Indicazioni ai podologi per un corretto svolgimento dell'attività professionale durante l'emergenza da Covid-19 - Maggio 2020
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Indicazioni ai podologi per un corretto svolgimento dell’attività professionale durante l’emergenza da Covid-19 Maggio 2020
L’emergenza Covid-19 ha messo tutti noi podologi davanti a una nuova realtà. In quanto Professioni Sanitarie, siamo stati chiamati ad assumerci una responsabilità verso la Salute non solo dei nostri pazienti ma anche di tutti i cittadini, riducendo la nostra attività professionale a quei casi in cui non era possibile rinviare l’intervento podologico e sospendendola per i casi procrastinabili con senso di responsabilità, etica e deontologia, al fine di contribuire a limitare il rischio di diffusione del virus. In queste settimane, la podologia ha attivato assistenze multimediali per monitorare la situazione dei pazienti. Il documento ha l’intento di aiutare i colleghi podologi ad affrontare al meglio la nuova realtà professionale. Inoltre, si prefigge di indicare delle linee guida per tutta la gestione del paziente, dalla presa in carico dell’appuntamento all’igiene dello studio, passando per il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, la teleconsulenza podologica, l’intervento domiciliare e le patologie podaliche correlabili con il COVID-19. Vengono forniti allegati pronti all’utilizzo per semplificare il lavoro del podologo, tutelandolo sia a livello sanitario che legale come quelli inerenti al “Triage telefonico” e “Consenso informato – Triage in presenza”. Altri, invece, sono a titolo di esempio per essere poi personalizzati come le schede registrazione sanificazione. Oltre la bibliografia utilizzata, vengono fornite letture consigliate per approfondimenti ulteriori e infografiche da utilizzare in studio. Visto i continui sviluppi e scoperte inerenti al nuovo virus SARS-COV-19, l’attuale stesura potrà essere soggetto ad aggiornamenti. 2
Sommario TRIAGE PODOLOGICO 1 Presa dell’appuntamento 1 Triage telefonico 1 Gestione dell’appuntamento 2 Accompagnatori 3 Misure di distanziamento sociale 3 Lavaggio delle mani 4 Dispositivi di protezione individuale 4 Triage in presenza 5 Sintomi d’allarme 6 Rilevamento della temperatura corporea 6 ALLEGATO 1. TRIAGE TELEFONICO PODOLOGICO i ALLEGATO 2. CONSENSO INFORMATO e TRIAGE in PRESENZA PER COVID19 i UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) NELLA PRATICA CLINICA PODOLOGICA 7 Introduzione 7 Definizione 7 Caratteristiche 8 Tipologie di DPI per le vie respiratorie 9 Mascherine chirurgiche 9 Filtranti facciali FFP 11 Altri tipi di mascherine 11 Utilizzo della mascherina da parte del paziente 12 DPI nella pratica clinica podologica 13 Il paziente pediatrico di età inferiore ai sei anni non ha obbligo di indossare la mascherina secondo la normativa vigente, in tal caso l’operatore aumenterà la sua protezione. 15 Vestizione e svestizione 15 Smaltimento dei DPI usati 17 Effetti avversi da DPI 17 Conclusioni 20 MISURE DI IGIENE IN AMBITO PODOLOGICO 22 Igiene dell’operatore 22 Igiene degli ambienti 23 Breve prospetto sui prodotti e la terminologia 24 Prodotti 24 Tecniche 27 Attrezzature 27 Setting ambientale 28
Sanificazione giornaliera 28 Disinfezione dopo ogni paziente 29 Disinfezione settimanale 29 Ricambio d’aria 29 Rifiuti 30 Registrazione degli interventi di pulizia eseguiti 31 Procedure igieniche in terapie manuali e terapie fisiche 31 Letture consigliate 31 TELECONSULENZA PODOLOGICA 36 Obiettivo 36 Tipologie di patologie dove è auspicabile adottare la tele consulenza podologica 36 Prestazioni previste 36 Caratteristiche della Teleconsulenza 36 Normative 37 Aspetti etici 37 ATTIVITÀ DOMICILIARE IN PAZIENTI COVID NEGATIVI 38 Fase precedente all’attività domiciliare 38 Fase dell’attività domiciliare 38 ALLEGATO 3. LA PRESENZA DI ACROISCHEMIA IN PAZIENTI GIOVANI. GESTIONE PODOLOGICA IN PERIODO DI EMERGENZA DA COVID-19 40 Come si presenta la lesione 40 Allarmare i genitori? 41 Appendice 42 Bibliografia e sitografia i 2
TRIAGE PODOLOGICO Presa dell’appuntamento • La programmazione di un appuntamento sarà effettuata unicamente a mezzo telefonico o informatico, escludendo quindi la possibilità di un contatto interpersonale diretto. • Al paziente andranno richieste, mediante questionario (allegato 1) le attuali condizioni di salute per valutare la presenza di sintomi influenzali o febbrili riconducibili a COVID-19. • Se risulta non sicuro la visita presenziale valutare l’assistenza in modalità a distanza (teleconsulenza) o per i pazienti in isolamento domiciliare con patologie non procrastinabili a fine periodo valutare il consulto domiciliare. • È consigliato prevedere tra un paziente e l’altro un’adeguata tempistica operativa, utile per attuare le misure di pulizia e disinfezione dello studio. • In caso di più professionisti che operino all’interno dello stesso studio è consigliato organizzare le agende in modo da ridurre il più possibile l’attività in compresenza o evitare assembramenti nelle zone comuni. • Comunicare al paziente la verosimile impossibilità, nonostante l’assunzione di tutte le forme di protezione adottabili, di garantire l’assenza di rischio di contrarre il virus Sars-CoV-2 durante la visita (1) (2). Figura 1 – Si consiglia di distanziare il più possibile gli appuntamenti. Triage telefonico Prima di iniziare la raccolta dei tati sensibili (generalità e stato di salute) si chiederà l’autorizzazione a farlo e in caso affermativo si comunicherà che saranno gestiti ai sensi del GDPR Regolamento Europeo 679/2016 1 e si potrà procedere. In caso negativo sarà impossibile prendere in carico il paziente (Diagramma 1) (da Allegato 1). • Se la risultante delle risposte del paziente è SI a solo 1 dei punti A, B essendo compatibile con l’infezione da SARS-COV2, il podologo può rinviare l’appuntamento. Il paziente andrebbe invitato all’autoisolamento domiciliare e a segnalare medico curante qualsiasi esperienza febbrile o di sintomi influenzali; 1 Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati) 1
• Se viene risposto SI alle prime due domande del punto C l’appuntamento può essere fissato a fine quarantena della persona infetta con cui si è entrati a contatto. Se SI solo alla domanda 3, al paziente può essere fissato l’appuntamento ma sarà consigliabile adottare dispositivi ad alto livello di protezione; • Se la risultante delle risposte del paziente è NO a ai punti A, B e C del questionario telefonico, può essere programmato l’appuntamento (3) (4). Diagramma 1 - Triage telefonico - Adattamento diagrammi del documento “Aggiornamento-rimodulazione-interventi-FT-CDAFT- AIFI del 20-02-2020” pag. 5 (4). Gestione dell’appuntamento L’appuntamento deve avere una durata che permetta l’igienizzazione dei locali tra un paziente e l’altro, e consentire il non affollarsi della sala d’attesa (si consiglia di aumentare del tempo necessario a svolgere le procedure igieniche e, comunque, non meno di 15 minuti tempo minimo necessario per il ricambio dell’aria). 2
Accompagnatori • Il paziente deve presentarsi da solo, fatto salvo il caso di minori, disabili o pazienti che necessitino di un tutore legale. • L’eventuale accompagnatore dovrà seguire tutte le disposizioni così come indicate per il paziente. Figura 2 – L’accompagnatore deve essere provvisto di DPI così come il paziente. Misure di distanziamento sociale • In sala d’attesa e nei luoghi comuni è disposta l’osservazione del distanziamento sociale di almeno 1 metro, allontanando preventivamente le sedie in modo da rispettare tale spazio (Figura 3). Figura 3 - Distanziamento sociale • Il paziente non deve sostare per lunghi periodi in sala d’attesa; in caso di arrivo in anticipo o di ritardo del professionista, l’attesa sarà da effettuarsi all’esterno. • La sala d’attesa rimane una zona di transito o di procedure amministrative (pagamento, scambio di documenti). • È consigliato il pagamento Contactless; se necessario digitare il codice PIN, coprire il POS con della pellicola trasparente ad uso singolo, eliminabile dopo ogni transazione (1) (2). 3
Lavaggio delle mani • Il paziente non appena entrato deve provvedere all’igienizzazione delle mani e deve essere provvisto di mascherina (vedi paragrafo “Utilizzo della mascherina da parte del paziente”). La stessa operazione è raccomandata prima dell’uscita. • L’igienizzazione delle mani va fatta attraverso acqua e sapone oppure mediante frizionamento delle mani con soluzione idroalcolica igienizzante (5) (Figura 4) (vedi paragrafo “Igiene dell’operatore”). Figura 4- Lavaggio delle mani. Dispositivi di protezione individuale È consigliato di mettere a disposizione dei pazienti, nel caso ne fossero sprovvisti, opportuni dispositivi di protezione individuale (DPI) per le precauzioni delle infezioni trasmissibili via droplets (Figura 5). L’uso di calzari monouso è facoltativo. Figura 5 - Dispositivi di protezione individuale. 4
Triage in presenza • Subito dopo il lavaggio delle mani e la fornitura di DPI ai pazienti sprovvisti viene somministrazione a paziente e accompagnatore, se presente, di un questionario (allegato 2) per accertamento delle condizioni di salute degli stessi valevole come consenso informato al rischio specifico di infezione da SARS-COV2 (6) (da Allegato 2). • Se la risultante delle risposte del paziente è SI a solo 1 dei punti A, B, essendo compatibile con l’infezione da SARS-COV2, il podologo deve rinviare il paziente al proprio domicilio invitandolo all’autoisolamento domiciliare e a segnalare al medico curante i propri sintomi. Il podologo dovrebbe segnalare alle autorità competenti il paziente (7). • Se viene risposto SI a una delle domande del punto C, il paziente può essere visitato ma consigliabile adottare dispositivi ad alto livello di protezione. • Se la risultante delle risposte del paziente è NO a tutte le domande del questionario, si può procedere con la visita podologica (3) (4) (Diagramma 2). Diagramma 2 - Triage in presenza - Adattamento diagrammi del documento “Aggiornamento-rimodulazione-interventi-FT- CDAFT-AIFI del 20-02-2020” pag. 5 (4) 5
Sintomi d’allarme È raccomandato di non fare accedere allo studio pazienti che dovessero presentare segni d’allarme. Figura 6 - Si consiglia di impedire l'accesso a pazienti sintomatici. Rilevamento della temperatura corporea • Al fine di rilevare la temperatura corporea del paziente è consigliabile utilizzare un termometro a infrarossi senza contatto diretto con la pelle, con misuratore digitale della temperatura (Figura 7). Figura 7 - Termometro a infrarossi (geass.com). • Invitare i pazienti a lasciare in sala d’attesa cappotti, giacche, zaini prima di entrare nello studio portando con sé in apposito sacchetto monouso oggetti potenzialmente contaminati o di valore (borse o telefoni cellulari) e depositati in una zona dedicata dell’area operativa. 6
ALLEGATO 1. TRIAGE TELEFONICO PODOLOGICO Richiedere l’autorizzazione alla raccolta dei dati che verranno trattati ai sensi del GDPR 679/2016 In caso di risposta negativa si ferma il triage e il paziente non può prendere appuntamento. Se acconsente procedere. Data ____________________________ Podologo __________________________________ Cognome e Nome _________________ Luogo e data di nascita ___________________________ Indirizzo ________________________________________________________________________ Recapito telefonico ________________________________________________________________ (Domande da porre al paziente nei giorni precedenti il consulto podologico) (A) È attualmente affetto da COVID19 o posto in isolamento domiciliare per contatto stretto con persona positiva? □ SI Valutare la possibilità di teleconsulto podologico □ NO Screening sintomi infezione SAR-CoV-2 (B) (B) Negli ultimi 14 giorni ha avuto i seguenti sintomi? Screening sintomi infezione SARS-CoV-2 1 SI NO Quadro compatibile con SARS-CoV-2? Febbre > 37.5° (88%) □ febbre o tosse secca o altri sintomi Tosse secca (68%) presenti correlati con SARS-CoV-2 Affaticamento (38%) Produzione di espettorato (33%) Invitare il paziente all’isolamento Dispnea (19%) domiciliare e a contattare il proprio medico Mialgia o artralgia (15%) curante per segnalare il proprio stato di salute. Riprogrammare la presa in carico o Mal di gola (14%) utilizzare la teleconsulenza. Mal di testa (14%) Vomito (5%) □ sintomi non compatibili Diarrea (4%) Disgeusia (alter. del gusto) Valutare “Situazioni a rischio di infezione da Anosmia (alter. dell’olfatto) SAR-CoV-2” (C) 1 Rapporto ISS COVID-19 • n. 12/2020 versione 13 aprile 2020 (pag. 18) (4) (C) Negli ultimi 14 giorni: Situazioni a rischio di infezione da SAR-CoV-2 SI NO ha avuto familiari o contatti stretti (< 1 m. per almeno 15 minuti senza dispositivi di protezione) con un caso confermato di se uno o più SI la presa in carico in presenza COVID19 ma non è stato posto in isolamento domiciliare? è possibile (nei primi due casi al termine della quarantena) ma valutare se adottare è stato contattato da ATS/ASL in quanto venuto dispositivi ad alto livello di protezione o tele inconsapevolmente a contatto con persone affette da COVID19 consulenza podologica (es. viaggio aereo, operatore sanitario o sociosanitario) ma non è stato posto in isolamento domiciliare? se tutti NO programmare intervento è stato malato di COVID19 e dichiarato clinicamente guarito (ambulatorio, domicilio) o teleconsulenza da COVID19 per doppio tampone negativo? * podologica *al momento della pubblicazione del presente documento, non sono ancora stati individuati i migliori test sierologici per poter definire con sufficiente grado di validità una condizione di immunità post-COVID19. Inoltre non vi sono ancora sufficienti conoscenze in merito alla persistenza nel tempo dell’immunità post- COVID19. Pertanto si è ritenuto di annoverare i “guariti” nei casi doppio tampone negativo
ALLEGATO 2. CONSENSO INFORMATO e TRIAGE in PRESENZA PER COVID19 Gentile paziente/tutore, In questa particolare situazione di emergenza socio-sanitaria, verranno applicate tutte le necessarie precauzioni igieniche e di distanziamento inerenti all’igiene degli ambienti e delle superfici, al distanziamento sociale nelle sale di attesa e negli ambienti di visita, alla limitazione stretta degli accompagnatori (massimo uno esclusivamente per i soggetti minori e/o non autosufficienti sul piano psico-fisico) e all’osservanza di tutte le norme igienicosanitarie. Sono garantite le prestazioni sanitarie necessarie e/o non differibili, vagliate mediante “triage telefonico”. Pertanto, il paziente che necessiti di una prestazione podologica urgente e/o non differibile, consapevole della emergenza covid-19 e dei rischi generali di contagio relativi alla fase dell’emergenza, DICHIARA SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITÀ AI SENSI DELLA LEGGE E DEGLI ARTT. 46 E 47 DEL D.P.R. 28 DICEMBRE 2000, N. 445 Il Sottoscritto _________________________________________________________________ Nato a___________________________________il_______/_______/____________________ Residente nel comune di__________________ via___________________________ n°______ Telefono________ _____________________________________________________________ Dichiara: • di acconsentire alla visita podologica in periodo di emergenza sanitaria COVID-19 • di essere in transito da __________________________________________________________ • di non avere avuto nelle due settimane antecedenti alla prestazione sanitaria febbre, tosse ed altri sintomi respiratori tra cui mal di gola, dispnea a riposo e/o sotto sforzo, alterazioni del gusto o dell’olfatto • di non aver avuto diarrea, vomito e disturbi gastro-intestinali nelle 2 settimane precedenti la prestazione • di non essere consapevole di positività al coronavirus (SAR-Cov-2) • che tutte le risposte poste nei questionari seguenti corrispondono a verità
(A) È attualmente affetto da COVID19 o posto in isolamento domiciliare per contatto stretto con persona positiva? SI NO (B) Oggi ha i seguenti sintomi? Screening sintomi infezione SARS-CoV-2 SI NO Febbre > 37.5°C (88%) Tosse secca (68%) Affaticamento (38%) Produzione di espettorato (33%) Dispnea (19%) Mialgia o artralgia (15%) Mal di gola (14%) Mal di testa (14%) Vomito (5%) Diarrea (4%) Disgeusia (alterazione del gusto) Anosmia (alterazione dell’olfatto) (C) Nei giorni intercorsi da quando ci siamo sentiti/visti: Situazioni a rischio di infezione da SAR-CoV-2 SI NO Ha avuto familiari o contatti stretti (< 1 metro per almeno 15 minuti senza dispositivi di protezione) con un caso confermato di COVID19 ma non è stato posto in isolamento domiciliare? È stato contattato dalla ATS/ASL in quanto venuto inconsapevolmente a contatto con persone affette da COVID19 (es. viaggio aereo, operatore sanitario o sociosanitario) ma non è stato posto in isolamento domiciliare? Con la sottoscrizione del presente modulo mi assumo la responsabilità civile e penale derivante da eventuali dichiarazioni errate, incomplete, false o reticenti, anche tenuto conto di quanto disposto dagli articoli 650 c.p. fatta salva l’ipotesi di un reato più grave ovvero artt. 582-583 C.P. Il Paziente/Dichiarante/Tutore FIRMA: __________________________________________ L’accettante Podologo/Collaboratore FIRMA: __________________________________________ Luogo________________________________ Data ________/_________/__________ I dati del presente modulo “CONSENSO INFORMATO e TRIAGE in PRESENZA PER COVID- 19” verranno trattati ai sensi del GDPR Regolamento Europeo 679/2016.
UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) NELLA PRATICA CLINICA PODOLOGICA Introduzione Per comprendere a pieno l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI), è necessario ribadire alcuni concetti circa la modalità di trasmissione del virus. Il Ministero della sanità ricorda che il SARS- CoV-2 è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto con le goccioline del respiro delle persone infette (droplets), ad esempio tramite (8): • la saliva, tossendo e starnutendo • contatti diretti personali • le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi. La principale via di trasmissione del virus, secondo l’OMS (9) (10), in base ai dati attuali disponibili, avviene attraverso il contatto stretto con persone sintomatiche. È ritenuto possibile, sebbene in casi rari, che persone nelle fasi prodromiche della malattia, e quindi con sintomi assenti o molto lievi, possano trasmettere il virus. È necessario ricordare che: • la mancanza di vaccino rende tutti potenzialmente infettabili; • la contagiosità anche di pre-sintomatici (e, seppur ancora dubbia, di asintomatici) rende tutti potenzialmente infettanti. Di conseguenza, fino alla diffusione su larga scala di strategie di definizione della personale immunità sierologica, sia i professionisti sanitari che i pazienti (o, più in generale, tutte le persone che frequentano lo studio) devono essere considerati potenziali infettanti o potenziali infettabili. Pertanto, tutte le misure di prevenzione sono volte a ridurre il rischio di trasmissione tra podologo e paziente e tra un paziente e l’altro. Ciò si potrà ottenere, come suggerito anche nell’aggiornamento della nota sulla rimodulazione degli interventi fisioterapici nell’emergenza Covid-19 attraverso (4) (11): • la riduzione della dispersione di droplets nell’aria (mascherine chirurgiche, igiene respiratoria); • la riduzione del contatto con occhi/naso/bocca di droplets emessi dall’interlocutore (distanziamento – filtranti facciali – occhiali/visiera); • la riduzione della persistenza di droplets su superfici e oggetti (sanificazione); • la riduzione della persistenza di droplets sulle mani (igiene delle mani) per evitare di portarli a contatto con occhi/naso/bocca, Definizione Si intende per dispositivo di protezione individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal professionista allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.2 2 Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Capo II – Uso dei dispositivi di protezione individuale (da art. 74 a art. 79) 7
Non sono dispositivi di protezione individuale gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore. Caratteristiche I DPI devono rispettare una serie di parametri: • Essere conformi alle norme previste nel D.Lgs 475/92; 3 • Possedere le certificazioni previste e la marcatura CE; • Essere accompagnati da chiare istruzioni di impiego in lingua italiana; • Essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; • Essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; • Tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; • Poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità. Inoltre, i DPI, non solo devono garantire la funzione di protezione del professionista, ma devono mantenere tale capacità, nei termini prestabiliti, per tutto il periodo del loro impiego, fino ad avvenuta sostituzione. Infatti, se i dispositivi non sono adeguatamente mantenuti in stato di efficienza e non sono gestiti attraverso processi controllati, rischiano di minare, piuttosto che proteggere, la salute del professionista (12) (13) (Figura 8). L’operatore deve indossare i DPI facendo riferimento al documento Rapporto COVID-19 2/2020 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) (12) che si basa sulle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e al documento tecnico dell’INAIL (14) che riguardano: • Rischio di esposizione (ad esempio, tipo di attività o procedura); • La dinamica di trasmissione dell'agente patogeno; • La tipologia di paziente che si sta trattando (sintomatico o non sintomatico, positivo o meno a COVID-19). Figura 8 - Come indossare la mascherina FFP2 o equivalenti (13). 3 Decreto Legislativo 4 dicembre 1992, n. 475 Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale. 8
Questi elementi orientano nel tipo di DPI da utilizzare (15). Gli operatori sanitari rientrano nella classe di rischio alto (Tabella 1). In particolare, il podologo si trova in condizioni di non poter rispettare la distanza minima di 1 metro e, nella maggior parte dei casi, rimane in ambulatorio con il paziente per un tempo maggiore ai 15 minuti. Tabella 1 - Classi di rischio per alcuni dei principali settori lavorativi e partizioni degli stessi, nonché il relativo numero degli occupati (14). Tipologie di DPI per le vie respiratorie I dispositivi delle vie respiratorie, definiti anche Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR), sono dispositivi destinati a proteggere da sostanze pericolose allo stato aeriforme (particelle, vapori, gas) mediante il meccanismo della filtrazione. Questi dispositivi, che coprono parte o completamente il viso, sono dotate di filtri sostituibili e per le varie classi di inquinanti esistono filtri specifici. Mascherine chirurgiche La mascherina chirurgica rappresenta una barriera protettiva, che garantisce una protezione igienica del volto verso particelle grossolane e non è protettiva nei confronti dei virus. La principale funzione è quella di evitare che la persona che la indossa possa contaminare quelle con le quali viene a contatto, 9
in quanto ha una buona capacità contenitiva (Figura 9). Fanno parte dei dispositivi medici di cui al D.Lgs 46/97 e s.m.i. 4 Figura 9 - Mascherina chirurgica Possiamo dividerle in relazione all’efficienza di filtrazione ed alla resistenza respiratoria, possono essere di tre tipi: I, II e IIR (Figura 10). Il tipo II (tre strati) e IIR (quattro strati) offrono una maggiore efficienza di filtrazione batterica. Inoltre, la mascherina IIR, avendo il quarto strato esterno idrofobo, è adatta per situazioni in cui l’esposizione al sangue e/o ai fluidi corporei del paziente o all’ambiente di lavoro rappresenta un rischio per l’operatore sanitario. Le mascherine chirurgiche, per essere sicure, devono essere prodotte nel rispetto della norma tecnica UNI EN 14683:2019. 5 Figura 10 - Strati della mascherina chirurgica (antinfortunistica-dpi.it) 4 Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46 Attuazione della direttiva 93/42/CEE concernente i dispositivi medici. 5 Norma UNI EN 14683:2019 - Maschere facciali ad uso medico - Requisiti e metodi di prova 10
Filtranti facciali FFP I filtranti facciali FFP, dove la sigla per filtering face piece, vengono classificati in tre classi (FFP1- FFP2 - FFP3) sono certificati ai sensi di quanto previsto dal D.Lgs 475/92 e fanno riferimento a norme tecniche UNI EN 149:2009. 6 • FFP1: fornisce una bassa protezione dal virus e non può essere utilizzata durante l’emergenza. • FFP2 o KN95 (Figura 11): ha struttura più rigida, più aderente alle curvature del viso e potrebbe essere dotata anche di una valvola. È dotata di filtri che impediscono l’accesso dei microorganismi alla bocca ed al naso ed arriva a filtrare circa il 92% delle particelle. Fornisce una media separazione contro le particelle solide e liquide ed è adatta a proteggere dal coronavirus. Figura 11 - Mascherina FFP2 (sammaparts.com) • FFP3 (Figura 12): Ha un’efficienza filtrante in media del 98%, fornisce un’alta separazione contro le particelle sia solide, sia liquide ed è una mascherina idonea per la protezione da polvere, fumi, virus, batteri e spore fungine. Le FFP3 devono essere indossate in modo da coprire completamente il naso e la bocca e non è indicato il loro utilizzo in presenza di barba, poiché questa non permetterebbe il contatto diretto fra il volto ed i bordi di tenuta del respiratore. Figura 12 - Mascherina FFP3 (macchedil.com) Altri tipi di mascherine Le mascherine diverse da quelle sopra elencate non possono essere definite come dispositivi medici o come DPI ma possono essere prodotte sotto la responsabilità del produttore che dovrà garantirne la 6 Norma UNI EN 149:2009 – Dispositivi di protezione delle vie respiratorie – Semi maschere filtranti antipolvere – Requisiti, prove marcatura 11
sicurezza, ai sensi dell'art. 16, comma 2, del D.L. 18/20.7 Per questo tipo di mascherine non spetta il controllo dell’istituto superiore di sanità. Per questo motivo non possono essere usate per la protezione dell’operatore sanitario (16) (Figura 13). Figura 13 - Altre tipologie di mascherine (creativebloq.com) Utilizzo della mascherina da parte del paziente Vi sono prove crescenti che i soggetti con sintomi lievi o assenti, nelle fasi pre-sintomatiche e nelle prime fasi dell’infezione, possano contribuire alla diffusione del SARS-CoV-2 ed è per questo motivo che indossare una mascherina potrebbe aiutare a ridurre la propagazione dell’infezione, minimizzando il raggio di azione dell’escrezione delle goccioline respiratorie da individui infetti, ma asintomatici (17) (Figura 14). Figura 14 - Capacità filtrante in entrata e in uscita delle diverse tipologie di mascherine (4). 7 Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18 Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. 12
Tuttavia molto spesso i pazienti si forniscono di mascherine non chirurgiche ed “artigianali” che non sono supportate da prove scientifiche e validate che ne confermano l’efficacia; di contro uno studio del 2010 (18). In caso il paziente si presenti in studio senza mascherina chirurgica, il podologo deve fornire la mascherina adatta al paziente oppure aumentare il proprio livello di sicurezza utilizzando una mascherina FFP2/FFP3. In caso di filtranti facciali con valvola, si raccomanda la sovrapposizione di una mascherina chirurgica per bloccare il flusso di droplets in uscita. È sconsigliato indossare la mascherina chirurgica al di sotto del filtrante facciale con valvola poiché potrebbe ridurne l’aderenza ed inficiarne l’efficacia. Le mascherine vengono quindi differenziate e scelte in base al loro potere filtrante come riportato nelle figure sottostanti (Figura 15). Figura 15 - Raccomandazione sull'utilizzo della mascherina chirurgica (4). DPI nella pratica clinica podologica Il protocollo di utilizzo dei dispositivi di protezione nell’ambulatorio podologico si differenzia a seconda della situazione in cui l’operatore si trova rispetto al paziente (Figura 16) (Tabella 2). Nella normale pratica clinica, il professionista non riesce a rispettare la distanza di 1 metro e rimane nell’ambulatorio con il paziente dai 20 ai 70 minuti. In caso di impossibilità da parte del paziente di indossare la mascherina chirurgica, si consiglia di aumentare la protezione dell’operatore (12). Situazione DPI CASO A • Mascherina chirurgica Impossibilità di mantenere la distanza di 1 metro • Occhiali/visiera dal paziente • Camice monouso • Cuffia Tempo di permanenza in presenza del paziente • Guanti > 15 minuti • Maschere FFP2/FFP3 senza valvola CASO B • Maschere FFP2/FFP3 con valvola con Impossibilità da parte del paziente di sovrapposizione di mascherina chirurgica indossare mascherina chirurgica (ad es.: • Occhiali/visiera pazienti non collaborativi per patologie • Camice monouso neurologiche) • Cuffia • Guanti Tabella 2 - Protocollo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. 13
Figura 16 - Tipologia di DPI respiratori (sipec.pediatria.it/coronavirus) 14
Il paziente pediatrico di età inferiore ai sei anni non ha obbligo di indossare la mascherina secondo la normativa vigente, in tal caso l’operatore aumenterà la sua protezione. Vestizione e svestizione I DPI devono essere indossati dopo aver effettuato un’accurata igiene delle mani. Inoltre, dovrebbero essere disponibili nella stessa stanza in cui si trova il paziente, nelle taglie necessarie e in quantità sufficiente per il turno di lavoro. I dispositivi vanno scelti in base alla valutazione del rischio e in base alle attività che saranno svolte con l’assistito. I DPI monouso saranno sostituiti ad ogni cambio di attività e in ogni caso di contaminazione o danneggiamento. L’operatore non deve toccarsi il viso quando indossa i DPI: in caso di dubbio e/o infrazione della procedura è opportuno allontanarsi dall’area di assistenza per rimuovere e sostituire il DPI in modo appropriato (19). La sequenza corretta per indossare i DPI (FFP2/FFP3, visiera/occhiali, camice, guanti) è la seguente (13) (Figura 17): • Togliere ogni monile e oggetto personale e praticare l’igiene delle mani; • Controllare che i dispositivi siano integri; • Indossare un primo paio di guanti; • Indossare il camice monouso sopra la divisa; • Indossare il filtrante facciale; • Indossare gli occhiali di protezione; • Indossare un secondo paio di guanti. Figura 17 - Procedura di vestizione (13). La sequenza per togliere gli stessi DPI, evitando contaminazioni con il viso, le mucose e la cute è la seguente (13) (Figura 18) (Diagramma 3): • Rimuovere il camice monouso e guanti e smaltirli insieme nel contenitore; 15
• Rimuovere gli occhiali e/o la visiera e sanificarli; • Rimuovere la mascherina maneggiandola dalla parte posteriore e smaltirla nel contenitore; • Rimuovere il secondo paio di guanti e praticare l’igiene delle mani. Figura 18 - Procedura di svestizione (13). Diagramma 3 - Protocollo di vestizione e svestizione durante la pratica clinica podologica (fonte propria). 16
Smaltimento dei DPI usati Si premette che per "rifiuti sanitari" si intendono quei rifiuti indicati a titolo esemplificativo negli Allegati I e II del D.P.R. 254/03 8 derivanti dalle strutture pubbliche e private, che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e ricerca. Gli studi devono essere dotati dei corretti sistemi di smaltimento dei rifiuti e dei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) dopo il loro uso. Devono quindi essere presenti contenitori speciali per materiale infetto o potenzialmente infetto che dovranno essere periodicamente prelevati dagli ambulatori e smaltiti secondo quanto richiesto dalle leggi vigenti in materia di Tutela dei luoghi di lavoro (20). La gestione dei rifiuti sanitari è tuttora disciplinata da specifica normativa di settore8 in quanto per la loro natura, sono rifiuti che hanno bisogno di particolare attenzione nella gestione e nello smaltimento, in particolare i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Vista la pandemia da Covid-19 e tenuto conto del fatto che tutti i pazienti afferenti allo studio devono essere classificati come potenzialmente infetti, si consiglia una gestione dei DPI più cautelativa possibile gestendo gli stessi come “rifiuti pericolosi a rischio infettivo” (21). DPI riutilizzabili Le mascherine chirurgiche o i filtranti facciali devono essere utilizzate per un uso singolo e sono definite come dispositivo ad uso limitato. Pertanto, non possono essere sanificate e, a meno che non siano visibilmente sporche o deteriorate, possono essere utilizzate per 4/6 ore (verificare le indicazioni del costruttore) (22). I guanti e le cuffie monouso vengono gettati e sostituiti ad ogni cambio di attività dell’operatore, che avrà cura di praticare ogni volta l’igiene delle mani. Occhiali protettivi e visiere, dovranno essere lavati e disinfettati con un prodotto a base di cloro attivo (concentrazione dello 0,5%) oppure con alcol 70%, lasciato agire per almeno 10 minuti prima di un nuovo uso del DPI. Esistono in commercio occhiali protettivi compatibili con occhiali da vista. Se l’operatore usa camici e grembiuli in stoffa non monouso, dovrà lavarli in lavatrice per almeno 30’ separatamente da altri indumenti, a temperatura minima di 60°, con detersivo comune. Effetti avversi da DPI Nell’emergenza da Covid-19, l’utilizzo prolungato e sistematico di DPI durante la pratica clinica può causare lesioni da pressione, dermatiti da contatto e orticaria. A causa della scarsità di letteratura riguardante le lesioni da dispositivi, le associazioni AISLEC (Italia) (23), APTFeridas (Portogallo) e NSWOCC (Canada) (24) hanno pubblicato dei documenti relativi alle migliori pratiche per la prevenzione delle lesioni cutanee causate da dispositivi di protezione individuale. Spesso le lesioni cutanee da DPI vengono minimizzate o trascurate ma possono rappresentare una porta d’ingresso di infezione e aumentare il rischio di contagio a causa della tendenza dell’operatore a toccarsi il viso per il bruciore o il prurito. Circa il 97% degli operatori sanitari sviluppa lesioni cutanee 8 Decreto Del Presidente Della Repubblica 15 luglio 2003, n. 254 Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179. 17
correlate alle misure di protezione potenziate. Le aree più comunemente colpite sono: il ponte nasale, le guance, la fronte e le mani (25) (Figura 19). Le lesioni al volto sono secondarie non solo all'uso prolungato dei filtranti facciali, ma principalmente all’utilizzo di occhiali e visiere. Per prevenirle, è consigliato applicare medicazioni idrocolloidali, schiume di poliuretano, gel in silicone o film trasparenti nelle zone di pressione causate da filtranti facciali, occhiali e visiere prima di indossarli. È importante che la medicazione sia confortevole, sia facile da applicare e rimuovere e che abbia uno spessore minimo per permettere un’alta aderenza dei dispositivi evitando un aumento della pressione sulla cute (23) (Tabella 3). Figura 19 - Lesione da pressione da DPI (andreagiuliani.com). La dermatite professionale alle mani causata da dispositivi di protezione individuale, in particolare da guanti, è rappresentata dalle dermatiti da contatto: dermatiti irritative da contatto (DIC) e dermatiti allergiche da contatto (DAC). L’utilizzo prolungato di prodotti igienizzanti, saponi e guanti durante l’attività lavorativa comporta un danno alla barriera epidermica (26) (27). Gli operatori sanitari possono eseguire lavaggi frequenti con acqua e sapone più di 10 volte al giorno che si sommano all’utilizzo della soluzione alcolica in caso di mani non visibilmente sporche. I sintomi più comuni sono irritazione, prurito, arrossamento, screpolature, desquamazione, eruzione cutanea, gonfiore e vescicole. I detergenti igienizzanti e l’occlusione dei guanti, se usati separatamente, non incidono in maniera rilevante sul valore della perdita di acqua trans-epidermica (TEWL). Tuttavia, se utilizzati congiuntamente, possono amplificare il danno alla barriera epidermica che peggiora con l’aumentare del tempo di permanenza del dispositivo. Si raccomanda l’uso regolare di creme idratanti prima e dopo l’attività lavorativa e l’accurata asciugatura delle mani prima di indossare i guanti (28) (29) (Tabella 3). 18
Raccomandazioni Dispositivi di protezione Dispositivi di Livello di danno individuali non protezione tissutale Prima di indossare i ermetici individuale ermetici guanti (mascherina (FFP2, FFP3, N95, chirurgica, occhiali, N99) visiera) • Crema idratante • Crema idratante • Crema idratante, da Livello 1 utilizzare • Crema barriera • Crema barriera frequentemente, per (Cute integra e • Film protettivo • Film protettivo minimizzare il rischio di non eritematosa) (salviettine o spray) (salviettine o spray) dermatite irritativa da Prevenzione • Crema a base di • Crema a base di contatto (DIC) associata dimeticoni dimeticoni all’igiene delle mani • Si consiglia una crema Livello 2 • Schiuma di • Medicazione in mani con una poliuretano adesiva percentuale di grassi del (Cute integra ed silicone forata • Medicazione in 70% eritematosa) • Idrocolloide silicone forata • Rimuovere smalti e Lesione da (solo in caso non • Medicazione in unghie artificiali prima pressione di I silicone non forata interferisca con l’efficacia del DPI) di indossare i guanti stadio • Idrocolloide • Evitare monili e orologi da polso • Asciugare bene le mani Livello 3 dopo averle lavate • Idrocolloide (Cute lesa) • Schiuma di prima di indossare i (solo in caso non Lesione da poliuretano adesiva guanti interferisca con pressione di II • Idrocolloide • Richiedere una visita l’efficacia del DPI) stadio dermatologia in caso di irritazione persistente Tabella 3 - Raccomandazioni per la gestione delle lesioni cutanee da DPI (24). Le dermatiti allergiche da contatto sono inoltre causate dall’utilizzo di guanti in lattice. Gli operatori sanitari sviluppano sintomi allergici fino a 11 volte più frequentemente rispetto alla normalità. Inoltre, l’utilizzo di guanti con polvere peggiora il prurito e l’irritazione cutanea (30). In commercio, è possibile trovare tre tipologie di guanti (31) (Tabella 4): • Lattice, lo standard di riferimento per vestibilità, sensibilità, comfort, resistenza e protezione della barriera ma sono sempre meno tollerati dall’operatore. • Vinile, un'alternativa economica al lattice, esiste da molti anni e causa meno reazioni allergiche. Può essere associato a una ridotta protezione a causa della sua suscettibilità a strappi, rotture e fori causati dai taglienti. • Nitrile, i guanti medicali in nitrile sono diventati popolari in quanto offrono un'eccellente resistenza allo strappo e alla resistenza chimica sebbene costino di più del vinile. Contengono meno allergeni rispetto al lattice e al vinile. 19
Materiale Lattice Nitrile Vinile Livello di Eccellente Eccellente Basso protezione Punto di riferimento per la Molto resistenti a strappi e Durante l’utilizzo si protezione grazie a punture. rompono frequentemente. resistenza ed elasticità del materiale. Quantità di Alta Molto Bassa Bassa allergeni Contengono proteine e Non contengono proteine del Non contengono proteine allergeni chimici. I guanti lattice. Possono contenere del lattice o acceleratori senza polvere contengono agenti indurenti e altre chimici. Possono contenere una quantità minore di sostanze chimiche. altre sostanze chimiche. allergeni. Comfort Eccellente Molto alto Basso Molto confortevoli e Molto confortevoli e aderenti Poco confortevoli a causa aderenti grazie grazie all’elasticità e alla della bassa elasticità. Non all’elasticità e alla memoria del materiale. In permettono una buona memoria del materiale. alcuni casi risultano stretti: si aderenza a livello dei polsi. consiglia di scegliere una taglia più grande. Tabella 4 - Tipologie di guanti e relative caratteristiche (31). Concetti chiave (24): • Adeguata cura della pelle prima e dopo l'uso dei DPI. È necessario applicare protezioni barriera e idratare la cute regolarmente. • Idratare le mani regolarmente e assicurarsi che siano pulite e asciutte prima di indossare i guanti. • Uso delle medicazioni come interfaccia tra i DPI e la pelle nelle aree di adesione/pressione/ attrito. Le medicazioni da protezione non interferiscano con le mascherine chirurgiche, tuttavia potrebbero diminuire l’efficacia dei filtranti facciali. Realizzazione di ortesi in silicone con DPI • La realizzazione delle ortesi in silicone con uso dei DPI richiede alcuni accorgimenti. È consigliabile utilizzare guanti in nitrile, preventivamente “unti” con olio siliconico: è sufficiente una minima quantità posta sul guanto e poi frizionata su tutta la superficie dello stesso, utilizzando la medesima tecnica con cui si igienizzano le mani con le soluzioni idroalcoliche. Questo procedimento permette al silicone di non aderire al guanto. È di fondamentale prestare attenzione ad utilizzare pochissimo olio siliconico per non compromettere la corretta catalizzazione che comunque sarà leggermente più lenta. Conclusioni I DPI possono essere considerati una misura efficace per la protezione dell’operatore sanitario solo se inseriti all’interno di un più ampio spettro di interventi che comprendono controlli amministrativi, procedurali, ambientali, organizzativi e tecnici. È di fondamentale importanza perseguire a livello nazionale la massima tutela possibile del personale, dotandolo, in base alle evidenze scientifiche, di DPI di livello adeguato al rischio professionale a cui si è esposti. Il Centers for Diseases Control and Prevention (con un documento del 10 marzo 2020) 20
(32) e European Centre for Disease Prevention and Control (17 marzo 2020) (33), concordano sul possibile uso in sicurezza delle mascherine chirurgiche in assenza o scarsa disponibilità di filtranti facciali (FFP) ad eccezione delle attività che prevedono manovre e procedure a rischio di generare aerosol in cui risulta necessario l’uso dei FFP2/FFP3. A tale proposito, considerando sempre la necessità di garantire la disponibilità di FFP per tutti gli operatori che eseguono procedure in grado di generare aerosol, si potrà valutare l’utilizzo di FFP, in relazione alle specifiche attività e prestazioni erogate, alle modalità di organizzazione del lavoro e ad una valutazione del rischio complessivo e individuale (12) (34). 21
MISURE DI IGIENE IN AMBITO PODOLOGICO L’igiene dell’operatore e degli ambienti rappresenta una parte fondamentale della prevenzione della trasmissione da Covid-19. Igiene dell’operatore L’igiene delle mani è una procedura sanitaria indispensabile per limitare la diffusione dei microrganismi e ridurre quindi l’incidenza delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali; è da considerare fra le principali procedure per la prevenzione delle infezioni, e deve essere effettuata per evitare la trasmissione dei microrganismi nei confronti delle persone assistite, dell’ambiente che circonda le persone, degli operatori. È finalizzata alla rimozione dello sporco e della flora microbica transitoria, che è caratterizzata da microrganismi che si raccolgono con le mani a seguito del contatto con oggetti e superfici, o durante il contatto con il paziente. Esistono due modalità: • Lavaggio sociale: da eseguire con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi oppure con frizionamento delle mani con soluzione alcolica per almeno 15 secondi. Nel caso in cui le mani siano visibilmente sporche si raccomanda l’utilizzo del sapone (Figura 20); • Lavaggio antisettico: da eseguire con acqua e agenti antisettici. Figura 20 - Corretto lavaggio delle mani (salute.gov.it) Il lavaggio delle mani è fondamentale prima dell’utilizzo di DPI. L’uso dei guanti non sostituisce il lavaggio: guanti contaminati possono diventare un importante e spesso trascurato veicolo di diffusione dei microrganismi nell’ambiente. Inoltre, è raccomandata la rimozione di monili o anelli che possono essere veicolo di agenti patogeni (35) (Tabella 5). 22
Raccomandazioni generali Motivazioni Tenere sotto controllo le proprie mani è importante per gli operatori sanitari: le piccole Controllare che le proprie mani siano prive di lesioni della cute determinano una maggiore lesioni e ferite probabilità di trasmettere microrganismi agli assistiti e anche di contrarre malattie durante le pratiche di assistenza. Le unghie corte e prive di smalto hanno meno probabilità di raccogliere microrganismi. Le Mantenere le unghie corte (0,5/1 mm) e unghie lunghe possono ferire la persona assistita rimuovere lo smalto e le unghie artificiali e bucare i guanti eventualmente indossati dall’operatore. I microrganismi si annidano nei piccoli spazi e sotto gli anelli, bracciali ed altri gioielli, la cui Rimuovere i monili (anelli, bracciali, orologi) presenza impedisce la corretta pulizia delle mani e la rimozione dei germi. Tabella 5 - Raccomandazioni circa il lavaggio delle mani (nurse24.it). Igiene degli ambienti È necessario distinguere la realtà dello studio professionale podologico da quella del servizio podologico in poliambulatori. Per quanto riguarda i servizi podologici nei poliambulatori, il professionista deve seguire le indicazioni fornite dal Direttore Sanitario della struttura, confidando che, per quanto concerne la sua attività, rispetti i requisiti igienici proposti anche per lo studio podologico professionale. L’attività podologica nelle RSA è equiparabile all’attività nei poliambulatori, in cui il professionista è tenuto ad osservare le indicazioni fornite dal Direttore Sanitario della Struttura. L’accesso, a seconda delle disposizioni regionali o comunali, potrebbe essere vietato o limitato, è quindi necessario contattare direttamente il Direttore Sanitario (o altro responsabile). Visto il delicato ambiente ad altissimo rischio per gli ospiti/degenti, si consiglia di prediligere la teleconsulenza o di adottare puntualmente tutte le procedure di protezione individuale e d’igiene. In generale, è opportuno dividere le procedure igieniche per aree all’interno degli studi professionali podologici (4): • Ogni area avrà delle peculiarità riguardanti il ciclo di igiene (sala d’attesa e corridoio, servizi igienici, studi, area ortesi); • Ridurre al minimo la presenza di oggetti, cancelleria, accessori vari, mobili etc.; • Preferire sedie e/o poltrone in materiali non tessili, facilmente igienizzabili; • Evitare o limitare l’uso diffusori e/o profumatori di ambienti (o altre forme di profumazione indoor) in quanto rilasciano sostanze chimiche spesso inquinanti (COV e materiale particellare PM10 e PM2,5) degradando la qualità dell’aria indoor. 23
Breve prospetto sui prodotti e la terminologia Data l’importanza del tema e il moltiplicarsi di prodotti in vendita in questo momento, è necessario definire le tipologie di prodotti, tecniche e attrezzature. Prodotti • Detergente: qualsiasi sostanza o miscela contenente saponi e/o altri tensioattivi, destinato ad attività di lavaggio e pulizia (36). • Disinfettante: prodotti che vantano un’azione disinfettante battericida, fungicida, virucida o una qualsiasi altra azione volta a distruggere, eliminare o rendere innocui i microrganismi. Questi prodotti ricadono in distinti processi normativi: quello dei Presidi Medico-Chirurgici (PMC) e quello dei biocidi. In entrambi i casi i prodotti, prima della loro immissione in commercio, devono essere preventivamente autorizzati a livello nazionale o europeo (37). - Ogni prodotto ha la sua Scheda di Dati di Sicurezza (SDS), è la carta d’identità del prodotto fornita dal produttore che deve trasmettere all’acquirente, qualora si tratti di un utilizzatore professionale. In tale scheda vi sono le informazioni sulle proprietà e i pericoli del prodotto, i rischi per la salute umana e per l’ambiente, le misure di protezione da prendere in rapporto alle condizioni d’uso (4). Tale scheda deve essere presente nello studio professionale podologico e occorre controllare se vi sono schede più recenti del prodotto. - Conservare i prodotti al riparo dalla luce e lontano da fonti di calore, possibilmente in apposito armadietto e separati dal materiale infiammabile, secondo quanto previsto dalle norme antincendio. - Dopo aver aperto le confezioni originali, evidenziare con apposita etichetta la data di apertura e quella di scadenza. - Una volta preparata la soluzione, riportare sui contenitori pronti per l’uso il nome del prodotto, la concentrazione, la destinazione d’uso, la data di preparazione e di scadenza. - Una volta aperta la soluzione può essere utilizzata per 3 mesi, mentre tutte le diluizioni preparate estemporaneamente sono da rinnovarsi ogni 24 ore. Si consiglia di segnalare sempre la data di preparazione (38). - Se la soluzione non è già pronta all’uso, effettuare la diluizione, evitandone la contaminazione con microrganismi. - Utilizzare il prodotto con le modalità e le concentrazioni riportate in etichetta, rispettando le avvertenze. - Non mescolare prodotti diversi tra loro. - Indossare sempre i dispositivi di protezione individuale previsti dalla scheda di sicurezza - Richiedono normalmente il risciacquo per evitare problemi di contaminazione chimica (eccetto per alcuni formulati che non richiedono il risciacquo del prodotto). - Va lasciato a contatto delle superfici per il tempo previsto dalla scheda tecnica del prodotto e quindi risciacquato con acqua pulita. - Non devono mai essere confusi con i detergenti - Per l’applicazione fare sempre ben attenzione alle etichette dove vengono riportate le diluizioni da effettuare prima dell’impiego, le modalità, i tempi d’applicazione e gli eventuali dispositivi di protezione individuale da utilizzare Ad oggi non sono ancora disponibili dati specifici sull’efficacia contro il SARS-CoV-2, tuttavia diversi agenti antimicrobici disinfettanti sono stati testati su alcuni coronavirus, come riportato nella linea guida del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) (37) 24
che propone: • Per la decontaminazione delle superfici dure: uso di ipoclorito di sodio allo 0,1% dopo pulizia con acqua e un detergente neutro • Per le superfici che potrebbero essere danneggiate dall'ipoclorito di sodio: prodotti a base di etanolo al 70% (non specificato se p/p o v/v) sempre dopo la pulizia con acqua e detergente neutro. • Concentrazioni di benzalconio cloruro allo 0.05-0.2% o clorexidina digluconato 0.02% sono risultati meno efficaci La linea guida dell’ECDC riporta che, di massima, la pulizia con acqua e normali detergenti e la disinfezione con prodotti disinfettanti comuni è di per sé sufficiente, come primo intervento, per la decontaminazione delle superfici anche se non sono, a tutt’oggi, disponibili prove specifiche della loro efficacia su SARS-CoV-2 (37). Alcuni studi hanno approfondito la valutazione delle diverse tipologie di superfici e i diversi tempi di persistenza e infettività delle particelle virali emesse dai soggetti contagiati. In condizioni sperimentali si è osservato che, per la loro struttura chimico-fisica, il materiale più favorevole alla persistenza dei coronavirus sono le plastiche e l’acciaio inossidabile sulle quali il virus può resistere fino a 72 ore nel caso della plastica e fino a 48 ore per l’acciaio anche se la carica infettiva sui suddetti materiali si dimezza, rispettivamente, dopo circa 6-7 ore. Le superfici che meno ne consentono la persistenza sono di rame e il cartone, dove è stato osservato un abbattimento completo dell’infettività dopo 4 ore per il rame e 24 ore per il cartone (37). I principi attivi maggiormente utilizzati nei disinfettanti autorizzati sono l’etanolo, gli ammoni quaternari (cloruro di didecil dimetil ammonio, cloruro di alchil dimetilbenzilammonio), il perossido d’idrogeno e il sodio ipoclorito (Tabella 6). Anche in questo caso, le concentrazioni da utilizzare ed i tempi di contatto da rispettare per ottenere un’efficace azione disinfettante sono dichiarate in etichetta sotto la responsabilità del produttore. Segnaliamo alcuni approfondimenti sui disinfettanti più efficaci sui coronavirus: • Ipoclorito di sodio - È il sale di sodio dell'acido ipocloroso. La sua formula chimica è NaClO. - Diluito variabilmente dall'1% al 25% circa in soluzione acquosa, di colore giallo-paglierino e dal caratteristico odore penetrante, è noto nell'uso comune come sbiancante e disinfettante, con i seguenti nomi: • Candeggina, dal verbo candeggiare, che significa rendere candido, bianco, usata per disinfettare sanitari e pavimenti, smacchiare, sbiancare o decolorare tessuti e capi di abbigliamento non colorati. • Varichina, varechina, varachina o varecchina, dal francese varech, alga da cui si ricavava la soda. • Amuchina, nome commerciale di Angelini. Normalmente in commercio si trovano a una concentrazione variabile: grandi superfici (es. pavimenti): soluzione al 0,1% piccole superfici (es. scrivanie, sedie, lettino, WC, etc.): soluzione al 0,5% si ricorda che se un prodotto a base di cloro è al 5% (di cloro), la soluzione al 0,5% corrisponde a un litro di candeggina e 9 litri di acqua. 25
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