Emesso bando per l'assegnazione delle rotte aeree - InfoAfrica

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Emesso bando per l'assegnazione
delle rotte aeree
MOZAMBICO – L’autorità dell’aviazione civile mozambicana ha
lanciato un bando pubblico per l’assegnazione delle rotte aree nazionali
ed internazionali e ha chiesto alle compagnie mozambicane e straniere
interessate di partecipare.

La decisione è seguita alle proteste di numerosi cittadini mozambicani sui
servizi della compagnia di bandiera LAM, accusata di mal funzionamento
con ritardi e cancellazione nei voli. Critiche sostenute anche dal
Presidente del Paese Filipe Nyusi.
“Ci sono persone all’interno del Ministero dei Trasporti che non hanno
intenzione di liberalizzare il mercato – ha detto il Presidente Nyusi – non
abbiamo aerei nazionali, ma non vogliono che altri volino sui nostri cieli
che, invece, sono aperti a chiunque concorrente”.
L’autorità dell’aviazione civile mozambicana cercherà di attrarre
compagnie straniere soprattutto sullo scalo di Nacala nel nord del Paese.
Uno scalo inaugurato tre anni fa, considerato il più moderno nel Paese,
ma poco utilizzato.
Nel bando pubblicato, le rotte proposte riguardano tutte le province del
Mozambico. A livello regionale, invece, l’unica rotta esclusa dal bando è
la Maputo-Johannesburg operata dalla LAM in accordo con la South
Africa Airways, mentre sono aperti i collegamenti con Nairobi, Dar es
Salaam ed Addis Abeba.
Sono allo studio anche nuove rotte come quelle per il Brasile, San Paolo e
Rio de Janeiro, e Singapore ed Hanoi. Le compagnie aeree hanno 30
giorni per andare le proprie proposte all’autorità dell’aviazione
civile.[LS]

Naufragato il sogno di produrre
biodiesel a basso costo
MOZAMBICO – “Il sogno di produrre biodiesel a basso costo è
terminato a causa dei prezzi ridotti del greggio sul mercato
internazionale”: lo ha detto il vice-direttore nazionale del Dipartimento
degli idrocarburi del Ministero delle Risorse minerali e dell’Energia,
Almirante Dima.
Secondo Dima, “nessuno comprerebbe biodiesel a 70 dollari americani al
barile, quando la benzina convenzionale costa tra 50 e 60 dollari
americani: il costo di produzione del biodiesel al momento è ancora
troppo superiore a quello del carburante tradizionale”.
Durante la precedente presidenza di Armando Guebuza c’era grande
speranza che si potesse produrre biodiesel dai semi della pianta di
jatropha che cresce in Mozambico e che era già stata usata da altri Paesi
come Brasile e Pakistan per produrre carburante di qualità utilizzato
anche per l’industria aerea. Una misura mirata a ridurre la dipendenza del
Mozambico dall’importare ad alti costi carburante dall’estero.
Nel 2012 il governo aveva anche provato ad imporre alle compagnie
petrolifere di vendere carburante che fosse una mescola di 3 per cento di
biodiesel e 97% di diesel convenzionale. Una misura che avrebbe
permesso al governo di risparmiare 22 milioni di dollari di mancate
importazioni.
A causa della crisi finanziaria l’industria dello sviluppo del biocarburante
non aveva ricevuto il supporto necessario. Inoltre la successiva scoperta
del gas naturale liquido sembra aver contribuito a mettere la parola fine
sul settore.[LS]

Bicchiere mezzo pieno perché si
sono aperte strade nuove (2)
ANGOLA – [ CONTINUA ] Difesa ed energia sono due pilastri delle
relazioni Italia e Angola. Ma negli ultimi anni, anche la cooperazione
economica-commerciale è andata crescendo e sempre più aziende
italiane hanno guardato con interesse al mercato angolano.

Difesa ed energia sono sicuramente due pilastri delle nostre relazioni,
anche se descrivono due situazioni diverse: Eni infatti non ha la stessa
posizione delle altre imprese italiane, nel senso che Eni è un ‘cliente’
dell’Angola. Ma la presenza italiana è forte anche in altri settori. In primo
luogo ricorderei il gruppo Cremonini. Un gruppo storico qui in Angola,
che in un momento di crisi economica nel Paese ha deciso di rilanciare,
annunciando nelle scorse settimane nuovi investimenti. Poi abbiamo una
presenza forte nel settore della logistica, navigazione e trasporti. Quasi
tutte le aziende italiane che stavano qui prima dell’inizio della crisi hanno
deciso di restare. Mi ricordo a mente solo il caso di un’azienda che ha
chiuso ed è andata via, ma non c’è stata una fuga generalizzata.
Con il prezzo del crollo delle commodities sui mercati internazionali
l’economia dell’Angola sta affrontando una fase delicata. Quali
prospettive economiche vede all’orizzonte?
Se vogliamo guardare alle prospettive, non c’è dubbio che le difficoltà
attuali dell’Angola aprano degli orizzonti nuovi. Questa crisi, infatti, ha
avuto anche delle ricadute positive, in primo luogo la forte presa di
coscienza di dover diversificare le fonti di guadagno dell’economia
angolana. Si è passati dall’utilizzare i guadagni del petrolio per acquistare
ciò che serviva al Paese, a comprendere a fondo la necessità di cambiare,
a cominciare dall’agro-alimentare, che è il primo settore in cui si sta
investendo moltissimo. Gli angolani sanno bene che l’Italia è un grande
protagonista di tutta la filiera dell’agro-alimentare, dalla produzione alla
trasformazione, e per questo ci stanno cercando moltissimo. Prendiamo
ad esempio la pesca. Gli angolani hanno uno dei mari più pescosi del
mondo e sanno bene che in questo settore gli italiani possono essere un
partner importante. Non è un caso che nei giorni scorsi una delegazione di
angolani fosse in Italia per acquistare pescherecci.
Quali sono le difficoltà principali per un’azienda che oggi si affaccia
in Angola?
Questa crisi ha significato una mancanza di fondi per l’Angola e anche,
parallelamente e distinta dalla prima, una crisi valutaria. Anche per gli
accrediti che esistono e che sono pagati ci sono difficoltà per ottenere la
valuta pregiata. Perché non ci sono gli euro e i dollari. Questo è il
problema più grave. Poi, in merito alle relazioni economiche con l’Italia,
ne esistono altri due. L’ho definita la ‘Teoria delle tre V’: Valuta, Volo
diretto e Visto. Comincerei dalle ultime due V, che sono ostacoli che
attengono anche alla dimensione della nostra impresa, che è piccola e
media. Non abbiamo un volo diretto Roma/Milano – Luanda. Quindi ci
vogliono 16-24 ore di viaggio. Un ostacolo per un’azienda che vuole
conoscere il Paese e vedere le cose con i propri occhi. Per entrare in
Angola poi occorre un visto, un visto complicato, anche perché non esiste
un visto turistico o un visto di affari generico. Per quanto riguarda la
valuta bisogna dire che un po’ di responsabilità l’abbiamo anche noi,
perché l’Angola è un Paese che ha sempre pagato i propri debiti e che sta
passando un periodo di crisi, ma che si sta anche riorganizzando. In questi
casi un po’ di fiducia bisogna darla. L’Italia ha promesso che avrebbe
aperto una linea di credito nei confronti dell’Angola, ma non lo abbiamo
ancora fatto. Voglio sottolineare che altri Paesi lo hanno fatto. E non
parlo della Cina. Solo in questa settimana sono state annunciate tre linee
di credito. Lo hanno fatto i cinesi, ma anche i portoghesi (che hanno
alzato quella esistente da 1 miliardo di euro a 1,5 miliardi) e la Spagna.
Ma la stessa cosa è stata fatta recentemente anche da Brasile, Polonia e
Namibia. C’è una linea di credito namibiana e non ce n’è una italiana. Di
qualunque affare io parli, ferrovie, navigazione, pesca, mi ritrovo sempre
davanti alla stessa reazione: gli angolani vorrebbero lavorare con gli
italiani ma lamentano l’assenza di una linea di credito. È importante
trovare una modalità con cui superare l’ostacolo della prima V, quella di
mancanza di valuta.
Quale consiglio darebbe a un’azienda che intende affacciarsi per la
prima volta in Angola?
Quattro consigli istituzionali semplici: andate a guardare le immagini del
padiglione angolano all’Expo, venite a vedere con i vostri occhi il Paese,
cercatevi un buon partner e non fermatevi a Luanda. Poi ce n’è uno
filosofico. Le strade tanto più sono ardue tanto più ti danno la garanzia di
trovare alla fine del percorso qualcosa per cui è valsa la pena di
percorrerle. Non arrendersi di fronte alle piccole difficoltà.
[Questa intervista è stata pubblicata sul numero di marzo di ‘Africa e
Affari’ , mensile curato dalla redazione di InfoAfrica]

Riattivato il progetto di sviluppo
agricolo "Pro-Savana"
MOZAMBICO – Sfruttando la visita del presidente mozambicano Nyusi
in Giappone verrà riattivato il progetto agricolo trilaterale “Pro-Savana”
tra Mozambico-Brasile-Giappone.

A darne notizia sono i media locali, ricordando che il progetto è situato
nel corridoio di Nacala nel nord del Paese e copre 11 milioni di ettari di
terra in 19 distretti tra le province di Zambezia, Nampula e Niassa.
Lo scopo del progetto è trasformare agricoltura contadina di sussistenza
in prodotto commerciabile, così da trasformare il corridoio di Nacala in
un granaio che soddisfi il fabbisogno nazionale oltre a vendere il surplus
fuori dai confini nazionali.
Jose Pacheco, ministro dell’Agricoltura, ha detto che alcuni aspetti, come
quelli della ricerca in laboratorio, sono già in fase di implementazione.
Dal 2015 è infatti operativo a Nampula un laboratorio che analizza
frammenti di terra per verificare quale miglior semente coltivare e un
secondo verrà stabilito a Niassa. La formazione ha permesso di istituire
scienziati esperti nella produzione dell’anacardo, filiera cruciale nel nord
del Paese e per l’export.
“Circa 600mila produttori beneficiano di supporto tecnologico di alto
livello – ha detto Pacheco – il prossimo anno vorremmo innalzare il
numero a 800mila, resta ancora molto da fare per raggiungere tutti i 4,5
milioni di contadini del Paese”.
Molte Ong locali si sono opposte al progetto “Pro-Savana” accusando
soprattutto le imprese brasiliane di land-grabbing, accuse rimandate al
mittente dal governo mozambicano che ha assicurato i contadini che non
perderanno le proprietà delle proprie terre. [LS]

In aumento lo scambio
commerciale con la Cina
ANGOLA – Lo scambio commerciale tra Angola e Cina, che si attesta a
2026 milioni di dollari nel gennaio del 2017, è aumentato del 50,47%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Lo ha comunicato l’ambasciata cinese della capitale Luanda con un
comunicato. Nella nota, che fa riferimento a dati ufficiali pubblicati dal
Forum di Macau, si stima che la Cina ha venduto all’Angola prodotti per
un valore di 167 milioni di dollari, con una contrazione del 6,07%, ed ha
acquistato merci, principalmente petrolio, per 1859 milioni di dollari, con
un incremento del 59,08%.
Nel comunicato si fa riferimento anche alla crescita del 7,52% nello
scambio tra la Cina e i Paesi lusofoni che ha raggiunto la quota di 8281
milioni di dollari. Angola e Brasile sono i principali partner commerciali
della Cina con un totale di 7625 milioni di dollari di scambi, il 92% del
totale di tutta la torta che riguarda gli scambi commerciali tra la Cina e gli
8 Paesi lusofoni. [LS]

Azienda cinese investe nella
lavorazione del carbone a Nacala
MOZAMBICO – L’azienda cinese China Brasil Xinnenghuan
International Investment (CBStell) è interessata a realizzare uno
stabilimento per la trasformazione di carbone metallurgico in carbonella
nella città di Nacala.

A renderlo noto sono i media locali, riportando la notizia per cui un
accordo preliminare è stato siglato tra l’azienda cinese e il Ministero
dell’Industria e del Commercio mozambicano.
La CBSTell comprerebbe il carbone metallurgico estratto nella provincia
di Tete dall’azienda brasiliana Vale per poi procedere alla trasformazione
in carbonella. Successivamente esporterebbe la carbonella per rifornire la
sua fabbrica siderurgica localizzata in Barsile e specializzata nella
produzione di acciaio.
Per la realizzazione del progetto che dovrebbe iniziare quest’anno,
l’azienda cinese dovrà investire circa 1,4 miliardi di dollari con
l’obbiettivo di esportare 4 milioni di tonnellate di carbonella all’anno in
Brasile. [LS]

Lanciato progetto agricolo
finanziato dalla Banca Mondiale
MOZAMBICO – Il Presidente mozambicano Filipe Nyusi ha inaugurato
il progetto agricolo “Sustenta” nella provincia settentrionale di Nampula
finanziato dalla Banca Mondiale per 231 milioni di dollari.

“Il nostro sogno di creare uguali opportunità per tutti i cittadini sta
diventando realtà, stiamo investendo nelle zone rurali che devono
diventare il punto di inizio dello sviluppo del nostro Paese. Stiamo
introducendo un nuovo modello integrato che mette insieme le banche, i
privati ed i contadini. Vogliamo creare una classe media di contadini in
grado di commerciare i loro prodotti” ha detto il Presidente Nyusi
all’inaugurazione del progetto.
Il progetto “Sustenta” che avrà un impatto su circa 700mila persone si
caratterizza per la possibilità che viene garantita ai contadini di accedere a
linee di credito. “Abbiamo seguito le esperienze di successo in altri Paesi
come Brasile e Cina dove attraverso una buona gestione delle risorse
siamo riusciti a migliorare le condizioni di vita della popolazione rurale”
ha detto Mark Lundell, direttore della Banca Mondiale in Mozambico.
[LS]

Huawei sarà fornitore del sistema
di videosorveglianza nazionale
CAMERUN – Il colosso cinese Huawei, specializzato nei prodotti di
telecomunicazione, ha firmato con la polizia del Camerun una
convenzione per la fornitura di telecamere di sorveglianza nel Paese.
Secondo la Delegazione generale presso la Sicurezza nazionale (DGSN),
la commessa affidata alla Huawei riguarda l’installazione di 1500
telecamere di videosorveglianza e centrali di comunicazione in 10
capoluoghi regionali e in sette altre aree strategiche, in particolare
nell’estremo Nord del Paese, dove sconfinano regolarmente militanti del
gruppo armato nigeriano Boko Haram.
Il contratto prevede anche la fornitura di centraline emettrici-ricevitrici
con telecamere e l’installazione di nove sale di comando.
Il sistema è attualmente in fase sperimentale in Camerun, dove la Huawei
è già impegnata in vari progetti, tra cui i lavori per il futuro cavo
sottomarino che ospiterà una linea in fibra ottica dal Camerun fino al
Brasile, denominato South Atlantic Inter Link (SAIL). L’azienda cinese
ha anche installato nel 2015 una mini centrale elettrica a energia solare è
a Mvomeka’a, un villaggio nella regione del Sud, nonché villaggio di
origine del presidente Paul Biya, ed è impegnata nell’elettrificazione di
1000 località del Camerun attraverso il sistema fotovoltaico.
L’ammontare della commessa per il sistema nazionale di
videosorveglianza non è stato rivelato. [CC]

L'industria aviaria protesta e
definisce sleale la concorrenza
dell'Unione europea
SUDAFRICA – Il sindacato dei lavoratori del cibo (Fawu) scenderà in
strada nella capitale sudafricana Pretoria per protestare contro l’Unione
Europea e la concorrenza considerata sleale nell’industria aviaria.

A riportarlo sono i media locali, specificando che la decisione di portare
avanti le proteste è stata presa dopo che la RCL Foods, azienda
sudafricana leader nel packaging di prodotti alimentari, ha licenziato
1350 dipendenti nello stabilimento di Hammarsdale nella regione del
KwaZulu-Natal.
“La Fawu richiede uno stop immediato alla concorrenza sleale delle
imprese europee in Sudafrica – si legge in un comunicato diffuso dalla
RCL Foods – E’ una pratica che mette a rischio un’industria che impiega
110mila persone tra lavoratori diretti e indotto e altre 20mila nel settore
dei mangimi”.
L’azienda sudafricana ha comunicato di esser riuscita a ricollocare 300
lavoratori, ma ha minacciato di dover licenziare altri dipendenti se non ci
sarà un miglioramento dell’attuale situazione. Lo scorso anno il sindacato
dei lavoratori del cibo aveva chiesto di imporre restrizioni
sull’importazione dei polli in Sudafrica, data la crisi dell’industria aviaria
locale.
Insieme con il Brasile, l’UE è il maggiore esportatore di polli in Sudafrica
e responsabile, secondo la Fawu, di introdurre illegalmente sul mercato
l’80% dei polli disossati, costringendo le imprese locali a chiudere
stabilimenti e licenziare lavoratori. Secondo il sindacato, i pezzi di pollo
che arrivano in Sudafrica sarebbero gli scarti che non vengono piazzati in
altri mercati e venduti al di sotto dei costi di produzione, pratica che
l’Organizzazione mondiale del commercio definirebbe sleale.

Internet arriva al 23,4%,
Seychelles, Marocco e Sudafrica i
meglio connessi
AFRICA – Il 23,4% degli abitanti dell’Africa ha accesso a Internet ed è
in Nigeria che si trovano gli utilizzatori più numerosi, mentre le
Seychelles, il Marocco e il Sudafrica sono i Paesi in cui il tasso di
penetrazione della rete è più elevato.

Sono i dati salienti e aggiornati dell’Internet live stats, il database di
informazioni su Internet in tempo reale, parte del progetto Real Time
fondato da svilupatori, ricercatori e analisti.
I dati mettono in evidenza grandi disparità fra i Paesi dell’Africa, dove si
passa dal 57,9% di tasso di penetrazione per le Seychelles, a tassi di meno
del 2% come per l’Eritrea (l’1,1%), il Burundi (l’1,5%) o la Somalia
(l’1,7%).
La Nigeria, che conta 196 milioni di abitanti ed è il Paese più popoloso
del continente, annovera 86,2 milioni di utilizzatori di Internet e con
questo dato arriva 7° mondiale, dopo Cina, India, Giappone, USA,
Brasile e Russia. Il Paese è anche uno con il miglior tasso di penetrazione,
pari al 46% della popolazione, in linea con la Tunisia e il Kenya.
Dai dati emerge una progressione significativa della connessione alla rete
in tre Paesi, Mali, Lesotho e Camerun, che fanno registrare tassi compresi
tra il 18 e il 16,5%.
In totale, 281 milioni di persone in Africa sono regolarmente connesse a
Internet attraverso un qualsiasi dispositivo. [CC]
Apre Fiera Internazionale del
Marmo a Casablanca
MAROCCO – Si è aperta ieri la seconda edizione della Fiera
Internazionale del marmo e delle pietre naturali organizzata a Casablanca,
in Marocco.

Organizzato da Global Event, una società di gestione eventi marocchina e
il gruppo industriale turco Pyramid, in collaborazione con l’Associazione
marocchina per i muratori (AMM), per i prossimi tre giorni la mostra ”
Marocco Stone” si propone di raccogliere “le eccellenza del settore per
discutere delle opportunità offerte dalla crescita delle costruzioni in
Africa”.
Gli organizzatori – che definiscono Marocco Stone come “l’unica
piattaforma esclusivamente dedicata a marmi e pietre naturali prodotti in
Africa e nel Mediterraneo” – fanno sapere che l’edizione 2017 riunisce
125 espositori provenienti da una dozzina di paesi (Marocco, Egitto,
Niger, India, Spagna, Italia, Turchia, Senegal …) e si aspetta non meno di
6.000 visitatori nazionali ed internazionali.
“Il Marocco ha tutte le caratteristiche per diventare un hub per il settore, a
condizione che il settore sappia trarre profitto dalla crescita dinamica del
mercato mondiale del marmo e della pietra naturale”, ha detto Ayoub
Kahlaoui, Presidente della AMM.
Kahloui ha poi evidenziato che per la crescita del settore marmo e pietre
naturali nel continente è fondamentale gettare le basi per ampie
collaborazioni con paesi come Turchia, Cina, India, Brasile, Italia e
Spagna, che concentrano oltre il 70% della produzione mondiale.
Secondo il Rapporto Stone World 2015, la produzione di pietra naturale è
aumentata del 3,8% nel 2014 e le esportazioni del 6,7%.

Oltre 350 imprese attese al SIAG
di Orano
ALGERIA – Più di 350 espositori sono attesi alla quinta edizione del
Salone internazionale dell’industria alimentare (SIAG) che si terrà il
prossimo marzo a Orano, in Algeria.
Organizzato dall’agenzia di comunicazione Proximity PR, questa
edizione – dal 2 al 5 marzo – ha l’obiettivo principale “di contribuire a
una migliore conoscenza del potenziale del settore industriale agro-
alimentare del Paese” ha affermato l’organizzatore della manifestazione
Mahmoud El Hani in dichiarazioni raccolte dall’agenzia stampa algerina
APS.
Alla manifestazione è prevista la presenza di una decina di paesi stranieri
tra i quali Francia, Spagna, Brasile, Turchia, Corea. Le imprese locali
algerine parteciperanno tenendo d’occhio le possibilità di espansione a
sud del Sahara. Un fatto, questo, che risponde al nuovo passo assunto in
termini di economia e di scelte politiche dal governo di Algeri.
Nel corso del SIAG sono in programma seminari, forum e ci sarà spazio
per incontri B2B fra imprese algerine e straniere. [MS]

In progetto una centrale elettrica
a carbone da 6 miliardi di euro nel
KwaZulu-Natal
SUDAFRICA – Una nuova centrale elettrica a carbone da realizzare in tre
fasi ciascuna in grado di garantire 300 megawatts: è questo il progetto da
circa 6 miliardi di euro (85 miliardi di rand), denominato CS Smelter
Park, e lanciato nella località di Colenso dal governatore della regione
sudafricana del KwaZulu-Natal, Willies Mchunu, grazie al supporto dei
Paesi membri dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).

“I fornitori devono avere un ruolo cruciale nello sviluppo energetico della
regione, la prima fase di questo progetto dovrebbe attrarre investimenti
diretti stranieri per circa 3 miliardi di euro (40 miliardi di rand), l’energia
deve essere uno strumento per eliminare povertà, disuguaglianza e
disoccupazione – ha detto Mchunu – Gli Stati che non hanno raggiunto
gli Obbiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs) sono proprio quelli con
minor accesso alle fonti energetiche”.
“Durante la realizzazione del progetto verranno creati 8mila posti di
lavoro per la comunità e nell’arco di cinque anni creeremo ulteriori 12
mila posti grazie all’indotto. Questo impianto dovrebbe garantire circa 2
miliardi di euro (30 miliardi di rand) al Prodotto interno lordo (Pil) della
regione, permettendoci di restare al secondo posto, solo dietro alla
regione del Gauteng (Johannesburg e Pretoria), tra i principali
contribuenti al Pil nazionale”, ha concluso il governatore del KwaZulu-
Natal. [LS]
Maputo secondo partner
commerciale cinese tra i Paesi
lusofoni, dopo Luanda
AFR AUSTRALE – Gli scambi commerciali tra Cina e Mozambico nei
primi dieci mesi del 2016 hanno raggiunto un volume pari a 1500 miliardi
di dollari, con il Paese asiatico che ha venduto merci per 1129 miliardi di
dollari, mentre ha acquistato beni per un valore di 379 milioni di dollari.

In base ai dati resi noti, rispetto all’ottobre del 2015, si è registrata una
contrazione del 25%. Tra i Paesi di lingua portoghese il Mozambico è il
quarto partner commerciale della Cina nel continente, il secondo tra i
paesi lusofoni dell’Africa dopo l’Angola.
Nei primi dieci mesi del 2016 il valore degli scambi commerciali tra Cina
e Paesi di lingua portoghese, Brasile compreso, hanno generato 75.491
miliardi di dollari, registrando una contrazione del 10% rispetto al 2015.
Il primo Paese lusofono in Africa per volume di merci scambiate è
l’Angola, che ha importato beni dalla Cina per 1414 miliardi di dollari, il
55% in meno rispetto al 2015 a causa della crisi economica che ha colpito
il Paese africano. Maggiore, invece, il volume di merci esportate nel
Paese asiatico per un valore totale di 11.375 miliardi di dollari.[LS]

Veronafiere al Cairo con MS
Marmomacc + Samoter Africa,
+15% in 4 anni per industria
locale marmo
EGITTO – Oltre cento espositori da otto nazioni e delegazioni di buyer
da tredici paesi dell’Africa e del Medio Oriente: sono i numeri delle due
rassegne – MS Marmomacc e Samoter Africa – che si terranno nel fine
settimana al Cairo, che sono organizzate dalla Fiera di Verona e dedicate
alle filiere del marmo, delle macchine movimento terra e dell’edilizia
sostenibile. L’industria egiziana di marmi, graniti ed alabastro è oggi
ottava al mondo per dimensioni, con un export di materiali lapidei
aumentato in quantità del 490% negli ultimi otto anni. Nonostante la lieve
battuta d’arresto del 2015 (-3% delle esportazioni) dovuta al calo della
domanda cinese, il settore è destinato a crescere del 15% nei prossimi
quattro anni, con una produzione che nel 2020 aumenterà di 650mila
tonnellate. Lo certificano i dati del Rapporto Marmi e pietre in Egitto, che
sarà presentato al Cairo nel corso della terza edizione di MS Marmomacc
+ Samoter Africa e della seconda di Projex Africa, le due manifestazioni
dedicate al mondo delle costruzioni in programma nella capitale egiziana
dal 10 al 13 dicembre ( www.msafrica.net I www.projexafrica.net ).
Ad organizzarle, insieme ai partner di Art Line ed Expolink, è
Veronafiere che porta sull’altra sponda del Mediterraneo il proprio know-
how nella filiera del marmo, delle macchine movimento terra e
dell’edilizia sostenibile, accompagnando su questo mercato oltre 40
aziende internazionali. Con oltre cento espositori da Egitto, Italia, Cina,
Brasile, Bulgaria, Emirati Arabi Uniti, Germania e Turchia, tre padiglioni
e 6mila metri quadrati di superficie, l’appuntamento rappresenta l’evento
di riferimento per il comparto nel continente africano. Un ruolo
sottolineato dalla presenza all’inaugurazione di sabato di Tarek Kabir,
ministro egiziano del Commercio e dell’Industria.
Al taglio del nastro anche Massimiliano Sponzilli, direttore dell’ufficio
ICE-ItalianTrade Agency del Cairo. L’Italia, infatti, è uno dei principali
partner commerciali dell’Egitto, in particolare nel segmento lapideo dove
è il secondo fornitore di macchine e tecnologie di lavorazione della pietra
con 2,4 milioni di euro di interscambio nel 2015 e il sesto importatore di
blocchi di marmo grezzo egiziani, per 1,5 milioni di euro.
ICE, in collaborazione con Veronafiere, ha selezionato buyer qualificati
provenienti da Algeria, Angola, Arabia Saudita, Congo, Emirati Arabi
Uniti, Etiopia, Giordania, Iraq, Kenya, Libano, Sudafrica, Tunisia,
Uganda per prendere parte agli incontri b2b in occasione delle due fiere al
Cairo.
“Con MS Marmomacc + Samoter Africa e Projex Africa, Veronafiere
consolida la propria presenza nel continente africano – spiega Giovanni
Mantovani, direttore generale di Veronafiere e membro del Business
council italo-egiziano –. Nella nostra attività fieristica che guarda ai
mercati del mondo consolidati ed emergenti, il Nord Africa è un’area su
cui stiamo investendo da tempo nei settori delle costruzioni e
dell’agroalimentare. Oltre all’Egitto, puntiamo sul Marocco, con gli
eventi di Medinit Expo e Medinit Agro, e sull’Etiopia, dove ha debuttato
proprio quest’anno Building East Africa”.
Tra le novità di questa edizione di MS Marmomacc + Samoter Africa si
tiene il primo Egyptian Stone Summit organizzato da Veronafiere per fare
il punto sullo stato dell’arte e sugli sviluppi dell’industria locale della
pietra naturale, con la presentazione, sabato 10 dicembre, del Rapporto
Marmi e pietre in Egitto curato da Carlo Montani. Quest’anno debutta
anche Stones of Africa Gallery: la più completa mostra sulle varietà dei
marmi, graniti e pietre africani.
Architetti italiani nel real estate
egiziano (2)
EGITTO – ( segue da qui ) InfoAfrica ha intervistato Giulia Tubelli,
l’architetto italiano di 5più1aa che in collaborazione a Tatweer Misr sta
seguendo attualmente i progetti in tutte le loro fasi, dalla progettazione
alla vendita.

Quali sono e sono state le maggiori difficoltà riscontrate?
Con Tatweer Misr ci siamo trovati fin da subito bene, essendo una società
giovane, di soli tre anni di vita. Il team egiziano ha saputo dialogare
molto bene con quello italiano, abbiamo avuto diversi scambi, sia in Italia
da parte loro che in Egitto da parte nostra per poter capire come poter
attuare il progetto dopo la fase di design.
Voi avete anche diversi progetti masterplan in Turchia, Francia,
Benin, Cina, Algeria, Svizzera, Brasile e Italia. Rispetto agli altri
paesi in cui lavorate, quali sono i punti di forza del mercato egiziano?
Il mercato egiziano è quello in cui attualmente risulta il più alto sviluppo
del real estate in tutta la zona araba. E’ oggettivamente una grande
opportunità sia per quanto riguarda il mercato, che per quanto riguarda la
dimensione dei progetti che sono sempre di grande estensione, visto
l’incremento demografico sempre in crescita e la grande disponibilità di
terreno libero ancora non sviluppato.
L’attuale crisi monetaria egiziana continuerà a favorire gli
investimenti del settore o si arriverà ad un limite?
Per il mercato egiziano del lusso e una clientela alta, che è quella a cui
noi ci rivolgiamo, il real estate rimane ancora un investimento molto
sicuro che permette di ricavare un buon reddito sulle proprietà, spesso
rivendute. Ain Sokhna e la Costa Nord sono due località di vacanza sia
per il week end che per lungo periodo della classe sociale alta egiziana
per la quale è ormai un must possedere una propietà in uno di questi due
luoghi, se non in entrambi, e più di una.
Come valuta l’investimento straniero, e nella fattispecie italiano, in
Egitto?
Per quanto riguarda gli investimenti stranieri, i nostri interventi si
rivolgono a un pubblico principalmente egiziano, anche se la speranza è
che con la ripresa del turismo l’Egitto possa essere di nuovo un luogo di
interesse e investimento straniero. Per la nostra esperienza, nonostante i
fatti sia di cronaca, politica ed economia, la presenza italiana sul territorio
rimane ancora molto forte ed il legame Egitto-Italia rimane ancora stabile
e di facile attuazione. [KT]

Nuove imposte sull’importazione
della carne per favorire sviluppo
interno
ANGOLA – Il governo dell’Angola ha annunciato, senza fornire ulteriori
particolari, un prossimo aumento dei dazi sulle importazioni alimentari di
carne, così da incoraggiare una maggiore produzione interna.

Lo riferisce oggi il Jornal de Angola, il principale quotidiano del paese,
precisando che secondo le stime la misura (sulla quale non sono stati
forniti elementi maggiori né relativamente all’entrata in vigore né
relativamente all’aumento dell’imposta) consentirà un risparmio annuale
in valuta estera di 200 milioni di dollari.
Il giornale ha aggiunto che l’Angola spende circa un miliardo di dollari
con le importazioni di carne e cita il presidente dell’Associazione
Industriali di Angola (AIA), José Severino, per invitari gli importatori di
carne a usare i soldi che spendono sulle importazioni per incoraggiare la
produzione interna.
L’annuncio della nuova imposta è stato dato durante l’apertura del
“Forum Internazionalizzazione è in crescita” dal ministro del Commercio
che ha citato gli ultimi dati disponibili per import-export raccolti
dall’Istituto Nazionale di Statistica.
Secondo il ministro, Fedele Costantino, l’Angola ha ridotto del 34,7% il
valore delle importazioni nel primo trimestre, un periodo in cui le
esportazioni sono diminuite solo del 1,3%.
Dai dati emerge che i principali mercati per l’esportazione di prodotti
angolani sono stati la Cina (49%), India (7,5%), Stati Uniti d’America
(5,7%), Portogallo (4,4%) e Sud Africa (4,3%).
Per quanto riguarda le importazioni, la Cina con il 15,4%, è stato il
principale fornitore, seguita dal Portogallo con il 14,4% da Stati Uniti al
9,4%, il Brasile con il 5% e il Sud Africa e Singapore con il 4,2%
ciascuno.
Prima centrale solare del Paese
con la norvegese Scatec Solar
MOZAMBICO – La prima centrale elettrica a energia solare del
Mozambico sarà costruita dall’azienda norvegese Scatec Solar, in
collaborazione con il Fondo norvegese per lo sviluppo (Norfund).

L’impianto sarà in grado di produrre 40 megawatt di energia, che sarà
venduta in loco per i prossimi 25 anni, con l’obiettivo di fornire corrente
a 175.000 famiglie.
Secondo il memorandum d’intesa già firmato, la costruzione inizierà nel
primo trimestre del 2017 nella provincia di Zambezia.
L’investimento previsto per il progetto è di 80 milioni di dollari,
finanziati in maggioranza da Scatec Solar (il 52,5%), da Norfund (il
22,5%), da Electricidade de Moçambique (il 25%), con contributi dell’
International Finance Corporation (IFC) e dal fondo Emerging Africa
Infrastructure.
La Scatec Solar si è aggiudicata quest’anno un progetto in Nigeria, e nel
2015 due progetti in Egitto.
L’azienda con sede a Oslo, opera già in Rwanda, dove ha costruito una
piccola centrale fotovoltaica, in Sudafrica con tre progetti realizzati di cui
uno in fase d’espansione, e in Africa Occidentale. L’azienda lavora anche
in Brasile, in Honduras, negli USA, in Repubblica Ceca e in Giordania.
[CC]

Al via il tracciato del cavo di fibra
ottica tra il Camerun e il Brasile
CAMERUN – Sono iniziati i lavori di definizione del tracciato del futuro
cavo sottomarino che ospiterà una linea in fibra ottica dal Camerun fino
al Brasile, denominato South Atlantic Inter Link (SAIL).

Per il lancio dell’iniziativa, David Nkotto Emane, direttore generale della
Cameroon Telecommunications (CAMTEL) si è recato nella città
portuale di Kribi, insieme a una delegazione.
Per i prossimi due mesi, i tecnici che lavorano sul progetto
determineranno il tracciato del cavo, che passerà da São Tomé e Príncipe,
con l’uso di radar, sonde e altre apparecchiature geotermiche ed
elettrotecniche.
La posa del cavo è stata affidata dalla CAMTEL alla compagnia cinese
Huawei Technologies. Il progetto è finanziato dalla China EximBank ed è
l’opera di un consorzio tra lo Stato del Camerun e la China United
Telecommunications Corporation (China Unicom).
« Grazie a questo cavo sottomarino saranno ridotti notevolmente i costi
delle telecomunicazioni con il Brasile e sarà favorito un avvicinamento
culturale » ha sottolineato Nkotto Emane.
Da Kribi, il SAIL raggiungerà le coste di Fortaleza, in Brasile, lungo un
tratto di 6000 chilometri.
I costi per la prima fase del cantiere sono stimati in 270 miliardi di
franchi Cfa, pari a 411 milioni di euro.
Il sistema, secondo le previsioni, dovrebbe essere operativo alla fine del
2018. [CC]

Appuntamento l’8 novembre per
la Conferenza "Invest in
Namibia"
NAMIBIA – Centinaia di potenziali investitori internazionali e nazionali
sono attesi a Windhoek l’8 e 9 novembre per l’edizione 2016 della
conferenza “Invest in Namibia” finalizzata a presentare il potenziale
economico del paese nei settori dell’energia, dell’agribusiness,
dell’edilizia residenziale, del turismo, del manifatturiero e delle
infrastrutture.

Presentando la conferenza, il ministro dell’Industrializzazione e del
Commercio Immanuel Ngatjizeko ha sottolineato che saranno presentati
agli investitori progetti specifici, come il progetto gasiero di Kudu, un
progetto di centrale solare, un progetto di centrale a biomassa, un progetto
di costruzione di abitazioni o ancora un progetto di costruzione
ferroviaria. Saranno presentati sia progetti pubblici che misti o solo
privati.
L’inaugurazione ufficiale della conferenza, sul tema “Promuovere gli
investimenti per una crescita inclusiva e per l’industrializzazione” sarà
affidata al presidente della Repubblica, Hage Geingob.
Finora hanno confermato la propria presenza investitori dal Brasile, dalla
Turchia, dalla Germania, dalla Cina, dagli USA, dall’Angola, dal
Sudafrica e dallo Zimbabwe. [CC]
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