Verona, Teatro Filarmonico - L'italiana in Algeri

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Verona, Teatro Filarmonico - L'italiana in Algeri
Verona, Teatro Filarmonico –
L’italiana in Algeri
Il Teatro Filarmonico di Verona, come la Scala il giorno
precedente con Il turco in Italia, è riuscito a mandare in
scena L’italiana in Algeri di Rossini, prima che le
disposizioni in materia di Coronavirus si abbattessero come
una scure anche sui luoghi di cultura. La sala non era piena,
ma il pubblico presente era disteso e divertito, forse
dimentico della psicosi collettiva montante. Come già detto
per la Scala, la musica di Rossini è un balsamo per l’animo.
Riflessione che vale a maggior ragione per un capolavoro come
Italiana, la cui ironia se da un lato diverte e distrae,
dall’altro può anche essere un grimaldello per riflettere
sulle dinamiche nei rapporti tra le persone. Tutto questo lo
fa mettendo alla berlina la creduloneria maschile e alludendo
in modo nemmeno troppo velato alla dipendenza che molti uomini
sviluppano nei confronti delle donne (quel “tutti la chiedono,
tutti la bramano, da vaga femmina… felicità” che infatti non
sfuggì all’occhio vigile della censura). Certo, a monte sta un
libretto di pregevole fattura nella sua compattezza
drammaturgica, nella finezza ed erudizione di un linguaggio
che scorre liquido e immaginifico, nella definizione di
caratteri che rimandano sì a certi stereotipi da commedia
dell’arte, ma che la musica di Rossini si incarica di vestire
di vibrante umanità. Un meccanismo drammatico e musicale che
guadagnò all’opera la celebre definizione di Stendhal,
“perfezione del genere buffo”, ma che rischia di essere
mortificata da interpreti non all’altezza.

Rischio evitato a Verona, dove l’operazione è nel complesso
riuscita. Grazie anzitutto alla direzione musicale di
Francesco Ommassini che riesce a mantenere un bel ritmo
narrativo, a cominciare da un’ouverture frizzante, per
continuare con una bella attenzione allo strumentale e alle
Verona, Teatro Filarmonico - L'italiana in Algeri
ragioni del canto, al netto di alcune scelte agogiche
quantomeno singolari. Le dinamiche, invece, sono sempre ben
calibrate e riescono nell’impresa di disegnare un gradevole
equilibrio tra la freschezza dell’eloquio musicale e certi
accenti preromantici che qua e là fanno pure capolino.

Voce invero particolare quella di Vasilisa Berzhanskaya,
mezzosoprano russo classe 1993: sicura e timbrata nei centri,
sale facilmente all’acuto (e ne sfoggia volentieri il luminoso
rigoglio anche nelle belle variazioni), vanta un colore più
vellutato nella zona bassa del registro, presa di petto.
L’interprete, poi, è convincente e misurata. Carlo Lepore è un
eccellente Mustafà per la bellezza e ampiezza di un timbro
morbido e rotondo, ma anche per una interpretazione ricca di
verve. Francisco Brito convince pienamente nel ruolo di
Lindoro: si distanzia infatti dal cliché del tenore leggero
rossiniano per offrire invece all’ascolto una voce corposa e
brunita, omogenea in tutti i registri, duttile nel distendere
l’arco melodico e sufficientemente sicura nei passaggi
virtuosistici. Brillante il Taddeo di Biagio Pizzuti, la cui
vocalità più chiara ben si accosta a quella del Bey, così come
molto bene ha fatto Daniela Cappiello quale vivace Elvira
dalla voce argentina e squillante. Bravi anche Irene Molinari
(Zulma) e Dongho Kim, un Haly di voce importante, anche se
l’interprete può crescere ulteriormente.

Il regista Stefano Vizioli confeziona uno spettacolo godibile
e gustoso, con mano leggera e sicura, ma parte della riuscita
complessiva si deve alle scene di Ugo Nespolo (che cura anche
i costumi), ricche di colore e fantasia, perfettamente in
linea con la surreale ispirazione rossiniana. Apprezzabili le
luci di Paolo Mazzon, i movimenti mimici curati da Pierluigi
Vanelli e la prova del coro, istruito da Vito Lombardi.
Vivo il successo per tutti. [Rating:4/5]

          Teatro Filarmonico – Stagione lirica 2020
                     L’ITALIANA IN ALGERI
    Dramma giocoso per musica in due atti di Angelo Anelli
Verona, Teatro Filarmonico - L'italiana in Algeri
Musica di Gioachino Rossini

                    Mustafà Carlo Lepore
                  Elvira Daniela Cappiello
                    Zulma Irene Molinari
                      Haly Dongho Kim
                  Lindoro Francisco Brito
               Isabella Vasilisa Berzhanskaya
                   Taddeo Biagio Pizzuti

           Orchestra e coro dell’Arena di Verona
               Direttore Francesco Ommassini
               Maestro del coro Vito Lombardi
                   Regia Stefano Vizioli
                Scene e costumi Ugo Nespolo
             Movimenti mimici Pierluigi Vanelli
                     Luci Paolo Mazzon
Allestimento in coproduzione tra la Fondazione Teatro di Pisa
   e la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
                  Verona, 23 febbraio 2020
Verona, Teatro Filarmonico - L'italiana in Algeri
Photo credit: Ennevi

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