status quo.
fensori dello status quo, dei privilegi e del-       Per anni, la realpolitik europea e nord ameri-
la corruzione che sono la norma e la regola          cana ha rafforzato senza farsi troppi scrupo-
di dittature e dispotismi vigenti da decen-          li, il dominio di rais e oppressori. Il riforni-
ni. Ma l’onda è più forte della diga, e quello       mento di petrolio e di gas, la vendita di armi
che sembrava impossibile si sta avverando: i         e il mercato del cemento sono stati i motori
vecchi detentori del potere sono costretti alla      delle relazioni con i regimi in atto, e non ci si
fuga e alla capitolazione.                           è molto preoccupato della sorte di intere po-
                                                     polazioni costrette a subire il prezzo dell’in-
È netta l’impressione che il pendolo della           tolleranza e della repressione.
storia stia portando un vero e profondo cam-
biamento nel Maghreb e nel Mashrek, anche            Oggi appare in tutta la sua crudezza la man-
se è ancora troppo fresco il sangue versato          canza di una vera politica mediterranea
per potere decifrare in modo chiaro i con-           dell’Unione Europea e dei singoli stati euro-
torni di un nuovo ordine politico e sociale in       pei, e preoccupano non poco le affermazioni
questi paesi. E la stessa storia insegna che i       di un possibile intervento anche militare da
privilegiati di un ordine ingiusto non molla-        parte degli USA e dei paesi europei per “ga-
no così facilmente il potere, mentre ci sono         rantire la sicurezza” dei propri connazionali
forze in agguato per riempire quello che può         o per assicurare la continuità dell’approvvi-
apparire come un vuoto politico, all’indoma-         gionamento energetico, tanto cruciale per il
ni della rivolta e della ribellione.                 modo insostenibile di vivere delle vecchie e
                                                     opulenti popolazioni del mondo “ricco”. In-
Quale che sia il destino di questo movimen-          vocare un intervento muscolare nei paesi
to, è innegabile che la sete di libertà, di giu-     del Mediterraneo meridionale evoca i recenti
stizia e di democrazia di milioni di persone         orrori ed errori delle guerre in Iraq e in Af-
ha prevalso sulla sopraffazione in atto da           ghanistan. E avrebbe sicuramente come con-
troppo tempo. Il grido di rivolta corre ve-          seguenza di dirottare l’insurrezione verso un
loce da un cellulare all’altro, da facebook a        ennesimo conflitto del mondo arabo contro
twitter, nella piazza virtuale di internet che       l’occidente.
diventa piazza reale, annunciando l’alba di
una emancipazione rivendicata anche con la           Anni fa, il re Hassan II aveva chiesto di fare
morte che mieta vittime innocenti e inermi. È        entrare il Marocco nell’Unione Europea.
difficile pensare che tutto potrebbe tornare         All’epoca ci furono risate per questa bou-
come prima, anche se il Mediterraneo è la pa-        tade politica, ma forse sarebbe stato più
tria del pessimismo, avendo già conosciuto           saggio prendere sul serio questa domanda.
troppe volte nella propria storia il dominio         Oggi, la distanza fra una sponda e l’altra del
della repressione e dell’ingiustizia, indifesa       mare nostrum si è ingrandita, e appare dif-
del potere e dei privilegi di tiranni e dittatori.   ficile un riavvicinamento in tempi brevi. Ma
                                                     sarebbe intelligente cominciare almeno ad           ›››       7
                                                                                                         anniversario
›››    immaginare una alleanza mediterranea, che         P.S. Ci sembra utile riproporre, a completa-
                   garantirebbe a tutti i popoli di questo mare      mento di questo nostro pensiero aperto, un
                   di vivere in una grande spazio geo-politico,      articolo di Alexander Langer, scritto più di
                   economico, culturale e ambientale condiviso       quindici anni fa, che già individuava i pri-
                   e soprattutto in una area di pace. Già oggi,      mi segnali di un risveglio del Mediterraneo.
                   migliaia e migliaia di migranti attraversa-       Le voci profetiche sono spesso inascoltate,
                   no il mare da sud a nord, mentre pensionati       ma indicano la strada che la storia percorre.
                   europei volano da nord a sud per godersi la
                   vecchiaia nel Maghreb. Ci sono dei movimen-
                   ti della storia che nessuna becera politica xe-   Fratellanza euromediterranea
                   nofoba potrà mai arrestare.                       di Alexander Langer*

                   Allora, invece che preoccuparsi di ondate di      Tutti abbiamo passato alcuni anni in cui l’Eu-
                   rifugiati o di penuria di petrolio, faremmo       ropa occidentale ha dovuto – non senza fati-
                   bene, noi europei, ad ispirarci al vento fre-     ca – riscoprire la sua “altra faccia della luna”,
                   sco del cambiamento che soffia attraverso il      cioè i propri concittadini europei dell’Est.
                   Mediterraneo e il mondo Arabo, per riscopri-      Caduti i muri e le cortine, una reciproca am-
                   re insieme alle popolazioni rivoltose, il buon    putazione durata almeno mezzo secolo si sta
                   vecchio gusto della libertà, che non può esse-    lentamente ed assai contraddittoriamente
                   re solo una parola in un testo costituzionale,    rimarginando. Non si sono ammazzati vitelli
                   ma deve essere una forza vibrante che attra-      grassi per il fratello ritrovato, piuttosto si è
                   versa tutta la società.                           vista la penosa reazione di chi rifà i conti di
                                                                     un’eredità ritenuta già assegnata in esclusi-
                   Sembra una utopia? Certo che lo è! Ma ricor-      va ed ora, invece, da spartire.
                   diamoci che il Mediterraneo è la culla ance-
                   strale di tante utopie che hanno cambiato il      Oggi un’altra fratellanza affievolita o for-
                   mondo.                                            se dimenticata è da riscoprire: quella euro-
                                                                     mediterranea. In anni passati in Italia si è
                                                                     assistiti ad un curioso dibattito geopolitico:
                                       Movimento Nonviolento         chi voleva “entrare in Europa”, reclamava
                                         www.nonviolenti.org         spesso la necessità di staccarsi dal Medi-
                                                                     terraneo, “dall’Africa”, come talvolta si di-
                                          Verona, 10 marzo 2011      ceva in senso spregiativo. Anche nel resto
8
    anniversario
guerra in Libia

d’Europa, l’attenzione al Mediterraneo negli          europei e mediterranei. Non c’è nessun’al-
ultimi anni ha subito alterne vicende, e si è         tra area del mondo in cui in uno spazio così
ulteriormente resa precaria dalla guerra del          concentrato si trova un’eredità così comune e
Golfo in poi, dove si è invece consolidata una        così diversificata insieme: al crocevia tra i tre
sorta di egemonia dell’asse USA-Stati petro-          continenti (Europa, Asia, Africa) e le tre gran-
liferi del Golfo (con l’Arabia Saudita in testa),     di religioni monoteiste (Ebraismo, Cristia-
con una forte influenza nel Mediterraneo che          nesimo, Islam), in una cornice ambientale e
si è manifestata anche nella politica della           monumentale con caratteristiche fortemente
spesa pubblica. Su ogni ECU investito dalla           comuni ed oggi gravemente minacciata.
Comunità europea, se ne sono investiti dieci
da parte degli USA ed altrettanti da parte dei        Ecco perchè riteniamo che sia tempo di af-
petrolieri arabi. L’assenza di una comune po-         frontare anche dal basso la costruzione di
litica mediterranea la si è vista non solo in-        una nuova fratellanza euromediterranea, e di
torno alla guerra del Golfo: ancor più pesan-         accompagnare criticamente ed attivamente il
te la marginalità dell’Europa nel ritrovare la        processo che si svolge al livello delle istitu-
pace tra israeliani ed arabi, nel dialogo con i       zioni e dei governi. Una parte del volontariato
paesi “difficili” (come Libia, Siria, ecc.), in al-   europeo impegnato per la pace, per la coope-
cune ingiustizie ormai da troppo tempo sop-           razione, per l’ambiente, per la giustizia tra
portate (la divisione di Cipro, per esempio),         nord e sud, per uno sviluppo umano e sociale
nella ricerca di un nuovo ordine post-guerra-         sostenibile, già opera in questa dimensione.
fredda anche nel Mediterraneo. La proposta,           Ma se vogliamo davvero ravvivare e rinnovare
avanzata fin dai primi anni ‘90, di organizza-        il patrimonio comune che lega comunità, po-
re per quest’area una sorta di “Helsinki del          poli, cittadini, eco-sistemi, economie e società
Mediterraneo”, cioè un quadro complessivo             mediterranee, ed intrecciarle con quell’altro
di accordi per la cooperazione e la sicurez-          grande processo di integrazione che oggi fati-
za, è stata lasciata cadere; gli stessi governi       cosamente avviene tra l’Occidente e l’Oriente
che l’avevano caldeggiata (Spagna, Italia, poi        del continente europeo, bisognerà sviluppare
anche Francia e Grecia), l’hanno messa nel            una nuova sensibilità, e cogliere le molte oc-
dimenticatoio.                                        casioni di azione ed inter-azione.

Oggi i governi si preoccupano di certi cam-
panelli d’allarme, e tendono ad affrontarli,          *Bolzano/Bozen-Bruxelles/Brussel, Maggio
ma troppo spesso in modo solo repressivo:             1995 – editoriale per Verdeuropa.
immigrazione incontrollata, tensioni sociali
e “rivolte del pane”, la crescita dell’integra-
lismo islamico, i rischi del traffico illegale di
droga e di armi... insomma, i pericoli più che
le opportunità. La Conferenza inter-governa-
tiva euromediterranea, indetta dall’Unione
europea per il prossimo novembre 1995 sotto
presidenza spagnola, si prefigge – assai posi-
tivamente – un nuovo partenariato eurome-
diterraneo, ma rischia di limitarsi a puntare
al controllo di alcuni di questi fenomeni ri-
tenuti minacciosi, attraverso accordi di co-
operazione e di finanziamento, senza osare
un disegno più ambizioso: un partenariato
che porti ad una vera e propria Comunità eu-
romediterranea, a fianco ed intrecciata con
l’Unione europea.

D’altra parte forse non si può chiedere ai go-
verni quanto dai cittadini e dalla società ci-
vile non è ancora sufficientemente sentito e
condiviso.
È questa oggi una sfida ed una possibilità
di grande rilievo per i cittadini ed i gruppi
                                                                                                                    9
                                                                                                          anniversario
Il “Machiavelli della nonviolenza”
                    e l’accusa di collaborazione con la CIA
                                                                       dalla CIA. Egli sostiene che solo la tecnica
                    a cura di Martina Lucia Lanza                      sia cambiata: la CIA non si muoverebbe più
                                                                       come in piena guerra fredda, non sovvenzio-
                    Gene Sharp è l’autore dell’importante e mo-        nerebbe più sanguinosi golpe compiuti ma-
                    numentale opera “Politica dell’azione non-         gari per mano di militari. Ora le modalità
                    violenta” (Edizioni Gruppo Abele, in tre vo-       imperialiste degli Stati Uniti hanno tecniche
                    lumi 1. Potere e lotta 2. Le tecniche 3. La di-    meno cruente: addestrerebbero e finanzie-
                    namica; richiedere alla nostra Redazione al        rebbero opposizioni civili nonviolente a go-
                    prezzo di 40,00 euro comprensivi delle spese       verni a loro indigesti.
                    di spedizione).                                    E fin qui la sua tesi può reggere. Quel che
                    Il suo nome, ben noto al Movimento Nonvio-         non è condivisibile è l’accusa mossa a Gene
                    lento e agli amici della nonviolenza, è venuto     Sharp, studioso di Gandhi e della nonviolen-
                    alla ribalta delle cronache assieme alle vi-       za come tecnica di opposizione anche politi-
                    cende che stanno scuotendo in questi mesi          ca, di essere una specie di agente della CIA,
                    tutto il Maghreb, e dal 19 marzo, con i raid       se non addirittura nel libro paga, e quindi la
                    aerei sotto l’egida delle Nazioni Unite, tutto     mente che guida direttamente queste rivolu-
                    il mondo.                                          zioni dal basso.
                    Apostrofato come “ispiratore di rivolte” o         A questa accusa di Meyssan, Sharp risponde
                    “eroe delle rivolte mediorientali”, Sharp è        con due lettere aperte, scritte nel 2007, e ri-
                    stato “ripescato”, a partire da inizio febbraio,   volte una al suo accusatore e l’altra a Hugo
                    da diverse testate statunitensi: National Ca-      Chavez, presidente del Venezuela, indignato
                    tholic Reporter, The Daily Beast e anche dal       con Sharp in seguito alle rivelazioni riporta-
                    New York Times.                                    te sempre nell’articolo di Meyssan. La rispo-
                    Quest’ondata mediatica è approdata anche           sta può sembrare tardiva, infatti dall’uscita
                    sulla stampa italiana, attraverso le parole di     dell’articolo erano passati due anni. La verità
                    Christian Rocca per Il Sole 24 ore, con l’arti-    è che al momento della sua uscita l’articolo
                    colo “Dietro le rivolte in Medio Oriente (come     era passato inosservato, per poi essere “tardi-
                    per la Serbia nel 2000) c’è un signore di 83       vamente scoperto” in quanto Chavez ne diede
                    anni che sta a Boston”(15 febbraio), e qualche     una lettura in pubblico il 3 giugno 2007.
                    settimana più tardi, nel numero 11/16 marzo        Il nostro racconto continua con la lettera aper-
                    del settimanale Internazionale, è stato tra-       ta, sempre del 2007, firmata da numerosi in-
                    dotto l’articolo di Sheryl Gay Stolberg per        tellettuali statunitensi di sinistra in difesa di
                    il New York Times del 17 febbraio dal titolo       Gene Sharp. Primo firmatario è Stephen Zunes,
                    “Gene Sharp. Ispiratore di rivolte”.               professore di scienze politiche dell’universi-
                    Quel che trapela da questi scritti, oltre al       tà di San Francisco e mediorentalista. Mentre
                    ruolo svolto dalle teorie di Sharp nel guida-      tra le firme illustri figurano Noam Chomsky e
                    re in modo nonviolento le nuove generazioni        membri della Fellowship of Reconciliation e
                    contro diversi regimi politici, è l’eco di una     della War Resisters International.
                    controversia scoppiata qualche anno fa, sem-       L’ultima tappa della storia è l’articolo di rispo-
                    pre nel mondo dei media.                           sta del giornalista francese edito il 25 agosto
                    Ed è quest’ultima vicenda che qui ci accin-        2008 dal titolo “Impérialistes de droite et im-
                    giamo a raccontare.                                périalistes de gauche”( Imperialisti di destra e
                                                                       imperialisti di sinistra). In questo suo scritto
                    Questa è la storia dell’accusa mossa contro        egli contrattacca gli argomenti utilizzati da
                    Gene Sharp dal giornalista francese Thierry        Stephen Zunes per difendere l’operato di Sharp.
                    Meyssan.                                           All’interno di questa vicenda, la teoria so-
                    La vicenda parte da un articolo di Meyssan,        stenuta da Meyssan ha avuto grande eco me-
                    edito nel gennaio 2005, in cui il reporter ac-     diatica grazie ad un documentario del 2005
                    cusa Gene Sharp di essere la mente e la mano       della regista francese ed esperta di cultura
10                  delle “rivoluzioni colorate” sovvenzionate         e geopolitica russa Manon Loizeau. Tale do-
     anniversario
Gene Sharp

cumentario, intitolato “Etats-Unis à la con-        rali, non questioni politiche. Comunque, pre-
quête de l’Est” (Gli Stati Uniti alla conquista     dicare aveva conseguenze politiche; quello che
dell’Est), ha fatto il giro del mondo, ed è stato   poteva essere considerato uno scopo poteva es-
trasmesso anche in Italia il 3 giugno 2007,         sere percepito come un mezzo. La disobbedien-
dalla trasmissione di Rai3 Report, con il ti-       za civile può essere allora considerata come
tolo “Revolution.com”.                              una tecnica d’azione politica, perfino militare”
Ripercorriamo quindi in ordine cronologico
gli episodi sopraelencati.                          “Nel 1989, quando l’Albert Einstein Institute
                                                    divenne ben conosciuto, Gene Sharp iniziò a
                                                    consigliare i movimenti anticomunisti. Par-
2005: L’ARTICOLO DI T. MEYSSAN                      tecipò alla costituzione dell’Alleanza Demo-
E IL DOCUMENTARIO DI LOIZEAU                        cratica della Birmania e del Partito Demo-
                                                    cratico Progressista di Taiwan. Unificò anche
“Colpi di stato morbidi. L’Istituto Albert          l’opposizione tibetana sotto il Dalai Lama e
Einstein: la non violenza secondo la CIA” di        tentò di formare un gruppo dissidente all’in-
Thierry Meyssan                                     terno dell’OLP, cosicché i terroristi palestine-
                                                    si avrebbero fermato il terrorismo”.
[Titolo originale: Coups d'État soft. L'Albert
Einstein Institution: la non-violence version       “Il professor Thomas Schelling,1 ben noto
CIA, pubblicato il 4 gennaio 2005 sul sito in-      economista e consulente della CIA, entrò
ternet di “Reseau Voltaire” (www.voltairenet.       a far parte del consiglio amministrativo
org), rete internazionale della stampa non al-      dell’Istituto [NdR l’Albert Einstein Institute]
lineata specializzata in relazioni internazio-      il cui bilancio ufficiale era ancora costante
nali, creata dallo stesso Meyssan]                  sebbene fosse finanziato anche dall’Interna-
                                                    tional Republican Institute (IRI), una delle
Nel 2005, il politologo e giornalista france-       quattro sezioni del National Endowment for
se Thierry Meyssan edita un articolo che ri-        Democracy (NED/CIA)”2
porta una cronistoria dei presunti interventi       “Nell’ottobre del 1990, Gene Sharp e la sua
di Sharp, sostenuto dalla CIA, per istruire e       squadra andarono in Svezia ed addestraro-
addestrare le opposizioni di società civile in      no diversi politici lituani nell’organizzazio-
Paesi chiave per la geopolitica statunitense.       ne della resistenza popolare contro l’Armata
Meyssan sostiene che l’Albert Einstein In-          Rossa. Mesi più tardi, nel maggio del 1991,
stitute, l’istituto di studi sulla nonviolenza      quando scoppiò la crisi e Gorbatchov schierò
creato nel 1983 dallo stesso Sharp, altro non       le sue forze speciali, Gene Sharp era il consi-
sia che una copertura, un istituto apparente-       gliere del partito separatista Sajudis (Grup-
mente non-governativo e sostenuto da dona-          po iniziativa Perestroika) […] Nel giugno del
zioni private, ma che in verità è la base d’ap-     1992, il ministro della difesa della Lituania
poggio per gli interventi che Sharp, assistito      indipendente, Audrius Butkevicius, ospitò
da due ex-militari, ha svolto in chiave anti-       un simposio per ringraziare il ruolo chiave
comunista in Paesi come Birmania, Tibet, Li-        dell’Istituto Albert Einstein durante il pro-
tuania, Serbia e Venezuela.                         cesso di indipendenza dei paesi baltici”
Una sorta di evoluzione dei metodi violenti
utilizzati dalla CIA dagli anni della guerra        “Nel 1998, quando gli USA iniziarono il loro
fredda, non più golpe militari ma rivoluzioni       riarmo,3 l’Istituto Albert Einstein divenne
colorante e nonviolente.
Riportiamo alcune frasi significative estra-        1 Nel marzo 2004, Thomas Schelling è stato uno degli
polate dall’articolo [NdR: le note a piè di           estensori del Copenhagen Consensus. Sponsorizzato
pagina sono dello stesso Meyssan e non di             dall’Economist, questo documento metteva in discus-
Azione nonviolenta]:                                  sione il Programma del Millennio dell’ONU ed il Proto-
                                                      collo di Kyoto. Schelling formulò un modello teorico il
“Sconosciuto al pubblico, Gene Sharp ha formu-        quale suggeriva che la crescita economica è il modo
lato una teoria sulla non violenza come arma          migliore per combattere il riscaldamento del globo
                                                      perché, in futuro, dovrebbe garantire lo sviluppo delle
politica. Ha dapprima aiutato la NATO e poi
                                                      tecniche necessarie a risolvere il problema
la CIA ad addestrare i leader dei colpi di sta-
to morbidi degli ultimi 15 anni. Dagli anni ‘50,    2 Thierry Meyssan : «The Networks of  “Democratic” Inter-
Gene Sharp ha studiato la teoria della disobbe-       ference», Voltaire (testo in francese), 21 novembre 2004
dienza civile di Henry D. Thoreau e Mohandas        3 Nel 1998 e nonostante la mancanza di nemici, il Con-
K. Gandhi. Per questi autori, l’obbedienza e la       gresso costrinse il presidente Clinton ad attuare una
disobbedienza erano questioni religiose e mo-         politica di riarmo
                                                                                                                 ›››      11
                                                                                                                 anniversario
parte di una strategia espansionista. Esso                   di associazioni filantropiche statunitensi che
                    fornì ideologia e tecnica a Otpor («Resisten-                operano dal Kyrgyzstan all’Ucraina.
                    za»), un gruppo di giovani oppositori di Slo-                Attraverso associazioni come la Freedom
                    bodan Milosevic. […] Quindi, Otpor divenne                   House Association e l’Open Society Fonda-
                    rapidamente una preferenza per rovesciare                    tion, il governo degli Stati Uniti elargisce
                    Milosevic che era molto popolare per avere                   milioni di dollari affinché questi nascenti
                    resistito alla NATO. Il colonnello Helvey4 ad-               gruppi di opposizione arrivino in modo non-
                    destrò i capi di Otpor con dei seminari ospi-                violento a rovesciare gli attuali regimi. Ov-
                    tati all’hotel Hilton di Budapest. Il denaro                 viamente queste elargizioni non cadono alla
                    non era un problema per rovesciare l’ultimo                  cieca, ma sono ben indirizzate verso paesi
                    governo comunista d’Europa”                                  strategici, dove gli USA hanno un particolare
                                                                                 interesse geopolitico.
                    “Quando nell’aprile del 2002 il colpo di stato               Gli intervistati mostrano che alla base del-
                    organizzato dalla CIA contro il Venezuela fal-               la istruzione politica ci sono principalmente
                    lì, il Dipartimento di Stato contò di nuovo su               due strumenti: il primo è un filmato intitola-
                    l’Albert Einstein Institute che consigliò gli                to “Come rovesciare un dittatore” che mostra
                    imprenditori venezuelani durante l’organiz-                  le rivolte guidate dal gruppo Otpor in Serbia.
                    zazione del referendum di revoca5 contro il                  Il secondo strumento, ritenuto molto impor-
                    presidente Hugo Chávez.                                      tante dagli intervistati, ma di cui i medesimi
                    Gene Sharp e la sua squadra guidarono i                      non riportano nè titolo nè l’autore, è un ma-
                    capi del Súmate6 durante le dimostrazioni                    nuale di 190 pagine stampato segretamente
                    dell’agosto 2004. Come fatto precedentemen-                  anche in Kyrgyzstan.
                    te, l’unica cosa che dovevano fare era mettere               Un’intervistata kirghiza ritiene l’opuscolo
                    in discussione i risultati elettorali e preten-              “un’arma potentissima! Spiega come si fa
                    dere le dimissioni del presidente. Riuscirono                a rovesciare un regime dittatoriale senza
                    a portare in strada la borghesia ma il gover-                violenza. Serbi, georgiani e ucraini, l’hanno
                    no popolare di Chavez era troppo forte.”                     utilizzato per organizzare le loro rivoluzioni!
                    “Ma perché Albert Einstein? È un nome che                    Spiega quali sono le debolezze di una ditta-
                    non desta sospetti. Il primo libro di Gene                   tura, come si fa a organizzare una rivoluzio-
                    Sharp sui metodi di Gandhi iniziava con                      ne non violenta, e soprattutto la strategia
                    una prefazione firmata da Albert Einstein,                   migliore per prendere il potere”.
                    sebbene il libro fosse stato scritto nel 1960,               Sarà poi la voce narrante a dare spiegazio-
                    cinque anni dopo la morte del genio. Perciò,                 ni sul manuale, per poi recarsi a Boston ad
                    Albert Einstein non scrisse nulla per l’opera                intervistare il suo autore che ovviamente è
                    di Sharp. Tutto ciò che fece Sharp fu di ripro-              Gene Sharp, mentre il testo in questione è
                    durre un articolo sulla non violenza scritto                 “Dalla dittatura alla democrazia”.
                    dallo scienziato”                                            Si tratta di un’intervista di pochi minuti te-
                                                                                 nuta all’Albert Einstein Institute di cui ri-
                                                                                 portiamo tutta la narrazione7:
                    “Etats-Unis à la conquête de l’Est”
                    di Manon Loizeau                                             NARRATORE: Andiamo a Boston. Vogliamo
                                                                                 trovare l’autore dell’opuscolo che entusia-
                    Il documentario francese mostra l’educazio-                  sma tanto questi rivoluzionari. Lavora qui,
                    ne alle tecniche nonviolente di protesta po-                 alla Fondazione Einstein, da lui fondata nel
                    litica di giovani oppositori della società ci-               1983. Gene Sharp è un docente universitario
                    vile di diversi paesi euroasiatici, nonchè le                che da quarant’anni scrive testi sulla rivolu-
                    modalità di finanziamento di questi da parte                 zione non violenta. L’opuscolo è nato 15 anni
                                                                                 fa e da quando i rivoluzionari serbi ne hanno
                                                                                 fatto la loro bibbia è stato tradotto in un’in-
                    4 Un ufficiale di fanteria statunitense in pensione colla-   finità di lingue. […]
                      boratore dell’Albert Einstein Institute
                    5 NdR la Costituzione venezuelana permette che tra-          GENE SHARP: I serbi tentavano deliberata-
                      scorsa la metà del mandato presidenziale sia possibile
                      raccogliere le firme per un referendum che confermi o
                                                                                 7 Il testo in italiano del documentario è reperibile
                      meno il perdurare in carica del presidente eletto
                                                                                   nell’archivio puntate della trasmissione Report ( www.
                    6 NdR Movimento della società civile venezuelana che           report.rai.it) cercando nel motore di ricerca il nome
                      ha organizzato il referendum di revoca                       dell’autrice del documentario, Manon Loizeau
12
     anniversario
Gene Sharp

mente di mitigare gli animi dei militari e in           “Come politica dell’Istituto Albert Einstein,
un certo senso anche della polizia. In questo           non abbiamo mai detto a persone di fronte
modo, al momento della resistenza la repres-            a conflitti in altri paesi cosa dovessero fare.
sione non sarebbe stata tanto brutale. Un paio          Possiamo fornire conoscenza e comprendere
di anni prima che Milosevic venisse destituito,         quando richiesto. Noi enfatizziamo l’impor-
questi ragazzi e ragazze di 14, 15 anni manda-          tanza di studi accurati, pensiero indipenden-
vano alla polizia pacchetti regalo con piccole          te e auto-determinazione. Non conosciamo
cose... magari cibo o qualsiasi gentilezza po-          altri paesi in profondità e quindi, offrendo
tesse servire a fiaccare il morale di chi stava         dettagliati consigli, potremmo fare gravi erro-
dalla parte di Milosevic. E poi hanno fatto di          ri. Quel che la gente in altri paesi decide di
tutto per prendere contatti con gli alti ufficiali      fare è sua responsabilità e prerogativa.
della polizia, così durante le contestazioni li         In questo lavoro educativo e consultivo non ab-
avrebbero lasciati avvicinare.                          biamo mai avuto il supporto di alcuna agenzia
                                                        del Governo degli Stati Uniti e non abbiamo te-
Sostiene poi la documentarista che l’uomo               nuto corsi in alcuna ambasciata USA.”
che lavora nell’ombra fin dai tempi della ri-
voluzione serba non è Sharp, ma un ufficiale         Di grande levatura sono le parole finali
di fanteria in pensione di nome Bob Helvey.          della lettera aperta:
Ha addestrato gli oppositori del regime bir-
mano e conosce i metodi migliori per inde-              “Non conosco la sua motivazione per attacca-
bolire un esercito e gettare un governo nello           re me e L’Istituto Albert Einstein. […] Riportan-
scompiglio. Anche di Helvey ne è riportata              do false notizie nei suoi commenti, lei perde
una breve intervista:                                   di credibilità. Se offre correzioni a errori nei
                                                        prossimi scritti la sua statura crescerà. Con
ROBERT HELVEY: Il principio di base è in-               dispiacere, Gene Sharp”
debolire quei pilastri che sostengono il regi-
me autoritario e portarli dalla propria parte.       Di tenore simile è la lettera aperta rivolta al
L’obiettivo non è distruggerli, ma farli muo-        presidente Chavez, e intitolata “Informazioni
vere sulla base del principio che un domani          imprecise”. Sharp si mostra rammaricato per
per loro ci sarà sempre posto in un governo          le informazioni pervenute al leader venezue-
democratico.                                         lano e accenna allo scritto di un giornalista
                                                     francese, senza fornire il nome di Meyssan,
                                                     che può essere la fonte delle sue asserzioni.
2007: LE DUE LETTERE APERTE DI SHARP                 Dopo essersi difeso nuovamente nei confron-
E LA LETTERA APERTA                                  ti di quanto esternato da Meyssan, Sharp
DEGLI INTELLETTUALI STATUNITENSI                     consiglia a Chavez, qualora temesse un col-
                                                     po di stato in Venezuela, di leggere gli studi
Come si diceva, Sharp risponse solo nel 2007         fatti sul tema dall’Albert Einstein Institute,
perché l’articolo balzava alle cronache dopo         nonché si augura che Chavez riesca a trovare
la lettura fattane durante un discorso da            il tempo per documentarsi sull’azione non-
parte del presidente venezuelano.                    violenta come metodo per sviluppare una so-
Nella sua lettera aperta al giornalista fran-        cietà più giusta. Si offre inoltre disponibile
cese, intitolata “Correzioni”, Sharp ritiene         per qualsiasi chiarimento o materiale di cui
che l’articolo di Meyssan “ contiene così tan-       potesse avere bisogno.
te imprecisioni che mi sembra difficile che
qualcuno possa dar molto credito ai suoi             Infine, la lettera aperta scritta da studiosi
contenuti[…]. Tuttavia mi sento costretto a          americani, e diffusa dal Professor Stephen Zu-
evidenziare alcuni degli errori che lei ha pre-      nes, difende Sharp negando che i suoi scritti
sentato”. Controbatte quindi a tutta la croni-       siano un mezzo per l’imperialismo americano,
storia riportata nell’articolo di Meyssan che        “ma bensì hanno ispirato generazioni di pa-
vedrebbe Sharp muoversi in tutti gli angoli          cifisti, lavoratori, femministe e attivisti per i
di mondo e pronto a rovesciare dittatori che         diritti umani, l’ambiente e la giustizia sociale
agli USA non piacciono.                              negli Stati Uniti e in tutto il mondo“. La tesi
Sharp, oltre a vedere errori nell’articolo, vede     esposta nella lettera aperta è la seguente:
anche diverse falsità riassumibili in queste
sue parole:                                             “Diversamente dai colpi di stato o altri sforzi
                                                        spalleggiati dagli Stati Uniti per cambiare un

                                                                                                                     13
                                                                                                            anniversario
regime, è virtualmente impossibile per una lotta              perialismo USA. D’altra parte, è il nostro raz-
                        nonviolenta avere successo laddove la leader-                 zismo e l’arroganza occidentale, che ci rende
                        ship del movimento e la sua agenda non abbia                  incapaci di riconoscere la capacità dei popoli
                        alle spalle la maggioranza della popolazione.                 del terzo mondo nel condurre azioni politiche e
                        Le sollevazioni popolari nonviolente che spo-                 che immagineremmo una manipolazione die-
                        destarono i corrotti e anti-democratici regimi                tro ogni evento. Non una possibilità!”
                        di Serbia, Georgia e Ucraina negli ultimi anni
                        […] furono il risultato di azioni indipenden-              Termina il suo articolo con un colpo di fioret-
                        ti delle popolazioni di quei paesi che lottava-            to molto preciso:
                        no per i loro diritti. Come risultato, né Gene                “La petizione di Stephen Zunes ci comunica
                        Sharp né nessun altro individuo, organizza-                   una cosa: alcune figure intellettuali della si-
                        zione o governo straniero, merita la gloria o la              nistra statunitense si spacciano per anti-im-
                        colpa delle loro vittorie”                                    perialiste, ma difendono il sistema quando lo
                                                                                      sporco lavoro è fatto con discrezione. A questo
                                                                                      proposito, non è indifferente che il sig. Zunes
                    2008: l’articolo di risposta di Meyssan                           ed i suoi assistenti difendano i miti dell’impe-
                    “Una petizione degli intellettuali USA contro                     ro, gli pseudo-“valori americani” e il fantasma
                    Eva Golinger e Thierry Meyssan                                    del complotto islamico mondiale”
                    Imperialisti di destra ed imperialisti di sini-
                    stra” di Thierry Meyssan                                       Conclusioni
                                                                                   Ad oggi sembra prossimo all’uscita un film
                    L’articolo apparso il 25 agosto 2008, sempre                   dedicato all’opera di Sharp e alle rivolte, in
                    sul sito internet della Rete Voltaire, vede un                 parte nonviolente, che hanno avuto luogo
                    Meyssan sul piede di guerra.                                   nelle strade egiziane, tunisine, iraniane, ser-
                    Egli ripercorre le varie tappe della vicenda e                 be e ovunque nel mondo.
                    non ritiene utile discutere nuovamente la que-                 Il film avrà come titolo “How to start a revo-
                    stione sul ruolo dell’Albert Eistein institute                 lution” e il suo trailer, reperibile solo in in-
                    nelle rivoluzioni colorate. Egli preferisce con-               glese, indica che il film: “Is the story of the
                    centrarsi sul significato e le motivazioni della               power of people to change their world, the
                    petizione iniziata dal professore Zunes.                       modern revolution and the man behind it all”
                    Queste le parole di Meyssan:                                   (È la storia del potere delle persone di cam-
                        “Per difendere l’Albert Einstein Institution, Ste-         biare il loro mondo, la moderna rivoluzione
                        phen Zunes cancella via tutte le informazioni              e l’uomo dietro a tutto questo ).
                        disponibili sul cursus dei suoi responsabili e le          Proprio di questo è stato accusato Sharp: di
                        loro attività che sono state rivelate da Eva Go-           essere dietro tutto. Di prendere soldi dalla
                        linger8 e da me stesso. Oppone allora la credi-            CIA, di essere la mano lunga dell’imperiali-
                        bilità di Gene Sharp, guru di numerosi ecologi,            smo americano, di muoversi per tutto il mon-
                        femministe e sindicalisti, alla nostra. Mi quali-          do, nonostante la sua veneranda età, fomen-
                        fica, a torto, come “marxista”, per spaventare il          tando le folle alla rivolta se pur nonviolenta.
                        borghese statunitense, afferma che i miei “er-             Gene Sharp, nel teorizzare e pubblicare da
                        rori” e quelli della dott.ssa Golinger sarebbero           più di 30 anni opere sulla nonviolenza e su
                        imputabili, allo stesso tempo, ad un effetto otti-         come rovesciare pacificamente una dittatura
                        co ed al nostro pensiero “razzista”. Da un lato,           non può essere responsabile dell’uso che al-
                        perché l’amministrazione Bush raccomanda                   tri fanno dei suoi scritti.
                        aggressivamente dei “cambiamenti di regime”,               Ma se veramente gli attivisti, a partire da
                        che i nostri spiriti deboli sospetterebbero dei            quelli di Otpor nel 2000, hanno studiato e di-
                        militanti dei diritti dell’uomo, che desiderano            vulgato gli scritti di Sharp, e se i giovani stu-
                        sovvertire le dittature, di essere agenti dell’im-         denti dell’Università de Il Cairo hanno letto,
                                                                                   diffuso e utilizzato l’opera “Dalla dittatura
                                                                                   alla democrazia” per organizzare l’opposizio-
                    8 Avvocato di origini venezuelane e naturalizzata new-
                      yorchese. Ha scritto diversi articoli contro la lettera      ne a Mubarak, si può sostenere che la non-
                      aperta di Zunes e L’Albert Einstein Institute, tra i quali   violenza continua tutt’oggi a trovare terreno
                      “US Continues Destabilisation Push in Venezuela”, Gre-       fertile in cui piantare i suoi semi di speranza.
                      en Left Weekly, July 2nd 2007                                E di questo non possiamo che essere felici.

14
     anniversario
Gene Sharp

Possiamo modificare il corso della storia
Ripubblichiamo una nostra intervista, realizzata da Mao Valpiana,
apparsa sul numero di gennaio 1986 di Azione nonviolenta

Gene Sharp, nei tuoi libri hai parlato della        causa della povertà del Terzo Mondo è dovu-
nonviolenza come metodo politico, hai cer-          ta al fatto che i governi di quei paesi spen-
cato di trasformarla da idealismo in scienza        dono enormi somme del loro bilancio nazio-
politica. Il Movimento Nonviolento, in Italia,      nale per acquistare dall’Europa, dagli Usa e
è tuttora fedele alla visione di Aldo Capitini,     dall’Urss, forniture militari. Non ci si deve
per il quale la nonviolenza è amore, parte-         meravigliare che accada ciò, perché i gover-
cipazione all’esistenza di ogni forma di vita.      nanti di questi Paesi sono istruiti dall’Euro-
Tu pensi che questa visione sia superata?           pa e gli europei fanno lo stesso.
Non penso affatto che chi crede nella nonvio-       Per questo motivo una seria analisi per indi-
lenza come scelta etica, debba abbandonare i        viduare mezzi alternativi per la difesa euro-
suoi convincimenti, infatti questo approccio        pea può aiutare anche i Paesi del Terzo Mon-
alla nonviolenza ha senz’altro dei lati positi-     do a prendere in considerazione una politica
vi. Però questo non basta, occorre qualcosa         militare diversa. I settori d’impegno sono
di più; la capacità di usare praticamente le        tanti, è bene quindi che ognuno scelga quelli
tecniche nonviolente, in modo tale che anche        su cui concentrare la propria attenzione.
chi non accetta i presupposti etici della non-
violenza possa servirsene.                          Qual è il tuo punto di vista riguardo al di-
Nel passato la lotta nonviolenta è stata pra-       sarmo unilaterale? Lo ritieni praticabile
ticata soprattutto da chi non aveva una base        all’interno di una strategia di difesa civile?
etica ed anche oggi, a maggior ragione data la      Se per disarmo unilaterale si intende la ri-
sempre minor importanza che viene attribu-          duzione generalizzata o l’abbandono degli
ita alla scelta etica, è così. Credo che sia po-    armamenti militari, la mia analisi mi porta
liticamente molto importante che le persone         a credere che ciò non potrà mai avvenire.
che sostengono di credere nella produttività        La convinzione che questo debba avvenire,
della violenza possano avere l’opportunità di       è un’altra questione. In generale la gente e
usare tecniche nonviolente.                         sempre più governi, non vogliono rinunciare
Credo che i singoli e i gruppi che hanno scel-      al proprio potere di difesa. Direi che il disar-
to la nonviolenza su base etica dovrebbero          mo multilaterale “per negoziati” è ugualmen-
effettuare un salto di qualità dal punto di         te impossibile, perché ognuno vuole che sia
vista concettuale e, pur mantenendo le loro         l’altra parte a rinunciare ai propri armamen-
convinzioni, impegnarsi affinché la nonvio-         ti migliori. Comunque credo potrebbe essere
lenza come tecnica sia adottata da masse di         un mezzo pratico attuabile, da quei Paesi che
persone, anche se queste non ne condividono         hanno per obiettivo la difesa nonviolenta,
le basi etiche.                                     per cominciare ad aggiungere le componenti
Solo così si potrà influire sugli eventi e aiuta-   della resistenza nonviolenta alla loro difesa
re a modificare il corso della storia.              militare; in seguito queste componenti po-
                                                    tranno espandersi gradualmente.
Riguardo alla tua concezione di difesa civi-        Così la società sarebbe meglio preparata ed
le, hai focalizzato la tua attenzione sui rap-      addestrata anche ad altri tipi di difesa e ac-
porti Est-Ovest. Non pensi che attualmen-           quisterebbe più fiducia in se stessa: potrebbe
te siano le relazioni tra il Nord e il Sud del      anche ridurre il proprio armamento e credo
mondo a condizionare la politica?                   che alla fine potrebbe giungere anche a sba-
Non credo che si possa dire che un aspetto          razzarsene.
sia più importante dell’altro. Io credo che         Credo che l’unico modo per liberarci dal si-
gente diversa sceglie diverse priorità: alcuni      stema militare sia quello di perfezionare un
possono lavorare ai problemi relativi al rap-       modo sostitutivo di difesa che non sia mili-
porto Nord-Sud, altri possono lavorare per la       tare. Esistono molti casi nella storia in cui la
sicurezza della difesa o per sventare la guer-      gente ha abbandonato la violenza per usare
ra nucleare. Credo che ci siano importan-           forme di lotta nonviolenta, questo secondo
ti interrelazioni tra i due aspetti. La prima       me offre maggiori prospettive.
                                                                                                                15
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