VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO - STEFANO CHIORRI MARTINICA GIORA - Meteor Viaggi
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VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO TESTI E FOTO: STEFANO CHIORRI e MARTINICA GIORA E’ VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DELL’OPERA. TUTTE LE FOTO ED I TESTI SONO DI PROPRIETA’ DEGLI AUTORI. SCRITTO e STAMPATO SETTEMBRE 2019 PER INFORMAZIONI E CONTATTI SCRIVERE A: stefano.chiorri@gmail.com VIAGGIO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON LA
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO STEFANO MARTINICA ELENA GINEVRA SOFIA “Volevamo arrivare a Santiago” è il racconto, a volte comico, del tentativo poco convinto di giungere là dove terminano le fatiche dei tanti pellegrini che, dopo il lungo cammino arrivano al cospetto delle spoglie di San Giacomo. Noi vole- vamo arrivare ma non ci abbiamo mai creduto abbastanza, così, partiti poco convinti, ci siamo fatti distrarre dalle mille meraviglie di una Spagna inedita ed a tratti sconosciuta finendo su strade improbabili e luoghi abbandonati. E’ proprio quell’altrove che da sempre ci attira, scoprire quei luoghi non preventivati ed a volte sconosciuti dove si arriva solo sbagliando strada. Il nostro viaggiare è anche questo, improvvisazione e brusche virate alla ricerca di quel qualcosa che a volte non trova nemmeno posto sulle guide turistiche. Alla fine questa la Spagna ci ha entusiasmato, quella dei luoghi improbabili, dei silenzi delle Bardenas, del castello di Olite, della cattedrale di Burgos ed i Picos de Europa. Nel nostro lungo, ma per certi versi, breve viaggio abbiamo attraversato un paese diverso, spesso, in completa solitudine percorrendo strade vuote, inerpicandoci su montagne improbabili e visitando luoghi fuori dal tempo, senza dimenticare i Pireni Francesi, montagne in grado di emozionare per la loro altera bellezza, spartiacque tra due paesi così diversi eppure entrambi bellissimi. Volevamo arrivare a Santiago e non ce l’abbiamo fatta, fortunatamente siamo arrivati altrove. TESTO: STEFANO CHIORRI FOTOGRAFIE: MARTINICA GIORA STEFANO CHIORRI
VOLEVAMO ARRIVARE A SANTIAGO SOMMARIO 1 UN INIZIO PIOVOSO 4 9 RITORNO ALL'OCEANO 56 2 CAMBIO DI PROGRAMMA 6 10 PAESI BASCHI MA NON TROPPO 66 3 INIZIANO LE DANZE 8 11 RITORNO IN ARAGONA 74 4 MONTAGNE VERE 12 12 CANYON, CASTELLI E TAPAS 82 5 BIENVENIDO A ESPANA 20 13 IN VIAGGIO VERSO CASA 88 6 ALLA CONQUISTA DEL WEST 26 14 DOVE OSANO LE AQUILE 90 7 SCRITTO NELLA PIETRA 42 15 SI CHIUDE IL CERCHIO 92 8 SACRO & PROFANO 50 16 CONSIDERAZIONI FINALI 94
SABATO 18 Maggio GIORNO 0 UN INIZIO PIOVOSO RIMINI - TOSCANELLA - TORTONA km 342 l 1 TORTONA l 15 TOSCANELLA l SANTIAGO l l l 9 SANTANDER 13 CASTRES l 14 COLLE DEL- l RIMINI 10 GATXELUGATZE 4 GAVARNIE l l 2 REMOULINS LA MADDALENA 8 FUENTE DE l l l 7 BURGOS l 12 JACA 3 FOIX 5 OLITE l l 11 SANGUESA l 6 ARGUEDAS
0 - UN INIZIO PIOVOSO E’ una fredda sera d’inverno quando matura la decisione di solo incrociare le dita e sperare che tutto vada per il meglio. tentare una nuova avventura. L’idea di riprovare il viaggio in Abbiamo studiato tutta una serie di luoghi da visitare, senza camper. Si tratterebbe di una specie di scommessa perchè la stabilire un percorso in maniera rigida ma cercando di essere prima volta non eravamo stati particolarmente fortunati, con il più possibile flessibili in previsione di un meteo che resterà un meteo che si era rivelato piuttosto avverso. Quella volta la incerto per diversi giorni. nostra meta, la Bretagna è rimasta per noi terra Incognita con Parto da solo alla volta della riviera Romagnola, Rimini sud è un continuo susseguirsi di temporali e tempeste di vento che un centianio di chilometri da casa, se vogliamo vedere quella non ci aveva permesso di scoprire questa landa di Francia parte di bicchiere mezzo pieno, potrei dire che causa maltem- affacciata sul mare. Riprovarci è quindi una vero proprio salto po l’autostrada è sgombra ed il traffico di conseguenza scor- nel buio, un atto di fede che decidiamo di tentare perchè la revole. Almeno in questo sembro essere stato fortunato, tutto nostra voglia di camper non è mai venuta meno e d’altronde il resto non prometto molto bene. I ragazzi della Meteor sono quello che non ci maca di certo è lo spirito di avventura e la stati efficentissimi e quando arrivo il camper è già in bella mo- voglia di rimetterci in gioco. stra, schierato sul piazzale, quasi fosse sulla linea di partenza. Per il noleggio decidiamo di rivolgerci ad una nota azienda di Svolte le ultime formalità, prendo le chiavi le inserico, giro e Rimini che, pur non essendo proprio dietro casa, ci sembra parto. Sono finalmente il padrone del vapore, Alea iacta est, proporre le migliori condizioni di noleggio per il nostro caso. ora non si può più tornare indietro. E’ ora di puntare verso To- Ci rechiamo un paio di volte presso la loro sede per espor- scanella e dare inizio all’avventura. Una volta arrivato a casa, re le nostre esigenze e valutare le varie opzioni di noleggio faccio una breve sosta per caricare tutti i bagagli, le biciclette e rimaniamo favorevolmente impressionati dalla disponibili- e tutto l’occorrente per il viaggio. Naturalmente sale a bor- tà e la professionalità, avendo un’esperienza pluridecennale do anche tutto il resto dell’equipaggio composto da Mamma: nel settore. Gli illustriamo il nostro progetto di viaggio, ancora Martinica, nominata navigatore senza bussola ed i due mozzi sommariamente abbozzozzato e viste le nostre intenzioni ci Elena Sofia e Ginevra. Prima che giunga sera siamo già in consigliano un veicolo grande, molto bello, con molti confort. strada pronti a vivere questa nuova avventura. Certo, ci rendiamo immediatamente conto che si tratta di un Purtroppo la pioggia ci raggiunge non appena abbiamo fat- veicolo dalle dimensioni generose ma che almeno ci permet- to ingresso in autostrada e sembra ci voglia accompagnare terà di vivere questo viaggio più comodamente. Sicuramente per tutta la sera. Purtroppo la prima parte del viaggio va così, sarà un vantaggio dal momento che, dalla nostra ultima espe- sotto una pioggia e fastidiosa che ci tiene compagnia, se così rienza, la famiglia si è ulteriormente ampliata e se in Bretagna si può dire, fino alla nostra prima sosta che facciamo, in un eravamo in tre, questa volta saremo in quattro, nella speranza anonimo autogrill, da qualche parte nella pianura tra Piacenza che non si tratti di un’esperienza troppo stancante per le no- e Alessandria. stre piccole pesti. Le bimbe dormono, crollate per la stanchezza già da diversi Una volta scelto il veicolo e firmato il contratto non ci resta chiloemtri e quando decidiamo di fermarci troviamo parcheg- che attendere il giorno della partenza che si avvicina veloce- gio tra i numerosi camion in sosta. Una volta sistemato tutto mente in un maggio camuffato da inverno. Il meteo preoccupa per la notte il sonno non tarda ad arrivare ed in men che non ma ormai siamo in ballo e siamo ben decisi a godere di ogni si dica scivoliamo in un sonno profondo, termina così il primo momento della nostra tanto desiderata vacanza. Dobbiamo giorno di viaggio. V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 5
1 - CAMBIO DI PROGRAMMA Al mattino ci svegliamo sotto un cielo grigio che, fortunata- stretto a chiederle il piccolo sacrificio di percorre l’ultimo tratto mente, con il trascorrere del tempo si fa sempre più azzu- con le sue forze, le mie probabilmente le ho lasciate qualche ro. Per un pò avevamo temuto per il meteo anche se tutte le metro più a valle. Qualche chilo in più ed il tempo che passa previsioni preannunciavano una giornata senza nubi e questa sono avversari troppo forti affinchè possa contrastarli. Un pò volta dobbiamo dire che il meteo ha avuto ragione, la giornata sono dispiaciuto, nonostante la fatica, portare le bimbe sulle è magnifica, ideale per un’escursione e risalire la spettacolare spalle era stato sempre un piacere che mi accollavo volentieri. valle glaciale che termina nel grande anfiteatro naturale dove Martinica invece procede tranquilla con Ginevra che, di tanto ghiaccio, roccie e cascate d’acqua contribuiscono a creare in tanto, sonnecchia, cullata e protetta sulle spalle di mamma. uno scenario unico. Altissime pareti rocciose precipitano da Questoè il nostro primo contatto con questi monti, non cono- altezze vertiginose mentre colate di ghiaccio resistono tena- scevamo i pirenei e siamo sempre stati affezionati alle nostre cemente aggrappate alla roccia, nonostante il caldo ormai amate Alpi ma dobbiamo confessare che si è trattata davvero inizii a farsi sentire. Uno scenario maestoso. Trovarsi al co- di una piacevole sorpresa. Montagne maestose, non figlie di spetto di queste grandi cattedrali di pietra incute un timore un dio minore. Valli profonde, alte pareti, fiumi impetuosi ricchi quasi reverenziale, un sorta mistico rispetto e restiamo sem- di acque spumeggianti, alti passi e picchi innevati, e sapere pre affascinato di fronte a simili spettacoli della natura. Tutto che c’è sempre tanto mondo da esplorare e capace sempre in montagna ci sembra poesia, basta avere la volontà e la pa- di stupire ed affascinare ci rassicura. A noi piace così, pagare zienza di cercare il contatto e la sintonia con un ambiente che, i viaggi con la moneta della fatica, merce che vale sempre più ci piaccia o no, non possiamo dominare. Nascosto nell’om- di quanto si è speso. bra avvolgente delle rocce, nonostante sia mattina inoltrata, Mangiamo al cospetto di un grande nevaio, quel che resta del- un piccolo torrente di montagna si lancia nel vuoto dall’alto le valanghe cadute in inverno e primavera, poi quando il sole l’anfieteatro naturale, polvezziandosi prima di finire sulle rocce è alto nel cielo decidiamo che è meglio rimettersi in cammino sottostanti. E’ la grande cascata, ancora un rivolo d’acqua, se non vogliamo rischaire di fare troppo tardi. Di buon passo, che si perde nell’aria del mattino ma che con l’avanzare della nel primo pomeriggio siamo già di ritorno al camper pronti per stagione e lo sciogliersi delle nevi, diventerà sempre più im- partire alla volta della Val d’Ossau, nostra prossima tappa. ponente e spettacolare. L’acqua del disgelo, con due grandi Pernottiamo a Laruns combattendo una fastidiosa invasio- salti, precipita per oltre quattrocento metri prima di perdersi ne di mosche che, dopo aver molestato per l’intero giorno le nel nevaio sottostante. Onore alla montagna ed alle emozione placide mucche al pascolo nei pressi del camping, sembrano che suscita nei nostri cuori, a lei andrà sempre il nostro più aver deciso, tutte insieme, di trascorrere la notte nel nostro grande rispetto per tutte le emozioni riesce sempre a darci, in camper. Infatti, colpevolmente, abbiamo lasciato socchiusa la tutte le stagioni dell’anno. La giornata è spettacolare, fatico- porta durante la cena favorendo l’invasione dei molesti insetti. sa ma bella, Elena nello zaino sta diventando un fardello for- Per ripristinare una situazione accettabile, siamo costretti a se troppo pesante anche per le spalle robuste e generose di combattere una dura battaglia che comunque riusciamo fati- papà. Il tempo è un nemico implacabile per tutti e così quando cosamente a vincere terminata la quale, possiamo finalmente giungiamo all’ultimo strappo della salita, quando in vista della rilassarci ed abbandonarci tra le braccia di morfeo. nostra meta finale è richiesto l’ultimo grande sforzo, sono co- V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 7
2 - INIZIANO LE DANZE Della seconda notte ricordiamo gli scrosci di pioggia ma al e ripida scala scavata nella roccia, scendendo per diversi me- mattino tutta la furia del maltempo sembra essersi quasi del tri. Concrezioni calcaree ornano alcune sale laterali ma siamo tutto esaurita. Siamo fiduciosi, abbaimo la convinzione di solo all’inizio, infatti per raggiungere il fiume bisogna scendere essere al punto di svolta. Fortunatamente tutto sembra vo- ancora diversi metri su scivolossisimi gradini. Con Ginevra ler supportare la nostra speranza, infatti una volta in marcia sulle spalle e Elena che affronta gli socmodi ed alti gradini, il cielo comincia ad aprirsi, l’aria temperata del mediterraneo non è proprio una passeggiata raggiungere la sponda dove ad sembra avere la meglio. Tutto sembra farsi più sereno, com- attenderci troviamo una piccola barca. Il corso del fiume non plice anche un vento teso che spira da nord ovest e spazza è molto ampio ma abbastanza, affinchè, delle basse imbar- via tutte quelle nuvole che non volevano darci tregua. Siamo cazioni in metallo possano navigare mosse, questa è un’altra tutti più sollevati e quando i cartelli ci indicano che siamo in particolarità, dalla forza dell’uomo. Un lungo cavo d’acciaio prossimità del confine spagnolo, svoltiamo e puntiamo verso ancorato alle pareti funge da guida e i nostri accompagnatori, Carcassone. come moderni traghettatori sull’Acheronte, trainano la barca Con il tempo che finalmente volge al bello è tempo di iniziare a forza di braccia, un compito arduo ma senza altra soluzione a vivere la vacanza. dal momento che, nello stretto budello sotterraneo, non c’è Carcassonne, con la sua spettacolare cinta muraria, è sen- possibilità di usare remi. Forti dell’esperienza accumulata ne- zaltro una città che merita una visita. Noi contravvenendo a gli anni, anche nell’oscurità, le nostre guide evitano abilmente quanto appena affermato, proseguiamo oltre dal momento gli ostacoli anche in quei punti dove noi passiamo con fatica. che avevamo già avuto il piacere di visitare la città in un nostro L’esperienza è affascinante, fuori dal tempo, ma questa visi- precedente viaggio, quind ci dirigiamo verso l’interno, verso ta piuttosto inusuale è purtroppo ripetutamente interrotta dal quei pirenei che fanno da cornice all’orizzonte verso occiden- pianto delle nostre bimbe che non sembrano apprezzare trop- te. po gli angusti ambienti sotterranei con l’aggravante che, nel Alcune persone soffrono per la lontananza dal mare, a me e chiuso della grotta, ogni piccolo suono o rumore rimbomba Martinica la vista delle montagne riesce a metterci di buonu- provocando spavento. Inutile dire che, non essendo da soli, more, così quando iniziamo a scorgere le scintillio della neve questa situazione ci provoca un leggero imbarazzo ma ormai sui pendii montani capiamo di essere quasi giunti presso la siamo in ballo e non ci resta che provare ad inventarci una nostra prima destinazione del viaggio. Non doveva andare qualsiasi cosa pur di cercare di distrarle. Dopo circa un’ora ed così ma visto il meteo il nostro viaggio inizia più ad occidente. aver percorso quasi un chilometro e mezzo torniamo a riveve- Nei pressi di Foix svoltiamo per una stretta stradina che si dere il cielo azzurro. Alla vista del bosco le Elena e Ginevra inerpica tra i boschi. Percorriamo qualche chilometro e giun- cambiano immediatamente d’umore e tornano a sfoggiare il giamo in un parcheggio immerso tra gli alberi dove finalmente loro usuale sorriso. Martinica, invece, è rimasta entusiasta del fermiamo il camper. Finalmente si inizia a fare sul serio e qua- nostro giro nell’antro sotterraneo e questo mi rende felice per- rantotto ore dopo la partenza diamo inzio alle danze. chè finora è, volontariamente, rimasta all’oscuro di quasi tutto Vestiti di tutto punto acquistiamo i biglietti e ci avviamo ad il percorso di viaggio in modo che per lei ogni tappa fosse esplorare il fiume sotterraneo di Labouiche, il corso d’acqua una sorpresa. Una volta riemersi ci dirigiamo verso Foix per navigabile più lungo d’Europa. Ci avventuriamo per una stretta sostare al Camping du lac e fare una breve passeggiata lun- V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 9
2 - INIZIANO LE DANZE go il fiume. Soste così ci permettono di sistemare il camper, divertimenti per le bimbe costrette per troppo tempo a bordo. fare le pulizie e gli opportuni rifornimenti in tutto relax. Dopo Così il tardo pomeriggio è tutto per loro e le lasciamo libere di quarantottore ore di viaggio ora finalmente c’è un clima più scatenarsi e sporcarsi in tutta libertà, in fondo sono state fin rilassato ed il parco giochi del campeggio diventa terreno di troppo brave e se lo meritano. 10 V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
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MERCOLEDI’ 22 Maggio 3° GIORNO MONTAGNE VERE Foix -
3 - MONTAGNE VERE Ricorderemo sempre la sosta a Foix con piacere, da qui in ce l’ha fatto fare di infilarci su questa strada con un percorso avanti, possiamo dire di aver iniziato veramente la nostra va- degno di una mulattiera. Ogni curva è un incubo, con roc- canza. Al mattino ripartiamo più freschi e riposati, sotto un ce sporgenti ed in bilico sulla strada che spesso giungono cielo di un azzurro splendente. Puntiamo verso nordovest at- sfiorano il camper. Mamma mia, se potessi tornerei indietro traverso una campagna francese che sembra dipinta con dei ma la curiosità ci spinge ad andare sempre avanti, una curva colori sgargianti, quasi eccessivi. Quella pioggia di maggio che percorsa è sempre una curva in meno: prima o poi dovranno ci ha accompgnato finora ha ci ha regalato fiumi gonfi d’acqua finire. Martinica mi guarda ed io sò cosa sta pensando, quin- e prati di un verde smeraldo. Facciamo una breve tappa a Tar- di, se possibile, guido con ancora più attenzione del solito. bes, giusto il tempo per un francesissimo McDonald. Tarbes Per diversi chilometri sono e siamo in tensione, fino a quan- non ci impressiona in maniera particolare ma è proprio qui che do, a pomeriggio inoltrato, giungiamo finalmente a Gavarnie. cambiamo il nostro modo di viaggiare in camper. Come un’il- Il paesino è poco più di una manciata di case dove la valle si luminazione decidiamo di viaggiare il pomeriggio per raggiun- stringe quasi a voler impedire il deflusso del fiume. Gavarnie è gere le nostre destinazioni nel tardo pomeriggi, riservando al un paese geneticamente modificato, un borgo originariamen- mattino successivo la vista del luogo. Non ci avevamo mai te legato alle attività della pastorizia che oggi vive di turismo. pensato e spesso avevamo inseguito le nostre mete senza Da qui, infatti, partono molti sentieri che conducono al famoso mai visitarle come avremmo voluto. Tarbes rimarrà nei nostri Cirque de Gavarnie che possiamo ammirare ancora parzial- ricordi più per questo cambiamento che per le architetture mente innevato in fondo alla vallata. Lo spettacolo è notevole della città che non ha nulla di particolare. Non voglio pensare e quindi con entusiasmo e trepidazione ci accingiamo a cer- che questa illuminazione ci abbia colto in vista della prossi- care una sistemazione tranquilla per il camper. Passiamo la ma tappa: Lourdes. In realtà nella famosa cittadina Francese notte nel parcheggio proprio sopra il paese, in compagnia di non avevamo previsto nulla, saremmo stati solo di passaggio una manciata di avventurieri finiti, forse per errore, come noi ma alla fine, pur non essendo dei cattolici praticanti, un giro fin quassù. per la città proviamo a farlo ma, trovando grandi difficoltà nel parcheggio, preferiamo andare oltre per raggiungere quella che avevamo deciso essere la prossima tappa. Risaliamo una stretta e spettacolare valle incisa profondamente negli eoni dal gave de Pau. Superato il bivio che conduce a Cauterets, la strada che risale la valle è, letteralmente, aggrappata alle pareti della montagna e possenti reti metalliche e gabbie di protezione proteggono la carreggiata dal pericolo di caduta massi. Meglio non pensare alla sola eventualità che qualche pietra instabile possa cadere proprio al nostro passaggio. Su una strada così tortuosa siamo costretti a procedere a velo- cità ridotta sperando di non incontrare altri veicoli che proce- dano in senso opposto. Più di qualche volta mi domando chi V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 13
MERCOLEDI’ 22 Maggio 4° GIORNO LO SPETTACOLO DU CIRQUE GAVARNIE - LARUNS km 105
4 - LO SPETTACOLO DU CIRQUE Al mattino ci svegliamo sotto un cielo grigio che, fortunata- stretto a chiederle il piccolo sacrificio di percorre l’ultimo tratto mente, con il trascorrere del tempo si fa sempre più azzu- con le sue forze, le mie probabilmente le ho lasciate qualche ro. Per un pò abbiamo temuto per il meteo anche se tutte le metro più a valle. Qualche chilo in più ed il tempo che passa previsioni preannunciavano una giornata senza nubi e questa sono avversari troppo forti affinchè possa contrastarli. Un pò volta dobbiamo dire che il meteo ha avuto ragione, la giornata sono dispiaciuto, nonostante la fatica, portare le bimbe sulle è magnifica, ideale per un’escursione e risalire la spettacolare spalle era stato sempre un piacere che mi accollavo volentieri. valle glaciale che termina nel grande anfiteatro naturale dove Martinica invece procede tranquilla con Ginevra che, di tanto ghiaccio, roccie e cascate d’acqua contribuiscono a creare in tanto, sonnecchia, cullata e protetta sulle spalle di mamma. uno scenario unico. Altissime pareti rocciose precipitano da Questoè il nostro primo contatto con questi monti, non cono- altezze vertiginose mentre colate di ghiaccio resistono tena- scevamo i pirenei e siamo sempre stati affezionati alle nostre cemente aggrappate alla roccia, nonostante il caldo ormai amate Alpi ma dobbiamo confessare che si è trattata davvero inizii a farsi sentire. Uno scenario maestoso. Trovarsi al co- di una piacevole sorpresa. Montagne maestose, non figlie di spetto di queste grandi cattedrali di pietra incute un timore un dio minore. Valli profonde, alte pareti, fiumi impetuosi ric- quasi reverenziale, un sorta mistico rispetto e restiamo sem- chi di acque spumeggianti, alti passi e picchi innevati, e sape- pre affascinato di fronte a simili spettacoli della natura. Tutto re che c’è sempre tanto mondo da esplorare e capace sempre in montagna ci sembra poesia, basta avere la volontà e la pa- di stupire ed affascinare ci rassicura. A noi piace così, pagare zienza di cercare il contatto e la sintonia con un ambiente che, i viaggi con la moneta della fatica, merce che vale sempre più ci piaccia o no, non possiamo dominare. Nascosto nell’om- di quanto si è speso. bra avvolgente delle rocce, nonostante sia mattina inoltrata, Mangiamo al cospetto di un grande nevaio, quel che resta del- un piccolo torrente di montagna si lancia nel vuoto dall’alto le valanghe cadute in inverno e primavera, poi quando il sole l’anfieteatro naturale, polvezziandosi prima di finire sulle rocce è alto nel cielo decidiamo che è meglio rimettersi in cammino sottostanti. E’ la grande cascata, ancora un rivolo d’acqua, se non vogliamo rischaire di fare troppo tardi. Di buon passo, che si perde nell’aria del mattino ma che con l’avanzare della nel primo pomeriggio siamo già di ritorno al camper pronti per stagione e lo sciogliersi delle nevi, diventerà sempre più im- partire alla volta della Val d’Ossau, nostra prossima tappa. ponente e spettacolare. L’acqua del disgelo, con due grandi Pernottiamo a Laruns combattendo una fastidiosa invasio- salti, precipita per oltre quattrocento metri prima di perdersi ne di mosche che, dopo aver molestato per l’intero giorno le nel nevaio sottostante. Onore alla montagna ed alle emozione placide mucche al pascolo nei pressi del camping, sembrano che suscita nei nostri cuori, a lei andrà sempre il nostro più aver deciso, tutte insieme, di trascorrere la notte nel nostro grande rispetto per tutte le emozioni riesce sempre a darci, in camper. Infatti, colpevolmente, abbiamo lasciato socchiusa la tutte le stagioni dell’anno. La giornata è spettacolare, fatico- porta durante la cena favorendo l’invasione dei molesti insetti. sa ma bella, Elena nello zaino sta diventando un fardello for- Per ripristinare una situazione accettabile, siamo costretti a se troppo pesante anche per le spalle robuste e generose di combattere una dura battaglia che comunque riusciamo fati- papà. Il tempo è un nemico implacabile per tutti e così quando cosamente a vincere terminata la quale, possiamo finalmente giungiamo all’ultimo strappo della salita, quando in vista della rilassarci ed abbandonarci tra le braccia di morfeo. nostra meta finale è richiesto l’ultimo grande sforzo, sono co- V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 15
L’Hotel du Cirque accoglie igli escur- sionisti quando questi giungono al cospetto delle grandi pareti. Sul- la sinistra preci- pitano le acque della grande ca- scata. L’hotel è il luogo ideale per concedersi una pausa e godersi il panorama. Da qui il sentiero prose- gue fino alla base delle pareti ma il rischio valanghe in primavera è estre- mamente elevato 18
Giovedì 23 Maggio 5° GIORNO BIENVENIDOS A ESPANA LARUNS - OLITE km 206
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5 - BIENVENIDOS A ESPANA La mattina arriva con il sole che accarezza il nostro cam- sulle pareti esposte verso nord. Superiamo il lago Fabreges, per, così di buon’ora, dietro suggerimento della titolare del molto sotto al di sotto del normale livello idrometrico ricordan- campeggio, decidiamo di raggiungere i Plan de Benou dove do le parole del gestore del rifugio di Gavarnie che ci aveva ci concediamo un giro in bicicletta tra mandrie di mucche al parlato di un inverno molto avaro di precipitazioni nevose. Il pascolo e cavalli al galoppo. Le bimbe sono con noi, attrez- cambiamento climatico ha molte facce, alcune meno eclatan- zate di tutto punto con i loro seggiolini ed i caschetti in tinta, ti ma comunque ugualmente impattanti sull’economia di una facciamo qualche pedalata, raggiungendo ameni pascoli in regione che fa anche dello sfruttamento delle risorse idriche quota dove ci dissetiamo presso un fontanile. Ci concedia- un aspetto importante della propria economia. Mio caro presi- mo qualche minuto di tranquillità scattando foto dopodichè dente non faccia finta di non capire del cattivo stato di salute siamo costretti ad un frettoloso rientro, entrambe le picco- del nostro pianeta, la febbre sale e tutti noi contribuiamo con le sono crollate dal sonno, coccolate dal continuo saltellare i nostri stili di vita, nessun dorma. delle ruote sulle strade sterrate. Al nostro rientro troviamo Proseguendo oltre la vegetazione si fa sempre più rada, le il nostro camper sotto attacco, assediato da una mandria di vette ed i crinali pietrosi ormai hanno ripreso il sopravvento bovini impertinenti che nel loro lento caracollare tra i pascoli sostituendosi ai crinali ed ai pendii ricoperti di boschi. In pochi hanno ben pensato di stringersi tutto intorno al nostro veicolo. chilometri il panorama ha cambiato completamente faccia ed Poco male, le mucche non sono notoriamente gli animali più ormai avanziamo in un ambiente di alta montagna, con diste- bellicosi ma tanto basta affinchè Martinica ne sia intimorità se erbose e pietraie che costeggiano la strada. Sono le ultime e si avvicini abbastanza titubante. In fondo, non bisogna di- curve e siamo quasi alla fine della salita dove la Francia, subi- menticare che si tratta pur sempre di animali che pesano di- to sopo l’inizio della discesa, lascia spazio alla Spagna. Con verse centinaia di chili, delle piccole utilitaria a quattro zampe, l’aumentare dell’altitudine un cielo imbrionciato ci accompa- con cui non è piacevole avere troppe discussioni. Alla fine le gna con temperature che si sono fatte piuttosto fresche anche mucche non smentiscono la loro fama di animali mansueti e perchè, quando arriviamo al valico, abbiamo superato abbon- ci lasciano campo libero osservandoci mentre passiamo loro dantemente i mille settecento metri. Tutt’intorno il panorma di fianco con i nostri cavalli a pedali. Una volta sistemate Ele- è dominato dal Pic du Midi d’Ossau, in parte ancora coperto na e Ginevra sui rispettivi seggiolini siamo pronti per ripartire, di neve. Nel parcheggio del valico, con i piedi in due nazioni, questa, però volta punteremo diretti verso la Spagna, ormai è sono indeciso se provare a fare un giro in quota o proseguire tempo salutare la Francia. il viaggio. Le spalle sono ancora doloranti in seguito alla pas- La strada da Laruns inizia a salire dolcemente ma in maniera seggiata al Cirque de Gavarnie e quando incrocio gli occhi continu. Più avanti la valle si stringe e la strada sale sempre compassionevoli di mia moglie e quelli capricciosi di mia figlia più, stretta tra i verdi pendii delle montagne e le cristalline ac- capisco che non è il caso di forzare troppo la mano. Dopo que del fiume Ossau che da il nome all’omonima valle. L’aria essermi reso conto di essere in netta minoranza, capisco di è piacevolmente fresca e dopo aver sfiorato ripetutamente le non poter affrontare il fronte femminista senza subire pesanti rocce strapiombanti che sormontano la sede stradale i Pirenei ritorsioni quindi non mi resta che sotterrare l’ascia di guerra e tornano ad essere i padroni indiscussi del panorama. La neve, puntare dritti verso la Spagna. Prima però dobbiamo consu- seppurecon chiazze disordinate ritorna a fare la comparsa mare un rito e ci immortaliamo di fronte al cartello che ci dà il 22 V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
5 - BIENVENIDOS A ESPANA benvenuto in terra Iberica, un ricordo per i posteri. L’aragona momenti, a celare i dubbi su quello che ci aspetterà nel prose- ci attende, e non è nostra intenzione farla attendere troppo. guio del nostro viaggio. Una volta superato la frontiera del Col du Portalet la strada si In Spagna ci sono da segnalare i primi scontri sull’uso del na- fà molto più ampia, e sul versante Spagnolo veniamo accolti vigatore satellitare. Questo annosa disputa generazionale, a da una attrezzata stazione sciistica che, visto il periodo, sta volte, ha la drammatica conseguenza di trasformarsi in uno vivendo un momento di torpore, in attesa dell’avvento della scontro di civiltà, sono due scuole di pensiero, infatti, che ci stagione estiva. Formigal in questi giorni di maggio è un ritrovo dividono e ci portano, di tanto in tanto, a vibranti scontri sull’e- di fantasmi, un deserto. Quando però troviamo un parco gio- ventualità di usare queste moderne tecnologie durante questi chi ci fermiamo per concedere una tregua alle nostre giovani nostri viaggi. Sempre al mio fianco, il mio fedele navigatore, compagne di viaggio che ormai sono sveglie da tempo. Siamo è da sempre tanto affezionata a google ed alle sue indicazioni gli unici presenti se si escludono elusivi pick up che sfilano via quanto io lo sono alle mie preziose mappe. Sembriamo una veloci senza fermarsi. Tutto intorno è solo silenzio, interrotto coppia da film, lei il cowboy con la pistola ed io l’indiano con dal frusciare del vento e dal ritmico cigolare delle catene me- l’arco e le frecce, in fondo tutte le monete hanno due facce. talliche dalle altalene. E’ sorprendente quanto possa essere Però alla fine, fondamentalmente, sono io il pilota ed io scel- terapeutico uno scivolo, un’altalena e qualche gioco che, in go la strada, anche a costo di sbagliare o prendere abbagli pochi secondi, riescono a spazzare via il malcontento e tra- clamorsi. Al mio navigatore lascio l’annoso compito di rag- sformano le smorfie in sorrisi. Certe volte un parco ti cambia guagliarmi sulla posizione e su eventuali deviazioni sulla no- la giornata e permette a tutti di ricaricarsi di quelle energie che stra marcia. E’ una finta giuerra che serve a tenerci compagnia spesso la stanchezza del viaggio porta via. anche quando la strada si fa meno interessante ed il panora- Basta mezz’ora e siamo di nuovo freschi e riposati, pronti per ma non riesce a stuzzicare la nostra immaginazione. Queste metterci di nuovo in marcia. La strada sul versante Spagnolo schermaglie ci tengono sempre vivi, quando questo non fosse prosegue più larga ma più ripida e velocemente abbandonia- sufficienete ci pensano le nostre bimbe, sempre vispem e con mo le alte quote per guadagnare rapidamente il fondovalle. nuovi bisogni sempre da soddisfare. Diciamo così, con loro in Dopo pochi chilometri già si intuisce la diversità delle mon- camper non ci si annoia mai. tagne Iberiche rispetto a quelle del versante Francese. Tutto Percorriamo la valle che corre lungo i Pirenei Spagnoli attra- sembra essere mutato nel breve volgere di pochi chilometri, versando Jaca, per poi dirigerci verso Olite la nostra prima dove prima c’erano boschi e zampillanti torrenti ora ci sono tappa in terra di Spagna. vallate con una vegetazione meno rigogliosa e torrenti che Questi primi chilometri in Spagna sono abbastanza particolari, sembrano faticosamente aprirsi la strada verso valle tra massi anche perchè, vengono dopo due giorni in Francia dove i co- e pietre. A tratti mi sfiora il pensiero, se non il rammarico di lori intensi dei pascoli e dei boschi erano stati particolarmente aver abbandonato la Francia, terra così rigogliosa e ricca d’ac- intensi. Qui, sul versante Spagnolo è tutto differente, i verdi si qua. Sono solo sensazioni, pensieri fugaci che durano solo sono fatti meno vividi e il giallo ed il marrone sembrano aver qualche millisecondo anche se a tratti sospetto che le stesse preso il sopravvento su tutte le altre cromie. Versanti diversi considerazioni stiano passando anche nei pensieri di Martini- delle stesse montagne come facce diverse della stessa meda- ca. Gli sguardi perplessi di mia moglie non riescono, in certi glia, pochi chilometri che sembrano mille per due mondi, che V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 23
5 - BIENVENIDOS A ESPANA seppur vicinissimi, sono completamente differenti. Più ci muoviamo verso occidente più il panorama muta, fra- gili argille supportano pini piantuimati negli anni passati per combattere l’erosione, mentre quando sorpassiamo Sangue- sa gli unici alberi superiori sono i numerosi ulivi che domina- no il panorama in quella che è un’unica, grande, monocultu- ra. Ormai siamo in Aragona, nel pieno di una terra scabra e battuta da venti tesi e quasi incessanti. Per me non èuna no- vità, è la seconda volta che mi trovo a muovermi per queste lande anche abbastanza periferiche ai grandi tour organizzati e, come la prima volta, sono accolto ed accompagnato dal clima ventoso che almeno riesce quasi sempre a camuffare il caldo impietoso che a volte martella queste contrade meno consciute. Olite è al centro di una piana ricoperta da alberi di olivo, dominati e sottomessi allo spettacolare castello visibile da molti chilometri di distanza. Sarà quella la nostra meta, il castello reale di Olite l’oggetto della nostra prima visita spa- gnola ma prima abbiamo bisogno trovare una sistemazione per la notte, un passo doveroso da compiere, dopo una gior- nata per la maggior parte trascorsa a macinare chilometri su strade, a dire la verità, poco trafficate. Il camping scelto per la notte potremmo definirlo per bontà semplice e funzionale per vari motivi anche se l’aggettivo che forse gli addice di pià potrebbe essere quello di decadente. Purtroppo si è tratata di una scelta obbligata dal fatto che è anche l’unico disponibile in zona e quindi non ci resta che sperare che la notte trascorra abbastanza in fretta. Dopo aver giocato un pò, Elena e Ginevra si addormentano tranquille e questo è per noi la cosa più importante, Dormono tranquille, per niente disturbate dal forte temporale che si abbatte fu- riosamente nel corso della notte. Studiando le previsioni me- teo veniamo rassicurati dal fatto che quello dovrebbe essere l’ultimo dei temporali in zona e così ci addormentiamo anche noi con la colonna sonora degli scrosci di pioggia e le raffiche di vento che scuotono fragorosamente le fronde degli alberi. Il rio Gallego nasce in alto sui Pirenei sul versante spagnolo , sotto For- migal e scende verso valle aprendosi la strada con gole gole e casca- te. Durante la sua corsa viene imbrigliato per formare diversi bacini artificiali prima di unirsi con l’Ebro poco dopo la città di Saragoza. 24 V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
5 - BIENVENIDOS A ESPANA La strada che conduce al passo di Maie Blanche ha una carreggiata molto stretta ma è anche scarsamente trafficata e quindi procedere in camper non è affatto complicato. Prima del passo si incontra le Plan du Benou dove ci concediamo un giro in bici concluso anzitempo a causa della stanchezza di Elena e Ginevra che si sono letteralmente addormentate sul manubrio. V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 25
Venerdì 24 Maggio 6° GIORNO ALLA CONQUISTA DEL WEST OLITE - RADA - ARGUEDAS km 100
6 - ALLA CONQUISTA DEL WEST Durante gli anni abbiamo imparato ad apprezzare l’accura- stretti corridoi e le scale a chiocciola del vecchio maniero ora tezza delle moderne previsioni meteo ed infatti, anche questa completamente ristrutturato. Elena, come sua abitudine, ha volta, possiamo dire che avevano previsto la situazione con poca voglia di camminare così per contrastare la sua pigrizia molta accuratezza. Al mattino il temporale si è spostato verso gli raccontiamo la storia del castello e della sua regina in que- oriente, sospinto via dai forti venti di origine atlantica, quel sto, con un pò d’astuzia e qualche innocente bugia, riusciamo che resta tutto intorno è un continuo terreno disseminato di a convincerla ad esplorare tutte le stanze del castello fatato. pozzanghere, tanto grandi quanto effimere, ma in compenso Questo piccolo trucco però si rivela essere un’arma a doppio l’aria è abbastanza fresca da farci dimenticare di essere in taglio perchè Elena viene così presa dalla storia da trascinarci Spagna, o almeno dell’idea che un pò tutti siamo soliti avere letteralmente nell’esplorazione di ogni più oscuro recesso del di questa terra. castello. Mossa dall’entusiasmo ci spinge e ci tira alla sco- Effettivamente il viaggio che avrei in mente è un leggermente perta di ogni piccolo angolo tempestandoci di domande su differente e sfuggendo dai soliti luoghi comuni, avrei inten- ogni torre, su ogni singola pietra e persino sui turisti stranieri zioni di far scoprire a tutta la mia famiglia una terra differen- presenti. Non bisognerebbe mai mentire. Le bugie cn i bam- te, perchè ammettiamolo, quello che in molti pensano della bini, anche le più innocenti, hanno un prezzo che deve essere Spagna è fondato su solite immagini abbastanza stereotipate pagato, avevamo finto di dimenticarlo ma era un rischio che di lunghe spiagge, Sagrada Familia e feste nei bar, come se avremmo dovuto mettere in preventivo perché, in fondo, è l’Italia fosse solo riviera Romagnola, pizza e mandolino. Mi proprio questo il bello di essere bimbi. Speriamo che Elena era venuta l’idea di girovagare in quella Spagna minore, meno perda quest’innocenza il più tardi possibile. conosciuta e lontana dalle località più alla moda della Costa Il palazzo reale di Olite è una bella struttura gotica, direi inu- Brava e dell’Andalusia. Martinica mi aveva sempre detto di suale per il luogo dove predominano da costruzioni più basse non amare la Spagna in maniera particolare e volevo che cam- e massicce. Il castello di Olite, invece, è una costruzione ele- biasse idea perchè ero fortemente convinto che non avesse gante quasi esile, che difficilmente immaginereste di trovare colto l’essenza di questo grande paese dove c’è anche qual- in queste lande. Con tutte quelle svettanti torri che dominano cosa di diverso ed in più di quello che si vede nelle immagini la stuttura e le case del paese circostante, è una specie di classiche. Volevo vincere una scommessa con lei e con me labirinto di pietra per la gran parte restaurato durante il secolo stesso, mi sarei divertito a stupirla un pò portandola ad andare scorso in seguito ai numerosi danneggiamenti patiti nel corso oltre le apparenze e scalfire la superficie di un paese che può dei secoli. Olite è una specie di miracolo economico perchè dare più di quel che si immagini. Credo che tanti dei luoghi intorno al castello un’intera comunità ha saputo rinascere e che visiteremo l’entusiasmeranno e ci stupiranno un pò a tutti. creare un’attività turistica di rilievo in una terra marginale ed a Ne sono convinto, almeno spero. prevalente vocazione agricola. Ad Olite ci accompagna ancora quel vento teso e abbastan- La visita è tutto un susseguirsi di salite e discese e dopo oltre za insistente che non sembra voler mollare la presa, anche un’ora Martinica è distrutta a furia di gradini e camminamenti quando ci infiliamo tra gli stretti vicoli del paese per raggiun- con Ginevra che sonnecchia beatamente sulle sue spalle. Io, gere l’ingresso principale del Castello. Paghiamo un biglietto egoisticamente, giro armato di macchine fotografiche cercan- d’ingresso abbastanza economico e ci avventuriamo per gli do le inquadrature più suggestive evitando di immortalare i V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 27
6 - ALLA CONQUISTA DEL WEST Il Palazzo Reale di Olite è una costruzione abbastanza atipica per gli aridi panorami della valle dell’Ebro. Era una delle residenze dei rea- li di Navarra che lo trasformarono da struttura militare in un palazzo residenziale. Con la reconquista la corte si trasferi a Pamplona e il palaz- zo perse il suo ruolo finendo in decadenza. Agli inizi del 900 furono iniziati i lavori di ristrutturazione che portarono la struttura agli antichi fasti. 28 V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O
6 - ALLA CONQUISTA DEL WEST numerosi turisti che, stranamente direi, affollano il palazzo in collina giro lo sterzo del camper per seguire il ripido nastro una giornata così improbabile. Ci sorge il dubbio di non essere d’asfalto per vedere dove ci potrebbe condurre. Giungiamo stati gli unici ad avere l’idea di fare le vacanze intelligenti. Evi- così nei pressi della città fortificata di Rada, onestamente ne dentemente c’è vita intelligente sulla Terra. Quando le energie ignoravo l’esistenza ma credo di essere in buona compagnia e la pazienza di Martinica sono giunte al limite giunge anche e quindi è stata per noi un luogo tutto da scoprire, me com- l’ora di salutare il castello, per cui una volta fuori non ci resta preso. Lasciamo il camper in preoccupante pendenza, così che fare un veloce giro per il paese dopodichè ci dirigiamo per maggior sicurezza sistemo un paio di grossi sassi sotto verso il camper per metterci di nuovo in marcia. le ruote per evitare qualsiasi inconventiente, Ho imparato che Ritengo che le strade spagnole siano un paradiso per i cam- non bisogna mai escludere nessuna possibilità, neanchè le peristi, almeno quelle strade che abbiamo percorso finora. più nefaste ed improbabili eppoi prevenire non ci costa nulla Abbiamo trovato asfalto in ottimo stato e quasi completa as- se non qualche minuto in più. Come già detto, il sito di Rada è senza di traffico, le condizioni ideali per un viaggio itinerante. probabilmente poco conosciuto, dal momento che come sco- Tornati in camper non posso che constatare quanto il castello priremo, siamo gli unici turisti presenti ed il nostro arrivo coglie abbia riscosso un grande successo, Elena è entusiasta e con- di sorpresa persino gli stessi custodi, intenti nello svolgere le tinua a chiedere dove fosse nascosta la regina, quali fossero loro faccende quotidiane. Mentre paghiamo l’ingresso uno dei le stanze dei soldati e dei cavalli, meglio così, l’entusiasmo è custodi corre via ad aprirci il cancello e la piccola chiesetta sempre una cosa buona. del sito che probabilmente sarà quasi sempre chiusa. Dell’an- Proseguendo verso sud il paesaggio dell’Aragona si fà, se tica fortificazione ormai resta ben poco se non la grande cin- possibile, sempre più arido e gli sguardi di mia moglie non rie- ta muraria, gli antichi splendori ormai sono persi nelle pieghe scono a nascondere le perplessità per gli sviluppi di quest’av- del tempo andato ma ancora possiamo intuire l’importanza ventura. Troppo differenti i paesaggi rispetto ai nostri ultimi di questo sito che dall’alto della collina domina praticamente viaggi, troppa aridità dominata dal giallo prepotente delle ar- tutte le terre circostanti per diversi chilometri. Più in basso gille spagnole, tutto è troppo differente dalle nostre ultime av- le pianure si perdono con l’orizzonte che in ogni direzione si venture in nord Europa. Posso capirla, In realtà avendo dato fa incerto e si confondono con il cielo grigio di questo tardo poche informazioni la colpa è in gran parte mia, ma credo che mattino. Della città ormai resta ben poco, solo tante pietre e ci siano molte possibilità di riuscire a farle cambiare idea, ho in la geometria abbozzata dell’antica struttura, un pò avamposto serbo più di qualche asso nella manica da giocarmi nei pros- militare e un pò punto di transito di antiche vie commerciali. simi giorni. Nella piccola chiesa Elena e Ginevra fanno conoscenza con In ogni viaggio non tutto può essere programmato fino all’ul- le riproduzioni a grandezza naturale di antichi soldati e dopo i timo virgola, qualcosa può variare, altre cose possono non primi istanti di iniziale diffidenza hanno modo di scatenarsi edi andare nel verso giusto, qualche altra volta esce il coniglio dal divertirsi un pò. Giocano un pò a nascondino, scorrazzando cappello, così mentre siamo diretti verso Tudela, avvistiamo per la piccola chiesetta, lo facciamo nella consapevolezza di una collina sormantata da quelli che sembrano essere i resti non disturbare, fortunatamente, nessuno. La visita dura giusto di un’antica fortezza. Quella visione ci incuriosce e quando il tempo per completare il giro, il sito non è molto esteso e troviamo una piccola stradina che si inerpica sul fianco della avanzando tra il vento che a tratti rende perfino difficile cam- V O L E VA M O A R R I VA R E A S A N T I A G O 29
6 - ALLA CONQUISTA DEL WEST minare ci avviamo verso l’uscita salutando la signora dell’uffi- vecchio marinaio preferisco perdermi tra cartine e mappe va- cio impegnata in un lavoro a maglia. Getto lo sguardo fuori le rie, studiando di volta in volta il percorso migliore o solamente mura ed il camper è ancora lì dove l’abbiamo lasciato prigio- il più bello da affrontare. Ognuno è fatto alla propria maniera, niero dei due grandi sassi che hanno adempiuto alla perfezio- non dico che il mio sia il modo giusto nè il migliore, è sem- ne al loro compito. Tutto a posto, le soluzioni semplici a volte plicemente il mio modo di viaggiare ed anche la possibilità di sono le migliori. E’ tempo di rimettersi in viaggio per la pros- sbagliare la prendo come un’eventualità che potrebbe porta- sima meta che, stando alle carte geografiche, non dovrebbe re a scoperte interessanti e soprattutto inaspettate. In fondo essere troppo distante. quale viaggiatore non ha mai sbagliato almeno una volta nella Anni fa avevo stranamente fallito il mio primo appuntamento vita? L’importante è non far sentire niente a mia moglie e ne- con le Bardenas Reales de Navarra, forse perchè non ave- gare tutto anche di fronte all’evidenza. vo ben chiaro cosa, in realtà, stessi cercando. A distanza di Arrivando da nord la strada che conduce alle Bardenas attra- tempo ancora non mi capacito di come non fossi riuscito a versa il paese di Arguedas e come molti dei paesi della zona raggiungere questa luogo, eppure era abbastanza grande da è, diciamolo pure, urbanisticamente approssimativo. Con ar- essere un bersaglio relativamente facile. Potrebbe essere sta- chitetture anonime e poco curate, Arguedas è il classico pae- ta la fretta o l’inesperienza, fatto stà che alla fine mi ero perso se cresciuto disordinatamente e senza una programmazione ed avevo vagato senza meta e senza mai riuscire a trovare la studiata e completamente privo di un qualsiasi senso esteti- strada giusta. Un mistero senza soluzione o forse certe volte co. Non tutti i borghi possono fregiarsi del fatto di essere dei le cose vanno semplicemente così. Questa volta però sarebbe gioielli medievali, anzi la maggioranza di essi è solitamente un stato tutto differente, ero più agguerrito, determinato e soprat- tributo al cemento ed al fai da te. Arguedas è uno di questi, tutto più preparato. Questa volta avrei vinto la battaglia anche quindi andiamo via senza troppi rimpianti e svoltiamo quando perchè, inutile nascoderlo, se messo alle corde avrei potuto ri- un cartello ci indica la direzione per le Bardenas. La strada chiedere l’ausilio della moderna tecnologia e anche se non ero sembra perdersi nelle campagne e superato il centro visitatori ancora del tutto convinto a sottomettermi a mister google per si inoltra tra campi di grano a perdita d’occhio ancori ben lun- una questione di principio, ancora oggi, infatti, mal digerisco gi dall’essere maturo. Dopo una leggera salita, all’improvviso qualcuno che mi indichi la strada. Purtroppo non in tutte le alla nostra sinistra ci appare la Bardenas Blanca in tutta la sua botti, con il tempo, matura del buon vino. Sotto questo punto interezza che si perde in quella che sembra essere una gran- di vista sono ancora piuttosto legato alle tradizioni e come un de depressione nella pianura sottostante. Poco più avanti ab-
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6 - BIENVENIDOS A ESPANA bandoniamo l’asfalto e ci immettiamo su una strada sterrata musiche western con trombe che intonano colonne sonore di dal fondo duro che ci permette di avanzare con un’adeguata Ennio Morricone. sicurezza. Quando giungiamo ai piedi di questo malandato gigante si- Le Bardenas Reales sono un pezzo di deserto nel cuore del- lente siamo soli, sentiamo solo il fischio del vento che acca- la Spagna, anzi forse, sarebbe meglio dire un quasi deserto, rezza l’erba, anzi più che accarezzare, sembra fustigare con dove piante coriacee e spinose lottano con il terreno duro e un’invisibile frusta l’erba stentata che cresce rada tutto intor- avido di nutrienti sfidando il caldo torrido delle lunghe estati no. Scendiamo dal camper senza proferire parola, con quella Iberiche ed il freddo che spesso porta la neve durante l’inver- sorta di timore revenziaale che bisogna avere la cospetto di un no. Non è, nè un luogo semplice nè scontato, per questo è un vecchio saggio. Il Castiel se ne stà immobile e solitario come luogo tutto da scoprire. un faro che illumina e veglia sui naviganti, testardo e folle come Se le strade di Spagna finora sono state quasi deserte, su un pugile ormai alle corde in un combattimento che lo porterà questo sterrato il traffico diventa inesistente. Incrociamo qual- irrimediabilmente alla sconfitta. E’ una lotta impari contro que- che ciclista avventuriero e un paio di vetture, poi solo polvere gli elementi che hanno avuto la forza e la sfacciataggine di e poco altro. Per chi come noi, spesso, rifugge le grandi folle scolpire e modellare tutto l’ambiente circostante, quegli stessi e le città affollate, questo luogo quasi dimenticato da Dio po- elementi che na hanno favorito la nascita e ne decreteranno trebbe essere il paradiso. La strada qualche chilometro più la morte. Le Bardenas hanno il fascino ed il potere di togliere avanti conduce ad uno dei luoghi iconici di questa riserva na- il fiato, come una terra di mezzo in bilico tra paradiso ed infer- turale, il famoso Castil de Tierra, il simbolo della geologia di no. Tutto intorno è pura poesia, interrotta soltanto dal transito questo luogo, un sopravvissuto alle intemperie e all’erosione fugace di un paio di motociclisti che passano distrattamente del suolo, l’ultimo guardiano di una terra in continua trasfor- senza fermarsi. mazione. Nonostante l’apparenza da quasi deserto l’acqua scorre un Il Castil de Tierra è un pinnacolo che si erge solitario in una pò dappertutto e ci riporta alla mente il forte temporale della piana che rievoca paesaggi messicani, influenzati dalla cultu- notte appena trascorsa, innumerevoli rivoli di fango mostrano ra cinematografica in sottofondo ci sembra di sentire vecchie i segni di un’erosione implacabile che modifica continuamen-
6 - BIENVENIDOS A ESPANA te l’intricato dedalo di solchi e canali che attraversano tutto il a noi, anzi a dir la verità, noi siamo entusiasti, come poche terreno circostante. altre volte. Quel luogo riarso dal sole e spazzato dal vento ha Tutto intorno il Castil de Tierra alcune discrete barriere di le- riacceso e rinvigorito il nostro spirito d’avventura. gno ci ricordano di ripettare questo luogo, tutto il suo precario Le Bardenas hanno quel fascino intrinseco da luogo di fron- equilibrio e la sua delicata geologia. Non c’è solida pietra ma tiera dandoci la sensazione di essere ai confini della civil- solo arenaria, argille e gesso, materiali troppo teneri e friabili tà, come un avamposto che presidia le ultime propaggini del per contrastare l’inesorabile incedere del tempo. Il Castil ha mondo conosciuto. Come antichi cartografi segnamo sulla il destino segnato, non anni ma forse decenni, poi un giorno mappa Hic sunt leones. crollerà a terra sconfitto dalla pioggia e dalla gravità finendo Proseguiamo nella nostra esplorazione e ci rimettiamo in mar- per collassare su se stesso come un gigante d’argilla. Ai no- cia incrociando un camper di una coppia di olandesi che, stri occhi il Castil è un gigante buono ai cui piedi ci sentiamo come noi, si divertono a scattare foto, Poco oltre, un ampio piccoli ed anche un pò tristi. spazio ci permette di parcheggiare il camper, per partire all’e- Ad Arguedas ho rivisto quel velo di preoccupazione sul volto splorazione del luogo. Siamo circondati da fragili montagne di Martinica che già avevo notato al nostro ingresso in Spagna alla cui base grandi pietre giacciono come relitti naufrati sui ma da quando abbiamo abbandonato l’asfalto ed abbiamo scogli ormai perennemente in balia delle correnti. Dappertutto raggiunto le Bardenas Reales ho visto riapparire quel lucci- il terreno cede, si sfalda e scivola via corredendo le monta- chio nei suoi occhi che ha quando inizia ad entusiasmarsi; gne dalla fondamenta. Inevitabilmente, quando il peso si fa sono felice, finalmente posso vedere il suo sguardo curioso eccessivo ecco che la gravità si fà sfacciata e prende il so- scrutare ovunque per scoprire quel luogo strano ed anche un pravvento richiamando a se tutto ciò che si trova in equilibrio pò alieno. Finalmente torniamo a fare sul serio. C’è un’atmo- precario. E’ l’entropia che avanza; nulla può sfuggire alle leggi sfera frizzante mentre per le nostre piccole compagne di viag- della termodinamica, nemmeno una montagna. Con le bimbe gio potremmo essere ovunque. Le Bardenas non riscuotono distratte nei loro giochi ci dividiamo i compiti in modo da ave- nelle nostre bimbe un particolare successo e d’altronde non re entrambi il tempo necessario per girovagare tutto intorno. ce la sentiamo di dar loro torto. L’importante è che piacciano Prima è il momento di Martinica che, in fondo, si è fatta carico
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