Festa Madonna della Marina: i fuochi artificiali

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Festa Madonna della Marina: i fuochi artificiali
Festa Madonna della Marina: i
fuochi artificiali
San Benedetto del Tronto, 2018-07-29 – Festa Madonna della
Marina: i fuochi artificiali

Ph © Simonetta Capecci
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Festa Madonna della Marina: i fuochi artificiali
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Festa Madonna della Marina: i
fuochi artificiali
San Benedetto del Tronto, 2018-07-29 – Festa Madonna della
Marina: i fuochi artificiali.

Ph © Alessandro Barbizzi
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Festa Madonna della Marina: i fuochi artificiali
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Tim  Cup,   Samb                        –       Unione
Sanremo 1 a 0
San Benedetto del Tronto, 2018-07-29 -La Samb batte l’Unione
Sanremo per 1-0 e passa al secondo turno di La Spezia. Si
giocherà Sabato 4 Agosto 2018 alle ore 20.30 presso lo stadio
“Alberto Picco” di La Spezia. Ai tifosi rossoblù è stato messo
a disposizione il settore “Curva Piscina” (capienza 2.000
posti) e potranno acquistare i tagliandi d’ingresso al prezzo
di 10,00 euro presso tutti i rivenditori del circuito Etes e
fino alle 19.00 di venerdì 3 Agosto.
Festa Madonna della Marina: i fuochi artificiali
il Tempio del Tifo – Ph Alessandro Barbizzi

Samb
Sala, Di Pasquale (85’ Brunetti), Gelonese, Zaffagnini,Miceli,
Di Massimo (79’ Biondi), Bove, Rapisarda, Ilari, Minnozzi,
Cecchini (58’ Trillò)
A disposizione: Rinaldi, Valentini, Demofonti, Rocchi,
Islamaj, De Paoli, Panaioli
Allenatore: Giuseppe Magi
Unione Sanremo
Manis, Bregliano, Anzaghi (83’ Pellicanò) , Taddei, Videtta,
Castaldo, Molino, Sadek (65’ Carletti), Spinosa, Traini,
Scalzi
A disposizione: Margherito, Cortese, Castelein, Crespi,
D’Amico, Di Fabrizio, Minasso, Martini, Calderone, Fiore
Allenatore:
Alessandro Lupo
Arbitro: Guida di Salerno assistito da Spiniello di Avellino e
Lombardi di Castellammare di Stabia
Quarto uomo: Cudini di Fermo
Marcatore: 49′ Gelonese
Recupero: 3 + 3 min.
Spettatori 2158 paganti di cui 20 provenienti da Sanremo per
un incasso di 17520,00 Euro
Festa Madonna della Marina: i fuochi artificiali
la Samb su You Tube

FotoCronaca
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Alessandro Lupo                    Magi
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                                  Incasso, Spettatori

          Gelonese
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Festa Madonna della Marina: i fuochi artificiali
Atletica, Ascoli Meeting:
Legnante supera 17 metri
Nella tradizionale riunione del capoluogo piceno, la
campionessa paralimpica lancia il peso a 17,08
Ascoli – L’Ascoli Meeting conferma la sua tradizione e anche
quest’anno i principali risultati arrivano dai lanci. Nella
manifestazione nazionale organizzata dal Centro Marcia Solestà
al campo scuola Mauro Bracciolani del capoluogo piceno, è
ancora una volta protagonista Assunta Legnante. La campionessa
paralimpica di getto del peso continua il suo percorso tra i
normodotati e torna a superare la soglia dei 17 metri con
17,08. Una misura arrivata al quinto turno della gara, con
questa serie: 16,05-16,35-16,07-15,98-17,08-N su quella che è
stata la sua pedana di allenamento per oltre un decennio. In
questa stagione, con la maglia dell’Acsi Italia Atletica,
finora aveva spedito l’attrezzo a 16,15 nella Finale Oro dei
Societari a Modena dopo il 16,67 realizzato nella rassegna
tricolore paralimpica di Nembro, gareggiando per l’Anthropos
Civitanova, a quarant’anni compiuti il 14 maggio. La
lanciatrice napoletana, ormai marchigiana di adozione e
residente a Potenza Picena, ha vissuto una carriera di primo
piano a livello assoluto culminata con l’oro agli Europei
indoor del 2007, prima di perdere la vista, e detiene tuttora
il record italiano in sala con 19,20. Era dall’anno scorso che
non otteneva un risultato simile (17,15 ai campionati
nazionali paralimpici del 2017 a Isernia) e adesso va in testa
al ranking italiano stagionale.
La migliore prestazione tra gli uomini è invece quella di
Lorenzo Del Gatto: il pesista di Montegiorgio, cresciuto nella
Sangiorgese e poi entrato nei Carabinieri, si aggiudica il
successo con 17.60. Ancora in forma lo junior
Giorgio Olivieri (Team Atl. Marche) che fa atterrare a 71,59
il martello da 6 kg davanti al 55.39 di Orges Hazisllari (Asa
Ascoli Piceno). In evidenza gli atleti di casa anche nei
salti: il triplista Valerio De Angelis (Asa Ascoli Piceno),
pochi giorni dopo il suo 18° compleanno, festeggia il record
personale con 14.65 (+1.9) per fare il suo ingresso nella top
ten italiana under 20 dell’anno e al femminile si migliora
anche la coetanea Allegra Albertini (Asa) a 11.42 (+1.8) nella
gara vinta dall’abruzzese Giada Bilanzola (Atl. Gran Sasso
Teramo) con 12.78 (+2.1). Nel martello under 18 avvicina il
primato personale Ronaldo Mancinelli (Asa) che lancia 56.53,
nel peso 14.45 per lo junior Mirco Capponi (Asa), mentre il
giavellottista Cristian Prioteasa(Team Atl. Marche) si impone
con 51.31 e il discobolo Oney Tapia, campione europeo
paralimpico, lancia 44,92.
Nelle gare su pista, test di velocità per il mezzofondista
ascolano Stefano Massimi (Sef Stamura Ancona) che vince i 400
metri in 49”57 e Ruud Koutiki (Asa Ascoli Piceno), dopo i
successi dei Summer Games Inas, corre in 50”35 con il secondo
posto all’abruzzese Francesco Spoltore (Nuova Atl. Lanciano,
49”99). Al femminile la non ancora 18enne romana
Eloisa Coiro (Fiamme Azzurre), finalista mondiale e primatista
italiana della 4×400 tra le under 20, con 54”55 sfiora il
recente personal best di 54”40. Sui 100 metri lo junior
Fabio Yebarth (Sport Atl. Fermo) fa segnare il crono di 10”89
(vento nullo) alle spalle di Fabio Paoletta (Studentesca Rieti
Milardi, 10”82). Tra le cadette 10”17 (-1.2) negli 80 metri di
Martina Cuccù (Atl. Sangiorgese R. Rocchetti) e nell’asta 2.95
per Agnese Capponi (Asa Ascoli Piceno).
Assegnati quindi i consueti trofei alle migliori società in
base alla classifica a punti: al maschile l’Asa Ascoli
Piceno si aggiudica la 25ª Coppa Sant’Emidio, nei confronti di
Atletica Barbas Reggio Calabria e Sport Atletica Fermo, tra le
donne il 29° Memorial Jannetti premia l’Atletica Sangiorgese
Renato Rocchetti, su Asa Ascoli Piceno e Atletica Gran Sasso
Teramo.

RISULTATI   COMPLETI:      http://www.fidal.it/risultati/-
2018/COD6790/Index.htm

VANDI-RECORD: ELEONORA SI MIGLIORA NEI 1500
Un altro primato per la famiglia marchigiana: la 22enne
mezzofondista ritocca il suo limite regionale assoluto con
4’18”47 a Trento

Ancora una buona notizia per l’atletica marchigiana in questo
mese di luglio. Nel meeting di Trento la giovane mezzofondista
Eleonora Vandi ha realizzato il nuovo record regionale
assoluto nei 1500 metri con il tempo di 4’18”47. Quasi un
secondo in meno rispetto al primato che la 22enne pesarese
dell’Atletica Avis Macerata aveva ottenuto nella scorsa
stagione, anche a livello under 23, correndo in 4’19”30 a
Rovereto. Figlia d’arte, degli ex azzurri Luca Vandi e Valeria
Fontan, ora è seguita dal tecnico Faouzi Lahbi, marocchino di
stanza in Veneto, e dimostra così di aver superato
l’infortunio che l’aveva tenuta ai box nella prima parte di
stagione, per candidarsi a un ruolo da protagonista
nell’appuntamento clou a livello nazionale degli Assoluti a
Pescara (7-9 settembre). Prosegue quindi il bel momento della
famiglia, dopo i record italiani juniores a ripetizione tra
400 metri e staffetta 4×400 della sorella Elisabetta ai
Mondiali under 20 di Tampere.

LINK ALLE FOTO
Assunta                 Legnante                (autore
Giuliano/FISPES):         http://www.fidal.it/upload/-
Marche/2018/Legnante2018.jpg
Eleonora       Vandi      (autore      Colombo/FIDAL):
http://www.fidal.it/upload/gallery/2017/Campionati--
Italiani-Assoluti-di-Trieste-1-giornata/trieste077.jpg

Le foto indicate sono libere da diritti per l’uso editoriale,
fatto salvo l’obbligo di citazione dell’autore.
E’ escluso ogni altro genere di utilizzo.

La   filosofia    di    Lucio
Battisti esplode a Civitanova
Marche
Numerosissime le persone che sabato 28 luglio hanno affollato il Lido
Cluana fin dalle prime ore del pomeriggio per assistere a “Vorrei non
vorrei”, l’evento organizzato dall’associazione culturale Popsophia e
dedicato interamente alla poetica di Lucio Battisti, a vent’anni dalla
scomparsa.

Civitanova Marche – La giornata si è aperta con la lectio “Il cammino del
Pop” tenuta dal Maestro Mogol, l’autore di alcuni dei testi più belli
della storia della canzone italiana. Un viaggio nella musica, da Bob
Dylan a Lucio Battisti, da Caruso a Vasco Rossi, fino ad Arisa, Ed
Sheeran e Alan Walker. Un excursus temporale e stilistico, dai
virtuosismi di cantanti che esasperano la drammaticità, all’intimismo di
interpretazioni concentrate sulle parole e sulle emozioni. “La musica
popolare è un tassello fondamentale della nostra cultura – ha spiegato
Mogol – Quando musica e parole si fondono in un’armonia perfetta,
l’interpretazione del cantante riesce ad arrivare in maniera diretta e
sincera a chi ascolta.”

Alle 21.30 il Philoshow “Vorrei non vorrei. La filosofia di Lucio
Battisti. “L’amore è muto e solo la poesia lo fa cantare” ha scritto
Novalis. Da “Un’avventura” a “Dieci ragazze per me”, da “Io vivrò (senza
te)” a “Mi ritorni in mente”: le canzoni di Lucio Battisti e Mogol sono
state il sismografo delle emozioni e delle esperienze di intere
generazioni. Un percorso nei frammenti di un discorso amoroso tra la
musica di Battisti e la filosofia di Roland Barthes, dalle gioie paniche
del soggetto innamorato alle sofferenze laceranti per la perdita
dell’oggetto d’amore; dal desiderio ossessivo de “Il tempo di morire”
all’assenza di emozioni di “Nessun dolore”.

Uno spettacolo filosofico musicale ideato e condotto dalla direttrice
artistica Lucrezia Ercoli con performance live della band Factory, le
letture dell’attrice Pamela Olivieri e con la regia e i video di Riccardo
Minnucci e Marco Bragaglia. Con gli interventi del giornalista Leo
Turrini, grande estimatore di Lucio Battisti a cui ha dedicato una
bellissima biografia: “la filosofia di Lucio si fonda su due aspetti
quasi completamente assenti nella nostra società: l’umiltà di non
smettere mai di formarsi e di studiare e la generosità, intesa come
sinergia, nel riconoscersi parte di un sistema come dimostrato dal forte
sodalizio personale e professionale con Mogol”.
La forza degli ultimi                                  nel
progetto di Sara Annovi
di Raffaella Milandri

Il progetto “Sightless”, di Sara Annovi, che si basa su una
esperienza personale e uno studio sul mondo dei senzatetto,
vuole mettere a fuoco la cecità indotta dalla differenza di
condizione sociale, in particolare nei confronti degli ultimi.
Una ricerca importante, dalla quale si estrapola una profonda
riflessione sui valori dell’uomo e della società attuali. Sara
ha vissuta ella stessa come una senzatetto, in una comunità di
polacchi. Ho incontrato Sara Annovi, in arte Sarah Stuart, sia
alla Biennale di Firenze che ad un evento internazionale ad
Assisi, grazie all’amico comune Giovanni Iovene, pittore e
curatore di eventi artistici di spessore.

Sara, come è nata la passione per la fotografia, prima ancora
della opera di film-making?

Esattamente, le mie video-produzioni sono nate in un secondo
tempo. Sin da quando avevo 12 anni ho iniziato a partecipare a
importanti contest di Fotografia, della Contrasto e poi di
Lifeframer. In maniera particolare mi sono avvicinata alla
fotografia documentaria e al ritratto, e poi sono entrata
all’Accademia Italiana di Firenze. Cio’ che mi ha spinto alla
scelta dello scatto, rispetto ad altre arti visive, e’ stato
inizialmente la mia poca confidenza ad avvicinarmi socialmente
alle persone: la camera costituisce una barriera e un’unione
al contempo, permette di costruire un personale spazio di
interpretazione ed azione e congela una connessione con il
soggetto fotografato. Ho scoperto quanto potessi diventare
potente suggellando un momento con la macchina fotografica, e
il vero valore della fotografia, sin dagli ultimi anni del
liceo: scattare foto mi dava energia, entusiasmo, non era piu’
solo un hobby, era diventata un’esigenza, seguiva la mia idea
di vita, il mio lifestyle. Sono del ‘93, una generazione dove
la potenza dell’inventiva si e’ in parte afflosciata perché
tutto e di piu’ e’ già stato proposto, toccato e addirittura
plagiato. Come fotografa difendo la mia parte artistica, ma
purtroppo ciò che vende oggi e’ spesso il fine commerciale
dell’immagine e non la qualita’ artistica . Fotografare
significa comporre un’immagine e scrivere con la luce: il
fotografo estrae una parte di realta’, la reinterpreta, non la
riproduce.

La storia di Sightless nasce dalla relazione con questo
giovane senzatetto polacco e con i suoi amici. Cosa La ha
maggiormente incuriosita di questo mondo “diverso”, con ritmi
di vita e regole decisamente inusuali per noi “borghesi”?

                                               Pur   se   io
                                               provengo da
                                               una famiglia
                                               medio-
                                               borghese, non
                                               mi       sono
                                               sentita poi
                                               così diversa
                                               da    quelle
                                               persone che,
                                               indipendentem
                                               ente  dagli
                                               anni passati
                                               in   strada,
                                               sono
umanamente e civilmente così simili a noi. Mi ha colpito il
loro inusuale rispetto degli spazi, dal momento in cui, in
territorio pubblico, non esistono privatizzazioni e all’aria
aperta tutto dovrebbe essere accessibile. Mi sono resa conto
di quanto il tetto per loro fosse diventato un fattore
accessorio; il senso dell’onore e del rispetto che questi
polacchi avevano per la quiete e per il sonno di ognuno, dopo
ore di burla e qualche bicchiere di troppo, erano sicuramente
più difficili da mantenere in uno spazio condiviso, che loro
sono in grado di privatizzare in maniera ammirabile. Hanno
“colonizzato” una chiesa a Gavinana, e il parco attorno ad
essa. Lo Zio piu’ saggio del gruppo, che tutti amano chiamare
“Clint Eastwood”, si svegliava alle cinque ogni giorno e con
le mani imperterrito raccoglieva cicche, riordinava il posto
letto, igienizzava con alcol le poche posate ricevute dalla
Caritas, e cercava di mantenere in ordine la strada, dove
ragazzi adolescenti e piromani passavano di notte lanciando
cartacce bruciate, incendiando cassonetti . Loro non sono per
niente disagiati in quanto vagabondi, e sono abituati ad
arrangiarsi. Ho scoperto che vivere all’aperto può costituire
una “droga”; che talvolta non esiste una concezione di giusto
e sbagliato; che un materasso e’ sicuramente piu’ comodo ma
agli occhi della fame, come alle mense e riuniti in uno
spoglio spazio comune, eravamo tutti esseri umani e che quindi
di un “materasso” si può fare a meno. La civiltà, intesa come
una non-necessaria patina comportamentale e sociale con cui
siamo cresciuti, e il galateo che ci hanno impartito, possono
sicuramente arrivare a dividerci dalla semplicità dei nostri
istinti, dal cameratismo universale che gli uomini dovrebbero
avere gli uni per gli altri. L’intesa e la forma comunitaria
che questi individui, pur non integrandosi nella nostra
società, sono riusciti ad instaurare è sufficiente a
mantenerli in vita, rinunciando anche al denaro. Questa
esperienza mi ha fatto godere ogni attimo abbandonando l’ansia
frenetica, portata dalla competizione di tutti i giorni, nella
ricerca disperata di un’identificazione nel mio lavoro. Ero
Sara, nessuno mi conosceva, ma sentivo di conoscere tutti, e
mi sentivo di controllare quell’aspetto di me “ribelle”
passando inosservata. Come diceva il saggio Clint Eastwood ero
libera dai canoni, dallo stress, imposti dal Conformismo. Ero
curiosa di scoprire quanto a loro basti poco per stare bene, e
come io invece sia piena di esigenze. Di colpo, immergendomi
nel loro mondo, mi sono sentita stranamente soddisfatta. Non
potevo tradire le loro usanze, nel momento in cui ero parte
del gruppo, e questo ha battuto addirittura le norme e i
principi con cui ero stata allevata; mi davano la libertà di
potermi dissociare e di poter scegliere chi essere ad ogni
momento, in quanto mi apprezzavano come quella ragazza, un po’
ingenua e studiosa, che il mio ex aveva presentato loro.

Il cuore di Sightless: qual é è il cuore della storia, e la
morale che ne ha voluto trarre e divulgare attraverso le
immagini?
Sightless
                                                nasce per far
                                                riflettere le
                                                persone sul
                                                valore della
                                                comunita’
                                                inteso come
                                                gruppo      di
                                                persone che
                                                agiscono con
                                                lo      scopo
                                                unico        e
                                                imprescindibi
le di sopravvivere. Il messaggio dietro questo progetto da una
parte tocca il tema della minoranza sociale, dall’altra quella
della disoccupazione, perché possa aprire gli occhi sulla
condizione dei cittadini in generale. In caso non ci fosse una
soluzione, dopo il pignoramento della propria casa per
esempio, come fare per non perdere l’entusiasmo, come fare a
non commettere atti di disperazione? Credo che la scelta della
strada non sia certo una scappatoia, ma la scelta di questi
polacchi è ammirabile e spunto di riflessione: affrontare la
strada, senza tempo per rimpianti o rancore, ma con una
continua dedizione all’aiuto reciproco. Il segreto di
“Sightless” è nel mettersi nei miei panni, una ragazza che non
ha nulla in comune con il resto del gruppo, eppure riesce a
vivere due vite differenti senza sentirsi per forza in dovere
di giudicare e di seguire norme comportamentali prestabilite.
Il mio progetto vuol suggerire quanto tempo si potrebbe
guadagnare invece di perderlo dietro futili preoccupazioni,
spendendolo per cambiare lo stile della propria vita e fare in
modo che anche l’esperienza più drammatica possa trasformarsi
in un’avventura, in un riscatto, in una possibilità di azione.
Sightless, in quanto futura trasposizione cinematografica,
vuole essere anche un piccolo corso di pronto soccorso e una
sorta di incitamento all’auto-gestione. I personaggi di
Sightless non sono degli eroi, ma degli Anti-Eroi, come Noi,
come Tutti.

Ci parli del progetto cinematografico relativo a Sightless

Sto definendo le ultime pagine dello script. Ho intenzione di
fare un crowdfunding per finanziare il progetto, e parte del
ricavato andrà a beneficio della costruzione di strutture per
senzatetto e per i loro cani. Molti attori saranno presi
direttamente da ambienti di strada. Le location individuate
per la realizzazione sono la Scozia, alcuni sprazzi della
Polonia del Nord, centri urbani metropolitani come Firenze,
Milano,Venezia. E magari anche la Grande Mela. Un grande
progetto, che potrebbe arrivare al Festival di Cannes, di
Venezia e di Toronto, seguendo gli standard neorealisti dei
Contest.

Futuri programmi?

Sto lavorando a diversi progetti fotografici, a un canale
Youtube, e a un progetto nell’ambito della carcerazione. Per
completare il progetto di Sightless ho maturato il tema della
reclusione, operando come volontaria per il giornale dei
Ristretti Orizzonti di Padova. Il mio target è concentrarmi
sugli emarginati, gli inetti, le persone recluse: rispecchia
il mio continuo interesse verso il più debole, incluso chi
viene descritto come pericoloso socialmente. Sto anche
collaborando con band musicali per la realizzazione di video e
short film, sviluppando una mia “estetica” del suono.

Cosa pensa del mondo della fotografia e dei media oggi? Come
si trova, come giovane fotografa, ad affermare il suo lavoro e
la sua opera?

Io sono un po’ old-school, mi appoggio a quello che mi disse
un grande maestro e direttore della fotografia, Luciano
Tovoli: ”Per fare questo lavoro, devi indossare delle buone
scarpe”, ovvero bisogna dosare il piu’ possibile il proprio
carisma, avere pugno forte e avere una predisposizione
attitudinale positiva. Invece che lasciarsi scoraggiare da chi
e’ arrivato prima di noi, bisogna carpirne quanti piu’ segreti
possibile ed essere curiosi. Spesso chi primeggia toglie ai
giovani la forza di mettersi in gioco e di provarci solo per
paura di essere superato. I giovani sono freschi, dinamici, e
con occhi spalancati osservano il mondo desiderosi di sapere.
In una professione come questa sapersi vendere e credere nelle
proprie competenze e’ l’ingrediente principale per avere
successo. Credo che molti fotografi della mia eta’ vengano
abusati e messi alle strette al punto da non ricevere quanto
meritano. Bisogna sempre mantenere un piano B,C,D e così via,
ma mai arrendersi.

Chi è Sara Annovi, in arte Sarah Stuart

Produttrice, screenwriter, direttrice della fotografia e
regista di corti, video e shortfilm, artista espositrice in
collaborazione con Giovanni Iovene, l’ambizione di Sarah
Stuart, lo pseudonimo di Sara Annovi, e’ lavorare nel settore
cinematografico e nella direzione della fotografia in ambiente
americano.

Nata a Carpi (MO) nel 1993, si diploma al Liceo Classico di
Correggio, si laurea all’Accademia di Arte, Fashion & Design
di Firenze, specializzandosi in produzione fotografica e Nuovi
Media visuali. Frequenta un Master di Cinematografia alla Shot
Academy di Roma. Durante la stesura della tesi in “Direzione
della Luce Naturale: riflessione sul Dogma 95 di Lars Von
Trier”, farà conoscenza di personaggi e maestri
cinematografici del settore fra cui Luciano Tovoli. Ottiene
riconoscimenti artistici di spessore; realizza cataloghi e
servizi fotografici per Marianna Ferrara, fashion designer
russa. L’incontro con il curatore artistico Giovanni Iovene,
durante l’evento culturale e la sfilata di moda al Wien
Italianisches Kulturinstitute in cui riceve il titolo di
fotografa ufficiale, seguirà la sua presenza attestata dal
Ministero della Cultura in quanto video-montatrice, operatrice
anche nelle successive mostre artistiche, fra cui la Biennale
di Firenze, Grand Palais a Parigi, la Mostra di Assisi in cui
espone i suoi scatti fotografici del progetto “Sightless”
concentrato sul ritrarre la realtà dei senzatetto, e dal quale
scaturisce il piano per un futuro lungometraggio. Tra le sue
esperienze formative, uno stage per i Ristretti Orizzonti,
giornale di Padova che tratta specificamente della
carcerazione; un lavoro come fotografa, assistente e marketing
content assistant per Daniela De Montby, brand di grande
successo; una esperienza di filmmaker presso la Guestlist
Magazine durante la quale entra in contatto col mondo musicale
rapper, drum and bass e con artisti quali Token, Strike,
Eminem e nel blues, soul, country con gli Arthur’s Brothers. A
Firenze produce video musicali per Simon & The Strangers, di
cui realizza il video ufficiale, e a Cibeno, in collaborazione
con Maximilian Parolisi, produce un video artistico visuale
per il lancio di una sua personale produzione “Something New”.
A Londra collabora come videoassistentee runner in alcune film
produzioni fra cui quella di “A change of Heart for Fred”,
della regista Tiana Linden. In ordine di realizzazione le
opere che le hanno fatto vincere alcuni contest: alla Toscana
Film Commission “Living the Sound of the Street” nel 2014,
“Motivational Video” nel 2015, “Stanislaw Builder Interview
and Dance Performace”, “Opus Ballet Show recordings”nel 2016,
“God is a Dj”, nel 2017, “Une tragédie comique” 2017, “Anya
Walking Prayer” 2016/2017, “Meeting Her” uno script per la FMA
School a Firenze, ora sotto la supervisione della Lions Gate,
“As much as Dorian” 2017. Attualmente sta lavorando a
SIGHTLESS, a una delle sue ultime produzioni a Londra
“Documentary about homeless”, “Felicidade: an anthropologist ’
study on happyness”, “The day we never met”, “LM 3 MEZZI”;
coinvolta nella progettazione di una video musicale country
per gli Arthur’s Brothers e un film basato sulla pellicola di
Edgar Allan Poe. Un video musicale che sta partorendo sopra
una delle base strumentali prodotte da Strike Force. Nel 2017
riceve l’opportunità da parte del team Maremma Ventura attuale
Esplorando di poter costituire la camera operatrice assistente
durante un documentario intitolato “Cacciatori di Miniere” per
il Gavorrano Park; in concomitanza con ciò lavora per una
produzione indipendente CinePhotoArt, coordinata da Marco
Kroma, una web serie alchimista e gotica di cui curerà la
direzione della fotografia.

In un canale Youtube cui produce film review, intervista altri
artisti nel settore e prosegue nella realizzazione di
shortfilm, come di puntate per film-produzioni di cui lei
stessa cura lo script, insieme ad altri artisti coinvolti nel
panorama internazionale, fra cui l’art-director August Ryder e
il sound designer Jimbo. Realizza per gli attori che
collaborano con un personale showreel da presentare alle case
di produzione.

 In occasione dell’eclissi di
Luna “Salute in cammino” è
tornata alla Riserva naturale
della Sentina
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A distanza di poco più di un anno,
in occasione dell’eclissi di Luna, l’iniziativa “Salute in
cammino” si è ripetuta presso la Riserva naturale della
Sentina con una manifestazione che ha coinvolto tante persone
provenienti da Marche ed Abruzzo.
Grazie alla luminosità della serata, al bel tempo ed alla
collaborazione di Andrea Marinucci è stato possibile ammirare
le tante bellezze presenti all’interno della Sentina, un
autentico gioiello che risulta a volte sconosciuto anche a
cittadini provenienti da zone limitrofe.

L’iniziativa rientra nel progetto regionale “Sport senza età”
è realizzata dal comitato regionale Marche dell’U.S. Acli e
sostenuta dall’Asur Marche ai sensi della DGR 1118/2017.

Quarto   appuntamento    con
“Salute in cammino Ascoli”
Lunedì 30 luglio il tema è “Le fontane e i pozzi”

ASCOLI – Lunedì 30 luglio quarto appuntamento con l’iniziativa
“Salute in cammino Ascoli” con partenza da Piazza Arringo alle
21.

La manifestazione, realizzata dall’Unione Sportiva Acli
Marche, grazie ad un contributo dell’Asur Marche (DGR
1118/2017) e patrocinata dall’amministrazione comunale,
nell’ambito del progetto regionale “Sport senza età”, sta
coinvolgendo centinaia di persone in un progetto di promozione
dell’attività fisica a cui è abbinata la valorizzazione e la
conoscenza delle bellezze architettoniche della città.
Per ulteriori informazioni si possono consultare il
sito www.usaclimarche.com, il gruppo facebook “Salute in
cammino Ascoli”, la pagina facebook “Salute in cammino” oppure
chiamare il numero 3442229927.

Salute in cammino Ascoli

And the winner is… La Bottega
de le Ombre!
Si è conclusa la tredicesima edizione del Festival nazionale
del Teatro dialettale di Agugliano (Ancona) con premiazioni e
un grande Pippo Franco

Agugliano (An), 2018-07-29 – E dopo un impegnativo percorso di
dieci serate, è giunto a conclusione anche il Festival
nazionale di Teatro dialettale di Agugliano (Ancona), edizione
numero 13 del 2018. Il premio “La Guglia d’Oro” è stato
assegnato all’unanimità alla compagnia “La Bottega de le
Ombre” di Macerata, con “Farà giorno”, due atti intensi e
emozionanti per la regia di Sante Latini, con Alessandro Bruni
miglior attore protagonista. Pluripremiate anche “1861 – La
brutale verità” del Gruppo CarMa di Reggio Calabria che si è
aggiudicato il Premio giovani a Teatro, il Premio del
pubblico, il Premio speciale della Giuria e il premio alla
migliore attrice protagonista a Marinella Rodà; “Le cinque
rose di Jennifer” della Compagnia di Pozzuoli (NA) “Vulimm’
Vulà”, che si è portata a casa il premio per la migliore
attrice non protagonista a Roberta Principe, il Premio
speciale della Commissione esaminatrice e un Premio speciale
assegnato a Jennifer, personaggio difficile e coraggioso,
condannato a una solitudine moderna in una società totalmente
indifferente.

Questi gli altri premi assegnati:

Miglior attore caratterista a Tiziano Foantan, il nonno di
“Weekend a Capri” della compagnia “La Tartaruga” di Lendinara
(Rovigo);

Migliore attrice caratterista a Pamela Marinucci del “Gruppo
Amici dell’Arte” di Offida, nei panni della serva Pierina in
“Sganarello, medico per forza e per amore;

Miglior attore non protagonista a Goffredo Laugeni della
Compagnia “30 Allora” di Casagiove (Caserta) per “Ultimo
scugnizzo;

Miglior regia a Francesco Facciolli e Scilla Sticchi del
“Gruppo Amici dell’Arte” di Offida per “Sganarello, medico per
forza e per amore”;

Miglior Scenografia a Giuseppe Petruccione e Vincenzo Russo
per “Ultimo scugnizzo”;

Migliori costumi a Scilla Sticchi del “Gruppo Amici dell’Arte”
di Offida per “Sganarello”

Medaglia del Presidente del Senato alla commedia “Ultimo
scugnizzo” della Compagnia “30 Allora”.

Come detto, il Premio La Guglia d’Oro 2018 è andato a “La
Bottega de le Ombre” di Macerata per “Farà giorno” con la
seguente motivazione: “Tre figure bellissime, solide, con un
vissuto diverso e apparentemente inconciliabile, ma con una
trasversale tenerezza di fondo, capace di far trovare ai
protagonisti un linguaggio comune su cui confrontarsi e
sperare”.

A festeggiare i vincitori un divertentissimo Pippo Franco che
ha allietato la serata non risparmiando battute a nessuno, in
questo pazzo, pazzo mondo che ha perso ogni punto di
riferimento e gira sbandato, cercando di barcamenarsi tra il
serio e il faceto. Ma per fortuna c’è rimasta la possibilità
di ridere delle nostre incapacità e di questa nostra
superficialità. E Pippo Franco non ha mancato proprio di
sottolineare, al pubblico presente all’Anfiteatro al Parco
delle Querce di Agugliano, questa sorta di “via di scampo”.
Spettacolari poi i fuochi di artificio con cui si è illuminato
questo cielo di fine luglio, per concludere degnamente
un’edizione piena di infinite novità, ma, come sempre, ricca
di spettacoli di grande livello, in cui le due giurie (esperti
e giovani) hanno avuto il loro bel da fare. Ora per il
direttivo dell’Associazione “La Guglia” un periodo di vacanza,
in attesa delle tante sorprese “quasi pronte” per i prossimi
autunno e inverno. E si vocifera, già da ora, che ci
aspetteranno grossi nomi…

               bmd

                                              bty
Mind Festival, stasera chiude
il re del raggae Alborosie

Fiumana di pubblico per le date precedenti. Il 12 agosto con
la data extra dei Selton

Montecosaro, 2018-07-29 – Un successo dietro l’altro quello
che anche in questa edizione collezionano gli organizzatori
del Mind Festival l’appuntamento dell’estate marchigiana con
il meglio della musica indipendente italiana e internazionale.
Dopo l’apertura di Willie Peyote, la fiumana di presenze per
Pop X, Galeffi e Viito giovedì 26, quella per Jarabe De Palo e
Rezophonic venerdì 27, e la bolgia danzante per Dardust e il
dj set di Pendulum di ieri con ospite a sorpresa il cantante
degli Ex Otago, stasera si chiude con un altro imperdibile
concerto.
Mind Festival

La domenica del Mind infatti ospita il re del raggae
Alborosie. Siciliano di nascita, jamaicano d’adozione è
considerato l’ambasciatore italiano del reggae nel mondo.
Vincitore del premio come “Best Reggae Act” ai M.O.B.O. e nel
corso della sua ventennale carriera ha raggiunto il successo,
e la consacrazione internazionale, calcando i palchi dei piu’
grandi festival del pianeta. L’evento domenicale, in
collaborazione con uno dei più grandi festival europei il
Rototom Sunsplash, sarà una vera e propria giornata dedicata
al reggae tra live e dj set per chiudere in bellezza la cinque
giorni di Montecosaro.

Domenica 12 agosto in programma un “extra date” che avrà luogo
in piazza Trieste, nel centro storico di Montecosaro con i
Selton, il gruppo folk rock brasiliano.

Tutti i concerti ad ingresso gratuito sono possibili grazie
al sostegno di: Beltion, Ercan, Vittorazi, Fac gb, Horizon,
Korg, Montarbo, Officine21, Ipm, Twins.
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