Prima edizione: Together - persone, luoghi e cose riu- niti alla ricerca di nuovi modi di vivere in armonia. La collezione Coordinates di Michael ...

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Prima edizione: Together - persone, luoghi e cose riu- niti alla ricerca di nuovi modi di vivere in armonia. La collezione Coordinates di Michael ...
Prima edizione: Together — persone, luoghi e cose riu-
niti alla ricerca di nuovi modi di vivere in armonia. La
collezione Coordinates di Michael Anastassiades a Mila-
no, Maurice Scheltens e Liesbeth Abbenes ad Amsterdam,
Vincent Van Duysen ad Anversa, una residenza di artisti
a Brescia e la “Casa Familiar” di Ricardo Bofill, del 1973,
a Mont–ras, tutto visto sotto una nuova luce.
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Alle Cristallerie Fratelli Livellara, una ex vetreria nella
periferia di Milano, il fotografo TOMMASO SARTORI ci
racconta Coordinates, un nuovo sistema di illuminazione
di MICHAELS ANASTASSIADES per Flos. All’interno
della fabbrica degli anni ‘20, di ispirazione futurista, queste
moderne opere di design industriale trovano un equilibrio
naturale.

                     Attorno al 1920, in un quartiere industriale    Oggi, questo luogo ha l’aspetto di un sito
                     della periferia di Milano fu costruito un im-  archeologico industriale, con vecchie cister-
                     pianto per la produzione di olio vegetale di   ne per acqua e olio e rifugi antiaerei ancora
                     11.000 metri quadri. Lungo e stretto, fatta    intatti. Questi dettagli sono stati volonta-
                     eccezione per il sorprendente ingresso con     riamente mantenuti attraverso una ristrut-
                     facciata cilindrica, la sua architettura prende-
                                                                    turazione rispettosa, che ha conservato gli
                     va spunto dallo stile futurista, con ispirazio-strati di attività che si sono avvicendati in
                     ne alla scuola di Antonio Sant’Elia e ai suoi  tali spazi. Più recentemente, Luca Locatelli,
                     disegni della Città Nuova. E nel corso degli   che non si è lasciato sfuggire l’immobile
                     anni, questo edificio lungimirante si è adat-  nel 2015, prima che venisse demolito, ha
                     tato, più e più volte, al cambiare dei tempi.  aperto Spirit de Milan (spiritdemilan.it).
                                                                    Questo spazio concettuale rappresenta un
                     Quando la famiglia Livellara acquistò lo luogo di aggregazione grazie a un ristoran-
                     stabile nel 1963, aveva qualcosa di nuovo te, una sala da ballo e un teatro, oltre ad
                     in mente per la fabbrica: l'attività vetraria. altri progetti in divenire, tra cui uno spazio
                     Fecero arrivare dei maestri di Murano in- di co-working e un cabaret. Ma per un mo-
                     sieme ai loro forni e alle loro attrezzature mento, mentre l’Italia usciva dai suoi mesi
                     e lo trasformarono nelle Cristallerie Fratel- di quarantena, Flos ha avuto lo spazio tutto
                     li Livellara, che produsse vetro soffiato a per sé, inviando Tommaso Sartori a fotogra-
                     bocca fino al 2004. Anche se la produzione fare le nuove serie di lampade di Michael
                     ora è stata trasferita altrove, nell’edificio Anastassiades, Coordinates. Per il servizio
                     centrale che si affaccia su Via Bovisasca, la fotografico, Sartori ha lasciato che il passato
                     via principale di una zona post-industriale, dell’edificio riaffiorasse in modo apparente:
                     sede di alcuni dipartimenti del Politecnico le pareti vissute, le tubature a vista, l’usura
                     di Milano, c’è ancora un negozietto che degli anni... così che la sua ricca storia fa-
                     vende cristalleria Livellara.                  cesse da sfondo a qualcosa di nuovo.

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     Copertina: Coordinates S1. Pagine 3-4: Coordinates Module S, F. Pagina 5: Coordinates S2. Pagina 7: Coordinates Module S. Pagina 8: Coordinates F. Pagina 9: Coordinates S4. Pagina 10: Coordinates S1. Pagina 11:
     Coordinates S2. Pagina 12: Coordinates S4, F. Pagine 13-14: Coordinates S2, S4, F. Pagina 15: Coordinates S4. Pagina 16: Coordinates S4, Module S. In questa pagina: Coordinates S1, detttaglio. Tutti i modelli sono
     disegnati da Michael Anastassiades.
FLOS STORIES

                                       ISSUE ONE: TOGETHER

L’idea di chiamare il primo numero della nuova dove, sotto i soffitti affrescati di Palazzo Monti,
rivista Flos ‘Together’ è venuta un mese prima una vivace residenza per artisti mette in contatto
dell’inizio del lockdown. L’idea era quella di rac- creativi di tutto il mondo. Nella Casa Familiar
contare storie di connessioni... tra luce, perso- di Ricardo Bofill, una residenza estiva costruita
ne, oggetti e spazi. Oggi, questo tema sembra nel 1973 a pochi chilometri dalla Costa Brava
più pertinente che mai, mentre attraversiamo spagnola, analizzeremo l’approccio ancora radi-
collettivamente una pandemia globale. Giorno cale dell’architetto alla vita in ambienti interni ed
dopo giorno, impariamo come coesistere con gli esterni. E vi porteremo nel mondo mentale del
altri, scopriamo sinergie inaspettate e sviluppia- nostro collaboratore di lunga data Michael Ana-
mo nuovi modi di stare insieme. In Flos Stories stassiades (il suo ultimo lampadario Coordinates
troverete oggetti, composizioni, coppie, famiglie, unisce linee orizzontali e verticali in brillanti com-
idee e parole che illustrano questa idea di insie- posizioni) con una visita alla sua prima mostra
me. Osserverete gli interni di una casa nata in antologica a Cipro, ‘Things that Go Together’.
un vecchio magazzino di patate ad Amsterdam, Qui, Anastassiades ci mostra come gli oggetti ac-
dove i fotografi Maurice Scheltens e Liesbeth quisiscano un nuovo significato in base a ciò che
Abbenes, partner nella vita e nel lavoro, vivono hanno vicino. Stare insieme ci insegna delle cose.
con i loro due figli. Si sono fotografati nella pro- Ci offre nuove prospettive sulla vita. E illumina la
pria casa durante la quarantena. Vi porteremo strada che abbiamo davanti a noi. Unitevi a Flos
a Brescia, a pochi chilometri dalla sede di Flos, lungo questo viaggio verso un futuro luminoso.

                                                   19
INDICE

                                                22
                                                Essay
                                                Vincent Van Duysen

                                                                                                                                                          ‘Things that Go Together’ ↑
                                                                                                                  Palazzo Monti ↑

                                                                                                                                                          Michael Anastassiades
                                                                                                                  24

                                                                                                                                                          40
         1
         Coordinates ↑

                                                                              Casa Familiar di Ricardo Bofill ↑
                         ← Under Construction

                                                                                                                                    78

                                                                                                                                                                                        Giochi di Sany
                                                                                                                                    ← Maurice Scheltens
                         54

                                                                                                                                    e Liesbeth Abbenes
                                                                              62

                                                                                                                                                                                        94
                                                                                                                  Collaboratori
                                                98
                                                Questioario                                                                         101
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                                                Edward Barber e Jay Osgerby                                                         Nuovi prodotti Primavera/Estate 2020
Vincent Van Duysen                                                                      Soli con noi stessi

                                           Non credo che torneremo beatamente
                                           alla nostra vita di prima. Prendiamo co-
                                           loro che di solito sfrecciano per il mon-
                                           do, che cercano sistematicamente la il filtro della mia empatia e della mia
                                           felicità altrove, precipitosi e irrequieti. immaginazione. È così che creo. Ma
                                           Continueranno a farlo? Oppure molti a dire la verità, raggiungo il massimo
                                           di loro condurranno vite più lente e della creatività quando sono circondato
                                           consapevoli? Rimarranno più vicini a dalle persone, quindi l’interazione con
                                           casa e, ad esempio, daranno molto più il mio team è fondamentale. Anche ora
                                           valore ai propri cari, al proprio ambien- che non possiamo vederci di persona
La nostra esistenza ha subito un’im- te, alla propria abitazione? Penso che (o che possiamo farlo solo di rado), ab-
provvisa frenata. I recenti eventi globali sceglieranno la seconda alternativa.        biamo l’abitudine di fare dei meeting
rappresentano un campanello d’al-                                                      quotidiani. Come in quasi tutto il re-
larme assordante. Le nostre vite, un Io sono una persona piuttosto irrequie- sto del mondo, abbiamo trovato nuovi
tempo caratterizzate dall’interazione ta. Ma, nonostante la velocità con la modi di collaborare.
con gli altri, ora le trascorriamo in quale conviviamo oggi, sento il forte
isolamento, in una sorta di conviven- bisogno di calma visiva e di purificazio- Nel mio caso, la meditazione è la for-
za forzata con noi stessi. Ma le restri- ne catartica. In questi giorni trovo quel ma più alta di introspezione, e la mia
zioni non sono sempre solo dannose. tipo di calma nella natura, che com- casa è il mio tempio. È un posto quasi
Hanno anche un lato positivo. Questo pare in quasi tutti i miei progetti. Nel sacro in cui trovo l’equilibrio tra mente
è il momento per riconnettersi con il cuore di Anversa, quasi non mi sembra e corpo, canalizzando l’energia crea-
proprio “io” interiore, per fare i con- di vivere in città. Ho un cortile interno, tiva e, allo stesso tempo, scacciando
ti con noi stessi, come in un culmine un magnifico giardino, uno specchio via la negatività. Qui il tempo rima-
di consapevolezza.                         d’acqua: tutti gli elementi essenziali ne sospeso. I miei pensieri fluiscono.
                                           della natura. Così sono diventato una Mi lascio guidare. A un certo punto,
Questo nuovo percorso verso l’intro- specie di eremita in casa mia. Esco di sia il corpo che la mente entrano in
spezione inizia con il riconoscere e rado, se non per brevi passeggiate con uno stato di profonda quiete. Proprio
l’ammettere che il nostro modus vi- i miei cani.                                       adesso, la nostra casa può diventare
vendi precedente, i nostri rituali di la-                                              l'antidoto a questa situazione surreale.
voro, la nostra corsa disordinata da un A casa con me stesso, cerco di essere È il luogo in cui ci circondiamo di fonti
luogo all’altro del pianeta, non sono come una spugna. Tutto mi può poten- di ispirazione dall’arte, dalla bellezza
più sostenibili. Quando il pianeta tor- zialmente ispirare: un documentario o da altri individui. È dove svolgiamo
nerà alla normalità, noi abitanti della su YouTube, un’immagine di qualcu- in sicurezza i rituali quotidiani che ci
Terra dovremo riconsiderare la nostra no che seguo su Instagram, un libro, portano al di là del presente, in una
nuova normalità.                           un’opera d’arte. Passa tutto attraverso nuova realtà, insieme.

Vincent Van Duysen è un architetto e designer belga che vive ad Anversa. Il suo lavoro, riconosciuto per la sua essen-
ziale semplicità, va dall’interior design di residenze private, alla progettazione di hotel, fino al design di arredi e sistemi
di illuminazione. Van Duysen ha scattato le foto (a destra) questa primavera, mentre si trovava a casa in quarantena
con i suoi tre cani, Gaston, Pablo e Loulou.

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PROFILE

         PA L A Z Z O
In un palazzo del XIII secolo a Brescia, Edoardo
Monti ha stabilito una residenza artistica dinamica,
raccogliendo materiale creativo da tutto il mondo.
Lo abbiamo contattato a maggio, proprio mentre
l’Italia riemergeva dal suo lockdown di due mesi,
per parlare della realizzazione della comunità, del
futuro delle mostre d’arte e di cosa significa tra-
    scorrere la quarantena in un palazzo italiano.

                              MON T I

        Intervista di HANNAH MARTIN
         Fotografie di SANTI CALECA

                                        BR ESCIA

                                                       24
Lampada IC Light Double Rosso Burgundy di Michael
Anastassiades con a fianco a una scultura di Quan        Un coloratissimo quadro di Bea Bonafini appeso in
Can e un’opera in marmo di Pablo Limón.                  una delle sale dello studio.

                                                    26                                                       27
HANNAH MARTIN: Raccontami la storia di             HANNAH MARTIN: Come funziona la residenza?       HANNAH MARTIN:     Si crea un senso di comu-
Palazzo Monti. Perché hai scelto questa                                                             nità tra i residenti?
residenza?                                         EDOARDO MONTI:      Consigliamo agli artisti
                                                   di venire per un mese. Ma abbiamo anche EDOARDO MONTI: Certamente. Tutti hanno
EDOARDO MONTI:    Ho vissuto a New York per        avuto alcuni residenti che si sono fermati uno spazio privato, ma ci incontriamo per
cinque anni, lavorando nel campo della             più a lungo. Forniamo una camera priva- colazione e cena, usciamo, ci divertiamo,
moda; sentivo semplicemente l'esigenza di          ta, atelier privati, spazi espositivi e spazi beviamo insieme. Ogni mese è diverso.
fare qualcosa di diverso, magari qualcosa          in comune all’interno di Palazzo Monti e Non si può prevedere come si mischieran-
di più vicino al mondo artistico. Ho pen-          chiediamo a ciascun residente di lascia- no le persone. Ma non abbiamo mai avuto
sato a questo spazio a Brescia, un palazzo         re una loro opera d’arte a scelta. Crea un un’esperienza negativa. Qui sono nate ami-
del XIII secolo (che appartiene alla nostra        dialogo con lo spazio. Piuttosto che ave- cizie incredibili e un paio di storie d’amore.
famiglia dagli anni ‘50) e a quanto sarebbe        re un notebook con 150 foto e biografie è Ed è davvero incredibile vedere i residenti
stato meraviglioso riunire qui le persone.         molto meglio avere un palazzo decorato condividere le proprie conoscenze. Quan-
Abbiamo iniziato a marzo del 2017 e da             con le opere di ciascun artista. Essendo do arriva qualcuno che ha appena finito gli
allora abbiamo ospitato più di 150 artisti         no-profit, non chiediamo alcun pagamen- studi trova estremamente interessante par-
provenienti da 50 paesi e impegnati prati-         to e copriamo la maggior parte delle spese lare con artisti nel bel mezzo della carriera
camente in qualunque settore si possa im-          dei residenti.                                  e fare loro delle domande, che sia sul modo
maginare. Oltre a pittori, fotografi e sculto-                                                     in cui gestiscono i contatti con gallerie, cu-
ri, abbiamo ospitato anche designer, come          HANNAH MARTIN: Parlami di quegli straordi- ratori o collezionisti, oppure su come gesti-
Sabine Marceli, Soft Baroque, Guillermo            nari affreschi.                                 re tasse e fatturazione. Il palazzo è in centro
Santoma e Pablo Limón, videografi, poeti                                                           in una antichissima città che offre pratica-
e artisti dello spettacolo. Avevamo anche          EDOARDO MONTI: Sono neoclassici, una com- mente tutto ciò che si può immaginare in
uno chef.                                          mistione di storie greco–romane dipinte nel termini di cultura, cibo e musei. Ma grazie
                                                   1750. Un soffitto ritrae la caduta di Fetonte, al modo in cui lo spazio è organizzato, non
HANNAH MARTIN:    Come scegli i residenti?         la scena di un uomo in cielo, che cade da è necessario uscire. Si può semplicemente
                                                   un possente cavallo. Quando si entra nello rimanere all’interno della proprietà e creare
EDOARDO MONTI:     Lavoro con un consiglio         spazio espositivo principale, ci sono altri per tutta la settimana.
di amministrazione da Londra, Parigi, New          due meravigliosi soffitti. In uno si vede Ve-
York e Seoul. Essendo io stesso collezio-          nere con le proprie ancelle. È l’unica che
nista, non volevo essere influenzato dalle         guarda verso il basso, quindi pensiamo che
mie preferenze personali. Mi piacciono la          fosse la figlia del proprietario originale del-
pittura e la scultura figurative, ad esempio,      la casa, oppure sua moglie. Ti guarda e ti
ma volevo che la residenza fosse più uno           dà il benvenuto nella stanza. L’altro ritrae
specchio dei nostri tempi che dei miei in-         Apollo - ed è perfetto - circondato dalle
teressi di collezionista. Quindi con il con-       nove muse dell’arte.
siglio esaminiamo le richieste, circa 100 al
mese, e selezioniamo gli artisti da invitare.      HANNAH MARTIN: Sono molti gli artisti che
                                                   finiscono per creare opere che traggono
HANNAH MARTIN:    Cosa cerchi?                     ispirazione dal palazzo?

EDOARDO MONTI: Siamo abbastanza aperti.       EDOARDO MONTI: Sì, certamente. Il bello
                                                                                                              Edoardo Monti (a sinistra) con l’artista
Lavoriamo con artisti di ogni età, in ogni è che non è sempre ovvio come ispira le                             in residenza Leonardo Anker Vandal
fase della loro carriera. Siamo anche aper- persone. Ma lo posso sicuramente capire                                         (a destra).
ti ad artisti che vogliono esplorare nuovi dai colori, dalle forme, dalla ricerca. Na-
mezzi. Un fotografo può fare domanda ma turalmente alcuni artisti, soprattutto i pit-
dichiarando di voler provare la scultura o la tori figurativi, hanno inserito figure e volti
pittura. E dato che non siamo una galleria o scene provenienti dagli affreschi nelle
né uno spazio espositivo commerciale, pos- proprie opere. Ma la maggior parte delle
siamo concedere agli artisti tale libertà. Se volte è molto più sottile: la luce nel cortile,
vieni qui dicendo di essere un pittore non ti i colori degli affreschi, diventano tutti parte
costringiamo a dipingere.                     della tua vita quotidiana.

A sinistra: Lampada a sospensione Coordinates S3
Champagne Anodizzato di Michael Anastassiades.

                                                                        29
A sinistra: Lampada a sospensione 2097/18
     Cromo di Gino Sarfatti con una sedia di Fredrik
     Paulsen e una scultura di Henry Hussey.
     In alto: Lampada da parete Foglio, in finitura Oro
     22K di Tobia Scarpa.

30                                                        31
HANNAH MARTIN: E penso che per alcuni mesi      HANNAH MARTIN:   Dimmi di più sulla mostra    EDOARDO MONTI:  Come disse Winston Chur-
sia stato davvero così. Come è stato trascor-   drive-in. Vuoi dire che lo spettatore visi-   chill, “Mai sprecare una buona crisi”.
rere qui la quarantena? Siete in una delle      terà questo spazio rimanendo a bordo della
zone più colpite d’Italia. Ma essere confi-     sua auto?                                     HANNAH MARTIN:  Stavo pensando a quando
nati in un palazzo non sembra così male.                                                      ci siamo incontrati a Seoul lo scorso autun-
                                                EDOARDO MONTI: Sì, si chiama Art Drive-In.    no. Eri appena arrivato dalla fiera d’arte di
EDOARDO MONTI:    Bergamo e Brescia, la mia                                                   Shanghai. Io ero in Corea per un reportage.
città natale e il luogo in cui si trova la re- HANNAH MARTIN: Mi piace.
sidenza, sono state entrambe colpite molto                                                     EDOARDO MONTI: Sono atterrato all'aeroporto
duramente dalla pandemia. È stata davve- EDOARDO MONTI: Le persone non potranno e sono venuto subito da voi al bar. Io ero
ro dura. Per fortuna, la quotidianità alla assembrarsi per alcuni mesi. Ma si può sa- esausto. Tu eri esausta. Il giorno dopo sarei
residenza non è stata colpita perché siamo lire in auto, entrare in questo garage sot- partita per Tokyo. Era una vera follia. Vo-
abbastanza indipendenti dal mondo ester- terraneo e ammirare alcune opere d’arte gliamo davvero tornare alla vita di prima?
no. Ma abbiamo dovuto riprogrammare i create in loco. È un modo estemporaneo di Ma allo stesso tempo penso: un italiano,
prossimi soggiorni. Inoltre, gli artisti non fare qualcosa e, allo stesso tempo, di dare un’americana e il nostro amico Hye, un
potevano uscire per procurarsi i materiali, agli artisti un po’ di sostegno tangibile.         coreano... Tre continenti che si incontrano
quindi dovevano lavorare con ciò che ave-                                                      in un bar di Seoul. È così che avvengono
vano. Hanno usato pezzi di tessuto e vecchi HANNAH MARTIN: Non so te, ma io sono un le cose.
pezzi di legno per creare opere d’arte più po’ stufa delle sale virtuali.
piccole e telai. È stata un po’ una sfida per                                                  HANNAH MARTIN: Non c’è davvero paragone
loro, ma ha anche reso le cose interessan- EDOARDO MONTI: Sì, vero? Perché è stata con la vicinanza fisica.
ti. Abbiamo dovuto reimpostare un po’ il inventata la pittura? E la scultura? Piutto-
nostro programma andando avanti. Dal 1 sto che scattare foto di dipinti e sculture e EDOARDO MONTI: Abbiamo i nostri social
giugno accetteremo solo artisti italiani per metterle online, perché non ci concentria- media e internet ci consente di rimanere
un certo periodo di tempo, a causa delle mo sull’artista che lavora con mezzi che sempre in contatto con chiunque. Ma il bri-
restrizioni sui viaggi.                         hanno un senso in questa nuova normalità? vido delle esperienze fisiche, l'essere insie-
                                                Penso agli artisti digitali, ai videografi, ai me a qualcun altro, è un’emozione che non
HANNAH MARTIN: Quali artisti sono rimasti       fotografi e anche ai designer. La casa è di- si può provare in modo digitale. È anche
per tutta la durata della pandemia?             ventata così importante per noi negli ultimi per questo che non sono del tutto favore-
                                                due mesi.                                      vole al voler catapultare l’arte nel mondo
EDOARDO MONTI: Osamu Kobayashi, un arti-                                                       digitale. Il 99% di ciò che proviamo scatu-
sta statunitense, ha lavorato qui a una mo- HANNAH MARTIN: Stai pensando ad altri nuo- risce dal dialogo con gli artisti, dalla visita
stra con A+B Gallery negli ultimi mesi. E vi modi di esibire l'arte?                           dei loro spazi, dallo stare insieme a loro.
Leonardo Anker Vandal, danese, ha tenuto                                                       Dopo una mostra a Palazzo Monti faccia-
uno studio qui. È un residente di lunga data EDOARDO MONTI: Penso che dovremmo pren- mo sempre una grande cena con almeno 50
che ho assunto alcuni anni fa per fare da derci un momento e vedere se ciò che de- ospiti. È così che si instaurano i rapporti. È
custode alla struttura. Continua a svolgere finiamo “normale” vada veramente bene. così che ci si conosce: bevendo qualcosa
il suo lavoro. Entrambi questi artisti faran- Forse ci verranno in mente nuove strate- insieme, mangiando e condividendo il tem-
no parte di una mostra drive-in che sto cu- gie e creeremo un mondo migliore? Tutti po, divertendosi, baciandosi, toccandosi e
rando insieme ad altri. Stiamo installando si stanno affrettando a creare una qualche abbracciandosi. Le idee nascono quando si
alcuni progetti specifici in un garage locale versione online di ciò che consideravamo sta insieme.
con parcheggio sotterraneo. È difficile per il mondo pre-COVID, ma io penso che la
gli artisti sapere come saranno influenzati domanda che dovremmo porci è “il mon-
dalla pandemia nel lungo periodo. Quindi do era davvero così bello da voler tornare
cerco di fare tutto il possibile per sostenerli come prima”? Oppure era un po’ tossico
e assicurarmi che abbiano accesso a delle per alcuni settori e alcune persone?
opportunità.
                                                HANNAH MARTIN: E per il pianeta.

                                                                                              A destra: le opere di Serena Fineschi nella galleria
                                                                                              sovrastate da un affresco che raffigura Venere e le
                                                                                              sue ancelle.

                                                                    32
A sinistra: Lampada Super Line, in Grigio,
     di Flos Architectural.
     In alto: Infra-Structure Episode 2 in Nero, di Vincent
     Van Duysen, con una scultura di Serena Fineschi.

34                                                            35
In alto: un dipinto di Peter Evans, proprio di fronte,
predomina in uno studio condiviso di Palazzo Monti.
In alto a destra: le opere d’arte di Antonio Fiorentino
appese alla parete, con la lampada Mayday Anniversary,
in finitura Grigio Chiaro, di Konstantin Grcic.
In basso a destra: Lampada Bellhop, in finitura Grey
Blue, di Edward Barber e Jay Osgerby con le sculture di
Leonardo Anker Vandal.

                                                          36
In alto: Lampada da terra IC Lights, in finitura
Rosso Burgundy, di Michael Anastassiades illumina
un’opera d’arte di Serena Fineschi.
A destra: Infra-Structure Episode 2 in Nero, di
Vincent Van Duysen, con la Suspension Panel 600.

                                                    38
MICHAEL ANASTASSIADES
               Things That Go Together

Per l’organizzazione della sua retrospettiva al Nicosia Mu-
nicipal Arts Center nel 2019, il designer cipriota Michael
Anastassiades ha scartato qualsiasi allestimento sceno-
grafico. Ha scelto invece di esporre oltre 100 oggetti —
luci, tavoli, collezioni di pietre e utensili, modelli per una
fontanella – in modo più democratico, raggruppandoli ca-
sualmente a terra. Nessun piedistallo. Nessuna bacheca.
Nessun ordine cronologico. Nessun percorso predefinito.
I visitatori potevano aggirarsi a loro piacimento all’inter-
no di questa “costellazione”. Questo approccio si è dimo-
strato perfetto per la mostra, intitolata ‘Things that Go
Together’ (cose che vanno insieme), che ha ripercorso 12
anni di attività del designer. Dissolvendo le barriere tra
essere umano e oggetti, collezionabili o di uso quotidiano,
Anastassiades ha creato uno spazio fluido, non dissimile
dal suo studio londinese, in cui ogni cosa può comunicare
con l’altra. Prendendo spunto dall'esposizione, il critico
d’arte e curatore Alessandro Rabottini ha discusso con
Anastassiades del rispetto degli oggetti, del lasciarli un po’
andare (soprattutto quando si tratta di piante domestiche
ostinate) e del perché “sia OK che tutte le cose coesistano”.

           Fotografie di OSMA HARVILAHTI
       Intervista di ALESSANDRO RABOTTINI

                              41
Le collezioni di Michael Anastassiades di ciottoli vulcanici, pietre pomice e piante essiccate.
COMPORTAMENTI INASPETTATI                                                         ALESSANDRO RABOTTINI: Un po’ come raccontare una storia.

Questa intervista è stata pubblicata nel libro Things that                                 MICHAEL ANASTASSIADES:   Mi è sempre interessato molto
      Go Together, pubblicato da Apartamento.                                              costruire rapporti con gli oggetti che vadano al di là
                                                                                           della loro funzione, un rapporto più psicologico, un
                                                                                           livello di scoperta che quasi intensifica una forma di
ALESSANDRO RABOTTINI:     Quando finalmente ho visitato                                    dipendenza con tale oggetto. Ed è qualcosa che ho
la tua mostra a Cipro, il senso del titolo che hai scel-                                   esplorato non solo in modo più evidente con i miei
to, Things that Go Together, mi è stato subito chiaro:                                     primi lavori “concettuali” realizzati a metà degli anni
elementi di arredo, oggetti e creazioni non funzionali                                     ‘90, ma anche con i prodotti più “funzionali” che
erano letteralmente adagiati gli uni accanto agli altri,                                   sono venuti dopo, cercando di espandere il modo in
rendendo l’intera esperienza estremamente immersiva.                                       cui definiamo un oggetto e la sua ovvia funzionalità.
È qualcosa che diamo per scontato quando si tratta di                                      Se si prende, ad esempio, l’Anti-Social Light (2001),
mostre d’arte, ma molto meno se osserviamo le espo-                                        vediamo che risponde all’ambiente in un modo molto
sizioni di design: a iniziare dai primi anni ‘60, infatti, e                               specifico: funziona come una normale lampada, con la
in particolare con il minimalismo, gli artisti hanno tolto                                 differenza che si illumina solo quando c’è un silenzio
le proprie sculture dai piedistalli e le hanno appoggiate                                  assoluto, quindi non è consentito parlare nelle sue vi-
direttamente a terra, creando un rapporto molto fisico                                     cinanze. All’epoca era un mio modo per evidenziare il
tra lo spettatore e lo spazio. È un paradosso che nelle                                    rapporto che possiamo sviluppare con i prodotti al di
mostre di design avvenga invece il contrario: si prende                                    là della loro funzione percepita; successivamente ho
un oggetto d’uso quotidiano e lo si mette su un pie-                                       iniziato a chiedere a me stesso come avrei potuto, in
distallo, racchiudendolo in una bacheca e isolandolo                                       qualità di designer di prodotti, esplorare e rispettare il
dalla sua esistenza nel mondo.                                                             comportamento di un oggetto.
                                                               String Lights con testa a
MICHAEL ANASTASSIADES:     È esattamente il motivo per cui     cono e a sfera per Flos.    ALESSANDRO RABOTTINI: Questo mi fa pensare all’approc-
ho tolto i piedistalli, perché per me questi sono prodot-                                  cio teorico al design di Andrea Branzi e a come sia so-
ti, oggetti da usare ogni giorno. Ho voluto che fosse                                      stenitore ormai da decenni di una comprensione antro-
possibile avvicinarsi agli oggetti e accedervi per quello                                  pologica del nostro rapporto con gli oggetti. Attraverso
che sono in realtà, piuttosto che elevarli a qualcosa che                                  la sua ampia produzione di saggi, ha tracciato una storia
non dovrebbero proprio essere. Volevo eliminare il va-                                     degli oggetti che è prima di tutto una storia del rapporto
lore aggiunto che è implicito nel piedistallo e lasciare                                   che noi esseri umani stabiliamo con essi. Tale rapporto
che lo spettatore interagisse con gli oggetti in modi                                      va ben oltre ciò che si definisce “funzione percepita” e
diversi, stando in piedi al di sopra di essi, guardandoli                                  vede gli oggetti più come veicoli per una comprensione
da tutte le angolazioni, in diversi contesti e da diverse                                  più profonda della nostra esistenza nel mondo, oggetti
altezze, piuttosto che doversi adattare a un punto di                                      che non esistono solo come meri “strumenti” ma che
vista controllato, perché è così che si sperimentano i                                     sono carichi di immaginazione e affezione.
prodotti nella vita reale.
                                                                                           MICHAEL ANASTASSIADES:     Lo vedo come una nostra in-
ALESSANDRO RABOTTINI:    Hai anche installato i pezzi in                                   terdipendenza psicologica con gli oggetti che va oltre
relazione gli uni agli altri, creando una micro-costel-                                    la semplice dipendenza funzionale. Per tradizione, ci
lazione di oggetti all’interno di una concertazione più                                    si aspetta che i designer rispondano attraverso i pro-
ampia di cose, in modo da poter percorrere la mostra                                       pri prodotti a un’esigenza e a uno scopo specifici, ma
non solo attraverso la sequenza delle stanze ma anche                                      penso che sia interessante guardare le cose da un altro
attraverso cluster formali e concettuali. Non vi è distin-                                 punto di vista e apportare queste sfumature al prodotto
zione né gerarchia tra oggetti funzionali e sperimenta-                                    durante il processo creativo, in modo consapevole o
zioni puramente concettuali, tra design di prodotto e                                      meno. Nel mondo che circonda il prodotto vi è una
produzione artistica.                                                                      complessità affascinante, in grado di permeare la sua
                                                                                           funzione e di arricchirla.
MICHAEL ANASTASSIADES: Anche se ogni oggetto della
mostra è attentamente posizionato proprio dove deve                                        ALESSANDRO RABOTTINI:  Durante gli anni della tua forma-
essere, volevo anche lasciare che la percezione delle                                      zione, questa preoccupazione per il valore psicologico
cose avvenisse in modo accidentale. Tutti noi speri-                                       degli oggetti d’uso quotidiano ha portato a sperimen-
mentiamo prodotti ogni giorno attraverso prospettive                                       tazioni radicali. Come si è tradotto tutto questo nel tuo
diverse e in diversi contesti e ci sorprendiamo di fron-                                   lavoro, quando hai iniziato a lavorare come product
te ad associazioni inaspettate tra le cose. Quando si                                      designer?
posiziona un oggetto accanto a un altro, si consente a
tale oggetto di sfuggire alla sua funzione percepita e di                                  MICHAEL ANASTASSIADES:  Quando progetto, cerco di con-
vivere una vita diversa.                                                                   cepire i prodotti come la somma di tanti livelli, con la     Anastassiades ha creato String Lights con Flos nel 2013. Questo modello in scala 1:10 mostra le 72 possibili configurazioni.

                                                                          44                                                                                                                                        45
Arrangements, un sistema di illuminazione modulare lanciato con Flos nel 2017, consente all’utente finale di assemblare forme   speranza che anche solo uno di questi livelli comu-                                      Flos, con String Lights nel 2013, che ha segnato con-
                                   geometriche luminose per ottenere scintillanti catene.                                       nichi a qualcuno; chiaramente, comunicherà in modo                                       cettualmente un nuovo modo di vedere l’illuminazione.
                                                                                                                                molto diverso a te rispetto ad altre persone perché, in
                                                                                                                                quanto esseri umani, siamo tutti diversi. Negli anni,                                    ALESSANDRO RABOTTINI:    Quando ho visto per la prima
                                                                                                                                ho lavorato molto consapevolmente con questa idea di                                     volta String Lights non ti conoscevo ancora di persona
                                                                                                                                aggiungere strati di complessità, spingendo le persone                                   e ho pensato “Wow, questo tizio sta portando il concet-
                                                                                                                                a pensare che un oggetto possa funzionare al di là di                                    to di site-specific in una produzione industriale!” Per-
                                                                                                                                ciò che ci si aspetta da esso; ora questo processo mi è                                  ché, ovviamente, arrivando io stesso da un background
                                                                                                                                diventato quasi spontaneo. Quando nel 1994 ho creato                                     artistico, quel sistema di illuminazione mi ha fatto im-
                                                                                                                                la Message Cup, l’idea era quella di distorcerne la fun-                                 mediatamente pensare alle installazioni minimaliste di
                                                                                                                                zione prevista in un'altra dimensione, trasformando una                                  cavi elastici che Fred Sandback iniziò a creare verso
                                                                                                                                tazza in uno strumento di comunicazione. Ma allo stes-                                   la fine degli anni ’60, che erano un modo per creare
                                                                                                                                so tempo, il linguaggio proviene dalla bocca e con la                                    spazio quasi dal nulla. In un testo da lui scritto nel
                                                                                                                                bocca si beve: le parole provengono dallo stesso posto                                   1986 in merito alla sua produzione iniziale, vent’anni
                                                                                                                                dal quale si mangia. Tutte queste metafore e associa-                                    prima, disse: “La prima scultura che ho realizzato con
                                                                                                                                zioni iniziali sono diventate parte del mio processo di                                  un pezzo di cordicella e un piccolo filo era il profilo di
                                                                                                                                lavoro e ora ne sono una componente quasi inconscia,                                     un solido rettangolare - da 2x4 pollici - appoggiato a
                                                                                                                                nel senso che affiorano addirittura quando disegno pro-                                  terra. Era un atto casuale, ma mi sembrava aprisse un
                                                                                                                                dotti “normali”.                                                                         gran numero di possibilità. Potrei asserire un determi-
                                                                                                                                                                                                                         nato luogo o volume nella sua piena materialità senza
                                                                                                                                ALESSANDRO RABOTTINI:  Si potrebbe dire che la tua espe-                                 occuparlo né oscurarlo”. 1
                                                                                                                                rienza iniziale nel designare oggetti in serie limitata,      Lampade a sospensione
                                                                                                                                con la fondazione della tua azienda nel 1994, ti abbia        Overlap e Arrangements     MICHAEL ANASTASSIADES:   Precisamente, definendo lo
                                                                                                                                                                                                Drop Up per Flos.
                                                                                                                                aiutato a nutrire questa complessità creativa e speri-                                   spazio nel modo più invisibile possibile. Anche se,
                                                                                                                                mentale e a portarla nel campo del product design?                                       devo dire, il lavoro di Sandback non è stato un rife-
                                                                                                                                                                                                                         rimento diretto per me; ero più interessato alla luce
                                                                                                                                MICHAEL ANASTASSIADES:    Vi è un elemento di verità in                                  come forma di definizione dello spazio.
                                                                                                                                ciò che dici, ma credo che la sfida principale sia con-
                                                                                                                                cepire prodotti industriali che mantengano il medesimo                                   ALESSANDRO RABOTTINI:     Penso che, ancora una volta,
                                                                                                                                entusiasmo e la stessa sorpresa che caratterizzano un                                    fare riferimento al minimalismo come un movimento
                                                                                                                                progetto sperimentale. All’inizio della mia carriera, la                                 artistico sia assai pertinente, se consideriamo anche
                                                                                                                                creazione in serie limitata era puramente una questione                                  collezioni come One Well-Known Sequence (2015–17),
                                                                                                                                economica: volevo esprimere il mio linguaggio in un                                      Lit Lines (2011), Tube Wall Light (2006) e Tube Chan-
                                                                                                                                certo modo, benché non fossi un designer affermato.                                      delier (2006), insieme alla tua più recente presenta-
                                                                                                                                Alcuni progetti sono rimasti esemplari unici, mentre                                     zione con Flos ad Euroluce 2019 (Coordinates). E qui
                                                                                                                                in altri casi hanno avuto un po’ più di successo e ne                                    non sto solo pensando all’ovvio riferimento ai lavori
                                                                                                                                ho prodotti alcuni pezzi. Ma, in generale, il modo di                                    con i neon di DanFlavin ma, più profondamente, al tuo
                                                                                                                                produrre questi oggetti finiva per renderli piuttosto co-                                uso ricorrente di un modulo come elemento ripetuto
                                                                                                                                stosi, quindi il pubblico che li poteva effettivamente                                   in una struttura ritmica, e all’uso di materiali spogli e
                                                                                                                                acquistare era limitato. Quindi, la mia esperienza con                                   di tecnologie spesso esposte nella loro essenza strut-
                                                                                                                                il design limited edition si basa puramente sull’econo-                                  turale. Entrambe queste strategie formali e concettuali
                                                                                                                                mia, anche se a volte mi consente ancora di realizzare                                   sono essenziali per il minimalismo e per il suo spazio
                                                                                                                                determinate idee con un certo grado di libertà. Ma, a                                    d’indagine.
                                                                                                                                essere onesti, non sono un fanatico dei pezzi in edizio-
                                                                                                                                ne limitata di per sé.                                                                   MICHAEL ANASTASSIADES: All’inizio della mia carriera di
                                                                                                                                                                                                                         lighting designer, le normali lampadine a bulbo era-
                                                                                                                                ALESSANDRO RABOTTINI:      Penso che tu abbia sottolinea-                                no ancora in circolazione, quindi ciò che ha definito
                                                                                                                                to chiaramente questo punto nella mostra, eliminando                                     il mio linguaggio era sostanzialmente ciò che avevo a
                                                                                                                                qualunque distinzione di sorta tra le edizioni limitate e                                disposizione in quel periodo. Era affascinante osser-
                                                                                                                                il design industriale, ma anche tra creazioni funzionali                                 vare quelle lampadine, prodotte nello stesso modo per
                                                                                                                                e non funzionali. Ma se dovessi pensare a un prodotto                                    oltre 50 anni, e comprendere come utilizzarle in un
                                                                                                                                che ha contrassegnato il momento in cui sei stato in              1
                                                                                                                                                                                                    Questo testo è       modo diverso. Successivamente, essendo disponibili
                                                                                                                                grado di trasferire la ricerca concettuale dei tuoi anni di    stato scritto nel 1986    in varie misure, sono diventate rapidamente un’uni-
                                                                                                                                                                                                 e pubblicato per la
                                                                                                                                formazione nel design industriale, quale sarebbe?              prima volta in inglese    tà di misura per me, un modo di esplorare lo spazio.
                                                                                                                                                                                              e tedesco nel libro Fred   Decisi di concentrarmi sulla fonte lineare di un metro
                                                                                                                                MICHAEL ANASTASSIADES:     È stato quando ho avuto l’op-       Sandback: Sculpture,      come una forma che interagisse con lo spazio. L’arte
                                                                                                                                                                                               1966–1986 (Monaco
                                                                                                                                portunità di produrre qualcosa su scala industriale per la     di Baviera: Fred Jahn,    è, ovviamente, una parte importante della mia vita e
                                                                                                                                prima volta, quindi direi la mia prima collaborazione con           1986), 12–19.        sono sempre stato consapevole di certi riferimenti, ma

                                                             46                                                                                                                                         47
Per “Things that Go Together” al NiMAC, Anastassiades ha disposto a terra gruppi di oggetti creati negli ultimi 12 anni in modo non gerarchico.
questi non sono mai diventati espliciti nel mio lavoro.                                 rispetto per un reperto naturale o archeologico quando
Consciamente o meno, assorbi le informazioni e le filtri                                viene spostato dal suo contesto originale, addirittura il
attraverso la tua esperienza personale; quando alla fine                                rispetto per la luce e il buio. “C’è un motivo per cui vi
formalizzi le tue idee, magari tali riferimenti sono mu-                                sono il giorno e la notte e noi non dovremmo cercare
tati dentro di te. Ecco perché è stato così interessante                                di trasformarle l’una nell'altra”, una distinzione che, a
per me trasmettere le mie idee in String Lights: perché                                 tuo dire, potrebbe essere il motivo per cui sei diven-
mi ha consentito di estendere alla produzione industria-                                tato un designer di sistemi di illuminazione. Sembra
le e all’architettura ciò che stavo già esplorando con                                  che questo concetto di rispetto sia centrale nella tua
il mio marchio. L’ossessione per l’interazione con lo                                   professione, insieme all’idea di creare uno spazio che
spazio e per la sua misurazione era già presente, ma                                    sia adattabile.
in questo modo ero in grado di inserire un elemento
di improvvisazione attraverso la cordicella, da sempre                                  MICHAEL ANASTASSIADES:   O effimero. In quanto designer
tradizionalmente utilizzata come strumento per la mi-                                   o architetti, abbiamo la tendenza a voler controllare
surazione e il disegno tridimensionale.                                                 e definire eccessivamente il modo in cui le persone
                                                                                        vedono le cose e gli oggetti. Ma se porti tale elemento
ALESSANDRO RABOTTINI:  Con in mente questa idea di pro-                                 di rispetto nel tuo lavoro, allora consenti l'esistenza di
gettare luci per creare uno spazio, vedi l'architettura                                 uno spazio di accettazione: uno spazio più fluido in cui
come un possibile sviluppo del tuo lavoro in futuro?                                    è possibile più di una sola interpretazione. Credo che
                                                                                        nel momento in cui accetti le cose per ciò che sono,
MICHAEL ANASTASSIADES:  Non direttamente, e inoltre non                                 inizi a cogliere il modo in cui le relazioni hanno luo-
ho un desiderio immediato di passare a tale attività.              Le lampade a         go tra gli esseri e come non sia possibile controllarle.
Mi piace che i riferimenti all'architettura arrivino in-      sospensione e da tavolo   Neoptolemos non ha mai potato un solo albero perché
                                                                 IC Lights per Flos.
direttamente attraverso gli oggetti che progetto. Credo                                 per lui questo gesto era una metafora dell’amputazione.
fermamente che la luce definisca lo spazio ben oltre la                                 Ricordo che anni fa volevo che una pianta crescesse
funzionalità e la decorazione. Se guardiamo le culture                                  in una certa direzione mentre si arrampicava su per
del Sud piuttosto che quelle del Nord, vediamo in qua-                                  il muro di casa mia a Waterloo, ma questa voleva an-
le misura la vita venga nettamente definita dalla luce.                                 dare esattamente nella direzione opposta. Mi sentivo
La luce ha a che fare con l'architettura più di quanto                                  davvero scoraggiato. Ero scoraggiato perché non sta-
non spieghi la sua stessa definizione.                                                  vo seguendo la forza, il movimento, e imparai che era
                                                                                        proprio questo: il modo in cui ci si lavora intorno, il
ALESSANDRO RABOTTINI:      In un certo qual modo, molti                                 modo in cui si accoglie la resistenza e l’imprevedibilità
mobili che hai progettato tendono anch’essi a definire                                  che non si può controllare. E si dovrebbe consentire
uno spazio. Il sistema di librerie Jack che hai proget-                                 tale livello di improvvisazione anche quando si creano
tato per B&B Italia nel 2018 appartiene alla tradizione                                 prodotti industriali. Come designer, ma anche come
dei sistemi di scaffalatura che possono diventare an-                                   persone, possiamo solo dare suggerimenti e coinvol-
che pareti divisorie e il divano Rochester concepito per                                gere in questo modo il nostro pubblico. Ma qualunque
SCP nel 2015 è un’unità racchiusa che isola le persone                                  tentativo di imbrigliare la complessità del mondo è
dall’ambiente che le circonda. Per Dansk Møbelkunst,                                    semplicemente impossibile.
di recente hai creato una serie di elementi d’arredo che
include uno schermo divisorio. Capisco cosa intendi                                     ALESSANDRO RABOTTINI:  Come hai raggiunto questo spa-
quando dici che non senti l'esigenza di creare pareti                                   zio di accettazione come designer?
fisiche; sembra che tu abbia un approccio più morbido
alla definizione di spazio, come se volessi creare spazi                                MICHAEL ANASTASSIADES: Ho iniziato a capire cosa si-
che possono essere letteralmente accesi e spenti.                                       gnifica per me il design quando ho deciso di fuggire
                                                                                        dalla mia formazione come ingegnere; volevo fare
MICHAEL ANASTASSIADES: Preferisco suggerire uno spa-                                    qualcosa di creativo. Ma poi anche gli studi al Royal
zio piuttosto che effettivamente progettarlo in quanto                                  College di Londra dal 1991 al 1993 mi hanno insegna-
tale. L'arredamento, la luce e addirittura gli oggetti per-                             to ciò che non mi piaceva del design. Così ho provato
mettono la coesistenza di molte possibilità e scenari,                                  a esercitarmi da solo in una materia di cui non avevo
mentre l'architettura tende a essere più definita.                                      conoscenza né esperienza, provando a definire le cose
                                                                                        mano a mano che procedevo: attraverso l’improvvisa-
ALESSANDRO RABOTTINI:  Questo mi fa ripensare a ciò che                                 zione, l’intuizione e il processo di eliminazione. Quegli
hai menzionato prima riguardo il tuo desiderio di “ri-                                  oggetti carichi di riferimenti psicologici che hanno do-
spettare il comportamento di un oggetto” e “rispetto” è                                 minato la prima parte della mia carriera, come Design
una parola che ricorre più volte in un testo da te scritto                              for Fragile Personalities in Anxious Times (2004–05),
in merito all’impatto che l’architetto cipriota Neoptole-                               erano la dimostrazione del fatto che non volevo rima-
mos Michaelides ha avuto sulla tua giovinezza: rispetto                                 nere nel mezzo: sono fuggito dall’ingegneria e sono
per l’ambiente quando si tratta di costruire una casa,                                  andato all'estremo opposto dello spettro.                    Sopra: oggetti di arredo e di illuminazione disegnati da Anastassiades. Alla pagina seguente: la sua lampada da terra IC Lights per Flos.

                                                                        50                                                                                                                                              51
ALESSANDRO RABOTTINI:     Parlando di improvvisazione,                                   ALESSANDRO RABOTTINI:    In un certo senso stiamo tor-
intuizione, controllo e struttura, molte tue collezioni                                  nando al tuo interesse iniziale nel design radicale degli
presentano un format che potremmo definire, se non                                       ultimi anni ‘60 e in ciò che ha generato in termini di
addirittura seriale, come una sorta di “esaurimento”                                     approccio visionario alla libertà: se si pensa anche ad
di tutte le possibilità inerenti a un’intuizione. Spesso                                 Autoprogettazione? di Ezio Mari del 1974, con quell’i-
sembri procedere espandendo e allungando una forma                                       dea di stabilire un modulo e quindi dare all’utente la
o una proporzione in una serie ritmica di variazioni                                     responsabilità di creare il prodotto finale.
controllate, come se volessi vedere quanto puoi andare
lontano con quella stessa forma una volta che è stata                                    MICHAEL ANASTASSIADES: Cos’è un progetto? Un proget-
interpretata e posizionata in tutti i modi possibili.         Scopri di più su “Things   to è una serie di regole da seguire e può sembrare che
                                                               that Go Together” di
                                                              Michael Anastassiades      non vi sia nulla di più limitante di un progetto, ma
MICHAEL ANASTASSIADES:   Penso si tratti davvero di com-      nel libro pubblicato da    nel processo di eseguirlo alla lettera ti accorgi che al
prendere ed esaurire tutti gli scenari possibili. È inte-          Apartamento.          di là di esso esistono numerose altre possibilità. Con
ressante che tu menzioni questo aspetto ossessivo del                                    Arrangements, le persone possono cimentarsi in una
mio lavoro in relazione a ciò che ho detto prima: dover                                  forma di libertà senza che tale libertà diventi un’espe-
capire cosa volessi fare come designer attraverso un                                     rienza soverchiante. È interessante notare come String
processo di eliminazione di tutto ciò che non mi piace-                                  Lights abbia meno successo commerciale rispetto ad
va del design. Fondamentalmente, tale processo mi ha                                     Arrangements, molto probabilmente per via della li-
consentito di diventare più aperto all'accettazione e di                                 bertà radicale che presuppone e che può finire quasi
rendermi conto che in effetti va bene che tutte le cose                                  per intimidire. Apri la scatola e vedi questa cordicella
coesistano. Volevo sperimentare i comportamenti degli                                    infinita, con cui devi disegnare. È come mettere a di-
oggetti solo per trovare il modo di portare quel livello                                 sposizione una pagina bianca e dire: “ecco, questa è la
di entusiasmo nei prodotti industriali.                                                  matita, ora disegna”.

ALESSANDRO RABOTTINI:    Penso che questo sia ciò che, in                                ALESSANDRO RABOTTINI:   Tutto sembra riguardare l'espe-
un certo modo, definisce Arrangements (2017), dove la                                    rienza dell’utente oggigiorno, ma c’è una differenza tra
metodologia che abbiamo visto, basata sulla ripetizione                                  essere in grado di personalizzare un paio di scarpe da
di un modulo, giunge a conclusioni inaspettate. Quando                                   ginnastica e trovarsi nella posizione di poter concepire
vedi tutte le configurazioni di Arrangements installate                                  e realizzare uno spazio attraverso la luce, come accade
insieme, sembrano note su uno spartito: possiedono la                                    per String Lights.
stessa qualità formale di un movimento musicale. Ma
ci puoi fare qualunque cosa. È un progetto che puoi                                      MICHAEL ANASTASSIADES:   Ti definisce nello stesso modo
limitare o espandere, che può restare molto semplice                                     della tua calligrafia. È un tuo riflesso, e di solito con-
o divenire complesso: puoi tenere una forma singola,                                     dividere troppi aspetti di noi stessi con l'esterno ci spa-
minimale, o utilizzarne una certa quantità per creare                                    venta. Acquistare prodotti di design spesso significa
una parete luminosa ritmica, o addirittura creare un’e-                                  scegliere gli oggetti giusti e contrassegnare le caselle
suberante cascata di luce, quasi barocca. Arrangements                                   giuste della “enciclopedia dell’interior design”, mentre
sembra essere la manifestazione formale del tuo desi-                                    String Lights cattura l’immaginazione della persona e,
derio di esaurire tutte le possibilità disponibili di una                                paradossalmente, può anche avere un effetto negativo.
forma per comprendere che ve ne sono sempre altre.

MICHAEL ANASTASSIADES:    Normalmente il compito dei
designer è definire le cose e l’aspetto che dovrebbero
avere gli oggetti, mentre nel caso di Arrangements vo-
levo spostare l'attenzione e offrire creatività all’utiliz-
zatore. Volevo progettare un oggetto che potesse essere
aperto all’interpretazione di terzi, un oggetto in grado
di assorbire un certo livello di imprevedibilità tramite
un gesto democratico. Partendo da alcune istruzioni
di base, si può poi esplorare uno spazio intermedio e
deviare dal design originale.

                                                                        53
Il fotografo Alecio Ferrari e gli scenografi di Studio Fludd
si sono infiltrati negli spazi produttivi di Flos, mischiando i
componenti di LAMPADINA di ACHILLE CASTIGLIONI
(presto disponibile in sei nuovi colori) con oggetti trovati
per creare composizioni meravigliose.

               UNDER CONSTRUCTION

                              55
56
59
60
CASA
                Come esseri umani, desideriamo ardentemente aggregarci. Con
                la famiglia, con gli amici, con le persone che amiamo. Ma la qua-
                rantena ha insegnato una cosa a molti di noi: abbiamo bisogno

FAMILIAR
                anche di un po’ di privacy. Quando nel 1973 l'architetto spagnolo
                Ricardo Bofill e suo padre, Emilio, crearono una casa estiva a
                Mont-ras, a pochi chilometri dalla Costa Brava, avevano proprio
                questo in mente. La casa in stile radicale che costruirono non era
                intesa per una vita familiare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Piuttosto,
                suggeriva un equilibrio armonioso tra il vivere insieme e lo stare
                separati. Costruita attorno ai ruderi di una fattoria catalana, la casa
                è organizzata come un piccolo villaggio. I moduli abitativi indi-
                pendenti, tutti realizzati in mattoni marroni tipici del posto, sono
                disposti attorno a spazi di socializzazione all’aperto: una piscina
                e una zona pranzo, rivestite in piastrelle di ceramica rosse. È un
                luogo in cui un bambino (o un adulto) potrebbe perdersi, scivo-
                lando nell’ombra durante una partita a nascondino, scomparendo
                sotto un albero con un libro. Ma è altrettanto facile immaginare le

   DI
                vivaci cene fino a tarda sera, o le chiacchierate a bordo piscina con
                familiari ed amici. A quasi 50 anni dalla sua creazione, la casa è
                popolata da una nuova generazione, quella dei due figli di Ricardo:
                Ricardo E. Bofill, attuale presidente dell’azienda, e Pablo Bofill, il

RICARDO
                suo amministratore delegato. Durante la quarantena a Barcellona
                (a causa delle severe disposizioni di isolamento domestico non
                ha potuto recarsi a Mont-ras), Pablo riflette sulla casa in cui ha
                             scoperto il suo personale modo di vivere.

 BOFILL              Fotografia in bianco e nero TOMMASO SARTORI
                          Fotografia a colori GREGORY CIVERA

           63
Articolo precedente: Lampada Heco wall di Nendo.

Le piastrelle in ceramica smaltata in rosso dominano
gli spazi comuni esterni, dando vita a un magnifico
riflesso della casa sulla piscina.
La collezione per esterni In Vitro
di Philippe Starck.
In alto: Lampada Heco Corner
di Nendo.

                               69
La collezione per esterni Caule
di Patricia Urquiola.

                                  70
La residenza di famiglia di Ricardo Bofill, a
Mont-ras, a pochi chilometri dalla Costa Brava,
è organizzata come una piccola cittadina. Gli
ospiti hanno le proprie residenze private, ma
possono riunirsi negli spazi comuni all’aperto
se lo desiderano.
In alto: Lampada da terra per esterni IC Lights
di Michael Anastassiades.
Pagina successiva: Lampada da terra per
esterni Captain Flint, in Acciaio Inox Spazzolato,
di Michael Anastassiades.

                                                     74
La cosa più importante da sapere su questa        Crescendo, questa casa ha simboleggiato la
casa è che infrange le regole. È una casa fa-     libertà. Ho vissuto a Parigi fino ai 25 anni
miliare, progettata da mio padre, architetto,     e questo era un posto dove potevo andare
e costruita da mio nonno, costruttore, nel        con tutti i miei amici. Prendevamo il treno
1973. Ma ridefinisce il concetto di famiglia.     ed era una lunga avventura fino al confi-
La famiglia non è costituita solo da quelle       ne della Spagna. Cambiavamo treno alle
persone che sono legate a te da vincoli di        6 del mattino e arrivavamo qui. Ricordo
sangue o matrimonio: è la famiglia che crei,      che quando avevo 15 o 16 anni ci andavo
i tuoi amici. Lo scopo di questa casa è in-       con molti amici. Potevamo goderci la casa
ventare un nuovo modo di vita in comune.          alla fine di giugno, quando tutti gli altri la-
Si può stare insieme ma non necessaria-           voravano ma noi eravamo in vacanza. Ci
mente dover stare insieme.                        potevamo restare 10 giorni, due settimane,
                                                  da soli. È un posto dal quale non serve spo-
La casa è progettata quasi come un piccolo        starsi. Una casa con un patio che ha una
villaggio, con singoli moduli disposti attor-     vita interna e tutto accade attorno ad esso.
no a spazi esterni comuni. La disposizione        Penso che sia il luogo in cui ho scoperto il
consente a tutti di godersi la propria libertà,   mio personale modo di vivere. Questa casa
la propria intimità, la propria vita all’inter-   lascia spazio a una gran varietà di approcci.
no dello spazio. Ogni persona o coppia che
viene qua ha un modulo a sua disposizione         È, in effetti, uno dei temi della nostra ar-      Ricardo Bofill con i suoi figli Pablo Bofill (a sinistra) e
ed è possibile senza vedere nessun altro:         chitettura: come vivere in comunità sen-          Ricardo E. Bofill (a destra).

si può uscire o entrare senza passare dal-        za sentire la pressione di tutti coloro che
le aree comuni. Alcuni utilizzano la casa         ci stanno attorno. Anche se si vive in un
solo per dormire. Ma, al contrario, quan-         piccolo appartamento in un condominio di
do si è liberi o si vogliono incontrare altre     social housing come Walden 7, ogni unità
persone, fare due chiacchiere, stare insie-       ha un’entrata separata. Le persone posso-
me, basta uscire fuori. È un luogo sempre         no vivere insieme senza avere l’obbligo di
molto attivo. Ci sono sempre tante persone,       vivere insieme. È qualcosa che proviamo
tante discussioni.                                sempre a fare: creare rapporti tra l’indivi-
                                                  duo e la collettività.

                                                  Per un po’ di tempo, per il nostro bene,
                                                  non potremo vivere come al solito. Siamo
                                                  tutti in isolamento, ora, nella nostra casa
                                                  o nel nostro appartamento. Non possia-
                                                  mo evadere da casa nostra. Non possiamo
                                                  semplicemente uscire e andare da qualche
                                                  altra parte. Abbiamo l’obbligo di stare a
                                                  casa. Ma allo stesso tempo siamo animali
                                                  sociali. Non possiamo proprio vivere da
                                                  soli. Quindi dobbiamo continuare a ride-
                                                  finire, attraverso l’architettura, nuovi modi
                                                  di stare insieme.

                                                  Di Pablo Bofill
                                                  (testo raccolto da Hannah Martin)

                                                                        77
PROFILE

 Maurice Scheltens
e Liesbeth Abbenes

          79
Le fotografie di Maurice Scheltens e Lies-        Le cose rivelano ciò che siamo e ciò che
beth Abbenes sono insieme riproduzioni            vogliamo essere. La potenza delle foto-
di scene incredibilmente familiari e dipinti      grafie di Scheltens e Abbenes si cela nella
astratti composti da colori e linee. Spin-        loro abilità di rivelare visivamente i molti
gono lo spettatore a guardare al mondo            strati di significato delle cose. Trasportano
con occhi diversi, ad andare oltre ciò che        l’osservatore nel loro modo di guardare il
già conoscono e a mettere insieme, pezzo          mondo e impiegano una gran varietà di
per pezzo, una propria narrativa persona-         strategie, come quella di incorniciare le
le. Che sia la matita sulla nostra scrivania,     scene in modi sorprendenti, creando com-
la lampada nell’angolo, la tenda davanti          posizioni insolite e zumando su dettagli
alla finestra o la sedia in paziente attesa di    che solitamente sfuggono all’attenzione
qualcuno si sieda, gli oggetti rivelano qual-     dell’osservatore. Ho incontrato Maurice e
cosa sulle nostre vite. Sebbene ogni cosa,        Liesbeth su Skype dal loro rifugio domesti-
isolata, abbia un’aura di autosufficienza,        co ad Amsterdam. Durante l’isolamento, su
contiene anche una moltitudine di riferi-         richiesta di Flos, hanno rivolto l’obiettivo
menti a un mondo al di là di sé. La consape-      all’interno per documentare la loro casa e
volezza di questo mondo “oltre” aumenta                     gli oggetti che la abitano.
quando gli oggetti vengono combinati e si
tracciano delle linee narrative. Questa qua-       Testo di LOUISE SCHOUWENBERG
lità ci consente di identificarci con le cose            Fotografie di SCHELTENS
che ci circondano nella vita quotidiana.                       & ABBENES

                                             80                                                   Lampada da tavolo IC Lights in finitura Rosso Burgundy   81   di Michael Anastassiades
Lampada da terra per esterni IC Lights in finitura Rosso   82   Burgundy di Michael Anastassiades.   Lampada da tavolo Glo-Ball di Jasper Morrison, in finitura Nera.   83
Mayday Anniversary in finitura Grigio Chiaro di Konstantin Grcic.   84   Bellhop di Edward Barber e Jay Osgerby, in colore giallo, ritratta   85   insieme ad oggetti di poliestere che si trovano in giro per casa.
Scheltens e Abbenes          LOUISE SCHOUWENBERG: Come     descrivereste    LOUISE SCHOUWENBERG:        Per la prima volta
                             ciò che fate mentre fotografate?                avete utilizzato i vostri spazi abitativi come
tendono a finire l’uno le                                                    sfondo per ciò che volevate fotografare.
frasi dell’altra. Dopo una   SCHELTENS AND ABBENES:     Ci chiediamo come
vivace conversazione,        possiamo penetrare nelle cose? Come fac- SCHELTENS AND ABBENES: Abbiamo ricevuto
Schouwenberg ha fuso le      ciamo ad andare oltre la superficie, oltre la l’incarico poco dopo l’inizio della crisi del
                             consistenza e il colore, oltre la cosa stessa? coronavirus. La maggior parte della vita
loro risposte qui, creando   Toccando ogni aspetto con l’occhio del- pubblica si è fermata e le persone sono do-
una storia in comune.        la fotocamera, proviamo a raggiungerne il vute rimanere a casa; per noi non è stato un
                             nocciolo. Con le immagini diciamo “ecco, grosso problema. Dopotutto, siamo abituati
                             questo è il vero aspetto delle cose” e con- a restare in “quarantena volontaria”. Flos ci
                             temporaneamente mettiamo in discussione ha chiesto di organizzare il servizio foto-
                             ciò che guardiamo, invitando l’osservatore a grafico all’interno di casa nostra. Viviamo
                             fare la stessa cosa. La realtà rimane un miste- e lavoriamo in questo posto, ma non ab-
                             ro da mettere a nudo, riconoscendo al con- biamo mai utilizzato la nostra casa e i suoi
                             tempo che rimarrà un mistero anche dopo interni come elementi delle nostre fotogra-
                             averne rappresentati i più piccoli dettagli.    fie. Stavolta i nostri spazi abitativi perso-
                                                                             nali sarebbero diventati i protagonisti degli
                             LOUISE SCHOUWENBERG: Avete ricevuto l’in- scatti, o per lo meno sarebbero stati molto
                             carico di fotografare una serie di lampade presenti in ogni fotografia. Solitamente co-
                             iconiche prodotte da Flos, un’azienda ita- struiamo le scene davanti alla fotocamera e
                             liana nata nel 1962 con lo scopo di rein- ci assicuriamo che tutti gli aspetti (oggetti,
                             ventare la nozione stessa di illuminazione superfici, contesto circostante) siano del
                             artificiale. Avete fatto ricerche sulla storia tutto costruiti e controllati da noi. Collo-
                             dell'azienda prima di iniziare il lavoro?       care le lampade sullo sfondo della nostra
                                                                             casa è stata un’esperienza piuttosto fuori
                             SCHELTENS AND ABBENES: Naturalmente co- dal comune per noi. Ci ha fatto guardare il
                             nosciamo Flos e abbiamo grande rispetto luogo in cui viviamo con occhi nuovi.
                             per le lampade intramontabili che produce.
                             Non potremmo lavorare con un marchio se Dopo aver studiato le proprietà di ogni sin-
                             i suoi prodotti non si armonizzassero con il gola lampada, abbiamo cercato un luogo
                             nostro senso di qualità ed estetica. Ma non di casa nostra che offrisse la possibilità di
                             abbiamo fatto ricerche sulla storia di Flos costruirvi attorno uno scenario, fingendo
                             per poi creare un’immagine che le corri- che la lampada fosse sempre stata lì. Come
                             spondesse. Abbiamo iniziato osservando sempre, abbiamo composto ciascun set per
                             intensamente gli oggetti, cercando di sco- l’occhio della fotocamera. Ma questa vol-
                             prire i segreti che si nascondono dietro le ta, in ogni scena, è visibile una parte della
                             loro forme e i loro colori. Per ogni scatto nostra casa.
                             siamo partiti da zero e abbiamo creato un
                             numero infinito di variazioni. La sperimen-
                             tazione è il cuore del nostro solito modo
                             di lavorare. Si potrebbe dire che il nostro
                             modo di lavorare è in linea con l’ambizione
                             di Flos: reinventare la nozione di illumina-
                             zione, più e più volte.

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