A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
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A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo" ROMA – Una foto in bianco e nero con al centro, c’è lei di spalle, Francesca Fioretti con in braccio sua figlia Vittoria, che guardano verso l’orizzonte del mare. Uno scatto fotografico che ha deciso di pubblicare su Instagram, a due anni dalla scomparsa del suo compagno, Davide Astori, il calciatore deceduto in seguito ad un arresto cardiaco. Nella didascalia una frase chiara e toccante: “Tu, il mio unico posto sicuro nel mondo, per sempre”.
Francesca Fioretti che dopo la morte del compagno è sempre stata di poche parole, non ha aggiunto altro sul social network . All’inizio di gennaio aveva pubblicato una foto dell’aurora boreale: “Ci hai trovate”, aveva scritto in quell’occasione alludendo, con ogni probabilità, al suo amore scomparso. Non trascorre momento senza che il suo pensiero non vada a Davide Astori. L’attrice, che nel marzo scorso è tornata a teatro, protagonista dello spettacolo Lumbs, non ha mai nascosto la sua sofferenza: “Non credevo di essere così forte. Ho dovuto tirare fuori un’energia e un coraggio che non sapevo neanche di avere. Il destino mi ha rapinato. Con un furto mi ha rubato all’improvviso tutto quel che avevo. Penso spesso a come si sarebbe comportato lui al mio posto, a come avrebbe fatto con il suo lavoro, al suo possibile addio al calcio. Forse avrebbe fatto il padre a tempo pieno perché con Vittoria era bravissimo”, lo scorso anno ad un anno esatto dalla morte del calciatore, avvenuta il 4 marzo del 2018, aveva detto intervistata dal magazine Vanity Fair. Davide Astori e Francesca Fioretti Dopo il cedimento iniziale grazie all’aiuto di una psicologa infantile e soprattutto alla forza che le dona ogni giorno sua figlia, Francesca aveva bisogno di una guida per gestire il suo rapporto con la figlia, mentre la sofferenza ridefiniva le sue giornate, le sue priorità, in parte il suo modo di essere. Adesso ha trovato la forza e sopratutto il coraggio di ripartire. “Per molti mesi non ho acceso la tv né ho dormito nella nostra stanza.
Mi facevo accompagnare in bagno per lavarmi i denti, temevo di non essere più in grado di gestire mia figlia, ero terrorizzata dall’idea di volerle meno bene. Mi ha aiutato una psicologa infantile. Ero in confusione totale” ‘Se ti fa stare bene‘, mi ha detto, ‘manda via tutti’. Le ho dato retta. Ho rassicurato parenti e amici, li ho fatti andare a casa, mi sono isolata e tornando a fare le cose di sempre, lentamente, ho ricostruito la mia stabilità“. Francesca sta trovando nel teatro un’ancora di salvezza. Non esclude la possibilità di innamorarsi di nuovo, anche se al momento le sembra impossibile. Spera di riuscire a ridere, scherzare, uscire a cena. Così, un giorno per caso, aveva incontrato quello che sarebbe diventato il suo compagno. “Anche se ormai ho smesso – dice – di chiedermi perché sia successo proprio a noi e so che non ci sono risposte, mi consolo pensando che eravamo felici. Non avevamo litigato. Non vedevamo l’ora di rivederci. Dopo quella cazzo di partita ogni cosa avrebbe ripreso il suo corso“. Ma non è stato facile: “Ognuno attraversa il dolore a modo proprio. All’inizio, avevo paura di tutto – aveva aggiunto – Mi facevo accompagnare in bagno per lavarmi i denti, temevo di non essere più in grado di gestire mia figlia, ero terrorizzata dall’idea di volerle
meno bene”. Francesca si è ritrovata improvvisamente a fronteggiare non soltanto un dolore indicibile. Lei e Davide Astori non erano sposati e la burocrazia ha reso ogni cosa più complicata. “Mi sono accadute cose kafkiane. A poche ore dalla morte di Davide sono state bloccate le carte di credito in comune, con le quali sostenevamo le spese familiari, e ho scoperto che per i prossimi 15 anni avrei dovuto avere a che fare con un giudice tutelare“. “Io sono stata veramente fortunata – continua il suo racconto a Vanity Fair – Ho incontrato una donna saggia e illuminata che si è resa conto del percorso di tutela, del cordone di protezione che avevamo recintato intorno a Vittoria. Ma se penso che altre donne rischiano di trovarsi a stretto contatto con una burocrazia complessa o con persone che potrebbero applicare le regole di una tabella impersonale senza andare in profondità mi vengono i brividi. Matrimonio non è l’unica possibile definizione di un’unione” Adesso Francesca e Vittoria, madre e figlia, stanno cercando insieme un modo nuovo per continuare ad apprezzare la vita. E da lassù Davide saprà proteggerle e guidarle con il suo ricordo.
Crac Bari Calcio: la procura chiede il processo per gli ex- amministratori BARI – La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di bancarotta fraudolenta nei confronti dei sei ex componenti del Consiglio di amministrazione e amministratori pro-tempore dell’Associazione sportiva Bari Calcio spa, fallita nel marzo 2014. Richiesto il processo per l’ex onorevole Antonio Matarrese che è stato anche presidente Figc, nella sua qualità di vicepresidente vicario del CdA del Bari dal 2010 al 2011, l’ex parlamentare Salvatore Matarrese, consigliere della società sportiva dal 2002 al 2011, suo cugino omonimo, ad dal 2002 al 2010 e consigliere fino al 2011, gli ex amministratori unici Claudio Garzelli e Francesco Vinella e Domenico De Bartolomeo, componente del CdA del Bari calcio dal 2008 al 2011 ed attuale presidente di Confindustria Puglia.
Le indagini della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dalla pm Bruna Manganelli, hanno accertato che gli imputati anziché pagare i debiti tributari dal 2009 al 2013 , avrebbero pagato gli stipendi dei calciatori, garantito “tramite pegno” un finanziamento ottenuto dalla Banca Popolare di Bari per un milione di euro, coperto il saldo dello scoperto del conto acceso presso lo stesso istituto di credito e pagato altri debiti per ulteriori 5 milioni di euro, facendo così crescere i debiti col fisco del 70% arrivando fino a 55 milioni di euro. Secondo la Procura di Bari gli indagati pur in presenza di un’ingente debito con l’Erario, a in seguito vrebbero “posto in essere molteplici condotte depauperative del patrimonio societario in favore della società controllante “Salvatore Matarrese srl“ e della «Servizi sportivi srl» (coordinatrice dell’attività di marketing e merchandising del marchio «A.S. Bari S.p.A.») quantificate in ulteriori 12,5 milioni di euro, causando un indebitamento che ha aggravato in modo irreversibile lo stato di dissesto della società calcistica, destinandola così al fallimento”. La Procura contesta ad alcuni degli indagati, tra i quali gli ex parlamentari Salvatore e Antonio Matarrese e De Bartolomeo, il concorso nella bancarotta per condotte omissive, per non aver cioè impedito l’evento-fallimento nonostante fossero a conoscenza della situazione debitoria. L'ex calciatore barese Antonio Cassano perde la causa contro il fisco in Cassazione ROMA – La Suprema Corte di Cassazione ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate che ha vinto un ricorso contro Antonio Cassano l’ex bomber di Bari Vecchia, per 263 mila euro “sottratti” al fisco quando l’attaccante giocava nella Roma accanto a Totti.
Si trattava di fringe benefit in favore del suo procuratore per prestazioni rese in favore di Cassano. Ma secondo i giudici tributari pugliesi, vi erano forti “perplessità” sul fatto che la somma dovesse essere tassata. La sezione tributaria civile della Cassazione non ha avuto dubbi: quella cifra rientrava tra i compensi di Cassano ed era quindi soggetta a tassazione, ed annullando senza rinvio i due verdetti di merito della commissione tributaria regionale della Puglia che nel 2012 aveva dato ragione al giocatore, ha dato definitivamente il via libera al pieno corso delle cartelle esattoriali. Secondo la commissione tributaria pugliese vi erano i presupposti “legittimanti l’esenzione dalle sanzioni amministrative” in favore del contribuente, “nell’ipotesi di condizioni di incertezza, relative alla portata e all’ambito di applicazione delle disposizioni disciplinanti l’individuazione del presupposto di imposta”. Una decisione che non è stata condivisa dalla Cassazione che ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e pertanto la sentenza pugliese impugnata dal Fisco deve essere annullata Antonio Cassano aveva già avuto problemi con il fisco ai tempi in cui giocava in Spagna con il Real Madrid.
Il "mito" del basket Kobe Bryant, muore per incidente in elicottero ROMA – L’elicottero che trasportava Kobe Bryant e sua figlia Gianna Maria Onore grande promessa della pallacanestro, era un Sikorsky S-7 bi-turbina prodotto nel 1991, un modello utilizzato anche in ambito governativo e militare. Ha volato per lo Stato dell’Illinois fino al 2015 poi è stato venduto. L’elicottero era partito alle 9:06 dall’aeroporto John Wayne di Orange County,e si è schiantato poco più di 40’ dopo nella zona di Calabasas, a ovest di Los Angeles, dopo essere salito intanto a oltre 609 metri di quota, e dopo aver sorvolato la città si è schiantato su una collina alta circa 420 metri, secondo i dati di Flightradar24. Secondo i testimoni poco prima di precipitare alle 10 del mattino, sulle colline vicine a Los Angeles uno dei motori avrebbe emesso uno strano suono, anche se al momento la dinamica è ancora poco chiara e l’ultima parola l’avranno gli esperti dell’NTSB, l’ente americano che indaga sugli incidenti nel trasporto. Tra le altre cose, esamineranno la storia del pilota, i registri di manutenzione dell’elicottero, i registri del proprietario e dell’operatore, come ha spiegato in una conferenza stampa Jennifer Homendy membro del consiglio di amministrazione della NTSB .
L’elicottero di Bryant Kobe il cui soprannome era ‘Black Mamba’ quando ha colpito il suolo, stava volando a circa 160 nodi (296 km/h) e scendendo a una velocità di oltre 1219 metri al minuto. Kobe era diretto a Thousands Oaks, California, dove il Mamba avrebbe dovuto allenare una partita della squadra della figlia nella Mamba Cup un torneo con squadre maschili e femminili organizzato dalla sua Mamba Sports Academy, un progetto legato al basket della carriera post Nba del 41enne.Kurt Deetz, un pilota che faceva volare Bryant sul suo elicottero “La probabilità di un guasto del motore gemello su quell’aeromobile? Semplicemente non accade”, ha detto al Los Angeles Times. Il Consiglio nazionale per la sicurezza dei trasporti, infine, in genere pubblica entro 10 giorni un rapporto preliminare che fornirà un sommario approssimativo di ciò che gli investigatori hanno appreso. Ma una rapporto completo sulla causa dell’incidente può richiedere un anno o più. Anche se le autorità non hanno diffuso i nomi delle vittime, è confermata la presenza a bordo dell’elicottero di John Altobelli, coach di baseball all’Orange Coast College. Altobelli era a bordo con la moglie Keri e la loro figlia Alyssa, 13enne compagna di squadra di Gianna Bryant, secondo quanto riferito dalla famiglia del coach. Nell’incidente, oltre al pilota dell’elicottero che resta ancora senza nome, è morta anche Christina Mauser, assistant coach di Kobe nella squadra della figlia, come ha confermato il marito sui social network.
Le condizioni meteo non erano ottimali a causa della nebbia: la polizia locale aveva infatti non aveva fatto alzare in volo i propri elicotteri. La nebbia, come hanno confermato alcune fonti sentite dall’ agenzia di stampa americana AP-Associated Press, riduce la visibilità e potrebbe aver disorientato il pilota. Secondo il database specializzato Aviation Safety Net Quello di ieri è il 43esimo esemplare precipitato . Nel 2017 – ultimo anno disponibile –
l’International Helicopter Safety Team analizzando i dati di 49 Paesi (compresi quelli europei) calcola che gli incidenti, in totale, sono stati 239 e i morti 44, di questi 121 schianti (poco più della metà di quelli complessivi) e 20 vittime si sono registrati negli Stati Uniti. L’ufficio del coroner della contea di Los Angeles ha annunciato che per il recupero dei corpi potrebbero volerci dei giorni, perché i resti dell’elicottero su cui viaggiava Kobe si trovano in una zona remota. Quando i primi soccorritori sono arrivati, hanno trovato detriti sparsi in un’area grande un quarto di acro avvolti tra le fiamme di un incendio innescato dallo schianto. All’indagine, come da prassi in questi casi, sta partecipando anche l’Fbi. Le autorità domenica sera hanno isolato la zona. Il medico legale della contea di Los Angeles, il dott. Jonathan Lucas, ha affermato che il terreno accidentato ha complicato gli sforzi per recuperare i resti di Kobe Bryant, della figlia Gianna e delle altre sette persone a bordo dell’elicottero schiantatosi ieri nei pressi della metropoli californiana. Il medico stimato in almeno un paio di giorni il tempo necessario completare l’attività prima di poter effettuare le identificazioni dei corpi. La tragica scomparsa della star dell’NBA ha sconvolto tutto il mondo dello sport e non solo. Molti gli atleti che sui propri social hanno voluto lasciare un messaggio per ricordare Black Mamba. “Profondamente triste nell’apprendere la straziante notizia della morte di Kobe Bryant e di sua figlia Gianna”. Dopo il suo ritiro, i Lakers avevano ritirato entrambe le maglie usate da Kobe Bryant, la 8 e la 24, un onore mai riservato ad altri giocatori della franchigia californiana Anche la stella della Juventus Cristiano Ronaldo si è unito al cordoglio per la morte del campione statunitense, scomparso tragicamente in un incidente in elicottero. “Era una vera leggenda e fonte d’ispirazione per tante persone. Mando le mie condoglianze alla famiglia, agli amici e alle famiglie di tutti coloro che hanno perso
la vita nell’incidente – ha scritto l’attaccante portoghese in un post su Instagram – Rip Leggenda”. Kobe Bryant Kobe Bryant ex giocatore da meno di quattro, ritiratosi a 41 anni, nell’estate del 2016, è stato uno dei più grandi assi della storia Nba La stella dei Lakers lascia la moglie Vanessa Bryant e le altre tre figlie: Natalia, Bianca e Capri Bryant (nata qualche mese fa). Kobe è ampiamente considerato uno dei più grandi giocatori NBA di tutti i tempi. Figlio d’arte, prima di impressionare tutto il mondo, era cresciuto cestisticamente in Italia. Dai 6 ai 13 anni, seguendo il padre, Joe Bryant, nei suoi trasferimenti e impara subito la nostra lingua. Tra il 1984 e il 1991, gli appassionati di basket di Rieti e Reggio Calabria, ma anche di Pistoia e Reggio Emilia hanno avuto modo di vedere seduto sulle tribune il piccolo Kobe. Ha stoffa da vendere. E lo si capisce ben presto: al rientro negli Usa, frequenta la high school e conquista il titolo statale con la Lower Merion High School, vicino a Philadelfia, la sua città natale. Kobe ornava spesso in Italia, aveva un legame speciale con Ettore Messina che nel 2011 era andato nello staff degli allenatori dei Lakers e ricordava ieri come con lui Kobe fosse tanto accogliente da parlare soprattutto in italiano. Da giovanissimo Kobe Bryant , ancora, neanche 18enne, muove i primi
passi in Nba. La scelta è degli Charlotte Hornets col numero 13 assoluto, ma Bryant viene girato ai Los Angeles Lakers. Una franchigia che non lascerà mai, dopo vent’anni di carriera, tra il 1996 e il 2016. Nella sua carriera anche la vittoria di una statuetta agli Oscar per ‘Dear Basketball’, miglior cortometraggio d’animazione, due anni fa, sulla sua lettera strappalacrime con cui aveva annunciato il ritiro al basket. Kobe aveva partecipato a 18 All-Star Game, durante i suoi 20 anni di carriera con i Lakers. È stata la 18esima scelta del primo turno nel Draft del 1996. Ha vinto 5 campionati NBA, 2 MVP finali NBA ed è stato l’MVP della Regular Season del 2008. È stato incluso in 15 All-Star Team, in 12 squadre All-Defensive Team e ha guidato il campionato NBA per numero di punti segnati, per due stagioni. È stato il quarto marcatore di sempre nella storia NBA. Colpiva anche la sua rara fedeltà a una stessa maglia che, nella Nba, non è più merce diffusa: vent’anni coi Lakers, fino a identificarsi come simbolo della stessa squadra gialloviola, uno dei club più fascinosi della lega basket americana. Teneva anche alla nazionale e ne trasse due medaglie d’oro olimpiche con gli Stati Uniti (Pechino 2008 e Londra 2016), che segnarono un apogeo d’autentica felicità. Da americano di mondo, conosceva non solo gli Stati Uniti, ma il pianeta, e tutto il suo sport. Kobe Bryant e la sua famiglia Los Angeles ieri si è come paralizzata dall’improvvisa morte di una
delle sue star più amate. Lo Staples Center, la casa dei Lakers, stava ospitando i Grammy’s (gli oscar della musica) : all’interno i numeri 8 e 24, quelli ritirati in onore di Kobe, sono stati immediatamente coperti con un drappo nero, mentre all’esterno migliaia di fan si sono radunati per rendere omaggio alla leggenda gialloviola in un memoriale improvvisato. La casa di Lakers e Clippers sono stati l’epicentro del ricordo di Kobe, ma non l’unico: tutta la città ha reso omaggio ad una leggenda che, anche se aveva smesso di giocare, era rimasta un simbolo. Fca-Psa: è nato il quarto gruppo automobilistico mondiale. Elkann alla presidenza, Tavares ceo ROMA – E’ arrivato l’annuncio ufficiale della fusione Fca (Fiat- Chrysler) -Psa (Peugeot-Citroen) , unione tra i due gruppi dell’auto, per creare un campione europeo secondo solo alla tedesca Volkswagen e quarto nella classifica mondiale dei produttori , e terzo se si pensa al fatturato (come evidenziano le società). L’accordo sarà chiuso nel giro di dodici quindici-mesi. La nuova sede del gruppo sarà in Olanda e metterà insieme Fiat e Chrysler, Peugeot e Citroën – solo per citare alcuni dei marchi in portafoglio. Resta confermata la tripla quotazione: le azioni scambieranno sul circuito Euronext di Parigi, sulla Borsa Italiana di Milano e al New York Stock Exchange, ovvero Wall Street. Così come messo nero su bianco l’impegno a non chiudere stabilimenti, pur ricercando risparmi e sinergie importanti. Positiva la reazione del mercato all’ufficializzazione.
Il nuovo gruppo da 170 miliardi. I dettagli sono arrivati prima dell’apertura dei mercati, nella giornata di mercoledì, con una comunicazione che conferma quel che era via via emerso in questi mesi di trattative. Per Fiat Chrysler si tratta del coronamento di un percorso avviato dall’indimenticato Sergio Marchionne, che giudicava ineluttabili le fusioni nel mondo automobilistico (sognava la General Motors) per affrontare le sfide della concorrenza e delle nuove tecnologie. Nella nota congiunta si fa riferimento alla sfida della “mobilità sostenibile” come primo obiettivo del nuovo gruppo. Sarà una realtà da quasi 9 milioni di veicoli, con ricavi di quasi 170 miliardi di euro, un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi e un margine operativo del 6,6%. “Il nuovo gruppo avrà una presenza geografica molto più bilanciata“, spiegano le società, “con il 46% dei ricavi generati in Europa e il 43% in Nord America“. “Senza chiudere stabilimenti” risparmi per 3,7 miliardi. Unire le forze significa condividere le piattaforme dei veicoli, generare “sinergie” – come si suol dire nel mondo aziendale – e in sintesi risparmiare. Le società quantificano questi risparmi. Quelli “associati alle tecnologie, ai prodotti e alle piattaforme” rappresenteranno “il 40% circa dei 3,7 miliardi di euro di sinergie annuali a regime, mentre i risparmi relativi agli acquisti – che beneficeranno principalmente delle economie di scala e degli allineamenti al miglior prezzo – rappresenteranno un ulteriore 40% di tali sinergie“, spiegano le società. La parte restante di tagli alle spese verrà da marketing, amministrazione, spese generali. Generarle comporterà un costo, ma solo per una volta, di 2,8 miliardi. Chiaro il disegno di impiego delle risorse recuperate grazie
all’unione delle forze: “Tali sinergie consentiranno al nuovo gruppo di investire fortemente nelle tecnologie e nei servizi che definiranno la mobilità in futuro, contribuendo al raggiungimento degli stringenti requisiti normativi globali sulle emissioni di CO2“. “Queste stime di sinergie non prevedono alcuna chiusura di stabilimenti in conseguenza dell’operazione“, mette nero su bianco il comunicato rispondendo alle preoccupazioni di molti, dai sindacati alla politica. Concetto ribadito da Mike Minley e Carlos Tavares, guide dei due gruppi: l’ad di Fca ha insistito sul fatto che la grande maggioranza delle sinergie realizzate con le nozze tra i due gruppi “non riguarda il personale“. Da parte sua, Tavares ha insistito su un punto “molto importante“: questa operazione “viene realizzata da due gruppi che sono in ottima forma. Non facciamo una fusione in un contesto di crisi o in una situazione difficile per le due compagnie“, ma perché “sappiamo” che servirà ad essere più forti rispetto alle sfide del futuro. Nuovo cda a 11 membri, entrano i lavoratori. Al governo del nuovo gruppo ci sarà un consiglio di amministrazione da undici membri, “la maggioranza dei quali indipendenti”. Cinque saranno in quota Fca-Exor (con il presidente John Elkann che prenderà la carica di presidente anche del nuovo gruppo) e cinque in quota francese (con il vice presidente e il “senior non-executive director“). Spiega la nota: “Al perfezionamento dell’operazione il Consiglio includerà due membri in rappresentanza dei lavoratori di Fca e di Groupe Psa“, con una mossa alla tedesca ufficializzata a pochi giorni dal raggiungimento dell’accordo negli Usa con il sindacato Uaw. “Carlos Tavares sarà Chief Executive Officer, oltre che membro del Consiglio di Amministrazione, per un mandato iniziale di cinque anni”, aggiunge la nota che di fatto garantisce la guida dell’azienda per il prossimo futuro. Nuoto, nuovo record per la 14enne "prodigio" Benedetta Pilato ROMA – “Ogni viaggio inizia da un singolo passo, o magari da una bracciata“. Benedetta Pilato ha festeggiato così su Instagram insieme ai suoi 50mila followers la medaglia d’oro nei 50 rana agli Europei di Glasow. Con 29″32 la quattordicenne di Taranto ha stabilito il nuovo il nuovo record mondiale juniores. Un altro trionfo per la giovane
prodigio che la scorsa estate, al suo debutto in un campionato mondiale, ha battuto il primato di precocità Federica Pellegrini. Non sorprende che vinca, perché una che arriva seconda al mondo dietro ad un’americana, in Europa è destinata a stravincere Sorprende però che Benedetta Pilato a dispetto dei suoi nemmeno 15 anni (che compirà il prossimo 18 gennaio) sia così serenamente piena di grinta, diventando la più giovane di sempre a vincere un oro in vasca corta. La quattordicenne tarantina, costretta ad allenarsi a Pulsano in una piscina da 25 metri dopo aver finito i compiti di seconda liceo scientifico con informatica e senza latino (ha la media dell’otto), sta polverizzando tutti i record da quando è entrata in vasca con la cuffia della nazionale azzurra. Argento ai Mondiali di Gwangju, sedici centesimi dietro alla ventiduenne americana Lilly King, continua a migliorare le sue prestazioni ogni volta che fa una gara. A Genova, per esempio, ha strappato a quest’ultima il record italiano in vasca corta con 29”41, migliorandolo ancora mercoledì a Glasgow con 29”32. Dice Benny: “Sono super contenta. Volevo fare bene. Volevo ringraziare tutti, sono scoppiata a piangere appena sono arrivata qui. Cercherò di non piangere. Oggi rispetto a Gwangju ero più tesa, come se dovessi dimostrare qualcosa a qualcuno, però mi sono resa conto che in realtà devo continuare a fare questo sport come divertimento e quindi basta adesso la vedo con più tranquillità”.
A Glagow lei ha migliorato i suoi tempi, portando il record italiano a 29.32, dal 29.41 che già era il suo. “E’ bellissima” dice carezzando la medaglia; “forse perché è la prima” ed aggiunge “Spero di molte altre”. Benedetta vive con mamma e papà a Talsano, alle porte di Taranto, e si allena sotto il controllo del suo allenatore, Vito D’Onghia, che considera come un fratello maggiore. Prepara biscotti e ciambelloni che rifila al padre, esce con le compagne di classe il sabato sera e manifesta per l’ambiente nei venerdì di #FridaysForFuture. “Benedetta Pilato ha già ottenuto un risultato internazionale di prestigio, è riconosciuta come un talento. È una rarità, una stella che brilla: ripropone qualunque cosa le fai vedere, con velocità incredibile“, dice Marco Pacifico, che nel Centro di Psicologia integrata per il benessere di Roma segue altri atleti in gara in questi giorni a Glasgow. Corriere dello Sport titola in prima pagina "Black Friday". Roma e Milan vietano l'accesso ai giornalisti del giornale sportivo romano ai centro sportivo ROMA – Il razzismo dilaga nel mondo del calcio, ed incredibilmente pochi giorni dopo la lettera aperta indirizzata “a chi ama il calcio” sottoscritta dai 20 club calcistici di Serie A che si si sono
schierati attivamente per lanciare un messaggio forte, ha suscitato molteplici proteste e polemiche la prima pagina di oggi del Corriere dello Sport. Il quotidiano sportivo romano ha aperto la sua edizione con la foto di Lukaku e Smalling, ex compagni al Manchester United ed ad esso protagonisti della prossima partita fra Inter e Roma che si terrà domani venerdì sera, ha titolato”Black Friday”, facendo riferimento al colore della pelle dei due calciatori, giocando anche sul nome dell’iniziativa commerciale per gli acquisti a prezzi scontati. Una scelta giornalistica che quasi nessuno ha apprezzato e non a caso sui social si è alzato subito un vibrante oceano di protesta contro il giornale sportivo diretto da Ivan Zazzaroni, Nell’editoriale si specifica subito il significato del titolo: “Alla faccia degli scemi che fanno “buu”, domani tutti dovremmo fare “ooh””, ma tutto ciò non è bastato a fermare lo sdegno e le proteste della rete dove è scoppiata immediatamente la polemica, ed il titolo fuoriluogo e vergognoso del CORRIERE DELLO SPORT, è stato riportato con dure critiche da numerosi siti online stranieri, tra i quali i popolarissimi quotidiani Daily Mail, Guardian e che la BBC ha pubblicato in home page, facendo divampare la protesta e provocando attacchi velenosi dall’estero e dall’Inghilterra, nei confronti del calcio italiano. Smalling e Lukaku: ”Titolo sbagliato”
Hanno preso posizione anche Smalling e Lukaku, i due giocatori pubblicati in sulla prima pagina del quotidiano sportivo romano. Il difensore della Roma Smalling su Twitter ha scritto : “Avrei voluto passare la giornata concentrandomi sulla partita di domani, e devo confessare che quel che è avvenuto stamattina è stato sbagliato e altamente insensibile. Spero che i responsabili coinvolti nella redazione di questo titolo si prendano la responsabilità e capiscano il potere che hanno attraverso le parole, e l’impatto che queste parole possono avere”. Secondo Lukaku quello del Corriere dello Sport è “il titolo più stupido che io abbia mai visto nella mia carriera, dovreste fare un lavoro migliore“. Anche l’Inter ha preso posizione sull’episodio lanciando un messaggio contro il razzismo: “Il calcio è passione, cultura e fratellanza. Siamo e saremo sempre contro ogni forma discriminazione”, scrive il club milanese che ha preferito non citare il Corriere dello Sport solo per per non dare ulteriore visibilità ad una prima pagina considerata di pessimo gusto. Roma e Milan vietano accesso ai centri sportivi a giornalisti del Corriere dello Sport
La Roma ha preso subito posizione, ed ha twittato dal suo canale inglese contro la prima pagina del giornale: “No one, absolutely nobody. Not a single soul” cioè “Nessuno. Assolutamente nessuno. Non anima viva. Il titolista del Corriere dello Sport“, con riferimento a coloro che avrebbero scritto o solamente pensato a quell’apertura in un momento delicato come questo su un tema del genere. In serata la Roma ed il Milan hanno diramato una nota in cui hanno reso noto la decisione di negare l’accesso ai rispettivi centri sportivi ai giornalisti del Corriere dello Sport “per il resto dell’anno e hanno stabilito che i rispettivi giocatori non svolgeranno alcuna attività mediatica con il giornale durante questo periodo. Entrambi i club sono consapevoli che comunque l’articolo di giornale associato al titolo “Black Friday” contenga un messaggio antirazzista ed è questa la ragione per la quale sarà vietato l’accesso al Corriere dello Sport solo fino a gennaio“. Zazzaroni: ”Piattaforme digitali? Direi pattumiere” Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha ulteriormente difeso la sua scelta con un nota pubblicata sul sito del giornale: “Piattaforme digitali? Direi pattumiere. Truccate da rancori nobili. Sdegno a buon mercato. Un bel pensiero al giorno toglie il medico di torno. Eserciti di benpensanti di questi tempi affollano il web per tingersi di bianco le loro anime belle. Individuato il razzista di turno, vai, due colpi alla tastiera e via la macchia, ti senti un uomo migliore in un mondo migliore. Bianchi, neri, gialli. Negare la
differenza è il tipico macroscopico inciampo del razzismo degli antirazzismi. La suburra mentale dei moralisti della domenica, quando anche giovedì è domenica. “Black Friday“, per chi vuole e può capirlo, era ed è solo l’elogio della differenza, l’orgoglio della differenza, la ricchezza magnifica della differenza. Se non lo capisci è perché non ce la fai o perché ci fai. Un titolo innocente, peraltro perfettamente argomentato da Roberto Perrone, viene trasformato in veleno da chi il veleno ce l’ha dentro“. Arbitro donna aggredita nel 2014. L'Aia le ritira la tessera. Ma non si vergognano ?
ROMA – Una decisione a dir poco “vergognosa” ed allucinante quella della Commissione disciplinare umbra dell’Associazione Italiana Arbitri nei confronti di Elena Proietti, attuale assessore allo sport di Terni: “niente più tessera dell’Aia” . La Proietti era stata aggredita nel 2014 durante la partita di Prima Categoria giocata fra le squadre del Real Quadrelli ed il Trevana. La Proietti allora direttrice di gara nel tentativo di mettere fine ad una rissa in campo, si beccò un pungo che le causò danni permanenti a un occhio e a un orecchio. Lo scorso novembre l’arbitro aveva attaccato pubblicamente l’Aia, accusando l’Associazione di averla abbandonata.
La decisione della Commissione disciplinare, fu quella di punire l’arbitro umbro per “aver parlato ai media senza chiedere alcuna autorizzazione all’Aia“. La Proietti però non ci sta e replica: “Ecco l’epilogo di questa tragicomica vicenda – scrive l’assessore su Facebook – in cui chi subisce una violenza non né può neanche parlare né denunciare pubblicamente. Dopo 15 anni di onorato servizio mi viene ritirata la tessera perché ho cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica contro la violenza sugli arbitri. Ad maiora“. Il punto di vista della Commissione disciplinare invece è differente : “L’Aia fece quanto in suo potere per assistere la vittima. Non appare affatto credibile la versione dell’episodio fornita dall’associata ai mezzi di informazione” spiega la nota ufficiale. Per l’Associazione, Elena Proietti parlò ai media per farsi pubblicità: “Tenuto conto che le dichiarazioni sono state rilasciate a distanza di ben quattro anni dall’episodio – motiva la Commissione – il comportamento tenuto nell’intera vicenda dall’associata appare alquanto strumentale, dettato da fini personali e politici approfittando, nella circostanza, della discussione in atto relativamente ad un grave episodio di violenza accaduto nel corso di una gara del campionato di Promozione laziale“. AIA_umbria Una giustificazione ridicola considerato che la Proietti si è candidata nelle liste di Fratelli d’ Italia in Umbria e non nel Lazio, e quindi non si comprende quale sarebbe stato lo scopo strumentale.
Il nostro verdetto ? L’ AIA deve solo vergognarsi , come anche i magistrati che hanno archiviato per ben due volte la denuncia presentata dalla Proietti. Chissà come avrebbero giudicato, se il pugno in faccia se lo fosse beccato una loro collega-magistrato ? Ai posteri la facile sentenza
Arrestato il poliziotto della Postale "stalker" del calciatore Fabio Quagliarella di Francesca Laura Mazzeo ROMA – I militari dell’ Arma dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, nel tardo pomeriggio di ieri, affiancata dalla Polizia di Stato di Castellammare di Stabia ha dato esecuzione all’ordine per la carcerazione nei confronti di Raffaele Piccolo, di 54 anni, appartenente alla Polizia di Stato, e sospeso dal servizio, ritenuto responsabile di atti persecutori, calunnia e sostituzione di persona, il quale dovrà scontare la pena di 4 anni e 6 mesi I reati contestati al poliziotto finito in carcere, sono stati svolti in un arco di tempo intercorrente tra il 2006 ed il 2010, ai danni di numerosissimi imprenditori e professionisti, tra il calciatore ex Napoli Fabio Quagliarella e di Guido Lembo, gestore della taverna “Anema e Core” di Capri. Le lunghe indagini di polizia giudiziaria, condotte dalla squadra investigativa del Commissariato di Polizia di Castellammare di Stabia, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno reso possibile di documentare le responsabilità del Piccolo – appartenente alla polizia e sospeso da tempo dal servizio – che per anni, fingendosi amico delle vittime, le ha perseguitate con lettere e messaggi anonimi contenenti false accuse di pedofilia e di collusioni con la criminalità organizzata.
Il calciatore Fabio Quagliarella in tribunale a Torre Annunziata Fabio Quagliarella, costituitosi parte civile assisitito dall’avvocato Gennaro Bartolino, nel corso della sua deposizione in aula presso il Tribunale di Torre Annunziata dichiarò che le lettere anonime inviate da Raffaele Piccolo alla società di De Laurentiis, furono uno dei motivi della sua cessione dal Napoli alla Juventus. Lo scorso 26 settembre la Corte di Cassazione aveva respinto il ricorso dei legali di Raffaele Piccolo, poliziotto stabiese in servizio presso la Polizia Postale , dichiarando la prescrizione solo per un solo episodio. Gli ermellini della Suprema Corte hanno confermato la condanna a 4 anni e mezzo di reclusione già emessa dai giudici di primo grado e dell’appello. Piccolo era finito a processo con le accuse di calunnia e atti persecutori nei confronti di una decina di vittime fra i quali diversi professionisti di Castellammare di Stabia, l’artista caprese Guido Lembo e il calciatore Fabio Quagliarella, in quel periodo della sua carriera tra Sampdoria, Udinese e Napoli, ed anche in Nazionale. Calcio: dal vivaio del Bari, in 10 nella selezione Lega Pro ROMA – Dopo il fallimento del club guidato da Cosmo Giancaspro, il settore giovanile del Bari, rifondato inizia ad inanellare i primi
riconoscimenti. La società presieduta da Luigi De Laurentiis ha ben dieci giovani del vivaio convocati nelle rappresentative di categoria della Lega Pro, allenati dai tecnici Alfieri, Anaclerio e Doudou , per i raduni che si svolgeranno a Roma dall’8 al 10 ottobre. Nella rappresentativa Under 17 ci saranno Davide Avella e Giovanni Mercurio, considerato un vero e proprio talento a livello nazionale tra i giovani nati nel 2003; nella Under 16 Federico Fioretti, Domenico D’Achille, Giuseppe Montrone, Daniele Hysaj e Giulio Mangialardo; nella Under 15 Claudio Turi, Donatello Leone e Samuele Mari. Un buon esempio quello del Bari di De Laurentis che andrebbe seguito da quelle società che vogliono realmente fare calcio seriamente, con una gestione societaria sana e solida, e senza dissanguarsi e finire nelle mani dei “mercenari” del calcio. Singapore. Formula 1, doppietta Ferrari. Vettel ritorna a vincere Leclerc secondo
ROMA – Alla super Ferrari delle ultime settimane mancava soltanto la doppietta: la prima dell’anno, ma anche la prima in assoluto nella storia del circuito cittadino di Marina Bay è arrivata nel Gp di Singapore dove finalmente Sebastian Vettel è tornato sul podio e ha ritrovato il sorriso del vincitore. Charles Leclerc avrà perso il sorriso ma è arrivato al secondo posto ed alla fine ha esultato nel nome del team. Un esito insperato per Maranello su una pista che sulla carta non era favorevole alle rosse. Ma gli aggiornamenti aerodinamici sulle SF90 (muso, ala posteriore, fondo e diffusore) si sono rivelati più che funzionanti già dalle qualifiche. Sul podio è salito anche Verstappen piazzatosi al terzo posto, mentre la coppia Mercedes deve accontentarsi di un piazzamento utile per la classifica (Hamilton 4°, Bottas 5°), grigio per come è maturato, senza un solo attacco ai tre davanti. La gara è cominciata con Leclerc partito in pole position, partito subito in testa a dettare un ritmo blando per far durare di più le gomme e risparmiare benzina. Hamilton, Vettel e Verstappen, esattamente nell’ordine in cui hanno preso il via, si adeguano. Il solo Vettel ha provato a fare un un paio di tentativi sul pilota inglese leader del Mondiale, ma poi si tranquillizza.
La gara intervallata da ben tre safety car, finisce con i due piloti della Rossa in trionfo e con il team principal Mattia Binotto corso subito a consolare Leclerc quando è sotto il traguardo: “Bravo ora festeggia sul podio, poi parleremo“. Poi, quando il suo ragazzo d’oro si è calmato, spiega: “Il desiderio di Charles è fondamentale. Giusto che sia così, giusto che lo voglia. Però a volte ci sono delle condizioni in cui al muretto non si può avere una visione d’insieme completa. Gestiremo e capiremo il perché delle scelte con lui, ma credo che siano abbastanza scontate. Abbiamo sentito più di una volta Charles in radio sorpreso dal sorpasso di Sebastian, però credo che sia stata una scelta giusta. In quel momento sapevamo che Verstappen era pronto a fermarsi e dovevamo proteggere la posizione di Seb. Non solo, quella per Vettel era l’unica opportunità di superare Hamilton. In più, se non lo fermavamo in quel momento, poi forse il giro dopo la squadra non sarebbe stata pronta per accogliere lo stesso Leclerc. Vettel è stato bravissimo nel suo giro di uscita“. Alla fine, nelle parole dei protagonisti, prevale il bene della squadra, ma di certo il 21enne pilota monegasco, rivelazione della stagione, pregustava il terzo successo consecutivo e fatica non poco a digerire la tattica che lo ha sacrificato dopo quasi mezza gara trascorsa tranquillamente in testa. Per Vettel è il primo successo stagionale, il 14° in Ferrari e il 53° della carriera.
La svolta della gara è arrivata al momento dei “pit stop”. La Ferrari ha chiamato ai box prima Vettel, che sa sfruttare l’occasione. Il pilota tedesco spinge al massimo al primo giro con gomme nuove e finisce per superare il compagno di squadra. Che si infuria e via radio non le manda a dire: “Proverò ad attaccare Seb, datemi tutta la potenza necessaria. Poi mi spiegherete questa strategia“. Dal muretto il team tenta di calmarlo: “Dobbiamo risparmiare la power unit, porta a casa la macchina senza fare danni“. Sin troppo chiara e dura la replica: “Non sono stupido“. Un po’ amareggiato Charles Leclerc per un primo posto sfuggito nei confronti del compagno di scuderia Sebastian Vettel, alla sua prima vittoria stagionale, la quinta a Singapore. “È sempre difficile perdere il primo posto in questo modo”, ha commentato il monegasco. “Ma sono comunque contento per la doppietta del team. Siamo arrivati qui con la speranza di salire sul podio e sono felice. Sono deluso da parte mia, ma reagirò ancora più forte“. Non è soddisfatto del quarto posto nel GP di Singapore Lewis Hamilton. Troppo veloci le Ferrari durante tutto il weekend per cercare il primo posto, specie in una pista dove i sorpassi sono quasi proibiti. E non solo, perché anche la Red Bull di Max Verstappen è finita davanti alle due Mercedes.”Non è stato il fine settimana che volevamo“, ha ammesso
Hamilton dopo la gara. “Charles era scatenato nonostante avessimo il ritmo gara oggi. Dall’inizio ho spinto forte e le gomme mi davano ritmo, ma dopo alcuni giri hanno iniziato a scendere molto velocemente. Stasera abbiamo commesso alcuni errori, ma in questa squadra vinciamo e perdiamo insieme“. Un momento speciale per l’Italia. Il pugliese Antonio Giovinazzi su Alfa Romeo è andato per la prima volta nella carriera in testa a un GP . Il suo “sogno” è durato fino al 31° passaggio, quando il pilota di Martina Franca, non ha potuto opporre resistenza alla Ferrari di Vettel che così è andato in testa alla gara. L’ultimo italiano a trovarsi in testa a un Gp era stato Giancarlo Fisichella , dieci anni fa, nel 2009 in Belgio. F1 trionfo italiano a Monza. Ferrari sul podio con uno strepitoso Leclerc MONZA – Charles Leclerc il ragazzo-pilota monegasco di 21 anni ha vinto ancora salendo sopra la marea rossa, sul podio di Monza, e si è preso tutto in poco più di sei mesi , l’amore del popolo, la scuderia della Ferrari che rivede in lui probabilmente un futuro più roseo . Il monegasco questa volta può urlare in team radio tutta la sua gioia, fino a sgolarsi: “Mamma mia, mamma mia. Grazie di tutto. Siete i migliori”, ha urlato Charles in radio.
Con due vittorie consecutive, la prima a Spa, la seconda a Monza per Leclerc riportare la Ferrari al successo sulla pista dove il successo rosso mancava da troppo tempo è stata come una vera e propria consacrazione. E’ più di un trionfo, una vera e propria incoronazione, perché ha riportato la vittoria in casa che mancava alla Ferrari da 9 anni, dalla vittoria con Alonso nel 2010. “Oggi sei perdonato” gli ha detto via radio Mattia Binotto, con chiaro riferimento alla strategie che il monegasco sabato durante le prove aveva disatteso, a danno di Sebastian Vettel che a causa di un errore di guida ha chiuso al 13°posto. Oggi Charles Leclerc ha anche ottenuto oltre alla vittoria, il sorpasso in classifica sul compagno di scuderia. Un qualcosa di molto più di un dettaglio.
Il 69° Gran Premo di Monza è stata un inseguimento durato 53 giri. Dal primo all’ultimo di tutti quelli previsti. Leclerc che partiva in pole position è scattato subito in testa ed ha resistito, da pilota coraggioso, al limite del regolamento, nella prima parte della gara ad un lunghissimo attacco di Lewis Hamilton. Nel finale dell’attacco sferrato dalla Mercedes di Valtteri Bottas, che alla fine si è piazzato al secondo posto, davanti al compagno campione del mondo. Appena sceso dalla macchina per le interviste Leclerc ha urlato tutta la sua gioia: “Grazie, che gara, non sono mai stato così stanco, difficilissima, ci tenevo per il team e i tifosi, vincere qui è un
sogno, lo era già stato a Spa, ma per le emozioni questa ne vale 10 di più, non ho parole. La Mercedes? Ho fatto un po’ di errori che dovrò evitare in futuro, ma per fortuna non hanno compromesso la vittoria”. Subito dopo riflettendo il ferrarista ha confessato: “Non mi sono mai stancato così tanto – ha detto Leclerc – è incredibile, indescrivibile quello che ho provato in macchina e sul podio coi tifosi, è bellissimo vincere qui. La gara è stata dura, perché due Mercedes dietro erano dure da contenere. Hanno diviso la loro strategia andando lunghi con Bottas e abbiamo faticato, ma la nostra strategia con le gomme hard era giusta. Negli ultimi 7-8 giri con le dure mi sono convinto di farcela, vedevo la gente che esultava in anticipo e mi sono detto di restare concentrato. Binotto via radio mi ha detto che sono perdonato per ieri? Ma l’ha detto per scherzo, ieri quello che è accaduto è stato visto in modo sbagliato, non ho fatto niente di male per il team, quello che è accaduto non è stato colpa mia”. Il presidente della Ferrari, John Elkann. Immediato è arrivato il messaggio di complimenti di John Elkann presidente del Cavallino dopo lo splendido successo della Ferrari di Charles Leclerc: “Vincere a Monza, a casa nostra davanti ai nostri tifosi , è un’emozione straordinaria – le parole del numero 1 di Maranello -. È il regalo più bello con cui possiamo festeggiare i nostri 90 anni. Bravissimo Charles, e complimenti a Mattia e a tutta la Scuderia per questa giornata indimenticabile”. Felice anche l’amministratore delegato Louis Camilleri: “Vincere a Monza è molto emozionante e sono davvero felice per il team, per i tifosi e per l’Italia – ha detto a Monza – abbiamo atteso 9 anni e 9 per noi è un numero speciale e fortunato considerati i 90 anni della Scuderia Ferrari. C’è ancora tanto lavoro da fare e come ha detto Binotto siamo concentrati e stiamo investendo sul futuro. Noi vogliamo
molto di più di Spa e Monza”. Emozione e lacrime per Mattia Binotto, team principal di Maranello: “Leclerc è stato bravissimo e sentire l’Inno di Mameli sotto il podio è stato emozionante, mi è venuta qualche lacrima perché era da tanto tempo che non si vinceva a Monza – le parole di Binotto -. Con Leclerc è nata una stella? Ancora presto per dirlo, la stella è nata 21 anni fa, lui sta crescendo gara dopo gara e sta dimostrando quel che vale. Noi investiamo su di lui e lui su di noi. In futuro vogliamo creare qualcosa di unico“. Poi Binotto spiega una delle chiavi della gara, la scelta delle gomme a mescola dura: “È stata la scelta più bella: dure contro le medie della Mercedes. Sapevamo che Leclerc avrebbe dovuto difendere la posizione con i denti e a fine gara è stata la scelta che ci ha dato la possibilità di respirare. Siamo stati coraggiosi e ci meritiamo questa vittoria. È stata una bellissima gara, tiratissima dall’inizio alla fine. Sono gare che rimangono: giro dopo giro Leclerc si è difeso e ha venduto cara la pelle” “Congratulazioni a Leclerc e alla Ferrari, ha avuto tantissima pressione da me e Bottas ma era troppo veloce nel rettilineo anche con il nostro Drs aperto e non potevamo superarlo’‘. Lewis Hamilton si inchina a Charles Leclerc dopo il Gran Premio di Monza vinto dal pilota Ferrari. ”Stare dietro alla Ferrari per così tanti giri mi ha distrutto le gomme – evidenzia Hamilton, terzo al traguardo -. Ma per noi un secondo e un terzo posto resta un buon risultato, un bel bottino di punti per staccare la Ferrari nel campionato costruttori.
Per il sesto titolo iridato? Cerco di fare del mio meglio gara dopo gara. Il mio vantaggio è corposo ma dovrò concentrarmi sulle prossime gare”. Sebastian Vettel è ”molto insoddisfatto’‘. Quattordicesimo al traguardo al Gran Premio di Monza, il tedesco della Ferrari è stato protagonista di un doppio errore alla variante Ascari: prima si è girato, perdendo il posteriore, e pochi istanti più tardi ha rischiato di restare coinvolto in un incidente con Stroll dopo essere rientrato in pista con una manovra pericolosa. ”Non l’ho proprio visto arrivare – si scusa Vettel -, mi si è innescato l’anti-stallo e non ha certo aiutato il fatto di essermi bloccato sul cordolo’‘. Ma Vettel non cerca però alibi: ‘‘Posso essere stato condizionato dal caos nelle qualifiche di ieri? No, ero di buon umore. Non ha avuto alcun impatto”. Al nono posto si è classificata la Alfa Romeo affidata al pilota martinese Antonio Giovinazzi, che ancora una volta ha dimostrato di essere un ottimo pilota e non più una semplice promessa, tornando a far punti , frutto di un’altra grande prestazione in pista. Grande fiducia dopo il suo brutto e sfortunato incidente di Spa in Belgio ed un futuro che sorride al giovane pilota italiano: “Oggi è stata una giornata positiva per l’Italia – ha spiegato Antonio al termine della incredibile gara di Monza – Voglio dedicare i due punti a tutti i tifosi che sono accorsi qui!“.
Per il Sole24Ore lo sport in Puglia è un altro problema da risolvere ROMA – Ancora una volta le ricerche elaborate per il quotidiano economico Il Sole 24 Ore evidenziano i problemi della regione pugliese sullo stato attuale dell’attitudine allo sport. Nella classifica elaborata da PtsClas delle 107 province italiane monitorate, e 32 indicatori presi in considerazione, raggruppati in quattro macro- categorie, la città di Taranto è quintultima in Italia piazzandosi al 102esimo posto con un indice di sportività di 0,368 e 185,2 punti. Lecce è 72esima, con un indice di sportività di 0,695 e 349,9 punti, e Brindisi si è classificata nella posizione numero 69, con un indice di sportività di 0,721 e un punteggio di 362,8. In testa alla classifica Sul podio di quest’anno c’è Trento, con un indice di sportività di 1,987 e 1000 punti, seguita da Trieste con 1,840 e 925,9, e Macerata con 1,653 e 831,6 punti. L’indice di sportività 2019, calcolato dai ricercatori indica che Brindisi, Lecce e Taranto sono ancora distanti dagli standard di altre realtà. Il triangolo delle province jonico-salentine Brindisi, Lecce e Taranto in termini di indice di sportività sono purtroppo sotto la media nazionale, soprattutto se raffrontate con le province del Nord e del Centro, dove si concentrano quelle con un punteggio sopra la media. Dati certamente poco confortanti, sopratutto considerando che nel 2026 Taranto sarà la sede dei Giochi del Mediterraneo , e ospitando tra capoluogo ed i comuni della sua provincia numerose discipline in programma: atletica, badminton, calcio, ciclismo, ginnastica, orienteering, pallacanestro, pallavolo, judo, karate, lotta, pattinaggio, pugilato, scherma, sollevamento pesi, sport equestri, tennis, tennistavolo, tiro con l’arco, tiro a volo, triathlon. Anche Brindisi e le sue province saranno coinvolte per la pallacanestro e il taekwondo , Francavilla Fontana il calcio, e Fasano per la pallamano. A Lecce, il tiro a segno e le partite più importanti di calcio.
I parametri valuti che determinano l’indice di sportività sono oltre un centinaio. Vengono prese in considerazione 50 discipline sportive per le quale i dati fanno riferimento ognuna a società, atleti, risultati, e numerosi aspetti della realtà sociale ed economica del territorio legata allo sport. L’indice di sportività verrà anche utilizzato nell’indagine sulla Qualità della vita 2019 arrivato alla trentesima edizione. Quattro macro-categorie (struttura sportiva, sport di squadra, sport individuali, sport e società) e 32 sotto- indicatori: Analizzando nel dettaglio la classifica dalla prima macro-categoria, cioè le strutture sportive, la città di Brindisi si è classificata 69esima, con un indice di 0,114 e 347,5 punti, due posti in classifica sopra a Lecce, 71esima con 0,110 di indice e un punteggio di 333,8, e Taranto, finita al 95esimo posto con un indice di 0,076 e un punteggio di 230,9. La città Taranto ancora una volta è all’ultimo posto 107esima alla voce “Enti promozione sportiva“, con un indice di 0,161 ed un punteggio di 64,3: Brindisi 94esima (indice: 0,364, punti: 145,7) e Lecce 39esima (indice: 1,088, punti 434,9). Taranto si è classificata 44esima davanti a Brindisi e Lecce (esclusivamente per il tasso di praticabilità sportiva ). Lecce è 46esima con un indice di 0,914 e 649,7 punti; Brindisi 56esima con un indice di 0,849 e 603,3 punti.
Taranto è posizionata al 104esimo posto con 0,014, e 2,7 punti anche nell’indice di attrattività grandi eventi italiani e internazionali,: 95esima posizione in classifica per Lecce, (0,073; 14,1). Meglio Brindisi, 45esima con un indice di 0,821 e 159 punti. Lecce è però la prima delle tre province nella classifica sugli sport di squadra, 41esima (0,305; 391,9), davanti a Brindisi 47esima (0,277; 356,8) e Taranto 98esima (0,066; 84,6) fanalino di coda . La tredicesima edizione della classifica del Il Sole 24 Ore sull’indice di sportività, Brindisi salire di tre posizioni salendo al 69esimo posto (dal 72esimo) , Lecce al 72esimo posto che recupera 11 posizioni dall’83esimo : un bel salto in avanti, e solito fanalino di coda Taranto salire di due posti rispetto ad un anno fa, anche se in realtà ha ben poco da esultare. Lecce per quanto riguarda lo sport di squadra è 41esima (0,305; 391,9), Brindisi è 47esima (0,277; 356,8) e Taranto 98esima (0,066; 84,6). Anche nella classifica sugli sport individuali e sport e società vedono piazzarsi rispettivamente tra le tre province jonico- salentine, Brindisi al 75esimo posto (0,185; 228,5) e 79esima (0,144; 219,1): Lecce è 84esima (0,149; 183,7) e 86esima (0,132; 200,7), mentre Taranto è 88esima (0,143; 176,3) e 103esima (0,083; 126,8). F1: prima vittoria Ferrari del 201. Leclerc sul podio in Belgio La mamma di Antoine Hubert con Leclerc
ROMA – Charles Leclerc conquista la sua prima vittoria in carriera e la prima stagionale per le “Rosse” della Ferrari, ha vinto il Gp del Belgio sul circuito di Spa, 13ma prova del Mondiale di Formula 1 . A 21 anni diventa il più giovane vincitore di sempre per il Cavallino e anche sul circuito delle Ardenne, il terzo più giovane vincitore di un gran premio dietro Verstappen e Vettel. Secondo posto per Lewis Hamilton e terzo per Valtteri Bottas, entrambi su Mercedes. “E’ un sogno che avevo fin da bambino, ma si è realizzato in un week end davvero difficile.Abbiamo perso un amico, voglio dedicare la mia prima vittoria in formula 1 a lui, siamo cresciuti insieme. Non posso godermi a pieno la mia prima vittoria“. Il primo pensiero di Leclerc dopo il trionfo a Spa è rivolto al giovane Antoine Hubert: ed è al pilota francese morto ieri sul circuito belga che il monegasco dedica la vittoria, la sua prima, conquistata al volante della Ferrari. Lewis Hamilton pentacampione del mondo inglese sconfitto ma con onore. Si complimenta ancora una volta col suo giovane rivale: “Ho dato assolutamente tutto quello che avevo, la gara è stata molto difficile, le Ferrari erano troppo veloci in rettilineo, era troppo difficile prenderle. Il 44 è il mio numero fortunato, come quello dei giri qui, ma con un paio di giri in più ce l’avrei fatta. Congratulazioni a Charles, la meritava da tempo e sono contento per lui”. F1: Belgio; 1′ silenzio in pista per ricordare Anthoine Hubert
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