RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - lunedì 9 marzo 2020

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – lunedì 9 marzo 2020

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Spostamenti di lavoratori e merci, la Regione cheide chiarimenti al Governo (M. Veneto)
Scatta la chiusura di pub e sale giochi. Congressi sospesi fino a inizio aprile (Piccolo)
Una decina di altri contagi tra gli ospiti di Casa Serena (Piccolo)
In difficoltà 20 mila ditte. Task force per aiutarle (M. Veneto)
Il Cro ha sospeso le visite di controllo per due settimane (M. Veneto)
CRONACHE LOCALI (pag. 6)
Dukcevich, slittano i tempi per l'approvazione del piano (Piccolo Trieste)
L'impegno di Rfi per gli sfrattati: «Non li lasceremo in strada» (Piccolo Trieste)
Il tempo determinato fa litigare il Comune e due dipendenti (Piccolo Trieste)
Friulintagli si riorganizza con termoscanner e mail (M. Veneto Pordenone)
«No al Grande Fratello a scuola». La Cgil ora boccia le telecamere (M. Veneto Pordenone)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)

Spostamenti di lavoratori e merci, la Regione cheide chiarimenti al Governo (M. Veneto)
Giacomina Pellizzari - I casi di contagio continuano a salire, da 42 ieri sono diventati 56 esclusa l'anziana
deceduta a Trieste. Le 15 persone risultate positive al coronavirus da sabato scorso sono quasi tutte (14)
legate al primo decesso registrato in regione. Sono gli operatori sanitari entrati in contatto con la donna
ospitata a Casa Serena e trasferita poi all'ospedale Cattinara.Se a tutto questo aggiungiamo la difficile
interpretazione dell'ordinanza ministeriale sugli spostamenti delle persone e delle merci dal vicino Veneto
finito nella zona arancione, quella di ieri è stata davvero un'altra domenica difficile per la task-force
regionale che in serata sembra aver portato a casa il via libera alla circolazione dei lavoratori da e per la
zona arancione. L'impegno è emerso dopo la richiesta di chiarimenti al Governo avanzata dal governatore,
Massimiliano Fedriga e dal suo vice, Riccardo Riccardi.I contagiNessuno dei 57 contagiati è in condizioni
gravi, neppure gli otto, compreso il paziente accolto in terapia intensiva, ricoverati negli ospedali di Udine e
Trieste. Tutti gli altri sono in quarantena domiciliari, alcuni tra quelli che avevano manifestato sintomi
stanno meglio. Non hanno più febbre. Quasi un migliaio i tamponi effettuati (ieri sera erano 997).
Nell'emergenza, la notizia positiva di ieri è stato l'arrivo di 16 mila mascherine, di tipo FFP2, dal
dipartimento nazionale della Protezione civile che saranno distribuite al più presto al personale delle
Aziende sanitarie.L'ordinanzaIl testo pone molti interrogativi a iniziare dall'articolo 1, comma a, che recita:
«Evita ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita... salvo che per gli spostamenti motivati
da comprovate esigenze lavorative». «Quali sono queste comprovate esigenze lavorative?». E ancora: «Se
comprovo le esigenze lavorative significa che derogo, ma se devo evitare non significa che devo vietare». A
evidenziare le contraddizioni delle varie interpretazioni è stato il vicepresidente e assessore alla Salute
Riccardi, chiedendo prima al capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, e poi, in serata, ai
ministri per gli Affari regionali e le autonomie e alla Salute, Francesco Boccia e Roberto Speranza, se
persone e merci stamattina possono circolare tra Veneto e Friuli. «Il decreto - spiega Riccardi - non è chiaro,
se il ministero mi chiede di evitare io interpreto che devo raccomandare di non farlo non di vietarlo, ma se
nella riga successiva mi si chiede di comprovare ritengo di poter derogare a un divieto. Su questo dobbiamo
essere chiari altrimenti si crea il caos». Da qui la richiesta della convocazione del tavolo di confronto tra
Governo, le Regioni e le Province, sollecitato dal governatore del Friuli Venezia Giulia con i presidenti di
Lombardia, Veneto, Liguria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Umbria e delle Province autonome di Trento e
Bolzano. Fissato per le 16, l'incontro è slittato in serata, quando Riccardi ha avuto modo di porre
innumerevoli punti interrogativi ai ministri Boccia e Speranza. «Se mi dicono "evita" io raccomando ai
lavoratori di non spostarsi, ma questa è una mia lettura» ha ripetuto il vice governatore prima di chiedersi:
«Se sarà così i cantieri autostradali andranno avanti? Chi fornirà l'attività produttiva se questa ha il
magazzino a Portogruaro?». Stamattina Riccardi dovrebbe aver trovato le risposte. Da quanto si è appreso,
ieri sera Borrelli sembrava intenzionato a dare il via libera, per motivi di lavoro e sanitari, agli spostamenti
dalle e per le regioni in zona arancione. Questo è l'auspicio di tutti soprattutto degli imprenditore che, come
ha ribadito Riccardi nel corso della riunione del Comitato nazionale, sono molto preoccupati.I
controlliL'altro nodo da sciogliere è quello dei controlli. Ma, in questo caso, a organizzare il servizio saranno
i prefetti con gli strumenti che hanno a disposizione. Riccardi ha confermato che «rispetto all'applicazione
delle norme, il monitoraggio è in capo alle prefetture». Saranno le forze dell'ordine quindi a verificare, ed
eventualmente a sanzionare, chi non rispetta l'applicazione delle regole.

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Scatta la chiusura di pub e sale giochi. Congressi sospesi fino a inizio aprile (Piccolo)
Diego D'Amelio - L'Italia settentrionale è blindata dal nuovo decreto del governo Conte e, pur non facendo
parte delle zone rosse e arancioni, anche il Friuli Venezia Giulia va incontro come il resto d'Italia a
un'ulteriore stretta, che mantiene i limiti vigenti nelle scuole e ne introduce di nuovi fino al 3 aprile. Dopo la
rocambolesca ufficializzazione della direttiva nel cuore della notte, la Regione si è mossa per chiedere
all'esecutivo di chiarire le modalità di applicazione delle misure decise per contenere la diffusione del
coronavirus. Il nuovo decreto conferma le restrizioni precedenti, a cominciare dalla serrata delle scuole.
Resteranno chiusi fino al 15 marzo asili nido, scuole materne, elementari, medie e superiori, corsi di
formazione, università e master.Il provvedimento introduce poi una lunga serie di nuove misure valide fino
al 3 aprile, come il blocco totale di discoteche e locali, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale bingo e sale
scommesse. Sospesi fino a inizio aprile anche i congressi e l'apertura di musei, luoghi di cultura, cinema e
teatri. Lo stesso vale per ogni tipo di cerimonia civile e religiosa, compresi i funerali. E se la vita sociale crolla
in nome del contenimento del virus, non sarà meno facile spostarsi fuori regione. Il Fvg confina per ampi
tratti con le province di Treviso e Venezia, con evidenti complicazioni, dal momento che i due territori non
possono essere valicati se non per comprovate esigenze lavorative o di salute. Il giro di vite riguarda pure gli
eventi sportivi, congelati a prescindere da categoria e disciplina. L'unica eccezione è per gare e allenamenti
a porte chiuse, purché si tratti di atleti agonisti. Alle società viene però chiesto di mettere a disposizione
medici per contenere il rischio di infezione tra atleti, tecnici e dirigenti. L'intervento del governo non manca
di elementi contraddittori o troppo generici, tanto che è già stata necessaria l'emanazione di direttiva per
chiarire i primi punti incerti. La chiusura dei pub contrasta ad esempio con il mantenimento in attività di bar
e ristoranti, i cui gestori sono tuttavia obbligati a far rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro
fra un cliente e l'altro. Qualora il limite non fosse fatto valere, l'esercizio verrà sanzionato con la chiusura.
Nei negozi è invece «fortemente raccomandato» che il gestore garantisca ingressi contingentati per evitare
assembramenti e ottenere anche in questo caso il rispetto del metro di distanza fra le persone. Limitazioni
all'accesso sono già state introdotte dalla precedente ordinanza per quanto riguarda le visite in ospedale e
in residenze per anziani. Nel pomeriggio di ieri il governatore Massimiliano Fedriga ha chiesto di «attivare
subito, con urgenza, un tavolo di confronto tra governo, Regioni e Province autonome». Il Fvg si è mosso di
concerto con Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Umbria e Provincie
autonome di Trento e Bolzano. La giunta era preoccupata della scarsa chiarezza relativa allo spostamento
dei lavoratori, considerata la tradizionale presenza di numerosi pendolari fra Veneto e Destra Tagliamento.
Il confronto è avvenuto in videoconferenza nel pomeriggio, alla presenza dei ministri della Salute Roberto
Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia. In una diretta Facebook convocata subito dopo, Fedriga
ha sottolineato che «il decreto coinvolge la vita di cittadini e imprese, ma presenta difficoltà interpretative
e incongruenze: le Regioni si stanno muovendo in modo collaborativo per risolverle. Chi viene da Treviso
può ad esempio venire a lavorare in Fvg ma in teoria non può uscire a passeggio nella sua città. E poi,
perché la chiusura dei pub e non delle pizzerie? Ma niente polemiche perché poi ci sarà il tempo per
recriminare». In serata un'ordinanza del governo chiarisce che il decreto non si applica alle merci e che le
persone provenienti dal Veneto potranno continuare a venire in Fvg per motivi di lavoro.Per Fedriga,
«adesso è fondamentale iniettare risorse per aiutare le imprese in difficoltà»: il governatore ha annunciato
per oggi «l'approvazione in giunta delle prime misure e ho chiesto al Consiglio regionale di fare una riunione
straordinaria per approvarle. Poi aspetteremo le misure del governo, che speriamo arrivino in settimana, e
successivamente la Regione varerà una seconda serie di norme complementari, per evitare lo spreco di
risorse pubbliche».

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Una decina di altri contagi tra gli ospiti di Casa Serena (Piccolo)
Diego D'Amelio, Gianpaolo Sarti - I numeri esatti sono attesi entro questa mattina. Ma ieri le prime
indicazioni sull'esito dei tamponi a ospiti e dipendenti della casa di riposo comunale "Serena" di Trieste,
dove viveva l'ottantasettenne Rosa Costante deceduta a causa di una perforazione dell'intestino ma trovata
positiva al coronavirus, riferivano di «almeno una decina» di altre persone risultate infette da Covid-19. È
un bilancio parziale e non si esclude che possa salire. Si tratterebbe degli anziani che risiedono nella
struttura e non degli operatori. Non si hanno informazioni precise in merito allo stato di salute dei
contagiati, ma non risultano per ora situazioni critiche. I test dell'Azienda sanitaria sono proseguiti a
tappeto per tutta la giornata di ieri, interessando anche altre case di riposo, perché i dipendenti di una
cooperativa in servizio alla "Serena" lavorano in altre strutture cittadine. Nel frattempo le autorità sanitarie
stanno cercando di ricostruire gli ultimi contatti avuti dall'ottantasettenne nei giorni scorsi, in modo da
capire chi può averle trasmesso il virus. La "Serena" resta intanto chiusa a parenti ed esterni. L'attenzione in
queste ore resta alta anche per un altro paziente: un anziano con patologia oncologica polmonare
ricoverato nel reparto Malattie infettive. Le sue condizioni sono stabili. A ieri sera i casi positivi confermati
in Friuli Venezia Giulia erano 57: i nuovi infetti 15 e ben 14 di essi si trovano a Trieste, con un solo nuovo
caso in provincia di Udine. I dati della Regione parlano di 25 positivi a Trieste, 6 a Gorizia, 24 a Udine e 2 a
Pordenone. Tutti i pazienti sono stazionari, inclusi gli otto ricoverati, di cui uno in terapia intensiva. Gli altri
si trovano in quarantena domiciliare. I tamponi effettuati sono stati 997. Al momento la Regione non
comunica alcuna guarigione, ma conferma che alcune persone hanno cominciato a uscire dall'isolamento.
Davanti al previsto aumento dei contagi, la Protezione civile ha chiesto ieri ai Comuni di attivare il proprio
Piano di emergenza, portandolo al livello di "attenzione": si tratta del primo step, precedente a quello di
preallarme e allarme. I Comuni forniranno un numero telefonico cui inoltrare le richieste dei cittadini e
garantiranno la reperibilità di un funzionario per gestire le problematiche e dialogare con le autorità. La
Regione annuncia inoltre la necessità segnalata dalla Protezione civile di trasferire 73 pazienti dalle terapie
intensive lombarde verso gli ospedali di Fvg, Piemonte e Liguria. Il vicepresidente Riccardo Riccardi chiarisce
che per ora «saranno quattro i pazienti trasferiti in Fvg: tre negativi al coronavirus provenienti dal Sacco di
Milano e dall'ospedale di Bergamo andranno al Cattinara di Trieste e uno, positivo al Covid-19, proveniente
dall'ospedale di Cremona, verrà trasferito al nosocomio di Udine». Per Riccardi, «il nuovo decreto si basa
sugli elementi forniti dal comitato scientifico e non va quindi messo in discussione: possiamo continuare ad
andare in giro ma dobbiamo farlo meno e soprattutto dobbiamo evitare gli assembramenti, mantenendo
inoltre la distanza di almeno un metro, per proteggere chi ha una certa età. È quanto abbiamo detto già con
la nostra prima ordinanza su scuole e case di riposo, nonostante le critiche. Credo che le visite nelle case di
riposo vadano interrotte per un periodo». Riccardi sottolinea infine che «sono 16 mila le mascherine, di tipo
Ffp2, appena arrivate dal Dipartimento nazionale di Protezione civile in Fvg e che saranno distribuite al più
presto alle Aziende sanitarie a disposizione del personale». La fornitura dei dispositivi di protezione
risponde al bisogno della macchina della sanità e alle richieste dei sindacati. La Cisl chiede inoltre
«immediate assunzioni di infermieri, medici, oss, assistenti, tecnici» per coprire le carenze in organico
aggravate dalle quarantene. Riccardi incontrerà i sindacati oggi. Il vicepresidente pensa ad «alcune decine di
assunzioni tra medici e infermieri: il governo ci ha detto che anche il Fvg, sebbene autonomo, rientrerà nel
piano straordinario».

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In difficoltà 20 mila ditte. Task force per aiutarle (M. Veneto)
Il presidente di Confartigianato-Imprese Udine Graziano Tilatti ha chiamato a raccolta il comitato di
presidenza e ha deciso di mettere in campo una task force per fronteggiare i danni che l'emergenza
coronavirus sta causando al mondo delle imprese artigiane e delle Pmi.Tilatti sta facendo il giro delle
imprese friulane per toccare con mano la situazione e raccogliere dalla viva voce degli artigiani la
preoccupazione che li accompagna in questo momento. Oggi riunirà la giunta per dar corpo alla task force,
composta da dirigenti e funzionari sia interni che esterni all'associazione, e deliberare il piano strategico
d'intervento, fondamentale in quella che da emergenza sanitaria sta diventando giorno dopo giorno sempre
più anche economica e sociale. «Basta dare un'occhiata ai numeri i numeri diffusi nei giorni scorsi
dall'ufficio studi nazionale di Confartigianato per capire che è tempo d'intervenire con convinzione e con
tutti gli strumenti che possiamo mettere in campo» sottolinea Tilatti ricordando che il 70% delle imprese
artigiane sta facendo i conti con il contraccolpo del virus: «In Fvg sono quasi 20mila su 27mila totali le realtà
artigiane e le Pmi che stanno pagando dazio a questa epidemia e la previsione è che nel mese di marzo
avranno una perdita media del fatturato pari al 25 per cento».La situazione è straordinaria e richiede
misure straordinarie. Misure che Confartigianato si attende dalla politica nazionale e regionale, pronta a
fare la sua parte con una task force che entrerà in azione già in settimana, dopo la giunta che - come detto -
è stata convocata con tutta urgenza già questa sera.«Siamo al fianco delle nostre imprese - conclude Tilatti -
e faremo tutto il possibile, come già in passato, perché possano fronteggiare l'ennesimo momento di
difficoltà. Siamo usciti stringendo i denti dalla grave crisi economica del 2008 e faremo altrettanto
stavolta».

Il Cro ha sospeso le visite di controllo per due settimane (M. Veneto)
Donatella Schettini - Il Cro di Aviano ha sospeso per due settimane le visite di controllo a causa
dell'emergenza Coronavirus. «In considerazione delle peculiarità del Centro di Riferimento Oncologico,
riconducibili a patologia tumorale che può caratterizzarsi per immunodepressione anche in ragione delle
cure effettuate, nonché dell'elevata affluenza di utenti provenienti da aree extraregionali cosiddette rosse -
afferma la direzione dell'istituto in una nota -, si è ritenuto di rafforzare ulteriormente le misure di
prevenzione» per contenere l'epidemia. Per un periodo di due settimane, le visite di controllo saranno
sospese e riprogrammate. «Il personale medico - prosegue il Cro - contatterà le persone interessate per
accertarsi del loro stato di salute e valutare gli eventuali bisogni. Nel caso di effettiva necessità, le visite
saranno garantite». Il Cro ha precisato che sarà data massima priorità alle attività dedicate all'assistenza e
alla cura degli ammalati e nel contempo la salvaguardia della sicurezza di operatori e pazienti. Per entrare al
Cro si passerà per un triage infermieristico e medico mirato allo screening delle situazioni considerate a
rischio. Sono state predisposte quattro tende (due all'ingresso principale e due all'ingresso dell'area delle
terapie) per l'accoglienza dei pazienti e di eventuali accompagnatori. L'ingresso di questi ultimi sarà limitato
ai casi di stretta necessità.

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CRONACHE LOCALI

Dukcevich, slittano i tempi per l'approvazione del piano (Piccolo Trieste)
Massimo Greco - Il comunicato di martedì 14 gennaio, nel quale il Wrm group di Raffaele Mincione
annunciava in via ufficiale l'interesse per Kipre-Dukcevich, prevedeva che la fase di due diligence, ovvero la
verifica di cifre e magazzino, si sarebbe conclusa entro la fine di febbraio. Un pronostico che si è rivelato
ottimistico, perchè il controllo sulla gestione Dukcevich è tuttora in corso, allungato anche dall'effetto
coronavirus che certo non agevola i contatti tra zone colpite dal virus come Vicenza (Sossano) e Parma
(Langhirano).Il portavoce di Wrm, terzo fondo a farsi vivo dopo i tentativi naufragati di Quattro R e Oxy
Capital, non nasconde che l'operazione stia subendo rallentamenti su tutta la linea: sono in corso le
trattative con la platea dei creditori, per ristrutturare un debito che si aggira attorno ai 150 milioni di euro,
oltre metà del quale dovuto alle banche. Ma non sarebbero gli istituti bancari a causare le maggiori
preoccupazioni a Wrm, in quanto le più accanite resistenze sarebbero opposte dal mondo della fornitura.
Girava una voce secondo cui il piano industriale sarebbe stato presentato al tribunale triestino venerdì 13
corrente mese, ma lo stesso portavoce di Wrm ha fatto capire che la situazione sarà più chiara riguardo
questo appuntamento solo dopo la metà del mese. Una circolare di Sia.Mo.Ci, una delle tre società Kipre-
Dukcevich, chiede ai creditori di aderire all'accordo di ristrutturazione debitoria entro lunedì 23
marzo.L'estrema concisione di queste notizie rompe comunque il digiuno comunicativo che durava da metà
gennaio, da quando una nota di Wrm, diretto dalla holding lussemburghese Time and Life afferente al
finanziere Raffaele Mincione, informava di un'immediata immissione di liquidità nella Kipre-Dukcevich a
supporto dell'operatività ordinaria «sino al completamento della due diligence». Qualora la due diligence -
riportava la nota - dovesse dare esito positivo, avanti con il piano di ristrutturazione e l'immissione di
«risorse sufficienti al risanamento e al rilancio»: quindi al momento non è terminata la verifica e non c'è il
piano. Avrebbe seguito il dossier per Wrm il manager Fabrizio Boaron. Il fondo sottolineava allora che
l'intenzione alla base dell'intervento non era di natura speculativa, mentre appariva esplicito l'interesse per
i 430.000 prosciutti marchiati San Daniele. L'obiettivo, inoltre, non sarebbe stato lo "spezzatino" con
vendita separate delle attività.Alcuni osservatori hanno notato la coincidenza tra l'avvicinamento alla
Dukcevich e l'acquisizione dell'ex Auchan attraverso l'alleanza con Conad nel settore della grande
distribuzione, acquisizione accompagnata da un forte ricorso alla Cassa integrazione straordinaria (5300 su
8800 posti).Situazione stazionaria infine sul versante occupazionale. Il reparto würstel in via Ressel -
informa Sandra Modesti segretario della Flai Cgil triestina - resta uno dei punti di maggiore debolezza: su 45
addetti, lavora solo il 50% con un programma produttivo da 2 giornate/settimana, supportato dalla Cigs
senza anticipo.

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L'impegno di Rfi per gli sfrattati: «Non li lasceremo in strada» (Piccolo Trieste)
Ugo Salvini - «Non lasceremo i nostri inquilini in strada. Cercheremo soluzioni adeguate per loro, a
cominciare dalle persone più anziane». È questo l'impegno ufficiale di Rete ferroviaria italiana per risolvere
il problema delle nove famiglie che vivono, alcune da decenni, negli alloggi della ex stazione ferroviaria di
Aurisina. Un mese fa, questi nuclei famigliari avevano ricevuto un'intimazione di sfratto, alla pari di altri che
occupano appartamenti, sempre di proprietà di Rfi, alcuni situati a Opicina, altri isolati in diversi punti del
circondario di Trieste. Era stata Ferservizi, per conto di Rfi, a firmare le lettere con le quali si annuncia che i
contratti andranno comunque a scadenza alla fine dell'anno e che, entro quella data, sarà necessario
riconsegnare gli alloggi alla proprietà. In questi giorni, l'ufficio stampa di Rfi ha fatto sapere, con una
dichiarazione formale, che «non è intenzione della società - hanno asssicurato - mettere in difficoltà coloro
che occupano gli appartamenti». «Si cercheranno per loro delle soluzioni alternative - hanno aggiunto gli
incaricati della comunicazione verso l'esterno - e le prime alle quali daremo assistenza sono proprio le
famiglie in cui ci sono anche anziani e portatori di problemi fisici cronici». «L'unica condizione che dovrà
essere rispettata dagli inquilini per poter iniziare un dialogo costruttivo, che porti a una soluzione del
problema - hanno concluso ancora dall'ufficio stampa di Rfi - sarà ovviamente il rispetto dei termini nei
pagamenti del corrispettivo della locazione e delle spese alle quali sono tenuti». Da ricordare che
dell'argomento si era subito fatta carico, non appena saputo dell'arrivo delle lettere, la Cgil di Aurisina, che
era stata poi seguita a ruota anche dal Sunia e dalla Filt, l'organizzazione sindacale del settore trasporti, che
fa capo alla Cgil. Poi erano intervenuti anche gli esponenti politici del territorio: la parlamentare Debora
Serracchiani del Partito Democratico, che aveva invitato ufficialmente Rfi a «cercare tutte le soluzioni
possibili a favore degli inquilini», e il consigliere regionale, sempre del Pd, Francesco Russo, che aveva
presentato al riguardo un'interrogazione in consiglio regionale, chiedendo poi l'intervento diretto del
presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Ora questa dichiarazione di Rfi, fatta attraverso il
proprio ufficio stampa, fa ritenere che si comincerà un negoziato per cercare di dare a tutti un'alternativa
adeguata. Fra l'altro, Daniela Pallotta, sindaco di Duino Aurisina, Comune che più di altri è coinvolto nel
problema, perché in tale territorio che si trova il maggior numero di sfrattati, si è dichiarata disponibile a
ospitare il tavolo tecnico. Attorno al tavolo dovrebbero sedersi tutti i soggetti interessati, per arrivare a un
punto fermo che possa soddisfare le varie esigenze.

Il tempo determinato fa litigare il Comune e due dipendenti (Piccolo Trieste)
Michele Lobianco, assessore al Personale comunale, non è preoccupato da due ricorsi al Tribunale
presentati da altrettanti dipendenti per ottenere il riconoscimento dell'anzianità e del diritto alla
partecipazione alla cosiddetta "progressione economica orizzontale" normata da un accordo tra Municipio
e sindacati. L'attivazione di questo strumento contrattuale - dice Lobianco - ha ottenuto buoni risultati e la
"patologia" giudiziale assai contenuta. Di cosa si tratta, dunque? Di due farmacisti che lo scorso gennaio si
sono rivolti al giudice del lavoro per vedere riconosciuta l'intera anzianità di servizio, compreso il periodo
trascorso con il contratto a tempo determinato. Proprio il periodo a tempo determinato è al centro della
contestazione: i dipendenti ricorrenti ritengono faccia parte dell'anzianità maturata, un passaggio
determinante per arrivare ai 5 anni di tempo inderminato necessari al conseguimento della "progressione
economica". Ma il Comune non ci sente e, previa delibera portata dallo stesso sindaco Dipiazza, si
costituisce in giudizio, non ritenendo fondata l'istanza. Perchè requisito fondamentale per partecipare alla
selezione della "progressione" è l'aver iscritto nel curriculum 5 anni a tempo indeterminato. Punto e basta.
Il periodo a tempo determinato non è computabile, riporta l'atto preparato dall'avvocato Valentina Frezza,
dirigente della civica avvocatura. La "progressione economica orizzontale" è uno strumento contrattuale
abbastanza recente che consente l'avanzamento all'interno di ogni categoria (A, B, C, D) tramite
l'assegnazione di incrementi economici. Per ottenere lo scorrimento - scrivono i siti specializzati -,
occorrono esperienza acquisita, risultati ottenuti, formazione, aggiornamento, coinvolgimento nei processi
lavorativi, adattamento ai cambiamenti organizzativi. Magr

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Friulintagli si riorganizza con termoscanner e mail (M. Veneto Pordenone)
Rosario Padovano - La Friulintagli è stata la prima azienda a tranquillizzare i suoi dipendenti dopo la firma
avvenuta ieri alle 2 del mattino del nuovo Dpcm, sulla possibilità di presentarsi al lavoro.L'azienda fondata e
diretta da Inaco Maccan la scorsa settimana si era dotata di termoscanner per misurare la temperatura
corporea dei propri dipendenti, mentre ieri ha fornito delucidazioni ufficiali, attraverso il proprio profilo
facebook e quindi dopo un input del proprio social media manager, sull'ingresso al lavoro. Dei 2100 circa tra
dipendenti e collaboratori, ben 400 sono cittadini veneti che abitano per lo più in provincia di Treviso, che
da ieri rientra nella zona rossa. Il nuovo Dpcm però coinvolge anche i dipendenti friulani che per necessità
devono dal Friuli recarsi in Veneto, senza dimenticare che esiste una filiale ad Albina, frazione di Gaiarine. Il
testo del chiarimento fornito da Friul Intagli in forma ufficiale recita così: «In merito al decreto del
presidente del Consiglio dei ministri Dpcm 08/03/2020, le limitazioni riguardanti le provincie di Treviso e
Pordenone non riguardano la circolazione di mezzi e persone per motivi di lavoro. Le attività produttive,
pertanto, saranno regolari. I dipendenti potranno recarsi nelle sedi operative sia della provincia di
Pordenone che Treviso. È necessario che tutti i dipendenti abbiano con sé il proprio badge di
riconoscimento in caso di controlli da parte delle autorità competenti. Si rammenta il rispetto delle regole
comportamentali di igiene raccomandate da ministero e istituto superiore della sanità». In merito,
delucidazioni sono state fornite anche dal sindaco di Pravisdomini, Davide Andretta, dopo un consulto col
suo segretario comunale Sarri (in servizio anche in altri municipi tra cui Pasiano). Marica Fantuz, deputato
veneto della Lega, già sindaco di Meduna che in passato lavorò a Pasiano, ha fornito via social la bozza del
modello di autocertificazione da esibire alle forze dell'ordine e da firmare al passaggio dei blocchi.

«No al Grande Fratello a scuola». La Cgil ora boccia le telecamere (M. Veneto Pordenone)
Chiara Benotti - La videosorveglianza nelle scuole d'infanzia finisce nel mirino del sindacato Flc-Cgil: la
Regione accredita 70 mila euro al Comune e anticipa la legge nazionale bloccata in Parlamento, per otto
plessi. Quelli statali sono Archimede a Cornadella, Meneghini e Collodi in centro città e Rodari a San
Giovanni del Tempio. «Gli insegnanti non sono una categoria ad alto tasso di violenza: installare telecamere
significa lanciare un brutto segnale di controllo della classe docente - valutato Mario Bellomo, segretario
territoriale Flc-Cgil -. La Regione e il Comune investano, invece, nell'edilizia scolastica: l'auditorium attende
la riqualificazione in viale Zancanaro. Ci sono scuole su quattro sedi e l'amministrazione invece pensa di
accendere le telecamere nelle aule dell'infanzia». La sicurezza nell'arco 3-5 anni è nel bilancio preventivo
2020 che pareggia 44,5 milioni, ma il sindacato Flc-Cgil e la lista civica Sacile partecipata sostenibile alzano
le barricate sul diritto alla privacy e alla libertà di insegnamento. «Obiettivo sicurezza - confermato
Alessandro Gasparotto, vicesindaco -. Installeremo le telecamere nelle scuole d'infanzia, nido Green e
anche nella Casa di riposo». L'ipotesi alternativa sindacale: telecamere accese solo in casi di sospetta
violenza su minori e denunce inoltrate alle forze dell'ordine. «Il decreto "Sbloccantieri" ha istituito il fondo
di 20 milioni, con una dotazione di cinque milioni di euro 2019 e 15 milioni per l'arco 2020-2024. - ha citato
il sindacalista -. Ma il dispositivo è bloccato in Parlamento». Sacile ha chiesto nel 2019 alla Regione
l'assegnazione delle risorse finanziarie. «Richiesta fondi per l'installazione di videosorveglianza - recita l'atto
municipale 227 - in servizi educativi, per le scuole dell'infanzia e case di riposo. L'installazione assicurerà
ampia tutela di minori, anziani, disabili». I sindacati illustrano le ragioni del no alle telecamere in aula. «A
livello regionale - è il dettaglio di Bellomo - ci sono risorse che verranno distribuite ai Comuni che le
richiedono. L'esempio di Budoia è chiaro: no alle telecamere nelle scuole d'infanzia». Il fondo è destinato
all'erogazione ai Comuni delle risorse finanziarie «occorrenti - dice un articolo della legge - per
l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso in ogni aula di scuola e per l'acquisto di
apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini».La lista civica Sps raddoppia il "no" sulle
telecamere in aula. «I controlli si possono realizzare con visite periodiche nelle scuole d'infanzia - dice
Rossana Casadio -. Sembra un atto di sfiducia nei confronti di insegnanti ed educatori assunti dallo Stato e
anche dal Comune stesso». Disco verde ai controlli, ma stop alle telecamere. «È inquietante questa cultura
del controllo esterno che serpeggia a Sacile - Bellomo chiude - in stile Grande Fratello».

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