Visita a Ombrena, una delle località dimenticate del Friuli Venezia Giulia
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Visita a Ombrena, una delle località dimenticate del Friuli Venezia Giulia Partiamo in macchina un sabato mattina. Tre vecchi amici la cui destinazione è una piccola località ormai quasi dimenticata, persa nelle montagne del Friuli Venezia Giulia: Ombrena. E’ una piccola frazione del comune di Tramonti di Sotto, in provincia di Pordenone. Un paese quasi del tutto abbandonato, che una volta era composto da diverse borgate: Sialis, Todesc, Ferrara, Val di Lucca. Lo si può ancora raggiungere facilmente, basta uscire dalla Strada Regionale 552, mentre si viaggia
verso Tramonti di Sotto, imboccando la Strada Provinciale 57, in direzione di Campone, lasciando il Lago di Redona alla propria sinistra. Sulla destra, dopo alcune centinaia di metri, c’è ancora una indicazione che rivela la via che dalla Strada Provinciale 57 porta a Ombrena, anche se la segnaletica è meglio visibile quando si scende da Campone. Parcheggiamo la macchina nei pressi del cartello e ci avviamo a piedi verso verso la nostra destinazione. La via è ancora perfettamente percorribile, anche se il manto stradale è pesantemente danneggiato dall’erosione del tempo, dalla mancanza di manutenzione e dall’azione disgregante della
vegetazione. La parte ancora asfaltata è ricoperta da muschio, costellata di buche e in via di inesorabile disfacimento, tanto che percorrere questa strada con una normale automobile sarebbe un’impresa rischiosa, mentre a piedi la salita è agevole, bastano una ventina di minuti, anche se non si è troppo allenati. Scarne le notizie che si possono trovare in rete su questa dimenticata località, tanto che non è neanche possibile trovarla su Google Maps. Spulciando nel web, scopriamo però un articolo del Messaggero Veneto del 2008, il cui titolo annuncia che “sarà resa nuovamente percorribile la strada che conduce a Ombrena”. A distanza di tredici anni viene spontaneo chiedersi se i lavori siano mai stati effettuati, e che senso abbia continuare a investire denaro pubblico per mantenere aperte vie di comunicazione verso luoghi ormai quasi abbandonati. Dal punto di vista di chi ancora abita nella zona, probabile che si tratterebbe di soldi ben spesi. Dal un punto di vista più generale è veramente difficile rispondere a questo interrogativo, certo che il progressivo e inesorabile spopolamento della montagna è un problema, anche dal punto di vista della gestione del territorio. Per non parlare della perdita della memoria storica di luoghi destinati a essere inghiottiti dalla natura e dal’oblio.
Ma perché Ombrena al giorno d’oggi è pressoché disabitata? La ragione per cui molte località di montagna si stanno spopolando sono molte e sotto gli occhi di tutti: pochi posti di lavoro disponibili, vie di comunicazione spesso non agevoli e richiedenti molta manutenzione, alti costi di gestione, lontananza dei servizi. A questi problemi generali della montagna si aggiungono quelli locali. A tale proposito, è possibile leggere un interessante articolo di Franca Spagnolo, pubblicato su Il Barbacian dell’agosto 1986, periodico edito dalla Pro Spilimbergo, del quale è disponibile online una copia in formato .pdf.
Leggiamo che “l’esodo, per i paesi della Valle del Meduna, iniziò proprio nel 1947-1952, con costruzione della diga a Ponte Racli”. Infatti il lago di Redona (noto anche come lago di Tramonti) è un bacino artificiale, i cui lavori di realizzazione terminarono appunto nel 1952, sbarrando con la diga il Meduna, che portò all’abbandono del vecchio borgo di Movada, i cui resti emergono ancora quando il lago è in secca. La realizzazione di questo manufatto ha comunque probabilmente accelerato uno spopolamento che sarebbe avvenuto comunque, sia pure magari in tempi più lunghi. Continuiamo a camminare lungo la strada asfaltata che conduce al nucleo principale di Ombrena, che ben presto diventa un sentiero sempre più stretto tra la vegetazione, che lentamente si sta riprendendo ciò che l’uomo le aveva sottratto.
Molte case sono ormai completamente cadute in rovina, ed è difficile distinguerle nell’intrico formato da strati di piante rampicanti, alberi e arbusti. Arriviamo davanti al nucleo principale di Ombrena. Nessuna traccia di attività umana. Solo un pugno di edifici in diversi stadi di degrado. Uno probabilmente è stato abitato fino a poco tempo fa, il tetto sembra essere in ottimo stato, qualcuno viene forse ancora a fare saltuaria manutenzione. Altri sono ridotti alle sole mura perimetrali, all’interno delle quali stanno crescendo gli alberi, altri ancora sono in via di disfacimento, con muri e tetti pericolanti. Meglio non avvicinarsi. Ma anche tra gli edifici in buono stato l’erba è cresciuta rigogliosa, deve essere un po’ che nessuno l’ha calpestata. Ci addentriamo lungo il sentiero che si dirige verso
il bosco, alla ricerca di altri nuclei abitativi. La vegetazione è sempre più fitta. Improvvisamente al nostro lato, su un pendio, intravediamo dei muri avviluppati nella vegetazione. Sembra che ci sia una luce accesa dentro l’edificio cadente, ma questo non è ovviamente possibile. Per una incredibile coincidenza, passando dal tetto sfondato, un raggio di sole ha inquadrato perfettamente una finestra dall’interno. L’effetto è bellissimo e molto suggestivo. Viene spontaneo pensare a tutte le persone che hanno vissuto in questi luoghi. Cosa è rimasto delle loro storie, dei loro sogni, delle loro speranze? Impossibile rispondere. I muri cadenti, ricoperti di muschio, ci guardano muti. Dopo una lunga camminata nel bosco, nel corso della quale abbiamo incontrato i ruderi di altre
abitazioni, ritorniamo all’automobile. E’ ora di rientrare. Al piacere di riscoprire un luogo quasi dimenticato della nostra regione, segue la malinconia legata al fatto di avere visitato luoghi probabilmente destinati a scomparire nell’oblio. Del resto la lista dei paesi destinati a rimanere disabitati si allunga gradualmente. Sempre nel comune di Tramonti di Sotto c’è per esempio Palcoda, suggestiva località arrampicata nelle prealpi Carniche. Forse l’obiettivo del prossimo viaggio … Chiude WeFood, weekend da quasi tutto esaurito nelle 60 Fabbriche del Gusto We-Food da tutto esaurito nelle 60 Fabbriche del Gusto Tutto esaurito nel fine settimana dedicato alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche di Veneto, Trentino, Fvg ed Emilia Romagna. Aggiunti in extremis turni di visita per garantire a tutti la possibilità di partecipare. I promotori: “Un format originale destinato a svilupparsi in altre regioni italiane”.
Un weekend da tutto esaurito, con laboratori artigianali e aziende prese d’assalto per scoprire i segreti delle produzioni enogastronomiche di eccellenza di Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Questo il risultato al termine del fine settimana dedicato al buono e al ben fatto che ha visto protagoniste 60 Fabbriche del Gusto dove si sono svolti showcooking, laboratori e visite guidate. “Un successo – lo definiscono i promotori – tanto che in molte aziende abbiamo dovuto aggiungere in extremis turni di visite aggiuntivi per permettere a chi non si era prenotato per tempo di poter partecipare”. Per due giorni si è potuto vedere come vengono realizzati alcuni dei più pregiati prodotti enogastronomici, .al cioccolato alla farina, dal vino alla birra, dai formaggi ai prosciutti fino ai liquori, senza dimenticare il mondo delle cucine professionali.
Visite guidate, laboratori, showcooking e degustazioni hanno permesso dunque ad un vasto pubblico, pur nel rispetto delle normative anti- covid ancora vigenti, di cogliere i segreti delle produzioni di qualità, dopo un anno e mezzo difficile per la ristorazione. E proprio la partecipazione massiva ad un evento come questo testimonia il desiderio di riscoprire la convivialità che il cibo offre, oltre agli stessi prodotti da conoscere e assaggiare, e alle aziende che li mettono sulle nostre tavole. In alcuni casi, la richiesta di visitare le eccellenze del territorio è stata così forte che è stato necessario aggiungere dei turni di visita. Grande interesse anche per gli showcooking, che hanno visto la partecipazione dei più importanti chef delle guide Venezie a Tavola ed Emilia-Romagna a Tavola. Gli eventi si sono svolti grazie alla collaborazione con Cantine Aperte a San Martino in Friuli Venezia Giulia, che hanno ospitato i cuochi per la preparazione delle loro ricette, realizzate inoltre con le farine di Mulino Antimo Caputo. Gli showcooking si sono tenuti con grande successo anche nella pizzeria Acqua&Farina di Vicenza e nel ristorante Al Cavallino in provincia di
Trieste. Grande soddisfazione è stata espressa dai promotori, che sottolineano come We-Food non solo si sia consolidata rispetto agli scorsi anni, ma si confermi un format di promozione delle eccellenze enogastronomiche valido non solo per il territorio delle Venezie e dell’Emilia-Romagna, ma utilizzabile anche per altri territori italiani. Un ringraziamento particolare è stato infine espresso dagli organizzatori ai partner Berto’s, Lattebusche e Soplaya, nonché alle 60 aziende partecipanti. La manifestazione è stata promossa dalle Guide Venezie a Tavola ed Emilia Romagna a Tavola e da ItalyPost, anche grazie al contributo di partner come Berto’s, Lattebusche, Soplaya, e con il sostegno di alcune realtà regionali come Promoturismo FVG con La Strada del Vino e dei Sapori o Movimento Turismo del Vino Fvg. We-Food sulla rete Punto di riferimento è il sito internet www.wefood-festival.it, dove è possibile consultare le schede di tutte le aziende aderenti. È attiva anche la comunità di Facebook (https://www.facebook.com/venezieatavola/) di Twitter, disponibile al profilo @VenezieaTavola (hashtag ufficiale per seguire la manifestazione è #wefood), e di Instagram (https://www.instagram.com/venezieatavola/). Oltre a questa, si può visitare anche il sito www.emiliaromagnaatavola.it, la pagina Facebook https://www.facebook.com/emiliaromagnaatavola/ e il Twitter @EMRatavola. Credits WeFood è un evento promosso da ItalyPost Curato da Goodnet Territori in Rete
Partner Berto’s – Lattebusche – Soplaya – Promoturismo FVG – La Strada del Vino e dei Sapori – Movimento Turismo del Vino Fvg. WeFood – Ufficio Stampa Grande successo per il 1° Tour Africa Twin e Transalp alla scoperta delle Valli, il raduno espressamente dedicato alle bicilindriche giapponesi a Azzida di San Pietro al Natisone Le moto Honda Africa Twin e Honda Transalp hanno sempre avuto un posto di riguardo nel cuore degli appassionati delle due ruote, vuoi per la fama leggendaria che si è creata con le vittorie alla Parigi-Dakar, vuoi per le linee sinuose e la versatilità di questi modelli, le bicilindriche della casa giapponese hanno innumerevoli estimatori accomunati dalla enorme passione per queste motociclette.
E proprio la passione ha spinto alcuni amici ad organizzare il 1° Tour Honda Africa Twin e Transalp alla scoperta delle Valli, evento dedicato esclusivamente a queste due tipologie di moto e probabilmente unico in Italia; ideato da Eric Crainich – ovviamente possessore anch’egli di una Africa Twin – supportato dal G.S Azzida (che si è occupato della parte logistica del raduno) e sostenuto da Vallimpiadi ma soprattutto dalla concessionaria MCR Honda di Udine e Pordenone che ha creduto fortemente nell’iniziativa mettendo a disposizione una notevole quantità di gadget per i partecipanti al raduno, il Tour ha subito registrato il tutto esaurito all’apertura delle preiscrizioni.
Erich Crainich, ideatore dell’evento La manifestazione, originariamente in programma nel mese di maggio scorso e poi rinviata causa le note problematiche legate alla pandemia, è andata in scena domenica 17 ottobre ed ha visto affluire nella borgata di Azzida (San Pietro al Natisone) – sede di iscrizioni e partenza del raduno – una cinquantina di iconiche motociclette della casa giapponese, di epoche e cilindrate diverse ma tutte caratterizzate dal marchio alato e dall’indistruttibile motore bicilindrico che le contraddistingue.
I saluti di Mariano Zufferli, sindaco di San Pietro al Natisone
La benedizione ai motociclisti di Don Alessandro Fontaine, parroco di San Pietro Da sinistra: Antonello Venturini, presidente del G.S. Azzida, e Eric Crainich mentre illustrano il percorso del Tour
L’aria frizzante del mattino ha accolto i partecipanti che, espletate le formalità di iscrizione, hanno potuto gustarsi una colazione nell’attiguo bar caffetteria Gubana della Nonna in attesa della partenza per poi avviarsi alla scoperta di alcuni luoghi caratteristici lungo le bellissime strade del tracciato di una ottantina di chilometri lungo le valli del Natisone predisposto dall’organizzazione e assistiti da una splendida giornata soleggiata .
La colorata carovana si è diretta nella zona di Prepotto e, attraversata la valle dello Judrio, è risalita verso il Santuario di Castelmonte per poi proseguire lungo la strada panoramica dell’alta valle del Natisone costeggiata dai boschi che in questo periodo stanno assumendo i meravigliosi colori autunnali.
Visita al castagno secolare (età stimata di circa 400 anni) a Canalaz, piccolo borgo lungo la viabilità che conduce al passo di San Martino Dopo la discesa verso Clodig il gruppo di motociclisti è risalito in
direzione del passo di San Martino per raggiungere poi Montemaggiore e percorrere la bellissima strada che scende verso Mersino – solitamente interdetta al traffico veicolare ma concessa al transito per l’occasione – e raggiungere infine la pianura e la zona di festeggiamenti di “Sapori delle Valli”, nella z.i. di Azzida, dove si è tenuto il pranzo conviviale e l’estrazione di ricchi premi a sorteggio fra i motociclisti.
Il Tour è stato inframezzato da due soste-ristoro che hanno permesso ai partecipanti di sgranchire un attimo le gambe e degustare alcuni prodotti tipici locali e di apprezzare attraverso visite guidate le bellezze naturalistiche dei luoghi attraversati.
L’evento è stato reso possibile anche grazie all’aiuto dei volontari prodigatisi per garantire il corretto svolgimento della manifestazione che è stata notevolmente apprezzata da tutti i partecipanti, tanto che alcuni hanno già chiesto come fare per iscriversi alla prossima edizione. Lasciamo trascorrere i mesi più freddi a cui stiamo andando incontro e sicuramente con l’inizio del prossimo anno e l’avvio della bella stagione avremo piacevoli novità riguardo al raduno specificamente dedicato alle Africa Twin e Transalp. Servizio e foto: Dario Furlan MONFALCONE NATALE_GLI
APPUNTAMENTI DI SABATO 12 E DOMENICA 13DICEMBRE Sabato 12 dicembre, ore 16.00 Inaugurazione Christmas Village e spettacolo “Street Christmas” con la band Bandakadabra Domenica 13 dicembre, dalle 11.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.30 spettacolo “UR.CA Winter Edition” con gli Artisti di Strada S’inaugura domani, sabato 12 dicembre, alle 16.00, a Monfalcone, in piazza della Repubblica, il Christmas Village, alla presenza del Sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint e delle altre autorità. Dopo la presentazione delle tante iniziative natalizie in programma seguirà lo spettacolo itinerante “Street Christmas” con la band Bandakadabra, composta da sette fiati e due percussioni, che unisce l’energia delle formazioni street al sound delle big band per introdurci nell’atmosfera natalizia monfalconese.
Bandakadabra Il Natale monfalconese prosegue domenica 13 dicembre, con lo spettacolo itinerante “UR.CA (Urban Caos) Winter Edition”, in programma nel centro della città, dalle 11.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.30, organizzato dalla Compagnia del Carro di Staranzano e dal Comune di Monfalcone. Ecco gli artisti presenti. Giullari duo, una compagnia italo- brasiliana fondata nel 1993 con l’intento di esplorare il mondo dei giullari medievali e dei saltimbanchi, con l’idea di vivere viaggiando. Il gruppo propone spettacoli comici che catturano l’attenzione delle persone coinvolgendola in un viaggio dove il virtuosismo della giocoleria si accompagna alla parodia e all’improvvisazione comica. Diego Oscar Draghi, attore comico italo-argentino, giocoliere, mago, equilibrista, street performer. Co-Fondatore di SpazioCirco, Scuola di Arti Circensi per bambini e adulti. Tre cipolle “Les tre d’oignons” è un gruppo di animazione musicale in costumi d’epoca che nasce nel Tre cipolle
2011 dall’esigenza di dare e trarre nuova energia negli scenari delle feste medievali con un maggiore impatto scenico e una rinnovata gioia di suonare adottando strumenti dal forte volume acustico (cornamuse, bombarde e tamburi). Propongono un repertorio di musica medievale e rinascimentale non disdegnando musiche delle varie tradizioni europee dei secoli scorsi o di composizione più recente. Famiglia Mirabella, con uno spettacolo comico satirico familiare di genere saltimbanco, visuale, acrobatico. 11.12.20 Per informazioni: Aps comunicazione | Federica Zar 3482337014 Per saperne di più GIULLARI DUO, Italia/Brasile. La compagnia à stata fondata nel 1993 con l’intento di esplorare il mondo dei giullari medievali e dei saltimbanchi, ma soprattutto con l’idea di vivere viaggiando. Il gruppo propone spettacoli comici che catturano l’attenzione della gente coinvolgendola in un viaggio dove il virtuosismo della giocoleria si accompagna alla parodia e all’improvvisazione comica. Abilissimi attori, saltimbanchi e giocolieri, creano un’atmosfera di divertimento e trasgressione. Nel 1997 hanno fondato un’associazione a carattere umanitario, “Giullari senza Frontiere”, iniziativa a carattere umanitario con lo scopo di portare divertimento e allegria in quei luoghi dove guerra e povertà rendono difficile il sorriso dei bambini. DIEGO OSCAR DRAGHI, Italia-Argentina – giocoliere, mago. Attore comico Italo-Argentino, presentatore, giocoliere, equilibrista, street performer. Co-Fondatore di SpazioCirco, Scuola di Arti Circensi per bambini ed adulti. Collabora da 8 anni alla realizzazione della Convention Brianzola della giocoleria ad Imbersago, in veste di presentatore del Gran Gala, organizzatore della Parata dei giocolieri ed Olimpiadi. Dal 2009 fa parte di Democomica,
fiore all’occhiello del Cabaret Milanese. Partecipa al progetto umanitario “Giullari senza Frontiere “ portando momenti di gioia in zone colpite dalla povertà e dal conflitto, sia attraverso performances artistiche sia con laboratori. Insieme ad Edoardo Mirabella fonda il duo “Cip e Ciop” ( 1996 ), storica formazione del teatro di strada italiano, vincitori del premio della Regione Piemonte per la valorizzazione delle arti di strada.Approda in televisione con il duo” Mirabella e Draghi “ nel cast di Central Station su Sky per 4 anni consecutivi. Attualmente si esibisce con il suo spettacolo “ Fuori Pista!” e collabora con lo Spazio Bizzarro alla realizzazione di un Cabaret Circense. TRE CIPOLLE, Italia – musici. “Les tre d’oignons” è un gruppo di animazione musicale itinerante che nasce nel 2011 dall’esigenza di dare e trarre nuova energia negli scenari delle feste medievali con un maggiore impatto scenico e una rinnovata gioia di suonare adottando strumenti dal forte volume acustico. Il nome del trio è un gioco di parole che pronunciato alla francese suona quasi come “trait d’union”, ovvero un “trattino di unione” tra la musica antica e una più moderna interpretazione di essa; la congiunzione tra antiche danze e composizioni più attuali; il passaggio tra l’arrogante bellicità del “neo gotico” che imperversa nelle feste a tema medievale e che si esprime solitamente con un cupo LA minore a una musica in LA maggiore, certamente meno rock ma più solare e altrettanto presente nella filologia antica; un gruppo che con velata irriverenza unisce lo spirito rievocativo al quel bisogno che abbiamo di carnevale che forse si cela nelle feste e manifestazioni dai contenuti storici. La scarsa conoscenza della lingua francese ci ha poi indotto a cambiare il nome del gruppo con qualcosa di più comprensibile e più facilmente leggibile che dell’originale viene a conservare solo l’autoironia. Il nuovo nome è quindi: “Le tre cipolle”. Propongono un repertorio di musica medievale e rinascimentale non disdegnando musiche delle varie tradizioni europee dei secoli scorsi o di composizione più recente. Solitamente si
eseguono brani nati per la danza o melodie tratte da canzoni e a volte qualche canto. I musicisti indossano costumi d’epoca utilizzando cornamuse, bombarde e tamburi. Coinvolgono il pubblico con simpatiche giullarate e lo conducono lontano con canti di antiche corti , musiche celtiche e arcaiche , sonorità orientali e misteriose, capaci di scatenare emozioni e archetipi immaginari. I cipollotti che compongono il gruppo sono: Adrian delle Venessie (Adriano Beghin), suona da oltre 30 anni nelle diverse rievocazioni storiche, in conviti, feste e cene nonché in concerti a ballo della tradizione europea. Ha costituito o collaborato con molti gruppi di musica tradizionale: “Le saut”, le “Compagnie basse” e i “Mazzi di gigli”, e gruppi di musica antica d’animazione: il “Concentus Euganeus”, “I giullari dell’allegra brigata”, i “Lausveris”. Attualmente suona con i “Modi versus”, gli “Era tempus”, i “Clamor et gaudium” e i “Sonadora”. Alepandro il ruggente (Alessandro Biancat) è l’istrione del gruppo, oltre a suonare la piva, canta ed allieta il popolo con historie e burle. Dopo numerose esperienze teatrali e studi musicali, dal 2005 membro del gruppo “Clamor et gaudium”, collabora con “Modi versus” e dal 2011 cofondatore del gruppo “les tre d’oignons”. Lorenzo Cozzarini, è un giovane Percussionista la cui passione nasce già dai primi anni di vita. Ha collaborato, con diversi gruppi musicali di vario genere (Mariachi Los Maraijas, Zig Zag Trio On the Roce molti altri). Tuttora collabora attivamente con Artisti di Livello Internazionale come Gert Mortensen, Birger Ssulsbruck (Royal Academy Music Hall di Copenaghen) e molti altri. FAMIGLIA MIRABELLA, Italia – saltimbanchi. Spettacolo comico satirico familiare di genere saltimbanco, visuale, acrobatico, tout publique. Spettacolo vincitore del Premio Takimiri. Ospiti nella trasmissione televisiva Colorado per Italia1, nel 2013 e nel 2014.
Proclamati i vincitori della 21° edizione Spirito di Vino La pandemia globale è stata uno dei temi più trattati Udine, 10 dicembre 2020 – Giovedì 10 dicembre, con una cerimonia di premiazione online, sono stati proclamati i vincitori della 21° edizione di Spirito di Vino, il concorso internazionale, indetto annualmente dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, che celebra le più graffianti e originali vignette satiriche sul tema del vino. Connessi dalle loro case o dagli uffici, il presidente di giuria Alfio Krancic, il filosofo Aldo Colonetti, l’attore Francesco Salvi ed Elda Felluga, presidente del Movimento Turismo del Vino FVG, hanno svelato quali sono state le opere giudicate più meritevoli dalla giuria di esperti. In questo particolare 2020, non potevano mancare diverse
illustrazioni satiriche sul Covid-19 e una di queste ha colpito tutta la giuria per la sua grande forza espressiva: l’italiano Tommaso Gianno con “Salute!” si è aggiudicato il primo premio nella categoria over 35 anni, seguito dal tedesco Sergiu Nicola con “Gioia di vino” (secondo classificato) e dall’ucraino Valery Doroschenko con “Cheers!” (terzo classificato). Nella sezione under 35, invece, ha trionfato il portoghese Bruno Albuquerque con “O futuro do vinho”, seguito dall’italiano Diego Paparelle con “Kundavini” (secondo classificato) e dall’uzbeco Muzaffar Yulchiboev con “Bacchus vs Corona” (terzo classificato). Tutti i premiati riceveranno una selezione delle migliori etichette delle cantine associate al Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia. “Purtroppo, il periodo difficile e complicato che stiamo vivendo non ci ha permesso di svolgere le premiazioni in modo tradizionale, invitando giuria e partecipanti nella nostra bella terra” racconta la presidente del Movimento Turismo del Vino, Elda Felluga. “Tuttavia, è stato piacevole incontrare, anche se in maniera virtuale, così tante persone da ogni parte del mondo e poter condividere il nostro messaggio “di Vino” e augurale a tutti. Tante le opere arrivate che ci hanno stupito per la loro originalità e che ci hanno fatto sorridere e riflettere come vuole la migliore satira. Il mio ringraziamento alla giuria, ai partecipanti e ai finalisti, alle cantine associate e in particolare a PromoTurismoFVG e a CiviBank che da anni
sostengono questo nostro importante progetto internazionale.” “Siamo molto felici di sostenere anche quest’anno Spirito di Vino e di constatare l’entusiasmo e il talento dei partecipanti anche in questo contesto difficile” dichiara Michela Del Piero, presidente CiviBank. “Il Movimento Turismo del Vino FVG non ha lasciato che la pandemia fermasse le sue iniziative per celebrare la cultura del vino, così forte e sentita in Friuli. CiviBank ha sostenuto il premio come negli anni passati, così come continua a sostenere i produttori vitivinicoli di tutto il NordEst, per cui rimane un saldo riferimento.” Per cercare di far arrivare un pezzetto di FVG a tutti, quest’anno è stata scelta come copertina del calendario Spirito di Vino 2021 una grafica particolare. Partendo da un’illustrazione creata da Valerio Marini, nella quale il calice di vino è rappresentato come un grande albero che affonda le proprie radici in un fertile territorio, si è deciso di affiancarle l’architettura distintiva della sede CiviBank di Cividale del Friuli, un istituto bancario locale che da sempre valorizza le attività del nostro territorio. Ricordiamo che le vignette in gara sono state valutate da una giuria d’eccezione capitanata dal presidente in carica Alfio Krancic e dal presidente onorario Giorgio Forattini e composta da nomi illustri della satira, del giornalismo e della grafica: Emilio Giannelli (vignettista), Valerio Marini (vignettista), Gianluigi Colin (art and cover editor La Lettura Corriere della Sera), Franz Botré (direttore rivista Spirito DiVino), Carlo Cambi (giornalista enogastronomico), Paolo Marchi (giornalista, Identità Golose), Aldo Colonetti (filosofo), Fede & Tinto (conduttori Decanter – RadioRai),
Francesco Salvi (attore) e da Elda Felluga (Presidente del Movimento Turismo del Vino FVG). Si ringraziano gli sponsor e i partner tecnici del concorso: PromoTurimoFVG, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Civibank, Dolomia e Juliagraf. E.L. CERVINO – Estate 2020: Prenotazioni Capanna Carrel Estate 2020: prenotazioni per la Capanna Carrel
Confermato anche per l’estate 2020 la modalità di prenotazione obbligatoria per chi vorrà pernottare alla Capanna Carrel, bivacco di proprietà della Società Guide del Cervino, situata sulla via normale italiana di salita al Cervino denominata “Cresta del Leone”. Il risultato positivo della scorsa stagione nella regolamentazione dell’afflusso alla Capanna Carrel, unito alla gestione del post emergenza Covid-19 che ha ridotto del 50% il numero di posti letto per per garantire il distanziamento ha reso necessario il sistema di prenotazione che sarà gestito direttamente dall’Ufficio Guide, sito a Breuil-Cervinia. Inoltre, per l’accesso sarà obbligatorio indossare la mascherina. In loco non ci sarà più alcun tipo di stoviglie ma solo il fornello a gas e saranno istituiti dei turni per la preparazione dei pasti. Non c’è l’acqua corrente e scarseggia anche la neve da fondere, né vi sono i servizi igienici, né provviste alimentari, se non le necessarie per le emergenze. Per motivi igienici sarà necessario portare il sacco a pelo personale o il sacco lenzuolo. La Capanna Carrel sarà presidiata da una guida alpina che avrà il compito di controllare le prenotazioni, garantire la pulizia, sanificare regolarmente le aree comuni, il dormitorio e assegnare il posto letto.
Per i clienti delle Guide del Cervino è a disposizione un’area riservata per il ristoro. La Capanna Carrel è a 3.830 metri – raggiungibile con il superamento di passaggi alpinistici – ed è punto di sosta per gli alpinisti, tra la prima e la seconda giornata di scalata ai 4.478 m della vetta del Cervino. Inaugurata nel 1969 è stata poi in parte ristrutturata e ingrandita negli ultimi decenni. Intitolata a Jean-Antoine Carrel, primo scalatore del Cervino lungo la cresta Sud-Ovest. La salita per la Cresta del Leone al Cervino è un itinerario alpinistico dove l’esperienza e il buon allenamento sono indispensabili. Le prime difficoltà alpinistiche si incontrano prima della Capanna Carrel, per questo si consiglia la progressione in cordata. La prenotazione del pernottamento può essere effettuata
all’UfficioGuidedelCervinoviamailscrivendo a info@guidedelcervino.com e prevede un’offerta minima di €30 per gli alpinisti (€15 per le guide alpine) da versare all’atto della prenotazione previo accordi con la segreteria delle guide del Cervino. Eventuali disdette dovranno altresì essere comunicate per tempo. Le suddette direttive saranno applicate non solo nel periodo estivo di maggior affluenza, ma durante tutto l’anno: sarà, quindi, buona norma, verificarne agibilità e disponibilità. La Società delle Guide del Cervino precisa, che le somme ricevute saranno destinate alla gestione e manutenzione della capanna e a tutte le spese ordinarie come, ad esempio, il trasporto del gas portato su in elicottero, lo smaltimento dei rifiuti e la manutenzione sia della struttura sia degli ancoraggi e delle corde fisse (disponibili per tutti gli alpinisti) sulla via normale italiana che periodicamente devono essere verificate e sostituite. Ufficio Guide del Cervino Via Circonvallazione, 2 11021 Breuil Cervinia Valtournenche – Aoste – Italie P.IVA 00146090071 – C.F. 81005360078 E-Mail: info@guidedelcervino.com Orario estivo: aperto tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 18. Chiuso lunedì mattina e giovedì pomeriggio.
Immersi nelle terre del basso Friuli Se siete amanti della natura incontaminata, non può passarvi inosservata la zona lagunare friulana, un ambiente ricco di biodiversità delimitato dal Tagliamento e l’Isonzo. A circa un ora di strada da Udine, prima di imbattersi sulla costa friulana, ecco che troviamo la città di Aquileia, impossibile non soffermarci dato che è stata un’importante città dell’impero romano, nata addirittura nel 181 (a.C.). Nonostante sia stata rasa al suolo da Attila nel 452 (d.C.), ancor’oggi si possono ritrovare tante bellezze artistiche intatte. Centro di estrema bellezza è la basilica di Aquileia, con al suo interno una complessità di affreschi e mosaici unica in tutta Europa, divenendo per molti secoli motivo di pellegrinaggio. Importante anche il ruolo che assume dal 1077, come Stato patriarcale di Aquileia, estendendo il proprio potere sul Friuli ed oltre, fino al 1420. Dal 1998 Aquileia è patrimonio dell’UNESCO, continuando ad essere motivo di studi oggigiorno da archeologi di tutto il mondo. Imboccando la strada verso la costa, ecco che troviamo la laguna di Grado ed il suo mare, imbattendoci così nell’isola di Barbana. Questo piccolo appezzamento di terra isolato ospita ogni anno migliaia di turisti che vengono ad ammirare le bellezze del santuario dedicato a Maria, costruito secoli fa, accolti dai frati che abitano ancora sull’isola.
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