Palermo: al via il restauro degli 8 Arazzi fiamminghi di Marsala del XVI secolo - Travelglobe

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Palermo: al via il restauro degli 8 Arazzi fiamminghi di Marsala del XVI secolo - Travelglobe
Palermo: al via il restauro
degli 8 Arazzi fiamminghi di
Marsala del XVI secolo

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Otto arazzi fiamminghi che appartengono dal 1589 al patrimonio
della Chiesa Madre di Marsala, sono attualmente in restauro
presso l’Oratorio dei Bianchi di Palermo, in attesa di essere
strappati all’usura del tempo e riportati alla bellezza
originaria. Si tratta di vere e proprie opere d’arte, che
fanno parte della cultura tessile e pittorica del XVI secolo e
il cantiere potrà essere visitato da venerdì 17 luglio, dalle
9 alle 13, previa prenotazione attraverso la App Youline. I
pregevoli manufatti furono lasciati al tempio religioso per
testamento da monsignor Antonino Lombardo, già canonico della
cattedrale di Mazara e arciprete di Marsala, di origine
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marsalese, cui erano stati donati dalla Corte spagnola. Dopo
una fase di valutazione, oggi, sono in lavorazione il primo e
l’ottavo, ma quest’ultimo è ancora in osservazione per
valutare lo stato delle fibre e dei disegni. L’Assessorato
regionale dei Beni Culturali e dell’Identità apre le porte al
pubblico per mostrare le tecniche adottate, le professionalità
specifiche impiegate e l’impegno profuso con il progetto di
realizzare presto il Museo dell’Arazzo che sorgerà nella
Chiesa del Collegio di Marsala.

La storia degli Arazzi
Fanno parte della collezione di Marsala e sono avvolti nella
leggenda. Si racconta, infatti, che la Regina d’Inghilterra,
Maria I Tudor figlia di Enrico VIII, durante una tempesta,
abbia trovato riparo nel porto di Marsala e sia stata ospitata
da Mons. Lombardo, apprezzato uomo di cultura e di fede, che
in breve divenne confessore della regina e suo apprezzato
consigliere culturale. In segno di gratitudine, quest’ultimo
ricevette gli arazzi poi lasciati alla chiesa Madre di
Marsala. La collezione è considerata la più importante di
Italia, dopo quella conservata a Napoli nel Museo di
Capodimonte, le dimensioni degli arazzi sono di circa 350 cm
di larghezza per 500 cm di altezza e raccontano la
Guerra tra Romani e Giudei del 66 d.C.( anche se le scene si
prestano a una interpretazione di tipo allegorico). In ogni
arazzo sono rappresentate almeno due scene in primo piano e
una sullo sfondo e sono stati esposti per lungo tempo nella
zona absidale della chiesa Madre non ricevendo mai particolare
attenzione.

La storia e la rinascita
Solo nel 1983 sono balzati di nuovo agli onori della cronaca,
a causa di un crollo che ha interessato la cupola che li
sovrastava. In quell’occasione si pensò di venderli per poter
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effettuare le necessarie riparazioni strutturali. Nel 1965 gli
arazzi furono restaurati dalla Regione in parte e due di loro
furono esposti negli anni Settanta, in occasione dell’ottava
mostra di opere d’arte restaurate. Nei primi anni Ottanta,
infine, furono sistemati all’interno di un piccolo museo che
sorgeva al confine con la Chiesa Madre.

Il progetto
Con il restauro si fa strada l’obiettivo di ampio respiro che
propone il recupero e l’adeguamento funzionale dell’eredità
storico-culturale della Chiesa del Collegio di Marsala da
trasformare in Museo degli Arazzi e del patrimonio tessile
della Chiesa Madre. Per il lavoro di risistemazione, invece, è
stata scelta una location di grande pregio architettonico e
artistico, come l’Oratorio dei Bianchi del quartiere della
Kalsa, dove saranno inseriti anche dei pannelli didattici e
postazioni multimediali per spiegare meglio le varie fasi di
lavorazione.“Il restauro degli arazzi fiamminghi e il progetto
complessivo di realizzazione del Museo degli Arazzi di Marsala
sono espressione della volontà del governo Musumeci di
recuperare la memoria della Sicilia attraverso la
valorizzazione del cospicuo patrimonio di beni immateriali e
anche attraverso la valorizzazione delle professionalità molto
qualificate, in grado di operare nel recupero e nella
conservazione dei beni. – lo ha confermato Alberto Samonà,
assessore regionale ai Beni Culturali – Auspico che la Sicilia
nel giro di pochi anni possa essere un riferimento a livello
mondiale come sede di restauro per i capolavori d’arte e che
la nostra terra possa diventare il ‘centro benessere e
rigenerazione’ per le opere d’arte”.

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Un   angolo  di  Grecia   in
Salento: magiche suggestioni
in Puglia

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Non tutti sanno che anche in Italia si nasconde un assaggio di
“Grecia“, per la precisione in Puglia. Nel cuore del Salento,
infatti, ci sono undici paesini accomunati da un dialetto che
deriva proprio da antiche lingue elleniche. Si tratta del
griko e tutta la zona viene chiamata Grecia salentina. I nomi
dei centri limitrofi, del resto, sono piuttosto evocativi,
basti pensare ai termini: Calimera, Carpignano, Castrignano
dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Soleto,
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Sternatia, Zollino, Carpignano Salentino, Cutrofiano.

Tra i borghi della Grecia salentina
a ritmo slow
Questo angolo di Puglia non è fatto per la vita frenetica e
per la confusione, ma è da vivere piuttosto con calma, godendo
di silenzi, bellezze e della sua storia particolare. Sembra
davvero di trovarsi in un microcosmo sospeso, dove il Medioevo
incontra l’Oriente. A ricordare luoghi lontani dall’Italia
sono anche i traudia, canti e suoni in qualche modo legati
alla mitologia e alla tradizione musicale dell’antica Grecia.
Per evitare che questo patrimonio culturale possa perdersi per
sempre, sono in continua nascita gruppi salentini che cercano
di valorizzarli e renderli noti oltre i confini regionali.

Una vacanza in Salento, comunque, difficilmente può
prescindere anche dai suoi paesaggi mozzafiato e dagli
splendidi lidi, oltre che dalle abitudini popolari. C’è
Gallipoli, ad esempio, dal toponimo greco Kallipolis con una
vasta rosa di attrazioni. Non solo mare, dunque, ma grande
movida e diversi siti da non perdere. Il centro storico, poi,
sorge su un’isola calcarea collegata alla terraferma da un
ponte e con il castello angioino all’ingresso. Ci sono poi
diverse dimore nobiliari che circondano la cattedrale di
Sant’Agata, tra le più belle della Puglia. Porto Cesareo è un
altro gioiello di mare e storia della Puglia. Oltre alle sue
spiagge dorate, colpisce l’origine antica della località,
l’interesse artistico che la circonda e la presenza di tanti
deliziosi locali con vista. Questo senza dimenticare che i
suoi fondali sono ricchi di reperti archeologici e formazioni
coralline.

La storia, le origini della Grecia
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salentina
Il tempo ha dissolto molte cose, ma non le tradizioni di
questo angolo ellenico nel Belpaese. I contatti con tali
popoli si perdono nella notte dei tempi e sono attestate già
nel periodo miceneo fino all’età classica. Curiosa è l’origine
della lingua grica, come viene chiamato il dialetto locale. Si
pensa che possa derivare dalla colonizzazione bizantina
dell’Italia meridionale a partire dal VI sec. d.C. E poi sono
arrivati i nuovi dominatori, ma stranamente la peculiare
cultura è riuscita a resistere a tutto. Ecco, dunque, che il
passaggio di Svevi, Normanni, Angioini e Aragonesi non ha
modificato nulla e oggi possiamo godere di un frammento di
passato che continua a vivere. In più, non bisogna dimenticare
che nel XVI secolo il Concilio di Trento fece di tutto per
bloccare ogni forma di tradizione che si allontanasse da
quella latina. Iniziarono duri decenni, ma tutt’oggi,
nonostante tutto, moltissime persone del luogo si esprimono in
grico, soprattutto gli anziani. I giovani in buona parte,
hanno dimenticato queste importanti radici.

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Effetti speciali e illusioni
ottiche al WOW Museum di
Zurigo
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di Redazione | Instagram

La Svizzera riapre i confini e Zurigo invita gli italiani a
visitare i tanti musei cittadini tra i quali si distingue per
originalità il WOW Museum, un originale progetto che combina
divertimento e apprendimento.

Tra le sue vie affollate e multietniche di Zurigo, dove il
classico si fonde con il contemporaneo, il nuovissimo museo –
inaugurato lo scorso 15 giugno – è un insieme di tanti
elementi: un museo moderno e diverso dall’ordinario nel cuore
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di Zurigo, a pochi passi dalla Bahnhofstrasse, la celebre via
dello shopping, e dalla stazione centrale della città.

WOW Museum, Zurigo sorprende con
effetti speciali
Quattrocento mq disposti su tre piani per il museo che intende
sorprendere i visitatori con effetti speciali. Illusioni
ottiche proiettano in mondi colorati e distorti mentre specchi
e luci confondono i sensi. Ma il WOW Museum non è solo
divertimento; qui ci si può interrogare sulla percezione di
sé, sull’idea che si ha della realtà e sulla molteplicità dei
punti di vista.

Un luogo di intrattenimento per giovani, adulti, gruppi e
famiglie, per evadere dalla clausura forzata degli ultimi mesi
e regalare nuovi stimoli ai sensi e all’immaginazione.

Per garantire il rispetto delle norme di distanziamento
sociale e un’adeguata esperienza all’interno delle sale, i
visitatori sono ammessi alla mostra in numero limitato, con
possibilità di prenotazione anticipata.

Da non dimenticare che Zurigo ha molto altro da offrire, come
il vecchio quartiere industriale o la raumunster, una chiesa
medievale decorate con vetrate colorate da Marc Chagall.

Info utili
Dove: Werdmühlestrasse 10, 8001 Zürich.

Orario: da mercoledì a giovedì dalle 12.00 alle 18.00; venerdì
dalle 12.00 alle 23.00; sabato dalle 10.00 alle 23.00;
domenica dalle 10.00 alle 18.00.

I biglietti sono      prenotabili     in   loco   o   sul   sito
www.WOW-museum.ch
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La visita alla mostra dura dai 60 ai 90 minuti.

Perù, Bangladesh, Brasile e
non solo: l’Italia blocca
l’ingresso a 13 Paesi a
rischio

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Tredici Paesi a rischio coronavirus, non potranno al momento
avere contatti con l’Italia. A tal proposito, è stato bloccato
l’ingresso a chi giunge da tali destinazioni con la
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sospensione dei voli diretti e indiretti. Si tratta di Perù,
Brasile, Bangladesh, Armenia, Bahrein, Bosnia Erzegovina,
Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama,
Repubblica Dominicana. Il pericolo che qualche nuovo focolaio
esploda di nuovo nel nostro Paese è piuttosto concreto e
occorre muoversi con un buon anticipo per evitare una nuova
ondata di ammalati da coronavirus. Il Ministro della Salute,
Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza che conferma lo stop,
dopo aver sentito i ministri degli Interni, degli Esteri e dei
Trasporti.

La pandemia di coronavirus non è
ancora finita
Non è il momento di abbassare la guardia, visto che la
pandemia è ancora in corso. Stupisce soltanto che nessuna
limitazione del genere sia stata imposta a chi parte dagli
Stati Uniti, primo luogo al mondo per contagi. Un’esclusione
che suscita molti dubbi, visto l’altissimo numero di ammalati,
fonte di grande preoccupazione. Anche se la UE ha allo studio
un ulteriore blocco che riguarda, tra gli altri, USA e Russia.

Controlli severi
Per gli interessati dal divieto, intanto, i controlli saranno
severissimi. Anche coloro che nei 14 giorni precedenti sono
transitati da uno di questi aeroporti, non potranno venire da
noi. Discorso differente per i connazionali ,che potranno
prenotare un volo, ma dovranno restare per due settimane in
isolamento all’arrivo. La protezione sanitaria in questo
momento è importantissima, come hanno fatto sapere dal
ministero della salute, anche perché siamo ancora nella fase
acuta e non è possibile vanificare i sacrifici dei mesi
scorsi.

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A Malta si riparte e per gli
italiani nessuna restrizione
Foto di ines bahr da Pexels

di Redazione | Instagram

Dal 1° luglio Malta ha aperto le porte per accogliere i
turisti internazionali, compresi gli italiani, senza
quarantena.

Niente quarantena ma seguendo le
regole
Tutti i passeggeri, all’arrivo, dovranno comunque seguire le
procedure previste. Al Malta International Airport tutti i
visitatori verranno sottoposti a termoscan per la rilevazione
della temperatura e dovranno firmare una autocertificazione
con informazioni riguardanti i propri viaggi nei 30 giorni
precedenti l’arrivo.

Utilizzo della mascherina obbligatorio negli spazi chiusi del
terminal e sui transfer da/per il velivolo. Per quanto
riguarda il resto dell’arcipelago, la mascherina sarà
necessaria solo al chiuso e quando non è possibile mantenere
il distanziamento sociale.

Ristoranti, hotel e stabilimenti balneari hanno messo in atto
ulteriori misure di igiene e sicurezza e si sono attrezzati
per far rispettare le distanze tra le persone.

Ad ulteriore tutela del turista, Malta Tourism Authority sta
consegnando un certificato di conformità a tutte quelle
attività che hanno dimostrato di poter garantire la conformità
ai protocolli COVID-19 fornendo i massimi livelli di pulizia e
sicurezza. Gli esercizi autorizzati, espongono uno special
adesivo all’ingresso.

Infine, mezzi pubblici, taxi e auto a noleggio saranno
regolarmente igienizzati e ci sono precise regole che ne
predispongono l’areazione.
Malta Tourism Authority ha anche prodotto una pratica guida
che chiarisce le procedure anti Covid-19, la cui versione in
Italiano è scaricabile a questo link.

          Sfoglia lo speciale su Gozo
Il giro della Grecia in 80
incontri:   si  parte   da
Salonicco

di Francesca Spanò | @francynefertiti

La Grecia porta in tour tutti in versione speciale, mentre
sono sempre di più i viaggiatori europei e italiani che hanno
già prenotato le vacanze in questa splendida destinazione. Con
“il giro della Grecia con 80 incontri“, l’Ente Ellenico
annuncia che dal 9 luglio alle 12:30 racconterà un luogo del
cuore sempre diverso. Si parte da Salonicco, per superare il
momento difficile causato dalla pandemia, lasciando vincere la
bellezza di un Paese molto amato e dalla lunga storia.
Un inverno (e una estate) insieme
Il ministero del turismo greco e l’Ente Nazionale Ellenico per
il Turismo, hanno lavorato di concerto per tutta la stagione
fredda, lanciando la piattaforma GREECE FROM HOME per tenerci
compagnia mentre eravamo in quarantena. Un progetto accolto
con entusiasmo e che proponeva diverse attività: dalle lezioni
di cucina greca allo yoga, fino ad altri video interessanti
che ci hanno mostrato la Grecia a 360°. Ora l’Ente Ellenico in
Italia, saluta la bella stagione con “Il giro della Grecia in
80 incontri”, una serie di appuntamenti in diretta ogni volta
da un luogo diverso del Paese. In ognuno dei posti, ci saranno
ospiti, si gusterà virtualmente un caffè, un aperitivo, si
ascolteranno testimonianze e si guarderà lo splendido mare
greco per emozionarsi e sognare. Chi desidera partecipare al
primo incontro, il 9 luglio potrà scoprire Salonicco
attraverso questo link.

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Tra ville e famiglie nobili
della Bassa Padovana: dai
Colli all’Adige
di Silvana Benedetti

Fare un viaggio in Italia per molte persone significa seguire
il circuito collaudato delle località più famose e blasonate,
fiore all’occhiello della nostra penisola.

Ma il viaggiatore più curioso ed esperto ama spingersi per
avventurarsi al di fuori delle rotte più battute, dove è
possibile vivere esperienze che offrano una visione autentica
della cultura e delle tradizioni locali.

Il nostro suggestivo itinerario si dipana a sud         della
provincia di Padova, a soli 70 chilometri da Venezia,   in un
territorio ricco di storie e leggende, dove la          terra
scandisce, attraverso colori e profumi, il passaggio    delle
stagioni.
Ci troviamo nell’area che si estende dai Colli Euganei fino al
fiume Adige, una zona prevalentemente pianeggiante,
attraversata da numerosi corsi d’acqua e caratterizzata da
ameni paesaggi agricoli. Qui vi sono custoditi borghi
pittoreschi, abbazie e storiche ville.

#daiColliallAdige un progetto del
Gal Patavino
#daiColliallAdige è il nuovo sistema di promozione del turismo
rurale, che coinvolge 46 Comuni dell’area tra i Colli Euganei
e la Bassa Padovana. Il Progetto, che si inserisce nell’ambito
del Programma di Sviluppo Locale del GAL Patavino, è sostenuto
dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (con Unione
Europea, Stato, e Regione Veneto) e dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Padova e Rovigo.

Accompagnati dai discendenti delle nobili famiglie che
abitavano un tempo questi luoghi, siamo andati alla scoperta
di alcune delle ville più belle del territorio: Villa Ca’
Conti a Granze e Villa Miari de Cumani a Sant’Elena. Una
visita che ci ha riportato indietro nel tempo, a quando tutto
ruotava attorno a queste dimore padronali, dove famiglie
numerose si alternavano nelle generazioni, i bambini correvano
nell’aia e i contadini lavoravano la terra.

Si parte dalla bella Monselice
Prima di metterci in viaggio verso l’interno, vale la pena di
dedicare una visita a Monselice: città di atmosfere antiche e
incrocio di civiltà.

Prima i Romani, poi i Longobardi, i Franchi di Carlo Magno,
gli Estensi, gli Svevi e infine la Serenissima: per la sua
posizione strategica, Monselice accolse gli stili e le culture
di civiltà di diverse epoche. Oggi i visitatori possono ancora
ammirare importanti vestigia della città medioevale, la Torre
Civica, parti della cinta muraria e soprattutto l’imponente
complesso del Castello rimasto pressoché intatto.

Lo splendido percorso che si snoda sulle pendici del colle
della Rocca, definito dal poeta Gian Antonio Cibotto “la
passeggiata più bella del Veneto”, è caratterizzato da un
susseguirsi continuo di luoghi straordinari, nei quali è
racchiusa l’essenza stessa delle vicende storiche della città.

Villa Ca’ Conti a Granze

Granze sorge in una zona che ai tempi dei Romani era
probabilmente centuriata. Il paese ospita il complesso
architettonico di Ca’ Conti, una maestosa magione
rinascimentale, riccamente decorata e arredata.

Originariamente stazione benedettina, Ca’ Conti, divenne poi
proprietà della famiglia Conti, nel 1580,     che ne fece il
casino di caccia e la dimora estiva. La villa venne acquistata
verso la fine dell’Ottocento dai Marchesi Rusconi Camerini,
che la trasformarono in azienda agricola. Oggi la villa è
proprietà di Francesco Rusconi Camerini.

L’edificio, tutto circondato da mura, venne fatto costruire in
stile palladiano, con il tipico pronao aggettante, cui si
accede attraverso la maestosa gradinata. Nel salone d’ingresso
campeggia lo stemma della famiglia Conti, che dà il benvenuto
al visitatore e lo conduce alla scoperta degli splendidi
affreschi cinquecenteschi e delle decorazioni ottocentesche di
Vittorio Biasin.

Del complesso fanno parte un affascinante e romantico
giardino all’italiana, con statue e piante secolari, un
oratorio ancora attivo, una splendida barchessa, ed          è
circondato dai terreni dell’azienda agricola di famiglia.

Villa Miari De Cumani a Sant’Elena
Anche Villa Miari De Cumani era in origine un monastero
benedettino. Da ottocento anni, però, questa dimora storica
di pregio, è di proprietà dei De Cumani, che nel corso dei
secoli vi hanno apportato numerose modifiche. Il complesso
architettonico si caratterizza per lo stile eclettico e la
peculiarità di essere una villa-castello, composta da più
corpi collegati tra loro, immersa in un grande parco e
circondata da una cinta muraria merlata.

Nel XVI secolo, al complesso originario vennero aggiunti
alcuni altri edifici e una barchessa. In epoca successiva
venne completata la cappella e, a seguire, altri interventi
ottocenteschi, diedero alla villa il suo aspetto definitivo.
All’interno, i pregevoli arredi che vediamo oggi, sono frutto
del gusto dalla contessa Antonia Miari, nata alla fine
dell’Ottocento.

Di notevole interesse storico-artistico sono i dipinti
rinascimentali a soggetto religioso che troviamo nella “Sala
dei quadri”, attribuiti a Jacopo Palma il Giovane. Le antiche
librerie in larice della biblioteca sono traboccanti di testi
antichi; di estrema raffinatezza sono i ventagli, le
porcellane e gli altri oggetti d’epoca conservati nella “Sala
dello Zodiaco”.

L’Oratorio, dedicato ai Santi Antonio e Sabino e consacrato
nel 1771, ospita le tombe di alcuni componenti della famiglia
e di due amate domestiche.

Il giardino all’inglese, un parco che si estende per ben otto
ettari, venne realizzato in perfetto stile romantico nel
1856, accoglie piante esotiche, piccole sculture, una grotta
e un laghetto.

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Dubai riapre al                         turismo            e
torna a stupire

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Questo è un anno importante per Dubai e, Covid – 19
permettendo, la città sarà ancora una volta pronta a stupire
lasciando senza parole. Sì perché da ottobre in poi, dovrebbe
alzarsi il sipario su Expo 2020, in grado di mostrare al mondo
tutte le novità più strabilianti della frizzante destinazione
degli Emirati Arabi. Intanto, però, la notizia più certa e
rassicurante è la riapertura al turismo, compreso quello
italiano, dal 7 luglio.
I dettagli
A Dubai non sarà prevista nessuna quarantena all’ingresso per
chi è negativo ai controlli (a prescindere dalla nazionalità).
Al contrario, la stessa scatterà per i soggetti positivi. I
confini dunque saranno presto di nuovo oltrepassabili, ma la
città emiratina promette il suo impegno a garantire la
sicurezza di tutti, con l’attuazione di linee guida semplici e
trasparenti per i viaggi.

Nel frattempo, a Dubai hanno iniziato a riaprire piano piano i
cancelli di strutture e servizi nel rispetto delle norme di
prevenzione del Covid-19, per offrire ai futuri visitatori
un’esperienza di soggiorno sicura, senza rinunciare a tutto
ciò che ha sempre reso una visita in loco oltre ogni
aspettativa. Per fugare ogni dubbio e controllare tutte le
linee giuda adottate localmente, ci si può collegare al
seguente                                                 link:
https://www.visitdubai.com/en/articles/coronavirus-advisory

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Vacanze speciali a Bressanone
lungo   il  Sentiero    delle
Piante   Officinali   e   dei
vigneti
di Francesca Spanò | @francynefertiti

Prati verdi accarezzati dal vento e protetti dal profilo di
dolci montagne. E poi sentieri adatti a ogni tipo di
difficoltà, cieli blu attraversati da poche nuvole e tanta
pace. Nei dintorni di Bressanone si possono vivere avventure
magiche dove paesaggi e bellezza si incontrano, ma ci sono due
percorsi in particolare, che bisognerebbe completare almeno
una volta per innamorarsi di un territorio non troppo
turistico e unico, alla ricerca di erbe medicinali o divisi
tra ordinati filari di vigne.

Il sentiero panoramico delle erbe
medicinali Spelonca in Val Scaleres
Per chi vuole imparare a conoscere questi prodotti tanto
utili, la location giusta è quella nei dintorni di Spelonca
(Spiluck). Qui si può imparare a raccogliere le erbe
medicinali della zona e, soprattutto, a comprendere qual è il
loro impiego e beneficio. In più, il paesaggio circostante è
incontaminato e, oltre a trovare un rimedio naturale per ogni
male, le sorprese non mancano: si va dal vecchio mulino,
all’antico forno, fino a prati in fiore e aree panoramiche. I
beni della natura alpina, insomma, sono tutti a portata di
mano in un tour circolare che parte e arriva a Spelonca e dura
1:15 minuti. Il percorso è di 2,6 km per 150 metri e non manca
la possibilità di organizzare escursioni guidate, con
degustazioni di prodotti erboristici fatti in casa, ogni
mercoledì da maggio a fine luglio. Per maggiori info, questo
il link di riferimento: www.brixen.org.
Il sentiero dei vigneti

Il punto di partenza è il ponte Adler a Bressanone e lungo il
cammino non mancano i posti di ristoro. In autunno, poi, è
particolarmente affascinante far visita ai masi osteria. In
qualunque stagione, il sentiero è praticabile da tutti e i
punti di interesse sono molti, senza dimenticare la
possibilità di degustare i vini della zona all’Abbazia di
Novacella. La cantina dell’Abbazia di Novacella è annoverata
tra le più antiche attive del mondo. Già all’epoca della sua
fondazione, fu generosamente dotata da Reginbert di Sabiona di
masi poderi, tra cui anche vigneti. All’inizio dell’Ottocento,
con la secolarizzazione, il monastero perse una parte dei
vigneti, da allora fino ad oggi, tuttavia, i contadini usano
consegnare la maggior parte delle uve all’Abbazia, dove
vengono lavorate per ottenere vini eccellenti.
Vacanze 2020 in Italia, alla
scoperta dell’Alto Adige e di
Bressanone

In questa estate vissuta col fantasma del coronavirus, va
molto forte il turismo di prossimità e l’Alto Adige è una meta
particolarmente richiesta. Bressanone, a tal proposito, resta
una destinazione interessante e ricca di esperienze e, in più,
il 2020 sembra aver portato ancora più interesse per la
montagna.

“A Bressanone e sulla Plose abbiamo la fortuna di essere
circondati da tanto spazio e natura”, dice Werner Zanotti,
direttore della Cooperativa Turistica di Bressanone.
“Soprattutto ora è possibile garantire un buon livello di
sicurezza. Il benessere dei visitatori e dei dipendenti,
infatti è l’obiettivo principale, e quindi stiamo lavorando a
pieno ritmo per essere ben preparati e per rendere possibili
esperienze e momenti unici entusiasmanti”.

A soli 7 km dalla città di Bressanone, la Plose offre una
delle più belle zone escursionistiche dell’Alto Adige con una
fantastica vista sulle Dolomiti, patrimonio mondiale
dell’UNESCO. Con oltre 400 chilometri di sentieri segnalati,
Bressanone offre numerose possibilità di scoprire la natura
pura a piedi, da soli o con guide esperte.

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In      Olanda            la       Fabbrica             di
Cioccolato diventa realtà
di Redazione | Instagram

Avete mai sognato di entrare nella Fabbrica di Cioccolato con
Willy Wonka? Tra un po’ di tempo potrete esaudire questo
desiderio andando in Olanda per visitare il Tony’s Chocolonely
Chocolate Circus, una stravagante fabbrica di cioccolato con
stanze segrete e montagne russe.

Imparare tutto sul cioccolato
Sorgerà a Zaandam, il porto del cacao più grande del mondo
situato a nord di Amsterdam, la fabbrica-parco divertimenti
dove immergersi in tutto ciò che riguarda il cioccolato. La
Tony’s Factory produce circa 25milioni di tavolette all’anno e
con questo nuovo progetto intendono far conoscere ai
visitatore l’intera filiera: dal fagiolo al negozio. In questo
modo vogliono cercare di comunicare tutte le problematiche
legate al settore, compresa quella degli schiavi: la Tony’s
Factory si pregia una catena libera al 100%. Per quanto
incredibile possa sembrare, ancora oggi la schiavitù nelle
piantagioni di cacao è una realtà diffusa. E spesso, i
soggetti maggiormente sfruttati sono i bambini. A causa dei
giganti del cioccolato, che puntano a mantenere il prezzo
d’acquisto del cacao il più basso possibile al fine ottenere
un maggior profitto, gli agricoltori si trovano spesso in una
trappola di povertà.

Cento milioni di euro per rivalutare un’intera area
industriale, vecchio mulino incluso, che vedrà la fabbrica
divisa in tre zone: il monumentale magazzino De Vrede, il
nuovo padiglione rosso con le montagne russe e un nuovo,
speciale. Una fabbrica che non produrrà né rumori né odori (se
non quello paradisiaco del cioccolato) grazie a tecnologie
avanzate. Un nuovo volano per i turisti, quindi, potranno
venir qui e “tuffarsi” in fiumi di cioccolato o passeggiare in
giardini tropicali. Non mancheranno       cinema,    giostre   e
laboratori adatti a tutti.

Il marketing manager Audrey Schillings ci ha però detto che
bisognerà attendere ancora un po’ per vedere nascere il Tony’s
Chocolonely Chocolate Circus; a causa del Covid-19, infatti, i
lavori hanno subito un brusco arresto e ancora non sono in
grado di dire quando potranno riprendere.

Nell’attesa, possiamo acquistare il Tony’s          Chocolonely
Chocolate per sostenere la causa “slave free”.

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