PROPOSTE PER LE ELEZIONI REGIONALI 27 OTTOBRE 2019 CNA UMBRIA "LA COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO"

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PROPOSTE PER LE ELEZIONI REGIONALI
                 27 OTTOBRE 2019
                      CNA UMBRIA

“LA COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO”

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                     La competitività del territorio
Una tesi ricorrente sostiene che le imprese umbre sono poco competitive perché
essendo troppo piccole avrebbero una bassa produttività.

Noi invece riteniamo che la competizione sia innanzitutto tra territori: le aziende
crescono in quei territori che sanno generare un ambiente favorevole alla vita delle
imprese. Infatti, l’incremento della produttività è direttamente proporzionale alla
riduzione della tassazione e della burocrazia e all’esistenza di infrastrutture
adeguate alle esigenze del sistema imprenditoriale. Ne discende che la crescita
dimensionale delle imprese è direttamente proporzionale alla competitività di un
territorio.

Ci dovremmo infatti domandare, solo per fare un esempio, come possa un’impresa
dell’alto Tevere essere competitiva se la E45 resta chiusa al traffico pesante per
oltre un anno senza vie alternative che non comportino l’incremento dei costi di
trasporto e quindi di produzione. È anche in questo modo che si abbassa la
produttività delle imprese.

Gli elementi che incidono sulla competitività di un territorio sono: la tassazione
locale, la semplificazione burocratico-amministrativa, le infrastrutture e la
riqualificazione urbana, gli appalti pubblici e, per l’Umbria, la ricostruzione post
terremoto 2016.

   1. La riduzione delle imposte locali

Dobbiamo dare atto alla Regione Umbria del fatto che durante la crisi non ha
applicato la massima tassazione possibile (IRAP), contribuendo in tal modo a
sostenere l’attività delle imprese locali.

Ci auguriamo che continui a farlo anche nei prossimi anni. D’altra parte, però, negli
ultimi 10 anni sono aumentate in maniera vertiginosa le tasse comunali: IMU, Tasi,

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Tari, le imposte sulla pubblicità e gli oneri di concessione, che si sono sommate a
una tassazione nazionale già soffocante.

In alcuni casi siamo arrivati all’assurdo applicando di fatto, a livello locale, una
doppia imposizione sullo stesso oggetto. Ad esempio, in quasi tutti Comuni, molte
imprese che producono rifiuti speciali oggi pagano due volte per lo smaltimento
dello stesso prodotto: la prima al Comune (con la Tari su tutte le superficie tassabili),
la seconda alle società per lo smaltimento dei rifiuti speciali di cui devono avvalersi.

Le nostre proposte:

    un patto tra Regione e Comuni per applicare sulle imprese aliquote IMU e
     TARI più basse.
    la rivisitazione dell’organizzazione degli Enti e dei servizi pubblici (es. fusione
     dei comuni più piccoli o gestione comune di alcuni servizi) per ridurne i costi,
     creando così le condizioni per ridurre le tasse.

   2. La semplificazione burocratico amministrativa

In Italia la burocrazia è ipertrofica e costa alle imprese decine di miliardi ogni anno.

Ancora oggi viviamo dentro un’assurda contrapposizione per la quale le imprese
vengono percepite dalla pubblica amministrazione come un nemico e non come un
partner.

Innanzitutto, dovremmo lavorare affinché passi definitivamente il messaggio che
nella competizione globale pubblico e privato sono necessariamente dalla stessa
parte. Insieme devono lavorare per la soluzione dei problemi e la creazione di
opportunità nel pieno rispetto delle regole, perché solo in questo modo si possono
creare le condizioni per crescere.

Localmente, le questioni burocratiche e amministrative più complesse si riscontrano
sicuramente in materia urbanistica: basti dire che oggi la richiesta di permessi a

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costruire è diminuita drasticamente in tutti i Comuni, ma il tempo necessario per il
loro rilascio è rimasto quello di dieci anni fa.

Tutti quanti condividiamo l’idea di evitare l’ulteriore consumo di suolo. Tuttavia, gli
iter burocratici per riqualificazioni complesse o l’ampliamento di capannoni sono
eccessivamente lunghe: servirebbero nuove norme urbanistiche tese alla
semplificazione, anche attraverso una maggiore responsabilizzazione degli enti locali
e dei tecnici coinvolti nella progettazione e realizzazione di nuovi immobili.

Gli esempi di eccessiva burocratizzazione amministrativa sono molteplici e tra questi
riteniamo importante segnalare:

    la normativa che attualmente regolamenta, di fatto bloccandola, la
     ricostruzione post sisma, oggetto di un approfondimento in questo
     documento;
    le complessità che le imprese incontrano per ottenere un’autorizzazione unica
     ambientale (AUA);
    la mancata realizzazione degli sportelli unici per l’Impresa (SUAPE), che
     dovevano essere nel territorio l’interlocutore unico nei confronti delle
     imprese. Ancora oggi nella maggioranza dei Comuni risultano essere di fatto
     pagine web statiche, dietro le quali si nascondono le stesse procedure
     amministrative di dieci anni fa.

Sicuramente, in futuro la semplificazione passerà attraverso la digitalizzazione dei
processi. Ma nel presente, per la maggioranza degli Enti pubblici locali, l’avvento del
digitale si è tradotto nell’obbligo a carico delle imprese di utilizzare dei software
(così anche il tempo, e quindi i costi, di inserimento dei dati e delle informazioni si
sposta unicamente sull’impresa) senza poter abbandonare l’uso della carta,
sovrapponendo di fatto i due sistemi ed incrementando il tempo di evasione delle
pratiche.

In Umbria c’è una grande sfasatura, quindi, tra ciò che potrebbe essere, essendo
molti i settori in cui la semplificazione è stata prevista e normata, e ciò che è, perché

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di fatto le procedure per la semplificazione non vengono applicate: l’esempio più
evidente è rappresentato dalla normativa sui SUAPE.

Le nostre imprese, lo ribadiamo, hanno bisogno di risposte certe in tempi brevi,
perché è anche in questo modo che si rende più competitivo un territorio e i suoi
attori economici.

Le nostre proposte:

      adozione di codici unici
      digitalizzazione reale dei processi amministrativi
      formazione del personale delle pubbliche amministrazioni
      definizione di tempi certi entro cui garantire risposte alle imprese per le
       diverse tipologie di pratiche.

   3. Le infrastrutture e la riqualificazione urbana

In Umbria abbiamo un grande bisogno di nuove infrastrutture, in primis di strade,
ferrovie e reti informatiche.

Allo stesso tempo avremmo bisogno di definire, una volta per tutte, il ruolo di
alcune infrastrutture già esistenti, come l’aeroporto.

Il nodo di Perugia rappresenta il principale problema per il traffico locale,
soprattutto nell’accesso a Perugia e ai collegamenti all’autostrada Firenze Milano.

L’arretramento della partenza del Freccia Rossa a Perugia ha dato risultati
importanti, ma noi abbiamo la necessità di assicurare collegamenti ferroviari
continui con l’Alta Velocità durante tutto l’arco della giornata.

In questi mesi, a livello nazionale, si sta ragionando sul raddoppio della tratta ad alta
velocità Firenze Roma: e se tale raddoppio passasse per l'Umbria, magari per l'Alto
Tevere, per poi toccare l'Aeroporto di Perugia e quindi riallinearsi sulla Foligno -

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Roma? A nostro avviso sarebbe una grande idea innovativa su cui lavorare come
sistema locale, unendo tutte le forze per raggiungere un obiettivo ambizioso.

Non più demandabile nel tempo è il completamento di opere stradali già avviate da
diversi anni, come ad esempio la E78 (Città di Castello – Fano) e la Perugia Ancona.

Una cosa da fare subito è rappresentata da un grande piano di manutenzione di
tutte le strade regionali e provinciali esistenti, processo in parte già partito con la
riqualificazione della E45.

Infine, come già detto, dovremmo ragionare sulle infrastrutture necessarie per
facilitare lo sviluppo di un settore ad alta intensità di mano d'opera come il turismo:
in questo caso servono infrastrutture per sostenere l'incremento dei flussi turistici e
l'allungamento delle permanenze. Se ad esempio considerassimo gli sport outdoor
come elementi attrattivi, una delle prime cose da fare potrebbe essere il
collegamento tra tutte le piste ciclabili esistenti nella nostra regione, magari
realizzandone contemporaneamente delle nuove.

Siamo d’accordo sulla necessità di puntare sulle riqualificazioni urbane al fine di
evitare il consumo di nuovo suolo per la realizzazione di nuove abitazioni. In tale
senso sono già attivi alcuni strumenti operanti a livello nazionale come l’eco bonus
ed il sisma bonus, che possono essere attivati come opportunità anche per la
riqualificazione dei condomini. Ad oggi, questi strumenti sono ancora poco utilizzati.
Riteniamo che ad essi si possano aggiungere senza sovrapposizioni misure regionali
tese a facilitare la riqualificazione delle aree dismesse e la cui attivazione dovrebbe
avvenire solo in presenza di progetti di sviluppo credibili delle città.

Le nostre proposte:

      piano di riqualificazione delle strade provinciali e regionali
      instaurazione servizi ferroviari di collegamento con l’alta velocità
      ultimazione delle opere incomplete
      sviluppo e sostegno a progettualità nazionali relative all’alta velocità e allo
       snodo di Perugia
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    progettazione e realizzazione di infrastrutture per il turismo
    incentivi per la riqualificazione delle aree dismesse localizzate all’interno delle
     città.

   4. Gli appalti pubblici

Fare ripartire gli investimenti pubblici in Umbria, come in altre regioni d’Italia, è una
delle partite su cui si gioca l’avvio possibile di una nuova fase di sviluppo.

Gli investimenti che si realizzeranno devono rientrare all’interno di un progetto di
sviluppo condiviso perché solo in questo modo essi saranno realmente di supporto
ad alcuni settori (es. turismo) o territori, sostenendo indirettamente anche la ripresa
delle costruzioni.

Inoltre, partendo dalla considerazione che attualmente gran parte degli appalti
pubblici viene affidata tramite gare al massimo ribasso e che questa procedura è
uno dei principali motivi per cui tanti lavori vengono realizzati male e nella completa
mancanza del rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sarebbe
opportuno intervenire, partendo dalla modifica di alcune norme nazionali per
arrivare all’adozione di una legge regionale sugli appalti pubblici.

Occorre anche una legge regionale che tenda, da un lato a rafforzare l’uso degli
affidamenti diretti con rotazione delle imprese per tutti gli appalti fino ad 1 milione
di euro (la cosiddetta procedura negoziata), mentre dall’altro lato privilegi come
criterio per l’assegnazione degli appalti l’offerta economicamente più vantaggiosa
per tutte le gare d’importo superiore a 1 milione.

Da qui potrebbe partire anche la riorganizzazione e riqualificazione delle
competenze delle stazioni appaltanti.

Occorre inoltre creare le condizioni, anche attraverso premialità, per avviare
processi di aggregazione per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese
agli appalti pubblici, valorizzando adeguatamente le tante eccellenze locali.
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Le nostre proposte:

      nuovi investimenti pubblici
      legge regionale sugli appalti pubblici
      riorganizzazione delle stazioni appaltanti
      favorire i processi di aggregazione delle imprese e di valorizzazione delle
       imprese locali

   5. La ricostruzione post terremoto 2016

Nonostante siano passati già tre anni dagli ultimi eventi sismici che hanno riguardato
in modo particolare la Valnerina, dobbiamo constatare, come più volte denunciato,
che la vera ricostruzione, quella pesante, è ancora al palo.

Lo scoglio maggiore deriva dalla eccessiva burocratizzazione delle procedure
previste dai decreti e dalle numerose ordinanze emanate fino ad oggi.

Occorre quindi un veloce cambio di passo che, coinvolgendo anche il governo
nazionale, provveda a semplificare tutti gli iter burocratici esistenti e velocizzi,
sempre nel rispetto della legalità, le procedure per l’affidamento dei lavori di
ricostruzione. Al tempo stesso va rafforzato il ruolo degli enti locali, che in questo
processo devono essere i veri protagonisti della ricostruzione.

La realizzazione di nuove opere pubbliche, così come la ricostruzione post
terremoto, rappresentano occasioni importanti anche per rilanciare un settore,
come quello delle Costruzioni, che più di altri ha subito i contraccolpi della crisi degli
ultimi 10 anni.

Le nostre proposte:

    semplificazione delle procedure per la presentazione dei progetti di
     ricostruzione
    rafforzamento del ruolo deli enti locali a partire dalla Regione e dai Comuni
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 Semplificazione e velocizzazione delle procedure per l’affidamento dei lavori
  pubblici e privati.

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