UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Lunedì, 26 gennaio 2015 - Unione dei Comuni della ...
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA Lunedì, 26 gennaio 2015 Prime Pagine 26/01/2015 Prima Pagina Il Sole 24 Ore 1 Enti locali 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 2 «Invarianza»: un nodo da sciogliere in fretta 2 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Dal web ai sopralluoghi il nuovo catasto cerca i dati 4 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Il fisco al test del 730 precompilato 6 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Si potrà usare il Pin Inps 8 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Giovani e lavoro: una miniripresa 9 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 La nuova riforma della Pa torna sui passi del 2009 11 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 11 «Database da proteggere più che da allargare» 13 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Industrie più efficienti con un ecosistema smart 15 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Da FlipKart a InMobi, i piccoli all' attacco 17 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Expo «attrae» il non profit 18 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Per i Centri di servizio restyling e più... 20 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 20 Come scegliere l' affitto «giusto» 22 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 23 Il «patent box» premia lo sviluppo dei brevetti 24 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 26 Ici, sì all' architetto contro il Comune 26 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 26 Induttivo, l' imballaggio non basta 28 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 31 Comuni liberi sulla scelta dei bollettini 30 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 31 Ottomila enti nel pendolo tra tagli e « 32 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 31 Partecipate, la revoca dei vertici non è un atto amministrativo 34 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 31 Piano anticorruzione, la relazione si... 36 26/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 31 Tasi precompilata solo su richiesta 38 26/01/2015 Italia Oggi Sette Pagina 20 PAGINA A CURA DI VINCENZO DRAGANI Classificazione rifiuti a ostacoli 40 26/01/2015 Italia Oggi Sette Pagina 33 Comunicazioni Irap, nuova tempistica 43 26/01/2015 Italia Oggi Sette Pagina 33 PAGINE A CURA DI NORBERTO VILLA E FRANCO CORNAGGIA Regimi opzionali, avvio celere Banco di prova è Unico 2015 44 26/01/2015 Italia Oggi Sette Pagina 37 A CURA DI CINZIA BOSCHIERO Finanziamenti pmi 46 26/01/2015 Italia Oggi Sette Pagina 207 A CURA DI FRANCESCO ROMANO letture di diritto 60 Il Resto del Carlino Ravenna 26/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 6 SCARDOVI LUIGI Offerta formativa per alunni specialiIl Polo tecnicoprofessionale si... 62 26/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 6 Reti illegali al mercatino dell' usato 63 Corriere di Romagna Ravenna 26/01/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 57 Alfonsine, vende al mercatino reti da uccellagione: sanzionato 64 26/01/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 57 La sicurezza idraulica diventa obiettivo comune 65 26/01/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 57 Ciclismo e salute: incontro inaugurale sul cuore e sul primo soccorso 67
La Voce di Romagna Ravenna 26/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 12 Al Rossini concerto per Cristiana Ferretti 68 26/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 12 ALFONSINE RETI PER AVIFAUNA ILLEGALI AL MERCATINO 69 26/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 48 Rossini, lo chef 70
26 gennaio 2015 Il Sole 24 Ore Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1
26 gennaio 2015 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Enti locali «Invarianza»: un nodo da sciogliere in fretta Fare la riforma del catasto senza aumentare le imposte sul mattone è l' obiettivo contenuto nella legge delega. Metterlo in pratica, però, non sarà tanto semplice, e non solo perché il fisco immobiliare è in continua evoluzione: venerdì scorso, durante un incontro con i proprietari, le Entrate hanno sostenuto che l' invarianza andrà garantita a livello nazionale, mentre Confedilizia si batte perché il vincolo venga fissato a livello comunale. Proviamo a vedere cosa c' è in ballo partendo dai dati elaborati dal Sole 24 Ore del Lunedì lo scorso 4 agosto, che misurano la distanza media tra valori catastali attuali e valori di mercato nei capoluoghi di provincia. A Pistoia, il valore fiscale medio è 73mila euro, a fronte di un valore di mercato di 280mila. A Pordenone estremo opposto della classifica il fisco valuta le casatipo 126mila euro contro un valore di mercato di 150mila. Il nuovo catasto dovrebbe allineare le basi imponibili ai valori di mercato. Ma questo creerà un bel dilemma. Se si fissano su base nazionale le stesse aliquote massime uguali per tutti i Comuni come avviene oggi i residenti di Pistoia saranno esposti a un fortissimo rischio di rincari, perché vedranno moltiplicare la loro base imponibile. E, d' altra parte, se si fissano le aliquote massime nazionali a un livello tale che impedisca i rincari per i pistoiesi, i Comuni come quello di Pordenone non riusciranno più ad avere le stesse entrate tributarie che avevano prima della riforma, e avrannno bisogno di trasferimenti di risorse statali. Non è un caso che il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, che segue la fiscalità per l' Anci, proponga l' istituzione di un fondo perequativo capace di ammortizzare i contraccolpi della riforma per le casse degli enti locali. Ma va detto anche che negli ultimi anni «trasferimenti ai Comuni» ha quasi sempre fatto rima con «aumento delle imposte» in un balletto di cifre tra Anci e Governo. Il timore di rincari, insomma, si basa sulla realtà storica. Ecco perché c' è chi si batte per soluzioni più praticabili. In alternativa, infatti, si potrebbe stabilire che ogni Comune è libero di mettere le aliquote che vuole, fermo restando che non potrà ricavare dai tributi sugli immobili più di quello che ha incassato in un certo anno d' imposta prima della riforma: sarebbe la soluzione più trasparente per garantire l' invarianza di gettito a livello comunale dicono i proprietari e la più facile da controllare per i singoli contribuenti. L' obiezione dei tecnici che stanno studiando la riforma è che così facendo l' equità sarebbe garantita solo all' interno dello stesso Comune, ma non tra un Comune e l' altro (i pistoiesi, nel complesso continuerebbero a pagare relativamente meno degli abitanti di Pordenone). Ma la controreplica di chi vuole l' invarianza a livello comunale è che la priorità è evitare altri rincari delle tasse. La questione, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 2
26 gennaio 2015 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Enti locali Il fisco che cambia. Dal web ai sopralluoghi il nuovo catasto cerca i dati La discussione sulle linee guida al via già in settimana. La riforma del catasto ha una prima data obiettivo: venerdì 20 febbraio, termine entro cui il decreto legislativo con i criteri estimativi è atteso in Consiglio dei ministri per il via libera preliminare. Già da questa settimana, intanto, potrebbe iniziare la discussione parlamentare informale alla "bicameralina" sulle linee guida della riforma. Il testo vero e proprio del decreto invece per ora è all' ufficio legislativo del ministero dell' E c o n o m i a , d o p o c h e l e Entrate h a n n o completato la stesura tecnica. Qualcosa della riforma si sa già, dopo il confronto di venerdì scorso tra i dirigenti dell' Agenzia e i responsabili del coordinamento guidato da Confedilizia. Il nuovo catasto distinguerà gli immobili in due macrocategorie. Quelli a "destinazione ordinaria" case, negozi, uffici e pertinenze il cui valore patrimoniale, basato sempre sui metri quadrati (e non più sull' attuale sistema dei vani), dovrà essere stimato principalmente usando un algoritmo che considera le caratteristiche e la collocazione geografica. E quelli "a destinazione speciale", il cui valore andrà invece stimato in modo diretto. Proprio sulla valutazione degli immobili "ordinari" nelle scorse settimane sono trapelate le difficoltà per alcuni ambiti territoriali dove ci sono state poche compravendite. L' idea iniziale era infatti quella di partire dai valori contenuti negli atti notarili nel triennio 20112013. Ma, a causa del crollo del mercato, in più di cinquemila Comuni ci sono state meno di 100 transazioni. Di qui il piano di allargare il confronto ad altre zone omogenee per caratteristiche e valori di mercato, attingendo inoltre ai prezzi risultanti dalle aste giudiziarie. Il triennio esaminato sarà il 20122014. I geometri si sono detti disponibile a un' operazione a tappeto di rilevazione sul campo, e di certo nel decreto ci sarà un riferimento a possibili convenzioni con i professionisti (lo prevede anche la delega). Pare decisamente improbabile, però, visitare "fisicamente" tutti gli immobili. Non a caso nei piani delle Entrate ci sono anche sopralluoghi "virtuali" da effettuare usando fotografie aeree (ortofoto) e servizi online come Street View . Un' altra opzione è chiedere le informazioni direttamente a proprietari e amministratori di condominio, e anche questo punto dovrebbe apparire nel decreto, anche se i dettagli saranno affidati a un futuro provvedimento attuativo. Di certo, l' uso delle funzioni statistiche contempla un margine d' errore. Ragione per cui tutti i valori Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4
26 gennaio 2015 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Enti locali Al via la maxiraccolta di dati per mettere a disposizione dei contribuenti i modelli con redditi e detrazioni già calcolati. Il fisco al test del 730 precompilato Valori aggiornati per polizze e contributi, da verificare variazioni e spese sanitarie. È?già partita la maxiraccolta dei dati per arrivare puntuali all' appuntamento del 15 aprile, quando i 730 precompilati saranno a disposizione dei contribuenti: banche, assicurazioni, enti previdenziali devono far confluire alle Entrate i valori relativi a polizze, contributi, redditi. Non tutte le variazioni 2014 potranno però essere recepite dal sistema e per molte voci andranno integrate. Caf e professionisti sono già alla ricerca delle deleghe per l' accesso ai modelli. Dell' Oste, Finizio, Melis, Milano pagina 3 Il DDay della dichiarazione precompilata è il 15 aprile: entro quella data più di 19 milioni di contribuenti troveranno su internet il modello 730 con i dati già inseriti dalle Entrate. Per arrivarci, però, la grande macchina della raccolta dati si è già messa in moto: la prima tappa è il 2 marzo, entro cui banche, assicurazioni ed enti previdenziali dovranno trasmettere alle Entrate la prima tranche di informazioni su mutui, polizze e contributi. A seguire, entro il 9 marzo i sostituti d?imposta dovranno inviare la certificazione unica con i redditi e le ritenute dei contribuenti. Tempi stretti per la «Cu» Dalla certificazione unica deriva il grosso degli elementi che le Entrate inseriranno quest?anno nella precompilata: dati anagrafici, figli e familiari a carico, redditi, ritenute, eccedenze e crediti d?imposta. Professionisti, aziende e altri sostituti d?imposta avranno di fatto meno di tre settimane di tempo per confezionarla e inoltrarla: «I primi software gestionali per l?invio non saranno pronti prima del 15 febbraio, complice il ritardo nella pubblicazione delle specifiche tecniche afferma il presidente di Assosoftware, Bonfiglio Mariotti . La modulistica pubblicata è d i v e r s a d a q u e l l a c h e a v e v a m o p o t u t o esaminare a dicembre ed è molto rigida. Richiede un?attività complessa di sviluppo informatico». A complicare l?invio della certificazione è l?obbligo, introdotto a partire da quest?anno, di predisporla per tutti i redditi, non solo per quelli da lavoro dipendente e pensione che derivano dalla gestione delle buste paga e finivano nel vecchio Cud. «È un flusso di dati precisa Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro che va raccolto per la prima volta, spesso all?esterno, e riguarda anche contribuenti con partita Iva, non interessati alla precompilata». D?altra parte, il vantaggio del 730 ?a domicilio? è quello di raccogliere anche gli altri redditi soggetti a Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6
26 gennaio 2015 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Enti locali LA SEMPLIFICAZIONE. Si potrà usare il Pin Inps In attesa che diventi operativa la password unica, valida per tutti gli enti pubblici, le Entrate e l' Inps sono al lavoro per una prima, grossa semplificazione: chi non è autenticato tramite Fisconline, infatti, potrà scaricare la dichiarazione precompilata anche usando il Pin dell' Inps. Il lavoro dei tecnici è a buon punto e tutto dovrebbe essere pronto per il 15 aprile, data a partire dalla quale i contribuenti troveranno online il 730. È un passaggio importante per tutti coloro che vorranno "vedere" in prima persona la dichiarazione, pur essendosi sempre rivolti ai Caf negli anni scorsi. In teoria, anche quest' anno i contribuenti potranno limitarsi a compilare la delega per un intermediario, ignorando il 730 online, ma è probabile che l' effetto curiosità sia molto forte, soprattutto nei primi giorni. In ogni caso, per l' entrata a regime dello Spid (Sistema pubblico di identità digitale), cioè la password universale per la Pa, bisogna pazientare ancora un po'. L' agenda sul sito del ministero della Funzione pubblica fissa l' obiettivo di 3 milioni di utenti entro settembre 2015 e 10 milioni a dicembre 2017. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8
26 gennaio 2015 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Enti locali Le prospettive per il 2015 e lo stato di attuazione degli incentivi regionali. Giovani e lavoro: una miniripresa Le imprese prevedono 40mila assunzioni nel primo trimestre. Una miniripresa delle assunzioni. Almeno sulla carta. Le imprese hanno programmato di inserire 40mila under 30 entro il primo trimestre dell' anno secondo il report di Datagiovani. Sul territorio sono le realtà del NordEst a mostrare i segnali più incoraggianti, mentre sul fronte delle politiche attive si distinguono in positivo Lombardia e Toscana. Servizi pagina 5 Da un lato si lavora al restyling della Youth Guarantee per rimediare al flop del primo anno del programma che punta a trovare un lavoro ai giovani. Dall?altro al decreto delegato del Jobs act per rivedere l? impianto delle politiche attive e creare un?Agenzia nazionale per l?impiego. Il cantiere è aperto per risollevare l? occupazione e dai numeri arrivano, un po? a sorpresa, i primi spiragli positivi. Anche se la cautela è d?obbligo, si intravedono, dopo molti dati foschi, segnali di possibile miglioramento dello scenario per i giovani. Le imprese prevedono infatti di ricominciare ad assumere, in particolare under 30. Oltre 40mila posizioni aperte per i giovani, programmate sulla carta nei primi tre mesi dell? anno, e ben 36.500 andrebbero a ricoprire ruoli di media durata e non stagionali. Mai così bene da tre anni. Si tratta di una crescita del 18% rispetto allo stesso periodo del 2014 (+21,9% per le sole assunzioni non stagionali), l?equivalente di oltre 6mila posti di lavoro in più e che conferma il trend che già si delineava nella seconda parte del 2014. Dalla fotografia scattata dal centro studi Datagiovani sul sistema informativo Excelsior di Unioncamere emerge anche un aumento della quota di ?annunci? diretti ai giovani (30,3% rispetto al 28% del 2014) che crescono, di conseguenza, a ritmi più sostenuti rispetto alla media. Ma quali sono le figure più ricercate? A svettare nella top ten sono cuochi e camerieri (4.250 nuovi posti, +43% sul 2014), ma in forte crescita sono anche ingegneri e architetti (+42% per 1.120 posizioni aperte) e gli operai metalmeccanici (+56% per circa 2.500 posti). Sul territorio mettendo sotto la lente solo le assunzioni non stagionali sono le realtà del NordEst a mostrare i segnali più incoraggianti: con circa 9mila ingressi programmati si tratta di un incremento del 30% rispetto al primo trimestre 2014. Va evidenziato in particolare il caso del Veneto, dove a fronte di un aumento del 2% delle previsioni di assunzione totali si affianca il +21% delle posizioni lavorative per under 30. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9
26 gennaio 2015 Pagina 5 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Enti locali Pubblico impiego. La nuova riforma della Pa torna sui passi del 2009 Ancora in evidenza i «fannulloni», le valutazioni, l' autonomia. Ci sono la «lotta ai fannulloni» e la «valutazione dei risultati», ma anche «l' autonomia della dirigenza» e la «semplificazione d e l l e p r o c e d u r e » . L a Pubblica amministrazione è alle prese con il nuovo progetto di riforma complessiva, in lavorazione con la legge delega che sta discutendo la prima commissione del Senato: questa volta il progetto è targato centrosinistra, ma le parole d' ordine sono le stesse che nel 2009 hanno riempito il dibattito intorno alla riforma Brunetta. Il problema, appunto, è che sono rimaste parole d' ordine. I licenziamenti Quello dei «fannulloni» evocati dal premier nelle scorse settimane mentre illustrava i princìpi della riforma è il caso più evidente di coincidenza anche lessicale con la scorsa puntata. E in effetti, sul tema, la normativa è ormai ricchissima e l' obiettivo di «accelerare e rendere concreto» il p r o c e d i m e n t o d i s c i p l i n a r e n e l pubblico impiego, indicato dagli emendamenti presentati dal relatore (Giorgio Pagliari del Pd) in commissione, non sembra semplice da realizzare solo a suon di nuove leggi. Già oggi, per esempio, la falsa attestazione della presenza in servizio o l' assenza giustificata con un falso certificato medico porta al licenziamento senza preavviso (e, nel secondo caso, alla revoca della convenzione del medico con il Servizio sanitario nazionale), eppure il dibattito sui fannulloni si è riacceso proprio all' indomani del casoassenteismo della Polizia municipale di Roma la notte di Capodanno. Non solo: la stessa sanzione del licenziamento senza preavviso è prevista dal Testo unico del pubblico impiego, dopo il restylingBrunetta, per le dichiarazioni false prodotte con l' obiettivo di ottenere avanzamenti di carriera oppure quando si verificano più «condotte aggressive o moleste» sul luogo di lavoro. Rischi ancora maggiori sembrano nascondersi nei casi di «licenziamento con preavviso», che può scattare anche dopo due anni in cui il dipendente riceve una valutazione «di insufficiente rendimento» perché non rispetta i propri obblighi (lo dice l' articolo 55quater, comma 2 del Dlgs 165/2001, nella versione riformata sei anni fa). Le regole, insomma, sono spesso più rigide che nel mondo del lavoro privato, eppure l' ultimo censimento della Funzione pubblica indica che nel 2013 i licenziamenti sono stati 220 su circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici. Il problema, più che nelle regole, è allora nella loro attuazione. Le pagelle La questione si intreccia strettamente con il tema della «valutazione» dei dipendenti per «il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11
26 gennaio 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Enti locali INTERVISTA ANTONELLO SORO GARANTE DELLA PRIVACY. «Database da proteggere più che da allargare» Attenzione a sacrificare la privacy in nome della lotta al terrorismo. La tutela dei dati personali è anzi il presupposto di una società sicura. Disporre di database sempre più grandi, ma senza preoccuparsi della loro protezione, è offrire il fianco ai terroristi, ampliare le potenziali superfici dei loro attacchi. Antonello Soro, presidente del Garante della privacy, mette in guardia su misure dettate dall' emotività. «La minaccia terroristica è molto seria, ma mi preoccupa anche la schizofrenia del dibattito pubblico: siamo passati dallo scandalo planetario per il Datagate, che ha messo in luce la gigantesca sorveglianza globale e la sua inutilità, a una fase in cui c' è desiderio di maggiore sorveglianza. Approcci entrambi sbagliati. Il problema è capire il profilo attuale della minaccia e valutare ciò che serve per contrastarla, tenendo presente che le democrazie liberali si distinguono dai regimi totalitari perché capaci di coniugare i diritti individuali con gli interessi collettivi, compreso quello della sicurezza. Ma in un momento come questo un diritto non può cedere il passo a un altro? Non c' è bisogno di comprimere i diritti dei cittadini, semmai di accrescere le tutele. Questo vuol dire che, poiché anche i terroristi utilizzano lo spazio digitale per acquisire informazioni preziose, ci si deve attrezzare per aumentare la protezione dei dati personali. Se disponiamo di grandi banche dati pubbliche e private non sufficientemente protette, noi abbiamo allargato a dismisura la superficie di attacco del terrorismo, anziché restringerla, come le intelligence davvero intelligenti propongono. Penso, per esempio, alla pubblica amministrazione italiana, dove si è verificata un' asimmetria tra la quantità di dati immagazzinati e la pochissima attenzione alla loro protezione: questo rappresenta un grande rischio, un elemento di vulnerabilità sfruttabile dalla criminalità (il furto delle identità digitali insegna), ma anche dai terroristi. La banca dati sul Pnr è ragionevole? È ragionevole che le informazioni sui passeggeri possano essere condivise dalle autorità dei diversi Paesi, ma studiando forme adeguate. Evitando, per esempio, di raccogliere dati inutili. E soprattutto proteggendoli. Se poi si tratti di archivi utili o meno, non sta a me valutarlo. Devo, però, ricordare che l' anno scorso c' è stata una sentenza della Corte di giustizia europea sulla data retention , che ha invitato gli investigatori a usare strumenti di indagine proporzionali alla tutela della libertàdei cittadini, senza che un diritto prevalga su un altro. Non possiamo dimenticarcene ora. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13
26 gennaio 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 14 Il Sole 24 Ore Enti locali Innovazione. Studio di Accenture sull' impatto dell'«Internet of things» Industrie più efficienti con un ecosistema smart Enrico Netti Sensori, dispositivi e oggetti smart entrano a far parte della vita di tutti i giorni, dalla produzione industriale al tempo libero. È il nascente ecosistema dell' Internet of Things (IoT), che apre le porte a nuovi modelli di business costruiti intorno a macchine intelligenti interconnesse e servizi digitali, che si sta facendo strada in tutti gli ambiti. Anche nel manifatturiero, dove avrà un effetto di booster sul Pil. Proprio qui si concentrano le maggiori opportunità di sviluppo e per l' Italia, nel lungo periodo, potrebbe portare a un aumento aggiuntivo dell' 1,1% del Pil, pari a 197 miliardi di dollari. Di IoT si è parlato la scorsa settimana a Davos durante il World economic forum in occasione della presentazione di «Winning with the industrial Internet of things», realizzato da Accenture analizzando le prospettive di diffusione e le opportunità per le imprese. Nel prossimo decennio, evidenzia lo studio, l' IoT rivoluzionerà l' industria, l' agricoltura, i trasporti e gli altri settori industriali che rappresentano quasi i due terzi del Pil del pianeta. Trasformerà il modo di lavorare con una nuova interazione tra uomo e macchina. Con l' introduzione di tecniche di produzione più flessibili la produttività potrebbe crescere anche del 30 per cento. Nelle aziende entrerà un' ondata di efficienza portata dalla manutenzione preventiva e programmata, con una riduzione di circa un terzo dei costi di manutenzione e il taglio, fino al 70%, dei guasti tecnici. A livello mondiale l' IoT nell' area industriale potrebbe avere un impatto sulla produttività stimato in poco più di 14 trilioni di dollari. Usa, Svizzera, Paesi scandinavi e Olanda sono, secondo gli esperti di Accenture, i meglio impostati, mentre l' Italia, insieme ai Bric, è tra i Paesi con condizioni meno favorevoli. «Il valore è nei servizi legati all' IoT spiega Giuseppe Gorla, responsabile di Accenture per l' Infrastructure services , nella raccolta e analisi dei dati che consentono di portare al mercato una nuova offerta». Nel caso dei beni strumentali, per esempio, è possibile adattare i macchinari alle effettive condizioni operative o per gli pneumatici abbandonare il consolidato modello di vendita per passare a quello di un "servizio" per gli autotrasportatori come propone Michelin. Le gomme con sensori diventano così un elemento di servizio che permette di ridurre i costi e i consumi di gasolio. «Nel campo dell' infomobilità l' Italia è tra i leader europei e siamo ben posizionati anche nell' area delle smart grid aggiunge Angela Tumino, responsabile dell' Osservatorio Internet of Things della School of management del Politecnico di Milano . Nell' illuminazione pubblica intelligente e nelle soluzioni per le smart city siamo in linea con i Paesi più Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15
26 gennaio 2015 Pagina 14 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 15 Il Sole 24 Ore Enti locali Ecommerce. I siti di shopping online che fanno concorrenza locale ad Amazon. Da FlipKart a InMobi, i piccoli all' attacco Nel 2013 negli Stati Unit il 6% di tutti gli acquisti è stato fatto online, in Cina addirittura il 9. In India? Soltanto lo 0,3 per cento. E solo il 43% delle Pmi indiane ha un sito Web. Lo shopping su Internet però, sostiene McKisney, in India sta crescendo al ritmo del 140% all' anno. E il successo non è solo appannaggio dell' onnipresente Amazon. Qualche piattaforma locale di ecommerce è già diventata un piccolo fenomeno. Come FlipKart: nata nel 2007 con due sole persone al lavoro, in soli due anni ha raggiunto il valore di un miliardo di dollari e oggi conta 20mila impiegati e 5 milioni di consegne al mese. Il portale, che come Amazon spazia dai computer ai pannolini, si è talmente evoluto da essersi dotato di un sistema di distribuzione in house per ovviare alle difficoltà di spedizione in India ma anche alla scarsa diffusione dei sistemi di pagamento elettronici. I suoi corrieri consegnano in oltre 200 città un record, nel Subcontinente e, quando occorre, si fanno pagare cash. Anche InMobi è un piccolo campione made in India. La piattaforma distribuisce app e offre servizi di mobile advertising. Il Mit di Boston l' ha collocata fra le 50 compagnie più innovative della classifica mondiale 2013. MakeMyTrip.com vende biglietti aerei e pacchetti vacanza non solo in India, ma in molti paesi del Sudest a siatico e ha uffici a New York, San Francisco e Sidney. Il business dell' ecommerce, insomma, si sta facendo interessante anche in India. Tanto che Amazon ha annunciato ad agosto dell' anno scorso di volerci investire due miliardi di dollari. Mi.Ca. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17
26 gennaio 2015 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Enti locali Terzo settore. Cresce l' interesse delle organizzazioni per la presenza al Padiglione della società civile. Expo «attrae» il non profit A Cascina Triulza 370 eventi con 77 accordi di partecipazione diretta. A poco più di tre mesi dal taglio del nastro, l' Expo di Milano sta diventando un tema prioritario anche per il settore non profit, che ha mobilitato le proprie energie intorno a Cascina Triulza, sede identificata come «Padiglione della società civile». I vertici della Fondazione, partecipata da 63 fra le principali organizzazioni del Terzo settore, non nascondono la soddisfazione per le risposte fin qui ottenute dal mondo associativo: 77 enti hanno già firmato accordi di partecipazione diretta e in calendario sono stati fissati 370 eventi, dei quali 206 workshop e laboratori, 98 incontri o convegni, 66 spettacoli. «Quando abbiamo iniziato l' attività non pensavamo di raggiungere così presto questi risultati», afferma Sergio Silvotti, presidente della Fondazione Triulza. Dopo aver sottolineato come sia la prima volta che la società civile riesce a organizzare un proprio padiglione all' interno di un' esposizione universale, Silvotti si dice ottimista «non solo perché il progetto di base coinvolge le principali reti italiane, ma soprattutto perché oltre 170 organizzazioni hanno partecipato alle nostre call, lo strumento di coinvolgimento e trasparenza che abbiamo scelto per costruire il programma culturale». Al riguardo scade a fine gennaio il bando per la partecipazione dei Comuni, mentre resterà aperta fino a esaurimento dei posti (la superficie prevista è di 700 metri quadri) la call relativa al mercato, area dedicata ai prodotti sostenibili, sia italiani che del resto del mondo. Quanto al palinsesto delle iniziative culturali, sono stati individuati sette assi tematici: produzione e stili di vita per uno sviluppo di qualità; cooperazione internazionale per dare voce a chi non ha voce; responsabilità sociale dell' arte; creatività dei giovani; ruolo dei cittadini come custodi dei beni comuni; comunità locali e globali; partnership fra profit, non profit e istituzioni. «Uno degli aspetti più importanti del nostro padiglione sottolinea ancora Silvotti è il fatto che, insieme alla società civile, saranno presenti i territori e le imprese socialmente responsabili, con un obiettivo comune: creare alleanze e collaborazioni per costruire nuovi modelli di sviluppo». Ma come riuscire ad attirare e mantenere l' attenzione dei visitatori in un contesto che offrirà molte sollecitazioni di analogo tenore nel contesto di Expo, manifestazione interamente dedicata a «nutrire il pianeta»? «Abbiamo scelto osserva Massimo Minelli, consigliere della Fondazione e presidente di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18
26 gennaio 2015 Pagina 16 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Enti locali Volontariato. L' autoriforma resa urgente dal taglio dei fondi a disposizione. Per i Centri di servizio restyling e più utenti Conclusa la fase di rinnovo degli organi sociali, per Csvnet, il coordinamento dei Centri d i servizio per il volontariato, si apre una stagione segnata dall' autoriforma del sistema. Il primo problema da affrontare è il forte calo di risorse (da 85 milioni complessivi nel 2010 a 35 nel 2015), che ha costretto alcuni Centri e li costringerà in futuro, se qualcosa non cambierà a scelte anche dolorose, come quella fatta da Cesvot (Toscana), che ha deciso di licenziare 15 dipendenti. Altri hanno messo gli operatori a part time, qualcuno ha dovuto ridurre i servizi. Da tempo si discute dell' ipotesi di regionalizzare i centri, laddove hanno base provinciale, per ottimizzare le risorse. Qualcuno si è messo su questa strada: due Csv di Torino dal primo gennaio si sono unificati e altri in Piemonte hanno iniziato il processo, mentre in Molise è in dirittura d' arrivo l' unificazione dei tre Centri fin qui esistenti. Ma l' ipotesi della regionalizzazione in generale non è da tutti condivisa. Nell' ultima assemblea di Csvnet, che si è tenuta a novembre, è stato deliberato a l l ' unanimità di adottare un modello non di unificazione, ma di confederazione regionale, con funzioni di pianificazione e rappresentanza unitaria. «Stiamo elaborando un piano di attuazione di questo processo spiega Stefano Tabò, riconfermato alla guida del coordinamento . Entro i tre anni che abbiamo davanti dobbiamo concluderlo, anche se naturalmente rimane la preoccupazione di mantenere vivo il valore della territorialità». Sul tavolo c' è anche il problema dei CoGe, i Comitati di gestione che hanno il compito di controllare i Csv ma che, in alcuni casi, si sono attribuiti anche altre funzioni. Costano al sistema un paio di milioni l' anno e c' è chi ha proposto di abolirli. Tabò però puntualizza: «Noi parliamo di rivisitazione e semplificazione dei sistemi di controllo. È possibile e doveroso rendere più snello e meno burocratizzato il sistema. L' epoca della sperimentazione è abbondantemente finita e non è più possibile che nelle venti regioni ci siano regole diverse. Inoltre, un organo di controllo deve svolgere la sua funzione, ma niente di più. Va affermato il principio che i Csv sono affidati al volontariato». Il tema della governance resta centrale. Nello spirito della legge 266/91 essa fa capo, appunto, alle associazioni, che hanno costituito i Centri. Il tema è diventato sensibile in particolare per due ragioni. La prima è che molti Csv stanno cercando risorse aggiuntive, e questa, secondo Tabò, «è la strada da percorrere, ma stando attenti a evitare alcuni rischi, come quello di mettere in secondo piano l a missione (che è quella di rimanere al servizio della crescita del volontariato), oppure di porre i Csv in Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 20
26 gennaio 2015 Pagina 16 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 20 Il Sole 24 Ore Enti locali risparmio. Come scegliere l' affitto «giusto» Le varie formule per proprietari e inquilini senza trascurare la variabile fiscale. Gaia Giorgio Fedi Se il balletto IciImuTasi degli ultimi anni ha portato un' imposizione fiscale più pesante sugli immobili, destinata a diventare ancora più aggressiva con la rivalutazione delle rendite catastali, avere una seconda casa oggi è diventato economicamente impegnativo. Per attutire l' impatto di questi costi sul budget familiare ci sono però diversi modi che consentono anzi di ottenere un guadagno dalla seconda abitazione. La legge prevede diverse tipologie di contratti d' affitto su durate più o meno lunghe come il classico contratto a canone libero 4+4, il contratto d' affitto a canone agevolato 3+2, il contratto per studenti universitari (da sei mesi a tre anni) e il contratto per esigenze transitorie (da uno a 18 mesi). Ma c' è una formula particolarmente adatta all' affitto delle case di villeggiatura (o anche le seconde case nelle città che hanno flussi turistici o congressuali): i contratti brevi, sotto i 30 giorni, per finalità turistiche, che sono anche il modo migliore per poter continuare a sfruttare la seconda casa per esigenze personali e affittarla solo in alcuni periodi. Ma quali sono le migliori opzioni per il proprietario che non voglia avere cattive sorprese, come danni in casa e, soprattutto, inquilini che non pagano? «Per il proprietario il problema della solvibilità del locatario è il leit motiv quando si stipula un contratto», osserva Priscilla Merlino, avvocato e socio junior dello studio Nunziante Magrone. «Non ci sono molti modi di aggirare il problema, se non recuperare il maggior numero di informazioni possibile sull' inquilino e chiedere i tre mesi di deposito cauzionale. Tuttavia, anche questi aspetti sono rapportabili al tipo di contratto e all' entità del canone. Se si fa un contratto a canone concordato, è più facile trovare un conduttore che possa permettersi di pagare l' esborso per l' affitto. Quando c' è maggiore incertezza si può optare per gli affitti brevi, mentre se si trova un inquilino che dà garanzie di solvibilità e paga bene può essere preferibile un contratto lungo come un 4+4», aggiunge Merlino. D' altronde, ci sono anche altri aspetti da considerare, come l' entità dell' affitto rispetto alle proprie aspettative di guadagno e i costi connessi a ciascun contratto, in particolare quelli fiscali. «Per le persone fisiche ci sono delle agevolazioni, come la possibilità di usufruire della cedolare secca, e i contratti agevolati 3+2 prevedono ulteriori vantaggi fiscali», spiega Merlino. Occorre dunque vedere caso per caso. I contratti sotto i 30 giorni, per esempio, hanno un vantaggio sotto il profilo delle imposte indirette, perché non prevedono l' obbligo di registrazione che è invece dovuto sulle altre formule per la locazione: per la registrazione si pagano l' imposta di registro del 2% Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22
26 gennaio 2015 Pagina 20 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 23 Il Sole 24 Ore Enti locali Agevolazioni. I vantaggi per lo sfruttamento degli «intangible» dopo l' estensione ai marchi. Il «patent box» premia lo sviluppo dei brevetti Effetto massimo se l' attività R&S è interna o presso terzi. I l p a t e n t b o x p r e m i a s o p r a t t u t t o i beni immateriali prodotti con attività di ricerca e sviluppo interna all' impresa o presso terzi (enti di ricerca o società esterne). Anche se, a certi limiti, rilevano le spese sostenute per l' acquisto dell' intangible e le attività di ricerca svolte da altre società dello stesso gruppo. È il risultato delle prime simulazioni sul meccanismo introdotto dalla legge di stabilità 2015, a seguito delle modifiche apportate dal Dl sull' investment compact , che riguardano l' inserimento dei marchi commerciali nel perimetro dell' agevolazione; le modifiche ai criteri di calcolo; la revisione delle ipotesi di attivazione obbligatoria del ruling internazionale. Il calcolo dell' incentivo I soggetti titolari di reddito d' impresa possono optare per l' esclusione dal reddito complessivo, e dal valore della produzione rilevante ai fini Irap, di un ammontare pari al 50% dei redditi derivanti dall' utilizzo di beni immateriali che siano "collegati" all' attività di ricerca e sviluppo ( nexus approach dell' Ocse). Si tratta di una riduzione da apportare in sede di determinazione del reddito d' impresa. La variazione riguarda, quindi, non un componente positivo di reddito ma una quota del reddito stesso, pari alla differenza tra i ricavi derivanti dallo sfruttamento dei beni intangibili e i costi a questi riferibili. Per calcolare la variazione bisogna: determinare il reddito derivante dall' utilizzo dei beni immateriali; determinare il rapporto tra i costi di attività di R&S sostenuti per il mantenimento, l' accrescimento e lo sviluppo del bene immateriale e i costi complessivi sostenuti (compresi quelli di acquisto e gli addebiti da altre società del gruppo); moltiplicare il reddito di cui al punto 1) per il rapporto di cui al punto 2), individuando il reddito agevolabile; applicare a tale reddito agevolabile la percentuale del 50% (30% per il 2015 e 40% per il 2016). Condizione per accedere all' esclusione dal reddito è quindi lo svolgimento di un' attività di ricerca e sviluppo finalizzata al mantenimento o sviluppo del bene immateriale. La norma originaria della legge di stabilità prevedeva che tale attività potesse essere svolta anche mediante contratti stipulati con università o enti di ricerca e organismi equiparati. Con il Dl varato martedì scorso dal Governo è stata data rilevanza anche ai costi derivanti da attività di R&S esternalizzata a società terze, purché non appartenenti al gruppo. La detassazione è applicabile sia per i beni immateriali utilizzati direttamente dall' impresa, sia con riguardo a quelli concessi in uso a terzi in cambio di un corrispettivo. Nel primo caso, in assenza di un Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24
26 gennaio 2015 Pagina 23 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Enti locali Processo tributario. Il professionista abilitato può stare in giudizio contro atti emessi anche dall' ente locale oltre che dal Territorio. Ici, sì all' architetto contro il Comune L' architetto può difendere il contribuente nelle liti fiscali per l' Ici recuperata e dichiarata in misura minore in base ad una inferiore capacità edificatoria degli immobili. Il professionista è abilitato alla difesa presso le commissioni tributarie e ha competenza per le controversie relative alle questioni tecnico catastali e urbanistiche. Inoltre, la norma non contiene alcun esplicito riferimento in via esclusiva agli atti emessi dall' agenzia del Territorio. Sono queste le conclusioni della Ctr Lombardia 7179/64/2014 (presidente Oldi, relatore Alberti). La vicenda Un contribuente, avvalendosi di un architetto, si oppone davanti al giudice tributario per gli accertamenti Ici notificati dal Comune per gli anni 2006/2008. Per l' ente locale la base imponibile delle aree edificabili dichiarate è inferiore al valore di mercato. Per il contribuente, però, la ridotta capacità edificatoria giustifica un minor versamento. Per questo motivo scatta la controversia davanti alla commissione tributaria provinciale, dove le due annualità sono impugnate con un solo ricorso. Per il Comune costituitosi in giudizio l' impugnazione è inammissibile per due profili. Intanto per la proposizione di un ricorso cumulativo riguardante più annualità. Poi perché il contribuente ha demandato la difesa ad un architetto. Secondo i giudici di primo grado, però, non esiste alcuna irregolarità, né legata al ricorso cumulativo né per la sua sottoscrizione da parte di un architetto. In particolare, per quanto riguarda la seconda pregiudiziale, secondo il giudice «al secondo comma dell' articolo 12 del Dlgs 546/92 sono previste le figure professionali abilitate all' assistenza tecnica, se iscritti negli appositi albi; tra questi è espressamente prevista la figura degli architetti». Pertanto, anche questi ultimi possono difendere presso le commissioni tributarie i contribuenti. La tesi, però, non convince il Comune che impugna in appello la sentenza, insistendo in particolare sulla seconda questione. Nel frattempo l' architetto, dopo aver anche riassunto il giudizio quale erede a causa della morte del ricorrente, contrasta l' appello proposto dal Comune. La decisione La Ctr rimanda al mittente le pregiudiziali e conferma ancora una volta, nel merito, la sentenza. In primo luogo, secondo il collegio, l' architetto risulta essere un difensore abilitato anche per l' Ici. Infatti «l' articolo 12 del Dlgs 546/92 elenca, tra gli altri abilitati all' assistenza tecnica, anche gli architetti». Poi la controversia «investe questioni squisitamente tecniche attinenti la superficie dell' area sottoposta al tributo in relazione alle risultanze catastali e al piano di lottizzazione e alla portata dello Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26
26 gennaio 2015 Pagina 26 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Enti locali Accertamento. Insufficiente il ricorso a un unico parametro: servono più indici «gravi» e fondati sull' intero processo produttivo. Induttivo, l' imballaggio non basta Stop alla rettifica dei ricavi basata solo sulla quantità di sacchi utilizzati dall' impresa. Disco rosso alla rettifica dei ricavi se viene rilevata una sola incongruenza, in assenza di indici plurimi e gravi dell' inattendibilità del reddito dichiarato. Lo afferma Commissione tributaria regionale della Lombardia con la sentenza 7136/67/2014 (presidente Battista, relatore Rosario) riguardo a un accertamento Ires, Iva e Irap a carico di una società che produceva e vendeva merci. L' agenzia delle Entrate ha rettificato, a seguito di un controllo, i ricavi di vendita dichiarati, ritenendo che una quota rilevante non è stata contabilizzata. In particolare, l' ufficio sostiene che risultano utilizzati sacchi di imballaggio in misura superiore a quelli sufficienti per confezionare la merce dichiarata la vendita. Pertanto ritiene che si possa calcolare, in proporzione ai sacchi in più, un ulteriore quantitativo di merce venduta e non dichiarata. La società impugna l' atto impositivo, lamentando che l' accertamento si è erroneamente basato sull' assunto dell' unico utilizzo dei sacchi come imballaggi: almeno un terzo di quelli acquistati vengono ordinariamente utilizzati nel processo produttivo, anche come contenitori della materia da lavorare per collocarvi provvisoriamente, durante la produzione, dei componenti per lo stoccaggio intermedio. Agli operai, peraltro, viene raccomandato di provvedere spesso allo scarto e alla sostituzione di questi sacchi così utilizzati, con l' obiettivo di evitare incidenti sul lavoro. I giudici tributari di primo grado accolgono il ricorso, perché ritengono l' accertamento delle Entrate privo della necessaria indagine sull' intero processo produttivo. Secondo i giudici, invece, il controllo è basato esclusivamente sulla ricostruzione del numero di imballaggi che potevano astrattamente utilizzarsi per confezionare la merce. E questo dato non può essere sufficiente, da solo, a giustificare la rettifica dei ricavi. In seguito l' agenzia delle Entrate propone appello alla Ctr Lombardia, censurando la motivazione della prima sentenza. Secondo l' ufficio, infatti, i giudici di primo grado hanno formato il loro convincimento solo su una mera prospettazione di parte (nel caso di specie avvalorata da una consulenza tecnica di un esperto di fiducia del contribuente) e non hanno spiegato come la società potesse superare il carico indiziario derivato dall' indagine dei verificatori. I giudici di secondo grado, in conclusione, respingono il ricorso dell' agenzia delle Entrate, ricordando il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28
26 gennaio 2015 Pagina 26 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 31 Il Sole 24 Ore Enti locali Tributi locali/2. Non è prevista l' emanazione di un decreto ministeriale di dichiarazione standard. Comuni liberi sulla scelta dei bollettini Nel 2015 debutta la dichiarazione Tasi, ma a differenza degli enti non commerciali, per i quali esiste un modello ministeriale di dichiarazione, per tutti gli altri contribuenti è il Comune a doverlo "inventare". Il quadro normativo, anche in questo ambito, non brilla per chiarezza. Il comma 684 della legge 147/2013 prevede che i soggetti passivi presentino la dichiarazione relativa alla Iuc entro il termine del 30 giugno dell' anno successivo alla data di inizio del possesso o della detenzione dei locali e d e l l e a r e e assoggettabili al tributo. La dichiarazione deve essere redatta «su modello messo a disposizione dal Comune», ed è dichiarazione ultrattiva, nel senso che ha effetto anche per gli anni successivi se non si verificano variazioni dei dati già dichiarati cui consegue un diverso ammontare del tributo. Non è prevista l' emanazione di un decreto ministeriale di approvazione del modello dichiarativo, sicché pare pacifico che ogni Comune dovrà predisporne uno. Il comma 687 della legge di Stabilità per il 2014 prevede che alla dichiarazione relativa a l l a Tasi s i a p p l i c a n o l e d i s p o s i z i o n i concernenti la presentazione della dichiarazione Imu, il che dovrebbe significare che l' obbligo di presentazione della dichiarazione Tasi scatta generalmente quando c' è anche obbligo di presentazione della dichiarazione Imu, ma tale regola ovviamente non può valere per i detentori. Se il Comune non ha modificato con regolamento la scadenza fissata per legge, i contribuenti già oggi possono procedere alla presentazione della dichiarazione, perché quella del 30 giugno va intesa come data ultima di presentazione. Ma per presentare la dichiarazione occorre che il Comune abbia predisposto il modello, e a tutt' oggi sono ancora in pochi ad averlo fatto. Peraltro i contribuenti che hanno immobili su più Comuni saranno chiamati a districarsi nella compilazione di moduli strutturati in modo diverso e ciò sicuramente non è una semplificazione, anche perché, in teoria, potrebbero esserci 8.048 modelli di dichiarazione diversi, ovvero uno per ogni Comune, e ciò comporterà quasi sempre la compilazione a mano. Se per l' abitazione principale si può ritenere che non vi sia obbligo dichiarativo, similmente all' Imu, la situazione cambia per i detentori. Tutti gli inquilini di Roma e Milano, per esempio, dovranno presentare la dichiarazione Tasi, anche se hanno pagato poche decine di euro di tributo. Infatti, senza dichiarazione il Comune non è in grado di conoscere il detentore di un immobile e quindi non conosce il soggetto passivo cui notificare l' eventuale atto di accertamento per omesso versamento. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 30
26 gennaio 2015 Pagina 31 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 31 Il Sole 24 Ore Enti locali Ottomila enti nel pendolo tra tagli e «stabilità» Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nella conferenza stampa di fine anno, aveva dichiarato, in relazione alle società partecipate, che «c' è un obiettivo condiviso di passare da 8mila a mille, ma deve essere serio. In questi anni il Governo centrale non è stato serio con le autorità locali, ha cambiato legislazione ogni tre per due». Dalle parole ai fatti, visto che sono arrivati gli emendamenti al disegno di legge Madia per la Pa (si veda Il Sole 24 Ore del 18 gennaio) che apriranno la strada al riordino delle società partecipate. È facile quindi immaginare che dopo l' approvazione del disegno di legge, ci troveremo di fronte a una serie di norme che, ispirandosi o meno al programma Cottarelli, dovranno comunque mirare a una riduzione importante delle società partecipate. In questo quadro, ci si deve interrogare sul significato delle disposizioni appena approvate in tema di società partecipate, ovvero dei commi 609 e seguenti dell' articolo 1 della legge di stabilità 2015 (legge 190/2014). Queste disposizioni, che sono a oggi in vigore, danno una conferma e pongono una perplessità. La conferma viene dai commi 609 e 615, che dimostrano che per i servizi pubblici a rete il Governo Renzi sta immaginando un percorso specifico di aggregazione, confermando e rendendo più cogenti le politiche di ambito territoriale ottimale. Per quanto riguarda le altre società (compresi quindi i servizi pubblici diversi dai precedenti) il percorso a oggi delineato dalla legge di stabilità, in particolare dai commi 611 e seguenti, sembra troppo vago e poco incisivo. Tra l' altro, a fronte della decisione di reintervenire nuovamente e in modo profondo sul tema, sembra irragionevole avviare oggi un percorso che porti a redigere «entro il 31 marzo 2015, un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i tempi di attuazione, nonché l' esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire». Ancora, immaginare che un programma di riduzione delle società possa concludersi in un arco di tempo di 12 mesi (in realtà solo 9, perché il piano va approvato a marzo e deve concludersi entro dicembre) è assolutamente velleitario, visti i tempi propri di elaborazione e di deliberazione tipici dei nostri enti locali. Resta il fatto, comunque, che la norma è in vigore ed è quindi dovere delle pubbliche amministrazioni interessate adoperarsi per rispettare queste disposizioni. Non essendoci vincoli particolari, è bene fare piani concreti e realizzabili, anche perché sia il progetto sia la relazione sui risultati ottenuti dovranno essere resi pubblici sul sito dell' ente e inviati alla Corte dei conti (in base al comma 612). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 32
26 gennaio 2015 Pagina 31 Il Sole 24 Ore
26 gennaio 2015 Pagina 31 Il Sole 24 Ore Enti locali Giurisdizione. Competenza del giudice ordinario e non del Tar. Partecipate, la revoca dei vertici non è un atto amministrativo L' atto del presidente di una provincia che dispone la revoca dell' amministratore di una società interamente partecipata dall' ente non è un atto amministrativo in quanto la fattispecie difetta del potere pubblicistico. Pertanto, in caso di controversia è competente solo il giudice ordinario, al quale è rimessa la verifica della vicenda e anche quella dell' eventuale profilo risarcitorio. L' atto è addirittura inesistente come atto amministrativo. È questo il principio sancito dal Tar Calabria, sezione di Reggio Calabria, che, nella sentenza 4 del 15 gennaio scorso, ha dichiarato il difetto di giurisdizione e la competenza del giudice ordinario. Al Tar si era rivolto l' ex amministratore di una società, interamente partecipata da una provincia, che aveva impugnato il decreto con il quale il presidente dell' ente locale lo aveva revocato dalla carica. L' interessato aveva anche proposto domanda risarcitoria per ottenere la condanna dell' amministrazione provinciale al ristoro di tutti i pregiudizi patrimoniali (individuati nell' ammontare dei compensi non percepiti a causa della revoca anticipata, ritenuta illegittima) e non patrimoniali. Il Tar ha chiarito che tra le società a capitale interamente pubblico devono differenziarsi quelle che svolgono attività di impresa da quelle che esercitano attività amministrativa. L e p r i m e s o n o assoggettate, in linea di principio, allo statuto privatistico dell' imprenditore, le seconde soggiacciono allo statuto pubblicistico della pubblica amministrazione. Per stabilire quando ricorre la prima o la seconda fattispecie occorre aver riguardo: alle modalità di costituzione; alla fase dell' organizzazione; alla natura dell' attività svolta e al fine perseguito. Il che significa applicare il principio sancito dalla sentenza 326/2008 della Corte costituzionale, la quale ha distinto tra attività amministrativa in forma privatistica e attività di impresa di enti pubblici. I giudici amministrativi, relativamente al caso esaminato, hanno precisato che: ?la società è stata costituita per iniziativa della provincia, che è socio totalitario al 100 per cento; ?l' organo amministrativo, a regime, è composto da un consiglio di amministrazione di tre membri, dei quali uno nominato dal socio unico, gli altri due nominati dal consiglio provinciale, uno per la maggioranza e uno per la minoranza a maggioranza semplice e con votazione separata; ?la società ha a oggetto una serie di molteplici attività anche di natura economica; ?il finanziamento dell' ente, oltre che dal capitale sociale ovvero dai finanziamenti del socio unico, viene ritratto dai proventi e dagli introiti derivanti dall' esercizio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34
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