Risveglio Musicale - www.anbima.it - n. 4 - Luglio / Agosto 2017
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Rivista Ufficiale dell’Anbima - Via Cipro, 110 int. 2 - 00136 ROMA POSTE ITALIANE - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (Conv.in L. 27/02/2004, n.46) Art. 1 Comma 1 - DCB Roma Musicale Risveglio www.anbima.it n. 4 - Luglio / Agosto 2017
Edizioni Musicali Eufonia Via Trento, 5 - 25055 Pisogne (BS) Tel. 0364 87069 www.edizionieufonia Tel. 0364 87069 1650 titoli pubblicati Libretti Finalmente basta con le pagine che si sporcano! un libretto di 15 pagine (30 facciate) ora pesa gr. 100 Metodi per solfeggio NEW e per tutti gli strumenti Metodo per solfeggio per una formazione completo ad uso delle bande completa degli allievi e delle scuole medie ad Disponibile anche in biclavio indirizzo musicale BANDA GIOVANILE W Sul sito è a disposizione una sezione NE 90 composizioni “MUSICA GRATIS” con numerose dedicate alle marce RELIGIOSE e BRILLANTI Junior Band NEW EUFONIA è distributore per l’Italia delle ance VAR Le foto, i curriculum le opere dei più importanti compositori di musica per banda italiani CONCORSO INTERNAZIONALE DI CLARINETTO “G. MENSI” 2017 Breno (BS) 31 maggio - 3 giugno - Concerto finale con orchestra - premi per € 7.000,00 www.concorsomensi.it Nuovo software per la completa gestione della Banda
Risveglio Musicale Convezione Anbima - Università per Stranieri di Perugia È stata formalizzata in data 17 maggio 2017 una importante convenzione fra Anbima e l’Università per stranieri di Perugia. L’ambito della convenzione permette alle due associazioni di rafforzare e ampliare mag- giormente il già avviato rapporto di collaborazione per la realizzazione di attività e pro- getti nei rispettivi settori di competenza. Una ulteriore attestazione dell’impegno e del ruolo di assoluto rilievo qualitativo – ri- conosciuto dall’importante ateneo - di Anbima nella azione di formazione culturale e musicale. Tutti i dettagli della convenzione sono consultabili su www.anbima.it
già Risveglio Bandistico dal 1946 Rivista ufficiale dell’Anbima (Associazione Nazionale delle Bande Anno 36 - nuova serie Italiane Musicali Autonome, Gruppi Corali e Strumentali e Complessi Musicali Popolari) Luglio - Agosto 2017 Associato all’Unione Stampa Periodica SOMMARIO Italiana Direttore Responsabile: del n.4/2017 Giampaolo Lazzeri Caporedattore: Massimo Folli 5 L’editoriale di Massimo Folli In redazione: Franco Bassanini, Roberto Bonvissuto, 6 La Rapsodia Militare Italica di Antonio D’Elia: la trascrizione da Franco Botticchio, Manuela Fornasiero Gianluca Messa, Gianni Paolini Paoletti grande banda vesselliana a banda sinfonica Andrea Petretti, Guerrino Tamburrini Anna Maria Vitulano, Ernesto Zeppa 14 Musica e Globalizzazione: facciamo qualche riflessione Progetto / Realizzazione Grafica: 16 La musica e i musicisti, tra presunzione e umiltà Andrea Romiti / Andrea Petretti 19 L’Inno del Vaticano: la storia Hanno collaborato a questo numero: 20 Il nuovo sito Web di Anbima Nazionale Ernesto Zeppa, Gianni Paolini Paoletti, Anna Maria Vitulano, Andrea Romiti, Guido Poni, 21 Le recensioni di Franco Bassanini Federico Peverini, Sebastiano Borzellino, Adriano Bassi, Guerrino Tamburrini, 22 La Musica Sacra dal Gregoriano al Novecento Roberto Bonvissuto, Piero Cerutti, Ezio Audano, Franco Bassanini, Luca Francioso, 26 Le interviste di Roberto Bonvissuto: Mauro Rosi Leonardo Pecoraro, Walter Cragnolin 28 La mia intervista a Giulietta Simionato, fu tra le più grandi interpreti Amministrazione, Direzione e Redazione: Via Cipro, 110 int. 2 liriche del ‘900 00136 Roma - Tel/Fax 06/3720343 sito web: www.anbima.it 31 Le toccanti musiche del Venerdì Santo alla III edizione del Delia Pas- e-mail: caporedattore@anbima.it ufficio.nazionale@anbima.it - presidente@anbima.it sion Day segretario@anbima.it 32 Banda sotto le stelle: terzo appuntamento Abbonamenti: 34 Oltre la Banda:Le “Bande dei Ceri” di Gubbio (PG) abbonamento ordinario euro 11,00 abbonamento sostenitore euro 14,00 36 Mario Mabellini, una vita spesa a servizio delle bande Per abbonarsi servirsi del c.c.p. n. 53033007, intestato a ANBIMA 39 Rohrdorf: gemellaggio musicale per il Corpo Bandistico di Rosate Stampa: 40 XIV Campionato Europeo Majorette Sport Mwf MARIANI tipolitografia srl 20851 Lissone (MB) - Via Mentana, 44 43 Brevi dalla Puglia Tel. 039 483215 r.a. - Fax 039 481264 E-mail: mariani@tipolitomariani.it 45 Gubbio festeggia i 25 anni della banda di Madonna del Ponte Autorizzazione del tribunale di Roma n. 361/81. Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento 46 La musica unisce: gemellaggio per la banda di Montebelluna (TV) Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1-DCB LO/MI. Pubblicazione solo per abbonamenti. Pubblicità in gestione diretta. Risveglio Musicale
Editoriale Gentili lettori, ho ritenuto interessante farvi parte- gativo e mi relazionerò con quello, modificando di cipi di questo bell’articolo sul pregiudizio tratto fatto gli eventi. Si chiamano “profezie che si auto-av- dalla rivista “Riza Psicosomatica”. Un argomento verano”: la mente si orienta in una certa direzione, che nel nostro mondo musicale, artistico e cultu- scarta i dati contrari, influenza le azioni e alla fine rale è d’attualità e che risale come leggerete alla la previsione si avvera, certo, ma perché l’abbiamo notte dei tempi. Leggete e moltiplicatevi - in senso fatta avverare noi! Un meccanismo che, special- positivo s’intende. mente nelle relazioni con gli altri, si rivela deleterio. Sembra quasi un istinto, quello di creare pregiudizi. Occorre tenere presente la doppia valenza del verbo Non c’è nessuno che possa dire di non averne mai pregiudicare. Se infatti, letteralmente, esso significa prodotti, di non esserne mai stato influenzato e di “giudicare prima”, nel suo senso compiuto esso si- non aver subito quelli degli altri. È come se la mente, gnifica “compromettere”: pregiudicare un risultato, in diversi casi, non si trattenesse dal “giudicare una relazione, un progetto, un sogno. Cioè danneg- prima” e dal fissarsi poi su questa idea. Il pregiudi- giarlo, rovinarlo, alterarne il naturale svolgimento. zio nasce, fin dalla preistoria, come un’opzione della Quell’idea anticipatoria, quindi, che occupa la no- mente, che doveva essere in grado di pre-vedere stra mente quando si trova di fronte a una situa- eventi naturali o nemici nascosti dietro apparenze zione nuova, è ben di più di una semplice idea: è un pacifiche, di farsi un’idea di ciò che si sarebbe do- calco che, applicato alla realtà, cerca di darle la sua vuto affrontare prima ancora di affrontarlo, così da forma. E, se questa si rifiuta di prenderla, il calco la non farsi trovare impreparati. Una funzione che, evi- forza ancora di più, anche contro ogni evidenza, dentemente, deve aver dato i suoi frutti per diverso compromettendo il fluire della situazione. Dobbiamo tempo, visto che la selezione naturale non l’ha eli- quindi fare il possibile per liberare la mente da que- minata dalla mente umana, e che, proprio per que- ste idee inopportune e invasive che, tra l’altro, non sto, ha caratteristiche 1) di contagio, dato che il riguardano solo l’esterno, ma anche noi stessi: pregiudizio di uno può diventare in breve tempo quanti danni può farci, ad esempio, la convinzione quello di molti, e 2) di ereditarietà culturale, dato che che non siamo capaci di ottenere risultati validi? E il pregiudizio di un avo può incredibilmente giungere quella di non poter essere amati? Danni incalcola- fino a noi varcando le generazioni. Ma il “giudicare bili. Contro il pregiudizio, quando la curiosità non è prima ha perso in fretta il suo primato, perché l’uma- abbastanza forte, abbiamo una sola arma, che però nità deve spesso aprirsi a esperienze nuove per so- è anche la più forte: la consapevolezza che solo pravvivere e, sopravvivendo, anche evolvere. La l’esperienza pienamente vissuta può darci la cono- mente umana ha bisogno della curiosità, ha bisogno scenza reale di quella persona, cosa, situazione o di scoprire e di ampliarsi. Oggi il pregiudizio sembra capacità. Cosa significa “pienamente vissuta”? par- sempre più inadatto alla complessità del vivere mo- liamo di darsi a quel che si fa, di lasciarsi traspor- derno. Il cervello ha sviluppato capacità meno grezze tare, anche di buttarsi, a volte rischiare, andando per difendersi dai pericoli. Si può essere cauti, os- contro le proprie pseudo-certezze o alle granitiche servare, integrare informazioni, senza per questo convinzioni. È generosità verso la vita, una gratuità sviluppare un pregiudizio. Insomma la realtà dei gesti per cui non si fanno troppi calcoli sul rap- odierna è così plastica e sfaccettata che avere pre- porto costi/benefici. Solo così ci si può formare giudizi ci fa muovere come dinosauri, ci rallenta, ci un’opinione, dare un giudizio, il quale peraltro, per preclude possibilità e crea sofferenza. Eppure conti- essere vero, deve paradossalmente poter cambiare nuiamo a fermarci, in molti casi, a una conoscenza di nuovo con il mutare delle esperienze e della cono- prefabbricata piuttosto di andare a vedere come scenza. È questo l’atteggiamento che può rendere stanno davvero le cose. Paura di vivere? Di esporsi? inutile il pregiudizio e sostituirlo con una curiosità Scarsa determinazione? Avidità? Abitudine alla de- innamorata della varietà della vita. lega? Difficile a dirsi, tuttavia una cosa è certa: se L’arrivo della bella stagione ci regala le vacanze, ci vogliamo che la nostra vita scorra nel modo a noi più si riposa dal lavoro che ci ha visto impegnati in consono dobbiamo liberarci di questo fossile men- prove, concerti, eventi, seminari di studio e forma- tale. Occorre eliminare frasi del tipo: «Se in tanti di- zione permanente. Usiamo questo tempo per ritor- cono quella cosa, qualcosa di vero ci deve essere», nare più in forma di prima alla ripresa delle attività «In tanti casi ho avuto ragione a pensare male». con l’arrivo dell’autunno. Tutti, con qualche pre- Spesso è proprio il pregiudizio a far andare le cose giudizio in meno ne trarremo beneficio, ne sono verso la direzione individuata dal pregiudizio certo. stesso: infatti se giudico già prima una cosa o una Massimo Folli persona in modo negativo, vedrò solo in essa il ne- 5
La Rapsodia Militare Italica di Antonio D’Elia: la trascrizione da grande banda vesselliana a banda sinfonica di Walter Cragnolin (continua dal numero precedente) bassato. A b. 78, sul secondo tema de “Le Stellette” vengono realizzati dei canoni fugati, armonizzati Trattandosi di una rapsodia, analizziamo rapida- per terze. mente i temi principali e l’elaborazione a cui sono Canone sul secondo tema de Le Stellette, clari- stati sottoposti. netti dal mib al cl. basso, bb. 78 – 85 I movimento: Mattino, Allegro con brio, tonalità di si bemolle, tempo in 2/4. La sinfonia si apre con la testa del tema della marcia dei bersaglieri “Flik Flok”, (bb. 0 - 4), seguita da una libera variazione del terzo tema della medesima aria (bb. 3 - 10), ar- monizzato sul VI grado abbassato (sol bemolle). Successivamente, la banda va in crescendo stru- Testa del tema dei bersaglieri Flik Flok, parti mentale e dinamico, tramite una progressione dei corni, bb. 0 – 4 ascendente, per giungere ad un accordo di mi be- molle settima/nona e concludere la restante parte della melodia con l’indicazione “cantare largheg- giando”. A b. 116 inizia un nuovo periodo, Sostenuto ed In- tenso, in do maggiore e tempo in 2/2. Il tema è “Sul Terzo tema di Flik Flok rielaborato, strumen- Cappello che Noi Portiamo” (Alpini). La melodia è tini, bb. 3 – 6 armonizzata per quarte sovrapposte, a corale, da suonarsi forte, con l’indicazione “scanzonato e ga- gliardo, alla montanara” e rimarcato da accenti, creando una sonorità alquanto arcaica. Sul Cappello, Corni, bb. 116 – 117 Questi elementi diventeranno molto caratterizzanti, perché saranno più volte riproposti nel corso della rapsodia, quali momenti di collegamento tra le di- verse tematiche. L’intera sezione iniziale viene rie- sposta con strumentazione diversa, e armonizzata su un III grado abbassato. Come sviluppo a questa prima parte, seguono due canoni che si rispondono Sul secondo tema de “Sul Cappello”, D’Elia costrui- alla terza sce uno sviluppo, in 2/4 e tempo Allegro vivo, con A b. 55, avviene un cambio di tonalità a mi bemolle spirito. Il tema, armonizzato per terze, è proposto a e l’agogica si porta ad un Allegro non troppo ma canone per salto discendente di quinta. In ogni energico. Viene esposto il primo tema de “Le Stel- frase il canone s’intensifica ritmicamente, fino a lette” suddiviso in un rispondersi tra sezioni diverse giungere ad uno sforzato, su un accordo di do die- della banda. Il tema viene elaborato con arpeggi per sis minore (il quale enarmonicamente va già inteso moto contrario e armonizzazioni sul VI grado ab- come re bemolle minore). A seguire c’è un inter- 6
Risveglio Musicale mezzo sullo squillo di “Flik Flok”, quale collega- Particolare de Sul Ponte di Bassano, tema, con- mento ad una nuova sezione. trappunto e accompagnamento, saxofoni dal so- Sul levare di b. 174, con cambio di tonalità a la be- prano al baritono, bb. 239 – 243 molle, inizia il tema de “La Ricciolina” (Bersaglieri), accompagnato da un basso albertino dei clarinetti in semicrome, su di un pedale di la bemolle. La Ricciolina, saxofoni dal soprano al baritono, bb. 173 – 177 A battuta 244, la melodia de “Sul Ponte di Bas- sano”, viene mantenuta sospesa su un pedale di sol bemolle e s’inserisce un canone del “Silenzio”, in si bemolle. Il tutto si ripete e poi segue un periodo di collegamento Allegro assai mosso (in 1), in tonalità di mi bemolle e tempo 2/4. Su un pedale di la be- molle e un’armonia in settima/nona di si bemolle (V grado), troviamo un altro canone del primo tema Il tema è poi ripetuto con strumentazione diversa di “Flik Flok”. Questo intermezzo collega il Notturno ed a canone stretto (b. 182), fino ad una piccola al terzo tempo senza fermata. coda che conclude “La Ricciolina”: su una ripresa di “Flik Flok” l’armonia si porta su un do eccedente, III movimento: Scherzo, Allegro giocoso (stacca- quale dominante della nuova tonalità di fa. tissimo), tonalità di mi bemolle, tempo in 1/2. Ini- Si giunge così all’ultimo tema della prima parte: sul zia, sul piano, una lunga sequenza molto veloce, in levare di b. 211 inizia in crescendo e sforzato il crome ribattute con piccole appoggiature. Questo tema de “La Bandiera di Tre Colori”, tema risorgi- lungo periodo interessa strumentini e clarinetti che mentale. vengono rinforzati in alcuni punti dalle altre fami- glie della banda, alternandosi negli interventi. Tema de La Bandiera Di Tre Colori, elaborato da A. D’Elia, clarinetti I e II, bb 210 – 217 III tempo, Scherzo, flauti, oboi, clarinetti, bb. 272 – 279 Il periodo tra le battute 211 e 226, propone inte- ressanti varianti al tema ogni quattro battute: ad esempio gli ottoni usano il “frullato” per ribattere le note ed i clarinetti formano un intricato disegno di arpeggi ed urti armonici. La sezione termina su ar- peggi discenti su uno sforzato. II movimento: Notturno, Andante con sentimento, tonalità di sol bemolle, tempo in 4/4. Il secondo movimento si apre sul piano, con un accompagna- mento in terzine e dopo una battuta introduttiva (b. 239), inizia il tema del noto canto alpino “Sul Ponte di Bassano” con indicazione “espressivo e Le prime battute dello Scherzo, armonizzate per dolcissimo”. Il tema ha anche un piccolo contrap- terze, anticipano il tema che compare nella sua pie- punto. E’ un periodo che ha un carattere evocativo, nezza appena a b. 322. La natura del tema non è la scrittura s’intreccia con lo stile francese dell’im- nota. Il tema è più volte proposto su vari gradi ar- pressionismo di inizio ‘900. monici toccando il V, il II minore, il IV. 7
Tema dello Scherzo, corni, bb. 322 – 330 “Flik Flok” e “E’ Bersagliere”. I tre temi sovrapposti, trombe e tromboni, bb. 492 – 499 Come sviluppo a questa parte, il tema dello Scherzo viene proposto in forma di canone e di progressione discendente con varie strumentazioni. Un ritornello che si alterna tra I e III grado (mi e sol bemolle), smorza la lunga corsa in crome dei legni e segue un’anticipazione del prossimo tema. Dal levare di b. 402, con l’indicazione del tempo Lo sviluppo che segue è realizzato su brevi canoni Meno (in 1), troviamo “Quel Mazzolin di Fiori” (Al- fugati e armonizzati per terza, di “E’ Bersagliere” e pini), proposto in forma quasi corale ma con armo- da una frammento tematico elaborato da “Flik nizzazioni su accordi diminuiti e su un pedale di Flok”. I canoni in tutto sono otto, divisi in due frasi sol naturale; il secondo tema di “Quel Mazzolin di che seguono questa sequenza armonica che si ri- Fiori” viene offerto in tempo di marcia suddiviso in pete, (siamo sul tono della dominante): sib, dob, mi, salti di crome. fa. Da qui seguono nuovi periodi sempre basati Lo Scherzo si conclude con una coda di otto battute sugli squilli di “E’ Bersagliere” e di “Flik Flok”, ac- che ripropone gli squilli di “Flik Flok”, armonizzati compagnati da rapide volate dei legni. per rapporto di terza e settima. Ci si collega diret- L’ultima cadenza importante viene realizzata dopo tamente al IV movimento senza fermata. una corona a b.565 (VI grado abbassato, V, I). Su un fortissimo (fff), viene ripetuto per l’ultima volta IV movimento: Tema con variazioni, Andantino la testa del primo tema di “Flik Flok” e ci si ferma moderato, tonalità di si bemolle, tempo in 2/4. Il IV su un’altra corona a b. 567, sulla dominante. tempo inizia a b. 441, sul piano, con “Addio, mia A b. 570, si ritorna “a tempo” sull’accordo di mi be- bella addio”, armonizzato per terze e accompagnato molle, poi una scala cromatica introduce quella che da una linea melodica in crome con varie appoggia- è la coda della Rapsodia. Nelle ultime battute si al- ture. ternano in semiminime alcune armonie particolari: un III grado abbassato e un accordo per quarte so- Addio, mia bella addio, prima frase, clarinetti vrapposte in semiminime. Segue un’ultima corona dai soprani al basso, bb. 441 – 448 in minime e la strappata finale sul mi bemolle con- clusivo. Abbandoniamo l’analisi dell’originale e riprendiamo l’argomento dell'elaborazione della trascrizione a organico moderno. Concettualmente possiamo trascrivere tutto, ma le domande da farsi sono: quale risultato ottengo? quanto mi discosto dall’originale? vale la pena fare Alla conclusione di questo periodo, a b. 458 ini- una trascrizione se non ne esce un buon lavoro? ziano due variazioni sul tema di “Flik Flok”. Il Esiste una grande differenza tra effettuare una tempo cambia in Allegro spigliato e la tonalità va a “buona” e una “non buona” trascrizione. Dal mio mi bemolle. La prima esposizione è affidata a un punto di vista, una “buona” trascrizione diventa solo di flicornino in mi bemolle e alla seconda espo- tale nel momento in cui si valorizzano le sonorità sizione si aggiunge una tromba sola in si bemolle. del mezzo finale e le sue caratteristiche e queste Le variazioni sono accompagnate da pochi ottoni in non ledono gli intenti della musica originale, ma li semiminime staccate. evidenziano mostrandone una nuova visione. La Il periodo seguente, Allegro Vivo (in 1 sempre), vede trascrizione può diventare una vera e propria opera sul forte la sovrapposizione di tre temi che iniziano d’arte, un’opera creativa che mette in rilievo l’intel- sul IV grado (la bemolle): “Addio mia bella addio”, ligenza musicale e interpretativa del musicista. Il 8
Risveglio Musicale brano così trascritto acquisterà una sua vita e un tromboni, oboi). suo valore musicale modificato e interpretato se- • Sostituzione degli strumenti non presenti nella condo il mezzo sonoro di destinazione. In una “non banda sinfonica con quelli più affini per colore o buona” trascrizione, l’errore che maggiormente si estensione. tende a commettere è quello di copiare le caratteri- • Eliminazione dei raddoppi non necessari e bilan- stiche degli strumenti di partenza per i quali la ciamenti delle famiglie. composizione è stata scritta e farne una brutta • Completezza ed unità organica delle famiglie dal copia, senza seguirne alcune indicazioni o interpre- registro basso al soprano. tazioni. • Utilizzo dei registri più agevoli e di buona resa so- Per procedere correttamente nella trascrizione, i nora per gli strumenti. manuali di strumentazione e orchestrazione met- • Valorizzazione delle dinamiche. tono a disposizione una serie di casistiche da pren- Quanto sopra esposto viene rispettato nei limiti dere come esempio, ma un elemento che delle possibilità che le tecniche strumentali e or- difficilmente trova una spiegazione esauriente è chestrali permettono. l’atteggiamento che il trascrittore deve assumere al- l’inizio del suo lavoro. Egli, per iniziare, oltre a porsi La struttura della composizione è stata conservata i quesiti sopra esposti, deve proiettarsi in uno spi- nella sua forma, con i medesimi cambi di tempi, pe- rito critico e capire quali sono i limiti di realizza- riodi, dinamica, esclusi i tagli che sono già stati zione della trascrizione. motivati. Nel trascrivere, andranno operate delle corrette scelte interpretative, tenendo conto che una buona La tonalità originale è stata mantenuta. Il trascri- strumentazione renderà più evidenti gli elementi vere da banda a banda non dovrebbe comportare tematici e ritmici, mentre un’adeguata orchestra- queste perplessità. Se ci fossimo trovati in una si- zione, oltre a creare la giusta atmosfera emotiva e tuazione differente, il cambio di tonalità sarebbe la fluidità della musica, agevolerà sia l’esecuzione potuto essere un problema d’interpretazione del per i musicisti, sia l’ascolto per lo spettatore. Solo pensiero D’Elia. Per Lui il rispetto della tonalità era successivamente ci si appresterà alle fasi più tec- “sacra”: trascriveva tutto in tonalità originale. niche e revisionistiche del lavoro. Ora vediamo in dettaglio come è stata sviluppata La strumentazione adottata è quella di una mo- questa trascrizione. La fonte da cui ho operato la derna banda sinfonica (circa sessanta esecutori), trascrizione è una raccolta di sessantatré lastre fo- con la seguente assegnazione delle parti: tografiche della partitura della “Rapsodia Militare Italica”, in forma manoscritta. Non è possibile sta- bilire se il manoscritto è opera di un copista o della mano di D’Elia. La raccolta fotografica è ciò che considero “l’originale”, cioè il punto di partenza per la trascrizione. Nell’intraprendere il lavoro più con- creto e materiale di trascrizione, ho impostato una scala di priorità, cioè una linea guida tecnica da se- guire, in quanto su lavori così lunghi è facile per- dere di vista il punto della situazione e ritrovarsi a metà o fine lavoro con risultati ben diversi dagli in- tenti iniziali. Ne riassumo i punti prioritari, che poi saranno ana- lizzati nel resto del testo: La minor strumentazione offerta dalla banda sin- • Rispetto della struttura formale ed armonica. fonica può anche essere anche un’opportunità per • Definizione e valorizzazione timbrica delle linee il trascrittore. Sembra un paradosso ma nel trascri- melodie e degli interventi, in modo distinto e intel- vere da grande banda vesselliana ad organici più legibile. ridotti, spesso si è costretti a togliere ancora stru- • Rispetto degli effetti e dei timbri più caratteristici menti per via della ridondanza di questi nella par- specie quelli con suono chiaro ed evidente (trombe, titura. Con meno strumenti si ottiene la stessa 9
differenziazione timbrica e talvolta anche più ni- baritono, si può sostituire col fagotto, più affine tida: è una questione di strumentazione adottata. come timbro, o col clarinetto basso. Ma comunque Questa eliminazione di strumenti non è da confon- la sua parte è quasi sempre coperta dai bassi in ge- dersi con la riduzione. Nel trascrivere da banda nere. vesselliana a banda sinfonica non si va a conden- Il Contrabbasso ad ancia è il taglio più grave della sare nulla; è una continua opera di strumentazione famiglia dei sarrussofoni, strumenti con imbocca- ed orchestrazione. tura a doppia ancia. Possiamo paragonarlo ad un controfagotto in metallo e perciò ha un suono molto Sostituzioni e aggiunte strumentali. In generale chiaro e aspro. Nelle partiture vesselliane è sempre ciò che è in comune alle due bande può rimanere utilizzato quale contrabbasso alla sezione dei legni, nel proprio ruolo, anche per non allontanarci quindi raddoppia i flicorni contrabbassi e il suo ap- troppo dall’idea originale del compositore. Gli stru- porto timbrico non è strettamente necessario. Dov’è menti non presenti nella banda sinfonica si sosti- possibile, andrebbe sostituito dal fagotto, ma dato tuiscono con quelli più affini, scelti prima per il registro così grave ci sono già tuba e contrab- somiglianza di timbro poi per altezza di registro. basso a corda a sostituirlo. Il Corno inglese: si sarebbe potuto usare, perché Le Trombe: nella banda vesselliana le taglie sono comunque è previsto nella banda sinfonica, specie tre: trombe in si bemolle, trombe in fa e trombe in veste di solista. Ma nella partitura originale l’uso basse in si bemolle. Tutto il gruppo talvolta copre di questo strumento inizia solo dal Notturno, mai anche quattro o cinque voci. Le parti di tromba in con ruoli solistici e comunque sempre raddoppiato si bemolle e in fa possono essere sostituite tutte e nemmeno avvertibile nella registrazione del 1965. dalle odierne trombe in si bemolle, se non scendono Quindi non ho ritenuto necessario impiegare un troppo al grave. Le trombe in si bemolle basso la- altro strumentista per il corno inglese e sostituirlo vorano su un registro tenorile. Esse si assegnano con il saxofono alto o il fagotto I. al trombone, quale ottone dal timbro chiaro. Il Fagotto (assente nella banda vesselliana) funge Il Trombone basso in fa viene sostituito dal trom- da basso alla sezione degli strumentini (flauti e bone III che molto spesso è un trombone tenor- oboi). Può anche andare a sostituire il contrab- basso in sib; eventualmente all’occorrenza si può basso ad ancia o il trombone basso dato il timbro usare anche l’eufonio. chiaro. Il Trombone contrabbasso in sib, che raggiunge I Clarinetti piccoli nella banda vesselliana lavo- la zona più grave del registro si sostituisce con la rano molto spesso all’unisono, creando raddoppi a tuba o se il registro lo permette con il trombone III ottavino e flauti, troppo presenti e di dubbia into- o il saxofono baritono. nazione. Questi sono alcuni degli elementi che spo- I Flicorni: è la famiglia più utilizzata nella banda stano la forza del suono verso l’acuto, vesselliana (se non abusata), al pari dei clarinetti. sbilanciandolo. I clarinetti piccoli in la bemolle e mi Per quanto abbiano un suono scuro e morbido, bemolle, possono essere sostituiti dall’unico clari- l’uso continuo e massiccio di questa famiglia, crea netto piccolo in mi bemolle della banda sinfonica. un tappeto sonoro che confonde le peculiarità tim- Molto spesso anche l’unico clarinetto piccolo in mib briche delle altre famiglie. Per questi motivi nella della banda sinfonica è consigliabile usarlo limita- banda sinfonica oltre a non esistere, le parti di fli- tamente. corno sono le prime ad essere tagliate, se non nei I Saxofoni soprano e basso sono gli strumenti che ruoli fondamentali o solistici, dove allora vanno cer- completano questa famiglia nei registri più estremi. cati i possibili sostituti. I flicorni più acuti (sopra- Il saxofono soprano è di sovente raddoppiato dal nino in mi bemolle e soprano in sib) possono venir clarinetto I o dall’oboe. Anche questo è un elemento sostituiti dalle cornette in si bemolle, poiché queste che altera il bilanciamento del suono forzandolo ultime hanno un suono meno “prepotente” delle all’acuto. In caso di punti obbligati al saxofono so- trombe e si avvicinano di più al loro timbro. Il fli- prano, gli stessi strumenti oboe e clarinetto sono i corno contralto in mib o “genis” può trovare il suo più funzionali a sostituirlo: in prima scelta l’oboe omologo nel corno. Le taglie dal tenore al basso si per il carattere più chiaro e nasale del timbro. Il sa- sostituiscono con gli eufoni I e II, mentre i flicorni xofono basso svolge l’omonima funzione nella se- contrabbassi, con la tuba I e II. La differenza tra fli- zione; dove non è raddoppiato dal saxofono corni e moderni eufonii e tuba è solo costruttiva, 10
Risveglio Musicale ma il timbro è pressoché lo stesso. Anche la fami- le melodie ed i contrappunti. La costruzione delle glia dei saxofoni può essere una scelta adeguata dinamiche nei crescendi e diminuendi, sono state alla sostituzione dei flicorni, nelle varie estensioni. valorizzate con l’aggiunta o la sottrazione graduale Le Percussioni: timpani e percussioni non presen- di parte degli strumenti. tano alcun problema di sostituzione. Si trasferi- Nella tesi ho elencato, per sequenze di battute, scono al pari di come sono in partitura originale. tutte le sostituzioni e le elaborazioni con i parti- Eventualmente si possono fare delle variazioni o ag- colari della trascrizione che sono stati valorizzati. giunte alle parti dei timpani, o si può aggiungere Non è il caso di riproporle in questo articolo, quindi l’uso di qualche mallet o altra percussione, quale a titolo di esempio riporto le situazioni più signifi- sottolineatura di qualche frase melodica o ritmica. cative della trascrizione. Xilofono o Glockenspiel bene si prestano a rinfor- Vediamo un’elaborazione di un passaggio fugato da zare le parti di ottavino. b. 78. Esso è stato trascritto sviluppando una so- Ciò che lega tutto poi sono lo strumentare e or- norità che parte dai timbri scuri ai chiari per ac- chestrare: il fine principale di queste due opera- quistare anche maggiore forza: bb. 78-82: nella zione è ricreare una nuova definizione timbrica prima frase abbiamo solo clarinetti dal secondo al delle tematiche, improntata sull’organico sinfonico basso, nel registro dello chalumeau, corni III-IV, moderno. Non si vanno a operare semplici sostitu- eufonii. Sono stati tolti tromboni e saxofoni; bb. 82- zioni e aggiunte ma si creano nuove valorizzazioni 86: alla seconda frase entrano clarinetti I e piccolo, timbriche, possibilmente le più simili all’originale, saxofoni, corni I-II. Omessi tromboni e flicorni; che devono sempre essere funzionali per il nuovo organico. Nell’operare queste due azioni, va tenuto Particolare del fugato, legni, bb. 78 – 86 conto che la qualità del suono dipende anche dal registro in cui è impiegato uno strumento. Si è reso necessario riadattare le parti a certi strumenti che superavano anche notevolmente i limiti suggeriti dai moderni trattati di strumentazione e che scon- finavano in registri poco comodi, di dubbia qualità sonora e di alta difficoltà tecnica. A questo si è ov- viato rivoltando la distribuzione delle parti per al- tezza e/o riorganizzandole con altri strumenti (voicing). L’eliminazione dei raddoppi poi, ha por- tato a una revisione del bilanciamento tra le fami- glie, cui si deve porre molta attenzione per il rispetto della sonorità e della dinamica. Il bilancia- mento deve avvenire anche nell’armonia e nel- l’estensione. E’ buona norma utilizzare le famiglie al completo, in modo che esse abbiano un’autono- mia nel timbro, nell’estensione dal grave all’acuto e nell’armonia. Ciò che ha richiesto maggior lavoro, sono state le bb. 86-90: terza frase, entrano i tromboni senza valorizzazioni dei numerosi canoni e fugati che si sordina, le cornette, i clarinetti dal III al basso, gli trovano nella Rapsodia. Rendere chiare le entrate oboi. Sono state tolte le trombe; bb. 90-94: sulla dei canoni, ha richiesto di adottare timbri definiti e quarta frase entrano flauti, clarinetti I-II e piccolo, riconoscibili. Man mano che le voci si sovrappon- trombe I-II senza sordina; gono, l’entrata di nuovi canoni può risultare offu- scata dal contrappunto e dalla dinamica. Diventava quindi necessario trovare soluzioni con l’uso di strumenti dal timbro via via più chiaro, evidente e più forte. Non sono mancate parti in cui l’intervento di trascrizione si è portato ai limiti dell’arrangia- mento, sempre con la priorità di rendere intelligibili Walter Cragnolin 11
Ottoni b. 86 – 93 Tra le bb. 440-448, ai temi di “Addio Mia Bella Addio”, sono stati operati importanti ridistribuzioni delle parti, al limite dell’arrangiamento. Sono stati tolti i temi a oboi, corno inglese e saxo- foni ed assegnati ai clarinetti all’ottava bassa, nel registro dello chalumeau, assieme ai corni. Si è passati da un timbro chiaro ad uno scuro. E’ stato tolto il contrappunto ai saxofoni ed affidato ai flauti all’ottava superiore. In questo modo le due linee melodiche non si so- vrappongono ma sono distanziate e più nitide; bb. 449-458: Al ritornello che segue il tema dei clarinetti si ri- porta in loco all’ottava originaria e gli oboi suonano solo la seconda volta; Addio mia bella addio, particolare dei legni L’inizio del Notturno, sul tema de “Sul Ponte di Bas- sano” è stato notevolmente alleggerito. Soprattutto il primo periodo che è stato affidato ad una forma- zione cameristica con solo di oboe, saxofono con- tralto, fagotto e contrabbasso a corda, su un accompagnamento dei clarinetti soprani. Vedia- mone le modifiche: bb. 239-248: è stato tolto il tema agli strumentini e ai clarinetti e lasciato solo a un oboe. Un saxofono alto esegue il contrap- punto. Il fagotto fa la parte di basso, raddoppiato all’ottava inferiore dal contrabbasso a corda. L’ac- compagnamento in terzine è stato tolto ai saxofoni e lasciato solo a clarinetti II-III. Sono state tolte le armonie a corni e flicorni, perché già incluse nelle note dei clarinetti; Sul ponte di Bassano bb. 240 – 243 Nell’Allegro vivo, tra le bb. 491-507, è stata fatta una ridistribuzione dei tre temi che, in questa pe- riodo si sovrappongono (“Addio Mia Bella Addio”, “Flik Flok”, “E’ Bersagliere”). Nell’originale, ogni famiglia di strumenti si suddi- vide per ogni tema. In questa maniera i timbri erano mescolati e distri- buiti solo per altezza. Ho preferito riorganizzare i temi affidandoli anche all’unisono, ciascuno a famiglie diverse, in modo da avere la massima distinzione del timbro e la chia- rezza e rendere ben riconoscibili le melodie: “Addio Mia Bella Addio” ai legni, “Flik Flok” a trombe e cor- nette ed “E’ Bersagliere” ai corni. 12
Risveglio Musicale Particolare dell’Allegro vivo, bb. 491-507 marchiate. Non affermo che l’idea è nuova, infatti per mezzo di questo tipo di trascrizioni tra fiati possiamo riascol- tare opere come le citate “Ouverture op. 24” di Men- delssohn, o la “First Suite” di Holst. Queste composizioni che prevedevano strumenti ormai caduti in disuso, come i corni naturali o il flauto in re bemolle, o non includevano i saxofoni perché non ancora inventati, ora sono eseguite con l’organico moderno; questi non sono che alcuni esempi sottoposti a rivisitazione e ammoderna- mento da parte di avveduti trascrittori, tramite i quali si è preservato il pensiero e la memoria di questi autori. Subito a seguire, l’Allegro molto e vivace, da b. 508, Per la “Rapsodia Militare Italica”, ho voluto ricreare è composto da canoni fugati su elementi di “E’ ber- con la banda sinfonica una partitura corrispon- sagliere” e “Flik Flok”. Ogni battuta vede l’entrata dente, ma che non sostituisca la partitura vessel- di uno di questi elementi. Ogni canone è stato as- liana. segnato ad una o più famiglie per forza crescente. Questo lavoro di trascrizione è rientrato in un pro- E’ stato uno dei periodi più difficili da valorizzare, getto di recupero del repertorio storico bandistico perché ogni battuta è stata interessata da un inter- italiano, iniziato nel a.a. 2013-2014 e sviluppato vento diverso. all’interno della classe di direzione e composizione per fiati del conservatorio di Udine (doc. prof. M. Fugato: particolare dei legni gg.508-525 Somadossi). L’occasione per la prima esecuzione moderna della “Rapsodia Militare Italica” e stato il concerto di Gala dell’associazione Assoarma, il 22 maggio 2015, in occasione del primo centenario di commemorazione della Grande Guerra. Sono seguite altre esecuzioni della versione mo- derna, la più importante è avvenuta al concerto d’apertura del citato XVIII Concorso Internazionale per bande di Riva del Garda, dall’Orchestra di Fiati del Conservatorio di Udine (dir. M°. M. Somadossi). Nel caso specifico di trascrivere da grande banda vesselliana a moderna banda non ci sono ancora trattati o manuali, come per la trascrizione da or- chestra a banda o da pianoforte a banda. La ste- sura di una tesi su questo argomento vuole essere una prima traccia scritta, un possibile percorso che potrebbe esser da guida per futuri lavori in questa direzione. Trascrivere una composizione originale per La “Rapsodia Militare Italica” di Antonio D’Elia, ne banda con una nuova strumentazione assume un diventa così il mezzo o l’esempio. carattere di rinnovamento, essendo essa stessa una particolare tecnica, in cui lo scopo è quello di pre- servare il messaggio musicale per salvaguardare Per informazioni sulla Tesi o sulla Partitura, si pos- importanti lavori del passato e, allo stesso tempo, sono inviare richieste a: proporli in un corrispondente nuovo. Il tutelare il messaggio originale bilancia la presunta perdita di info@waltercragnolin.it. originalità di cui le trascrizioni vengono spesso 13
risveglio musicale n2017_04:Risveglio Musicale 26/07/2017 17:57 Pagina 14 Musica e Globalizzazione: facciamo qualche riflessione di Leonardo Pecoraro Il piccolo Mozart, Franz Liszt o Fryderyk Chopin mozione di un prodotto (per esempio di un CD). giravano l’Europa – che a quei tempi rappresen- Il processo di applicazione delle stesse modalità tava il mondo – suonando e presentando le pro- commerciali della musica popolare applicato alla prie composizioni. Cosa c’era di diverso dalla musica d’arte porta ad un’esasperazione del ten- tournée di un grande artista di oggi che invece tativo di vendita del prodotto; a volte questa esa- di limitarsi all’Europa comprende, tra le sue sperazione raggiunge perfino la mistificazione di tappe, anche il Giappone, gli Stati Uniti o l’Ar- alcuni personaggi, a scapito, purtroppo, di un gentina? La risposta è ovvia, il mondo si è allar- più ampio spazio di possibilità nel quale potreb- gato… oggi Mozart si esibirebbe tanto all’Opera bero esprimersi ed associarsi alla musica diversi di Vienna quanto al Metropolitan di New York o pensieri e diverse proposte artistiche. al Colón di Buenos Aires. In sostanza, per quel La globalizzazione allora, è davvero sempre sino- che riguarda il fare musica (dove per “fare” in- nimo di apertura di nuovi orizzonti musicali e tendo il processo creativo e la possibilità di dif- nuove opportunità? Pensate ad esempio al jazz fondere l’arte musicale) nulla è cambiato rispetto migrato suo malgrado dall’Africa all’America. al passato eccetto il punto di vista che attiene Forse, riguardo alla creatività e alla possibilità di alla sua commercializzazione. Oggi in effetti, espressione artistica spesso non rappresenta un sono stati applicati alla musica d’arte gli stessi fenomeno di incremento ma piuttosto di ridu- meccanismi di vendita usati per la musica com- zione degli spazi d’arte. La particolare posizione merciale. delle diversità culturali nelle democrazie occiden- Una volta il concerto costituiva il momento fon- tali si traduce positivamente, questo è innega- damentale del fare musica, era il momento deci- bile, nel tentativo di riconoscimento della pari sivo in cui una composizione o dignità degli individui ma deve allo stesso tempo un’interpretazione veniva condivisa con gli ascol- consentire la possibilità di non rinnegare la pro- tatori e quindi sottoposta anche ad un giudizio pria origine musicale e culturale. istantaneo di merito. Dagli anni ’80 del secolo Al generale livellamento degli individui sul piano scorso sono stati applicati alla musica da con- consumistico è quindi importante opporre una certo gli stessi meccanismi di diffusione e com- diversificazione sotto quest’aspetto che si estra- mercializzazione della musica popolare per la nei dalle logiche commerciali che tendono verso quale, invece, il concerto non è in sé “l’evento” una generale omogeneizzazione musicale. Per ma è piuttosto “un evento” finalizzato alla pro- molti pensatori contemporanei l’identità di una minoranza è imprescindibile dalle forme del pro- prio riconoscimento, e noi qui pensiamo al- l’aspetto musicale, ma possono esserci due forme patologiche che interessano la percezione della propria identità da parte delle minoranze: la prima riguarda l’assenza di riconoscimento e provoca una forma di invisibilità sociale legata alla negazione della propria identità quindi anche musicale; la seconda forma invece implica una percezione sbagliata dell’identità, che può essere legata a un’immagine di inferiorità o co- munque distorta della propria identità specie se legata all’etnia o alla religione per chi ha neces- sità di riconoscersi. Da questo presupposto tutte le volontà delle minoranze di essere riconosciute 14
risveglio musicale n2017_04:Risveglio Musicale 26/07/2017 17:57 Pagina 15 Risveglio Musicale anche musicalmente hanno come obiettivo il rag- viene quasi sempre accompagnato da quello eco- giungimento di una visibilità sociale o una ne- nomico, con le sue sfumature degenerate che ri- cessaria revisione della rappresentazione delle conducono a casi di mercificazione culturale e, loro identità. da questa, alla logica omogeneizzazione culturale In quest’ottica la musica etnica in chiave mo- in chiave consumistica che propone, o meglio derna, e non più la classica di origine europea, sforna, presunte novità musicali a prescindere ritengo possa elevarsi ad ottimo veicolo di ri- dalla reale qualità od originalità. scatto. Non si deve scordare infatti il meccani- In quest’ottica il pericolo del liberalismo è quello smo adottato in ogni forma di colonizzazione, di diventare cieco alle differenze culturali, e culturale, spesso religiosa o fisica, per cui il sog- quindi anche musicali, in quella che dovrebbe getto colonizzato viene rappresentato come disu- essere sul piano teorico la sua neutralità nel ri- mano, barbaro, incivile, inferiore, adducendo conoscere pari dignità alla musica ed agli indivi- false motivazioni scientifiche che ne giustifiche- dui che la suonano e che l’ascoltano, ovvero che rebbero la sottomissione. E qui arriviamo alla questi siano considerati al di fuori delle loro ori- questione del multiculturalismo così come viene gini etnico-culturali. Una discrepanza che spesso dibattuta oggi, cioè mettendo in primo piano le non riscontriamo nelle top star musicali lanciate imposizioni di certe musiche su certe altre e la nello scenario dell’individualismo moderno che presunzione di superiorità qualitativa per poi non è estraneo alle dinamiche politiche ed eco- chiamare a scusa la globalizzazione. nomiche del liberismo occidentale. Vi è così il ri- Le società liberali occidentali sono considerate schio di stipulare un Contratto Sociale sommamente colpevoli in questo senso, in parti- degenerato, per cui per il bene collettivo oltre ad colare per il loro passato coloniale. Pensiamo alle una parte di libertà individuale si rinuncia a lingue portoghesi e spagnole imposte in America buona parte dell’identità culturale e della ric- latina, alla religione cattolica e conseguente- chezza musicale che ha accompagnato per secoli mente alla diffusione di musiche liturgiche, ritmi gli uomini negli angoli più sperduti della Terra. e suoni non autoctoni. Uno dei problemi fonda- Il contesto della globalizzazione è terreno fertile mentali del multiculturalismo è quello di conci- per un fenomeno di questo tipo, in quanto per liare una società in cui tutti gli individui godano entrare in contatto con il resto del mondo globa- di pari diritti, rispetto e dignità con le innumere- lizzato necessariamente si rinuncia a delle realtà voli differenze culturali. Ad oggi il modello domi- di dimensione locale. Al pari delle origini musi- nante in questo senso è (forse paradossalmente cali uno degli elementi che viene considerato considerando i precedenti storici) proprio il mo- come minaccia ad una realtà globalizzata in tale dello occidentale incentrato sul liberismo econo- contesto è, in primis, il linguaggio locale a cui si mico ove tutti suonano quello che vogliono è sempre più disposti a rinunciare, o perlomeno mentre il difetto del liberalismo politico è che a trasferirlo in secondo piano a favore dell’inglese che occupa ormai nell’ambito della comunica- zione e della divulgazione scientifica un primato che difficilmente può essere scardinato. Ma è ve- ramente necessario musicalmente parlando? Sempre più spesso si canta solo in inglese per mere ragioni di mercato perdendo la musicalità propria di ogni lingua. E da sempre alla lingua italiana è riconosciuto questo valore di musica- lità. Pensate al melodramma. Salviamo almeno la “Musica di Tutti” ed in special modo quella che trae origine dalla terra e dagli uomini che l’hanno vissuta nei tempi passati. La Musica è arte per tutti gli uomini a prescindere dal colore della pelle, dalla religione e dalla latitudine. Salvia- mola, tutta! Non è arcaico retaggio culturale ma preziosa ricchezza da preservare e valorizzare nel Futuro per tutti Noi. 15
La musica e i musicisti, tra presunzione e umiltà di Luca Francioso È ormai cosa normale competere per voler pri- nere sempre. meggiare, in ogni settore, specie in quello musi- Nonostante la scrupolosa attenzione a non sci- cale. Si tende a nascondersi dietro la buona volare dentro questo tunnel senza uscita, più educazione, quando va bene, ma la competizione volte anche io sono stato tacciato di presun- è una componente fortemente presente tra mu- zione, anche quando ho provato strategicamente sicisti, inutile fingere che non sia così. Si com- a non prendermi sul serio, ridimensionando, piono dei taciti duelli in cui garbatamente si prima che lo facessero gli altri, ogni dettaglio tende a ostentare competenze, collaborazioni, della mia proposta artistica, convinto — a torto progetti prodotti o in produzione, eccedendo — di schivare l’ennesimo giudizio. Ma non è così nella considerazione del proprio contributo con che funziona, non è fingendo di non conoscere lo scopo di innalzarlo, ridimensionando nel con- il proprio valore che si evitano etichette dietro le tempo quello dei colleghi. spalle, anzi spesso questo atteggiamento è il All’interno di queste pericolose dinamiche, quasi primo sintomo di un’eccessiva stima di se stessi. mai ammesse dai musicisti per un comprensi- Fingendo si perde sempre. bile pudore e una palese sconvenienza, con “pre- In effetti non ci risparmiamo mai quando è il sunzione” e “umiltà” si identificano gli momento di decretare giudizi, ma i termini pre- atteggiamenti opposti entro i quali queste inte- sunzione e umiltà, così come competizione, non razioni prendono vita, etichette che una volta in- sono di semplice lettura e per questo, per la loro collate dietro la schiena di qualcuno considerevole portata, meritano un’attenta e ac- difficilmente si scollano e, anche quando si rie- curata riflessione. sce nel tentativo, qualche segno tende a rima- L’etimologia della parola presunzione rivela l’in- Luca Francioso 16
Risveglio Musicale tenzione del prefigurarsi, immaginarsi qualcosa prio linguaggio artistico, per certi aspetti è addi- cioè prima che diventi vera. È un esercizio di rittura indispensabile. “Sana presunzione”, così supposizione (presumo che…, presumo di…), in si potrebbe definire questo slancio necessario. effetti, che facciamo sempre, tutti i giorni, Lo scrittore irlandese George Bernard Shaw di- quando ad esempio immaginiamo un incontro ceva: “Tu vedi cose che esistono e ti chiedi: per- importante prima che accada, magari un con- ché? Io sogno cose mai esistite e mi chiedo: certo prima che si compia, con lo scopo di deter- perché no?”. Non è una magnifica intuizione di minare reazioni preventive, così da non essere una “sana presunzione”? impreparati ad ogni eventuale possibilità. Pensiamo alla parola tracotante (dal latino tra L’evoluzione da questa quotidiana e semplice ac- [oltre] e cogitans, participio presente di cogitare cezione ad una più cruda e sconveniente, passa [pensare], “pensare oltre”), anonimo sinonimo di attraverso la convinzione che l’immagine prefi- presuntuoso, ma che nella sua etimologia na- gurata debba diventare mia a tutti i costi e senza sconde un’inaspettata radice positiva, che tra- eccezioni, una pretesa di appartenenza verso ciò sforma l’arrogante in un pensatore coraggioso che non mi spetta e verso ciò che non è mio, che che tenta di spingersi con l’immaginazione oltre non ha criterio né prove tangibili. Spesso, infatti, i suoi limiti. Difficile trovare un connotato nega- accade di farsi prendere la mano tivo in questo nobile processo dal desiderio che tutto vada bene, (senza il quale non ci sarebbero tanto da distorcere la speranza in state persone in grado di correre certezza assoluta che ogni cosa 100 metri in meno di dieci se- debba compiersi così come io ho condi, persone capaci di scalare supposto, senza eccezioni, inne- vette altissime, di dipingere un scando una pericolosa brama capolavoro, di creare una sinfo- dell’immagine di successo gene- nia da sordi), motore primo che rata. spinge da sempre gli uomini ad In termini giuridici, la presun- eccellere, in ogni campo, purché zione è ciò che si suppone vero si sia in grado di accettare la basandosi su semplici indizi e fino possibilità di non riuscire in tale a prova contraria. Eccolo il pro- tentativo. blema: la prova contraria. Percorrendo un altro sentiero, Quando infatti ciò che abbiamo anche se per il momento non lo presunto da piccoli indizi (il sentirsi pronto, ad definirei opposto, la parola umile (dal latino esempio) si compie secondo dinamiche non pre- humi [a terra], derivante da humus [terra]), è le- viste, sorpresi dalla prova inconfutabile che gata alla terra e alla cura priva di superbia che niente di quanto supposto è realmente acca- se ne deve avere, pari al rispetto e alla gratitu- duto, e tuttavia ci ostiniamo a pretendere quel- dine che un contadino dimostra nel maneg- l’immagine di successo rivendicandola come giarla. In sanscrito, il termine bhumi significa nostra e come nostra soltanto, allora e solo al- “terra”, e la creatura della terra è Bhuman, da lora la presunzione diventa quella scriteriata e cui umano. L’umile, dunque, è qualcuno o qual- spocchiosa compagna che tutti conosciamo, in cosa autenticamente legato alla propria natura effetti dannosa come pochi. e quindi alla propria origine. Insomma, umile è La presunzione, dunque, non è sempre un at- chi è se stesso. teggiamento da disprezzare, a patto natural- Il superbo (dal latino super [sopra] e bus, dalla mente che si riesca ad accettare con equilibrio radice sanscrita bhú [essere], “stare sopra”), al l’eventualità di non essere adeguati o all’altezza, contrario, non si cura del rapporto “uomo-terra”, la possibilità reale insomma di alternative al pre- avendo una natura più “aerea”, e nell’elevare supposto. Avere piena fiducia nelle proprie ca- esageratamente se stesso spesso denigra e mor- pacità e credere prima di mettersi in gioco di tifica l’altro. potercela fare, perché se non ci credi tu non ci C’è da dire che anche l’accezione di umile ha crederà nessun altro, è importante per chi sce- avuto un’evoluzione importante e di direzione glie di denudarsi di fronte al mondo con il pro- opposta. È stato Gesù di Nazareth, attraverso i 17
suoi insegnamenti, a nobilitarne le intenzioni, i valori di gruppo. Dunque “competere” non è spostandone il significato da uomo di bassa con- che il tentativo di eccellere, perseguendo le pro- dizione e di sentimenti poco elevati a uomo che prie ambizioni, con lo scopo di ottenere risultati sa saggiamente riconoscere la grandezza di Dio sempre migliori, nel pieno rispetto delle regole e e dell’intero universo, senza il bisogno di solle- dei contendenti. vare il proprio ego, peccando così di superbia. Ecco che il cerchio si chiude. Sarebbe sufficiente Forse è nella superbia, dunque, più che nella essere se stessi e leali, alzando ogni volta l’asti- presunzione, che va ricercata la direzione oppo- cella delle proprie ambizioni e credendo sempre sta all’umiltà, il suo contrario, ed è quest’atteg- di potercela fare, accettando eventuali fallimenti giamento che andrebbe evitato nelle nostre e rispettando in ogni occasione le altre persone. interazioni, in effetti sovraccariche di simili di- Difficile, in effetti, ma davvero possibile. Pen- namiche. La differenza tra la superbia e una sando alla musica e ai musicisti, quale meravi- “sana presunzione” è sottile e vive davvero al li- gliosi luoghi di condivisione genuina mite, ma saperla riconoscere non può che ali- diventerebbero tutti i meeting o le rassegne, op- mentare rapporti più sani e meno subdoli, tanto pure le condivisioni in rete o semplicemente gli da salvaguardare anche la reale portata dell’ac- incontri, rimanendo fedeli a queste semplici in- cezione di competizione, anch’essa in effetti dicazioni? fraintesa e troppo spesso accettata per il suo Insomma, si può osare una sana presunzione lato peggiore. senza offendere o contrariare nessuno, si può Il termine competizione, infatti, ha la stessa ori- essere competitivi rispettando tutti, purché non gine di competenza, il verbo competere (dal la- si smetta mai di essere umili, cioè semplice- tino cum [insieme] e petere [andare verso], mente e unicamente se stessi. “perseguire un obiettivo comune”), che definisce un atteggiamento valido tecnicamente ed etica- Fonte: http://www.lucafrancioso.com/la-mu- mente, volutamente responsabile e coerente con sica-e-i-musicisti-tra-presunzione-e-umilta/# 18
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