Carne da macello I lavoratori non sono - del 30 marzo 2020 - Rivoluzione

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Carne da macello I lavoratori non sono - del 30 marzo 2020 - Rivoluzione
Assemblea dell’appello

I lavoratori non sono
carne da macello
  Tutti gli interventi dell’assemblea
         del 30 marzo 2020

                               Prezzo 2€
                               Sostenitore 5€
Carne da macello I lavoratori non sono - del 30 marzo 2020 - Rivoluzione
2                                                      I lavoratori non sono carne da macello

Indice
         Premessa					                                                  3
         Introduzione di Mario Iavazzi					                             4

Interventi
         Domenico Loffredo                                             7
         Gianluca Barone                                               8
         Angelo Raimondi                                              10
         Diego Sabelli                                                12
         Paolo Brini                                                  14
         Luca Ibattici                                                16
         Arianna Mancini                                              18
         Francesco Favalli                                            19
         Antonio Esposito                                             21
         Franco Bavila                                                22
         Antonio Forlano                                              24
         Vincenzo Chianese                                            26
         Federico Toscani                                             28
         Fiammetta Fossati                                            30
         Gianplacido Ottaviano                                        31
         Flavio Novara                                                33
         Matteo Parlati                                               35
         Franco Ferrara                                               36
         Antonio Gatti                                                38
         Luca Tremaliti Galluccio detto LUKAS                         39
         Emanuele Tragni                                              40
         Paolo Grassi                                                 41

Appendici
         Appello degli operatori sanitari				                          44
         L’appello e le firme delle delegate e dei delegati		          46
         Saluti internazionali					                                    50
         Adesioni appello internazionale 				                          55
         Adesione dei giovani del sindacato UNIA (Svizzera)            59
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                                                 Premessa

A
            ll’inizio di marzo veniva decretata in tutta     minazione a lottare contro l’ennesimo atto arrogante
            Italia la cosiddetta zona arancione: scuole,     dei padroni.
            cinema, teatri, ristoranti chiusi, supermer-     L’appello ha raccolto centinaia di adesioni anche all’e-
            cati contingentati, divieto di viaggiare nella   stero, dove abbiamo assistito ad altrettanti scioperi
regione e nel paese. Decine di milioni di persone se-        per la sospensione delle produzioni non essenziali. Da
gregate in casa. Tutto fermo tranne la produzione di         quell’appello è nata l’assemblea del 30 marzo di cui in
merci, anche quelle non necessarie a contrastare l’epi-      questo opuscolo abbiamo riportato tutti gli interventi,
demia. Confindustria esercitava una pressione incredi-       con una introduzione di Mario Iavazzi, primo firma-
bile sui governi regionali e quello nazionale per evitare    tario dell’appello e dirigente sindacale nazionale della
zone rosse e continuare a produrre. Per questo motivo        Cgil. Offriamo questo opuscolo come contributo alla
dalla metà di marzo è esplosa la rabbia dei lavoratori.      discussione a tutti quei lavoratori, militanti e giovani
Centinaia di migliaia di lavoratori sono scesi in sciope-    che come noi sono consapevoli che dobbiamo prepa-
ro in tutto il paese per costringere governo e sindacati     rarci a nuove e più radicali mobilitazioni.
a contrastare il cinismo di Confindustria. Come lavo-
ratori, delegati, militanti sindacali abbiamo lanciato                              Il Comitato promotore dell’appello
un appello “I lavoratori non sono carne da macello”                           “I lavoratori non sono carne da macello”
che ha raccolto subito grande interesse e centinaia di
adesioni. Non semplice solidarietà ma convinta deter-                                     Milano 4 maggio 2020
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                                                Introduzione
         I lavoratori non sono carne da macello
                Dopo l’assemblea del 30 marzo, continua la lotta per il blocco
                                     di Mario Iavazzi (Direttivo Nazionale CGIL)

D     all’inizio dell’emergenza sanita-
      ria si sono succeduti i decreti del
governo Conte che, uno dietro l’altro,
                                                                              sentare questo malcontento. Un appello
                                                                              che ha proposto un programma da sotto-
                                                                              porre a tutti i lavoratori contro l’emergen-
hanno aumentato le restrizioni. Ai                                            za coronavirus.
decreti si sono unite le ordinanze del-                                       La risposta è stata molto ampia: delegati,
le diverse regioni. Si è sviluppata una                                       operatori sanitari, medici, infermieri ma
campagna che ha promosso il distan-                                           anche impiegati, operai metalmeccani-
ziamento sociale, inviti a restare a casa,                                    ci, del settore chimico, dei trasporti, call
hashtag e appelli.                                                            center, della grande distribuzione alimen-
Ma tutto questo zelo non ha riguarda-                                         tare… Circa 250 delegati, sindacalisti e
to milioni di lavoratori costretti a continuare a lavorare     lavoratori hanno aderito da molti territori e diverse ca-
anche in aziende e servizi non essenziali.                     tegorie, a partire dalle città nelle quali maggiore è stata
Mentre tutti si aspettavano una chiusura generalizzata, a      la diffusione del virus. Un appello che è stato diffuso
metà marzo milioni di lavoratori hanno preso coscienza         ben oltre le aziende e le zone dove lavorano e militano i
che per Confindustria e il governo la loro salute e quella     primi firmatari.
delle loro famiglie non era una priorità. È questa consa-      Ha riscosso interesse anche fuori dall’Italia, è stato tra-
pevolezza che ha creato una forte ondata di scioperi che       dotto in inglese, ed è stato raccolto da militanti della
hanno costretto il governo al decreto del 22-25 marzo          Cgt e delle Cc.Oo. che l’hanno tradotto in francese e
con la chiusura di una parte delle attività.                   in spagnolo. È dall’enorme consenso raccolto da questo
Tuttavia il decreto è stato volutamente scritto per essere     testo che in pochissimi giorni si è organizzata un’assem-
un colabrodo. In particolare la norma che permette alle        blea su una piattaforma online. L’assemblea operaia più
aziende di aprire previa autocertificazione alle prefetture    grande nel paese durante l’emergenza sanitaria.
ha fatto sì che già al 6 aprile quasi 80mila aziende stesse-   Lunedì 30 marzo ci siamo trovati in oltre 200 a discu-
ro aggirando la norma.                                         tere per quattro ore sulla piattaforma online e a seguire
La clausola del silenzio-assenso (se il prefetto non ri-       lo streaming. Nella sola serata del 30 marzo erano state
sponde la richiesta si intende accettata) e la mancanza        più di 500 le visualizzazioni dell’assemblea su Youtu-
di sanzioni per gli abusi ha dato il via libera ai padroni.    be. Diverse decine, da diversi paesi del mondo, erano
La mobilitazione quindi continua e il problema si torna        in collegamento streaming che seguivano in diretta
a porre in modo pressante con il tentativo del governo         l’assemblea grazie alla traduzione inglese del compagno
e dei padroni di riaprire le produzioni ben prima che il       Fred Weston.
rischio sanitario sia sceso a livelli gestibili.               Si sono susseguiti 20 interventi durante circa 4 ore di
                                                               discussione, di delegati metalmeccanici, della grande
L’appello di delegati e lavoratori e                           distribuzione, della sanità, operatori al call center, edu-
l’assemblea del 30 marzo                                       catori, lavoratori dei trasporti, del settore assicurativo e
                                                               chimico, oltre che dirigenti sindacali della Cgil.
Abbiamo fin da subito considerato decisiva la lotta per        Pubblicheremo a breve il resoconto integrale dell’assem-
un serio blocco delle attività non essenziali. Era palpa-      blea (lo streaming è ancora raggiungibile su canale You-
bile il malessere diffuso e la rabbia nei luoghi di lavoro e   Tube di Sinistra Classe Rivoluzione), per inserire anche
su questa base abbiamo promosso l’appello “I lavoratori        i contributi di quei firmatari che non hanno potuto in-
non sono carne da macello”, per impegnarsi a bloccare          tervenire per mancanza di tempo.
la produzione e spingere la direzione sindacale a rappre-      L’assemblea ha dimostrato chiaramente 1) La presa di
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coscienza di lavoratori e delegati di base, che di fronte       infatti, non ha risolto per nulla tutto il problema.
all’inerzia dei dirigenti sindacali hanno preso l’iniziati-     Solo dopo pochi giorni erano state inviate richieste di
va nelle loro mani. 2) La rabbia diffusa per il compor-         deroghe alla prefetture in un numero vergognosamente
tamento spudorato delle aziende nel mettere al primo            alto, 2000 a Bologna, 4000 a Milano, più di 2500 a
posto i loro profitti. 3) Una forte critica verso il sistema    Brescia, 1800 Bergamo, 11mila nel Veneto.
nel suo complesso.
L’iniziativa spontanea si dimostra anche in diversi appel-      Sanità e stato sociale al collasso
li che sono stati rivolti a settori specifici (come il com-
mercio o gli operatori delle residenze sanitarie), appelli      In sanità e nei servizi, gestiti da aziende pubbliche o co-
che puntano esplicitamente a radicare e articolare que-         operative, è stato da subito evidente quanto la situazio-
sta lotta in tutti i settori della classe lavoratrice che si    ne fosse rischiosa per gli operatori. In diversi interventi
trovano esposti.                                                nell’assemblea del 30 marzo questo discorso è emerso.
                                                                Una situazione che vale anche per la grande distribu-
Per i padroni prima il profitto                                 zione alimentare per i trasporti, in generale per il lavoro
                                                                di cura.
Del resto la dinamica scaturita attorno al decreto del          I dispositivi di protezione (Dpi) erano assenti e, a dir-
22 marzo è stata esplicita ed inequivocabilmente chiara.        la tutta, la questione non è ancora del tutto risolta. La
Un indegno balletto le cui conseguenze sono state pri-          carenza prosegue. Sono stati riferiti casi di operatori sa-
ma confusione e poi una vera e propria beffa per i lavo-        nitari che venivano obbligati a togliersi le mascherine
ratori. Conte ha dichiarato il fermo produttivo la sera         perché non ce n’erano abbastanza o perché creavano pa-
del 21 marzo, un decreto che però tardava ad uscire a           nico tra i pazienti. Disposizioni delle aziende sanitarie
causa delle pressioni del padronato. Con una sua lettera        dicevano esplicitamente che, le stesse mascherine, anda-
rivolta al governo, il presidente di Confindustria, Boc-        vano utilizzate solo nel caso si assistesse pazienti malati
cia, adduceva ragioni economico finanziarie per impedi-         o sospetti di essere contagiati.
re che la produzione, quella non essenziale, si bloccasse.      I lavoratori dei servizi essenziali sono tra le principali
Nell’elenco dei codici Ateco allegato al decreto c’erano        vittime e vettori del contagio: il dato parla chiaro, quasi
in sostanza tutti i settori produttivi, molti dei quali per     il 10% delle persone contagiate sono operatori sanitari.
nulla essenziali. Erano presenti le fonderie, le aziende        Ed è un dato arrotondato per difetto vista la scarsità dei
chimiche, le aziende del settore della difesa, le banche, le    tamponi effettuati.
assicurazioni, i call center. La pressione di Confindustria     La sanità è al collasso. È il risultato di 30 anni di politi-
era andata a buon fine.                                         che di sottofinanziamento e privatizzazione, dell’azien-
Quel decreto però ha dato il via a nuovi scioperi che si        dalizzazione e della regionalizzazione del Ssn. È questa
sono sviluppati molto più intensamente e su più gior-           la ragione per la quale nel decreto del 9 marzo, il gover-
ni, in continuità con gli scioperi delle prime giornate         no Conte ha stabilito che i lavoratori della sanità che en-
alla Fca di Pomigliano, alla Fincantieri e alla Leonar-         travano in contatto con persone positive non sarebbero
do. Nelle giornate del 23 e 24 marzo sono stati pro-            più andate in quarantena e avrebbero dovuto continua-
clamati scioperi da diverse categorie, come quelle dei          re a lavorare. Una ricetta perfetta per la diffusione del
metalmeccanici e dei chimici in Lombardia e degli stessi        contagio. Criminali!
metalmeccanici in Emilia Romagna. Il segretario gene-
rale della Cgil Landini, che inizialmente non era molto         Coronavirus e lotta di classe
lontano dallo slogan lanciato dal governo “l’Italia non
si ferma”, adesso minacciava lo sciopero generale se l’e-       I compagni hanno narrato in ogni intervento episodi
lenco dei settori produttivi considerati essenziali non si      di organizzazione, di resistenza e di lotta di classe. Una
fosse ridotto.                                                  vera spina nel fianco dei padroni per chiedere adeguate
È stata la forza dei lavoratori e il timore che gli scioperi    misure di sicurezza come alla Esselunga di Corbetta, del
si generalizzassero che ha costretto il governo a riaggior-     milanese o alla Coop. Alla Ferrari di Modena lo stabi-
nare, e ridurre, l’elenco dei settori produttivi definiti es-   limento ha chiuso sotto la pressione dei lavoratori e dei
senziali il 25 marzo.                                           Rls, tra cui il compagno Matteo Parlati, che denuncia-
Tuttavia, come è stato sollevato da diversi interventi          vano la carenza di sicurezza.
nell’assemblea del 30 marzo, non aver proclamato lo             La lotta dei lavoratori ha in pochi giorni messo in archi-
sciopero generale è stato un errore. Il decreto definitivo,     vio tutte le tesi di una certa sinistra riformista o settaria,
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6                                                                               I lavoratori non sono carne da macello
depressa e sconfitta dalla storia, sulla fine della classe la-   che vorranno far pagare ai soliti. Oggi fanno i debiti,
voratrice. La lotta di classe c’è e i lavoratori hanno la        in Italia e altrove, domani imporranno le politiche di
forza per poterla vincere.                                       austerità per far pagare ai soliti.
Dall’assemblea è emerso con chiarezza che non bisogna            I lavoratori hanno imparato tante lezioni in queste po-
abbassare la guardia. Si devono imporre comitati di de-          chissime settimane. Il capitalismo li considera carne da
legati, eletti e revocabili dai lavoratori, che controllino      macello. Non siamo sulla stessa barca, c’è chi pensa ai
l’applicazione delle necessarie misure sanitarie e di sicu-      profitti e chi pensa alla sua salute e dei propri cari.
rezza ed impongano la sanificazione di tutti gli impianti        Hanno capito che senza di loro non va avanti nulla.
e postazioni di lavoro. I lavoratori devono potere inter-        Sarebbero per esempio gli unici a poter effettivamente
rompere la produzione in presenza di un pericolo im-             stabilire quale attività è effettivamente indispensabile e
mediato. Laddove mancano le misure di sicurezza non              urgente in un periodo di emergenza. La classe lavoratri-
bisogna esitare a proclamare lo sciopero per garantire la        ce è l’unico vero motore della società.
salute e la sicurezza, per far chiudere le aziende. Porre al     È chiaro, al di là della becera propaganda nazionalista,
centro, dunque, la questione del controllo dei lavorato-         che peraltro ha un successo molto relativo, che il virus
ri in tutti i settori dell’economia e dei servizi sociali, il    non ha confini e sta sottoponendo una buona parte del
tema della costruzione di un potere economico e poli-            pianeta alle stesse dinamiche. Il razzismo non esiste in
tico alternativo a quello dell’attuale classe dominante.         queste settimane, quando i lavoratori lottano, lo fanno
I padroni stanno mostrando tanta impazienza nel vo-              uniti. Sono i lavoratori, al di là della propria nazione,
ler riaprire. I lavoratori dovranno riporre al centro della      etnia, religione che assieme possono e devono cambiare
partita il loro protagonismo, come è stato fatto in que-         la società, perché nessun uomo sia mai considerato car-
ste settimane, ed imporre che i settori produttivi non           ne da macello.
utili a gestire l’emergenza sanitaria restino chiusi fino a      Con questo spirito l’assemblea del 30 marzo ha lanciato
quando i lavoratori non siano sicuri. Gli scioperi in que-       un appello internazionale che va proprio nella direzione
sta ultima fase hanno avuto un rallentamento ma siamo            di unire le lotte dei lavoratori di tutto il mondo, per
tutt’altro che ad una conclusione del processo. Alla Luc-        un’azione internazionale comune in difesa della salu-
chini di Brescia Fiom Fim Uilm hanno proclamato 11               te, della sicurezza e per togliere ai padroni il controllo
giorni di sciopero a partire dal 3 aprile. Una fase di lotte     del sistema economico, mettendo finalmente al centro
è appena cominciata.                                             i bisogni di tutti e non i profitti di una minoranza di
Alle porte ci sarà una crisi economica senza precedenti          parassiti.
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Intervento di
Domenico Loffredo
operaio Fca Pomigliano D’Arco - Napoli

I
       n questa fase drammatica per l’intera umanità do-          la distanza opportuna) diventa evidente il rischio a cui si
       vuta alla pandemia, si è evidenziato quali sono gli        va incontro. Le mascherine, come sappiamo, già manca-
       interessi in campo nella società. Nell’analizzare la       no agli operatori sanitari, figuriamoci in aziende piccole o
       situazione parto dalla mia azienda, che ha delle sue       grandi che esse siano. Tutti questi fattori contribuiscono
specificità. Innanzitutto non produciamo nulla di essen-          a far riflettere i lavoratori sul perché in queste condizioni
ziale. Mentre continuavano con ogni mezzo di comunica-            sia necessario continuare a produrre auto; un paradosso,
zione gli appelli a restare a casa, in fabbrica si continuava     considerando che, di lì a poco, si sarebbe comunque arri-
a produrre come se nulla fosse. Lo sciopero è avvenuto il         vati alla fermata collettiva. Infatti, nei precedenti DPCM
9 marzo, credo sia stato se non il primo, sul tema corona-        del governo, i centri vendita di autovetture erano già stati
virus, di certo uno dei primi. Chi conosce la mia azienda,        chiusi. Gli scioperi sono stati fondamentali nel far emer-
e si interessa di questioni sindacali o operaie, sa che è stato   gere un concetto che, seppur ai più sembra banale, ha
molto complesso in questi anni fare sciopero in Fca; no-          un’importanza assoluta: senza lavoratori e il lavoro ma-
nostante ciò, il reparto da cui è partito lo sciopero è stato     nuale questo mondo si fermerebbe e questa è la reale forza
il Montaggio, cuore delle attività produttive. Lo sciopero        dei lavoratori in questo sistema. Particolarmente durante
ha interessato un centinaio di addetti alla catena di mon-        l’emergenza la cosa diventa visibile a tutti.
taggio che incrociavano le braccia proprio a ridosso di un        Sta ovviamente anche a noi attivisti e firmatari di questo
incontro legato al tema di salute e sicurezza che, di lì a        appello, sottolineare questo aspetto e rimarcare l’impor-
poco, si sarebbe svolto con l’azienda.                            tanza dei lavoratori. Dopo qualche tentativo di Salvini
Lo sciopero, di natura spontanea, è stato supportato dalla        e del PD, oggi l’unico politico che a gran voce parla di
sola Fiom che, richiamata dai lavoratori, decide di dare          riapertura veloce delle attività produttive è Renzi.
copertura all’iniziativa. Ci tengo a sottolineare la natura       Oggi, Renzi cerca di interpretare la volontà di gran parte
spontanea perché, negli ultimi anni, fare sciopero in Fca         della borghesia Italiana, che vuole al più presto ritornare
è molto più che raro, tanto che l’unico sciopero consi-           ad accumulare profitti, anche se il rischio contagio è an-
stente è avvenuto nel mio reparto, un anno, fa su que-            cora palesemente presente, infischiandosene dei pericoli a
stioni legate all’aumento della turnistica. Questo dato è         cui sarebbero sottoposti i lavoratori.
importante perché evidenzia l’alto grado di pressioni e           La partita si giocherà su come noi ci attrezziamo in quan-
preoccupazioni a cui sono sottoposti i lavoratori in questa       to lavoratori per contrastare questa scellerata volontà del
fase. Successivamente, si arriva alla chiusura delle attività     padronato che, a breve, passerà all’attacco e come riusci-
produttive anche se non completamente. Proprio grazie             remo a tenere quante più aziende chiuse, fintanto che ce
a questa spinta dei lavoratori, le cui rivendicazioni non         ne sarà la necessità. Senza dimenticare le tante realtà che
erano certamente l’attuazione del protocollo d’intesa,            continuano, nonostante produzione di beni non essen-
che poco tempo dopo fu sottoscritto da organizzazioni             ziali, a restare attive.
sindacali, Confindustria e governo, ma la totale chiusura         Un ultimo tema per me importante è come noi cerchia-
delle attività produttive, dato il valore non essenziale delle    mo di farci carico anche di tutti quei lavoratori, a nero o
merci prodotte                                                    disoccupati, che in questa fase sono completamente sen-
L’elemento fondamentale, fonte di preoccupazione dei la-          za reddito. Un vero dramma che, specie nelle provincie
voratori, resta il modo in cui vengono oggi attivati i con-       del Sud, può assumere un carattere fortemente esplosivo.
trolli delle autorità. Un lavoratore non può sapere se, chi       Assistiamo già a scene di assalti a supermercati, che po-
sta lavorando fianco a fianco con lui, sia o meno infettato       tranno essere solo l’inizio di un problema ben più ampio,
dal virus e, se a questo si aggiunge la vicinanza dovuta alla     se non si appronterà una giusta azione di contrasto alla
tipologia di lavoro (senza la possibilità di poter mantenere      povertà assoluta di questi soggetti.
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Intervento di
Gianluca Barone
lavoratore Coop Alleanza 3.0 Bologna

S
         ono Gianluca Barone, lavoratore in Coop Alle-        di ogni PV il 25 marzo, dando come termine ultimo
         anza 3.0 (società cooperativa) a Bologna.            per la concessione delle nostre richieste il 28 marzo;
         Generalmente, quello della GDO alimentare è          diversamente ci saremmo astenuti dallo svolgimento
         un comparto dove non vengono attuate forme           delle nostre mansioni, inteso non come sciopero ma
di protesta spontanee da parte dei lavoratori senza una       come rifiuto di adempiere alla propria mansione se
copertura sindacale alle spalle. Ma in questa situazione      impossibilitati a svolgerla in sicurezza per la salute del
dell’emergenza Covid-19, dove continuavamo a lavo-            lavoratore.
rare nel silenzio di azienda e sindacato, c’è stata una       Nel momento in cui la lettera è arrivata ai funzionari
mobilitazione spontanea e diretta da parte di alcuni          abbiamo assistito a un evidente strategia di ostruzio-
lavoratori del mio punto vendita (PV), nella forma di         nismo da parte dei sindacati confederali nei confronti
una “Lettera dei lavoratori”, qui di seguito, che è stata     di noi lavoratori. In un primo momento non erano
redatta il 22 marzo. La lettera ha come destinatari i         d’accordo con l’ultimatum dato all’azienda nell’ulti-
vertici aziendali, le sezioni dei soci e istituzioni comu-    ma parte della lettera; di conseguenza era stata da noi
nali dei luoghi in cui risiedono i PV, e per conoscenza       modificata (nella versione qui allegata) limitandoci alla
i rispettivi direttori dei PV.                                sola richiesta urgente di un incontro tra le parti chia-
È strutturata da quattro richieste e relative motivazio-      mate in causa. Nonostante ciò, il sindacato ha risposto
ni, correlate dal filo comune della doppia condizione         che loro si erano già mossi prima “di noi” (come se
del lavoratore: il rischio per la propria salute indivi-      fossimo antagonisti) nella richiesta di un incontro con
duale e contemporaneamente l’impossibilità di essere          l’azienda e che per quanto riguardava il tema dei ser-
parte attiva, come cittadini, della strategia di confina-     vizi essenziali/non essenziali, rimandavano alla discus-
mento (lockdown), decisa dal governo e regolamentata          sione in atto sul piano nazionale. Per cui è stato messo
nei relativi decreti, progressivamente emessi. Nella let-     il veto ai delegati di non far circolare e non spedire la
tera (che invito a leggere per esaustività e completezza      lettera perché doveroso nei confronti del sindacato che
a questa relazione) si chiedeva di chiudere tutte quelle      si era già attivato. Tuttavia il 22 marzo sera la RLS, per
produzioni e servizi non essenziali all’interno dei PV        errore, inviava il documento ad altri delegati, RLS e
l’eliminazione dei turni di lavoro frammentati; la con-       lavoratori, riscuotendo il favore di questi ultimi che
tinuità dello stipendio nel caso di mancanza di lavoro        iniziavano a farla girare e facendo sì che la lettera di-
tramite la copertura di ammortizzatori sociali previ-         ventasse virale tra i vari PV di Bologna. Inoltre grazie
sti nel decreto o istituirne di specifici nel welfare della   all’aiuto di Simona Leri, delegata tra i primi firmatari
cooperativa; stabilire un numero massimo di persone           dell’appello “non siamo carne da macello”, la lettera è
compresenti all’interno del PV (lavoratori – clienti) e       circolata sia nelle altre province della regione sia fuori
la costruzione di un piano di affluenza per la spesa in       da questi confini.
collaborazione con le istituzioni locali.                     Alla fine la lettera non è stata spedita da nessun dele-
La strategia di divulgazione della lettera tra i lavoratori   gato dei PV, che ha seguito quelle imposizioni, non
di tutti i PV e il successivo invio della stessa ai desti-    vincolanti per un delegato, date dal sindacato, venen-
natari era stata stabilita in questo modo: due delegati       do meno alla volontà espressa da coloro che li hanno
sindacali del mio PV e la nostra RLS (responsabile del-       eletti: i lavoratori ! Allo stesso tempo però, la lettera
la sicurezza dei lavoratori) avrebbero dovuto passarla ai     oltre ad aver acceso l’animo di altri lavoratori, ha avuto
loro funzionario del sindacato e a tutti gli altri delegati   come effetto quello di far risvegliare da quel torpore
dei PV e contemporaneamente con il loro aiuto farla           connivente, il sindacato che già il 25 marzo faceva gi-
girare tra i lavoratori per poi essere spedita dai delegati   rare un comunicato in cui si faceva presente con soddi-
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sfazione “conferma di consolidate relazioni sindacali”     che hanno avanzato richieste maturate dalla loro rea-
- cito testualmente - l’avvenuto incontro, già richiesto   le condizione vissuta ogni giorno sul posto di lavoro,
in precedenza, con i vertici aziendali. Incontro poi si-   dall’interno e sul quale il sindacato ha posto una lapide
glato il 27 marzo dove, di tutte le nostre richieste non   omertosa, confermandosi una struttura burocratica e
ne era stata ottenuta alcuna.                              verticistica, compromessa e connivente ad ogni strato
In linea generale con quello che abbiamo assistito a       della burocrazia, il cui unico scopo è quello di soprav-
livello nazionale, da parte dei sindacati confedera-       vivere ed esercitare il proprio potere in una totale auto
li vi è stata una totale determinazione dei lavoratori,    referenzialità e auto conservazione.
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Intervento di
Angelo Raimondi
delegato Filcams-Cgil Esselunga Corbetta

S
         ono Angelo Raimondi, delegato FILCAMS               di lavoro aperto. Tutte queste cose sono arrivate solo
         CGIL di una catena di supermercati, ESSE-           perché, in qualche maniera, ESSELUNGA è stata ob-
         LUNGA, presente perlopiù nel nord Italia.           bligata dalle istituzioni e dalla realtà.
         Da quando è iniziato questo pandemonio,             Ci avevano negato anche la possibilità di fare una as-
questa emergenza sanitaria, all’inizio c’era una certa       semblea perché non si poteva, perché era assembra-
euforia in azienda, perché nei primi due fine settima-       mento. Per cui ci è stata negata questa possibilità; ed
na, con la fobia delle persone, tutti di corsa a fare la     insomma alla fine non si poteva fare niente.
spesa. L’azienda ha fatto incassi record.                    Quindi abbiamo pensato di lanciare una raccolta firme
Ricordo che l’amministratore delegato ha inviato dei         su un testo con una serie di rivendicazioni, soprattutto
video messaggi dove si diceva che andava tutto bene,         sulla chiusura domenicale, sul diritto di mensa perché,
che eravamo tutti bravi, che ci avrebbe regalato 150         con la scusa che hanno chiuso i bar ed i ristoranti in
euro in welfare (non si capisce bene cosa sia questo         tutta Italia, hanno chiuso la mensa interna.
welfare) e comunque era tutto sotto controllo.               Neanche la possibilità di avere un panino o qualcosa
C’è una cabina di regia, con a capo lui, l’amministrato-     del genere.
re delegato e due aiutanti. Uno ex generale dei carabi-      Dicevano che la mensa è chiusa, la mensa non è un
nieri, Gualdi, e l’altro è l’ex prefetto di Milano, Tronca   nostro diritto, per cui non ci viene data.
(giusto per capire qual è l’impostazione dell’azienda).      Su questa cosa abbiamo fatto la raccolta firme. All’in-
Teniamo conto che non è una azienda di carattere in-         terno del negozio abbiamo raccolto 71 firme. In realtà
ternazionale, ma in Italia ha un grosso peso con 23mila      è girata anche in altri negozi (dei colleghi ci hanno aiu-
dipendenti e 8 miliardi di euro di fatturato lo scorso       tato) e ne abbiamo raccolte 78 anche da altri negozi.
anno.                                                        Quindi un buon lavoro.
È successo che, quel poco di protezioni che sono ar-         C’è da dire che la paura, lo stress dei colleghi era palpa-
rivate, mascherine, gel sanificante, poi l’idea di fare      bile; insomma non erano le solite lamentele, tant’è che
entrare la clientela una alla volta, in ultimo quello di     questa raccolta firme è andata bene perché teniamo
controllare la temperatura corporea, sono tutte cose         presente che, tolti i capi, capetti, direttore etc., saremo
che abbiamo dovuto lottare per quindici giorni per ot-       centoventi lavoratori, con qualcuno a casa in malattia
tenerle ed in realtà non sortivano nessun effetto, per-      (alcuni spontanei, altri spintanei). Alla fine, le 71 fir-
ché le risposte che loro davano ad ognuna proposta era       me, non erano affatto male.
che l’azienda ha deciso altro.                               Il clima di paura si percepiva e si percepisce tuttora
L’azienda si adeguava solo quando le istituzioni avesse-     bene, non solo la paura di essere contagiati, la paura
ro dato l’input. Per cui, tu chiedevi le mascherine, con     del cliente, ma l’insicurezza perché questa azienda, a
largo anticipo, ma non te le davano. Chiedevi il gel sa-     parole, sostiene di essere vicina ai lavoratori, di tenere
nificante per le mani, l’amuchina e le prime confezioni      alla salute dei lavoratori, ma nella pratica così non è.
le abbiamo recuperate noi delegati sindacali andando a       Fatta questa raccolta firme, presentata all’azienda, non
recuperarle dal magazzino.                                   abbiamo avuto risposta. A questo punto abbiamo di-
Quando proponemmo di far entrare la clientela in             chiarato lo stato di agitazione, ma anche quello senza
maniera scaglionata, ci prendevano per dei folli, così       ottenere nessun risultato ed alla fine, per la prima vol-
pure quando chiedemmo di controllare la temperatura          ta, all’interno del negozio dove lavoro, per lo meno ne-
corporea alla clientela, perché ci sembrava assurdo che      gli ultimi 12 anni (tranne in casi di scioperi nazionali,
l’azienda controllasse la nostra temperatura corporea,       scioperi di negozio non ce ne sono mai stati ), abbiamo
ma non quella della clientela, essendo questo un luogo       dichiarato sciopero.
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Sciopero che era una incognita proprio perché non si         Infine, c’è da dire che questo può essere un primo pas-
tratta di un negozio avvezzo alle lotte sindacali. Però ci   so perché sicuramente, finita questa emergenza sanita-
sembrava giusto e corretto provarci, visto il clima.         ria, avremo una emergenza economico/sociale. Ci sarà
Va detto con estrema onestà che purtroppo lo sciopero        una crisi economica pazzesca; qualcuno sarà in crisi
non è andato bene: sui centoventi di cui dicevo prima,       veramente, qualcuno ne approfitterà. È una crisi na-
alla fine abbiamo fatto sciopero in otto; contando che       zionale, ma è anche una crisi internazionale. D’altra
3 sono i delegati, non è andato bene.                        parte, per ciò che riguarda Esselunga ci sarà anche un
Il lato positivo è che si è aperta una discussione impor-    altro fattore perché, a mio modo di vedere, c’è già in
tante con i lavoratori; anche molti che normalmente          programma l’ingresso in Borsa ed una ristrutturazione
si tengono ai margini, in questa occasione sono inter-       interna (con riorganizzazione del lavoro nella catena
venuti. A mio modo di vedere non sempre in maniera           del supermercato) e questa crisi darà sicuramente una
lucida, però la cosa importante è che si è aperta una        spinta al padrone dell’azienda per accelerare questi ta-
discussione.                                                 gli. Tra l’altro è anche previsto l’ingresso delle coopera-
C’è un altro punto a nostro favore: l’azienda ha visto       tive per il lavoro notturno.
che, seppur la partecipazione allo sciopero fosse bassis-    Per cui credo che, se è vero, come è vero, che lo scio-
sima, i lavoratori c’hanno messo la faccia attraverso la     pero è andato male, il lavoro di preparazione, a mio
raccolta firme (anche questo non è usuale) e che questa      immodesto parere, è andato bene e probabilmente
nostra campagna è uscita dal perimetro del negozio,          abbiamo creato anche delle basi per mantenere alto il
andando in altri negozi, anche distanti da un punto di       livello di discussione con i lavoratori.
vista del chilometraggio.
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Intervento di
Diego Sabelli
delegato Rsu Fiom-Cgil Elt Roma(MI)

S
         ono molto d’accordo con la relazione introdut-      Questo lo dico perché conosco molto bene la retorica
         tiva, vorrei fare alcune considerazioni generali    padronale e questo tipo di condotta aziendale, dove
         prima e poi altre più specifiche sul mio posto      lavoro io vicino le macchinette del caffè ci sono cartelli
         di lavoro.                                          con su scritto:”qui si uniscono due eccellenze italiane,
Io sono occupato in un’azienda metalmeccanica di             voi e il caffè” un’azienda della difesa, che per molti anni
Roma della difesa, Elt Spa, partecipata da Leonardo          è stata la capofila della produzione nell’ ambito della
e Thales.                                                    guerra elettronica nel consorzio internazionale forma-
Credo che questa situazione determinata dalla pande-         to dalla difesa tedesca, italiana, inglese e spagnola che
mia ha avuto diversi pregi dal punto di vista politico       produceva gli Euro fighter F14 distribuendo la costru-
complessivo, che ci aiutano a parlare con le persone         zione anche di sotto-parti ad altre aziende italiane e
perché smascherano il governo, il sistema, l’approccio       non solo. Parliamo quindi di un’azienda che possiamo
di Confindustria e quello sindacale. Ossia a livello di      definire tra quelle dette strategiche per il paese che per
massa si è visto come questo governo, il governo del         molti anni, almeno dal 1996, ha conosciuto un livello
popolo presieduto dall’avvocato del popolo sia invece        di profitti considerevole, che ora ha circa 730 dipen-
molto permeabile alle richieste di Confindustria chia-       denti che ha una dinamica sindacale molto stanca e
rendo nettamente come non si possano servire interes-        moderata favorita appunto da quel tipo di situazione
si contrapposti in questa fase. Le decisioni hanno un        economica florida.
taglio chiaro e definito. Così come è stato smascherato      Quindi un ambiente sindacale non abituato a rivendi-
tutto quel padronato , definito più illuminato, guidato      care il proprio ruolo nella difesa dei lavoratori anche
da una attenzione crescente per le esigenze dei lavora-      perché appunto spesso l’azienda toglie il terreno sotto
tori che fanno del welfare aziendale, l’ assicurazione       i piedi perché fa sempre di sua iniziativa unilaterale
sanitaria ed altri “benefit” il loro fiore all’ occhiello,   concessioni o quelle che così vengono percepite e rac-
e di come quella retorica di cui si fanno promotori          contate anche dal sindacato, con Fim e Uilm come al-
per cui siamo una grande famiglia e ci vogliamo molto        fieri. E proprio con loro che infatti ho dovuto aprire
bene sia venuta meno sull’ altare del profitto perché la     uno scontro importante perché volevano continuare a
salute e la sicurezza è passata in secondo piano eviden-     non dire nulla come Rsu sulla situazione lasciando i la-
temente visto che si doveva rimanere a lavoro anche se       voratori, come al solito, in balia del racconto aziendale
non si fanno produzioni essenziali.                          delle misure prese perché anche avere una descrizione
In terzo luogo si è rinnovata una certa attenzioni al        da parte sindacale delle cose che succedono in azienda
mondo del lavoro e alla compagine sindacale accen-           è, per loro evidentemente, un affronto o comunque
dendo i riflettori sulle potenzialità che può avere un       loro lo spiegano come tale quando ci parli. Io in questo
sindacato degno di questo nome in un momento come            ho rotto gli induci pronunciandomi con i lavoratori,
questo, ma anche della prospettiva sindacale con cui         prendendo la posizione che l’azienda andava chiusa
il gruppo dirigente della Cgil si è approcciato a que-       visto che non poteva definirsi essenziale come tipo di
sta situazione, le dichiarazioni del segretario sono state   produzione, e dato che l’azienda è florida e vista la re-
univoche nel dire al padronato e al governo “veniteci        torica che ho spiegato prima, ho detto che si doveva
incontro perché questa situazione potrebbe sfociare in       fare un accordo sul modello della Ferrari con chiusura
una esplosione sociale e avere delle ripercussioni che       e giorni pagati dal datore di lavoro, visto che si dice
neanche noi siamo in grado di arginare o controllare         sempre che non siamo secondi a nessuno. Chiaramen-
fino in fondo”, sempre con l’ idea di essere un puntello     te questa posizione dopo che tutta l’ Rsu era riluttante
del sistema e provare a ritagliarsi un ruolo.                a prendere posizione in tal senso perché evidentemente
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in maniera unitaria questa avrebbe avuto un peso mag-        anche perché per me era evidente che il prefetto avreb-
giore e il pregio di farci vedere come Rsu comunque          be lasciato aperto l’azienda dandogli l’autorizzazione
schierati in prima fila sulla sicurezza , visto che non si   per tutte le entrature che la stessa azienda ha con il
capisce perché se come cittadini non possiamo uscire         mondo della difesa e militare in generale.
queste prescrizioni si fermano ai cancelli della fabbrica    Tutta la dinamica da me descritta ha comunque por-
nonostante non produciamo cose essenziali.                   tato ad una discussione con l’ azienda che ha visto l’
Questa presa di posizione mi ha portato molti riscon-        anticipazione di una settimana di ferie che era pro-
tri con i lavoratori che mi hanno chi ringraziato, chi       grammata per l’ estate, ha fatto saltare il piano ferie
comunque informato di alcune cose che a loro modo            rendendo libera la fruizione per i lavoratori, abbia-
non erano chiare aprendo quindi un importante cana-          mo concordato su incontri periodici in cui guardare
le di comunicazione diretta con i lavoratori. Da noi gli     all’andamento economico dell’azienda in questa fase
iscritti al sindacato sono pochi e la Fiom in questo non     visto la possibilità entrare in una crisi e questo non
fa eccezione. Aggiungo anche che la posizione del sin-       può essere un elemento per farci subire le decisioni
dacato è un po’ pilatesca perché dice sempre che sono        aziendali.
le Rsu che conoscono bene i lavoratori e la fabbrica         Evidentemente tutto questo che vi ho descritto ha
e quindi sono quelli che meglio possono decidere di          aperto una fase nuova in cui le persone si interroghe-
convocare le mobilitazioni.                                  ranno maggiormente, visto che già hanno iniziato,
Non sempre questo è vero, in questo caso era evidente        sulla loro condizione, sulla situazione complessiva e
che la Rsu non voleva ascoltare i lavoratori per non         con uno slancio a guardare le cose in maniera più con-
rompere con l’azienda. Questa credo sia molto grave          sapevole e disincantata.
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Intervento di
Paolo Brini
comitato centrale Fiom-Cgil

C
            ompagne/i, credo ci sia un messaggio pre-         esempio oggi solo nella mia zona motoriduttori, com-
            ciso che penso sia importante trasmettere         ponentistica di ascensori, pompe idrauliche, perfino il
            alle persone con cui parliamo, ai lavoratori:     meccanico sotto casa ha riaperto. Qui sta il punto sulle
            il disastro cui stiamo assistendo nell’attuale    responsabilità sindacali in questa situazione ed in par-
emergenza sanitaria ha dei colpevoli precisi, con nomi        ticolare del gruppo dirigente della Cgil. Da un lato il
e cognomi precisi ben oltre il coronavirus che già di         governo è stato obbligato a questo decreto grazie all’e-
per sé ha la sua gravità e drammaticità.                      splosione di lotte spontanee potentissime negli scorsi
Questi colpevoli sono innanzitutto coloro che hanno           giorni. Il governo non aveva nessuna intenzione di ar-
smantellato la sanità pubblica negli ultimi 30 anni.          rivare nemmeno a questo decreto di chiusura o finta
Quindi tutti i governi di centro destra, centro sinistra,     chiusura ma è stato travolto dalle lotte. I vertici sinda-
e tecnici che si sono alternati in queste decadi. In se-      cali in questo contesto anziché mettersi alla testa delle
condo luogo chi sta gestendo oggi questa crisi: gover-        mobilitazioni, battere i pugni sul tavolo e pretendere la
no, opposizione e a caduta tutti i vari sceriffi regionali    chiusura di tutte le attività non essenziali, porre al cen-
e locali. Perché la gestione di questa emergenza è una        tro il tema della requisizione delle strutture della sanità
gestione di classe che ha l’obbiettivo di tutelare i ric-     privata ai fini dell’emergenza pubblica e riportare al
chi, la proprietà privata a partire dalla sanità e tutelare   centro il tema di ripubblicizzare la sanità, si sono messi
i profitti e la produzione dei padroni scaricandone il        a totale rimorchio del governo. Addirittura in alcuni
peso sotto ogni aspetto sulle spalle dei lavoratori e dei     momenti è sembrato quasi che la loro preoccupazione
ceti popolari.                                                più grossa fosse quella di fare di tutto per evitare di do-
Il paradosso cui stiamo assistendo è che mentre si è          ver proclamare lo sciopero generale. Questo dimostra
obbligata la popolazione agli arresti domiciliari forzati     che la linea di dire “sospendiamo le critiche dato che
con leggi draconiane, militari per le strade, sanzioni        c’è l’emergenza sanitaria” è deleteria perché opporsi ad
pesanti per il singolo, d’altro canto si è obbligato il       una condotta politica classista quando i buoi sono già
personale sanitario a lavorare senza avere le condizio-       scappati dal recinto rischia di essere suicida. Giusto
ni minime di sicurezza e si è obbligato i lavoratori a        per ricapitolare brevemente la cronologia dei fatti. Da
continuare a produrre nelle fabbriche. La conseguenza         quando sono iniziati gli scioperi c’è voluta ben una
drammatica di tutto ciò è che oggi i due principali fo-       settimana per arrivare all’accordo per un Protocollo di
colai di contagio sono gli ospedali e le fabbriche. Sugli     intesa con Confindustria che non solo ha scaricato sui
ospedali sono già intervenuti altri compagni, sulle fab-      singoli lavoratori e delegati la gestione di una questio-
briche quello che voglio dire è che a decine di miglia-       ne così enorme come la sicurezza sui posti di lavoro.
ia o non sono mai state chiuse o stanno riaprendo in          Protocollo che, come voleva Confindustria, ha assicu-
questi giorni. Deve pertanto essere chiaro che questo         rato la continuità produttiva sotto la finta garanzia da
decreto sulla chiusura delle aziende si sta rivelando una     parte padronale di rispettare la sicurezza. Figuriamoci,
totale farsa. I padroni hanno capito che c’è la scappato-     ogni giorno muoiono 4 operai sul posto di lavoro da
ia; basta chiedere al prefetto l’autorizzazione e se questi   decenni a questa parte, ci vogliono raccontare che in
non comunica un diniego esplicito si può continuare a         due giorni le aziende magicamente abbiano messo i
produrre impunemente e senza rischio di sanzione al-          lavoratori in sicurezza. D’altro canto il Protocollo ha
cuna. Dato che in questi giorni guarda caso per trova-        persino fatto fare passi indietro su diritti fondamentali
re i prefetti bisogna chiamare il programma “Chi l’ha         aprendo precedenti pericolosissimi di violazione per
visto?” perché si sono dati alla macchia, le riaperture       es. dell’art. 5 dello statuto dei diritti dei lavoratori.
stanno aumentando esponenzialmente. Per farvi un              C’è poi voluta una ulteriore settimana di scioperi per
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arrivare al decreto del 22 marzo che, come detto, ha        lacrime e sangue, ha lanciato il grido d’allarme sul pe-
però tutte le scappatoie (a partire dalla famosa clausola   ricolo di rivolte sociali riprendendo quanto segnalato
“d”) per permettere ai padroni di continuare a pro-         dai servizi segreti nel loro ultimo rapporto uscito nei
durre. Siamo pertanto ben lontani da quella vittoria        giorni scorsi.
tanto decantata dai vertici della Cgil. Proprio perché      Dunque, proprio perché è obiettivo dei capitalisti farci
invece la questione è tutt’altro che risolta dobbiamo       pagare la loro crisi, è nostro dovere costruire la con-
essere noi, a differenza di come avvenuto sino ad ora,      troffensiva a questa vergogna padronale.
a prendere in mano il pallino della situazione e non        Concludo dicendo che oggi nei luoghi di lavoro ci
lasciarlo a Conte e Confindustria.                          sono due sentimenti che convivono. La paura di per-
Infatti i padroni (che la lotta di classe la fanno e la     dere la salute e la paura di perdere il posto di lavoro. I
sanno fare molto bene) sono perfettamente consape-          lavoratori vengono posti dal padronato di fronte all’in-
voli di essere seduti su una polveriera. Emblematica a      fame ricatto di scegliere se vogliono mantenere il posto
questo proposito una intervista della vice presidente       di lavoro o la salute con il rischio per molti di perdere
di Confindustria, la quale dice due cose molto chiare.      sia l’una che l’altro. Un sistema che pone davanti a
Innanzitutto afferma che le aziende hanno bisogno di        questo ricatto è un sistema fallito, marcio. È la dimo-
una valanga di soldi pubblici ovvero sostanzialmente        strazione di quanto sia necessario abbattere il sistema
di usare i soldi dei lavoratori attraverso il debito pub-   capitalista, un sistema basato sul profitto, sul mercato
blico per sostenere le imprese e garantire i profitti. La   e sulla ricchezza di pochi e sostituirlo con un sistema
solita logica del socializzare le perdite per garantire i   che si basi sulla produzione per il soddisfacimento dei
loro guadagni privati. In secondo luogo, consapevole        bisogni della collettività. Questa crisi mondiale dimo-
che questo ulteriore indebitamento pubblico si dovrà        stra quanto ci sia bisogno di tornare a lottare per una
far pagare sempre ai lavoratori attraverso politiche di     società comunista.
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Intervento di
Luca Ibattici
delegato Rsu Spal Reggio Emilia

S
        ono Luca Ibattici delegato della Spal Auto-          azienda, maggiore era la partecipazione allo sciopero.
        motive, azienda di mille addetti a Correggio         Non posso dire che l’azienda è stata bloccata comple-
        in provincia di Reggio Emilia. Produciamo            tamente ma l’adesione è stata mediamente del 50-60%
        elettroventilatori per raffreddamento radiatori      nei reparti produttivi, che per quest’ azienda è un risul-
auto, autobus ecc.                                           tato “storico” che non si verificava da almeno 10 anni.
Quest’ azienda è storicamente poco sindacalizzata ed         Anche la Fiom-Cgil di Reggio Emilia ha sostenuto
i lavoratori hanno sempre avuto molta fiducia nella          questa lotta inviando una mail alla proprietà in copia
proprietà, con poca adesione agli scioperi ma in questi      al prefetto chiedendo spiegazioni in merito alla tipo-
giorni qualcosa è cambiato.                                  logia di prodotto dell’azienda che per noi non rientra
L’ azienda si è adoperata per mettere in sicurezza i la-     nelle categorie essenziali.
voratori, anche in anticipo rispetto ai decreti, in ter-     La proprietà ha deciso di continuare a tenere aperto
mini di fornitura di DPI, misure per il distanziamento       fino a venerdì ma nei giorni dello sciopero la produzio-
sociale e messa a disposizione di gel igienizzante per le    ne era ridotta e nei giorni successivi allo sciopero (in-
mani in ogni reparto.                                        terrotto perché avevamo capito che forse non avrem-
Nonostante ciò con il passare del tempo molti lavorato-      mo retto oltre) i lavoratori si mettevano in malattia,
ri hanno compreso che il rischio zero non esiste, o esiste   chiedevano ferie e congedi.
solamente se non si va al lavoro. Nell’ aria si respirava    Il risultato della mobilitazione è stato che (anche a
sempre di più questa necessità che si è palesata in tutta    causa credo di un prevedibile calo di ordinativi) a par-
la sua grandezza dopo la conferenza stampa di Conte          tire da oggi (30 marzo) i reparti produttivi sono stati
del 21 marzo e dopo l’ uscita del decreto del 22 marzo.      chiusi (utilizzo della cigo-covid19) mentre gli impiega-
In quell’istante c’è stato un cambiamento radicale nella     ti presenti in azienda sono quelli essenziali per sbrigare
coscienza delle persone perché l’azienda ha dichiarato       pratiche urgenti o dare risposte ai clienti.
di non aver nessuna intenzione di chiudere ferman-           Penso che ci sia una particolarità in questa vicenda, so-
do la produzione, facendo un comunicato destinato            prattutto perché avvenuta in un’azienda poco sindaca-
ai lavoratori dichiarava di essere in regola grazie ad un    lizzata. In tre giorni di sciopero tanti lavoratori hanno
cambio di codice Ateco fatto il 1 Marzo. In un succes-       compreso quello che non erano riusciti a comprendere
sivo comunicato dichiarava di aver assicurato i lavora-      negli ultimi dieci anni nonostante noi delegati prova-
tori nel caso si fossero ammalati con diaria e rimborso      vamo in tutti i modi a spiegare, perché in quel periodo
in caso di ricovero ospedaliero.                             la fiducia nella proprietà era talmente forte che era dif-
I lavoratori si sono sentiti presi in giro avendo subito     ficile per la RSU scalfire questa barriera.
compreso il “giochino” del cambio di codice Ateco che        È stata persa la fiducia nel padrone che si è screditato
non rispecchia la produzione ed il reale prodotto che        agli occhi dei lavoratori mettendo davanti la necessità
non rientra tra quelli “essenziali” essendo degli elettro-   dell’azienda di produrre e di non rimaner esclusa da
ventilatori da assemblare su automobili.                     fette di mercato, rispetto alla necessità, anche psicolo-
Come RSU abbiamo deciso di proclamare uno sciope-            gica dei lavoratori di doversi fermare. Anche il cambio
ro per la giornata di lunedì 23 marzo che si è protratto     di codice Ateco ha influito nel cambio di considerazio-
per tre giorni consecutivi, lunedì, martedì e mercoledì      ne, ed hanno anche capito che l’azienda preferiva assi-
con adesioni in crescita. Questo perché inizialmente         curare i dipendenti contro il virus invece che farli stare
alcuni lavoratori speravano che l’azienda avesse inten-      a casa. Questo ha scavato nel profondo delle coscienze
zione di chiudere comunque giovedì 26 marzo, men-            di molti lavoratori che non si dimenticheranno tanto
tre più si rendevano conto delle reali intenzioni dell’      facilmente quanto accaduto.
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Una parte di lavoratori ha perso la fiducia nelle istituzio-   Se questo è avvenuto in un’azienda come la Spal, sono
ni, nel governo, nella burocrazia del sistema dei codici       convinto che a livello generale la classe operaia sta ma-
Ateco che è una classificazione grossolana della produ-        turando un cambiamento di coscienza e una consape-
zione che permette di produrre a tutte le imprese che,         volezza della propria forza.
con buoni avvocati e consiglieri lo hanno cambiato in          Si tratta di un aspetto fondamentale. Una classe ope-
anticipo. Senza nemmeno il bisogno di chiedere deroga          raia che ritrova fiducia nella lotta diventerà un fattore
al prefetto rivelandosi un metodo ancora più efficace di       decisivo nel prossimo periodo quando si dovranno af-
aggirare i decreti. I lavoratori hanno perso la fiducia ne-    frontare gli effetti di una spaventosa crisi economica
gli annunci e nei decreti di Conte che alla prova dei fatti    già iniziata.
ha dimostrato tutta la sua subalternità a Confindustria.
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Intervento di
Arianna Mancini
lavoratrice comparto sanità, Roma

C
            ome abbiamo ribadito più volte nelle nostre        La tipologia spesso inadatta e il numero assolutamente
            analisi, le politiche scellerate che negli ulti-   insufficiente dei DPI rende di fatto qualsiasi struttura
            mi trent’anni hanno depauperato la sanità          sanitaria un potenziale focolaio di contagio.
            pubblica hanno giocato un ruolo cruciale           Altro elemento centrale è la gestione caotica delle di-
tanto nella fase iniziale di questa emergenza, quanto in       sposizioni aziendali che spesso vengono tarate non
quella attuale, nella quale la gestione della pandemia è       sulle evidenze scientifiche delle procedure, ma sui
governata dal caos.                                            DPI realmente a disposizione. Ci troviamo dunque
Per quanto concerne il contenimento nella fase iniziale        nella situazione paradossale in cui si va continuamen-
dell’emergenza è evidente che è stata la malagestione          te in deroga sulla pelle di lavoratori e pazienti. La
a favorire il dilagare dei focolai più importanti come         mancanza di omogeneità procedurale nella gestione
dimostra quanto accaduto nell’Ospedale di Alzano               dell’emergenza è un problema generale dovuto all’as-
Lombardo dove, in seguito all’accertamento di due              senza di un reale coordinamento politico sanitario
casi positivi per Covid-19, l’ospedale non veniva sa-          sul piano nazionale, causato anche dall’autonomia
nificato, non venivano costituiti triage differenziati e       concessa a regioni, comuni e provincie.
percorsi alternativi e gli operatori positivi asintomatici     In questo quadro il sottorganico contribuisce a ral-
non venivano posti in quarantena.                              lentare ulteriormente il lavoro e la soluzione che si
E mi vorrei focalizzare proprio sulle condizioni di la-        trova è assumere personale attraverso agenzie inte-
voro degli operatori sanitari, socio-sanitari e ausiliari      rinali con utilizzo di partita iva o contratti a tem-
e di tutti coloro che a vario tiolo operano all’interno        po determinato, chiedendo ai lavoratori di esporre
delle strutture ospedaliere e territoriali (non dimenti-       la propria vita ad un rischio tanto elevato per trenta
chiamo tutti quei lavoratori addetti alla sanificazione,       euro l’ora, per poi spedirli a casa finita l’emergenza.
alla manutenzione, alla sorveglianza, ai servizi di la-        In questo desolante panorama, oltre alla mancanza
vanderia etc. che spesso non vengono menzionati, pur           di sicurezza, ai turni massacranti e al caos gestiona-
essendo tra i meno tutelati sul piano economico e del-         le, ai lavoratori si impone anche il silenzio. Oltre ad
la salute già prima dell’emergenza, essendo lavoratori         essere limitati nell’esercizio del diritto di sciopero
esternalizzati).                                               dalla legge 146/90, viene loro vietato, come a tutti i
Ascoltando le testimonianze di diversi lavoratori emer-        dipendenti pubblici (con la sola eccezione dei dele-
gono elementi interessanti. In primo luogo la questio-
                                                               gati RSU), di rilasciare dichiarazioni alla stampa su
ne assolutamente centrale della diffusa carenza di DPI
                                                               quanto sta accadendo all’interno dei presìdi e, oltre
(dispositivi di protezione individuale) che, se corret-
                                                               al danno la beffa, iniziano a fioccare sospensioni e ri-
tamente utilizzati, rappresenterebbero di fatto l’unico
                                                               chiami per i lavoratori che denunciano le irregolarità.
elemento, unitamente all’attuazione di corrette proce-
                                                               Questo è il quadro che emerge dalle testimonianze di
dure, utile a limitare il contagio all’interno delle strut-
                                                               molti operatori e la sua estrema criticità giocherà, ne
ture sanitarie. In merito ai DPI la situazione è disastro-
                                                               siamo convinti, contribuirà notevolmente a far avan-
sa: in primo luogo l’Italia ne produce solo in quantità
                                                               zare la coscienza di questa categoria di lavoratori che
minima, in secondo luogo l’approvvigionamento dei
                                                               potrà giocare un ruolo centrale nelle mobilitazioni
dispositivi non è stato conseguente rispetto al carattere
                                                               che si svilupperanno subito dopo l’emergenza.
emergenziale della situazione.
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