Star Wars Special Edition - Che la Forza sia con te.
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Star Wars Special Edition Che la Forza sia con te. Ventisette anni fa, la frase avrebbe al massimo ottenuto uno sguardo perplesso di rimando. Ma verso la metà del 1977, successivamente all'uscita negli Stati Uniti d'America di un film intitolato Guerre Stellari queste parole erano già sulle labbra di decine di milioni di persone. E con l'uscita dei sequel L'Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi, Guerre Stellari sarebbe entrato per sempre nella nostra vita, esercitando un'influenza permanente sull'industria cinematografica, sulla tecnologia e sulla cultura popolare. Evento di riferimento per un'intera generazione, quello di Guerre Stellari è un fenomeno che si è allargato a quelle successive, assicurandosi di diritto un posto tra le epopee immortali. La trilogia per antonomasia ha affascinato spettatori di qualsiasi età ed offerto loro ampi argomenti per riflettere, avendo esplorato il classico conflitto bene/male, il rapporto dell'uomo con la tecnologia e celebrato valori quali l'eroismo ed il trionfo delle illimitate possibilità del singolo individuo. Guerre Stellari è entrato a far parte della cultura popolare moderna al punto che termini e frasi che sarebbero state considerate strane o incomprensibili poco più di 27 anni fa, oggi fanno parte del linguaggio comune: Wookie, Morte Nera e, ovviamente Che la Forza sia con te. Dai giorni di Ronald Reagan e dell'"Impero del Male" ad un recente episodio della serie televisiva Friends, incentrato su una fissazione per la Principessa Leila in costume succinto da danzatrice, l'epica saga spaziale di George Lucas ha sempre rappresentato qualcosa di unico che vive secondo regole proprie. Un numero incalcolabile di studenti di cinema e di persone che oggi lavorano nel mondo del cinema, identificano con Guerre Stellari l'evento cinematografico che li ha spinti a dedicarsi alla settima arte. Altri esponenti del mondo della creatività, dagli scrittori ai pubblicitari, riconoscono alla trilogia il merito di aver catalizzato le loro pulsioni creative. Per molti degli spettatori che al tempo erano intorno ai vent'anni di età, la prima proiezione di Guerre Stellari cambiò senz'altro qualcosa, ha spiegato qualche anno fa Rick McCallum, produttore dell'Edizione Speciale, di Star Wars Episodio I: La Minaccia Fantasma e di Star Wars Episodio II: L'Attacco dei Cloni. La prima pellicola rappresentò un punto di svolta che ha portato ad una presa di coscienza, ovvero che quasi tutto era possibile ed al tempo stesso realistico. La durevole influenza del film è stata riconosciuta da 2 prestigiose organizzazioni culturali statunitensi. Nel 1989 Guerre Stellari si è visto inserito nella lista dei 25 film sotto la tutela della Biblioteca del Congresso per l'immutato valore culturale, storico ed estetico mentre il Museo Smithsonian dell'aviazione e dello spazio di Washington D.C. ha allestito una retrospettiva della Trilogia. George Lucas, secondo Mary Henderson curatrice dell'iniziativa, ha saputo convertire antiche forme mitologiche in una storia che conserva il suo significato anche alla fine del XX secolo. I primi 3 film hanno fortemente influenzato le metodologie di realizzazione degli effetti visuali, i procedimenti di post produzione ed il modo stesso di allestire una sala cinematografica. Allo scopo di rendere possibili gli effetti che aveva in mente per Guerre Stellari, George Lucas e John Dykstra hanno fondato la Industrial Light & Magic, studio che ha introdotto nel cinema la cinepresa a controllo computerizzato del movimento rivoluzionando il settore degli effetti ottici e con modelli in miniatura. In concomitanza con l'uscita de Il Ritorno dello Jedi, Lucas diede inizio al Theater Alignment Program (programma teso all'ottenimento di condizioni d'ascolto ideali ed omogenee nei vari cinema), introducendo il THX Sound System, per garantire il giusto supporto tecnico alla proiezione dei propri
film. Il THX è ormai divenuto sinonimo di qualità ed oggi largamente impiegato anche negli impianti home theater, per laserdisc, videocassette VHS , dischi e lettori DVD. La divisione THX ha inoltre allargato la sua sfera di intervento che, partita da interessi puramente sonori, include oggi il controllo di qualità per trascrizioni e riversamenti, sia delle immagini che delle colonne sonore destinate ai laserdisc (con il THX Laser Program, partito nel 1993 con The Abyss Special Edition) e video cassette (che ha preso il via nel 1995 con la Trilogia di Guerre Stellari, primo progetto video frutto del THX Digital Mastering, distribuito dalla 20th Century Fox Home Entertainment). Sin dalla prima uscita, avvenuta il 25 Maggio 1977, Guerre Stellari ebbe subito grande effetto a Hollywood, galvanizzando l'intera industria cinematografica con incassi che nei box office di tutto il mondo scardinavano, uno dopo l'altro, tutti i precedenti record detenuti da Lo Squalo di Steven Spielberg. La Trilogia conserva ancora un significativo impatto, da un recente sondaggio effettuato nei college americani, è emerso che Il Ritorno dello Jedi è il film più amato di tutti i tempi; i siti web dedicati a Guerre Stellari non si contano e l'attrazione Star Tours risulta essere la più visitata tra quelle presenti nei parchi a tema Disney. L'edizione speciale Per un'intera generazione l'unico mezzo per conoscere ed apprezzare i 3 film che sono alla base di questo fenomeno culturale, è stato il piccolo schermo televisivo. Nel 1997, con i festeggiamenti per i 20 anni di Guerre Stellari, la Trilogia è tornata sul grande schermo in una veste del tutto inedita per le platee: con copie rigenerate, effetti visuali nuovi o migliorati, colonne sonore rimasterizzate... e qualche sorpresa davvero speciale per renderli come George Lucas li aveva sempre immaginati, senza però riuscire a raggiungere il risultato voluto per mancanza di tempo, ristrettezze di budget o limiti tecnologici. Un famoso cineasta ha detto una volta che i film non sono mai completati, vengono semplicemente abbandonati, ha detto Lucas. Quindi, piuttosto che tenermi i miei film 'abbandonati', ho deciso di riprenderli e completarli". E non solo per completarli, ma anche per riportare i colori alle ricche e soffuse sfumature originali, approfittando delle odierne tecnologie del suono per far sì che la proiezione cinematografica si trasformi in un'esperienza viscerale. Tre anni di duro lavoro, anche se interessante e piacevole, da parte di un team di cineasti e restauratori ha consentito di giungere alle versioni definitive di Guerre Stellari, L'Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi. Ho voluto preservare la Trilogia, ha spiegato Lucas, perché potesse continuare ad interessare e divertire le platee del XXI secolo.
Per il regista statunitense, l'Edizione Speciale della Trilogia di Guerre Stellari è stata un vero gesto d'amore, una possibilità di giungere a completare un lavoro iniziato due decenni prima. Un lavoro di queste proporzioni, dice, non era mai stato tentato. Ho molto apprezzato l'opportunità di tornare di nuovo a lavorare sui miei film per terminarli e renderli come li avevo sempre immaginati. L'idea dell'Edizione Speciale della Trilogia di Guerre Stellari è scaturita pensando all'approssimarsi del ventesimo anniversario dall'uscita di Guerre Stellari che risale per l'appunto al 25 Maggio 1977. Già diversi anni fa, continua Lucas, avevamo cominciato a chiederci cosa avremmo fatto per festeggiare l'anniversario. Io suggerii la riedizione dei 3 segmenti di seguito, come una trilogia appunto, a poche settimane di distanza l'uno dall'altro; la cosa avrebbe consentito allo spettatore di vivere questa esperienza come le speciali proiezioni di serial al sabato mattina, un genere con cui i 3 film presentano analogie molto marcate. Dal momento che ho sempre considerato le 3 pellicole come un'unica storia epica, questo mi sembrava un modo quanto mai appropriato di celebrarne il ventesimo anniversario. Un altro forte impulso per riportare Guerre Stellari nei cinema si deve all'assoluto convincimento di Lucas sul fatto che la trilogia appartenga al grande schermo. E' stata concepita come un'esperienza cinematografica, dice il cineasta. E per poterla apprezzare appieno è fondamentale che venga proiettata sul grande schermo. Lucas si era infatti reso conto del fatto che milioni di giovanissimi, tra i più accaniti sostenitori dei suoi film, in realtà non avevano mai avuto l'occasione di vedere la Trilogia di Guerre Stellari in un cinema. E trovava difficile accettare che a quei giovani fosse mancata una componente fondamentale: l'esperienza comune che deriva dal vedere i film immersi in una folta platea. A loro era mancato quell'entusiasmo contagioso, quell'elettricità che attraversa tutta la platea, dice ancora Lucas. E' un'esperienza di gruppo assimilabile a quelle dei grandi eventi sportivi o dei concerti rock. Una delle cose che sin dall'inizio Guerre Stellari aveva senza dubbio prodotto, aggiunge Rick McCallum, era una straordinaria partecipazione da parte di noi spettatori, che gridavamo ed urlavamo durante lo spettacolo. Grazie all'Edizione Speciale una nuova generazione di giovani potrà vivere un coinvolgimento così straordinario. Altri importanti fattori che hanno contribuito alla decisione di proseguire con l'Edizione Speciale della Trilogia di Guerre Stellari sono scaturiti da valutazioni di carattere tecnologico su quelli che sono stati gli effetti visuali dell'epoca. Al tempo, George Lucas dovette destreggiarsi tra budget limitati, scadenze pressanti ed handicap tecnici propri di effetti speciali e suono dell'era pre digitale. Per quanto riguardava gli effetti, c'erano poi stati vari problemi durante i difficili esterni tunisini di Guerre Stellari ed altri ne erano sorti nei teatri di posa inglesi EMI Elstree Studios. Vent'anni dopo, grazie anche al contributo offerto dalle più avanzate tecnologie messe a disposizione dalla Industrial Light & Magic, Lucas ha potuto finalmente portare i film più vicini a quella che era stata la sua concezione originaria. Questo mi è stato di ulteriore stimolo, dice Lucas della decisione di aggiornare i 3 film perché rispecchiassero gli odierni standard visivi e sonori. C'erano diverse cose che non mi avevano mai soddisfatto: inquadrature con effetti speciali mai veramente portati a termine ed anche scene che non mi era stato possibile inserire per mancanza di mezzi e di tempo. Il restauro della pellicola Ben prima che l'originale visione d'insieme di Lucas potesse finalmente emergere, Lucasfilm Ltd. e Twentieth Century Fox hanno dovuto affrontare un problema tanto serio quanto inaspettato: il negativo originale di Guerre Stellari, dal quale sarebbero derivati gli internegativi per la stampa delle copie, era in condizioni disastrose che ne rendevano pressoché impossibile l'utilizzo. I colori un giorno vibranti erano sbiaditi in percentuale pari al 10/15%, senza contare che polvere e sporcizia accumulate nelle scatole contenenti le bobine rischiavano di graffiare e rigare il negativo, rendendo inaccettabile la proiezione delle copie sul grande schermo.
Eppure, a suo tempo, erano state prese tutte le precauzioni. Nel 1977 il negativo originale di Guerre Stellari venne preso in carico in un deposito sotterraneo nel Kansas e conservato alla temperatura ottimale di 11°C. Ma a causa di circostanze impreviste, quale la scoperta che l'emulsione usata allora non era in grado di mantenere la brillantezza dei colori, ai realizzatori si è imposta l'impresa del restauro del negativo, prima di poter apportare qualsiasi cambiamento. Al restauro, condotto da Lucasfilm/ILM e Twentieth Century Fox, ha lavorato un gruppo di specialisti comprendenti esperti della Pacific Title (per il rifacimento di molti effetti ottici, tendine e dissolvenze) e degli YCM Laboratories. Leon Biggs, consulente per il restauro, ha seguito l'opera generale di recupero. Le più grandi difficoltà per la produzione dell'Edizione Speciale venivano proprio da questo, come ha spiegato McCallum: E' stata la parte più difficile dell'intero processo e quella che ha richiesto il maggior sforzo comune ma anche la nostra più importante conquista. Basti pensare che per 3 anni un gruppo di circa 30 persone si è visto impegnato nella ripulitura del negativo con una spugnetta in mano, fotogramma dopo fotogramma. E sono loro gli eroi meno celebrati, perché l'intera impresa partiva dal restauro e da esso non poteva prescindere. Una grande componente del lavoro di restauro è consistita nella meticolosa pulizia del negativo, con l'impiego di uno speciale bagno chimico pre riscaldato ad una temperatura di circa 40°C. Una volta effettuato il lavoro di ripulitura, le porzioni di negativo che dovevano essere elaborate per l'Edizione Speciale sono state inviate a Tom Kennedy, produttore degli effetti visuali alla ILM per sottoporre gli spezzoni di film a scanning digitale, inserirli in un computer ed abbinarli al materiale realizzato ex novo. Poi, effettuati i passaggi intermedi, si è giunti ad un negativo finale e relativa copia. In alcune occasioni però, alcune sezioni del negativo originale erano talmente deteriorate da non poter essere più impiegate. In questi casi gli esperti del team responsabile del restauro sono andati a recuperare i master di separazione YCM (yellow cyan magenta) tanto che i negativi ottenuti dagli YCM presentavano una quasi perfetta omogeneità con gli originali. Altre difficoltà sono sorte a causa della presenza di 4 diverse emulsioni impiegate nelle riprese e dei diversi stili fotografici dovuti alle condizioni ambientali, dagli esterni agli interni nei teatri di posa, passando per le complicate riprese con la tecnica del passo-uno che hanno caratterizzato la lavorazione del film. Un metodo caduto pressoché in disuso ha dato invece risultati sorprendenti per le luci della pellicola, ovvero per il procedimento che permette di controllare l'intensità dei colori sullo schermo. Ventisette anni fa 2 copie di Guerre Stellari erano state stampate con il procedimento tricromico della Technicolor; un metodo che, dal 1932, anno della sua adozione, era considerato uno dei migliori sistemi di stampa e che oggi è un'arte perduta o quasi. George Lucas in persona ha reso disponibile una di queste copie originali Technicolor che aveva conservato in casa. Questo è il Guerre Stellari che ho fatto. Ha detto George Lucas. Il suono Per l'Edizione Speciale, George Lucas si era posto l'obiettivo di realizzare una colonna sonora rimissata digitalmente che esprimesse il meglio delle moderne tecnologie. Anche se le versioni originali di Guerre Stellari, L'Impero Colpisce Ancora ed Il Ritorno dello Jedi si avvalevano già di un suono stereofonico, da allora le tecnologie del suono nel cinema hanno fatto segnare notevoli passi avanti con l'avvento del suono digitale e del programma THX. La prima uscita di Guerre Stellari ha preceduto l'introduzione nelle sale cinematografiche del nostro sistema sonoro THX, ha spiegato Lucas. Volevo che gli spettatori potessero rivedere i miei film con il vantaggio degli odierni progressi fatti dal sonoro nel cinema. Come avevano già operato per il restauro del negativo, i realizzatori sono tornati agli elementi originali per assicurare il massimo della qualità sonora. Ha precisato ancora Lucas: Siamo andati alla ricerca delle piste originali giungendo a selezionare la copia più pulita, magnetico che abbiamo poi rimasterizzato digitalmente; quindi questa è la prima volta che il film viene proiettato con suono digitale. Il De-Hiss Processing è opera della Cedar Dh-1, Hhb Communications Inc. Nella prima uscita di Guerre Stellari, datata 1977, alcune delle copie erano state stampate in 70mm e presentavano piste magnetiche che, secondo Lucas, permettevano di apprezzarne il suono al massimo del suo splendore. Purtroppo la maggior parte dei cinema di quel periodo leggevano solo la pista ottica della copia che, pur impiegando il sistema Dolby al suo primo affacciarsi,
non aveva la qualità sonora del 70mm. Oggi il nuovo suono digitale supera persino quello delle copie originali in 70mm pertanto L'Edizione Speciale ha beneficiato di una gamma sonora che negli anni passati sarebbe stata impossibile ottenere. Ben Burtt, premio Oscar già responsabile della creazione del sonoro per la prima edizione dei 3 film, è tornato per rivestire lo stesso incarico nell'Edizione Speciale. Burtt ha messo insieme vari mixage e diverse versioni dei film originari, alcune delle quali presentavano dialoghi aggiunti che avevano creato un certo fenomeno di folklore poiché c'erano persone seguenti diverse correnti di pensiero su quale fosse la versione definitiva del montaggio di Guerre Stellari. Burtt ha avuto anche la possibilità di mettere in pratica quelle idee che George Lucas aveva avanzato 20 anni prima, tutte annotate con cura in una serie di appunti. Dagli sforzi di Burtt è scaturito il mixage definitivo di Guerre Stellari. Se esisteva una battuta di dialogo aggiunta o un cambiamento negli effetti sonori, ha confermato Burtt, è certamente qui nel nuovo mixage fatto per l'Edizione Speciale. Insieme ai suoi collaboratori, Burtt ha completamente rimissato le piste del surround aggiungendo nuovi elementi per ampliare l'effetto spaziale lungo tutta la lunghezza del film per cui lo spettatore adesso può sentire l'effetto sonoro delle navi stellari passargli sopra la testa. Burtt ed i suoi collaboratori hanno fatto ricorso a frequenze molto basse che fanno tremare la sala durante le esplosioni e nei passaggi delle astronavi. Per le nuove scene realizzate nell'Edizione Speciale si è reso necessario un intervento chirurgico finalizzato all'inserimento nel vecchio mixage dei nuovi effetti sonori, tagliando la vecchia colonna sonora per far posto al nuovo inserto e facendo molta attenzione per evitare che si avvertissero salti o buchi nell'audio. Per l'inedita scena dove il comandante Han Solo incontra Jabba the Hutt ed i suoi tirapiedi compreso il pericoloso cacciatore di taglie Boba Fett, Burtt aveva disponibile solo il dialogo di Harrison Ford registrato in presa diretta sul set e mai utilizzato. Per giungere al sonoro finale, ha cancellato la voce dell'attore impersonante Jabba sostituendola con quella creata apposta in huttese, la lingua parlata da Jabba. Ci siamo divertiti molto a creare il caratteristico verso di Jabba, ha raccontato Burtt, sono andato nello studio in cui si registrano gli effetti sonori ed ho riempito un secchio della spazzatura di asciugamani bagnati. E così sono riuscito a produrre i rumori un po' viscidi che accompagnano Jabba nel suo strisciare per terra mentre gesticola argomentando con Han Solo. Burtt ha inserito pure nuovi elementi quali effetti di laser e folgoratori, esplosioni nello spazio potenziate perché avessero maggiore espansione con un impatto superiore sugli spettatori ed anche la qualità del dialogo è stata molto migliorata. Pur riconoscendo gli indiscutibili meriti della nuova colonna sonora arricchita e corretta, Burtt non ha potuto fare a meno di sottolineare la bellezza dell'ormai ventennale mixage. Guerre Stellari è stato spesso imitato senza contare che molti film hanno sviluppato i loro effetti e le loro colonne sonore proprio partendo da lì. Siamo rimasti davvero colpiti nel constatare che il nostro vecchio mixage aveva retto tanto bene; un fatto che ci ha riempiti d'orgoglio. Questo il commento di Burtt. Gli effetti visuali Mentre Burtt ed i suoi collaboratori erano impegnati nel preparare il nuovo mixage, alla Industrial Light & Magic continuava il lavoro teso ad ampliare e migliorare gli effetti visuali. Ben lungi dall'apportare cambiamenti radicali al film, l'idea di base era quella di affidarsi ai copioni originali per reinserire scene che erano state tagliate o non realizzate per mancanza di tempo o di mezzi. Il processo ha avuto inizio verso la fine del 1993 sotto la supervisione del produttore Rick McCallum, coadiuvato da un gruppo di cui facevano parte Dennis Muren, plurivincitore di Oscar e già impegnato per la prima versione del film, John Knoll, Joseph Letteri, Alex Seiden e Steve Williams, tutti esperti della ILM. Il lato ironico del compito non è sfuggito al team della ILM. George, ha raccontato il produttore McCallum, aveva creato la ILM per poter realizzare i suoi effetti speciali per Guerre Stellari. Nel 1997, dopo l'incredibile sequela di film ai quali la struttura ha contribuito, mettendo a segno una serie di conquiste tecnologiche, le nuove tecnologie sviluppate alla ILM sono state riconvogliate nella nuova edizione speciale del film.
Nel dare inizio al lavoro della durata di 3 anni necessari per completare l'Edizione Speciale, Muren ha adottato come guida un videotape di Guerre Stellari per illustrare le idee iniziali di Lucas ai colleghi della ILM, i quali hanno poi disegnato una serie di storyboard. La successiva tappa è stata quella di organizzare presso la ILM una proiezione di Guerre Stellari alla quale far partecipare il regista per esporre altre idee per l'Edizione Speciale. Il team della ILM condivideva un fermo proposito, quello di evitare che le animazioni realizzate in computer grafica bucassero lo schermo una volta accostate agli effetti ottici e meccanici prodotti 20 anni prima ed inseriti in inquadrature che solo il ricorso a grande inventiva aveva reso possibili quale, ad esempio, l'impiego di una calza di nylon tesa sugli obiettivi delle macchine da presa per filtrare l'accecante sole tunisino. L'impresa consisteva nell'inserire in maniera invisibile le nostre immagini di sintesi in contesti espressivi di materiale realizzato anni prima allo scopo di ampliare e non di cambiare, ha precisato John Berton, supervisore della computer grafica. In aggiunta, alcuni dei sofisticati movimenti di macchina utilizzati per talune riprese, avrebbero dovuto essere ricreati per consentire agli animatori della ILM l'inserimento degli elementi in CGI. Le tecnologie digitali, che hanno visto la ILM rivestire un ruolo pionieristico per pellicole che vanno da Jurassic Park a Twister e Jumanji, sono state impiegate in modo intenso per aggiungere profondità a 2 sequenze chiave di Guerre Stellari: l'arrivo del Landspeeder con a bordo Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi, D3-BO e C1-P8 nel porto spaziale di Mos Eisley ed il confronto tra Han Solo e Jabba the Hutt, quest'ultima sequenza, girata nel 1976, non era stata inclusa nel montaggio finale. E' stato fatto molto lavoro per migliorare la sequenza dell'ingresso a Mos Eisley, ha spiegato Lucas. Venti anni fa non ero riuscito a farne il porto spaziale brulicante d'attività che volevo. La ILM ha ripreso prima un'estesa miniatura di Mos Eisley e poi il suo stesso personale indossante i costumi originali del film mentre camminava sopra ad un grande tappeto blu. La gente a passeggio è stata quindi compositata con le strade del modellino mentre con l'ausilio della CGI hanno preso vita i droidi da lavoro ASP-7, veicoli Swoop bike, i Ronto cavalcati dai Jawa, altri piccoli animaletti simili a topi ed i Dewback, i lucertoloni utilizzati dai Sandtrooper dell'Impero. Nel cielo del porto spaziale inoltre si vedono astronavi atterrare e decollare ed è possibile riconoscerne alcuni tipi visti nel corso dell'intera trilogia. Profonda insoddisfazione era stata pure espressa da Lucas per il risultato non eccelso ottenuto 20 anni prima per cancellare, con l'ausilio di una maschera di vasellina, le ruote che in realtà tenevano il veicolo di Luke sollevato dal suolo. Nell'Edizione Speciale di Guerre Stellari l'immagine è nitida e non presenta alcun difetto rilevante. Subito dopo la cattura da parte di uno Star Destroyer della flotta imperiale dell'astronave che trasporta la Principessa Leila, i 2 droidi D3-BO e C1-P8 riescono a fuggire in un guscio di salvataggio atterrando sull'arido pianeta Tatooine dove vengono catturati dai piccoli Jawa, popolo del deserto che vive a bordo di giganteschi cingolati chiamati Sandcrawler, veri e propri depositi viaggianti di droidi da riparare e rivendere agli agricoltori delle idrofattorie. Per aggiungere altre inquadrature del veicolo terrestre in marcia, il vecchio modello costruito per Guerre Stellari è stato prelevato dagli archivi della Lucasfilm e filmato di nuovo. Dato che il rapporto tra Han Solo e Jabba aveva assunto una certa importanza nell'economia narrativa dei 2 film successivi, per l'Edizione Speciale Lucas intendeva portare a termine la sequenza. Volevo davvero reinserirla perché è rilevante per ciò che accade
a Han alla fine del film e ne L'Impero Colpisce Ancora ed Il Ritorno dello Jedi per creare un collegamento tra il primo film ed i 2 successivi, come doveva essere anche per la presenza del cacciatore di taglie Boba Fett, ha detto Lucas. Il team della ILM dell'Edizione Speciale ha preso in carico lo spezzone di film dove si vede il molo d'attracco del Millennium Falcon per estrarre l'attore in carne ed ossa sostituendolo con un Jabba generato al 100% in CGI su sistemi Silicon Graphics e visualizzato per apparire leggermente più giovane che ne Il Ritorno dello Jedi. Ad un certo punto del dialogo però, Han Solo passa dietro a Jabba per girargli intorno. A causa dell'enorme massa dell'hutt "putrescente e verminosa" Han Solo non avrebbe potuto camminare sempre a livello del terreno ma salire sopra il corpo di Jabba provocandogli un grido di dolore.La ILM ha quindi dovuto alzare la figura di Solo e riposizionarla fotogramma dopo fotogramma per consentirgli di scavalcare il suo interlocutore che, a differenza de Il Ritorno dello Jedi, è capace di strisciare per seguire Han. La scena estesa della ricerca delle tracce degli occupanti il guscio di salvataggio da parte delle truppe imperiali, alcune delle quali a cavallo dei Dewback, si è resa necessaria perché più di 20 anni prima la creatura costruita per le riprese aveva solo un lungo palo nella testa che permetteva un movimento limitatissimo. Nell'Edizione Speciale di Guerre Stellari si vede una navetta da sbarco dell'Impero nel cielo, gli Stormtrooper che perlustrano la zona ed i Dewback dietro di loro che procedono sulla sabbia smossa dalla coda. Il decollo del Millennium Falcon dal porto spaziale è stato anche rifatto, subito dopo la sparatoria tra han solo e le truppe dell'impero. Nel corso dell'attacco dei caccia stellari Ala-X ed Ala-Y alla Morte Nera, diverse inquadrature del film del 1977 girate con miniature filmate con la cinepresa motion-control su blue-screen non possedevano la dinamicità sperata da Lucas, in particolare il decollo e l'avvicinamento della flottiglia ribelle dalla luna di Yavin alla stazione spaziale ed alcuni combattimenti contro i caccia TIE dell'Impero. Nei primi 2 casi, i modellini dei caccia ribelli in formazione sono stati sostituiti con repliche digitali così dettagliate che si vedono i caschi dei piloti muoversi all'interno delle cabine di pilotaggio e la stessa cosa è avvenuta per l'inseguimento dei caccia stellari Ala-X di Luke e Biggs da parte dei TIE imperiali. Poco dopo il lancio dei siluri ai protoni contro la luce di scarico termico del reattore della Morte Nera, questa esplode con uno degli effetti pirotecnici miniaturizzati più belli mai creati, potenziato in CGI dalla ILM con l'aggiunta dell'onda d'urto, poi ripetuta anche per la distruzione del pianeta Alderaan ed al termine de Il Ritorno dello Jedi quando la nuova Morte Nera viene distrutta. Dave Carson, supervisore degli effetti visuali, ha spiegato che per L'Impero Colpisce Ancora gran parte del lavoro ha riguardato l'eliminazione del fastidioso effetto di trasparenza degli Snowspeeder decollati dalla base Echo dei ribelli per andare all'attacco dei camminatori AT-AT e AT-ST dell'Impero, causato dalle riprese di fronte al blue-screen. Nessuno negli anni precedenti l'Impero Colpisce Ancora aveva mai integrato modellini filmati su schermo blu da inserire tramite compositing fotochimico su fondali chiari e girati alla luce del giorno, nel film le distese di neve e ghiaccio del pianeta Hoth, poiché stampando gli elementi al massimo dell'opacità si sarebbero rese troppo visibili le linee nere lungo i bordi delle miniature. Ne L'Impero Colpisce Ancora la scelta fatta fu quella di ridurre questo problema al minimo ma si dovette accettare l'effetto di trasparenza dei veicoli ribelli bucati dalle immagini di sfondo. Nessuno fu in grado di giudicare cosa fosse peggio, se le linee nere dei mascherini, che nelle inquadrature spaziali erano di fatto invisibili, o la trasparenza. La ricomposizione
digitale della ILM è riuscita alla fine a limitare questo ed altri problemi, conferendo alla battaglia su Hoth quel valore aggiunto voluto da Lucas. Quando Luke Skywalker in sella suo Tauntaun viene aggredito dal feroce Wampa e trascinato nella sua tana di ghiaccio, nel 1980 al cinema si vedeva poco o niente, soprattutto nulla del pasto della creatura che si ciba del Tauntaun di Luke. George Lucas ha girato pertanto delle nuove scene con un attore nella parte del Wampa all'interno della caverna e poi richiesto l'intervento di Carson e dei suoi collaboratori per alcune scene ambientate a Cloud City, la città mineraria su Bespin dove facciamo la conoscenza con il personaggio di Lando Calrissian. Realizzata in origine con matte-painting dipinti a mano, sostituiti nell'Edizione Speciale da ambientazioni tridimensionali realizzate in CGI, Cloud City è stata migliorata con l'aggiunta di vetrate panoramiche negli elaborati corridoi del palazzo di Lando. Ora, ha osservato Carson, la sensazione che intorno ai personaggi ci sia in effetti una città viva, è molto più netta. Ai fini della continuità narrativa, a dire il vero non impeccabile nel primo montaggio, quando Han Solo si aggancia ad uno Star Destroyer (lo stesso tipo di astronave che all'inizio di Guerre Stellari cattura il Blockade Runner della Principessa Leila) per poi fuggire confondendosi con i rifiuti spaziali scaricati dalla nave imperiale, è stata aggiunta persino un'inquadratura dello Slave I pilotato da Boba Fett all'inseguimento del Falcon e mostrata la partenza di Lord Darth Fener da Cloud City a bordo di uno shuttle imperiale. Per l'Edizione Speciale de Il Ritorno dello Jedi, alla ILM sono riusciti a dare vita ad un breve numero musicale a cui assistiamo nel palazzo di Jabba all'inizio del film. Viene suonato un nuovo pezzo blues sul quale ballano 3 nuove danzatrici, Rystàll, Greeata, Lyn Me, e cantano Sy Snootles ed il suo contrappunto Joh Yowzah, entrambi personaggi digitali della Max Rebo Band. L'attrice Femi Taylor, che per Il Ritorno dello Jedi aveva impersonato Oola, la schiava danzatrice dalla carnagione verdastra divorata dal mostro Rancor, è tornata sul set per girare nuovo materiale poi montato alternandolo ad inquadrature realizzate 17 anni prima. Al team della ILM si devono anche gli interventi fatti per migliorare la sequenza del pozzo di sabbia dove Luke, Leila, Lando e Han si scontrano con gli sgherri di Jabba e con Boba Fett che tentano di darli in pasto al mostro Sarlacc. Nella prima versione, il Sarlacc risulta in gran parte nascosto; per l'Edizione Speciale Lucas ha deciso di dispensare qualche brivido in più facendo aggiungere vari tentacoli ed un pauroso becco alla creatura che vive nel pozzo. Più aggiungevamo scene, ha osservato Carson, più a George piacevano, tanto che nell'Edizione Speciale del terzo capitolo della saga c'è pure una mandria di Bantha cornuti che pascolano nel mare delle dune. Parlando di godibilità non si può non menzionare il lavoro fatto sulla gioiosa scena dei festeggiamenti per la vittoria che si scatenano dopo la distruzione della seconda Morte Nera, anch'essa potenziata con l'onda d'urto a forma di anello. Oltre alle danze dei piccoli Ewoks sulla luna boscosa di Endor, gli spettatori hanno potuto assistere all'esultanza della gente per la vittoria dell'Alleanza Ribelle, rimusicata dal compositore John Williams, con un entusiasmo che rimbalza da Tatooine a Cloud City fino a Coruscant, capitale dell'Impero. In realtà, è logico pensare che, essendo stati pianificati a metà degli anni 90 i 3 prequel della saga di Star Wars, Episodio I: La Minaccia Fantasma, Episodio II: L'Attacco dei Cloni ed il prossimo Episodio III: revenge of the Sith, il lavoro fatto per l'Edizione Speciale abbia in qualche modo consentito alla ILM di definire e perfezionare quelle tecniche comprendenti set virtuali su blue-screen, miniature estese digitalmente ed ambienti 3D complessi su cui si basano la maggior parte degli effetti visuali delle nuove pellicole. La Industrial Light & Magic ha poi rispolverato il VistaVision, un grande formato molto popolare negli anni 50 che, con una superficie di emulsione doppia rispetto al fotogramma standard 35mm, garantiva un'alta qualità dell'immagine durante tutto il complesso procedimento di compositing che ciascuna delle inquadrature combinate di Guerre Stellari richiedeva.
Oggi la tecnologia consente al mondo digitale di diventare parte nella stessa fase delle riprese. Nel 1996, Rick McCallum ha ottenuto che i tecnici della Sony di Atsugi in Giappone si impegnassero per sviluppare una cinepresa a scan progressivo in alta definizione a 24 fotogrammi, nonché i principali elementi del sistema di post-produzione a 24 fotogrammi. Anche la Panavision si è unita al progetto, sviluppando un nuovo rivoluzionario obiettivo adatto alla fotografia digitale. Quando si è dato il via alle riprese nel Giugno del 2000, Star Wars Episodio II: L'Attacco dei Cloni è diventato il primo film realizzato utilizzando una videocamera digitale in alta definizione a 24 fotogrammi al secondo e il nastro digitale invece della pellicola. Abbiamo ricevuto la versione definitiva della cinepresa una settimana prima dell'inizio delle riprese, ha ricordato McCallum, iniziando a girare senza nessuna rete di protezione. Abbiamo girato e basta. Nel deserto, con temperature sopra ai 50°, per settimane, sotto piogge torrenziali e in 5 paesi sparsi per il globo. E non abbiamo mai avuto un solo problema. Guerre Stellari o Star Wars che sia, ha cambiato il modo di fare il cinema, 27 anni fa, ora e per sempre.
Puoi anche leggere