RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - giovedì 22 agosto 2019

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – giovedì 22 agosto 2019

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

NELLA RASSEGNA DI OGGI NON SONO PRESENTI ARTICOLI DEL GAZZETTINO

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Il Fvg arruola 117 medici per le zone oggi scoperte (Piccolo)
No a neolaureati non specializzati in corsia. Ordine, università e sindacato si schierano (M. Veneto)
Federazione delle Bcc, nessuna fusione tra Friuli e Veneto (M. Veneto)
CRONACHE LOCALI (pag. 5)
Polemica sui dipendenti Net destinati al porta a porta (M. Veneto Udine)
Le nomine in ruolo slittano di 4 giorni (M. Veneto Pordenone)
La Regione in campo per definire il futuro dell'università. Resta il nodo risorse (M. Veneto Pn)
Classi pendolari all'Isis, il nuovo anno scolastico parte tra le difficoltà (M. Veneto Pn)
La giunta mette fine allo stallo. Arriva l'integrativo ai comunali (Piccolo Trieste)
Nuova residenza privata per gli anziani. Investiti 5,6 milioni da Sereni orizzonti (Piccolo Go-Monf)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Il Fvg arruola 117 medici per le zone oggi scoperte (Piccolo)
Andrea Pierini - Sono complessivamente 117 i medici che verranno chiamati a ricoprire i posti negli ambiti
carenti. La vera novità è che tra questi ci sono anche sei medici dell'Assistenza primaria e cinque della
Continuità assistenziale che verranno chiamati dall'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste.Negli
ultimi anni c'è stata la revisione delle normative regionali sul numero massimo di pazienti che ogni medico
di Medicina generale può seguire: il numero massimo è passato da mille a 1.500 con il relativo blocco del
turnover e della graduatoria arrivata a oltre 900 unità, visto che i pensionati non venivano sostituiti.
Andando nel dettaglio regionale, per quanto riguarda l'Assistenza primaria verranno chiamati 33 medici: 6
in AsuiTs, 5 nella Aas 2 Bassa Friulana e Isontino, 7 nella Aas 3 Alto Friuli, 8 in Asui Udine e 7 nella Aas 5 di
Pordenone. Numeri decisamente più alti per quanto riguarda la Continuità assistenziale con 80 dottori
assunti, di cui: 5 in AsuiTs, 25 in Aas 2, 19 in Aas 3, 24 in AsuiUd e 7 nella Aas 5. Infine per l'emergenza
sanitaria territoriale ci saranno una assunzione in Aas 2 e tre in Aas 3. AsuiTs inoltre ha comunicato che a
seguito dell'approvazione della graduatoria sono stati conferiti due incarichi di pediatra di libera scelta per
l'ambito territoriale di Trieste, uno con vincolo di apertura dello studio medico nel territorio del Distretto 3
(Servola, Chiarbola, Valmaura, Borgo San Sergio, Muggia, San Dorligo) e l'altro in quello del Distretto 4
(Chiadino, Rozzol, San Giovanni, Barriera vecchia). È stato conferito anche un incarico provvisorio di
pediatra di libera scelta per l'ambito territoriale del Comune di Trieste, per la durata di dodici mesi. Il
vicepresidente regionale Riccardo Riccardi conferma che «sono circa 800 i medici iscritti nelle graduatorie
regionali che potranno aspirare a coprire uno dei 117 ambiti carenti che a breve saranno resi noti tramite
pubblicazione sul Bur (il Bollettino ufficiale della Regione, ndr). Sono invece 95 gli specialisti in pediatria
iscritti nella graduatoria che avrà valenza dal primo gennaio 2020. Ci troviamo davanti a una realtà ricca
rispetto ad altre zone d'Italia che conferma la generale appetibilità del nostro territorio e l'attenzione con la
quale viene letta la riforma in atto». Per ambiti carenti si intendono quelle aree nei distretti dove un
titolare - medico di medicina generale, medico di continuità assistenziale o pediatra - cessa la propria
attività per trasferimento o per aver raggiunto l'età del pensionamento (il massimo è 70 anni e l'età media
del ritiro è di 68 anni). Per quanto concerne le procedure di inserimento nella graduatoria regionale e per
l'assegnazione degli incarichi, la Regione specifica che sono procedure regolamentate dall'Accordo
collettivo nazionale. «Da rilevare - ha precisato Riccardi - che per la prima volta, nel rispetto della norma
nazionale, possono accedere all'assegnazione delle zone carenti, in subordine agli altri aventi diritto, anche
i medici che hanno appena conseguito il diploma di formazione in medicina generale - non ancora inseriti in
graduatoria - e, dopo di questi, anche i medici ancora in formazione ma che stanno per acquisire il
diploma». Quanto ai pediatri di libera scelta, spiega la Regione, la fase è quella della compilazione della
graduatoria con l'adesione di 95 specializzati e che, nel 2020, coprirà eventuali zone carenti.

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No a neolaureati non specializzati in corsia. Ordine, università e sindacato si schierano (M. Veneto)
Alessandro Cesare - La giunta regionale non seguirà la strada imboccata dall'esecutivo veneto di Luca Zaia
per limitare la carenza di medici in corsia. Pur nella consapevolezza che il problema esiste e va affrontato.
Ricorrere ai neolaureati senza specializzazione è un'ipotesi che non piace n'è ai medici, né al mondo
accademico e neppure a una parte della politica. «Va dato merito a Zaia - afferma l'assessore alla Salute,
Riccardo Riccardi - di aver posto il problema, scegliendo di risolverlo con una forzatura. Non si può fare finta
di nulla: va trovata una strada condivisa per formare i futuri professionisti direttamente in corsia, ma
questo non significa seguire necessariamente il modello di Zaia». Riccardi quindi apre alla possibilità di
accelerare il percorso di inserimento negli ospedali dei neolaureati, «perché il praticantato si fa sul campo»,
ma con modalità da concordare insieme agli addetti ai lavori.carenza di personaleLa situazione delle
strutture ospedaliere in Friuli Venezia Giulia è preoccupante ma non drammatica come in Veneto. A fornire
un quadro è l'Anaao-Assomed, l'associazione di medici e dirigenti del sistema sanitario nazionale. In
regione, da qui al 2025, verranno a mancare 374 camici bianchi (in Veneto saranno 1.400). «Al giorno d'oggi
- sostiene Riccardi - il vero problema è legato al percorso con cui i medici laureati formano la propria
attività professionale. Qui si trova il collo di bottiglia, che non permette di soddisfare la domanda che c'è.
Pur evitando situazioni di incertezza ai nuovi professionisti, "gettandoli" in corsia troppo presto, va
introdotta una nuova modalità formativa capace di contemplare anche l'attività in ospedale». Detto questo
Riccardi ricorda come la materia sia di competenza nazionale e, come tale, vada discussa nella Conferenza
Stato-Regioni.formazione e lavoroNon usa giri di parole Valtiero Fregonese, segretario regionale dell'Anaao
Assomed. «La posizione di Zaia è fondamentalmente sbagliata, sia sul piano della forma sia su quello della
sostanza. Per questo stiamo preparando un esposto contro la delibera della Regione Veneto. Come si può
immaginare - precisa Fregonese - una preparazione adeguata dei neolaureati con 92 ore teoriche e due
mesi di presenza nei reparti? Senza dimenticare che questi giovani resterebbero precari a vita, senza
acquisire un diploma di specializzazione e rimanendo in una sorta di limbo». Da qui il numero uno in
regione dell'Anaao Assomed prende spunto per poi proporre di dar vita a veri e propri contratti di
formazione-lavoro in corsia. «In tal modo i giovani medici potranno essere assunti cominciando a lavorare
subito nei reparti, con una formula contrattuale in grado di prevedere una parte pratica ma anche una di
formazione teorica supportata dalle università. Tutto questo è già realtà in mezza Europa, possibile che non
possa essere ripreso anche in Italia?», chiude Fregonese.no dei medici«Il fatto stesso che qualcuno ipotizzi
scenari simili è sintomo di un sistema che non funziona più: la politica dovrebbe ricercare, assieme alle
categorie e alle rappresentanze sindacali, le cause del malfunzionamento». A sostenerlo è Maurizio Rocco,
presidente dell'Ordine dei medici di Udine. «Chi vuole i neolaureati in corsia e nei Pronto soccorso, non
vuole affrontare criticità che hanno radici antiche, nella strutturazione e nella programmazione delle borse
di studio delle scuole di specialità in medicina - continua Rocco -. Non solo non è giusto, ma è anche
pericoloso per la salute dei cittadini e per gli stessi colleghi mandare allo sbaraglio neolaureati sprovvisti di
adeguata formazione teorica, pratica e specialistica».ateneo ScetticoScetticismo trapela poi dal mondo
accademico. È il rettore uscente dell'università di Udine, Alberto Felice De Toni, a esplicitare come la pensa.
«Siamo consapevoli che il problema dei medici specializzandi esiste, ma soluzioni unilaterali rischiano di
aumentare le criticità anziché risolverle. La questione è delicata, visto che questi percorsi daranno vita a
qualifiche diverse rispetto a quelle tradizionali. Prima si imboccare scorciatoie è meglio confrontarsi, anche
nell'ambito della conferenza dei rettori. Potremmo anche aumentare il numero di specializzandi - ammette
De Toni - ma senza risorse adeguate per coprire l'attività svolta, c'è il rischio di ricorsi, come già avvenuto in
passato».La polemica politica«La soluzione non può certo essere quella di riempire i buchi con personale
non ancora pronto, perché il risultato sarebbe un abbassamento della qualità dell'assistenza che non ci
possiamo permettere». Così Simona Liguori, consigliere regionale della civica Cittadini e vicepresidente
della Commissione sanità, interviene sul tema. «Serve un progetto condiviso ed è opportuno che una scelta
così importante non cada dall'alto in contrasto con gli ordini di categoria. Ecco perché - aggiunge Liguori -
chiederò che vengano convocati in audizione i rappresentanti degli ordini per portare la loro visione che
spero venga presa in considerazione».

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Federazione delle Bcc, nessuna fusione tra Friuli e Veneto (M. Veneto)
Maurizio Cesconudine. Le Federazioni delle Bcc (Banche di credito cooperativo) del Friuli Venezia Giulia e
del Veneto continueranno a esistere ognuna per conto proprio. Non è infatti all'orizzonte una fusione tra i
due enti. Ipotesi fatta balenare dalla parte veneta, dopo l'intesa interregionale tra Monsile e Pordenonese,
istituti che sono diventati una cosa sola, con sede ad Azzano Decimo. Ipotesi che però, da parte friulana,
non raccoglie consensi. Anzi, viene considerata inutile. Sono solo quattro le banche del Fvg che fanno
riferimento a Iccrea: si tratta di Credifriuli, Banca di Udine, Pordenonese-Monsile e Bcc di Staranzano e
Villesse. Poche ma piuttosto importanti, per il loro peso specifico sul territorio.Riguardo il ventilato
accorpamento delle Federazioni tra Friuli e Veneto, il presidente di Credifriuli Luciano Sartoretti è drastico.
«Parlo poco - ammette -, ma sono abituato a dire pane al pane e vino al vino. A me questa cosa qui sembra
solo una fantasia di mezza estate. Ho raccolto qualche parere di colleghi e mi pare che più o meno la
pensino un po' come me. Se le Bcc sono arrivate ad avere le due capigruppo e i tanti cambiamenti che si
sono succeduti negli ultimi anni, qualche colpa è anche nostra, ma a questo punto ci ha portato la politica.
Tengo a precisare che noi non abbiamo avuto aiuti da nessuno nei momenti difficili, i problemi ce li siamo
risolti da soli in casa. Anzi, abbiamo pure aiutato istituti che erano più in difficoltà. Penso che l'errore
strategico madornale sia stato quello di aver costituito due capogruppo, una a Roma e una a Trento. A mio
avviso Cassa Centrale e Iccrea dovevano essere capaci di arrivare a un gruppo unico. Le Federazioni? Oggi
francamente non servono a molto, non erogano servizi, nè hanno personale. Dunque una fusione con il
Veneto non ha davvero senso. Un domani, se la Federazione regionale, oggi presieduta da Luca Occhialini,
dovesse sparire, andremo direttamente sotto il coordinamento di una Federazione nazionale. Capisco però
i veneti che, con l'accorpamento Monsile-Pordenone, di fatto hanno perso un istituto, visto che la sede
resta ad Azzano Decimo, cioè nella nostra regione. Ma non vorrei che tutto diventasse una questione di
poltrone».Il disegno di un'associazione, in ambito Iccrea, che possa scavalcare il confine Friuli-Veneto, era
nata in prima battuta per dare risposta a una questione che a livello nazionale si presenta per la prima
volta, vale a dire la fusione di una Bcc veneta (Monsile) e una (Pordenonese) con sede legale in Friuli
Venezia Giulia. Il presidente della Bcc Pordenonese Walter Lorenzon getta acqua sul fuoco. «Mi pare una
questione marginale - racconta - quando sarà l'ora andremo con i presidenti delle due Federazioni regionali
in Federcasse per capire quale possa essere la soluzione migliore». L'eventuale federazione interregionale
delle Bcc conterebbe sui 4 istituti del Fvg e sui 13 veneti che fanno riferimento a Iccrea. Ma appunto
l'ipotesi sembra essere già stata accantonata.

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CRONACHE LOCALI

Polemica sui dipendenti Net destinati al porta a porta (M. Veneto Udine)
La Federazione italiana autonoma dei dipendenti degli enti locali (Fiadel) è pronta a ricorrere alla
magistratura ordinaria per bloccare la gara da 9 milioni di euro indetta da Net per individuare la ditta che
dovrà occuparsi del servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti. Ad annunciarlo, in una nota, il segretario
regionale del sindacato, Maurizio Contavalli. Che indica la strada ormai tracciata del ricorso giudiziario per
«difendere i diritti sacrosanti dei dipendenti pubblici e privati». Nella nota Contavalli punta il dito contro la
multiutility rea di aver inserito nel capitolato di gara l'estromissione «di fatto di 14 suoi dipendenti che per
essere assunti in Net hanno fatto una selezione pubblica, mentre ora li invia alle dipendenze di una
cooperativa con una falsa clausola sociale che l'aggiudicataria dell'appalto in caso non ne avesse necessità
per una sua organizzazione interna sarebbero definitivamente estromessi dal servizio». Un punto, questo,
contestato dal direttore generale della Net, Maurizio Fuccaro, che parla di accuse «destituite di ogni
fondamento». «Il numero di 14 operatori indicato nel bando di gara è relativo al numero massimo di
dipendenti dai quali l'appaltatore potrà eventualmente attingere, nel caso in cui ne avesse bisogno e che
oggi svolgono il servizio di raccolta nel comune di Udine: la gara ha come linea guida quella del
miglioramento dell'offerta tecnica, quindi questo aspetto dipenderà da chi si aggiudicherà l'appalto.
L'inserimento della clausola sociale è peraltro obbligatorio per questo tipo di operazioni. E bisogna avere la
sfera di cristallo per dire oggi che si tratterà di una cooperativa», aggiunge Fuccaro.La clausola sociale -
come riportato nel bando di gara - viene attivata al fine «della promozione della stabilità occupazionale
della quota parte del personale della stazione appaltante attualmente impiegato per il servizio di raccolta
dei rifiuti nelle circoscrizioni del comune di Udine oggetto dell'appalto». Per Fiadel «il bando non fa
riferimento alle garanzie organizzative e alle tipologie dei mezzi da utilizzare, atteso che il porta a porta sta
aumentando in modo considerevole le malattie professionali». In realtà, all'articolo 13, il capitolato cita
chiaramente le caratteristiche dei mezzi che circoleranno per la città per raccogliere i rifiuti, specificando
che dovranno tutti essere dotati di rastrelliera e forche per la raccolta automatizzata dei bidoni: «Gli
addetti, quindi, non entreranno in contatto con i rifiuti», indica Fuccaro, che auspica «una maggior onestà
intellettuale da parte del sindacato, che peraltro non ha ritenuto di farci pervenire alcuna protesta
formale».

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Le nomine in ruolo slittano di 4 giorni (M. Veneto Pordenone)
Chiara Benotti - Slittano di quattro giorni le nomine in ruolo dei docenti a Pordenone. Appello rinviato a
lunedì 26 agosto per oltre 200 precari. «Per definire il quadro complessivo delle disponibilità nelle
operazioni di immissione in ruolo dalle graduatorie a esaurimento (Gae) - ha reso noto l'ex Provveditorato
confermando che mancano ancora dati certi - si aggiorna il calendario». Questa mattina contratti pronti alla
firma, invece, per 19 neodirigenti vincitori di concorso che saranno assegnati, dall'Ufficio scolastico del Fvg,
alle scuole senza titolare sulla Destra Tagliamento: in regione sono 66.
Lunedì 26 agosto alle 8.30 in via Concordia, all'ex Provveditorato di Pordenone, partirà la maratona delle
immissioni in ruolo per i precari che diranno addio alle supplenze: prima le maestre delle primarie e
infanzia, poi il settore sostegno. Alle 14 saranno assunti i professori nelle scuole secondarie di primo e
secondo grado e alle 16 via libera ai contratti a tempo indeterminato alla firma per ausiliari, tecnici e
amministrativi (Ata). Il 30 agosto alle 9 le operazioni di reclutamento continueranno per trovare titolari
annuali per le supplenze degli Ata. Da decidere la tempistica per gli incarichi degli insegnanti. «Calcolo in
corso sui posti residui - ha confermato i problemi Mario Bellomo, sindacalista della Flc-Cgil -. La norma
prevede che 24 ore prima delle nomine siano pubblicati dall'ex Provveditorato i nomi dei candidati
convocati».
Le nomine in ruolo a Pordenone attingono dalle graduatorie dei precari abilitati (Gae): 4 posti per maestre
d'infanzia e 42 cattedre nelle primarie in cerca di titolare, con 22 posti di sostegno all'handicap. Nelle
secondarie di primo grado disponibili 42 cattedre (matematica e scienze soprattutto) e 54 posti per gli
insegnanti di sostegno all'handicap. Nelle superiori una quarantina di cattedre (numeri in definizione, forse
46) e 23 posti per il sostegno. Il record, 99 posti (ma potrebbero aumentare), è nell'area del sostegno agli
alunni disabili. Se ne contano 16 solo nel comprensivo di San Vito al Tagliamento. «Tante graduatorie sono
esaurite - ha anticipato Bellomo - e prevediamo che non tutte le disponibilità dei ruoli troveranno un
titolare». Supplenze 2019-2020, dunque, in aumento in 40 scuole.
Contratti di lavoro a tempo indeterminato nelle scuole pordenonesi per 47 ausiliari, tecnici, amministrativi
Ata. Al contrario, andranno in pensione in 45 il primo settembre. In palio ci sono 14 posti per assistenti
amministrativi di segreteria, quattro di assistenti tecnici dei laboratori, 27 bidelli e due direttori
amministrativi Dsga. La graduatoria dei direttori è esaurita e la disponibilità dei posti potrebbe essere
"compensata" in altri profili professionali Ata. I sindacati chiedono più del turnover: l'emergenza è la
sorveglianza dei plessi.

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La Regione in campo per definire il futuro dell'università. Resta il nodo risorse (M. Veneto Pn)
La settimana prossima ci sarà un incontro operativo. L'assessore regionale competente, Alessia Rosolen, si
è posta un obiettivo: «Risolvere i problemi che ho trovato entro la fine dell'anno». E i problemi sono quelli
che riguardano l'assetto del Consorzio universitario di Pordenone e che richiedono l'individuazione di una
soluzione giuridica che dovrebbe portare la Regione a "farsi carico" dell'università di Pordenone.La strada
tracciata all'inizio dell'estate dal sindaco Alessandro Ciriani, il consigliere regionale Alessandro Basso e il
presidente Giuseppe Amadio è quella di affidare le redini e la proprietà dei beni alla Regione, garantendo
però la destinazione del consorzio all'Università e alla formazione di alto livello (Its, Isia eccetera), con un
vincolo di 90 anni.Rosolen sulla soluzione finale è però prudente: «Dopo le ripetute sollecitazione del
sindaco e del consigliere Basso, gli uffici hanno iniziato a esaminare tutti gli aspetti del Consorzio e le
diverse possibilità. Non posso ancora dire quale sarà la soluzione definitiva - chiarisce l'assessore - perché
non è stata ancora individuata. Gli aspetti da tenere in considerazione sono molteplici e sono legati a scelte
che negli anni ha fatto il Consorzio, non al Regione». Tra questi aspetti c'è anche un cambiamento della
compagine sociale. Se l'uscita della Provincia è dovuta sì a un'azione della Regione - la riforma per
l'abolizione degli enti di area vasta adottata dalla predente giunta -, non si può dire lo stesso per la scelta
della Camera di commercio, che ha dovuto rivedere la propria posizione in seguito ai tagli imposti a livello
nazionale. Poi Friuladria cheha comunicato l'uscita dal consorzio di recente.Durante una riunione della
giunta della camera di commercio di Pordenone e Udine, il vicepresidente Giovanni Pavan, che è sempre
stato un sostenitore convinto dell'università a Pordenone, ha spiegato agli altri componenti il valore di
quell'investimento per il territorio e ha proposto un nuovo ingresso nel consorzio , seppur con una quota
più contenuta (prima, in qualità di socio fondatore, pagava 140mila euro l'anno). In quel contesto il
referente di Confcommercio, Alberto Marchiori, ha contestato la visione positiva dell'università
pordenonese delle origini, ma ha riconosciuto al presidente Amadio di aver alzato il livello. Ogni decisione,
da parte della Camera di commercio, è stata comunque rinviata a settembre.Tra le tante iniziative che
l'università ha contribuito a creare in questi anni, va segnalata quella promossa dal corso di Banca e finanza
questi giorni in città, con lezioni "aperte" tenute dai docenti sotto la loggia del municipio. Dopo le prime
due, tenute dal professor Stefano Miani, questa sera alle 18.30, il professore Enrico Geretto parlerà di
"Profili di finanziamento: merito creditizio e forme tecniche". M.Mi.

Classi pendolari all'Isis, il nuovo anno scolastico parte tra le difficoltà (M. Veneto Pn)
Chiara Benotti - Classi pendolari da un'aula all'altra e commissione orario al lavoro nell'Isis Carniello a
Brugnera: mancano cinque aule in via Galilei. «Politica indifferente ai problemi di una scuola d'eccellenza
che assicura posti di lavoro nel territorio - l'indignazione è allo sportello sindacale della Flc Cgil - . Gli
insegnanti si stanno organizzando per ruotare le classi in ogni ora di lezione: un calvario dal 12 settembre,
all'avvio delle lezioni».La soluzione provvisoria è quella delle classi pendolari: occupano le aule lasciate
libere nelle ore di ginnastica e di laboratorio di produzione del legno e della grafica. Viavai con gli zaini in
spalla ogni 60 minuti di lezione. La commissione orario dovrà gestire la funzionalità di un'emergenza. «Gli
insegnanti sono preoccupati - ha rilevato il sindacalista Giuseppe Mancaniello - . Le aule dovevano essere
garantite entro agosto con l'installazione di un modulo. Invece l'Uti Noncello e la Regione non hanno dato
risposte all'aumento di iscritti: 120 matricole dovranno avere un banco a settembre». Il blocco della nomina
alvertice dell'Uti Noncello ha frenato l'iter per l'acquisto oppure l'affitto di un prefabbricato esterno con
cinque vani-aula. «La speranza è in una risposta nel futuro commissario dell'Uti - osserva Mancaniello - . È
paradossale che una scuola leader nel territorio non abbia spazi: è un autogol della politica»La spesa
preventivata per un prefabbricato è di circa 200 mila euro: la soluzione alternativa potrebbe essere un
immobile vuoto (ex uffici, ex magazzino) da sistemare. «L'Uti e la Regione fanno "melina" sul modulo delle
nuove aule ma aprono la cassa per la progettazione dell'impianto di allarme e degli altoparlanti - è la magra
consolazione allo sportello sindacale -. La determinazione 269 prevede l'installazione del sistema di
sicurezza, utile al rilascio del certificato di prevenzione incendi». Spesa prevista è di 19.793 euro. È la prima
necessità di fronte all'aumento della popolazione scolastica (550 studenti): l'Isis di Brugnera si potrà
candidare all'autonomia nel 2020.«La fase delle iscrizioni si è aggiornata con gli arrivi di ragazzi che hanno
abbandonato altri istituti - ha verificato Mancaniello - . Superano anche quest'anno la decina». E sono
destinati a fare la differenza.

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La giunta mette fine allo stallo. Arriva l'integrativo ai comunali (Piccolo Trieste)
Massimo Greco - «Adesso ci sono le condizioni per riaprire la trattativa con i sindacati sull'integrativo 2019-
21. La proposta aziendale ha sbloccato uno stallo negoziale che creava pregiudizio al buon funzionamento
della macchina comunale. A partire da lunedì prossimo il segretario generale Santi Terranova potrà firmare
gli atti che consentiranno l'erogazione in busta paga a partire da quella del 27 settembre». Firmato Michele
Lobianco, assessore ai 2500 dipendenti comunali. Tra premi alla performance e indennità contrattuali, la
civica amministrazione apre una valigetta contenente 1 milione 424.540 euro, a valere sul 2019. Le risorse
saranno ripartite su circa 2100 addetti "non dirigenti", in maniera diversa a seconda del livello e della
mansione. Comunque molto democratica, riguardando l'80% della forza lavoro municipale.Del tutto
indicativamente, la media, da prendersi con le molle, suggerisce un lordo annuo pro-capite pari a 678 euro.
Più difficile dividere per 12, poiché ci sono voci mensili e annuali. Se la ripresa del confronto con i sindacati
confermerà l'1,4 milioni di euro, questo dato avrà una proiezione triennale a scadere il 31 dicembre 2021.
Quindi il dado è tratto. Anzi, per esattezza, è stato tratto lo scorso 25 luglio, quando la delegazione
trattante municipale (Santi Terranova, Fabio Lorenzut, Manuela Sartore) aveva avvertito le sigle sindacali
che la parte pubblica avrebbe proceduto in via unilaterale, spalmando secondo propri criteri le somme
relative all'integrativo.Nella tarda mattinata di ieri la giunta ha approvato la conseguente delibera,
corredata dall'«atto unilaterale sostitutivo del mancato accordo», portata da Lobianco il quale si assume
«la responsabilità politica» di aver proceduto senza attendere la convergenza dei sindacati, in particolare di
Cisl-Cgil-Uil.L'«atto unilaterale» codifica le modalità di riparto. Sono voci annuali i cosiddetti "obiettivi
speciali e di miglioramento" (formazione, prevenzione e sicurezza, coordinamenti, incarichi specifici come
la verifica amianto e l'officina autoparco) e l'indennità di servizio esterno per la Polizia locale, che può
sommare - per la prima volta - anche l'attività svolta "con arma".Le indennità mensili sono invece quelle di
turno, di reperibilità, di festivo, di condizioni lavorative. Le "condizioni di lavoro" rappresentano la
fattispecie più interessante e articolata, strutturandosi su tre sezioni intitolate al disagio, all'esposizione a
rischi, al maneggio valori. Sono coinvolti in questa vasta fascia addetti agli organi istituzionali, addetti ai
mercati, farmacisti, coordinatori pedagogici, servizi con frequente "improgrammabilità", situazioni
ambientali classificate "difficili" (variazioni climatiche, rumore, temperature estreme, esposizione a fumi e
vapori), assistenti sociali in quanto esposti a "stress relazionale". Infine le "specifiche responsabilità":
ufficiali di stato civile-anagrafe-elettorale, responsabile dei tributi, archivisti informatici, addetti Urp,
protezione civile. Prossimamente sugli stessi schermi i premi per i dirigenti: dai 4 ai 5000 euro annui per i
manager di servizio, con punte del + 23% per i vicesegretari Lorenzut e Silla.

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Nuova residenza privata per gli anziani. Investiti 5,6 milioni da Sereni orizzonti (Piccolo Go-Monf)
Tiziana Carpinelli - In un tempo che oggi sembra remotissimo l'anziano concludeva la sua esistenza nella
casa di famiglia, circondato da figli e nipoti. Oggi l'allungamento della vita ha fatto alzare l'asticella dell'età
(si è ufficialmente "vecchi" dai 75 in su) e messo a confronto l'uomo con una serie di mutate condizioni
sociali e assistenziali. L'aumento di malattie degenerative croniche ha reso più difficile il mantenimento tra
le mura domestiche del proprio caro, per l'esigenza di cure specifiche. Uno scenario che trapela anche dalla
"fame" di posti letto in strutture pubbliche, come evidenzia la lista d'attesa - nonostante l'ultima iniezione
di 58 nuovi spazi - per l'accesso alla Casa Albergo di via Crociera, l'ospizio comunale. Non sorprende,
dunque, che l'imprenditoria possa intravedere in quest'ambito un'opportunità di business. Infatti, dopo
aver svolto un'attenta analisi sull'Isontino, Sereni orizzonti 1 spa ha infine deciso di insediarsi a Monfalcone,
puntando sulla periferia ovest con l'acquisizione da privati di un lotto a due passi dall'ospedale San Polo.
Un'area in via Galilei strategica per quest'attività, ad alta densità abitativa e ben servita dalla viabilità, con
rete bus e pista ciclabile. Fondatore della società friulana - anno di nascita 1996 - da 5 mila posti letto e 3
mila occupati è Massimo Blasoni, ex consigliere regionale Pdl. L'investimento per la nuova residenza privata
è a sei zero. Precisamente 5,6 milioni di euro, per una struttura su quattro piani fuori terra e uno interrato.
Una casa di riposo strutturata per ospitare 110 degenti non autosufficienti, ai quali dovrà essere garantita
assistenza continuativa, cioè diurna e notturna, e per i quali andranno predisposti, come da piano
presentato, servizi di tipo infermieristico, sanitario e riabilitativo. «Sereni orizzonti - conferma il consigliere
con delega all'Urbanistica Giuseppe Nicoli, forzista - ha depositato il suo progetto per l'area dell'ex Detroit.
Il permesso a costruire del Comune è in fase di approvazione, con l'istruttoria quasi completata». Secondo
quanto si apprende mancherebbe solo un'autorizzazione da parte dei Vigili del fuoco, attesa entro fine
mese. L'ente «incamererà da quest'operazione 100 mila euro, in termini di oneri di costruzione», ragion per
cui Nicoli si dice «soddisfatto di aver approvato l'anno scorso la riduzione dei costi relativi alla Bucalossi», in
quanto il provvedimento «evidentemente ha incentivato, grazie al taglio della pressione fiscale, gli
insediamenti da parte di privati». Al piano interrato l'edificio ospiterà le cucine per la somministrazione dei
pasti, oltre ai locali lavanderia e alla stireria per la sistemazione dei capi dei degenti. Al pian terreno, invece,
troveranno spazio la hall con reception e altri spazi comuni per laboratori e attività fisica (palestra). E pure
ulteriori zone destinate alla socializzazione e aggregazione, «per garantire la miglior qualità della vita
possibile agli ospiti della struttura», come si legge nel progetto depositato in municipio. Ai tre piani
superiori, invece, le stanze dei degenti, che si affacceranno, su un lato, al canale de Dottori. L'immobile, che
dovrebbe essere ultimato nell'arco di circa un anno e mezzo, si collocherà a sinistra della strada principale,
arretrato rispetto a via Galilei, in modo tale da lasciare un ampio spazio a verde alberato sul fronte
fabbricato e sui lati. I prospetti della nuova struttura saranno rivestiti in «lamiera aggraffata riproducendo
un disegno dalle caratteristiche dinamiche che si inserisce bene con il contesto dei fabbricati vicini», dalle
tinte verdi o azzurre. Saranno infine garantiti, come assicura Sereni orizzonti, parcheggi stanziali per gli
operatori e di relazione per i visitatori. Il progetto è affidato all'architetto Glauco Mattiussi, mentre il
responsabile è Valentino Bortolussi.

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