NATURA IN FORMA n 1/3 - GENNAIO 2023 - Associazione Naturalistica Sandonatese
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Presentazione Sommario n° 1 Ed eccoci al nuovo anno, il terzo della nostra Regno Vegetale rivista e al numero 1. 1. Flora psammofila del litorale veneto (Michele Za- netti) Si ricomincia con un articolo che, per il Re- Regno Animale gno Vegetale, riguarda la flora psammofila del 1. I corvidi urbani e il loro impatto ecologico (Michele litorale veneto. Zanetti) Per il Regno animale, invece, si parla dei Regno dei Funghi corvidi urbani. Una componente faunistica inte- 1. Ganoderma lucidum. Un fungo di grande interesse ecologico (Alberto Moretto). ressante e al tempo stesso problematica. Ecologia umana Riprende la rubrica Regno dei Funghi, gra- 1. Quanto vale una schia? (Michele Zanetti) zie alla collaborazione del Gruppo Micologico 2. Dalla Coca all’utopia (Enos Costantini) Sandonatese e del suo Presidente Alberto Mo- Natura e Poesia retto. 1. Albero solitario (Michele Zanetti) E’ quindi la volta dell’Ecologia umana, con 2. Nevica (MT52) un provocatorio pezzo di denuncia dal titolo Natura e Narrativa 1. A: Africa (Michele Zanetti) “Quanto vale una schia” e un bellissimo pezzo 2. I colubri (Vasilj Grossman) dell’amico agronomo Enos Costantini. Illustrazione naturalistica Per Natura & Poesia un componimento in 1. I Dinosauri di Renzo (Renzo Zanetti) versi abbinato ad una foto, per celebrare un Natura e politica grande albero abbattuto nel 2021 e una poesia 1. Tutti a caccia dei cinghiali (Michele Zanetti) su una nevicata, di MT52. Grandi alberi La rubrica Natura e Latteratura, ospita un 1. Omaggio ai Patriarchi arborei (Michele Zanetti) breve pezzo tratto da “Dizionario - quasi auto- Le nostre escursioni 1. La Val Pantena (Michele Zanetti) biografico - di un naturalista” dal titolo A: Africa I nostri programmi e inoltre un bellissimo pezzo autobiografico del 1. Programma conferenze e programma escursioni grande scrittore sovietico Vasilj Grossman, trat- ANS per il primo semestre del 2023. to dal romanzo “Stalingrado”. Eventi culturali (Biophotocontest; conferenza sul ritor- Per l’Illustrazione naturalistica è ancora no del Lupo). una volta Renzo Zanetti, con le sue mirabili ri- Le Foto dei Lettori costruzioni d’ambiente e di Dinosauri ad essere 1. (Anna Gloria Buscato, Corinna Marcolin, Maurizio Piovesan, Cristina Stella) nostro gradito ospite. Segue quindi una rubrica nuova, dal titolo Natura e Politica, che si prefigge di stigmatiz- zare le scelte politiche sbagliate dei nostri am- ministratori, locali o nazionali, in questo caso riguardanti l’abbattimento dei cinghiali. Per la rubrica Grandi Alberi viene proposta una breve passeggiata domenicale alla scoper- Hanno collaborato a questo numero ta di alcuni patriarchi arborei. E a seguire le im- Anna Gloria Buscato magini, corredate da commento scherzoso, Stefano Calò Enos Costantini dell’ultima escursione sociale della nostra As- Vasilj Grossman sociazione. Corinna Marcolin Infine i programmi relativi alla ripresa delle Alberto Moretto nostre serate divulgative e delle escursioni in Maurizio Piovesan ambiente, per il primo semestre 2023, nonché Cristina Stella MT52 le immancabili e come sempre, bellissime, Fo- Michele Zanetti to dei Lettori. Renzo Zanetti Buona lettura, buona visione e ….. .. al pros- simo anno e al prossimo numero. Le foto e i disegni, ove non diversamente indicato, sono di M. Zanetti. Michele Zanetti In copertina. Gennaio 2023. In giardino a Musile, Helleborus niger. 1
REGNO VEGETALE FLORA PSAMMOFILA Lappalone (Xanthium italicum). Segue, all’arenile, la prima dorsale di duna e DEL LITORALE VENETO dunque la cosiddetta “Duna marina”, creata dall’a- Di Michele Zanetti zione del vento, che genera cumuli di sabbia intor- no e a sommergere detriti vegetali quali tronchi, Con l’espressione “Flora psammofila” viene rami e depositi di alghe. Anche in questo caso la scientificamente indicata la speciale componente flora appare specializzata e formata da un numero floristica che colonizza il litorale sabbioso. ridotto di specie, tra cui prevale lo Sparto pungente Una flora speciale, s’è detto, avendo affrontato (Ammophila littoralis). E’, quest’ultima, una grami- un percorso evolutivo che ne ha adattato morfolo- nacea speciale, i cui steli hanno capacità di emet- gia, fisiologia ed ecologia ad un ambiente ostile tere radici se sommersi dalla sabbia; non solo, ma alla vita vegetale. Un ambiente, il litorale sabbioso, che con le stesse radici, sviluppate a formare una che presenta suoli incoerenti formati da sabbie di rete fine ed estesa, riesce a fermare il movimento origine fluvio-marina, intrisi di cristalli di cloruro di della sabbia consolidando la stessa duna. sodio e poverissimi di sostanza organica, oltre che Allo Sparto si accompagnano alcune altre specie mossi dal vento e caratterizzati da elevate escur- tolleranti l’aridità e la salsedine, tra cui la Calca- sioni termiche giornaliere. treppola marina (Eryngium maritimum), la Pastina- Limiti importanti, che le specie floristiche, arbore- ca (Pastinaca echiniphora), la Soldanella di mare e, arbustive ed erbacee insediate sui litorali veneti, (Calystegia soldanella) dalle splendide corolle e lo sono in grado di superare con successo, grazie Zigolo delle sabbie (Cyperus kalli). Il livello di co- appunto ai loro straordinari adattamenti. Paragona- pertura del suolo da parte della vegetazione erba- bili, questi ultimi, a quelli conseguiti dalla flora ru- cea è, in questo caso, assai modesto e non supera pestre alpina, che come le piante del litorale deve che raramente il 20%. affrontare lunghi periodi di aridità fisiologica dovuti alla trasformazione dell’acqua in ghiaccio e notevo- li escursioni termiche giornaliere del substrato. Con riferimento alla sola flora erbacea e suffruti- cosa, oggetto del presente breve articolo, va detto innanzitutto che essa si distribuisce nelle diverse fasce in cui appare organizzato il litorale sabbioso veneto, in relazione ai caratteri ambientali. Procedendo in successione secondo un ideale transetto trasversale ortogonale alla linea di litora- le, che consenta di cogliere la fitodiversità via via crescente di ciascuna, si comincia dall’arenile e dunque dalla spiaggia. Un autentico deserto, que- st’ultima, in quanto intrisa d’acqua marina, battuta dalle onde di burrasca, accarezzata dalle risacche di marea e sferzata dalla Bora e dalle brezze mari- ne. Soltanto alla sua estremità interna, dove la sabbia si accumula sui detriti spiaggiati, è presente una rarefatta e specializzata flora pioniera. Le specie presenti nella cosiddetta “Fascia delle piante pioniere”, collocata alla base della prima duna, sono la Rucchetta di mare (Diplotaxis tenuifolia), l’Er- ba medica di mare (Medicago maritima) e la Cachi- Sopra. Lappalone (Xanthium italicum). le (Cachile maritima), accompagnate talvolta dal Sotto. Soldanella di mare (Calystegia soldanella). 2
REGNO VEGETALE Sezione trasversale e successione degli habitat tipici del litorale sabbioso veneto. Oltre la prima duna, procedendo ancora verso palustris) o estremamente rare, come l’Ibisco litora- l’entroterra, si colloca la prima “Depressione inter- le (Kostaletzkya pentacarpos) – Punta Sabbioni - o dunale”, costituita da una fascia a suolo basso, per come la Mestolaccia ranuncoloide (Baldellia ranun- effetto del compattamento delle sabbie e dotato di culoides) – Foce Tagliamento. maggiore umidità. Superata la depressione interdunale si incontra La vegetazione che colonizza questa fascia vie- la “Duna grigia”, formata da dorsali di dune in cui ne chiamata Schoeneto-erianteto, dal nome scien- l’azione modellatrice del vento appare ormai estin- tifico della Canna di Ravenna (Erianthus ravennae) ta a causa della protezione offerta dalla prima duna e del Giunco nero (Schoenus nigricans), che ne e dalla vegetazione erbacea e suffruticosa. Si os- costituiscono gli elementi più rappresentativi e dif- servano in questa fascia cespugli come l’Erba fusi. querciola (Teucrium chamaedrys), come il Came- Essi formano coperture talvolta continue, inter- drio polio (Teucrium polium) o come il Camedrio rotte brevemente dalla presenza di alcune altre montano (Teucrium montanum), accompagnati da specie, quali la Fumana (Fumana procumbens), un alcune specie di graminacee e da altre specie er- cespuglio strisciante, il Giunchetto minore bacee quali l’en- (Scirpoides holoschoenus) e, nelle situazioni in cui demica Fiordaliso i ristagni d’acqua dolce sono relativamente prolun- di Tommasini gati, lo Scirpo marittimo (Bolboschoenus mariti- (Centaurea tom- mus) e il Lino marittimo (Linum maritimus). masini) e la Coda Le stesse depressioni interdunali si succedono di lepre (Lagurus ad ogni dorsale di duna e, mano a mano ci si allon- ovatus), con una tana dalla linea di battigia, la vegetazione assume copertura vegetale maggiore complessità. Nelle depressioni interne, che può superare ad esempio, sono presenti specie rare, come l’A- il 50%. stro spillo d’oro (Galatella linosyris), la Piantaggine altissima (Plantago altissima), la Soldinella acquati- ca (Hydrocotile vulgaris) – Punta Sabbioni, Foce Elleborine palustre Tagliamento - come l’Elleborine palustre (Epipactis (Epipactis palustris). 3
REGNO VEGETALE Sezione trasversale e successione degli habitat tipici del litorale di Valle Vecchia (Caorle, Ve). Alle spalle della duna grigia sorgono infine le ne che si alternano alle specie floristiche citate. Un basse dorsali della “Duna fossile”. patrimonio di vita vegetale che trova presso la de- Queste ultime costituiscono le formazioni dunali stra di foce Tagliamento (Bibione, S. Michele al più vecchie e consolidate e come tali appaiono di Tagliamento, Ve), Punta Sabbioni (Cavallino- profilo più basso e colonizzate da vegetazione ar- Treporti, Ve), Gli Alberoni del Lido di Venezia (Ve) borea e arbustiva, con frequenti formazioni artificia- e Porto Caleri (Rosolina, Ro), gli esempi più ricchi li coetanee di pineta a Pino domestico (Pinus pine- e interessanti, ancorchè dotati ciascuno di peculia- a). Nel sottobosco erbaceo e nelle radure soleggia- rità botaniche. Realtà minacciate dall’impatto dovu- te vegeta comunque una flora di grande interesse, to alla frequentazione balneare incontrollata, dall’- rappresentata da numerose orchidacee, tra cui l’- eustatismo marino e dalle ormai frequenti fibrilla- Orchide (Anacamptis pyramidalis), il Giglio caprino zioni meteo climatiche proprie del riscaldamento (Orchis morio), la Cefalantera maggiore globale. (Cephalanthera longifolia), la Cefalantera rossa (Cephalanthera rubra), l’Elleborine violacea Bibliografia (Epipactis atropurpurea), il Nido d’uccello · BONOMETTO LORENZO (a cura di), 1992, Un ambiente (Anacamptis nidus-avis) e Ofride verde-bruna naturale unico. Le spiagge e le dune della penisola (Ophys sphecodes). Accanto ad esse vegetano del Cavallino, Comune di Venezia. · ZANETTI MICHELE (a cura di), 2002, La foce del Taglia- formazioni di Lino delle fate piumoso (Stipa erio- mento, Nuova Dimensione, Portogruaro (Ve). caulis), Vedovelle dei prati (Globularia punctata), · CORINNA MARCOLIN, MICHELE ZANETTI, 2000, La sco- Lino montano (Linum angustifolium), Robbia selva- gliera, la spiaggia e la duna. Quaderno di educazione tica (Rubia peregrina), cespugli di Osiride (Osyris ambientale-4, Nuova Dimensione, Portogruaro, (Ve). alba) e, più raro e localizzato, di Ranno spinello · ZANETTI MICHELE (a cura di), 1998 - 2022, Flora e (Rhamnus saxatilis). Fauna della Pianura Veneta Orientale. Osservazioni di campagna, nn. 1-22, Associazione Naturalistica Ecco allora descritto, in sintesi estrema, il mirabi- Sandonatese, Noventa di Piave, Ve. le “Orto botanico naturale del litorale sabbioso ve- neto”, prescindendo dalle numerose specie allocto- 4
REGNO VEGETALE Sopra. Astro spillo-d’oro (Galatella linosyris). Ofride verde-bruna (Ophrys sphecodes). Sotto. Lino delle fate piumoso (Stipa eriocaulis). Il suolo sabbioso, incoeren- te, permeabile e mobile del litorale veneto. 5
REGNO ANIMALE I CORVIDI URBANI nura Veneta Orientale con popolazioni assai scar- E IL LORO IMPATTO ECOLOGICO se solo alcuni decenni addietro; mentre la Gazza, di Michele Zanetti protagonista di un incremento demografico decisa- mente notevole, è letteralmente dilagata negli stes- Il fenomeno dell’inurbamento della fauna selvati- si ambienti urbani, dopo aver saturato quelli agrari ca e dunque della colonizzazione degli spazi e del- contermini. le strutture urbane, è antico quanto gli stessi inse- Allo stato di fatto, dunque, le specie urbane della diamenti permanenti dell’uomo. Famiglia Corvidae sono quattro e il loro impatto è Esso riguarda, soprattutto ma non esclusiva- tutt’altro che trascurabile. mente, specie commensali dell’uomo, specie op- Ciascuna delle specie citate presenta infatti una portuniste e specie generaliste. Le prime rappre- dieta onnivora, che comprende elementi vegetali sentate ad esempio dai piccoli roditori, le seconde quali i frutti di meli, peri, fichi, cachi, ma anche oli- e le ultime da specie dotate di una certa intelligen- ve, ghiande e bacche di diverse specie; e inoltre za quali appunto i corvidi e da una certa “plasticità animali invertebrati come insetti e larve di moltepli- ecologica”, che consente loro di colonizzare habitat ci specie e piccoli vertebrati come anfibi, rettili, ni- diversi e di attingere a molteplici fonti alimentari, diacei e uova di uccelli, micro mammiferi, fino a quali gli stessi corvidi e la Volpe. giungere al consumo di carcasse di animali vittime In questa sede ci occupiamo brevemente dei del traffico stradale. “corvidi urbani” e dunque delle specie di uccelli, L’impatto ecologico dei corvidi riguarda soprat- quattro in tutto, che appartengono alla Famiglia tutto le altre specie di uccelli urbani e se è una leg- Corvidae e che risultano stabilmente insediate ne- genda popolare quella secondo cui i passeri sono gli ambienti urbani dell’intera Italia settentrionale. stati portati alle soglie dell’estinzione urbana pro- Si tratta della Cornacchia grigia (Corvus corone prio dalle gazze, ghiandaie e cornacchie, è invece cornix), della Taccola (Corvus monedula), della vero che la loro attività predatoria incide, talvolta in Gazza (Pica pica) e della Ghiandaia (Garrulus misura sensibile, sulle popolazioni di altre specie di glandarius). uccelli. Il fenomeno del loro inurbamento, con esclusio- Tra queste i columbiformi e dunque la Tortora ne della Taccola, nidificante da sempre su ruderi, dal collare orientale (Streptopelia decaocto), il Co- torrioni e mura difensive, è relativamente recente, lombaccio (Columba palumbus) e, in misura assai con un crescendo esponenziale negli ultimi tre de- minore, il Colombo domestico (Columba livia); ma cenni. Al punto che, allo stato di fatto, se si esclude anche turdidi come il Merlo (Turdus merula) e frin- la Tortora dal collare, con la quasi totale scompar- gillidi come il sa del Passero comune e la rarefazione del Ron- Cardellino done, la Cornacchia grigia è ormai la specie più (Carduelis car- frequente in ambiente urbano. duelis), il Verdo- Per quanto riguarda la Taccola, comunque, va ne (Carduelis detto che, nella Pianura Veneta Orientale, fino agli chloris), il Frin- anni Novanta del secolo scorso era presente esclu- guello (Fringilla sivamente con una piccola popolazione insediata coelebs) e il nel centro storico rinascimentale di Portogruaro, Verzellino essendosi diffusa soltanto nei successivi decenni (Carduelis spi- ad altre realtà, prediligendo curiosamente i ripetitori nus). telefonici e le strutture radar delle ex basi militari dismesse. Fra le tre specie di recente diffusione negli am- bienti urbani, la più sorprendente è forse la Ghian- Cornacchia grigia (Corvus corone daia, in quanto uccello forestale presente nella Pia- cornix). 6
REGNO ANIMALE In altre parole, quando la presenza di questi pre- datori alati raggiunge determinati livelli, le difficoltà riproduttive delle specie citate in precedenza divie- ne assai problematica; con la conseguenza che l’ambiente urbano si impoverisce di biodiversità e di musiche naturali. Ci si potrebbe comunque interrogare sulle ragio- ni ecologiche che hanno determinato il fenomeno dell’insediamento urbano dei corvidi e, come spes- so accade, le risposte possono essere molteplici. Prima fra tutte l’allentamento notevole della pressione predatoria esercitata dall’uomo e in parti- colare dagli agricoltori, sulle suddette specie, rite- nute nocive fino ad un passato relativamente re- cente. Quindi la perdita del patrimonio arboreo e della biodiversità della campagna, con la conse- guenza della compromissione dell’habitat riprodut- tivo e delle fonti alimentari. Infine l’oggettiva ricetti- vità dell’habitat urbano, con le sue temperature ele- vate anche nei mesi freddi, con la ricchezza di aree verdi e delle fonti alimentari legate alle attività an- tropiche. La situazione creatasi negli ultimi due-tre decen- ni, peraltro, risulta sostanzialmente irreversibile, data la difficoltà oggettiva di un controllo delle po- polazioni dei corvidi in ambiente urbano. Non rimane che sperare che lo Sparviere (Accipiter nisus), accipitride di recente insediamen- to nello stesso ambiente urbano, ancorché assai più frequente nella stagione invernale, rivolga le proprie attenzioni predatorie verso i corvidi, che peraltro sanno difendersi efficacemente. Infine si auspica che il grande e temibile Pellegrino (Falco peregrinus) vinca la ritrosia e la diffidenza nei con- fronti degli umani, che ancora troppo spesso lo sparano e cominci a frequentare più assiduamente gli stessi ambienti urbani. Nel frattempo accontentiamoci dei costosi alto- parlanti insediati nelle piazze, che ne imitano il ver- so, spaventando i bambini, suscitando una certa inquietudine tra i cittadini e spaventando i colombi … per qualche minuto. Disegni a lato. Dall’alto in basso Gazza (Pica pica). Ghiandaia (Garrulus glandarius) Taccola (Corvus monedula). 7
REGNO ANIMALE In alto Gazza che becchetta una scarpa. I corvidi sono uccelli molto intelligenti, curiosi e fa- cilmente addomesticabili. A lato Ghiandaia che ha predato un giovanissimo passero. Evento non frequentissimo. Sotto a sinistra Sparviere. Le femmine di que- sta specie, di dimensioni mag- giori dei maschi, possono pre- dare individui di ghiandaia e, più raramente di gazza. Sotto a destra Pellegrino. Questo falco, che frequenta anche stabilmente i grandi centri urbani, preda i corvidi, compresa la cornac- chia grigia. 8
REGNO DEI FUNGHI Con questo numero della rivista ab- Robinia prediligendo uno sviluppo di tipo saprofita, su ceppaie o radici di piante morte. biamo il piacere di rinnovare la colla- Fruttifica tutto l’anno ed è specie comune in par- borazione con il Gruppo Micologico chi, giardini e boschi di tutta Italia, con un’ampia Sandonatese, dopo la scomparsa distribuzione geografica globale che va dall’Oriente dell’amico e collega Mario Valerio. al Nord America passando per tutta Europa. Da un punto di vista morfologico, si presenta spesso a forma di mestolo, con un cappello circo- GANODERMA LUCIDUM lare o reniforme (diametro 3-10 cm, spessore 2-3 UN FUNGO DI GRANDE INTERESSE cm), molte volte concentricamente solcato e zona- ECOLOGICO to con i margini ispessiti, ondulati, bianchi o gialla- di Alberto Moretto* stri. La superficie fertile, area nella quale avviene Ganoderma lucidum (Curtis : Fr.) P. Karst. dal produzione, maturazione e dispersione delle spore greco γάνος, gános = lucentezza e δέρμα, dérma = (imenoforo), ricorda la spugna dei più noti porcini pelle; dal latino lucidus = lucido, “con la pelle lu- (a tubuli e pori), ed è composta da un insieme di cente” per il suo aspetto laccato, è un fungo di fa- tubicini dal piccolissimo diametro, inizialmente ma millenaria, tant’è che le notizie del suo impiego bianchi, poi nocciola, che imbruniscono nei punti in Oriente, risalgono a molti secoli prima di Cristo. lesionati. È annoverato tra le dieci sostanze terapeutiche Questo tessuto è formato generalmente da un maggiormente efficaci in natura e per questo moti- solo strato di tubuli ed è inseparabile dalla carne vo è conosciuto, coltivato e commercializzato in del cappello, inoltre può accadere che inglobi ma- tutto il mondo con il nome di “Reishi”, appellativo teriali di origine vegetale nel corso della sua cresci- giapponese corrispondente a “fungo dell’immortali- ta. tà”. Lo stipite (lunghezza 6-12 cm, spessore 1-2 cm) È una specie appartenente all’ordine Polypora- è noduloso, bitorzoluto, centrale od eccentrico. les, insieme di funghi per la maggior parte lignicoli, Le superfici esterne di gambo e cappello, sono che rivestono un ruolo ecologico molto importante. ricoperte da una crosta lucida di colore rosso, ros- Alcuni di essi, patogeni più o meno aggressivi di so fegato, bruno o nerastro e di natura resinosa a alberi già sofferenti o indeboliti per altre cause, ne causa della presenza di microscopici elementi cilin- determinano la fine, contribuendo alla selezione drico-clavati, addensati tra loro a formare una soli- naturale (parassiti). da palizzata (struttura imeniodermoide). Altri si cibano di piante già morte e contribuisco- Coppia di giovani esemplari (foto S. Rocchi, AMINT). no all'equilibrio dell’ecosistema disgregando il le- gno in sostanza organica grazie ai loro enzimi (saprofiti). In particolare, se questi “polipori” consumano prevalentemente la cellulosa contenuta nel legno, provocano un imbrunimento della zona colpita e la frattura in porzioni simili a parallelepipedi (carie bruna). Viceversa, il consumo di lignina, determina una colorazione più chiara, sbiancata e la perdita di consistenza strutturale del legno (carie bianca). È questo il caso di Ganoderma lucidum che cre- sce soprattutto su latifoglie, in particolare Celtis, Populus, Fraxinus, Platanus, Fagus, Acer, Tillia e 9
REGNO DEI FUNGHI Da un punto di vista alimentare, l’impossibilità di masticarne la carne, tenace e fibrosa, rende ne- cessaria l’assunzione sotto forma di polvere, decot- ti acquosi, estratti alcolici o capsule in modo da trarre beneficio dalle oltre 400 sostanze bioattive contenute nel fungo, in particolare da quei compo- nenti utili in campo terapeutico come terpeni, β- glucani, enzimi e fibre. Gli studi in campo medico hanno infatti eviden- ziato effetti anticancro, ipocolesterolemizzanti, im- munoregolatori, antiallergici, antiossidanti, epato- protettori, ipoglicemizzanti, antibatterici, antivirali, antifungini con occasionali segnalazioni di leggeri disturbi di stomaco, eritemi cutanei o cefalea, limi- tati al primo periodo di utilizzo e attribuibili ad un processo di detossificazione innescato dal fungo. Assai rari sono casi di vertigini e sintomi di epa- totossicità, mentre bisogna prestare attenzione al- l'assunzione contemporanea di farmaci anti- ipertensivi, anticoagulanti ed ipoglicemizzanti poi- ché il fungo, svolgendo tutte queste attività, può provocare ipotensione, sanguinamento eccessivo o ipoglicemia. Infine, esperimenti fatti nel topo, comparati ideal- mente all’essere umano, attribuiscono al fungo la capacità di poter allungare la vita del 10-20% (7-16 anni) alimentando la millenaria leggenda sulle pro- prietà immortali di Ganoderma lucidum, che può essere di conseguenza considerato, un vero e pro- prio nutrimento per il corpo e per lo spirito. * Presidente del Gruppo Micologico Sandonatese Bibliografia · BERNICCHIA A., 2005, Polyporaceae s. l. Ediz. italiana e inglese, Origgio, Edizioni Candusso. Dall’alto in basso · Esemplare adulto · GRUPPO MICOLOGICO “G. BRESADOLA”, 2015, Primi (foto Stefano passi in Micologia, Litografica Editrice Saturnia, Tn. Rocchi AMINT). · Particolare del · BOCCARDO F., TRAVERSO M., VIZZINI A., ZOTTI M., 20- cappello dall’a- spetto tipicamen- 08, Funghi d'Italia, Bologna, Zanichelli. te laccato (foto Stefano Rocchi · PADOVAN F., LORENZON L., CAMPO, E., FLORIANI M., AMINT). MICHELIN L., BROTZU R., BIZIO E., MAGNOZZI M., 2020, · Particolare dell’i- 1260 funghi della Provincia di Belluno, Rasai di Seren menoforo con del Grappa, Gruppo DBS – SMAA srl. elementi vegetali inglobati durante la crescita (Foto · AMINT., 2016, Ganoderma Lucidum. Sito: S. Rocchi). “www.funghiitaliani.it”. · Alcune forme di polipori in sezio- · BIANCHI I., 2015, Guarire con i funghi medicinali, Tre- ne (da Polypora- viso, Editoriale Programma. ceae s. l.) 10
ECOLOGIA UMANA QUANTO VALE UNA SCHIA? vazioni in tasca che percorrono con passo lento le Brevi considerazioni sugli indicatori biotici capezzagne, gli argini e i margini delle siepi di campagna. Correndo peraltro il rischio di essere di qualità dell’ambiente scacciati in malo modo dai contadini gelosi della Di Michele Zanetti propria privacy e mal disposti verso gli estranei che non siano cacciatori o pescatori. Partiamo dalla banale (?) e misconosciuta Schia Tornando agli indicatori della nostra salute (che dei Veneti, che poi sarebbe il Gamberetto d’acqua poi è la stessa dell’ambiente), cancellati dal pro- dolce il cui nome scientifico fa Palaemonetes an- gresso sporco e inquinatore di cui ci siamo fatti tennarius. dono, vorremmo ricordare i Tritoni. Anfibi dal corpo A proposito: chi la conosce? E perché partire lacertiforme, questi ultimi; animali che respirano proprio da lei? con la pelle e che sono sensibilissimi alla qualità Semplice: questo gamberetto, in passato fre- delle acque. In passato frequentissimi nelle scoline quente fino all’uso alimentare e tipico abitatore dei della campagna, ora sono introvabili. fossi agrari ricchi di vegetazione acquatica, è oggi Ma anche le tartarughe palustri (Emys orbicula- scomparso dalla quasi totalità degli stessi fossi. ris) che popolavano gli stessi fossi e che ora sono Il fatto poi che si parta da lei per le brevi conside- state sostituite dai mostri di origine nordamericana razioni che seguono, è dovuto al suo rilevante, o liberati a decine di migliaia in ogni ambiente acqua- meglio fondamentale, ruolo ecologico e a quello di tico urbano o extraurbano. Meno sensibili delle indicatore della qualità chimica delle acque di su- specie precedenti alla qualità delle acque, le tarta- perficie delle campagne venete di pianura. Se in- rughe nostrane sono quasi del tutto scomparse a fatti questa specie costituiva un anello importantis- causa della estrema rarefazione delle loro prede e simo delle catene alimentari d’ambiente sommer- della concorrenza alimentare delle americane. so, la sua sensibilità alla qualità delle acque ne fa- Se poi vogliamo prendere in considerazione la ceva una sorta di “sentinella bio-chimica”, la cui Fauna ittica e dunque i pesci, il quadro che si pro- scomparsa indica evidentemente uno stato di de- spetta è a dir poco sconfortante. grado grave delle stesse acque. Qualcuno ricorda le Alborelle? E’ brussoete? Negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso Anche questi piccoli ciprinidi erano frequentissimi, bastava un passaggio di guadino e le schie veniva- ma anch’essi erano sensibili alle acque pulite e no catturate a decine. Trovarne qualcuna ora è im- dunque ora sono pressoché scomparsi dai piccoli presa difficile e questo ci pone un quesito apparen- corsi d’acqua, sostituite da Pseudorasbora parva, temente banale: quanto vale una schia? una specie asiatica, cui fanno compagnia il Siluro Chi mai ha quantificato il “valore economico ed europeo (Silurus glanis), il Carassio cinese ecologico” di questa specie, in modo tale da indur- (Carassius auratus) e altre, numerose specie alloc- re chi avrebbe dovuto occuparsi istituzionalmente tone. della qualità delle acque a farlo? Ora, tutto questo significa semplicemente Nessuno, temiamo e dunque la schia valeva me- “disastro ecologico”, che non è dovuto al Riscalda- no di nulla; come tutto il resto, peraltro. mento globale, ma alla nostra scandalosa capacità Sì perché gli indicatori biotici della qualità delle di non vedere e di non correggere i guasti di cui acque dolci erano molteplici. Erano perché sono siamo stati autori. Tutti: cittadini, pescatori, ammi- scomparsi: cancellati dalla devastazione bio- nistratori e grandi uomini politici. chimica delle acque interne del Veneto di pianura. La schia, insomma, non vale proprio nulla, con Quanto al fatto che oggi, in questa sede, se ne buona pace del green (ma cosa vorrà mai dire parli, potrà sembrare faccenda da naturalisti, da questa parola alloctona) che ci viene propinato, a pseudo-scienziati della domenica. Da palate, in ogni pubblicità, in ogni programma politi- “appassionati della natura”, insomma e dunque co e in ogni grande consesso internazionale. appannaggio degli scemi con il cappellino da scemi e con il binocolo a tracolla e il taccuino delle osser- 11
ECOLOGIA UMANA In alto. Gamberetto d’acqua dolce “Schia” (Palaemonetes antennarius). Sopra. Alborella (Alburnus alborella). Specie fre- quentissima fino ad un passato recente e attual- mente estinta nelle acque lentiche della campagna. A lato. Paseudorasbora (Pseudorasbora parva). Specie asiatica di recente introduzione e di rapida espansione nelle acque dolci della Pianura Veneta. Bibliografia ZANETTI MICHELE, 1988, Il fosso, il salice, la siepe, Nuova Dimensione, Portogruaro, Ve. 12
ECOLOGIA UMANA DALLA COCA ALL’UTOPIA alla bisogna. di Enos Costantini* Risposta per un paesotto di un migliaio di abitan- ti: il fornaio produce, o fa produrre, le granaglie che gli servono, le conserva in apposito magazzino do- Erano gli anni Cinquanta, sul loro finire. tato di mulino (una spesa abbordabile) e macina Ogni tanto una zia giovane e “moderna” ci porta- quel tanto che gli serve quotidianamente. Il pane è va, in quello sperduto casale della Bassa, un botti- per definizione religiosa “quotidiano”. Così si a- glione di Coca-Cola: bottiglione di vetro. Più che vrebbe un prodotto fresco, buono, sano e con i piacere, a noi bambini stimolava la curiosità quel principi nutrizionali conservati. gusto nuovo e improbabile. Però aveva una buona Il fornaio avrà più lavoro? E con ciò? Coinvolge- vena di dolce e il dolce era un sapore ancora raro. rà la famiglia, pagherà degli aiutanti. Non si fa altro La nonna correva prontamente a prendere l’acqua che parlare di posti di lavoro che mancano e quan- nei secchi appesi sull’acquaio e, con il cop, allun- do se ne creano di validi, per giunta in loco, fate i gava la coca. – Altrimenti non rende (a no riona) – difficili? aggiungeva perentoria per rispondere alle nostre Il pane costerà di più? No, perché non vi saran- espressioni facciali interrogative e deluse dal sapo- no alternative se il grano straniero marcio e carico re irritante di fanghiglia diluita. di diserbanti non attraccherà più nei nostri porti Ora la Coca-Cola produce 110 miliardi di botti- causa guerre o carenza di energia fossile. E se glie all’anno (dato del 2018), cioè 3.400 ogni santo anche quel grano arrivasse lo dovremmo rifiutare, secondo. Bottiglie di plastica, un materiale per certi meglio tardi che mai, per concentrarsi su quello versi utilissimo che, per colpevole cupidigia, ora che può produrre la regione di residenza. Il fornaio impesta l’orbe terracqueo. dovrà fare il pane senza tanti additivi, coadiuvanti, Ma non sono qui per un sermone sulla plastica, conservanti e zozzerie varie? Sì, imparerà. Il pane né sulla Coca. Son qui per porre una domanda: degli anni Cinquanta non era poi così cattivo e i potremmo rinunciare alle bibite colorate, gasate ed fornai sapevano il loro mestiere. edulcorate? Sì che potremmo, con grande vantag- Negli anni Cinquanta Osoppo, dove nacqui, con- gio per la nostra salute. La nostra salute e quella tava 2880 abitanti, piuttosto poveri per i criteri at- dell’ambiente di pari passo vanno. tuali. Ma c’erano tre forni. Visti i tempi grami che corrono, e quelli ancor più Voglio tornare indietro? No, voglio andare avanti; grami che correranno, non è una grande rinuncia. il passato non ritorna, può servire solo come mo- Provate ora a entrare in un supermercato e guar- dello numerico. datevi attorno: a che cosa potreste rinunciare? A Negli anni Sessanta a Trasaghis dove fui giova- quasi tutto! Ho detto “potreste”, sperando di non ne, circa 300 abitanti esclusi i molti emigranti, c’e- dover scrivere un giorno “dovreste” o, peggio, rano un forno, una macelleria frequentata soprat- “obbligatoriamente dovete”. Vale sempre questo tutto di sabato (si mangiava carne!), quattro osterie banale concetto: “o il futuro te lo prepari o lui ti ag- di cui due con generi alimentari (pasta, riso, morta- gredisce”. Nel momento in cui scrivo, ottobre 2022, della, gorgonzola, zucchero, surrogati di caffè…) e l’aggressione è cominciata. ci metto pure un calzolaio, due fabbri, una officina Voglio andare oltre: in questa fase storica è tutto meccanica, un falegname, un sarto, una merceria, il sistema agroalimentare che va rivisto. Ciò signifi- una rivendita di vino, una ferramenta… certo non ca che l’intera società dovrà cambiare? Probabil- solo per i paesani, ma anche per chi era di passag- mente sì, ma è meglio un cambiamento voluto e gio o per chi, dalle frazioni vicine, arrivava per la guidato dal basso, in modo consapevole, piuttosto posta, il municipio e l’ambulatorio medico. che un drastico crollo pilotato da interessi alieni e Ecco come un villaggetto poteva fornire beni e foriero di probabili barbarie. servizi. Ora rimangono certi servizi, una osteria e il Al pane non si può rinunciare, ovvio. E se non forno: quanti posti di lavoro sono andati perduti? arrivano più farine? Coi cereali di produzione locale, i mulini e i pani- Risposta per 6 villette di periferia: 6 famiglie co- fici, avanzerà qualcosa per mantenere un pollaio. struiscono un forno comune e ogni fine settimana Anche comunitario, perché no? Il pollo offre il mi- sfornano pane, pizza, biscotti, eccetera. Nulla vieta glior indice di trasformazione dei cereali in carne. che acquistino frumento locale in granella e che lo Riemergerà dalle tenebre della storia quel perso- conservino in adatto ambiente facendolo macinare naggio leggendario che era il ladro di polli. Bentor- 13
ECOLOGIA UMANA nato! Tra gli imperseguibili ladroni di Wall Street, A lato dai quali l’economia locale ci consentirà di affran- Una bottiglia carci almeno in parte, e il noto ladruncolo della por- di Coca- ta accanto la scelta è presto fatta. I primi sono im- Cola, muni da carabinieri e finanzieri, il secondo ogni simbolo tanto possiamo consegnarlo al maresciallo e porta- della re le uova alla madre vedova. cultura e della Ancora un esempio. È provato che il controllo civiltà delle malerbe nelle colture agrarie si può fare con (?) USA. mezzi fisici, prevalentemente meccanici. L’abolizio- ne dei pestiferi diserbanti chimici comporterebbe, come per magia, il (ri)sorgere dei fabbri di paese: non si può andare lontano per riparare un rincalza- tore, un sarchiatore, uno strigliatore… Utopia? Utopia? No, praticità. Il futuro è una cosa pratica. Se rimanete imbambiniti e rimbambiti sul sofà da- vanti alla tivù il futuro vi ghermirà: i rapaci non han- no pietà. * Agronomo Sotto. Scorci urbani di Valvasone. Il Friuli contadino del- la saggezza popolare e della sostenibilità. 14
NATURA & POESIA Questo albero eroico è stato abbattuto senza apparente motivo nel 2020 Nevica Di MT52* Nevica di traverso A larghe falde Nevica con la Bora Che graffia il paesaggio Impietosa Nevica sulla campagna Intrisa di silenzi Sugli orizzonti dell’anima Sui bordi delle strade Incolti e spettinati Nevica sulle geometrie metalliche Dei vigneti industriali Sulle zolle brune in attesa del seme Sui cuori smarriti dai presagi Dell’evento inatteso Nevica sulle angosce senili E sulle nostalgie Che affliggono il cuore Lievemente E la neve si posa Leggera Su ogni cosa Come una medicina dell’anima Che fa tornare bambini. 02 dicembre 2020 * Poeta 15
NATURA & NARRATIVA - Africa: continente equatoriale proteso nell’- reale e consapevole dalle letture naturalistiche, emisfero australe il cui sistema naturale ha sentivo che l’appuntamento della mia vita con la creato l’uomo; il suo profilo risulta assimila- Grande Madre poteva assumere i contorni delle bile ad una gigantesca e irregolare pirami- cose possibili. Partimmo (Gianni, Beppi ed io) il 27 de rovesciata, con la base lambita dalle ac- febbraio del 1985 e fu un viaggio lungo e non privo que del Mediterraneo ed il vertice dalle ac- di imprevisti. Ci accolse il cielo di Nairobi, dove que degli oceani Atlantico e Indiano. vessilli bianchi di nuvole veleggiano, sospinti dai Nel cuore di ciascuno di noi c’è un frammento venti degli altipiani del Kenya, verso montagne lon- d’Africa nascosto in un recesso segreto e pronto a tane e misteriose. Per nove giorni l’orologio del germinare come un seme lungamente quiescente. tempo che scandisce i ritmi della mia vita sembrò Mi è difficile parlare dell’Africa, come lo è delle fermarsi, per consentirmi di volare in una diversa cose di cui si ha nostalgia; di quelle che hai amato dimensione dell’esistenza; per nove giorni di inde- di un amore travolgente e consumato in fretta, pri- scrivibile intensità ho vissuto un tempo lunghissi- ma che scomparissero dalla tua vita forse per sem- mo, che non saprei quantificare. Per nove giorni pre. E tuttavia devo farlo, perché Lei continua ad …“ho visto cose che voi umani nemmeno potete essere dentro di me, nei sogni confezionati dalle immaginare”: ho visto i villaggi Turkana perduti sul- alchimie segrete del mio immaginario, che colora- le sponde di un vastissimo lago di colore cobalto, no di piacere leggero le notti in cui lo spirito vola le aquile urlatrici scrutare il proprio territorio di cac- libero verso la “casa ancestrale”. cia dalla cima di una palma, il baluginare del mirag- Tutto cominciò, credo, con la mia nascita: in altre gio rosa di milioni di fenicotteri, gli orizzonti immu- parole con il corredo genetico che, per combinazio- tabili della savana costellati di acacie dal tronco ne della sorte naturale, mi ritrovai a dover subire e giallo, la giraffe danzare nel galoppo ondeggiato gestire e che doveva orientare ineluttabilmente la della fuga, gli avvoltoi veleggiare sul tempo immu- mia vita. Fin da bambino, infatti, ne fui attratto: Afri- tabile delle mie origini, gli elefanti restituire il movi- ca significava soprattutto savane sconfinate, bran- mento e i rituali della vita animale alla savana del chi irrequieti di zebre e di gnu, ruggito di leoni, pro- primo mattino del mondo. Le ho viste, queste stes- fili scuri di giraffe ritagliati sulla luce del tramonto se cose, con gli occhi di un naturalista ed ho potuto ed appunto tempo ancestrale, in cui la scena ed i capire quale privilegio sia concesso ai popoli che protagonisti non cambiano mai, ma si confrontano, hanno stipulato la pace con gli animali selvatici: immutabili, dalla notte dei tempi e tali sono destina- che proprio per questo non ti temono e non fuggo- ti a rimanere, per consentirci di sognare l’eternità e no dinanzi a te, per concederti il privilegio di osser- l’armonia. Per questo e perché le mie emozioni varli e di dialogare segretamente con loro, median- fiorivano anche nel suo animo, mio padre mi porta- te gli atteggiamenti ed i movimenti del tuo corpo. va, bambino, a vedere “i film d’Africa”. Erano, in genere, polpettoni holliwoodiani di tipo venatorio- Kenya, Parco Nazionale Masai-Mara. Bufalo cafro. sentimentale, dalle improbabili e spesso inesistenti trame e tuttavia bastava la scena di un galoppo sfrenato di zebre, cui il gioco ipnotico del bianco e nero conferiva una forza epica, per consentirci di volare, di esserci, di partecipare, di percepire il fa- scino travolgente dell’assoluto naturale e di sentir- cene appagati. L’Africa cresceva così, impercettibilmente, den- tro di me, nella mia mente e nel mio cuore di bam- bino e di adolescente; e mano a mano il tempo passava e la sua prima immagine veniva stempe- rata dalla razionalità e restituita ad una dimensione 16
NATURA & NARRATIVA In Africa ho ritrovato la dimensione dell’essere che può spogliarti dai bisogni e fermare l’inesauribile e vana ricerca di equilibrio interiore della vita di ciascuno: ho sentito che ero “tornato a casa”, avendo ritrovato la savana da cui il mio avventuroso viaggio di specie, vocata alla conquista di nuovi ambienti e di nuovi spazi, era partito alcune centinaia di migliaia di anni fa. In Africa ho provato emozioni che non riuscirò mai a raccontare e che mi apparterranno, per sempre, come una ricchezza personale e inviolabile. Non tornerò più in Africa, lo sento. Esperienze così intense e coinvolgenti sono concesse, nella vita, una sola volta. Oltretutto una sottile, segreta angoscia mi opprime l’animo, in modo intollerabile: sono certo, infatti, che la troverei cambiata, forse degradata, sicuramente impoverita e diversa, come un sogno destinato a corrompersi nella dimensione della realtà e questo non potrei sopportarlo. Preferisco portare “la mia Africa” nel cuore e tornare a sognare, magari al cinema. Da ZANETTI MICHELE, 2002, Dizionario quasi au- In alto. Kenya, Lago Naivasha. Sopra. Kenya, Masai tobiografico di un naturalista, inedito Mara, Ghepardo. Sotto. Kenya, Nakuru, Impala. 17
NATURA & NARRATIVA In questo numero della nostra rivista ab- masto a lungo nascosto, immobile, mentre un biamo voluto citare un grande scrittore del topo si avvicinava per dare l’assalto alla sacca di Novecento. Cencov. Era poi schizzato fuori di colpo, e il topo Si tratta del giornalista sovietico Vasilij aveva dato uno squittio straziante in cui aveva Grossman (1905-1964), autore di alcuni concentrato tutto l’orrore della morte. E il colubro straordinari romanzi, tra cui Vita e destino e se l’era portato frusciando dietro le assi. Stalingrado, di cui si consiglia la lettura. “Ce lo teniamo al posto del gatto” disse Polja- Il brano che proponiamo è tratto dalla se- kov. “Lui acchiappa i topi e voi non lo infilzate. E’ conda opera e presenta una precisa e affa- una bestia innocua: sembra pericolosa ma non lo scinante connotazione naturalistica. Vi si è”. descrive la singolare convivenza dei soldati Il colubro sembrò aver sentito, si fidò dei solda- sovietici e dei colubri (i biacchi), nelle trin- ti e smise di nascondersi: si aggirava per il rifu- cee della steppa russa, durante il secondo gio, andava, veniva, faceva quel che doveva e conflitto mondiale. poi, stanco, si andava a riposare lungo la parete, Buona lettura accanto alla sacca di Poljakov. Una sera in cui nella penombra terragna del Quella notte Cencov diede un urlo lancinante rifugio si erano accese le strisce polverose dei facendo spaventare decine di persone, che bal- raggi sghembi del sole e l’ambra gialla della resi- zarono in piedi mettendo mano alle armi. Si sco- na fra le assi, i volontari assistettero a una strana prì che un colubro era salito sul suo tavolaccio e scena. gli si era infilato sotto la casacca. Quando Cen- Sereza stava rileggendo la sua lettera. Polja- cov si era rigirato nel sonno e l’aveva schiaccia- kov gli si avvicinò in silenzio, gli sfiorò la spalla e to, il serpente aveva cominciato a dimenarsi cer- gli sussurrò: “Guarda …”. cando un varco dal colletto o giù per i pantaloni. Sereza alzò gli occhi e si guardò intorno senza “Era una specie di molla gelata con una forza troppa convinzione. Non si asciugò le lacrime, tremenda” disse Cencov, che con un fiammifero tanto sapeva che nella penombra del rifugio nes- acceso tra le dita tremanti, gonfiando le narici, suno avrebbe notato i suoi occhi lucidi che rileg- fissava terrorizzato l’angolo dov’era sparito il ser- gevano per la centesima volta le poche righe del- pente. la lettera. “Voleva scaldarsi: lui è nudo e la notte ha fred- In un angolo, un elmetto appeso dondolava do” sbadigliò Poljakov. tintinnando, illuminato da una striscia di luce den- Scoprirono presto che i colubri avevano preso sa. Sereza capì che a farlo dondolare era il colu- possesso di diversi rifugi vuoti, e che ora che gli bro, che alla luce del sole sembrava color del ra- umani erano tornati non avevano comunque in- me. Guardò meglio, e vide che lentamente, con tenzione di sloggiare. grande sforzo, il serpente stava facendo la muta, Dietro le tavole alle pareti li si sentiva frusciare che la nuova pelle pareva sudata e brillava come agitati, sibilanti. una castagna appena uscita dal riccio. Gli uomini I “cittadini” avevano le convulsioni per la paura, osservarono la sua fatica trattenendo il fiato: a- qualcuno neanche voleva più dormire nei rifugi, desso si lamenterà, pensavano, gemerà, che nonostante i colubri fossero innocui, nonostante uscire da quell’involucro duro e morto dev’essere fossero come le bisce. Molto più molesti di loro, un’impresa. La penombra silenziosa trafitta dalla per esempio, erano i topi selvatici. Miravano al luce e quello spettacolo cui nessuno aveva mai pane secco dei soldati, foravano le sacche e su- assistito – un serpente che si fidava a fare la mu- bito trovavano gli involti bianchi delle zollette di ta di fronte a degli uomini che lo guardavano – zucchero. La dottoressa aveva spiegato che i to- catturarono i soldati. pi diffondevano un brutto male che si chiamava Lo osservarono in silenzio, e c’era da credere “Tularemia”. che la luce asciutta e polverosa della sera aves- Durante la guerra i topi si erano moltiplicati: se trafitto anche loro; intorno c’era solo silenzio: dove si combatteva il grano era rimasto nei cam- tutti pensavano. Fu in quel preciso istante che la pi e ci pensavano i topi a raccoglierlo. All’alba i sentinella diede un grido disperato: volontari videro che il colubro li cacciava: era ri- “Sergente maggiore, i tedeschi!”. 18
ILLUSTRAZIONE NATURALISTICA I dinosauri di Renzo Disegnare dinosauri non è un esercizio fantascientifico, ma implica piuttosto uno studio accurato dei paleo ambienti, del paesaggio e della vegetazione di al- tre e lontanissime ere geologiche; oltre che dell’anatomia, della struttura sche- letrica e dell’epidermide dei rettili in ge- nerale e dei reperti fossili in particolare. Questo è stato l’impegno di Renzo Za- netti per oltre cinquant’anni. I risultati, sorprendenti e al tempo stesso di affa- scinante realismo scientifico, sono quelli espressi dalle tavole che propo- niamo in questa pagina. 19
NATURA E POLITICA TUTTI A CACCIA DEI CINGHIALI la sera prima ho depositato accanto al cassonetto di Michele Zanetti ricolmo, prendo il fedele Kalashnikov estraendolo da sotto il letto, dove lo custodisco per sottrarlo ai Finalmente la caccia urbana al cinghiale è stata giochi dei bambini e faccio fuoco. Non funziona dichiarata aperta. mica così. Anche perché il rischio è quello di ab- Il provvedimento, adottato dal governo di destra battere la vecchietta che, proprio a quell’ora e incu- dopo 15 secondi dall’avvenuto insediamento – re- rante dei cinghiali, sta portando da mangiare ai cord assoluto -, era atteso da decenni. gatti. Ad attenderlo, in particolare, erano le associa- La cosa, in realtà è assai più complessa; anzi, zioni dei bracconieri (ramo operativo della Prote- estremamente complessa e pericolosa. Persino in zione Civile), le associazioni venatorie termini culturali, per il messaggio imbecille e belli- (emanazione delle case di riposo per Anziani), i coso che si diffonde tra la popolazione (leggi commercianti di materiali da guerriglia urbana (tute “popolo bue”), che a quel punto pensa, ovviamen- mimetiche, coltelli modello “Rambo”, elmetti con te, che quella di sparare sia la soluzione a tutti i videocamera, fucili automatici con puntatore laser, numerosi problemi di convivenza con la fauna sel- mitragliatori da duemila colpi al minuto, munizioni a vatica. frammentazione, ecc.) e i titolati dei laboratori Poi ci sono gli aspetti meramente tecnici, della “Tattoo” (per tatuare cinghialoni, croci celtiche e serie: per abbattere un cinghiale servono cartucce “boia chi molla”, questi ultimi slogan riferiti alla e- a pallettoni o a munizione singola e dunque quella terna lotta tra l’uomo e il cinghiale, sul petto villoso da guerra e da caccia grossa, che tanto, abbattere e canuto degli stessi bracconieri e cacciatori). un uomo o un bufalo non fa differenza. Ebbene è Fin qui lo stato delle cose, nella piccola Repub- semplicemente demenziale pensare di impiegare blica delle banane italiota; ma tra il dire, o meglio il tali munizioni in ambiente urbano o anche solo nel- proclamare, il decretare e il fare, c’è di mezzo un le campagne, semplicemente perché pericolosissi- oceano. mo. Tanto più demenziale se si pensa di delegare Già, parliamo seriamente, dopo il necessario e tale compito alla benemerita categoria dei caccia- liberatorio sfogo: come faremo a fucilare le migliaia tori: gli stessi cui si deve il problema dell’introduzio- di cinghiali che assediano minacciosamente le no- ne e del conseguente sovra popolamento del cin- stre roccaforti urbane? ghiale nell’Italia settentrionale. Purtroppo, caro Lettore, il tema non ispira serie- Tanto per rinfrescare la memoria ai nostri gover- tà e dunque siamo costretti a rimanere nel faceto, nanti, che sembrano esserne a corto, si ricorda che tanto le risposte e la sostanza sono le stesse. che un cacciatore, l’ennesimo (sembra si tratti di Noi pensiamo che sarà oltremodo difficile, oltre “selezione darwiniana”) è stato abbattuto dal colpo che estremamente pericoloso, l’esercizio venatorio esploso da un collega proprio ieri, 06 gennaio al cinghiale in ambiente urbano e periurbano. E lo 2023. pensiamo non solo per il fatto che il cinghiale, an- Due cinghialoni, sorpresi per essersi resi conto di esse- tenato del maiale, è assai più intelligente di coloro re più prolifici degli umani. che ne hanno decretato l’abbattimento ovunque, compresi i Parchi Nazionali e le Riserve Naturali ed escludendo soltanto le chiese, se con cerimonia religiosa in atto; ma anche per il fatto che costoro, i nostri governanti, che si spera diventino presto “emeriti”, non hanno la minima idea di cosa signifi- chi abbattere un cinghialone. Perché sembra facile: una mattina mi alzo, tiro su la persiana per vedere se piove, scorgo un branchetto di cinghiali intento a sbafare i rifiuti che 20
NATURA E POLITICA Detto questo, se si considera che la sciagurata i cacciatori (!). Oppure i Carabinieri forestali, sorti caccia al cinghiale può essere praticata anche nel- dalla metamorfosi dei Forestali precedenti e, a le Aree protette, la misura della demenzialità appa- quanto sembra, assai più efficienti nel perseguire re colma. gli evasori fiscali e i passeggeri di motorino senza Ma come! Abbiamo combattuto battaglie di ine- casco. Oppure i Guardaparco: entità professionali narrabile e cruenta ferocia per mezzo secolo, per la cui rarità supera di gran lunga quella delle tigri assicurare tutela alla biodiversità di questo paese del Bengala. mediante l’istituzione di Parchi e di Riserve Natura- Insomma, per farla breve, penso che i cinghiali li e ora viene presa la sacrilega decisione di “aprirvi possano dormire sonni tranquilli, mentre a preoc- la caccia”? Che poi è un pericolosissimo preceden- cuparsi dovrebbero essere appunto coloro che a- te per cacciare anche altre specie. mano la pratica di nord-walking, sud-walking, jog- Qualcuno ha pensato, sempre ammesso che ging, passegging whit passeggin whit baby, lan- tale esercizio sia nelle facoltà di chi ci governa, al dscape photographing, dog-sitting-defecation, bird- messaggio negativo, o meglio devastante in termi- watching, lovers-watching, petting e qualunque ni culturali ed etici, che ne deriva? altra attività, di denominazione inglese, che si prati- Comunque sia il problema dei cinghiali rimane e ca all’aria aperta, nei parchi urbani e nei parchi na- rimarrà, con i suoi rischi, compresa ovviamente la zionali. diffusione della temibile peste suina. Anche per- A proposito: e quelli che portano i rifiuti ai casso- ché, allo stato di fatto, con lo smantellamento del netti, è forse il caso che si preoccupino a loro vol- Corpo Forestale dello Stato da parte di governanti ta? recenti, di dubbia intelligenza quanto emeriti e l’e- Beh, a quelli consigliamo semplicemente di evi- stinzione dei Corpi di Polizia Provinciale (i Guarda- tare di indossare pellicce (anche sintetiche), di sti- caccia) seguita alla soppressione delle province, pulare un’assicurazione sulla vita e di chiedere una non rimane nessuno tecnicamente in grado di oc- benedizione, che non guasta mai. cuparsene; a meno che non s’intenda coinvolgere Cinghialone, accusato con prove certe (videocamere di sorve- glianza) di aver imbrattato il muro di un sottopasso. 21
GRANDI ALBERI OMAGGIO AI PATRIARCHI ARBOREI Gli alberi di Michele Zanetti 1. Parco della Villa comunale. Ampia superficie di parco ornamentale storico, densamente albe- I giorni di festa trascorrono spesso nella noia. rata, con interessanti presenze di Ippocastano, Una capatina di qualche ora al Centro commercia- Tiglio nostrale, Farnia, Pioppo italico, Orniello e le, una passeggiata nella solita piazza, semivuota altre specie arboree. e sovraffollata a seconda che siano in atto o meno 2. Farnie (Quercus robur) del Parco di Villa Mar- i saldi, una sosta al caffè per gustare il solito e- zotto. Alberi relativamente giovani (60-80 anni), spresso pagato a peso d’oro. ma di aspetto interessante, collocati in prossimi- Eppure, esercitando un po’ la fantasia e cercan- tà dell’edificio e del muro di cinta, sul lato de- do nel fondo della nostra cultura del territorio, è stro. 3. Platano ibrido (Platanus hybrida) della sponda possibile scoprire percorsi che ci consentono di del Lemene. Maestoso Platano ibrido cresciuto coniugare lunghi momenti di relax ricreativo, con spontaneamente sulla sponda del fiume. Un au- affascinanti stimoli culturali. tentico monumento naturale da osservare da No, non si tratta del solito percorso artistico- vicino e da ammirare. Sul muro degli edifici che antropocentrico per verificare, ancora una volta, delimitano la sponda opposta del Lemene è pre- quant’è bravo l’uomo a dipingere, a scolpire o a sente una piccola stazione di Capelvenere costruire ecomostri. Si tratta invece di un semplice (Adianthum capillus-veneris). percorso avente il fine di incontrare, parlare e ren- 4. Sofora (Sophora japonica). Albero di singolare dere omaggio ad alcuni grandi alberi del territorio. architettura e di età non superiore ai 60-70 anni, Ai patriarchi, che ci sovrastano e ci incutono sog- che sorge in un giardino affacciato al Lemene, gezione, con la loro maestosa mole, con le loro presso la sponda sinistra del fiume affacciata stupefacenti architetture naturali e con la storia che alla Piazzetta Ippolito Nievo. segretamente tramandano. 5. Platano ibrido (Platanus hybrida) del monu- Quello che proponiamo, comunque, è soltanto mento ai caduti di Cordovado. Albero maesto- uno dei molteplici percorsi possibili. Altri ne scopri- so di età certamente secolare e di portamento remo nel prossimo futuro. splendido. Il tronco è una colonna lignea che fa impallidire quelle dei più celebrati monumenti L’itinerario architettonici umani e la chioma è ampia e di Si raggiunge Portogruaro e si parcheggia nell’a- profilo emisferico. Da ammirare nella stagione rea a nordovest del Parco della Villa comunale. invernale, quando l’architettura delle ramificazio- Si attraversa il parco e si raggiunge a piedi il ni appare in tutta la sua magnificenza. centro storico e i Mulini. 6. Cedro deodara (Cedrus deodara) della chiesa Qui, attraverso un breve percorso pedonale, im- di Sant’Andrea Apostolo. Sorge su una picco- mediatamente prima del ponte, si percorre la spon- la superficie erbosa di fronte al brutto edificio da destra del Lemene per alcune decine di metri religioso. Di età relativamente giovane (50-60 fino al platano policormico. anni) presenta un portamento maestoso, nono- Si attraversa quindi la piazza del municipio e si stante alcune improvvide mutilazioni. procede verso nord lungo i portici di Corso Martiri 7. Tiglio nostrale (Tilia platyphyllos) dell’Osteria della Libertà, fino alla Porta San Gottardo. Qui si “Al Tiglio”. Albero secolare collocato presso un svolta a sinistra, superando il Lemene e tornando crocevia, a breve distanza dal cedro e ridotto ad infine a Villa Marzotto, lungo i portici di via Garibal- un moncone squarciato dal fulmine. Emblemati- di. co esempio di come può morire un grande albe- Si torna al parcheggio, si riprende l’auto e si rag- ro e degli effetti letali del fulmine, che in questo giunge la vicina Cordovado, sostando nel piccolo caso, scaricandosi al suolo, ha scavato un av- parcheggio presso l’ingresso del Castello. vallamento attorno alla base del tronco. Si attraversa il cortile del castello e si raggiunge 8. Cipressi (Cupressus sempervirens) del vec- a piedi la chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Da qui si chio Duomo di Sant’Andrea Apostolo. Seve- prosegue brevemente fino al Vecchio Duomo di ro ed elegante filare di cipressi collocati intorno Sant’Andrea Apostolo e infine si ritorna al parcheg- al bellissimo edificio romanico della chiesa, al gio, concludendo il percorso. margine del recinto sacro. 22
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