News NUMERO DOPPIO 34/35 NOVEMBRE 2019 - Periodico Gratuito dell'Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio
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News NUMERO DOPPIO 34/35 NOVEMBRE 2019 Periodico Gratuito dell’Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Indice Macchina Sparapalloni 3 Lettera del presidente APPORT ha stipulato un accordo con la GLOBUS, Claudio Rapacioli produttrice e distributrice della macchina sparapalloni 4 Intervista a Antonello Brambilla EUROGOL 600, 1000 e 1500, offrendo ai propri Redazione Apport soci interessati la possibilità di acquistare a prezzi molto interessanti questo strumento di 6 Portieri ...... 20 anni di mercato lavoro sempre più importante. Antonello Brambilla Alcuni video sull’utilizzo della macchina li potete trovare su www.globuscorporation.com 9 Allenare il portiere: un’evoluzione continua? Eros Secchi Inoltre, ai nostri soci, viene offerta la possibilità di pagamento in comode rate di 12-24-36 mesi. 13 La messa in moto utile e dilettevole Dario Bettinsoli La macchina EUROGOL 1500 è stata presentata ad APPORTGARDA ed è dotata 16 Difesa dello spazio per i di parecchie funzioni di settaggio elettroniche portieri della categoria pulcini e offre la possibilità di memorizzare fino a 5 Andrea Chiellini settaggi. 23 APPORTGARDA 2019 E’ possibile fissare velocità di uscita della Redazione Apport palla, spin (curvatura della traiettoria) e altezza di uscita. Inoltre è possibile modificare 30 Attivazione del portiere nel pre-campionato rapidamente il lato di tiro. Christian Olevano - Massimiliano Magi 36 Intervista a Luciano Castellini E’ uno strumento che può essere utilizzato oltre Redazione Apport che per l’allenamento dei portieri anche dai giocatori. 40 Reazione ed anticipazione Daniele Airoldi Per informazioni su prezzi e le modalità di Responsabile Magazine: Adriano Zancopè acquisto, inviare una mail a: Artwork e Impaginazione Alberto Portapuglia info@apport.it Hanno collaborato a questo numero: Claudio Rapacioli, Adriano Zancopè, Antonello Brambilla, Eros Secchi, Dario Bettinsoli, Andrea Chiellini, Christian Olevano, Massimiliano Magi, Daniele Airoldi. Per coloro che volessero pubblicare i loro personali articoli, inviare richiesta a Adriano Zancopè adriano.zancope@gmail.com Il materiale inviato (foto, loghi, testi) non verrà restituito, ogni articolo inviato non dovrà superare di massima le due pagine. La riproduzione è autorizzata a condizione che ne venga citata la fonte. Apport: Via G.Frescobaldi, 5 Città di Castello (PG)Fax: 075 6309850 CF:94092620486 www.apport.it La presente pubblicazione non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicata senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della n.62 del 07.03.2011 2
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Claudio Rapacioli Presidente APPORT Lettera del Presidente OBBLIGATORIETÀ E ACCESSO ALLA PANCHINA IN QUALSIASI CATEGORIA Con la stagione 2020-2021 dovrebbe scattare l’obbligatorietà della figura dell’allenatore dei portieri anche nei dilettanti. Dico dovrebbe perché ormai ci siamo abituati a non aver nessuna certezza quando ci si avventura nei regolamenti e nelle competenze tra i vari settori della FIGC L’incongruenza andata in scena quest’anno per l’obbligatorietà nei professionisti è una delle più classiche confusioni burocratiche, di cui è ricco il nostro bel paese. Prima si stabilisce che a partire dalla stagione 2019-2020 tutte le società professionistiche per potersi iscrivere ai campionati devono avere tesserato un allenatore dei portieri con qualifica professionistica … e fin qui tutto bene …. Al momento di attuare questa norma poi si scopre che nessuno è competente per stabilire la sanzione nel caso si contravvenga, rendendo così inefficace un giusto riconoscimento professionale. Inoltre, per sanare alcune posizioni di allenatori dei portieri che in possesso di un contratto professionistico, senza avere la qualifica adeguata, viene organizzato un corso appositamente per loro, ai quali sono invitati a partecipare. Una buona percentuale di quelli non in regola si presenta e ottiene la qualifica necessaria, gli altri continuano invece ad operare, senza che chi è preposto al controllo intervenga con le giuste multe e squalifiche. Di corsi ne sono stati fatti parecchi su tutto il territorio, tecnici qualificati ne sono stati formati tanti in questi ultimi 5 anni. Apport vuole perciò che la FIGC dia il giusto riconoscimento a chi ha fatto sacrifici enormi di tempo e denaro per essere in regola con le disposizioni emanate, dimostrando che i corsi non sono solo delle forme sostentamento economico. Altra richiesta che da qualche anno stiamo portando avanti è quella che gli allenatori dei portieri patentati possano accedere alla panchina. Chi è in possesso del patentino è un tecnico qualificato che ha pagato per iscriversi, frequentare il corso e che ogni anno rinnova la quota di tesseramento federale. Perciò riteniamo che abbia tutti i diritti di accedere al campo, altrimenti non avrebbe alcun senso pagare la quota annuale di tesseramento FIGC come tecnico. Assurdo poi il caso dei colleghi che hanno il patentino professionistico con il quale in serie A, B e C possono accedere alla panchina, ma se scelgono di allenare e tesserarsi con una squadra dilettanti vedono negarsi la possibilità di accedere al campo. A noi sembra un’incongruenza incredibile alla quale si deve dare una soluzione immediata che valorizzi la professionalità di chi si forma partecipando ai corsi. Un altro punto che abbiamo già segnalato alla Federazione e che deve essere cambiato è quello delle presenze nei campionati per ottenere punteggio in fase di presentazione della domanda ai corsi. Sappiamo bene com’è il ruolo e può capitare che per mille motivi in una stagione un portiere non si riesca a disputare nemmeno una gara. Allo stato attuale anche se il portiere risulta correttamente tesserato, si è allenato ed è sempre andato regolarmente in panchina, non si capisce il motivo per il quale non gli venga conteggiato alcun punteggio. Altra difformità di trattamento si evidenzia nell’attribuzione dei bonus relativi alle vittorie in competizioni di Lega come campionati , coppa Italia , Supercoppa. Al responsabile tecnico vengono assegnati i punti bonus secondo il regolamento del settore tecnico, allo staff (regolarmente tesserato e registrato in organigramma ) l’attribuzione è zero! Chiediamo di riconoscere allo staff tecnico un punteggio riferito al titolo conquistato in termini percentuali rispetto al responsabile della squadra, ad esempio se il punteggio del mister è 5 ai collaboratori viene riconosciuto un punteggio di 2,5. Un pensiero lo spendo anche sulla difformità di trattamento rispetto ai collaboratori degli allenatori che nella stessa stagione possono essere tesserati per 2 squadre diverse nel caso in cui assumano il ruolo di allenatore principale in una categoria migliorativa. Oppure per i preparatori atletici che non si capisce come mai possano cambiare durante la stagione squadra. Mi sembra che se si ci si riflette un po’ si capisce bene che ci sono molti argomenti che vanno affrontati e risolti se c’è realmente la volontà di crescere. Visto l’approssimarsi del nuovo anno il consiglio di APPORT augura a tutti i soci un 2020 ricco di salute e soddisfazioni. 3
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT ANTONELLO BRAMBILLA La redazione del Giornalino di APPORT ha realizzato un’intervista esclusiva con Antonello Brambilla vincitore del premio APPORT 2018-2019 come miglior preparatore dei portieri della serie A. Antonello ha un record invidiabile: è l’unico che è riuscito a vincere il premio come miglior preparatore dei portieri in serie A e serie B. Infatti nella stagione 2013-2014 quando allenava i portieri del Trapani era stato eletto come miglior preparatore dei portieri della serie B. Innanzitutto complimenti per qusto grande riconoscimento personale, cosa si prova a vincere un premio così importante? Ho provato grande felicità soprattutto perché chi ha votato sono stati i miei colleghi ed i nostri soci, una giuria di esperti, dunque sono felice della stima che molti mi hanno dimostrato con il loro voto per il lavoro fatto nella passata stagione. Inolte chiaramente mi viene in mente il percorso fatto per arrivare a vincere questo premio. Com’è nata questa tua passione diventata poi il tuo lavoro? Da bambino, come tanti altri, il mio sogno era diventare un grande portiere e giocare in serie A. Crescendo, verso i 15 anni ho capito che non si sarebbe mai realizzato, avevo una buona tecnica ma fisicamente non avevo una buona struttura. A 18 anni giocavo ed allenavo i pulcini in un paese vicino a casa, a 19 in promozione ero titolare ed allenavo me stesso ed il mio secondo, fino quando il mio secondo è diventato titolare, sono stato bravo a fregarmi da solo. Durante gli studi all’ISEF di Milano in classe avevo due giocatori della Prolissone che fecero il mio nome all’allenatore Falsettini che vide in me un giovane allenatore dei portieri con voglia di crescere. Così lascia il calcio giocato per iniziare ad allenare i portieri in eccellenza. Dopo due anni sempre Falsettini mi porto in C2 all’Albinese, diventata poi AlbinoLeffe dove restai 10 anni facendo esperienze in C2, C1 e 4 anni in serie B. Una palestra fantastica, a 24 anni allenavo in C2, a 30 in serie B. Com’è poi proseguito questo percorso? L’incontro con Walter Zenga mi ha aperto nuovi orizzonti, la prima esperienza all’estero alla Dinamo Bucarest, la prima serie A a Palermo, di nuovo all’estero in Arabia Saudita, in Qatar, fino quando decisi di tornare in Italia a Trapani. Un anno di C1 e due di serie B dove vinsi anche il premio della serie B. Quando alla Sampdoria chiamarono Zenga mi portò con lui, poi il mio arrivo qui a Cagliari grazie a Mario Beretta. Come sono stati i 2 anni in cui hai scolto la mansione di allenatore della primavera e coordinatore dell’area portieri della società isolana e come hai organizzato la tua area? Abbiamo deciso quale strada seguire, definito le linee guida e come rispettare le varie fasi di crescita dei nostri giovani portieri. Ogni mese stabilisco gli obiettivi delle sedute, poi i preparatori sono liberi di scegliere gli esercizi che più ritengono validi. Abbiamo progressioni didattiche di alcuni elementi tecnici valide per tutte le età che ripetiamo a scadenze fissate alzandone le richieste. Abbiamo molte academy legate al territorio e cerchiamo di dare una mano nella formazione dei preparatori con incontri periodici. Salito in prima squadra come hai organizzato il lavoro trovando due portieri che venivano da un percorso con il preparatore precedente? Conoscevo David Dei, avevo già un bel rapporto con lui con il quale spesso parlavo dei portieri che spesso salivano da lui. Sapevo di trovare un gruppo di portieri abituati a lavorare seriemante, preparati e disponibili. Partivo avvantaggiato, poi un po’ alla volta ho portato le mie idee e le mie proposte. Il premio vinto lo devo condividere con chi ha allenato Cragno prima di me, con Cragno, Rafael, Aresti e Daga che spesso si è allenato con noi. A proposito di Daga altra grande soddisfazione lo scorso anno quano venne eletto miglior portiere del campionato primavera2 Riccardo ha fatto tutte le trafile nelle giovanili del Cagliari, andando spesso anche l’anno precedente in prima squadra. Ha una struttura importante e spero per lui che possa diventare un buon professionista e giocare in categorie importanti. A giugno è uscito il tuo secondo libro, quanto hai applicato di quello che hai scritto sul libro della tua metodologia di lavoro e come hai organizzato la settimana standard? Il libro è il risultato di due anni di lavoro. Ho applicato tutto quello che ho scritto e molto altro ancora, quanto scritto 4
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT è solo una parte della metodologia che mi piace seguire. I primi giorni della settimana li dedico all’aspetto fisico e al miglioramento di alcuni punti tecnici, poi gli ultimi 3 giorni sono dedicati completamente alla preparazione della successiva partita. Gli aspetti fisici e tecnici hanno grande importanza ma per chi come me è affascinato dalle neuroscienze da molta importanza anche ad altri aspetti, prima di compiere qualsiasi gesto fisico e tecnico bisogna capire cosa sta succedendo e come potrebbe finire l’azione, in questo i neuroni specchio hanno funzione determinante. La gestione di chi non gioca, come riesci a tenere alto il livello di concentrazione di allenamento con chi ha davanti un collega che sta facendo molto bene? Bisogna avere la fortuna di avere nel gruppo portieri seri, prosessionali, che conoscono il loro ruolo. La scorsa stagione non abbiamo mai avuto questi problemi, non perché Cragno stava facendo molto bene ma perchè sia Rafael che Aresti sono prima di tutto grandi professionisti. Se Cragno ha fatto così bene è merito anche loro che hanno tenuto tutto l’anno un altissimo rendimento in allenamento. Sei tornato alla primavera, cosa ti aspetti dal futuro? Sì, diverse dinamiche di prima squadra e la mia scelta di restare a Cagliari con la famiglia mi hanno fatto decidere di restare qui in Primavera. Tutti vorremmo allenare in serie A ma non sempre è possibile, spero di avere un’altra occasione, in fondo nell’ultima non ho fatto così male. Per un allenatore come me, senza presenze in serie A, in serie B ed in C, senza importanti amicizie nel mondo del calcio l’unica forza è essere credibile attraverso il lavoro. Hai allenato portieri importanti, come vedi il movimento italiano dei portieri? Spero che Cragno possa tornare presto in campo, come Perin, seguo molto Meret, Gollini, Donnarumma, Audero che insieme a Sirigu possono tranquillamente difendere la porta della Nazionale. Mi piacciono anche molti stranieri come Musso, Radu e Strakosha. E il movimento dei preparatori dei portieri? Grazie ad Apport sono stati fatti passi importanti sul riconoscimento della figura, abbiamo dato grande spinta alla federazione nella creazione dei corsi centrali e regionali, occorre un contratto di categoria, una regolamentazione nella nascita di scuole portieri e finalmente rendere obbligatoria la presenza nelle società di preparatori patentati abilitati ad andare in panchina. 5
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Antonello Brambilla, Allenatore portieri Primavera e Responsabile area portieri del Settore Giovanile del Cagliari Calcio PORTIERI …… 20 ANNI DI MERCATO In queste settimane mi domandavo quale fosse il club che negli ultimi 20 anni ha monetizzato di più con la vendita dei portieri e chi invece ha speso di più per l’acquisto degli estremi difensori. Ho utilizzato come fonte www.transfermarkt.it, unico sito di calcio mercato in grado di darmi valori sugli acquisti e vendite. Ci tengo a precisare che molti prezzi probabilmente non sono affidabili al 100%. Partiamo analizzando i club che meglio hanno fatto con la vendita dei propri portieri. UDINESE PARMA FIORENTINA KARNEZIS 0,8 IACOBUCCI 3,4 DRAGOWSKI 2,5 MANNINGER 1,8 MIRANTE 3,6 SPORTIELLO 0,33 CASAZZA 0,15 FREY 21 SEPE 0,75 MUSSO 4 TAFFAREL 2 VIVIANO 0,5 BENUSSI 0,2 GUARDALBEN 1 BORUC 2,5 HANDANOVIC 15 COLOMBI 0,75 FREY 5,75 MANNINGER 2,5 BRAZAO 2,4 AVRAMOV 1,2 MERET 22 GALLINETTA 1,78 LOBONT 1,5 KARNEZIS 2,5 FREY 5,75 CEJAS 0,8 35,45 BUFFON 52,88 LAFONT 8 GUARDALBEN 0,78 SEPE 0,75 BRAZAO 6,5 FREY 9 33,54 LOBONT 1,1 TOLDO 26,5 TATARUSANU 2,5 14,52 Il primo posto spetta di diritto all’Udinese che prima con la vendita di Handanovic e da poco con quella di Meret, allevato in casa, ha battuto tutti i club di serie A, inoltre se Musso dovesse ancora crescere potrebbe essere il prossimo colpo da almeno 20 milioni. Secondo posto per il Parma che vive dell’unico grande, grandissimo colpo: 2001 Buffon alla Juventus. Spicca nelle spese l’acquisto di Frey per il dopo Buffon. Simile la storia della Fiorentina con Toldo all’Inter che portò molti soldi nelle casse della viola. Da poco la Fiorentina ha investito in Dragowski e soprattutto con Lafont nella speranza di una buona plusvalenza. BRESCIA ROMA ATALANTA JORONEN 5 FUZATO 0,5 RADUNOVIC 0,5 CRAGNO 1,6 GOICOCHEA 0,1 COPPOLA 0,9 LEALI 3,8 DE SANCTIS 0,5 BERISHA 5 VIVIANO 7 JULIO SERGIO 0,4 GOLLINI 4,3 GORI 1,1 PELIZZOLI 13 CONSIGLI 3 AGLIARDI 4 ARTUR 0,85 COLOMBI 1,5 11,63 STEKELEMBURG 7,33 PELIZZOLI 13 LOBONT 0,8 SPORTIELLO 0,33 SKORUPSKI 0,9 7,13 ALISSON 8 MIRANTE 4 OLSEN 11,5 LOPEZ 23,5 STEKELEMBURG 5,6 CURCI 1,75 ZOTTI 0,16 PELLIZZOLI 2,35 LUPATELLI 1,45 CEJAS 0,2 ALISSON 62,5 SKORUPSKI 9 11,63 6
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Antonello Brambilla, Allenatore portieri Primavera e Responsabile area portieri del Settore Giovanile del Cagliari Calcio Il Brescia è uno dei pochi Club che ha sempre costruito i suoi portieri in casa e venduto quando li ha ritenuti pronti, 5 portieri che portano un buon dato positivo alle rondinelle. Ora forse è arrivato il momento di controtendenza con Joronen che rappresenta uno dei pochi investimenti stranieri in porta. Il discorso è identico per l’Atalanta che per anni ha formato e lanciato portieri in serie A investendo però negli ultimi anni su due prodotti non del loro vivaio come Berisha e Gollini con quest’ultimo sulla rampa di lancio. A Roma si ricorderanno per sempre della cifra record per la vendita di Alisson, cifra che avrebbe dovuto portare la società romana al primo posto in classifica se non che ha investito subito nella ricerca di un degno erede spendendo per Olsen e soprattutto per Pau Lopez. VERONA GENOA BENUSSI 0,5 BIZZARRI 0,3 GOLLINI 0,1 FREY 9 RAFAEL 0,5 EDUARDO 4,5 GUARDALBEN 0,4 AMELIA 5 11,63 RADU 8 JANDREI 2,4 RUBINHO 5 BIZZARRI 0,1 Colpo Gollini per il Verona e Perin per il Genoa portano PERIN 12 in positivo il bilancio portieri. AMELIA 3,5 LAMANNA 0,3 PEGOLO 0,8 RADU 12 4,5 NAPOLI INTER JUVENTUS REINA 2 HANDANOVIC 15 DE SANCTIS 5,2 ANDUJAR 2 CARRIZO 0,25 BUFFON 52,88 RAFAEL 5 VIVIANO 7 STORARI 4,5 ROSATI 2,9 TOLDO 26,5 LEALI 3,8 DE SANCTIS 1,7 FONTANA 3 GALLINETTA 1,78 NAVARRO 4 PERUZZI 19 BRANESCU 0,4 MERET 22 FREY 14 ANACOURA 0,7 KARNEZIS 2,5 ALFONSO 1,3 BRIGNOLI 1,75 STORARI 0,95 BRAZAO 6,5 SZCZESNY 12,2 OSPINA 3,5 BARDI 2,5 PERIN 12 ANDUJAR 0,5 VIVIANO 8,5 VAN DER SAR 8 SEPE 0,75 FREY 21 FIORILLO 1 DE SANCTIS 0,5 PERUZZI 17,9 BRANESCU 1,65 STORARI 0,25 RADU 8 LEALI 2,5 FONTANA 3 BARDI 1 NOCCHI 0,09 -41,55 -38,65 PINSOGLIO 1,5 MIRANTE 2,7 VAN DER SAR 10,3 Primo nella classifica per soldi spesi per portieri troviamo il Napoli con PERUZZI 19 AUDERO 20 Meret, Karnezis e Ospina presi tutti in un colpo. La speranza è che la BRIGNOLI 1 spesa per Meret possa essere ammortizzata per molti anni se non poi NETO 7 venderlo a un top club per una cifra importante. -36,47 Secondo conto in rosso è quello dell’Inter che dopo Zenga, cresciuto in casa, ha sempre preso portieri da fuori e costosi, Pagliuca, Peruzzi, Frey, Handanovic e soprattutto la spesa per Toldo. Possibile plusvalenza potrà essere Radu. Nel frattempo si cercherà di andare più avanti possibile con Handanovic come fatto in passato con Toldo. Nel bilancio della Juventus pesa ancora molto l’acquisto di Buffon che per molti anni ha dato garanzie alla squadra bianconera. Ultimamente le spese di Szczesny e Perin hanno pesato ancora sul passivo, ma Neto, Peruzzi e soprattutto Audero hanno portato ottime plusvalenze al club. 7
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Antonello Brambilla, Allenatore portieri Primavera e Responsabile area portieri del Settore Giovanile del Cagliari Calcio La Sampdoria ha fatto forse il SAMPDORIA LAZIO VIVIANO 2,3 MARCHETTI 5,2 più grande investimento su un ROMERO 2,1 CARRIZO 7,5 portiere, Audero e chiaramente CURCI 2,5 MUSLERA 3 spererà nella chiamata di ZOTTI 0,16 BERNI 1,5 una big in grado di offrire una AUDERO 20 PERUZZI 17,9 cifra importante. Per la Lazio BELEC 0,3 BALLOTTA 1 sta arrivando il momento di AUDERO 1 BERISHA 0,4 monetizzare con il portiere MIRANTE 2,7 BIZZARRI 0,3 albanese Strakosha preso MIRANTE 3,6 CARRIZO 1,65 TOZZO 0,1 MUSLERA 6,75 giovanissimo dalla Grecia, così VIVIANO 1,9 BERISHA 5 da raddrizzare il proprio bilancio ZOTTI 0,2 -22,8 portieri. FIORILLO 1,9 -23,36 Il Milan sempre con il pensiero MILAN CAGLIARI se cedere o no Donnarumma, GABRIEL 0,5 RAFAEL 0,15 GORI 1,1 CRAGNO 1,6 cessione che potrebbe invertire AMELIA 3,5 COLOMBI 1,5 pesantemente la classifica dei STORARI 0,85 MARCHETTI 6,7 rossoneri portandoli forse al DIDA 5,9 VICARIO 2 primo posto tra i positivi. ABBIATI 0,75 MARCHETTI 5,2 Discorso simile per il Cagliari TAIBI 0,65 COLOMBI 0,27 che con una futura cessione STORARI 4,5 -6,48 di Cragno passerebbe ad un ABBIATI 0,8 buon attivo. -7,95 Per portieri ambiziosi, che non vogliono lasciare nulla al caso! Se amate il ruolo del Portiere visitate il nostro online-shop: www.keepersport.it Keepersport srl - Bolzano - Tel. 0471 054843 8
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Eros Secchi, Allenatore portieri del Settore Giovanile del Genoa ALLENARE IL PORTIERE: UN’EVOLUZIONE CONTINUA Prefazione Negli ultimi venti anni, il ruolo del portiere all’interno del gruppo squadra è quello che ha subito maggiori mutamenti passando da una figura esclusivamente difensiva ad un elemento imprescindibile anche nella costruzione del gioco. Nel corso del tempo e progressivamente, infatti, l’estremo difensore ha assunto un ruolo attivo e amalgamato con l’intero gruppo, trasformandosi da soggetto di solo istinto a protagonista pensante. L’effetto di questo mutamento ha dato il via ad una ridefinizione del ruolo dell’allenatore dei portieri. Negli staff tecnici di ogni società calcistica, professionistica o dilettantistica che sia, la presenza dell’allenatore dei portieri è oramai un fatto acquisito ma, storicamente, tale figura non aveva contorni ben delineati poiché il portiere era destinato ad allenarsi con il resto della squadra, per lo più correndo e svolgendo attività fisica di pura forza. Solo verso la fine delle sedute, il portiere riceveva una moltitudine di tiri in porta, spesso solo effettuati dagli attaccanti o dai finalizzatori. Vi era infatti la netta convinzione che la figura del portiere fosse designata esclusivamente a non subire reti e poco importava che sviluppasse abilità podaliche utili alla costruzione del gioco1 e, tantomeno, che possedesse particolari nozioni di tattica collettiva In buona sostanza, il portiere era un corpo isolato in uno sport di squadra. Analisi della figura dell’allenatore dei portieri: competenze imprescindibili Come già accennato, fino a pochi anni fa, l’allenatore dei portieri era una figura assente nel mondo del calcio. Oggi le cose sono cambiate e, attualmente, nessuna squadra può farne a meno2. Ci si è resi progressivamente conto, infatti, che chi allena un portiere deve essere un tecnico preparato e competente nel trasferire all’estremo difensore tutte quelle informazioni dettate dall’esperienza per farlo emergere. Inoltre, egli deve possedere varie e solide conoscenze che spaziano da quelle tecniche-metodologiche alle varie componenti psico-relazionali che entrano in gioco nell’esercizio della sua professione. È bene precisare che, essendo una figura subordinata al tecnico responsabile della squadra, l’allenatore dei portieri deve conoscere alla perfezione i principi tattici e metodologici di quest’ultimo. Pertanto, dovrà avanzare proposte di allenamento che sposino i principi portati avanti dall’allenatore, coordinandoli e uniformandoli al gruppo squadra. Questa breve analisi ci introduce al concetto secondo il quale l’allenatore dei portieri, proprio perché gli è richiesta una visione a 360° del gioco, risulta essere il tecnico più consapevole delle dinamiche del gruppo presso il quale opera ed è integrato. Ecco quali sono le competenze fondamentali che il professionista dovrà sviluppare: Competenze tecniche: la tecnica viene suddivisa in “tecnica difensiva”, se fase di non possesso, e in “tecnica offensiva” se in fase di possesso. I fondamentali tecnici mirano a sviluppare la percezione (cosa e perché), la decisione (dove e quando) e l’esecuzione (come). Il lavoro che dovrà svolgere l’allenatore dei portieri mirerà a sviluppare le competenze sia in fase preparatoria, nella quale il portiere - in base alla sua decisione o meno di intervento - assume posture ed esegue spostamenti adeguati, che in fase esecutiva, nel quale il portiere entra in contatto con la palla. Inoltre, assume fondamentale importanza dedicare una fase consistente durante le sedute alla gestione delle transizioni3. Infine, durante l’allenamento dovrà essere posta particolare attenzione a correggere eventuali errori di concetto (errori di interpretazione) ed errori tecnici (nel caso di contatto col pallone). 1 A tal proposito, basti pensare che è solo del 1992 la regola secondo la quale il portiere non può prendere la palla con le mani su retropassaggio di un compagno e dell’anno successivo quella che vieta di prendere con le mani un pallone proveniente da rimessa laterale. 2 Il mutamento di tale figura ed il suo riconoscimento si palesa anche dal fatto che – spesso – l’allenatore dei portieri viene affiancato da collaboratori ed assistenti. 3 Nella tecnica difensiva, con questo termine si identifica un tempo (passaggio) dalla fase di possesso alla fase di non possesso (transizione negativa) e viceversa (transizione positiva). 9
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Eros Secchi, Allenatore portieri del Settore Giovanile del Genoa Durante la fase di sviluppo della tecnica difensiva verranno potenziati – in fase preparativa – spostamenti e posture e – in fase esecutiva – presa, uscita alta, uscita bassa, deviazione/respinta e tuffo. Questa ultima valutazione ci permette di considerare che solo recentemente il portiere ha assunto un ruolo fortemente partecipativo durante la dinamica di gioco: mentre prima, infatti, presidiava l’area di porta in modo per lo più statico, oggi il portiere si trova a giocare in funzione della linea dei difensori iniziando e dirigendo l’azione di gioco. Competenze tattiche: con riferimento a questa area di sviluppo4, l’allenatore dei portieri dovrà concentrarsi sul potenziamento della tattica individuale che si esplicita nella triade “io-palla-compagni”, nella tattica collettiva (offensiva/difensiva) e nella tattica di transizione (posizione negativa o positiva). Il portiere verrà messo in condizione ed allenato a scegliere con rapidità e autonomia, gestendo il tempo e lo spazio, quale sia la migliore scelta da intraprendere e acquisendo in tal modo un’esperienza propria che andrà a sedimentarsi nella memoria a lungo termine. Il consolidamento di queste competenze permette all’allenatore dei portieri di plasmare la figura del portiere inteso come portiere pensante. Tra le competenze tattiche, merita un breve cenno la distinzione tra area tattica difensiva – nella quale individuiamo la lettura della palla giocabile e non giocabile e le sue molteplici variabili5 – e offensiva. Sempre con riferimento all’area tattica difensiva, il portiere sarà allenato a variare il proprio posizionamento in base all’atteggiamento della propria squadra e a mettere in atto tutti quegli accorgimenti per mezzo dei quali i fondamentali tecnici e tattici vengono espressi in relazione alla situazione collettiva di gioco tenendo conto del rapporto palla- porta-compagni/avversari. All’interno delle competenze tattiche difensive è fondamentale concentrare particolare attenzione all’allenamento della gestione delle palle inattive6. Lo sviluppo da parte dell’allenatore dei portieri delle competenze tattiche offensive, invece, mira ad affinare la capacità di lettura situazionale7 del portiere, ad esempio quando la squadra “costruisce da dietro”. In questo senso, compito del portiere diventa quello di creare superiorità numerica, agendo come regista, come punto di riferimento per i compagni dando sostegno/appoggio durante il giro palla. Ad ultimo, le transizioni. In relazione a questo specifico punto, il portiere dovrà essere abile a mantenere un posizionamento preventivo. In fase di non possesso sarà necessario comunicare in modo efficace con i compagni, coprire lo spazio alle spalle della linea difensiva e difendere la porta. Proprio per questo, l’atleta dovrà fornire una risposta motoria, la più accurata e consona possibile, derivante da una veloce elaborazione mentale basata sulle esperienze e sulle abilità pre-acquisite. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, sarà compito dell’allenatore dei portieri inculcare teoricamente questi temi che troveranno riscontro, a livello pratico, nel gioco. Competenze Fisiche: occorre non dimenticare che il portiere è innanzitutto un atleta, oltre che un individuo unico, e che il suo bagaglio di conoscenze motorie rappresenta il supporto su cui costruire ed affinare una solida base tecnica adeguata e specifica del ruolo. Più ampia sarà la padronanza del corpo, infatti, più facilmente il portiere sarà in grado di risolvere schemi motori complicati. Prima di pianificare un programma di allenamento dei portieri, è necessario quindi conoscerne le qualità fisiche di partenza. Premettendo che il potenziamento di tale area è forse quello che per la maggior parte è più dipendente dall’autonomia e dalla soggettività dell’allenatore, risulta comunque sempre necessario tenere sotto controllo la condizione atletica del portiere così da poter valutare il lavoro svolto. Sarà quindi importante affidarsi a strumenti (quali ad esempio schede individuali sui dati antropometrici), per monitorare lo sviluppo delle capacità fisiche come l’equilibrio, la forza esplosiva-elastica la velocità di movimento e l’agilità. Lo sviluppo di questa area, in armonia con le caratteristiche fisiche, aiuterà l’allenatore dei portieri nel delicato compito di guidare l’atleta verso una forma fisica ottimale in tempi ragionevolmente brevi, oltre che a migliorarne le varie abilità tecniche. 4 Con il termine tattica indichiamo un metodo finalizzato al conseguimento degli obiettivi basato sulla condivisione dei principi con il gruppo squadra. 5 Ad esempio, salire quando l’avversario che riceve è di spalle o quando c’è un passaggio all’indietro, essere pronti ad intervenire ed accorciare in avanti per un eventuale uscita su palla filtrante, assumete una posizione idonea per vanificare un attacco lungo diretto. 6 Si stima che circa il 75% di reti subite derivi da questo fattore. 7 Con lettura situazionale identifichiamo un momento cognitivo (fase informativa e decisionale-vedere, capire, scegliere). 10
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Eros Secchi, Allenatore portieri del Settore Giovanile del Genoa Competenze metodologiche: con il termine metodologia indichiamo i mezzi e i metodi utilizzati nell’allenamento. Tali mezzi consistono in proposte finalizzate al raggiungimento di un obiettivo, mentre i metodi rappresentano gli sviluppi dell’allenamento. Il connubio dei mezzi e dei metodi strutturano l’allenamento. Evidenziamo che, per offrire proposte allenanti corrette, è importante conoscere il modello prestativo8. All’interno di questa categoria, meritano menzione di rilievo la classificazione dei meccanismi energetici in anaerobico alattacido, anaerobico lattacido, aerobico9. Ognuno dei tre meccanismi è caratterizzato da una sua potenza massima e una sua capacità massima. Entrambe queste caratteristiche sono modificabili con l’allenamento. Competenze psicologiche: il ruolo di allenatore dei portieri esige notevoli doti di preparazione e di personalità, la cui importanza non può essere in alcun modo trascurata. Occorre tenere presente che le sue capacità devono spingersi molto più in là di una semplice attribuzione di ruolo. La sua attività infatti non lo impegna nei limiti di una comune prestazione professionale, ma lo coinvolge totalmente in un campo di motivazioni, partecipazioni e risonanze emotive fondamentali. L’allenatore deve focalizzarsi e lavorare sulle capacità cognitive (a titolo di esempio citiamo l’attenzione, l’anticipazione, la valutazione, il controllo dell’ansia) dedicandosi allo sviluppo delle abilità mentali10 dell’atleta quali la gestione dei pensieri, la formulazione degli obiettivi ed il monitoraggio emozioni. Analisi: attualmente assume un ruolo sempre più di maggior rilievo quello dell’analista di performance o Match Analyst. Attraverso la video analisi delle partite, con l’ausilio di software sempre più sofisticati11, vengono valutate le prestazioni individuali e collettive della propria squadra e degli avversari. Tramite la categorizzazione di tutti gli eventi diventa più veloce ed efficace la ricerca delle situazioni e la creazione di filmati da presentare ai giocatori e allo staff tecnico. Preparazione della gara: appare sin da subito piuttosto chiaro che il combinato e la sommatoria delle competenze sopra menzionate indirizzino l’allenatore dei portieri ad esprimere proposte sempre più vicine al modello prestativo, anche grazie all’ausilio di informazioni di tipo qualitativo e quantitativo sulla performance dei singoli giocatori e del gruppo squadra. Il passaggio dall’allenamento analitico a quello situazionale: metodi e mezzi di allenamento. Nel contesto dell’allenamento possiamo individuare diverse fasi didattiche12. I fondamenti tecnici sono sempre accompagnati e supportati dalla capacità di coordinazione e presenti a seconda della fase dell’allenamento. Compito dell’allenatore dei portieri è quello di ricreare delle proposte di allenamento finalizzate al progressivo avvicinamento al modello prestativo che rappresenta l’indice massimo di integrazione del portiere nel gruppo squadra. Durante l’allenamento analitico gli elementi tecnici sono predominanti, mentre nell’allenamento situazionale la tattica svolge un ruolo essenziale. Nell’allenamento integrato tutti gli elementi sono determinanti. All’interno del metodo analitico sono presenti passaggi codificati utili all’accrescimento e alla comprensione del gesto tecnico poiché esso riguarda l’apprendimento, l’applicazione o la configurazione di tali elementi13. Essendo questa fase dedicata a tale potenziamento, è preferibile che l’attività si svolga senza i punti di riferimento che normalmente vengono riproposti in gara (la porta e l’area di rigore). 8 Tipo di impegno fisico che comporta la gara. 9 Con anaerobico alattacido indichiamo quel meccanismo energetico che si sviluppa in assenza di ossigeno senza produzione di acido lattico. L’anaerobico lattacido è invece il meccanismo energetico in assenza di ossigeno con produzione di acido lattico; il meccanismo aerobico, infine, si sviluppa in presenza di ossigeno. 10 L’allenatore dei portieri dovrà essere competente nella modulazione dell’arousal - inteso come l’attivazione dell’energia fisica e mentale dell’atleta – e conoscere le dinamiche di attivazione e le numerose modifiche che esso comporta da un punto di vista fisico e mental. 11 In certi casi è possibile addirittura ricevere dati e informazioni in tempo reale. Chi conosce il football americano non si meraviglierà più di tanto: il coach è a bordo campo e ormai riceve sul polso i messaggi dei suoi assistenti che sono posizionati in vari punti strategici dello stadio. 12 A mero titolo classificatorio precisiamo che il ruolo dell’allenatore dei portieri assumerà sfumature differenti a seconda dell’età dell’atleta. In particolare, verrà considerato un istruttore motorio coordinativo nella fascia d’età 8-10 anni, istruttore tecnico coordinativo tra i 10 e 14 anni e, nella fascia 14-18+, istruttore tecnico tattico e personal trainer, assumendo i connotati di “allenatore completo”. 13 In La ripetizione è il procedimento metodologico per eccellenza all’interno del lavoro analitico. 11
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Eros Secchi, Allenatore portieri del Settore Giovanile del Genoa Dalle considerazioni sopra esposte, pare facilmente intuibile che la percentuale di utilizzo del momento analitico e situazionale all’interno della sessione di allenamento varieranno a seconda dell’età, delle conoscenze e delle qualità del portiere in quanto il metodo analitico si focalizza su un singolo elemento della prestazione e sulla ripetizione – in un ambiente più o meno facilitato e lontano dalla complessità delle dinamiche di gioco – dello stesso, mentre quello situazionale si inserisce in un contesto molto simile a quello di partita. In entrambi i casi, è fondamentale per l’allenatore dei portieri, concentrarsi su obiettivi chiari, pianificati e ben definiti per trasmettere con efficacia all’atleta i risultati prestazionali verso cui tendere. Requisiti fondamentali di tali metodi sono la complementarietà e la progressione didattica, poiché sia il metodo analitico che quello situazionale presentano vantaggi e svantaggi che tra loro si integrano. Iniziare una sessione di allenamento con il metodo analitico, per esempio, permette al portiere di considerare un gesto tecnico isolato, estrapolato dal contesto, che successivamente armonizzerà con il gruppo squadra nella fase di gioco. Ultimamente, soprattutto in ambito giovanile, assume sempre maggior importanza soffermarsi sul metodo globale-analitico-globale (g-a-g), una struttura di allenamento molto interessante. Iniziare con il metodo globale aiuta i ragazzi a considerare un gesto che stanno per apprendere nel contesto di gioco. Proseguire con quello analitico, invece, aiuta a isolare il singolo elemento tecnico ricavandolo dalla situazione nel quale si è in precedenza sperimentato. Infine, tale sviluppo formativo ripropone lo stesso elemento nel contesto iniziale di partita, creando una situazione di circolarità di informazioni tattiche e tecniche imprescindibili. Questa breve analisi ci permette una considerazione fondamentale: tra allenatore dei portieri e portiere si crea un rapporto davvero speciale e molto profondo perché il lavoro è focalizzato su un gruppo ristretto. Questo ha un duplice risvolto: in primo luogo, permette di individuare più facilmente i modelli prestativi e, in secondo luogo, il tecnico sostiene il portiere dal punto di vista psicologico, guidandolo nell’analisi di tutto quello che succede e nella correzione di errori tecnici, tattici e di atteggiamento. AUTORE DELLO STUDIO Eros Secchi Allenatore dei Portieri Sett. Giovanile GENOA La football platform più utilizzata nel mondo del calcio professionistico con 460.036 profili di giocatori, 211.738 match analizzati, 42969 teams presenti e oltre 42 milioni di eventi. Wyscout è oggi a disposizione anche di APPORT per aiutare i portieri e i loro preparatori nella preparazione delle partite, nell’analisi delle performance e per supportare i club nello scouting dei futuri talenti del calcio. RIGUARDA I MATCH ANALIZZA WYSCOUT per APPORT LE PERFORMANCE AREA PRIVATA Spazio privato per condividere il lavoro CARICA LE TUE CLIP con il tuo team. USA I VIDEO NEI FREE VIDEO TUOI ALLENAMENTI Selezione di clip per esplorare la piattaforma, riguardare i match , analizzare le azioni MANTIENITI AGGIORNATO SU TUTTO IL CALCIO MONDIALE PAGINA PERSONALE Dove puoi caricare il tuo profilo e caricare i Per conoscere il dettaglio dei pacchetti e video. accedere al servizio, scrivi a sales@wyscout.com con oggetto”APPORT15” 12
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Dario Bettinsoli, allenatore dei portieri Attività di base del Brescia Calcio LA MESSA IN MOTO UTILE E DILETTEVOLE Introduzione Ogni seduta d’allenamento inizia con il riscaldamento! So di aver detto un’ovvietà ma è risaputo che una buona messa in moto contribuisce a sviluppare meglio qualsiasi tipo di capacità tecnica o condizionale. Vorrei approfondire questa fase della sessione per sfruttare nel miglior modo possibile i minuti dedicati alla preparazione dei muscoli dei nostri ragazzi nell’ambito dell’attività di base. Perché il detto “chi ben comincia è già a metà dell’opera” calza a pennello anche per i portieri. In realtà ho constatato che alcune delle esercitazioni che andrò ad illustrare sono talmente gradite e utili che il loro utilizzo, inserendo alcune varianti, può diventare parte integrante dell’allenamento nella sua totalità. Ritengo fondamentale, senza distinguo d’età, coinvolgere gli atleti fin da subito, proponendo giochi che potrebbero, apparentemente, non aver nulla a che fare col ruolo del portiere ma che vanno a toccare, sollecitare, riscaldare il fisico, la mente e la capacità attentiva. Obiettivo L’obiettivo principale della proposta è riscaldare i piccoli atleti, in modo divertente e coinvolgente, cercando di farli restare il più possibile concentrati e attivi. Tuttavia gli esercizi non hanno soltanto questa funzione; al loro interno sono riscontrabili vari e utili aspetti tecnici come la presa, il passaggio, il rilancio con le mani e l’approccio al terreno. Inoltre vengono allenati aspetti fisici quali coordinazione ed equilibrio e stimolati quelli mentali, come la capacità di scegliere la giocata, la comunicazione, la lettura delle traiettorie e l’attenzione. Premessa Le fasce d’età per le quali propongo questi lavori sono quelle dell’attività di base ma con qualche variante, possono essere utilizzati anche con allievi più grandi ed evoluti. Capita spesso di allenare contemporaneamente più portieri. Infatti questi esercizi hanno la funzione di tenere attivi tutti gli atleti, evitando che possano raffreddarsi o distrarsi Materiale tecnico necessario Palloni, Palla leggera, Volano, Palline da tennis, Cinesini, Cerchi. Esercizio A I portieri, in costante movimento, si passano un pallone con le mani. In base al livello dei ragazzi, valutare intensità e velocità degli scambi. Quando uno di loro mancherà la presa o la effettuerà in due tempi, gli altri effettueranno un tuffo sul lato comandato dal Mister all’inizio dell’esercizio, chi sbaglia resta in piedi e prende un punto di penalità. Il far restare in piedi chi commette l’errore, per loro che non vedono l’ora di buttarsi a terra, è un grande stimolo a non sbagliare. Per unire il gruppo , metto un numero di passaggi come obiettivo che se fatti senza sbagliare, consentiranno a tutti di fare il tuffo e la penalità verrà presa dal Mister. Varianti Far chiamare il nome del destinatario del passaggio. Utilizzare due palloni. Far fare una capriola invece che il tuffo. Far effettuare un doppio tuffo, uno a dx e uno a sx. Far effettuare un doppio tuffo a dx. 13
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Dario Bettinsoli, allenatore dei portieri Attività di base del Brescia Calcio Far effettuare un doppio tuffo a sx. Variare la traiettoria del passaggio,alta, mezza altezza, battente, rasoterra. Esercizio B Il Mister decide un numero chiave, ad esempio il 7, i portieri si scambiano la palla. Il primo passaggio dev’essere scandito ad alta voce da chi lo effettua gridando” UNOOO”; quelli successivi vanno fatti in silenzio e al settimo passaggio, chi riceve palla resta in piedi; gli altri si tuffano sul lato deciso all’inizio dal preparatore. Chi non è stato attento si butterà in ritardo o addirittura non lo farà perché avrà perso il conto. Anche chi riceve il settimo scambio potrebbe andare in confusione. L’esercitazione proseguirà poi con altri numeri indicati dall’allenatore. Varianti Far fare una capriola invece che il tuffo. Far effettuare un doppio tuffo, uno a dx e uno a sx. Far effettuare un doppio tuffo a dx. Far effettuare un doppio tuffo a sx. Variare la traiettoria del passaggio, alta, mezza altezza, battente, rasoterra. Il tuffo lo effettua chi riceve il “settimo” passaggio, mentre gli altri restano in piedi. Esercizio C I portieri si scambiano la palla in costante movimento. Il Mister si mette nel gruppo con un cerchio in mano. Quando lo alza in alto o a mezza altezza, chi è in possesso del pallone deve, con un lancio o passaggio, centrare il cerchio stesso. Obiettivo dei compagni è far si che la palla, dopo un lancio andato a bersaglio, non tocchi terra, pena un punto di vantaggio per chi ha fatto centro. Si scatenerà una vera e propria caccia al pallone, sia per far punto, sia per evitare che questo accada. Esercizio D Un portiere con un cerchio in mano, posizionato all’altezza dell’area piccola, deve andare a posizionare lo stesso nel punto esatto sul terreno dove cadrà il pallone lanciato dal Mister. Un compagno, alle sue spalle, partendo a ridosso della linea di porta, avrà il compito di cercare e prendere la palla subito dopo il primo rimbalzo. Il portiere col cerchio farà punto se valuterà bene la traiettoria e se il compagno partito alle sue spalle riuscirà a bloccare il pallone Esercizio E I portieri, in costante movimento, devono colpire un pallone leggero, evitando che tocchi terra. Il gruppo deve contare in ordine progressivo tutti i colpi riusciti, tranne chi va all’impatto che deve chiamare correttamente la palla. Il mister può stabilire un numero di passaggi da raggiungere. Solitamente questo stimolo li aggrega e li sprona a riuscire nell’intento. Con portieri più grandi utilizzo il volano, una pallina da tennis o altri oggetti simili. Esercizio F Il Mister forma due squadre equilibrate. I portieri si dividono in due file indiane e devono fare un percorso attraverso una serie di cinesini posizionati in linea retta a distanze diverse l’uno dall’altro. I ragazzi si sfidano per squadra uno alla volta avendo la possibilità di fare il numero di passi desiderati tra un cinesino e l’altro, con l’obbligo di partire sempre col piede dx. Al termine del percorso, effettueranno un gesto tecnico. Ogni sfida assegnerà un punto alla squadra più veloce e precisa. 14
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Dario Bettinsoli, allenatore dei portieri Attività di base del Brescia Calcio Varianti Variare i piedi di partenza. Far effettuare una corsa laterale, sempre comandando il piede di partenza. Far effettuare una corsa laterale, comandando il passo incrociato o piede scaccia piede. Esercizio G In uno spazio delimitato da cinesini, i portieri si sfidano tutti contro tutti. Chi ha la palla deve colpire un compagno e se quest’ultimo riuscirà a bloccare il pallone, il tiratore dovrà stendersi, inginocchiarsi o sedersi (lo stabilirà il Mister). Se invece non lo tratterrà, sarà lui a mettersi a terra. Nel frattempo chi recupera la sfera ha diritto a cercare un bersaglio . I portieri a terra non restano passivi ma, da quella postura, possono tentare di intercettare il pallone con un tuffo o rialzata. Se riescono nell’intento hanno il diritto di rimettersi in piedi. Il vincitore sarà colui che resta in piedi per ultimo. Esercizio H Due squadre si affrontano in un campo delimitato da cinesini. I portieri devono scambiarsi velocemente la palla con le mani e gli avversari devono provare a recuperarla. L’obiettivo dei possessori è fare meta con un tuffo. Per fare punto, devono entrare nella zona vincente solo con la parte superiore del corpo, lasciando fuori le gambe, vincolo necessario per abituarli ad attaccare la palla ed effettuare un passo spinta. AUTORE DELLO STUDIO Dario Bettinsoli Allenatore dei portieri Attività di base del Brescia Calcio 15
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Chiellini, allenatore dei portieri Attività di base del PISA Calcio PROGRAMMAZIONE SEDUTA DI ALLENAMENTO CON OBIETTIVO DIFESA DELLO SPAZIO PER I PORTIERI DELLA CATEGORIA PULCINI Premessa: la difesa dello spazio per i giovani portieri La difesa dello spazio è un fondamentale della tattica difensiva che il portiere è chiamato ad eseguire quando la porta può essere considerata non in pericolo (ad esempio palla distante, palla coperta, etc) ed ha l’obiettivo principale di supportare la linea difensiva nell’intercettare palloni potenzialmente pericolosi, ad esempio facendosi trovare nella posizione corretta al momento giusto (intervento non sempre “spettacolare”, ma efficace). Ritengo sia indispensabile far capire sin da piccoli ai nostri allievi il concetto che il portiere non è colui che si limita esclusivamente a parare i tiri che gli giungono, ma più in generale è parte integrante della squadra ed in questo contesto è chiamato anche ad abbandonare la porta. Dobbiamo però scontrarci con il fatto che generalmente i giovani portieri non hanno una propensione naturale ad assumere posizioni “alte” lontane dalla porta, ma è molto più probabile che stazionino nei paraggi della linea di porta anche quando la palla è in possesso della propria squadra nella metà campo avversaria (ahimè spesso anche distratti ed avulsi dal contesto di gara). Nei rari casi in cui mi è capitato di vedere giovani portieri posizionarsi lontano dalla porta, ad esempio fuori area su un calcio d’angolo a proprio favore, inevitabilmente li ho visti anche ritornare subito in porta non appena gli avversari entravano in possesso della palla, di fatto quindi non eseguendo alcuna difesa dello spazio. Come nella difesa della porta, anche per la difesa dello spazio il portiere è chiamato a: • ricercare la corretta posizione • assumere la corretta postura • spostarsi in maniera efficiente L’allenamento che vado a proporre, rivolto alla categoria Pulcini, ha come obiettivo principale quello di INIZIARE i portieri alla difesa dello spazio fuori area nel caso più semplice di palloni centrali. Per effettuare questo allenamento è importante aver già allenato posture e spostamenti specifici della difesa dello spazio. Nei principi tattici la POSIZIONE del portiere dipende da quattro riferimenti (CONDIZIONI METEO escluse): • PALLA (riferimento mobile) • PORTA (riferimento fisso) • AVVERSARI (riferimento mobile) • COMPAGNI (riferimento mobile) In accordo al principio della PROGRESSIONE del CARICO COGNITIVO, per avviare i giovani portieri alla difesa dello spazio è conveniente eseguire una sorta di SCOMPOSIZIONE ANALITICA del fondamentale tattico. A tal fine si possono identificare 4 macro situazioni: 1. Posizione del portiere determinata in base a soli 2 RIFERIMENTI che sono PALLA e PORTA (si assume in questo caso che la linea DIFENSIVA e la linea di ATTACCO degli avversari siano entrambe VICINE ALLA PALLA). 2. Posizione del portiere determinata in base a TUTTI I RIFERIMENTI, assumendo che la linea DIFENSIVA e la linea di ATTACCO degli avversari siano ENTRAMBE LONTANE DELLA PALLA. 3. Posizione del portiere determinata in base a TUTTI I RIFERIMENTI, assumendo che la linea DIFENSIVA e la linea di ATTACCO degli avversari siano rispettivamente LONTANA E VICINA ALLA PALLA. 4. Posizione del portiere determinata in base a TUTTI I RIFERIMENTI, assumendo che la linea DIFENSIVA e la linea di ATTACCO degli avversari siano rispettivamente VICINA E LONTANA DALLA PALLA (situazione possibile perché no vige la regola del fuorigioco). 16
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Chiellini, allenatore dei portieri Attività di base del PISA Calcio L’allenamento che vado a proporre è relativo alla macro situazione 1, ovvero ricerca della posizione corretta in base ai seguenti riferimenti: • PALLA: per determinare la POSIZIONE LONGITUDINALE (in altezza) del portiere. • PORTA: per determinare la POSIZIONE TRASVERSALE (laterale) del portiere. Porta Tra i due riferimenti la PORTA è quello più immediato e si traduce nell’indicare al nostro portierino di MANTENERE la LINEA di MEZZERIA mostrata in Figura 1. Palla Molto più complesso invece è il discorso della posizione del portiere in funzione della posizione della PALLA: l’idea di base è quella di dare ai piccoli allievi DISTANZE E RIFERIMENTI FISSI E NON DISCREZIONALI. Questo obiettivo può essere convenientemente raggiunto partendo da soluzioni già definite per il campo di gioco a 11, RIADATTANDOLE PROPORZIONALMENTE al campo di gioco a 7. Nel campo ad 11 si possono infatti identificare 4 differenti posizioni relative a 4 diversi riferimenti (vedere Figura 2): 1. Palla sulla linea di centrocampo → portiere al limite dell’area di rigore 2. Palla sul cerchio di centrocampo → portiere su dischetto di rigore 3. Palla sulla ¾ campo → portiere al limite dell’area piccola 4. Palla sul limite dell’area di rigore → portiere nei pressi della linea della porta 17
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Chiellini, allenatore dei portieri Attività di base del PISA Calcio Come mostrato in Figura 2 per ciascuna posizione (esclusa la posizione 4) è possibile calcolare dei coefficienti proporzionali tra la distanza del portiere dalla porta e la distanza della palla della porta. Questi coefficienti vengono quindi utilizzati, insieme ad opportune considerazioni logico-pratiche, per determinare le posizioni del portiere nel campo a 7 come mostrato in Figura 3. Da notare che le posizioni 1 e 2 del campo ad 11 sono state considerate come un’unica posizione nel campo a 7, in quanto: • generalmente nel campo a 7 il cerchio di centrocampo non è segnato; • date le ridotte misure del campo a 7, un eventuale cerchio andrebbe a finire a ridosso della linea di ¾ campo. Le posizioni del portiere a difesa dello spazio in funzione della posizione della palla (centrale) vengono quindi mostrate in Figura 4 18
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Chiellini, allenatore dei portieri Attività di base del PISA Calcio Per concludere, è possibile affermare che: • Le posizioni nel campo a 7 sono analoghe alle corrispondenti posizioni nel campo a 11, infatti: • Nella Posizione 1 il portiere si piazza a metà distanza tra il dischetto di rigore ed il limite dell’area di rigore “ACCORCIATA” (descritta più avanti), ovvero nella posizione intermedia tra le corrispondenti posizione 1 (limite area rigore) e posizione 2 (dischetto rigore) nel campo a 11. • Nella posizione 2 il portiere si piazza a metà distanza del dischetto di rigore, così come nella corrispondente posizione 2 del campo a 11 il portiere si piazza sull’area piccola che è proprio a metà distanza dal calcio di rigore. • Le posizioni nel campo a 7 sono analoghe alle corrispondenti posizioni nel campo a 11, infatti: • Per ovviare a questa mancanza possono essere utilizzati dei CONI di colore diverso posti ESTERNAMENTE al campo, ad esempio (vedere anche Figura 4): • CONI gialli per delimitare le aree di rigore (previsti anche da regolamento) • CONI blu per la posizione 1: il nostro portiere avrà il compito di trovarsi sul cono blu a lui più vicino quando la palla sarà sul cono blu più distante • CONI arancio per la posizione 2: il nostro portiere avrà il compito di trovarsi sul cono arancio a lui più vicino quando la palla sarà sul cono arancio più distante NOTA Per avere una distanza della ¾ campo dalla porta per cui abbia senso in generale parlare di difesa dello spazio, i coni relativi alla posizione 2 della palla vengono SEMPRE posti a 14,5 metri indipendentemente dalla lunghezza effettiva del campo. L’utilizzo dei coni può inoltre aiutare il portiere a: • non estraniarsi dal gioco in FASE DI POSSESSO nella metà campo avversaria: • in questo caso infatti potremmo dare come compito al portiere quello di assumere una posizione più avanzata rispetto alla posizione 1, ovvero porsi ad una distanza non inferiore ai 20 metri dalla linea difensiva (previo allenamento sul campo a stimare mentalmente tale distanza), • anche l’allenatore (sia specifico che di squadra) sarebbe facilitato nell’identificare una eventuale posizione troppo arretrata e stimolare il portiere ad assumere la corretta posizione; • evitare di ritornare troppo rapidamente vicino alla porta non appena gli avversari riconquistano palla, sapendo di dover restare fuori area fintanto che la palla si trova nella metà campo avversaria. Area di rigore “ACCORCIATA” Se consideriamo la distanza del rigore e la lunghezza dell’area nei campi a 9 ed 11 vale la relazione: Lunghezza Area di Rigore = 1,5 * Distanza Rigore - 0,5 Infatti, si ha: per il campo a 11: per il campo a 9: • lunghezza area: 16 metri • lunghezza area: 13 metri • distanza rigore: 11 metri • distanza rigore: 9 metri • e vale la relazione: 16 = 11*1,5-0,5 • e vale la relazione: 13 = 9*1,5-0,5 Questa relazione non vale per il campo a 7, dove la distanza del rigore è di 7 metri, mentre l’area di rigore è eccessivamente lunga e pari a 13m. Se consideriamo infatti la lunghezza minima del campo a 7 che è pari a 50 metri, un’area di rigore di 13 metri finisce 0,5 metri oltre la ¾ campo (vedere Figura 5), e complica significativamente sia l’insegnamento che l’apprendimento della difesa dello spazio 19
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