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Obiettivi del seminario • Definire le principali tappe storiche, tecniche e linguistiche del cinema, dalle origini ad oggi; • Schematizzare gli eventi del passato per porre in analisi il cinema contemporaneo; • Delineare i rapporti del cinema digitale con le arti visive; • Fare ricorso alle forme di rappresentazione del corpo come esempi del rapporto tra tecnica e linguaggio; • Esaminare i nuovi confini di un medium sempre più intermediale e iper-mediato; • Realizzazione di un elaborato.
La TIME-LINE Pre-Cinema 1915 1895 OGGI Cinema delle origini Pre-Cinema 1915 1895 Cinema delle origini
il PRE-CINEMA Eadweard MUYBRIDGE Nel 1872 il governatore della California, Leland Stanford, chiese a Muybridge di confermare una sua ipotesi: egli sosteneva che durante il galoppo di un cavallo esiste un istante in cui tutte le zampe sono sollevate da terra. Nel 1878, Muybridge fotografò con successo un cavallo in corsa utilizzando numerose macchine fotografiche, sistemate parallelamente lungo il tracciato. Ogni singola macchina veniva azionata da un filo colpito dagli zoccoli del cavallo. La sequenza di fotografie chiamate The Horse in motion mostrò come gli zoccoli si sollevassero dal terreno contemporaneamente, ma non nella posizione di completa estensione, come era comunemente raffigurato. Tramite l’utilizzo della tecnica Cronofotografica Muybridge si dedicò allo studio del movimento, anticipando le prime teorie sulla biomeccanica e la meccanica degli atleti.
il PRE-CINEMA Etienne-Jules MAREY Tra il 1881 e il 1893, Marey realizzò numerosi strumenti di ripresa del movimento. L’obiettivo rigurdava gli studi scientifici di più ampio spettro, tra cui la fiosologia, la botanica, la balistica e la biologia animale. Nel corso della sua carriera da inventore Marey mise a punto il primo cronofotografo, capace di registrare in sequenza e su di una stessa pellicola una serie di fotografie giustapposte in sequenza le varie fasi di un movimento a scopo di studio. I soggetti preferiti di Marey erano animali e volatili, la cui osservazione gli permise di perfezionare i sistemi di impressione su pellicola nel minor tempo possibile. Il Fucile Fotografico di Marey fu il precursore del primo apparecchio cinematografico dei fratelli Lumiere.
CINEMA delle ORIGINI I Fratelli LUMIERE I due fratelli, Louis e Auguste Lumière, dirigevano la fabbrica di pellicole e componenti fotografiche del padre a Lione. E’ possibile ritrovare nel lavoro dei Lumiere, tutto l’interesse pionieristico per la ricerca tecnica e scientifica. Di fatti non credevano di aver inventato nulla di troppo differente dai primi strumenti cronofotografici messi a punto precedentemente. Gli stessi Lumière intendevano il loro cinematografo come un “apparecchio fotografico per l’ottenimento di immagini in serie che consentono di ricostruire il movimento” (Sadoul) Tuttavia, il Cinèmatographe Lumière si rivelò ben presto uno strumento dalle ampie prospettive di guadagno, che destarono nei due fratelli un interesse ancor più fulgido di quello per la ricerca.
CINEMA delle ORIGINI 1895: il CINEMATOGRAPHE Il cinematografo non sostituiva alcuna macchina già esistente. Era una novità assoluta in cerca di occupazione. La fotografia si era affermata come strumento in grado di sostituire la pittura verosimile, mentre la concezione dell’immagine introdotta dal cinema era del tutto nuova. Non si aveva una visione chiara di come sarebbe stato possibile far soldi col cinematografo, e per quanto i Lumière tenessero un rigido controllo sulla concessione delle vendite degli apparecchi, non era raro che molti provvedessero a fabbricarne di propri o addirittura adattare strumenti più vecchi al sistema di ripresa ideato dai due inventori francesi. Furono pertanto numerosi gli apparecchi prodotti, soprattutto negli Stati Uniti, per arginare l’egemonia instaurata dal cinematografo Lumière, come il Vitagraph dalle industrie Edison, oppure il più efficiente Biograph di Dickson e Casler.
CINEMA delle ORIGINI SOCIETE LUMIERE La Sociètè Lumière, che andò a formarsi negli anni immediatamente successivi alle prime proiezioni in pubblico, deteneva il brevetto dell’invenzione. La prima intenzione dei Lumière non era quella di giungere a proiettare film in una sala buia alla quale era consentito l’accesso previo pagamento di un biglietto. Era invece ferma intenzione di uno dei due fratelli, Auguste per la precisione, quella di ideare uno strumento capace della stessa funzione del Kinetoscopio Edison, che potesse però proiettare le immagini su di un’unica superficie ampia in modo da consentire la visione ad un pubblico composto da più spettatori. A perfezionare la macchina e a girare il film fu però Louis, anche se tutti i documenti per il deposito del brevetto furono firmati da entrambi.
CINEMA delle ORIGINI il DEBUTTO La proiezione avvenne a Parigi nel marzo del 1895, durante una conferenza tenuta proprio da Louis Lumière a beneficio di un nutrito gruppo di esperti del settore fotografico. Lo stupore del loro “primo” pubblico sorprese i due fratelli, che decisero di convertire la loro attività in una vera e propria società di produzione, nonostante lo scetticismo del padre, Antoine. Il mercato del noleggio delle pellicole girate e il servizio di operatori fornito dalla Sociètè si era esteso in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Africa. Non mancarono del resto proposte di acquisto del brevetto con cifre da capogiro.
CINEMA delle ORIGINI SORTIE DES USINES LUMIERE La Sortie des usines Lumière fu il primo film della Sociètè. Lo scopo principale era quello di dare una dimostrazione concreta delle capacità del nuovo strumento. In realtà si rivelò una delle più grandi operazioni di marketing dell’epoca: la pubblicizzazione del prodotto senza mostrare il prodotto. Il film rivelò l’esigenza di girare materiale sempre nuovo, non soltanto per affinare i procedimenti tecnici di ripresa, ma soprattutto per far fronte alle prime esigenze di messa in scena. La Sortie fu preparata e ripetuta più volte e alcune versioni alternative furono girate nel giugno del 1895 e nel 1896.
CINEMA delle ORIGINI L’ARRIVEE D’UN TRAIN A LA CIOTAT L’ Arriveè d’un train à la Ciotat venne girato una prima volta nel giugno del 1895 e successivamente nel 1896 e proiettato al Salon Indien. Secondo la leggenda mediale, alla vista di un treno lanciato a tutta velocità verso lo schermo della sala, tutti si alzarono e fuggirono atterriti abbandonando i loro posti; una dimostrazione pratica di quali reazioni possa avere un pubblico non adeguatamente alfabetizzato. Ciò che differenziava L’arrivo del treno dalle forme di rappresentazione tradizionali dell’epoca stava proprio nella conquista della terza dimensione. La profondità attraverso cui si vedeva arrivare il treno, vederlo sempre più grande e vicino, in continuo movimento verso il pubblico, sconvolgeva tutto ciò che era stato stabilito in passato dalla pittura prima e dalla fotografia poi. Il tema del treno fu ripreso dai Lumière in più occasioni e in ogni angolo della Terra.
CINEMA delle ORIGINI le TRANCE DE VIE I Lumière erano dei tecnici della fotografia e dei fotografi loro stessi. I loro film erano costituiti tutti da un’unica Vue e dalla totale fissità dell’obiettivo. La macchina da presa era di solito tenuta in posizione rigorosamente frontale rispetto alla scena da riprendere. Tutti i film nel catalogo Lumière erano concepiti per assomigliare a fotografie, della durata limitata alla lunghezza stessa della pellicola, che non avevano alcuna altra pretesa che quella di catturare istanti di vita. Le cosiddette tranche de vie erano dunque piatte e naturalmente prive di una qualsiasi struttura narrativa.
CINEMA delle ORIGINI Tracce di un mercato di massa I più grandi introiti per la società provenivano dalla vendita dei posti per le proiezioni. Inizialmente i Lumière investirono sulla preparazione tecnica di futuri operatori, che venivano letteralmente spediti in tutto il mondo ad organizzare proiezioni dei film in catalogo. L’interesse era quello di mostrare ovunque il loro prodigio della tecnica, soprattutto all’alta società dei Paesi in cui importavano la loro magia fatta di luci ed ombre. A partire dal 1897 passarono quindi dalla concessione alla vera e propria vendita dei film, tessendo la trama di un mercato che si estendeva ben oltre i confini europei. Dopo i primi due anni però, i fratelli di Lione cominciarono a perdere il controllo completo del settore cinematografico. Nuovi strumenti, nuove applicazioni e soprattutto nuovi contenuti si stavano diffondendo. Innovazioni provenienti principalmente dagli Stati Uniti, ma anche dalla stessa Francia, fecero sempre più allentare la presa sul monopolio dei Lumière fino al 1900, cioè fino a quando l’acquisto degli apparecchi cinematografici delle industrie Lumière divenne finalmente possibile e Antoine Lumière regolare.
CINEMA delle ORIGINI Thomas Alva EDISON Thomas Edison cominciò la sua carriera d'inventore a Newark con il tasto telegrafico e migliorando apparecchiature telefoniche, ma la sua invenzione più celebre fu senza dubbio quella del fonografo nel 1877. Nel 1891 costruì il Cinetoscopio: attraverso un piccolo foro nell'apparecchio si vedeva un breve filmato per un penny. Anche quando la qualità delle sue invenzioni non era straordinaria, egli dimostrò abilità nel brevettarle e un moderno spirito imprenditoriale. Dopo l’invenzione del Cinèmatograph Lumière tentò di tenere testa ai fratelli di Lione con in suo Vitascope.
CINEMA delle ORIGINI Le prime forme di fruizione Lo spettacolo cinematografico delle origini ha un carattere disorganico ed eterogeneo ed è principalmente uno “spettacolo da fiera”. Le proiezioni avvengono nei luoghi del divertimento popolare per eccellenza, come luna park, circhi, musei delle cere, Hale’s tour (i celebri treni-cinema) e Penny Arcades (locali pubblici attrezzati con fonografi e cinetoscopi azionabili al costo di un penny).
CINEMA delle ORIGINI i NICKELODEON Nel giugno del 1905, a Pittsburgh, Pennsylvania, John Paul Harris, noto impresario del vaudeville, trasforma alcuni hangar in una sala destinata alla proiezione continua di brevi spettacoli della durata media di 20/30 minuti, facendo pagare al pubblico un solo nichelino. Nascono così i Nickelodeon, i “teatri da 5 cents”. Armeni, Russi, Irlandesi, Italiani, Cinesi, Messicani, Indiani affollano i fumosi e maleodoranti locali di periferia. Grazie a quel pubblico, il più multietnico e analfabeta del mondo, il “cinema americano nasce mondiale”. I Nickelodeon offrono spettacoli visivi, che non frappongono barriere linguistiche alla comprensione, permettendo, ad un costo irrisorio, una rapida e “divertente” americanizzazione.
CINEMA delle ORIGINI la MPPC Nel 1908 Edison fondò la Motion Picture Patents Company allo scopo di dominare, attraverso il monopolio della tecnologia, la produzione, la distribuzione e la proiezione dei film. Riuscì così a ridimensionare il peso della cinematografia francese da importazione. Tuttavia, la lotta di Edison ai produttori indipendenti, all’importazione dall’estero, ma soprattutto la mancata comprensione delle tendenze del pubblico ne decretarono la fine, ancora prima dello scioglimento, nel 1915, per la violazione delle leggi anti-trust.
il MODO DI RAPRESENTAZIONE PRIMITIVO L’AUTARCHIA DEL PIANO PRIMITIVO • Soluzioni narrative elementari (finale punitivo e apoteosi) • Serie di vedute (assenza del montaggio incrociato) • Assenza della persona classica (il piano emblematico) • Prodigiosa circolazione dei segni (diritti d’autore)
La TIME-LINE M.R.P. Pre-Cinema Modo di Rappresentazione Primitivo 1915 1895 Cinema delle origini Sistema delle attrazioni Mostrative Pre-Cinema M.R.P. 1915 1895 OGGI Cinema delle origini
La TIME-LINE Sistema delle attrazioni Mostrative Pre-Cinema M.R.P. 1915 1895 OGGI Cinema delle origini
il MODO DI RAPRESENTAZIONE PRIMITIVO L’AUTARCHIA DEL PIANO PRIMITIVO • Soluzioni narrative elementari (finale punitivo e apoteosi) • Serie di vedute (assenza del montaggio incrociato) • Assenza della persona classica (il piano emblematico) • Prodigiosa circolazione dei segni (diritti d’autore)
il Sistema delle Attrazioni Mostrative Georges MELIES Georges Méliès fu il primo a fare del cinema un vero affare. La sua formazione da mago e prestigiatore lo portò ad essere il fondatore di un vero e proprio spettacolo d’attrazione che trascende il genere: in cinema di féeries.
il Sistema delle Attrazioni Mostrative il Mago Méliès Tra il 1896 e il 1912 Méliès realizzò più di cinquecento pellicole. Nei suoi film è possibile distinguere le prime forme del cinema di fantascienza e il portentoso lavoro di pre-produzione e post-produzione fanno assomigliare il suo lavoro all’industria cinematografica odierna. La prima preoccupazione di Méliès era quella di escogitare nuovi trucchi, nuovi costumi e nuovi scenari. Soltanto alla fine pensava ad ideare una semplice struttura diegetica. In sostanza si trattava di un vero e proprio processo di creazione basato sull’estetica e che ha spesso valso al mago francese un’interpretazione futurista. Naturalmente non mancava la concorrenza.
La TIME-LINE Sistema delle attrazioni Mostrative Pre-Cinema M.R.P. 1915 1895 OGGI Cinema delle origini Sistema delle attrazioni Mostrative Sistema dell’Integrazione Narrativa M.R.P. 1915 1895 Cinema delle origini
il Sistema dell’Integrazione Narrativa David Wark GRIFFITH Oltre a mancare una vera e propria cultura del cinema da parte del pubblico, ad essere ancora assente era una coscienza scenica ben definita. L’uso delle potenzialità tecniche del cinema non erano ancora asservite alla messa in scena e alla costruzione di un linguaggio di uso comune. Nel 1915 venne realizzato il primo film davvero autosufficiente, dove l’intreccio narrativo costituiva il motore dell’intero apparato visivo. Quel film era The Birth of a Nation, una produzione indipendente della Mutual. Nascita di una Nazione lasciò intendere per la prima volta il rapporto che il cinema era capace di istituire con la società e di come potesse diventare un’arme di propaganda.
La TIME-LINE Sistema delle attrazioni Mostrative Pre-Cinema M.R.P. 1915 1895 OGGI Cinema delle origini Sistema delle attrazioni Mostrative Sistema dell’Integrazione Narrativa M.R.I. M.R.P. 1915 Modo di Rappresentazione Istituzionale 1895 Cinema delle origini
La TIME-LINE Sistema delle attrazioni Mostrative Sistema dell’Integrazione Narrativa Pre-Cinema M.R.P. M.R.I. 1915 1927 1939 1895 OGGI ‘10 ’20 ‘30 ’40-’50 ‘60 ‘80 O O O M SM SM IS RI LI DA EA TU DA RR FU SU
Le Avanguardie Storiche il CINEMA “ALTRO” la genesi dell’idea di un cinema differente risale ai primissimi anni dieci e va ricondotta al particolare clima di ricerca e sperimentazione diffuso tra gli artisti della prima avanguardia. L’interesse degli artisti moderni per il cinema è indubbio e si caratterizza subito come riflessione non sul cinema come è, ma sul cinema come potrebbe essere. Nessuna attenzione all’impressione di realtà o alla possibilità di raccontare “storie”, ovviamente. Il cinema appare come immagine in movimento, come dinamizzazione visiva, come arte cinetica. (A. Costa) •L Limitato nel tempo •L Legato ad una concezione artistica (arte concettuale) •S Strumento d’arte •A Attenta ricerca estetica •D Derivazione europea Wassily Kandinsky, Composizione VIII
Le Avanguardie Storiche il FUTURISMO Le prime sperimentazioni ebbero luogo proprio in Italia, tra il 1910 e il 1912, ad opera dei fratelli Alberto e Bruno Ginanni Corradini, in arte Ginna e Corra. Incessanti ricerche stilistiche e numerosi tentativi portarono i due fratelli alla realizzazione di svariate pellicole, anticipando i temi del futurismo e del dadaismo. La fonte di ispirazione di questi autori era chiaramente di stampo astrattista e le produzioni sperimentali si rifacevano al concetto di musica cromatica. L’obiettivo era quello di dinamizzare le forme astratte realizzate tramite la pittura applicata direttamente sulle pellicole, dalle quali era stata rimossa l’emulsione. In questo modo cercavano di ricavare dallo scorrere delle forme e dei colori il senso di armonia e il ritmo della musica. Esempi della cinepittura sono Accordo di colore, L’arcobaleno e La danza. Mario Guido Dal Monte, Il motociclista
Le Avanguardie Storiche il Manifesto Futurista Il Manifesto del Cinema Futurista venne redatto solo nel 1916 e in esso si legge: Nel film futurista entreranno come mezzi di espressione gli elementi più svariati: dal brano di vita reale alla chiazza di colore, dalla linea alle parole in libertà, dalla musica cromatica e plastica alla musica di oggetti. Esso sarà insomma pittura, architettura, parole in libertà, musica di colori, linee e forme, accozzo di oggetti e realtà coatizzata. Offriremo nuove ispirazioni alle ricerche dei pittori i quali tendono a sforzare i limiti del quadro. I titoli più importanti sono Mondo Baldoria (Aldo Molinari, 1914), Vita Futurista e La velocità (Filippo Tommaso Marinetti, 1917-18).
Le Avanguardie Storiche il DADAISMO Dagli anni ’20 l’evoluzione storica delle avanguardie seguì il tragitto segnato dal susseguirsi delle diverse correnti artistiche. Infatti fu proprio intorno al 1923 che iniziarono ad apparire le prime pellicole di stampo dada in Francia. In quel periodo il movimento dadaista si era impegnato in una sorta di crociata, che mirava alla disgregazione di tutte le forme di produzione simbolica allora comunemente riconosciute, e dell’arte in particolare. La tendenza era quella di operare tali distruzioni di senso all’interno di spazi artistici ben precisi: le serate dada.
Le Avanguardie Storiche Le serate Dada L’uso del mezzo cinematografico divenne quindi legato soprattutto al contesto in cui la proiezione dei film aveva luogo. Non era insolito, pertanto, che si allestissero spettacoli all’interno dei quali era possibile assistere a mostre di quadri, saggi di ballo e proiezioni filmiche. Il maggiore esponente del cinema dadaista fu senza ombra di dubbio Man Ray, che nelle sue produzioni riusciva a richiamare i temi del superamento delle barriere tra l’arte e la vita nell’assemblaggio casuale tipico del ready-made della pittura. La prima proiezione avvenne proprio nel 1923, nel corso di una serata al Théatre Michel intitolata Le coeur-à-barbe, dove venne mostrato al pubblico Retour à la raison, che Man Ray confezionò all’improvviso unendo insieme vari pezzi di pellicola e accostandoli a rayogrammi di piccoli oggetti domestici. L’anno successivo, presso il Théatre des Champes-Elysées, che si tenne la proiezione più rappresentativa dell’avanguardia dadaista durante lo spettacolo Relache. Si trattava di Entr’acte, scritto da Francis Picabia e diretto da Renè Clair.
Le Avanguardie Storiche il SURREALISMO Le idee di sovversione sociale e rivoluzione artistica erano il motore delle tematiche centrali dell’avanguardia, che introducevano per la prima volta uno stile tanto ambiguo da smuovere spesso critiche e dissensi. L’interesse dei surrealisti era quello di produrre un qualsiasi tipo di opera, meglio se legata ad una dimensione visiva, che fosse in grado di veicolare quei temi più radicati nell’interesse dell’immaginario collettivo e dell’ambiente più popolare. Erotismo, messaggi di rivalsa sociale e tendenze laiciste erano gli argomenti che stavano più a cuore ai surrealisti. Immagini capaci di trasmettere quel senso di delirante smarrimento e inquietudine e allo stesso tempo di forte suggestione e meraviglia. L’attenzione al mezzo cinematografico venne in conseguenza di quella ricerca continua e frenetica, dato che gli si riconosceva la grande capacità di accedere all’inconscio attraverso la dimensione temporale, solitamente reclusa alla staticità dello spazio pittorico. Savador Dalì, La persistenza della memoria
Le Avanguardie Storiche Luis BUNUEL Il primo film venne realizzato nel 1927 daGermaine Dulac sul soggetto di La coquille et le clergyman di Antonin Artaud. Successivamente, nel 1928, fu il turno di Man Ray, tornato alla macchina da presa per girare quello che tra i suoi film sarà il più vicino alla visione surrealista. Si tratta di L’etoile du mer tratto dall’omonima poesia del surrealista Robert Desnos. Fu però Luis Bunuel l’autore che unanimemente venne riconosciuto dai surrealisti stessi come il loro più alto rappresentante sul versante cinematografico. I suoi film, realizzati in collaborazione con lo stesso Dalì, riportano sulla pellicola lo stesso criterio di produzione delle immagini tipico della pittura surrealista, applicando al cinema il metodo paranoico-critico teorizzato e praticato dallo stesso Dalì. Nel primo, intitolato Un chien andalou - 1928 -, viene riproposto il tema caro a Dalì e a Magritte dell’incongruità cronica per ogni aspetto del mondo, che causa un effetto di shock e spaesamento. Poi L’age d’or girato nel 1930. Tra i temi principali c’era proprio la derisione degli apparati ecclesiastici della religione cattolica e della borghesia, nonché l’esaltazione del valore eversivo dell’erotismo e del potere liberatorio della violenza.
Le Avanguardie Storiche DICOTOMIE Analizzando le produzioni Fritz lang, avanguardiste a partire dalla fine degli 1927 anni Dieci, è già possibile distinguere la presenza di quella dicotomia di arte e industria insita nel medium. In un mezzo di comunicazione come il cinema, in cui numerosi elementi Friedrich Wilhelm Murnau, 1926 tecnici, economici e creativi si interconnettono, è prevedibile la formazione di una sorta di dualismo congenito. Il cinema d’avanguardia non ha mai avuto la pretesa di sovvertire quest’ordine delle cose: il suo è sempre stato un intento rivoluzionario, ma in termini linguistici e stilistici. Marcel L’Herbier, 1923
Cinema Dicotomico Das Kabinet des Dr. Caligari 1920, Robert Wiene realizzò il primo capolavoro dell’espressionismo tedesco. Nel film è evidente quanto la ricerca pittorica tipica dei film d’avanguardia non impedisca agli autori la costruzione di una completa struttura narrativa, tipica del cinema istituzionale. Le tendenze espressioniste che influenzano la scenografia, i costumi e lo stesso trucco degli attori, hanno anzi la funzione di contribuire alla definizione della narrazione e diventano elemento necessario alla sua comprensione. Il pubblico non può prescindere dall’uno o dall’altro elemento: la storia, così come la si viene a scoprire, è in diretta relazione con lo scenario immaginifico e stilistico e, di conseguenza, tali scelte figurative trovano giustificazione nella struttura diegetica. Il Gabinetto del dottor Caligari parla di delirio e mistero, la scenografia e il trucco vogliono semplicemente affiancare la narrazione nella definizione di questi tratti. Naturalmente, il pittoricismo presente in questo film aveva ragione di esistere principalmente in un tipo di cinema che ancora poteva respirare l’aria del modo di rappresentazione primitivo, e che ancora poteva rifarsi a delle scelte logistiche ben precise. Non si trattava di niente a cui il pubblico non fosse abituato o che non fosse in grado di capire e apprezzare. In fin dei conti non è tanto errato considerare la possibilità, più o meno riconosciuta, che i risultati prodotti dal cinema d’avanguardia non fossero il frutto di sperimentazioni avvenute in un ambiente elitario e intellettualistico, ma piuttosto il risultato di applicazioni spettacolari legate al cinema più popolare.
Linee guida per un’analisi intermediale del film dott. Alessandro MANCINI
1 - Introduzione Un discorso preliminare che chiarisca le intenzioni dell’analisi e che presenti il film nella sua duplice veste di: - Oggetto di studio - Strumento di studio L’analisi del film può diventare la testa di ponte per illustrare fenomeni di tipo sociale, culturale, politico, tecnologico, economico, storico.
2 - Sinossi Una breve e chiara sinossi ragionata. Importanti sono i riferimenti ad altre opere similari. Quindi costruire una struttura di paragoni che lasci ampio spazio al commento personale.
3 – Autore Riferire brevemente la storia cinematografica dell’autore, ponendo in riferimento l’opera in analisi con altri prodotti precedenti o successivi. E’ importante seguire ed analizzare attentamente l’evoluzione dello stile dell’autore e tentare coraggiose proiezioni future.
4 – Vicende Può risultare utile all’analisi riferire le vicende relative alla realizzazione del film. Riportare e commentare gli episodi salienti che hanno caratterizzato il prodotto nell’intera filiera: - Pre-produzione - Produzione - Post-produzione
5 - Distribuzione Le vicende inerenti alla distribuzione meritano un approfondimento ulteriore. E’ importante tenere presente quale sia stato l’impatto del film sul pubblico (nel caso in cui il film sia già in post-visione) e, di conseguenza, la reazione del mercato. Per i film più datati è opportuno un’ulteriore sforzo di documentazione.
6 - Cast E’ ovvio che fare riferimento al cast sia fondamentale. Le interviste, quindi, possono risultare particolarmente efficaci. Nel caso della stesura di una scheda completa è opportuno tener conto anche della composizione del cast tecnico oltre che di quello artistico.
7 – Dinamiche Politiche Molto importante è non attribuire unicamente al regista la paternità dell’opera. Distinguere, quindi, il regista, lo sceneggiatore e il produttore. A tale scopo è utile comprendere bene le dinamiche delle forze in gioco, come il rapporto tra la produzione esecutiva e la distribuzione.
8 – Contesto Tenere presente che il film è un prodotto culturale relativo al contesto. Il cinema permette di fornire uno spaccato della società e ad essa è strettamente legato. Quindi l’analisi deve tenere conto dei riferimenti storici e geografici dell’opera.
9 – Chiave di Lettura L’attività di interpretazione è il cuore dell’analisi, il punto su cui vale la pena dilungarsi. Bisogna sforzarsi di fornire una duplice lettura del prodotto: - Testuale (legata al contenuto del film e alla diegesi, la “morale della favola”) - Metatestuale (inerente, piuttosto, alle intenzioni meno manifeste dell’autore)
10 – Giudizio Fornire sempre un giudizio che non sia meramente critico. L’analisi stessa, nella sua interezza, deve essere in grado di fornire tale giudizio, che deve essere sopra ogni cosa informativo. Il lavoro di analisi, di critica o di recensione non potrà definirsi completo se al lettore (mediale) non viene data la possibilità di ricevere soprattutto un consiglio.
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