Rinnovarsi per crescere - Seguendo l'esempio di chi ci ha preceduto, guardiamo con entusiasmo al futuro - UGEI

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Rinnovarsi per crescere - Seguendo l'esempio di chi ci ha preceduto, guardiamo con entusiasmo al futuro - UGEI
25/01/2022

Rinnovarsi
per crescere

                Seguendo l’esempio di chi
               ci ha preceduto, guardiamo
                   con entusiasmo al futuro
                                          1
CULTURA SCIENZE JEWISH LIFE ESTERI STORIA ISRAELE POLITICA SPORT

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Rinnovarsi per crescere:
 seguendo l’esempio di chi ci ha preceduto,
    guardiamo con entusiamo al futuro
Luca Spizzichino                                            Luca Clementi
                Direttore Editoriale                                   Direttore Responsabile

Durante il nostro primo anno di Direzione, come           Responsabile Desk Jewish Life David Di Segni e sot-
spiegato nell’ultimo monotematico pubblicato in oc-       to la nostra supervisione tecnica. Con i racconti dei
casione di Yom Hatzmaut, abbiamo voluto da un lato        testimoni, abbiamo ripercorso le tragiche ore che
garantire una continuità con la Direzione del nostro      hanno segnato per sempre la vita della Comunità
caro David Zebuloni, amico e incredibile mento-           ebraica romana. La strategia non solo ci ha condotto
re per la nostra crescita personale e professionale,      ad una crescita sui social media, ma ci ha anche dato
dall’altro compiere step ulteriori nel percorso di rin-   la possibilità di essere riconosciuti alla stregua delle
novamento del giornale. Questo innanzitutto attra-        altre testate ebraiche presenti in Italia, avendo il no-
verso la produzione di breaking news per le notizie       stro lavoro destato la curiosità dei tanti nuovi lettori
di estrema attualità riguardanti l’Italia, Israele e il   che si sono nel tempo affezionati a noi. Per questo,
mondo ebraico. In linea con la tendenza giornalisti-      nel secondo anno di Direzione abbiamo considerato
ca attuale, la nostra strategia comunicativa si è inol-   fondamentale continuare a dare nuova linfa a que-
tre sempre di più focalizzata su una trasmissione         sto storico giornale, guardando al futuro, ma senza
news fotografica. Numerosi i videoreportage prodot-       dimenticarci del nostro passato. È con questo pen-
ti su alcuni dei principali eventi riguardanti la co-     siero che abbiamo deciso di rinnovare il logo, per
munità ebraica italiana e l’UGEI, compresi quelli re-     renderlo più accattivante e riconoscibile all’esterno.
alizzati nel corso del progetto “Memoria a più Voci”,     Un processo di rebranding che guarda avanti, con la
in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di       nascita del profilo Instagram del giornale, ma passa
Roma e l’Unione delle Comunità Romanès in Ita-            per un tuffo nel passato, con la pubblicazione di un
lia, di cui siamo orgogliosamente media partner. Ci       cartaceo che raccoglie i migliori articoli scritti dalla
sono poi i video esplicativi, creati per raccontare le    nostra Redazione nel corso del 2022. Occorre inol-
nostre principali festività o per riportare in breve un   tre pensare al mantenimento della tendenza. Come
determinato accadimento, come i bombardamenti             farlo? Guardando alle generazioni che verranno,
su suolo israeliano durante il conflitto israelo-pale-    avvicinate tanto dal lavoro del Consiglio, della Re-
stinese dello scorso anno. Ancora, “Due minuti con        dazione stessa e degli altri addetti ai lavori, quanto
HaTikwa”, la rubrica nata con lo scopo di esporre         dal progetto di formazione nelle scuole da noi intra-
la visione della Direzione o del Consiglio dell’Unio-     preso, iniziato dall’accordo siglato con Liceo ebrai-
ne su un fatto a noi pertinente, quale ad esempio la      co di Milano “Federico Jarach”, che rende HaTikwa
pronuncia della Corte di Cassazione francese sull’o-      partecipe del programma di PCTO elaborato dalla
micidio di Sarah Halimi. L’ultima grande sfida in or-     Scuola. Alla luce di tutto questo, appare così chiaro
dine di tempo è stata il documentario realizzato in       il messaggio del titolo del nostro magazine. “Rinno-
occasione dei 40 anni dall’attentato palestinese alla     varsi per crescere: seguendo l’esempio di chi ci ha
Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982, a cura del           preceduto, guardiamo con entusiasmo al futuro”.

                                                          Buona Lettura!

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David Fiorentini
   Presidente Unione Giovani Ebrei d’Italia

Un tuffo nel passato, quando internet non esiste-
va, quando le notizie non viaggiavano da una parte
all’altra del globo alla velocità di un click, quando
per conoscere gli scoop del momento bisognava
aspettare il garzone con il giornale fresco di stampa.
Un’epoca in bianco e nero, a cui anche HaTikwa ha
contribuito per decenni. Ripescando copie su copie
nel fondo degli armadi dei propri genitori, o addi-
rittura nonni, l’affetto con cui sono state custodite
per così tanti anni, ci hanno ispirato a proporre un
contenuto simile, a cui la nostra generazione possa
affezionarsi e ricordare per tutta la vita. Ma i tempi
sono cambiati, la soglia dell’attenzione diminuisce
vertiginosamente, le necessità dei lettori si sono tra-
sformate, il modo di comunicare si è evoluto e Ha-
Tikwa ha dovuto trovare la forza per rinnovarsi: con
i servizi video, le breaking news, i podcast, di do-
cumentari e la crescente presenza sui social media.
Tante nuove tattiche per implementare la strategia
comunicativa della Direzione. Tuttavia, è rimasto
questo desiderio di lasciare un ricordo tangibile a
tutti coloro che hanno seguito da vicino il nostro la-
voro. Quindi, armonizzando la nostalgia con la mo-
dernità, con un nuovo brand e una contemporanea
prospettiva, abbiamo lanciato “Rinnovarsi per cre-
scere: seguendo l’esempio di chi ci ha preceduto,
guardiamo con entusiasmo al futuro”.

Buona lettura!

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INTERVISTE ESCLUSIVE
         - Intervista al presidente del WUJS Jonathan Braun di Luca
         Spizzichino.........................................................................................................pp 6
         - Intervista alla presidente EUJS Avital Grinberg di Giorgia
         Calò e Luca Spizzichino.................................................................................pp10
         - Intervista alla CEO Julia Jassey di Luca Clementi.........................pp14
         - Intervista all’artista americano Alex Woz
         di Ghila Lascar.................................................................................................pp18
INDICE
         CULTURA
         - L’oro nelle crepe è la vita di Luca Clementi......................................pp24
         - Il significato del giorno della memoria
         di Daphne Sarah Zelnick..............................................................................pp28
         - Quando la musica unisce i popoli, la nostra esperienza all’Euro-
         vision di Luca Spizzichino e Ghila Lascar.............................................pp30
         - Quando il sangue strilla: “Maddalena” di David Di Segni............pp32
         -“Era un giorno di festa”: le voci dei testimoni dell’attentato del 9
         ottobre 1982 di Giorgia Calò.......................................................................pp34
         -“Edith”, al cinema il film sulla ballerina superstite di Auschwitz
         di Redazione......................................................................................................pp36

         SCIENCE
         - Ebraismo e…Scienza di Giulia Limentani.........................................pp40
         - Di fronte ad un bivio: esistere o morire? di Ginevra Di Porto, Giulia
         Limentani, Giulia Sermoneta......................................................................pp42
         - Aborto e contraccezione nell’ebraismo, cosa dicono i Maestri?
         di Giulia Limentani........................................................................................pp44

         JEWISH LIFE
         - Vi presentiamo FEJJE, la neonata Federazione dei Giovani Ebrei
         di Spagna di Joshua Bonfante.....................................................................pp50
         - Storie di memoria dalla Polonia, storie di resistenza dall’Ucraina
         di Viola Turone.................................................................................................pp52
         - Educazione ebraica: la questione Yacov-Esav di Noa Piperno....pp54
         - La Memoria come fattore di coesione e connessione: il seminario
         di Yad Vashem di Vittoria Rivka Bublil...................................................pp56
         - La Moishe House apre a Milano di Redazione.................................pp58
         - Un Sefer Torah in memoria di Stefano Gaj Taché
         di Giorgia Calò.................................................................................................pp60
         - “Yallagan” la nuova piattaforma dell’intrattenimento ebraico di
         Redazione..........................................................................................................pp62
         - Presentato “Kishreinu – Our Bond” di Ioel Roccas.........................pp64
ESTERI
- Intervista ad Alexis Lacroix: “Zemmour è il sintomo di una crisi
francese” di David Fiorentini....................................................................pp66
- Quando laicità e libertà di culto entrano in conflitto: il Caso Le
Pen di Ginevra Di Porto e Daphne Zelnick............................................pp70

STORIA
- Intervista a Daniela Sarfatti: “L’importanza di fare Memoria” di
Ioel Roccas.........................................................................................................pp72
- L’incredibile scoperta de ‘’Il Riformista’’: l’Italia è stata base
finanziaria dei terroristi palestinesi di Redazione............................pp76

ISRAELE
- Tra Occidente ed Oriente: la centralità diplomatica dello Stato
d’Israele di David Di Segni.........................................................................pp78
- Cinquant’anni dalla strage alle Olimpiadi di Monaco
di David Di Segni............................................................................................pp80

POLITICA
-Il peso delle parole: limite tra critica ed offesa – Intervista a David
Parenzo di David Di Segni..........................................................................pp82

SPORT
- Le origini ebraiche di Camila Giorgi, stella del tennis italiano
di Redazione.....................................................................................................pp84
INTERVISTE ESCLUSIVE

Intervista al
presidente WUJS
Jonathan Braun:
“La più grande sfida delle
nostre comunità: contra-
stare la polarizzazione e
ritrovare l’unità”
di Luca Spizzichino

“Sin dall’inizio ho creduto fermamente di poter dare     Cosa ti spinse a candidarti come presidente a inizio
molto agli studenti ebrei di tutto il mondo”, racconta   2020?
Jonathan Braun, presidente del World Union of Jewi-      Prima di correre alla presidenza del WUJS, decisi
sh Students (WUJS), parlando di cosa lo ha spinto a      di correre per quella dell’EUJS. Volevo sostenere
candidarsi per una delle posizioni più ambite per un     gli studenti ebrei con le competenze e l’esperienza
giovane attivista ebreo.                                 che avevo maturato negli anni passati. Tuttavia, non
Il World Union of Jewish Students è stato creato nel     sono stato eletto. È stata una delle elezioni più com-
1924 dall’avvocato inglese Hersch Lauterpacht con        battute, e questo mi ha spinto a non mollare, perché
l’idea di opporsi alle quote imposte dalle università    sapevo che molti avevano fiducia in me e in quel-
in Europa per l’ingresso degli studenti ebrei. In que-   lo che potevo dare. Ma come potevo rappresentare
sta missione Lauterpacht coinvolse un suo amico,         chi viene dall’America Latina oppure dall’Africa e
Albert Einstein, che da lì a poco sarebbe diventato il   dall’Oceania? Così, tra le due elezioni, ho deciso di
primo presidente del WUJS. Negli anni la Union si è      imparare e comprendere le loro necessità prima di
sviluppata arrivando a quella che è oggi: l’ente che     correre come Presidente. Cosa che alla fine ho deci-
rappresenta oltre 800mila studenti ebrei e che opera     so di fare.
in oltre 50 stati in tutto il mondo.
Jonathan Braun, nato in Israele e cresciuto in Sviz-     Tra poco concluderai il tuo mandato. Come lo giu-
zera, ha vissuto in una famiglia ortodossa che, come     dichi?
racconta, è “sempre stata piuttosto attiva nel mondo     Credo sia andato alla grande. Ritengo di aver rag-
ebraico”. Per questo per Jonathan è sempre stato na-     giunto molti degli obiettivi che mi ero prefissato e
turale cercare di dare qualcosa per i giovani studenti   paradossalmente il Covid ha influito, soprattutto in
ebrei prima in Svizzera e successivamente in Euro-       positivo, nel loro raggiungimento. Infatti, la pande-
pa e nel mondo. A fine anno terminerà il suo manda-      mia ci ha dato la possibilità di pianificare le nostre
to, iniziato febbraio 2020. Per l’occasione HaTikwa      priorità, ci ha permesso di raddoppiare il nostro bu-
ha voluto intervistarlo per parlare del suo percorso e   dget e di arrivare a un milione di shekel quest’an-
delle sfide che dovranno affrontare gli studenti ebrei   no. Oltretutto abbiamo aumentato il numero di pro-
in Israele e nella Diaspora.                             grammi che facciamo, firmato partnership a lungo
                                                         termine e in generale reso stabile l’organizzazione.

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Cosa pensi di aver dato in questi
anni da presidente?
Prima di tutto penso di aver dato
molto tempo ed energia. Sicura-
mente ho guadagnato qualche
capello grigio, ma è qualcosa
di scontato quando si fa parte di
questo mondo. Ma credo soprat-
tutto di aver dato all’organizzazio-
ne un’identità e mi piace credere
di aver stimolato molte persone a
diventare attivisti e leader.

Cosa ti ha dato invece il WUJS?
Sicuramente la possibilità di fare
della mia passione un lavoro. È
stata un’enorme opportunità per
me. Fare il presidente del World
Union of Jewish Students è un’oc-
casione unica nella vita. Ho potu-
to conoscere persone fantastiche
e ho avuto la possibilità di visitare
posti meravigliosi. E, naturalmen-
te, gestire una struttura così gran-
de a questa giovane età ti dà molta
esperienza, di cui posso solo che
essere grato.

Il tuo ruolo è stato ricoperto da
grandi personaggi della nostra
storia, come Einstein, Freud,
Weizmann e molti altri. Come
ti senti a far parte di questa lista
unica nel suo genere?
Onestamente sono orgoglioso. Non
posso promettere che otterrò un
premio Nobel o che raggiungerò
i livelli di Weizmann, Ben Gurion
e di tanti altri prima di me. Ma si-
curamente farò del mio meglio.
Oltretutto essere presidente del
WUJS comporta anche un certo ca-
rico di responsabilità, perché devi
fare in modo di non rovinare tut-
to il lavoro fatto da queste persone
straordinarie nel corso degli anni.

                                   9
Tuttavia, non essere da solo, ma        Prima di tutto bisogna precisare
     anzi avere una squadra che lavora       come sia completamente diffe-
     instancabilmente per gli studenti       rente la percezione di quanto sta
     ebrei, ti fa sentire meno il peso       accadendo in Israele. Le comuni-
     della responsabilità e ti rende or-     tà della Diaspora si stanno inter-
     goglioso del lavoro che si sta por-     rogando sul perché le elezioni in
     tando avanti.                           Israele abbiano visto una deriva
                                             a destra. Ma ci sono alcune cose
     Parliamo un po’ di attualità. Quali     che penso sia importante conte-
     pensi siano le maggiori sfide che       stualizzare. La prima riguarda
     i giovani ebrei devono affrontare       il sistema di voto e il peso speci-
     oggi?                                   fico dei partiti di estrema destra
     La prima sfida è a livello finanzia-    in Israele, che non è lo stesso
     rio. Anche se non è un problema         della destra in Ungheria o in Ita-
     prettamente ebraico, credo sia          lia. Inoltre, bisogna domandarsi:
     una minaccia da non sottovalu-          quali sono le priorità degli israe-
     tare. La seconda è il risorgere         liani? Sicuramente la stabilità e la
     dell’antisemitismo, che non viene       volontà di avere un governo, poi
     più condannato sui social media,        c’è il costante tema della sicurez-
     nei talk show e in molti altri posti.   za e per ultimo il desiderio dell’e-
     Spero che ci sia una reazione da        lettorato di dare la possibilità ad
     parte della società. Noi abbiamo        altre opzioni. Ci saranno problemi
     il compito di rendere la questione      a lungo termine tra la Diaspora e
     di primaria importanza. È un pro-       Israele, ma penso che l’importan-
     blema grande, che nessuna orga-         te sia, ancora una volta, non pola-
     nizzazione ebraica può affrontare       rizzarsi, cercare di capire perché
     da sola. L’ultima grande sfida per      gli israeliani siano arrivati a que-
     il mondo ebraico è quella dell’u-       sta decisione. Perché lo vogliamo
     nità. Si sta creando una forte po-      o no, non importa chi ci sia al
     larizzazione delle opinioni: ormai      governo, Israele è l’unica casa si-
     o sei pro o sei contro un determi-      cura per gli ebrei. La paura delle
     nato tema, non si può più essere        comunità della Diaspora è che l’e-
     nel mezzo. Quindi è fondamenta-         strema destra possa essere usata
     le fare in modo che le generazioni      contro di loro. Ma se vieni preso
     più giovani siano in grado di dia-      di mira come ebreo o come sio-
     logare, discutere e sentirsi a pro-     nista perché il governo di Israele
     prio agio.                              sta facendo qualcosa di sbagliato,
                                             il problema è che la persona di
     In che modo, dal punto di vista di      fronte a te è antisemita.
     un giovane ebreo della Diaspora,
     i risultati delle elezioni in Israele
     influiranno sulle nostre comuni-
     tà?

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INTERVISTE ESCLUSIVE

Intervista alla
presidente EUJS
Avital Grinberg:
“Se i giovani saranno con-
sapevoli delle loro capaci-
tà, nessuno potrà
ostacolarli”
di Giorgia Calò e Luca Spizzichino

Durante la scorsa Summer U a Lisbona, il Consiglio        Cosa ti ha spinto a candidarti alla presidenza la scor-
esecutivo della European Union of Jewish Students         sa estate?
(EUJS) ha visto un cambio della guardia: dopo un          Prima di tutto io avevo già vissuto l’esperienza all’in-
anno di mandato, l’ex Presidente Elias Dray ha an-        terno dell’ufficio di EUJS e conoscevo le responsabi-
nunciato le sue dimissioni. A prendere il suo posto       lità del Presidente. Sapevo quindi a cosa sarei anda-
come nuova Presidente è stata Avital Grinberg, un         ta incontro. Avevo come una narrativa dentro di me
volto noto all’interno di EUJS, di cui è stata Project    che volevo condividere con gli altri; inoltre sono cu-
Manager, oltre ad aver ricoperto il ruolo di Consi-       riosa di scoprire come può essere un giovane leader
gliera del World Union of Jewish Students (WUJS).         ebreo oggi. Abbiamo molti buoni modelli, a cui però
                                                          manca qualcosa. Volevo vedere come leader della
Nata a Berlino da madre proveniente dall’Uzbeki-          Union qualcuno che fosse autentico, laborioso e con
stan e padre dalla Lituania, sin dalla scuola supe-       i piedi per terra. Per questo mi sono messa in gioco.
riore Avital ha iniziato a prendere parte all’attivismo   Come leader ebrea, determinata, autentica e anche
giovanile ebraico, con un particolare interesse al        un po’ fuori dagli schemi.
dialogo interreligioso. Il vero e proprio esordio arri-
va con la JSUD, l’unione giovanile ebraica tedesca,       Sei diventata presidente con un Consiglio già forma-
nata solo pochi anni prima ma con tanti progetti e        to, che situazione hai trovato?
tanta voglia di fare. Avital entra a far parte del con-   Sicuramente l’esperienza che il Consiglio aveva
siglio e vede in quell’ambiente l’opportunità di met-     già accumulato è stata preziosa, ma volevo anche
tersi in gioco e scendere in campo.                       incoraggiarli a pensare in modo nuovo. Devo dire
Promuovere la conoscenza del mondo ebraico in             che mi ha aiutato moltissimo il fatto di non essere
tutta Europa, lotta all’antisemitismo attraverso ini-     completamente estranea all’ufficio: ci conoscevamo,
ziative, essere un punto di riferimento per i giova-      avevamo già lavorato insieme; perciò, sin dall’inizio
ni studenti ebrei in tutto il mondo; in altre parole      c’è stato un clima di grande fiducia. Confido nel fat-
“Chutzpah!”, un termine yiddish, il cui significato è     to che siamo tutti qui per lo stesso obiettivo, e tutti
“spudorata audacia”, che racchiude in sé il signifi-      meritano il proprio spazio. Certo abbiamo dovuto
cato del programma di Avital e gli obiettivi da rag-      un po’ riorganizzarci, nominando anche due nuovi
giungere. HaTikwa ha potuto conoscere meglio la           membri del Consiglio. C’è una ventata di aria fresca.
presidente dell’EUJS con un’intervista.

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Quali erano gli obiettivi che ti sei
prefissata quando ti sei candida-
ta?
Uno dei primi punti del mio ma-
nifesto era far rivivere l’attivismo
ebraico come una volta. Un obiet-
tivo importante era quello di rida-
re luce al progetto “Never Again”
e incentivare gli aiuti umanita-
ri, come nel caso della guerra in
Ucraina. Ho visto così tanti lea-
der alzarsi in piedi, aiutare e fare
qualcosa e questo mi ha ispirato
molto.
Un altro punto primario riguar-
da la vita ebraica, nello specifico
l’istruzione e l’esplorazione della
propria identità, ma anche pro-
muovere il dibattito nei campus
con delle attività volte a far cono-
scere agli studenti la cultura e la
vita ebraica, al di là dell’antisemi-
tismo e della Memoria. Credo che
ci stiamo muovendo molto bene
in questi ambiti.

Sono trascorsi sei mesi dall’inizio
del tuo mandato. Come sta andan-
do? Senti che potresti fare di più?
Se sì, cosa?
Penso sempre che potrei fare di
più. Finora ho stabilito delle prio-
rità di cui sono molto soddisfatta.
Sapevo che mi stavo imbarcando
in un’impresa difficile e sto an-
cora sperimentando cosa signifi-
ca davvero essere presidente di
EUJS: da una parte nuove sfide e
nuovi stimoli, dall’altra le respon-
sabilità. Quello di cui sono parti-
colarmente orgogliosa è vedere
l’ufficio eccellere, perché ho un
amore profondo per il nostro staff
e siamo cresciuti in modo incre-
dibile.

                                  13
Quali progetti realizzerà EUJS per     La dichiarazione alla vigilia delle
     il prossimo anno?                      elezioni in Israele ha fatto scalpo-
     Abbiamo sicuramente il progetto        re. Cosa ha spinto il Consiglio a
     della settimana del Jewish Cam-        prendere una posizione così net-
     pus nelle università. Ne stiamo        ta?
     esaminando anche altri, uno le-        L’approccio di EUJS, in partico-
     gato agli aiuti umanitari e un al-     lare con il comunicato stampa, è
     tro consistente in un sistema di       stato quello di dividere il nostro
     opzioni di volontariato per giova-     sionismo e la nostra lealtà verso
     ni studenti ebrei. L’idea è dare ai    lo Stato d’Israele dai problemi in-
     giovani ebrei l’opportunità di spe-    terni a quest’ultimo, concernenti
     rimentare realmente cosa signifi-      in particolare l’estrema destra.
     chi impegnarsi sul campo.              Parlare di questi non significa che
                                            non essere leali o essere contro
     Un po’ come hai fatto duran-           Israele. In realtà è proprio l’amo-
     te il primo mese della Guerra in       re per esso che ci ha motivato a
     Ucraina…                               rilasciare la dichiarazione.
     Esattamente. Quando ero al confi-
     ne mi sono davvero resa conto di       Come vedi i giovani ebrei europei
     quanto valore ci sia anche in un       nei prossimi dieci anni?
     lavoro molto semplice.                 Spero davvero che i cambiamenti
                                            che sto iniziando a vedere diven-
     Quali sono le sfide che i giovani      tino più evidenti: noto che i gio-
     ebrei in Europa devono affronta-       vani ebrei d’Europa sono molto
     re?                                    più sicuri di sé e determinati. C’è
     Ognuno ha sfide diverse. Inoltre,      tanta attenzione per le comunità
     c’è una grande differenza tra Eu-      ebraiche da parte dei giovani, a
     ropa Orientale e Occidentale, tra      differenza di quanto ritenuto dalle
     grandi e piccole città, tra studenti   comunità stesse, che al contrario
     universitari e giovani adulti. Piut-   sono convinte che ci sia disinte-
     tosto che generalizzare, dividerei     resse. Penso che nei prossimi die-
     tra sfide ebraiche e sfide che ri-     ci anni, con una leadership gio-
     guardano la vita ebraica, ma che       vane, le nostre comunità possano
     non sono esclusivamente perti-         davvero crescere. Ciò porterebbe
     nenti alle comunità. Innanzitut-       gli studenti delle nostre Unions ad
     to, c’è la lotta all’antisemitismo e   acquisire maggiore consapevo-
     all’incitamento all’odio online. Poi   lezza delle proprie capacità. Così
     c’è da considerare la situazione       nessuno potrà mai metterli in pe-
     dello Stato d’Israele, che si trova    ricolo o in difficoltà.
     in una posizione pericolosa, con
     l’Iran che viene molto sottovalu-
     tato.

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INTERVISTE ESCLUSIVE

Da una pagina
Instagram alla
Casa Bianca:
la storia di Jewish On
Campus. Intervista alla
CEO Julia Jassey
di Luca Clementi

Nata come una pagina Instagram per denunciare i             Ciao Julia, partiamo dalla fine. Parliamo della tavola
fenomeni di antisemitismo nei campus statunitensi,          rotonda. Cosa ha portato alla sua organizzazione?
Jewish On Campus è oggi un’organizzazione che di-           Innanzitutto, occorre precisare che è la prima volta
fende i diritti degli studenti ebrei nelle università del   nella storia degli Stati Uniti in cui qualcuno tra Presi-
Nord America. Una crescita progressiva che è valsa          dente, Vicepresidente e i loro consorti è ebreo. L’ar-
nel 2021 la partnership con il World Jewish Con-            rivo di Kamala Harris come Vicepresidente e Doug
gress e recentemente la chiamata dall’Amministra-           Emhoff come Second Gentleman è stato un momen-
zione Biden-Harris per la tavola rotonda ospitata dal       to importante per la comunità ebraica americana,
Second Gentleman Doug Emhoff sui recenti eventi             perché Emhoff è orgogliosamente e apertamente
di odio antiebraico nel Paese. HaTikwa ha intervi-          ebreo. Inoltre, stiamo assistendo ad un grande au-
stato la CEO Julia Jassey.                                  mento di fenomeni di antisemitismo negli Stati Uni-
                                                            ti. La situazione ha iniziato ad essere preoccupante
                                                            con la manifestazione neonazista di Charlottesville,
                                                            in Virginia, nel 2017, durante la quale i manifestanti,
                                                            muniti di torce, hanno iniziato a cantare “gli ebrei
                                                            non ci sostituiranno”. Per le comunità ebraiche que-
                                                            sto è stato il segnale della fine di qualcosa che dava-
                                                            no per scontato, ovverosia la sicurezza in America, il
                                                            fatto che questa sia il luogo dove i nostri nonni sono
                                                            scappati per fuggire da fenomeni come quelli che
                                                            stanno accadendo. Il tema è diventato ancora più
                                                            centrale a seguito delle affermazioni antisemite di
                                                            Kanye West, probabilmente uno dei più importanti
                                                            artisti del mondo, il quale ha elogiato Hitler e il na-
                                                            zismo su una piattaforma pubblica. L’antisemitismo
                                                            è un problema affrontato nelle comunità ebraiche
                                                            da molto tempo, ma fuori non ha goduto di molta
                                                            attenzione. Tuttavia, a seguito di ciò, d’improvviso le
                                                            persone hanno preso consapevolezza della situazio-
                                                            ne, anche a livello istituzionale, ed Emhoff ha deciso
                                                            di scendere in campo in prima persona.

16
In foto: Julia Jassey con il Second
Gentleman Doug Emhoff

Raccontaci dell’incontro alla Casa
Bianca.
È stato molto interessante. Han-
no partecipato e portato il proprio
contributo tanti gruppi ebraici
differenti, in rappresentanza delle
diverse identità ebraiche del Pa-
ese. Noi siamo stati l’unica entità
studentesca presente, e durante
l’incontro è stata sottolineata la
nostra importanza, perché gli at-
tacchi nei confronti degli ebrei nei
campus americani sono fenomeni
cresciuti vertiginosamente negli
ultimi anni, e Jewish On Campus
è stata nel tempo catalizzatrice
nel portare questa situazione a di-
ventare un argomento di urgente
dibattito all’interno della comuni-
tà ebraica.

E questa chiamata cosa ha rap-
presentato per la vostra organiz-
zazione?
La voce degli studenti ebrei ame-
ricani è emersa fortemente negli
ultimi anni, portando con sé il
messaggio di non voler essere i
leader di domani, ma di oggi. È
davvero difficile per i gruppi stu-
denteschi ottenere il rispetto del-
le Istituzioni, ma siamo noi quelli
sul campo, quelli che subiscono
attacchi antisemiti nei campus
e online. Sappiamo da giovani
come parlare ai giovani. Guada-
gnare questo spazio è la sfida più
difficile, e la tavola rotonda è stata
in questo senso un’opportunità.
Peraltro, è stata proprio l’Ammi-
nistrazione a notarci e a chiederci
di prendervi parte. Ora abbiamo
la possibilità di sedere a quel ta-
volo, il nostro impegno è stato va-
lorizzato.

                                   17
L’impatto della nostra partecipazione, poi, è stato      mostrano la situazione di odio antiebraico all’inter-
incredibile: tanti giovani hanno manifestato soste-       no dei diversi campus. Lavoriamo poi con istituti
gno nei nostri confronti, si sono sentiti rappresentati   di ricerca per produrre studi che possano aiutare
da noi. Se due anni fa, quando eravamo soltanto una       le persone a comprendere meglio il fenomeno e a
pagina Instagram che denunciava l’antisemitismo           guidare le azioni da noi intraprese. Prendiamo inol-
nelle università, mi avessero detto che saremmo           tre davvero sul serio l’antisemitismo sul web: è im-
arrivati a questo punto, probabilmente non ci avrei       portante essere dove sono gli studenti, e questi sono
creduto.                                                  tanto nei campus quanto online; per questo motivo
                                                          riteniamo importante prendere parte positivamen-
Torniamo proprio a quei momenti, a quando la pagi-        te al dibattito in rete. Organizziamo anche webinar.
na è stata creata. Cosa vi ha spinto a farlo?             L’ultimo in ordine di tempo ha visto la partecipazio-
Jewish On Campus nasce nell’estate del 2020 da sei        ne di Natan Sharansky.
ragazzi provenienti da campus differenti, tutti vitti-
me di attacchi antisemiti all’interno della propria       Ho letto poi del programma Ambassador…
università. Durante il periodo del lockdown, parlan-      Si tratta di una coalizione di studenti rappresentanti
do fra di noi, ci siamo resi conto che dovevano es-       delle rispettive università negli Stati Uniti e nel Ca-
serci altre persone ad aver vissuto la nostra stessa      nada. Questi si occupano sia di organizzare eventi e
esperienza. Così abbiamo creato la pagina, e in un        creare una comunità all’interno del proprio campus,
mese questa ha acquisito diecimila nuovi follower.        sia di contribuire alla produzione di dichiarazioni
Un fenomeno inusuale, che ci ha spinto a pensare di       e risoluzioni a nome dell’organo. In questo modo,
poter fare di più.                                        quando viene resa pubblica una dichiarazione, non
                                                          si tratta soltanto di uno studente che racconta cosa
Cosa è successo a te nello specifico?                     gli è accaduto, ma di un organo che si pronuncia a
Mi trovavo in un French Club. Non parlo francese,         nome della community.
ma ho sentito la parola “Nazi” pronunciata da alcuni
ragazzi che stavano chiacchierando tra loro. A quel       Un’organizzazione capillare, che vi ha condotti ad
punto ho chiesto: “Perché state parlando dei nazi-        essere un punto di riferimento per gli studenti ebrei
sti? Chiedo perché i miei bisnonni da parte di padre      nei campus americani, tanto da essere stati chiamati
sono morti durante la Shoah”. Un ragazzo tedesco          alla Casa Bianca. Cosa possiamo aspettarci ancora?
mi ha risposto: “Sai, da noi diciamo che hanno fatto      C’è molto in programma. Consideriamo l’educa-
una vacanza prolungata in Germania e non sono più         zione una parte importante nella lotta all’antisemi-
tornati”. Ero l’unica persona ebrea nella stanza, o       tismo, e per questo abbiamo un piano per rendere
comunque l’unica ad aver detto di esserlo, non sa-        più accessibile agli studenti lo studio dell’ebraismo
pevo che fare. Dopo aver condiviso la mia storia e        e dell’identità ebraica. Il discorso comprende anche
ascoltato quella di altri, ho capito che non potevamo     lo Stato d’Israele, essendosi manifestato l’odio antie-
più restare in silenzio, dovevamo fare qualcosa. Il       braico anche nelle forme più sottili della negazione
resto è Storia.                                           del suo diritto ad esistere e della demonizzazione
                                                          degli israeliani, visti come immorali e complici del
Avete di fatto trasformato un accadimento negativo        “regime”. Vogliamo poi portare la nostra campagna
in qualcosa di positivo per tutti. Passati ormai due      oltre il solo mondo ebraico, in linea con le altre bat-
anni, di cosa si occupa oggi Jewish On Campus?            taglie per l’uguaglianza presenti negli Stati Uniti.
Parliamo con gli studenti che hanno subito attacchi       Migliore sarà il nostro paese, migliore sarà la vita
di antisemitismo, li aiutiamo a reagire attraverso        per il nostro popolo, non soltanto come ebrei, ma
azioni legali, petizioni o lettere all’amministrazio-     anche come americani. Puntiamo inoltre ad un’ulte-
ne universitaria. Abbiamo ricevuto oltre duemila          riore crescita, per dare sempre più voce agli studenti
segnalazioni di atti di antisemitismo in oltre mille      e renderli parte del dibattito sui temi che portiamo
università. Ognuna di queste storie viene inserita in     avanti. In altre parole, come detto, leader di oggi,
un database, dal quale vengono ricavati report che        non di domani.

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INTERVISTE ESCLUSIVE

Intervista all’ar-
tista americano
Alex Woz:
“L’arte mi ha avvicinato
all’ebraismo”

di Ghila Lascar

Alex Woz, artista ebreo emergente di Los Angeles, a       Come ti sei avvicinato all’arte?
soli 24 anni conta oltre 14 mila follower sulla sua pa-   Mi sono avvicinato all’arte abbracciando le diverse
gina Instagram @woz_art, nella quale mette in mo-         culture che ho incontrato nella mia vita. Da bam-
stra le sue opere. Queste lo hanno reso un esponen-       bino la mia famiglia si è spostata molto a causa del
te dell’arte ebraica contemporanea grazie a stampe        lavoro di mio padre spostandoci dalla Svezia all’Ita-
uniche nel loro genere, che esaltano la cultura, la       lia, passando per la Francia, l’Argentina, il Messico e
storia e la tradizione ebraica con un pizzico di ironia   infine gli Stati Uniti. Oltre a questo, entrambi i rami
e di divertimento. HaTikwa lo ha intervistato per co-     della mia famiglia sono fuggiti in Argentina: la fa-
noscere meglio lui e la sua arte.                         miglia di mio padre ha origini ashkenazite, con mio
                                                          nonno che è stato uno dei pochi sopravvissuti alla
                                                          Shoah, mentre la famiglia di mia madre ha origini
                                                          siciliane. La mia vena artistica proviene proprio dal-
                                                          la famiglia materna. Infatti, mia madre, mia nonna
                                                          e la mia bisnonna hanno dovuto rinunciare a diven-
                                                          tare delle artiste, nonostante fosse la loro vocazione.
                                                          Io fin da quando ero bambino non facevo altro che
                                                          disegnare e, quando ho deciso di intraprendere la
                                                          carriera di artista, mia madre mi ha sostenuto in tut-
                                                          to e per tutto. Sono il primo, dopo tante generazioni,
                                                          a poter essere ciò che voglio essere. Mi ritengo mol-
                                                          to fortunato.

                                                          L’ebraismo ha influito in qualche modo nel tuo es-
                                                          sere artista?
                                                          Credo che sia stata proprio l’arte ad avermi portato
                                                          all’ebraismo. Mi sono sempre dedicato all’ebraismo,
                                                          ma ho cominciato a definirmi ebreo solo più avanti.
                                                          Sono cresciuto in una zona non ebraica, ero uno

20
dei pochi ragazzi ebrei nel mio li-
ceo e questo mi ha esposto a tan-
to antisemitismo. . Inizialmente,
quando venivo attaccato, la mia
difesa era la risata e pensavo che
inserendomi in questa dinamica
sarei stato protetto e non sarei di-
ventato un bersaglio. Questo ha
funzionato per tanto tempo, ma
poi, crescendo, ho realizzato che
non era giusto: la mia identità ha
molto più valore di quelle perso-
ne. Quindi ho iniziato a studiare
e ciò mi ha condotto ad essere chi
sono oggi. Adesso è impossibile
separare la mia identità ebraica
da ciò che faccio. L’arte è diven-
tata la mia voce, per questo sento
una grande responsabilità verso
gli altri.

Sulla tua pagina Instagram hai
scritto: “Aiutare ad amare sé stessi
attraverso l’arte”. È il tuo motto?
La comprensione della mia iden-
tità ebraica è avvenuta tramite
l’antisemitismo e questo mi ha
portato ad esplorare diversi temi
ebraici nella mia arte. Non solo:
mi ha anche permesso di con-
nettermi a D-o e con me stesso,
migliorandomi. Io voglio aiutare
i miei fratelli a rafforzare ciò che
sono e riprendere il controllo del-
la loro storia tramite le immagini.
In generale l’arte e le illustrazioni
hanno il grande potere di far cam-
biare prospettiva alle persone. Un
esempio è la propaganda. Voglio
far cambiare la relazione che le
persone hanno con loro stesse.
Per tanto tempo ho basato la mia
identità ebraica sull’antisemiti-
smo, però non è giusto, perché c’è
tanto altro.

                                  21
Nonostante l’antisemitismo faccia       Credo che la prima volta che ho        tra Israele e Hamas nella Striscia
paura, è necessario ricordare cosa      sentito parlare di lui sia stato at-   di Gaza. Queste generalmente
dicono i nostri Maestri: “Dobbia-       traverso “Arringa per la mia ter-      trasmettono gioia, come sei riu-
mo essere reattivi o proattivi?”.       ra”. Poi ho cominciato a scoprire      scito a trasmetterla in un periodo
Per ora vedo le persone essere re-      tutta la sua produzione artistica, i   del genere?
attive, io ho deciso di essere pro-     suoi disegni e la sua musica. Era      Nel 2021 la situazione era tesa
attivo: una cosa che faccio quando      un vero e proprio prodigio. Ol-        e ho pensato di usare colori per
vedo tanto odio verso gli ebrei è       tre a dedicarmi all’arte, anche io     esprimere gioia. Mi ha permes-
fare una Mitzvà o della Tzedakà.        sono un musicista e uno scrittore,     so di “accendere una candela
Questo perché mi ricorda quanto         e credo che ciò caratterizzi il mio    in una stanza buia”, pensando
è bello essere ciò che sono, anzi-      attivismo ebraico. Sento di condi-     ad un importante insegnamento
ché pensare a quanto le persone         videre molto con Herbert Pagani,       ebraico. Ho cercato di aiutare gli
mi odino per il mio essere ebreo.       a partire dal suo pensiero.            altri a guarire dai propri traumi
                                        Una delle mie grafiche è dedicata      attraverso una rappresentazione
Parliamo della tua arte nel detta-      proprio a Pagani. In questa stam-      positiva della nostra cultura e del
glio. Qual è il tuo quadro preferi-     pa ho citato un verso di “Arringa      nostro Popolo. E nel far ciò penso
to? Ce ne è uno che ti ha ispirato      per la mia terra”. In generale però    che alla fine abbia guarito anche
o che in qualche modo ti rappre-        sento di condividere molto con         me stesso.
senta?                                  tutti i grandi artisti ebrei. Quando
La crocifissione di Marc Chagall,       creo, penso di essere circondato
uno degli artisti ebrei più famosi      da loro. Pagani e Chagall su tutti.    Per concludere, hai progetti per il
di sempre. Il quadro che ho citato                                             futuro? Vuoi condividere qualcosa
rappresenta Gesù sulla croce con        Come crei le tue grafiche?             con noi?
talled e tefillin. È una forte affer-   Nel 2017, quando ho aperto la pa-      Ho tanti progetti per il futuro: sto
mazione verso il mondo cristia-         gina Instagram, pubblicavo dise-       lavorando a qualcosa che non
no: se uccidete gli ebrei, uccidete     gni, ma dopo aver definito il mio      ho mai fatto prima e sono molto
Gesù. Trasmettere questo tipo di        stile, ho cancellato tutto e ho ri-    emozionato al riguardo. Non ne
messaggio vivendo in uno shtetl         cominciato. Al momento utilizzo        posso parlare, ma spero di farlo
in Russia è stato un grande atto di     la tecnica del collage. A maggio       presto. Coinvolgerà altri artisti
coraggio.                               2021, quando ho visto le persone       ebrei. Sono convinto che il feno-
                                        essere così discriminate e vittime     meno degli artisti ebrei sia nuovo,
Ci sono altri artisti che ti hanno      di attacchi di antisemitismo, ho       perché per tanto tempo ci è stato
ispirato?                               preso le forbici e ho cominciato a     privato di esprimerci. Quindi è ne-
Assolutamente. La mia più gran-         tagliare immagini di ebrei da tut-     cessario capire che il movimento
de ispirazione è Herbert Paga-          to il mondo dal libro “Portrait of     dell’arte ebraica è una novità ed è
ni, un fiero difensore del popolo       Israel”. Ho preso le immagini, le      necessario dargli rilevanza.
ebraico, che è riuscito a fondere       ho scannerizzate e ho cominciato
insieme l’attivismo e l’arte in un      a lavorarci su Photoshop, insieme
modo mai visto prima.                   a paesaggi presi da vecchie riviste
                                        della National Geographic. Una
Come hai conosciuto le sue ope-         volta fatto questo, aggiungo le ti-
re?                                     pografie.
Sai, come figlio di immigrati ita-
liani, Herbert Pagani fa parte del      Hai cominciato a pubblicare le tue
mio bagaglio culturale.                 opere nel bel mezzo del conflitto

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“Non voglio morire”
HaTikwa ricorda il 9 ottobre 1982
Ai giovani la missione                                                                     di David Di Segni
di tramandare la memoria

I
       n occasione dei quarant’anni dall’attentato pa-    non colpiti direttamente dal frastuono delle bombe
       lestinese alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre      e dalla lacerazione delle schegge, ma comunque se-
       1982, HaTikwa ha presentato il documentario        gnati da un dolore generazionale che si tramanda nel
       “Non voglio morire”.                               tempo. Per farlo, abbiamo intervistato i diretti testi-
In occasione dei quarant’anni dall’attentato pale-        moni, chiedendo loro di aprirsi ai più profondi e tor-
stinese alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982,         mentati ricordi: non avremo mai abbastanza parole
HaTikwa ha presentato il documentario “Non vo-            per ringraziarli. Trovare un equilibrio tra il dovere
glio morire”. Un cortometraggio per ripercorrere i        del racconto e le emozioni che questo evoca è sta-
tragici avvenimenti che portarono al ferimento di         ta la sfida più difficile, perché anche noi siamo figli
trentasette persone ed alla morte del piccolo Stefa-      di quel dolore. Siamo entrati in punta di piedi nella
no Gaj Taché, di soli due anni. Quella mattina, oltre     storia, facendoci catapultare non solo nel luogo della
Shabbat, si celebrava anche Sheminì Atzeret, festa        tragedia, ma anche nelle vicende di ciò che è succes-
in cui le famiglie accorrono numerose al Tempio           so dopo. Il lutto, la disperazione, la richiesta di una
per impartire la tradizionale benedizione sui bam-        giustizia mai arrivata. In appena venticinque minuti
bini. Al termine della funzione, l’aria di gioia e di     di video, abbiamo cercato di unire l’emotività alla ri-
spensieratezza si spense in un istante: i terroristi si   costruzione storica, spiegando l’accaduto e le cause
posizionarono fuori la Sinagoga di Roma, sparando         che l’hanno scatenato. Da qui la narrazione scende
raffiche di mitra e lanciando granate sui fedeli. Un      nelle ombre che ruotano attorno all’attentato, con un
momento tragico, fortemente impresso e mai sopito         focus sulle responsabilità morali e materiali sia della
nella memoria degli ebrei romani. Un ricordo che          politica italiana che dei media. “Non voglio morire”, a
sentiamo il dovere di trasmettere. Noi, quei giovani      cura di David Di Segni e con la supervisione tecnica

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“
            LA MEMORIA DEL
             9 OTTOBRE È AL
            SICURO, I GIOVANI
                 CI SONO                          “
dei direttori Luca Clementi e         Taché, sebbene già strappato fisi-
Luca Spizzichino, è un progetto       camente a questa terra dalla furia
ambizioso che ha la peculiarità       antisemita, non dovrà morire nel-
di partire dai giovani. “Ne andia-    la memoria collettiva del paese,
mo davvero orgogliosi - sottolinea    come già rischiato di accadere. Il
Clementi - Non soltanto per il do-    documentario allora serve a tra-
cumentario in sé, ma per il mes-      mandare il ricordo, per impedire
saggio inequivocabile che porta:      che possa essere diluito nel tem-
la memoria del 9 ottobre è al sicu-   po, e a chiedere verità e giustizia.
ro, i giovani ci sono”. Un dovere,    “Ancora oggi molte persone non
ma soprattutto una missione, che      sanno quanto accaduto in quegli
può essere spiegata analizzando       anni alla Comunità Ebraica di
il titolo del cortometraggio. “Non    Roma, tornata ad essere ogget-         SCAN ME
voglio morire” è la frase che Da-     to della violenza antiebraica. Per
niela Gaj, madre di Stefano, pro-     questo è un nostro dovere che
nuncia mentre cade a terra sotto      la memoria resti viva”, conclude
le esplosioni delle bombe. In quel-   Spizzichino. Poiché in ogni gene-
le parole è possibile captare un      razione d’Israele qualcuno insor-
significato trasversale ed egual-     ge per distruggerlo, come scritto
mente profondo. Se da una parte       nella Haggadah di Pesach, allora
c’è un’esplicita richiesta di vita,   ogni ebreo avrà il compito di pre-
dall’altra questa risuona come un     servare non solo la vita, ma la me-
imperativo morale nei confronti       moria da cui essa deriva.
della giovane vittima: Stefano Gaj

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                        L’oro nelle crepe
                            è la vita
di Luca Clementi
                          Intervista a Noà Milano,
                        autrice di ‘’Mosaico dolente’’

Che cos’è ‘’Mosaico dolente’’?        ‘’L’oro nelle crepe è la vita’’. Questo ci ho elaborato nel corso del tem-
È la concretizzazione di un’e-        racconta Noà Milano, 19enne di Roma        po, mentre in altri arriva lì sul
sigenza, il mio modo di ana-          che ha da poco pubblicato il suo libro     momento. In pratica rendo tan-
lizzare il problema prima di          di poesie ‘’Mosaico dolente’’. È l’oro che gibili dei ragionamenti che in
affrontarlo. Ho iniziato a scri-      ricostruisce un piatto rotto, lo trasfor-  un certo senso non sapevo di
vere queste poesie tra i 16 e i 17    ma. Così è il viaggio che ha affrontato,   avere o che percepivo ma non
anni, quindi prima che venisse          ma che caratterizza un po’ tutti noi.    ero in grado di inquadrare.
a mancare mia madre. Per que-                                                    Mi serve per riuscire a ca-
sto si tratta di un vero e proprio viaggio. La scrittura pirmi di più. Ciò che ho scritto peraltro non
mi ha permesso di non implodere, di tirare fuori. era nemmeno concepito per la pubblicazione.

Cosa ti ha spinto ad iniziare?                            E come si arriva quindi al libro?
Una sera, frustrata dal momento che stavo viven-          Ci sono arrivata per caso. Questo lo rende molto più
do, ho deciso di buttare giù un pensiero e, non so        autentico. Era passato meno di un mese dal lutto,
perché, ho scelto di farlo attraverso la poesia. Non      ho letto su internet che la casa editrice ‘’Gruppo
ho mai avuto dei diari: scrivere è sempre stato un        Albatros Il Filo’’ aveva indetto un concorso di scrit-
modo per esprimermi, ma lo faccio solamente quan-         tura e ho deciso di mandare le poesie. Non avrei
do sono pronta ad affrontare la concretizzazione          mai pensato che sarebbero stati interessati, e in-
di un mio pensiero. In alcuni casi è qualcosa che         vece mi hanno contattato e mi hanno proposto di
                                                          scrivere un libro. Ho deciso di accettare perchè si

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18/01/2022

                                                 “
           scrivere è sempre
           stato un modo per
              esprimermi                           “
trattava di un progetto in cui inve-   Il fatto che lo stia pubblicando       quanto criticabili, spesso sono
stire, qualcosa che potesse darmi      ora non è un caso: è l’idea della      parte del nostro futuro, quello che
soddisfazione in un periodo in cui     chiusura di un capitolo. La ma-        noi saremo. Secondo me ci sono
non credevo neanche di voler con-      lattia di mia madre è durata 13        due modi per reagire ad un’edu-
tinuare il mio percorso universita-    mesi e ha richiesto un passaggio       cazione: il primo è opporsi com-
rio. Mi ha permesso di uscire da-      repentino da una dimensione            pletamente al modello, mentre
gli schemi ed evadere dalla realtà.    bambina ad una adulta, ed è stato      l’altro, forse più comune, è quello
                                       faticoso, perché ho avuto la sen-      di riprodurre determinati com-
Un bel passo. Ma le poesie             sazione che mi siano stati rubati      portamenti.
sono esattamente come le hai           degli anni di leggerezza. Penso
scritte o hai cambiato qualcosa        e conduco la mia vita come una         Dopo aver vissuto questo cam-
per poterle pubblicare?                persona più grande della mia età.      biamento interiore, cosa dire-
Non ho mai stravolto nulla, per-                                              sti ad un adolescente in con-
ché ricordo il momento in cui le       Un esempio di questo scarto di         flitto coi genitori, ora che tua
ho scritte e come mi sentivo. Ho       pensiero?                              madre non c’è più?
cambiato giusto alcune scelte sti-     Le poesie sulla conflittualità con     Gli direi che è giusto così. Ti per-
listiche e ho aggiunto due poesie      i genitori, che ho scritto prima       mette di apprezzare determinati
per dare una rappresentazione          della malattia. Mi sono sentita        cambiamenti, di scoprirti. Una
coerente e completa del mio per-       nemica della mia carne: il lega-       delle cose più tristi che mi capita
corso. Questo chiaramente non è        me con il genitore fa parte di te, è   di vedere in giro sono i figli fatti
minarne l’autenticità: rappresen-      nel tuo sangue. Crescendo, però,       con lo stampino. Si vede dalle opi-
ta comunque l’interazione tra la       inizi ad avere un tuo pensiero, la     nioni che hanno, da come parla-
me di allora e di adesso.              necessità di ribellione, e quindi è    no o come si vestono. Non che si
                                       come se diventassi nemica di te        debbano rinnegare i genitori, ma
Che poi è il filo conduttore del       stessa. Doversi confrontare con        una delle cose più importanti del-
libro. La tua evoluzione come          la contrapposizione tra amore e        la vita è imparare a ragionare con
persona.                               conflittualità è tipicamente ado-      la propria testa. Dobbiamo inter-
                                       lescenziale. I nostri genitori, per    facciarci con il mondo,

                                                                                                               27
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e il primo sbocco con quello degli adulti sono i ge-        Qual è il tuo oro nel piatto?
nitori, è quella la chiave di accesso. È giusto che di-     È la ricostruzione del filo logico di tutte le mie
ventino i nostri modelli, ma anche che guardiamo            identità in un’unica, che è Noà. È la consapevo-
al loro comportamento in modo critico. Una cosa             lezza che è oro, non colla per riattaccare qual-
costruttiva si può fare è cercare di capire se in quel      cosa che non ci sarà più. È l’evolversi del tempo,
momento vale la pena discutere o cercare di affron-         è la stessa vita.
tare la diversità di opinione attraverso uno scambio.
A posteriori il rimpianto è impossibile che non ci sia,     Nel tuo processo di ricostruzione personale
esiste ed esisterà sempre per quante cose tu possa          qual è stato il ruolo della tua famiglia, degli
fare. Il fatto è che la vita è un continuo rimpianto,       affetti e della società che ti circonda?
perché piena di scelte.                                     Ogni persona non è un’entità singola, ma è an-
                                                            che frutto delle persone e dell’ambiente che fre-
E alla te prima di affrontare questo percorso               quenta. Inizialmente ho avuto l’esigenza di iso-
cosa consiglieresti?                                        larmi, di stare in silenzio, ma poi ho capito che
Di fare psicoterapia. La faccio da anni e credo che         sentivo il bisogno di riconnettermi con quello
sia uno dei più grandi passi che una persona possa          che sono in realtà, e questo comprendeva il rap-
compiere per acquisire consapevolezza di sé stes-           porto con la famiglia, con gli amici, ma anche
sa e del mondo che la circonda. La cosa importante          con la fede, dalla quale mi ero allontanata dopo
non è arrivare alla scoperta, ma mettersi sul cam-          il lutto. L’ebraismo in realtà permane in tutte
mino giusto. Ognuno deve costruirsi la sua verità e         le poesie, è uno dei mille frammenti di me che
serve quel pungiglione che ti stimoli a farlo.              però sta anche in tutti gli altri.

Il titolo ‘’Mosaico dolente’’ nasce proprio dal             Cosa vorresti lasciare a coloro che leggono
concetto di ricostruzione di sé?                            ‘’Mosaico dolente’’?
È lo stesso di una delle poesie del libro. Cercavo un       Il libro è anche un tentativo di dare agli altri un
punto in comune tra gli argomenti che ho affronta-          libretto di istruzioni sulla mia persona. Mi au-
to. Le poesie sono personali, anche quando faccio           guro che chi mi conosce possa confrontarsi con
considerazioni sulla collettività, ma il mio percorso       me su quello che c’è dentro, e in generale chi lo
è comune a tutti gli uomini. Ognuno di noi prima o          legge possa mettere in discussione le mie parole
poi diventerà un mosaico dolente, e per una qualsia-        o trovare il modo di cucirsele addosso. Questo
si ragione sarà costretto a ricostruire la propria vita.    faccio io quando leggo poesia.
Non c’è un giudice del dolore, ognuno ha un motivo
personale per farlo. Perciò ho scelto questa immagi-
ne per il libro: si tratta di un piatto ricomposto attra-
verso una tecnica giapponese (kintsugi) che prevede
l’utilizzo di un metallo, come l’oro o l’argento. Non
è possibile far ritornare l’oggetto com’era prima che
cadesse in pezzi, ma si può impreziosirlo. Questo è
l’augurio che faccio a me stessa e a tutte le persone
che stanno combattendo.

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                              Il significato
                              del giorno
                              della memoria
                              di Daphne Sarah Zelnick

O
           gni anno il 27 gennaio celebriamo la Gior-      Lo strumento del Giorno della Memoria è importante,
           nata della Memoria per ricordare l’evento       nonostante non sia una data di qualche fatto accaduto
           tragico della Shoah. Ugo Volli nel suo libro    in uno Stato. Bisogna utilizzarlo bene, senza mischiar-
           “MAI PIU! Usi e abusi della “Giorno della       lo ad altri crimini accaduti, poiché è rilevante che
Memoria”, analizza il significato attribuito alla ricor-   ogni infamia abbia il suo ricordo e la sua condanna.
renza evidenziando l’importanza di commemorare,            La differenza con i Pogrom è questa: non c’è un
ma anche il rischio di banalizzare i fatti accaduti,       giorno dedicato, internazionalmente parlando.
proprio perché si è scelto il giorno dedicato alla Me-     Per evitare la banalizzazione la Shoah deve essere stu-
moria. L’autore nel suo libro compie un percorso che       diata, documentata, compresa nella sua individualità,
parte dalla scelta del 27 gennaio come Giorno inter-       e soprattutto va spiegato con pazienza e intransigen-
nazionale per ricordare e parlare della Shoah, fonda-      za l’inesistenza dei paragoni con altri avvenimenti”.
mentale secondo Volli, ma la scelta di una unica data
tralascia alcuni dettagli come la storicizzazione dei      Nella Presentazione del libro che c’è stata a Mi-
fatti. Quindi come si può continuare a parlare di me-      lano il 16 gennaio, ha sottolineato la questione
moria senza generalizzare o banalizzare questo con-        dell’occultazione della cultura ebraica all’inter-
cetto? In un’intervista per HaTikwa, il Professor Volli    no dei Memoriali, come pensa si possa cambiare?
spiega alcuni meccanismi che esplicita nel suo libro.      “La shoah nasce da un percorso lunghissimo: inizia
                                                           nel 1100 con piccole “shoah” anche semplicemente
In che modo si potrebbe abusare della Memo-                per quello che si diceva sul conto degli ebrei, che non
ria?                                                       era proprio razzismo, ma odio su cui bisogna interro-
“Nel momento in cui si deforma il ricordo, come ad         garsi. La shoah non è un atto isolato, ma un insieme
esempio il festival della memoria a Ferrara, quando        di fatti. Questo è il modo per integrare l’ebraismo;
Moni Ovadia ha paragonato la condizione degli armeni       il Memoriale è il posto per insegnare che l’antise-
alla Shoah, o addirittura quando i negazionisti sosten-    mitismo è un fatto permanente e non segregato”.
gono che le camere a gas servissero per disinfestare.
Ecco in questi casi si parla di abuso della Memoria”.      Parlando invece degli attuali fenomeni di anti-
                                                           semitismo: il funerale nazista di qualche giorno
Cosa si dovrebbe fare perché il ricordo di quan-           fa, i no vax che si paragonano agli ebrei perse-
to accaduto inciti le persone a portare avanti la          guitati. Questo è un abuso della memoria che
Memoria senza correre il rischio di banalizzarla?          aumenta l’odio? Come reagire a questi episodi?
“Circa venti anni fa è stato istituito l’Holocaust Re-     “Il funerale con svastica resta un culto del fascismo
meberance Day, perché si stava perdendo il si-             e del nazismo: piccoli e pericolosi che qualvolta agi-
gnificato di tutto l’accaduto, sia a causa dei ne-         scono, come accade negli Stati Uniti. Bisogna fare
gazionisti, sia per la scomparsa dei sopravvissuti.        una distinzione: come per funerale sono neonazisti

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