PIANO ANNUALE DELL'INCLUSIVITA' - 2016/2017 (allegato al PTOF 2016-18) - Polo Tecnico ...
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PIANO ANNUALE DELL’INCLUSIVITA’ 2016/2017 (allegato al PTOF 2016-18) 1
Sommario 1. LA NOZIONE DI INCLUSIONE 2. IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE 3. CHIARIMENTI SULLA FORMALIZZAZIONE DEL BES 4. QUADRI DI SINTESI DEI PERCORSI PERSONALIZZATI 5. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI DI ALFABETIZZAZIONE INTENSIVA PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE NON ALFABETIZZATI (RISORSE FINANZIARIE EX ART. 9 ccn SCUOLA – FONDI DA EE.LL. - FAMI) 6. RILEVAZIONE QUANTITATIVA E PER TIPOLOGIE DEI PERCORSI DI INSEGNA- MENTO PERSONALIZZATO AI SENSI DELLA LEGGE 53 DEL 2003 7. STRATEGIE DIDATTICHE E STRUMENTI 8. OBIETTIVI 9. PROGETTO POST-SCUOLA S.O.S. SAVE OUR STUDENTS 10. CRITICITÀ 11. PUNTI FORZA 12. PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI CON BES 13. PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA AUNNI STRANIERI AD INTEGRAZIONE DEL PRO- TOCOLLO ALUNNI CON BES 14. MODELLO SCHEDA RILEVAZIONE ALUNNI CON BES 15. MODELLO PSP PER ALUNNI CON BES (allegato A e allegato B) 16. MODELLO PEI (ALUNNI CON CERTIFICAZIONE DI DISABILITA’ L.104) 17. MODELLO PEI (ALUNNI CON DSA L. 170) 2
1. LA NOZIONE DI INCLUSIONE “Inclusione” si distingue da “integrazione” per il suo grado di pervasività. Integrazione consiste nel fornire alle persone che scontano rilevanti problemi nell’esercizio dei diritti/doveri di cittadinanza l’aiuto ad hoc necessario per accedere ai predetti diritti/doveri; in altri termini l’aiuto serve alla persona svantaggiata per accedere a quello che per gli altri corrisponde alla “normalità”. Come si vede l’integrazione investe prioritariamente sul soggetto in difficoltà e molto di meno sul contesto. Inclusione significa invece progettare, sin dalle sue fondamenta, la “piattaforma della cittadinanza” in modo che ciascuna persona abbia la possibilità di esercitare diritti e doveri come modalità ordinaria (“siamo tutti normali”). L’inclusività non è quindi un “aiuto” per scalare la normalità ma una condizione connaturata e intrinseca della normalità. L’inclusione interviene sul contesto non meno che sul soggetto. In altri termini, inclusività implica l’abbatimento di quelli che nell’”INDEX FOR INCLUSION” di Tony Booth and Mel Ainscow vengono chiamati “ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione”. Questa condizione esige che l’intera piattaforma della cittadinanza sia programmaticamente aperta e agibile da tutti. Una scuola inclusiva deve progettare se stessa e tutte le sue variabili e articolazioni per essere, in partenza, aperta a tutti; ne consegue che l’inclusività non è uno status ma un processo in continuo divenire; un pro- cesso “di cambiamento”. Il riferimento tendenziale per questo processo è il sopra richiamato ”INDEX FOR INCLUSION” . 2. IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE L’idea di “integrazione” è tradizionalmente associata alla condizione di “handicap” (oggi “disabilità; cfr “con- venzione ONU per i diritti delle persone con disabilità”), in Italia codificata e disciplinata dalla legge 104/1992 e dalle norme susseguenti o collegate. Successivamente si sono affiancate altre categorie di svantaggiati: immigrati, DSA etc. Prima l’INVALSI poi la direttiva del 27/12/2012 (e la CM 8/2013) hanno introdotto la nozione di BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE (BES) come categoria generale comprensiva di tutte le condizioni richiedenti l’impiego calibrato, in modo permanente o temporaneo, dei cinque pilastri dell’inclusività: 1) individualizzazione (percorsi differenziati per obiettivi comuni); 2) personalizzazione (percorsi e obiettivi differenziati); 3) strumenti compensativi; 4) misure dispensative; 5) impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e immateriali. La formula “impiego calibrato” allude tanto al fatto che ciascuna delle cinque strumentalità potrà essere dosata in ragione delle esigenze di ciascuno che alla possibilità che in esse vengano ricomprese anche azioni trans-didattiche quali servizi di aiuto alla persona, abbattimento e superamento di barriere di varia natura etc. A titolo di esempio si riportano alcune delle tipologie di BES maggiormente ricorrenti in situazione scolastica: disabilità, DSA, altri disturbi evolutivi specifici (deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordina- zione motoria, ADHD e spettro autistico di tipo lieve, disturbo della condotta), alunno straniero non alfabe- tizzato, alunno con disagio sociale etc. 3. CHIARIMENTI SULLA FORMALIZZAZIONE DEI BES Parlare di Bisogni Educativi Speciali per un alunno significa che il CdC ha preso atto di una precisa difficoltà scolastica di uno studente, certificata, testimoniata, portata alla luce da persone che hanno titolo di sancire l'oggettività del problema e soprattutto, fattore dirimente, che tale difficoltà può oggi incidere negativamente e profondamente sulle possibilità di successo scolastico o di abbandono scolastico da parte di quell'alunno. Quando il CdC, qualsiasi sia la via, viene a conoscenza di una tale difficoltà, il CdC è tenuto a verbalizzare la presa di consapevolezza condivisa dell'esistenza di tale problema e la definizione, se necessario, di un intervento inclusivo personalizzato, qualsiasi esso sia. 3
Se per gli alunni con certificazione di disabilità (L.104/1992) e con diagnosi medica di DSA (L.170/2010) il diritto all'attivazione del PEI/PDP scaturisce "ex lege", per tutti gli altri alunni con BES "Le persone che hanno titolo di sancire l'oggettività del problema..." sono, a seconda dei casi , differenti ed in particolare: - alunni in particolari condizioni di salute fisica e/o mentale (anche difficoltà psicologiche temporanee) certificate da sanitari, la cui condizione non determina certificazioni L.104 (almeno al momento in cui la situazione specifica interviene), ma che produce oggettivamente flessioni nel rendimento e/o causa assenze prolungate o ancor peggio frequenti e non ordinate; - alunni in particolari condizioni di salute fisica e/o mentale che devono assumere su segnalazione dei sanitari particolari farmaci in orario scolastico, ovvero che devono essere somministrati con qualche modalità particolare che influenza la frequenza scolastica; - alunni che devono assentarsi in modo frequente ma "ordinato", per effetto di prescrizioni mediche, per terapie temporanee tali che potrebbero inficiare il rendimento scolastico o il successo scolastico; - alunni con significative difficoltà d'apprendimento che, pur essendo per esperienza riconducibili a DSA, non sono supportate da adeguate segnalazioni sanitarie, ma che stanno già dando i loro frutti negativi su frequenza e/o rendimento degli studenti. Le testimonianze dei genitori, le osservazioni di docenti, relazioni di esperti sono sufficienti per attivare intervento condivisi a sostegno degli apprendimenti; - alunni in chiaro ed evidente disagio sociale, economico, culturale, famigliare tale da necessitare di interventi educativi senza i quali la frequenza e/o il rendimento scolastico rimarrebbero ad un livello qualitativo così basso da determinare l'abbandono scolastico o una frequenza "inadeguata" al contesto educativo e formativo della scuola superiore. Queste situazioni sono seguite spesso dai servizi sociali che hanno titolo per riferire alla scuola informazioni sicure ed oggettive. Per gli alunni stranieri ci avvaliamo del supporto dei mediatori linguistici e culturali che certificano il livello di alfabetizzazione L2 del ragazzo. La procedura: - Le famiglie, ovviamente, se hanno certificazioni o altra forma di documento, sottopongono alla Dirigenza o al Cdc il problema; ovvero, i servizi sociali o altro operatore del territorio chiedono al Coordinatore di classe di prendere atto di una situazione o condizione specifica; - si acquisiscono informazioni, osservazioni dei docenti, testimonianze della famiglia o di altri soggetti (tutori, assistenti sociali, psicologi ad esempio), relazioni di operatori sociali o sanitari che rassicurano il CdC sulla oggettività della difficoltà; - il CdC ratifica con un Verbale la presa d'atto del problema ed eventualmente la decisione di attivare un intervento inclusivo. Le firme di tutti su di un progetto di intervento ( Pdp BES) e la firma dei genitori in calce sanciscono l'attivazione dell'intervento. Chi scrive il progetto? Il Coordinatore, con l'aiuto dei colleghi, con la consulenza del GLI, se richiesta, della dirigenza (preside e vicepreside), necessaria, degli esperti, se ci sono, ma anche della psicologa della nostra scuola, se a conoscenza del problema. Quale progetto? Ad esempio una personalizzazione del percorso scolastico (non una differenziazione, sia chiaro): obiettivi didattici personalizzati, una frequenza personalizzata, degli stage formativi ad hoc, l'istruzione domiciliare, modalità alternative di verifica e valutazione, didattica a distanza, corsi intensivi di lingua italiana. L'importante è condividere e formalizzare le decisioni. Ricordiamo che sul sito della scuola, Area MODULISTICA/modulistica docenti/ modulistica BES, è possibile scaricare: • Modello di rilevazione alunni con BES • Protocollo di accoglienza alunni con BES • Protocollo di accoglienza alunni stranieri ad integrazione del protocollo BES • PDP BES • PDP DSA (L.170/2010) • PEI H (L.104/1992) 4
4 QUADRI DI SINTESI DEI PERCORSI PERSONALIZZATI Alunni certificati in base alla legge 104/1992 TABELLA CON NUMERO DI ALUNNI DISABILI SUDDIVISO PER PER PLESSO A.S. 2016-17 STOPPA COMPAGNONI MANFREDI MARCONI TOTALE 31 4 9 1 45 Alunni con segnalazioni di disturbi specifici di apprendimento in base alla Legge 170/2010 TABELLA CON NUMERO DI ALUNNI DSA SUDDIVISO PER PER PLESSO STOPPA COMPAGNONI MANFREDI MARCONI TOTALE 50 22 8 10 4 Alunni con particolari condizioni di salute SCUOLA IN OSPEDALE E ISTRUZIONE DOMICILIARE Al momento non sono presenti alunni PROGETTO “FAR SCUOLA MA NON A SCUOLA” Non attivato per mancanza di fondi da parte dell’UST ALUNNI CON FABBISOGNO DI SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI IN ORARIO SCOLASTICO AS 2016-17 Indicazione del numero di alunni che richiedono la somministrazione dei farmaci in orario scolastico, classi e -plessi di appartenenza, persone incaricate della somministrazione, formazione specifica per la somministra- zione, incontri con la Pediatria di Comunità per monitorare l’andamento della situazione. PLESSO NUMERO ALUNNI Responsabile MANFREDI 0 Marina Betti COMPAGNONI 3 Daniele Tassinari STOPPA 3 Donatella Melandri MARCONI 0 Daniele Tassinari TOTALE 6 5
DOCENTI CHE HANNO FREQUENTATO IL CORSO DI FORMAZIONE DI RIANIMAZIONE CARDIO RESPIRATO- RIA E UTILIZZO DEL DEFIBRILLATORE STOPPA COMPAGNONI MANFREDI BANDIERAMONTE MANETTI B. COTRONEO ((ATA) MELANDRI (ATA) VANNINI PORA (ATA) CASSANI BRINI (DSGA) VERLICCHI (ATA) CASSANI TOTALE 10 DOCENTI CHE HANNO FREQUENTATO IL CORSO DI FORMAZIONE DI SOMMINISTRAZIONE FARMACI IN AMBITO SCOLASTICO STOPPA COMPAGNONI MANFREDI Corso diabete mellito tipo 1 Corso diabete mellito tipo 1 Corso diabete mellito tipo 1 Asirelli Mirella, Bagnara Giovanna, Arbolino Salvatore Bacchini Ivana, Bosi Gabriella, Totale 1 dipendenti Bandieramonte Maria Carmen, Brini Fabrizio, Battaglia Stefania, Casamenti Franca, Corso epilessia Bolognesi Paola, Cimatti Raffaella, Arbolino Salvatore Brovelli Simone, Corelli Grappadelli Anna Maria, Totale 1 dipendenti Cicognani Loretta, Di Marco Samanda, Colaci Maria Cristina, Emiliani Maria Luisa, Di Sante Irma, Ferretti Carla, Gentilini Silvia, Gentilini Silvia, Fortunato Valentina, Liverani Maria Carla, Manetti Rachele, Menegatti Alessio, Pallareti Marilena, Mondini Maria Francesca, Pati Daniela, Pallareti Marilena, Pederzoli Patrizia, Pati Daniela, Pirazzini Patrizia, Roccati Giuseppina, Randi Patrizia, Taroni Angela, Venuta Alessandra, Trovato Nuccia Daniela, Zausa Sonia Vannini Daniele, Totale 19 dipendenti Zoli Daniele, Dosi Luana (collaboratrice s.) Corso epilessia Totale 21 dipendenti Asirelli Mirella, Bacchini Ivana, Corso epilessia Di Marco Samanda, 6
Battaglia Stefania, Gentilini Silvia, Bolognesi Paola, Menegatti Alessio, Catellini Chiara, Pallareti Marilena, Di Sante Irma, Pati Daniela, Fabbri Anna, Roccati Giuseppina, Gentilini Silvia, Trovato Nuccia Daniela, Lusa Milvia, Vannini Daniele, Manetti Rachele, Dosi Luana (collaboratrice s.) Pallareti Marilena, Totale 9 dipendenti Pati Daniela, Pederzoli Patrizia, Pirazzini Chiara, Poles Cesare, ZAUSA Sonia Totale 16 dipendenti TOTALE Corso diabete 41 Totale Corso epilessia 26 PERSONALE SCOLASTICO PREPOSTO ALLA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI SALVAVITA AS 2015-16 * Sede COMPAGNONI Diabete: BAGNARA Giovanna, BOSI Gabriella, BRINI Fabrizio, CASAMENTI Franca, CIMATTI Raf- faella, CORELLI GRAPPADELLI Anna Maria, DI MARCO Samanda, EMILIANI Maria Luisa, FERRETTI Carla, GENTILINI Silvia, LIVERANI Maria Carla, MENEGATTI Alessio, MONDINI Maria Francesca, PALLARETI Marilena, PATI Daniela, ROCCATI Giuseppina, TARONI An- gela, TROVATO Nuccia Daniela, VANNINI Daniele, ZOLI Daniele, DOSI Luana (collabora- trice scolastica) Epilessia: DI MARCO Samanda, GENTILINI Silvia, MENEGATTI Alessio, PALLARETI Marilena, PATI Daniela, ROCCATI Giuseppina, TROVATO Nuccia Daniela, VANNINI Daniele, DOSI Luana (collaboratrice scolastica) Sede MANFREDI Diabete ed Epilessia: ARBOLINO Salvatore Sede STOPPA Diabete: ASIRELLI Mirella, BACCHINI Ivana, BANDIERAMONTE Maria Carmen, BATTAGLIA Stefa- nia, BOLOGNESI Paola, BROVELLI Simone, CICOGNANI Loretta, COLACI Maria Cristina, DI SANTE Irma, GENTILINI Silvia, FORTUNATO Valentina, MANETTI Rachele, PALLARETI Marilena, PATI Daniela, PEDERZOLI PATRIZIA, PIRAZZINI Patrizia, RANDI Patrizia, VE- NUTA Alessandra, ZAUSA Sonia Epilessia: ASIRELLI Mirella, BACCHINI Ivana, BATTAGLIA Stefania, BOLOGNESI Paola, CATELLINI Chiara, DI SANTE Irma, FABBRI Anna, GENTILINI Silvia, LUSA Milvia, MANETTI Rachele, PALLARETI Marilena, PATI Daniela, PEDERZOLI Patrizia, PIRAZZINI Chiara, POLES Ce- sare, ZAUSA Sonia *da aggiornare 7
QUADRO DEGLI ALUNNI STRANIERI NON ALFABETIZZATI TABELLA CON NUMERO DI ALUNNI STRANIERI NON ALFABETIZZATI SUDDIVISO PER PLESSO PLESSO Alunni stranieri Alunni stranieri scarsamente alfabetizzati (liv. A2) non alfabetizzati Al momento dati non definitivi STOPPA 5 10 COMPAGNONI 0 8 MANFREDI 8 15 MARCONI 0 4 TOTALE 50 5. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI DI ALFABETIZZAZIONE INTENSIVA PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE NON ALFABETIZZATI (RISORSE FINANZIARIE EX ART. 9 CCN SCUOLA –L2 USR - FONDO D’ISTITUTO E RISORSE DA PERCORSI IEFP – ORGANICO DI POTENZIAMENTO - FAMI) Per l’anno in corso la nostra scuola è stata designata dall’USR come soggetto Partner, capofila per la provincia di Ravenna, nella coprogettazione di un Piano regionale da far valere sul fondo europeo FAMI 2014-2020 (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione), Azione 1 - Qualificazione del sistema scolastico in contesti multi- culturali, anche attraverso azioni di contrasto alla dispersione scolastica. L’arrivo di ulteriori risorse permet- terà senza dubbio un maggiore ampliamento dell’offerta didattica destinata agli alunni provenienti da contesti migratori. In particolare: In considerazione delle esigenze emerse, sarà possibile nel mese di settembre 2016 attivare un Corso Full immersion di alfabetizzazione per alunni neo arrivati presso il CPIA . Dal mese di novembre la scuola provve- derà a stipulare un contratto con il mediatore di territorio che prosegiurà con corsi di primo e secondo livello che proseguiranno per due o più giorni alla settimana. Per alunni stranieri con competenze linguitiche maggiori verranno progettati laboratori multidisciplinari per l’utilizzo della lingua settoriale e specifica delle varie discipline. Per l’anno scolastico 2016/2017 la scuola prevede attività che spaziano dall’accoglienza e inserimento degli alunni stranieri, fino a corsi a carattere laboratoriale con l’uso della LIM che prevedono anche la realizzazione di prodotti multimediali. Tutti i corsi verranno attivati sia in orario curricolare che extracurricolare. 8
6. Rilevazione quantitativa e per tipologie dei percorsi di insegnamento perso- nalizzato ai sensi della Legge 53/2003 e della normativa sui BES B. Quadro degli interventi a favore degli alunni che necessitano di interventi di potenziamento per aspetti cognitivi limite non collegati a deficit certificati. Dati non definitivi PLESSO n. alunni interventi 6 Ore di sostegno allo studio Sdoppiamento classe PDP STOPPA Progetti con psicologa esperta di dinamiche di gruppo e rimotiva- zione allo studio Attività laboratoriali pomeridiane 1 Ore di sostegno allo studio Sdoppiamento classi COMPAGNONI PDP Progetti con psicologa esperta di dinamiche di gruppo e rimotiva- zione allo studio 9 Ore di sostegno allo studio Sdoppiamento classi PDP MANFREDI Progetti con psicologa esperta di dinamiche di gruppo e rimotiva- zione allo studio Attività laboratoriali pomeridiane 2 Ore di sostegno allo studio Sdoppiamento classi MARCONI PDP Progetti con psicologa esperta di dinamiche di gruppo e rimotiva- zione allo studio TOTALE 18 C. Quadro degli interventi a favore degli alunni nomadi, migranti. Non risultano al momento alunni con le suddette caratteristiche D. Quadro interventi/laboratori gestiti dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusività a favore di alunni che necessitano di contesti di apprendimento strutturati con accesso a diversi stili comunicativi e di- verse modalità di concretizzazione delle esperienze (alunni che necessitano di un potenziamento delle esperienze concrete in laboratori interni o esterni alla scuola). Laboratori svolti nell’ a.s. 2015-16 che si prevede di riattivare nell’anno 2016/2017 Manfredi Stoppa Compagnoni Marconi Creatività X 34 ore Pollici verdi X 30 ore 9
Pet terapy X 10 ore Alla scoperta di Lugo X 10 ore Note in movimento X 6 ore Meccanica X 30ore TOTALE 120 ORE 7. STRATEGIE DIDATTICHE E STRUMENTI Sulla base delle indicazioni MINISTERIALI, Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disa- bilità, Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni stranieri, Normativa per alunni con Bisogni educa- tivi speciali, i cdc adottano metodologie didattiche orientate all’inclusione per tutti gli alunni quali: appren- dimento cooperativo, lavoro di gruppo e/o a coppie, tutoring, apprendimento per scoperta, suddivisione del tempo in tempi, utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici di software e sussidi specifici. Inoltre i docenti si attivano nel predisporre documenti per lo studio domestico anche in formato elet- tronico. A tale scopo è utile il potenziamento delle conoscenze delle nuove tecnologie per l’integrazione sco- lastica, fortemente voluta dalla dirigente scolastica del Polo. 8. OBIETTIVI 1. Favorire l’accoglienza, l’integrazione, il successo scolastico e formativo degli alunni (C.M. 24, 1/3/2006) 2. Favorire l’ inclusione sociale, promuovendo l’incontro tra le diverse culture e modelli di vita. 3. Sviluppare un positivo rapporto fra scuola e famiglie 4. Definire, ove necessario, piani di studio individualizzati attraverso una programmazione ad opera dei Consigli di Classe. 5. Istituire di un Gruppo di Lavoro per l’Inclusività con Compiti di: • gestione dell’inserimento dell’alunna/o con BES ed elaborazione di proposta di assegnazione alla classe, • predisposizioni di indicazioni utili alla stesura della programmazione mirata sui bisogni dell’alunno/a, (Scheda di rilevazione BES e PSP) • definizione, in armonia con il collegio docenti, delle linee progettuali annuali dell’accoglienza d’istituto in base ai bisogni rilevati e alle risorse disponibili, • Eventuale aggiornamento del protocollo di accoglienza BES che esplicita l’impegno della scuola nell’acco- gliere e accompagnare allo studio gli alunni e individua pratiche condivise in tema di accompagnamento allo studio di alunni stranieri al fine di rendere operative le indicazioni contenute D.M. DEL 27 DICEMBRE 2012 E C.M.N.8 DELL’8 MARZO 2013 • cura del monitoraggio dell’applicazione del protocollo d’Accoglienza, e dei progetti inerenti l’inclusività • formulazione di proposte al collegio in tema di formazione/aggiornamento sui temi dell’insegnamento dell’italiano L2, della valutazione degli alunni BES, dell’accoglienza e dell’intercultura, • proposta al Collegio e al consiglio d’istituto di iniziative di diffusione della cultura dell’accoglienza rivolte ad alunni e famiglie dell’Istituto e aperte al territorio. 10
6. Sostegno agli alunni neo arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto grazie anche all’attivazione di percorsi di italiano L2 di primo livello (per alunni neo arrivati). 7. Attivazione di percorsi di italiano L2 di secondo livello (per alunni che iniziano a parlare l’italiano ma non sono in grado di affrontare la lingua italiana per lo studio). 8. Attivazione di “Un metodo di studio per le discipline” percorso di accompagnamento allo studio in orario pome- ridiano per piccoli gruppi di alunni stranieri che necessitano di rinforzi in vari ambiti disciplinari. 9. “Tutor per amico” progetto Che prevede l’azione di un tutor, ex allievo meritevole della nostra scuola, dovrà af- fiancare gli studenti in difficoltà nello svolgimento dei compiti in orario curricolare o pomeridiano. 10. “Supporto in preparazione all’esame conclusivo del primo ciclo d’istruzione”: attivazione di gruppi di studio, con docenti che abbiano seguito corsi per l’insegnamento di italiano L2, finalizzati alla preparazione dell’esame con- clusivo del primo ciclo d’istruzione (ex terza media) presso il CTP (vedi progetto). 11. “Monitoraggio” della situazione relativa all’inserimento degli studenti al loro successo formativo. 12. Tempestivo recupero di studenti in difficoltà attraverso attività mirate alla motivazione e al corretto inserimento nel percorso curricolare 9. PROGETTO POST SCUOLA S.O.S. SAVE OUR STUDENTS Per raggiungere questi imprescindibili obiettivi, la nostra scuola - rilevata nel territorio lughese la carenza di strutture pomeridiane deputate al consolidamento degli apprendimenti, di luoghi di socializzazione e di scambio rivolti alla fascia d’età compresa tra i 13 ed i 16 anni - attiverà nell’anno in corso un progetto di post-scuola che garantisca opportunità formative ed educative non solo durante l’orario di lezione, ma anche nell’extrascuola. Molti studi dimostrano come esso sia il periodo in cui più frequentemente si realizzano la dispersione ed il conseguente abbandono scolastico e in cui più spesso sono stati rilevati fenomeni di bullismo dovuti in modo particolare dalla difficoltà a generare relazioni sociali volte ad accettare ed includere la diversità. Il progetto è rivolto a studenti frequentanti le scuole del territorio di Lugo, di età compresa tra i 13 ed i 16 anni di età, verosimilmente inseriti in classi comprese tra l’ultimo anno sella scuola secondaria di primo grado ed il terzo anno della scuola secondaria di secondo grado. La nostra iniziativa è volta ad includere alunni con certificazione ai sensi della L. 104/92, alunni stranieri ed alunni a rischio di disagio sociale e/o di dispersione scolastica e prevede la realizzazione di un gruppo pomeridiano extrascolastico all’interno del quale verranno svolte attività di supporto agli apprendimenti e allo studio ed allo svolgimento del compito ma anche, e soprattutto, laboratori mirati allo sviluppo di competenze sociali e volti a sostenere i punti di forza, i talenti e le capacità degli alunni che possono trarre vantaggio dallo sperimentarsi in attività e laboratori pratici e dall’essere inseriti in contesti di socializzazione e condivisione sociale. 10. CRITICITA’ L’inclusione non è uno status ma un processo che, come tutti i processi, riscontra punti di criticità e punti di forza; tra i punti di criticità si segnala: • ridotto numero delle risorse di sostegno a favore degli alunni con BES; • elevato numero di alunni stranieri non alfabetizzati che si iscrivono in corso d’anno; 11
• riduzione delle forme di sussidio da parte dei servizi sociali dei vari comuni a favore delle famiglie con gravi problemi socio-economici; • presenza di barriere architettoniche interne alla scuola che limitano la mobilità degli alunni con disabilità mo- toria; • ridotto numero di docenti preparati per l’impiego di tecnologie digitali utili quali strumenti compensativi; • difficoltà nel desumere, per gli alunni neo-iscritti, dalla documentazione presentata, informazioni sufficienti utili a prevedere eventuali BES per l’anno scolastico successivo; 11. PUNTI DI FORZA • docente titolare di funzione strumentale ex art. 33 CCNL responsabile dell’area dell’inclusività; • classi con LIM; • azioni specifiche e coordinate dell'istituzione scolastica • test di ingresso per la valutazione delle abilità comunicative e linguistiche • predisposizione di Piani educativi personalizzati per gli studenti BES • costituzione di gruppi di lavoro fra i docenti • Individuazione di uno o più insegnanti di riferimento per il plesso • pratiche di prima accoglienza, con protocolli e pianificazione delle iscrizioni che coinvolgano più scuole dello stesso territorio • azioni di accoglienza linguistica per italiano “Lingua 2” con il supporto di servizi territoriali • azioni strutturate di orientamento finalizzate all’integrazione positiva degli alunni • presenza di aule didattiche specifiche • laboratori linguistici interni ed esterni • messa a disposizione da parte degli EE.LL. di mediatori culturali e linguistici • Consolidate esperienze attivate da istituzioni scolastiche, singole o in rete 12
12.PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI 2016/2017 Questo documento è una guida dettagliata d’informazione riguardante l’integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali all’interno del nostro Polo; è stato elaborato dai membri della Commissione BES alla luce delle normative vigenti. Contiene principi, criteri ed indicazioni ri- guardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale degli alunni con bisogni speciali, definisce i compiti ed i ruoli delle figure operanti all’interno dell’istituzione scola- stica, traccia le linee delle possibili fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per l’ap- prendimento. Il protocollo costituisce uno strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisto periodica- mente, sulla base delle esperienze realizzate. L’adozione del Protocollo di Accoglienza è rivolto agli alunni con bisogni educativi speciali e si propone di: 13
- consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione di tale tipologia di studenti garantendone l’integrazione e l’inclusione; - definire pratiche condivise tra tutto il personale all’interno del nostro Istituto per favorire una responsabilità condivisa e collettiva per avere una vera inclusione scola- stica; facilitare l’ingresso a scuola e sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo ambiente; - promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola ed Enti territoriali (Comune, Provincia, Cooperative, Enti di formazione). Il Protocollo di Accoglienza delinea prassi condivise di carattere: - amministrativo e burocratico (documentazione necessaria) - comunicativo e relazionale (prima conoscenza) - educativo–didattico (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento del consiglio di classe.) - sociale (eventuali rapporti e collaborazione della scuola con il territorio per la costruzione del “Progetto di Vita”). ADEMPIMENTI ALUNNI CON DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO (LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI CON DSA ALLEGATE AL DECR. MIN. 12 LUGLIO 2011 E D.M. 8 DELL’8 MARZO 2013) 14
CHI COSA FA • IL DIRIGENTE Stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni con- SCOLASTICO divise con organi collegiali e famiglie, e precisamente:… (Linee Guida • attiva interventi preventivi • trasmette alla famiglia apposita comunicazione [in ordine al mancato successo di tali punto 6.2 ) interventi e quindi alla possibilità di un DSA] • riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la condivide con il gruppo docente…” • promuove attività di formazione/ aggiornamento per il conseguimento di competenze specifiche diffuse • promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli, nonché as- sicurando il coordinamento delle azioni…. • definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di documentazione dei percorsi didattici personalizzati … e ne coordina l’elaborazione … • gestisce le risorse umane e strumentali…. • promuove l’intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di alunni e studenti con DSA … • attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire l’attiva- zione di buone pratiche e procedure od apportare eventuali modifiche” I GENITORI Richiedono la diagnosi specialistica alla Neuropsichiatria dell’ASL di appartenenza; qualora preferiscano rivolgersi ad uno psicologo/neuropsichiatra privato, una volta ricevuta una diagnosi di DSA, la presenteranno all’ASL di riferimento, ricevendo un documento di richie- sta di conformità. Nel caso di diagnosi dell’ASL ( pubblica) i genitori al momento dell’iscrizione o al ricevi- mento della diagnosi specialistica presenteranno il documento (conservandone preferibil- mente copia) alla segreteria della scuola, richiedendo che sia protocollato e del’avvenuta consegna siano informati il Dirigente Scolastico e la referente d’Istituto; conservando il numero di protocollo. Nel caso di diagnosi privata i genitori presenteranno documento di richiesta conformità e copia della diagnosi privata ricevuta alla segreteria alunni della scuola, richiedendo che il documento sia protocollato , conservando il numero di protocollo come prova dell’avve- nuta consegna e che sia comunicato al Dirigente Scolastico e al Referente di Istituto. Qualora la risposta di conformità tardi ad essere consegnata oltre i due-tre mesi, informe- ranno il coordinatore di classe dei motivi (es. accertamenti in corso, richiesta di ulteriori esami, …). Una volta giunta la risposta di conformità la consegneranno alla segreteria della scuola, come sopra. La famiglia collaborerà con il Consiglio di classe per la stesura del piano didattico Persona- lizzato, firmandolo quando concordi con quanto previsto dai docenti, comunicherà tem- pestivamente le situazioni di disagio manifestate dall’alunno, ratificherà o meno la validità del PDP attuato, in sede di verifica, proponendo eventuali modifiche in corso d’anno o in previsione dell’anno scolastico successivo, facendo riferimento prioritariamente al coordi- natore di classe e, qualora sorgano problemi, al referente di Istituto. 15
IL PERSONALE DI SEGRE- • In segreteria alunni riceve la diagnosi specialistica , accompagnata da richiesta di con- TERIA formità / aggiornamento all’AUSL; • Si accerta che questi documenti siano stati protocollati ( eventualmente rinviando i consegnatari all’ufficio apposito per il protocollo prima di accettare i documenti); • Comunica al Dirigente Scolastico e al referente d’Istituto per i DSA l’avvenuto ricevi- mento; • Inserisce la diagnosi in busta bianca con la dicitura “documenti riservati” nel fascicolo personale dell’alunno; • Riceve il PDP e il documento di verifica del PDP dal Coordinatore di classe , verificando che sia stato protocollato (altrimenti rinvia il coordinatore al protocollo); • Inserisce il PDP in busta bianca con la scritta “documenti riservati” nel fascicolo perso- nale dell’alunno; • Vigila affinché l’accesso ai documenti riservati sia permesso agli aventi diritto (Diri- gente scolastico, coordinatore della classe, referente di Istituto, genitori/alunni mag- giorenni); • Svolge per gli alunni DSA le mansioni standard. IL REFERENTE DI ISTI- Per la realizzazione degli obiettivi previsti e programmati, il D.S. potrà avvalersi della colla- TUTO borazione di un docente con compiti di informazione, consulenza e coordinamento, con le ( Linee Guida punto 6.2 e seguenti funzioni: 6.3. ) • fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti; • fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato; • collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento dei pro- blemi nella classe con alunni con DSA; • offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione; • cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto; • diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento; • fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai quali po- ter fare riferimento per le tematiche in oggetto; • fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la condivisione di buone pratiche in tema di DSA; • funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se maggiorenni), operatori dei ser- vizi • sanitari, EE.LL. ed agenzie formative accreditate nel territorio; • informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA. IL COORDINATORE DI • Ha accesso alla diagnosi specialistica; CLASSE • Coordina il consiglio di classe nell’adozione delle azioni di individuazione alunni con funzionamento DSA, presa di conoscenza della diagnosi e del funzionamento dell’alunno/a; stesura del PDP, verificandone la completezza,firma della famiglia, pro- tocollo del documento e suo inserimento nel fascicolo personale dell’alunno in busta opaca, applicazione di mezzi, dispense, strategie previsti; rapporti con le famiglie ed eventualmente con specialisti e tutor che seguono l’alunno/a; verifica del PDP, comu- nicazione ad eventuali altri docenti che realizzino i corsi di recupero, se diversi da quelli della classe, redazione dell’allegato al “documento del 15 maggio” per le classi termi- nali; • Si raccorda con la Dirigente e la/il referente per i DSA. 16
IL DOCENTE • redige, verifica ed eventualmente modifica il Piano didattico personalizzato relativa- per sé e collegialmente mente alla sua disciplina; • mette in atto strategie di recupero; • segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà nonostante gli interventi di recupero • posti in essere; • prende visione della certificazione diagnostica rilasciata dagli organismi preposti; • procede, in collaborazione dei colleghi della classe, alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti; • attua strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo; • adotta misure dispensative; • attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti; • realizza incontri di continuità con i colleghi del precedente e successivo ordine o grado di scuola al fine di condividere i percorsi educativi e didattici effettuati dagli alunni, in particolare quelli con DSA, e per non disperdere il lavoro svolto. ADEMPIMENTI ALUNNI DISABILI - ACCORDO DI PROGRAMMA PROVINCIALE PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEI BAMBINI E ALUNNI CON DISABILITÀ NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO 2011/2015- NOTA MIUR 4/8/2009 “LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ” FASI TEMPI ATTIVITA’ PERSONE COINVOLTE 1. O Segnala- Fino a gennaio All’Istituto perviene la segnalazione di un Dirigente, R nuovo inserimento per l’a.s. successivo. zione dell’a.s. prece- vicepreside I La segnalazione può essere inviata da: dente all’inse- • scuola media di provenienza dell’alunno Segreteria Alunni E rimento • famiglia Scuola media di prove- N dell’alunno di- • docente di sostegno della scuola media nienza T sabile di provenienza. A famiglia Open Day Dicembre- Il personale di sostegno presente: Docenti di sostegno M • accoglie eventuali segnalazioni gennaio presenti agli Open Day E • fornisce informazioni su Istituto, pro- N getti attivati, laboratori, stage e alter- Referente “Progetto nanze che la scuola organizza per gli Ponte” T alunni disabili O • svolge una visita guida della scuola e - mostra gli ambienti in cui verrà inserito P l’alunno (soprattutto in caso di disabi- lità grave in cui sono necessarie parti- R colari attenzioni e adattamenti struttu- E rali). - Su richiesta si possono organizzare: I - giornata, riservata alle famiglie degli S alunni disabili, per un momento co- mune, finalizzato ad una conoscenza ap- C profondita dell’Offerta Formativa. R - Incontri/visite individuali I - Visite di gruppo (max 15/20 alunni Z del/dei gruppo/i classe con uno o più I alunni disabili. O N E 17
2. I Iscrizioni Fine gennaio 1. Accoglie la domanda di iscrizione; Segreteria Alunni S 2. richiede un recapito telefonico dei genitori Dirigente C o del tutore legale; 3. richiede la documentazione riservata alla vicepreside, R scuola di provenienza dell’alunno genitori I 4. avvisa il docente referente del Progetto Z Ponte dell’iscrizione di alunni diversamente I abili al fine di favorire le successive fasi di pre- O accoglienza. N E 3. P Raccolta Febbraio- La referente del Progetto Ponte contatta la Referente “Progetto R scuola media di provenienza ed in partico- dati marzo Ponte” lare: docenti di sostegno/educatori che se- E guono l’alunno, coordinatore della classe, do- - docenti scuola prove- centi curricolari informati sul caso. nienza, gruppo di lavoro A Raccolte le seguenti informazioni: necessità di handicap/referente so- C trasporto, ausili e sussidi, esigenze alimentari, stegno della nuova terapie da seguire, assistenza per l’autono- C scuola, mia, ore di copertura sostegno e/o personale O operatori neuropsichia- socio educativo e/o altre figure mediatrici, si- tria e/o psicopedagogi- G tuazione familiare, obiettivi prefissati rag- sta, L giunti o non raggiunti, potenzialità sviluppate operatori socio-assisten- e modalità relazionali. I ziali, educatore, E assistente alla comunica- zione e all’autonomia N Z Incontri Entro maggio La Referente del Progetto Ponte organizza in- Referente “Progetto A contri individuali o in piccolo gruppo con conoscitivi Ponte” l’alunni disabili, educatori/insegnanti di soste- individuali gno/assistenti sociali, durante i quali sarà possi- docenti di sostegno e/o bile visitare l’edificio scolastico (classi, labora- docenti curricolari in piccolo tori, biblioteca, palestra, uffici ecc…) e parteci- personale ATA gruppo pare attivamente ad uno o più laboratori e/o at- tività curricolari di classe. PERSONE FASI TEMPI ATTIVITA’ COINVOLTE 3. P Compila- Fine maggio La referente del Progetto Ponte compila la Referente “Progetto R “Scheda nuovi inscritti”, la quale riassume bre- zione Ponte” vemente le informazioni raccolte durante la fase E “Scheda di Raccolta dati e Pre-accoglienza - nuovi N.B.: Le informazioni contenute in questo docu- A iscritti” mento sono riservate e ad uso elusivamente sco- C lastico (Gruppo H e C.d.C. della classe nella quale C l’alunno è stato inserito). O G Richiesta/ In base All’uscita del bando sul diritto allo studio e sulla Referente Progetto Au- L base delle esigenze raccolte nelle fasi prece- conferma all’uscita del xiluim-Archiviando denti, la referente di progetto richiede/con- I bando ausili e ferma gli ausili e/o i sussidi in comodato d’uso E per l’alunni disabili in entrata l’a.s. successivo. sussidi in N comodato d’uso 18
Z Forma- Fine maggio Per gli alunni disabili viene seguita la normativa di riferimento Dirigente Scolastico e i criteri generali definiti dall’Istituto. A zione delle Nel decidere la distribuzione degli allievi disabili nelle varie Vicepreside classi si considerano i seguenti elementi: classi Referente gruppo H 1. presenza nella classe di altri alunni disabili; 2. complessità/gravità dei casi 3. complessità delle classi. Per le classi con inserimento di alunni disabili particolarmente gravi, o quando se ne ravvisa la necessità, viene redatto un progetto di riduzione del numero degli alunni da inviare all’Ufficio XV-Ambito Territoriale per la Pro- vincia di Ravenna. Condivi- Presentazione di tutti gli alunni in entrata e let- Entro maggio Referente “Progetto tura “Scheda nuovi iscritti” a tutti gli insegnanti sione in occasione del gruppo H, educatore e altre figure media- Ponte” della forma- trici. Gruppo H zione delle classi Educatore altre figure mediatrici Presentazione di tutti gli alunni in entrata e let- Settembre Referente “Progetto tura “Scheda nuovi iscritti” ai C.d.C. delle classi prima dell’ini- prime con alunni disabili in entrata. Ponte” zio della C.d.C. classi prime con scuola alunni disabili 4. A Acco- Predisposizione delle aule (postazione PC, au- Settembre Personale ATA sili,cc.) nei casi di particolare gravità C glienza prima dell’ini- C zio della O scuola G Primi giorni di Il primo giorno di scuola l’alunno viene accolto Docente di sostegno dalla docente di sostegno che seguirà l’alunno o L scuola Educatore dall’educatore. I Personale ATA Se possibile l’alunno verrà accompagnato in E classe a aiutato ad inserirsi all’interno del N gruppo, in questo caso seguirà le attività previ- Z ste dal Progetto accoglienza riferito a tutti gli A alunni delle classi prime, altrimenti verrà ac- compagnato nelle aule dove prevalentemente si svolgerà l’attività didattica. 19
ADEMPIMENTI ALUNNI IN SITUAZIONI DI SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, CULTURALE E LINGUISTICO E DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (D.M. DEL 27/12/2012 e C.M. n° 8 del 08/03/2013) RILEVAZIONE DELLA SITUAZIONE DI SVANTAGGIO È compito della scuola rilevare lo svantaggio. Il Consiglio di Classe ha un ruolo pedagogico e didattico importante nella rilevazione dei bisogni relativi all’apprendimento e nell’attivazione di progettualità perso- nalizzate. È opportuno che il CdC, con il supporto-guida della scheda di rilevazione dei BES, nella sua autonomia in- dividui i segni dello svantaggio al fine di evitare la sottovalutazione del caso oppure un’interpretazione legata a let- ture individuali. L’assunzione del parere di uno specialista in psicologia o in neuropsichiatria, non necessariamente dell’ASL, o dello psicologo scolastico, favorisce la comprensione più approfondita e completa della situazione personale e socio/ambientale dello studente. Lo specialista può essere di supporto al C.d.C. sia nella fase di osservazione, sia nella fase di individuazione di me- todologie didattiche che sostengano il percorso personalizzato. CHI COSA FA QUANDO CONSIGLIO DI CLASSE Compila la scheda di rilevazione dei bes. Ogniqualvolta il CdC rileva Curare la stesura del PEP concordato tra docenti, una situazione di svantag- famiglia ed eventuali altri operatori. gio tale da compromettere Il PEP ha un carattere temporaneo configurandosi in modo come progetto d’intervento limitato al periodo ne- significativo la frequenza e il cessario per il raggiungimento degli obiettivi in positivo svolgimento del esso previsti. La progettazione personalizzata può percorso di istruzione e for- essere anche differenziata dal percorso della mazione. La condizione di classe anche se è consigliabile prevedere azioni svantaggio può essere de- formative e didattiche che consentano quanto più terminata da: possibile lacoerenza con il percorso della classe ed a) particolari condizioni so- un rientro più agevole possibile nel percorso della ciali, ambientali, culturali e classe. L’adozione delle misure è collegiale linguistiche; b)Difficoltà di apprendimento. COORDINATORE DI Cura la relazione e il coordinamento del Consiglio Ogniqualvolta il CdC rileva CLASSE O UN DOCENTE di classe con la famiglia per quanto riguarda la co- una situazione di svantag- REFERENTE che si municazione del PEP, dei risultati e della valuta- gio tale da compromettere rende disponibile zione , promuovendo il coinvolgimento e la colla- in modo borazione. significativo la frequenza e il Il docente referente aggiorna il Consiglio di Classe positivo svolgimento del sul percorso dello studente. percorso di istruzione e for- mazione. La condizione di svantaggio può essere de- terminata da: a) particolari condizioni so- ciali, ambientali, culturali e linguistiche; b) difficoltà di apprendi- mento. 20
Per quanto riguarda il coivolgimento della fa- Ogniqualvolta il CdC rileva RUOLO DELLA miglia, si sottolinea non solo la necessità che una situazione di svantag- FAMIGLIA essa sia informata dei bisogni rilevati dagli in- gio tale da compromettere segnanti, ma anche sul proprio ruolo di corre- in modo RUOLO DELLA sponsabilità e sulla necessità di una collabora- significativo la frequenza e il FAMIGLIA zione. positivo svolgimento del Senza un parere positivo della famiglia i per- percorso di istruzione e for- corsi personalizzati non possono essere attivati. mazione. La condizione di La modalità di contatto e di presentazione della svantaggio può essere de- situazione alla famiglia è determinante ai fini di terminata da: una collaborazione condivisa. Pertanto la co- a) particolari condizioni so- municazione con la famiglia deve essere pun- ciali, ambientali, culturali e tuale , in modo particolare riguardo ad una let- linguistiche; tura condivisa delle difficoltà e della progetta- zione educativo/didattica per favorire il suc- b) difficoltà di apprendi- cesso formativo. mento. In accordo con la famiglia verranno individuate le modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità nel rispetto degli obiettivi previsti dai Piani di studio. IMPORTANTE Osservazione L’osservazione pedagogica compete a tutti i docenti del Consiglio di pedagogica Classe e agli operatori che affiancano lo studente. Ha la finalità di raccogliere in- formazioni sugli aspetti cognitivi, emotivi, comportamentale e relazionali dello studente. La normativa richiama con forza la competenza del Consiglio di Classe per l’analisi della situazione e la definizione dei bisogni dello studente. E’ auspi- cabile che ciascun Consiglio di Classe che deve prendere in considerazione alunni con BES sappia rendere efficaci i tempi dedicati all’analisi della situazione, alla progettazione e alla condivisione dei progetti personalizzati. L’osservazione pedagogica è funzionale alla stesura della documentazione richie- sta e, nel corso dell’anno, al monitoraggio degli esiti dell’azione educativa e alla verifica dell’efficacia e adeguatezza del percorso progettato ed effettuato dallo studente. Invio per valutazione Nel caso vengano rilevate dal CdC difficoltà tali da rendere necessario clinica di alunni rite- suggerire una valutazione clinica è necessario che: nuti, dal CdC in diffi- i docenti del CdC si confrontino sul tipo di difficoltà rilevate in relazione coltà di apprendi- alle scelte didattiche ed alle strategie adottate; mento o di relazioni previa condivisione con il Dirigente scolastico, si contatta la famiglia a cui spetta tali da suggerire l’utilità di una valu- la richiesta di contatto e di valutazione in carico e tazione clinica dell’eventuale successiva certificazione; la scuola predispone una relazione, che la famiglia consegna allo specialista, nella quale si descrivono le difficoltà di apprendimento, relazionali e/o com- portamentali rilevate e le azioni educative e didattiche messe in atto fino a quel momento. 21
13.PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI PROTOCOLLO D’ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI AD INTEGRAZIONE DEL PROTOCOLLO GENERALE BES 2016-2017 Questo documento è frutto del lavoro della COMMISSIONE ACCOGLIENZA INTERCULTURA costituitosi nella nostra scuola. Per correttezza riteniamo opportuno esplicitare che esso è stato realizzato con il contributo, debitamente vagliato e calibrato, di altri protocolli d’accoglienza già adottati in molte scuole dell’Emilia Ro- magna. Vuole essere uno strumento di lavoro e un contributo concreto per la definizione e la successiva attivazione di buone pratiche che favoriscano l’accoglienza e I’integrazione. 22
PREMESSA Il protocollo d’accoglienza degli alunni stranieri è parte integrante del P.T.O.F. e intende rappresentare un modello di accoglienza che illustri una modalità comune, corretta e pianificata, attraverso la quale venga agevolato l’inserimento scolastico degli alunni stranieri. Tale documento sarà, dunque, il punto di partenza comune all’interno dei vari Consigli di Classe. FINALITA’ 1. Definizioni pratiche condivise in tema di accoglienza degli alunni stranieri 2. Facilitazione dell’inserimento e orientamento degli alunni stranieri 3. Sviluppo di un adeguato clima di accoglienza 4. Aggiornamento docenti relativamente all’insegnamento dell’italiano L2 5. Utilizzazione di testi facilitati per stranieri, attinenti la programmazione curriculare CONTENUTI Il protocollo d’accoglienza: 1. Contiene criteri ed indicazioni relative alla procedura di iscrizione ed inserimento nelle classi degli alunni stranieri 2. Definisce le fasi e le modalità dell’accoglienza, attribuendo compiti e ruoli degli operatori scolastici e di coloro che partecipano a tale processo 3. Propone modalità di intervento per l’apprendimento della lingua italiana e dei contenuti curriculari LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA-INTERCULTURA (CAI) La commissione accoglienza-intercultura è formata da: - Dirigente scolastico - Figura strumentale per l’accoglienza degli alunni stranieri - Docenti collaboratori FFSS - Personale di segreteria La CAI è aperta alla collaborazione degli studenti stranieri che possano assistere i compagni neo-arrivati della propria nazionalità nel processo di inserimento, facilitando i contatti con lui e con la sua famiglia grazie alla conoscenza della lingua di origine. Per gli studenti-tutor sarà prevista l’attribuzione di crediti scolastici ag- giuntivi. Compiti della Commissione Accoglienza dell’Istituto: • attraverso l’analisi dei dati raccolti, gestisce l’inserimento dell’alunna/ dell’alunno neoarrivata/o elabo- rando la proposta di assegnazione della classe, • predispone indicazioni utili alla stesura della programmazione mirata sui bisogni dell’alunno/a, • delinea le linee progettuali annuali dell’accoglienza d’istituto in base ai bisogni rilevati e alle risorse di- sponibili, • cura il monitoraggio dell’applicazione del protocollo d’Accoglienza, e dei progetti inerenti l’accoglienza el’intercultura, • formula proposte al collegio in tema di formazione/aggiornamento sui temi dell’insegnamento dell’ita- liano L2, della valutazione delle alunne e degli alunni stranieri, dell’accoglienza e dell’intercultura, • collabora con l’insegnante F.S./referente al reperimento di materiali, • propone al Collegio e al consiglio d’istituto iniziative di diffusione della cultura dell’accoglienza rivolte ad alunni e famiglie dell’Istituto e aperte al territorio. FASI DEL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA 23
PER L’INSERIMENTO DEGLI ALUNNI STRANIERI 8. ISCRIZIONE Soggetti coinvolti: segreteria - famiglia - alunno - mediatore linguistico Le pratiche d’iscrizione sono seguite da un assistente amministrativo che si occupa dell’iscrizione degli alunni stranieri in modo continuativo. Nel caso la famiglia straniera non comprenda la lingua italiana è possibile chiedere l’intervento del mediatore linguistico. - Cosa consegnare: - modulo d’iscrizione - materiale informativo sul funzionamento della scuola italiana, se possibile nella lingua del paese di provenienza dell’alunno. • Cosa chiedere: modulo d’iscrizione compilato - attestato percorso di studio svolto nel paese d’origine, tradotto in lingua italiana da un tradut- tore giurato del Tribunale. In accordo con la commissione intercultura si stabilisce una data per un colloquio con la fami- glia e l’alunno. 2.PRIMA ACCOGLIENZA Soggetti coinvolti:commissione intercultura - famiglia - alunno – mediatore culturale I docenti della commissione intercultura effettuano un colloquio con i genitori e l’alunno. Colloquio con i genitori Nel corso del colloquio i docenti, utilizzando una scheda di rilevamento dati, raccolgono informa- zioni sulla situazione familiare, sulla biografia e sul percorso scolastico dell’alunno. Inoltre i docenti forniscono le informazioni necessarie a comprendere il funzionamento della scuola ( orari e calen- dario scolastico, organizzazione scolastica, modulistica utile per le comunicazioni con la scuola) e cercano di rendere esplicito ciò che la scuola italiana richiede ad uno studente, ossia: - lo svolgimento dei compiti a casa; - l’acquisto e la cura del materiale scolastico; 24
- la necessità da parte della famiglia di firmare avvisi, consensi per uscite didattiche, comunica- zioni in caso di assenze ed altri avvisi; - l’acquisizione della lingua italiana, come obiettivo fondamentale; - la partecipazione a corsi di alfabetizzazione L2 ; - la puntualità e la frequenza regolare; - la partecipazione dei genitori alla vita scolastica. Se la comunicazione con la famiglia è difficoltosa, si può utilizzare l’intervento di un mediatore cul- turale, in accordo con il CSC di Lugo. Colloquio con l’alunno I docenti, mediante test, rilevano il livello di scolarizzazione e di conoscenza della lingua italiana. Il test non ha finalità valutative ma solo di orientamento ai fini dell’inserimento scolastico. I colloqui si svolgeranno prima dell’ingresso a scuola. Si può prevedere, in caso di iscrizione in corso d’anno, che l’alunno non frequenti la scuola finché non saranno espletate le prime fasi del proto- collo di accoglienza (iscrizione, colloquio,determinazione della classe). INSERIMENTO NELLA CLASSE Soggetti coinvolti:dirigente scolastico - commissione intercultura - consiglio di classe Determinazione della classe A. L’individuazione della classe è responsabilità del Dirigente scolastico, secondo criteri stabiliti dal Collegio Docenti e dal Consiglio d’Istituto, sulla base delle indicazioni fornite dalla commissione intercultura. Deve avvenire sulla base dell’età anagrafica e della scolarità pregressa nel Paese di provenienza. Di norma si tratta della classe successiva a quella frequentata nel Paese d’origine, salvo diversa indicazione sulla base delle seguenti motivazioni: 1. un diverso ordinamento di studi nel paese di provenienza, che può determinare l’inseri- mento in una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente l’età anagrafica; 2. l’accertamento e il riconoscimento del livello di competenze non esclusivamente disciplinari e non riferite in maniera privilegiata alla lingua italiana; B. l’accertamento e il riconoscimento di abilità e livelli di preparazione dell’alunno; 1. il titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno; 2. il periodo dell’anno scolastico in cui viene effettuata l’iscrizione; 3. la valutazione del contesto della classe di riferimento. 25
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