ROTARY CLUB CAMPOSAMPIERO

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                                                      Distretto 2060
                                       Bollettino n. 1 e 2– luglio-agosto 2009
________________________________________________________________________________________________
                                         Organigramma 2009-2010
PRESIDENT: R. Cecchinato
PAST PRESIDENT: T. Dalla Mora
INCOMING PRESIDENT: W. Caimi
VICE-PRESIDENTI: G. Piovesan, S. Palazzolo
SEGRETARIO: G. Sandri
TESORIERE: G. Carraro
PREFETTO: S. Bandiera
CONSIGLIERI: V. Costantino, G. Piovesan, L. Bergami, S. Palazzolo, G. Griggio
COMMISSIONI: PER L’AMMINISTRAZIONE DEL CLUB: Presidente, Segretario, Tesoriere, Prefetto
               PER L’EFFETTIVO: S. Palazzolo(P), G. Piovesan (V), L. Tessaro, A. Maturo
               PER I PROGETTI: G. Griggio (P), F. Camporese (V) (gara sci e regata), L. Tessaro
               PER LE PUBBLICHE RELAZIONI: C. Vincenzo (P), G. Carraro (V), L. Costa, F. Fabris Fattore,
               PER LA FONDAZIONE ROTARY: L. Bergami (P), P. Benin (V), P. Cecchetto
               RESPONSABILE INFORMATICO: E. Pozzobon
               RESPONSABILE NOTIZIARIO DEL CLUB: A. Lazzaro (e-mail: alberto_lazzaro@libero.it)
               SERVICES DEI CONIUGI: A.Barbato, S. Dalla Mora, G. Caimi, R. Bandiera, M. Malvestio, R.Negro,
               RESPONSABILE ROTARACT: Corsano A., (Collabora: G. Griggio)
               RAPPORTI COL DISTRETTO: Corsano A.
               COMMISSIONE TARGHE D’ARGENTO: G. Griggio (P), W. Caimi (V), G. Sandri
               COMMISSIONE PAUL HARRIS FELLOW: D. Cecchinato (P), G. Piovesan, S. Palazzolo

Carissime amiche ed amici,
il programma di questo mese è tutto o quasi…internazionale.
Avremo ospiti il Console dei Paesi Bassi, un rotariano del Club di Cape Town (Sud Africa) e, infine, i soci del Rotary
Club di Friedberg in Bayern per il gemellaggio con il nostro Club, organizzato dal Past-President Tiziano Dalla Mora.
Terremo, inoltre, la nostra prima assemblea di Club per l’approvazione dei bilanci consuntivo 2008/2009 e preventivo
2009/2010.
Infine, come per il mese di Luglio, la prima riunione non sarà conviviale; si farà “formazione”.
                                                Programma di settembre
MARTEDI’ 01, alle ore 21.00 – presso il ristorante “Al Tezzon”, serata dedicata alla formazione, curata dalla
Commissione “per l’effettivo”. L’evento è particolarmente raccomandato ai soci di più recente cooptazione ma è utile
anche per quelli che hanno maggiore anzianità di…servizio.
MARTEDI’ 08 , alle ore 20.30 – presso il ristorante “Al Tezzon”, conviviale con CONSORTI, con la presenza del
Console dei Paesi Bassi, Dott. Daniele Cunego, il quale terrà una conversazione sul tema “La Turchia: prove di disgelo
con l’Armenia e l’Europa”.
MARTEDI’ 15, alle ore 20.30 – presso il ristorante “Al Tezzon”, conviviale con CONSORTI, con la presenza dell’Avv.
Giorgio Destro, professionista con attività in Italia ed in Sud Africa, rotariano iscritto al Club di Cape Town, il quale
terrà una conversazione sul tema “Il Sud Africa visto…da dentro” e col quale scambieremo i guidoncini di club.
MARTEDI’ 22, alle ore 20.30 – presso il ristorante “Al Tezzon”, assemblea dei soci per esame ed approvazione del
bilancio consuntivo 2008/2009 e di previsione 2009/2010.
SABATO 26, alle ore 20.00 – presso il ristorante “Al Tezzon”, conviviale con CONSORTI. Serata
per il gemellaggio con il Club di Friedberg in Bayern. La conduzione della serata è delegata al Past-
President Tiziano Dalla Mora al quale si deve interamente questo importante evento (Eventuali
variazioni dipendenti da sopravvenuti accordi col Club ospite, Vi saranno comunicati con
tempestività).
Vi prego di fare attenzione all’orario della riunione del 1° di Settembre, che è fissato alle ore 21.00 (dopo cena) e del 26
di Settembre, che è fissato alle ore 20.00.
Certo della Vostra nutrita presenza, Vi ringrazio per l’attenzione e…a presto.
Donatello

Stampa: Logopress s.r.l. 35010 Borgoricco. Via M. Polo Tel. 049 9336472/9336374. e-mail: logopress@logosrl.it
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7 luglio – Walter Caimi: “Le fonti rinnovabili di             serve una modifica della coltura per poterne
energia: reale alternativa alle fonti fossili e nucleari        incrementare l’uso. Altre fonti da noi non sono
              o alibi per la coscienza?”                        produttive.
La relazione del nostro socio ingegnere è stata                 Non ci resta che mantenere gli incentivi previsti dalle
comprensibile ed esaustiva.                                     vigenti leggi, avviare un celere programma nucleare e
                                                                convertire a carbone (con cattura della CO2) delle
Nella preistoria e protostoria l’unica energia                  centrali a olio combustibile.
utilizzabile era quella umana o animale. Poi, con la
navigazione a vela e i mulini, si cominciò a sfruttare il
vento. Tuttavia sino alla fine del XX secolo la quantità
di energia/persona era molto bassa, con tutte le
conseguenze immaginabili. Oggi di energia ne
abbiamo tanta e anche di basso costo. Più alto è il
tenore di vita più energia è richiesta.
Le fonti energetiche sono; esauribili ( combustibile
fossile e nucleare) e rinnovabili ( sole con sistema
fotovoltaico o termodinamico, vento, risorse idriche,
risorse geotermiche, maree, moto ondoso, rifiuti
organici e inorganici).
Le fonti esauribili (petrolio, carbone, gas naturale)
sono molto inquinanti (C02), ma lo è anche l’energia
                                                                La centrale geotermica di Larderello. 1894.
nucleare (scorie radioattive). Non sono inquinanti
l’energia idroelettrica, oceanica, eolica e solare,
                                                                Alla bella relazione ha fatto seguito un animato
mentre la combustione del legno e di sostanze fossili
                                                                dibattito.
producono molta CO2 e l’e. geotermica SO2
(anidride solforosa).
Negli ultimi 30 anni la richiesta di energia è aumentata           14 luglio – Consegna del libro del trentennale
dell’83%. Nel 2050 è prevista una domanda di energia
tre volte superiore a quella degli anni settanta.
Le riserve di energia sono stimate in 260 anni per il
carbone, 39, 4 il petrolio, 65,2 il gas naturale, 85,7
l’uranio 235.
 “Le energie rinnovabili possono coprire la futura
richiesta di energia?”.
Teniamo, innanzitutto, presente che solo una piccola
parte delle fonti rinnovabili è trasformabile in energia,
inoltre il sistema fotovoltaico è molto costoso, il vento
e l’e. geotermica, il moto ondoso, non sono fonti
ubiquitarie.
Il costo degli impianti per la produzione di energia è
alto per nucleare, idroelettrico, fotovoltaico,
geotermico, medio per petrolio convenzionale,
carbone, gas, biomasse ed eolico.
L’effetto serra. È dovuto per il 65% al vapore acqueo
e per il 27% alla CO2. Quest’ultima, peraltro, rimane
a lungo nell’atmosfera, mentre il vapore acqueo viene
eliminato con la pioggia.
Il protocollo di Kyoto. Risale al 1997 e fissa una
riduzione media del 5,2% dei livelli di emissione del
CO2 entro il 2008/12; purtroppo non tutte le nazioni
l’hanno sottoscritto e poche sono quelle che lo
rispettano.
L’Italia importa l’80% dell’energia. La possibilità che
abbiamo di sfruttare fonti alternative riguarda
pressoché solo la combustione delle biomasse, ma
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Graditissimi ospiti della serata il prefetto di Padova
Michele Lepri Gallerano e signora, il past governor
Carlo Martines e signora Nilla Garbin e il sindaco di
Camposampiero Zanon.
I curatori del libro, Salvatore Palazzolo e Evelino
Pozzobon hanno brevemente presentato il volume.
Ci sono particolarmente piaciute le espressioni del
past governor Martines alla presentazione del volume
e lette da Evelino, che qui vogliamo riportare.
“Trent’anni rappresentano un traguardo che nel nostro
Distretto è già stato raggiunto dalla metà dei Club.
“Trent’anni, come nel caso del R.C. Camposampiero,
sono ancora più efficaci quando si portano appresso
l’entusiasmo delle persone che hanno concorso a
rendere il Club prestigioso e stimato nel territorio in         Evelino, altro autore del volume
cui opera.
Voler ricordare con un libro la storia degli ultimi dieci
anni, come completamento della precedente
pubblicazione, significa voler mantenere viva la
memoria di quanto si è fatto, con la convinzione di
aver bene operato e con il desiderio di essere
riconoscenti a tutti quei Soci che, con il loro impegno,
hanno contribuito a far crescere il
Club”.

                                                                Il saluto del prefetto

                                                                21 luglio Lanfranco Callegaro: “L’ingegneria dei
                                                                             tessuti: attualità e prospettive future”
                                                                Il dott. Lanfranco Callegaro è nato nel 1951, è
                                                                sposato e ha due figli. Laureato nel 1975 in Chimica
                                                                Pura presso l’università di Padova con una tesi
                                                                su”Enzimi da batteri termofili”, che annunciava la
                                                                passione scientifica successivamente coltivata ad
                                                                altissimi livelli, dopo un breve periodo di
                                                                ambientamento nel mondo del lavoro dedicato
                                                                all’insegnamento tennistico, ha iniziato la attività
                                                                lavorativa presso una società biomedica del gruppo
                                                                Fiat e, dal 1986, in Fidia Farmaceutici dove ricopre il
                                                                ruolo di direttore generale. Pur operando nel mondo
                                                                industriale privato ha sviluppato prodotti innovativi
                                                                frutto dell’impiego delle tecnologie biologiche più
                                                                avanzate, nell’ottica di proporre soluzioni per la
                                                                diagnosi e la cura di malattie di difficile soluzione. E’
                                                                membro di importanti organismi nazionali ed
                                                                internazionali di ricerca. E’, in ultima analisi, uno
                                                                scienziato con grandi competenze manageriali che ne
                                                                fanno uno dei cervelli più qualificati ed invidiati del
Salvatore, autore del volume                                    nostro Paese.

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L’impiego di cellule per ricostruire tessuti lesi ci
ricorda il mito di Prometeo, il titano figlio di Giapeto
che donò ai mortali il fuoco rubato agli dèi e per
punizione fu incatenato sul Caucaso dove un’aquila gli
rodeva continuamente il fegato che si rigenerava.
La ricostruzione o rigenerazione delle funzioni lese
prevede l’utilizzo di biomateriali, secondo l’ipotesi di
Murray: ieri > chirurgia ablativa, oggi > chirurgia
ricostruttiva (auto o allotrapianti), domani > chirurgia
induttiva.
Quest’ultima tecnica si avvale dell’utilizzo
dell’ingegneria tissutale; in altre parole, utilizzando
cellule staminali mesenchimali possiamo ottenere
osso, cartilagine, fibre muscolari, ecc.
In definitiva i tessuti ingegnerizzati riguardano: pelle,       Il presidente riconoscente
cartilagine, osso, tendini, muscoli, nervi, vescica,
fegato, rene e altro ancora.
                                                                                         25 luglio -
Più arduo, secondo il relatore, organizzare la crescita
                                                                Visita all’Osservatorio Astronomico di Asiago.
delle staminali totipotenti, che potrebbero generare un
                                                                Sabato 25 luglio’09, ci siamo trovati alle 18,30
tessuto non richiesto.
                                                                all’Hotel Des’Alpes per la cena prima della partenza
                                                                all’osservatorio. C’era qualche nuvolone che ci
                                                                preoccupava, ma l’entusiasmo era alle stelle, l’aria era
                                                                frizzante ed il panorama magnifico. La cena è stata
                                                                deliziosa allietata anche dal bel gruppo di giovani che
                                                                era con noi.
                                                                Alle ore 20 il presidente, Donatello Cecchinato,ci ha
                                                                sollecitati di avviarci con le nostre auto verso
                                                                l’osservatorio che si trova a circa 20 minuti da Asiago.
                                                                Siamo arrivati all’osservatorio, cima Ekar, verso le
                                                                20.30, la serata era splendida, la brezza serale aveva
                                                                spazzato via tutte le nuvole ed il cielo era terso. Dopo
                                                                aver fatto qualche foto ci siamo avvicinati all’entrata
                                                                dell’osservatorio dove ci ha accolti I’Astronoma Lina,
                                                                una scienziata che si è rivelata molto preparata ed
                                                                entusiasta della sua attività.
                                                                La dottoressa Lina ci ha detto che noi eravamo I primi
Presentazione del relatore                                      visitatori dell’osservatorio Astronomico Cima Ekar
                                                                che ,in occasione dell’anno internazionale
                                                                dell’astronomia, è stato aperto al pubblico; quindi ha
                                                                fatto una breve carrellata storica dell’impianto.
                                                                Il telescopio ottico Copernico, all’interno della cupola
                                                                di cima Ekar,è il più grande in Italia, è stato
                                                                inaugurato nel 1973 e dipende dall’Università di
                                                                Padova. Dai 1767 le osservazioni astronomiche si
                                                                erano svolte nell’antica torre della Specola,
                                                                successivamente, nel 1942, ad Asiago, per la quota, le
                                                                poche luci, la trasparenza dell’atmosfera e la buona
                                                                percentuale di notti serene, con il Telescopio Galileo
                                                                all’epoca il più grande telescopio in Europa con il suo
                                                                specchio primario del diametro di 122 cm.
                                                                Oggi c’è la ricerca di luoghi sempre più lontani da
                                                                barriere fisiche tanto che si pensa alla costruzione di
Una richiesta di chiarimenti                                    Osservatori astronomici a 5000 mt.di altezza; per
                                                                questo, il telescopio Copernico è stato montato a Cima

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Ekar, una delle alture che sovrastano la piana di               inserisce le coordinate di una stella ,Ring Nerla ,nella
Asiago. E’ dedicato a Copernico perché questo                   costellazione della Lira, che è a 2300 anni luce di
astronomo ha studiato a Padova e proprio in questa              distanza e che riusciamo a vedere distintamente con il
città ha elaborato le sue teorie.                               suo nucleo centrale e l’alone periferico. Riusciamo a
Siamo saliti sulla cupola che abbiamo trovato aperta            vedere anche un agglomerato di stelle a 25 mila anni
verso un cielo terso; l’astronoma ci ha presentato il           luce di distanza.
telescopio ottico che, a differenza dei primi telescopi,        L’astronoma conclude la serata facendoci vedere la
è dotato di specchi e non di lenti; gli specchi                 spettroscopia delle stelle, attraverso la quale riusciamo
permettono al raggio dl luce riflesso di non essere             perfettamente a sapere la loro distanza, la velocità di
deviato.                                                        spostamento ed il materiale di cui sono composte. Lei
Abbiamo visto lo specchio primario che ha un                    attualmente sta studiando le stelle binarie che sono
diametro di 182cm, ha una forma paraboidale per                 ‘80% delle stelle dell’universo.
aumentare ancora dl più il diametro e raccogliere più           Il sole è una stella rara perché singola.
oggetti e lo specchio secondario a forma di iperbole;           Solo il sonno e la stanchezza ci hanno
sopra lo specchio c’è una pellicola di alluminio che            fatto lasciare questo posto magico e queste persone
ogni sei mesi viene cambiata.                                   che, per amore della scienza,si apprestavano a passare
L’alluminio, nella riflessione della luce, non trattiene        una intera notte a studiare le stelle.
le informazioni irrilevanti per l’astronomo. Gli specchi        (Anna Cecchinato)
sono montati su montatura equatoriale per non perdere
l’oggetto puntato anche se c’è rotazione terrestre.
Le immagini raccolte dagli specchi vengono
focalizzate nello strumento osservativo la cui                                    COMPLEANNI
posizione può essere cambiata a seconda dei bisogni.                      Hanno festeggiato nel mese di luglio i soci
L’Astronoma Lina viene interrotta nella sua                                Igino Negro, Gianluigi Favero,
spiegazione dal suo collaboratore che ci invita ad                         Federioco Terrin, Renato Andretta,
uscire dalla cupola per vedere uno splendido tramonto                     Luisa Bergami, Mariella Pesce, e le
sulla città di Asiago.                                          signore Elsa Todesco, Franca Piovesan, Dianella
Successivamente l’astronoma risponde alle nostre                Ambrosi Maria Elena Moro.
numerose domande tra cui quella di come si svolge il            E nel mese di agosto Giorgio Sandri, Giuseppe
suo lavoro . Lina risponde che a una notte                      Malvestio, Pierdomenico Favaro, Ernesto Todesco,
all’osservatorio seguono diversi giorni di studio in            Lorenza Costantino, Gabriella Lazzaro, Maria
laboratorio.                                                    Luisa Cavallo, Chiara Benin.
Ci dice che nel 2012 ci sarà una missione spaziale,              Cin cin.
Gaia, importantissima perché ci farà conoscere la
nostra galassia. Proprio per questa missione,                                              CONGRATULAZIONI
all’osservatorio di Asiago, si sono fatte le osservazioni                            Ci complimentiamo con Antonio
utili per determinare il tipo di strumenti necessari                          Corsano riconfermato assistente del
Successivamente, dalla cupola siamo passati alla sala           governatore ed Evelino Pozzobon eletto presidente
di controllo.                                                   distrettuale Orientamento al lavoro e rapporti con la
L’astronoma ci dice che, a differenza degli anni                scuola.
passati, in cui l’astronomo doveva rimanere a contatto
con il telescopio e quindi al freddo, soprattutto
d’inverno, per tutta la notte, oggi le rilevazioni del
telescopio vengono inviate al computer che si trova in                           CURIOSITA’
laboratorio.                                                    Il diluvio universale era già stato descritto nel poema
E’ stato interessante vedere ,nella sala di controllo, i        sumero-assiro- babilonese di Gilgamesh (2000 a.C.).
diversi monitor: in uno il tecnico ha il controllo              Questa prima versione differisce di poco dalla
completo del telescopio e della cupola, su di un altro          narrazione biblica. L’eroe che salva gli animali
ci sono le coordinate dei diversi punti, su di un altro         nell’Arca , il Noé mesopotamico, prende il nome di
ancora si vedono gli oggetti che si possono ingrandire,         Unapishtim. Nell’epopea di Gilgamesh il diluvio viene
focalizzare, colorare, ecc.                                     rappresentato come un eccesso di vendetta del dio
Ci sono degli archivi, a Strasburgo, con le coordinate          Enlil contro l’umanità corrotta. “Questa è la differenza
delle cose da vedere. Le coordinate sono in ascensione          sostanziale rispetto all’avvenimento biblico, che è
retta (ore), e in declinazione (gradi), che sono la             invece un atto di divina giustizia, e quindi inserito nei
latitudine e la longitudine del cielo. Il nostro tecnico        disegni della Provvidenza” (Marina Franco)

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Altre foto della sera delle consegne

Premio PHF a Giorgio Sandri                Il saluto dell’assistente del governatore

PHF a Gianni Piovesan                      Anna Cecchinato riceve i fiori a fine riunione

Passaggio delle consegne                   Donatello si prepara a dare il suo primo colpo alla campana

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Crisi economica e venerati maestri
E intanto bisogna saperlo, che andare in America incide sulle doti prospettiche, sulla capacità di visione e sulla
qualità delle diagnosi: lo stimatissimo premio Nobel per l'economia Franco Modigliani ogni anno tornava in Italia e
sosteneva che in base ai dati in suo possesso, interpretati dai suoi rigorosi modelli analitici, il Belpaese era
condannato. Il governo, incapace di tenere il punto. I partiti, strutture egoiste e clientelari. I sindacati, organizzazioni
sclerotiche. I leader politici, dei poverini. Ci si aspettava lo schianto, visto che le incrinature stavano diventando
crepe sotto gli occhi di tutti. Mancava ancora la certezza sul momento preciso in cui la catastrofe sarebbe avvenuta, e
su questo la discussione nella comunità degli economisti era aperta. Ma a giudizio esclusivo del grande Modigliani
l'attesa sarebbe stata breve se non brevissima, misurabile in trimestri più probabilmente che in anni. La conclusione
era sempre dello stesso tenore: uno sguardo di compatimento e non capisco come fate a tirare avanti.
L'anno dopo, Modigliani tornava su queste amate e disprezzate sponde, e sugli stessi argomenti, accolto da un
entusiasmo sinistro, si faceva sentire con un'ampia intervista al «Corriere della Sera)), ripetendo l'infallibile solfa:
l'Italia era a pezzi, e il debito era cosi, e il deficit cosà, e insomma non c'era che da aspettare con serena fiducia il
crollo. Che sarebbe stato spaventoso. Weimar. Il Ventinove. L'Otto settembre. La nazione allo sbando. Gesti di
giubilo da parte del club dei catastrofisti, con i cappellini lanciati in aria ed esclamazioni da stadio, accoglievano il
reperto analitico.
Altri dodici mesi e il premio Nobel proiettava sul suo paese d'origine nuove sicure previsioni di bancarotta; e ogni
volta gli applausi aumentavano, perché niente piace di più all'establishment raccolto su un lago o su un 'isola di una
profezia apocalittica. Si sa come vanno i convegni importanti: se il catering è buono, si commenta rapidamente la
qualità delle portate e si passa a ragionare sul disastro prossimo venturo sostenendo che ci stiamo mangiando la dote
e il patrimonio, e oltre tutto il cameriere non ha sostituito la bottiglia di bianco con il rosso; se la cucina è scadente, si
fanno facce schifate e si prende la deludente qualità dei piatti come una conseguenza, subordinata quanto rivelatrice,
del degrado generale.
Sapete com'è, se qualcuno avesse provato a sostenere la tesi in velata contro tendenza, vale a dire: caro professor
Modigliani, dato che in base ai suoi dati e al suo modello noi dovremmo essere già falliti e invece siamo ancora qui
che se magna e se beve, noi abbiamo una conclusione, diversa dalla sua: o sono sbagliati i dati o è sbagliato il
modello; be', quel qualcuno sarebbe stato additato come un irresponsabile, un andreottiano, un fautore del tirare a
campare. Oppure un sindacalista, un comunista, un provocatore. Ragion per cui era d'uopo fare la faccia d'ordinanza e
manifestare un'approvazione prima compunta e poi ironicamente rassegnata di fronte all'illustrazione del disastro
incombente, imminente, immanente, e prorompere in acclamazioni clamorose nel momento in cui Modigliani firmava
con un sommesso «grazie)) e un inchino alla platea la dichiarazione del fallimento nazionale, ripetendo che non
capiva come sopravvivessimo, proprio non capiva.
E. Berselli: "Venerati maestri", Mondadori, 2006                             (Segnalato da Gianni Pezzin)

Il reato di clandestinità
Il Gazzettino del 4 luglio riporta in prima pagina un bellissimo articolo di Ulderico Bernardi, di recente ospite del
nostro Club, dal titolo “Ma anche i nostri diritti vanno difesi”. L’editorialista, evidentemente favorevole al pacchetto
sicurezza approvato, sostiene, in definitiva, che se è giusta la solidarietà verso tanta povera gente costretta ad
emigrare per la precarietà del sistema di vita nei loro paesi, non si può disconoscere il diritto alla sicurezza dei
cittadini italiani, che temono l’invasione dei clandestini.
In un solo punto mi discosterei un poco dall’equilibratissimo pensiero del professor Bernardi, dove dice che “ è
comprensibile che la voce della Chiesa…si alzi per denunciare la sua sofferenza nei confronti delle nuove norme”:
Non sono del tutto d’accordo, sia perché la Santa Sede non ha preso posizione ufficiale sull’argomento (lo ha
affermato il portavoce Padre Federico Lombardi), sia perché il vaticano pone il divieto all’entrata dei clandestini (lo
dice anche Umberto Bossi). Del resto anche alcuni religiosi si sono dichiarati favorevoli al decreto; don Sergio
Mercanzin -si occupa di migranti dall’Est- è del parere che “non possiamo fare entrare tutti”.
Monsignor Marchetto, la Cei, Rosy Bindi e altri sostengono che “questa legge porterà tanti dolori”.
Lasciamoli affabulare.
Se la pensiamo così, lo spirito sociale e di solidarietà dovrebbe, tuttavia, stimolare i Paesi ricchi ad aiutare tanta
povera gente nei loro luoghi di origine, perché la fame e la miseria sono pessime consigliere. Scriveva Omero
(Odissea . Cap. XVII, versetti 286 e segg.) “Nascondere non si può la fame funesta che tante sciagure procura agli
uomini; per essa si armano le navi dai solidi banchi che portano guerra ai nemici sul mare profondo”               ( A.L.)
Considerazione prettamente femminile
Una signora da anni passa quindici giorni d’estate al mare, a Viareggio. Il consorte, che non ama il mare, se ne sta solo a casa.
- Lei al marito: Tu non vuoi venire al mare con me…Io sì vengo in montagna con te…Sei un egoista!

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Il Tempo e il Rotary ( di Vincenzo Costantino )
 Il primo luglio è il capodanno Rotariano, comincia in ogni club la nuova gestione presidenziale e per noi , del
Club di CAMPOSAMPIERO , sarà l'annata di Donatello.
Nuove aspettative e nuovi incontri ci aspettano. Buon lavoro !!!
....Ma non posso star zitto altrimenti, come sono solito dire, mi viene l'ulcera ; mi viene da considerare che
Il Rotary fondato nel 1905 da Paul Harris è aperto a tutti, a prescindere dalla loro appartenenza razziale credo
religioso o politico. In Italia il messaggio fu recepito e realizzato per prima a Milano il 19 dicembre 1923 ad opera
di un gruppo di industriali affermati (Bianchi, Borletti, Caproni, Mira e altri), di professionisti di alto livello e di
professori universitari e cioè in forma rigorosamente selettiva in difformità da quello americano democratico e
selettivo soltanto per livello di competenza ed educazione. Il secondo Club fu quello di Trieste nel 1924;
seguirono nel 1925 i Club di Roma, Napoli e Torino. Nel Luglio del ’28, il Principe Piero Ginori Conti,
assumendo la Presidenza del Rotary italiano, affermava che il Rotary si ispirava ai principi della più alta
rettitudine, propugnava la formazione di un opinione pubblica meglio informata e per quanto riguardava la
Religione, godeva di una completa ed assoluta autonomia di pensiero ed azione al di fuori di qualsiasi vincolo
religioso e politico, per cui era propugnatore di libertà e democrazia.
Nel 1938 Ranelletti presiede la riunione in cui viene decisa la sospensione di ogni attività rotariana in Italia.
Dopo la guerra Ranelletti presiede a Pallanza l’Assemblea straordinaria per la ricostruzione ufficiale del Rotary in
Italia.Nel 1978 veniva fondato il Rotary club di Camposampiero .
Ne è passato di tempo anche se personalmente ne ho vissuto solo una minima parte:il tempo passa (Panta rei).
A pensarci bene il tempo è la sola entità che non ha un suo antitetico. La luce ha per antitesi l’oscurità, il pieno ha
il vuoto, il suono ha il silenzio, il protone ha l’antiprotone, la materia l’antimateria, la vita ha la morte, etc.
Non conosciamo o comunque non abbiamo esperienza di un antitempo, cioè di un tempo che procede
all’indietro col rispettivo orologio avente moto retrogrado. Anche il mondo speculare della fisica moderna deve
evolvere nel tempo. Il tempo è una delle grandi esperienze archetipiche dell’uomo e ha eluso tutti i tentativi di
arrivare ad una spiegazione razionale. È stato detto che esso è qualcosa che presiede alla vita. L’uomo primitivo,
assistendo impotente al succedersi dei giorni e all’avvicendarsi delle stagioni, ha acquisito la consapevolezza degli
andamenti, ciclici o lineari, dei fenomeni naturali: il sorgere e il tramontare del sole, le fasi lunari, gli hanno
fornito una prima idea della successione del tempo. L’impossibilità di prevedere gli eventi e di poter incidere
sull’andamento dei fenomeni naturali gli ha dato, da un lato, l’incertezza del futuro, dall’altro, la certezza del
limite inesorabile imposto dalla durata della propria vita. Il tempo è responsabile dell’esistenza, come una forza
spietata e occulta della natura, un essere misterioso che ogni giorno toglie all’uomo un giorno di vita e a ciascuno
offre, come conclusione, l’annientamento. Per questo il tempo è stato temuto più di qualsiasi altra forza della
natura (il fuoco, l’acqua, il vento, le epidemie): le antiche religioni lo hanno elevato a divinità, gli hanno sacrificato
delle vittime e hanno cercato di “svalutare” e di superare il tempo, svuotando la morte del significato di
annientamento dell’essere, contrapponendo ad essa aspirazioni all’immortalità, sia in senso materiale che
spirituale, con sistemi di pensiero che contemplavano ad esempio: la reincarnazione e l’eterno ritorno con la
prospettiva di nuove vite, oppure la credenza che la morte è la rinascita dalla quale inizia la vera vita eterna.
Nella Grecia antica il tempo, nell’accezione comune, veniva chiamato “cronos”, ciò ha reso possibile la sua
identificazione con Crono il padre di Zeus, che originariamente stava ad indicare il fluido vitale presente negli
esseri viventi e di conseguenza il loro destino e la durata della loro vita.
Il tempo come divinità lo si ritrova anche in India (Bhagavad -gita) nel III-IV sec. a.C. In Cina era visto come un
aspetto fondamentale del principio dinamico e creativo dell’Universo, appartenente al principio maschile yang,
mentre la controparte femminile yin era associata allo spazio. Concezioni analoghe si ritrovano presso i Maya e
gli Aztechi.La primitiva idea del tempo è legata alle successioni temporali che l’uomo riteneva più importanti:
l’attività della natura e il fluire della vita umana erano considerati come parti di un medesimo aspetto.
Il primo calendario del quale si hanno sufficienti informazioni è quello egizio della XVIII dinastia (intorno al
1500 a.C.). Esso comprendeva un complicato sistema di riti ideati per assicurare il ritorno quotidiano del sole dal
mondo inferiore e il ritorno della feconda inondazione del Nilo nella giusta stagione.
Per questo motivo il tempo fu considerato un qualcosa di magico (e in seguito di religioso), che determina gli
eventi, ma che può essere in qualche modo influenzato da opportune azioni rituali, tanto da instaurare un’ampia
serie di procedure magico-religiose ritenute necessarie a portare l’armonia fra l’ordine soprannaturale e quello
umano. Gli antichi egiziani osservavano che il sole moriva ogni sera e risorgeva al mattino; il Nilo cominciava ad
agonizzare in ottobre e rinascere a giugno. Nel tentativo di scoprire le leggi divine che si manifestavano negli
eventi apparentemente casuali, gli uomini sono stati indotti a fare delle osservazioni che li hanno condotti a
trattare il tempo come misurabile.
Ma basta è passato troppo tempo anche per voi che avete avuto la compiacenza di leggere quanto su scritto ; dei
misuratori del tempo poi credo ce ne potrà parlare il nostro socio Pellanda più esperto di me.

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