La Gazzetta dell'Accademia - Mensile di informazione culturale - Accademia della Musica Lanciano
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Anno I n.1 - marzo 2019 Aut. n. 1/2019 del 22.01.2019 del Tribunale di Lanciano La Gazzetta dell’Accademia Mensile di informazione culturale Distribuzione gratuita Redazione: Via Cesare Battisti, n. 5 - 66034 - Lanciano (CH) Direttore Responsabile: Aldo Di Virgilio Nasce a Lanciano un mensile di informazione culturale I concerti dell’Accademia La Gazzetta dell’Accademia nasce dalla volontà di un gruppo di persone che amano la cultura in tutte le sue forme e che hanno trovato nell’Accademia della Musica di Lanciano un punto di incontro. Il nostro territorio è ricco di arte: le chiese custodiscono dipinti di inestimabile valo- re estetico e storico; le penne di poeti e letterati sono sempre attive e le note dei musicisti risuonano in ogni dove. Siamo coscienti ed informati di tutto questo? La risposta è no e al posto di arrenderci abbiamo deciso di diffondere quello che sappiamo e che orgogliosamente chiamiamo nostro. Nella Gazzetta trova spazio la cultura in tutte le sue forme: musica, pittura, scultura, letteratura, teatro. Ci occuperemo di critica, quella costruttiva, di pubblicizzazione di concerti e manifestazioni di interesse culturale, senza tralasciare le piccole realtà che troppo spesso rimangono nell’ombra. Anzi, il nostro desiderio è proprio quello di ripartire dai piccoli centri dove la Da marzo la città di Lanciano cultura ha un significato ancora più profondo e dove le tradizioni sono più avrà una nuova stagione musica- radicate. Ci avvarremo di musicisti, musicologi, conferenzieri, scrittori, le grazie all’Accademia della saggisti e storici. La Gazzetta sarà distribuita gratuitamente sia in formato Musica, da sempre impegnata cartaceo che digitale, con l’obiettivo di raggiungere il più ampio numero di nella divulgazione della musica, persone possibile affinché la cultura possa tornare al centro della nostra specialmente classica. Un calen- vita. Ci saranno rubriche dedicate ad approfondimenti musicali e recensio- dario ricco di eventi che avrà ni di libri. Giovanni Sabella come protagonista la musica colta. Ci sarà spazio anche per la musica da film per omaggiare i compositori italiani. La stagione inizierà il 17 marzo con un con- certo per pianoforte e trombone a cura dei maestri Aldo Caterina e Giovanni Sabella. Durante i concerti il pubblico sarà accom- pagnato da brevi interventi con l’obiettivo di favorire un ascolto consapevole e poter apprezzare ancor di più i repertori che via via saranno proposti. Alla fine di ogni concerto sarà offerto un aperitivo. Ingresso € 8. Per ricevere il mensile direttamente a casa inviaci una e-mail all’indirizzo di posta elettronica: lagazzettadellaccademia@gmail.com oppure chiama il numero 327-6761278
2 La Gazzetta dell’Accademia Aldo Di Virgilio parla del suo romanzo, Amanita Phalloides dell’aggressione delle emissioni trebbe riparare ai tanti errori gassose e sonore e liquide che ci commessi dall’uomo occidentale rintronano il cervello e ci restrin- e francamente, lo ammetto, oggi gono l’orizzonte… come oggi non vedo alternative Ci ammaliamo all’improvviso, ragionevoli, impregnati come senza consapevolezza dei motivi siamo dalla pulsione predatoria, e quando li scopriamo è già trop- per poter vedere il mondo in po tardi. maniera diversa da come lo ve- Io sarò pure egoista, magari un diamo, un’enorme mammella da codardo, ma mi fa ancora più spremere con arroganza e vio- spavento a prospettiva della lenza, nonostante i pur lodevoli morte tumorale, va bene? Ed è sforzi delle citate associazioni per questo che ho scritto Amani- ambientalistiche, WWF, Green- ta Phalloides. Quello che mi met- peace, Save the Planet eccetera… te anche paura, oggi, è il fatto Saremmo, dunque, destinati alla Loro sono bravi, e li ammiro. Loro che uomini e donne occidentali morte? sono bravi perché, primo, in que- abbiamo smarrito il valore della All’autodistruzione? sta società a scopo di lucro lo terra; ci camminiamo sopra, All’estinzione? Forse si, o forse fanno solo per passione, non per l’attraversiamo ma non ne cono- no…Esistono abitanti delle zone un immediato tornaconto perso- sciamo il significato. Cos’è, allora, più remote del pianeta che han- nale e, secondo, perché ci vuole la terra? A cosa serve? Che tipo no ben presente il valore della un coraggio da leoni quando ti di rapporto ne discende? Neppu- grande madre; esistono popoli metti di traverso con una bar- re i contadini, gli umani più a primitivi che fiutano l’odore di chetta tipo canotto lungo la contatto con essa, e che da essa una pianta a chilometri di distan- traiettoria di una petroliera tipo traggono direttamente i frutti del za, che parlano agli animali, che grattacielo. sostentamento, si accorgono di si orientano senza bussole, che Loro sono bravi, certo, e io pur- quale funzione svolga per la vita. non lasciano orme quando pas- troppo mica tanto; perché non La terra è la grande madre di sano sulla sabbia… Sono gli ultimi sono capace di slanci di generosi- tutte le creature; è colei che ha figli della terra, i suoi eredi legit- tà uguali, e figuriamoci di ardi- generato chi ci genera, che ci timi, gli unici degni di combattere mento. accompagna nella crescita e che l’unica guerra che oggi avrebbe Io sono egoista, e pure fifone, su di noi veglia, al di là ed al di un senso combattere, la difesa mannaggia. sopra dei genitori biologici. La del pianeta da noi stessi. Ma se Come me ce ne sono tanti, gente differenza tra la grande madre e noi, se noi occidentali… li imitas- capace di grossi proclami, anche la piccola madre sta nel tipo di simo? Se noi, se noi occidentali, pubblici ma poi, tirando le som- legame, con una è di tipo spiri- recuperassimo queste antiche me, non smuovono un dito per la tuale e con la seconda di tipo culture e i loro rituali sciamanici? causa ecologica, quindi ben ven- materiale, dunque il legame spi- Cosa succederebbe, ad esempio, gano le associazioni come le loro rituale lo coglierai solo se avrai se in una zona del Centro Italia si che ci mettono la faccia e certe una sensibilità acuita, e quindi impiantasse un avamposto abo- volte anche la libertà personale solo così comprenderai quanto rigeno? A questo, e ad altri inter- pur di tutelare questo pianeta sia importante averne rispetto. rogativi planetari, risponde que- dall’inquinamento di industrie e Altri oltraggi, altre ferite, altre sto romanzo pieno di echi miste- automobili e fogne e calore do- azioni dissennate non le soppor- riosi, e voci trascendentali. mestico e rifiuti urbani e rifiuti terebbe; se non la smettiamo speciali; distratti dal consumismo subito, ci ripudierà. Ho pensato Aldo Di Virgilio sfrenato non ci accorgiamo per molto tempo a come si po-
Distribuzione Gratuita 3 Irene Giancristofaro parla della sua raccolta di poesie, Da lontano Da lontano è un mio libro di tutto ciò che è all’origine del moto inesauribile delle poesie, edito dalla Nuova cose. Il libro comprende trentasettedove “il silenzio fa Gutemberg di Lanciano. Pub- da padrone, come il tiranno odiato e amato di questa blicato nell’ottobre 2018, è nostra realtà ferita”, come riportato nell’introduzione. dedicato a tutti coloro che La brevità è un tratto che contraddistingue lo stile fanno di una mancanza un delle mie poesie. “I lavori di poesia vogliono per natu- atto creativo. “Solo la memo- ra esser corti. E tali furono e sono tutte le poesie pri- ria ha respiro d’infinito e la mitive (cioè le più poetiche e vere), di qualunque ge- storia veste a lutto quando nere, presso tutti i popoli”. Così scriveva Giacomo manca a se stessa”, questa la Leopardi, capace di cogliere complessi stati d’animo traccia che percorre la mia dell’essere umano, al di là di qualsiasi retorica. vita e le altre vite che si compongono tra le pagine del Le pagine dispari del volumetto sono riservate ai let- volumetto in un mosaico di immagini ed emozioni tori, che avranno a disposizione fogli a righe su cui autentiche, dove le parole “semplicemente” dicono. poter scrivere appunti e considerazioni personali. Uno Tutti noi veniamo da lontano. Siamo vissuti negli altri, spazio che facilmente si presta a pensieri elaborati nel ancor prima di essere nati. Io sono ciò che ero o che tempo o a impressioni immediate su quanto letto. Un non sarò più, come accade a ciascuno di noi, e lo scri- esperimento originale per essere “co-autori” del libro vo in versi asciutti ed essenziali, come essenziale è insieme a me, oltreché autori di sé stessi. Irene Giancrisofaro M. Clementi – N. Jomelli – G.M. Rutini Integrale del repertorio Italiano per Clavincebalo a 4 mani Il CD, già registrato nei giorni 18 e 19 giugno 2017 presso la chiesa di San Giovanni al Monte, a Quarona (VC), e pub- blicato dalla casa discografica italiana TACTUS ad ottobre 2018, prevede la regi- strazione di lavori inediti. Il CD è stato inoltre presentato ufficialmente in Tailandia nell’ambito del Thai Italian Festival 2018 nel mese di ottobre, unitamente ad un concerto comprendente alcune delle musiche incluse nel CD. La Sonata in Do Maggiore di Niccolò Jommelli (1714-1774), i Quattro Duetti (tre duetti op. 3 e un duetto op. 6) di Muzio Clementi (1752-1832) e i 12 Brevi Divertimenti di Giovanni Maria Rutini (1732-1797) in programma costituiscono gli unici esempi di musica italiana per tastiera a 4 mani effettivamente destinati ed eseguibili al cembalo. I due esecutori, Alberto Firrincieli e Mario Stefano Tonda, hanno costituito il DUO Harpsichord for two in Tailandia nel 2013. Alberto Firrincieli
4 La Gazzetta dell’Accademia La musica il suono del silenzio, il ritmo della vita Cosa è la musica? Dai rarchie angeliche di coro in coro, di gerarchia in gerar- primordi dell’umanità chia. Cosa sono queste “lodi”? Si tratta di colloqui molti si sono interroga- spirituali, di direttive, di formulazioni di leggi che ten- ti riguardo a questo dono a reggere il sistema cosmico: sono comunicazio- enigma, che deve ne- ni ad un livello superiore, attraverso cui ogni cosa nel cessariamente restare mondo può inserirsi armonicamente e vivere in modo insoluto, per la maggior sinergico con il tutto. parte degli umani che I poeti direbbero: sono le parole magiche che dall’alto vi si accingono con dei Regni superiori angeli e arcangeli si scambiano, le l’ordinario intelletto. quali organizzano la vita ovunque. La Musicha delle Definire la musica è un sfere è l’insieme dei dialoghi fra le forze universali: Tiziano Bellucci arduo compito. Per sono vibrazioni inudibili che operano come forze tes- farlo occorre uscire dai canoni ordinari di spazio e senti e reggenti la vita. tempo, di materia e sostanza. Si può quindi affermare che la musica non è l’arte dei “La musica è l’arte di pensare con i suoni” dice il poe- suoni, come descritto in ogni manuale musicale. La ta Novalis. A differenza di ciò che è scritto in ogni musica è la silenziosa vita del mondo. buon accademico manuale di musica nei quali si dice Non a caso alcune tradizioni chiamano Dio, la Voce che la “musica è l’arte dei suoni”. del silenzio. La musica è immateriale. Abbraccia il solo senso Dove si trova la musica? Se volessimo spiegare ad un dell’udito. Tuttavia ha una natura simile al sentimen- bambino cosa è la musica, dovremmo dirgli che essa è to; lo stimola, lo alimenta come se fosse fatta di me- un essere magico, una Musa che non vive in questo desima essenza. È potente e travolgente e coinvol- mondo. Abita nello stesso posto dove ogni notte il gente. Fluisce, avvolge, compenetra come un liquido bimbo va quando si addormenta. Il mondo delle stel- invisibile, ammaliante. le. La musica è il suono che i pianeti e le stelle produ- Una questione interessante per iniziare, sarebbe cono girando su se stessi. E siccome i pianeti principali chiedersi: da dove prende il musicista i modelli per sono sette, anche sette sono le note che noi usiamo creare la sua musica? Infatti non esiste in natura la per suonare sulla terra. musica. Sarebbe un errore credere che i suoni natura- Ogni notte ogni bimbo “ascolta” il suono delle sfere li, i rumori e i linguaggi animali fossero musica. planetarie e ne porta con sé il ricordo quando si sve- Per ora, ci basti sapere che quei modelli non si trova- glia come presentimento. E ode quei suoni in modo no nel mondo fisico, ma altrove. diverso, a secondo se ha compiuto qualcosa di buono Un altro argomento da chiarire è il seguente: si crede o cattivo durante il giorno. Se ha fatto qualche monel- che la musica venga creata nel momento in cui si toc- lata, durante il sonno, quei suoni sembreranno simili a ca uno strumento musicale. Che cominci ad esistere in dei sibili, dei rumori fastidiosi, che sembrano come quel momento: prima e dopo non esiste. Che possa volergli dire: “quante stonature hai fatto oggi! Ecco la nascere solo nel presente, durante l’esecuzione. Si nostra risposta!” Al risveglio sentirà come se un ange- suppone che la musica viva entro la creatività del lo, una fata lo avesse rimproverato mostrando il suo musico, nella sua mente e che grazie ad esso venga ad dito indice. In realtà quella fata è Musicha. esistere. Musicha non è un insegnante bacchettone e bronto- In realtà, tutto questo viene pensato solo perché ci si lone. È la mamma di ogni stella, di ogni essere sulla ferma all’apparenza e non si vuole andare in profondi- terra. Ama ogni creatura, e proprio perché la ama fa tà. Per molti mistici la musica delle sfere è l’insieme di tutto per educarla con saggezza e bontà. dei canti e delle lodi che vengono intonate dalle ge- Tiziano Bellucci
Distribuzione Gratuita 5 Fedele Fenaroli 1818 – 2018 ed oltre Dalla riscoperta alla valorizzazione Si è recentemente conclusa la ti fecero del Maestro stagione, invero nel complesso lancianese una figura modesta quanto a risonanza a di riferimento nel livello nazionale, delle celebra- panorama musicale zioni fenaroliane, tenute in mas- europeo tra il 1820 e sima parte dal Conservatorio di il 1880, un vero e Musica di Pescara nell’ambito di proprio ponte di col- un apposito progetto contenitore legamento tra la tra- di durata annuale. dizione dello Stile Lungi da me fornire anche in Galante ed i nuovi questa sede le prove circa gusti e tendenze del l’oramai riconosciuta importanza primo e secondo Romanticismo musicale: una sorta di nostrano elemento del celebre “Maestro dei Mae- di equilibrio per i preponderanti ed inevitabili protagonisti d’area tedesca stri”: ne darò per scontata la tra fine Settecento e primi Ottocento. sostanziale condivisione da parte Non si spiegherebbe altrimenti la testimonianza di Giuseppe Verdi, che il del lettore. 1° Febbraio 1871, nell’oramai famosa lettera al Ministero dell’Istruzione Il problema che vorrei qui illu- del Regio Governo Italiano, citava espressamente il metodo dei Partimenti strare riguarda casomai le ragioni del Fenaroli, sussidio didattico su cui lo stesso compositore parmense si di una non ancora avvenuta ed era tanto esercitato da giovane, quale testo fondamentale per la compren- oramai non più rinviabile rilettu- sione dei rudimenti dell’armonia, del contrappunto e delle prime tecniche ra e valorizzazione delle opere di compositive. uno dei principali rappresentanti Ancora le generazioni di compositori di fine secolo, come ad esempio il della Scuola Napoletana, anche calabrese Francesco Cilea (1866-1950), non disdegnarono la quotidiana alla luce di alcune riflessioni pre- pratica sui bassi dei Partimenti, coltivando una tradizione che pur adattan- sentate nel corso del convegno dosi ai nuovi organici strumentali ed ai nuovi linguaggi, non dimenticava le de “Il Saggiatore” a Bologna. proprie origini: un vero e proprio trait d’union sia storico che culturale e Il fenomeno della circolazione musicale. delle opere e della valutazione Il fenomeno fu accompagnato, seppure sporadicamente, da una discreta della figura di Fedele Fenaroli, letteratura documentaria; nonostante l’appiattimento su posizioni relati- dalla scomparsa (avvenuta il 1° vamente generiche e comunque consolidate (l’insegnante dalla lunga car- gennaio 1818) ai tempi moderni riera presso i Conservatori di Musica a Napoli, il redattore su base organica merita certamente un seppur dei Partimenti), anch’essa contribuì alla sopravvivenza storica del perso- sintetico approfondimento. naggio (si pensi ad esempio alle manifestazioni celebrative tenutesi a Lan- La tradizione della scuola di ciano nel 1868 e nel 1918). composizione così come costrui- Arriviamo così alla seconda metà del secolo scorso, dove effettivamente il ta dal Fenaroli ebbe certamente contesto socio-culturale inizia a cambiare. Il primo tentativo coronato da nel primo XIX secolo una effetti- successo di rivalutazione delle opere di Fenaroli lo si deve nel 1968 ad uno va sopravvivenza. La vivente straordinario pianista e direttore, Carlo Zecchi (1903-1984). Grazie ad una testimonianza dei numerosi allie- collaborazione con la casa editrice Carisch per pubblicazioni pianistiche vi, diretti ed indiretti (presenti, è destinate ad un grande pubblico, viene infatti riscoperta la tradizione di bene ricordarlo, non solo nel metà/fine Settecento di tradizione napoletana, a cominciare appunto da Regno Borbonico ma di fatto in Pergolesi e Fenaroli. La portata del successo editoriale, pur scaturito da tutta Italia) e lo straordinario strategie prettamente commerciali, è documentato dall’ampio numero di successo editoriale dei Partimen- copie presenti ancora oggi nelle biblioteche dei Conservatori Italiani.
6 La Gazzetta dell’Accademia Purtroppo a quel primo impor- il fenomeno dei Partimenti (e naturalmente il contributo di Fenaroli) quale tante input non faranno seguito pietra angolare della scuola di composizione napoletana ed i suoi riflessi a due altrettanto fondamentali livello europeo. Il convegno nazionale del 2008, coordinato dal già citato passi: una adeguata produzione Gianfranco Miscia, a cui parteciparono altre valide figure nazionali (France- discografica e, quale inevitabile sca Seller, Rosa Cafiero, Antonio Carroccia) e regionali (Alberto Mammarel- precedente, una ricerca sulle la, Marco Della Sciucca) fu il canto del cigno di quella breve stagione. fonti musicali condotta con crite- Pesarono in seguito la mancanza di una organica e temporale strategia ri e metodologie scientifiche. Pur organizzativa e della relativa programmazione finanziaria: né l’Estate Mu- sporadicamente oggetto in alcuni sicale Frentana - Associazione “Fedele Fenaroli” né i rari tentativi editoriali casi di interesse da parte di in- riuscirono ad invertire una nuova fase di declino. terpreti di un certo rilievo non Anche alcune promozioni discografiche dell’epoca, in genere mediocri, solo nazionale come l’organista contribuirono non poco a supportare l’idea che fosse inevitabile destino Arturo Sacchetti, d’altra parte che le composizioni del Fenaroli non dovessero vedere più la luce. periodicamente al centro di at- Sottovalutando invece un elemento che avrebbe dovuto attirare da subito tenzioni da parte del pianista l’attenzione degli addetti ai lavori: ossia, che la produzione del Fenaroli (in compositore e ricercatore Anto- grande parte musica sacra, ma anche da camera e tastieristica), ben più nio Piovano, Fenaroli non trova numerosa di quella che ancora oggi si pensi, è la testimonianza diretta e di fatto una collocazione che pratica proprio del metodo dei Partimenti e di quelle regole. Senza una superi certe trite formule stereo- competenza specifica in grado di leggere ed applicare quelle tecniche di tipe, posizione condivisa di fatto improvvisazione che sono alla base del successo di quel metodo, le opere anche dalla ricerca musicologica del Fenaroli appaiono scolorite testimonianze di un glorioso passato. nazionale. Quando si tratta di composizioni invece dalle molte inespresse convenzioni Il nuovo segnale arriva nel 1980: e strutture, che solo per chi abbia competenza sui Partimenti posso appari- l’anno per la celebrazione del re evidenti. 250mo anniversario dalla nascita A dieci anni di distanza dal convegno nazionale del 2008, il progetto conte- svoltasi a Lanciano pone infatti le nitore del Conservatorio pescarese ha momentaneamente riportato alla basi per la nascita di una nuova ribalta nazionale la figura di questo straordinario compositore abruzzese. generazione di affermati musici- In mancanza di esplicite scelte d’intenti da parte di enti privati e pubblici sti e preparati ricercatori. La fine che sarebbero forse i più indicati a valorizzare le opere del Fenaroli, si è del secolo scorso vede il progres- deciso di seguire una strada certamente pionieristica ed individuale, certi sivo affermarsi Gianfranco Miscia che anche l’impegno di pochi, se di qualità, potrà creare alla fine quelle (per la ricerca) e Massimo Ber- indispensabili premesse. ghella (per l’esecuzione musicale) Grazie infatti alla fondazione di un apposito e snello team di ricercatori e quali primi moderni protagonisti musicisti, cercheremo di attuare tali obiettivi sin dal 2019, grazie anche alla di una significativa Fenaroli – collaborazione di una qualificata organizzazione regionale, l’Istituto Nazio- renaissance. nale Tostiano di Ortona, che ha supportato la creazione di un primo picco- La vera occasione vi sarà in tempi lo e speriamo efficace laboratorio di studio e produzione, l’Atelier Fenaroli ancora più recenti (anni 2000), 2019, attivo tra aprile e giugno con una prima serie di appuntamenti. con la riscoperta su base europea Nella speranza di ricollocare la figura e l’opera di Fedele Fenaroli nel con- dello Stile Galante, grazie agli testo socio-culturale, storico e musicale, italiano ed europeo, che quel studi di Gjerdingen, Sanguinetti e personaggio merita. Van Tour. Questi ultimi furono Massimo Salcito capaci di focalizzare, con ben maggiore profondità di quanto si fosse fatto fino a quel momento,
Distribuzione Gratuita 7 Dalla leggenda della Vera Croce al traffico delle reliquie Nel 1995, nel campanile della Chiesa di San Nicola a Lanciano, furono scoperte alcune pitture murali, raffiguranti l’episodio di Seth e l’edificazione del tempio di Salomone. Tali pitture fanno parte del ciclo de La leggenda della Vera Croce, nel quale viene narrato il ritrovamento, da parte dell’imperatrice Elena, madre di Costantino il Grande, del pezzo di legno sul quale venne crocifisso Cristo. La leggenda che, dal latino invenire prende il nome di Inventio Crucis, si diffuse nell’Occidente medievale nel XIII secolo grazie al domenicano Jacopo Da Varazze che, nella sua monumentale Legenda Aurea, vi dedicò un intero capitolo. L’eco delle gesta narrate dal domenicano fu tale che, grandi artisti co- me Piero della Francesca, nella cappella Bacci della Chiesa di San Francesco di Arezzo, vi dedicarono interi cicli di affreschi. Durante la riforma protestante, si accese un vivace dibattito sulla reliquia della Vera Croce: gli interessi commerciali che giravano attorno al mondo delle reliquie furono tra gli argomenti usati dagli oppositori del culto. La leggenda del ritrovamento, così come dirà lo storico tedesco Engeman, sarebbe stata creata per giustificare il vivace e proficuo commercio di particelle della Croce. È lo storico Edward Gibbon, in Storia della decadenza e caduta dell’impero ro- mano, a ricordarci lo «zelo» o, per meglio dire «l’avidità», del clero di Gerusalemme nell’utilizzare gli strumenti della passione di Cristo ai fini di un lucroso commercio. Lo storico, nel narrare il rito del pellegrinaggio, tira in causa l’usanza di incastonare piccoli pezzi di Croce, donati dal Vescovo, in gemme e oro, che i pellegrini portavano trion- fanti nei rispettivi paesi. I riformisti, contestatori del culto, misero in dubbio l’autenticità del ritrovamento della Croce sulla base del silenzio del principale storico contemporaneo: Eusebio di Cesarea. Il gran numero di frammenti disseminati per il mondo fu, inoltre, un altro elemento nelle mani dei contestatori: la quantità era tale che si sarebbe potuta riempire una nave, costruire trecento forche o armare addirittura un’imbarcazione da guerra. La presenza di così tanti frammenti aveva provato a spiegarla a suo tempo Paolino da Nola con il cosiddetto miracolo della reintegrazione: per quanti pezzi e schegge se ne sottraessero, il legno della Croce era dotato di un segreto potere riproduttivo che ne lasciava intatta la materia. Il riformatore Calvino però, si fece beffe di tale miracolo. A parlarcene è Colin De Plancy nel suo satireggiante Dizionario delle reliquie e delle immagini miracolose. Utilizzan- do toni non dissimili al riformatore, l’autore francese, sul fenomeno dei numerosi frammenti, nell’elencare le nume- rose chiese che accolgono la reliquia della Vera Croce, ne riporta l’intera citazione: «Che la Croce inventata da S. Elena sia la stessa sulla quale fu crocifisso Gesù Cristo, io mi rifaccio a ciò che si dice, non mi interessa sapere se ad ispirare Sant’Elena fu una folle curiosità o una stupida devozione. Supponiamo pertanto che sia stata un’impresa ammirevole cercare la Vera Croce e che Gesù Cristo l’abbia fatta rico- noscere mediante un miracolo e vediamo ciò che essa divenne in seguito. Il Vangelo è abbastanza chiaro sul fatto che la Croce poteva essere portata da un solo uomo. Attualmente se ne mo- strano tanti pezzi che trecento uomini non riuscirebbero a portarli. Ed ecco la scusa che si presenta per mascherare questa incongruenza, ed è che, nonostante i danni che subisce, la Vera Croce non diminuisce per niente e resta sem- pre intera a Gerusalemme.
8 La Gazzetta dell’Accademia È una menzogna così grossolana che anche i devoti più superstiziosi non osano più ripeterla e la maggior parte delle chiese che posseggono alcuni pezzi della croce non hanno altra possibilità che attribuirle un’origine soprannaturale. C’è chi afferma che il pezzo in loro possesso è stato riportato da un angelo, altri che il loro è caduto dal cielo. Quelli di Poitiers raccontano che il loro frammento fu dato da una damigella che l’aveva rubato all’imperatrice Elena, e che si perse nel Poitou, sfuggendo a questa pia principessa di cui era cameriera. Aggiungono che questa damigella era zop- pa.» Successivamente, gli esponenti della controriforma si adoperarono nel dimostrare la fondatezza della scoperta della Croce, riprendendo le testimonianze dei Padri della Chiesa. Jacob Gretser, controversista gesuita, ebbe l’idea di concentrare il dibattito sulle testimonianze materiali, ovvero le più antiche stauroteche, soprattutto quelle di area orientale, logisticamente più vicine alle vicende dell’Inventio Crucis. Da un conflitto religioso, nacque una ricerca sull’espansione di questa classe di oggetti sacri e il dibattito della controriforma, al di là della scopo prefisso, portò a migliorare la conoscenza delle arti minori del medioevo soprat- tutto dell’area bizantina. Così, grazie alle descrizioni presenti nei vecchi inventari medievali, fu possibile ricostruire l’aspetto dei reliquiari antichi. Grazia Pecoraro Stampato dall’Associazione Accademia della Musica, via Cesare Battisti n. 5/A, 66034 Lanciano (CH) info.accademiadellamusica@gmail.com – accademiadellamusica@arubapec.it – C.F: 90037760692 P.I: 02620660692 telefono 327-6761278 – Progetto Grafico di Grazia Pecoraro
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