Raccontare fenomeno migratorio coinvolgendo i protagonisti', un workshop alla Stampa Estera - L'Osservatore d'Italia
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Raccontare il fenomeno migratorio coinvolgendo i protagonisti’, un workshop alla Stampa Estera Come raccontare le migrazioni coinvolgendo i protagonisti del fenomeno, in particolare coloro che provengono da alcuni contesti, oggi, particolarmente coinvolti nei flussi? Quali i modi più efficaci, per i giornalisti, per raccontare il viaggio e gli abusi subiti dai migranti nei paesi di transito? Quali gli strumenti intorno ai quali diffondere la consapevolezza del viaggio e dei rischi ad esso connessi? Come creare un ponte di dialogo e di scambio di informazioni tra
media italiani ed europei e media dei paesi di origine dei migranti? Quale ruolo possono avere le Diaspore nel promuovere una narrazione corretta del fenomeno migratorio, sia in Italia sia nei paesi di origine? Intorno a queste questioni non sempre di facile trattazione si è svolto un seminario, a Roma, presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia con i rappresentanti dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), di Associazione Carta di Roma, di esperti e di rappresentanti delle diaspore dei nostri tempi.
‘Costruzione di reti, scambio e dialogo sul tema delle migrazioni e dei media” prevedeva, dopo una presentazione del progetto, un confronto e un intervento dei partecipanti al seminario. Vi hanno partecipato numerosi giornalisti italiani e rappresentanti dei corrispondenti dei media esteri in Italia (Irene Savio, Esma Çakir, Julia-Sandra Virsta, Christine Pawlata, Gustav Hofer e Andres Wysling) oltre che delle istituzioni promotrici.
Il coronavirus arriva in Africa: si tratta di un paziente straniero Primo caso di coronavirus – Covid-19 – in Africa. La conferma è arrivata dal ministro della Salute egiziano – come riporta Arab News – specificando che si tratta di un paziente straniero – di cui non sono stati forniti altri dettagli – ricoverato in isolamento in ospedale. Il ministro, in una nota, ha spiegato di aver immediatamente informato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di aver preso tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus. Nell’ultimo bollettino dell’Oms, con i dati sull’epidemia aggiornati alla serata del 13 febbraio, non risultavano casi confermati di Covid-19 nel Continente africano. L’arrivo del nuovo coronavirus in Africa, con il primo caso confermato dal ministero della Sanità egiziano, “non è una buona notizia. Non tanto perché è il primo caso, ma perché significa che il virus si è spostato in un continente debole dal punto di vista della sanità pubblica, della capacità diagnostica e della capacità di risposta”, ha detto all’AdnKronos Salute Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma, rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Capacità di gestione di un’emergenza simile, quella dell’Africa, che “l’Organizzazione mondiale della sanità negli
ultimi giorni ha cercato di rafforzare. Quando Tedros (il direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, ndr) parlava di ‘terrorismo’ – precisa l’esperto – si riferiva proprio a questo”, ossia al pericolo che la diffusione del nuovo coronavirus potrebbe rappresentare in nazioni dal sistema sanitario fragile. “Dobbiamo solo sperare” nella capacità dei servizi sanitari di reagire, “e l’Egitto non è certamente un Paese fragile”, osserva Ricciardi. Ma quanto è grande il rischio che questo primo caso, relativo a un paziente straniero di cui non si hanno ulteriori notizie, possa dare origine a focolai locali di infezione? Per l’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è troppo presto per fare previsioni: “Per prima cosa dobbiamo capire bene la storia di questa persona – precisa – Da dove viene, che cosa ha fatto, come è arrivato in Egitto, che contatti ha avuto”. Secondo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, “se verrà confermato che il primo caso registrato in Africa”, in Egitto, “riguarda un paziente asintomatico, ciò rappresenta un buon segnale, perché significa che questo paese ha un buon sistema di sorveglianza”. Inoltre “un paziente senza sintomi dovrebbe avere un ridotto potenziale di trasmissione rispetto ad uno con sintomi”, ha detto all’Adnkronos Salute, ricordando come, purtroppo, l’arrivo di Covid-19 nel Continente africano fosse “qualcosa sempre tenuta finora, visti i rapporti che esistono tra Africa e Cina, ma – rassicura – questo non significa che comporti un’epidemia”. Rezza, ricordando i timori espressi più volte dal Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha esortato a rafforzare i
meccanismi di protezione nel Continente, premette che “al momento ci sono ancora poche informazioni sull’origine del contagio e sui contatti avuti dalla persona colpita, quindi è impossibile sbilanciarsi. Però – osserva – l’Egitto non è come alcuni paesi del Centrafrica, molto più impreparati, anche se lo Stato nordafricano ha città molto popolose”. Governo sull’orlo di una crisi di nervi: prosegue la partita tra Renzi e Conte Giuseppe Conte nega di lavorare a un suo “governo ter”. Matteo Renzi smentisce di voler essere lui a rompere. Ma tra i due prosegue una partita che rischia di far saltare l’esecutivo.
Il giorno dopo lo strappo dei renziani in Consiglio dei ministri, nessuno apre formalmente la crisi. “Porte aperte a Iv”, dice il premier, che ai renziani chiede un chiarimento. E Italia viva annuncia che la prossima settimana voterà la fiducia al governo sul decreto Milleproroghe alla Camera. Ma Renzi non depone le armi sulla prescrizione, mantiene la minaccia di una mozione di sfiducia al ministro Bonafede, e porta avanti la sua guerriglia in Senato. E’ quello il campo di battaglia. Il Pd dice che l’unica alternativa a questa maggioranza è il voto. Ma a Palazzo Madama è pronta a muoversi una pattuglia di senatori in soccorso del governo, magari proprio per un “Conte ter”. La prima prova sarà il decreto sulle intercettazioni, in Aula martedì e sul quale il governo dovrebbe mettere la fiducia. “Se la voteremo? Dipende…”, rispondono fonti renziane. Il presidente del Consiglio riunisce i ministri membri del Comitato per gli affari europei, poi vola a Gioia Tauro per presentare il piano per il Sud e in serata presiede il tavolo di governo per la riforma fiscale (presente Iv). Il messaggio è chiaro: “Ho un programma da realizzare e ho chiesto la fiducia per quello. Se mi fido di Renzi? Non do spazio a personalismi. Ma Renzi che dice del Sud, niente?”, dice il premier in Calabria tra gli applausi della platea. Gli fa sponda il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che sottolinea i “risultati concreti” che si ottengono quando si spegne propaganda e polemiche. Ma i contatti con Iv risultano al lumicino e il premier viene descritto irritato con Renzi, determinato a sterilizzarne le sortite. Il suo obiettivo, secondo i renziani, è “cacciarli” dalla maggioranza e dar vita a un suo governo “ter”. Di più. “Se vuole Conte ci cacci, siamo alleati non sudditi”, torna ad attaccare Renzi, che nei prossimi giorni sarà all’estero. Il suo obiettivo sarebbe quello di sostituire Conte con un altro
premier e magari una maggioranza “con un pezzo di M5s, quasi tutto il Pd e una parte di centrodestra”. I nomi? Si citano Gualtieri o Mario Draghi, Pier Carlo Padoan, Marta Cartabia, Paola Severino. Il Pd fa sapere che non sosterrà un’operazione del genere. Critico è l’appuntamento di martedì al Senato, dove in Aula è atteso il decreto intercettazioni. Il governo potrebbe mettere la fiducia per “sventare” un emendamento Fi sulla prescrizione che Iv voterebbe con l’opposizione. Con la fiducia Renzi dovrebbe votare a favore o al più uscire dall’Aula. Ma i suoi non sciolgono la riserva. Lavoratori a nero con reddito di cittadinanza: 7 persone denunciate per truffa CATANIA – I Carabinieri del comando Tutela lavoro-Nil di Catania hanno scoperto 11 lavoratori impiegati in ‘nero’ in una casa di riposo per anziani, sette dei quali percepivano il reddito di cittadinanza.
Le indagini, coordinate dalla Procura etnea, con attività di osservazione e pedinamento, hanno consentito di documentare che i sette lavoravano di notte per ridurre la possibilità di essere scoperti. Non ricevevano le retribuzioni previste dal contratto, non erano formati ed informati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro né venivano sottoposti a visite mediche per l’idoneità. Sono stati denunciati per truffa. I carabinieri gli hanno sequestrato le carte magnetiche Postamat e hanno comunicato la loro situazione all’Inps per la decadenza dal beneficio e il recupero di 32.000 euro. Il datore di lavoro, che aveva installato un impianto di videosorveglianza senza autorizzazioni, è stato sanzionato per 93.000 euro e dovrà versare contributi assicurativi e previdenziali per 20.000 euro.
Claudio Simonetti, il “complice” di Dario Argento a “Ci vediamo a via Veneto” Sabato 15 febbraio alle 18 Claudio Simonetti sarà ospite della trasmissione in diretta dall’Harry’s Bar “Ci vediamo a via Veneto” condotta dalla giornalista Chiara Rai per un’intervista da non perdere. Suspiria, Pheanomena, Non ho sonno, Profondo Rosso questi alcuni dei titoli delle colonne sonore scritte da Claudio Simonetti per i film di Dario Argento. Ma anche Tenebrae, Phenomena, Dawn of The Dead, Zombi, Demons per un percorso discografico, quello dei Goblin, iniziato nel lontano 1973, che li ha visti salire alla ribalta con la musica di Profondo Rosso che ha stabilito, con il singolo 45 giri, l’ancora ineguagliato record di permanenza consecutiva al primo posto
della Hit Parade Nazionale. Una formazione, quella dei Goblin che ha segnato un percorso indelebile per il rock progressive italiano e che ancora oggi, dopo 45 anni, vede Claudio Simonetti con suoi Goblin, band in versione rinnovata, girare il mondo nelle tante tournée dove registrano sempre il tutto esaurito. Nemi allo sbando, Insieme per
Nemi: “I negozi chiudono… e loro litigano” NEMI (RM) – Critico il manifesto di “Insieme per Nemi” contro l’amministrazione guidata da Alberto Bertucci. Nello scritto si elencano una serie di problematiche che interessano ilpiccolo paese delle fragole che sembra vivere un clima di tensione politica. Ecco il manifesto di Insieme per Nemi “L’Amministrazione Comunale è allo sbando insieme a tutti i suoi servizi. Infatti l’ufficio dell’assistente sociale e quello dell’anagrafe non funzionano, neppure a singhiozzo. Il Segretario Comunale, attualmente irreperibile, sarà a mezzo servizio con altri Comuni del circondario con le conseguenze negative facilmente immaginabili. E poi, che cosa accadrà quando l’attuale responsabile dell’Ufficio Tributi andrà in congedo? Ultima perla: il Sindaco ha licenziato in tronco la responsabile dell’ufficio tecnico. Qualcuno pensa che forse ha atteso troppo tempo. Comunque, però, lo ha fatto senza stile e senza alcuna programmazione. Tutti aspettano con trepidazione e preoccupazione il nominativo del professionista che verrà prescelto in sostituzione. In ogni caso la questione ha fatto scoppiare il putiferio tra gli amministratori favorevoli alla defenestrazione e quelli contrari che hanno trovato una ulteriore ragione al loro scomposto accapigliarsi. Zuffe quotidiane e contese di un pollaio in lotta per il becchime.
I Consiglieri Comunali di maggioranza vengono contesi dai due prodi “cavalli di razza” anche con le mollichelle delle sportule, vanto e limite di tutti questi protagonisti. Invece di lavorare per risolvere i gravi problemi del paese litigano su tutto. E intanto Nemi sprofonda nel dimenticatoio, scivola nel baratro del declino: i negozi chiudono……e loro litigano. Un ultimo esempio: vi rendete conto che in sette anni non sono riusciti a realizzare l’Isola Ecologica per portare la raccolta differenziata in tutto il territorio comunale? E pensare che hanno persino comprato inutilmente un terreno con i soldi dei contribuenti. Ma queste sono soltanto alcune delle innumerevoli riflessioni che balzano agli occhi ripensando alle promesse elettorali delle consigliature Bertucci-Libanori. Promesse, annunci roboanti e poi il nulla. Una sintesi: CHIACCHIERE E DISTINTIVO”. Insieme per Nemi
Catania, sequestrato un arsenale in un terreno al lido Le Capannine Un arsenale nascosto in due serbatoi per l’acqua custoditi a due metri sottoterra è stato sequestrato da militari del nucleo Pef della guardia di finanza di Catania in un terreno adiacente al lido Le Capannine, sul lungomare Plaia. Sono stati trovati sei fucili (semiautomatici, a pompa, doppiette a
canne mozze), 24 pistole di diversi modelli, una mitragliatrice, un Kalashnikov, 3.000 cartucce di vario calibro, comprese munizioni da guerra e alcune simili a quelle in uso a forze di polizia. Sequestrato anche materiale d’armamento vario, come cinturoni, fondine, caricatori di munizioni e kit per la pulizia delle armi, che avevano tutte il numero di matricola abraso. Sul ritrovamento la Procura distrettuale di Catania ha aperto un’inchiesta, al momento contro ignoti. Indagini sono in corso per identificare chi avesse l’uso del terreno in era nascosto l’arsenale, visto che i proprietari hanno dichiarato di non averne da anni la gestione di fatto, tanto da aver avviato dei contenziosi in sede civile.
Grottaferrata, quella riunione criminale tra Diabolik e Casamonica in un noto ristorante della città dei Castelli I Finanzieri del comando provinciale di Roma e i loro uomini sotto copertura hanno intercettato, in presa diretta, Salvatore CASAMONICA e “DIABOLIK” (Fabrizio Piscitelli) mentre concordavano la pax mafiosa tra il clan SPADA e il sodalizio lidense facendo capo a ESPOSITO. Per siglare e mantenere l’accordo, i due “garanti” (“…io e te ci stiamo mettendo in mezzo per fare da garanti eh!…”) avevano però bisogno del supporto di un professionista quale trait d’union con libertà di movimento, credibile agli occhi degli altri criminali e con possibilità di accesso alle aule di Tribunale e agli istituti carcerari. Il 13 dicembre 2017, il legale giungeva in un ristorante a Grottaferrata (RM) dove, di lì a poco, sarebbe iniziata la riunione illecita, suscitando lo stupore di uno dei presenti (“…Ho paura di tutti questi delinquenti che stanno a questo tavolino… l’avvocato, mamma mia che coraggio che ha! Mamma mia… in mezzo a tutti questi scatenati…”). Ma – come riporta il G.I.P. di Roma nell’ordinanza – “…la presenza dell’avvocato… non era affatto casuale”, tant’è che CASAMONICA e “DIABOLIK” iniziavano a parlare della necessità di avviare il processo di pacificazione fra le due fazioni egemoni nel territorio di Ostia solo quando il professionista giungeva al ristorante. D’altronde, la pace da imporre sul litorale si inseriva in un momento storico particolarmente complesso per il clan SPADA, dovuto allo stato di detenzione dei propri vertici Ottavio
SPADA detto “Marco” e Roberto SPADA (per il fermo conseguente all’aggressione del giornalista della RAI Daniele PIERVINCENZI), alle limitazioni cui era soggetto il capo indiscusso della consorteria, Carmine SPADA detto “Romoletto” (sottoposto all’obbligo di dimora e vittima di due tentati omicidi nel novembre del 2016) e al fatto che i capi e numerosi sodali del clan FASCIANI, federati agli SPADA, erano detenuti da anni. In virtù del momento di difficoltà del clan SPADA, l’organizzazione riconducibile al “BARBONCINO” aveva intenzione di “riprendersi” Ostia con atti di forza e di alto impatto sulla cittadinanza Roma, pax mafiosa per scongiurare la guerra con gli
Spada e Barboncino: arrestato Salvatore Casamonica e un avvocato Intercettato Casamonica e Diabolik I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della capitale, nei confronti di Salvatore CASAMONICA (esponente apicale dell’omonimo clan, attualmente sottoposto al regime detentivo speciale di cui all’articolo 41-bis, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere) e di un avvocato del Foro di Roma (agli arresti domiciliari), entrambi indagati per il reato di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso (articoli 110 e 416-bis del codice penale). I due, in concorso tra loro e con Fabrizio PISCITELLI alias “DIABOLIK” – il noto capo ultrà ucciso il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti – hanno contribuito concretamente al perfezionamento di un accordo finalizzato a stabilire la pace fra il clan mafioso SPADA e un altro gruppo criminale operante a Ostia capeggiato da Marco ESPOSITO detto “BARBONCINO”, contribuendo, in tal modo, a conservare la capacità operativa degli stessi SPADA. Le indagini, coordinate dalla D.D.A. e condotte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Roma, si sono sviluppate nel medesimo contesto investigativo delle precedenti operazioni delle Fiamme Gialle denominate “BRASILE LOW COST” e “GRANDE RACCORDO CRIMINALE”, grazie alle quali sono stati arrestati per reati
di narcotraffico, oltre a Salvatore CASAMONICA, Dorian PETOKU, Tomislav PAVLOVIC, Fabrizio FABIETTI ed altri 51 sodali. Monitorando sul territorio l’evolversi di diverse trattative criminali, i Finanzieri e i loro undercover hanno intercettato, in presa diretta, Salvatore CASAMONICA e “DIABOLIK” mentre concordavano la pax mafiosa tra il clan SPADA e il sodalizio lidense facendo capo a ESPOSITO. Per siglare e mantenere l’accordo, i due “garanti” (“…io e te ci stiamo mettendo in mezzo per fare da garanti eh!…”) avevano però bisogno del supporto di un professionista quale trait d’union con libertà di movimento, credibile agli occhi degli altri criminali e con possibilità di accesso alle aule di Tribunale e agli istituti carcerari. Il 13 dicembre 2017, il legale giungeva in un ristorante a Grottaferrata (RM) dove, di lì a poco, sarebbe iniziata la riunione illecita, suscitando lo stupore di uno dei presenti (“…Ho paura di tutti questi delinquenti che stanno a questo tavolino… l’avvocato, mamma mia che coraggio che ha! Mamma mia… in mezzo a tutti questi scatenati…”). Ma – come riporta il G.I.P. di Roma nell’ordinanza – “…la presenza dell’avvocato… non era affatto casuale”, tant’è che CASAMONICA e “DIABOLIK” iniziavano a parlare della necessità di avviare il processo di pacificazione fra le due fazioni egemoni nel territorio di Ostia solo quando il professionista giungeva al ristorante. D’altronde, la pace da imporre sul litorale si inseriva in un momento storico particolarmente complesso per il clan SPADA, dovuto allo stato di detenzione dei propri vertici Ottavio SPADA detto “Marco” e Roberto SPADA (per il fermo conseguente all’aggressione del giornalista della RAI Daniele PIERVINCENZI), alle limitazioni cui era soggetto il capo indiscusso della consorteria, Carmine SPADA detto “Romoletto” (sottoposto all’obbligo di dimora e vittima di due tentati omicidi nel novembre del 2016) e al fatto che i capi e numerosi sodali del clan FASCIANI, federati agli SPADA, erano detenuti da anni.
In virtù del momento di difficoltà del clan SPADA, l’organizzazione riconducibile al “BARBONCINO” aveva intenzione di “riprendersi” Ostia con atti di forza e di alto impatto sulla cittadinanza: in appena tre giorni venivano infatti perpetrati tre distinti atti intimidatori nei confronti di soggetti organici o contigui agli SPADA: il 23 novembre 2017 venivano gambizzati Alessandro BRUNO e Alessio FERRERI (quest’ultimo fratello di Fabrizio, cognato del detenuto Ottavio SPADA); due giorni dopo, il 25 novembre 2017, venivano esplosi colpi di arma da fuoco contro la vetrina del bar “Music” a Piazza Gasparri a Ostia, nella disponibilità di Roberto SPADA; lo stesso 25 novembre altri colpi d’arma da fuoco venivano esplosi in via Forni verso la porta di casa di Silvano SPADA (nipote del boss Carmine detto “Romoletto” e di Roberto SPADA, nonché organico all’omonimo clan). Come evidenzia il G.I.P., “una guerra non sarebbe convenuta a nessuna delle due organizzazioni, tanto che PISCITELLI Fabrizio e CASAMONICA Salvatore dichiaravano apertamente che stavano fungendo da garanti di un accordo tra i due gruppi contrapposti”. I citati atti intimidatori avevano turbato Ottavio SPADA detto Marco, tanto che CASAMONICA e PISCITELLI, per scongiurare quella che il Giudice definisce “una vera e propria guerra di mafia”, decidevano di dettare all’avvocato una lettera che questi avrebbe dovuto consegnare, qualche giorno dopo, allo stesso Ottavio, ristretto in carcere. In effetti, da lì a poco, cessavano le ostilità sul litorale. Nel mondo criminale romano questa vicenda aveva una tale eco da diventare tema di discussione per mesi: se ne trovano tracce anche tra le righe dell’ordinanza di custodia cautelare relativa all’operazione “MAVERIK”, che il legale leggeva con preoccupazione ad un suo conoscente. In quelle pagine spiccavano ai suoi occhi alcune frasi di Fabio DI FRANCESCO che, parlando di “Barboncino”, raccontava come solo l’intervento pacificatore di PISCITELLI avesse potuto mettere fine ad una faida destinata, altrimenti,
a mietere molte vittime: “Romoletto (Carmine SPADA) gliel’hanno apparato Diabolik e Fabietti. Perché (Marco ESPOSITO) se stava a cacà in mano”. La lettura delle intercettazioni metteva in agitazione il professionista, che affermava: “mo riarresteranno pure il mio povero Diabolik!” e, consapevole del proprio ruolo in quelle vicende, chiedeva “secondo te mi arrestano? Sicuramente mi indagano”. Quando, nel gennaio del 2019, il G.I.C.O. dava esecuzione all’operazione “BRASILE LOW COST”, l’avvocato realizzava come alla riunione del 13 dicembre 2017 ci fossero “le guardie” (l’infiltrato delle Fiamme Gialle) tant’è che, forte della sua esperienza forense e consapevole dell’illiceità delle proprie condotte, così si sfogava con un suo collega: “… concorso esterno…”. Nel corso dell’indagine, emergeva anche che il legale – il 19 giugno 2018 – nel corso del colloquio telefonico con il detenuto Carmine SPADA, “obbedendo” alla esplicita richiesta di “Romoletto”, lasciava la cornetta in favore della sua convivente Emanuela LEONE, consentendo al proprio assistito un colloquio non autorizzato. Qualche mese dopo, nel novembre del 2018, sfruttando una breve evasione di un altro suo assistito, Alessio LORI – all’epoca ristretto agli arresti domiciliari presso il Centro di solidarietà “Don Guerrino Rota” di Spoleto (PG) – gli consegnava un telefono cellulare, 2 SIM e denaro contante al fine di permettergli, come lo stesso professionista dichiarava in una conversazione intercettata dal G.I.C.O., di “fare impicci”. E proprio con quel telefono, nei mesi successivi, il LORI – sebbene in stato di arresto – riusciva a comunicare indirettamente con il noto narcotrafficante Arben ZOGU, detenuto in carcere a Viterbo. Ancora, durante una cena in occasione del Natale 2018, tenutasi a casa di un soggetto condannato definitivamente per narcotraffico e ristretto agli arresti domiciliari (con
divieto di comunicare con persone diverse dai familiari), il G.I.C.O. intercettava un dialogo nel corso del quale l’avvocato – parlando a pregiudicati – teneva una specie di “corso d’aggiornamento”, illustrando alcune tecniche utili ad ostacolare le intercettazioni delle Forze di Polizia e spiegando, in particolare, come evitare l’inoculazione dei “virus” informatici nei loro cellulari. L’esecuzione dell’odierno provvedimento cautelare testimonia l’impegno profuso quotidianamente dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalle Fiamme Gialle capitoline per la tutela della legalità e il contrasto alla criminalità organizzata. Roma, rifiuti interrati nel parco di Centocelle: “Codici”
presenta esposto Un esposto alla Procura. È l’iniziativa immediata adottata dall’associazione Codici sulla scia del servizio trasmesso questa mattina a Buongiorno Regione Lazio sulla situazione di grave pericolo nel parco di Centocelle a Roma. Un’inchiesta su quella che può essere ribattezzata la Terra dei Fuochi capitolina. “Siamo rimasti sgomenti di fronte alle immagini inedite trasmesse dalla TGR Lazio – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – un servizio che ripercorre quello che è un autentico scandalo. Nel gennaio 2010 la giunta Alemanno diede inizio allo sgombero del campo rom Casilino 900, tra i più grandi d’Europa, ma invece di una bonifica accurata, i rifiuti sono stati interrati dalle ruspe in una valle. A 3-4 metri di profondità, coperte da teli azzurri, ci sono tonnellate di rifiuti pericolosi. Alla fine degli anni ’90 – prosegue l’avvocato Giacomelli – ci fu un altro sgombero, quello del campo rom Casilino 700 e c’è il timore che anche quel materiale si trovi ora nel sottosuolo. Al riguardo c’è un episodio inquietante, che risale al gennaio 2017, quando da un canalone si levarono dei fumi tossici, dovuti ai roghi innescati per reazione chimica dai rifiuti stratificati sottoterra. La giunta Raggi rassicurò i cittadini con un’ordinanza di bonifica da eseguire entro 30 giorni, ma poi non successe nulla. Parliamo di un’area di 120 ettari – sottolinea il Segretario Nazionale di Codici – una zona ad alta densità demografica, sottoposta a vincoli archeologici e paesaggistici. Siamo di fronte ad un’autentica bomba ecologica nel secondo sito archeologico di Roma dopo quello dei Fori Imperiali, dove sono presenti anche 20 autodemolitori irregolari, con tutti i rischi che ne conseguono per l’ambiente e la salute. Tutto questo non è tollerabile, è
indecente. Alla luce delle denunce dei cittadini e della preziosa inchiesta della TGR Lazio – conclude l’avvocato Giacomelli – abbiamo deciso di presentare un esposto in Procura con cui chiediamo alla magistratura di intervenire per fare chiarezza. Ne va della salute di migliaia di romani, che hanno subito fin troppo”.
Roma, partite Iva in piazza a marzo: “A rischio i nostri risparmi” L’appuntamento è per lunedì 30 marzo alle ore 11 in piazza del Popolo a Roma con una grande manifestazione organizzata dalle “PARTITE IVA”. “Non danno la caccia ai capitali illegali – dicono gli organizzatori – bensì ai nostri risparmi, vogliono farci indebitare per controllarci. Del resto per combattere l’evasione sarebbe bastato adottare il modello fiscale anglosassone: la tassazione del risparmio. Permettendo a tutti i cittadini di detrarre dall’imponibile i consumi personali e dei familiari a carico, l’evasione scomparirebbe da se, Senza dover ricorrere ad altre misure tributarie. Vi aspettiamo il 30 marzo, unitevi a noi”.
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