La Rosa di Gorizia, radicchio chic; la deliziosa rusticità del ladríc cul poc; la preziosità del radríc di mont; la delicatezza del radiceto ...

Pagina creata da Serena Caputo
 
CONTINUA A LEGGERE
La Rosa di Gorizia, radicchio chic; la deliziosa rusticità del ladríc cul poc; la preziosità del radríc di mont; la delicatezza del radiceto ...
La Rosa di Gorizia & Radicchi
                                         FRIULI VENEZIA GIULIA
                                                 VIA DEI SAPORI

          La Rosa di Gorizia, radicchio chic; la deliziosa
          rusticità del ladríc cul poc; la preziosità del
          radríc di mont; la delicatezza del radiceto
          triestino; il temperamento della ladrichesse.
          Tra storia e curiosità nel racconto di intriganti
          ricette create da venti grandi chef.
                                        WALTER FILIPUTTI
La Rosa di Gorizia, radicchio chic; la deliziosa rusticità del ladríc cul poc; la preziosità del radríc di mont; la delicatezza del radiceto ...
MONOGRAFIE GOLOSE
                              Cosa sapere, dove trovare,
                               come gustare e cucinare

                                                      8

Questo volume
a cura di
Friuli Venezia Giulia
Via dei Sapori
è stato stampato
presso Publicad
nel mese di dicembre 2018

© 2018 Copyright by
Friuli Venezia Giulia
Via dei Sapori
Seconda edizione
aggiornata

AD: F&G Studio
Text: Walter Filiputti
PH: Stefano Scatà
La Rosa di Gorizia, radicchio chic; la deliziosa rusticità del ladríc cul poc; la preziosità del radríc di mont; la delicatezza del radiceto ...
La Rosa di Gorizia & Radicchi
I Magnifici venti

                    Ai Fiori
                    Al Gallo
                    Al Grop
                    Al Paradiso
                    Al Ponte
                    All’Androna
                    Campiello
                    Carnia
                    Costantini
                    Da Nando
                    Da Toni
                    Ilija
                    La Primula
                    La Subida
                    La Taverna
                    La Torre
                    Lokanda Devetak
                    Mondschein
                    Sale e Pepe
                    Vitello d’Oro
                                                                      FRIULI VENEZIA GIULIA
                                                                              VIA DEI SAPORI
                                                                                     Editore
La Rosa di Gorizia & Radicchi
                                                   a cura di
                                           Walter Filiputti

                                MONOGRAFIE GOLOSE
                                 Cosa sapere, dove trovare,
                                  come gustare e cucinare
Introduzione pag. 8
La Rosa di Gorizia pag. 12                                                           “Radiceto” pag. 40
la Nizza austriaca                                                                    dagli orti di Trieste
Radicchio da stilisti pag. 22                                                        “Ladrichesse o Tàle-màte” pag. 44
dove e come si produce                                                                un sapore antico
L’Associazione pag. 26                                                               “Ladríc cul poc” pag. 56
Rosa di Gorizia                                                                       radicchio rustico di campagna

                                                                                                                                                                  index
I segreti dei cuochi pag. 28                                                          Le ricette pag. 62
consigli e curiosità in cucina                                                        I Magnifici venti pag. 102
I piaceri dei sapori pag. 30                                                          Vignaioli e Distillatori pag. 106
divagazioni in cucina
                                                                                      Gli Artigiani del Gusto pag. 110
“Radríc di mont”
 Radicchio di montagna pag. 36                                                        Collana / Monografie Golose pag. 114

Ristoranti     Le ricette ispirate alla Rosa di Gorizia

Ai Fiori    “Rosa di Gorizia e Triglia” pag. 62                                      La Primula      “Rosa rossa di Gorizia con sformatine di fegato d’oca” pag. 86
Al Gallo    “Trucioli di seppia, rosa di Gorizia, zenzero                            La Subida       “Girini d’inverno (briciole di pasta buttata condita
             e scaglie di Montasio stravecchio” pag. 64                                               con salsiccia e Rosa di Gorizia)” pag. 88
Al Grop     “Carpaccio bianco su letto rubino” pag. 66                               La Taverna      “Lasagnetta gratinata con la Rosa di Gorizia” pag. 90
Al Paradiso “Tartare della Rosa di Gorizia con mela verde e caviale” pag. 68         La Torre        “Rosa di Gorizia avvolta in lardo croccante con mazzancolle
Al Ponte    “Insalata tiepida della Rosa di Gorizia e sfilacci di cavallo” pag. 70                    e briciole di pane alle acciughe” pag. 92
All’Androna “Zuppa di branzino e Rosa di Gorizia” pag. 72                            Lokanda Devetak “La Rosa di Gorizia e il coniglio all’alloro
Campiello “Spezzatino di coda di rospo con la Rosa di Gorizia” pag. 74                                con speck croccante” pag. 94
Carnia      “Tagliolini al pesto con la Rosa di Gorizia” pag. 76                     Mondschein      “Rosa di Gorizia con guanciale croccante Plodar Kelder
Costantini “La Capa in Rosa” pag. 78                                                                  e balsamico” pag. 96
Da Nando “Timballo della Rosa di Gorizia e salsa di cachi” pag. 80                   Sale e Pepe     “Aringhe con la Rosa di Gorizia” pag. 98
Da Toni     “Insalata di cappone e Rosa di Gorizia” pag. 82                          Vitello d’Oro   “Rosa di Gorizia con la pancetta di Cormòns e gamberoni” pag. 100
Ilija       “Inverno nel Tarvisiano. Rosa di Gorizia, ricotta fermentata
             e zasaka” pag. 84
Potremmo chiamarlo fascino antico...

il fascino
        Il progetto di dar vita ad una collana che raccon-
        tasse i nostri prodotti agricoli piú semplici, ma
        nllo stesso tempo ricchi di quel fascino antico che
        li rende indelebili nella nostra storia, si concretiz-
        za alle fine del 2005. Il Consorzio si era formato,
grazie alla volontà di venti ristoranti sparsi in Friuli
Venezia Giulia, nel settembre del 2000, partendo da un
disegno coraggioso e visionario che li impegnava a supe-
rare le barriere della rivalità e in cui il bene persona-
le - incrementare il proprio lavoro - doveva entrare in sin-
tonia con quello generale del territorio. In breve: investire
del proprio anche per promuovere la nostra regione, nella
convinzione che esso sia un prezioso patrimonio comune.
Missione compiuta, visto che a questo
ambizioso programma hanno successivamente
aderito altre quarantaquattro aziende
tra vignaioli e artigiani del gusto.

                                                             9
Potremmo chiamarlo fascino antico...

È convinzione       Le riflessioni che ci hanno portato       biodiversità. Certo: fin qui gli abitanti del Friuli Venezia
che sia nostro      a creare la collana - denominata          Giulia nulla avevano fatto per tanta grazia. Molto, invece,
dovere proseguire   “Monografie golose. Cosa sapere, dove     si è lavorato nei secoli, fino a lucidare quel regalo e tra-
su questa strada,
per lasciare        trovare, come gustare e cucinare”         sformarlo in un gioiello di prima grandezza. È convinzio-
alle future         sono state diverse.                       ne che sia nostro dovere proseguire su questa strada, per
generazioni piú     La prima delle quali era - e continua     lasciare alle future generazioni piú di quanto abbiamo
di quanto abbiamo
ricevuto.           ad essere - quella di ridare ai prodot-   ricevuto.
                    ti tradizionali una nuova, moderna        Retorica? Macché: realtà sorretta dal credere che ciò sia
                    nobiltà, attraverso un’attenta rilettu-   un dovere sia sociale sia rispettoso dei luoghi che ci cir-
                    ra e una valorizzazione per dimostra-     condano. Non solo custodi, ma pure persone animati dal
                    re quanto siano attuali.                  desiderio d’innovare, che non significa stravolgere.
                    La seconda s’ispira alla posizione        Innovare sta per rendere attuali storie e prodotti che sem-
                    geografica del Friuli Venezia Giulia.     bravano inabissarsi nel passato e destinati a scomparire.
                    Un vero e proprio regalo da parte di      Per cui le Monografie golose assolvono
                    Madre natura, che ha saputo concen-
                    trare, in uno spazio ristretto che ci
                                                              all’impegno di far conoscere, valorizzandolo,
                    porta dal Mare Adriatico alle monta-      questo patrimonio, nella certezza
                    gne innevate, una infinità di variabili   che piú prodotti di qualità proponiamo
                    tali da dar vita ad una ricchissima       al consumatore e maggiore sarà l’appeal
                                                              della nostra regione.

10                                                                                                                      11
La Rosa di Gorizia, radicchio chic.
     Radicchio di Gorizia & Radicchi

                                            FRIULI VENEZIA GIULIA
                                                    VIA DEI SAPORI

                                                                     La prima monografia della collana -        giustificarne lo sforzo per garantirci continuità. Di qui il
                                                                     stampata nel marzo 2006 - fu dedica-       nostro impegno non solo a consumarli, questi prodotti,
              Il radicchio chic di Gorizia; la deliziosa
                                                                     ta alla Rosa di Gorizia. Da tempo          ma pure a farli conoscere. Allargando lo sguardo, possia-
              rusticità del lidrìc cul poc; la preziosità del
              radic di mont; la delicatezza del radiceto
              triestino; il temperamento della ladrichesse.
              Tra storia e curiosità nel racconto di intri
                                                                     esaurita, ora vede la sua riedizione       mo osservare come gli artigiani del gusto svolgano anche
              ganti ricette create da ventitré grandi chef.
                                             WALTER FILIPUTTI        aggiornata (portando così a otto i         il ruolo di custodi della natura. Molti di noi sanno quanto
                                                                     volumetti editati) grazie all’impegno      sia bello andare a camminare per i prati della montagna
                                                                     di ERSA e alla spinta costante degli       o tra i boschi tenuti puliti, come è magnifico poter osser-
                                                                     appartenenti al Consorzio per valo-        vare le geometrie dei vigneti collinari che ne disegnano il
                                                                     rizzare il territorio e i suoi prodotti.   paesaggio. Abbiamo mai pensato chi dobbiamo ringrazia-
                                                                                                                re per tutto ciò? Tutti coloro che quei territori gestiscono
                                                                     La Rosa di Gorizia è quello piú chic       e conservano con la saggezza del buon padre di famiglia.
                                                                     della nostra storia agricola, non solo     Ora indossiamo un nuovo paio di occhiali che ci permetta
                                                                     per la sua bellezza, ma anche per la       di prolungare l’angolo di osservazione dal quale possiamo
                                                                     sua ineguagliabile bontà. Rappre-          intuire come la Rosa di Gorizia possa ambire a svolgere
                                                                     senta la sintesi del nostro teorema        un ruolo di comunicatore del suo territorio. Se lo ha fatto
                                                                     che spiega come la cucina di territo-      il vino, perché non potrebbe farlo una fascinosa foglia di
                                                                     rio, per ambire ad essere tale, debba      radicchio? Se lo ha fatto Treviso col Radicchio “di” Treviso,
                                                                     da una parte basarsi su prodotti col-      perché non può farlo Gorizia con la Rosa ”di” Gorizia?
                                                                     tivati in loco e dall’altra fare in modo   Perché questo magnifico ortaggio non può essere posto al
                                                                     che il reddito degli agricoltori possa     centro di un innovativo progetto turistico? Sì, ci allar-

12                                                                                                                                                                         13
La Rosa di Gorizia, radicchio chic.

ghiamo ancora per domandarci: perché l’azione che hanno            C’erano cinquanta tavoli rotondi da dieci persone, ognuno
posto in essere coloro che animano l’Associazione dei pro-         dei quali aveva, come centrotavola, la Rosa e il Canarino
duttori della Rosa di Gorizia, non può essere considerata          di Gorizia, creando un colpo d’occhio fantastico.
un punto di partenza e non fine a se stessa?                       Non basta. Ideammo un menu di 4 portate (con alcuni
Ma certo: attorno ad una foglia variopinta della nostra            piatti anche con la Rosa) che prevedeva un modello di ser-
Rosa può nascere un turismo enogastronomico che muove              vizio di grande suggestione, messo a punto anche grazie a
anche settori collaterali: gli eventi, l’editoria, il cicloturi-   Giuseppe Pucciarelli, che era responsabile del settore
smo, il turismo culturale dell’intera area, senza dimenti-         turismo dell’assessorato stesso. Il tema: far assaggiare a
care ristoranti, trattorie, agriturismi di qualità, hotel.         tutti gli ospiti i piatti preparati dai nostri venti chef.
Potremmo continuare dicendo che tutto ciò porterebbe               Come?
ricchezza nel Goriziano, senza per questo intaccarne la            Allestimmo la cucina a vista su di un palcoscenico con 5
bellezza, bensì amplificandone lo splendore.                       postazioni di cottura autonome. Pertanto ogni portata era
                                                                   composta da 5 piatti diversi. Alla fine di ognuna entrava-
Tutto ciò lo dicevamo nel 2006 e non solo.                         no in gioco altri 5 chef, mentre i precedenti restavano ad
Molto ci prodigammo affinché questo radicchio diventas-            aiutare i colleghi. Con una sincronia degna di una orche-
se una delle punte di diamante della nostra produzione             stra sinfonica, su ogni tavolo arrivarono 2 piatti di ogni
agricola, fino a portarlo in un memorabile gala dinner alla        chef, portati da 5 camerieri. Per cui ad ogni tavolo arriva-
BIT di Milano - tenutosi il 15 febbraio 2004 - in onore dei        vano 10 piatti di 5 ricette tra loro diverse. Fu in tal modo
buyers e della stampa e fatto in collaborazione con l’as-          che - anche per il nostro invito a prendere dal piatto del
sessorato al Turismo di allora, retto da Enrico Bertossi.          vicino, il che creò una simpatica complicità - tutti poterono

14                                                                                                                            15
La Rosa di Gorizia, radicchio chic.

assaggiare i piatti dei nostri venti ristoranti.                 Segnalammo la Rosa a Davide Rampello, che poi venne a
Chicca finale: portammo agli ospiti dei sacchetti affinché       Gorizia a filmarne la preparazione finale per mandarla in
potessero prendersi il radicchio e così accadde.                 onda, nel 2016, nella sua rubrica su Striscia la Notizia, in
                                                                 cui va alla ricerca dei migliori artigiani del gusto italiani.
Se questa fu la serata magica in onore del radicchio più         Per finire, confesso un mio vezzo. Da tanti anni, ogni qual-
chic del mondo, furono numerose le iniziative che negli          volta vado per lavoro a Milano soprattutto, ma anche a
anni dedicammo alla Rosa di Gorizia.                             Monaco di Baviera e in altre città, porto con me la Rosa di
Importante fu, ad esempio, segnalare La Rosa, attraverso         Gorizia con la quale, assieme al vino, faccio le mie pub-
i nostri cuochi, ai loro colleghi in tutt’Italia.                bliche relazioni.
Ben prima dell’edizione della Monografia golosa che ora          Se non è amore questo, cos’è?
stiamo rieditando - e che venne stampata in 10.000 copie
che vennero date in omaggio ai clienti dei nostri ristoranti     Sí: “La Rosa” ambasciatrice - assieme alla cuci-
nonché inviate agli chef e alla stampa nazionale - la Rosa
                                                                 na, al vino e alla cultura - di Gorizia e del Friuli
entrò nel nostro primo libro - Friuli Via dei Sapori - editato
con Gribaudo nel 2003 e che fu tradotto in ben sei lingue,
                                                                 Venezia Giulia.
con una diffusione degna di un romanzo di successo.              È questo ciò che noi di Friuli Venezia Giulia Via
Il 15 febbraio 2006 portammo la Rosa di Gorizia a Vienna,        dei Sapori auspichiamo.
al ristorante Ambassador, per una cena aperta alla stam-
pa e ai clienti vip.

16                                                                                                                           17
la storia
          Poche regioni italiane hanno un
          patrimonio cosí vasto nella pro-
          duzione di vegetali della tradizio-
          ne che sono collegati al radicchio.

     Radicchio Si va dallo “sciccoso” La Rosa di Gori-
     Rosso      zia e del suo parente stretto, il Cana-
     di Gorizia rino, sempre di Gorizia, al rarissimo
     o Rosa     radríc di mont; dal radiceto triestino
     di Gorizia al campagnolo e rustico ladríc cul poc.
     e Canarino Una   fortunata famiglia di stupendi
                   radicchi che esprimono personalità di
          gusto tra loro molto diverse e che sono il risul-
          tato dei molteplici microclimi, terreni e tradi-
          zioni del Friuli Venezia Giulia.
          La Rosa e il Canarino sono entrambi ecotipi di
          Cicoria intybus della sottospecie sativa, sele-
          zionati nel corso degli anni - e in alcuni casi per
          piú di un secolo - dai contadini del Goriziano
          dove erano e sono tradizionalmente coltivati.

18                                                         19
La Rosa di Gorizia e il Canarino... la storia

           Una fortunata famiglia di stupendi
           radicchi che esprimono personalità
           di gusto tra loro molto diverse e che sono
           il risultato dei molteplici microclimi,
           terreni e tradizioni del Friuli Venezia Giulia.

           La Rosa ha colore rosso intenso e                 definisce gli orti di Gorizia - e di Monfalcone - quelli a
racconto

           variegature che virano al rosa e al               più alta redditività e tra i prodotti dell’orto cita “la cico-
           rosso granato. Il Canarino sfumature              ria rossastra che in autunno viene trapiantata nelle stal-
           di colore giallo canarino con varie-              le dove è esposta al calore degli animali e dello strame
           gature e pennellate verso il rosa e il            ed è molto apprezzata nei mercati”. È il radicchio di
           rosso. Tonalità che dipendono dalla               Gorizia che poi - grazie alle continue selezioni fatte di
           speciale ricercata selezione applica-             anno in anno dai singoli produttori - si sarebbe identifi-
           ta dalle famiglie agricole che li pro-            cato nei due eco-                           tipi Rosa e Cana-
           ducono. L’aspetto della rosa che la               rino di Gorizia. È     È un prodotto        un prodotto di
           pianta assume al momento della                    raffinate cultu- di raffinata cultura ra e sensibilità
           raccolta è considerato carattere tipi-            contadine che na-      e sensibilità        sce all’interno di
           co per la Rosa e carattere ottimale               ogni famiglia, che       contadina          rivaleggia con le
           per il Canarino. Il barone Carl von               altre allo scopo di produrre il radicchio piú buono e piú
           Czoernig nei suoi tre volumi Gorizia              bello. Ancora oggi questa forte competizione è vivace e
           la Nizza Austriaca. Il territorio di              ancor oggi ogni famiglia fa a gara per averlo piú affasci-
           Gorizia e di Gradisca, stampati a                 nante, avvalendosi di uno “stilista” personale che custodi-
           Vienna nel 1873 e dedicati “alla città            sce segretamente le formule della sua cromatica bellezza.
           di Gorizia ed ai suoi gentili abitanti”,          Primattore lo era già ai tempi dell’Impero asburgico.

20                                                                                                                        21
La Rosa di Gorizia e il Canarino... il percorso

                                                                                                    È
           DOVE E COME SI PRODUCE                                                       un radicchio prettamen-
                                                                                   te invernale. Infatti per cominciare
            Si produceva negli orti goriziani di S. Andrea e di
            San Rocco. Oggi la sua coltura - oltre che nei                     a consumarlo bisogna attendere la prima
            pochi terreni rimasti degli antichi orti (divorati              brinata. Fortemente soggetto, quindi, all’anda-
            dall’espansione della città) - si è ampliata in ter-         mento stagionale, arriva sul mercato - in genere -
            reni e microclimi similari, sempre all’interno del         alla fine di novembre e lo si trova sino a febbraio ed
            comune di Gorizia. Preferisce terreni a medio            in qualche annata - se fredda - anche fino a metà marzo.
            impasto, ghiaiosi, ferrettizzati e soggetti, nel        I produttori mi raccontano delle diverse sementi che
            periodo estivo, a periodi di siccità. D’inverno, ai    mescolano tra loro, conservando gelosamente il segreto. La
            primi freddi, si stringe attorno al cuore, ma non      ricerca delle nuances è simile all’attenzione che pone uno
            soffre: è in quel momento che comincia il suo          stilista quando sceglie i suoi colori. Questi artigiani del
            percorso alla conquista del palcoscenico verso         gusto un po’ artisti si “sorprendono della mia sorpresa” nel
            una recita impeccabile; per la sua bellezza fa          cogliere la loro orgogliosa soddisfazione nel “disegnare” le
            ogni sorta di sacrificio, come restare al buio per       foglie del loro radicchio. “Nessuno di noi, confessano, dà
                                         molti giorni per             le sue sementi ad altri produttori, perché queste sono
         “D’inverno, ai primi freddi, diventare ancor piú               il nostro vero patrimonio”. La vita di questa verdu-
     si stringe attorno al cuore, ma appariscente.                         ra chic comincia ogni anno con la semina - con
     non soffre: è in quel momento                                            la luna calante - consociata al frumento:
                                                                                  intelligente e raffinata scelta che
             che comincia il suo percorso alla conquista
                                                                                       evita di usare diserbanti in
        del palcoscenico verso una recita impeccabile”

22                                                                                                                             23
... e mi racconta delle sue diverse sementi                                  La Rosa di Gorizia e il Canarino... il percorso
che mescola tra loro con l’attenzione
di uno stilista quando sceglie i suoi colori...

quanto il radicchio non permette alle erbacce di svilup-      no per una quindicina di giorni, si coprono con paglia e
parsi. Dopo il taglio del frumento stesso, il radicchio       si annaffiano molto spesso (questo processo veniva fatto
riparte con la sua crescita in beata solitudine. Verso        nelle stalle, come ci racconta il barone Von Czoernig, e la
ottobre le foglie sono ormai molto grandi e cominciano a      copertura del radicchio avveniva con la paglia mista a
cambiare leggermente colore: la Rosa ha un verde più          sterco). Poi i mazzi vengono aperti e le piantine sono
intenso con ampie tonalità melanzana, mentre il               pulite finché non resta che il cuore: alla fine, la perdita
Canarino è, in tale periodo, verde pastello con le coste      di peso della pianta raccolta - senza quello della radice
rosso brillante. S’intravede appena il cuoricino che si sta   - sarà calato del 70%.
formando, protetto dalle foglie esterne che si chiudono
su di lui. Ma deve arrivare la brina - verso i primi di
                                                              Capito perché dicevo che è un prodotto chic ?
novembre e anche più tardi - per iniziare la raccolta che
avviene in maniera scalare in funzione del mercato e del-
l’andamento stagionale. Con le prime gelate le foglie
grandi si bruciano; quindi le piantine vengono tolte
dalla terra e legate a mazzi per le radici. E qui comincia
la sua maturazione, durante la quale il gusto si comple-
ta e i colori si fanno vivaci: i mazzi vengono portati al
riparo, con una temperatura tra i 10 e i 15°C, dove resta-

24                                                                                                                        25
Nel 2010 nasce l’Associazione Rosa di Gorizia
L’Associazione

                                                                                                       Questi i benemeriti soci fondatori.
                                                                                                                 Carlo Brumat presidente.
                                                                       Consiglieri: Francesco Brumat, Roberto Borsi, Tarcisio Drosghig,
                                                                      Kostanca Hvalic, Alfredo Iosini, Pietro Sossou e Valentina Brumat.
        Per preservarne il nome e la tipologia, il 29 marzo
        2010 otto produttori fondano l’Associazione Rosa
        di Gorizia con lo scopo di promuovere, favorire e
        tutelare in Italia e all'estero il nome e la produ-
        zione tradizionale del Radicchio Rosso di Gorizia
        o "Rosa di Gorizia" e del "Canarino". Attualmen-
        te è composta dai produttori e dai sostenitori dei
        prodotti menzionati. Potrà dare la sua collabora-
        zione ad altri Enti per lo sviluppo d'iniziative che
rispettino il suo scopo, mantenendo sempre la piú com-         Zona
pleta indipendenza. L'associazione è aperta all'adesione       di produzione
                                                               della Rosa
di nuovi associati del capoluogo isontino che ne condivi-      di Gorizia
dano gli intenti.
Il presidente dell’Associazione, Carlo Brumat, conferma
“che il principio che guida la selezione delle sementi è
volto sia al costante miglioramento qualitativo sia all’a-
spetto estetico, quindi alla bellezza del radicchio stesso.
È così che si è arrivati - nel giugno 2010 - e dopo parec-
chi anni di selezione, ad iscriverlo nell'elenco dei
Prodotti agroalimentari tradizionali del Friuli Venezia
Giulia, chiamandolo Rosa di Gorizia. Da allora, questo è
il nome che gli appartiene”.

26                                                                                                                                       27
La Rosa di Gorizia e il Canarino... in cucina

            COME SI CONSERVA                                         IL CENTRO TAVOLA
            In frigorifero o luogo fresco. Se in cassetta basta      Immaginate rose rosso bordeaux con striature rosa; boc-
            porlo in frigo e coprirlo con uno straccio umido.        ciolo corposo e possente, come di una rosa che si sta
            Sta molto bene anche in cantina, sempre coperto.         aprendo, quindi nel pieno della sua bellezza: cosí si pre-
            Dura una settimana. Per quantità piú piccole,            sentano la Rosa di Gorizia e il Canarino - che giocano su
            van riposto in frigo nello spazio riservato alle         toni gialli e bianchi con nuances rosa e rosse a seconda
            verdure.                                                 dell’artista che lo crea. La forma è sempre quella di una
                                                                     rosa. Un centro tavola con questi “fiori” è un tocco di raffi-
                                                                     natezza: sulla tovaglia bianca, appoggiati all’interno di un
            COME SI PREPARA                                          piatto un po’ profondo, di vetro trasparente, creano un
            È un radicchio che arriva sul mercato già curato         colpo di colore e di forma davvero unici e inaspettati:
curiosità

            perfettamente dal produttore. Quindi non si scarta       omaggio al buon gusto e alla semplicità, nonché alla natu-
            piú nulla. Il bocciolo si presenta con alla base parte   ra e alla creatività dell’uomo.
            della radice, pulita. Che va assolutamente - assolu-     La forma è sempre quella di una rosa.
            tamente! - mantenuta. Se il bocciolo è grande si
            taglia a croce - partendo dalla radice - dividendo
                                                                               Un centro tavola con questi
            pertanto tutto il radicchio in quattro parti. Se piú                       “fiori” è un tocco di
            sottile, in due parti.                                                             raffinatezza.

28                                                                                                                              29
i piaceri dei sapori
Radicchio di Gorizia e il Canarino... il gustocolore

                                                                              La Rosa ha un sapore intenso, appe-
                                                                              na amarognolo, croccante. Il colore è
                                                                              rosso carico, brillante, con variega-
                                                                              ture e sfumature che portano verso
                                                                              il rosa o il rosso granato
                                                                              a seconda dello stilista.

                                                                              Il Canarino invece è piú
                                                                              dolce al gusto, molto deli-
                                                                              cato ma croccante, una
                                                                              delizia masticarlo. Si pre-
                                                                              senta di colore giallo cana-
                                                                              rino o con variegature e nuances che
                                                                              portano verso il rosa o il rosso a secon-
                                                                              da dei dettami dell’atelier familiare.
                                                                              Per entrambi la forma estetica del
                                                                              cuore dev’essere quella di una rosa.

                                                                                                                     31
Radicchio di Gorizia e il Canarino... i sapori

               QUANDO SI MANGIA Il periodo di raccolta - come
               detto - va da novembre fino a marzo. Il suo             * Un classico friulano: condito cu’ lis frizzis, le cicciole di
                                                                       maiale. I suoi toni di sapore molto equilibrati si prestano
               punto ottimale di maturazione si ha quando il           poi - come il lettoregoloso avrà occasione di verificare con
               cuore, alla base, comincia a sbiancare. È in quel       le venti ricette create dai nostri chef - a combinarsi sia con
               momento che il suo gustocolore raggiunge il             le carni sia con il pesce e a giocare con tante, affascinanti
               punto di maggiori fusione e intensità.                  suggestioni di gusto.
... i sapori

               COME SI GUSTA “Il nonno teneva le radici e le con-      * Come disporre tre cuoricini di radicchio con accanto un
                                                                       uovo di quaglia all’occhio, il tutto condito con un filo del
               diva - mi raccontò la signora Anna, la madre di         grasso di cottura dello speck tagliato a listarelle che poi
               Francesco Brumat, mentre cucinava le verze e la         metteremo sull’uovo stesso.
               polenta - e bisogna spiegarlo ai consumatori che
               dovrebbero tenerne una parte in quanto danno            * Condire le foglie del Gorizia con fettine di pecorino,
                                                                       sedano e noci, con un tocco prezioso di tartufo (tra prodot-
               un gusto straordinario al radicchio stesso”.            ti chic immaginabile uno strepitoso accordo).
               Il sapore è inconfondibile: di giusta intensità,
               non amaro, croccante e consistente, si presta a         * Ancora: condire il radicchio con olio extravergine, aceto,
                                                                       sale, pepe nero assieme a pinoli tostati, noci tostate, uvet-
               molte ricette che poi il lettore troverà.               ta, pane nero raffermo, Montasio stagionato, gocce di bal-
               * Oltre a quelle citate, lo si può saltare nel burro,   samico.
               disteso sulle mele tagliate fini e sopra una spruz-                        “Il nonno teneva le radici e le condiva,
               zatina di kren (rafano).                                                       e bisogna spiegarlo ai consumatori
               * Oppure fatto a strudelcon burro, pane grattugiato             che dovrebbero tenerne una parte in quanto danno
               e ricotta affumicata.                                                  un gusto straordinario al radicchio stesso”.
32                                                                                                                                  33
Radicchio di Gorizia... i sapori

                                                Avrai un pranzo
                                                semplice
                                                ma capace
                                                di emozionarti.
               COME LI PREFERISCO Il Canarino: nature, condito
               con aceto balsamico, aceto di vino ed olio extra-
               vergine friulano. Come variante, vi aggiungo
               fagioli caldi e condisco come sopra, accompa-
               gnato con pane bianco fatto in casa.
                                   Per la Rosa trito due uova so-
... i sapori

               de, cui aggiungo un pizzico di sale e una goccia
               di olio. La condisco, quindi, con balsamico e
               aceto, ma con un olio piú strutturato e poi verso
               le uova: mescolo tutto assieme e lo accompagno
               - fondamentale - con pane di farina di mais
               appena riscaldato nel forno a legna.
               Ancora una golosa tentazione: al radicchio
               aggiungo patate tiepide e per condire uso olio
               extravergine appena spremuto. Il suo deciso
               tono di carciofo e oliva bilancia il gusto tonico
               della Rosa di Gorizia che si combina poi perfet-
               tamente con il dolce delle patate. Avrai un pran-
               zo semplice, ma capace di emozionarti.

34                                                                                                29
“radríc di mont” radicchio di montagna
Radicchio di montagna

                  Ormai rarissimo, deriva da una pianta                                                ta; si fa croccante in bocca ed il sapore è appena
                  di colore verde bruno che vive in alta                                               amarognolo. In Carnia solitamente si mangia con
                  montagna e della quale si utilizzano i                                               i prosciutti o i salumi affumicati. Appena si scio-
                  germogli filiformi dal gusto legger-                                                 glie la neve spunta nelle vallecole e nei valloni. Il
                  mente amarognolo, cotti e posti nei                                                  migliore è quello rosso che si trova sui pendii
                  vasetti di vetro. La sua rarità dipende                                              dove scendono le valanghe - detti mortôrs - che
                                     certamente dal fatto                                              rimescolano continuamente il terreno in superfi-
         Predilige i boschi che se ne trova poco,                                                      cie. I turioni escono da terra in tempi brevissimi,
         di abeti e ontani. ma anche dal fatto                                                         3 giorni appena. Alla raccolta sono alti dai 5 ai 15
         Esce solo qualche che la pianta è pro-                                                        cm e grossi come un dito e, grazie al gelo, sono
        centimetro da terra tetta e la sua raccolta                                                    tenerissimi e croccanti. La raccolta è limitata a 20
        e la parte prelibata è permessa solo per                                                       giorni all’anno.
             è la radice:            quantità limitate.                                                Predilige i boschi di abeti e ontani. Esce solo
          è il piú saporito          Il suo nome scientifi-                                            qualche centimetro da terra e la parte prelibata è
            e croccante.             co è Cicerbita alpina,                                            la radice: è il piú saporito e croccante. Poi c’è
                  la cui crescita comincia dopo il disge-                                              un’altra varietà che si trova nei prati e ha una
                  lo tra i 1.200 e 2.000 mslm. Una volta                                               foglia verde e poca radice, ma ha un gusto amaro,
                  preparato, ha colori che vanno dal                                                   a differenza di quello di mont che è “dolce” e
                  verde chiaro al verde bosco fitto,                                                   meno saporito del rosso. Le foglie si possono
                  anche con toni amaranto; il profumo è                                                usare per fare le frittate e le paste ripiene di erbe,
                  intenso e fresco di erba appena taglia-                                              mentre il turione si conserva come quello rosso.

                                                                                                                                                           37
Ormai rarissimo, deriva da una pianta di
     colore verde bruno che vive in alta montagna
     e della quale si utilizzano i germogli filiformi
     dal gusto leggermente amarognolo.

     Marisa Viti è una signora che abita a                 raffreddare. Dispone il radicchio, che comprime
                                                           di tanto in tanto, su dei canovacci, che sostitui-
     Caneva, in Carnia, appena dopo Tolmezzo.              sce quando serve. L’operazione va ripetuta per
     Energica, simpatica e coinvolgente, è certamen-
                                                           un giorno e mezzo. L’asciugatura è un passaggio
     te la miglior interprete per la preparazione del
                                                           chiave per l’armonia del radríc, perché è neces-
     radríc di mont.
                                                           sario eliminare il gusto di aceto che, altrimenti,
     Ha quel tocco in piú che fa la differenza. Il suo
                                                           toglierebbe armonia al prodotto. Poi Marisa lo
     radríc ha un raro equilibrio tra dolcezza e aci-
                                                           mette in una terrina assieme all’olio, al pepe-
     dità, che lo rende piacevole anche per l’ottimo
                                                           roncino (quantità secondo i propri gusti) e all’a-
     extravergine toscano che lei sceglie (è nata in
                                                           glio (facoltativo); lascia riposare per 4 ore, aven-
     quella terra).
                                                           do cura di mescolare di tanto in tanto. Alla fine
     La sua ricetta prevede, per 1 kg di radicchio, ½
                                                           invasa e pone i vasetti a sterilizzare in acqua
     litro di vino bianco secco; ½ litro di aceto bian-
                                                           bollente avendo cura di non superare i 2-3
     co; 15 g di sale e altrettanti di zucchero; olio
                                                           minuti, onde evitare che si cuocia troppo.
     extravergine; aglio e peperoncino.
                                                           Sempre per il medesimo motivo, mette poi i
     Dopo averlo pulito e lavato, lo asciuga molto
                                                           vasetti, col coperchio all’ingiù, sotto un filo
     bene. Versa in una pentola l’aceto, il vino bian-
                                                           d’acqua affinché si raffreddino. (Altro piccolo
     co, il sale e lo zucchero fino a portarlo a ebolli-
                                                           capolavoro di Marisa è la marmellata di cornio-
     zione. Quindi immerge il radicchio, mescolando
                                                           li, che raccoglie da stupendi alberi del suo orto.)
     fino a nuova ebollizione. Spegne la fiamma e
     mescola ancora per due minuti. Scola e lascia                 “Il suo radríc ha un raro equilibrio
                                                                                tra dolcezza e acidità”

38                                                                                                                39
radiceto triestino

                                                                                                                     “radiceto” triestino
                                                              Gregoric e suo marito Giorgo Debelis coltivano
                                                              ortaggi nella loro campagna tenuta come un giar-
                                                              dino. La maggior produzione è dedicata, per l’ap-
                                                              punto, al radiceto e all’insalatina, e poi agli spi-
                                                              naci, alla bieta, a rucola, basilico, cavoli, verze,
                                                              porro e prezzemolo. “Le semenze del radiceto e
                                                              della insalatina i xe partidi de qua, de Trieste”,
                                                              precisa Giorgio, la cui famiglia ha orti dal 1920. I
GLI ORTI DI TRIESTE Coloncovez è un quartiere di Trieste      metodi di produzione e di raccolta sono sempre i
verso est, che si sviluppa su dolci declivi che guardano il   medesimi: concimazioni organiche e un’attenta
mare. Siamo ben fuori del centro città, verso Muggia. Qui     rotazione nelle semine e nel taglio. Da un metro quadra-
ci sono ancora diversi orti, grazie proprio alla perfetta     to di terreno seminato a radiceto se ne raccoglie un chilo
esposizione dei terreni. Ed è in quest’area che si produ-     e mezzo circa di primo taglio, che viene destinato quasi
ce molto del radiceto triestin - radicchietto triestino.      esclusivamente alla ristorazione di qualità.
È una varietà originaria della città giuliana, assieme alla   “Sulla stessa semina facciamo tre tagli al massimo. Lo
insalatina. Entrambi fanno parte integrante della sua         seminiamo quindi continuamente in maniera da averlo
tradizione alimentare. Ancora oggi molti amici gourmet        sempre disponibile. All’inizio lo si copre con i teli di pla-
mostrano sorpresa quando gli si presenta un piatto di         stica per evitare che gli uccelli mangino i semini e per
radicchietto: nemmeno lo avevano mai immaginato così          tenere umido il terreno. Dalla semina passano 2 settima-
piccolo, dolce, fragrante, tenero. A Coloncovez Sonia         ne prima di iniziare il primo taglio. Va annaffiato almeno

32                                                                                                                             41
“radiceto” triestino                                                                                                “radiceto” triestino

                                                                           CURIOSA GOLOSITÀ
COME SI CONSERVA                due volte il giorno, abbondantemen-        Il radiceto triestin si consuma da solo e anche, molto
In frigorifero, ben asciutto,   te. Il taglio viene fatto con la falce o   spesso, mescolato con i fagioli; com’è consuetudine dopo
in un sacchetto di carta        la falcetta. Va tagliato un po’ alto       un pasto di pesce, “per pulirse la boca”. La sua consi-
dove viene in genere
venduto. Non dura piú           dalla terra per evitare di recidere,       stenza è quasi aerea, tanto è fragile e delicato: come lo
di tre giorni.                  con le foglioline, anche i gambetti        condite va immediatamente mangiato. Il suo gusto è
COME SI PREPARA                 che potrebbero dare un sapore trop-        dolce (infatti viene definito anche zuccherina - essendo
Arriva al mercato               po amaro”.                                 una cicoria - di Trieste) con una sfumatura di amarican-
già in parte lavato.            “L’altezza della fogliolina è di circa     te. Il colore è verde chiaro. Mentre l’insalatina è verde
Ma è consigliabile
metterlo in ammollo
                                3-4 cm. L’insalatina invece concede 2      giallo e più croccante, dal sapore ancora piú delicato.
in acqua per 15 minuti.         tagli soltanto da quando raggiunge         Vanno bene anche mescolati assieme con qualche foglia
Si risciacqua almeno            la sua altezza ottimale. I tempi della     di rucola, che a Trieste si usa mangiare molto piccola,
due volte. Quindi
si scola molto bene.
                                raccolta sono brevissimi: al massimo       come il radicchio e quindi meno amara di quella che
                                entro due giorni. Prima è troppo pic-      generalmente si trova sugli altri mercati. Il tutto ovvia-
                                colo, poi troppo grande e il suo gusto     mente condito - radiceto e insalatina - con olio extra-
                                non è piú quello gradito, si fa meno       vergine di Trieste, gentile e delicato, e qualche goccia di
                                dolce e diventa leggermente duro e la      aceto balsamico, da dosare con estrema attenzione. I
                                clientela triestina non lo vuole piú”.     fagioli, quando aggiunti, debbono essere appena tiepidi
                                                                           perché, se caldi, ammosciano e cuociono le foglie.

42                                                                                                                                   43
ladrichesse o tàle-màte
Ladrichesse o tàle-màte

                      Mia mamma partiva in bicicletta con la         della strada ad aspettarlo con il suo sacco accan-
ricordi

                      sua borsa appesa al manubrio e andava          to. Quando era buio, a casa, mio padre chiede a
                      nella vigna di famiglia a raccogliere          Maddalena (mia sorella): “Ma dov’è andata la
                      ladrichessis. Un giorno - era di pomerig-      mamma?”. “Ma papà, se l’hai portata via con te!”.
                      gio - si fece accompagnare in macchina         “Dio mio - non disse proprio cosí, ma … quasi - tor-
                      da mio padre (lei non aveva la patente) e      nando da Pavia mi sono scordato di fermarmi nella
                      ne approfittò per portare con sé un            vigna”. E corse via, un po’ offeso con sè stesso (vi
                      sacco. Mio padre, una volta nella vigna,       lascio immaginare poi la sera, in osteria, quanto
                      le disse: “Intanto che tu raccogli, io fac-    venne preso in giro). Questo piacevole quanto
                      cio un salto a Pavia di Udine (paese a         dolce ricordo mi fa pensare a lis ladrichessis, che
                      non piú di due chilometri). Mia madre          fu la verdura preferita da mia mamma. Ho raccol-
                                    raccoglie e riempie il sacco.    to le sue note su come le cucinava e le usava. La
               Mia mamma            Mio padre non arriva.            sua maniera di raccontarmi le ricette era diverten-
           partiva in bicicletta Raccoglie ancora, preme la          te. Lo faceva a pezzetti: incominciava e poi saltava un pas-
           con la borsa appesa sua verdura selvatica e il            saggio e andava avanti; poi indietro. Ha sempre fatto cosí.
          al manubrio e andava papà non si vede. Sta diven-          Io la fermavo, ricapitolavo e alla fine riuscivo a completar-
          nella vigna di famiglia tando buio (i cellulari dove-      la per bene. Lei era sarta e s’è trovata, con l’apertura del-
               a raccogliere        vano ancora essere imma-         l’osteria di famiglia, a cucinare. Non ha mai letto, né con-
               ladrichessis.        ginati) e si sposta sul ciglio   sultato, un libro di ricette. La sua era una cucina di puro

44                                                                                                                                       45
Ladrichesse o tàle-màte                                                                                 Ladrichesse o tàle-màte

          istinto. Uscivano dalla sua sensibilità e dalla
                                                                 Ma cosa sono “lis ladrichessis”?
ricordi

          capacità di rileggere i piatti tradizionali allegge-
          rendoli e cosí anticipando quella che poi avremmo      Molti in Friuli le confondono con le tàle, ossia il tarassa-
          chiamato la nuova cucina. Faceva piatti di grande      co e che tale non è. Il Pirona - vocabolario della lingua
          eleganza, cesellati, dove tutto era ben equilibrato,   friulana - definisce ladrichessis o radrichessis come
          con cotture fatte spostando le padelle da un           radicchiella, detta anche tàle màte (ossia selvatica). Il
          angolo all’altro dello spolert (la cucina a legna):    nome scientifico per il Pirona è Leontodon hastilis men-
          applicava, senza saperlo, quella che poi noi           tre ora viene denominata Leontodon hispidus. ”Di prima-
          avremmo definito “cottura a bassa temperatura”.        vera si mangia la pianta fresca come il tarassaco”. Tàle è
          Nel ’77 la Trattoria da Germano (mio padre) fu,        nome generico che sta per radicchio, sia per la somi-
          per Gino Veronelli, il miglior ristorante d’Italia e   glianza delle foglie sia per gli usi commestibili.
          il sommo Franco Colombani - presidente dei som-        Tant’è che in Friuli sia le tàle sia le ladrichesse si defini-
          melier italiani dell’epoca e poi creatore di Linea     scono radicchio selvatico. Infatti troviamo: radica màta;
          Italia in cucina - aveva nel suo menu Al Sole di       radicela màta, lidrikése salvàdie; lidrikése màte. Ancora
          Maleo l’orzo e fagioli di Mimi (diminutivo di          mia mamma, per la quale le ladrichesse si presenta meno
          Maria, nome della mamma). Nel 1990 scrissi, per        rigogliosa e piú piccola del tarassaco, pur mantenendo la
          la Giorgio Mondadori, Ricevere tra i vigneti, al
          solo scopo di raccogliere queste sue intuizioni
          che altrimenti sarebbero andate perse.

46                                                                                                                           47
Ladrichesse o tàle-màte                                                                             Ladrichesse o tàle-màte

La Tàle ovvero
   il Tarassaco
         ovvero     sua forma circolare. Ha fiori gialli sí,   li). È diffuso soprattutto in ambienti ruderali, lungo le
 il Taraxacum       ma piú minuti e non uno singolo            strade, in prati concimati. La radice, raccolta da maggio
      officinale    come il tarassaco; i suoi fiori non        a novembre, può essere consumata cotta, ha proprietà
         weber.     diventano soffioni; inoltre, le sue        diuretiche, depurative, coleretiche, stimolanti l’appetito,
foglie si espandono sí in maniera circolare a rosetta come     ipocolesterolemiche. La sua azione disintossicante ha
la tàle, ma sono molto piú piccole e piú aderenti al terre-    effetto benefico anche sulla pelle, rendendola fresca e
no del tarassaco; inoltre, al gusto, è meno amara.             luminosa. Le foglie giovani vengono mangiate in insala-
                                                               ta (nella tradizione si condivano con il siero inacidito del
IL TARASSACO Ha numerosi sinonimi: in italiano dente di        latte e col lardo soffritto). Quando non sono piú tenere
leone, pisciacane, piscialletto, soffione. In sloveno          sono ottime lesse. Sono anche molto appetite come forag-
modac (pronuncia modaz); in friulano: tàle, talàte, pis-       gio dal bestiame bovino.
secjan (riferimento alle proprietà depurative e diureti-       Dai fiori - puliti e bolliti in un primo passaggio assieme
che). Per l’etimo tàle si dovrà probabilmente confrontare      a succo di limone - si ottiene anche uno sciroppo che si
con l’italiano tallo, germoglio. È pianta erbacea alta fino    presenta denso (quasi come il miele), di colore giallo
a 40 cm, perenne, con foglie basali in rosetta, lanceolate     chiaro.
e seghettate, fiori color giallo vivo del diametro di 4 cm     Venivano prodotti da maggio a ottobre per ottenere pro-
circa che piú tardi si trasformano negli ancor piú carat-      dotti idonei all’integrazione alimentare durante l’inver-
teristici pappi lanuginosi color bianco-grigio (da cui il      no. E sempre con i fiori - e le foglie - si coloravano le
nome di soffione alla pianta, collegato ai giochi infanti-     uova di Pasqua.

48                                                                                                                      49
i piaceri dei sapori
Ladrichesse o tàle-màte

Era una verdura ideale in primavera                    per                              per 15, 20 minuti, aggiungendo all’acqua un cuc-
depurare l’organismo dai cibi invernali, ricchi dei grassi                              chiaio di bicarbonato. Quindi ancora sciacquare
delle carni di maiale (grassi che comunque venivano                                     con attenzione. Sempre mia mamma consigliava
ampiamente bruciati dall’immane fatica fisica che que-                                  di curarle appena raccolte o acquistate, perché
ste persone quotidianamente sopportavano). Era anche                                    poi le foglie s’ammosciano e diventano più diffici-
una maniera per “sbarcare il lunario”, ossia per reperire                               li da mondare. Quindi raccomandava anche di cuci-
una base di cibo salutare a costo zero.                                                 narle subito per poi mantenerle come vedremo.

Come si curano e si preparano.                                                          Come si preparano e si conservano.
                      Sia lis ladrichessis sia il tarassaco si                          Dopo averle ben lavate e sciacquate, si fanno bol-
                      raccolgono con un coltellino a punta,                             lire in acqua salata per almeno 1 ora. Quindi
                      tagliando la piantina quasi a filo                                sgocciolate. Se sono eccessivamente amare, pas-
                      terra per non avere troppa radice (è                              satele un momento in acqua corrente. Quindi
                      amara, anche se importante per il suo                             vanno strizzate per formare palle (tipo quelle da
                      effetto depurativo). Queste verdure                               tennis) che si conservano in frigo, dove durano
                      debbono esser lavate molto bene:                                  fino a 3-4 giorni. Se disponete di una buona
                      almeno tre volte, per eliminare le                                quantità, le palline formate si possono tenere a
                      parti piú consistenti della terra; poi è                          lungo in freezer, avvolte a una a una nella carta
                      consigliabile lasciarle in ammollo                                di alluminio o nella pellicola.

50                                                                                                                                       51
Ladrichesse o tàle-màte                                                                Ladrichesse o tàle-màte

                          La maniera              Un altro modo                 Ancora una
                          classica                di prepararle -               annotazione golosa.
                          di consumarle           è sempre una ricetta          Lessare patate
                          è condirle              di mia mamma -                e poi schiacciarle;
                          con olio d’oliva        è passarle in padella         mescolarle
                          extravergine,           dopo averle cotte             col tarassaco con
                          aceto                   e scolate con aglio,          uova sode tagliate
                          di vino                 una noce di burro             a spicchietti. Condire
                          e uova sode.            (od olio extra-vergine),      con olio extravergine
                                                  aggiungendoci                 e gocce di aceto
                                                  un filo di latte              di vino rosso.
                          CURIOSITÀ GOLOSE        e finirle come si fa          Accompagnare
                                                  con gli spinaci.              con pane di farina
                          Oppure: si prende                                     di polenta.
                          un guanciale
                          di maiale e dopo
                          averlo cotto
                          lo si usa per condire
                          la verdura;             Nelle Valli del Natisone, invece, dopo averle
                          o si possono usare      lessate, si fa una salsa con farina bianca di polenta
                          le tradizionali         tostata in padella antiaderente e allungata con vino
                          cicciole rese           rosso corposo fino a consistenza di una polenta molto
                          croccanti, frizzis      fluida. La verdura si condisce con uova sode e pancetta
                          in friulano.            croccante, e vi si versa sopra la salsa di vino e polenta.

52                                                                                                         53
Attenzione, avverte Marisa:
     è importante togliere il filamento legnoso
     che è nel cuore della radice stessa.
     Altrimenti diventa immangiabile.

     Marisa Viti, che abbiamo incontrato                 te ed asciugarlo con la centrifuga per le verdure.
                                                         Versa in una pentola l’aceto, il vino, il sale e lo
     per il suo perfetto radríc di mont, prepara
                                                         zucchero e porta a ebollizione. Immerge il taras-
     anche il tarassaco sott’olio, sempre con le         saco e gli fa riprendere il bollore. Lascia bollire
     sue consuete maestrie e sensibilità.                per 2-3 minuti mescolando di tanto in tanto.
     Vale la pena leggere come procede. Prevede, per     Quindi scola e lascia raffreddare. Dispone il
     2 kg di tarassaco, un litro di vino bianco, un      tarassaco su tovaglie doppie che andranno
     litro di aceto bianco, 2 cucchiai di sale, 1 cuc-   arrotolate con una leggera pressione almeno un
     chiaio di zucchero, olio extravergine d’oliva,      paio di volte e lo lascia nelle tovaglie per alme-
     aglio (per chi lo desidera) e peperoncino (la cui   no 2 o 3 ore. Alla fine invasa e mette i vasetti a
     quantità è personale).                              sterilizzare in acqua bollente avendo cura di
     Raccoglie il tarassaco con un po’ di radice, che    non superare i 2-3 minuti, onde evitare che si
     va pulita con il pelapatate dopo averne asporta-    cuocia troppo. Sempre per il medesimo motivo,
     to la punta. Attenzione, avverte Marisa: è impor-   sistema poi i vasetti, col coperchio all’ingiú,
     tante togliere il filamento legnoso che è nel       sotto un filo d’acqua affinché si raffreddino.
     cuore della radice stessa. Altrimenti diventa       All’assaggio è croccante, profumato, gustoso.
     immangiabile. La radice è abbastanza lunga. A       Anche in questo caso va accompagnato con sala-
     cottura ultimata può arrivare anche a 8 cm.         me, soppressa o San Daniele.
     Quindi lei immerge il tarassaco in acqua acidu-                         “All’assaggio è croccante,
     lata con del limone, per poi lavarlo accuratamen-
                                                                                  profumato, gustoso”

54                                                                                                             55
Ladríc cul poc
                   Altro gioiello delle verdure friulane è il
                   ladríc cul poc (radicchio con la radice). Di
                   straordinaria bontà, saporito, consistente,
      SAPORITO,    croccante, un po’ amarotico, un po’ rustico,
                   ma inarrivabile.
   CONSISTENTE,    È una Composita coltivata nella pianura
                   friulana, riconducibile prevalentemente
     CROCCANTE,    alla Cicoria bionda o al Grumolo biondo. Si pre-
                   senta, pronto per la vendita, come un abbozzo di
                   cespo composto da 5-10 foglie verde chiaro con
          UN PO’   base biancastra, a volte mescolato con tipi a
                   fogliame rosso e viene venduto con parte del fit-
     AMAROTICO.    tone (poc).
                   La pianta - che viene seminata in luglio - subisce
          UN PO’   entro settembre uno o piú tagli della chioma. La
                   raccolta delle ricrescite avviene dopo che consi-
       RUSTICO,    stenti abbassamenti di temperatura hanno con-
                   tribuito a far diminuire drasticamente il gusto
                   amaro del fogliame. Anche questo, pertanto, è un
MA INARRIVABILE.   radicchio invernale.

                                                                       57
Ladríc cul poc                                                                                                                      Ladríc cul poc

                                                                                      COME SI GUSTA
                                                                                      Lo adoro mescolato con le uova sode con olio extravergi-
COME SI CONSERVA COME SI PREPARA                        QUANDO E COME
Dopo la raccolta            Molto importante è          SI MANGIA                     ne di buona struttura, come la nostrana bianchera e
- sistemato in cassette     saperlo curare. Nulla       Da novembre e si trova        gocce di aceto di vino rosso o, meglio ancora, balsamico,
e conservato al buio e in   di complicato, ci           fino a marzo. A Percoto,
zona fresca - può durare    mancherebbe, ma va                                        che io preferisco in quanto si esalta con il leggero tono
                                                        il mio paese in Friuli,
anche una settimana.        posta attenzione a          il 19 marzo cadeva            amaro della verdura. Accompagnato con pane di farina
                            mantenere parte della       la sagra del paese            di mais, croccante.
                            radice. Innanzi tutto       (che tuttora esiste) e si
                            vanno eliminate le foglie                                 Certo, si può mangiare in pura semplicità, ossia condito
                                                        celebrava San Giuseppe.
                            rovinate delle quali,       Per la nostra osteria         solo con sale, aceto di vino rosso e olio extravergine, a
                            se sono troppo grandi,      di famiglia erano giorni      cui aggiungo una grattata di mela.
                            si taglia la punta che      di grande lavoro
                            si mescola poi con                                        Resta altresí molto tradizionale anche l’uso della pan-
                                                        (aiutavano a mandar giú
                            il restante radicchio.      i debiti, diceva mio padre,   cetta o dello speck croccanti, versati caldi sul radicchio,
                            Quindi, della radice,       contando gli incassi)         assieme al grasso di cottura. Questo condimento è indi-
                            scartare la parte piú       e, per rendere l’offerta
                            stopposa e dura: se ne                                    cato, in particolare, quando - e sono molti a farlo - si
                                                        piú efficace, facevamo
                            mantiene circa 1 cm         nel cortile diversi punti     lasciano crescere le foglie che cosí s’induriscono e diven-
                            che poi andrà tagliato      di ristoro. E cosa si         tano ancor piú saporite. Si usa così in Carnia, per esem-
                            in due o quattro parti      vendeva (vi parlo degli
                            a seconda della sua                                       pio, ma anche in molte campagne del Friuli. Infatti,
                                                        anni Sessanta)? Salame
                            grandezza. Radice           fresco, uova sode con         quando si versano il grasso bollente della cottura e le
                            - il poc - che darà un      il ladríc cul poc.            cicciole, le foglie s’ammorbidiscono - noi diciamo che si
                            sapore inconfondibile,      E ovviamente tanto vino.
                            oltre che una consistenza                                 cucinano - mentre il sapore importante del radicchio si
                                                        Buono. E quel ladríc era
                            croccante irrinunciabile    quasi sempre l’ultimo         combina molto bene col tono della pancetta o dello speck.
                            per i connaiseur            della stagione.
                            di questa verdura.
58                                                                                                                                             59
61
Ai Fiori

Trieste                                                              Rosa di Gorizia
Piazza Attilio Hortis, 7                                             e Triglia
tel. +39 040.300633   La cucina: solo pesce, che racconta la                                    Procedimento.
info@aifiori.com      cucina triestina con uno sguardo               Secondo piatto             Lavare e asciugare le Rose di Gorizia.
www.aifiori.com
                      anche all’innovazione. Puntigliosa             Ingredienti per 4 persone Tagliarle in quattro, metterle sottovuoto
selezione di oli triestini e istriani, oltre che di artigiani del    4 triglie pulite, 8 noci   con zucchero, aceto, evo e sale. Pre-
gusto locali. Il cuoco è Nenad Jovic, serbo arrivato da gio-         di capesante, 2 Rose       riscaldare il forno con vapore a 90°.
                                                                     di Gorizia, 1 cavolfiore,
vane a Trieste dove ha compiuto il percorso professionale.                                      Cucinare 15-20’. Raffreddare in acqua e
                                                                     50 g di topinambur,
Il posto. Ristorante accogliente - una sala unica per 40 per-        olio evo q.b., aceto       ghiaccio. Tagliare e bollire il cavolfiore
sone con tavoli apparecchiati con amore - che si affaccia sul        di vino q.b., olio di semi con un pizzico di sale. Frullarlo fino alla
giardino di Piazza Hortis dove, con la bella stagione, posso-        per friggere, sale q.b.,   cremosità desiderata. Con una mandoli-
no sedere altrettante persone. Il mare delle Rive è a pochi          un pizzico di zucchero,    na, affettare il topinambur e lasciarlo in
                                                                     fiori eduli.
minuti.                                                                                         ammollo per 30’, cambiando 2-3 volte
La storia. Ai Fiori vanta un secolo di vita, mentre il nome          l'acqua. Asciugarlo e friggerlo a 160°. Salarlo. Pulire e sfilet-
risale al 1954. Maria Giovanna Saletù ed Alberto Saglio              tare le triglie, lasciando la coda. Mondare le capesante e
Ponci - che sono Ai Fiori dal 2013 e ne sono proprietari             asciugarle. Oliare e salare la triglia, cuocerla in forno a 165°
dal 2017 - si sono conosciuti a Sistiana, all’hotel Eden             per 3-4 minuti. Oliare e salare le capesante e scottarle in una
(Giovanna curava la reception), con annesso ristorante               padella antiaderente già calda. Scaldare la crema di cavolfio-
Vanilija, dove Alberto dirigeva la sala. Alberto è stato anche       re e fare lo stesso con la Rosa, aggiungendo un filo d'olio.
maitre all’Harry’s Grill del Grand Hotel Duchi d’Aosta.              Composizione del piatto. Su di un piatto piano porre al
La cantina. La maggior parte dei i vini Chiusura settimanale:        centro un cucchiaio di purea di cavolfiore, poi sopra la Rosa
sono del Friuli Venezia Giulia, con atten- lunedí e domenica         e al suo fianco il filetto di triglia. Aggiungere le capesante e
zione particolare al Carso e con apertu- a pranzo d’estate.          il topinambur. Guarnire con fiori eduli di stagione.
                                               Negli altri periodi
re alla Slovenia e Croazia.                    chiuso domenica
                                               e lunedí a pranzo.
                                                                             Il vino: Ribolla gialla Gradisc’ciutta di Robert Princic, la cui azienda
                                                                             familiare possiede 35 ettari di vigneti in Collio, comune di San
                                                                             Floriano.

                                                                             Il bicchiere: va servito nel calice Riedel Vinum Extreme Sauvignon.
                                                                             La temperatura di servizio: 6-8°C.

62                                                                                                                                                      63
Al Gallo

Pordenone                                                          Trucioli di seppia,
Via San Marco, 10                                                  Rosa di Gorizia, zenzero
tel. +39 0434.521610  La cucina: di mare, creativa e regiona-      e scaglie di Montasio       Procedimento.
info@ristorantealgallo.com
                      le. Nella cucina di Andrea troviamo le       stravecchio                 Tagliare le seppie a listarelle sottili.
www.ristorantealgallo.com
                      sue origini: il padre campano di                                         Sbollentarle per pochi secondi e raf-
Avellino e la mamma veneta, di Meolo. Lui sa distillare que-       Antipasto                   freddarle all’istante con acqua e ghiac-
ste culture per proporre una cucina marinara alla quale            Ingredienti per 4 persone   cio. Scolare e condire con olio extraver-
                                                                   200 g di seppia,
unisce i prodotti del suo territorio. Tutte le sue verdure pro-                                gine d’oliva, sale e pepe. Estrarre la
                                                                   4 rose di Gorizia,
vengono da coltivazioni bio di un artigiano del gusto locale.      20 g di zenzero candito,    radice di zenzero fresco e con il succo
Il posto. Posizione prestigiosa tra il Duomo - il cui campa-       1 radice di zenzero         ottenuto emulsionarlo con olio e sale,
nile (1347) è considerato tra i più belli d’Italia - e il          fresco, 60 g di Montasio    fino ad ottenere una salsa liscia e
Municipio, iniziato nel Duecento e terminato nel 1395. Al          stravecchio, olio evo,      densa.
                                                                   sale e pepe q.b.
piano superiore del locale lo studio che fu del “Pordenone”,                                   Composizione del piatto.
uno dei massimi pittori della città (1484-1539). Due le sale,                                  Impiattare ponendo la Rosa, preceden-
ben curate (50 posti). Il giardino (20 posti) si trova all’ombra                               temente pulita, al centro del piatto.
dell’abside del Duomo. L’insegna originale col gallo si trova                                  Condirla con la salsa di zenzero,
sopra il camino. La sala è seguita da Diletta.                                                 disporre sopra i trucioli di seppia, lo
La storia. Al Gallo nasce (1850) come stallo per i cavalli,                                    zenzero caramellato e le scaglie di
prima osteria per entrare in città dopo il ponte sul Noncello.                                 Montasio stravecchio.
Diletta Pitton, di Cormòns e Andrea Spina di Pordenone,
che si sono incontrati a Grado, lo hanno rilevato nel 2009,
facendolo diventare uno dei punti di Chiusura settimanale:
riferimento della ristorazione cittadina. lunedí nel periodo
La cantina. I vini, perlopiù del Friuli autunno-inverno;
                                               da giugno
Venezia Giulia e bianchi, sono scelto con a metà settembre                 Il vino: bianco Plus Orsone che, come dice Joe Bastianich,
                                                                           è la nostra massima espressione di Friulano in purezza. Cantina a
attenzione. Non mancano ottime etichet- la domenica
                                                                           Cividale del Friuli in località Gagliano, nella Doc Friuli Colli orientali,
te di spumanti locali e non.                                               41 ha di vigneti tra Gagliano - dove sorge anche il ristorante
                                                                           Orsone - Buttrio e Premariacco.
                                                                           Il bicchiere: va servito nel calice Riedel Vinum Extreme Sauvignon.
                                                                           La temperatura di servizio: 6-8°C.

64                                                                                                                                                       65
Al Grop

Tavagnacco (UD)                                                   Carpaccio bianco
Via Matteotti, 7                                                  su letto rubino.
tel. +39 0432.660240  La cucina: tradizionale friulana e del                                   Procedimento.
info@algrop.net       territorio. Durante la stagione prima-      Antipasto                    Grattugiare una radice di cren fresco,
www.algrop.net
                      verile numerosi i piatti a base dell’a-     Ingredienti per 4 persone    mescolarlo allo yogurt, aggiungervi
sparago di Tavagnacco. Non solo asparagi, ovviamente, ma          300 g di lardo               l’aceto di mele e salare quanto basta.
una proposta gastronomica che è un vero e proprio bastio-         stagionato, 1.300 g          Mondare il radicchio lasciando i boc-
                                                                  di Rosa di Gorizia
ne della tradizione friulana.                                                                  cioli interi e una parte della radice,
                                                                  mondato e lavato,
Il posto. Sorge tra la chiesa del paese e il magnifico parco      60 g di yogurt naturale      quindi lavarlo accuratamente.
di villa di Prampero. Locale dall’atmosfera calda e familia-      intero, 20 g di cren         Composizione del piatto.
re con vetrate che proiettano lo sguardo sul verde. Sale ben      (rafano), 1-2 cucchiaini     Dividere i boccioli del radicchio di
disposte. D’estate si mangia in terrazza con vista sul parco      da caffè di aceto di mele,   Gorizia, adagiarli sui piatti e condirli
                                                                  sale, croste di polenta.
stesso. Circa 150 posti.                                                                       con la salsa di yogurt. Tagliare il lardo
La storia. I Del Fabbro sono alla quinta generazione di con-                                   a fettine molto sottili e adagiarle sopra
duzione della Trattoria Al Grop di Tavagnacco. Rilevano l’e-                                   il radicchio. Contornare il piatto con le
sercizio a metà dell’800, con Francesco. In successione si                                     croste di polenta.
avvicenderanno Giovanni, Attilio, Elio. Ora il testimone è
passato alle sue figlie, Simona e Silvia.
La cantina. Gli spazi a essa dedicati sono ideali, oltre che
molto accoglienti. La scelta dei vini è molto ampia e spazia
tra i produttori friulani e italiani. Non Chiusura settimanale:
manca un angolo dedicato ai vini del mercoledí, giovedí
                                            a pranzo.
mondo.

                                                                           Il vino: Collio bianco - vino bandiera dell’azienda di Edi Keber
                                                                           e suo figlio Kristian - che è una pietra miliare nell’evoluzione
                                                                           moderna del Collio. Fu la prima azienda, nel 1987, a produrre
                                                                           un solo vino - da Tocai (oggi Friulano), Malvasia e Ribolla gialla
                                                                           - identificandolo con il nome della Doc: Collio bianco, appunto.
                                                                           Il bicchiere: va servito nel calice Riedel Vinum Extreme Sauvignon.
                                                                           La temperatura di servizio: 6-8°C.

66                                                                                                                                               67
Puoi anche leggere