Prima edizione: Together - persone, luoghi e cose riu- niti alla ricerca di nuovi modi di vivere in armonia. La collezione Coordinates di Michael ...
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Prima edizione: Together — persone, luoghi e cose riu- niti alla ricerca di nuovi modi di vivere in armonia. La collezione Coordinates di Michael Anastassiades a Mila- no, Maurice Scheltens e Liesbeth Abbenes ad Amsterdam, Vincent Van Duysen ad Anversa, una residenza di artisti a Brescia e la “Casa Familiar” di Ricardo Bofill, del 1973, a Mont–ras, tutto visto sotto una nuova luce.
Alle Cristallerie Fratelli Livellara, una ex vetreria nella periferia di Milano, il fotografo TOMMASO SARTORI ci racconta Coordinates, un nuovo sistema di illuminazione di MICHAELS ANASTASSIADES per Flos. All’interno della fabbrica degli anni ‘20, di ispirazione futurista, queste moderne opere di design industriale trovano un equilibrio naturale. Attorno al 1920, in un quartiere industriale Oggi, questo luogo ha l’aspetto di un sito della periferia di Milano fu costruito un im- archeologico industriale, con vecchie cister- pianto per la produzione di olio vegetale di ne per acqua e olio e rifugi antiaerei ancora 11.000 metri quadri. Lungo e stretto, fatta intatti. Questi dettagli sono stati volonta- eccezione per il sorprendente ingresso con riamente mantenuti attraverso una ristrut- facciata cilindrica, la sua architettura prende- turazione rispettosa, che ha conservato gli va spunto dallo stile futurista, con ispirazio-strati di attività che si sono avvicendati in ne alla scuola di Antonio Sant’Elia e ai suoi tali spazi. Più recentemente, Luca Locatelli, disegni della Città Nuova. E nel corso degli che non si è lasciato sfuggire l’immobile anni, questo edificio lungimirante si è adat- nel 2015, prima che venisse demolito, ha tato, più e più volte, al cambiare dei tempi. aperto Spirit de Milan (spiritdemilan.it). Questo spazio concettuale rappresenta un Quando la famiglia Livellara acquistò lo luogo di aggregazione grazie a un ristoran- stabile nel 1963, aveva qualcosa di nuovo te, una sala da ballo e un teatro, oltre ad in mente per la fabbrica: l'attività vetraria. altri progetti in divenire, tra cui uno spazio Fecero arrivare dei maestri di Murano in- di co-working e un cabaret. Ma per un mo- sieme ai loro forni e alle loro attrezzature mento, mentre l’Italia usciva dai suoi mesi e lo trasformarono nelle Cristallerie Fratel- di quarantena, Flos ha avuto lo spazio tutto li Livellara, che produsse vetro soffiato a per sé, inviando Tommaso Sartori a fotogra- bocca fino al 2004. Anche se la produzione fare le nuove serie di lampade di Michael ora è stata trasferita altrove, nell’edificio Anastassiades, Coordinates. Per il servizio centrale che si affaccia su Via Bovisasca, la fotografico, Sartori ha lasciato che il passato via principale di una zona post-industriale, dell’edificio riaffiorasse in modo apparente: sede di alcuni dipartimenti del Politecnico le pareti vissute, le tubature a vista, l’usura di Milano, c’è ancora un negozietto che degli anni... così che la sua ricca storia fa- vende cristalleria Livellara. cesse da sfondo a qualcosa di nuovo. 5
18 Copertina: Coordinates S1. Pagine 3-4: Coordinates Module S, F. Pagina 5: Coordinates S2. Pagina 7: Coordinates Module S. Pagina 8: Coordinates F. Pagina 9: Coordinates S4. Pagina 10: Coordinates S1. Pagina 11: Coordinates S2. Pagina 12: Coordinates S4, F. Pagine 13-14: Coordinates S2, S4, F. Pagina 15: Coordinates S4. Pagina 16: Coordinates S4, Module S. In questa pagina: Coordinates S1, detttaglio. Tutti i modelli sono disegnati da Michael Anastassiades.
FLOS STORIES ISSUE ONE: TOGETHER L’idea di chiamare il primo numero della nuova dove, sotto i soffitti affrescati di Palazzo Monti, rivista Flos ‘Together’ è venuta un mese prima una vivace residenza per artisti mette in contatto dell’inizio del lockdown. L’idea era quella di rac- creativi di tutto il mondo. Nella Casa Familiar contare storie di connessioni... tra luce, perso- di Ricardo Bofill, una residenza estiva costruita ne, oggetti e spazi. Oggi, questo tema sembra nel 1973 a pochi chilometri dalla Costa Brava più pertinente che mai, mentre attraversiamo spagnola, analizzeremo l’approccio ancora radi- collettivamente una pandemia globale. Giorno cale dell’architetto alla vita in ambienti interni ed dopo giorno, impariamo come coesistere con gli esterni. E vi porteremo nel mondo mentale del altri, scopriamo sinergie inaspettate e sviluppia- nostro collaboratore di lunga data Michael Ana- mo nuovi modi di stare insieme. In Flos Stories stassiades (il suo ultimo lampadario Coordinates troverete oggetti, composizioni, coppie, famiglie, unisce linee orizzontali e verticali in brillanti com- idee e parole che illustrano questa idea di insie- posizioni) con una visita alla sua prima mostra me. Osserverete gli interni di una casa nata in antologica a Cipro, ‘Things that Go Together’. un vecchio magazzino di patate ad Amsterdam, Qui, Anastassiades ci mostra come gli oggetti ac- dove i fotografi Maurice Scheltens e Liesbeth quisiscano un nuovo significato in base a ciò che Abbenes, partner nella vita e nel lavoro, vivono hanno vicino. Stare insieme ci insegna delle cose. con i loro due figli. Si sono fotografati nella pro- Ci offre nuove prospettive sulla vita. E illumina la pria casa durante la quarantena. Vi porteremo strada che abbiamo davanti a noi. Unitevi a Flos a Brescia, a pochi chilometri dalla sede di Flos, lungo questo viaggio verso un futuro luminoso. 19
INDICE 22 Essay Vincent Van Duysen ‘Things that Go Together’ ↑ Palazzo Monti ↑ Michael Anastassiades 24 40 1 Coordinates ↑ Casa Familiar di Ricardo Bofill ↑ ← Under Construction 78 Giochi di Sany ← Maurice Scheltens 54 e Liesbeth Abbenes 62 94 Collaboratori 98 Questioario 101 100 Edward Barber e Jay Osgerby Nuovi prodotti Primavera/Estate 2020
Vincent Van Duysen Soli con noi stessi Non credo che torneremo beatamente alla nostra vita di prima. Prendiamo co- loro che di solito sfrecciano per il mon- do, che cercano sistematicamente la il filtro della mia empatia e della mia felicità altrove, precipitosi e irrequieti. immaginazione. È così che creo. Ma Continueranno a farlo? Oppure molti a dire la verità, raggiungo il massimo di loro condurranno vite più lente e della creatività quando sono circondato consapevoli? Rimarranno più vicini a dalle persone, quindi l’interazione con casa e, ad esempio, daranno molto più il mio team è fondamentale. Anche ora valore ai propri cari, al proprio ambien- che non possiamo vederci di persona La nostra esistenza ha subito un’im- te, alla propria abitazione? Penso che (o che possiamo farlo solo di rado), ab- provvisa frenata. I recenti eventi globali sceglieranno la seconda alternativa. biamo l’abitudine di fare dei meeting rappresentano un campanello d’al- quotidiani. Come in quasi tutto il re- larme assordante. Le nostre vite, un Io sono una persona piuttosto irrequie- sto del mondo, abbiamo trovato nuovi tempo caratterizzate dall’interazione ta. Ma, nonostante la velocità con la modi di collaborare. con gli altri, ora le trascorriamo in quale conviviamo oggi, sento il forte isolamento, in una sorta di conviven- bisogno di calma visiva e di purificazio- Nel mio caso, la meditazione è la for- za forzata con noi stessi. Ma le restri- ne catartica. In questi giorni trovo quel ma più alta di introspezione, e la mia zioni non sono sempre solo dannose. tipo di calma nella natura, che com- casa è il mio tempio. È un posto quasi Hanno anche un lato positivo. Questo pare in quasi tutti i miei progetti. Nel sacro in cui trovo l’equilibrio tra mente è il momento per riconnettersi con il cuore di Anversa, quasi non mi sembra e corpo, canalizzando l’energia crea- proprio “io” interiore, per fare i con- di vivere in città. Ho un cortile interno, tiva e, allo stesso tempo, scacciando ti con noi stessi, come in un culmine un magnifico giardino, uno specchio via la negatività. Qui il tempo rima- di consapevolezza. d’acqua: tutti gli elementi essenziali ne sospeso. I miei pensieri fluiscono. della natura. Così sono diventato una Mi lascio guidare. A un certo punto, Questo nuovo percorso verso l’intro- specie di eremita in casa mia. Esco di sia il corpo che la mente entrano in spezione inizia con il riconoscere e rado, se non per brevi passeggiate con uno stato di profonda quiete. Proprio l’ammettere che il nostro modus vi- i miei cani. adesso, la nostra casa può diventare vendi precedente, i nostri rituali di la- l'antidoto a questa situazione surreale. voro, la nostra corsa disordinata da un A casa con me stesso, cerco di essere È il luogo in cui ci circondiamo di fonti luogo all’altro del pianeta, non sono come una spugna. Tutto mi può poten- di ispirazione dall’arte, dalla bellezza più sostenibili. Quando il pianeta tor- zialmente ispirare: un documentario o da altri individui. È dove svolgiamo nerà alla normalità, noi abitanti della su YouTube, un’immagine di qualcu- in sicurezza i rituali quotidiani che ci Terra dovremo riconsiderare la nostra no che seguo su Instagram, un libro, portano al di là del presente, in una nuova normalità. un’opera d’arte. Passa tutto attraverso nuova realtà, insieme. Vincent Van Duysen è un architetto e designer belga che vive ad Anversa. Il suo lavoro, riconosciuto per la sua essen- ziale semplicità, va dall’interior design di residenze private, alla progettazione di hotel, fino al design di arredi e sistemi di illuminazione. Van Duysen ha scattato le foto (a destra) questa primavera, mentre si trovava a casa in quarantena con i suoi tre cani, Gaston, Pablo e Loulou. 22 23
PROFILE PA L A Z Z O In un palazzo del XIII secolo a Brescia, Edoardo Monti ha stabilito una residenza artistica dinamica, raccogliendo materiale creativo da tutto il mondo. Lo abbiamo contattato a maggio, proprio mentre l’Italia riemergeva dal suo lockdown di due mesi, per parlare della realizzazione della comunità, del futuro delle mostre d’arte e di cosa significa tra- scorrere la quarantena in un palazzo italiano. MON T I Intervista di HANNAH MARTIN Fotografie di SANTI CALECA BR ESCIA 24
Lampada IC Light Double Rosso Burgundy di Michael Anastassiades con a fianco a una scultura di Quan Un coloratissimo quadro di Bea Bonafini appeso in Can e un’opera in marmo di Pablo Limón. una delle sale dello studio. 26 27
HANNAH MARTIN: Raccontami la storia di HANNAH MARTIN: Come funziona la residenza? HANNAH MARTIN: Si crea un senso di comu- Palazzo Monti. Perché hai scelto questa nità tra i residenti? residenza? EDOARDO MONTI: Consigliamo agli artisti di venire per un mese. Ma abbiamo anche EDOARDO MONTI: Certamente. Tutti hanno EDOARDO MONTI: Ho vissuto a New York per avuto alcuni residenti che si sono fermati uno spazio privato, ma ci incontriamo per cinque anni, lavorando nel campo della più a lungo. Forniamo una camera priva- colazione e cena, usciamo, ci divertiamo, moda; sentivo semplicemente l'esigenza di ta, atelier privati, spazi espositivi e spazi beviamo insieme. Ogni mese è diverso. fare qualcosa di diverso, magari qualcosa in comune all’interno di Palazzo Monti e Non si può prevedere come si mischieran- di più vicino al mondo artistico. Ho pen- chiediamo a ciascun residente di lascia- no le persone. Ma non abbiamo mai avuto sato a questo spazio a Brescia, un palazzo re una loro opera d’arte a scelta. Crea un un’esperienza negativa. Qui sono nate ami- del XIII secolo (che appartiene alla nostra dialogo con lo spazio. Piuttosto che ave- cizie incredibili e un paio di storie d’amore. famiglia dagli anni ‘50) e a quanto sarebbe re un notebook con 150 foto e biografie è Ed è davvero incredibile vedere i residenti stato meraviglioso riunire qui le persone. molto meglio avere un palazzo decorato condividere le proprie conoscenze. Quan- Abbiamo iniziato a marzo del 2017 e da con le opere di ciascun artista. Essendo do arriva qualcuno che ha appena finito gli allora abbiamo ospitato più di 150 artisti no-profit, non chiediamo alcun pagamen- studi trova estremamente interessante par- provenienti da 50 paesi e impegnati prati- to e copriamo la maggior parte delle spese lare con artisti nel bel mezzo della carriera camente in qualunque settore si possa im- dei residenti. e fare loro delle domande, che sia sul modo maginare. Oltre a pittori, fotografi e sculto- in cui gestiscono i contatti con gallerie, cu- ri, abbiamo ospitato anche designer, come HANNAH MARTIN: Parlami di quegli straordi- ratori o collezionisti, oppure su come gesti- Sabine Marceli, Soft Baroque, Guillermo nari affreschi. re tasse e fatturazione. Il palazzo è in centro Santoma e Pablo Limón, videografi, poeti in una antichissima città che offre pratica- e artisti dello spettacolo. Avevamo anche EDOARDO MONTI: Sono neoclassici, una com- mente tutto ciò che si può immaginare in uno chef. mistione di storie greco–romane dipinte nel termini di cultura, cibo e musei. Ma grazie 1750. Un soffitto ritrae la caduta di Fetonte, al modo in cui lo spazio è organizzato, non HANNAH MARTIN: Come scegli i residenti? la scena di un uomo in cielo, che cade da è necessario uscire. Si può semplicemente un possente cavallo. Quando si entra nello rimanere all’interno della proprietà e creare EDOARDO MONTI: Lavoro con un consiglio spazio espositivo principale, ci sono altri per tutta la settimana. di amministrazione da Londra, Parigi, New due meravigliosi soffitti. In uno si vede Ve- York e Seoul. Essendo io stesso collezio- nere con le proprie ancelle. È l’unica che nista, non volevo essere influenzato dalle guarda verso il basso, quindi pensiamo che mie preferenze personali. Mi piacciono la fosse la figlia del proprietario originale del- pittura e la scultura figurative, ad esempio, la casa, oppure sua moglie. Ti guarda e ti ma volevo che la residenza fosse più uno dà il benvenuto nella stanza. L’altro ritrae specchio dei nostri tempi che dei miei in- Apollo - ed è perfetto - circondato dalle teressi di collezionista. Quindi con il con- nove muse dell’arte. siglio esaminiamo le richieste, circa 100 al mese, e selezioniamo gli artisti da invitare. HANNAH MARTIN: Sono molti gli artisti che finiscono per creare opere che traggono HANNAH MARTIN: Cosa cerchi? ispirazione dal palazzo? EDOARDO MONTI: Siamo abbastanza aperti. EDOARDO MONTI: Sì, certamente. Il bello Edoardo Monti (a sinistra) con l’artista Lavoriamo con artisti di ogni età, in ogni è che non è sempre ovvio come ispira le in residenza Leonardo Anker Vandal fase della loro carriera. Siamo anche aper- persone. Ma lo posso sicuramente capire (a destra). ti ad artisti che vogliono esplorare nuovi dai colori, dalle forme, dalla ricerca. Na- mezzi. Un fotografo può fare domanda ma turalmente alcuni artisti, soprattutto i pit- dichiarando di voler provare la scultura o la tori figurativi, hanno inserito figure e volti pittura. E dato che non siamo una galleria o scene provenienti dagli affreschi nelle né uno spazio espositivo commerciale, pos- proprie opere. Ma la maggior parte delle siamo concedere agli artisti tale libertà. Se volte è molto più sottile: la luce nel cortile, vieni qui dicendo di essere un pittore non ti i colori degli affreschi, diventano tutti parte costringiamo a dipingere. della tua vita quotidiana. A sinistra: Lampada a sospensione Coordinates S3 Champagne Anodizzato di Michael Anastassiades. 29
A sinistra: Lampada a sospensione 2097/18 Cromo di Gino Sarfatti con una sedia di Fredrik Paulsen e una scultura di Henry Hussey. In alto: Lampada da parete Foglio, in finitura Oro 22K di Tobia Scarpa. 30 31
HANNAH MARTIN: E penso che per alcuni mesi HANNAH MARTIN: Dimmi di più sulla mostra EDOARDO MONTI: Come disse Winston Chur- sia stato davvero così. Come è stato trascor- drive-in. Vuoi dire che lo spettatore visi- chill, “Mai sprecare una buona crisi”. rere qui la quarantena? Siete in una delle terà questo spazio rimanendo a bordo della zone più colpite d’Italia. Ma essere confi- sua auto? HANNAH MARTIN: Stavo pensando a quando nati in un palazzo non sembra così male. ci siamo incontrati a Seoul lo scorso autun- EDOARDO MONTI: Sì, si chiama Art Drive-In. no. Eri appena arrivato dalla fiera d’arte di EDOARDO MONTI: Bergamo e Brescia, la mia Shanghai. Io ero in Corea per un reportage. città natale e il luogo in cui si trova la re- HANNAH MARTIN: Mi piace. sidenza, sono state entrambe colpite molto EDOARDO MONTI: Sono atterrato all'aeroporto duramente dalla pandemia. È stata davve- EDOARDO MONTI: Le persone non potranno e sono venuto subito da voi al bar. Io ero ro dura. Per fortuna, la quotidianità alla assembrarsi per alcuni mesi. Ma si può sa- esausto. Tu eri esausta. Il giorno dopo sarei residenza non è stata colpita perché siamo lire in auto, entrare in questo garage sot- partita per Tokyo. Era una vera follia. Vo- abbastanza indipendenti dal mondo ester- terraneo e ammirare alcune opere d’arte gliamo davvero tornare alla vita di prima? no. Ma abbiamo dovuto riprogrammare i create in loco. È un modo estemporaneo di Ma allo stesso tempo penso: un italiano, prossimi soggiorni. Inoltre, gli artisti non fare qualcosa e, allo stesso tempo, di dare un’americana e il nostro amico Hye, un potevano uscire per procurarsi i materiali, agli artisti un po’ di sostegno tangibile. coreano... Tre continenti che si incontrano quindi dovevano lavorare con ciò che ave- in un bar di Seoul. È così che avvengono vano. Hanno usato pezzi di tessuto e vecchi HANNAH MARTIN: Non so te, ma io sono un le cose. pezzi di legno per creare opere d’arte più po’ stufa delle sale virtuali. piccole e telai. È stata un po’ una sfida per HANNAH MARTIN: Non c’è davvero paragone loro, ma ha anche reso le cose interessan- EDOARDO MONTI: Sì, vero? Perché è stata con la vicinanza fisica. ti. Abbiamo dovuto reimpostare un po’ il inventata la pittura? E la scultura? Piutto- nostro programma andando avanti. Dal 1 sto che scattare foto di dipinti e sculture e EDOARDO MONTI: Abbiamo i nostri social giugno accetteremo solo artisti italiani per metterle online, perché non ci concentria- media e internet ci consente di rimanere un certo periodo di tempo, a causa delle mo sull’artista che lavora con mezzi che sempre in contatto con chiunque. Ma il bri- restrizioni sui viaggi. hanno un senso in questa nuova normalità? vido delle esperienze fisiche, l'essere insie- Penso agli artisti digitali, ai videografi, ai me a qualcun altro, è un’emozione che non HANNAH MARTIN: Quali artisti sono rimasti fotografi e anche ai designer. La casa è di- si può provare in modo digitale. È anche per tutta la durata della pandemia? ventata così importante per noi negli ultimi per questo che non sono del tutto favore- due mesi. vole al voler catapultare l’arte nel mondo EDOARDO MONTI: Osamu Kobayashi, un arti- digitale. Il 99% di ciò che proviamo scatu- sta statunitense, ha lavorato qui a una mo- HANNAH MARTIN: Stai pensando ad altri nuo- risce dal dialogo con gli artisti, dalla visita stra con A+B Gallery negli ultimi mesi. E vi modi di esibire l'arte? dei loro spazi, dallo stare insieme a loro. Leonardo Anker Vandal, danese, ha tenuto Dopo una mostra a Palazzo Monti faccia- uno studio qui. È un residente di lunga data EDOARDO MONTI: Penso che dovremmo pren- mo sempre una grande cena con almeno 50 che ho assunto alcuni anni fa per fare da derci un momento e vedere se ciò che de- ospiti. È così che si instaurano i rapporti. È custode alla struttura. Continua a svolgere finiamo “normale” vada veramente bene. così che ci si conosce: bevendo qualcosa il suo lavoro. Entrambi questi artisti faran- Forse ci verranno in mente nuove strate- insieme, mangiando e condividendo il tem- no parte di una mostra drive-in che sto cu- gie e creeremo un mondo migliore? Tutti po, divertendosi, baciandosi, toccandosi e rando insieme ad altri. Stiamo installando si stanno affrettando a creare una qualche abbracciandosi. Le idee nascono quando si alcuni progetti specifici in un garage locale versione online di ciò che consideravamo sta insieme. con parcheggio sotterraneo. È difficile per il mondo pre-COVID, ma io penso che la gli artisti sapere come saranno influenzati domanda che dovremmo porci è “il mon- dalla pandemia nel lungo periodo. Quindi do era davvero così bello da voler tornare cerco di fare tutto il possibile per sostenerli come prima”? Oppure era un po’ tossico e assicurarmi che abbiano accesso a delle per alcuni settori e alcune persone? opportunità. HANNAH MARTIN: E per il pianeta. A destra: le opere di Serena Fineschi nella galleria sovrastate da un affresco che raffigura Venere e le sue ancelle. 32
A sinistra: Lampada Super Line, in Grigio, di Flos Architectural. In alto: Infra-Structure Episode 2 in Nero, di Vincent Van Duysen, con una scultura di Serena Fineschi. 34 35
In alto: un dipinto di Peter Evans, proprio di fronte, predomina in uno studio condiviso di Palazzo Monti. In alto a destra: le opere d’arte di Antonio Fiorentino appese alla parete, con la lampada Mayday Anniversary, in finitura Grigio Chiaro, di Konstantin Grcic. In basso a destra: Lampada Bellhop, in finitura Grey Blue, di Edward Barber e Jay Osgerby con le sculture di Leonardo Anker Vandal. 36
In alto: Lampada da terra IC Lights, in finitura Rosso Burgundy, di Michael Anastassiades illumina un’opera d’arte di Serena Fineschi. A destra: Infra-Structure Episode 2 in Nero, di Vincent Van Duysen, con la Suspension Panel 600. 38
MICHAEL ANASTASSIADES Things That Go Together Per l’organizzazione della sua retrospettiva al Nicosia Mu- nicipal Arts Center nel 2019, il designer cipriota Michael Anastassiades ha scartato qualsiasi allestimento sceno- grafico. Ha scelto invece di esporre oltre 100 oggetti — luci, tavoli, collezioni di pietre e utensili, modelli per una fontanella – in modo più democratico, raggruppandoli ca- sualmente a terra. Nessun piedistallo. Nessuna bacheca. Nessun ordine cronologico. Nessun percorso predefinito. I visitatori potevano aggirarsi a loro piacimento all’inter- no di questa “costellazione”. Questo approccio si è dimo- strato perfetto per la mostra, intitolata ‘Things that Go Together’ (cose che vanno insieme), che ha ripercorso 12 anni di attività del designer. Dissolvendo le barriere tra essere umano e oggetti, collezionabili o di uso quotidiano, Anastassiades ha creato uno spazio fluido, non dissimile dal suo studio londinese, in cui ogni cosa può comunicare con l’altra. Prendendo spunto dall'esposizione, il critico d’arte e curatore Alessandro Rabottini ha discusso con Anastassiades del rispetto degli oggetti, del lasciarli un po’ andare (soprattutto quando si tratta di piante domestiche ostinate) e del perché “sia OK che tutte le cose coesistano”. Fotografie di OSMA HARVILAHTI Intervista di ALESSANDRO RABOTTINI 41
Le collezioni di Michael Anastassiades di ciottoli vulcanici, pietre pomice e piante essiccate.
COMPORTAMENTI INASPETTATI ALESSANDRO RABOTTINI: Un po’ come raccontare una storia. Questa intervista è stata pubblicata nel libro Things that MICHAEL ANASTASSIADES: Mi è sempre interessato molto Go Together, pubblicato da Apartamento. costruire rapporti con gli oggetti che vadano al di là della loro funzione, un rapporto più psicologico, un livello di scoperta che quasi intensifica una forma di ALESSANDRO RABOTTINI: Quando finalmente ho visitato dipendenza con tale oggetto. Ed è qualcosa che ho la tua mostra a Cipro, il senso del titolo che hai scel- esplorato non solo in modo più evidente con i miei to, Things that Go Together, mi è stato subito chiaro: primi lavori “concettuali” realizzati a metà degli anni elementi di arredo, oggetti e creazioni non funzionali ‘90, ma anche con i prodotti più “funzionali” che erano letteralmente adagiati gli uni accanto agli altri, sono venuti dopo, cercando di espandere il modo in rendendo l’intera esperienza estremamente immersiva. cui definiamo un oggetto e la sua ovvia funzionalità. È qualcosa che diamo per scontato quando si tratta di Se si prende, ad esempio, l’Anti-Social Light (2001), mostre d’arte, ma molto meno se osserviamo le espo- vediamo che risponde all’ambiente in un modo molto sizioni di design: a iniziare dai primi anni ‘60, infatti, e specifico: funziona come una normale lampada, con la in particolare con il minimalismo, gli artisti hanno tolto differenza che si illumina solo quando c’è un silenzio le proprie sculture dai piedistalli e le hanno appoggiate assoluto, quindi non è consentito parlare nelle sue vi- direttamente a terra, creando un rapporto molto fisico cinanze. All’epoca era un mio modo per evidenziare il tra lo spettatore e lo spazio. È un paradosso che nelle rapporto che possiamo sviluppare con i prodotti al di mostre di design avvenga invece il contrario: si prende là della loro funzione percepita; successivamente ho un oggetto d’uso quotidiano e lo si mette su un pie- iniziato a chiedere a me stesso come avrei potuto, in distallo, racchiudendolo in una bacheca e isolandolo qualità di designer di prodotti, esplorare e rispettare il dalla sua esistenza nel mondo. comportamento di un oggetto. String Lights con testa a MICHAEL ANASTASSIADES: È esattamente il motivo per cui cono e a sfera per Flos. ALESSANDRO RABOTTINI: Questo mi fa pensare all’approc- ho tolto i piedistalli, perché per me questi sono prodot- cio teorico al design di Andrea Branzi e a come sia so- ti, oggetti da usare ogni giorno. Ho voluto che fosse stenitore ormai da decenni di una comprensione antro- possibile avvicinarsi agli oggetti e accedervi per quello pologica del nostro rapporto con gli oggetti. Attraverso che sono in realtà, piuttosto che elevarli a qualcosa che la sua ampia produzione di saggi, ha tracciato una storia non dovrebbero proprio essere. Volevo eliminare il va- degli oggetti che è prima di tutto una storia del rapporto lore aggiunto che è implicito nel piedistallo e lasciare che noi esseri umani stabiliamo con essi. Tale rapporto che lo spettatore interagisse con gli oggetti in modi va ben oltre ciò che si definisce “funzione percepita” e diversi, stando in piedi al di sopra di essi, guardandoli vede gli oggetti più come veicoli per una comprensione da tutte le angolazioni, in diversi contesti e da diverse più profonda della nostra esistenza nel mondo, oggetti altezze, piuttosto che doversi adattare a un punto di che non esistono solo come meri “strumenti” ma che vista controllato, perché è così che si sperimentano i sono carichi di immaginazione e affezione. prodotti nella vita reale. MICHAEL ANASTASSIADES: Lo vedo come una nostra in- ALESSANDRO RABOTTINI: Hai anche installato i pezzi in terdipendenza psicologica con gli oggetti che va oltre relazione gli uni agli altri, creando una micro-costel- la semplice dipendenza funzionale. Per tradizione, ci lazione di oggetti all’interno di una concertazione più si aspetta che i designer rispondano attraverso i pro- ampia di cose, in modo da poter percorrere la mostra pri prodotti a un’esigenza e a uno scopo specifici, ma non solo attraverso la sequenza delle stanze ma anche penso che sia interessante guardare le cose da un altro attraverso cluster formali e concettuali. Non vi è distin- punto di vista e apportare queste sfumature al prodotto zione né gerarchia tra oggetti funzionali e sperimenta- durante il processo creativo, in modo consapevole o zioni puramente concettuali, tra design di prodotto e meno. Nel mondo che circonda il prodotto vi è una produzione artistica. complessità affascinante, in grado di permeare la sua funzione e di arricchirla. MICHAEL ANASTASSIADES: Anche se ogni oggetto della mostra è attentamente posizionato proprio dove deve ALESSANDRO RABOTTINI: Durante gli anni della tua forma- essere, volevo anche lasciare che la percezione delle zione, questa preoccupazione per il valore psicologico cose avvenisse in modo accidentale. Tutti noi speri- degli oggetti d’uso quotidiano ha portato a sperimen- mentiamo prodotti ogni giorno attraverso prospettive tazioni radicali. Come si è tradotto tutto questo nel tuo diverse e in diversi contesti e ci sorprendiamo di fron- lavoro, quando hai iniziato a lavorare come product te ad associazioni inaspettate tra le cose. Quando si designer? posiziona un oggetto accanto a un altro, si consente a tale oggetto di sfuggire alla sua funzione percepita e di MICHAEL ANASTASSIADES: Quando progetto, cerco di con- vivere una vita diversa. cepire i prodotti come la somma di tanti livelli, con la Anastassiades ha creato String Lights con Flos nel 2013. Questo modello in scala 1:10 mostra le 72 possibili configurazioni. 44 45
Arrangements, un sistema di illuminazione modulare lanciato con Flos nel 2017, consente all’utente finale di assemblare forme speranza che anche solo uno di questi livelli comu- Flos, con String Lights nel 2013, che ha segnato con- geometriche luminose per ottenere scintillanti catene. nichi a qualcuno; chiaramente, comunicherà in modo cettualmente un nuovo modo di vedere l’illuminazione. molto diverso a te rispetto ad altre persone perché, in quanto esseri umani, siamo tutti diversi. Negli anni, ALESSANDRO RABOTTINI: Quando ho visto per la prima ho lavorato molto consapevolmente con questa idea di volta String Lights non ti conoscevo ancora di persona aggiungere strati di complessità, spingendo le persone e ho pensato “Wow, questo tizio sta portando il concet- a pensare che un oggetto possa funzionare al di là di to di site-specific in una produzione industriale!” Per- ciò che ci si aspetta da esso; ora questo processo mi è ché, ovviamente, arrivando io stesso da un background diventato quasi spontaneo. Quando nel 1994 ho creato artistico, quel sistema di illuminazione mi ha fatto im- la Message Cup, l’idea era quella di distorcerne la fun- mediatamente pensare alle installazioni minimaliste di zione prevista in un'altra dimensione, trasformando una cavi elastici che Fred Sandback iniziò a creare verso tazza in uno strumento di comunicazione. Ma allo stes- la fine degli anni ’60, che erano un modo per creare so tempo, il linguaggio proviene dalla bocca e con la spazio quasi dal nulla. In un testo da lui scritto nel bocca si beve: le parole provengono dallo stesso posto 1986 in merito alla sua produzione iniziale, vent’anni dal quale si mangia. Tutte queste metafore e associa- prima, disse: “La prima scultura che ho realizzato con zioni iniziali sono diventate parte del mio processo di un pezzo di cordicella e un piccolo filo era il profilo di lavoro e ora ne sono una componente quasi inconscia, un solido rettangolare - da 2x4 pollici - appoggiato a nel senso che affiorano addirittura quando disegno pro- terra. Era un atto casuale, ma mi sembrava aprisse un dotti “normali”. gran numero di possibilità. Potrei asserire un determi- nato luogo o volume nella sua piena materialità senza ALESSANDRO RABOTTINI: Si potrebbe dire che la tua espe- occuparlo né oscurarlo”. 1 rienza iniziale nel designare oggetti in serie limitata, Lampade a sospensione con la fondazione della tua azienda nel 1994, ti abbia Overlap e Arrangements MICHAEL ANASTASSIADES: Precisamente, definendo lo Drop Up per Flos. aiutato a nutrire questa complessità creativa e speri- spazio nel modo più invisibile possibile. Anche se, mentale e a portarla nel campo del product design? devo dire, il lavoro di Sandback non è stato un rife- rimento diretto per me; ero più interessato alla luce MICHAEL ANASTASSIADES: Vi è un elemento di verità in come forma di definizione dello spazio. ciò che dici, ma credo che la sfida principale sia con- cepire prodotti industriali che mantengano il medesimo ALESSANDRO RABOTTINI: Penso che, ancora una volta, entusiasmo e la stessa sorpresa che caratterizzano un fare riferimento al minimalismo come un movimento progetto sperimentale. All’inizio della mia carriera, la artistico sia assai pertinente, se consideriamo anche creazione in serie limitata era puramente una questione collezioni come One Well-Known Sequence (2015–17), economica: volevo esprimere il mio linguaggio in un Lit Lines (2011), Tube Wall Light (2006) e Tube Chan- certo modo, benché non fossi un designer affermato. delier (2006), insieme alla tua più recente presenta- Alcuni progetti sono rimasti esemplari unici, mentre zione con Flos ad Euroluce 2019 (Coordinates). E qui in altri casi hanno avuto un po’ più di successo e ne non sto solo pensando all’ovvio riferimento ai lavori ho prodotti alcuni pezzi. Ma, in generale, il modo di con i neon di DanFlavin ma, più profondamente, al tuo produrre questi oggetti finiva per renderli piuttosto co- uso ricorrente di un modulo come elemento ripetuto stosi, quindi il pubblico che li poteva effettivamente in una struttura ritmica, e all’uso di materiali spogli e acquistare era limitato. Quindi, la mia esperienza con di tecnologie spesso esposte nella loro essenza strut- il design limited edition si basa puramente sull’econo- turale. Entrambe queste strategie formali e concettuali mia, anche se a volte mi consente ancora di realizzare sono essenziali per il minimalismo e per il suo spazio determinate idee con un certo grado di libertà. Ma, a d’indagine. essere onesti, non sono un fanatico dei pezzi in edizio- ne limitata di per sé. MICHAEL ANASTASSIADES: All’inizio della mia carriera di lighting designer, le normali lampadine a bulbo era- ALESSANDRO RABOTTINI: Penso che tu abbia sottolinea- no ancora in circolazione, quindi ciò che ha definito to chiaramente questo punto nella mostra, eliminando il mio linguaggio era sostanzialmente ciò che avevo a qualunque distinzione di sorta tra le edizioni limitate e disposizione in quel periodo. Era affascinante osser- il design industriale, ma anche tra creazioni funzionali vare quelle lampadine, prodotte nello stesso modo per e non funzionali. Ma se dovessi pensare a un prodotto oltre 50 anni, e comprendere come utilizzarle in un che ha contrassegnato il momento in cui sei stato in 1 Questo testo è modo diverso. Successivamente, essendo disponibili grado di trasferire la ricerca concettuale dei tuoi anni di stato scritto nel 1986 in varie misure, sono diventate rapidamente un’uni- e pubblicato per la formazione nel design industriale, quale sarebbe? prima volta in inglese tà di misura per me, un modo di esplorare lo spazio. e tedesco nel libro Fred Decisi di concentrarmi sulla fonte lineare di un metro MICHAEL ANASTASSIADES: È stato quando ho avuto l’op- Sandback: Sculpture, come una forma che interagisse con lo spazio. L’arte 1966–1986 (Monaco portunità di produrre qualcosa su scala industriale per la di Baviera: Fred Jahn, è, ovviamente, una parte importante della mia vita e prima volta, quindi direi la mia prima collaborazione con 1986), 12–19. sono sempre stato consapevole di certi riferimenti, ma 46 47
Per “Things that Go Together” al NiMAC, Anastassiades ha disposto a terra gruppi di oggetti creati negli ultimi 12 anni in modo non gerarchico.
questi non sono mai diventati espliciti nel mio lavoro. rispetto per un reperto naturale o archeologico quando Consciamente o meno, assorbi le informazioni e le filtri viene spostato dal suo contesto originale, addirittura il attraverso la tua esperienza personale; quando alla fine rispetto per la luce e il buio. “C’è un motivo per cui vi formalizzi le tue idee, magari tali riferimenti sono mu- sono il giorno e la notte e noi non dovremmo cercare tati dentro di te. Ecco perché è stato così interessante di trasformarle l’una nell'altra”, una distinzione che, a per me trasmettere le mie idee in String Lights: perché tuo dire, potrebbe essere il motivo per cui sei diven- mi ha consentito di estendere alla produzione industria- tato un designer di sistemi di illuminazione. Sembra le e all’architettura ciò che stavo già esplorando con che questo concetto di rispetto sia centrale nella tua il mio marchio. L’ossessione per l’interazione con lo professione, insieme all’idea di creare uno spazio che spazio e per la sua misurazione era già presente, ma sia adattabile. in questo modo ero in grado di inserire un elemento di improvvisazione attraverso la cordicella, da sempre MICHAEL ANASTASSIADES: O effimero. In quanto designer tradizionalmente utilizzata come strumento per la mi- o architetti, abbiamo la tendenza a voler controllare surazione e il disegno tridimensionale. e definire eccessivamente il modo in cui le persone vedono le cose e gli oggetti. Ma se porti tale elemento ALESSANDRO RABOTTINI: Con in mente questa idea di pro- di rispetto nel tuo lavoro, allora consenti l'esistenza di gettare luci per creare uno spazio, vedi l'architettura uno spazio di accettazione: uno spazio più fluido in cui come un possibile sviluppo del tuo lavoro in futuro? è possibile più di una sola interpretazione. Credo che nel momento in cui accetti le cose per ciò che sono, MICHAEL ANASTASSIADES: Non direttamente, e inoltre non inizi a cogliere il modo in cui le relazioni hanno luo- ho un desiderio immediato di passare a tale attività. Le lampade a go tra gli esseri e come non sia possibile controllarle. Mi piace che i riferimenti all'architettura arrivino in- sospensione e da tavolo Neoptolemos non ha mai potato un solo albero perché IC Lights per Flos. direttamente attraverso gli oggetti che progetto. Credo per lui questo gesto era una metafora dell’amputazione. fermamente che la luce definisca lo spazio ben oltre la Ricordo che anni fa volevo che una pianta crescesse funzionalità e la decorazione. Se guardiamo le culture in una certa direzione mentre si arrampicava su per del Sud piuttosto che quelle del Nord, vediamo in qua- il muro di casa mia a Waterloo, ma questa voleva an- le misura la vita venga nettamente definita dalla luce. dare esattamente nella direzione opposta. Mi sentivo La luce ha a che fare con l'architettura più di quanto davvero scoraggiato. Ero scoraggiato perché non sta- non spieghi la sua stessa definizione. vo seguendo la forza, il movimento, e imparai che era proprio questo: il modo in cui ci si lavora intorno, il ALESSANDRO RABOTTINI: In un certo qual modo, molti modo in cui si accoglie la resistenza e l’imprevedibilità mobili che hai progettato tendono anch’essi a definire che non si può controllare. E si dovrebbe consentire uno spazio. Il sistema di librerie Jack che hai proget- tale livello di improvvisazione anche quando si creano tato per B&B Italia nel 2018 appartiene alla tradizione prodotti industriali. Come designer, ma anche come dei sistemi di scaffalatura che possono diventare an- persone, possiamo solo dare suggerimenti e coinvol- che pareti divisorie e il divano Rochester concepito per gere in questo modo il nostro pubblico. Ma qualunque SCP nel 2015 è un’unità racchiusa che isola le persone tentativo di imbrigliare la complessità del mondo è dall’ambiente che le circonda. Per Dansk Møbelkunst, semplicemente impossibile. di recente hai creato una serie di elementi d’arredo che include uno schermo divisorio. Capisco cosa intendi ALESSANDRO RABOTTINI: Come hai raggiunto questo spa- quando dici che non senti l'esigenza di creare pareti zio di accettazione come designer? fisiche; sembra che tu abbia un approccio più morbido alla definizione di spazio, come se volessi creare spazi MICHAEL ANASTASSIADES: Ho iniziato a capire cosa si- che possono essere letteralmente accesi e spenti. gnifica per me il design quando ho deciso di fuggire dalla mia formazione come ingegnere; volevo fare MICHAEL ANASTASSIADES: Preferisco suggerire uno spa- qualcosa di creativo. Ma poi anche gli studi al Royal zio piuttosto che effettivamente progettarlo in quanto College di Londra dal 1991 al 1993 mi hanno insegna- tale. L'arredamento, la luce e addirittura gli oggetti per- to ciò che non mi piaceva del design. Così ho provato mettono la coesistenza di molte possibilità e scenari, a esercitarmi da solo in una materia di cui non avevo mentre l'architettura tende a essere più definita. conoscenza né esperienza, provando a definire le cose mano a mano che procedevo: attraverso l’improvvisa- ALESSANDRO RABOTTINI: Questo mi fa ripensare a ciò che zione, l’intuizione e il processo di eliminazione. Quegli hai menzionato prima riguardo il tuo desiderio di “ri- oggetti carichi di riferimenti psicologici che hanno do- spettare il comportamento di un oggetto” e “rispetto” è minato la prima parte della mia carriera, come Design una parola che ricorre più volte in un testo da te scritto for Fragile Personalities in Anxious Times (2004–05), in merito all’impatto che l’architetto cipriota Neoptole- erano la dimostrazione del fatto che non volevo rima- mos Michaelides ha avuto sulla tua giovinezza: rispetto nere nel mezzo: sono fuggito dall’ingegneria e sono per l’ambiente quando si tratta di costruire una casa, andato all'estremo opposto dello spettro. Sopra: oggetti di arredo e di illuminazione disegnati da Anastassiades. Alla pagina seguente: la sua lampada da terra IC Lights per Flos. 50 51
ALESSANDRO RABOTTINI: Parlando di improvvisazione, ALESSANDRO RABOTTINI: In un certo senso stiamo tor- intuizione, controllo e struttura, molte tue collezioni nando al tuo interesse iniziale nel design radicale degli presentano un format che potremmo definire, se non ultimi anni ‘60 e in ciò che ha generato in termini di addirittura seriale, come una sorta di “esaurimento” approccio visionario alla libertà: se si pensa anche ad di tutte le possibilità inerenti a un’intuizione. Spesso Autoprogettazione? di Ezio Mari del 1974, con quell’i- sembri procedere espandendo e allungando una forma dea di stabilire un modulo e quindi dare all’utente la o una proporzione in una serie ritmica di variazioni responsabilità di creare il prodotto finale. controllate, come se volessi vedere quanto puoi andare lontano con quella stessa forma una volta che è stata MICHAEL ANASTASSIADES: Cos’è un progetto? Un proget- interpretata e posizionata in tutti i modi possibili. Scopri di più su “Things to è una serie di regole da seguire e può sembrare che that Go Together” di Michael Anastassiades non vi sia nulla di più limitante di un progetto, ma MICHAEL ANASTASSIADES: Penso si tratti davvero di com- nel libro pubblicato da nel processo di eseguirlo alla lettera ti accorgi che al prendere ed esaurire tutti gli scenari possibili. È inte- Apartamento. di là di esso esistono numerose altre possibilità. Con ressante che tu menzioni questo aspetto ossessivo del Arrangements, le persone possono cimentarsi in una mio lavoro in relazione a ciò che ho detto prima: dover forma di libertà senza che tale libertà diventi un’espe- capire cosa volessi fare come designer attraverso un rienza soverchiante. È interessante notare come String processo di eliminazione di tutto ciò che non mi piace- Lights abbia meno successo commerciale rispetto ad va del design. Fondamentalmente, tale processo mi ha Arrangements, molto probabilmente per via della li- consentito di diventare più aperto all'accettazione e di bertà radicale che presuppone e che può finire quasi rendermi conto che in effetti va bene che tutte le cose per intimidire. Apri la scatola e vedi questa cordicella coesistano. Volevo sperimentare i comportamenti degli infinita, con cui devi disegnare. È come mettere a di- oggetti solo per trovare il modo di portare quel livello sposizione una pagina bianca e dire: “ecco, questa è la di entusiasmo nei prodotti industriali. matita, ora disegna”. ALESSANDRO RABOTTINI: Penso che questo sia ciò che, in ALESSANDRO RABOTTINI: Tutto sembra riguardare l'espe- un certo modo, definisce Arrangements (2017), dove la rienza dell’utente oggigiorno, ma c’è una differenza tra metodologia che abbiamo visto, basata sulla ripetizione essere in grado di personalizzare un paio di scarpe da di un modulo, giunge a conclusioni inaspettate. Quando ginnastica e trovarsi nella posizione di poter concepire vedi tutte le configurazioni di Arrangements installate e realizzare uno spazio attraverso la luce, come accade insieme, sembrano note su uno spartito: possiedono la per String Lights. stessa qualità formale di un movimento musicale. Ma ci puoi fare qualunque cosa. È un progetto che puoi MICHAEL ANASTASSIADES: Ti definisce nello stesso modo limitare o espandere, che può restare molto semplice della tua calligrafia. È un tuo riflesso, e di solito con- o divenire complesso: puoi tenere una forma singola, dividere troppi aspetti di noi stessi con l'esterno ci spa- minimale, o utilizzarne una certa quantità per creare venta. Acquistare prodotti di design spesso significa una parete luminosa ritmica, o addirittura creare un’e- scegliere gli oggetti giusti e contrassegnare le caselle suberante cascata di luce, quasi barocca. Arrangements giuste della “enciclopedia dell’interior design”, mentre sembra essere la manifestazione formale del tuo desi- String Lights cattura l’immaginazione della persona e, derio di esaurire tutte le possibilità disponibili di una paradossalmente, può anche avere un effetto negativo. forma per comprendere che ve ne sono sempre altre. MICHAEL ANASTASSIADES: Normalmente il compito dei designer è definire le cose e l’aspetto che dovrebbero avere gli oggetti, mentre nel caso di Arrangements vo- levo spostare l'attenzione e offrire creatività all’utiliz- zatore. Volevo progettare un oggetto che potesse essere aperto all’interpretazione di terzi, un oggetto in grado di assorbire un certo livello di imprevedibilità tramite un gesto democratico. Partendo da alcune istruzioni di base, si può poi esplorare uno spazio intermedio e deviare dal design originale. 53
Il fotografo Alecio Ferrari e gli scenografi di Studio Fludd si sono infiltrati negli spazi produttivi di Flos, mischiando i componenti di LAMPADINA di ACHILLE CASTIGLIONI (presto disponibile in sei nuovi colori) con oggetti trovati per creare composizioni meravigliose. UNDER CONSTRUCTION 55
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CASA Come esseri umani, desideriamo ardentemente aggregarci. Con la famiglia, con gli amici, con le persone che amiamo. Ma la qua- rantena ha insegnato una cosa a molti di noi: abbiamo bisogno FAMILIAR anche di un po’ di privacy. Quando nel 1973 l'architetto spagnolo Ricardo Bofill e suo padre, Emilio, crearono una casa estiva a Mont-ras, a pochi chilometri dalla Costa Brava, avevano proprio questo in mente. La casa in stile radicale che costruirono non era intesa per una vita familiare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Piuttosto, suggeriva un equilibrio armonioso tra il vivere insieme e lo stare separati. Costruita attorno ai ruderi di una fattoria catalana, la casa è organizzata come un piccolo villaggio. I moduli abitativi indi- pendenti, tutti realizzati in mattoni marroni tipici del posto, sono disposti attorno a spazi di socializzazione all’aperto: una piscina e una zona pranzo, rivestite in piastrelle di ceramica rosse. È un luogo in cui un bambino (o un adulto) potrebbe perdersi, scivo- lando nell’ombra durante una partita a nascondino, scomparendo sotto un albero con un libro. Ma è altrettanto facile immaginare le DI vivaci cene fino a tarda sera, o le chiacchierate a bordo piscina con familiari ed amici. A quasi 50 anni dalla sua creazione, la casa è popolata da una nuova generazione, quella dei due figli di Ricardo: Ricardo E. Bofill, attuale presidente dell’azienda, e Pablo Bofill, il RICARDO suo amministratore delegato. Durante la quarantena a Barcellona (a causa delle severe disposizioni di isolamento domestico non ha potuto recarsi a Mont-ras), Pablo riflette sulla casa in cui ha scoperto il suo personale modo di vivere. BOFILL Fotografia in bianco e nero TOMMASO SARTORI Fotografia a colori GREGORY CIVERA 63
Articolo precedente: Lampada Heco wall di Nendo. Le piastrelle in ceramica smaltata in rosso dominano gli spazi comuni esterni, dando vita a un magnifico riflesso della casa sulla piscina.
La collezione per esterni In Vitro di Philippe Starck.
In alto: Lampada Heco Corner di Nendo. 69
La collezione per esterni Caule di Patricia Urquiola. 70
La residenza di famiglia di Ricardo Bofill, a Mont-ras, a pochi chilometri dalla Costa Brava, è organizzata come una piccola cittadina. Gli ospiti hanno le proprie residenze private, ma possono riunirsi negli spazi comuni all’aperto se lo desiderano.
In alto: Lampada da terra per esterni IC Lights di Michael Anastassiades. Pagina successiva: Lampada da terra per esterni Captain Flint, in Acciaio Inox Spazzolato, di Michael Anastassiades. 74
La cosa più importante da sapere su questa Crescendo, questa casa ha simboleggiato la casa è che infrange le regole. È una casa fa- libertà. Ho vissuto a Parigi fino ai 25 anni miliare, progettata da mio padre, architetto, e questo era un posto dove potevo andare e costruita da mio nonno, costruttore, nel con tutti i miei amici. Prendevamo il treno 1973. Ma ridefinisce il concetto di famiglia. ed era una lunga avventura fino al confi- La famiglia non è costituita solo da quelle ne della Spagna. Cambiavamo treno alle persone che sono legate a te da vincoli di 6 del mattino e arrivavamo qui. Ricordo sangue o matrimonio: è la famiglia che crei, che quando avevo 15 o 16 anni ci andavo i tuoi amici. Lo scopo di questa casa è in- con molti amici. Potevamo goderci la casa ventare un nuovo modo di vita in comune. alla fine di giugno, quando tutti gli altri la- Si può stare insieme ma non necessaria- voravano ma noi eravamo in vacanza. Ci mente dover stare insieme. potevamo restare 10 giorni, due settimane, da soli. È un posto dal quale non serve spo- La casa è progettata quasi come un piccolo starsi. Una casa con un patio che ha una villaggio, con singoli moduli disposti attor- vita interna e tutto accade attorno ad esso. no a spazi esterni comuni. La disposizione Penso che sia il luogo in cui ho scoperto il consente a tutti di godersi la propria libertà, mio personale modo di vivere. Questa casa la propria intimità, la propria vita all’inter- lascia spazio a una gran varietà di approcci. no dello spazio. Ogni persona o coppia che viene qua ha un modulo a sua disposizione È, in effetti, uno dei temi della nostra ar- Ricardo Bofill con i suoi figli Pablo Bofill (a sinistra) e ed è possibile senza vedere nessun altro: chitettura: come vivere in comunità sen- Ricardo E. Bofill (a destra). si può uscire o entrare senza passare dal- za sentire la pressione di tutti coloro che le aree comuni. Alcuni utilizzano la casa ci stanno attorno. Anche se si vive in un solo per dormire. Ma, al contrario, quan- piccolo appartamento in un condominio di do si è liberi o si vogliono incontrare altre social housing come Walden 7, ogni unità persone, fare due chiacchiere, stare insie- ha un’entrata separata. Le persone posso- me, basta uscire fuori. È un luogo sempre no vivere insieme senza avere l’obbligo di molto attivo. Ci sono sempre tante persone, vivere insieme. È qualcosa che proviamo tante discussioni. sempre a fare: creare rapporti tra l’indivi- duo e la collettività. Per un po’ di tempo, per il nostro bene, non potremo vivere come al solito. Siamo tutti in isolamento, ora, nella nostra casa o nel nostro appartamento. Non possia- mo evadere da casa nostra. Non possiamo semplicemente uscire e andare da qualche altra parte. Abbiamo l’obbligo di stare a casa. Ma allo stesso tempo siamo animali sociali. Non possiamo proprio vivere da soli. Quindi dobbiamo continuare a ride- finire, attraverso l’architettura, nuovi modi di stare insieme. Di Pablo Bofill (testo raccolto da Hannah Martin) 77
PROFILE Maurice Scheltens e Liesbeth Abbenes 79
Le fotografie di Maurice Scheltens e Lies- Le cose rivelano ciò che siamo e ciò che beth Abbenes sono insieme riproduzioni vogliamo essere. La potenza delle foto- di scene incredibilmente familiari e dipinti grafie di Scheltens e Abbenes si cela nella astratti composti da colori e linee. Spin- loro abilità di rivelare visivamente i molti gono lo spettatore a guardare al mondo strati di significato delle cose. Trasportano con occhi diversi, ad andare oltre ciò che l’osservatore nel loro modo di guardare il già conoscono e a mettere insieme, pezzo mondo e impiegano una gran varietà di per pezzo, una propria narrativa persona- strategie, come quella di incorniciare le le. Che sia la matita sulla nostra scrivania, scene in modi sorprendenti, creando com- la lampada nell’angolo, la tenda davanti posizioni insolite e zumando su dettagli alla finestra o la sedia in paziente attesa di che solitamente sfuggono all’attenzione qualcuno si sieda, gli oggetti rivelano qual- dell’osservatore. Ho incontrato Maurice e cosa sulle nostre vite. Sebbene ogni cosa, Liesbeth su Skype dal loro rifugio domesti- isolata, abbia un’aura di autosufficienza, co ad Amsterdam. Durante l’isolamento, su contiene anche una moltitudine di riferi- richiesta di Flos, hanno rivolto l’obiettivo menti a un mondo al di là di sé. La consape- all’interno per documentare la loro casa e volezza di questo mondo “oltre” aumenta gli oggetti che la abitano. quando gli oggetti vengono combinati e si tracciano delle linee narrative. Questa qua- Testo di LOUISE SCHOUWENBERG lità ci consente di identificarci con le cose Fotografie di SCHELTENS che ci circondano nella vita quotidiana. & ABBENES 80 Lampada da tavolo IC Lights in finitura Rosso Burgundy 81 di Michael Anastassiades
Lampada da terra per esterni IC Lights in finitura Rosso 82 Burgundy di Michael Anastassiades. Lampada da tavolo Glo-Ball di Jasper Morrison, in finitura Nera. 83
Mayday Anniversary in finitura Grigio Chiaro di Konstantin Grcic. 84 Bellhop di Edward Barber e Jay Osgerby, in colore giallo, ritratta 85 insieme ad oggetti di poliestere che si trovano in giro per casa.
Scheltens e Abbenes LOUISE SCHOUWENBERG: Come descrivereste LOUISE SCHOUWENBERG: Per la prima volta ciò che fate mentre fotografate? avete utilizzato i vostri spazi abitativi come tendono a finire l’uno le sfondo per ciò che volevate fotografare. frasi dell’altra. Dopo una SCHELTENS AND ABBENES: Ci chiediamo come vivace conversazione, possiamo penetrare nelle cose? Come fac- SCHELTENS AND ABBENES: Abbiamo ricevuto Schouwenberg ha fuso le ciamo ad andare oltre la superficie, oltre la l’incarico poco dopo l’inizio della crisi del consistenza e il colore, oltre la cosa stessa? coronavirus. La maggior parte della vita loro risposte qui, creando Toccando ogni aspetto con l’occhio del- pubblica si è fermata e le persone sono do- una storia in comune. la fotocamera, proviamo a raggiungerne il vute rimanere a casa; per noi non è stato un nocciolo. Con le immagini diciamo “ecco, grosso problema. Dopotutto, siamo abituati questo è il vero aspetto delle cose” e con- a restare in “quarantena volontaria”. Flos ci temporaneamente mettiamo in discussione ha chiesto di organizzare il servizio foto- ciò che guardiamo, invitando l’osservatore a grafico all’interno di casa nostra. Viviamo fare la stessa cosa. La realtà rimane un miste- e lavoriamo in questo posto, ma non ab- ro da mettere a nudo, riconoscendo al con- biamo mai utilizzato la nostra casa e i suoi tempo che rimarrà un mistero anche dopo interni come elementi delle nostre fotogra- averne rappresentati i più piccoli dettagli. fie. Stavolta i nostri spazi abitativi perso- nali sarebbero diventati i protagonisti degli LOUISE SCHOUWENBERG: Avete ricevuto l’in- scatti, o per lo meno sarebbero stati molto carico di fotografare una serie di lampade presenti in ogni fotografia. Solitamente co- iconiche prodotte da Flos, un’azienda ita- struiamo le scene davanti alla fotocamera e liana nata nel 1962 con lo scopo di rein- ci assicuriamo che tutti gli aspetti (oggetti, ventare la nozione stessa di illuminazione superfici, contesto circostante) siano del artificiale. Avete fatto ricerche sulla storia tutto costruiti e controllati da noi. Collo- dell'azienda prima di iniziare il lavoro? care le lampade sullo sfondo della nostra casa è stata un’esperienza piuttosto fuori SCHELTENS AND ABBENES: Naturalmente co- dal comune per noi. Ci ha fatto guardare il nosciamo Flos e abbiamo grande rispetto luogo in cui viviamo con occhi nuovi. per le lampade intramontabili che produce. Non potremmo lavorare con un marchio se Dopo aver studiato le proprietà di ogni sin- i suoi prodotti non si armonizzassero con il gola lampada, abbiamo cercato un luogo nostro senso di qualità ed estetica. Ma non di casa nostra che offrisse la possibilità di abbiamo fatto ricerche sulla storia di Flos costruirvi attorno uno scenario, fingendo per poi creare un’immagine che le corri- che la lampada fosse sempre stata lì. Come spondesse. Abbiamo iniziato osservando sempre, abbiamo composto ciascun set per intensamente gli oggetti, cercando di sco- l’occhio della fotocamera. Ma questa vol- prire i segreti che si nascondono dietro le ta, in ogni scena, è visibile una parte della loro forme e i loro colori. Per ogni scatto nostra casa. siamo partiti da zero e abbiamo creato un numero infinito di variazioni. La sperimen- tazione è il cuore del nostro solito modo di lavorare. Si potrebbe dire che il nostro modo di lavorare è in linea con l’ambizione di Flos: reinventare la nozione di illumina- zione, più e più volte. 86 Lampadina in finitura Arancio, di Achille Castiglioni, nella vetrinetta. 87
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