PENTAGRAMMI PER RAFFAELE ARMENISE - N. 45 - CULTURA MUSICA ARTE AMBIENTE SOCIETÀ - DICEMBRE 2020 - LA MATRICE
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n. 45 - CULTURA musica arte ambiente società - dicembre 2020 PENTAGRAMMI per … raffaele armenise Manlio Chieppa Quando in Puglia i mecenati davano lustro alle città. Il Teatro incendiato e «l’anatema» di Tonino Rossano Raffaele Armenise, l’insigne artista andato in cenere… nel Politeama Petruzzelli di Bari Tutti in scena! Signore e signori lo spettacolo (inter- rotto!) inizia (o ricomincia, in un’ondivaga ansia infi- nita)! Su il sipario! Sembrerebbe udire a gran voce (o almeno si attende!) l’altisonante annuncio metaforico allo scoccare della mezzanotte, con l’abolizione (mo- mentanea!?) dell’isolamento, tra stridori assordanti e tiritere d’insulsaggini rap, in una Italia che, segregata nel silenzio surreale (d’imbavagliamento generale!), scalpita e si dimena, per tornare a presenziare sul pal- coscenico della vita… e delle vanità sospese…, vo- gliosa di assieparsi nell’eterna spensierata movida o kermesse che sia! Interrotta, ripresa … e poi … nuova- mente limitata e arrestata, e poi … e poi …?! l’impor- tante è …, è …, è …, è …, che arrivi alfine … l’ago- Manlio Chieppa, «Millenari di Puglia», 2020, cm. gnato vaccino! Nel mentre s’affaccia, euforica, la com- 40x38,3x4,20, t.m. pietra calcarea pagine di vecchi e nuovi amministratori, transumanti e polverizzati in decine di liste civiche, eletti alle ultime regionali. Senza che alcuno, di loro, abbia azzardato il da quel che l’insigne designato ebbe a suo tempo a pri- destino della Cultura delle Arti (!): «l’offerta di politica vilegiare con la Taranta salentina, innalzandola a noto- culturale …». Quando poi in questo scorcio d’anno – rietà mondiale(!) – augurandogli buon lavoro, facciamo rovistando nel cilindro dei prestigi – voilà, les jeux sont voti, affinché persegua nella «promozione» della «no- faits, e la sorpresa vede salire sullo scranno della cul- stra» cultura con «tutte» le Arti e i Beni Culturali! Nel tura del Parlamento regionale un «non» candidato. Au- mentre, per altro verso, osserviamo il da farsi perché torevole rappresentante dell’intellighenzia riformista, delle sette città pugliesi candidatesi a «Capitale italiana trapiantato nella Capitale da oltre un trentennio (salen- della Cultura 2022», almeno una, riscuota successo! tino anch’egli, in successione), enciclopedico rispetta- Nell’immediato, a conclusione di quest’anno di esacer- bilissimo (fugace ministro, proprio dei Beni culturali, bati accadimenti – brindando al nuovo anno (!) – prefe- del passato Governo Letta); intento a dirigere e scom- riamo proporre quel che di straordinario ci ha resi orgo- paginare universi editoriali, con l’inoltrarsi a scanda- gliosi nel tempo, meritando, di tanto in tanto, lo si rac- gliare prospettive e metodologie d’indagine, nella sre- conti. Ampliando così la platea della sapienza a quelle golatezza di filosofie concettuali! Che recentemente ha generazioni distratte e immerse nella «civiltà» del dato vita a un faraonico progetto specialistico sull’Arte videogioco e dell’apparire! Così, andando a ritroso, Contemporanea. Tra analisi psico-logiche … – ci sem- trarre dall’oblio, i fautori della costruzione di quel certo brerebbe d’interpretare – ampliate in una scenografia di rinomato Teatro Petruzzelli di Bari, e quanti coinvolti sofisticazioni «sperimentali», per una «riproposizione artisticamente alle decorazioni. Che qui rievochiamo – mutevole» delle immagini e del linguaggio. Che noi, in attraverso le opere – descrivendo una personalità come verità, preferiremmo fosse «comprensibile» ai meno Raffaele Armenise (pittore e incisore: Bari, 1852 - Mel- «acculturati» …: spoglio d’intermediazioni teoriche, grate, Lecco, 1925), esponente fra i più eminenti delle stravaganze compositive esasperatamente indecifrabili Arti Figurative nella seconda metà dell’Ottocento ita- … – intervenute a mortificare il ben dell’intelletto e liano. Le cui opere d’arte ebbero infausto destino, av- l’Arte della Bellezza universale! Per cui, nell’attesa di volte dalle fiamme del criminoso incendio nella tragica eventi… nostrani che s’ispirino alla storia – confortati notte del 27 ottobre 1991. Che riportiamo ora alla «me-
pag. 2 / Dicembre 2020 Pentagrammi Teatro Petruzzelli, prospetto Pasquale Duretti, «Apollo che incorona la Musica» (particolare del prospetto del Teatro Petruzzelli) moria», rileggendo i protagonisti dell’avventura, come incorona la Musica, e lateralmente agli angoli, due gri- fossero in una fantasiosa effimera ambientazione vi- foni, opera di Pasquale Duretti (Bari, 1867-1950, al- siva, fra luci, scene, costumi e personaggi, dipinti sul lievo a Napoli del concittadino Emanuele Caggiano, grande sipario del palcoscenico e lì in alto sulla cupola 1837-1905), che sul proscenio interno raffigurò, in- …, udendo le note strumentali, in concerto con le voci vece, la Musica e l’Arte Drammatica, a reggere l’oro- di un tempo …, col corollario di avvenimenti e spigola- logio (distrutti) e nel foyer le statue (superstiti) di Pai- ture, e lo spirito del narratore di curiosità; certi che, al- siello, Piccinni, Mercadante e De Giosa. In cenere an- cune, sono del tutto inedite. Il 14 febbraio 2023 ricor- darono quasi tutte le opere pittoriche, con il suo autore, rono centoventi anni dall’inaugurazione del Teatro ba- Raffaele Armenise, rimasto nell’ombra della scena. Un rese. La cui attesa apertura avvenne con duemiladue- artista che, come tutti gli artefici delle Arti e dell’inge- cento circa spettatori entusiasti – quella lontana rigida gno epocali nati in Puglia, si era formato presso il sera di San Valentino del 1903, con Gli Ugonotti di Me- Reale Istituto di Belle Arti di Napoli, sorto per gli illu- yerbeer – rappresentando, per la città intera, un signifi- minati Borboni, che ne fecero un centro d’alta cultura cato inimmaginabile, e più tardi un’eco di risonanza artistica per tutto il Mezzogiorno d’Italia, di rinomanza europea e planetaria, con l’inserire quella monumen- europea, proseguito con l’Unità. Per cui – per una serie tale costruzione nell’Olimpo dei più grandi Politeama di circostanze, incroci e conoscenze – da allievi e colla- della lirica. Per le produzioni e le rappresentazioni fa- boratori di studio, a Napoli come in Terra di Bari, stose susseguitesi negli anni – dinamicamente originali spesso erano divenuti coagulo di idee e progettazioni di e, a volte, in prima assoluta mondiale – con registi, sce- opere e costruzioni di notevole interesse. Così era av- neggiatori, coreografi, interpreti, orchestre e maestri di venuto per il progettista del Politeama Petruzzelli, fama, annunciate in cartellone dall’originale «simbolo» l’Ing. Angelo Cicciomessere (Bitonto, 1845 - Bari, grafico del Teatro. Riprendendolo dal fastigio architet- 1930?), incaricato dai cognati, F.lli Onofrio e Antonio tonico della solenne facciata, in alto, dal prospetto in Petruzzelli (avendo sposato nel 1887 la sorella Maria, rosso pompeiano (diversamente dal bianco e grigio ori- unica erede, ch’ebbe a dargli una nidiata di figli, mu- ginari). L’artistico coronamento scultoreo candido, al tando il suo cognome in Messeni con R. D. nel 1900), di sopra della conchiglia a ventaglio rugginosa, ispirata che da imprenditori progressisti – credendo in un ambi- all’Art Nouveau, raffigurante le allegorie di Apollo che zioso sogno, ottenendo la travagliata licenza edilizia nel 1896 – diedero l’avvio ai lavori due anni dopo. Pro- fessionista abile, inserito nei gangli amministrativi, il Cicciomessere, laureatosi ventisettenne a Napoli nel 1872, transitò (sembra dopo un praticantato nello stu- «pentagrammi» – ANNO V dio di certo barone on. C. Zizzi), come tanti volente- Reg. Tribunale di Bari n. 1963 del 14-04-2016 rosi, da quello dell’anziano celebrato suo concittadino adriana de serio Arch. Luigi Castellucci (nella villa a S. Spirito, di Direttore responsabile fronte al Titolo, sulla Strada Consolare – S.S.16 – al n. Redazione: via Melo, 48 – 70121 Bari 1), autore nel 1838 del Teatro Privato, ora «Traetta», di Tel. 3478972205 Bitonto. In quel crocevia d’incontri, fece conoscenza email: profadeserio@gmail.com con altri professionisti, il figlio Arch. Giuseppe e il ge- Coordinamento Editoriale nero Ing. Arch. Pietro Trotti (sposato alla figliola An- Direttore Scientifico Donato Forenza giola, accanito melomane, nostro bisnonno: Acquaviva, Grafica e impaginazione: La Matrice 1824 - Bari, 1908; autore dell’innovativo Piano Rego- Via Trevisani, 196/a – 70122 Bari latore, del 1868, della Città di Bari), coltivandone inse- Tel. 080.5231546 gnamenti. Tant’é, quasi cinque lustri dopo (subentran- lamatricebari@gmail.com dogli a Capo dell’Uff. Tecnico Comunale), per affron-
Pentagrammi pag. 3 / Dicembre 2020 Politeama Petruzzelli, prospetto, 1898, disegno dell’Ing. Angelo Cicciomessere Manlio Chieppa, «Raffaele Armenise» (disegno a ma- tita) Raffaele Armenise, sipario del teatro Petruzzelli, mt. 15x18 (distrutto) allievo egli stesso, a suo tempo, del suocero, e studioso di estetica, quanto esperto di calcolo (con abitazione e studio a Bari, nel Palazzo da lui realizzato nel 1899, al n.6, in quella Piazza Garibaldi ch’ebbe a disegnare), non lesinò consigli per soluzioni ad alcune problemati- che, per un Teatro che avesse «l’acustica» giusta, ispi- randosi alla conformazione del «San Carlo» di Napoli, «a ferro di cavallo». Combinazioni vogliono che, la- sciatoci dal nostro antenato, possediamo un disegno «originale» a china su lucido dell’epoca, in Scala 1:200, Politeama Petruzzelli - Bari, Pianta a piano di II fila, firma autografa L’Ingegnere A. Cicciomessere, Bari, novembre 1899, con in Leggenda calligrafica la descri- zione numerata degli ambienti: dalle scale ai camerini, dal vestibolo ai corridoi, dai palchi alla loggia, dai lo- cali per artisti al quartino da fittarsi, al caffè cantante … «Voce» peraltro, quella del Trotti, molto considerata Teatro Petruzzelli, planimetria originale di Angelo dalla Famiglia Petruzzelli, già per dei restauri (all’in- Cicciomessere (collezione M. Chieppa) domani dell’acquisto) alla loro «casina» di campagna al Feudo Torricella sulla ex «Reale Murattiana», Bi- tare il complesso progetto dello stabile, l’Ing. Ciccio- tonto - S. Spirito (edificata dal Castellucci nel 1847 per messere – tra viaggi per l’Europa, incantandosi a rimi- i Conti Gentile, su un preesistente trappeto, ed essi su- rar quei teatri – non mancò di raccogliere suggerimenti bentrativi in proprietà nel 1887), e per consigli tecnici sul da farsi, rivolgendosi anche al Trotti. Che, da ex- all’erigendo Teatro (senza mai apparire: suo l’indi-
pag. 4 / Dicembre 2020 Pentagrammi Il Teatro Petruzzelli prima dell’incendio lizzi, Gennaro Ruo e Federico Maldarelli – il neolaureato artista aveva aperto un suo atelier a Capo- dimonte, inserendosi fra gli esponenti della Scuola na- poletana. Ma alla ricerca instancabile del nuovo, nel 1881, si era spinto, per l’appunto, a Milano. E qui, spo- sando l’amabile Lia, figlia del pittore/decoratore Gia- Raffaele Armenise, Teatro Petruzzelli, cupola ante- como Ulisse Borzino (1820-1906, proprietario e tito- restauro, fine anni ’80, Archivio Ficarelli (distrutta) lare dal 1864 del rinomato stabilimento cromolitogra- fico «Oleografia Artistica Borzino») e della pittrice rizzo, per la cupola dalle centine metalliche, alla SNOS, Leopoldina Zanetti (1826-1902), aveva appreso quelle fonderia della Società Nazionale Officine di Savi- tecniche riproduttive per illustrazioni editoriali, in va- gliano). Quanto – per una sincera amicizia e per la sua riante applicabili, acché i dipinti potessero «ingran- figura ieratica e solenne – invitato dal Maestro Arme- dirsi» su vaste superfici, in un processo di stampa oleo- nise, a ideale «modello», a impersonare uno dei perso- grafico stupefacente, ch’ebbe una diffusione popolare naggi pensati ad animare una delle quattro lunette della smisurata. È il periodo più intenso del Maestro: tra i cupola. Quel Raffaele Armenise che nel 1899 era stato lavori per l’Editrice Treves, i fastosi affreschi per le incaricato, dai fratelli mecenati, ad eseguire tutte le ville lombarde e le tele inviate alle Esposizioni Univer- opere pittoriche e decorative, per rendere fastoso l’am- sali di Parigi, Londra, Australia, Americhe, e in Italia, biente interno della sala teatrale, del foyer e dell’allo- alla Triennale di Brera, la Quadriennale di Torino, etc. cato Circolo Unione. Mandato ufficializzato dopo es- Forse non raggiunse la fama di De Nittis e Toma, ma sersi recati a Milano (residenza stabile dal 1881 dell’ar- ebbe una sua evoluzione che si apriva al «rinnova- tista barese, colà trasferitosi dalla città partenopea, in mento», prediligendo soggetti storici e mitologici, di- un’atmosfera creativa fin de siècle) e apprezzando una segnati in una impostazione scenografica quasi sur sua tela: stabilirono fosse il perfetto «bozzetto» del si- reale, dove l’insieme era sempre un eccitante movi- pario del Politeama (mt. 15 x 18) sul grande palcosce- mento di corpi gesticolanti, a rievocare in maniera av- nico di 650 mq. con un’altezza di oltre mt. 22. Il di- volgente e cromaticamente pregnante l’evento. Ovvia- pinto, infatti, storicamente emblematico per la città, mente, per il Politeama Petruzzelli s’avvalse di colla- raffigurava L’ingresso del Doge Pietro Orseolo II a boratori, come l’allievo e fiduciario Antonio Lanave Bari, liberandola dall’assedio dei Saraceni nel 1002. (Bari, 1878-1953), Giuseppe Montrone (Bari, 1871 - Una scena epica, straordinariamente luminosa (per chi Irsina, 1924) e l’ex allievo napoletano Giuseppe Aprea la ricorderà) nella suggestione di un cromatismo to- (1876-1946), mentre, per le rifiniture e gli ornamenti di nale, a descrivere una folla di guerrieri esultanti per la stucco e gesso, Gaetano Granieri (Bari, 1862-1930) e vittoria sugli arabi in rotta, accolti da un popolo gesti- Sebastiano Barbone, con varie maestranze. Fra l’altro colante assiepato sulle mura della città, mentre da eseguirono – come anticipato – la decorazione della fa- sfondo si stagliano improbabili architetture epocali, mosa cupola del Teatro, divisa in quattro segmenti stemperate in una nebbiolina iridescente che si perde strutturati con elementi in cartapesta e stucco dorato fra l’orizzonte e un mare solcato da velieri. Una pittura dalla classicità imperiale e per certi versi dell’antico corposa, quella dell’artista, oltre la tradizione tardo-ot- egizio: fra palmizi, nastri e medaglioni con le effigi di tocentesca, ispirata alla storiografia dell’antichità clas- Omero, Eschilo, Plauto e Terenzio, a separare altret- sica, ma con accenti innovativi ai temi formativi tante lunette con distinte scene di formidabile tensione. dell’Accademia partenopea. Dove l’Armenise era Dipinte a tempera con virtuosa vivacità di artifizi dagli giunto (1869) con una borsa di studio per sei anni, attri- effetti prospettici di trasposizione fotografica in «dio- buitagli dall’Amm.ne Provinciale di Bari, dopo le rami»: componendo a lastre dagherrotipe (lo specchio prime lezioni di Nicola Zito (Bari, 1829-1902), il cui della memoria) i suoi abbozzi di soggetti ritratti e abbi- verbo era l’esercizio «dal vero». Completati i corsi ac- gliati «dal vero» (attingendo al magazzino di costumi cademici – allievo di Domenico Morelli, Nicola Pa- da scena del fratello Vincenzo) in rappresentazioni
Pentagrammi pag. 5 / Dicembre 2020 Raffaele Armenise, Teatro Petruzzelli, particolare della cupola ante-restauro fine anni ’80 (distrutto): Giochi Olimpici Arco del proscenio, replica dell’orologio di Pasquale Duretti, con «La Musica e l’Arte Drammatica» monianza d’arte «storica», divorata da un rogo distrut- tivo. Per il quale un musicologo, tra i più accreditati critici epocali, come Franco Chieco, assistette ad oscuri risvolti – dalle incredibili conseguenze personali – se- guendo poi la fosca vicenda, con vari articoli e saggi, pubblicati nel volume «Il fu Teatro Petruzzelli» (Adria- tica Ed., 2002); e riportare qui, invece, una «maledi- zione» che l’amico sincero Tonino Rossano (giornali- sta di vaglia, inviato speciale Rai, saggista e scrittore, la «voce» radiofonica indimenticabile, nonché passio- nale melomane) indirizzò, in un suo sagace volumetto, Teatro Petruzzelli, l’attuale cupola agli allora «ignoti incendiari» del Politeama, dal titolo «Memorandum del fantasma dell’Opera». La confes- sione, con smentita (Ed. Palomar, 1993): «… che pos- spettacolari proiettate sui fondali. Ce lo tramandano ri- sano un giorno capire davvero cos’hanno fatto: È ab- cordi famigliari, quando per uno dei modelli rappresen- bastanza improbabile, ma allora possa colpirli una tati nei Giochi Olimpici (o Corsa romana) venne coin- desolazione piena, totale. Insostenibile. Più dei volto, come anzidetto, il nostro antenato, Pietro Trotti, trent’anni di galera che si meritano: loro e chi li ha a impersonare, con un lungo peplo e la sua stempiata mandati». Ma l’epilogo andò diversamente, fra assolu- candida chioma e la barba fluente, il sacerdote, posto zioni …, condanne e risarcimenti irrisarcibili, perché… sull’estrema sinistra della lunetta, dinanzi al tripode sa- nullatenenti! Da parte nostra, pur apprezzando il certo- cro dagli effluvi fumanti del divino, a interpretarvi sino «restauro» del Teatro, restituito nel 2009 (col falso l’oracolo della corsa, dove Apollo arringato dalla folla, storico del cartiglio sul proscenio Anno MMVIII e con in un incedere impetuoso, primeggiando su Hermes, strascichi di proprietà contesa), quasi un suggerimento s’aggiudicò l’alloro negli olimpici giuochi. A seguire, inconscio, per alcuni tasselli mancanti: ricordando le in corrispondenza dell’arcoscenico vi era Il carro di Te- fantastiche opere dell’Armenise (che Christine Farese spi, dove il pittore si firmò, quindi Il torneo medievale, Sperken ha scandagliato nel suo libro La Pittura e infine La corrida. Si aggiunsero le opere (scampate al dell’Ottocento in Puglia) e i tecnicismi adottati più di rogo e ammirabili) che l’artista dipinse sul soffitto del un secolo fa, perfettamente riproponibili oggigiorno – foyer con scene allegoriche, come La Musica, Il Ballo, con ancora più avanzate potenzialità digitali – a ripor- La Poesia, mentre sul soffitto del sovrastante salone tare la grandiosità di «quegli stessi soggetti originari» del Circolo Unione rappresentò L’Olimpo con le Muse (peraltro restaurati appena qualche tempo prima del e gli amorini, stimolato dalle iconografie in voga in criminoso incendio e ampiamente fotografati), dipin- tutte le strutture teatrali coeve. Ma che, con l’Arme- gendoli ugualmente a tempera, nelle quattro inaccetta- nise, assumevano una diversità aulica, per quella intra- bili squallide lunette («bianche») nell’imponente cu- prendenza espressiva e la versatilità di linguaggio dai pola e sullo stesso grande telone, andati distrutti nel rilevanti esiti romantici. Che, per concludere, vor- rogo! O no! In attesa, malgrado tutto, Buon Natale e remmo rimirare emotivamente, pensando a quella testi- decisamente un «diverso» Anno Nuovo!
pag. 6 / Dicembre 2020 Pentagrammi CONSERVATORIO DI MUSICA «N. PICCINNI» DI BARI Giovani talenti musicali a RAI 5 Adriana De Serio Nello studio televisivo erano presenti, altresì, in qualità di ospiti, il violinista Stefano Montanari, e Francesco Bianconi, Il Conservatorio di Musica «Niccolò Piccinni» di cantautore ed ex frontman del gruppo musicale Baustelle. Bari è stato splendido protagonista della trasmissione «Nessun Dorma» è un magazine televisivo dedicato alla televisiva «Nessun Dorma», in onda su Rai 5 lo scorso musica e ai musicisti, nell’ottica di un sapiente interscam- lunedì 7 dicembre, alle ore 21.15. Alla trasmissione, bio tra i generi musicali. Il programma è articolato con in- condotta da Massimo Bernardini, hanno partecipato, in contri tra artisti ospiti e il pubblico, costituito, tra l’altro, da collegamento dall’Auditorium «Nino Rota», a Bari, al- musicisti delle scuole di musica italiane, partecipanti attiva- cuni giovani talenti musicali formatisi artisticamente mente alla trasmissione, collegati con lo studio televisivo. presso il Conservatorio barese: Pier Carmelo Alfeo, A Massimo Bernardini è ascritto l’impegno di analizzare Osvaldo Fatone, Niccolò Fino, Sergio Lapedota e Mar- il «mestiere del musicista»: la tecnica strumentale, la com- cello Sette. «È un orgoglio per la nostra Istituzione – ha parazione tra stili e generi musicali, i contesti storici e geo- dichiarato Corrado Roselli, Direttore del Conservatorio grafici in cui sono vissuti e/o vivono i musicisti, e gli aspetti “Piccinni” – poter mettere in luce, attraverso la sapienza più concreti e quotidiani di coloro per i quali l’arte musicale artistica di questi giovani musicisti, il prezioso lavoro di rappresenta «anche» l’attività professionale. formazione svolto dai nostri docenti che, con passione e Il Conservatorio di Musica di Bari prosegue, pertanto, competenza, contribuiscono alla crescita musicale, pro- con i suoi docenti e allievi, personale amministrativo e col- fessionale e umana, dei nostri studenti, tenendo fede a laboratori, un itinerario luminoso nel plasmare tempera- quei principi tanto cari a Nino Rota, storico Direttore di menti artistici che spesso sono divenuti, e diventano, punti questo Conservatorio». di riferimento nel panorama musicale mondiale. Nuove dimensioni per le Foreste Urbane, Smart City, e Tutela della Salute Donato Forenza Recentemente è stato approvato il decreto attuativo della legge Clima, concernente linee operative e modalità per il riparto delle risorse per il programma sperimentale ne- cessario per la progettazione di in- terventi e la creazione di Sistemi di Foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. Il decreto è stato implementato per attuare e organizzare processi sistemici di forestazione nei grandi sistemi urbani e per attivare con ur- genza le procedure. Nel contesto della complessità della lotta ai cam- biamenti climatici sono necessarie New York (foto di Donato Forenza, 2014) strategie scientifiche e azioni con- crete per il miglioramento della Minimi) e del parere della Confe- fruire di un massimo del finanzia- qualità della vita, per la rigenera- renza unificata Stato-Regioni. mento, di 500 mila euro; tra gli ob- zione dei territori, assorbendo ani- Per il biennio 2020-2021, sono blighi, sono sanciti l’impegno di dride carbonica, riqualificando stati stanziati quindici milioni di dotare i progetti di un Piano di ma- nuovi parametri di bellezza, intensi- euro per ciascun anno, destinati alle nutenzione per un periodo minimo ficando validi metodi di difesa am- aree metropolitane, in relazione ai settennale, e la ripiantumazione di bientale e di tutela della biodiver- valori di qualità dell’aria dei terri- alberi che non abbiano attecchito. In sità. tori che hanno superato i livelli di tale contesto, appare fondamentale Il decreto è stato approvato inquinamento, che hanno indotto formulare nuove dimensioni di resi- nell’ambito del Green Deal euro- procedure di infrazione comunita- lienza, interconnesse con una pro- peo, della Strategia per il Verde Ur- ria. Per ciascun progetto presentato gettazione innovativa, mediante in- bano, dei CAM (Criteri Ambientali dalle Città metropolitane è possibile terventi in grado di assicurare ap-
Pentagrammi pag. 7 / Dicembre 2020 procci sistemici integrati per la Tu- zione di specie tipiche per valenza tela della Biodiversità, e l’espan- spirituale e simbolica. sione di Zone verdi urbane boscate; I boschi italiani hanno svolto in occorre prevedere, altresì, un cospi- passato, e svolgono tuttora, un im- cuo aumento di superfici dotate di portante ruolo multifunzionale, ca- Sistemi di Reti ecologiche caratte- pace di erogare, a vantaggio della rizzate da infrastrutture verdi, ca- collettività, benefici sia di tipo eco- paci di assicurare un elevato indice nomico che di tipo ambientale. di accessibilità per i cittadini. Tali Le città metropolitane e i Sistemi elementi devono essere armonizzati urbani complessi occupano circa il con standard idonei al migliora- 3% della superficie del pianeta, ma mento delle funzioni e dei servizi consumano il 75% delle risorse na- degli ecosistemi, e soprattutto de- turali, e determinano situazioni am- vono contribuire a rigenerare vaste bientali che causano rilevanti im- aree urbane e periurbane delle città patti sulla salute delle persone e de- metropolitane. gli ecosistemi e sugli equilibri della Tra gli obiettivi, va calibrato un biodiversità. Piano integrato di Architettura del Entro il 2050, oltre 6 miliardi di paesaggio e Biodiversità (PIAB), al persone (circa il 70% della popola- fine di riqualificare le condizioni zione globale) potrebbero abitare le ambientali, e incrementare standard aree metropolitane del mondo. in riferimento a salute, benessere Le foreste urbane rendono le città dei cittadini, e svolgimento di atti- a radiazioni UV, a eventi meteorolo- «più intelligenti», e sono indispen- vità urbane e rurali, in sinergia con gici tra i quali frane, valanghe, allu- sabili al pianeta, alle città metropo- la sostenibilità e la resilienza. vioni, inondazioni costiere, trombe litane, e ai centri urbani carenti di L’iter amministrativo dei fondi d’aria, inquinamenti. verde urbano e periurbano. dei progetti, approvati dal Ministero Inoltre, è opportuno menzionare dell’Ambiente, è articolato in varie che le «ondate di calore», l’ecces- Bibliografia fasi a partire dall’inizio dei lavori siva densità della popolazione di Forenza, D., Urban Forestry, piani- (20%), poi è previsto il 50% dopo la molte aree urbane, la scarsa o inesi- ficazione ecologica del territorio presentazione della documenta- stente disponibilità di verde urbano, ed inquinamento. Conv. Naz. zione di legge dello stato di avanza- e l’inquinamento atmosferico, co- Una nuova cultura per l’am- mento per almeno la metà delle stituiscono elementi deleteri, che biente, Prov. Bari, Zonta Interna- opere finanziate ed eseguite, com- incidono sugli indici di mortalità e tional, Bari, 1988. presa la documentazione fotogra- morbilità. Forenza, D., Nota sul Global Natu- fica; e, infine, il restante 30% viene Pertanto, è indilazionabile l’ausi- ral Resource Monitoring and As- devoluto in seguito alla presenta- lio di boschi urbani e periurbani nel sessments. Bonifica, Foggia, zione delle ulteriori rigorose certifi- contesto olistico della salute antro- 1989. cazioni amministrative e fiscali di pica e ambientale. Forenza, D., Pianificazione ecolo- regolare esecuzione e di collaudo Citiamo soltanto alcune delle gica del territorio e tutela pae- delle opere, documentazione foto- funzioni più importanti che le Fore- saggistica agro-forestale. Linea grafica, e copia dei certificati di ste Urbane possono svolgere: - Ecologica – Economia Montana, provenienza delle specie vegetali mantenimento della qualità Roma, 1990. adatte alla situazione ambientale e dell’aria; - servizi ricreativi ed edu- Forenza, D., Pianificazione ecolo- paesaggistica dei territori interessati cativi; - regimazione e captazione gica del territorio e delle sue ri- dagli insediamenti. delle acque; - assorbimento e fissa- sorse. Protecta, Sedifim, Roma, Particolare attenzione va attri zione del carbonio nei suoli e nella 1994. buita alla Pianificazione dei nuovi biomassa; - protezione del suolo e Forenza, D., Aspetti del Verde Ur- Sistemi di Foreste Urbane e periur- difesa dal dissesto idrogeologico; - bano, Biodiversità e Protezione bane, in relazione alle azioni di mi- mantenimento della qualità delle del paesaggio. Sicurezza e Am- tigazione dei cambiamenti clima- acque; - serbatoi di biodiversità e biente, 5, Lodigraf, 2010. tici. tutela delle specie e degli habitat; - Forenza, D., Dimensioni della Tra i danni diretti associati ai funzione produttiva di prodotti le- Green Economy e Pianificazione cambiamenti climatici vanno anno- gnosi e bioenergia; - protezione di- ecologica del paesaggio. Fare verati non solo gli effetti delle on- retta degli insediamenti, infrastrut- Ambiente Magazine, 3, 2013. date di calore e di gelo, ma anche ture e attività dell’uomo da pericoli Forenza, D., Rigenerazione paesag- quelli conseguenti all’aumento de- naturali: caduta massi, valanghe, gistica e Verde urbano. Penta- gli incendi boschivi, e agli incendi lave torrentizie e scivolamenti su- grammi, 1, 2016. urbano – rurali; altri elementi di ri- perficiali; - contenimento del ri- Forenza, D., Green Economy, ri- lievo riguardano effetti negativi de- schio di alluvioni; - funzione turi- sorse forestali e sostenibilità. rivanti da una maggiore esposizione stica e paesaggistica; - conserva- Pentagrammi, 24, 2018.
pag. 8 / Dicembre 2020 Pentagrammi 24 maggio 1915: il sacrificio del cacciatorpediniere Turbine Felice Laudadio «Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio»: la Leggenda del Piave, la canzone popolare del maestro Ermete Giovanni Gaeta (E. A. Mario), cita le acque del fiume veneto, ma se avesse voluto rispettare la verità storica avrebbe dovuto indicare quelle del mare. È in Adriatico che si consuma- rono i primi atti del conflitto 1915-’18 e non su inizia- tiva italiana, peraltro, anche se «i nostri» si distinsero in alcuni episodi coraggiosi, uno in particolare, al largo del Gargano. Fu la Marina asburgica ad agire, nelle prime ore del conflitto, investendo le coste italiane, dalla Ro- magna a Barletta e concentrandosi in particolare sul porto di Ancona. Tutti e solo bersagli militari nel mirino dei puntatori, in quelle fasi, anche se le bombe non po- tevano essere tanto «intelligenti» (come si dice oggi), da non causare «danni collaterali» e risparmiare perdite civili. Le unità erano salpate da Pola e dagli altri ap- prodi dalmati. Si trattava di incrociatori veloci, caccia e torpediniere, protetti a distanza dalle grandi corazzate, uscite in mare anch’esse, a ridosso dei porti e delle isole Mimmo Aliota, «Il sacrificio del c.t. Turbine» della costa adriatica balcanica. Sicchè, il nemico aveva pianificato e stava attuando un’operazione preordinata, mentre da parte italiana non colpi esplosi dalle artiglierie imbarcate e con le prime era stato previsto alcun colpo di mano strategico, da perdite e i primi atti di valore dei nostri uomini in mare. blitzkrieg, con azioni a sorpresa in mare o in profondità Un cacciatorpediniere, da solo, contro forze maggiori, sul fronte terrestre. E questo pur godendo del vantaggio ma non si sottrasse al combattimento: prua contro di sapere con giorni di anticipo quando sarebbero state l’avversario e quel che ha da essere, sarà. Una prova di aperte le ostilità. coraggio e di ardimento marinaro, che vide protagonista il Dichiarazione di guerra consegnata il 23 maggio comandante Luigi Bianchi e l’equipaggio del CT Turbine. 1915, belligeranza aperta alla mezzanotte del 24, pronti Alle primissime ore del conflitto, una squadra via: il nemico venne a battere installazioni portuali, austriaca si era portata davanti a Barletta per cannoneg- stazioni telegrafiche, scali ferroviari prossimi alle giare il porto e il castello. A distoglierla dal bombarda- coste. mento, sopraggiunsero l’Aquilone e il Turbine, gli unici L’intervento difensivo di nostre unità navali non nostri caccia in zona. Il primo ingaggiò una lotta impari mancò del tutto, ma subì l’handicap della lentezza nel contro l’unità ammiraglia nemica, nettamente supe- rendersi conto che le condizioni riore, l’incrociatore Helgoland, militari erano radicalmente mutate, 3500 tonnellate, 12 cannoni da 105 col ritrovarsi in uno stato di guerra mm. Il Turbine (appena 330 tonnel- da un click all’altro delle lancette late, 1 pezzo da 76/40 mm, 5 da degli orologi, a metà di quella notte 57/43 mm e 4 tubi lanciasiluri da del «maggio radioso» per gli inter- 356 mm) intervenne a sostegno ventisti. della nave amica, che potè disim- Ad Ancona si registrarono vit- pegnarsi, pur colpita. time, una sessantina, anche tra i Risalendo l’Adriatico, il più ve- civili, ma una sola unità italiana loce Turbine cercava di farsi in- venne perduta, dopo un coraggioso seguire per attrarre la nave avver- combattimento. saria verso le squadre italiane. Ore Avvenne al largo delle Tremiti, 5,15. Prue a nord-nord-est, pezzi al nell’Adriatico centro-meridionale e traverso, avanti tutta per rotte paral- resta una bella pagina di storia na- lele, verso il grosso delle rispettive vale, il 24 maggio 1915, pur se forze. gnando la prima nave della Regia Al largo di Vieste, a poco più di Marina affondata, nelle prime ore un miglio dal Gargano, ecco so- della Grande Guerra, nel corso del praggiungere altre sagome snelle, primo scontro navale, dopo i primi Lapide a Barletta sollevando baffi di schiuma. Sono i
Pentagrammi pag. 9 / Dicembre 2020 La scomparsa del campione Paolo Rossi e Franco D’Attoma presidente del Perugia Domenico Roscino conversanese, che tanto bene si è integrato nel tessuto connettivo della sua nuova regione, è, soprattutto, an- L’improvvisa scomparsa del grande campione di cal- che tifoso di pallone: perciò non poteva non accettare di cio Pablito Rossi, meritatamente ricordato ed esaltato essere ingegnoso dirigente-guida del calcio perugino, dalla stampa italiana e straniera, come goleador sorri- fino al punto di diventarne presidente, capace – come è dente di un’Italia diventata nel 1982 «Mundial» con la stato scritto in questi giorni di lutto sportivo per la morte sua indimenticabile e storica tripletta contro la forte di Pablito - di soffiare nel 1979 il campione Rossi, mes- squadra del Brasile, ci ha riportato all’epoca del grande sosi in luce nel Lanerossi e ben noto industriale-impren- Vicenza, alle più blasonate ditore agro-alimentare di Con- Milan e Juventus. versano, don Franco D’At- «Quell’acquisto presti- toma. Che, all’età di 17 anni, gioso procurò tanta noto- precisamente nel 1940, termi- rietà alla Società Sportiva nato a pieni voti il corso li Perugina», confidò Franco ceale a Conversano, si trasfe- D’Attoma, scomparso il 7 risce a Perugia per iscriversi maggio 1991, in una sua in- alla facoltà di Agraria. Franco tervista accennata nel vo- si fa subito apprezzare come lume di Gianfranco Ricci, giovane svelto e simpaticone. «Guardiamoci negli occhi - Qui stringe amicizie e allarga Franco D’Attoma, storia di rapidamente relazioni sociali un Leader», Delta Ed., e, soprattutto, conosce, fre- 1996, preziosa testimo- quentando gli stessi ambienti nianza di vita e di opere in Pablito nel Perugia, studenteschi, la giovane Leila ricordo del grande amico Copertina del volume a.s. 1979-80 Servadio, che il 4 febbraio conversanese, inviatami di Gianfranco Ricci, 1946 sposa nella Basilica pe- espressamente dalla gene- «Guardiamoci negli rugina di S. Pietro. Con tale evento, il nostro don Franco rosa consorte Leila, pur- occhi – Franco D’At- si affeziona al cognato Leonardo, che cura un’aziendina troppo scomparsa nel mag- toma, storia di un lea- di abbigliamento, lo aiuta e con le sue doti moderne si gio del 2012, che ho avuto la der» fa apprezzare tanto da essere invitato ad entrare in so- fortuna di incontrare, dopo cietà con il 45% delle azioni. Franco riflette e poi aderi- la sua permanenza a Conversano, in occasione del mio sce con impegno, dando l’avvio al grande «miracolo» soggiorno a Perugia nel 1979 in qualità di commissario economico della «Ellesse», divenuta ben presto un co- ministeriale per la maturità classica, presso il Liceo del losso mondiale dell’abbigliamento sportivo. E così quel luogo. CT Lika, Cspel e Tatra, bandiera scoppiata un nuova guerra e che gli mente sbandato sulla sinistra, men- austroungarica, più moderni, veloci, uomini, i poveri uomini, incomin- tre gli avversari – che dapprima meglio armati. Non c’è scampo per ciavano ad uccidersi. Per questo le avevano continuato a colpire i mari- il Turbine. mamme piangevano fortissimo gri- nai raccolti a poppa – si stavano im- Nonostante l’inferiorità, la nostra dando i nomi dei propri figli in pegnando a trarre i naufraghi dalle unità continuò a combattere corag- guerra», riportava Mimmo Aliota, acque in cui si erano buttati. giosamente, cercando di evitare i ricercatore locale oggi scomparso, Le unità della KUK Marine si al- colpi e manovrando veloce ed agile, nella ricostruzione dell’episodio cu- lontanarono prima dell’arrivo dei mentre il radiotelegrafista di bordo rata nel 1988 per il Lions Club di rinforzi, non senza avere cavalle reiterava la richiesta di soccorso Vieste, «Il sacrificio del cacciator- rescamente raccolto 35 dei 58 com- alla flotta, che accorreva verso pediniere Turbine», con numerose ponenti dell’equipaggio italiano, l’area del combattimento, tra le immagini d’epoca in bianconero. compreso il comandante Bianchi. Tremiti e Pelagosa. Pieno di morti e feriti, minacciato Altri superstiti vennero salvati dalla Richiamati dalle prime evolu dagli incendi ed esaurite le mu- nostra Marina. zioni del Lika contro il castello, tutti nizioni, il Turbine non aveva Fonti ufficiali calcolano in 15 i i viestani affollavano intanto la scampo. Bianchi respinse la pro- caduti. Il comandante Bianchi e il spiaggia, le alture, i terrazzi, la posta di resa e ordinò di aprire le secondo, tenente di vascello Mario chiesa di S. Lorenzo. «Attonita e casse per autoaffondare il battello. Ferrari, si videro assegnare nel 1919 sgomenta la gente capì solo, e Calò a picco pochi minuti prima la medaglia d’argento al valor mili- questo era evidente, ormai, che era delle 7, invaso dalle fiamme e forte- tare.
pag. 10 / Dicembre 2020 Pentagrammi Nino Gernone con un libro ricorda Mario Mancini: Rino Bizzarro lo consacra Gianni Cavalli La vita, spesso, ti regala quello che noi chiamiamo «tiro mancino». In sostanza, dal momento che la de- stra, mano o piede, è la normalità, tutto ciò che ri- guarda la sinistra viene considerata eccezione, ossia fuori dalla consuetudine. Quando Nino (Sebastiano all’anagrafe) Gernone mi ha fatto avere la sua ultima fatica editoriale, «Mario Mancini: appunti della mia vita» (128 pagine, ill., con custodia per DVD), – elegante pubblicazione di «Edi- zioni dal Sud», curata con l’abituale perizia da Andrea e Giuseppe Ponticelli e stampata con il consueto zelo e maestria da «Grafica 080 di Modugno» – dedicata al noto attore scomparso nel 2016, guardando la coper- Mario Mancini con Rino Bizzarro per i Martedì d’Au- tina del libro mi ha colpito l’immagine riprodotta. tore realizzati da Puglia Teatro presso il Piccolo Teatro Quel garbato signore con cappotto, sciarpa e cappello, negli anni 1992-93-94 richiamava alla memoria qualcuno che frequento da qualche anno. Dopo una veloce pausa di riflessione ho concluso che quel volto rammemorava uno dei nove una semplice ma «gigantesca» missiva, letta da mia componenti del «Gruppo amici di San Nicola» (Padre sorella Irene, di cui vi riporto pochi stralci: «… molti Ciro Capotosto, Gianni Cavalli, Marco Ciccone, Anto- amici miei e di Vito hanno telefonato in questi giorni nio Di Leo, Peppino Giordano, Michele Mancini – … e, dopo i complimenti per il libro, hanno aggiunto: sì, proprio lui, Mancini, - Luigi Papa, Michele Petruz- “Vito si è dimenticato di me fra i personaggi” … La zelli e Nicola Simonetti) e per giunta con identico co- nota dolente di questo libro è il risentimento degli gnome: in definitiva, il «tiro mancino» era diventato esclusi…; a nulla vale ricordare che Vito si è dimenti- … Mancini. cato anche di me che ho attraversato più della metà del Penso di aver conosciuto personalmente Mancini secolo scorso facendo la cantata di tanti che ora bu- Mario nelle vicinanze del Castello Svevo mentre ero cano il video grazie anche al fatto che esisteva don con Vito Maurogiovanni e altri amici – tra cui uno che Mario … In confidenza vi dico che sono rimasti molti in questi ultimi anni non vuol più essere considerato profili di baresi autentici non pubblicati … e, a Dio tale, e non mi permetto di rispolverare un concetto di piacendo, Vito potrebbe concedere il bis …». Mio pa- Leopardi, «Principale ostacolo dell’amicizia è l’egoi- dre, morto nel 2004, non ha visto il bis di Maurogio- smo», perché una forma molto diffusa di egoismo, ac- vanni dell’anno successivo, ma abbiamo pubblicato la centuata dal periodo di coronavirus, consiste nel ri- sua lettera nel volume «Come eravamo», perché è un fiuto di farsi amare – e in quell’incontro si parlò di inno al lavoro e all’impegno, degno tributo a tutte le Vito Signorile e del Teatro Abeliano, ma io avevo persone oneste e per bene che ci sono state, ci sono e fretta e lasciai la compagnia, e non sono in grado di sempre ci saranno nella nostra splendida città di Bari. asserire se vi fosse «armonia» fra i componenti. Mau- Mario Mancini per vox populi è stato definito bravo rogiovanni nei due libri Levante, «Cantata per una attore, ma soprattutto brava persona, molto per bene. città» (2002) e «Come eravamo» (2005), ha celebrato Michele Mancini, quello del «Gruppo», mi ha con- tanti personaggi, ma non Mario Mancini, anche se fermato che l’attore Mario Mancini era suo cugino e posso testimoniare che nel primo elenco stilato che che «villa Mancini» è stata il luogo preferito delle loro propose era presente insieme ad almeno due dozzine oceaniche riunioni famigliari. Mi ha anche spiegato di altri soggetti. In verità parecchi, cui Vito si era ri- come quel luogo abbia cambiato destinazione fra i pa- volto per avere qualche notizia personale in più, non renti, ma questo racconto fa parte di quella Storia che hanno risposto, e altri non gradivano condividere il riguarda il genere umano e che testimonia come pas- «palcoscenico» con persone che consideravano poco sione e interessi non hanno confini e attestano la no- affini. Consentitemi di citare mio padre Mario Cavalli, stra appartenenza alle cose terrene ... che l’attore Ma- che la sera del 29 novembre 2002, data della presenta- rio ha tratteggiato con grande abilità nella sua lunga zione del volume «Cantata», – in poche ore stagione artistica. quell’evento, rimasto impresso in maniera indelebile Sebastiano Gernone, – la circostanza che abbia stu- in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistervi, diato con Tommaso Pedìo e Mario Spagnoletti lo rende fu dirottato dalla Sala Dalfino al Foyer del Piccinni e ai miei occhi uno di famiglia e subito simpatico – co- poi presso la sala di Largo Fraccacreta, e, nonostante nosciuto per essere ricercatore dell’Istituto Pugliese questo, fu un successo strepitoso – scrisse con il cuore per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contempo-
Pentagrammi pag. 11 / Dicembre 2020 ranea, annovera tra le sue benemerenze anche quella strezza e capacità pittoriche (mi dicono che spesso ha di aver ideato e collaborato alla regia e al montaggio, regalato agli amici disegni in bianco nero apprezzabili per conto della Rai, del documentario «Ritorno a Ven- …: se ci siete, «contatevi» e «riproducetevi»). totene», ma probabilmente si è assicurato un posto di Sospendo momentaneamente queste note per rileg- rilievo nelle vicende cittadine per aver raccolto germi, in maniera meno veloce, ciò che ha scritto Rino nell’estate del 2014, dalla viva voce del protagonista, Bizzarro per Mario Mancini (Maurogiovanni una volta il percorso artistico e di vita di Mario Mancini. Con mi disse: «Rino è ..., ma va riletto sempre perché non Gernone, in quella circostanza, collaborò Michele propone moina, non conosce smancerie»). Sforza, ma solo alla morte, nel 2016, dell’attore, il no- « … Bisogna verosimilmente affermare che il teatro stro Nino si rivolse al fotografo Nico Tomasicchio, popolare in vernacolo barese non ha ancora raggiunto peraltro montaggista e tecnico di ripresa molto capace, livelli artistici particolarmente apprezzabili, da ogni per portare a termine l’operazione. Pensare che non vi punto di vista, tali cioè da poter stare alla pari e al sia stato in tutto ciò il «coordina- fianco di quelli di altre grandi mento» di Vito Antonio Leuzzi città e regioni d’Italia, nonostante mi risulta difficile, ma «credi- qualche rimarchevole sforzo in bile»: IO CREDO. quella direzione da parte di poche Da Rino Bizzarro, per una individualità che nel tempo si strana coincidenza del destino sono impegnate e distinte per un (quel tiro «Mancini» di cui so- lavoro serio e consapevole sui te- pra), ho visto una parte della vi- sti e sulle rappresentazioni. Detto deointervista e per dirla livalca- questo, bisogna onestamente af- mente è stata una superba «ecce- fermare che Mario Mancini non zione». appariva mai un attore improvvi- Il libro di Gernone si è avvalso sato, come purtroppo spesso è ca- della volontaria partecipazione di pitato e capita di vedere a Bari; una parte della moltitudine di era bensì uno scrupoloso profes- gente che voleva bene e stimava sionista, attento e vigile affinché Mario Mancini: da Mario Buon- ogni momento e ogni aspetto sante a Pasquale Bellini, da Rino dello spettacolo potessero essere Bizzarro a Dina Turi, da Mariella rispettosi delle giuste aspettative Romito a Davide Ceddìa, da Ca- del pubblico che numeroso se- terina Costantini a Giuseppe De guiva il genere popolare in verna- Trizio, da Biagio Romito a Gianni colo barese …». Questo è quello Giannotti, da Vito Mancini a Ma- Copertina del volume «Mario Man- che ha scritto il Bizzarro dili- riano Leone, da Mirabella a Nun- cini: appunti della mia vita» a cura di gente, meticoloso, minuzioso, ziante, da Signorile a Stornaiolo, Sebastiano Gernone preciso, quasi spigoloso, che noi da Tempesta a Valenzano, da To- conosciamo, e che è in linea con nia a Eligio Cristantiello; ognuno il suo modo di essere autore, regi- di questi amici ha rievocato un «tempo» della lunga sta, poeta, scrittore e attore, ma sempre Bizzarro Clo- vita artistica di colui che era riuscito a realizzare domiro da via Indipendenza, 75 (… per la «smorfia», «L’anima gemella» con Sergio Rubini. il significato del numero 75 recita in questo modo: «… Nel libro si passa dalle 58 parole «dipinte» da Stor- evitate di avere eccessiva fiducia in amici e conoscenti naiolo, che lo definisce «un vero istrione a cui tutti che conducono un genere di vita molto ambiguo»; per dobbiamo qualcosa», alle otto pagine di Mariano cui Rino, noto per dire bravo solo a chi ha visionato Leone, che ci comunica che Mario viveva in via «la personalmente e «ripetutamente», sembra un calcia- Vallisa» (oggi «Roberto il Guiscardo») in una casa su tore nato stopper – difensore centrale oggi – che di- tre piani (sùse, mèzze e abbàsce) con una sola stanza fende le sua posizione, in maniera arcigna e spartana, per ogni piano, e ci regala un termine appreso da Man- evitando pericolose scorrerie nell’area avversaria, le cini: la «capera», ossia una novella parrucchiera che quali potrebbero compromettere il suo curriculum andava in casa a fare i capelli alle signore. Leone ha sportivo). racchiuso il suo intervento in 12 minuscoli capitoli che Per fare chiarezza torno a quello che Rino scrive di ci danno una precisa indicazione del Mancini attore e Mancini: «Mi rendo conto che con queste osservazioni persona. e affermazioni rischio di spiazzare completamente chi Molto bella la traccia che Mirabella «riesuma» nel in quel tipo di attore in vernacolo ha trovato e trova un suo intervento, parlandoci del Purgatorio, Stucci, consolidato riferimento e una sicura e rassicurante col- «Iune mond’a la lune», Mario Mancini e «Jarche Va- locazione teatrale. Ma in tutta sincerità devo confes- sce». In occasione di quella prima di «Jarche Vasce» sare e rimarcare la mia preferenza per l’attore Mario nel 1974, per la regia di Mirabella su testo di Nicola Mancini che recitava in dizione e in ruoli classici». Tabascio e Vito Maurogiovanni, Mario Mancini, oltre Rino, la cui precisione cronologica per fatti e avve- a condividere la scena con Nietta Tempesta e Carmela Vincenti, ha disegnato la locandina con grande de- (continua a pagina 12)
pag. 12 / Dicembre 2020 Pentagrammi Osservazioni sui rapporti tra musica e letteratura Francesco Scoditti monio musicale di Medioevo e primo Rinascimento è scomparsa, ma da innumerevoli fonti letterarie, icono- Musica e Letteratura …, un mondo di sinergie, grafiche ed epistolari, si può ben affermare che era co- scambi, interazioni, rapporti, eppure un mondo che a stume per i letterati dell’epoca praticare l’arte compo- livello scolastico, soprattutto nei programmi di lettera- sitiva ed esecutiva. Basti pensare al famoso incontro di tura italiana, continua a rimanere in gran parte poco Dante con il musico e cantore toscano Casella nel II valutato, se non addirittura ignorato o sconosciuto. I canto del Purgatorio, del quale purtroppo non è rima- più disparati manuali per la scuola si preoccupano giu- sta alcuna composizione scritta. Casella esegue su ri- stamente di collegare la storia letteraria agli eventi ar- chiesta del poeta un canto, per confortarlo della fatica tistici e teatrali, ma trascurano quasi sempre, eccezion del viaggio, la canzone Amor che ne la mente mi ra- fatta per il compositore Verdi, di trattare i legami stret- giona, dello stesso Dante, commentata nel III Trattato tissimi intercorsi tra musica e testo letterario, spesso del Convivio. È la prova che Dante concepiva molti presenti e coincidenti già nel momento creativo e dun- dei suoi testi in sintonia o in emulazione con la musica que inscindibili dalla natura e dal significato del testo. che li avrebbe accompagnati. Se vogliamo, la stessa organizzazione del testo poetico Lo stesso poeta fiorentino ricorda, nel De Vulgari in strofe e rime, la distribuzione degli accenti del Eloquentia, che la poesia «null’altro è se non finzione verso, sono tutti elementi paradigmatici di una retorica espressa secondo retorica e musica». Tale concetto è letteraria che deve molto alla struttura delle frasi mu- significativo a proposito del genere della «Canzone», sicali, ai parallelismi tematici e al gioco delle ripeti- la quale si basa sulla pratica di ideare parole armoniz- zioni della stessa melodia principale con il suo alter- zate nel ritmo e nel suono fra loro ai fini di un valido narsi al secondo tema, come accade ad esempio nella accompagnamento musicale, ma il concetto può essere forma sonata. allargato alla Ballata, al Sonetto, e poi, in epoca ro- Nel contesto poi tutto italiano le connessioni sono mantica, alla Romanza e al Lied: insomma, direbbe ancora più evidenti nella diffusione della lirica pro- Dante, a «tutte le composizioni armoniche». Esiste venzale e dello Stil Novo, nella poesia per musica fra quindi un nesso storico e formale imprescindibile fra Cinque e Seicento, con la fioritura del madrigale e il parola e musica, e che dalle origini delle letterature petrarchismo, nella nascita, lo sviluppo e la crisi del europee attraversa i secoli con alterne fortune, un rap- melodramma, dal Barocco fino alla dissoluzione nove- porto che non può essere eluso in una didattica cultu- centesca. Gran parte della documentazione del patri- rale completa. perché ritengo sia una pacata, Amico, ormai in cielo, ripeteva in (dalla pagina 11) obiettiva attestazione di stima: dialetto barese, e che io riassumo «Ma rimane in me il ricordo più in lingua: «Non sempre è buona nimenti non è ancora infettata dalla bello che ho di Mario Mancini, che cosa aspettare che il vento faccia malattia definita «scordanza», pre- proprio in quello spettacolo ebbe volare la vela della fortuna, a volte cisa che nel 1973, grazie al sindaco modo di mostrare al meglio tutti i si può provare a soffiarci dentro Nicola Vernola, fu varata l’inizia- colori della sua tavolozza teatrale e con tutto il fiato che possedia- tiva «Bari Teatro» e si decise di le sue prerogative di attore di li- mo …». rappresentare «I Carabinieri», del vello alto, sacrificato purtroppo A cui vorrei aggiungere – dal siciliano Beniamino Joppolo. Il re- fino ad allora in produzioni non momento che noi abbiamo sempre gista individuato, Michele Mira- sempre all’altezza delle sue qua- non solo gioito ma anche contri bella, fece i provini ad alcuni attori lità». buito al successo di qualsiasi arti- e scelse i magnifici sei che vi enu- Il DVD allegato al libro ci regala sta a noi collegato, anche se si pre- mero in ordine alfabetico: Lucrezia per 45 minuti un Mario Mancini sentava sotto una sigla diversa da Bellomo (per gli intenditori vero, in un ambiente reale, verace, Levante, – che sarebbe ora di man- dell’epoca aveva il talento della sincero, schietto: habitat naturale dare in soffitta: «la gioia che mi grande interprete), Rino Bizzarro, in cui ha trascorso tutta la sua vita procura il mio successo non è pa- Cris Chiapperini, Lino Di Turi, artistica ed umana. Da segnalare ragonabile a quello che provo per Mario Mancini e Nietta Tempesta. l’ottima prova di Davide Ceddìa l’insuccesso di un collega». Sa- Quel Teatro Stabile della Regione che ha composto ed eseguito la rebbe un tiro mancino, dedicato a Puglia, per la prima, ebbe un suadente canzone «La voce di Ma- … Mario Mancini, i cui effetti be- enorme successo, la qual cosa forse rio». nefici potrebbero già evidenziarsi «impaurì» qualcuno, per cui non vi A Davide, talentuoso cantautore- all’inizio di un 2021, che si annun- fu un seguito. attore-autore-umorista del web, cia pregno di aspettative, cui sa- Vi riporto quello che ha scritto posso solo ripetere, vista la sua an- rebbe meglio presentarsi già … Bizzarro nel ricordare l’episodio cora giovane età, quello che un mio «vaccinati».
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