SVOLGIMENTO DELLA SIMULAZIONE MIUR 28/02/2019
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SVOLGIMENTO DELLA SIMULAZIONE MIUR 28/02/2019 OPZIONE PRODOTTI DOLCIARI ARTIGIANALI E INDUSTRIALI Quesiti di Scienza e cultura dell’alimentazione Analisi e controlli microbiologici dei prodotti alimentari Quesito a) ● I glucidi sono anche chiamati zuccheri o carboidrati. I glucidi sono la più comune fonte di energia per l’essere umano (1 grammo di glucidi fornisce 4 kcal9, e sono fondamentali per una dieta varia ed equilibrata. La fonte di glucidi più importante per l’alimentazione umana sono i cereali, e questi contengono soprattutto amido. L’amido in natura costituisce la riserva energetica del mondo vegetale, presente soprattutto nella cariosside dei cereali (i “chicchi”) e nei tuberi come le patate. Anche a livello dei prodotti dolciari l’amido è sicuramente il glucide più importante, poiché è il componente maggioritario delle farine, seguìto dal saccarosio, infatti lo zucchero da tavola è praticamente saccarosio puro. Altri fonti glucidiche importanti per la produzione di dolci sono la frutta sia fresca che trasformata, che fornisce soprattutto fruttosio, e il latte e latticini, ricchi di lattosio. Oltre ai cereali, frutta, zucchero da tavola, e latticini, fonti glucidiche molto importanti nell’alimentazione sono i legumi. I legumi forniscono come principale glucide l’amido, ma sono ricchi di fibra solubile. La fibra, pur non fornendo energia al nostro organismo, garantisce la motilità intestinale e rallenta l’assorbimento di colesterolo, esercitando un’azione benefica anche sul sistema cardiovascolare. ● Con il termine glicemia s’intende la concentrazione di glucosio nel sangue. La glicemia a digiuno (nessuna assunzione di cibo per 8 ore) normale oscilla tra 60 e 100 mg/dl. Il glucosio rappresenta la principale forma di energia per le cellule dell’organismo, che lo prelevano direttamente dal sangue, e per il cervello è l’unica. L’utilizzo di questo “carburante” è possibile solo in presenza di insulina, ormone sintetizzato nel pancreas, e precisamente nelle cellule beta delle isole di Langherans In seguito ai pasti, il glucosio viene assorbito nell’intestino tenue e riversato nella circolazione sanguigna provocando un rialzo della glicemia. È questo “rialzo glicemico” il meccanismo che compensa la sensazione di stanchezza fisica e mentale e il senso di fame che si avvertono lontano dai pasti o in tutte quelle situazioni in cui si ha un’ipoglicemia o “calo degli zuccheri”. Il pancreas poi risponde all’aumentata glicemia producendo adeguate quantità di insulina allo scopo di abbassare la glicemia e riportarla ai valori fisiologici (curva glicemica). Per azione dell’insulina, il fegato immagazzina la quota di glucosio eccedente sintetizzando glicogeno (processo noto come glicogenosintesi), il quale può essere idrolizzato, sotto l’azione dell’ormone glucagone, per reimmettere molecole di glucosio nel sangue (processo noto come glicogenolisi) in condizioni di bisogno: digiuno, attività fisica intensa, situazioni di stress. Il glucagone è prodotto nel pancreas, nelle cellule alfa delle isole di Langherans. Insulina e glucagone sono pertanto ormoni antagonisti deputati al controllo della glicemia. I monosaccaridi (glucosio, fruttosio, galattosio) e disaccaridi (saccarosio, maltosio, lattosio) sono facilmente assorbiti nell’intestino, sia pure con diversa rapidità, e quindi responsabili di aumenti della glicemia. L’effetto di innalzamento della glicemia è rallentato se zuccheri
vengono assunti assieme ad altri alimenti. Non ha lo stesso effetto, ad esempio, il consumo di un dolciume a stomaco vuoto che a stomaco pieno. ● Lo zucchero è una fonte di energia molto importante, ma, dovrebbe essere consumato con molta moderazione, poiché una quota più che sufficiente di glucidi semplici può essere introdotta con alimenti più salutari come la frutta e il latte. E comunque, quando si desidera qualcosa di dolce, meglio scegliere prodotti da forno tipici della tradizione italiana (es. biscotti, ciambelloni, crostate di frutta), che hanno meno zucchero, più amido e fibra dei dolci farciti. In ogni caso va ricordato che mono- e disaccaridi presentano un elevato indice glicemico e perciò vanno assunti con molta moderazione (non più del 15% dell’energia giornaliera). Quesito b) Il diabete mellito è una malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia, cioè da un aumento del glucosio presente nel sangue. Il criterio diagnostico di diabete viene posto quando la glicemia a digiuno è superiore o uguale a 126 mg/dl. Nel diabete il meccanismo che regola il metabolismo glucidico è alterato: la glicemia sale (iperglicemia), e una parte del glucosio in eccesso viene eliminato dal rene con le urine (glicosuria). Il diabete mellito è causato da una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas o dalla combinazione di ridotta secrezione di insulina e di resistenza dei tessuti periferici all’insulina. L’insulina è un ormone proteico secreto dalle cellule β delle isole di Langerhans del pancreas. Si tratta di un ormone ipoglicemizzante poiché abbassa la glicemia. Il glucagone, ormone prodotto dalle cellule α delle isole di Langerhans del pancreas, è invece iperglicemizzante, poiché stimola l’idrolisi del glicogeno con liberazione di glucosio. L’insulina promuove il trasporto del glucosio all’interno delle cellule, dove questo verrà utilizzato per la produzione di ATP (energia) o per la conversione in altre molecole attraverso diverse vie metaboliche. Il diabete mellito viene distinto in: - Il diabete di tipo 1 colpisce soprattutto una popolazione giovane, e richiede un trattamento insulinico in quanto il pancreas non produce l’ormone (per questo in passato era noto come diabete insulino-dipendente, IDDM). È caratterizzato dalla distruzione delle cellule beta di Langerhans che producono l’insulina: tale distruzione avviene in soggetti geneticamente suscettibili attraverso un meccanismo autoimmune. Un evento precipitante di natura ambientale (virus, tossine, ecc.) dà inizio al processo autoimmune, cioè vengono formati anticorpi contro le cellule pancreatiche. - Il diabete di tipo 2 (in passato noto come diabete mellito non insulino-dipendente, NIDDM) è caratterizzato da una secrezione insulinica inadeguata al fabbisogno dell’organismo; esiste inoltre una resistenza dei tessuti corporei all’azione dell’ormone. Oltre alla predisposizione familiare è necessario il concorso di altri fattori individuali per far insorgere la malattia quali: età, dieta ipercalorica, sovrappeso e obesità, distribuzione viscerale del grasso corporeo, dislipidemia, abuso di alcol, ridotta attività fisica, ecc. L’importanza dei fattori dietetici è dimostrata dal rapido aumento nel mondo del numero di persone affette da diabete di tipo 2, parallelamente al benessere economico. Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa di diabete, colpisce una popolazione prevalentemente anziana, spesso si accompagna da un eccesso di peso, e può essere trattata generalmente con antidiabetici orali e dieta. I sintomi del diabete possono essere diversi e insorgere in maniera differente a seconda che si tratti di diabete di tipo 1 o di tipo 2. Nel caso del diabete di tipo 1, di solito si assiste a un esordio acuto, caratterizzato da eccessiva sete (polidipsìa), aumentata quantità e frequenza di
urine (poliurìa), sensazione si stanchezza (astenìa), perdita di peso immotivata, pelle secca. Nel diabete di tipo 2, invece, i sintomi si manifestano più lentamente, spesso in maniera meno evidente, ma possono anche essere praticamente assenti. Per questo la diagnosi di questa forma di diabete spesso viene fatta in seguito a controlli del sangue di routine. Di solito il diabete di tipo 2 si presenta in età adulta/avanzata (per questo in passato era noto come “diabete senile”). Nel diabete di tipo 1 è necessario il supporto con insulina esogena; il diabete di tipo 2 generalmente si può controllare con farmaci orali antidiabetici e dieta. Possibili complicanze diabetiche sono: retinopatia diabetica (alterazione dei capillari della retina); nefropatia diabetica (alterazione dei capillari dei reni); neuropatia diabetica (sofferenza del sistema nervoso periferico che si manifesta con crampi e disturbi della sensibilità); il piede diabetico (formazione di ulcere che interessano tale organo); disturbi ischemici cerebrali. La prevenzione delle complicanze diabetiche si ottiene seguendo uno stile di vita sano: dieta e attività fisica adeguate, non fumare, non assumere alcolici, mantenere un peso normale, curare in particolare i piedi per la prevenzione delle ulcere. La prevenzione include frequenti controlli con esami di laboratorio: dosaggio dell’emoglobina glicata, quadro lipidico nel sangue (colesterolo, trigliceridi), funzionalità renale. Inoltre, sono necessari accertamenti cardiologici per la valutazione del rischio cardiovascolare, e oculistici per lo studio della retina. Una sana alimentazione rappresenta il punto centrale della terapia del diabete. La dieta deve essere personalizzata, sulla base del fabbisogno giornaliero (determinato dall’età, peso corporeo, sesso, attività svolta, ecc.). Consigli generali per la dieta di un diabetico sono i seguenti: consumare cibi ricchi in amidi (carboidrati) a ogni pasto, scegliendo quelli ricchi in fibre (cereali integrali); ridurre il consumo di alimenti ad alto contenuto di acidi grassi saturi, limitare il consumo di zuccheri semplici (sia lo zucchero da cucina ma anche la frutta zuccherina); usare poco sale; non consumare o limitare le bevande alcoliche (non più di 1-2 bicchieri di vino/birra al giorno durante i pasti principali); mangiare regolarmente tre volte al giorno, con due spuntini; consumare abbondantemente verdura; alternare carne/pesce/uova/legumi/formaggi come fonti proteiche. Tuttavia, anche nelle diete per diabetici è possibile includere i dolci, purché consumati in quantità controllate e nell’ambito di un pasto misto, ossia insieme ad altri alimenti (in particolare alimenti ricchi in fibra alimentare) che ne rallentino l’assorbimento, evitando così i picchi glicemici troppo elevati. È anche fondamentale controllare regolarmente il peso corporeo cercando di mantenerlo entro i limiti di normalità. La dieta però è anche essenziale come misura di prevenzione primaria nel diabete. Una dieta ricca di alimenti ricchi di grassi e zucchero ma poveri di micronutrienti e fibra (ovvero il cosiddetto cibo spazzatura o junk food) quali hamburger, hot dog, patate fritte e bibite, snack, ecc. favoriscono l’insorgenza di malattie cardiovascolari, obesità e diabete. Quesiti di prodotti dolciari Tipologia B: analisi e soluzione di problematiche in un contesto operativo riguardante l’area professionale (caso aziendale). Obiettivi della prova • Individuare e descrivere le diverse fasi e procedure operative nella realizzazione e nella presentazione di prodotti e servizi, con attenzione alla sicurezza alimentare, nutrizionale e gastronomica. • Conoscere le caratteristiche della pasticceria regionale e saper apportare alle ricette originali variazioni e innovazioni controllando l’aspetto nutrizionale.
• Innovare la produzione dolciaria, con attenzione all’evoluzione del gusto e delle tipologie della pasticceria. Nuclei tematici fondamentali 1. I prodotti dolciari e da forno: dal processo al prodotto • Le materie prime dei prodotti dolciari e da forno. • Il controllo dei prodotti dolciari sotto il profilo organolettico, igienico, nutrizionale e gastronomico. 2. La produzione dolciaria: il profilo nutrizionale del cliente e le sue esigenze • Le allergie, le intolleranze alimentari e le malattie correlate al consumo dei prodotti dolciari e da forno. • La realizzazione di prodotti dolciari rispondenti alle esigenze della clientela con intolleranze, allergie alimentari e/o specifiche esigenze dietetiche. 4. La valorizzazione del territorio e la promozione del “Made in Italy” • La promozione dei prodotti del territorio. • La pasticceria regionale tra valorizzazione e innovazione. Per lo svolgimento di questi quesiti si consiglia di ripassare le seguenti tematiche presenti nel libro di testo “MasterLab Pasticceria”, 2° biennio e quinto anno. Argomento Pagine del libro di testo Le lavorazioni preliminari e le 72-76 tecniche di cottura Paste e impasti di base 82-87 La pasticceria regionale 143-164 * * * Quesito c) Sono i prodotti da forno della tradizione italiana, che contengono meno grasso e zucchero e più amido, i dolci da preferire per la colazione. Per questo si possono proporre vari tipi di biscotti di pasta frolla o sfoglia, torte non farcite quali la torta margherita o la torta paradiso e il plum cake. Per queste preparazioni le materie prime da utilizzare sono: per la pasta frolla, farina, uovo, zucchero, burro e aromi; per la pasta sfoglia, farina burro e acqua; per la torta margherita o la torta paradiso, farina, uova, zucchero, fecola, burro, lievito vanigliato e aromi; per il plum cake, farina, uova, zucchero, margarina, lievito e aromi con aggiunta di yogurt magro nel caso di plum cake allo yogurt. Pasta frolla pasta sfoglia sono paste secche. Il procedimento di lavorazione della pasta frolla prevede di ammorbidire il burro, aggiungere lo zucchero, gli aromi, le uova e infine la farina. La pasta va fatta riposare, quindi va stesa, tagliata nelle forme desiderate e poi cotta a 180°-200 °C. La pasta sfoglia prevede la preparazione di un panetto di acqua e farina che deve essere steso; all’interno viene posto il panetto di farina e burro. Ripiegata la pasta viene nuovamente stesa a 4 mani o giri in modo da creare strati sovrapposti dei due impasti che in cottura formano le tipiche “sfoglie”. Biscotti semplici di pasta sfoglia possono essere le trecce o nastrine e i ventagli. Gli impasti per torta margherita, torta paradiso e plum cake sono impasti montati, ovvero si
procede a lavorare prima uova e zucchero, aggiungendo successivamente le farine, gli aromi e piccole quantità di burro fuso o yogurt. La cottura in forno con aggiunta di lievito vanigliato permette la crescita del dolce che una volta cotto risulterà morbido e spugnoso. Gli allergeni presenti nelle ricette sopradescritte sono i latticini, le uova, i cereali contenenti glutine e i latticini. In caso di celiachia o intolleranza al glutine, i diversi tipi d’impasti possono essere preparati con amido di mais, amido di riso, fecola di patate. Quesito d) (Considerando che la domanda ha una richiesta precisa riferita a un dolce tipico della regione di appartenenza, non si fornisce una spiegazione dettagliata ma alcune indicazioni di carattere generale, utili per lo svolgimento del compito) L’innovazione rispetto a un dolce tradizionale può riguardare: - l’uso di alcuni ingredienti come la farcitura con creme diverse da quelle tipiche o l’aggiunta di ingredienti alla ricetta tradizionale; - la presentazione in monoporzione in caso di dolci al taglio; - un diverso impiattamento o presentazione; - l’uso di salse a base di frutta, cioccolato, crema in abbinamento; - l’abbinamento con altre preparazioni per creare contrasti caldo/freddo (ad esempio, suggerire un gelato con un dolce da servire caldo); - l’impiego di un dolce tipico come base per un dessert monoporzione. Importante sarebbe collegare l’innovazione a un’esperienza reale fatta durante le esercitazioni di laboratorio a scuola o nelle attività di ASL, indicando l’occasione in cui è stata sperimentata la novità proposta.
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