Emesso bando per l'assegnazione delle rotte aeree - InfoAfrica
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Emesso bando per l'assegnazione delle rotte aeree MOZAMBICO – L’autorità dell’aviazione civile mozambicana ha lanciato un bando pubblico per l’assegnazione delle rotte aree nazionali ed internazionali e ha chiesto alle compagnie mozambicane e straniere interessate di partecipare. La decisione è seguita alle proteste di numerosi cittadini mozambicani sui servizi della compagnia di bandiera LAM, accusata di mal funzionamento con ritardi e cancellazione nei voli. Critiche sostenute anche dal Presidente del Paese Filipe Nyusi. “Ci sono persone all’interno del Ministero dei Trasporti che non hanno intenzione di liberalizzare il mercato – ha detto il Presidente Nyusi – non abbiamo aerei nazionali, ma non vogliono che altri volino sui nostri cieli che, invece, sono aperti a chiunque concorrente”. L’autorità dell’aviazione civile mozambicana cercherà di attrarre compagnie straniere soprattutto sullo scalo di Nacala nel nord del Paese. Uno scalo inaugurato tre anni fa, considerato il più moderno nel Paese, ma poco utilizzato. Nel bando pubblicato, le rotte proposte riguardano tutte le province del Mozambico. A livello regionale, invece, l’unica rotta esclusa dal bando è la Maputo-Johannesburg operata dalla LAM in accordo con la South Africa Airways, mentre sono aperti i collegamenti con Nairobi, Dar es Salaam ed Addis Abeba. Sono allo studio anche nuove rotte come quelle per il Brasile, San Paolo e Rio de Janeiro, e Singapore ed Hanoi. Le compagnie aeree hanno 30 giorni per andare le proprie proposte all’autorità dell’aviazione civile.[LS] Naufragato il sogno di produrre biodiesel a basso costo MOZAMBICO – “Il sogno di produrre biodiesel a basso costo è terminato a causa dei prezzi ridotti del greggio sul mercato internazionale”: lo ha detto il vice-direttore nazionale del Dipartimento degli idrocarburi del Ministero delle Risorse minerali e dell’Energia,
Almirante Dima. Secondo Dima, “nessuno comprerebbe biodiesel a 70 dollari americani al barile, quando la benzina convenzionale costa tra 50 e 60 dollari americani: il costo di produzione del biodiesel al momento è ancora troppo superiore a quello del carburante tradizionale”. Durante la precedente presidenza di Armando Guebuza c’era grande speranza che si potesse produrre biodiesel dai semi della pianta di jatropha che cresce in Mozambico e che era già stata usata da altri Paesi come Brasile e Pakistan per produrre carburante di qualità utilizzato anche per l’industria aerea. Una misura mirata a ridurre la dipendenza del Mozambico dall’importare ad alti costi carburante dall’estero. Nel 2012 il governo aveva anche provato ad imporre alle compagnie petrolifere di vendere carburante che fosse una mescola di 3 per cento di biodiesel e 97% di diesel convenzionale. Una misura che avrebbe permesso al governo di risparmiare 22 milioni di dollari di mancate importazioni. A causa della crisi finanziaria l’industria dello sviluppo del biocarburante non aveva ricevuto il supporto necessario. Inoltre la successiva scoperta del gas naturale liquido sembra aver contribuito a mettere la parola fine sul settore.[LS] Bicchiere mezzo pieno perché si sono aperte strade nuove (2) ANGOLA – [ CONTINUA ] Difesa ed energia sono due pilastri delle relazioni Italia e Angola. Ma negli ultimi anni, anche la cooperazione economica-commerciale è andata crescendo e sempre più aziende italiane hanno guardato con interesse al mercato angolano. Difesa ed energia sono sicuramente due pilastri delle nostre relazioni, anche se descrivono due situazioni diverse: Eni infatti non ha la stessa posizione delle altre imprese italiane, nel senso che Eni è un ‘cliente’ dell’Angola. Ma la presenza italiana è forte anche in altri settori. In primo luogo ricorderei il gruppo Cremonini. Un gruppo storico qui in Angola, che in un momento di crisi economica nel Paese ha deciso di rilanciare, annunciando nelle scorse settimane nuovi investimenti. Poi abbiamo una presenza forte nel settore della logistica, navigazione e trasporti. Quasi tutte le aziende italiane che stavano qui prima dell’inizio della crisi hanno deciso di restare. Mi ricordo a mente solo il caso di un’azienda che ha chiuso ed è andata via, ma non c’è stata una fuga generalizzata.
Con il prezzo del crollo delle commodities sui mercati internazionali l’economia dell’Angola sta affrontando una fase delicata. Quali prospettive economiche vede all’orizzonte? Se vogliamo guardare alle prospettive, non c’è dubbio che le difficoltà attuali dell’Angola aprano degli orizzonti nuovi. Questa crisi, infatti, ha avuto anche delle ricadute positive, in primo luogo la forte presa di coscienza di dover diversificare le fonti di guadagno dell’economia angolana. Si è passati dall’utilizzare i guadagni del petrolio per acquistare ciò che serviva al Paese, a comprendere a fondo la necessità di cambiare, a cominciare dall’agro-alimentare, che è il primo settore in cui si sta investendo moltissimo. Gli angolani sanno bene che l’Italia è un grande protagonista di tutta la filiera dell’agro-alimentare, dalla produzione alla trasformazione, e per questo ci stanno cercando moltissimo. Prendiamo ad esempio la pesca. Gli angolani hanno uno dei mari più pescosi del mondo e sanno bene che in questo settore gli italiani possono essere un partner importante. Non è un caso che nei giorni scorsi una delegazione di angolani fosse in Italia per acquistare pescherecci. Quali sono le difficoltà principali per un’azienda che oggi si affaccia in Angola? Questa crisi ha significato una mancanza di fondi per l’Angola e anche, parallelamente e distinta dalla prima, una crisi valutaria. Anche per gli accrediti che esistono e che sono pagati ci sono difficoltà per ottenere la valuta pregiata. Perché non ci sono gli euro e i dollari. Questo è il problema più grave. Poi, in merito alle relazioni economiche con l’Italia, ne esistono altri due. L’ho definita la ‘Teoria delle tre V’: Valuta, Volo diretto e Visto. Comincerei dalle ultime due V, che sono ostacoli che attengono anche alla dimensione della nostra impresa, che è piccola e media. Non abbiamo un volo diretto Roma/Milano – Luanda. Quindi ci vogliono 16-24 ore di viaggio. Un ostacolo per un’azienda che vuole conoscere il Paese e vedere le cose con i propri occhi. Per entrare in Angola poi occorre un visto, un visto complicato, anche perché non esiste un visto turistico o un visto di affari generico. Per quanto riguarda la valuta bisogna dire che un po’ di responsabilità l’abbiamo anche noi, perché l’Angola è un Paese che ha sempre pagato i propri debiti e che sta passando un periodo di crisi, ma che si sta anche riorganizzando. In questi casi un po’ di fiducia bisogna darla. L’Italia ha promesso che avrebbe aperto una linea di credito nei confronti dell’Angola, ma non lo abbiamo ancora fatto. Voglio sottolineare che altri Paesi lo hanno fatto. E non parlo della Cina. Solo in questa settimana sono state annunciate tre linee di credito. Lo hanno fatto i cinesi, ma anche i portoghesi (che hanno alzato quella esistente da 1 miliardo di euro a 1,5 miliardi) e la Spagna. Ma la stessa cosa è stata fatta recentemente anche da Brasile, Polonia e Namibia. C’è una linea di credito namibiana e non ce n’è una italiana. Di qualunque affare io parli, ferrovie, navigazione, pesca, mi ritrovo sempre davanti alla stessa reazione: gli angolani vorrebbero lavorare con gli italiani ma lamentano l’assenza di una linea di credito. È importante trovare una modalità con cui superare l’ostacolo della prima V, quella di
mancanza di valuta. Quale consiglio darebbe a un’azienda che intende affacciarsi per la prima volta in Angola? Quattro consigli istituzionali semplici: andate a guardare le immagini del padiglione angolano all’Expo, venite a vedere con i vostri occhi il Paese, cercatevi un buon partner e non fermatevi a Luanda. Poi ce n’è uno filosofico. Le strade tanto più sono ardue tanto più ti danno la garanzia di trovare alla fine del percorso qualcosa per cui è valsa la pena di percorrerle. Non arrendersi di fronte alle piccole difficoltà. [Questa intervista è stata pubblicata sul numero di marzo di ‘Africa e Affari’ , mensile curato dalla redazione di InfoAfrica] Riattivato il progetto di sviluppo agricolo "Pro-Savana" MOZAMBICO – Sfruttando la visita del presidente mozambicano Nyusi in Giappone verrà riattivato il progetto agricolo trilaterale “Pro-Savana” tra Mozambico-Brasile-Giappone. A darne notizia sono i media locali, ricordando che il progetto è situato nel corridoio di Nacala nel nord del Paese e copre 11 milioni di ettari di terra in 19 distretti tra le province di Zambezia, Nampula e Niassa. Lo scopo del progetto è trasformare agricoltura contadina di sussistenza in prodotto commerciabile, così da trasformare il corridoio di Nacala in un granaio che soddisfi il fabbisogno nazionale oltre a vendere il surplus fuori dai confini nazionali. Jose Pacheco, ministro dell’Agricoltura, ha detto che alcuni aspetti, come quelli della ricerca in laboratorio, sono già in fase di implementazione. Dal 2015 è infatti operativo a Nampula un laboratorio che analizza frammenti di terra per verificare quale miglior semente coltivare e un secondo verrà stabilito a Niassa. La formazione ha permesso di istituire scienziati esperti nella produzione dell’anacardo, filiera cruciale nel nord del Paese e per l’export. “Circa 600mila produttori beneficiano di supporto tecnologico di alto livello – ha detto Pacheco – il prossimo anno vorremmo innalzare il numero a 800mila, resta ancora molto da fare per raggiungere tutti i 4,5 milioni di contadini del Paese”. Molte Ong locali si sono opposte al progetto “Pro-Savana” accusando
soprattutto le imprese brasiliane di land-grabbing, accuse rimandate al mittente dal governo mozambicano che ha assicurato i contadini che non perderanno le proprietà delle proprie terre. [LS] In aumento lo scambio commerciale con la Cina ANGOLA – Lo scambio commerciale tra Angola e Cina, che si attesta a 2026 milioni di dollari nel gennaio del 2017, è aumentato del 50,47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo ha comunicato l’ambasciata cinese della capitale Luanda con un comunicato. Nella nota, che fa riferimento a dati ufficiali pubblicati dal Forum di Macau, si stima che la Cina ha venduto all’Angola prodotti per un valore di 167 milioni di dollari, con una contrazione del 6,07%, ed ha acquistato merci, principalmente petrolio, per 1859 milioni di dollari, con un incremento del 59,08%. Nel comunicato si fa riferimento anche alla crescita del 7,52% nello scambio tra la Cina e i Paesi lusofoni che ha raggiunto la quota di 8281 milioni di dollari. Angola e Brasile sono i principali partner commerciali della Cina con un totale di 7625 milioni di dollari di scambi, il 92% del totale di tutta la torta che riguarda gli scambi commerciali tra la Cina e gli 8 Paesi lusofoni. [LS] Azienda cinese investe nella lavorazione del carbone a Nacala MOZAMBICO – L’azienda cinese China Brasil Xinnenghuan International Investment (CBStell) è interessata a realizzare uno stabilimento per la trasformazione di carbone metallurgico in carbonella nella città di Nacala. A renderlo noto sono i media locali, riportando la notizia per cui un accordo preliminare è stato siglato tra l’azienda cinese e il Ministero dell’Industria e del Commercio mozambicano. La CBSTell comprerebbe il carbone metallurgico estratto nella provincia di Tete dall’azienda brasiliana Vale per poi procedere alla trasformazione in carbonella. Successivamente esporterebbe la carbonella per rifornire la
sua fabbrica siderurgica localizzata in Barsile e specializzata nella produzione di acciaio. Per la realizzazione del progetto che dovrebbe iniziare quest’anno, l’azienda cinese dovrà investire circa 1,4 miliardi di dollari con l’obbiettivo di esportare 4 milioni di tonnellate di carbonella all’anno in Brasile. [LS] Lanciato progetto agricolo finanziato dalla Banca Mondiale MOZAMBICO – Il Presidente mozambicano Filipe Nyusi ha inaugurato il progetto agricolo “Sustenta” nella provincia settentrionale di Nampula finanziato dalla Banca Mondiale per 231 milioni di dollari. “Il nostro sogno di creare uguali opportunità per tutti i cittadini sta diventando realtà, stiamo investendo nelle zone rurali che devono diventare il punto di inizio dello sviluppo del nostro Paese. Stiamo introducendo un nuovo modello integrato che mette insieme le banche, i privati ed i contadini. Vogliamo creare una classe media di contadini in grado di commerciare i loro prodotti” ha detto il Presidente Nyusi all’inaugurazione del progetto. Il progetto “Sustenta” che avrà un impatto su circa 700mila persone si caratterizza per la possibilità che viene garantita ai contadini di accedere a linee di credito. “Abbiamo seguito le esperienze di successo in altri Paesi come Brasile e Cina dove attraverso una buona gestione delle risorse siamo riusciti a migliorare le condizioni di vita della popolazione rurale” ha detto Mark Lundell, direttore della Banca Mondiale in Mozambico. [LS] Huawei sarà fornitore del sistema di videosorveglianza nazionale CAMERUN – Il colosso cinese Huawei, specializzato nei prodotti di telecomunicazione, ha firmato con la polizia del Camerun una convenzione per la fornitura di telecamere di sorveglianza nel Paese.
Secondo la Delegazione generale presso la Sicurezza nazionale (DGSN), la commessa affidata alla Huawei riguarda l’installazione di 1500 telecamere di videosorveglianza e centrali di comunicazione in 10 capoluoghi regionali e in sette altre aree strategiche, in particolare nell’estremo Nord del Paese, dove sconfinano regolarmente militanti del gruppo armato nigeriano Boko Haram. Il contratto prevede anche la fornitura di centraline emettrici-ricevitrici con telecamere e l’installazione di nove sale di comando. Il sistema è attualmente in fase sperimentale in Camerun, dove la Huawei è già impegnata in vari progetti, tra cui i lavori per il futuro cavo sottomarino che ospiterà una linea in fibra ottica dal Camerun fino al Brasile, denominato South Atlantic Inter Link (SAIL). L’azienda cinese ha anche installato nel 2015 una mini centrale elettrica a energia solare è a Mvomeka’a, un villaggio nella regione del Sud, nonché villaggio di origine del presidente Paul Biya, ed è impegnata nell’elettrificazione di 1000 località del Camerun attraverso il sistema fotovoltaico. L’ammontare della commessa per il sistema nazionale di videosorveglianza non è stato rivelato. [CC] L'industria aviaria protesta e definisce sleale la concorrenza dell'Unione europea SUDAFRICA – Il sindacato dei lavoratori del cibo (Fawu) scenderà in strada nella capitale sudafricana Pretoria per protestare contro l’Unione Europea e la concorrenza considerata sleale nell’industria aviaria. A riportarlo sono i media locali, specificando che la decisione di portare avanti le proteste è stata presa dopo che la RCL Foods, azienda sudafricana leader nel packaging di prodotti alimentari, ha licenziato 1350 dipendenti nello stabilimento di Hammarsdale nella regione del KwaZulu-Natal. “La Fawu richiede uno stop immediato alla concorrenza sleale delle imprese europee in Sudafrica – si legge in un comunicato diffuso dalla RCL Foods – E’ una pratica che mette a rischio un’industria che impiega 110mila persone tra lavoratori diretti e indotto e altre 20mila nel settore dei mangimi”. L’azienda sudafricana ha comunicato di esser riuscita a ricollocare 300
lavoratori, ma ha minacciato di dover licenziare altri dipendenti se non ci sarà un miglioramento dell’attuale situazione. Lo scorso anno il sindacato dei lavoratori del cibo aveva chiesto di imporre restrizioni sull’importazione dei polli in Sudafrica, data la crisi dell’industria aviaria locale. Insieme con il Brasile, l’UE è il maggiore esportatore di polli in Sudafrica e responsabile, secondo la Fawu, di introdurre illegalmente sul mercato l’80% dei polli disossati, costringendo le imprese locali a chiudere stabilimenti e licenziare lavoratori. Secondo il sindacato, i pezzi di pollo che arrivano in Sudafrica sarebbero gli scarti che non vengono piazzati in altri mercati e venduti al di sotto dei costi di produzione, pratica che l’Organizzazione mondiale del commercio definirebbe sleale. Internet arriva al 23,4%, Seychelles, Marocco e Sudafrica i meglio connessi AFRICA – Il 23,4% degli abitanti dell’Africa ha accesso a Internet ed è in Nigeria che si trovano gli utilizzatori più numerosi, mentre le Seychelles, il Marocco e il Sudafrica sono i Paesi in cui il tasso di penetrazione della rete è più elevato. Sono i dati salienti e aggiornati dell’Internet live stats, il database di informazioni su Internet in tempo reale, parte del progetto Real Time fondato da svilupatori, ricercatori e analisti. I dati mettono in evidenza grandi disparità fra i Paesi dell’Africa, dove si passa dal 57,9% di tasso di penetrazione per le Seychelles, a tassi di meno del 2% come per l’Eritrea (l’1,1%), il Burundi (l’1,5%) o la Somalia (l’1,7%). La Nigeria, che conta 196 milioni di abitanti ed è il Paese più popoloso del continente, annovera 86,2 milioni di utilizzatori di Internet e con questo dato arriva 7° mondiale, dopo Cina, India, Giappone, USA, Brasile e Russia. Il Paese è anche uno con il miglior tasso di penetrazione, pari al 46% della popolazione, in linea con la Tunisia e il Kenya. Dai dati emerge una progressione significativa della connessione alla rete in tre Paesi, Mali, Lesotho e Camerun, che fanno registrare tassi compresi tra il 18 e il 16,5%. In totale, 281 milioni di persone in Africa sono regolarmente connesse a Internet attraverso un qualsiasi dispositivo. [CC]
Apre Fiera Internazionale del Marmo a Casablanca MAROCCO – Si è aperta ieri la seconda edizione della Fiera Internazionale del marmo e delle pietre naturali organizzata a Casablanca, in Marocco. Organizzato da Global Event, una società di gestione eventi marocchina e il gruppo industriale turco Pyramid, in collaborazione con l’Associazione marocchina per i muratori (AMM), per i prossimi tre giorni la mostra ” Marocco Stone” si propone di raccogliere “le eccellenza del settore per discutere delle opportunità offerte dalla crescita delle costruzioni in Africa”. Gli organizzatori – che definiscono Marocco Stone come “l’unica piattaforma esclusivamente dedicata a marmi e pietre naturali prodotti in Africa e nel Mediterraneo” – fanno sapere che l’edizione 2017 riunisce 125 espositori provenienti da una dozzina di paesi (Marocco, Egitto, Niger, India, Spagna, Italia, Turchia, Senegal …) e si aspetta non meno di 6.000 visitatori nazionali ed internazionali. “Il Marocco ha tutte le caratteristiche per diventare un hub per il settore, a condizione che il settore sappia trarre profitto dalla crescita dinamica del mercato mondiale del marmo e della pietra naturale”, ha detto Ayoub Kahlaoui, Presidente della AMM. Kahloui ha poi evidenziato che per la crescita del settore marmo e pietre naturali nel continente è fondamentale gettare le basi per ampie collaborazioni con paesi come Turchia, Cina, India, Brasile, Italia e Spagna, che concentrano oltre il 70% della produzione mondiale. Secondo il Rapporto Stone World 2015, la produzione di pietra naturale è aumentata del 3,8% nel 2014 e le esportazioni del 6,7%. Oltre 350 imprese attese al SIAG di Orano ALGERIA – Più di 350 espositori sono attesi alla quinta edizione del Salone internazionale dell’industria alimentare (SIAG) che si terrà il prossimo marzo a Orano, in Algeria.
Organizzato dall’agenzia di comunicazione Proximity PR, questa edizione – dal 2 al 5 marzo – ha l’obiettivo principale “di contribuire a una migliore conoscenza del potenziale del settore industriale agro- alimentare del Paese” ha affermato l’organizzatore della manifestazione Mahmoud El Hani in dichiarazioni raccolte dall’agenzia stampa algerina APS. Alla manifestazione è prevista la presenza di una decina di paesi stranieri tra i quali Francia, Spagna, Brasile, Turchia, Corea. Le imprese locali algerine parteciperanno tenendo d’occhio le possibilità di espansione a sud del Sahara. Un fatto, questo, che risponde al nuovo passo assunto in termini di economia e di scelte politiche dal governo di Algeri. Nel corso del SIAG sono in programma seminari, forum e ci sarà spazio per incontri B2B fra imprese algerine e straniere. [MS] In progetto una centrale elettrica a carbone da 6 miliardi di euro nel KwaZulu-Natal SUDAFRICA – Una nuova centrale elettrica a carbone da realizzare in tre fasi ciascuna in grado di garantire 300 megawatts: è questo il progetto da circa 6 miliardi di euro (85 miliardi di rand), denominato CS Smelter Park, e lanciato nella località di Colenso dal governatore della regione sudafricana del KwaZulu-Natal, Willies Mchunu, grazie al supporto dei Paesi membri dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). “I fornitori devono avere un ruolo cruciale nello sviluppo energetico della regione, la prima fase di questo progetto dovrebbe attrarre investimenti diretti stranieri per circa 3 miliardi di euro (40 miliardi di rand), l’energia deve essere uno strumento per eliminare povertà, disuguaglianza e disoccupazione – ha detto Mchunu – Gli Stati che non hanno raggiunto gli Obbiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs) sono proprio quelli con minor accesso alle fonti energetiche”. “Durante la realizzazione del progetto verranno creati 8mila posti di lavoro per la comunità e nell’arco di cinque anni creeremo ulteriori 12 mila posti grazie all’indotto. Questo impianto dovrebbe garantire circa 2 miliardi di euro (30 miliardi di rand) al Prodotto interno lordo (Pil) della regione, permettendoci di restare al secondo posto, solo dietro alla regione del Gauteng (Johannesburg e Pretoria), tra i principali contribuenti al Pil nazionale”, ha concluso il governatore del KwaZulu- Natal. [LS]
Maputo secondo partner commerciale cinese tra i Paesi lusofoni, dopo Luanda AFR AUSTRALE – Gli scambi commerciali tra Cina e Mozambico nei primi dieci mesi del 2016 hanno raggiunto un volume pari a 1500 miliardi di dollari, con il Paese asiatico che ha venduto merci per 1129 miliardi di dollari, mentre ha acquistato beni per un valore di 379 milioni di dollari. In base ai dati resi noti, rispetto all’ottobre del 2015, si è registrata una contrazione del 25%. Tra i Paesi di lingua portoghese il Mozambico è il quarto partner commerciale della Cina nel continente, il secondo tra i paesi lusofoni dell’Africa dopo l’Angola. Nei primi dieci mesi del 2016 il valore degli scambi commerciali tra Cina e Paesi di lingua portoghese, Brasile compreso, hanno generato 75.491 miliardi di dollari, registrando una contrazione del 10% rispetto al 2015. Il primo Paese lusofono in Africa per volume di merci scambiate è l’Angola, che ha importato beni dalla Cina per 1414 miliardi di dollari, il 55% in meno rispetto al 2015 a causa della crisi economica che ha colpito il Paese africano. Maggiore, invece, il volume di merci esportate nel Paese asiatico per un valore totale di 11.375 miliardi di dollari.[LS] Veronafiere al Cairo con MS Marmomacc + Samoter Africa, +15% in 4 anni per industria locale marmo EGITTO – Oltre cento espositori da otto nazioni e delegazioni di buyer da tredici paesi dell’Africa e del Medio Oriente: sono i numeri delle due rassegne – MS Marmomacc e Samoter Africa – che si terranno nel fine settimana al Cairo, che sono organizzate dalla Fiera di Verona e dedicate alle filiere del marmo, delle macchine movimento terra e dell’edilizia sostenibile. L’industria egiziana di marmi, graniti ed alabastro è oggi ottava al mondo per dimensioni, con un export di materiali lapidei aumentato in quantità del 490% negli ultimi otto anni. Nonostante la lieve
battuta d’arresto del 2015 (-3% delle esportazioni) dovuta al calo della domanda cinese, il settore è destinato a crescere del 15% nei prossimi quattro anni, con una produzione che nel 2020 aumenterà di 650mila tonnellate. Lo certificano i dati del Rapporto Marmi e pietre in Egitto, che sarà presentato al Cairo nel corso della terza edizione di MS Marmomacc + Samoter Africa e della seconda di Projex Africa, le due manifestazioni dedicate al mondo delle costruzioni in programma nella capitale egiziana dal 10 al 13 dicembre ( www.msafrica.net I www.projexafrica.net ). Ad organizzarle, insieme ai partner di Art Line ed Expolink, è Veronafiere che porta sull’altra sponda del Mediterraneo il proprio know- how nella filiera del marmo, delle macchine movimento terra e dell’edilizia sostenibile, accompagnando su questo mercato oltre 40 aziende internazionali. Con oltre cento espositori da Egitto, Italia, Cina, Brasile, Bulgaria, Emirati Arabi Uniti, Germania e Turchia, tre padiglioni e 6mila metri quadrati di superficie, l’appuntamento rappresenta l’evento di riferimento per il comparto nel continente africano. Un ruolo sottolineato dalla presenza all’inaugurazione di sabato di Tarek Kabir, ministro egiziano del Commercio e dell’Industria. Al taglio del nastro anche Massimiliano Sponzilli, direttore dell’ufficio ICE-ItalianTrade Agency del Cairo. L’Italia, infatti, è uno dei principali partner commerciali dell’Egitto, in particolare nel segmento lapideo dove è il secondo fornitore di macchine e tecnologie di lavorazione della pietra con 2,4 milioni di euro di interscambio nel 2015 e il sesto importatore di blocchi di marmo grezzo egiziani, per 1,5 milioni di euro. ICE, in collaborazione con Veronafiere, ha selezionato buyer qualificati provenienti da Algeria, Angola, Arabia Saudita, Congo, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Giordania, Iraq, Kenya, Libano, Sudafrica, Tunisia, Uganda per prendere parte agli incontri b2b in occasione delle due fiere al Cairo. “Con MS Marmomacc + Samoter Africa e Projex Africa, Veronafiere consolida la propria presenza nel continente africano – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere e membro del Business council italo-egiziano –. Nella nostra attività fieristica che guarda ai mercati del mondo consolidati ed emergenti, il Nord Africa è un’area su cui stiamo investendo da tempo nei settori delle costruzioni e dell’agroalimentare. Oltre all’Egitto, puntiamo sul Marocco, con gli eventi di Medinit Expo e Medinit Agro, e sull’Etiopia, dove ha debuttato proprio quest’anno Building East Africa”. Tra le novità di questa edizione di MS Marmomacc + Samoter Africa si tiene il primo Egyptian Stone Summit organizzato da Veronafiere per fare il punto sullo stato dell’arte e sugli sviluppi dell’industria locale della pietra naturale, con la presentazione, sabato 10 dicembre, del Rapporto Marmi e pietre in Egitto curato da Carlo Montani. Quest’anno debutta anche Stones of Africa Gallery: la più completa mostra sulle varietà dei marmi, graniti e pietre africani.
Architetti italiani nel real estate egiziano (2) EGITTO – ( segue da qui ) InfoAfrica ha intervistato Giulia Tubelli, l’architetto italiano di 5più1aa che in collaborazione a Tatweer Misr sta seguendo attualmente i progetti in tutte le loro fasi, dalla progettazione alla vendita. Quali sono e sono state le maggiori difficoltà riscontrate? Con Tatweer Misr ci siamo trovati fin da subito bene, essendo una società giovane, di soli tre anni di vita. Il team egiziano ha saputo dialogare molto bene con quello italiano, abbiamo avuto diversi scambi, sia in Italia da parte loro che in Egitto da parte nostra per poter capire come poter attuare il progetto dopo la fase di design. Voi avete anche diversi progetti masterplan in Turchia, Francia, Benin, Cina, Algeria, Svizzera, Brasile e Italia. Rispetto agli altri paesi in cui lavorate, quali sono i punti di forza del mercato egiziano? Il mercato egiziano è quello in cui attualmente risulta il più alto sviluppo del real estate in tutta la zona araba. E’ oggettivamente una grande opportunità sia per quanto riguarda il mercato, che per quanto riguarda la dimensione dei progetti che sono sempre di grande estensione, visto l’incremento demografico sempre in crescita e la grande disponibilità di terreno libero ancora non sviluppato. L’attuale crisi monetaria egiziana continuerà a favorire gli investimenti del settore o si arriverà ad un limite? Per il mercato egiziano del lusso e una clientela alta, che è quella a cui noi ci rivolgiamo, il real estate rimane ancora un investimento molto sicuro che permette di ricavare un buon reddito sulle proprietà, spesso rivendute. Ain Sokhna e la Costa Nord sono due località di vacanza sia per il week end che per lungo periodo della classe sociale alta egiziana per la quale è ormai un must possedere una propietà in uno di questi due luoghi, se non in entrambi, e più di una. Come valuta l’investimento straniero, e nella fattispecie italiano, in Egitto? Per quanto riguarda gli investimenti stranieri, i nostri interventi si rivolgono a un pubblico principalmente egiziano, anche se la speranza è che con la ripresa del turismo l’Egitto possa essere di nuovo un luogo di
interesse e investimento straniero. Per la nostra esperienza, nonostante i fatti sia di cronaca, politica ed economia, la presenza italiana sul territorio rimane ancora molto forte ed il legame Egitto-Italia rimane ancora stabile e di facile attuazione. [KT] Nuove imposte sull’importazione della carne per favorire sviluppo interno ANGOLA – Il governo dell’Angola ha annunciato, senza fornire ulteriori particolari, un prossimo aumento dei dazi sulle importazioni alimentari di carne, così da incoraggiare una maggiore produzione interna. Lo riferisce oggi il Jornal de Angola, il principale quotidiano del paese, precisando che secondo le stime la misura (sulla quale non sono stati forniti elementi maggiori né relativamente all’entrata in vigore né relativamente all’aumento dell’imposta) consentirà un risparmio annuale in valuta estera di 200 milioni di dollari. Il giornale ha aggiunto che l’Angola spende circa un miliardo di dollari con le importazioni di carne e cita il presidente dell’Associazione Industriali di Angola (AIA), José Severino, per invitari gli importatori di carne a usare i soldi che spendono sulle importazioni per incoraggiare la produzione interna. L’annuncio della nuova imposta è stato dato durante l’apertura del “Forum Internazionalizzazione è in crescita” dal ministro del Commercio che ha citato gli ultimi dati disponibili per import-export raccolti dall’Istituto Nazionale di Statistica. Secondo il ministro, Fedele Costantino, l’Angola ha ridotto del 34,7% il valore delle importazioni nel primo trimestre, un periodo in cui le esportazioni sono diminuite solo del 1,3%. Dai dati emerge che i principali mercati per l’esportazione di prodotti angolani sono stati la Cina (49%), India (7,5%), Stati Uniti d’America (5,7%), Portogallo (4,4%) e Sud Africa (4,3%). Per quanto riguarda le importazioni, la Cina con il 15,4%, è stato il principale fornitore, seguita dal Portogallo con il 14,4% da Stati Uniti al 9,4%, il Brasile con il 5% e il Sud Africa e Singapore con il 4,2% ciascuno.
Prima centrale solare del Paese con la norvegese Scatec Solar MOZAMBICO – La prima centrale elettrica a energia solare del Mozambico sarà costruita dall’azienda norvegese Scatec Solar, in collaborazione con il Fondo norvegese per lo sviluppo (Norfund). L’impianto sarà in grado di produrre 40 megawatt di energia, che sarà venduta in loco per i prossimi 25 anni, con l’obiettivo di fornire corrente a 175.000 famiglie. Secondo il memorandum d’intesa già firmato, la costruzione inizierà nel primo trimestre del 2017 nella provincia di Zambezia. L’investimento previsto per il progetto è di 80 milioni di dollari, finanziati in maggioranza da Scatec Solar (il 52,5%), da Norfund (il 22,5%), da Electricidade de Moçambique (il 25%), con contributi dell’ International Finance Corporation (IFC) e dal fondo Emerging Africa Infrastructure. La Scatec Solar si è aggiudicata quest’anno un progetto in Nigeria, e nel 2015 due progetti in Egitto. L’azienda con sede a Oslo, opera già in Rwanda, dove ha costruito una piccola centrale fotovoltaica, in Sudafrica con tre progetti realizzati di cui uno in fase d’espansione, e in Africa Occidentale. L’azienda lavora anche in Brasile, in Honduras, negli USA, in Repubblica Ceca e in Giordania. [CC] Al via il tracciato del cavo di fibra ottica tra il Camerun e il Brasile CAMERUN – Sono iniziati i lavori di definizione del tracciato del futuro cavo sottomarino che ospiterà una linea in fibra ottica dal Camerun fino al Brasile, denominato South Atlantic Inter Link (SAIL). Per il lancio dell’iniziativa, David Nkotto Emane, direttore generale della Cameroon Telecommunications (CAMTEL) si è recato nella città portuale di Kribi, insieme a una delegazione.
Per i prossimi due mesi, i tecnici che lavorano sul progetto determineranno il tracciato del cavo, che passerà da São Tomé e Príncipe, con l’uso di radar, sonde e altre apparecchiature geotermiche ed elettrotecniche. La posa del cavo è stata affidata dalla CAMTEL alla compagnia cinese Huawei Technologies. Il progetto è finanziato dalla China EximBank ed è l’opera di un consorzio tra lo Stato del Camerun e la China United Telecommunications Corporation (China Unicom). « Grazie a questo cavo sottomarino saranno ridotti notevolmente i costi delle telecomunicazioni con il Brasile e sarà favorito un avvicinamento culturale » ha sottolineato Nkotto Emane. Da Kribi, il SAIL raggiungerà le coste di Fortaleza, in Brasile, lungo un tratto di 6000 chilometri. I costi per la prima fase del cantiere sono stimati in 270 miliardi di franchi Cfa, pari a 411 milioni di euro. Il sistema, secondo le previsioni, dovrebbe essere operativo alla fine del 2018. [CC] Appuntamento l’8 novembre per la Conferenza "Invest in Namibia" NAMIBIA – Centinaia di potenziali investitori internazionali e nazionali sono attesi a Windhoek l’8 e 9 novembre per l’edizione 2016 della conferenza “Invest in Namibia” finalizzata a presentare il potenziale economico del paese nei settori dell’energia, dell’agribusiness, dell’edilizia residenziale, del turismo, del manifatturiero e delle infrastrutture. Presentando la conferenza, il ministro dell’Industrializzazione e del Commercio Immanuel Ngatjizeko ha sottolineato che saranno presentati agli investitori progetti specifici, come il progetto gasiero di Kudu, un progetto di centrale solare, un progetto di centrale a biomassa, un progetto di costruzione di abitazioni o ancora un progetto di costruzione ferroviaria. Saranno presentati sia progetti pubblici che misti o solo privati. L’inaugurazione ufficiale della conferenza, sul tema “Promuovere gli
investimenti per una crescita inclusiva e per l’industrializzazione” sarà affidata al presidente della Repubblica, Hage Geingob. Finora hanno confermato la propria presenza investitori dal Brasile, dalla Turchia, dalla Germania, dalla Cina, dagli USA, dall’Angola, dal Sudafrica e dallo Zimbabwe. [CC]
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