PENTAGRAMMI PER RAFFAELE ARMENISE - N. 45 - CULTURA MUSICA ARTE AMBIENTE SOCIETÀ - DICEMBRE 2020 - LA MATRICE

Pagina creata da Francesco Biondi
 
CONTINUA A LEGGERE
PENTAGRAMMI PER RAFFAELE ARMENISE - N. 45 - CULTURA MUSICA ARTE AMBIENTE SOCIETÀ - DICEMBRE 2020 - LA MATRICE
n. 45 - CULTURA musica arte ambiente società - dicembre 2020

 PENTAGRAMMI per … raffaele armenise
                    Manlio Chieppa
            Quando in Puglia i mecenati davano lustro
            alle città. Il Teatro incendiato e «l’anatema»
            di Tonino Rossano
            Raffaele Armenise, l’insigne artista andato
            in cenere… nel Politeama Petruzzelli di
            Bari

    Tutti in scena! Signore e signori lo spettacolo (inter-
 rotto!) inizia (o ricomincia, in un’ondivaga ansia infi-
 nita)! Su il sipario! Sembrerebbe udire a gran voce (o
 almeno si attende!) l’altisonante annuncio metaforico
 allo scoccare della mezzanotte, con l’abolizione (mo-
 mentanea!?) dell’isolamento, tra stridori assordanti e
 tiritere d’insulsaggini rap, in una Italia che, segregata
 nel silenzio surreale (d’imbavagliamento generale!),
 scalpita e si dimena, per tornare a presenziare sul pal-
 coscenico della vita… e delle vanità sospese…, vo-
 gliosa di assieparsi nell’eterna spensierata movida o
 kermesse che sia! Interrotta, ripresa … e poi … nuova-
 mente limitata e arrestata, e poi … e poi …?! l’impor-
 tante è …, è …, è …, è …, che arrivi alfine … l’ago-           Manlio Chieppa, «Millenari di Puglia», 2020, cm.
 gnato vaccino! Nel mentre s’affaccia, euforica, la com-        40x38,3x4,20, t.m. pietra calcarea
 pagine di vecchi e nuovi amministratori, transumanti e
 polverizzati in decine di liste civiche, eletti alle ultime
 regionali. Senza che alcuno, di loro, abbia azzardato il       da quel che l’insigne designato ebbe a suo tempo a pri-
 destino della Cultura delle Arti (!): «l’offerta di politica   vilegiare con la Taranta salentina, innalzandola a noto-
 culturale …». Quando poi in questo scorcio d’anno –            rietà mondiale(!) – augurandogli buon lavoro, facciamo
 rovistando nel cilindro dei prestigi – voilà, les jeux sont    voti, affinché persegua nella «promozione» della «no-
 faits, e la sorpresa vede salire sullo scranno della cul-      stra» cultura con «tutte» le Arti e i Beni Culturali! Nel
 tura del Parlamento regionale un «non» candidato. Au-          mentre, per altro verso, osserviamo il da farsi perché
 torevole rappresentante dell’intellighenzia riformista,        delle sette città pugliesi candidatesi a «Capitale italiana
 trapiantato nella Capitale da oltre un trentennio (salen-      della Cultura 2022», almeno una, riscuota successo!
 tino anch’egli, in successione), enciclopedico rispetta-       Nell’immediato, a conclusione di quest’anno di esacer-
 bilissimo (fugace ministro, proprio dei Beni culturali,        bati accadimenti – brindando al nuovo anno (!) – prefe-
 del passato Governo Letta); intento a dirigere e scom-         riamo proporre quel che di straordinario ci ha resi orgo-
 paginare universi editoriali, con l’inoltrarsi a scanda-       gliosi nel tempo, meritando, di tanto in tanto, lo si rac-
 gliare prospettive e metodologie d’indagine, nella sre-        conti. Ampliando così la platea della sapienza a quelle
 golatezza di filosofie concettuali! Che recentemente ha        generazioni distratte e immerse nella «civiltà» del
 dato vita a un faraonico progetto specialistico sull’Arte      video­gioco e dell’apparire! Così, andando a ritroso,
 Contemporanea. Tra analisi psico-logiche … – ci sem-           trarre dall’oblio, i fautori della costruzione di quel certo
 brerebbe d’interpretare – ampliate in una scenografia di       rinomato Teatro Petruzzelli di Bari, e quanti coinvolti
 sofisticazioni «sperimentali», per una «riproposizione         artisticamente alle decorazioni. Che qui rievochiamo –
 mutevole» delle immagini e del linguaggio. Che noi, in         attraverso le opere – descrivendo una personalità come
 verità, preferiremmo fosse «comprensibile» ai meno             Raffaele Armenise (pittore e incisore: Bari, 1852 - Mel-
 «acculturati» …: spoglio d’intermediazioni teoriche,           grate, Lecco, 1925), esponente fra i più eminenti delle
 stravaganze compositive esasperatamente indecifrabili          Arti Figurative nella seconda metà dell’Ottocento ita-
 … – intervenute a mortificare il ben dell’intelletto e         liano. Le cui opere d’arte ebbero infausto destino, av-
 l’Arte della Bellezza universale! Per cui, nell’attesa di      volte dalle fiamme del criminoso incendio nella tragica
 eventi… nostrani che s’ispirino alla storia – confortati       notte del 27 ottobre 1991. Che riportiamo ora alla «me-
PENTAGRAMMI PER RAFFAELE ARMENISE - N. 45 - CULTURA MUSICA ARTE AMBIENTE SOCIETÀ - DICEMBRE 2020 - LA MATRICE
pag. 2 / Dicembre 2020                                                                                               Pentagrammi

    Teatro Petruzzelli, prospetto                                   Pasquale Duretti, «Apollo che incorona la Musica»
                                                                    (particolare del prospetto del Teatro Petruzzelli)

    moria», rileggendo i protagonisti dell’avventura, come          incorona la Musica, e lateralmente agli angoli, due gri-
    fossero in una fantasiosa effimera ambientazione vi-            foni, opera di Pasquale Duretti (Bari, 1867-1950, al-
    siva, fra luci, scene, costumi e personaggi, dipinti sul        lievo a Napoli del concittadino Emanuele Caggiano,
    grande sipario del palcoscenico e lì in alto sulla cupola       1837-1905), che sul proscenio interno raffigurò, in-
    …, udendo le note strumentali, in concerto con le voci          vece, la Musica e l’Arte Drammatica, a reggere l’oro-
    di un tempo …, col corollario di avvenimenti e spigola-         logio (distrutti) e nel foyer le statue (superstiti) di Pai-
    ture, e lo spirito del narratore di curiosità; certi che, al-   siello, Piccinni, Mercadante e De Giosa. In cenere an-
    cune, sono del tutto inedite. Il 14 febbraio 2023 ricor-        darono quasi tutte le opere pittoriche, con il suo autore,
    rono centoventi anni dall’inaugurazione del Teatro ba-          Raffaele Armenise, rimasto nell’ombra della scena. Un
    rese. La cui attesa apertura avvenne con duemiladue-            artista che, come tutti gli artefici delle Arti e dell’inge-
    cento circa spettatori entusiasti – quella lontana rigida       gno epocali nati in Puglia, si era formato presso il
    sera di San Valentino del 1903, con Gli Ugonotti di Me-         Reale Istituto di Belle Arti di Napoli, sorto per gli illu-
    yerbeer – rappresentando, per la città intera, un signifi-      minati Borboni, che ne fecero un centro d’alta cultura
    cato inimmaginabile, e più tardi un’eco di risonanza            artistica per tutto il Mezzogiorno d’Italia, di rinomanza
    europea e planetaria, con l’inserire quella monumen-            europea, proseguito con l’Unità. Per cui – per una serie
    tale costruzione nell’Olimpo dei più grandi Politeama           di circostanze, incroci e conoscenze – da allievi e colla-
    della lirica. Per le produzioni e le rappresentazioni fa-       boratori di studio, a Napoli come in Terra di Bari,
    stose susseguitesi negli anni – dinamicamente originali         spesso erano divenuti coagulo di idee e progettazioni di
    e, a volte, in prima assoluta mondiale – con registi, sce-      opere e costruzioni di notevole interesse. Così era av-
    neggiatori, coreografi, interpreti, orchestre e maestri di      venuto per il progettista del Politeama Petruzzelli,
    fama, annunciate in cartellone dall’originale «simbolo»         l’Ing. Angelo Cicciomessere (Bitonto, 1845 - Bari,
    grafico del Teatro. Riprendendolo dal fastigio architet-        1930?), incaricato dai cognati, F.lli Onofrio e Antonio
    tonico della solenne facciata, in alto, dal prospetto in        Petruzzelli (avendo sposato nel 1887 la sorella Maria,
    rosso pompeiano (diversamente dal bianco e grigio ori-          unica erede, ch’ebbe a dargli una nidiata di figli, mu-
    ginari). L’artistico coronamento scultoreo candido, al          tando il suo cognome in Messeni con R. D. nel 1900),
    di sopra della conchiglia a ventaglio rugginosa, ispirata       che da imprenditori progressisti – credendo in un ambi-
    all’Art Nouveau, raffigurante le allegorie di Apollo che        zioso sogno, ottenendo la travagliata licenza edilizia
                                                                    nel 1896 – diedero l’avvio ai lavori due anni dopo. Pro-
                                                                    fessionista abile, inserito nei gangli amministrativi, il
                                                                    Cicciomessere, laureatosi ventisettenne a Napoli nel
                                                                    1872, transitò (sembra dopo un praticantato nello stu-
                  «pentagrammi» – ANNO V                            dio di certo barone on. C. Zizzi), come tanti volente-
                     Reg. Tribunale di Bari n. 1963
                            del 14-04-2016                          rosi, da quello dell’anziano celebrato suo concittadino
                     adriana de serio                               Arch. Luigi Castellucci (nella villa a S. Spirito, di
                       Direttore responsabile                       fronte al Titolo, sulla Strada Consolare – S.S.16 – al n.
                  Redazione: via Melo, 48 – 70121 Bari              1), autore nel 1838 del Teatro Privato, ora «Traetta», di
                            Tel. 3478972205
                                                                    Bitonto. In quel crocevia d’incontri, fece conoscenza
                    email: profadeserio@gmail.com
                                                                    con altri professionisti, il figlio Arch. Giuseppe e il ge-
                    Coordinamento Editoriale                        nero Ing. Arch. Pietro Trotti (sposato alla figliola An-
                       Direttore Scientifico
                     Donato Forenza                                 giola, accanito melomane, nostro bisnonno: Acquaviva,
               Grafica e impaginazione: La Matrice                  1824 - Bari, 1908; autore dell’innovativo Piano Rego-
                    Via Trevisani, 196/a – 70122 Bari               latore, del 1868, della Città di Bari), coltivandone inse-
                            Tel. 080.5231546                        gnamenti. Tant’é, quasi cinque lustri dopo (subentran-
                        lamatricebari@gmail.com
                                                                    dogli a Capo dell’Uff. Tecnico Comunale), per affron-
PENTAGRAMMI PER RAFFAELE ARMENISE - N. 45 - CULTURA MUSICA ARTE AMBIENTE SOCIETÀ - DICEMBRE 2020 - LA MATRICE
Pentagrammi                                                                                          pag. 3 / Dicembre 2020

                                                              Politeama Petruzzelli, prospetto, 1898, disegno
                                                              dell’Ing. Angelo Cicciomessere

   Manlio Chieppa, «Raffaele Armenise» (disegno a ma-
   tita)

                                                              Raffaele Armenise, sipario del teatro Petruzzelli, mt.
                                                              15x18 (distrutto)

                                                              allievo egli stesso, a suo tempo, del suocero, e studioso
                                                              di estetica, quanto esperto di calcolo (con abitazione e
                                                              studio a Bari, nel Palazzo da lui realizzato nel 1899, al
                                                              n.6, in quella Piazza Garibaldi ch’ebbe a disegnare),
                                                              non lesinò consigli per soluzioni ad alcune problemati-
                                                              che, per un Teatro che avesse «l’acustica» giusta, ispi-
                                                              randosi alla conformazione del «San Carlo» di Napoli,
                                                              «a ferro di cavallo». Combinazioni vogliono che, la-
                                                              sciatoci dal nostro antenato, possediamo un disegno
                                                              «originale» a china su lucido dell’epoca, in Scala 1:200,
                                                              Politeama Petruzzelli - Bari, Pianta a piano di II fila,
                                                              firma autografa L’Ingegnere A. Cicciomessere, Bari,
                                                              novembre 1899, con in Leggenda calligrafica la descri-
                                                              zione numerata degli ambienti: dalle scale ai camerini,
                                                              dal vestibolo ai corridoi, dai palchi alla loggia, dai lo-
                                                              cali per artisti al quartino da fittarsi, al caffè cantante …
                                                              «Voce» peraltro, quella del Trotti, molto considerata
   Teatro Petruzzelli, planimetria originale di Angelo        dalla Famiglia Petruzzelli, già per dei restauri (all’in-
   Cicciomessere (collezione M. Chieppa)                      domani dell’acquisto) alla loro «casina» di campagna
                                                              al Feudo Torricella sulla ex «Reale Murattiana», Bi-
   tare il complesso progetto dello stabile, l’Ing. Ciccio-   tonto - S. Spirito (edificata dal Castellucci nel 1847 per
   messere – tra viaggi per l’Europa, incantandosi a rimi-    i Conti Gentile, su un preesistente trappeto, ed essi su-
   rar quei teatri – non mancò di raccogliere suggerimenti    bentrativi in proprietà nel 1887), e per consigli tecnici
   sul da farsi, rivolgendosi anche al Trotti. Che, da ex-    all’erigendo Teatro (senza mai apparire: suo l’indi-
PENTAGRAMMI PER RAFFAELE ARMENISE - N. 45 - CULTURA MUSICA ARTE AMBIENTE SOCIETÀ - DICEMBRE 2020 - LA MATRICE
pag. 4 / Dicembre 2020                                                                                           Pentagrammi

                                                                  Il Teatro Petruzzelli prima dell’incendio

                                                                  lizzi, Gennaro Ruo e Federico Maldarelli – il
                                                                  neolaurea­to artista aveva aperto un suo atelier a Capo-
                                                                  dimonte, inserendosi fra gli esponenti della Scuola na-
                                                                  poletana. Ma alla ricerca instancabile del nuovo, nel
                                                                  1881, si era spinto, per l’appunto, a Milano. E qui, spo-
                                                                  sando l’amabile Lia, figlia del pittore/decoratore Gia-
    Raffaele Armenise, Teatro Petruzzelli, cupola ante-           como Ulisse Borzino (1820-1906, proprietario e tito-
    restauro, fine anni ’80, Archivio Ficarelli (distrutta)       lare dal 1864 del rinomato stabilimento cromolitogra-
                                                                  fico «Oleografia Artistica Borzino») e della pittrice
    rizzo, per la cupola dalle centine metalliche, alla SNOS,     Leopoldina Zanetti (1826-1902), aveva appreso quelle
    fonderia della Società Nazionale Officine di Savi-            tecniche riproduttive per illustrazioni editoriali, in va-
    gliano). Quanto – per una sincera amicizia e per la sua       riante applicabili, acché i dipinti potessero «ingran-
    figura ieratica e solenne – invitato dal Maestro Arme-        dirsi» su vaste superfici, in un processo di stampa oleo-
    nise, a ideale «modello», a impersonare uno dei perso-        grafico stupefacente, ch’ebbe una diffusione popolare
    naggi pensati ad animare una delle quattro lunette della      smisurata. È il periodo più intenso del Maestro: tra i
    cupola. Quel Raffaele Armenise che nel 1899 era stato         lavori per l’Editrice Treves, i fastosi affreschi per le
    incaricato, dai fratelli mecenati, ad eseguire tutte le       ville lombarde e le tele inviate alle Esposizioni Univer-
    opere pittoriche e decorative, per rendere fastoso l’am-      sali di Parigi, Londra, Australia, Americhe, e in Italia,
    biente interno della sala teatrale, del foyer e dell’allo-    alla Triennale di Brera, la Quadriennale di Torino, etc.
    cato Circolo Unione. Mandato ufficializzato dopo es-          Forse non raggiunse la fama di De Nittis e Toma, ma
    sersi recati a Milano (residenza stabile dal 1881 dell’ar-    ebbe una sua evoluzione che si apriva al «rinnova-
    tista barese, colà trasferitosi dalla città partenopea, in    mento», prediligendo soggetti storici e mitologici, di-
    un’atmosfera creativa fin de siècle) e apprezzando una        segnati in una impostazione scenografica quasi sur­
    sua tela: stabilirono fosse il perfetto «bozzetto» del si-    reale, dove l’insieme era sempre un eccitante movi-
    pario del Politeama (mt. 15 x 18) sul grande palcosce-        mento di corpi gesticolanti, a rievocare in maniera av-
    nico di 650 mq. con un’altezza di oltre mt. 22. Il di-        volgente e cromaticamente pregnante l’evento. Ovvia-
    pinto, infatti, storicamente emblematico per la città,        mente, per il Politeama Petruzzelli s’avvalse di colla-
    raffigurava L’ingresso del Doge Pietro Orseolo II a           boratori, come l’allievo e fiduciario Antonio Lanave
    Bari, liberandola dall’assedio dei Saraceni nel 1002.         (Bari, 1878-1953), Giuseppe Montrone (Bari, 1871 -
    Una scena epica, straordinariamente luminosa (per chi         Irsina, 1924) e l’ex allievo napoletano Giuseppe Aprea
    la ricorderà) nella suggestione di un cromatismo to-          (1876-1946), mentre, per le rifiniture e gli ornamenti di
    nale, a descrivere una folla di guerrieri esultanti per la    stucco e gesso, Gaetano Granieri (Bari, 1862-1930) e
    vittoria sugli arabi in rotta, accolti da un popolo gesti-    Sebastiano Barbone, con varie maestranze. Fra l’altro
    colante assiepato sulle mura della città, mentre da           eseguirono – come anticipato – la decorazione della fa-
    sfondo si stagliano improbabili architetture epocali,         mosa cupola del Teatro, divisa in quattro segmenti
    stemperate in una nebbiolina iridescente che si perde         strutturati con elementi in cartapesta e stucco dorato
    fra l’orizzonte e un mare solcato da velieri. Una pittura     dalla classicità imperiale e per certi versi dell’antico
    corposa, quella dell’artista, oltre la tradizione tardo-ot-   egizio: fra palmizi, nastri e medaglioni con le effigi di
    tocentesca, ispirata alla storiografia dell’antichità clas-   Omero, Eschilo, Plauto e Terenzio, a separare altret-
    sica, ma con accenti innovativi ai temi formativi             tante lunette con distinte scene di formidabile tensione.
    dell’Accademia partenopea. Dove l’Armenise era                Dipinte a tempera con virtuosa vivacità di artifizi dagli
    giunto (1869) con una borsa di studio per sei anni, attri-    effetti prospettici di trasposizione fotografica in «dio-
    buitagli dall’Amm.ne Provinciale di Bari, dopo le             rami»: componendo a lastre dagherrotipe (lo specchio
    prime lezioni di Nicola Zito (Bari, 1829-1902), il cui        della memoria) i suoi abbozzi di soggetti ritratti e abbi-
    verbo era l’esercizio «dal vero». Completati i corsi ac-      gliati «dal vero» (attingendo al magazzino di costumi
    cademici – allievo di Domenico Morelli, Nicola Pa-            da scena del fratello Vincenzo) in rappresentazioni
PENTAGRAMMI PER RAFFAELE ARMENISE - N. 45 - CULTURA MUSICA ARTE AMBIENTE SOCIETÀ - DICEMBRE 2020 - LA MATRICE
Pentagrammi                                                                                           pag. 5 / Dicembre 2020

   Raffaele Armenise, Teatro Petruzzelli, particolare
   della cupola ante-restauro fine anni ’80 (distrutto):
   Giochi Olimpici

                                                                 Arco del proscenio, replica dell’orologio di Pasquale
                                                                 Duretti, con «La Musica e l’Arte Drammatica»

                                                                 monianza d’arte «storica», divorata da un rogo distrut-
                                                                 tivo. Per il quale un musicologo, tra i più accreditati
                                                                 critici epocali, come Franco Chieco, assistette ad oscuri
                                                                 risvolti – dalle incredibili conseguenze personali – se-
                                                                 guendo poi la fosca vicenda, con vari articoli e saggi,
                                                                 pubblicati nel volume «Il fu Teatro Petruzzelli» (Adria-
                                                                 tica Ed., 2002); e riportare qui, invece, una «maledi-
                                                                 zione» che l’amico sincero Tonino Rossano (giornali-
                                                                 sta di vaglia, inviato speciale Rai, saggista e scrittore,
                                                                 la «voce» radiofonica indimenticabile, nonché passio-
                                                                 nale melomane) indirizzò, in un suo sagace volumetto,
   Teatro Petruzzelli, l’attuale cupola                          agli allora «ignoti incendiari» del Politeama, dal titolo
                                                                 «Memorandum del fantasma dell’Opera». La confes-
                                                                 sione, con smentita (Ed. Palomar, 1993): «… che pos-
   spettacolari proiettate sui fondali. Ce lo tramandano ri-     sano un giorno capire davvero cos’hanno fatto: È ab-
   cordi famigliari, quando per uno dei modelli rappresen-       bastanza improbabile, ma allora possa colpirli una
   tati nei Giochi Olimpici (o Corsa romana) venne coin-         desolazione piena, totale. Insostenibile. Più dei
   volto, come anzidetto, il nostro antenato, Pietro Trotti,     trent’anni di galera che si meritano: loro e chi li ha
   a impersonare, con un lungo peplo e la sua stempiata          mandati». Ma l’epilogo andò diversamente, fra assolu-
   candida chioma e la barba fluente, il sacerdote, posto        zioni …, condanne e risarcimenti irrisarcibili, perché…
   sull’estrema sinistra della lunetta, dinanzi al tripode sa-   nullatenenti! Da parte nostra, pur apprezzando il certo-
   cro dagli effluvi fumanti del divino, a interpretarvi         sino «restauro» del Teatro, restituito nel 2009 (col falso
   l’oracolo della corsa, dove Apollo arringato dalla folla,     storico del cartiglio sul proscenio Anno MMVIII e con
   in un incedere impetuoso, primeggiando su Hermes,             strascichi di proprietà contesa), quasi un suggerimento
   s’aggiudicò l’alloro negli olimpici giuochi. A seguire,       inconscio, per alcuni tasselli mancanti: ricordando le
   in corrispondenza dell’arcoscenico vi era Il carro di Te-     fantastiche opere dell’Armenise (che Christine Farese
   spi, dove il pittore si firmò, quindi Il torneo medievale,    Sperken ha scandagliato nel suo libro La Pittura
   e infine La corrida. Si aggiunsero le opere (scampate al      dell’Ottocento in Puglia) e i tecnicismi adottati più di
   rogo e ammirabili) che l’artista dipinse sul soffitto del     un secolo fa, perfettamente riproponibili oggigiorno –
   foyer con scene allegoriche, come La Musica, Il Ballo,        con ancora più avanzate potenzialità digitali – a ripor-
   La Poesia, mentre sul soffitto del sovrastante salone         tare la grandiosità di «quegli stessi soggetti originari»
   del Circolo Unione rappresentò L’Olimpo con le Muse           (peraltro restaurati appena qualche tempo prima del
   e gli amorini, stimolato dalle iconografie in voga in         criminoso incendio e ampiamente fotografati), dipin-
   tutte le strutture teatrali coeve. Ma che, con l’Arme-        gendoli ugualmente a tempera, nelle quattro inaccetta-
   nise, assumevano una diversità aulica, per quella intra-      bili squallide lunette («bianche») nell’imponente cu-
   prendenza espressiva e la versatilità di linguaggio dai       pola e sullo stesso grande telone, andati distrutti nel
   rilevanti esiti romantici. Che, per concludere, vor-          rogo! O no! In attesa, malgrado tutto, Buon Natale e
   remmo rimirare emotivamente, pensando a quella testi-         decisamente un «diverso» Anno Nuovo!
pag. 6 / Dicembre 2020                                                                                                     Pentagrammi

                   CONSERVATORIO DI MUSICA «N. PICCINNI» DI BARI
                       Giovani talenti musicali a RAI 5
                      Adriana De Serio                                 Nello studio televisivo erano presenti, altresì, in qualità di
                                                                   ospiti, il violinista Stefano Montanari, e Francesco Bianconi,
       Il Conservatorio di Musica «Niccolò Piccinni» di            cantautore ed ex frontman del gruppo musicale Baustelle.
    Bari è stato splendido protagonista della trasmissione              «Nessun Dorma» è un magazine televisivo dedicato alla
    televisiva «Nessun Dorma», in onda su Rai 5 lo scorso          musica e ai musicisti, nell’ottica di un sapiente interscam-
    lunedì 7 dicembre, alle ore 21.15. Alla trasmissione,          bio tra i generi musicali. Il programma è articolato con in-
    condotta da Massimo Bernardini, hanno partecipato, in          contri tra artisti ospiti e il pubblico, costituito, tra l’altro, da
    collegamento dall’Auditorium «Nino Rota», a Bari, al-          musicisti delle scuole di musica italiane, partecipanti attiva-
    cuni giovani talenti musicali formatisi artisticamente         mente alla trasmissione, collegati con lo studio televisivo.
    presso il Conservatorio barese: Pier Carmelo Alfeo,                A Massimo Bernardini è ascritto l’impegno di analizzare
    Osvaldo Fatone, Niccolò Fino, Sergio Lapedota e Mar-           il «mestiere del musicista»: la tecnica strumentale, la com-
    cello Sette. «È un orgoglio per la nostra Istituzione – ha     parazione tra stili e generi musicali, i contesti storici e geo-
    dichiarato Corrado Roselli, Direttore del Conservatorio        grafici in cui sono vissuti e/o vivono i musicisti, e gli aspetti
    “Piccinni” – poter mettere in luce, attraverso la sapienza     più concreti e quotidiani di coloro per i quali l’arte musicale
    artistica di questi giovani musicisti, il prezioso lavoro di   rappresenta «anche» l’attività professionale.
    formazione svolto dai nostri docenti che, con passione e           Il Conservatorio di Musica di Bari prosegue, pertanto,
    competenza, contribuiscono alla crescita musicale, pro-        con i suoi docenti e allievi, personale amministrativo e col-
    fessionale e umana, dei nostri studenti, tenendo fede a        laboratori, un itinerario luminoso nel plasmare tempera-
    quei principi tanto cari a Nino Rota, storico Direttore di     menti artistici che spesso sono divenuti, e diventano, punti
    questo Conservatorio».                                         di riferimento nel panorama musicale mondiale.

     Nuove dimensioni per le Foreste Urbane, Smart City, e Tutela della Salute
            Donato Forenza
       Recentemente è stato approvato
    il decreto attuativo della legge
    Clima, concernente linee operative
    e modalità per il riparto delle risorse
    per il programma sperimentale ne-
    cessario per la progettazione di in-
    terventi e la creazione di Sistemi di
    Foreste urbane e periurbane nelle
    città metropolitane.
       Il decreto è stato implementato
    per attuare   e organizzare processi
    sistemici di forestazione nei grandi
    sistemi urbani e per attivare con ur-
    genza le procedure. Nel contesto
    della complessità della lotta ai cam-
    biamenti climatici sono necessarie        New York (foto di Donato Forenza, 2014)
    strategie scientifiche e azioni con-
    crete per il miglioramento della          Minimi) e del parere della Confe-            fruire di un massimo del finanzia-
    qualità della vita, per la rigenera-      renza unificata Stato-Regioni.               mento, di 500 mila euro; tra gli ob-
    zione dei territori, assorbendo ani-         Per il biennio 2020-2021, sono            blighi, sono sanciti l’impegno di
    dride carbonica, riqualificando           stati stanziati quindici milioni di          dotare i progetti di un Piano di ma-
    nuovi parametri di bellezza, intensi-     euro per ciascun anno, destinati alle        nutenzione per un periodo minimo
    ficando validi metodi di difesa am-       aree metropolitane, in relazione ai          settennale, e la ripiantumazione di
    bientale e di tutela della biodiver-      valori di qualità dell’aria dei terri-       alberi che non abbiano attecchito. In
    sità.                                     tori che hanno superato i livelli di         tale contesto, appare fondamentale
       Il decreto è stato approvato           inquinamento, che hanno indotto              formulare nuove dimensioni di resi-
    nell’ambito del Green Deal euro-          procedure di infrazione comunita-            lienza, interconnesse con una pro-
    peo, della Strategia per il Verde Ur-     ria. Per ciascun progetto presentato         gettazione innovativa, mediante in-
    bano, dei CAM (Criteri Ambientali         dalle Città metropolitane è possibile        terventi in grado di assicurare ap-
Pentagrammi                                                                                               pag. 7 / Dicembre 2020

   procci sistemici integrati per la Tu-                                                zione di specie tipiche per valenza
   tela della Biodiversità, e l’espan-                                                  spirituale e simbolica.
   sione di Zone verdi urbane boscate;                                                     I boschi italiani hanno svolto in
   occorre prevedere, altresì, un cospi-                                                passato, e svolgono tuttora, un im-
   cuo aumento di superfici dotate di                                                   portante ruolo multifunzionale, ca-
   Sistemi di Reti ecologiche caratte-                                                  pace di erogare, a vantaggio della
   rizzate da infrastrutture verdi, ca-                                                 collettività, benefici sia di tipo eco-
   paci di assicurare un elevato indice                                                 nomico che di tipo ambientale.
   di accessibilità per i cittadini. Tali                                                  Le città metropolitane e i Sistemi
   elementi devono essere armonizzati                                                   urbani complessi occupano circa il
   con standard idonei al migliora-                                                     3% della superficie del pianeta, ma
   mento delle funzioni e dei servizi                                                   consumano il 75% delle risorse na-
   degli ecosistemi, e soprattutto de-                                                  turali, e determinano situazioni am-
   vono contribuire a rigenerare vaste                                                  bientali che causano rilevanti im-
   aree urbane e periurbane delle città                                                 patti sulla salute delle persone e de-
   metropolitane.                                                                       gli ecosistemi e sugli equilibri della
      Tra gli obiettivi, va calibrato un                                                biodiversità.
   Piano integrato di Architettura del                                                     Entro il 2050, oltre 6 miliardi di
   paesaggio e Biodiversità (PIAB), al                                                  persone (circa il 70% della popola-
   fine di riqualificare le condizioni                                                  zione globale) potrebbero abitare le
   ambientali, e incrementare standard                                                  aree metropolitane del mondo.
   in riferimento a salute, benessere                                                      Le foreste urbane rendono le città
   dei cittadini, e svolgimento di atti-     a radiazioni UV, a eventi meteorolo-       «più intelligenti», e sono indispen-
   vità urbane e rurali, in sinergia con     gici tra i quali frane, valanghe, allu-    sabili al pianeta, alle città metropo-
   la sostenibilità e la resilienza.         vioni, inondazioni costiere, trombe        litane, e ai centri urbani carenti di
      L’iter amministrativo dei fondi        d’aria, inquinamenti.                      verde urbano e periurbano.
   dei progetti, approvati dal Ministero        Inoltre, è opportuno menzionare
   dell’Ambiente, è articolato in varie      che le «ondate di calore», l’ecces-        Bibliografia
   fasi a partire dall’inizio dei lavori     siva densità della popolazione di          Forenza, D., Urban Forestry, piani-
   (20%), poi è previsto il 50% dopo la      molte aree urbane, la scarsa o inesi-        ficazione ecologica del territorio
   presentazione della documenta-            stente disponibilità di verde urbano,        ed inquinamento. Conv. Naz.
   zione di legge dello stato di avanza-     e l’inquinamento atmosferico, co-            Una nuova cultura per l’am-
   mento per almeno la metà delle            stituiscono elementi deleteri, che           biente, Prov. Bari, Zonta Interna-
   opere finanziate ed eseguite, com-        incidono sugli indici di mortalità e         tional, Bari, 1988.
   presa la documentazione fotogra-          morbilità.                                 Forenza, D., Nota sul Global Natu-
   fica; e, infine, il restante 30% viene       Pertanto, è indilazionabile l’ausi-       ral Resource Monitoring and As-
   devoluto in seguito alla presenta-        lio di boschi urbani e periurbani nel        sessments. Bonifica, Foggia,
   zione delle ulteriori rigorose certifi-   contesto olistico della salute antro-        1989.
   cazioni amministrative e fiscali di       pica e ambientale.                         Forenza, D., Pianificazione ecolo-
   regolare esecuzione e di collaudo            Citiamo soltanto alcune delle             gica del territorio e tutela pae-
   delle opere, documentazione foto-         funzioni più importanti che le Fore-         saggistica agro-forestale. Linea
   grafica, e copia dei certificati di       ste Urbane possono svolgere: -               Ecologica – Economia Montana,
   provenienza delle specie vegetali         mantenimento          della      qualità     Roma, 1990.
   adatte alla situazione ambientale e       dell’aria; - servizi ricreativi ed edu-    Forenza, D., Pianificazione ecolo-
   paesaggistica dei territori interessati   cativi; - regimazione e captazione           gica del territorio e delle sue ri-
   dagli insediamenti.                       delle acque; - assorbimento e fissa-         sorse. Protecta, Sedifim, Roma,
      Particolare attenzione va attri­       zione del carbonio nei suoli e nella         1994.
   buita alla Pianificazione dei nuovi       biomassa; - protezione del suolo e         Forenza, D., Aspetti del Verde Ur-
   Sistemi di Foreste Urbane e periur-       difesa dal dissesto idrogeologico; -         bano, Biodiversità e Protezione
   bane, in relazione alle azioni di mi-     mantenimento della qualità delle             del paesaggio. Sicurezza e Am-
   tigazione dei cambiamenti clima-          acque; - serbatoi di biodiversità e          biente, 5, Lodigraf, 2010.
   tici.                                     tutela delle specie e degli habitat; -     Forenza, D., Dimensioni della
      Tra i danni diretti associati ai       funzione produttiva di prodotti le-          Green Economy e Pianificazione
   cambiamenti climatici vanno anno-         gnosi e bioenergia; - protezione di-         ecologica del paesaggio. Fare
   verati non solo gli effetti delle on-     retta degli insediamenti, infrastrut-        Ambiente Magazine, 3, 2013.
   date di calore e di gelo, ma anche        ture e attività dell’uomo da pericoli      Forenza, D., Rigenerazione paesag-
   quelli conseguenti all’aumento de-        naturali: caduta massi, valanghe,            gistica e Verde urbano. Penta-
   gli incendi boschivi, e agli incendi      lave torrentizie e scivolamenti su-          grammi, 1, 2016.
   urbano – rurali; altri elementi di ri-    perficiali; - contenimento del ri-         Forenza, D., Green Economy, ri-
   lievo riguardano effetti negativi de-     schio di alluvioni; - funzione turi-         sorse forestali e sostenibilità.
   rivanti da una maggiore esposizione       stica e paesaggistica; - conserva-           Pentagrammi, 24, 2018.
pag. 8 / Dicembre 2020                                                                                                Pentagrammi

     24 maggio 1915: il sacrificio del cacciatorpediniere Turbine
                      Felice Laudadio
       «Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
    dei primi fanti il 24 maggio»: la Leggenda del Piave, la
    canzone popolare del maestro Ermete Giovanni Gaeta
    (E. A. Mario), cita le acque del fiume veneto, ma se
    avesse voluto rispettare la verità storica avrebbe dovuto
    indicare quelle del mare. È in Adriatico che si consuma-
    rono i primi atti del conflitto 1915-’18 e non su inizia-
    tiva italiana, peraltro, anche se «i nostri» si distinsero in
    alcuni episodi coraggiosi, uno in particolare, al largo del
    Gargano. Fu la Marina asburgica ad agire, nelle prime
    ore del conflitto, investendo le coste italiane, dalla Ro-
    magna a Barletta e concentrandosi in particolare sul
    porto di Ancona. Tutti e solo bersagli militari nel mirino
    dei puntatori, in quelle fasi, anche se le bombe non po-
    tevano essere tanto «intelligenti» (come si dice oggi),
    da non causare «danni collaterali» e risparmiare perdite
    civili. Le unità erano salpate da Pola e dagli altri ap-
    prodi dalmati. Si trattava di incrociatori veloci, caccia e
    torpediniere, protetti a distanza dalle grandi corazzate,
    uscite in mare anch’esse, a ridosso dei porti e delle isole     Mimmo Aliota, «Il sacrificio del c.t. Turbine»
    della costa adriatica balcanica.
       Sicchè, il nemico aveva pianificato e stava attuando
    un’operazione preordinata, mentre da parte italiana non         colpi esplosi dalle artiglierie imbarcate e con le prime
    era stato previsto alcun colpo di mano strategico, da           perdite e i primi atti di valore dei nostri uomini in mare.
    blitzkrieg, con azioni a sorpresa in mare o in profondità          Un cacciatorpediniere, da solo, contro forze maggiori,
    sul fronte terrestre. E questo pur godendo del vantaggio        ma non si sottrasse al combattimento: prua contro
    di sapere con giorni di anticipo quando sarebbero state         l’avversario e quel che ha da essere, sarà. Una prova di
    aperte le ostilità.                                             coraggio e di ardimento marinaro, che vide protagonista il
       Dichiarazione di guerra consegnata il 23 maggio              comandante Luigi Bianchi e l’equipaggio del CT Turbine.
    1915, belligeranza aperta alla mezzanotte del 24, pronti           Alle primissime ore del conflitto, una squadra
    via: il nemico venne a battere installazioni portuali,          austriaca si era portata davanti a Barletta per cannoneg-
    stazioni telegrafiche, scali ferroviari prossimi alle           giare il porto e il castello. A distoglierla dal bombarda-
    coste.                                                          mento, sopraggiunsero l’Aquilone e il Turbine, gli unici
       L’intervento difensivo di nostre unità navali non            nostri caccia in zona. Il primo ingaggiò una lotta impari
    mancò del tutto, ma subì l’handicap della lentezza nel          contro l’unità ammiraglia nemica, nettamente supe-
    rendersi conto che le condizioni                                                      riore, l’incrociatore Helgoland,
    militari erano radicalmente mutate,                                                   3500 tonnellate, 12 cannoni da 105
    col ritrovarsi in uno stato di guerra                                                 mm. Il Turbine (appena 330 tonnel-
    da un click all’altro delle lancette                                                  late, 1 pezzo da 76/40 mm, 5 da
    degli orologi, a metà di quella notte                                                 57/43 mm e 4 tubi lanciasiluri da
    del «maggio radioso» per gli inter-                                                   356 mm) intervenne a sostegno
    ventisti.                                                                             della nave amica, che potè disim-
       Ad Ancona si registrarono vit-                                                     pegnarsi, pur colpita.
    time, una sessantina, anche tra i                                                        Risalendo l’Adriatico, il più ve-
    civili, ma una sola unità italiana                                                    loce Turbine cercava di farsi in-
    venne perduta, dopo un coraggioso                                                     seguire per attrarre la nave avver-
    combattimento.                                                                        saria verso le squadre italiane. Ore
       Avvenne al largo delle Tremiti,                                                    5,15. Prue a nord-nord-est, pezzi al
    nell’Adriatico centro-meridionale e                                                   traverso, avanti tutta per rotte paral-
    resta una bella pagina di storia na-                                                  lele, verso il grosso delle rispettive
    vale, il 24 maggio 1915, pur se­                                                      forze.
    gnando la prima nave della Regia                                                         Al largo di Vieste, a poco più di
    Marina affondata, nelle prime ore                                                     un miglio dal Gargano, ecco so-
    della Grande Guerra, nel corso del                                                    praggiungere altre sagome snelle,
    primo scontro navale, dopo i primi Lapide a Barletta                                  sollevando baffi di schiuma. Sono i
Pentagrammi                                                                                              pag. 9 / Dicembre 2020

          La scomparsa del campione Paolo Rossi
         e Franco D’Attoma presidente del Perugia
                     Domenico Roscino                             conversanese, che tanto bene si è integrato nel tessuto
                                                                  connettivo della sua nuova regione, è, soprattutto, an-
      L’improvvisa scomparsa del grande campione di cal-          che tifoso di pallone: perciò non poteva non accettare di
   cio Pablito Rossi, meritatamente ricordato ed esaltato         essere ingegnoso dirigente-guida del calcio perugino,
   dalla stampa italiana e straniera, come goleador sorri-        fino al punto di diventarne presidente, capace – come è
   dente di un’Italia diventata nel 1982 «Mundial» con la         stato scritto in questi giorni di lutto sportivo per la morte
   sua indimenticabile e storica tripletta contro la forte        di Pablito - di soffiare nel 1979 il campione Rossi, mes-
   squadra del Brasile, ci ha riportato all’epoca del grande      sosi in luce nel Lanerossi
                              e ben noto industriale-impren-      Vicenza, alle più blasonate
                              ditore agro-alimentare di Con-      Milan e Juventus.
                              versano, don Franco D’At-              «Quell’acquisto presti-
                              toma. Che, all’età di 17 anni,      gioso procurò tanta noto-
                              precisamente nel 1940, termi-       rietà alla Società Sportiva
                              nato a pieni voti il corso li­      Perugina», confidò Franco
                              ceale a Conversano, si trasfe-      D’Attoma, scomparso il 7
                              risce a Perugia per iscriversi      maggio 1991, in una sua in-
                              alla facoltà di Agraria. Franco     tervista accennata nel vo-
                              si fa subito apprezzare come        lume di Gianfranco Ricci,
                              giovane svelto e simpaticone.       «Guardiamoci negli occhi -
                              Qui stringe amicizie e allarga      Franco D’Attoma, storia di
                              rapidamente relazioni sociali       un Leader», Delta Ed.,
                              e, soprattutto, conosce, fre-       1996, preziosa testimo-
                              quentando gli stessi ambienti       nianza di vita e di opere in
   Pablito nel Perugia, studenteschi, la giovane Leila            ricordo del grande amico Copertina del volume
   a.s. 1979-80               Servadio, che il 4 febbraio         conversanese,        inviatami di Gianfranco Ricci,
                              1946 sposa nella Basilica pe-       espressamente dalla gene- «Guardiamoci negli
   rugina di S. Pietro. Con tale evento, il nostro don Franco     rosa consorte Leila, pur- occhi – Franco D’At-
   si affeziona al cognato Leonardo, che cura un’aziendina        troppo scomparsa nel mag- toma, storia di un lea-
   di abbigliamento, lo aiuta e con le sue doti moderne si        gio del 2012, che ho avuto la der»
   fa apprezzare tanto da essere invitato ad entrare in so-       fortuna di incontrare, dopo
   cietà con il 45% delle azioni. Franco riflette e poi aderi-    la sua permanenza a Conversano, in occasione del mio
   sce con impegno, dando l’avvio al grande «miracolo»            soggiorno a Perugia nel 1979 in qualità di commissario
   economico della «Ellesse», divenuta ben presto un co-          ministeriale per la maturità classica, presso il Liceo del
   losso mondiale dell’abbigliamento sportivo. E così quel        luogo.

   CT Lika, Cspel e Tatra, bandiera           scoppiata un nuova guerra e che gli      mente sbandato sulla sinistra, men-
   austroungarica, più moderni, veloci,       uomini, i poveri uomini, incomin-        tre gli avversari – che dapprima
   meglio armati. Non c’è scampo per          ciavano ad uccidersi. Per questo le      avevano continuato a colpire i mari-
   il Turbine.                                mamme piangevano fortissimo gri-         nai raccolti a poppa – si stavano im-
      Nonostante l’inferiorità, la nostra     dando i nomi dei propri figli in         pegnando a trarre i naufraghi dalle
   unità continuò a combattere corag-         guerra», riportava Mimmo Aliota,         acque in cui si erano buttati.
   giosamente, cercando di evitare i          ricercatore locale oggi scomparso,          Le unità della KUK Marine si al-
   colpi e manovrando veloce ed agile,        nella ricostruzione dell’episodio cu-    lontanarono prima dell’arrivo dei
   mentre il radiotelegrafista di bordo       rata nel 1988 per il Lions Club di       rinforzi, non senza avere cavalle­
   reiterava la richiesta di soccorso         Vieste, «Il sacrificio del cacciator-    rescamente raccolto 35 dei 58 com-
   alla flotta, che accorreva verso           pediniere Turbine», con numerose         ponenti dell’equipaggio italiano,
   l’area del combattimento, tra le           immagini d’epoca in bianconero.          compreso il comandante Bianchi.
   Tremiti e Pelagosa.                           Pieno di morti e feriti, minacciato   Altri superstiti vennero salvati dalla
      Richiamati dalle prime evolu­           dagli incendi ed esaurite le mu-         nostra Marina.
   zioni del Lika contro il castello, tutti   nizioni, il Turbine non aveva               Fonti ufficiali calcolano in 15 i
   i viestani affollavano intanto la          scampo. Bianchi respinse la pro-         caduti. Il comandante Bianchi e il
   spiaggia, le alture, i terrazzi, la        posta di resa e ordinò di aprire le      secondo, tenente di vascello Mario
   chiesa di S. Lorenzo. «Attonita e          casse per autoaffondare il battello.     Ferrari, si videro assegnare nel 1919
   sgomenta la gente capì solo, e                Calò a picco pochi minuti prima       la medaglia d’argento al valor mili-
   questo era evidente, ormai, che era        delle 7, invaso dalle fiamme e forte-    tare.
pag. 10 / Dicembre 2020                                                                                        Pentagrammi

     Nino Gernone con un libro ricorda Mario Mancini:
                Rino Bizzarro lo consacra
                       Gianni Cavalli
       La vita, spesso, ti regala quello che noi chiamiamo
    «tiro mancino». In sostanza, dal momento che la de-
    stra, mano o piede, è la normalità, tutto ciò che ri-
    guarda la sinistra viene considerata eccezione, ossia
    fuori dalla consuetudine.
       Quando Nino (Sebastiano all’anagrafe) Gernone mi
    ha fatto avere la sua ultima fatica editoriale, «Mario
    Mancini: appunti della mia vita» (128 pagine, ill., con
    custodia per DVD), – elegante pubblicazione di «Edi-
    zioni dal Sud», curata con l’abituale perizia da Andrea
    e Giuseppe Ponticelli e stampata con il consueto zelo
    e maestria da «Grafica 080 di Modugno» – dedicata al
    noto attore scomparso nel 2016, guardando la coper-          Mario Mancini con Rino Bizzarro per i Martedì d’Au-
    tina del libro mi ha colpito l’immagine riprodotta.          tore realizzati da Puglia Teatro presso il Piccolo Teatro
    Quel garbato signore con cappotto, sciarpa e cappello,       negli anni 1992-93-94
    richiamava alla memoria qualcuno che frequento da
    qualche anno. Dopo una veloce pausa di riflessione ho
    concluso che quel volto rammemorava uno dei nove             una semplice ma «gigantesca» missiva, letta da mia
    componenti del «Gruppo amici di San Nicola» (Padre           sorella Irene, di cui vi riporto pochi stralci: «… molti
    Ciro Capotosto, Gianni Cavalli, Marco Ciccone, Anto-         amici miei e di Vito hanno telefonato in questi giorni
    nio Di Leo, Peppino Giordano, Michele Mancini – …            e, dopo i complimenti per il libro, hanno aggiunto:
    sì, proprio lui, Mancini, - Luigi Papa, Michele Petruz-      “Vito si è dimenticato di me fra i personaggi” … La
    zelli e Nicola Simonetti) e per giunta con identico co-      nota dolente di questo libro è il risentimento degli
    gnome: in definitiva, il «tiro mancino» era diventato        esclusi…; a nulla vale ricordare che Vito si è dimenti-
    … Mancini.                                                   cato anche di me che ho attraversato più della metà del
       Penso di aver conosciuto personalmente Mancini            secolo scorso facendo la cantata di tanti che ora bu-
    Mario nelle vicinanze del Castello Svevo mentre ero          cano il video grazie anche al fatto che esisteva don
    con Vito Maurogiovanni e altri amici – tra cui uno che       Mario … In confidenza vi dico che sono rimasti molti
    in questi ultimi anni non vuol più essere considerato        profili di baresi autentici non pubblicati … e, a Dio
    tale, e non mi permetto di rispolverare un concetto di       piacendo, Vito potrebbe concedere il bis …». Mio pa-
    Leopardi, «Principale ostacolo dell’amicizia è l’egoi-       dre, morto nel 2004, non ha visto il bis di Maurogio-
    smo», perché una forma molto diffusa di egoismo, ac-         vanni dell’anno successivo, ma abbiamo pubblicato la
    centuata dal periodo di coronavirus, consiste nel ri-        sua lettera nel volume «Come eravamo», perché è un
    fiuto di farsi amare – e in quell’incontro si parlò di       inno al lavoro e all’impegno, degno tributo a tutte le
    Vito Signorile e del Teatro Abeliano, ma io avevo            persone oneste e per bene che ci sono state, ci sono e
    fretta e lasciai la compagnia, e non sono in grado di        sempre ci saranno nella nostra splendida città di Bari.
    asserire se vi fosse «armonia» fra i componenti. Mau-        Mario Mancini per vox populi è stato definito bravo
    rogiovanni nei due libri Levante, «Cantata per una           attore, ma soprattutto brava persona, molto per bene.
    città» (2002) e «Come eravamo» (2005), ha celebrato             Michele Mancini, quello del «Gruppo», mi ha con-
    tanti personaggi, ma non Mario Mancini, anche se             fermato che l’attore Mario Mancini era suo cugino e
    posso testimoniare che nel primo elenco stilato che          che «villa Mancini» è stata il luogo preferito delle loro
    propose era presente insieme ad almeno due dozzine           oceaniche riunioni famigliari. Mi ha anche spiegato
    di altri soggetti. In verità parecchi, cui Vito si era ri-   come quel luogo abbia cambiato destinazione fra i pa-
    volto per avere qualche notizia personale in più, non        renti, ma questo racconto fa parte di quella Storia che
    hanno risposto, e altri non gradivano condividere il         riguarda il genere umano e che testimonia come pas-
    «palcoscenico» con persone che consideravano poco            sione e interessi non hanno confini e attestano la no-
    affini. Consentitemi di citare mio padre Mario Cavalli,      stra appartenenza alle cose terrene ... che l’attore Ma-
    che la sera del 29 novembre 2002, data della presenta-       rio ha tratteggiato con grande abilità nella sua lunga
    zione del volume «Cantata», – in poche ore                   stagione artistica.
    quell’evento, rimasto impresso in maniera indelebile            Sebastiano Gernone, – la circostanza che abbia stu-
    in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistervi,    diato con Tommaso Pedìo e Mario Spagnoletti lo rende
    fu dirottato dalla Sala Dalfino al Foyer del Piccinni e      ai miei occhi uno di famiglia e subito simpatico – co-
    poi presso la sala di Largo Fraccacreta, e, nonostante       nosciuto per essere ricercatore dell’Istituto Pugliese
    questo, fu un successo strepitoso – scrisse con il cuore     per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contempo-
Pentagrammi                                                                                        pag. 11 / Dicembre 2020

   ranea, annovera tra le sue benemerenze anche quella strezza e capacità pittoriche (mi dicono che spesso ha
   di aver ideato e collaborato alla regia e al montaggio, regalato agli amici disegni in bianco nero apprezzabili
   per conto della Rai, del documentario «Ritorno a Ven- …: se ci siete, «contatevi» e «riproducetevi»).
   totene», ma probabilmente si è assicurato un posto di         Sospendo momentaneamente queste note per rileg-
   rilievo nelle vicende cittadine per aver raccolto germi, in maniera meno veloce, ciò che ha scritto Rino
   nell’estate del 2014, dalla viva voce del protagonista, Bizzarro per Mario Mancini (Maurogiovanni una volta
   il percorso artistico e di vita di Mario Mancini. Con mi disse: «Rino è ..., ma va riletto sempre perché non
   Gernone, in quella circostanza, collaborò Michele propone moina, non conosce smancerie»).
   Sforza, ma solo alla morte, nel 2016, dell’attore, il no-     « … Bisogna verosimilmente affermare che il teatro
   stro Nino si rivolse al fotografo Nico Tomasicchio, popolare in vernacolo barese non ha ancora raggiunto
   peraltro montaggista e tecnico di ripresa molto capace, livelli artistici particolarmente apprezzabili, da ogni
   per portare a termine l’operazione. Pensare che non vi punto di vista, tali cioè da poter stare alla pari e al
   sia stato in tutto ciò il «coordina-                                             fianco di quelli di altre grandi
   mento» di Vito Antonio Leuzzi                                                    città e regioni d’Italia, nonostante
   mi risulta difficile, ma «credi-                                                 qualche rimarchevole sforzo in
   bile»: IO CREDO.                                                                 quella direzione da parte di poche
      Da Rino Bizzarro, per una                                                     individualità che nel tempo si
   strana coincidenza del destino                                                   sono impegnate e distinte per un
   (quel tiro «Mancini» di cui so-                                                  lavoro serio e consapevole sui te-
   pra), ho visto una parte della vi-                                               sti e sulle rappresentazioni. Detto
   deointervista e per dirla livalca-                                               questo, bisogna onestamente af-
   mente è stata una superba «ecce-                                                 fermare che Mario Mancini non
   zione».                                                                          appariva mai un attore improvvi-
      Il libro di Gernone si è avvalso                                              sato, come purtroppo spesso è ca-
   della volontaria partecipazione di                                               pitato e capita di vedere a Bari;
   una parte della moltitudine di                                                   era bensì uno scrupoloso profes-
   gente che voleva bene e stimava                                                  sionista, attento e vigile affinché
   Mario Mancini: da Mario Buon-                                                    ogni momento e ogni aspetto
   sante a Pasquale Bellini, da Rino                                                dello spettacolo potessero essere
   Bizzarro a Dina Turi, da Mariella                                                rispettosi delle giuste aspettative
   Romito a Davide Ceddìa, da Ca-                                                   del pubblico che numeroso se-
   terina Costantini a Giuseppe De                                                  guiva il genere popolare in verna-
   Trizio, da Biagio Romito a Gianni                                                colo barese …». Questo è quello
   Giannotti, da Vito Mancini a Ma- Copertina del volume «Mario Man- che ha scritto il Bizzarro dili-
   riano Leone, da Mirabella a Nun- cini: appunti della mia vita» a cura di gente, meticoloso, minuzioso,
   ziante, da Signorile a Stornaiolo, Sebastiano Gernone                            preciso, quasi spigoloso, che noi
   da Tempesta a Valenzano, da To-                                                  conosciamo, e che è in linea con
   nia a Eligio Cristantiello; ognuno                                               il suo modo di essere autore, regi-
   di questi amici ha rievocato un «tempo» della lunga sta, poeta, scrittore e attore, ma sempre Bizzarro Clo-
   vita artistica di colui che era riuscito a realizzare domiro da via Indipendenza, 75 (… per la «smorfia»,
   «L’anima gemella» con Sergio Rubini.                      il significato del numero 75 recita in questo modo: «…
      Nel libro si passa dalle 58 parole «dipinte» da Stor- evitate di avere eccessiva fiducia in amici e conoscenti
   naiolo, che lo definisce «un vero istrione a cui tutti che conducono un genere di vita molto ambiguo»; per
   dobbiamo qualcosa», alle otto pagine di Mariano cui Rino, noto per dire bravo solo a chi ha visionato
   Leo­ne, che ci comunica che Mario viveva in via «la personalmente e «ripetutamente», sembra un calcia-
   Vallisa» (oggi «Roberto il Guiscardo») in una casa su tore nato stopper – difensore centrale oggi – che di-
   tre piani (sùse, mèzze e abbàsce) con una sola stanza fende le sua posizione, in maniera arcigna e spartana,
   per ogni piano, e ci regala un termine appreso da Man- evitando pericolose scorrerie nell’area avversaria, le
   cini: la «capera», ossia una novella parrucchiera che quali potrebbero compromettere il suo curriculum
   andava in casa a fare i capelli alle signore. Leone ha sportivo).
   racchiuso il suo intervento in 12 minuscoli capitoli che      Per fare chiarezza torno a quello che Rino scrive di
   ci danno una precisa indicazione del Mancini attore e Mancini: «Mi rendo conto che con queste osservazioni
   persona.                                                  e affermazioni rischio di spiazzare completamente chi
      Molto bella la traccia che Mirabella «riesuma» nel in quel tipo di attore in vernacolo ha trovato e trova un
   suo intervento, parlandoci del Purgatorio, Stucci, consolidato riferimento e una sicura e rassicurante col-
   «Iune mond’a la lune», Mario Mancini e «Jarche Va- locazione teatrale. Ma in tutta sincerità devo confes-
   sce». In occasione di quella prima di «Jarche Vasce» sare e rimarcare la mia preferenza per l’attore Mario
   nel 1974, per la regia di Mirabella su testo di Nicola Mancini che recitava in dizione e in ruoli classici».
   Tabascio e Vito Maurogiovanni, Mario Mancini, oltre           Rino, la cui precisione cronologica per fatti e avve-
   a condividere la scena con Nietta Tempesta e Carmela
   Vincenti, ha disegnato la locandina con grande de-                                           (continua a pagina 12)
pag. 12 / Dicembre 2020                                                                                         Pentagrammi

                               Osservazioni sui rapporti
                               tra musica e letteratura
                    Francesco Scoditti                            monio musicale di Medioevo e primo Rinascimento è
                                                                  scomparsa, ma da innumerevoli fonti letterarie, icono-
       Musica e Letteratura …, un mondo di sinergie,              grafiche ed epistolari, si può ben affermare che era co-
    scambi, interazioni, rapporti, eppure un mondo che a          stume per i letterati dell’epoca praticare l’arte compo-
    livello scolastico, soprattutto nei programmi di lettera-     sitiva ed esecutiva. Basti pensare al famoso incontro di
    tura italiana, continua a rimanere in gran parte poco         Dante con il musico e cantore toscano Casella nel II
    valutato, se non addirittura ignorato o sconosciuto. I        canto del Purgatorio, del quale purtroppo non è rima-
    più disparati manuali per la scuola si preoccupano giu-       sta alcuna composizione scritta. Casella esegue su ri-
    stamente di collegare la storia letteraria agli eventi ar-    chiesta del poeta un canto, per confortarlo della fatica
    tistici e teatrali, ma trascurano quasi sempre, eccezion      del viaggio, la canzone Amor che ne la mente mi ra-
    fatta per il compositore Verdi, di trattare i legami stret-   giona, dello stesso Dante, commentata nel III Trattato
    tissimi intercorsi tra musica e testo letterario, spesso      del Convivio. È la prova che Dante concepiva molti
    presenti e coincidenti già nel momento creativo e dun-        dei suoi testi in sintonia o in emulazione con la musica
    que inscindibili dalla natura e dal significato del testo.    che li avrebbe accompagnati.
    Se vogliamo, la stessa organizzazione del testo poetico          Lo stesso poeta fiorentino ricorda, nel De Vulgari
    in strofe e rime, la distribuzione degli accenti del          Eloquentia, che la poesia «null’altro è se non finzione
    verso, sono tutti elementi paradigmatici di una retorica      espressa secondo retorica e musica». Tale concetto è
    letteraria che deve molto alla struttura delle frasi mu-      significativo a proposito del genere della «Canzone»,
    sicali, ai parallelismi tematici e al gioco delle ripeti-     la quale si basa sulla pratica di ideare parole armoniz-
    zioni della stessa melodia principale con il suo alter-       zate nel ritmo e nel suono fra loro ai fini di un valido
    narsi al secondo tema, come accade ad esempio nella           accompagnamento musicale, ma il concetto può essere
    forma sonata.                                                 allargato alla Ballata, al Sonetto, e poi, in epoca ro-
       Nel contesto poi tutto italiano le connessioni sono        mantica, alla Romanza e al Lied: insomma, direbbe
    ancora più evidenti nella diffusione della lirica pro-        Dante, a «tutte le composizioni armoniche». Esiste
    venzale e dello Stil Novo, nella poesia per musica fra        quindi un nesso storico e formale imprescindibile fra
    Cinque e Seicento, con la fioritura del madrigale e il        parola e musica, e che dalle origini delle letterature
    petrarchismo, nella nascita, lo sviluppo e la crisi del       europee attraversa i secoli con alterne fortune, un rap-
    melodramma, dal Barocco fino alla dissoluzione nove-          porto che non può essere eluso in una didattica cultu-
    centesca. Gran parte della documentazione del patri-          rale completa.

                                             perché ritengo sia una pacata,          Amico, ormai in cielo, ripeteva in
    (dalla pagina 11)                        obiettiva attestazione di stima:        dialetto barese, e che io riassumo
                                             «Ma rimane in me il ricordo più         in lingua: «Non sempre è buona
    nimenti non è ancora infettata dalla     bello che ho di Mario Mancini, che      cosa aspettare che il vento faccia
    malattia definita «scordanza», pre-      proprio in quello spettacolo ebbe       volare la vela della fortuna, a volte
    cisa che nel 1973, grazie al sindaco     modo di mostrare al meglio tutti i      si può provare a soffiarci dentro
    Nicola Vernola, fu varata l’inizia-      colori della sua tavolozza teatrale e   con tutto il fiato che possedia­­-
    tiva «Bari Teatro» e si decise di        le sue prerogative di attore di li-     mo …».
    rappresentare «I Carabinieri», del       vello alto, sacrificato purtroppo          A cui vorrei aggiungere – dal
    siciliano Beniamino Joppolo. Il re-      fino ad allora in produzioni non        momento che noi abbiamo sempre
    gista individuato, Michele Mira-         sempre all’altezza delle sue qua-       non solo gioito ma anche contri­
    bella, fece i provini ad alcuni attori   lità».                                  buito al successo di qualsiasi arti-
    e scelse i magnifici sei che vi enu-        Il DVD allegato al libro ci regala   sta a noi collegato, anche se si pre-
    mero in ordine alfabetico: Lucrezia      per 45 minuti un Mario Mancini          sentava sotto una sigla diversa da
    Bellomo (per gli intenditori             vero, in un ambiente reale, verace,     Levante, – che sarebbe ora di man-
    dell’epoca aveva il talento della        sincero, schietto: habitat naturale     dare in soffitta: «la gioia che mi
    grande interprete), Rino Bizzarro,       in cui ha trascorso tutta la sua vita   procura il mio successo non è pa-
    Cris Chiapperini, Lino Di Turi,          artistica ed umana. Da segnalare        ragonabile a quello che provo per
    Mario Mancini e Nietta Tempesta.         l’ottima prova di Davide Ceddìa         l’insuccesso di un collega». Sa-
    Quel Teatro Stabile della Regione        che ha composto ed eseguito la          rebbe un tiro mancino, dedicato a
    Puglia, per la prima, ebbe un            suadente canzone «La voce di Ma-        … Mario Mancini, i cui effetti be-
    enorme successo, la qual cosa forse      rio».                                   nefici potrebbero già evidenziarsi
    «impaurì» qualcuno, per cui non vi          A Davide, talentuoso cantautore-     all’inizio di un 2021, che si annun-
    fu un seguito.                           attore-autore-umorista del web,         cia pregno di aspettative, cui sa-
       Vi riporto quello che ha scritto      posso solo ripetere, vista la sua an-   rebbe meglio presentarsi già …
    Bizzarro nel ricordare l’episodio        cora giovane età, quello che un mio     «vaccinati».
Puoi anche leggere