Bollettino n. 1/2019 Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Gorizia - Ordine dei Medici di Gorizia
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Editoriali dei Presidenti Costruttori di arca È ormai tradizione pluriennale che Albino Visintin, persona poliedrica e colta, scelga l’immagine di copertina ma anche quella della quarta di copertina del nostro bolletti- no annuale. Il soggetto scelto condiziona talora gli argomenti trattati, come in questo numero, ma anche l’editoriale del Presidente. Penso che la scelta dell’arca sia stata in qualche modo motivata dai recenti ripetuti allaga- menti di Venezia, e si colleghi pertanto con le problematiche dell’ambiente. In altre occa- sioni ho ricordato l’articolo 5 del Codice Deontologico del medico cha fa riferimento alla sua responsabilità nei confronti dell’ambiente, alla promozione della salute e alla salute globale. È di quest’anno la collaborazione con Legambiente ed il patrocinio dell’Ordine ad una centralina per il rilevamento dell’inquinamento, posizionata all’esterno di una scuola locale e controllata dagli studenti stessi. Se devo continuare con la metafora dell’arca mi domando in quale momento siamo, se la stiamo ancora costruendo, se ci siamo già dentro, se siamo già scesi nella terra purificata. A ciascuno di noi la possibilità di scegliere, dopo aver capito se anche a noi è arrivato un messaggio che porta speranza. Vale la pena impegnarsi ancora, nonostante la fatica, i pochi riconoscimenti del difficile la- voro svolto, il dilagante burnout, e un disinteresse assai diffuso? Sì. L’alternativa è rimanere fuori e annegare. Non credo che le attuali esperienze della vita del medico possano coincidere con la sere- nità all’interno dell’arca. La relazione di cura sempre più vacillante, l’incertezza del ruolo della professione, il ve- nire meno dell’autorevolezza, le violente aggressioni subite, le incertezze derivanti da richieste di suicidio medicalmente assistito, l’invadenza dell’intelligenza artificiale e, non ultima, una spesa sanitaria in linea con i Paesi dell’Est trovano piuttosto collocazione in acque agitate.
L’insegnamento della Parashat Noach racconta la storia della distruzione dell’umanità con il diluvio universale e del salvataggio della famiglia di Noè e degli animali. Parla poi della torre di Babele e della punizione che Dio infligge agli uomini: parlare lingue di- verse e non capirsi più. Non vorrei che arrivassimo a questa maledizione. Quel fil rouge che nel mosaico di San Marco, riprodotto nella quarta di copertina, contorna e unisce in un’azione comune Noè e gli altri uomini impegnati a costruire mi fa sperare che il dialogo tra noi, con gli altri operatori sanitari e con le persone che assistiamo non verrà meno. Più volte nella mia vita professionale ho dovuto aiutare i pazienti ad avere speranza nei confronti della malattia. Voglio condividere con voi la definizione di Jerome Groopman, tratta dal suo libro: “Anato- mia della speranza. Come reagire davanti alla malattia”. “La speranza è il sentimento confortante che proviamo quando scorriamo con l’occhio della mente il cammino che può condurci ad una condizione migliore. La speranza non nasconde né sminuisce gli ostacoli. Speranza non è illusione.” Vi auguro giornate serene, assieme ai vostri cari, ricche di speranza. In questi giorni di festa Vi auguro di condividere l’armonia e la pace che doveva regnare all’interno dell’Arca. Roberta Chersevani
Nebbia in Val Padana... e non solo lì! Mentre mi accingo a scrivere questo trafiletto apprendo che la commissione bilancio del Senato ha giudicato inammissibile l’emendamento “Endrizzi”, dal nome del senatore 5 stelle che lo ha presentato. Con esso si intendeva formalizzare che le società odontoia- triche dovessero essere unicamente tra professionisti, escludendo quelle di puro capitale. È noto che l’emendamento era appoggiato dalle associazioni dei titolari di studi cosiddetti “monoprofessionali” e avversato dalla Ancod (associazione catene odontoiatriche) che, con buon impegno mediatico ha paventato che la norma, qualora applicata, avrebbe cre- ato un nuovo caso occupazionale (17.000 dipendenti) in un’Italia già interessata da altre gravi emergenze di lavoro. Non migliore fortuna ha avuto l’emendamento “Di Marzio” dal nome del senatore esten- sore, nostro conterraneo e nostro iscritto, che si proponeva di ridurre le quote di capitale (extra professione) nelle farmacie. Legittimo in democrazia il dibattito sul più giusto modello organizzativo e sacrosanto che ognuno si batta per far valere le proprie idee ma “il problema reale è quello della tutela del Paziente e della sostenibilità del sistema assistenziale odontoiatrico”. A questo proposito devo rilevare che le sensibilità delle associazioni sindacali e quelle del legislatore dovrebbero indirizzarsi (almeno con lo stesso entusiasmo con cui hanno istituito il “sistema ASO”) verso un contratto base per il “collaboratore odontoiatra”. Un contratto che permetta al giovane o meno giovane di mantenere le prerogative di libero professionista ma nel contempo di poter operare in uno studio non proprio con le garanzie occupazionali e la dignità che gli competono e gli derivano da un lungo training universitario. Sui “giovani odontoiatri” ho letto ultimamente interpretazioni e categorizzazioni che deri- vano da sondaggi elaborati dal Collegio dei Docenti (istituzione universitaria) ed EDRA (ri- ferimento culturale del settore) con numeri percentuali che difficilmente indirizzano verso una sintesi con indicazioni inequivocabili.
Le categorie descrittive dell’odontoiatra 4.0, proposte da EDRA, vanno da “motivati, entusiasti, “programmatori” a “cauti, prudenti quasi pavidi, consulenti”; dagli “individua- listi, ambiziosi, sfidanti” ai “rassegnati, amanti medicina, accademici”. Entrando nello specifico dei dati presentati si evince che il 51% è donna e che il 34% ha di- chiarato di essere figlio d’arte e, dato ancora più importante che solo il 18% ha intenzione di aprire uno studio proprio negli anni immediatamente successivi alla laurea. Per motivi economici, avviamento troppo difficile e timori per il rischio imprenditoriale e per la forte concorrenza professionale. Inoltre si evidenzia che l’88% del campione ripenserebbe sulle scelte fatte in tema universitario. A questo proposito si insinua il dubbio che potrebbe essere interessante il corso di lau- rea triennale, di recente istituzione, per diventare “Influencer” (figura non ben precisata di influenzatore digitale). In fondo ne è emblematica testimonial Chiara Ferragni che, non dimentichiamo, è figlia e sorella di dentista. Formulo a Tutti i lettori i migliori auguri di serene festività natalizie. (Almeno quelle!) Gianfranco Ferrari Presidente Cao Gorizia “Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere” James Joyce
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI GORIZIA ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE 2019 A norma dell’art. 23 e seguenti del D.P.R. 5 aprile 1950 n. 221 tuttigli Iscritti sono invitati a partecipare all’Assemblea, in prima convocazione sabato 14 dicembre 2019 alle ore 23.00 presso la sede dell’Ordine in via Brigata Casale 19/b, Gorizia e in seconda convocazione Domenica 15 DICEMBRE 2019 alle ore 10.00 presso l’Azienda Agricola CASTELVECCHIO via Castelnuovo, 2 Sagrado (GO) Ordine del giorno: 1. Relazione del Tesoriere e dei Revisori dei Conti 2. Esame ed approvazione del Bilancio Consuntivo 2019 3. Esame ed approvazione del Bilancio Preventivo 2020 Verranno poi festeggiati i nostri Colleghi che hanno compiuto 50 anni di Laurea e i giovani Medici che faranno il Giuramento Professionale. Seguirà l’intervento dei Professori Paolo Cammarosano e Maria Luisa Bottazzi del CERM (Centro Europeo di Ricerche Medievali) dal titolo: Cura medica e assistenza ospedaliera nel medioevo. Ai sensi dell’art. 24 del DPR 5 aprile 1950 n. 221, chi fosse impedito ad intervenire all’Assemblea potrà farsi rappresentare da un collega consegnandogli la delega sotto riportata. Il Bilancio Preventivo 2019 è a disposizione dei Colleghi presso gli Uffici dell’Ordine. ********************************* DELEGA ********************************* Il sottoscritto Dr……………………………..... nato a ……………......………… il …………….... delega a rappresentarlo in sede di discussione e di voto all’Assemblea Ordinaria Annuale del 14/12/2019 (prima convocazione) e del 15/12/2019 (seconda convocazione) il/la Dr……………………………..... Data.......................... Firma............................................... Ai sensi del 3°comma dell’Art. 24 del D.P.R. 221/50 “Nessun iscritto può essere investito di più di due deleghe.” La delega deve essere apposta in calce all’avviso di convocazione rimesso al delegato. via Brigata Casale 19/B - 34170 Gorizia - tel. +39 0481531440 - fax +39 0481534993 ordmedgo@libero. it - indirizzo pec: segreteria. go@pec. omceo. it - www. ordinemedici. go. it
6 In copertina a cura di Albino Visintin La scelta dell’immagine di copertina è Noè e la sua gente scendono dall’arca consa- finalizzata a proporre una riflessione pevoli di riabitare una terra purificata e senza sul problema del “cambiamento clima- pericoli. Al suolo ai piedi di Noè spicca la sa- tico”. Nessuna imposizione interpretati- goma di un cadavere che testimonia la fine va di tipo teologico e ideologico è stata di un’umanità che non ha saputo compren- considerata. Solo una semplice riflessio- dere e prevenire la fine annunciata. All’an- ne introduttiva. La lettura ed il significa- golo superiore destro Dio emerge da una to simbolico di un’opera d’arte trascende serie di cerchi concentrici che raffigurano le intenzioni dell’autore perché le oppor- l’arcobaleno a suggellare la promessa fatta a tunità interpretative si plasmano in rela- Noè di non distruggere mai più ogni essere zione ai momenti storici, alle situazioni vivente sulla Terra. socio ambientali, alle impostazioni etico In basso altre storie di Noè che qui non men- religiose, alle conoscenze culturali fino alla zioniamo. sensibilità individuale, permettendo una La seconda immagine di copertina che com- continua rilettura a testimonianza della pleta la chiave di lettura, mostra lo splendi- grandezza dell’opera. do mosaico che illustra il diluvio universale La Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti è presente nel Nartece della Basilica di San un’opera d’arte assoluta; le formelle che la Marco di Venezia. È diviso in due parti: a si- compongono sono splendide e armoniose nistra il Creatore individua in Noè l’uomo a nella loro raffinatissima esecuzione e dotta cui affidare la salvezza della vita sulla Terra, impostazione scenica. a destra Noè indica agli uomini le finalità Il Vasari nella sua opera Le vite dè più eccellenti del progetto di salvezza e la conseguente architetti, pittori ed scultori italiani menziona costruzione dell’arca (il nastro rosso collega la Porta: nella vita di Michelangelo, che nel simbolicamente tutti i personaggi coinvolti rimirare le ante della porta avrebbe esclama- nell’azione). to «Elle son tanto belle che elle starebbero La salvezza è quindi affidata ad un uomo giu- bene alle porte del Paradiso. O divinum opus, sto... l’unico rimasto... o janua digna Polo» (O opera divina, o porta Il racconto biblico del diluvio è uno scenario degna del Paradiso). apocalittico che la Genesi ha parzialmente La formella riportata in prima copertina è attinto dalla cultura orientale antica (l’Epo- quella che rappresenta la storia di Noè. La pea di Gilgamesh e il Poema di Atramkhasis, parte superiore illustra la fine del diluvio. opere babilonesi che rilevano numerosi pun- L’avveniristica arca, a forma piramidale, è ti di contatto col testo biblico). finalmente approdata sulla sommità del Una possibile spiegazione su queste conver- monte Ararat. Stormi di uccelli fuoriescono genze, comunque presenti in più di 500 miti dall’alto levandosi in volo. Altri animali han- che ricordano il diluvio, è data dall’ipotesi no già ripopolato la Terra (si riconoscono che riguarda l’espansione dell’Homo sapiens un’aquila, un cervo, un elefante, un leone, su tutto il Pianeta. una leonessa, un bue ed un orso). Una ricerca aggiornata sull’evoluzione del-
la nostra specie la troviamo sul libro NOI SIAMO SAPIENS di S. Condemi e F. Savatier pra il livello attuale. Prima di questo innalzamento oceanico, per passa- 7 – Nuovi Saggi Bollati Boringhieri 2019. Cito re dall’Africa all’Arabia, e dall’Arabia testualmente: all’Asia, bisognava attraversare lo «L’uscita dall’Africa dell’Homo sapiens distin- stretto di Bab el-Mandreb, tra il Gibuti gue la nostra specie da tutte le altre, poiché le e lo Yemen oggi largo 30 km per una specie umane sono sempre rimaste confinate profondità massima di 30 m e poi il in un particolare ecosistema, il più delle vol- golfo Persico, che oggi ha una profon- te tropicale. Il Sapiens invece ha conquistato dità media di 50 m. tutti i biotipi della Terra, fino all’Antartico e È quest’ultima profondità a indicarci in persino allo Spazio, giungendo addirittura quale periodo i primi Sapiens potevano a modificare il clima del pianeta. Questo fe- emigrare massicciamente in Asia dall’A- nomeno, che per la nostra scala temporale frica passando per la penisola arabica: è avvenuto lentamente, su scala geologica è prima di 135.000 anni fa. Il clima all’epo- stato fulmineo. Più di 135.000 anni fa, i primi ca era freddo, il livello degli oceani molto Sapiens hanno lasciato l’Africa orientale per più basso e l’ambiente molto più umido, avventurarsi prima nella penisola arabica e sia nel Sahara che nella penisola arabica. poi lungo la costa meridionale dell’Eurasia. Simili condizioni non potevano che favo- Arrivati in Australia 65.000 anni fa e in Cina rire l’espansione dei Sapiens dall’Africa più di 100.000 anni fa, si sono moltiplicati vi- orientale verso l’Asia perché, a quell’epoca, vendo per lungo tempo in climi caldi. A par- una fascia steppica che passava per Bab-el tire da 60.000 anni fa, dopo essersi incrociati con le popolazioni non Sapiens già esistenti in Europa, sono avanzati verso nord, pene- trando in Europa solo intorno ai 43.000 anni fa e nel continente Americano circa 20.000 anni dopo. Tracce di insediamento umano nel riparo di Jabel Faja, non lontano da Dubai, nel corno della penisola arabica, sono stati trovati risalenti a circa 125.000 anni fa, da cui nasce l’ipotesi che i Sapiens siano penetrati nella penisola arabica e l’abbiano occupata più di 125.000 anni fa. A questo proposito, è bene ri- cordare che l’espansione della zona dei mon- soni verso nord ha trasformato più di una vol- ta nel corso del tempo, la penisola - oggi nota per la sua aridità - in una distesa verdeggiante attraversata da mandrie di grandi erbivori. Simili episodi sono avvenuti tra i 160.000 e i 150.000 anni fa, poi tra i 130.000 e i 75.000 anni fa e 125.000 anni fa la Terra ha cono- sciuto un periodo caldo all’inizio del quale i livelli degli oceani è salito rapidamente di decine di metri, fino a raggiungere 10 m so-
8 Mandreb e per il golfo persico col- legava un verde Sahara con un sub Tutto ciò suscita una certa apprensione: trop- po numerosa, l’umanità devasta la natura. continente indiano. Si stima che circa 1 miliardo di noi viva male Inoltre, altri Sapiens provenienti da - in baraccopoli; l’atmosfera terrestre si sta levante erano riusciti a scendere ver- scaldando rapidamente e l’impatto della vita so sud, nei territori degli odierni Iraq umana sulle altre forme di vita e sul pianeta è e Iran, unendosi a quelli che stavano così forte che i geologi chiamano Antropoce- passando alla penisola arabica. ne l’era geologa attuale, ossia l’“era umana”. ... I Sapiens continuano ad evolversi. Più che Il passato di Sapiens ci dice qualcosa di mai restiamo degli animali culturali, il cui utile per il futuro? Dalla creazione dei pri- ambiente di vita non è più la natura selvag- mi proto-stati, nel quarto millennio a.e.c. gia, ma la società. in Mesopotamia e in Egitto, le società mal- Per milioni di anni la nostra evoluzione è sta- grado tante calamità e frequenti catastrofi ta prima biologica che culturale. Poi, alcune (guerre, carestie, malattie, eventi naturali) centinaia di migliaia di anni fa, è comparso non hanno smesso di ingrandirsi. Se il suolo Homo sapiens, la cui evoluzione è diventata terrestre era calcato da meno di un milione più culturale che biologica finchè, circa 40 di Sapiens all’inizio del Paleolitico superiore, mila anni fa, la cultura ha spiccato il volo e ha alla fine della stessa epoca se ne contavano preso il sopravvento sulla biologia». meno di 10 milioni; erano meno di 100 mi- Dovremmo essere proprio noi i continui co- lioni all’inizio dell’età dei metalli e meno di un struttori dell’arca per la tutela della diversità miliardo nel 1800, all’inizio della rivoluzione della vita su questa Terra partecipando alla industriale. Oggi siamo circa 7.5 miliardi. vocazione e alla missione di Noè. Venezia, Basilica di San Marco, Nartece. Noé fa entrare nell’arca gli animali.
L’arca di Noè: 9 una splendida metafora Enrico Feoli Prof. ordinario di Ecologia Dipartimento di Scienze della Vita - Università degli Studi di Trieste Già da bambini ci hanno insegnato, almeno Il fatto che Noè abbia costruito una a noi nati poco dopo il 1945, cioè nel primo grande arca capace di galleggiare e dopoguerra, che la Bibbia va interpretata e che sia stata in grado di portare in salvo non va presa alla lettera. La Bibbia è un in- la diversità biologica che avrebbe con- sieme di storie magnifiche che raccolgono sentito la vita sulla Terra dopo il diluvio, gli insegnamenti per vivere da uomini “fatti a può condurci ad interpretare l’arca come somiglianza di Dio”, dove i 10 comandamenti una metafora che rappresenterebbe la e il vangelo di Gesù Cristo ne sono l’ultima sapienza e l’accortezza necessarie per la sintesi. Forse per un laico non è sbagliato nostra salvezza. pensare che tutto il messaggio della Bibbia Oggi abbiamo bisogno di una nuova arca, possa essere raccolto in questi famosissimi che non è solo data dalla conoscenza dei versi di Dante Alighieri: “Fatti non foste per viventi, e delle tecniche di produzione per viver come bruti ma per servir virtude e ca- farci sopravvivere, ma riguarda la conoscen- nascenza”. za delle leggi fisico-chimiche e biologiche Possiamo dire, senza timore di sbagliare, necessarie per ridurre il consumo di energia che oggi viviamo in un mondo basato sulla e materiali e quindi per ridurre la produzione scienza. Qualcuno potrebbe obiettare: “Eh di inquinanti solidi, liquidi e gassosi, il consu- ma se lo fosse dovrebbe essere un mondo mo energetico e l’emissione di gas serra sen- migliore”. È vero potrebbe esserlo, ma ciò za compromettere lo sviluppo della qualità non dipende dalla scienza di per sé, ma dal della vita umana e non umana sulla Terra. fatto che tutte le scoperte scientifiche non Non è un mistero che oggettivi indicatori vengono applicate subito, molte restano scientifici (ecologici, economici e sociologi- sulla carta o nei laboratori scientifici, per mo- ci) ci mettano nella condizione di vedere nei tivi economici, quando non portano profitti loro valori segni di imminenti catastrofi am- immediati o per motivi “politici” quando po- bientali, economiche e sociali. I moniti degli trebbero alterare troppo i rapporti di potere scienziati e non solo di loro, pensiamo all’en- consolidati. ciclica del Papa “Laudato Sì”, al movimento In teoria la scienza dovrebbe essere libera innescato dalla giovane Greta, sono conti- di agire e di svilupparsi indipendentemente nui, e personalmente li sento dal 1969 quan- dall’economia e dalla politica. Condizionare do il mio professore di ecologia Duilio Lausi la scienza significherebbe limitare l’innata durante una crociera scientifica nel Mediter- tendenza dell’uomo ad indagare sulla pro- raneo, mi parlava della sua idea di impronta prietà principale dell’Universo, cioè la sua di- ecologica. Una impronta che noi lasciamo versità fisico-chimica, biologica e funzionale. nella geo-biosfera (l’ecosistema che ci inclu- La scienza scopre sempre qualcosa di nuovo, de tutti sulla Terra) e che dovremmo in qual- di diverso rispetto a quello che era già noto. che modo compensare o “addomesticare”
10 affinché non ci si rivolti contro. Ma il rumore di fondo è assordante e più 0,084 mm per ciascun anno (processo cumulativo, l’articolo che spiega questo in- pochi percepiscono e interpretano cremento è apparso il 12 febbraio del 2018 nel modo giusto o opportuno quei sui Proceedings of the National Academy of moniti. I più tendono ad ignorarli o Sciences ed è basato sui dati forniti dal 1993 a negarli, soprattutto perché il mon- ad oggi da vari satelliti in orbita intorno alla do dell’economia non è pronto o non Terra come TOPEX/Poseidon, Jason-1, Ja- è ancora in grado di trovare modelli son-2 e Jason-3). alternativi di sviluppo che potrebbero La domanda che è logico porsi è la seguente: transitarci senza grandi catastrofi verso Quale è la causa di questo inaspettato incre- la famosa “isola che non c’è” di Thomas mento della temperatura media? More (l’isola di Utopia). La scienza ha trovato la causa nel nostro si- La storia della Terra ha più di 4 miliardi stema produttivo, cioè il sistema che produce di anni e sembra che gliene restino al- tutti i nostri beni considerati utili o superflui trettanti, prima che il sole smetta di fun- per la nostra esistenza, compresa l’energia zionare nel modo in cui sta funzionando per i trasporti, la produzione e il riscaldamen- attualmente. Nei passati 4 miliardi di anni i to. Questo sistema si basa principalmente sul cambiamenti dell’ambiente chimico fisico processo di combustione di combustibili fos- e della vita sono stati continui, graduali o sili (carbone, petrolio, gas) e di conseguenza improvvisi. Oggi viviamo in un ecosistema emette inevitabilmente gas serra tra i quali il terrestre che è ben diverso da quello di un principale è l’anidride carbonica (CO2). Que- milione di anni fa ed anche da quello di alcu- sta non viene tutta assorbita dai mari e dalla ne centinaia di migliaia di anni fa. La scienza vegetazione terrestre, fatto sta che oggi l’aria ci dice che è in atto un riscaldamento globa- ne contiene 400 parti per milione, contro le le naturale visto che siamo usciti da poco da 320 di circa 100 anni fa. Oggi in seguito alla un’era glaciale, ma ci dice anche che questo continua crescita demografica, siamo tra i 7 riscaldamento è superiore a quello che ci si e gli 8 miliardi di persone, la nostra impron- dovrebbe aspettare se considerassimo i dati ta ecologica, cioè la superficie di biosfera del passato raccolti con le carote di ghiac- necessaria per mantenere il nostro sistema cio nell’Antartide. In questi ultimi 100 anni produttivo globale, sta superando la capaci- la temperatura media della Terra è salita di tà portante della geo-biosfera totale, cioè il quasi un grado, può sembrare poco, ma è consumo di risorse naturali è più rapido del troppo rispetto all’incremento atteso. Ed ripristino naturale di tali risorse. infatti i ghiacci dei poli e dei ghiacciai delle Dai dati di Mauna Loa, una isoletta delle Ha- montagne si stanno sciogliendo più rapida- waii si registra un aumento del 30% della mente del previsto e la loro riduzione è mol- concentrazione di anidride carbonica nell’at- to evidente. La conseguenza di questo scio- mosfera globale da quando Charles David glimento si manifesta con la salita del livello Keeling ha iniziato a misurare la concentra- medio del mare. Negli ultimi 25 anni questo zione atmosferica della CO2 nel 1958. Il no- è salito di 7 cm ed è stato dimostrato che la stro sistema produttivo globale attualmente velocità di crescita di tale livello non è ogni produce emissioni di CO2 pari a 29 miliardi di anno la stessa di quello precedente (3 mm tonnellate per anno (dati EIA, US Energy In- all’anno), ma è data dal valore precedente formation Administration), almeno 100 vol-
te maggiori di quelle dei vulcani, a cui molti danno la causa dell’incremento di CO2. Con la base e come conseguenza del come l’uomo lo ha progettato. Di 11 gli stessi dati si può calcolare che dal 1958 fatto l’uomo è la componente bio- c’è stata di fatto una perdita di capacità di logica principale di questo sistema assorbimento della CO2 da parte dei mari e che per funzionare ha bisogno di ma- della vegetazione terrestre di quasi il 50% e teriali, energia ed informazione, cioè questo è un dato molto allarmante. Questo “progettazione”. Il concetto di sistema decremento è una conseguenza della defo- ecologico o ecosistema è il concetto restazione e del cambio dell’uso del suolo, fondamentale dell’ecologia, introdotta da agricolo a industriale o urbano. dal medico tedesco Ernst Heirich Hae- Secondo la FAO, la copertura forestale mon- ckel nel 1866 come “scienza della casa”, diale è passata, nell’ultimo millennio, cioè dei rapporti tra viventi e tra i viventi dal 70 al 30 % con perdite sempre crescenti, e l’ambiente chimico-fisico che li ospita. in modo quasi esponenziale negli ultimi 100 L’ecologia in questi anni si è dimostrata anni. Quindi il fatto che la superficie forestale sempre di più una scienza indispensabile, si sia ridotta di più della metà spiegherebbe perché oltre ad aver portato nella coscien- la perdita attuale del 50% della capacità di za umana il concetto che l’uomo fa parte assorbimento della CO2 (il mare compense- integrante della natura, è la scienza che rebbe la differenza). La scienza quindi, oltre a offre un sistema di conoscenze sui limiti di dirci che una tendenza al riscaldamento glo- esistenza dei processi vitali all’interno della bale sarebbe normale ci dice anche che que- grande diversità dei sistemi ecologici. sta tendenza viene accelerata dalle nostre Ebbene se da un lato la scienza è responsa- attività rivolte a mantenere un sistema pro- bile del progresso dell’umanità, dall’altro gli duttivo che deve garantire un certo livello di scienziati hanno sempre avuto un peso poli- vita basato su un certo livello di consumi. tico infimo o nullo, anche se le loro scoperte Certamente non siamo sulla strada giusta se vengono rese tecnologiche e commercializ- per mantenerci in vita, con un certo tenore, zate per il benessere di tutti. Oggi, questo stiamo consumando più risorse di quante peso forse diventa maggiore ed infatti dal la geo-biosfera sia in grado di ripristinare, 1992, anno della prima conferenza di Rio abbiamo bisogno di un altro concetto di svi- sullo sviluppo sostenibile, stimolata non solo luppo o perlomeno abbiamo bisogno di ri- dagli ecologi, ma dagli scienziati di altre di- pensare allo sviluppo come ad uno sviluppo scipline, affini e non di tutto il mondo, sono sostenibile, cioè che non consumi le risorse state fatte molte altre conferenze che hanno comuni più di quanto la geo-biosfera sia in portato ai famosi accordi di Kyoto e Parigi grado di restituire o rigenerare e che non crei e a numerose conferenze sui cambiamenti retroazioni (feed back) positive sull’aumento climatici. In questi giorni si sta svolgendo a della temperatura date dai gas serra. Madrid, proprio una Conferenza sui Cambia- La novità positiva di questi ultimi anni è il menti Climatici (Cop 25) dell’ONU, ma dalla fatto che il sistema produttivo umano viene stampa le notizie non sono molto confortan- interpretato e visto come un sistema eco- ti. Secondo il Segretario Generale dell’Onu, logico, cioè un sistema complesso dato da Antonio Guterres “siamo vicini a un punto di componenti chimico-fisiche e componenti non ritorno” perché ad un anno dal summit biologiche che interagiscono tra di loro sul- sul clima di Glasgow gli obiettivi dell’Accor-
12 do di Parigi del 2016 sul taglio delle emissioni stanno per diventare di Barometer) ammettano che la priorità del sistema produttivo non possa essere il pro- fatto non più raggiungibili”. Dietro le fitto, ma la qualità della vita umana. parole di Guterres c’è il rapporto del Questa visione richiede l’apertura sia a gran- Programma ambientale Onu, appe- di innovazioni tecnologiche che ad una na pubblicato, che informa con dati sperimentazione progettuale dell’intera so- scientifici, come gli obiettivi dell’ac- cietà che coinvolga il lavoro intelligente di cordo Parigi di limitare a 1,5 gradi Cel- grandi masse di “lavoratori” per trasformare sius l’aumento della temperatura entro questa società industriale, ormai obsoleta, la fine del secolo rispetto ai livelli pre- in una società di ricerca scientifica basata industriali non potrà essere realizzato su una intelligenza che non può essere che se si continua con questo tipo di sistema ecologica. Per non compromettere la salu- produttivo e con questo tipo di consumi. te umana e la funzionalità degli ecosistemi L’impegno delle nazioni più sviluppate è necessario arrivare da un lato ad una ra- come quelle dell’Unione europea o Stati dicale innovazione dei processi produttivi Uniti, non può bastare perché se dal 2018 (ottimizzazione dei processi, dematerializza- al 2019 queste hanno ridotto le emissioni zione dei prodotti, uso delle energie da fonti dell’1,7 per cento, in India sono cresciute rinnovabili e riduzione dell’attuale livello di dell’1,8 per cento e in Cina addirittura del combustione), e dall’altro ad un cambio di 2,6 per cento. stile di vita, sia per quanto riguarda i nostri Come riassume l’ultimo “World Energy consumi che le nostre abitudini (uso e non Outlook” dell’Agenzia Internazionale dell’E- possesso, mezzi pubblici e non privati, ri- nergia: “India e Cina sono al tempo stesso sparmio di energia e materiali ecc.). Inoltre il problema e la soluzione del cambiamen- sarebbe il caso di non dimenticare la ricer- to climatico”, perché consumano il 60,2 per ca spaziale, per portare fuori dalla Terra le cento del carbone usato dall’intero sistema industrie più inquinanti e per sfruttare nuove produttivo mondiale ai fini di produzione risorse e perché no, per valutare la possibilità dell’energia elettrica. di iniziare una espansione dell’umanità al di Da queste conferenze delle Nazioni Unite là dei confini terrestri: “al di là delle colonne che riportano i risultati di studi e ricerche d’Ercole” (ricordando nuovamente Dante Ali- scientifiche emerge sempre di più la neces- ghieri). Tutte cose che tutti noi auspichiamo, sità di una programmazione del sistema pro- ma per far sì che il “sogno” diventi realtà, l’e- duttivo globale basato su nuove tecnologie cologia, l’economia e la sociologia si devono e sul modo ecologico di vedere il rapporto incontrare ed integrare per costruire assieme uomo natura. Oggi sembra che anche i ca- alle altre scienze, quella che metaforicamen- pitalisti più convinti (si veda l’Edelman Trust te possiamo chiamare una nuova arca di Noè. In copertina: In 4a di copertina: Lorenzo Ghiberti Storie di Noè, mosaico Porta del Paradiso, Formella con le Storie di Noè sec XIII-XIV 1425-1452 Nartece Museo dell’Opera del Duomo, Firenze Basilica di S.Marco, Venezia
Abstract 13 delle tesi di laurea Funzionalità polmonare riche, in occasione di uno dei controlli nei soggetti in età pediatrica periodici dei falcemici. I controlli sani con anemia falciforme sono stati reclutati in alcune scuole di del DR Congo Kinshasa. I risultati, spirometrici e an- Dr. Vincenzo Barbato tropometrici sono stati normalizzati per età, sesso e altezza ed espressi come z- In letteratura sono disponibili scarsissimi score, riferendosi ai teorici del GLI-2012 dati sulla funzionalità polmonare dei sog- per i dati spirometrici e del WHO-2007 getti con anemia falciforme in età pediatrica per quelli antropometrici. è stata eseguita che vivono in Africa. Studi eseguiti nei Paesi un’analisi descrittiva dei risultati, e analisi occidentali hanno mostrato che i falcemici univariate (test χ2 o test di Fisher a seconda hanno un danno polmonare cronico ingra- del numero di osservazioni) e un modello vescente che può esitare in una malattia re- di regressione logistica multipla per valu- strittiva polmonare in età adulta. tare l’impatto di vari predittori sul rischio di In questo studio è stata valutata la funziona- spirometria patologica (pattern restrittivo, lità polmonare spirometrica in un campione ostruttivo o misto). di soggetti con anemia falciforme in età pe- Nelle analisi finali sono stati inclusi 125 casi diatrica del DR Congo e in un gruppo di con- (età media ± DS: 11.1 ± 3.2 anni, range 4.8- trollo di soggetti sani locali di pari età. È stata 18.3 anni, 58% maschi) e 377 controlli ap- valutata nei falcemici la presenza di fattori di parentemente sani (età media ± DS: 9.5±1.6 rischio clinici, laboratoristici e anamnestici anni, range 6.2-12.6 anni, 55% maschi). Gli per impairment respiratorio. z-scores dei volumi polmonari dinamici dei L’ipotesi dello studio è che la progressione falcemici (zFEV1 ± DS: -1.50±0.99; zFVC ± DS: del danno cronico polmonare con l’età nei -1.40±1.02) sono nettamente inferiori a quel- falcemici africani sia più rapido e severo ri- li dei controlli (zFEV1 ± DS: -0.16±0.79; zFVC spetto a quanto riportato nei pazienti che vi- ± DS: -0.09±0.83) (p
14 mentre il 29.6% aveva un quadro restrittivo, il 5.6% un pattern misto PALS PREECLAMPSIA E IPONATRIEMIA (5.6%) e solo il 4% un pattern ostrut- Dr. Lisa Celante tivo. Tra i falcemici, quelli malnutriti con zBMI < -2 avevano in media uno Background FEV1 di 0.7 zscores e un FVC di 0.8 Lo scopo dello studio è stato quello di analiz- zscores inferiori rispetto a quelli nor- zare in modo retrospettivo la prevalenza del- motrofici (p
Parole chiave: Preeclampsia; iper- 15 tensione in gravi- danza; iponatriemia; gestione delle com- plicazioni in gravi- danza; Messaggio chiave: una severa iponatri- emia può raramente verificarsi durante una gravidanza già compli- cata da preeclampsia. Dovrebbe essere oppor- L’insorgenza di iponatriemia severa è stata tunamente trattata o può diventare causa osservata con la maggior incidenza a 33.27 di parto pretermine e ripercussioni nega- settimane di età gestazionale (95% CI 31.09- tive sul neonato. 35.44). La maggior parte delle pazienti (75%, CI.95 62-84%) era nullipara. Il valore di sodio più basso era di 113 mEq/L, a 25 settimane di gestazione. Nella maggior parte dei casi Incidenza dell’isolamento degli l’iponatriemia è stata trattata con restrizione Enterococchi Vancomicina-resi- di liquidi. In soli 5 casi l’iponatriemia è stata stenti in Terapia Intensiva trattata con soluzione salina ipertonica. La e risvolti terapeutici nello shock risoluzione dell’iponatriemia, quando ripor- settico di origine addominale tata, si è verificata in circa 48 ore. I livelli di Dr. Anastasia Chernykh sodio nei neonati erano compresi tra 118 e 128 mEq/L. Introduzione Le linee guida internazionali non forniscono Conclusioni una chiara direttiva sul regime di antibiotico PALS si verifica in circa un terzo delle don- terapia da applicarsi ai pazienti con shock ne con preeclampsia. L’iponatriemia severa settico che siano colonizzati da VRE. Mentre il dovrebbe essere trattata con restrizione di ruolo degli enterococchi nelle batteriemie e liquidi e soluzione ipertonica. Questa deve nelle sovra infezioni in gruppi selezionati dei essere somministrata gradualmente per evi- pazienti è ben chiaro, il significato degli ente- tare l’insorgenza di sindrome da demieliniz- rococchi come patogeni primari nelle infezio- zazione osmotica (ODS), una complicanza ni intra-addominali polimicrobiche rimane potenzialmente fatale. Sia la preeclampsia controverso. La presenza degli enterococchi che l’iponatriemia tendono a risolversi spon- incrementa il tasso delle complicanze infetti- taneamente dopo il parto. In caso di ipona- ve post-operatorie, inoltre è stato dimostrato triemia materna severa è indicato avvertire il che le infezioni che involvono anche gli ente- neonatologo per garantire al neonato il mi- rococchi possono essere trattate con un ap- glior trattamento. propriato drenaggio chirurgico e antibiotici.
16 Nonostante ciò insorge un punto di domanda sull’eventuale inclusione Prima fase: Lo studio è stato condotto su 84 pazienti. Sono stati valutati i pazienti mag- degli antibiotici mirati contro gli en- giorenni ricoverati in terapia intensiva della terococchi nella terapia antibiotica Struttura Complessa di Anestesia Rianima- empirica per tutti pazienti o solo per zione e Terapia Antalgica presso Ospedale determinate categorie. Ciò nonostan- di Cattinara (Trieste) che avevano ricevuto te non esiste finora un regime terapeu- una diagnosi di sepsi. È stata osservata la tico stabilito per questi pazienti. terapia antibiotica impostata, SAPS-II, sono stati analizzati gli outcome di sopravvivenza Obbiettivi dello studio (cut off di 10 giorni post-dimissione), numero L’obiettivo principale dello studio è di- degli interventi a cui è stato sottoposto ogni mostrare la non utilità di un trattamento paziente ed eventuale recidiva di infezione. antibiotico specifico rivolto alla eradica- Criteri di inclusione dei pazienti: pazienti zione dei patogeni VRE colonizzanti il pa- maggiorenni al momento del ricovero, pa- ziente, valutare gli outcome dei pazienti zienti che sono stati sottoposti ad almeno un con sepsi severa portatori di VRE, che non prelievo di tampone microbiologico il cui re- ricevevano terapia antibiotica empirica mi- ferto sia registrato e disponibile per la valu- rata ai VRE, individuare eventuali differen- tazione nell’archivio informatico ospedaliero ze fra gli outcome dei pazienti trattati con G2 e le cui immagini siano disponibili per la la terapia mirata contro i VRE e dei pazienti valutazione. che non ricevevano la terapia mirata contro Seconda fase: Sono state definite due sotto- i VRE. Inoltre dimostrare che l’outcome finale popolazioni che comprendevano 31 pazienti del paziente dipende strettamente dal tem- con la conferma dell’isolamento dei VRE dai pestivo trattamento chirurgico, dalla qualità tamponi microbiologici di sorveglianza ed e radicalità del source control chirurgico e dal un terzo gruppo (di controllo) non MDR com- numero degli re-interventi a cui viene sot- posto di 53 pazienti con la diagnosi di sepsi. toposto il paziente. L’obbiettivo secondario Gruppo 1 – pazienti con diagnosi di shock dello studio è la valutazione dell’incidenza settico, colonizzati da VRE, che non abbiano di isolamento dei batteri VRE nei pazienti ri- ricevuto terapia antibiotica mirata, è costitu- coverati in Terapia Intensiva dell’Ospedale di ito da 18 pazienti. Gruppo 2 – pazienti con Cattinara (Trieste). shock settico, colonizzati da VRE, che abbiano ricevuto da subito terapia antibiotica mirata, Metodi è costituito da 13. Gruppo 3 (di controllo) – Lo studio svolto è uno studio sperimentale pazienti con shock settico non colonizzati da osservazionale retrospettivo monocentri- VRE, è costituito da 53 pazienti maggiorenni, co condotto presso l’ospedale di Cattinara selezionati in maniera casuale. (Trieste). Nello studio sono stati coinvolti i Terza fase: È stata valutata l’incidenza dell’i- pazienti che afferiscono alla rianimazione. solamento dei batteri VRE nei pazienti rico- Lo studio è stato svolto nel periodo dal di- verati nella Terapia Intensiva dell’Ospedale di cembre 2017 al giugno 2018 e ha compreso Cattinara nel periodo 2016-2017. Sono stati i pazienti ricoverati nella terapia intensiva valutati 101 pazienti i quali sono risultati po- dell’ospedale di Cattinara nel quadriennio sitivi alla presenza dei VRE tramite i tamponi 2015-2018 compreso. microbiologici effettuati nel momento del
Funzione di sopravvivenza per i gruppi (stima K-M) gruppo 2. È stato visto che un trat- tamento chirurgico adeguato della 17 fonte addominale batterica associa- to ad un trattamento antibiotico em- pirico senza una consistente attività contro i patogeni VRE è sufficiente per portare il paziente alla guarigione. Il secondo obbiettivo dello studio è stata la valutazione dell’incidenza ricovero nella Terapia Intensiva e durante la dell’isolamento dei batteri VRE nell’am- degenza, inoltre sono stati valutati i reparti bito della Terapia Intensiva. Si è visto di provenienza di questi pazienti e il tipo di che la frazione di VRE isolati da tamponi infezione se tale era presente. microbiologici ha un valore importante: 19,10% di tutti i tamponi risultati positivi Risultati nel 2016 e 23,46% dei tamponi positivi Il primo obbiettivo della nostra tesi speri- nel 2017, da ciò possiamo dedurre che i mentale consisteva proprio nel dimostrare patogeni VRE sono diffusamente presenti la non utilità di un trattamento antibiotico nell’ambito della Terapia Intensiva e posso- specifico rivolto alla eradicazione dei pato- no creare un impatto negativo importante geni VRE colonizzanti nei pazienti con shock sulla guarigione e outcome dei pazienti, settico. Dall’analisi dei risultati emerge una perché generalmente la colonizzazione da conferma statisticamente significativa del- VRE procede verso l’infezione. Dai dati rac- la nostra ipotesi. Dai dati ottenuti non sono colti abbiamo visto che circa 3/4 dei pazienti insorte delle differenze significative nell’an- VRE + giungono dai reparti esterni. damento della sopravvivenza tra i pazienti non trattati con la terapia mirata e il gruppo Conclusioni di controllo non MDR. Inoltre confrontan- Si può concludere, alla luce dei dati raccolti, do il gruppo 1 con il gruppo 2 (pazienti che che non ci sia una correlazione importante hanno ricevuto la terapia mirata per VRE) si fra la terapia antibiotica mirata contro i VRE è visto che la sopravvivenza superiore a 10 e la sopravvivenza dei pazienti in questione. giorni dalla dimissione era simile se non leg- Per quello che riguarda l’incidenza dell’isola- germente superiore nel gruppo 1 rispetto al mento dei batteri VRE, deve essere effettua- Gruppo 1 Gruppo 2 Controlli non MDR Totale (VRE senza terapia mirata) (VRE con terapia mirata) N° soggetti 18 13 53 84 Sesso,% (M/F) 55,56%/44,44% 76,92%/23,08% 43,40%/56,6% 51,19%/48,81% (10/8) (10/3) (23/30) (43/41) Età media (max/min) 71,49 (87/46) 69,46 (86/40) 71,4 (89/18) 71,43 (89/18) SAPS-2 medio 45,5 43,61 38,087 42,4 10 gg 13 8 39 60 Giorni degenza (media) 6,67 9,08 4,34 6,7
18 ta una maggior collaborazione tra la Terapia Intensiva e i reparti di prove- guito di ciò deriverebbe la sua definizione di“neoplasma maligno”del centro germina- nienza dei pazienti di interesse, de- tivo follicolare pilifero. Questi tumori sono vono essere applicate e rispettate le stati denominati anche “epiteliomi” per il norme igienico-sanitarie. Uno stretto loro basso potenziale metastatico. I fattori controllo e monitoraggio dell’inciden- di rischio sono: l'esposizione ai raggi solari, za dell’isolamento in futuro permette- l'immunosoppressione, l'esposizione alle rebbe di evitare le criticità, di migliora- radiazioni ionizzanti, i lettini abbronzanti re e rafforzare i protocolli di sicurezza e e l'arsenico. Per cui le misure preventive da di gestione dei pazienti e degli ambien- adottare per ridurre il rischio correlato agli ti ospedalieri, così da avere degenze più UV includono fotoprotezione e una corretta brevi e terapie migliori nel futuro. fotoesposizione. Risulta importante anche la componente genetica e familiare; si sti- ma infatti un'alta incidenza nei soggetti con mutazioni del gene TP53. Il coinvolgimento Aspetti dermatoscopici genetico è stato dimostrato anche sul cro- del carcinoma basocellulare mosoma 9; tale mutazione riguarda il gene in relazione alla sede anatomi- PTCH, un gene oncosoppressore. L'attivazio- ca ed al fototipo ne inappropriata della via di segnalazione Dr. Alessia Cossi Hedgehog si trova su entrambi, cioè sia nei casi sporadici che nei casi in cui si denota Il BCC è un tumore maligno della pelle molto familiarietà per BCC. Questo si traduce in comune che deriva dallo strato basale dell'e- mutazioni con perdita di funzione dell'onco- pidermide. La probabilità di riscontrarne uno soppressore PTCH1. I contesti di familiarietà durante la proprio vita, per una persona di in cui puossono manifestarsi i BCC sono: la razza caucasica, è del 30%. La prima deno- Sindorme BCN (Nevoid, Basal,Cell), le sindro- minazione fu "ulcus rodens”. Non sono state mi di Rombo o Bazex-Duprè-Christol, la Sin- descritte lesioni precancerose per il BCC,e drome di Oley e lo xeroderma pigmentoso. le cellule coinvolte nella sua origine sono La Sindrome di Gorlin-Goltz è considerata la ancora oggetto di controversie. Una teoria dimostrerebbe che i BCC derivino dalle cel- lule pluripotenti immature dell'epidermide interfollicolare e da quelle presenti nella guaina esterna del follicolo pilifero, ed a se- Immagine clinica di BCC gomito dx 20mm di pz della Clinica Rappresentazione schematica BCC ulcerato Dermatologica ASUITS
Incidenza annuale di BCC nei diversi Paesi Ci siamo serviti di un dermatoscopio 19 e di una macchina fotografica, in modo tale da poterli ana- lizzare attentamente anche in un secondo momento. Il fine ul- timo dello studio era poter delineare questi aspetti dermatoscopici peculiari sito-specifici per poter giungere ad Adattamento grafico da testo in Ref. 1 una diagnosi precoce, e prima sindrome genetica correlata al BCC, a una diagnosi differenziale più agevole poiché riguarda il gene mutato PTCH1, cita- nei casi dubbi. Sono stati elaborati dei to in precedenza. Negli ultimi dieci anni, l'au- grafici inserendo in ordinata la sede anato- mento annuo di riscontri di nuovi casi di BCC mica es. “capo -collo” e in ascissa gli aspetti è circa del 3,7%. Dobbiamo tener conto che dermatoscopici, il fototipo e le dimensioni, ci sono Paesi che hanno un'incidenza mag- potendo così stimare quali fossero le ca- giore rispetto ad altri, e l'Australia è il Paese ratteristiche predominanti e le dimensioni con un maggior riscontro di queste lesioni. medie dei basaliomi da noi analizzati. Un A seguito di queste premesse, per il nostro problema non da poco, sia per il nostro stu- studio sono stati presi in esame 101 pazienti dio che per altre statistiche in generale sui rivoltisi presso la Clinica Dermatologica ASU- BCC è che non esiste un registro dei tumori ITS ai quali è stato diagnosticato uno o più che raccolga dei dati su questi. Infatti non è basaliomi. La discriminante per classificarli possibile avere una stima reale dell'inciden- è stata la sede anatomica in cui si localiz- za, perché ci sono delle condizioni in cui non zavano, e di ognuno abbiamo analizzato le viene eseguita la biopsia, per cui non viene seguenti caratteristiche dermatoscopiche: riportato nel registro dei tumori. Le situazio- micro-arborizing vessel, macro-arborizing ni in cui non si effettua la biopsia sono per vessel, Ovoid nest, leaf-like areas, spoke esempio: i trattamenti non chirurgici come la wheels, erosion/ulceration, whitish-pink-red crioterapia,Imiquimod,5-FU,RT che vengono homogeneus areas, milia cist, shiny whitish utilizzati nei BCC a basso rischio, o situazioni streaks. in cui i pazienti hanno importanti comorbi- dità in cui è sconsigliato il trattamento chirurgico. Ad ogni modo, il nostro studio, dovrebbe rispondere alla domanda “La dermatosco- pia è in grado di evidenziare delle differenze, in relazione alla sede anatomica?”. La ri-
20 sposta che siamo in grado di dare è: Sì, nel nostro studio abbiamo potu- pionamento delle strutture linfonodali all’in- terno del mediastino, prima raggiungibili to evidenziare come ciascuna loca- solo con mediastinoscopie o VATS. lizzazione presenta delle specifiche Dal 1978 il dott. Ko-Pen Wang implementò peculiarità concernenti i criteri der- una tecnica di agoaspirazione transbron- matoscopici. Tale evidenza ci porta a chiale in corso di broncoscopia flessibile dire che la migliore conoscenza delle come metodica di stadiazione del mediasti- caratteristiche dermatoscopiche sito- no nelle neoplasie polmonari: con i colleghi specifiche potrà essere utile nel miglio- della John Hopkins University di Baltimora rare le capacità diagnostiche e nella pubblicò un articolo ove venne dimostrata diagnosi precoce. la possibilità di campionare i linfonodi sotto- carenali e paratracheali de- stri. La naturale evoluzione tecnica fu l’EBUS-TBNA che permette di visualizzare le immagini ultrasonografi- che in B-mode in tempo reale, dotando di sonda ecografica convessa distale miniaturizzata un bronco- scopio flessibile con cana- le operatore: è divenuta possibile la visualizzazione della penetrazione dell’ago nella parete bronchiale e nel linfonodo, migliorando la precisione del campiona- mento, e nel contempo, definendo la sede e l’estensione dell’infiltrazione di malattia Confronto della casistica rispetto alle strutture mediastiniche più im- pre/post-EBUS nella broncoscopia portanti, oltre ai rapporti anatomici con i a fibre ottiche presso l’azienda grossi vasi o i tronchi nervosi. sanitaria integrata Santa Maria della Misericordia di Udine OBIETTIVI DELLO STUDIO con analisi di performance Obiettivo primario: valutare l’impatto dell’in- Dr. Stefano Giurissa troduzione della tecnica EBUS-TBNA nell’iter diagnostico/stadiativo mediastinico rispet- INTRODUZIONE to alla TBNA convenzionale all’interno del L’agoaspirato transbronchiale linfonodale centro “Hub” pneumologico broncoscopico (TBNA, transbronchial needle aspiration) ha dell’ospedale Santa Maria della Misericordia permesso di ampliare gli orizzonti diagno- di Udine. Particolare interesse è rivolto all’ac- stici dell’esame broncoscopico consentendo curatezza nell’identificare i veri negativi per un accesso più agevole e mirato per il cam- invasione neoplastica linfonodale mediastini-
ca a livello delle stazioni N2, dato fondamen- tale per identificare i pazienti da avviare al dell’adenocarcinoma, valutato su prelievo citologico transbronchiale 21 trattamento chirurgico con intento radicale. mediante broncoscopia, in termini Si è voluto inoltre verificare se l’introduzione di qualità di materiale per le analisi di dell’EBUS-TBNA sia stata in grado di diminu- biologia molecolare di terzo livello. ire il numero di campioni con referto citolo- gico inadeguato in proporzione alle presta- MATERIALI E METODI zioni erogate rispetto all’uso della semplice In questo studio osservazionale retro- TBNA convenzionale. Parallelamente ci si spettivo vengono presi in considera- attende anche una diminuzione di referti zione due lassi temporali pari ciascu- citologici non adeguatamente fenotipizzati no a una durata complessiva di 3 anni (NSCLC, NOS sec. W.H.O. 2015). e mezzo, considerando lo spartiacque Obiettivo secondario: questo studio si pro- dell’introduzione dell’EBUS-TBNA uti- pone anche di valutare l’impatto della cito- lizzata a Udine presso la Pneumologia assistenza (di seguito ROSE - Rapid On Site broncoscopica dall’anno 2013; i dati sono Evaluation), introdotta e integrata nella pras- stati estratti interrogando il database (AP- si dell’iter diagnostico in maniera codificata Sys - INSIEL) della SOC di Anatomia Pato- nell’arco temporale 2014-2017 ed effettuata logica. dal citopatologo o, in sua assenza, dallo pneu- Il primo intervallo considerato compren- mologo stesso. Precedentemente la pratica de le prestazioni broncoscopiche in TBNA ROSE era facoltativa e il suo responso era con- convenzionale e le prestazioni di chirurgia siderato solo come indicativo-qualitativo. toracico-mediastinica con analisi dei lin- All’interno del grande gruppo del NSCLC, fonodi mediastinici, effettuate dal 1 luglio viene anche analizzato dal punto di vista de- 2009 al 31 dicembre del 2012: per quanto ri- scrittivo osservazionale lo stato mutazionale guarda il braccio broncoscopico 2009-2012, Figura 1
22 le prestazioni complessive di analisi citologica erogate ammontavano interventi terapeutici o diagnostici/stadiativi per timomi o per linfomi non primitivi o co- a 2552; di queste sono state prese munque patologie di area timica (cisti meso- in considerazione esclusivamente teliali, tiroide ectopica, paratiroide ectopica le TBNA convenzionali che hanno etc.) sono stati esclusi. effettuato un campionamento delle In maniera analoga si è proceduto per quan- stazioni linfonodali IASLC (ammon- to concerne il periodo dal 1° luglio 2014 al tanti a 477), mentre le citologie esclu- 31 dicembre del 2017. In entrambi i bracci sivamente esfoliative, i BAL (lavaggi si sono selezionate le prestazioni d’interes- bronco-alveolari), le TBNA periferiche se con le medesime caratteristiche sopra- o sottomucose/parenchimali su vege- menzionate mediante l’analisi puntuale di tazioni endoluminali o transparietali/ rispettivamente 2084 esami broncoscopici transtoraciche sono state escluse. L’am- con citologia e 1377 interventi chirurgici montare finale delle TBNA effettuate su toraco-mediastinici. Nel braccio della casisti- stazioni linfonodali ATS-IASLC è risultato ca broncoscopica 2014-2017, i casi di TBNA pari a 404 per il suddetto triennio. convenzionale e EBUS-TBNA per lo studio Per quanto concerne il braccio chirurgico linfonodale mediastinico ammontano a 478. 2010-2012, la totalità delle prestazioni di Per quanto riguarda la casistica chirurgica chirurgia toracico-mediastinica ammon- sempre nello stesso lasso di tempo, la casisti- tano a 439, ma a loro volta sono stati sele- ca di prestazioni di chirurgia toracico-media- zionati tramite l’analisi di ogni referto, 337 stinica con analisi dei linfonodi mediastinici interventi con referto positivo per neoplasia risultano pari a 435. polmonare primitiva o mediastinica primi- Si è proceduto inoltre alla revisione puntua- tiva con relativo status linfonodale, mentre le di tutti i decessi e dei pazienti viventi con gli interventi rela- termine di ultima tivi alla sierosa (es. osservazione del 31 pleurectomia) o marzo 2018 per sag- per pneumotorace giare l’esito del test recidivante dopo diagnostico (vero terapia (blebs, bol- positivo, vero nega- le enfisematose, tivo, falso positivo, apical cap etc.), gli falso negativo). Figura 2
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