VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi

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VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
S T E FA NO   C HI O R RI   MAR T INICA   GIO R A

VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
VOLEVAMO ARRIVARE
                     A SANTIAGO

           TESTI E FOTO: STEFANO CHIORRI e MARTINICA GIORA

             E’ VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DELL’OPERA.
            TUTTE LE FOTO ED I TESTI SONO DI PROPRIETA’ DEGLI AUTORI.
                       SCRITTO e STAMPATO SETTEMBRE 2019

PER INFORMAZIONI E CONTATTI SCRIVERE A: stefano.chiorri@gmail.com

                  VIAGGIO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON LA
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
VOLEVAMO ARRIVARE
             A SANTIAGO

  STEFANO                         MARTINICA                             ELENA                           GINEVRA
                                                                        SOFIA
“Volevamo arrivare a Santiago” è il racconto, a volte comico, del tentativo poco convinto di giungere là dove terminano
le fatiche dei tanti pellegrini che, dopo il lungo cammino arrivano al cospetto delle spoglie di San Giacomo. Noi vole-
vamo arrivare ma non ci abbiamo mai creduto abbastanza, così, partiti poco convinti, ci siamo fatti distrarre dalle mille
meraviglie di una Spagna inedita ed a tratti sconosciuta finendo su strade improbabili e luoghi abbandonati. E’ proprio
quell’altrove che da sempre ci attira, scoprire quei luoghi non preventivati ed a volte sconosciuti dove si arriva solo
sbagliando strada. Il nostro viaggiare è anche questo, improvvisazione e brusche virate alla ricerca di quel qualcosa
che a volte non trova nemmeno posto sulle guide turistiche. Alla fine questa la Spagna ci ha entusiasmato, quella dei
luoghi improbabili, dei silenzi delle Bardenas, del castello di Olite, della cattedrale di Burgos ed i Picos de Europa. Nel
nostro lungo, ma per certi versi, breve viaggio abbiamo attraversato un paese diverso, spesso, in completa solitudine
percorrendo strade vuote, inerpicandoci su montagne improbabili e visitando luoghi fuori dal tempo, senza dimenticare
i Pireni Francesi, montagne in grado di emozionare per la loro altera bellezza, spartiacque tra due paesi così diversi
eppure entrambi bellissimi.
Volevamo arrivare a Santiago e non ce l’abbiamo fatta, fortunatamente siamo arrivati altrove.

                                      TESTO: STEFANO CHIORRI
                           FOTOGRAFIE: MARTINICA GIORA STEFANO CHIORRI
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
VOLEVAMO ARRIVARE
                                     A SANTIAGO

                                       SOMMARIO
1 UN INIZIO PIOVOSO					4                         9 RITORNO ALL'OCEANO				         56
      2 CAMBIO DI PROGRAMMA				6			 10 PAESI BASCHI MA NON TROPPO		           66
3 INIZIANO LE DANZE   				8                       11 RITORNO IN ARAGONA				        74
      4 MONTAGNE VERE					12                 12 CANYON, CASTELLI E TAPAS			   82
5 BIENVENIDO A ESPANA				         20              13 IN VIAGGIO VERSO CASA			      88
      6 ALLA CONQUISTA DEL WEST				    26    14 DOVE OSANO LE AQUILE			       90
7 SCRITTO NELLA PIETRA					       42              15 SI CHIUDE IL CERCHIO				      92
      8 SACRO & PROFANO					           50    16 CONSIDERAZIONI FINALI			94
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
SABATO 18 Maggio
GIORNO 0

UN INIZIO PIOVOSO
                                                                            RIMINI - TOSCANELLA - TORTONA              km 342

                                                                                      l   1 TORTONA

                                                                                                      l   15 TOSCANELLA

      l SANTIAGO l l l           9 SANTANDER
                                                            13 CASTRES
                                                                                l   14 COLLE DEL-
                                                                                                          l   RIMINI
                                    10 GATXELUGATZE
                                              4 GAVARNIE
                                                         l        l   2 REMOULINS   LA MADDALENA

                   8 FUENTE DE
                                               l     l
                           l     7 BURGOS
                                        l   12 JACA
                                                         3 FOIX

                             5 OLITE   l l    11 SANGUESA

                                        l      6 ARGUEDAS
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
0 - UN INIZIO PIOVOSO

E’ una fredda sera d’inverno quando matura la decisione di           solo incrociare le dita e sperare che tutto vada per il meglio.
tentare una nuova avventura. L’idea di riprovare il viaggio in       Abbiamo studiato tutta una serie di luoghi da visitare, senza
camper. Si tratterebbe di una specie di scommessa perchè la          stabilire un percorso in maniera rigida ma cercando di essere
prima volta non eravamo stati particolarmente fortunati, con         il più possibile flessibili in previsione di un meteo che resterà
un meteo che si era rivelato piuttosto avverso. Quella volta la      incerto per diversi giorni.
nostra meta, la Bretagna è rimasta per noi terra Incognita con       Parto da solo alla volta della riviera Romagnola, Rimini sud è
un continuo susseguirsi di temporali e tempeste di vento che         un centianio di chilometri da casa, se vogliamo vedere quella
non ci aveva permesso di scoprire questa landa di Francia            parte di bicchiere mezzo pieno, potrei dire che causa maltem-
affacciata sul mare. Riprovarci è quindi una vero proprio salto      po l’autostrada è sgombra ed il traffico di conseguenza scor-
nel buio, un atto di fede che decidiamo di tentare perchè la         revole. Almeno in questo sembro essere stato fortunato, tutto
nostra voglia di camper non è mai venuta meno e d’altronde           il resto non prometto molto bene. I ragazzi della Meteor sono
quello che non ci maca di certo è lo spirito di avventura e la       stati efficentissimi e quando arrivo il camper è già in bella mo-
voglia di rimetterci in gioco.                                       stra, schierato sul piazzale, quasi fosse sulla linea di partenza.
Per il noleggio decidiamo di rivolgerci ad una nota azienda di       Svolte le ultime formalità, prendo le chiavi le inserico, giro e
Rimini che, pur non essendo proprio dietro casa, ci sembra           parto. Sono finalmente il padrone del vapore, Alea iacta est,
proporre le migliori condizioni di noleggio per il nostro caso.      ora non si può più tornare indietro. E’ ora di puntare verso To-
Ci rechiamo un paio di volte presso la loro sede per espor-          scanella e dare inizio all’avventura. Una volta arrivato a casa,
re le nostre esigenze e valutare le varie opzioni di noleggio        faccio una breve sosta per caricare tutti i bagagli, le biciclette
e rimaniamo favorevolmente impressionati dalla disponibili-          e tutto l’occorrente per il viaggio. Naturalmente sale a bor-
tà e la professionalità, avendo un’esperienza pluridecennale         do anche tutto il resto dell’equipaggio composto da Mamma:
nel settore. Gli illustriamo il nostro progetto di viaggio, ancora   Martinica, nominata navigatore senza bussola ed i due mozzi
sommariamente abbozzozzato e viste le nostre intenzioni ci           Elena Sofia e Ginevra. Prima che giunga sera siamo già in
consigliano un veicolo grande, molto bello, con molti confort.       strada pronti a vivere questa nuova avventura.
Certo, ci rendiamo immediatamente conto che si tratta di un          Purtroppo la pioggia ci raggiunge non appena abbiamo fat-
veicolo dalle dimensioni generose ma che almeno ci permet-           to ingresso in autostrada e sembra ci voglia accompagnare
terà di vivere questo viaggio più comodamente. Sicuramente           per tutta la sera. Purtroppo la prima parte del viaggio va così,
sarà un vantaggio dal momento che, dalla nostra ultima espe-         sotto una pioggia e fastidiosa che ci tiene compagnia, se così
rienza, la famiglia si è ulteriormente ampliata e se in Bretagna     si può dire, fino alla nostra prima sosta che facciamo, in un
eravamo in tre, questa volta saremo in quattro, nella speranza       anonimo autogrill, da qualche parte nella pianura tra Piacenza
che non si tratti di un’esperienza troppo stancante per le no-       e Alessandria.
stre piccole pesti.                                                  Le bimbe dormono, crollate per la stanchezza già da diversi
Una volta scelto il veicolo e firmato il contratto non ci resta      chiloemtri e quando decidiamo di fermarci troviamo parcheg-
che attendere il giorno della partenza che si avvicina veloce-       gio tra i numerosi camion in sosta. Una volta sistemato tutto
mente in un maggio camuffato da inverno. Il meteo preoccupa          per la notte il sonno non tarda ad arrivare ed in men che non
ma ormai siamo in ballo e siamo ben decisi a godere di ogni          si dica scivoliamo in un sonno profondo, termina così il primo
momento della nostra tanto desiderata vacanza. Dobbiamo              giorno di viaggio.

                                            V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
                                                                                                                                      5
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DOMENICA 19 Maggio
1° GIORNO

CAMBIO DI PROGRAMMA
                     TORTONA - REMOULINS   km 206
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
1 - CAMBIO DI PROGRAMMA

Al mattino ci svegliamo sotto un cielo grigio che, fortunata-        stretto a chiederle il piccolo sacrificio di percorre l’ultimo tratto
mente, con il trascorrere del tempo si fa sempre più azzu-           con le sue forze, le mie probabilmente le ho lasciate qualche
ro. Per un pò avevamo temuto per il meteo anche se tutte le          metro più a valle. Qualche chilo in più ed il tempo che passa
previsioni preannunciavano una giornata senza nubi e questa          sono avversari troppo forti affinchè possa contrastarli. Un pò
volta dobbiamo dire che il meteo ha avuto ragione, la giornata       sono dispiaciuto, nonostante la fatica, portare le bimbe sulle
è magnifica, ideale per un’escursione e risalire la spettacolare     spalle era stato sempre un piacere che mi accollavo volentieri.
valle glaciale che termina nel grande anfiteatro naturale dove       Martinica invece procede tranquilla con Ginevra che, di tanto
ghiaccio, roccie e cascate d’acqua contribuiscono a creare           in tanto, sonnecchia, cullata e protetta sulle spalle di mamma.
uno scenario unico. Altissime pareti rocciose precipitano da         Questoè il nostro primo contatto con questi monti, non cono-
altezze vertiginose mentre colate di ghiaccio resistono tena-        scevamo i pirenei e siamo sempre stati affezionati alle nostre
cemente aggrappate alla roccia, nonostante il caldo ormai            amate Alpi ma dobbiamo confessare che si è trattata davvero
inizii a farsi sentire. Uno scenario maestoso. Trovarsi al co-       di una piacevole sorpresa. Montagne maestose, non figlie di
spetto di queste grandi cattedrali di pietra incute un timore        un dio minore. Valli profonde, alte pareti, fiumi impetuosi ricchi
quasi reverenziale, un sorta mistico rispetto e restiamo sem-        di acque spumeggianti, alti passi e picchi innevati, e sapere
pre affascinato di fronte a simili spettacoli della natura. Tutto    che c’è sempre tanto mondo da esplorare e capace sempre
in montagna ci sembra poesia, basta avere la volontà e la pa-        di stupire ed affascinare ci rassicura. A noi piace così, pagare
zienza di cercare il contatto e la sintonia con un ambiente che,     i viaggi con la moneta della fatica, merce che vale sempre più
ci piaccia o no, non possiamo dominare. Nascosto nell’om-            di quanto si è speso.
bra avvolgente delle rocce, nonostante sia mattina inoltrata,        Mangiamo al cospetto di un grande nevaio, quel che resta del-
un piccolo torrente di montagna si lancia nel vuoto dall’alto        le valanghe cadute in inverno e primavera, poi quando il sole
l’anfieteatro naturale, polvezziandosi prima di finire sulle rocce   è alto nel cielo decidiamo che è meglio rimettersi in cammino
sottostanti. E’ la grande cascata, ancora un rivolo d’acqua,         se non vogliamo rischaire di fare troppo tardi. Di buon passo,
che si perde nell’aria del mattino ma che con l’avanzare della       nel primo pomeriggio siamo già di ritorno al camper pronti per
stagione e lo sciogliersi delle nevi, diventerà sempre più im-       partire alla volta della Val d’Ossau, nostra prossima tappa.
ponente e spettacolare. L’acqua del disgelo, con due grandi          Pernottiamo a Laruns combattendo una fastidiosa invasio-
salti, precipita per oltre quattrocento metri prima di perdersi      ne di mosche che, dopo aver molestato per l’intero giorno le
nel nevaio sottostante. Onore alla montagna ed alle emozione         placide mucche al pascolo nei pressi del camping, sembrano
che suscita nei nostri cuori, a lei andrà sempre il nostro più       aver deciso, tutte insieme, di trascorrere la notte nel nostro
grande rispetto per tutte le emozioni riesce sempre a darci, in      camper. Infatti, colpevolmente, abbiamo lasciato socchiusa la
tutte le stagioni dell’anno. La giornata è spettacolare, fatico-     porta durante la cena favorendo l’invasione dei molesti insetti.
sa ma bella, Elena nello zaino sta diventando un fardello for-       Per ripristinare una situazione accettabile, siamo costretti a
se troppo pesante anche per le spalle robuste e generose di          combattere una dura battaglia che comunque riusciamo fati-
papà. Il tempo è un nemico implacabile per tutti e così quando       cosamente a vincere terminata la quale, possiamo finalmente
giungiamo all’ultimo strappo della salita, quando in vista della     rilassarci ed abbandonarci tra le braccia di morfeo.
nostra meta finale è richiesto l’ultimo grande sforzo, sono co-

                                            V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
                                                                                                                                         7
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
LUNEDI’ 20 Maggio
2° GIORNO

INIZIANO LE DANZE
                    REMOULINS - FOIX   km 307
2 - INIZIANO LE DANZE

Della seconda notte ricordiamo gli scrosci di pioggia ma al          e ripida scala scavata nella roccia, scendendo per diversi me-
mattino tutta la furia del maltempo sembra essersi quasi del         tri. Concrezioni calcaree ornano alcune sale laterali ma siamo
tutto esaurita. Siamo fiduciosi, abbaimo la convinzione di           solo all’inizio, infatti per raggiungere il fiume bisogna scendere
essere al punto di svolta. Fortunatamente tutto sembra vo-           ancora diversi metri su scivolossisimi gradini. Con Ginevra
ler supportare la nostra speranza, infatti una volta in marcia       sulle spalle e Elena che affronta gli socmodi ed alti gradini,
il cielo comincia ad aprirsi, l’aria temperata del mediterraneo      non è proprio una passeggiata raggiungere la sponda dove ad
sembra avere la meglio. Tutto sembra farsi più sereno, com-          attenderci troviamo una piccola barca. Il corso del fiume non
plice anche un vento teso che spira da nord ovest e spazza           è molto ampio ma abbastanza, affinchè, delle basse imbar-
via tutte quelle nuvole che non volevano darci tregua. Siamo         cazioni in metallo possano navigare mosse, questa è un’altra
tutti più sollevati e quando i cartelli ci indicano che siamo in     particolarità, dalla forza dell’uomo. Un lungo cavo d’acciaio
prossimità del confine spagnolo, svoltiamo e puntiamo verso          ancorato alle pareti funge da guida e i nostri accompagnatori,
Carcassone.                                                          come moderni traghettatori sull’Acheronte, trainano la barca
Con il tempo che finalmente volge al bello è tempo di iniziare       a forza di braccia, un compito arduo ma senza altra soluzione
a vivere la vacanza.                                                 dal momento che, nello stretto budello sotterraneo, non c’è
Carcassonne, con la sua spettacolare cinta muraria, è sen-           possibilità di usare remi. Forti dell’esperienza accumulata ne-
zaltro una città che merita una visita. Noi contravvenendo a         gli anni, anche nell’oscurità, le nostre guide evitano abilmente
quanto appena affermato, proseguiamo oltre dal momento               gli ostacoli anche in quei punti dove noi passiamo con fatica.
che avevamo già avuto il piacere di visitare la città in un nostro   L’esperienza è affascinante, fuori dal tempo, ma questa visi-
precedente viaggio, quind ci dirigiamo verso l’interno, verso        ta piuttosto inusuale è purtroppo ripetutamente interrotta dal
quei pirenei che fanno da cornice all’orizzonte verso occiden-       pianto delle nostre bimbe che non sembrano apprezzare trop-
te.                                                                  po gli angusti ambienti sotterranei con l’aggravante che, nel
Alcune persone soffrono per la lontananza dal mare, a me e           chiuso della grotta, ogni piccolo suono o rumore rimbomba
Martinica la vista delle montagne riesce a metterci di buonu-        provocando spavento. Inutile dire che, non essendo da soli,
more, così quando iniziamo a scorgere le scintillio della neve       questa situazione ci provoca un leggero imbarazzo ma ormai
sui pendii montani capiamo di essere quasi giunti presso la          siamo in ballo e non ci resta che provare ad inventarci una
nostra prima destinazione del viaggio. Non doveva andare             qualsiasi cosa pur di cercare di distrarle. Dopo circa un’ora ed
così ma visto il meteo il nostro viaggio inizia più ad occidente.    aver percorso quasi un chilometro e mezzo torniamo a riveve-
Nei pressi di Foix svoltiamo per una stretta stradina che si         dere il cielo azzurro. Alla vista del bosco le Elena e Ginevra
inerpica tra i boschi. Percorriamo qualche chilometro e giun-        cambiano immediatamente d’umore e tornano a sfoggiare il
giamo in un parcheggio immerso tra gli alberi dove finalmente        loro usuale sorriso. Martinica, invece, è rimasta entusiasta del
fermiamo il camper. Finalmente si inizia a fare sul serio e qua-     nostro giro nell’antro sotterraneo e questo mi rende felice per-
rantotto ore dopo la partenza diamo inzio alle danze.                chè finora è, volontariamente, rimasta all’oscuro di quasi tutto
Vestiti di tutto punto acquistiamo i biglietti e ci avviamo ad       il percorso di viaggio in modo che per lei ogni tappa fosse
esplorare il fiume sotterraneo di Labouiche, il corso d’acqua        una sorpresa. Una volta riemersi ci dirigiamo verso Foix per
navigabile più lungo d’Europa. Ci avventuriamo per una stretta       sostare al Camping du lac e fare una breve passeggiata lun-

                                            V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
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2 - INIZIANO LE DANZE

 go il fiume. Soste così ci permettono di sistemare il camper,       divertimenti per le bimbe costrette per troppo tempo a bordo.
 fare le pulizie e gli opportuni rifornimenti in tutto relax. Dopo   Così il tardo pomeriggio è tutto per loro e le lasciamo libere di
 quarantottore ore di viaggio ora finalmente c’è un clima più        scatenarsi e sporcarsi in tutta libertà, in fondo sono state fin
 rilassato ed il parco giochi del campeggio diventa terreno di       troppo brave e se lo meritano.

10                                         V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
11
MERCOLEDI’ 22 Maggio
3° GIORNO

MONTAGNE VERE
                       Foix -
3 - MONTAGNE VERE

Ricorderemo sempre la sosta a Foix con piacere, da qui in          ce l’ha fatto fare di infilarci su questa strada con un percorso
avanti, possiamo dire di aver iniziato veramente la nostra va-     degno di una mulattiera. Ogni curva è un incubo, con roc-
canza. Al mattino ripartiamo più freschi e riposati, sotto un      ce sporgenti ed in bilico sulla strada che spesso giungono
cielo di un azzurro splendente. Puntiamo verso nordovest at-       sfiorano il camper. Mamma mia, se potessi tornerei indietro
traverso una campagna francese che sembra dipinta con dei          ma la curiosità ci spinge ad andare sempre avanti, una curva
colori sgargianti, quasi eccessivi. Quella pioggia di maggio che   percorsa è sempre una curva in meno: prima o poi dovranno
ci ha accompgnato finora ha ci ha regalato fiumi gonfi d’acqua     finire. Martinica mi guarda ed io sò cosa sta pensando, quin-
e prati di un verde smeraldo. Facciamo una breve tappa a Tar-      di, se possibile, guido con ancora più attenzione del solito.
bes, giusto il tempo per un francesissimo McDonald. Tarbes         Per diversi chilometri sono e siamo in tensione, fino a quan-
non ci impressiona in maniera particolare ma è proprio qui che     do, a pomeriggio inoltrato, giungiamo finalmente a Gavarnie.
cambiamo il nostro modo di viaggiare in camper. Come un’il-        Il paesino è poco più di una manciata di case dove la valle si
luminazione decidiamo di viaggiare il pomeriggio per raggiun-      stringe quasi a voler impedire il deflusso del fiume. Gavarnie è
gere le nostre destinazioni nel tardo pomeriggi, riservando al     un paese geneticamente modificato, un borgo originariamen-
mattino successivo la vista del luogo. Non ci avevamo mai          te legato alle attività della pastorizia che oggi vive di turismo.
pensato e spesso avevamo inseguito le nostre mete senza            Da qui, infatti, partono molti sentieri che conducono al famoso
mai visitarle come avremmo voluto. Tarbes rimarrà nei nostri       Cirque de Gavarnie che possiamo ammirare ancora parzial-
ricordi più per questo cambiamento che per le architetture         mente innevato in fondo alla vallata. Lo spettacolo è notevole
della città che non ha nulla di particolare. Non voglio pensare    e quindi con entusiasmo e trepidazione ci accingiamo a cer-
che questa illuminazione ci abbia colto in vista della prossi-     care una sistemazione tranquilla per il camper. Passiamo la
ma tappa: Lourdes. In realtà nella famosa cittadina Francese       notte nel parcheggio proprio sopra il paese, in compagnia di
non avevamo previsto nulla, saremmo stati solo di passaggio        una manciata di avventurieri finiti, forse per errore, come noi
ma alla fine, pur non essendo dei cattolici praticanti, un giro    fin quassù.
per la città proviamo a farlo ma, trovando grandi difficoltà nel
parcheggio, preferiamo andare oltre per raggiungere quella
che avevamo deciso essere la prossima tappa. Risaliamo una
stretta e spettacolare valle incisa profondamente negli eoni
dal gave de Pau. Superato il bivio che conduce a Cauterets,
la strada che risale la valle è, letteralmente, aggrappata alle
pareti della montagna e possenti reti metalliche e gabbie di
protezione proteggono la carreggiata dal pericolo di caduta
massi. Meglio non pensare alla sola eventualità che qualche
pietra instabile possa cadere proprio al nostro passaggio. Su
una strada così tortuosa siamo costretti a procedere a velo-
cità ridotta sperando di non incontrare altri veicoli che proce-
dano in senso opposto. Più di qualche volta mi domando chi

                                           V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
                                                                                                                                    13
MERCOLEDI’ 22 Maggio
4° GIORNO

LO SPETTACOLO DU CIRQUE
                       GAVARNIE - LARUNS   km 105
4 - LO SPETTACOLO DU CIRQUE

Al mattino ci svegliamo sotto un cielo grigio che, fortunata-        stretto a chiederle il piccolo sacrificio di percorre l’ultimo tratto
mente, con il trascorrere del tempo si fa sempre più azzu-           con le sue forze, le mie probabilmente le ho lasciate qualche
ro. Per un pò abbiamo temuto per il meteo anche se tutte le          metro più a valle. Qualche chilo in più ed il tempo che passa
previsioni preannunciavano una giornata senza nubi e questa          sono avversari troppo forti affinchè possa contrastarli. Un pò
volta dobbiamo dire che il meteo ha avuto ragione, la giornata       sono dispiaciuto, nonostante la fatica, portare le bimbe sulle
è magnifica, ideale per un’escursione e risalire la spettacolare     spalle era stato sempre un piacere che mi accollavo volentieri.
valle glaciale che termina nel grande anfiteatro naturale dove       Martinica invece procede tranquilla con Ginevra che, di tanto
ghiaccio, roccie e cascate d’acqua contribuiscono a creare           in tanto, sonnecchia, cullata e protetta sulle spalle di mamma.
uno scenario unico. Altissime pareti rocciose precipitano da         Questoè il nostro primo contatto con questi monti, non cono-
altezze vertiginose mentre colate di ghiaccio resistono tena-        scevamo i pirenei e siamo sempre stati affezionati alle nostre
cemente aggrappate alla roccia, nonostante il caldo ormai            amate Alpi ma dobbiamo confessare che si è trattata davvero
inizii a farsi sentire. Uno scenario maestoso. Trovarsi al co-       di una piacevole sorpresa. Montagne maestose, non figlie di
spetto di queste grandi cattedrali di pietra incute un timore        un dio minore. Valli profonde, alte pareti, fiumi impetuosi ric-
quasi reverenziale, un sorta mistico rispetto e restiamo sem-        chi di acque spumeggianti, alti passi e picchi innevati, e sape-
pre affascinato di fronte a simili spettacoli della natura. Tutto    re che c’è sempre tanto mondo da esplorare e capace sempre
in montagna ci sembra poesia, basta avere la volontà e la pa-        di stupire ed affascinare ci rassicura. A noi piace così, pagare
zienza di cercare il contatto e la sintonia con un ambiente che,     i viaggi con la moneta della fatica, merce che vale sempre più
ci piaccia o no, non possiamo dominare. Nascosto nell’om-            di quanto si è speso.
bra avvolgente delle rocce, nonostante sia mattina inoltrata,        Mangiamo al cospetto di un grande nevaio, quel che resta del-
un piccolo torrente di montagna si lancia nel vuoto dall’alto        le valanghe cadute in inverno e primavera, poi quando il sole
l’anfieteatro naturale, polvezziandosi prima di finire sulle rocce   è alto nel cielo decidiamo che è meglio rimettersi in cammino
sottostanti. E’ la grande cascata, ancora un rivolo d’acqua,         se non vogliamo rischaire di fare troppo tardi. Di buon passo,
che si perde nell’aria del mattino ma che con l’avanzare della       nel primo pomeriggio siamo già di ritorno al camper pronti per
stagione e lo sciogliersi delle nevi, diventerà sempre più im-       partire alla volta della Val d’Ossau, nostra prossima tappa.
ponente e spettacolare. L’acqua del disgelo, con due grandi          Pernottiamo a Laruns combattendo una fastidiosa invasio-
salti, precipita per oltre quattrocento metri prima di perdersi      ne di mosche che, dopo aver molestato per l’intero giorno le
nel nevaio sottostante. Onore alla montagna ed alle emozione         placide mucche al pascolo nei pressi del camping, sembrano
che suscita nei nostri cuori, a lei andrà sempre il nostro più       aver deciso, tutte insieme, di trascorrere la notte nel nostro
grande rispetto per tutte le emozioni riesce sempre a darci, in      camper. Infatti, colpevolmente, abbiamo lasciato socchiusa la
tutte le stagioni dell’anno. La giornata è spettacolare, fatico-     porta durante la cena favorendo l’invasione dei molesti insetti.
sa ma bella, Elena nello zaino sta diventando un fardello for-       Per ripristinare una situazione accettabile, siamo costretti a
se troppo pesante anche per le spalle robuste e generose di          combattere una dura battaglia che comunque riusciamo fati-
papà. Il tempo è un nemico implacabile per tutti e così quando       cosamente a vincere terminata la quale, possiamo finalmente
giungiamo all’ultimo strappo della salita, quando in vista della     rilassarci ed abbandonarci tra le braccia di morfeo.
nostra meta finale è richiesto l’ultimo grande sforzo, sono co-

                                            V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
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L’Hotel du Cirque
     accoglie igli escur-
     sionisti    quando
     questi giungono
     al cospetto delle
     grandi pareti. Sul-
     la sinistra preci-
     pitano le acque
     della grande ca-
     scata. L’hotel è il
     luogo ideale per
     concedersi      una
     pausa e godersi il
     panorama. Da qui
     il sentiero prose-
     gue fino alla base
     delle pareti ma il
     rischio valanghe in
     primavera è estre-
     mamente elevato

18
Giovedì 23 Maggio
5° GIORNO

BIENVENIDOS A ESPANA
                       LARUNS - OLITE   km 206
21
5 - BIENVENIDOS A ESPANA

 La mattina arriva con il sole che accarezza il nostro cam-            sulle pareti esposte verso nord. Superiamo il lago Fabreges,
 per, così di buon’ora, dietro suggerimento della titolare del         molto sotto al di sotto del normale livello idrometrico ricordan-
 campeggio, decidiamo di raggiungere i Plan de Benou dove              do le parole del gestore del rifugio di Gavarnie che ci aveva
 ci concediamo un giro in bicicletta tra mandrie di mucche al          parlato di un inverno molto avaro di precipitazioni nevose. Il
 pascolo e cavalli al galoppo. Le bimbe sono con noi, attrez-          cambiamento climatico ha molte facce, alcune meno eclatan-
 zate di tutto punto con i loro seggiolini ed i caschetti in tinta,    ti ma comunque ugualmente impattanti sull’economia di una
 facciamo qualche pedalata, raggiungendo ameni pascoli in              regione che fa anche dello sfruttamento delle risorse idriche
 quota dove ci dissetiamo presso un fontanile. Ci concedia-            un aspetto importante della propria economia. Mio caro presi-
 mo qualche minuto di tranquillità scattando foto dopodichè            dente non faccia finta di non capire del cattivo stato di salute
 siamo costretti ad un frettoloso rientro, entrambe le picco-          del nostro pianeta, la febbre sale e tutti noi contribuiamo con
 le sono crollate dal sonno, coccolate dal continuo saltellare         i nostri stili di vita, nessun dorma.
 delle ruote sulle strade sterrate. Al nostro rientro troviamo         Proseguendo oltre la vegetazione si fa sempre più rada, le
 il nostro camper sotto attacco, assediato da una mandria di           vette ed i crinali pietrosi ormai hanno ripreso il sopravvento
 bovini impertinenti che nel loro lento caracollare tra i pascoli      sostituendosi ai crinali ed ai pendii ricoperti di boschi. In pochi
 hanno ben pensato di stringersi tutto intorno al nostro veicolo.      chilometri il panorama ha cambiato completamente faccia ed
 Poco male, le mucche non sono notoriamente gli animali più            ormai avanziamo in un ambiente di alta montagna, con diste-
 bellicosi ma tanto basta affinchè Martinica ne sia intimorità         se erbose e pietraie che costeggiano la strada. Sono le ultime
 e si avvicini abbastanza titubante. In fondo, non bisogna di-         curve e siamo quasi alla fine della salita dove la Francia, subi-
 menticare che si tratta pur sempre di animali che pesano di-          to sopo l’inizio della discesa, lascia spazio alla Spagna. Con
 verse centinaia di chili, delle piccole utilitaria a quattro zampe,   l’aumentare dell’altitudine un cielo imbrionciato ci accompa-
 con cui non è piacevole avere troppe discussioni. Alla fine le        gna con temperature che si sono fatte piuttosto fresche anche
 mucche non smentiscono la loro fama di animali mansueti e             perchè, quando arriviamo al valico, abbiamo superato abbon-
 ci lasciano campo libero osservandoci mentre passiamo loro            dantemente i mille settecento metri. Tutt’intorno il panorma
 di fianco con i nostri cavalli a pedali. Una volta sistemate Ele-     è dominato dal Pic du Midi d’Ossau, in parte ancora coperto
 na e Ginevra sui rispettivi seggiolini siamo pronti per ripartire,    di neve. Nel parcheggio del valico, con i piedi in due nazioni,
 questa, però volta punteremo diretti verso la Spagna, ormai è         sono indeciso se provare a fare un giro in quota o proseguire
 tempo salutare la Francia.                                            il viaggio. Le spalle sono ancora doloranti in seguito alla pas-
 La strada da Laruns inizia a salire dolcemente ma in maniera          seggiata al Cirque de Gavarnie e quando incrocio gli occhi
 continu. Più avanti la valle si stringe e la strada sale sempre       compassionevoli di mia moglie e quelli capricciosi di mia figlia
 più, stretta tra i verdi pendii delle montagne e le cristalline ac-   capisco che non è il caso di forzare troppo la mano. Dopo
 que del fiume Ossau che da il nome all’omonima valle. L’aria          essermi reso conto di essere in netta minoranza, capisco di
 è piacevolmente fresca e dopo aver sfiorato ripetutamente le          non poter affrontare il fronte femminista senza subire pesanti
 rocce strapiombanti che sormontano la sede stradale i Pirenei         ritorsioni quindi non mi resta che sotterrare l’ascia di guerra e
 tornano ad essere i padroni indiscussi del panorama. La neve,         puntare dritti verso la Spagna. Prima però dobbiamo consu-
 seppurecon chiazze disordinate ritorna a fare la comparsa             mare un rito e ci immortaliamo di fronte al cartello che ci dà il

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5 - BIENVENIDOS A ESPANA

benvenuto in terra Iberica, un ricordo per i posteri. L’aragona       momenti, a celare i dubbi su quello che ci aspetterà nel prose-
ci attende, e non è nostra intenzione farla attendere troppo.         guio del nostro viaggio.
Una volta superato la frontiera del Col du Portalet la strada si      In Spagna ci sono da segnalare i primi scontri sull’uso del na-
fà molto più ampia, e sul versante Spagnolo veniamo accolti           vigatore satellitare. Questo annosa disputa generazionale, a
da una attrezzata stazione sciistica che, visto il periodo, sta       volte, ha la drammatica conseguenza di trasformarsi in uno
vivendo un momento di torpore, in attesa dell’avvento della           scontro di civiltà, sono due scuole di pensiero, infatti, che ci
stagione estiva. Formigal in questi giorni di maggio è un ritrovo     dividono e ci portano, di tanto in tanto, a vibranti scontri sull’e-
di fantasmi, un deserto. Quando però troviamo un parco gio-           ventualità di usare queste moderne tecnologie durante questi
chi ci fermiamo per concedere una tregua alle nostre giovani          nostri viaggi. Sempre al mio fianco, il mio fedele navigatore,
compagne di viaggio che ormai sono sveglie da tempo. Siamo            è da sempre tanto affezionata a google ed alle sue indicazioni
gli unici presenti se si escludono elusivi pick up che sfilano via    quanto io lo sono alle mie preziose mappe. Sembriamo una
veloci senza fermarsi. Tutto intorno è solo silenzio, interrotto      coppia da film, lei il cowboy con la pistola ed io l’indiano con
dal frusciare del vento e dal ritmico cigolare delle catene me-       l’arco e le frecce, in fondo tutte le monete hanno due facce.
talliche dalle altalene. E’ sorprendente quanto possa essere          Però alla fine, fondamentalmente, sono io il pilota ed io scel-
terapeutico uno scivolo, un’altalena e qualche gioco che, in          go la strada, anche a costo di sbagliare o prendere abbagli
pochi secondi, riescono a spazzare via il malcontento e tra-          clamorsi. Al mio navigatore lascio l’annoso compito di rag-
sformano le smorfie in sorrisi. Certe volte un parco ti cambia        guagliarmi sulla posizione e su eventuali deviazioni sulla no-
la giornata e permette a tutti di ricaricarsi di quelle energie che   stra marcia. E’ una finta giuerra che serve a tenerci compagnia
spesso la stanchezza del viaggio porta via.                           anche quando la strada si fa meno interessante ed il panora-
Basta mezz’ora e siamo di nuovo freschi e riposati, pronti per        ma non riesce a stuzzicare la nostra immaginazione. Queste
metterci di nuovo in marcia. La strada sul versante Spagnolo          schermaglie ci tengono sempre vivi, quando questo non fosse
prosegue più larga ma più ripida e velocemente abbandonia-            sufficienete ci pensano le nostre bimbe, sempre vispem e con
mo le alte quote per guadagnare rapidamente il fondovalle.            nuovi bisogni sempre da soddisfare. Diciamo così, con loro in
Dopo pochi chilometri già si intuisce la diversità delle mon-         camper non ci si annoia mai.
tagne Iberiche rispetto a quelle del versante Francese. Tutto         Percorriamo la valle che corre lungo i Pirenei Spagnoli attra-
sembra essere mutato nel breve volgere di pochi chilometri,           versando Jaca, per poi dirigerci verso Olite la nostra prima
dove prima c’erano boschi e zampillanti torrenti ora ci sono          tappa in terra di Spagna.
vallate con una vegetazione meno rigogliosa e torrenti che            Questi primi chilometri in Spagna sono abbastanza particolari,
sembrano faticosamente aprirsi la strada verso valle tra massi        anche perchè, vengono dopo due giorni in Francia dove i co-
e pietre. A tratti mi sfiora il pensiero, se non il rammarico di      lori intensi dei pascoli e dei boschi erano stati particolarmente
aver abbandonato la Francia, terra così rigogliosa e ricca d’ac-      intensi. Qui, sul versante Spagnolo è tutto differente, i verdi si
qua. Sono solo sensazioni, pensieri fugaci che durano solo            sono fatti meno vividi e il giallo ed il marrone sembrano aver
qualche millisecondo anche se a tratti sospetto che le stesse         preso il sopravvento su tutte le altre cromie. Versanti diversi
considerazioni stiano passando anche nei pensieri di Martini-         delle stesse montagne come facce diverse della stessa meda-
ca. Gli sguardi perplessi di mia moglie non riescono, in certi        glia, pochi chilometri che sembrano mille per due mondi, che

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5 - BIENVENIDOS A ESPANA

 seppur vicinissimi, sono completamente differenti.
 Più ci muoviamo verso occidente più il panorama muta, fra-
 gili argille supportano pini piantuimati negli anni passati per
 combattere l’erosione, mentre quando sorpassiamo Sangue-
 sa gli unici alberi superiori sono i numerosi ulivi che domina-
 no il panorama in quella che è un’unica, grande, monocultu-
 ra. Ormai siamo in Aragona, nel pieno di una terra scabra e
 battuta da venti tesi e quasi incessanti. Per me non èuna no-
 vità, è la seconda volta che mi trovo a muovermi per queste
 lande anche abbastanza periferiche ai grandi tour organizzati
 e, come la prima volta, sono accolto ed accompagnato dal
 clima ventoso che almeno riesce quasi sempre a camuffare
 il caldo impietoso che a volte martella queste contrade meno
 consciute. Olite è al centro di una piana ricoperta da alberi di
 olivo, dominati e sottomessi allo spettacolare castello visibile
 da molti chilometri di distanza. Sarà quella la nostra meta, il
 castello reale di Olite l’oggetto della nostra prima visita spa-
 gnola ma prima abbiamo bisogno trovare una sistemazione
 per la notte, un passo doveroso da compiere, dopo una gior-
 nata per la maggior parte trascorsa a macinare chilometri su
 strade, a dire la verità, poco trafficate.
 Il camping scelto per la notte potremmo definirlo per bontà
 semplice e funzionale per vari motivi anche se l’aggettivo che
 forse gli addice di pià potrebbe essere quello di decadente.
 Purtroppo si è tratata di una scelta obbligata dal fatto che
 è anche l’unico disponibile in zona e quindi non ci resta che
 sperare che la notte trascorra abbastanza in fretta. Dopo aver
 giocato un pò, Elena e Ginevra si addormentano tranquille e
 questo è per noi la cosa più importante, Dormono tranquille,
 per niente disturbate dal forte temporale che si abbatte fu-
 riosamente nel corso della notte. Studiando le previsioni me-
 teo veniamo rassicurati dal fatto che quello dovrebbe essere
 l’ultimo dei temporali in zona e così ci addormentiamo anche
 noi con la colonna sonora degli scrosci di pioggia e le raffiche
 di vento che scuotono fragorosamente le fronde degli alberi.

 Il rio Gallego nasce in alto sui Pirenei sul versante spagnolo , sotto For-
 migal e scende verso valle aprendosi la strada con gole gole e casca-
 te. Durante la sua corsa viene imbrigliato per formare diversi bacini
 artificiali prima di unirsi con l’Ebro poco dopo la città di Saragoza.

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5 - BIENVENIDOS A ESPANA

La strada che conduce al passo di Maie Blanche ha una carreggiata molto stretta ma è anche scarsamente trafficata e quindi procedere in camper non è affatto
complicato. Prima del passo si incontra le Plan du Benou dove ci concediamo un giro in bici concluso anzitempo a causa della stanchezza di Elena e Ginevra che si
sono letteralmente addormentate sul manubrio.

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Venerdì 24 Maggio
6° GIORNO

ALLA CONQUISTA DEL WEST
                    OLITE - RADA - ARGUEDAS   km 100
6 - ALLA CONQUISTA DEL WEST

Durante gli anni abbiamo imparato ad apprezzare l’accura-           stretti corridoi e le scale a chiocciola del vecchio maniero ora
tezza delle moderne previsioni meteo ed infatti, anche questa       completamente ristrutturato. Elena, come sua abitudine, ha
volta, possiamo dire che avevano previsto la situazione con         poca voglia di camminare così per contrastare la sua pigrizia
molta accuratezza. Al mattino il temporale si è spostato verso      gli raccontiamo la storia del castello e della sua regina in que-
oriente, sospinto via dai forti venti di origine atlantica, quel    sto, con un pò d’astuzia e qualche innocente bugia, riusciamo
che resta tutto intorno è un continuo terreno disseminato di        a convincerla ad esplorare tutte le stanze del castello fatato.
pozzanghere, tanto grandi quanto effimere, ma in compenso           Questo piccolo trucco però si rivela essere un’arma a doppio
l’aria è abbastanza fresca da farci dimenticare di essere in        taglio perchè Elena viene così presa dalla storia da trascinarci
Spagna, o almeno dell’idea che un pò tutti siamo soliti avere       letteralmente nell’esplorazione di ogni più oscuro recesso del
di questa terra.                                                    castello. Mossa dall’entusiasmo ci spinge e ci tira alla sco-
Effettivamente il viaggio che avrei in mente è un leggermente       perta di ogni piccolo angolo tempestandoci di domande su
differente e sfuggendo dai soliti luoghi comuni, avrei inten-       ogni torre, su ogni singola pietra e persino sui turisti stranieri
zioni di far scoprire a tutta la mia famiglia una terra differen-   presenti. Non bisognerebbe mai mentire. Le bugie cn i bam-
te, perchè ammettiamolo, quello che in molti pensano della          bini, anche le più innocenti, hanno un prezzo che deve essere
Spagna è fondato su solite immagini abbastanza stereotipate         pagato, avevamo finto di dimenticarlo ma era un rischio che
di lunghe spiagge, Sagrada Familia e feste nei bar, come se         avremmo dovuto mettere in preventivo perché, in fondo, è
l’Italia fosse solo riviera Romagnola, pizza e mandolino. Mi        proprio questo il bello di essere bimbi. Speriamo che Elena
era venuta l’idea di girovagare in quella Spagna minore, meno       perda quest’innocenza il più tardi possibile.
conosciuta e lontana dalle località più alla moda della Costa       Il palazzo reale di Olite è una bella struttura gotica, direi inu-
Brava e dell’Andalusia. Martinica mi aveva sempre detto di          suale per il luogo dove predominano da costruzioni più basse
non amare la Spagna in maniera particolare e volevo che cam-        e massicce. Il castello di Olite, invece, è una costruzione ele-
biasse idea perchè ero fortemente convinto che non avesse           gante quasi esile, che difficilmente immaginereste di trovare
colto l’essenza di questo grande paese dove c’è anche qual-         in queste lande. Con tutte quelle svettanti torri che dominano
cosa di diverso ed in più di quello che si vede nelle immagini      la stuttura e le case del paese circostante, è una specie di
classiche. Volevo vincere una scommessa con lei e con me            labirinto di pietra per la gran parte restaurato durante il secolo
stesso, mi sarei divertito a stupirla un pò portandola ad andare    scorso in seguito ai numerosi danneggiamenti patiti nel corso
oltre le apparenze e scalfire la superficie di un paese che può     dei secoli. Olite è una specie di miracolo economico perchè
dare più di quel che si immagini. Credo che tanti dei luoghi        intorno al castello un’intera comunità ha saputo rinascere e
che visiteremo l’entusiasmeranno e ci stupiranno un pò a tutti.     creare un’attività turistica di rilievo in una terra marginale ed a
Ne sono convinto, almeno spero.                                     prevalente vocazione agricola.
Ad Olite ci accompagna ancora quel vento teso e abbastan-           La visita è tutto un susseguirsi di salite e discese e dopo oltre
za insistente che non sembra voler mollare la presa, anche          un’ora Martinica è distrutta a furia di gradini e camminamenti
quando ci infiliamo tra gli stretti vicoli del paese per raggiun-   con Ginevra che sonnecchia beatamente sulle sue spalle. Io,
gere l’ingresso principale del Castello. Paghiamo un biglietto      egoisticamente, giro armato di macchine fotografiche cercan-
d’ingresso abbastanza economico e ci avventuriamo per gli           do le inquadrature più suggestive evitando di immortalare i

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6 - ALLA CONQUISTA DEL WEST

Il Palazzo Reale di Olite è una costruzione abbastanza atipica per gli aridi panorami della valle dell’Ebro. Era una delle residenze dei rea-
li di Navarra che lo trasformarono da struttura militare in un palazzo residenziale. Con la reconquista la corte si trasferi a Pamplona e il palaz-
zo perse il suo ruolo finendo in decadenza. Agli inizi del 900 furono iniziati i lavori di ristrutturazione che portarono la struttura agli antichi fasti.

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numerosi turisti che, stranamente direi, affollano il palazzo in        collina giro lo sterzo del camper per seguire il ripido nastro
una giornata così improbabile. Ci sorge il dubbio di non essere         d’asfalto per vedere dove ci potrebbe condurre. Giungiamo
stati gli unici ad avere l’idea di fare le vacanze intelligenti. Evi-   così nei pressi della città fortificata di Rada, onestamente ne
dentemente c’è vita intelligente sulla Terra. Quando le energie         ignoravo l’esistenza ma credo di essere in buona compagnia
e la pazienza di Martinica sono giunte al limite giunge anche           e quindi è stata per noi un luogo tutto da scoprire, me com-
l’ora di salutare il castello, per cui una volta fuori non ci resta     preso. Lasciamo il camper in preoccupante pendenza, così
che fare un veloce giro per il paese dopodichè ci dirigiamo             per maggior sicurezza sistemo un paio di grossi sassi sotto
verso il camper per metterci di nuovo in marcia.                        le ruote per evitare qualsiasi inconventiente, Ho imparato che
Ritengo che le strade spagnole siano un paradiso per i cam-             non bisogna mai escludere nessuna possibilità, neanchè le
peristi, almeno quelle strade che abbiamo percorso finora.              più nefaste ed improbabili eppoi prevenire non ci costa nulla
Abbiamo trovato asfalto in ottimo stato e quasi completa as-            se non qualche minuto in più. Come già detto, il sito di Rada è
senza di traffico, le condizioni ideali per un viaggio itinerante.      probabilmente poco conosciuto, dal momento che come sco-
Tornati in camper non posso che constatare quanto il castello           priremo, siamo gli unici turisti presenti ed il nostro arrivo coglie
abbia riscosso un grande successo, Elena è entusiasta e con-            di sorpresa persino gli stessi custodi, intenti nello svolgere le
tinua a chiedere dove fosse nascosta la regina, quali fossero           loro faccende quotidiane. Mentre paghiamo l’ingresso uno dei
le stanze dei soldati e dei cavalli, meglio così, l’entusiasmo è        custodi corre via ad aprirci il cancello e la piccola chiesetta
sempre una cosa buona.                                                  del sito che probabilmente sarà quasi sempre chiusa. Dell’an-
Proseguendo verso sud il paesaggio dell’Aragona si fà, se               tica fortificazione ormai resta ben poco se non la grande cin-
possibile, sempre più arido e gli sguardi di mia moglie non rie-        ta muraria, gli antichi splendori ormai sono persi nelle pieghe
scono a nascondere le perplessità per gli sviluppi di quest’av-         del tempo andato ma ancora possiamo intuire l’importanza
ventura. Troppo differenti i paesaggi rispetto ai nostri ultimi         di questo sito che dall’alto della collina domina praticamente
viaggi, troppa aridità dominata dal giallo prepotente delle ar-         tutte le terre circostanti per diversi chilometri. Più in basso
gille spagnole, tutto è troppo differente dalle nostre ultime av-       le pianure si perdono con l’orizzonte che in ogni direzione si
venture in nord Europa. Posso capirla, In realtà avendo dato            fa incerto e si confondono con il cielo grigio di questo tardo
poche informazioni la colpa è in gran parte mia, ma credo che           mattino. Della città ormai resta ben poco, solo tante pietre e
ci siano molte possibilità di riuscire a farle cambiare idea, ho in     la geometria abbozzata dell’antica struttura, un pò avamposto
serbo più di qualche asso nella manica da giocarmi nei pros-            militare e un pò punto di transito di antiche vie commerciali.
simi giorni.                                                            Nella piccola chiesa Elena e Ginevra fanno conoscenza con
In ogni viaggio non tutto può essere programmato fino all’ul-           le riproduzioni a grandezza naturale di antichi soldati e dopo i
timo virgola, qualcosa può variare, altre cose possono non              primi istanti di iniziale diffidenza hanno modo di scatenarsi edi
andare nel verso giusto, qualche altra volta esce il coniglio dal       divertirsi un pò. Giocano un pò a nascondino, scorrazzando
cappello, così mentre siamo diretti verso Tudela, avvistiamo            per la piccola chiesetta, lo facciamo nella consapevolezza di
una collina sormantata da quelli che sembrano essere i resti            non disturbare, fortunatamente, nessuno. La visita dura giusto
di un’antica fortezza. Quella visione ci incuriosce e quando            il tempo per completare il giro, il sito non è molto esteso e
troviamo una piccola stradina che si inerpica sul fianco della          avanzando tra il vento che a tratti rende perfino difficile cam-

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minare ci avviamo verso l’uscita salutando la signora dell’uffi-      vecchio marinaio preferisco perdermi tra cartine e mappe va-
cio impegnata in un lavoro a maglia. Getto lo sguardo fuori le        rie, studiando di volta in volta il percorso migliore o solamente
mura ed il camper è ancora lì dove l’abbiamo lasciato prigio-         il più bello da affrontare. Ognuno è fatto alla propria maniera,
niero dei due grandi sassi che hanno adempiuto alla perfezio-         non dico che il mio sia il modo giusto nè il migliore, è sem-
ne al loro compito. Tutto a posto, le soluzioni semplici a volte      plicemente il mio modo di viaggiare ed anche la possibilità di
sono le migliori. E’ tempo di rimettersi in viaggio per la pros-      sbagliare la prendo come un’eventualità che potrebbe porta-
sima meta che, stando alle carte geografiche, non dovrebbe            re a scoperte interessanti e soprattutto inaspettate. In fondo
essere troppo distante.                                               quale viaggiatore non ha mai sbagliato almeno una volta nella
Anni fa avevo stranamente fallito il mio primo appuntamento           vita? L’importante è non far sentire niente a mia moglie e ne-
con le Bardenas Reales de Navarra, forse perchè non ave-              gare tutto anche di fronte all’evidenza.
vo ben chiaro cosa, in realtà, stessi cercando. A distanza di         Arrivando da nord la strada che conduce alle Bardenas attra-
tempo ancora non mi capacito di come non fossi riuscito a             versa il paese di Arguedas e come molti dei paesi della zona
raggiungere questa luogo, eppure era abbastanza grande da             è, diciamolo pure, urbanisticamente approssimativo. Con ar-
essere un bersaglio relativamente facile. Potrebbe essere sta-        chitetture anonime e poco curate, Arguedas è il classico pae-
ta la fretta o l’inesperienza, fatto stà che alla fine mi ero perso   se cresciuto disordinatamente e senza una programmazione
ed avevo vagato senza meta e senza mai riuscire a trovare la          studiata e completamente privo di un qualsiasi senso esteti-
strada giusta. Un mistero senza soluzione o forse certe volte         co. Non tutti i borghi possono fregiarsi del fatto di essere dei
le cose vanno semplicemente così. Questa volta però sarebbe           gioielli medievali, anzi la maggioranza di essi è solitamente un
stato tutto differente, ero più agguerrito, determinato e soprat-     tributo al cemento ed al fai da te. Arguedas è uno di questi,
tutto più preparato. Questa volta avrei vinto la battaglia anche      quindi andiamo via senza troppi rimpianti e svoltiamo quando
perchè, inutile nascoderlo, se messo alle corde avrei potuto ri-      un cartello ci indica la direzione per le Bardenas. La strada
chiedere l’ausilio della moderna tecnologia e anche se non ero        sembra perdersi nelle campagne e superato il centro visitatori
ancora del tutto convinto a sottomettermi a mister google per         si inoltra tra campi di grano a perdita d’occhio ancori ben lun-
una questione di principio, ancora oggi, infatti, mal digerisco       gi dall’essere maturo. Dopo una leggera salita, all’improvviso
qualcuno che mi indichi la strada. Purtroppo non in tutte le          alla nostra sinistra ci appare la Bardenas Blanca in tutta la sua
botti, con il tempo, matura del buon vino. Sotto questo punto         interezza che si perde in quella che sembra essere una gran-
di vista sono ancora piuttosto legato alle tradizioni e come un       de depressione nella pianura sottostante. Poco più avanti ab-
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bandoniamo l’asfalto e ci immettiamo su una strada sterrata         musiche western con trombe che intonano colonne sonore di
dal fondo duro che ci permette di avanzare con un’adeguata          Ennio Morricone.
sicurezza.                                                          Quando giungiamo ai piedi di questo malandato gigante si-
Le Bardenas Reales sono un pezzo di deserto nel cuore del-          lente siamo soli, sentiamo solo il fischio del vento che acca-
la Spagna, anzi forse, sarebbe meglio dire un quasi deserto,        rezza l’erba, anzi più che accarezzare, sembra fustigare con
dove piante coriacee e spinose lottano con il terreno duro e        un’invisibile frusta l’erba stentata che cresce rada tutto intor-
avido di nutrienti sfidando il caldo torrido delle lunghe estati    no. Scendiamo dal camper senza proferire parola, con quella
Iberiche ed il freddo che spesso porta la neve durante l’inver-     sorta di timore revenziaale che bisogna avere la cospetto di un
no. Non è, nè un luogo semplice nè scontato, per questo è un        vecchio saggio. Il Castiel se ne stà immobile e solitario come
luogo tutto da scoprire.                                            un faro che illumina e veglia sui naviganti, testardo e folle come
Se le strade di Spagna finora sono state quasi deserte, su          un pugile ormai alle corde in un combattimento che lo porterà
questo sterrato il traffico diventa inesistente. Incrociamo qual-   irrimediabilmente alla sconfitta. E’ una lotta impari contro que-
che ciclista avventuriero e un paio di vetture, poi solo polvere    gli elementi che hanno avuto la forza e la sfacciataggine di
e poco altro. Per chi come noi, spesso, rifugge le grandi folle     scolpire e modellare tutto l’ambiente circostante, quegli stessi
e le città affollate, questo luogo quasi dimenticato da Dio po-     elementi che na hanno favorito la nascita e ne decreteranno
trebbe essere il paradiso. La strada qualche chilometro più         la morte. Le Bardenas hanno il fascino ed il potere di togliere
avanti conduce ad uno dei luoghi iconici di questa riserva na-      il fiato, come una terra di mezzo in bilico tra paradiso ed infer-
turale, il famoso Castil de Tierra, il simbolo della geologia di    no. Tutto intorno è pura poesia, interrotta soltanto dal transito
questo luogo, un sopravvissuto alle intemperie e all’erosione       fugace di un paio di motociclisti che passano distrattamente
del suolo, l’ultimo guardiano di una terra in continua trasfor-     senza fermarsi.
mazione.                                                            Nonostante l’apparenza da quasi deserto l’acqua scorre un
Il Castil de Tierra è un pinnacolo che si erge solitario in una     pò dappertutto e ci riporta alla mente il forte temporale della
piana che rievoca paesaggi messicani, influenzati dalla cultu-      notte appena trascorsa, innumerevoli rivoli di fango mostrano
ra cinematografica in sottofondo ci sembra di sentire vecchie       i segni di un’erosione implacabile che modifica continuamen-
6 - BIENVENIDOS A ESPANA

te l’intricato dedalo di solchi e canali che attraversano tutto il   a noi, anzi a dir la verità, noi siamo entusiasti, come poche
terreno circostante.                                                 altre volte. Quel luogo riarso dal sole e spazzato dal vento ha
Tutto intorno il Castil de Tierra alcune discrete barriere di le-    riacceso e rinvigorito il nostro spirito d’avventura.
gno ci ricordano di ripettare questo luogo, tutto il suo precario    Le Bardenas hanno quel fascino intrinseco da luogo di fron-
equilibrio e la sua delicata geologia. Non c’è solida pietra ma      tiera dandoci la sensazione di essere ai confini della civil-
solo arenaria, argille e gesso, materiali troppo teneri e friabili   tà, come un avamposto che presidia le ultime propaggini del
per contrastare l’inesorabile incedere del tempo. Il Castil ha       mondo conosciuto. Come antichi cartografi segnamo sulla
il destino segnato, non anni ma forse decenni, poi un giorno         mappa Hic sunt leones.
crollerà a terra sconfitto dalla pioggia e dalla gravità finendo     Proseguiamo nella nostra esplorazione e ci rimettiamo in mar-
per collassare su se stesso come un gigante d’argilla. Ai no-        cia incrociando un camper di una coppia di olandesi che,
stri occhi il Castil è un gigante buono ai cui piedi ci sentiamo     come noi, si divertono a scattare foto, Poco oltre, un ampio
piccoli ed anche un pò tristi.                                       spazio ci permette di parcheggiare il camper, per partire all’e-
Ad Arguedas ho rivisto quel velo di preoccupazione sul volto         splorazione del luogo. Siamo circondati da fragili montagne
di Martinica che già avevo notato al nostro ingresso in Spagna       alla cui base grandi pietre giacciono come relitti naufrati sui
ma da quando abbiamo abbandonato l’asfalto ed abbiamo                scogli ormai perennemente in balia delle correnti. Dappertutto
raggiunto le Bardenas Reales ho visto riapparire quel lucci-         il terreno cede, si sfalda e scivola via corredendo le monta-
chio nei suoi occhi che ha quando inizia ad entusiasmarsi;           gne dalla fondamenta. Inevitabilmente, quando il peso si fa
sono felice, finalmente posso vedere il suo sguardo curioso          eccessivo ecco che la gravità si fà sfacciata e prende il so-
scrutare ovunque per scoprire quel luogo strano ed anche un          pravvento richiamando a se tutto ciò che si trova in equilibrio
pò alieno. Finalmente torniamo a fare sul serio. C’è un’atmo-        precario. E’ l’entropia che avanza; nulla può sfuggire alle leggi
sfera frizzante mentre per le nostre piccole compagne di viag-       della termodinamica, nemmeno una montagna. Con le bimbe
gio potremmo essere ovunque. Le Bardenas non riscuotono              distratte nei loro giochi ci dividiamo i compiti in modo da ave-
nelle nostre bimbe un particolare successo e d’altronde non          re entrambi il tempo necessario per girovagare tutto intorno.
ce la sentiamo di dar loro torto. L’importante è che piacciano       Prima è il momento di Martinica che, in fondo, si è fatta carico
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