A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"

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A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
A due anni dalla morte di Astori,
la dedica di Francesca: "Tu il mio
unico posto sicuro nel mondo"
ROMA – Una foto in bianco e nero con al centro, c’è lei di spalle,
Francesca Fioretti con in braccio sua figlia Vittoria, che guardano
verso l’orizzonte del mare. Uno scatto fotografico che ha deciso di
pubblicare su Instagram, a due anni dalla scomparsa del suo compagno,
Davide Astori, il calciatore deceduto in seguito ad un arresto
cardiaco. Nella didascalia una frase chiara e toccante: “Tu, il mio
unico posto sicuro nel mondo, per sempre”.
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
Francesca Fioretti che dopo la morte del compagno è sempre stata di
poche parole, non ha aggiunto altro sul social network . All’inizio di
gennaio aveva pubblicato una foto dell’aurora boreale: “Ci hai
trovate”, aveva scritto in quell’occasione alludendo, con ogni
probabilità, al suo amore scomparso. Non trascorre momento senza che
il suo pensiero non vada a Davide Astori.

L’attrice, che nel marzo scorso è tornata a teatro, protagonista dello
spettacolo Lumbs, non ha mai nascosto la sua sofferenza: “Non credevo
di essere così forte. Ho dovuto tirare fuori un’energia e un coraggio
che non sapevo neanche di avere. Il destino mi ha rapinato. Con un
furto mi ha rubato all’improvviso tutto quel che avevo. Penso spesso a
come si sarebbe comportato lui al mio posto, a come avrebbe fatto con
il suo lavoro, al suo possibile addio al calcio. Forse avrebbe fatto
il padre a tempo pieno perché con Vittoria era bravissimo”, lo scorso
anno ad un anno esatto dalla morte del calciatore, avvenuta il 4
marzo del 2018, aveva detto intervistata dal magazine Vanity Fair.

Davide Astori e Francesca Fioretti

Dopo il cedimento iniziale grazie all’aiuto di una psicologa infantile
e soprattutto alla forza che le dona ogni giorno sua figlia, Francesca
aveva bisogno di una guida per gestire il suo rapporto con la figlia,
mentre la sofferenza ridefiniva le sue giornate, le sue priorità, in
parte il suo modo di essere. Adesso ha trovato la forza e sopratutto
il coraggio di ripartire.

“Per molti mesi non ho acceso la tv né ho dormito nella nostra stanza.
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
Mi facevo accompagnare in bagno per lavarmi i denti, temevo di non
essere più in grado di gestire mia figlia, ero terrorizzata dall’idea
di volerle meno bene. Mi ha aiutato una psicologa infantile. Ero in
confusione totale” ‘Se ti fa stare bene‘, mi ha detto, ‘manda via
tutti’. Le ho dato retta. Ho rassicurato parenti e amici, li ho fatti
andare a casa, mi sono isolata e tornando a fare le cose di sempre,
lentamente, ho ricostruito la mia stabilità“.

Francesca sta trovando nel teatro un’ancora di salvezza. Non esclude
la possibilità di innamorarsi di nuovo, anche se al momento le sembra
impossibile. Spera di riuscire a ridere, scherzare, uscire a cena.
Così, un giorno per caso, aveva incontrato quello che sarebbe
diventato il suo compagno. “Anche se ormai ho smesso – dice – di
chiedermi perché sia successo proprio a noi e so che non ci sono
risposte, mi consolo pensando che eravamo felici. Non avevamo
litigato. Non vedevamo l’ora di rivederci. Dopo quella cazzo di
partita ogni cosa avrebbe ripreso il suo corso“.

Ma non è stato facile: “Ognuno attraversa il dolore a modo proprio.
All’inizio, avevo paura di tutto – aveva aggiunto – Mi facevo
accompagnare in bagno per lavarmi i denti, temevo di non essere più in
grado di gestire mia figlia, ero terrorizzata dall’idea di volerle
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
meno bene”.

Francesca si è ritrovata improvvisamente a fronteggiare non soltanto
un dolore indicibile. Lei e Davide Astori non erano sposati e la
burocrazia ha reso ogni cosa più complicata. “Mi sono accadute cose
kafkiane. A poche ore dalla morte di Davide sono state bloccate le
carte di credito in comune, con le quali sostenevamo le spese
familiari, e ho scoperto che per i prossimi 15 anni avrei dovuto avere
a che fare con un giudice tutelare“.

“Io sono stata veramente fortunata – continua il suo racconto a Vanity
Fair – Ho incontrato una donna saggia e illuminata che si è resa conto
del percorso di tutela, del cordone di protezione che avevamo
recintato intorno a Vittoria. Ma se penso che altre donne rischiano di
trovarsi a stretto contatto con una burocrazia complessa o con persone
che potrebbero applicare le regole di una tabella impersonale senza
andare in profondità mi vengono i brividi. Matrimonio non è l’unica
possibile definizione di un’unione”

Adesso Francesca e Vittoria, madre e figlia, stanno cercando insieme
un modo nuovo per continuare ad apprezzare la vita. E da lassù Davide
saprà proteggerle e guidarle con il suo ricordo.
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
Crac Bari Calcio: la procura chiede
il processo per gli ex-
amministratori
BARI – La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato
di bancarotta fraudolenta nei confronti dei sei ex componenti del
Consiglio di amministrazione e amministratori pro-tempore
dell’Associazione sportiva Bari Calcio spa, fallita nel marzo 2014.

Richiesto il processo per l’ex onorevole Antonio Matarrese che è stato
anche presidente Figc, nella sua qualità di vicepresidente vicario del
CdA del Bari dal 2010 al 2011, l’ex parlamentare Salvatore Matarrese,
consigliere della società sportiva dal 2002 al 2011, suo cugino
omonimo, ad dal 2002 al 2010 e consigliere fino al 2011, gli ex
amministratori unici Claudio Garzelli e Francesco Vinella e Domenico
De Bartolomeo, componente del CdA del Bari calcio dal 2008 al 2011 ed
attuale presidente di Confindustria Puglia.
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
Le indagini della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dalla pm
Bruna Manganelli, hanno accertato che gli imputati anziché pagare i
debiti tributari dal 2009 al 2013 , avrebbero pagato gli stipendi dei
calciatori, garantito “tramite pegno” un finanziamento ottenuto dalla
Banca Popolare di Bari per un milione di euro, coperto il saldo dello
scoperto del conto acceso presso lo stesso istituto di credito e
pagato altri debiti per ulteriori 5 milioni di euro, facendo così
crescere i debiti col fisco del 70% arrivando fino a 55 milioni di
euro.

Secondo la Procura di Bari gli indagati pur in presenza di un’ingente
debito con l’Erario, a in seguito vrebbero “posto in essere molteplici
condotte depauperative del patrimonio societario in favore della
società controllante “Salvatore Matarrese srl“ e della «Servizi
sportivi srl» (coordinatrice dell’attività di marketing e
merchandising del marchio «A.S. Bari S.p.A.») quantificate in
ulteriori 12,5 milioni di euro, causando un indebitamento che ha
aggravato in modo irreversibile lo stato di dissesto della società
calcistica, destinandola così al fallimento”.

La Procura contesta ad alcuni degli indagati, tra i quali gli ex
parlamentari Salvatore e Antonio Matarrese e De Bartolomeo,     il
concorso nella bancarotta per condotte omissive, per non aver cioè
impedito l’evento-fallimento nonostante fossero a conoscenza della
situazione debitoria.

L'ex calciatore barese Antonio
Cassano perde la causa contro il
fisco in Cassazione
ROMA – La Suprema Corte di Cassazione ha dato ragione all’Agenzia
delle Entrate che ha vinto un ricorso contro Antonio Cassano l’ex
bomber di Bari Vecchia,      per 263 mila euro “sottratti” al fisco
quando l’attaccante giocava nella Roma accanto a Totti.
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
Si trattava di fringe benefit in favore del suo procuratore per
prestazioni rese in favore di Cassano. Ma secondo i giudici tributari
pugliesi, vi erano forti “perplessità” sul fatto che la somma dovesse
essere tassata. La sezione tributaria civile della Cassazione non ha
avuto dubbi: quella cifra rientrava tra i compensi di Cassano ed era
quindi   soggetta a tassazione, ed     annullando senza rinvio i due
verdetti di merito della commissione tributaria regionale della Puglia
che nel 2012 aveva dato ragione al giocatore, ha dato definitivamente
il via libera al pieno corso delle cartelle esattoriali.

Secondo la commissione tributaria pugliese vi erano i presupposti
“legittimanti l’esenzione dalle sanzioni amministrative” in favore del
contribuente, “nell’ipotesi di condizioni di incertezza, relative alla
portata e all’ambito di applicazione delle disposizioni disciplinanti
l’individuazione del presupposto di imposta”. Una decisione che non è
stata condivisa dalla Cassazione che ha accolto il ricorso
dell’Agenzia delle Entrate e pertanto la sentenza pugliese impugnata
dal Fisco deve essere annullata

Antonio Cassano aveva già avuto problemi con il fisco ai tempi in cui
giocava in Spagna con il Real Madrid.
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
Il "mito" del basket Kobe Bryant,
muore per incidente in elicottero

                     ROMA – L’elicottero che trasportava Kobe Bryant
e sua figlia Gianna Maria Onore grande promessa della pallacanestro,
era un Sikorsky S-7 bi-turbina prodotto nel 1991, un modello
utilizzato anche in ambito governativo e militare. Ha volato per lo
Stato dell’Illinois fino al 2015 poi è stato venduto. L’elicottero era
partito alle 9:06 dall’aeroporto John Wayne di Orange County,e si è
schiantato poco più di 40’ dopo nella zona di Calabasas, a ovest di
Los Angeles, dopo essere salito intanto a oltre 609 metri di quota, e
dopo aver sorvolato la città si è schiantato su una collina alta circa
420 metri, secondo i dati di Flightradar24.

Secondo i testimoni poco prima di precipitare alle 10 del mattino,
sulle colline vicine a Los Angeles uno dei motori avrebbe emesso uno
strano suono, anche se al momento la dinamica è ancora poco chiara e
l’ultima parola l’avranno gli esperti dell’NTSB, l’ente americano che
indaga sugli incidenti nel trasporto. Tra le altre cose, esamineranno
la storia del pilota, i registri di manutenzione dell’elicottero, i
registri del proprietario e dell’operatore, come ha spiegato in una
conferenza stampa Jennifer Homendy membro del consiglio di
amministrazione della NTSB .
A due anni dalla morte di Astori, la dedica di Francesca: "Tu il mio unico posto sicuro nel mondo"
L’elicottero di Bryant Kobe il
cui soprannome era ‘Black Mamba’ quando ha colpito il suolo, stava
volando a circa 160 nodi (296 km/h) e scendendo a una velocità di
oltre 1219 metri al minuto. Kobe era diretto a Thousands Oaks,
California, dove il Mamba avrebbe dovuto allenare una partita della
squadra della figlia nella Mamba Cup un torneo con squadre maschili e
femminili organizzato dalla sua Mamba Sports Academy, un progetto
legato al basket della carriera post Nba del 41enne.Kurt Deetz, un
pilota che faceva volare Bryant sul suo elicottero

“La probabilità di un guasto del motore gemello su quell’aeromobile?
Semplicemente non accade”, ha detto al Los Angeles Times. Il Consiglio
nazionale per la sicurezza dei trasporti, infine, in genere pubblica
entro 10 giorni un rapporto preliminare che fornirà un sommario
approssimativo di ciò che gli investigatori hanno appreso. Ma una
rapporto completo sulla causa dell’incidente può richiedere un anno o
più.

Anche se le autorità non hanno diffuso i nomi delle vittime, è
confermata la presenza a bordo dell’elicottero di John Altobelli,
coach di baseball all’Orange Coast College. Altobelli era a bordo con
la moglie Keri e la loro figlia Alyssa, 13enne compagna di squadra di
Gianna Bryant, secondo quanto riferito dalla famiglia del coach.
Nell’incidente, oltre al pilota dell’elicottero che resta ancora senza
nome, è morta anche Christina Mauser, assistant coach di Kobe nella
squadra della figlia, come ha confermato il marito sui social network.
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Le condizioni meteo non erano ottimali a causa della nebbia: la
polizia locale aveva infatti non aveva fatto alzare in volo i propri
elicotteri. La nebbia, come hanno confermato alcune fonti sentite
dall’ agenzia di stampa americana AP-Associated Press, riduce la
visibilità e potrebbe aver disorientato il pilota.

                                 Secondo     il     database
specializzato Aviation Safety Net Quello di ieri è il 43esimo
esemplare precipitato . Nel 2017 – ultimo anno disponibile –
l’International Helicopter Safety Team analizzando i dati di 49 Paesi
(compresi quelli europei) calcola che gli incidenti, in totale, sono
stati 239 e i morti 44, di questi 121 schianti (poco più della metà di
quelli complessivi) e 20 vittime si sono registrati negli Stati Uniti.

L’ufficio del coroner della contea di Los Angeles ha annunciato che
per il recupero dei corpi potrebbero volerci dei giorni, perché i
resti dell’elicottero su cui viaggiava Kobe si trovano in una zona
remota. Quando i primi soccorritori sono arrivati, hanno trovato
detriti sparsi in un’area grande un quarto di acro avvolti tra le
fiamme di un incendio innescato dallo schianto. All’indagine, come da
prassi in questi casi, sta partecipando anche l’Fbi.

                                            Le autorità domenica sera
hanno isolato la zona. Il medico legale della contea di Los Angeles,
il dott. Jonathan Lucas, ha affermato che il terreno accidentato ha
complicato gli sforzi per recuperare i resti di Kobe Bryant, della
figlia Gianna e delle altre sette persone a bordo dell’elicottero
schiantatosi ieri nei pressi della metropoli californiana. Il medico
stimato in almeno un paio di giorni il tempo necessario completare
l’attività prima di poter effettuare le identificazioni dei corpi.

La tragica scomparsa della star dell’NBA ha sconvolto tutto il mondo
dello sport e non solo. Molti gli atleti che sui propri social hanno
voluto lasciare un messaggio per ricordare Black Mamba. “Profondamente
triste nell’apprendere la straziante notizia della morte di Kobe
Bryant e di sua figlia Gianna”. Dopo il suo ritiro, i Lakers avevano
ritirato entrambe le maglie usate da Kobe Bryant, la 8 e la 24, un
onore mai riservato ad altri giocatori della franchigia californiana

Anche la stella della Juventus Cristiano Ronaldo si è unito al
cordoglio per la morte del campione statunitense, scomparso
tragicamente in un incidente in elicottero. “Era una vera leggenda e
fonte d’ispirazione per tante persone. Mando le mie condoglianze alla
famiglia, agli amici e alle famiglie di tutti coloro che hanno perso
la vita nell’incidente – ha scritto l’attaccante portoghese in un post
su Instagram – Rip Leggenda”.

Kobe Bryant

Kobe Bryant    ex giocatore da meno di quattro, ritiratosi a 41 anni,
nell’estate del 2016, è stato uno dei più grandi assi della storia Nba
La stella dei Lakers lascia la moglie Vanessa Bryant e le altre tre
figlie: Natalia, Bianca e Capri Bryant (nata qualche mese fa). Kobe è
ampiamente considerato uno dei più grandi giocatori NBA di tutti i
tempi. Figlio d’arte, prima di impressionare tutto il mondo, era
cresciuto cestisticamente in Italia. Dai 6 ai 13 anni, seguendo il
padre, Joe Bryant, nei suoi trasferimenti e impara subito la nostra
lingua.

Tra il 1984 e il 1991, gli appassionati di basket di Rieti e Reggio
Calabria, ma anche di Pistoia e Reggio Emilia hanno avuto modo di
vedere seduto sulle tribune il piccolo Kobe. Ha stoffa da vendere. E
lo si capisce ben presto: al rientro negli Usa, frequenta la high
school e conquista il titolo statale con la Lower Merion High School,
vicino a Philadelfia, la sua città natale. Kobe ornava spesso in
Italia, aveva un legame speciale con Ettore Messina che nel 2011 era
andato nello staff degli allenatori dei Lakers e ricordava ieri come
con lui Kobe fosse tanto accogliente da parlare soprattutto in
italiano.

Da giovanissimo Kobe Bryant , ancora, neanche 18enne, muove i primi
passi in Nba. La scelta è degli Charlotte Hornets col numero 13
assoluto, ma Bryant viene girato ai Los Angeles Lakers. Una franchigia
che non lascerà mai, dopo vent’anni di carriera, tra il 1996 e il
2016. Nella sua carriera anche la vittoria di una statuetta agli
Oscar per ‘Dear Basketball’, miglior cortometraggio d’animazione, due
anni fa, sulla sua lettera strappalacrime con cui aveva annunciato il
ritiro al basket.

Kobe aveva partecipato a 18 All-Star Game, durante i suoi 20 anni di
carriera con i Lakers. È stata la 18esima scelta del primo turno nel
Draft del 1996. Ha vinto 5 campionati NBA, 2 MVP finali NBA ed è stato
l’MVP della Regular Season del 2008. È stato incluso in 15 All-Star
Team, in 12 squadre All-Defensive Team e ha guidato il campionato NBA
per numero di punti segnati, per due stagioni. È stato il quarto
marcatore di sempre nella storia NBA.

Colpiva anche la sua rara fedeltà a una stessa maglia che, nella Nba,
non è più merce diffusa: vent’anni coi Lakers, fino a identificarsi
come simbolo della stessa squadra gialloviola, uno dei club più
fascinosi della lega basket americana. Teneva anche alla nazionale e
ne trasse due medaglie d’oro olimpiche con gli Stati Uniti (Pechino
2008 e Londra 2016), che segnarono un apogeo d’autentica felicità. Da
americano di mondo, conosceva non solo gli Stati Uniti, ma il pianeta,
e tutto il suo sport.

Kobe Bryant e la sua famiglia

Los Angeles ieri   si è come paralizzata dall’improvvisa morte di una
delle sue star più amate. Lo Staples Center, la casa dei Lakers, stava
ospitando i Grammy’s (gli oscar della musica) : all’interno i numeri 8
e 24, quelli ritirati in onore di Kobe, sono stati immediatamente
coperti con un drappo nero, mentre all’esterno migliaia di fan si sono
radunati per rendere omaggio alla leggenda gialloviola in un memoriale
improvvisato. La casa di Lakers e Clippers sono stati l’epicentro del
ricordo di Kobe, ma non l’unico: tutta la città ha reso omaggio ad una
leggenda che, anche se aveva smesso di giocare, era rimasta un
simbolo.

Fca-Psa: è nato il quarto gruppo
automobilistico mondiale. Elkann
alla presidenza, Tavares ceo
ROMA – E’ arrivato l’annuncio ufficiale della fusione Fca (Fiat-
Chrysler) -Psa (Peugeot-Citroen) , unione tra i due gruppi dell’auto,
per creare un campione europeo secondo solo alla tedesca Volkswagen e
quarto nella classifica mondiale dei produttori , e terzo se si pensa
al fatturato (come evidenziano le società). L’accordo sarà chiuso nel
giro di dodici quindici-mesi.

La nuova sede del gruppo sarà in Olanda e metterà insieme Fiat e
Chrysler, Peugeot e Citroën – solo per citare alcuni dei marchi in
portafoglio. Resta confermata la tripla quotazione: le azioni
scambieranno sul circuito Euronext di Parigi, sulla Borsa Italiana di
Milano e al New York Stock Exchange, ovvero Wall Street. Così come
messo nero su bianco l’impegno a non chiudere stabilimenti, pur
ricercando risparmi e sinergie importanti. Positiva la reazione del
mercato all’ufficializzazione.
Il nuovo gruppo da 170
miliardi. I dettagli sono arrivati prima dell’apertura dei mercati,
nella giornata di mercoledì, con una comunicazione che conferma quel
che era via via emerso in questi mesi di trattative. Per Fiat Chrysler
si tratta del coronamento di un percorso avviato dall’indimenticato
Sergio Marchionne, che giudicava ineluttabili le fusioni nel mondo
automobilistico (sognava la General Motors) per affrontare le sfide
della concorrenza e delle nuove tecnologie.

Nella nota congiunta si fa riferimento alla sfida della “mobilità
sostenibile” come primo obiettivo del nuovo gruppo. Sarà una realtà da
quasi 9 milioni di veicoli, con ricavi di quasi 170 miliardi di euro,
un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi e un margine
operativo del 6,6%. “Il nuovo gruppo avrà una presenza geografica
molto più bilanciata“, spiegano le società, “con il 46% dei ricavi
generati in Europa e il 43% in Nord America“.

 “Senza chiudere stabilimenti” risparmi per 3,7 miliardi. Unire le
forze significa condividere le piattaforme dei veicoli, generare
“sinergie” – come si suol dire nel mondo aziendale – e in sintesi
risparmiare. Le società quantificano questi risparmi. Quelli
“associati alle tecnologie, ai prodotti e alle piattaforme”
rappresenteranno “il 40% circa dei 3,7 miliardi di euro di sinergie
annuali a regime, mentre i risparmi relativi agli acquisti – che
beneficeranno principalmente delle economie di scala e degli
allineamenti al miglior prezzo – rappresenteranno un ulteriore 40% di
tali sinergie“, spiegano le società. La parte restante di tagli alle
spese verrà da marketing, amministrazione, spese generali.

Generarle comporterà un costo, ma solo per una volta, di 2,8 miliardi.
Chiaro il disegno di impiego delle risorse recuperate grazie
all’unione delle forze: “Tali sinergie consentiranno al nuovo gruppo
di investire fortemente nelle tecnologie e nei servizi che definiranno
la mobilità in futuro, contribuendo al raggiungimento degli stringenti
requisiti normativi globali sulle emissioni di CO2“.

“Queste stime di sinergie non prevedono alcuna chiusura di
stabilimenti in conseguenza dell’operazione“, mette nero su bianco il
comunicato rispondendo alle preoccupazioni di molti, dai sindacati
alla politica. Concetto ribadito da Mike Minley e Carlos Tavares,
guide dei due gruppi: l’ad di Fca ha insistito sul fatto che la grande
maggioranza delle sinergie realizzate con le nozze tra i due gruppi
“non riguarda il personale“.

Da parte sua, Tavares ha insistito su un punto “molto importante“:
questa operazione “viene realizzata da due gruppi che sono in ottima
forma. Non facciamo una fusione in un contesto di crisi o in una
situazione difficile per le due compagnie“, ma perché “sappiamo” che
servirà ad essere più forti rispetto alle sfide del futuro.

Nuovo cda a 11 membri, entrano i lavoratori. Al governo del nuovo
gruppo ci sarà un consiglio di amministrazione da undici membri, “la
maggioranza dei quali indipendenti”. Cinque saranno in quota Fca-Exor
(con il presidente John Elkann che prenderà la carica di presidente
anche del nuovo gruppo) e cinque in quota francese (con il vice
presidente e il “senior non-executive director“). Spiega la nota: “Al
perfezionamento dell’operazione il Consiglio includerà due membri in
rappresentanza dei lavoratori di Fca e di Groupe Psa“, con una mossa
alla tedesca ufficializzata a pochi giorni dal raggiungimento
dell’accordo negli Usa con il sindacato Uaw. “Carlos Tavares sarà
Chief Executive Officer, oltre che membro del Consiglio di
Amministrazione, per un mandato iniziale di cinque anni”, aggiunge la
nota che di fatto garantisce la guida dell’azienda per il prossimo
futuro.

Nuoto, nuovo record per la 14enne
"prodigio" Benedetta Pilato
ROMA – “Ogni viaggio inizia da un singolo passo, o magari da una
bracciata“. Benedetta Pilato ha festeggiato così su Instagram insieme
ai suoi 50mila followers la medaglia d’oro nei 50 rana agli Europei di
Glasow. Con 29″32 la quattordicenne di Taranto ha stabilito il nuovo
il nuovo record mondiale juniores. Un altro trionfo per la giovane
prodigio che la scorsa estate, al suo debutto in un campionato
mondiale, ha battuto il primato di precocità Federica Pellegrini.

Non sorprende che vinca, perché una che arriva seconda al mondo dietro
ad un’americana, in Europa è destinata a stravincere Sorprende però
che Benedetta Pilato a dispetto dei suoi nemmeno 15 anni (che compirà
il prossimo 18 gennaio) sia così serenamente piena di grinta,
diventando la più giovane di sempre a vincere un oro in vasca corta.

                                          La quattordicenne tarantina,
costretta ad allenarsi a Pulsano in una piscina da 25 metri dopo aver
finito i compiti di seconda liceo scientifico con informatica e senza
latino (ha la media dell’otto), sta polverizzando tutti i record da
quando è entrata in vasca con la cuffia della nazionale azzurra.
Argento ai Mondiali di Gwangju, sedici centesimi dietro alla
ventiduenne americana Lilly King, continua a migliorare le sue
prestazioni ogni volta che fa una gara. A Genova, per esempio, ha
strappato a quest’ultima il record italiano in vasca corta con 29”41,
migliorandolo ancora mercoledì a Glasgow con 29”32.

Dice Benny: “Sono super contenta. Volevo fare bene. Volevo ringraziare
tutti, sono scoppiata a piangere appena sono arrivata qui. Cercherò di
non piangere. Oggi rispetto a Gwangju ero più tesa, come se dovessi
dimostrare qualcosa a qualcuno, però mi sono resa conto che in realtà
devo continuare a fare questo sport come divertimento e quindi basta
adesso la vedo con più tranquillità”.
A Glagow lei ha migliorato
i suoi tempi, portando il record italiano a 29.32, dal 29.41 che già
era il suo. “E’ bellissima” dice carezzando la medaglia; “forse perché
è la prima” ed aggiunge “Spero di molte altre”.

Benedetta vive con mamma e papà a Talsano, alle porte di Taranto, e si
allena sotto il controllo del suo allenatore,      Vito D’Onghia, che
considera come un fratello maggiore. Prepara biscotti e ciambelloni
che rifila al padre, esce con le compagne di classe il sabato sera e
manifesta per l’ambiente nei venerdì di #FridaysForFuture.

“Benedetta Pilato ha già ottenuto un risultato internazionale di
prestigio, è riconosciuta come un talento. È una rarità, una stella
che brilla: ripropone qualunque cosa le fai vedere, con velocità
incredibile“, dice Marco Pacifico, che nel Centro di Psicologia
integrata per il benessere di Roma segue altri atleti in gara in
questi giorni a Glasgow.

Corriere dello Sport titola in
prima pagina "Black Friday". Roma e
Milan vietano l'accesso ai
giornalisti del giornale sportivo
romano ai centro sportivo
ROMA – Il razzismo dilaga nel mondo del calcio, ed incredibilmente
pochi giorni dopo la lettera aperta indirizzata “a chi ama il calcio”
sottoscritta dai 20 club calcistici di Serie A che si si sono
schierati attivamente per lanciare un messaggio forte, ha suscitato
molteplici proteste e polemiche la prima pagina di oggi del Corriere
dello Sport.

                                        Il quotidiano sportivo romano
ha aperto la sua edizione con la foto di Lukaku e Smalling, ex
compagni al Manchester United ed ad esso protagonisti della prossima
partita   fra Inter e Roma che si terrà domani venerdì sera, ha
titolato”Black Friday”, facendo riferimento al colore della pelle dei
due calciatori, giocando anche sul nome dell’iniziativa commerciale
per gli acquisti a prezzi scontati.

Una scelta giornalistica che quasi nessuno ha apprezzato e non a caso
sui social si è alzato subito un vibrante oceano di protesta contro il
giornale sportivo diretto da Ivan Zazzaroni, Nell’editoriale si
specifica subito il significato del titolo: “Alla faccia degli scemi
che fanno “buu”, domani tutti dovremmo fare “ooh””, ma tutto ciò non è
bastato a fermare lo sdegno e le proteste della rete dove è scoppiata
immediatamente la polemica, ed il titolo fuoriluogo e vergognoso del
CORRIERE DELLO SPORT, è stato riportato con dure critiche da numerosi
siti online stranieri, tra i quali i popolarissimi quotidiani Daily
Mail, Guardian e che la BBC ha pubblicato in home page, facendo
divampare la protesta e provocando attacchi velenosi dall’estero e
dall’Inghilterra, nei confronti del calcio italiano.

Smalling e Lukaku: ”Titolo sbagliato”
Hanno preso posizione anche
Smalling e Lukaku, i due giocatori pubblicati in sulla prima pagina
del quotidiano sportivo romano. Il difensore della Roma Smalling su
Twitter ha scritto : “Avrei voluto passare la giornata concentrandomi
sulla partita di domani, e devo confessare che quel che è avvenuto
stamattina è stato sbagliato e altamente insensibile. Spero che i
responsabili coinvolti nella redazione di questo titolo si prendano la
responsabilità e capiscano il potere che hanno attraverso le parole, e
l’impatto che queste parole possono avere”. Secondo Lukaku quello del
Corriere dello Sport è “il titolo più stupido che io abbia mai visto
nella mia carriera, dovreste fare un lavoro migliore“.

Anche l’Inter ha preso posizione sull’episodio lanciando un messaggio
contro il razzismo: “Il calcio è passione, cultura e fratellanza.
Siamo e saremo sempre contro ogni forma discriminazione”, scrive il
club milanese che ha preferito non citare il Corriere dello Sport solo
per per non dare ulteriore visibilità ad una prima pagina considerata
di pessimo gusto.

Roma e Milan vietano accesso ai centri sportivi a
giornalisti del Corriere dello Sport
La Roma ha preso subito posizione, ed ha
twittato dal suo canale inglese contro la prima pagina del giornale:
“No one, absolutely nobody. Not a single soul”         cioè “Nessuno.
Assolutamente nessuno. Non anima viva. Il titolista del Corriere dello
Sport“, con riferimento a coloro che avrebbero scritto o solamente
pensato a quell’apertura in un momento delicato come questo su un tema
del genere.

In serata la Roma ed il Milan hanno diramato una nota in cui hanno
reso noto la decisione di negare l’accesso ai rispettivi centri
sportivi ai giornalisti del Corriere dello Sport “per il resto
dell’anno e hanno stabilito che i rispettivi giocatori non svolgeranno
alcuna attività mediatica con il giornale durante questo periodo.
Entrambi i club sono consapevoli che comunque l’articolo di giornale
associato al titolo “Black Friday” contenga un messaggio antirazzista
ed è questa la ragione per la quale sarà vietato l’accesso al Corriere
dello Sport solo fino a gennaio“.

Zazzaroni: ”Piattaforme digitali? Direi pattumiere”

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha ulteriormente
difeso la sua scelta con un nota pubblicata sul sito del giornale:
“Piattaforme digitali? Direi pattumiere. Truccate da rancori nobili.
Sdegno a buon mercato. Un bel pensiero al giorno toglie il medico di
torno. Eserciti di benpensanti di questi tempi affollano il web per
tingersi di bianco le loro anime belle. Individuato il razzista di
turno, vai, due colpi alla tastiera e via la macchia, ti senti un uomo
migliore in un mondo migliore. Bianchi, neri, gialli. Negare la
differenza è il tipico macroscopico inciampo del razzismo degli
antirazzismi. La suburra mentale dei moralisti della domenica, quando
anche giovedì è domenica. “Black Friday“, per chi vuole e può capirlo,
era ed è solo l’elogio della differenza, l’orgoglio della differenza,
la ricchezza magnifica della differenza. Se non lo capisci è perché
non ce la fai o perché ci fai. Un titolo innocente, peraltro
perfettamente argomentato da Roberto Perrone, viene trasformato in
veleno da chi il veleno ce l’ha dentro“.

Arbitro donna aggredita nel 2014.
L'Aia le ritira la tessera. Ma non
si vergognano ?
ROMA – Una decisione a dir
poco “vergognosa” ed allucinante quella della Commissione disciplinare
umbra dell’Associazione Italiana Arbitri nei confronti di Elena
Proietti, attuale assessore allo sport di Terni: “niente più tessera
dell’Aia” . La Proietti era stata aggredita nel 2014       durante la
partita di Prima Categoria giocata fra le squadre del Real Quadrelli
ed il Trevana.

La Proietti allora direttrice di gara nel tentativo di mettere fine ad
una rissa in campo, si beccò un pungo che le causò danni permanenti a
un occhio e a un orecchio. Lo scorso novembre l’arbitro aveva
attaccato pubblicamente l’Aia, accusando l’Associazione di averla
abbandonata.
La decisione della Commissione disciplinare, fu quella di punire
l’arbitro umbro per “aver parlato ai media senza chiedere alcuna
autorizzazione all’Aia“. La Proietti però non ci sta e replica: “Ecco
l’epilogo di questa tragicomica vicenda –       scrive l’assessore su
Facebook – in cui chi subisce una violenza non né può neanche parlare
né denunciare pubblicamente. Dopo 15 anni di onorato servizio mi viene
ritirata la tessera perché ho cercato di sensibilizzare l’opinione
pubblica contro la violenza sugli arbitri. Ad maiora“.

Il punto di vista della Commissione disciplinare invece è differente :
“L’Aia fece quanto in suo potere per assistere la vittima. Non appare
affatto credibile la versione dell’episodio fornita dall’associata ai
mezzi di informazione” spiega la nota ufficiale. Per l’Associazione,
Elena Proietti parlò ai media per farsi pubblicità: “Tenuto conto che
le dichiarazioni sono state rilasciate a distanza di ben quattro anni
dall’episodio – motiva la Commissione – il comportamento tenuto
nell’intera vicenda dall’associata appare alquanto strumentale,
dettato da fini personali e politici approfittando, nella circostanza,
della discussione in atto relativamente ad un grave episodio di
violenza accaduto nel corso di una gara del campionato di Promozione
laziale“.

AIA_umbria

Una giustificazione ridicola considerato che la Proietti si è
candidata nelle liste di Fratelli d’ Italia in Umbria e non nel Lazio,
e quindi non si comprende quale sarebbe stato lo scopo strumentale.
Il nostro verdetto ? L’ AIA deve solo     vergognarsi , come anche i
magistrati che hanno archiviato per       ben due volte la denuncia
presentata dalla Proietti. Chissà come     avrebbero giudicato, se il
pugno in faccia se lo fosse beccato una   loro collega-magistrato ? Ai
posteri la facile sentenza
Arrestato il poliziotto della
Postale "stalker" del calciatore
Fabio Quagliarella
di Francesca Laura Mazzeo

ROMA – I militari dell’ Arma dei Carabinieri di Santa Maria Capua
Vetere, nel tardo pomeriggio di ieri, affiancata dalla Polizia di
Stato di Castellammare di Stabia ha dato esecuzione all’ordine per la
carcerazione nei confronti di Raffaele Piccolo, di 54 anni,
appartenente alla Polizia di Stato, e sospeso dal servizio, ritenuto
responsabile di atti persecutori, calunnia e sostituzione di persona,
il quale dovrà scontare la pena di 4 anni e 6 mesi

I reati contestati al poliziotto finito in carcere, sono stati svolti
in un arco di tempo intercorrente tra il 2006 ed il 2010, ai danni di
numerosissimi imprenditori e professionisti, tra il calciatore ex
Napoli Fabio Quagliarella e di Guido Lembo, gestore della taverna
“Anema e Core” di Capri. Le lunghe indagini di polizia giudiziaria,
condotte dalla squadra investigativa del Commissariato di Polizia di
Castellammare di Stabia, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata,
hanno reso possibile di documentare le responsabilità del Piccolo –
appartenente alla polizia e sospeso da tempo dal servizio – che per
anni, fingendosi amico delle vittime, le ha perseguitate con lettere e
messaggi anonimi contenenti false accuse di pedofilia e di collusioni
con la criminalità organizzata.
Il calciatore Fabio Quagliarella in tribunale a Torre Annunziata

Fabio Quagliarella, costituitosi parte civile assisitito dall’avvocato
Gennaro Bartolino, nel corso della sua deposizione in aula presso il
Tribunale di Torre Annunziata dichiarò che le lettere anonime inviate
da Raffaele Piccolo alla società di De Laurentiis, furono uno dei
motivi della sua cessione dal Napoli alla Juventus.
Lo scorso 26 settembre la Corte di Cassazione aveva respinto il
ricorso dei legali di Raffaele Piccolo, poliziotto stabiese in
servizio presso la Polizia Postale , dichiarando la prescrizione solo
per un solo episodio. Gli ermellini della Suprema Corte hanno
confermato la condanna a 4 anni e mezzo di reclusione già emessa dai
giudici di primo grado e dell’appello.
Piccolo era finito a processo con le accuse di calunnia e atti
persecutori nei confronti di una decina di vittime fra i quali diversi
professionisti di Castellammare di Stabia, l’artista caprese Guido
Lembo e il calciatore Fabio Quagliarella, in quel periodo della sua
carriera tra Sampdoria, Udinese e Napoli, ed anche in Nazionale.

Calcio: dal vivaio del Bari, in 10
nella selezione Lega Pro
ROMA – Dopo il fallimento del club guidato da Cosmo Giancaspro, il
settore giovanile del Bari, rifondato inizia ad inanellare i primi
riconoscimenti. La società presieduta da Luigi De Laurentiis ha ben
dieci giovani del vivaio convocati nelle rappresentative di categoria
della Lega Pro, allenati dai tecnici Alfieri, Anaclerio e Doudou , per
i raduni che si svolgeranno a Roma dall’8 al 10 ottobre.

Nella rappresentativa Under 17 ci saranno Davide Avella e Giovanni
Mercurio, considerato un vero e proprio talento a livello nazionale
tra i giovani nati nel 2003; nella Under 16 Federico Fioretti,
Domenico D’Achille, Giuseppe Montrone, Daniele Hysaj e Giulio
Mangialardo; nella Under 15 Claudio Turi, Donatello Leone e Samuele
Mari.

Un buon esempio quello del Bari di De Laurentis che andrebbe seguito
da quelle società che vogliono realmente fare calcio seriamente, con
una gestione societaria sana e solida, e senza dissanguarsi e finire
nelle mani dei “mercenari” del calcio.

Singapore. Formula 1, doppietta
Ferrari. Vettel ritorna a vincere
Leclerc secondo
ROMA –                                              Alla super Ferrari
delle ultime settimane mancava soltanto la doppietta: la prima
dell’anno, ma anche la prima in assoluto nella storia del circuito
cittadino di Marina Bay è arrivata nel Gp di Singapore dove finalmente
Sebastian Vettel è tornato sul podio e ha ritrovato il sorriso del
vincitore. Charles Leclerc avrà perso il sorriso ma è arrivato al
secondo posto ed alla fine ha esultato nel nome del team.

Un esito insperato per Maranello su una pista che sulla carta non era
favorevole alle rosse. Ma gli aggiornamenti aerodinamici sulle SF90
(muso, ala posteriore, fondo e diffusore) si sono rivelati più che
funzionanti già dalle qualifiche.

                                           Sul podio è salito anche
Verstappen piazzatosi al terzo posto, mentre la coppia Mercedes deve
accontentarsi di un piazzamento utile per la classifica (Hamilton 4°,
Bottas 5°), grigio per come è maturato, senza un solo attacco ai tre
davanti.

La gara è cominciata con Leclerc partito in pole position, partito
subito in testa a dettare un ritmo blando per far durare di più le
gomme e risparmiare benzina. Hamilton, Vettel e Verstappen,
esattamente nell’ordine in cui hanno preso il via, si adeguano. Il
solo Vettel ha provato a fare un un paio di tentativi sul pilota
inglese leader del Mondiale, ma poi si tranquillizza.
La gara intervallata da ben tre safety car, finisce con i due piloti
della Rossa in trionfo e con il team principal Mattia Binotto corso
subito a consolare Leclerc quando è sotto il traguardo: “Bravo ora
festeggia sul podio, poi parleremo“. Poi, quando il suo ragazzo d’oro
si è calmato, spiega: “Il desiderio di Charles è fondamentale. Giusto
che sia così, giusto che lo voglia. Però a volte ci sono delle
condizioni in cui al muretto non si può avere una visione d’insieme
completa. Gestiremo e capiremo il perché delle scelte con lui, ma
credo che siano abbastanza scontate. Abbiamo sentito più di una volta
Charles in radio sorpreso dal sorpasso di Sebastian, però credo che
sia stata una scelta giusta. In quel momento sapevamo che Verstappen
era pronto a fermarsi e dovevamo proteggere la posizione di Seb. Non
solo, quella per Vettel era l’unica opportunità di superare Hamilton.
In più, se non lo fermavamo in quel momento, poi forse il giro dopo la
squadra non sarebbe stata pronta per accogliere lo stesso Leclerc.
Vettel è stato bravissimo nel suo giro di uscita“.

Alla fine, nelle parole dei protagonisti, prevale il bene della
squadra, ma di certo il 21enne pilota monegasco, rivelazione della
stagione, pregustava il terzo successo consecutivo e fatica non poco
a digerire la tattica che lo ha sacrificato dopo quasi mezza gara
trascorsa tranquillamente in testa. Per Vettel è il primo successo
stagionale, il 14° in Ferrari e il 53° della carriera.
La svolta della gara è
arrivata al momento dei “pit stop”. La Ferrari ha chiamato ai box
prima Vettel, che sa sfruttare l’occasione. Il pilota tedesco spinge
al massimo al primo giro con gomme nuove e finisce per superare il
compagno di squadra. Che si infuria e via radio non le manda a dire:
“Proverò ad attaccare Seb, datemi tutta la potenza necessaria. Poi mi
spiegherete questa strategia“. Dal muretto il team tenta di calmarlo:
“Dobbiamo risparmiare la power unit, porta a casa la macchina senza
fare danni“. Sin troppo chiara e dura la replica: “Non sono stupido“.

Un po’ amareggiato Charles Leclerc per un primo posto sfuggito nei
confronti del compagno di scuderia Sebastian Vettel, alla sua prima
vittoria stagionale, la quinta a Singapore. “È sempre difficile
perdere il primo posto in questo modo”, ha commentato il monegasco.
“Ma sono comunque contento per la doppietta del team. Siamo arrivati
qui con la speranza di salire sul podio e sono felice. Sono deluso da
parte mia, ma reagirò ancora più forte“.

                                           Non è soddisfatto del
quarto posto nel GP di Singapore Lewis Hamilton. Troppo veloci le
Ferrari durante tutto il weekend per cercare il primo posto, specie in
una pista dove i sorpassi sono quasi proibiti. E non solo, perché
anche la Red Bull di Max Verstappen è finita davanti alle due
Mercedes.”Non è stato il fine settimana che volevamo“, ha ammesso
Hamilton dopo la gara. “Charles era scatenato nonostante avessimo il
ritmo gara oggi. Dall’inizio ho spinto forte e le gomme mi davano
ritmo, ma dopo alcuni giri hanno iniziato a scendere molto
velocemente. Stasera abbiamo commesso alcuni errori, ma in questa
squadra vinciamo e perdiamo insieme“.

Un momento speciale per l’Italia. Il pugliese Antonio Giovinazzi su
Alfa Romeo è andato per la prima volta nella carriera in testa a un GP
. Il suo “sogno” è durato fino al 31° passaggio, quando il pilota di
Martina Franca, non ha potuto opporre resistenza alla Ferrari di
Vettel che così è andato in testa alla gara.      L’ultimo italiano a
trovarsi in testa a un Gp era stato Giancarlo Fisichella , dieci anni
fa, nel 2009 in Belgio.

F1 trionfo italiano a Monza.
Ferrari sul podio con uno
strepitoso Leclerc
MONZA – Charles Leclerc il ragazzo-pilota monegasco di 21 anni ha
vinto ancora salendo sopra la marea rossa, sul podio di Monza, e si è
preso tutto in poco più di sei mesi , l’amore del popolo, la scuderia
della Ferrari che rivede in lui probabilmente un futuro più roseo . Il
monegasco questa volta può urlare in team radio tutta la sua gioia,
fino a sgolarsi: “Mamma mia, mamma mia. Grazie di tutto. Siete i
migliori”, ha urlato Charles in radio.
Con due vittorie consecutive, la prima a Spa, la seconda a Monza per
Leclerc riportare la Ferrari al successo sulla pista dove il successo
rosso mancava da troppo tempo è stata come una vera e propria
consacrazione. E’ più di un trionfo, una vera e propria incoronazione,
perché ha riportato la vittoria in casa che mancava alla Ferrari da 9
anni, dalla vittoria con Alonso nel 2010.

“Oggi sei perdonato” gli ha detto via radio Mattia Binotto, con chiaro
riferimento alla strategie che il monegasco sabato durante le prove
aveva disatteso, a danno di Sebastian Vettel che a causa di un errore
di guida ha chiuso al 13°posto. Oggi Charles Leclerc         ha anche
ottenuto oltre alla vittoria, il sorpasso in classifica sul compagno
di scuderia. Un qualcosa di molto più di un dettaglio.
Il 69° Gran Premo di Monza è stata un inseguimento durato 53 giri. Dal
primo all’ultimo di tutti quelli previsti. Leclerc che partiva in pole
position è scattato subito in testa ed ha resistito, da pilota
coraggioso, al limite del regolamento, nella prima parte della gara ad
un lunghissimo attacco di Lewis Hamilton. Nel finale dell’attacco
sferrato dalla Mercedes di     Valtteri Bottas, che alla fine si è
piazzato al secondo posto, davanti al compagno campione del mondo.

Appena sceso dalla macchina per le interviste Leclerc ha urlato tutta
la sua gioia: “Grazie, che gara, non sono mai stato così stanco,
difficilissima, ci tenevo per il team e i tifosi, vincere qui è un
sogno, lo era già stato a Spa, ma per le emozioni questa ne vale 10 di
più, non ho parole. La Mercedes? Ho fatto un po’ di errori che dovrò
evitare in futuro, ma per fortuna non hanno compromesso la vittoria”.

Subito dopo riflettendo il ferrarista ha confessato: “Non mi sono mai
stancato così tanto – ha detto Leclerc – è incredibile, indescrivibile
quello che ho provato in macchina e sul podio coi tifosi, è bellissimo
vincere qui. La gara è stata dura, perché due Mercedes dietro erano
dure da contenere. Hanno diviso la loro strategia andando lunghi con
Bottas e abbiamo faticato, ma la nostra strategia con le gomme hard
era giusta. Negli ultimi 7-8 giri con le dure mi sono convinto di
farcela, vedevo la gente che esultava in anticipo e mi sono detto di
restare concentrato. Binotto via radio mi ha detto che sono perdonato
per ieri? Ma l’ha detto per scherzo, ieri quello che è accaduto è
stato visto in modo sbagliato, non ho fatto niente di male per il
team, quello che è accaduto non è stato colpa mia”.

Il presidente della Ferrari, John Elkann.

Immediato   è arrivato il messaggio di complimenti di John Elkann
presidente del Cavallino dopo lo splendido successo della Ferrari di
Charles Leclerc: “Vincere a Monza, a casa nostra davanti ai nostri
tifosi , è un’emozione straordinaria – le parole del numero 1 di
Maranello -. È il regalo più bello con cui possiamo festeggiare i
nostri 90 anni. Bravissimo Charles, e complimenti a Mattia e a tutta
la Scuderia per questa giornata indimenticabile”.

Felice anche l’amministratore delegato Louis Camilleri: “Vincere a
Monza è molto emozionante e sono davvero felice per il team, per i
tifosi e per l’Italia – ha detto a Monza – abbiamo atteso 9 anni e 9
per noi è un numero speciale e fortunato considerati i 90 anni della
Scuderia Ferrari. C’è ancora tanto lavoro da fare e come ha detto
Binotto siamo concentrati e stiamo investendo sul futuro. Noi vogliamo
molto di più di Spa e Monza”.

Emozione e lacrime per Mattia Binotto, team principal di Maranello:
“Leclerc è stato bravissimo e sentire l’Inno di Mameli sotto il podio
è stato emozionante, mi è venuta qualche lacrima perché era da tanto
tempo che non si vinceva a Monza – le parole di Binotto -. Con Leclerc
è nata una stella? Ancora presto per dirlo, la stella è nata 21 anni
fa, lui sta crescendo gara dopo gara e sta dimostrando quel che vale.
Noi investiamo su di lui e lui su di noi. In futuro vogliamo creare
qualcosa di unico“. Poi Binotto spiega una delle chiavi della gara, la
scelta delle gomme a mescola dura: “È stata la scelta più bella: dure
contro le medie della Mercedes. Sapevamo che Leclerc avrebbe dovuto
difendere la posizione con i denti e a fine gara è stata la scelta che
ci ha dato la possibilità di respirare. Siamo stati coraggiosi e ci
meritiamo questa vittoria. È stata una bellissima gara, tiratissima
dall’inizio alla fine. Sono gare che rimangono: giro dopo giro Leclerc
si è difeso e ha venduto cara la pelle”

“Congratulazioni a Leclerc e alla Ferrari, ha avuto tantissima
pressione da me e Bottas ma era troppo veloce nel rettilineo anche con
il nostro Drs aperto e non potevamo superarlo’‘. Lewis Hamilton si
inchina a Charles Leclerc dopo il Gran Premio di Monza vinto dal
pilota Ferrari. ”Stare dietro alla Ferrari per così tanti giri mi ha
distrutto le gomme – evidenzia Hamilton, terzo al traguardo -. Ma per
noi un secondo e un terzo posto resta un buon risultato, un bel
bottino di punti per staccare la Ferrari nel campionato costruttori.
Per il sesto titolo iridato? Cerco di fare del mio meglio gara dopo
gara. Il mio vantaggio è corposo ma dovrò concentrarmi sulle prossime
gare”.

Sebastian Vettel è ”molto insoddisfatto’‘. Quattordicesimo al
traguardo al Gran Premio di Monza, il tedesco della Ferrari è stato
protagonista di un doppio errore alla variante Ascari: prima si è
girato, perdendo il posteriore, e pochi istanti più tardi ha rischiato
di restare coinvolto in un incidente con Stroll dopo essere rientrato
in pista con una manovra pericolosa. ”Non l’ho proprio visto arrivare
– si scusa Vettel -, mi si è innescato l’anti-stallo e non ha certo
aiutato il fatto di essermi bloccato sul cordolo’‘. Ma Vettel non
cerca però alibi: ‘‘Posso essere stato condizionato dal caos nelle
qualifiche di ieri? No, ero di buon umore. Non ha avuto alcun
impatto”.

                               Al nono posto si è classificata la Alfa
Romeo affidata al pilota martinese Antonio Giovinazzi, che ancora una
volta ha dimostrato di essere un ottimo pilota e non più una semplice
promessa, tornando a far punti , frutto di un’altra grande prestazione
in pista. Grande fiducia dopo il suo brutto e sfortunato incidente di
Spa in Belgio ed un futuro che sorride al giovane pilota italiano:
“Oggi è stata una giornata positiva per l’Italia – ha spiegato Antonio
al termine della incredibile gara di Monza – Voglio dedicare i due
punti a tutti i tifosi che sono accorsi qui!“.
Per il Sole24Ore lo sport in Puglia
è un altro problema da risolvere
ROMA – Ancora una volta le ricerche elaborate per il quotidiano
economico Il Sole 24 Ore evidenziano i problemi della regione pugliese
sullo stato attuale dell’attitudine allo sport. Nella classifica
elaborata da PtsClas delle 107 province italiane monitorate, e 32
indicatori presi in considerazione, raggruppati in quattro macro-
categorie, la città di Taranto è quintultima in Italia piazzandosi al
102esimo posto con un indice di sportività di 0,368 e 185,2 punti.
Lecce è 72esima, con un indice di sportività di 0,695 e 349,9 punti, e
Brindisi si è classificata nella posizione numero 69, con un indice di
sportività di 0,721 e un punteggio di 362,8. In testa alla classifica
Sul podio di quest’anno c’è Trento, con un indice di sportività di
1,987 e 1000 punti, seguita da Trieste con 1,840 e 925,9, e Macerata
con 1,653 e 831,6 punti. L’indice di sportività 2019, calcolato dai
ricercatori indica che Brindisi, Lecce e Taranto sono ancora distanti
dagli standard di altre realtà.

Il triangolo delle province jonico-salentine Brindisi, Lecce e Taranto
in termini di indice di sportività sono purtroppo sotto la media
nazionale, soprattutto se raffrontate con le province del Nord e del
Centro, dove si concentrano quelle con un punteggio sopra la media.
Dati certamente poco confortanti, sopratutto considerando che nel 2026
Taranto sarà la sede dei Giochi del Mediterraneo , e ospitando tra
capoluogo ed i comuni della sua provincia numerose       discipline in
programma: atletica, badminton, calcio, ciclismo, ginnastica,
orienteering, pallacanestro, pallavolo, judo, karate, lotta,
pattinaggio, pugilato, scherma, sollevamento pesi, sport equestri,
tennis, tennistavolo, tiro con l’arco, tiro a volo, triathlon. Anche
Brindisi e le sue province saranno coinvolte per la pallacanestro e il
taekwondo , Francavilla Fontana il calcio, e Fasano per la pallamano.
A Lecce, il tiro a segno e le partite più importanti di calcio.
I parametri valuti che determinano l’indice di sportività sono oltre
un centinaio. Vengono prese in considerazione 50 discipline sportive
per le quale i dati fanno riferimento ognuna a società, atleti,
risultati, e numerosi aspetti della realtà sociale ed economica del
territorio legata allo sport. L’indice di sportività verrà anche
utilizzato nell’indagine sulla Qualità della vita 2019 arrivato alla
trentesima edizione.   Quattro macro-categorie (struttura sportiva,
sport di squadra, sport individuali, sport e società) e 32 sotto-
indicatori:

Analizzando nel dettaglio la classifica dalla prima macro-categoria,
cioè le strutture sportive, la città di Brindisi si è classificata
69esima, con un indice di 0,114 e 347,5 punti, due posti in classifica
sopra a Lecce, 71esima con 0,110 di indice e un punteggio di 333,8, e
Taranto, finita al 95esimo posto con un indice di 0,076 e un punteggio
di 230,9. La città Taranto ancora una volta        è all’ultimo posto
107esima alla voce “Enti promozione sportiva“, con un indice di 0,161
ed un punteggio di 64,3: Brindisi 94esima (indice: 0,364, punti:
145,7) e Lecce 39esima (indice: 1,088, punti 434,9).

                              Taranto si è classificata 44esima
davanti a Brindisi e Lecce (esclusivamente per il tasso di
praticabilità sportiva ). Lecce è 46esima con un indice di 0,914 e
649,7 punti; Brindisi 56esima con un indice di 0,849 e 603,3 punti.
Taranto è posizionata al 104esimo posto con 0,014, e 2,7 punti anche
nell’indice di attrattività grandi eventi italiani e internazionali,:
95esima posizione in classifica per Lecce,       (0,073; 14,1). Meglio
Brindisi, 45esima con un indice di 0,821 e 159 punti. Lecce è però la
prima delle tre province nella classifica sugli sport di squadra,
41esima (0,305; 391,9), davanti a Brindisi 47esima (0,277; 356,8) e
Taranto 98esima (0,066; 84,6) fanalino di coda .

La tredicesima edizione della classifica del           Il Sole 24 Ore
sull’indice di sportività,    Brindisi salire di tre posizioni salendo
al 69esimo posto (dal 72esimo) ,    Lecce al 72esimo posto che recupera
11 posizioni dall’83esimo : un bel salto in avanti, e solito fanalino
di coda Taranto salire di due posti rispetto ad un anno fa, anche se
in realtà ha ben poco da esultare. Lecce per quanto riguarda lo sport
di squadra è 41esima     (0,305; 391,9), Brindisi è 47esima (0,277;
356,8) e Taranto 98esima (0,066; 84,6).

Anche nella classifica sugli sport individuali e sport e società
vedono piazzarsi     rispettivamente    tra le tre province jonico-
salentine, Brindisi al 75esimo posto (0,185; 228,5) e 79esima (0,144;
219,1): Lecce è 84esima (0,149; 183,7) e 86esima (0,132; 200,7),
mentre Taranto è 88esima (0,143; 176,3) e 103esima (0,083; 126,8).

F1: prima vittoria Ferrari del 201.
Leclerc sul podio in Belgio

La mamma di Antoine Hubert con Leclerc
ROMA – Charles Leclerc conquista la sua prima vittoria in carriera e
la prima stagionale per le “Rosse” della Ferrari, ha vinto il Gp del
Belgio sul circuito di Spa, 13ma prova del Mondiale di Formula 1 . A
21 anni diventa il più giovane vincitore di sempre per il Cavallino e
anche sul circuito delle Ardenne, il terzo più giovane vincitore di un
gran premio dietro Verstappen e Vettel. Secondo posto per Lewis
Hamilton e terzo per Valtteri Bottas, entrambi su Mercedes. “E’ un
sogno che avevo fin da bambino, ma si è realizzato in un week end
davvero difficile.Abbiamo perso un amico, voglio dedicare la mia prima
vittoria in formula 1 a lui, siamo cresciuti insieme. Non posso
godermi a pieno la mia prima vittoria“. Il primo pensiero di Leclerc
dopo il trionfo a Spa è rivolto al giovane Antoine Hubert: ed è al
pilota francese morto ieri sul circuito belga che il monegasco dedica
la vittoria, la sua prima, conquistata al volante della Ferrari.

Lewis Hamilton   pentacampione del mondo inglese sconfitto ma con
onore. Si complimenta ancora una volta col suo giovane rivale: “Ho
dato assolutamente tutto quello che avevo, la gara è stata molto
difficile, le Ferrari erano troppo veloci in rettilineo, era troppo
difficile prenderle. Il 44 è il mio numero fortunato, come quello dei
giri qui, ma con un paio di giri in più ce l’avrei fatta.
Congratulazioni a Charles, la meritava da tempo e sono contento per
lui”.

F1: Belgio; 1′ silenzio in pista per ricordare Anthoine Hubert
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