La Gazzetta dell'Accademia - Mensile di informazione culturale - Accademia della Musica Lanciano

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La Gazzetta dell'Accademia - Mensile di informazione culturale - Accademia della Musica Lanciano
Anno I n.1 - marzo 2019                               Aut. n. 1/2019 del 22.01.2019 del Tribunale di Lanciano

   La Gazzetta dell’Accademia
                                                                        Mensile di informazione culturale
                                          Distribuzione gratuita
                                          Redazione: Via Cesare Battisti, n. 5 - 66034 - Lanciano (CH)
                                          Direttore Responsabile: Aldo Di Virgilio

 Nasce a Lanciano un mensile di informazione culturale

      I concerti
   dell’Accademia                     La Gazzetta dell’Accademia nasce dalla volontà di un gruppo di persone
                                      che amano la cultura in tutte le sue forme e che hanno trovato
                                      nell’Accademia della Musica di Lanciano un punto di incontro. Il nostro
                                      territorio è ricco di arte: le chiese custodiscono dipinti di inestimabile valo-
                                      re estetico e storico; le penne di poeti e letterati sono sempre attive e le
                                      note dei musicisti risuonano in ogni dove. Siamo coscienti ed informati di
                                      tutto questo? La risposta è no e al posto di arrenderci abbiamo deciso di
                                      diffondere quello che sappiamo e che orgogliosamente chiamiamo nostro.
                                      Nella Gazzetta trova spazio la cultura in tutte le sue forme: musica, pittura,
                                      scultura, letteratura, teatro. Ci occuperemo di critica, quella costruttiva, di
                                      pubblicizzazione di concerti e manifestazioni di interesse culturale, senza
                                      tralasciare le piccole realtà che troppo spesso rimangono nell’ombra. Anzi,
                                      il nostro desiderio è proprio quello di ripartire dai piccoli centri dove la
Da marzo la città di Lanciano         cultura ha un significato ancora più profondo e dove le tradizioni sono più
avrà una nuova stagione musica-       radicate. Ci avvarremo di musicisti, musicologi, conferenzieri, scrittori,
le grazie all’Accademia della         saggisti e storici. La Gazzetta sarà distribuita gratuitamente sia in formato
Musica, da sempre impegnata           cartaceo che digitale, con l’obiettivo di raggiungere il più ampio numero di
nella divulgazione della musica,      persone possibile affinché la cultura possa tornare al centro della nostra
specialmente classica. Un calen-
                                      vita. Ci saranno rubriche dedicate ad approfondimenti musicali e recensio-
dario ricco di eventi che avrà
                                      ni di libri.                                                   Giovanni Sabella
come protagonista la musica
colta. Ci sarà spazio anche per la
musica da film per omaggiare i
compositori italiani. La stagione
inizierà il 17 marzo con un con-
certo per pianoforte e trombone
a cura dei maestri Aldo Caterina
e Giovanni Sabella. Durante i
concerti il pubblico sarà accom-
pagnato da brevi interventi con
l’obiettivo di favorire un ascolto
consapevole e poter apprezzare
ancor di più i repertori che via
via saranno proposti. Alla fine di
ogni concerto sarà offerto un
aperitivo. Ingresso € 8.

 Per ricevere il mensile direttamente a casa inviaci una e-mail all’indirizzo di posta elettronica:
 lagazzettadellaccademia@gmail.com oppure chiama il numero 327-6761278
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2 La Gazzetta dell’Accademia

Aldo Di Virgilio parla del suo romanzo, Amanita Phalloides
                                     dell’aggressione delle emissioni        trebbe riparare ai tanti errori
                                     gassose e sonore e liquide che ci       commessi dall’uomo occidentale
                                     rintronano il cervello e ci restrin-    e francamente, lo ammetto, oggi
                                     gono l’orizzonte…                       come oggi non vedo alternative
                                     Ci ammaliamo all’improvviso,            ragionevoli, impregnati come
                                     senza consapevolezza dei motivi         siamo dalla pulsione predatoria,
                                     e quando li scopriamo è già trop-       per poter vedere il mondo in
                                     po tardi.                               maniera diversa da come lo ve-
                                     Io sarò pure egoista, magari un         diamo, un’enorme mammella da
                                     codardo, ma mi fa ancora più            spremere con arroganza e vio-
                                     spavento a prospettiva della            lenza, nonostante i pur lodevoli
                                     morte tumorale, va bene? Ed è           sforzi delle citate associazioni
                                     per questo che ho scritto Amani-        ambientalistiche, WWF, Green-
                                     ta Phalloides. Quello che mi met-       peace, Save the Planet eccetera…
                                     te anche paura, oggi, è il fatto        Saremmo, dunque, destinati alla
Loro sono bravi, e li ammiro. Loro   che uomini e donne occidentali          morte?
sono bravi perché, primo, in que-    abbiamo smarrito il valore della        All’autodistruzione?
sta società a scopo di lucro lo      terra; ci camminiamo sopra,             All’estinzione? Forse si, o forse
fanno solo per passione, non per     l’attraversiamo ma non ne cono-         no…Esistono abitanti delle zone
un immediato tornaconto perso-       sciamo il significato. Cos’è, allora,   più remote del pianeta che han-
nale e, secondo, perché ci vuole     la terra? A cosa serve? Che tipo        no ben presente il valore della
un coraggio da leoni quando ti       di rapporto ne discende? Neppu-         grande madre; esistono popoli
metti di traverso con una bar-       re i contadini, gli umani più a         primitivi che fiutano l’odore di
chetta tipo canotto lungo la         contatto con essa, e che da essa        una pianta a chilometri di distan-
traiettoria di una petroliera tipo   traggono direttamente i frutti del      za, che parlano agli animali, che
grattacielo.                         sostentamento, si accorgono di          si orientano senza bussole, che
Loro sono bravi, certo, e io pur-    quale funzione svolga per la vita.      non lasciano orme quando pas-
troppo mica tanto; perché non        La terra è la grande madre di           sano sulla sabbia… Sono gli ultimi
sono capace di slanci di generosi-   tutte le creature; è colei che ha       figli della terra, i suoi eredi legit-
tà uguali, e figuriamoci di ardi-    generato chi ci genera, che ci          timi, gli unici degni di combattere
mento.                               accompagna nella crescita e che         l’unica guerra che oggi avrebbe
Io sono egoista, e pure fifone,      su di noi veglia, al di là ed al di     un senso combattere, la difesa
mannaggia.                           sopra dei genitori biologici. La        del pianeta da noi stessi. Ma se
Come me ce ne sono tanti, gente      differenza tra la grande madre e        noi, se noi occidentali… li imitas-
capace di grossi proclami, anche     la piccola madre sta nel tipo di        simo? Se noi, se noi occidentali,
pubblici ma poi, tirando le som-     legame, con una è di tipo spiri-        recuperassimo queste antiche
me, non smuovono un dito per la      tuale e con la seconda di tipo          culture e i loro rituali sciamanici?
causa ecologica, quindi ben ven-     materiale, dunque il legame spi-        Cosa succederebbe, ad esempio,
gano le associazioni come le loro    rituale lo coglierai solo se avrai      se in una zona del Centro Italia si
che ci mettono la faccia e certe     una sensibilità acuita, e quindi        impiantasse un avamposto abo-
volte anche la libertà personale     solo così comprenderai quanto           rigeno? A questo, e ad altri inter-
pur di tutelare questo pianeta       sia importante averne rispetto.         rogativi planetari, risponde que-
dall’inquinamento di industrie e     Altri oltraggi, altre ferite, altre     sto romanzo pieno di echi miste-
automobili e fogne e calore do-      azioni dissennate non le soppor-        riosi, e voci trascendentali.
mestico e rifiuti urbani e rifiuti   terebbe; se non la smettiamo
speciali; distratti dal consumismo   subito, ci ripudierà. Ho pensato                             Aldo Di Virgilio
sfrenato non ci accorgiamo           per molto tempo a come si po-
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 Irene Giancristofaro parla della sua raccolta di poesie, Da lontano
                            Da lontano è un mio libro di        tutto ciò che è all’origine del moto inesauribile delle
                            poesie, edito dalla Nuova           cose. Il libro comprende trentasettedove “il silenzio fa
                            Gutemberg di Lanciano. Pub-         da padrone, come il tiranno odiato e amato di questa
                            blicato nell’ottobre 2018, è        nostra realtà ferita”, come riportato nell’introduzione.
                            dedicato a tutti coloro che         La brevità è un tratto che contraddistingue lo stile
                            fanno di una mancanza un            delle mie poesie. “I lavori di poesia vogliono per natu-
                            atto creativo. “Solo la memo-       ra esser corti. E tali furono e sono tutte le poesie pri-
                            ria ha respiro d’infinito e la      mitive (cioè le più poetiche e vere), di qualunque ge-
                            storia veste a lutto quando         nere, presso tutti i popoli”. Così scriveva Giacomo
                            manca a se stessa”, questa la       Leopardi, capace di cogliere complessi stati d’animo
                            traccia che percorre la mia         dell’essere umano, al di là di qualsiasi retorica.
vita e le altre vite che si compongono tra le pagine del        Le pagine dispari del volumetto sono riservate ai let-
volumetto in un mosaico di immagini ed emozioni                 tori, che avranno a disposizione fogli a righe su cui
autentiche, dove le parole “semplicemente” dicono.              poter scrivere appunti e considerazioni personali. Uno
Tutti noi veniamo da lontano. Siamo vissuti negli altri,        spazio che facilmente si presta a pensieri elaborati nel
ancor prima di essere nati. Io sono ciò che ero o che           tempo o a impressioni immediate su quanto letto. Un
non sarò più, come accade a ciascuno di noi, e lo scri-         esperimento originale per essere “co-autori” del libro
vo in versi asciutti ed essenziali, come essenziale è           insieme a me, oltreché autori di sé stessi.

                                                                                                    Irene Giancrisofaro

 M. Clementi – N. Jomelli – G.M. Rutini
 Integrale del repertorio Italiano per Clavincebalo a 4 mani
Il CD, già registrato nei giorni 18 e 19 giugno 2017 presso la chiesa di San Giovanni al Monte, a Quarona (VC), e pub-
blicato dalla casa discografica italiana TACTUS ad ottobre 2018, prevede la regi-
strazione di lavori inediti. Il CD è stato inoltre presentato ufficialmente in Tailandia
nell’ambito del Thai Italian Festival 2018 nel mese di ottobre, unitamente ad un
concerto comprendente alcune delle musiche incluse nel CD. La Sonata in Do
Maggiore di Niccolò Jommelli (1714-1774), i Quattro Duetti (tre duetti op. 3 e un
duetto op. 6) di Muzio Clementi (1752-1832) e i 12 Brevi Divertimenti di Giovanni
Maria Rutini (1732-1797) in programma costituiscono gli unici esempi di musica
italiana per tastiera a 4 mani effettivamente destinati ed eseguibili al cembalo. I
due esecutori, Alberto Firrincieli e Mario Stefano Tonda, hanno costituito il DUO
Harpsichord for two in Tailandia nel 2013.
                                                                                                     Alberto Firrincieli
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 La musica il suono del silenzio, il ritmo della vita
                                  Cosa è la musica? Dai      rarchie angeliche di coro in coro, di gerarchia in gerar-
                                  primordi dell’umanità      chia. Cosa sono queste “lodi”? Si tratta di colloqui
                                  molti si sono interroga-   spirituali, di direttive, di formulazioni di leggi che ten-
                                  ti riguardo a questo       dono a reggere il sistema cosmico: sono comunicazio-
                                  enigma, che deve ne-       ni ad un livello superiore, attraverso cui ogni cosa nel
                                  cessariamente restare      mondo può inserirsi armonicamente e vivere in modo
                                  insoluto, per la maggior   sinergico con il tutto.
                                  parte degli umani che      I poeti direbbero: sono le parole magiche che dall’alto
                                  vi si accingono con        dei Regni superiori angeli e arcangeli si scambiano, le
                                  l’ordinario intelletto.    quali organizzano la vita ovunque. La Musicha delle
                                  Definire la musica è un    sfere è l’insieme dei dialoghi fra le forze universali:
         Tiziano Bellucci
                                  arduo compito. Per         sono vibrazioni inudibili che operano come forze tes-
farlo occorre uscire dai canoni ordinari di spazio e         senti e reggenti la vita.
tempo, di materia e sostanza.                                Si può quindi affermare che la musica non è l’arte dei
“La musica è l’arte di pensare con i suoni” dice il poe-     suoni, come descritto in ogni manuale musicale. La
ta Novalis. A differenza di ciò che è scritto in ogni        musica è la silenziosa vita del mondo.
buon accademico manuale di musica nei quali si dice          Non a caso alcune tradizioni chiamano Dio, la Voce
che la “musica è l’arte dei suoni”.                          del silenzio.
La musica è immateriale. Abbraccia il solo senso             Dove si trova la musica? Se volessimo spiegare ad un
dell’udito. Tuttavia ha una natura simile al sentimen-       bambino cosa è la musica, dovremmo dirgli che essa è
to; lo stimola, lo alimenta come se fosse fatta di me-       un essere magico, una Musa che non vive in questo
desima essenza. È potente e travolgente e coinvol-           mondo. Abita nello stesso posto dove ogni notte il
gente. Fluisce, avvolge, compenetra come un liquido          bimbo va quando si addormenta. Il mondo delle stel-
invisibile, ammaliante.                                      le. La musica è il suono che i pianeti e le stelle produ-
Una questione interessante per iniziare, sarebbe             cono girando su se stessi. E siccome i pianeti principali
chiedersi: da dove prende il musicista i modelli per         sono sette, anche sette sono le note che noi usiamo
creare la sua musica? Infatti non esiste in natura la        per suonare sulla terra.
musica. Sarebbe un errore credere che i suoni natura-        Ogni notte ogni bimbo “ascolta” il suono delle sfere
li, i rumori e i linguaggi animali fossero musica.           planetarie e ne porta con sé il ricordo quando si sve-
Per ora, ci basti sapere che quei modelli non si trova-      glia come presentimento. E ode quei suoni in modo
no nel mondo fisico, ma altrove.                             diverso, a secondo se ha compiuto qualcosa di buono
Un altro argomento da chiarire è il seguente: si crede       o cattivo durante il giorno. Se ha fatto qualche monel-
che la musica venga creata nel momento in cui si toc-        lata, durante il sonno, quei suoni sembreranno simili a
ca uno strumento musicale. Che cominci ad esistere in        dei sibili, dei rumori fastidiosi, che sembrano come
quel momento: prima e dopo non esiste. Che possa             volergli dire: “quante stonature hai fatto oggi! Ecco la
nascere solo nel presente, durante l’esecuzione. Si          nostra risposta!” Al risveglio sentirà come se un ange-
suppone che la musica viva entro la creatività del           lo, una fata lo avesse rimproverato mostrando il suo
musico, nella sua mente e che grazie ad esso venga ad        dito indice. In realtà quella fata è Musicha.
esistere.                                                    Musicha non è un insegnante bacchettone e bronto-
In realtà, tutto questo viene pensato solo perché ci si      lone. È la mamma di ogni stella, di ogni essere sulla
ferma all’apparenza e non si vuole andare in profondi-       terra. Ama ogni creatura, e proprio perché la ama fa
tà. Per molti mistici la musica delle sfere è l’insieme      di tutto per educarla con saggezza e bontà.
dei canti e delle lodi che vengono intonate dalle ge-

                                                                                                       Tiziano Bellucci
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Fedele Fenaroli 1818 – 2018 ed oltre
Dalla riscoperta alla valorizzazione
Si è recentemente conclusa la                                                                  ti fecero del Maestro
stagione, invero nel complesso                                                                 lancianese una figura
modesta quanto a risonanza a                                                                   di riferimento nel
livello nazionale, delle celebra-                                                              panorama musicale
zioni fenaroliane, tenute in mas-                                                              europeo tra il 1820 e
sima parte dal Conservatorio di                                                                il 1880, un vero e
Musica di Pescara nell’ambito di                                                               proprio ponte di col-
un apposito progetto contenitore                                                               legamento tra la tra-
di durata annuale.                                                                             dizione dello Stile
Lungi da me fornire anche in                                                                   Galante ed i nuovi
questa sede le prove circa                                                                     gusti e tendenze del
l’oramai riconosciuta importanza        primo e secondo Romanticismo musicale: una sorta di nostrano elemento
del celebre “Maestro dei Mae-           di equilibrio per i preponderanti ed inevitabili protagonisti d’area tedesca
stri”: ne darò per scontata la          tra fine Settecento e primi Ottocento.
sostanziale condivisione da parte       Non si spiegherebbe altrimenti la testimonianza di Giuseppe Verdi, che il
del lettore.                            1° Febbraio 1871, nell’oramai famosa lettera al Ministero dell’Istruzione
Il problema che vorrei qui illu-        del Regio Governo Italiano, citava espressamente il metodo dei Partimenti
strare riguarda casomai le ragioni      del Fenaroli, sussidio didattico su cui lo stesso compositore parmense si
di una non ancora avvenuta ed           era tanto esercitato da giovane, quale testo fondamentale per la compren-
oramai non più rinviabile rilettu-      sione dei rudimenti dell’armonia, del contrappunto e delle prime tecniche
ra e valorizzazione delle opere di      compositive.
uno dei principali rappresentanti       Ancora le generazioni di compositori di fine secolo, come ad esempio il
della Scuola Napoletana, anche          calabrese Francesco Cilea (1866-1950), non disdegnarono la quotidiana
alla luce di alcune riflessioni pre-    pratica sui bassi dei Partimenti, coltivando una tradizione che pur adattan-
sentate nel corso del convegno          dosi ai nuovi organici strumentali ed ai nuovi linguaggi, non dimenticava le
de “Il Saggiatore” a Bologna.           proprie origini: un vero e proprio trait d’union sia storico che culturale e
Il fenomeno della circolazione          musicale.
delle opere e della valutazione         Il fenomeno fu accompagnato, seppure sporadicamente, da una discreta
della figura di Fedele Fenaroli,        letteratura documentaria; nonostante l’appiattimento su posizioni relati-
dalla scomparsa (avvenuta il 1°         vamente generiche e comunque consolidate (l’insegnante dalla lunga car-
gennaio 1818) ai tempi moderni          riera presso i Conservatori di Musica a Napoli, il redattore su base organica
merita certamente un seppur             dei Partimenti), anch’essa contribuì alla sopravvivenza storica del perso-
sintetico approfondimento.              naggio (si pensi ad esempio alle manifestazioni celebrative tenutesi a Lan-
La tradizione della scuola di           ciano nel 1868 e nel 1918).
composizione così come costrui-         Arriviamo così alla seconda metà del secolo scorso, dove effettivamente il
ta dal Fenaroli ebbe certamente         contesto socio-culturale inizia a cambiare. Il primo tentativo coronato da
nel primo XIX secolo una effetti-       successo di rivalutazione delle opere di Fenaroli lo si deve nel 1968 ad uno
va sopravvivenza. La vivente            straordinario pianista e direttore, Carlo Zecchi (1903-1984). Grazie ad una
testimonianza dei numerosi allie-       collaborazione con la casa editrice Carisch per pubblicazioni pianistiche
vi, diretti ed indiretti (presenti, è   destinate ad un grande pubblico, viene infatti riscoperta la tradizione di
bene ricordarlo, non solo nel           metà/fine Settecento di tradizione napoletana, a cominciare appunto da
Regno Borbonico ma di fatto in          Pergolesi e Fenaroli. La portata del successo editoriale, pur scaturito da
tutta Italia) e lo straordinario        strategie prettamente commerciali, è documentato dall’ampio numero di
successo editoriale dei Partimen-       copie presenti ancora oggi nelle biblioteche dei Conservatori Italiani.
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Purtroppo a quel primo impor-          il fenomeno dei Partimenti (e naturalmente il contributo di Fenaroli) quale
tante input non faranno seguito        pietra angolare della scuola di composizione napoletana ed i suoi riflessi a
due altrettanto fondamentali           livello europeo. Il convegno nazionale del 2008, coordinato dal già citato
passi: una adeguata produzione         Gianfranco Miscia, a cui parteciparono altre valide figure nazionali (France-
discografica e, quale inevitabile      sca Seller, Rosa Cafiero, Antonio Carroccia) e regionali (Alberto Mammarel-
precedente, una ricerca sulle          la, Marco Della Sciucca) fu il canto del cigno di quella breve stagione.
fonti musicali condotta con crite-     Pesarono in seguito la mancanza di una organica e temporale strategia
ri e metodologie scientifiche. Pur     organizzativa e della relativa programmazione finanziaria: né l’Estate Mu-
sporadicamente oggetto in alcuni       sicale Frentana - Associazione “Fedele Fenaroli” né i rari tentativi editoriali
casi di interesse da parte di in-      riuscirono ad invertire una nuova fase di declino.
terpreti di un certo rilievo non       Anche alcune promozioni discografiche dell’epoca, in genere mediocri,
solo nazionale come l’organista        contribuirono non poco a supportare l’idea che fosse inevitabile destino
Arturo Sacchetti, d’altra parte        che le composizioni del Fenaroli non dovessero vedere più la luce.
periodicamente al centro di at-        Sottovalutando invece un elemento che avrebbe dovuto attirare da subito
tenzioni da parte del pianista         l’attenzione degli addetti ai lavori: ossia, che la produzione del Fenaroli (in
compositore e ricercatore Anto-        grande parte musica sacra, ma anche da camera e tastieristica), ben più
nio Piovano, Fenaroli non trova        numerosa di quella che ancora oggi si pensi, è la testimonianza diretta e
di fatto una collocazione che          pratica proprio del metodo dei Partimenti e di quelle regole. Senza una
superi certe trite formule stereo-     competenza specifica in grado di leggere ed applicare quelle tecniche di
tipe, posizione condivisa di fatto     improvvisazione che sono alla base del successo di quel metodo, le opere
anche dalla ricerca musicologica       del Fenaroli appaiono scolorite testimonianze di un glorioso passato.
nazionale.                             Quando si tratta di composizioni invece dalle molte inespresse convenzioni
Il nuovo segnale arriva nel 1980:      e strutture, che solo per chi abbia competenza sui Partimenti posso appari-
l’anno per la celebrazione del         re evidenti.
250mo anniversario dalla nascita       A dieci anni di distanza dal convegno nazionale del 2008, il progetto conte-
svoltasi a Lanciano pone infatti le    nitore del Conservatorio pescarese ha momentaneamente riportato alla
basi per la nascita di una nuova       ribalta nazionale la figura di questo straordinario compositore abruzzese.
generazione di affermati musici-       In mancanza di esplicite scelte d’intenti da parte di enti privati e pubblici
sti e preparati ricercatori. La fine   che sarebbero forse i più indicati a valorizzare le opere del Fenaroli, si è
del secolo scorso vede il progres-     deciso di seguire una strada certamente pionieristica ed individuale, certi
sivo affermarsi Gianfranco Miscia      che anche l’impegno di pochi, se di qualità, potrà creare alla fine quelle
(per la ricerca) e Massimo Ber-        indispensabili premesse.
ghella (per l’esecuzione musicale)     Grazie infatti alla fondazione di un apposito e snello team di ricercatori e
quali primi moderni protagonisti       musicisti, cercheremo di attuare tali obiettivi sin dal 2019, grazie anche alla
di una significativa Fenaroli –        collaborazione di una qualificata organizzazione regionale, l’Istituto Nazio-
renaissance.                           nale Tostiano di Ortona, che ha supportato la creazione di un primo picco-
La vera occasione vi sarà in tempi     lo e speriamo efficace laboratorio di studio e produzione, l’Atelier Fenaroli
ancora più recenti (anni 2000),        2019, attivo tra aprile e giugno con una prima serie di appuntamenti.
con la riscoperta su base europea      Nella speranza di ricollocare la figura e l’opera di Fedele Fenaroli nel con-
dello Stile Galante, grazie agli       testo socio-culturale, storico e musicale, italiano ed europeo, che quel
studi di Gjerdingen, Sanguinetti e     personaggio merita.
Van Tour. Questi ultimi furono                                                                       Massimo Salcito
capaci di focalizzare, con ben
maggiore profondità di quanto si
fosse fatto fino a quel momento,
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Dalla leggenda della Vera Croce al traffico delle reliquie
                                                                           Nel 1995, nel campanile della Chiesa di San
                                                                           Nicola a Lanciano, furono scoperte alcune
                                                                           pitture murali, raffiguranti l’episodio di Seth e
                                                                           l’edificazione del tempio di Salomone. Tali
                                                                           pitture fanno parte del ciclo de La leggenda
                                                                           della Vera Croce, nel quale viene narrato il
                                                                           ritrovamento, da parte dell’imperatrice Elena,
                                                                           madre di Costantino il Grande, del pezzo di
                                                                           legno sul quale venne crocifisso Cristo. La
                                                                           leggenda che, dal latino invenire prende il
                                                                           nome di Inventio Crucis, si diffuse
                                                                           nell’Occidente medievale nel XIII secolo grazie
                                                                           al domenicano Jacopo Da Varazze che, nella
                                                                           sua monumentale Legenda Aurea, vi dedicò
                                                                           un intero capitolo. L’eco delle gesta narrate
                                                                           dal domenicano fu tale che, grandi artisti co-
                                                                           me Piero della Francesca, nella cappella Bacci
della Chiesa di San Francesco di Arezzo, vi dedicarono interi cicli di affreschi.
Durante la riforma protestante, si accese un vivace dibattito sulla reliquia della Vera Croce: gli interessi commerciali
che giravano attorno al mondo delle reliquie furono tra gli argomenti usati dagli oppositori del culto. La leggenda del
ritrovamento, così come dirà lo storico tedesco Engeman, sarebbe stata creata per giustificare il vivace e proficuo
commercio di particelle della Croce. È lo storico Edward Gibbon, in Storia della decadenza e caduta dell’impero ro-
mano, a ricordarci lo «zelo» o, per meglio dire «l’avidità», del clero di Gerusalemme nell’utilizzare gli strumenti della
passione di Cristo ai fini di un lucroso commercio. Lo storico, nel narrare il rito del pellegrinaggio, tira in causa
l’usanza di incastonare piccoli pezzi di Croce, donati dal Vescovo, in gemme e oro, che i pellegrini portavano trion-
fanti nei rispettivi paesi.
I riformisti, contestatori del culto, misero in dubbio l’autenticità del ritrovamento della Croce sulla base del silenzio
del principale storico contemporaneo: Eusebio di Cesarea. Il gran numero di frammenti disseminati per il mondo fu,
inoltre, un altro elemento nelle mani dei contestatori: la quantità era tale che si sarebbe potuta riempire una nave,
costruire trecento forche o armare addirittura un’imbarcazione da guerra. La presenza di così tanti frammenti aveva
provato a spiegarla a suo tempo Paolino da Nola con il cosiddetto miracolo della reintegrazione: per quanti pezzi e
schegge se ne sottraessero, il legno della Croce era dotato di un segreto potere riproduttivo che ne lasciava intatta
la materia. Il riformatore Calvino però, si fece beffe di tale miracolo.
A parlarcene è Colin De Plancy nel suo satireggiante Dizionario delle reliquie e delle immagini miracolose. Utilizzan-
do toni non dissimili al riformatore, l’autore francese, sul fenomeno dei numerosi frammenti, nell’elencare le nume-
rose chiese che accolgono la reliquia della Vera Croce, ne riporta l’intera citazione:
«Che la Croce inventata da S. Elena sia la stessa sulla quale fu crocifisso Gesù Cristo, io mi rifaccio a ciò che si dice,
non mi interessa sapere se ad ispirare Sant’Elena fu una folle curiosità o una stupida devozione.
Supponiamo pertanto che sia stata un’impresa ammirevole cercare la Vera Croce e che Gesù Cristo l’abbia fatta rico-
noscere mediante un miracolo e vediamo ciò che essa divenne in seguito.
Il Vangelo è abbastanza chiaro sul fatto che la Croce poteva essere portata da un solo uomo. Attualmente se ne mo-
strano tanti pezzi che trecento uomini non riuscirebbero a portarli. Ed ecco la scusa che si presenta per mascherare
questa incongruenza, ed è che, nonostante i danni che subisce, la Vera Croce non diminuisce per niente e resta sem-
pre intera a Gerusalemme.
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È una menzogna così grossolana che anche i devoti più superstiziosi non osano più ripeterla e la maggior parte delle
chiese che posseggono alcuni pezzi della croce non hanno altra possibilità che attribuirle un’origine soprannaturale.
C’è chi afferma che il pezzo in loro possesso è stato riportato da un angelo, altri che il loro è caduto dal cielo. Quelli di
Poitiers raccontano che il loro frammento fu dato da una damigella che l’aveva rubato all’imperatrice Elena, e che si
perse nel Poitou, sfuggendo a questa pia principessa di cui era cameriera. Aggiungono che questa damigella era zop-
pa.»
Successivamente, gli esponenti della controriforma si adoperarono nel dimostrare la fondatezza della scoperta della
Croce, riprendendo le testimonianze dei Padri della Chiesa.
Jacob Gretser, controversista gesuita, ebbe l’idea di concentrare il dibattito sulle testimonianze materiali, ovvero le
più antiche stauroteche, soprattutto quelle di area orientale, logisticamente più vicine alle vicende dell’Inventio
Crucis. Da un conflitto religioso, nacque una ricerca sull’espansione di questa classe di oggetti sacri e il dibattito della
controriforma, al di là della scopo prefisso, portò a migliorare la conoscenza delle arti minori del medioevo soprat-
tutto dell’area bizantina.
Così, grazie alle descrizioni presenti nei vecchi inventari medievali, fu possibile ricostruire l’aspetto dei reliquiari
antichi.

                                                                                                           Grazia Pecoraro

    Stampato dall’Associazione Accademia della Musica, via Cesare Battisti n. 5/A, 66034 Lanciano (CH)
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