Leggere insieme la Bibbia, sapientemente guidati, per acquisire nuovi capitali narrativi
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Leggere insieme la Bibbia, sapientemente guidati, per acquisire nuovi capitali narrativi Un’esperienza da ripetere e moltiplicare! Rileggo d’un fiato l’articolo Un viaggio dalle mete inaspettate che Maria Gaglione, aveva scritto dopo l’appassionante esperienza della settimana Biblica vissuta al Polo Lionello Bonfanti di Loppiano. Con Maria siamo diventate grandi amiche ed abbiamo cominciato a comunicarci cose importanti; eppure, se ci penso, ci siamo viste per la prima volta solo alcuni mesi dopo, ma quell’intensa esperienza condivisa ci aveva avvicinate. Quando con Roberto e alcuni altri abbiamo realizzato che non avremmo potuto ritagliarci una settimana per recarci di presenza al Polo per partecipare, realizzata la possibilità di iscriversi al corso online, abbiamo pensato di fare anche noi, per quanto possibile, un’esperienza collettiva di ascolto e condivisione. Il focolare di Torino ci ha aperto le porte e abbiamo organizzato un’aula-salotto in collegamento virtuale che la tecnologia rendeva facilmente two-ways. Sono state giornate avvincenti, sfruttavamo i trasferimenti a piedi casa-lavoro per recuperare in cuffia la lezione che avevamo perso, insomma, una bella full-immersion fruttuosa, un’importante esperienza relazionale. Poter interagire con Loppiano con riflessioni, domande, richieste di approfondimenti ci ha fatti sentire davvero presenti… Che dire, consigliamo vivamente l’esperienza! Certo, essere presenti in loco ha un valore aggiunto, e quest’anno è più
fattibile perché i corsi sono due, più brevi, in febbraio (15-17 sul Libro dell’Esodo) e in giugno (14-1 sul Libro del Profeta Isaia). Il primo ciclo di trasmissioni “Benedetta Economia”, su TV2000, appena concluso non fa che confermare la ricchezza di parole che la Bibbia può offrire a ciascuno di noi per leggere e narrare in modo più consapevole la nostra storia, per scorire il nostro ruolo oggi nella società. Proponiamolo nelle nostre comunità locali, può essere una bella opportunità formativa da condividere! E per chi può…vi aspettiamo al Polo! Beatrice Cerrino Per maggior informazioni Cambiare le regole del gioco è possibile Una “iniezione di ottimismo e di speranza” cosí è stata definita l’intensa giornata vissuta a Valdocco (Torino) sabato 25 novembre. Era incentrata su “Persone e imprese al servizio del bene comune”. Promossa dall’AIPEC, (l’Associazione italiana imprenditori per un’economia di comunione), ha visto la partecipazione di numerosi protagonisti del mondo economico, finanziario e sociale italiano. “Abbiamo toccato con mano non esperienze di nicchia, ma un germe che puó contaminare tutto il mercato e lo sta giá facendo”.
Sono i giovani, ‘i nuovi poveri”, vittime delle attuali dinamiche del mercato, numerosi nell’Auditorium salesiano gremito da oltre 600 persone da tutta Italia che, nel loro articolato manifesto conclusivo, hanno espresso il sentire comune. Ben motivato. Sul palco sono state presentate non solo idee innovative, ma innumerevoli fatti che hanno rivelato quale energia generativa si produce dal capovolgimento dei parametri economici dominanti. I primi a dare il loro saluto: la sindaca di Torino, Chiara Appendino che ha evidenziato la preziositá di questa iniziativa nell’attuale momento di crisi e il primo cittadino di Bra, Bruna Sibille che ha auspicato uma prossima iniziativa dove a Persone e imprese al servizio del bene comune, si aggiungano anche le istituzioni. Chiara Lubich (in video), con un messaggio di grande attualitá, aveva richiamato il grave ‘prodotto’ del crescente divario tra Paesi ricchi e poveri provocato dall’attuale sistema economico: l’odio e la vendetta causa prima del terrorismo. “Ma, aveva aggiunto, i beni non si muovono, se non si muovono i cuori”. E indicava la fraternitá, “come la radice da piantare in tutti i popoli”. L’economista Stefano Zamagni (in video) aveva presentato l’emergente ”economia civile” come antidoto ad una economia individualista, conflittuale e “predatoria”. Economia che, come aveva evidenziato il prof. Luigino Bruni “crea solitudine e poi offre merci per colmarla”, produce “ludopatia” con l’azzardo, alimenta la crisi ambientale, la violenza con il redditizio traffico di armi. Mentre
l’”economia di comunione” (EdC) valorizza il capitale umano “come prima ricchezza”, la generositá del dare come “fonte di generativitá”, “ha nei poveri la parte fondativa”. Passiamo ai fatti: il semplice gesto di condivisione del progetto di un nuovo impianto, – come racconta l’imprenditore Alberto Ferrucci, tra i pionieri dell’EdC – viene ricambiato con altre conoscenze che, applicate con successo alla raffineria in cui lavorava, ha portato ad un importante avanzamento di carriera. Con un vantaggio non solo personale, ma dell’azienda stessa di 1.000 dipendenti in crisi: è ancora la condivisione con i dipendenti di informazioni sulla precaria situazione aziendale – sino ad allora riservate al Consiglio di amministrazione – che, con la loro collaborazione si aprono nuove prospettive e nuovo sviluppo. Per l’entrata in circolo dei beni piú determinanti, i cosiddetti “beni relazionali”. Uno stile incoraggiato anche da Papa Francesco tanto da orientare trattative ad alto livello sul nuovo accordo siglato tra sindacati e Federmeccanica sull’attuale problematica evoluzione industriale provocata dalle nuove tecnologie. “Si sono ‘capovolte le regole del gioco”, come ha raccontato l’allora presidente di Federmeccanica Fabio Storchi: “si è passati dalla conflittualitá tra imprenditori e lavoratori, a un nuovo approccio di collaborazione e partecipazione dei dipendenti alle scelte dell’impresa e ai risultati conseguiti. Col riconoscimento che l’impresa è un bene di interesse comune”.
Impossibile citare tutti gli interventi, accomunati dai valori della condivisione, inclusione, partecipazione. Possiamo elencarne solo alcuni: dal Polo imprenditoriale di EdC “Lionello Bonfanti” sostenuto da un azionariato popolare diffuso, ai 6 consorzi e trentatré cooperative del Gruppo Tassano con l’inserimento dei piú fragili e alle aziende innovative nel settore ambientale e agricolo che offrono lavoro alle fasce piú deboli a cui si dedicano le Comunitá Papa Giovanni XXIII e il Sermig. E ancora: dal progetto “Fare sistema oltre l’accoglienza” dei migranti, a quello di solidarietá per la ripresa delle imprese delle zone terremotate (Re-impresa), che vede assieme l’Aipec e la Ong Amu (Azione per un mondo unito), operante da decenni a livello Internazionale nel segno della fraternitá, ai 14 progetti internazionali di iniziative imprenditoriali innovative, dall’Italia all’Africa, ancora ispirati dall’EdC. Di rilievo il progetto imprenditoriale Michele Ferrero che opera anche in paesi africani valorizzando materie prime e manodopera locali per favorirne lo sviluppo e la trasformazione da scarto in produttività e nuovi posti di lavoro dell’Eco-pesce. Ma si è parlato anche di finanza sostenibile, di banca etica, di formazione all’economia civile e di comunione, con attori di primo piano, ciascuno con una storia di scelte coraggiose e feconde in netta controtendenza.
Valori tutti accolti in pieno daí giovani che nel loro manifesto lanciano due proposte a livello político: elaborare “una nuova metrica della qualitá” che superi il criterio di misurazione del Pil, colmi le lacune dei nuovi indicatori di benessere equo e sostenibile e entri nella legge di stabilitá; trovare spazi comuni di progettazione tra studenti, docenti, imprenditori, per focalizzare il valore educativo dei principi oggi respirati”, per proporre un miglioramento della legge che ha reso obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro. Un panorama quello presentato a Valdocco, in chiara sintonia con il messaggio del Papa ascoltato in apertura, che al recente incontro con imprenditori, giovani e studiosi dell’EdC, aveva concluso invitando a continuare a “dire no ad una economia che uccide e sí a una economia che fa vivere perché condivide e include i poveri, usa i profitti per creare comunione”. Carla Cotignoli Foto tratte dal sito www.aipec.it Leggi anche: www.cittanuova.it Comunicato stampa finale Rivedi lo streaming: https://youtu.be/eLY-kxlF9ZU
Imprenditori per il bene comune Festa e convegno a Torino per i primi 5 anni dell’Aipec, l’associazione ispirata all’Economia di Comunione, in dialogo e partecipazione con numerosi protagonisti del mondo economico e sociale in Italia. Densa di contenuti e di partecipazione, con oltre 600 presenze, la manifestazione di sabato 25 novembre 2017 tenuta dall’Aipec al Teatro Valdocco (la “casa di don Bosco”), a Torino, nel cuore del “distretto sociale”, una terra che, dal XIX secolo ad oggi, ospita e vede crescere iniziative civili e religiose a favore dei poveri. Aipec è l’“Associazione italiana imprenditori per un’Economia di Comunione”, che raggruppa alcuni tra gli imprenditori e le persone che aderiscono al progetto dell’EdC lanciato da Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei Focolari) nel 1991 in Brasile. Tutto ciò a partire da normali aziende, attive nel mercato, che cercano di operare a partire da una logica che mette al centro la persona e il bene comune, e dove gli utili vengono redistribuiti in tre direzioni: investimenti aziendali, formazione di giovani e condivisione con i poveri.
La festa per i 5 anni dalla fondazione dell’Aipec si è svolta in maniera significativa a Torino, città che – insieme a Bra e Marene, patrocinatori del convegno insieme all’ Uncem piemontese, che rappresenta i comuni montani della regione – nel giugno 2002 vide tra i suoi cittadini onorari proprio la Lubich, che auspicò che il capoluogo piemontese potesse essere una sorta di “capitale della fraternità”, in virtù della sua forte vocazione sociale. La conduzione della mattinata è stata affidata a Lorena Bianchetti, volto noto della Rai che ha conosciuto e apprezzato l’esperienza Aipec durante le trasmissioni televisive. Dopo i saluti istituzionali, tra i quali quelli delle sindache di Torino e di Bra e della Regione Piemonte, c’è stato l’intervento videoregistrato del professor Stefano Zamagni dell’ Università di Bologna: «Dalle radici storiche ad una definizione moderna. Una riflessione sull’economia civile». Lo stato moderno, ha ricordato il relatore, nasce per vincere la situazione ad esso antecedente, quella conflittuale dell’homo homini lupus (l’uomo che si comporta come un lupo predatore nei confronti dei suoi simili), definita dal filosofo inglese Hobbes, realtà che vede gli uomini “tutti contro tutti”, per affermare, sui propri simili, una superiorità soprattutto individuale. Ebbene, in questo mondo moderno, l’economia può essere uno strumento per favorire una convivenza civile, se si esce dalla logica della “morte tua, vita mia”, se, cioè, le imprese, pur competitive nei mercati, adottano criteri gestionali ispirati alla fraternità.
Vivace e ricco di riferimenti all’attualità, il successivo dialogo tra il pubblico e Luigino Bruni, docente universitario alla Lumsa di Roma e all’istituto universitario Sophia di Loppiano, sul tema: “Dall’economia civile all’economia di comunione”. «Il primo capitale di un’azienda – sostiene Bruni – è il capitale umano e solo se ne si è rispettosi “custodi” si possono raggiungere risultati positivi anche socialmente, ispirati dalla “generosità” che può generare la vita anche in campo economico». Stefano Passaggio Leggi l’articolo completo su Città Nuova ed anche sul sito dell’AIPEC www.aipec.it/27112017-citta-nuova-imprenditori-per-il-bene-com une/ Rivedi le dirette: https://youtu.be/eLY-kxlF9ZU Servizio su RETESETTE Vedi anche altro articolo su Focolaritalia Comunicato stampa finale
Un laboratorio per l’Italia a LoppianoLab A questo link potete trovare tutti gli articoli pubblicati da Città Nuova sull’edizione di Loppianolab 2017: Città Nuova Focus Loppianolab 2017
Iscrizione Genfest 2018: dall’Italia a Manila
CLICCARE SULL’IMMAGINE SOTTOSTANTE CON LA SCRITTA ISCRIZIONE
PER PROCEDERE AD INSERIRE I PROPRI DATI: Liberatoria per i partecipanti minorenni Leggere attentamente questa pagina Referente per la Zona Italia: Mariachiara Santoro (329 2034569 – mch.88@inwind.it) AAA GENFEST 2018 – AGGIORNAMENTO 8-1-18 Stiamo aspettando indicazioni da Manila, ma nel frattempo, se qualcuno ha ancora il desiderio di andare al Genfest, si può iscrivere al solito link (vedi sotto) e cercheremo di farlo partire lo stesso. Però chi si iscrive deve sapere che: se volsse fare anche il Pre-Genfest a Dumaguete (la città dove andrà l’Italia), non ci sono più posti attualmente, quindi probabilmente dovremo scegliere un’altra destinazione per chi si prenota adesso. Questo significa che in ogni caso il costo del volo cambia, perché non ci sono più posti sullo stesso aereo prenotato dall’Italia! Invece, per chi volesse fare solo il Genfest, il costo è sempre di 200 euro (vitto, alloggio e kit Genfest, dalla cena del 6 luglio al pranzo dell’8 luglio). Il viaggio ognuno lo gestisce in modo autonomo. C’è già un piccolo gruppo dell’Italia che parteciperà al solo Genfest e che si è organizzato ognuno il proprio viaggio, quindi cercheremo di farli stare tutti insieme. Come sempre, a vostradisposizione per chiarimenti. FORM ISCRIZIONE: https://goo.gl/4LWhJw
INFO PRATICHE (Focolaritalia): https://goo.gl/KrLrb8 ______________________________________________________________ ___ Movimento diocesano di Teramo: la festa del primo 40simo Si è svolta nella giornata del 17 settembre al Villaggio Welcome Riviera d’Abruzzo di Tortoreto Lido una giornata per rivivere i 40 anni del Movimento diocesano di Teramo-Atri. Presenti il cardinal Joao Braz De Aviz, l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, il vescovo di di Termoli Larino Gianfranco De Luca insieme al responsabile del Movimento diocesano don Giovanni D’Annunzio. Un saluto del vescovo di Teramo-Atri mons. Michele Seccia. Una festa per tutta la comunità. Ha parlato del «grande contributo per tutta la Chiesa del Movimento diocesano» il cardinale Joao Braz De Aviz durante la celebrazione eucaristica in occasione del 40simo del Movimento diocesano di Teramo-Atri svoltosi il 17 settembre presso il Villaggio Welcome Riviera d’Abruzzo di Tortoreto dal titolo “40 anni per costruire una grande famiglia…un giorno per guardarsi negli occhi”. Presenti oltre al prelato brasiliano, anche l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, il vescovo di Termoli Larino Gianfranco De Luca e il responsabile del Movimento diocesano don Giovanni D’Annunzio, mentre un pensiero a tutti i partecipanti è stato fatto arrivare dal vescovo di Teramo- Atri mons. Michele Seccia impossibilitato a partecipare alla
giornata del 17. Una festa a cui ha preso parte tutta la comunità dei Focolari della zona e non solo. Molti dei presenti, poi, negli anni hanno preso parte in questi 40 anni ai campiscuola di una settimana circa organizzati nella Diocesi per ragazzi e giovani dagli 11 ai 19 anni. Ma facciamo un po’ di storia. Tutto inizia nel settembre 1977 a Tossicia con due giovani sacerdoti Gianfranco e Giovanni che vivono la spiritualità dei Focolari. Arriva il primo caposcuola nello stesso anno a Giulianova (Te) in cui partecipano 40 giovani di 11 parrocchie della diocesi. Poi sarà la volta di Fabriano, Civitella, Sant’Angelo in Pontano, Prati di Tivo, Termoli e in particolare di Montemonaco che ha continuato ad accogliere i giovani e ragazzi dei campiscuola. E dal 1977 ad oggi i numeri della presenza del Movimento dei focolari è cresciuto in maniera esponenziale in questo angolo di Abruzzo grazie proprio alla presenza della realtà diocesana: 5.000 i giovani passati attraverso i capiscuola; 90 le parrocchie in cui è presente e molti tra consacrati e coppie e ancora tanti i figli delle stesse coppie venute ai campi. Durante la giornata del 17 dopo la celebrazione mattutina si è passati al pomeriggio con i racconti dei protagonisti. Guido è stato tra i primi 12 giovani coinvolti. Ad oggi è un signore di mezza età con una professione: «L’Ideale mi ha insegnato a fare il medico, mi ha istruito a come pormi nei confronti dei pazienti». Continua Stefano anche lui ormai adulto: «Venne in classe del IV ginnasio don Giovanni e ci comunicò che a Teramo sarebbero venute 12 persone da Tossica. Da lì ho iniziato
questo cammino. Condividevamo tutto ed ad oggi ti rendi conto che hai voluto dare la tua gioventù a Dio». Dice Don Giovanni responsabile del Movimento con una coppia: «C’è certezza che Dio ci ama sempre ed è una storia anche per questi 40 anni. L’altra è che se c’è il Movimento diocesano c’è stato il sì di tanti. Ogni momento è buono per rinnovare il nostro sì». Gli fa eco l’arcivescovo Petrocchi sullo sguardo presente e passato: «Questo non è solo momento del ricordo, ma della memoria che è un evento abitato da Dio e perciò è eternizzato. Qui c’è memoria perché se incontro di nuovo qualcuno ritrovi quello che si è vissuto insieme intatto. Oggi è la giornata di una memoria grata». E poi messaggi video, tanti, di chi non è potuto esserci e racconta quegli anni e l’impatto importante che i capiscuola hanno avuto nel proprio cammino spirituale innescando la scintilla d’Eterno. E’ il racconto di Francesca oggi clarissa o di Alessandro, focolarino, in Pakistan da 18 anni. E ancora si leggono le esperienze dei ragazzi e degli educatori che raccontano dello «scoprirsi madri e padri dei giovani con cui si viene a contatto». In serata infine un musical su Pietrino Di Natale, gen di Ornano (Te) dei primi tempi morto inghiottito dalle onde del mare nel 1984. Un ragazzo che ancora oggi continua a ispirare tanti giovani del Movimento diocesano di Teramo-Atri sul dare la vita per Gesù e l’unità. Ed è tempo già di un nuovo appuntamento. Si parla fra10 anni per festeggiare il 50simo. Siamo sul finale di giornata, ma la gioia è piena e trabocca. Mariagrazia Baroni
Mariapoli 2017 a Bardonecchia: siamo diventati una vera famiglia È stata una Mariapoli-vacanza molto particolare, quella che si è svolta dal 2 al 6 agosto a Bardonecchia presso il Villaggio Olimpico, sulle montagne dell’Alta Val di Susa. Chi è passato anche solo per un giorno ha potuto sentire, infatti, mischiati tra loro tanti accenti: quello piemontese unito a quello romano/laziale, vista la vivacissima partecipazione di un nutrito gruppo – erano un’ottantina – da Roma e dal Lazio; e poi il francese, l’inglese e l’urdu, parlato dai ragazzi migranti africani e pachistani che in questi anni sono entrati in contatto con la comunità dei Focolari in Piemonte, ospiti d’onore di questa Mariapoli.
È stata l’accoglienza infatti, vissuta concretamente in tante sfumature, il filo conduttore che ha unito gli oltre 300 partecipanti a questa singolare vacanza, accompagnati dalla frase impressa sul braccialetto colorato che ognuno portava al polso: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatta a te”. Chi era arrivato tormentato dal trauma di una recente separazione ha ritrovato la pace, chi carico dello stress dopo un intenso anno di lavoro, si è detto rinfrancato dalle bellezze della natura e dall’intenso clima di amore scambievole, chi – ed erano molti – proprio nelle escursioni in alta montagna, ha stretto rapporti antichi e nuovi. Non solo.
Il ricco programma che aveva visto, primi protagonisti nella preparazione dei mesi precedenti, i giovani della comunitá dei Focolari del Piemonte, aveva offerto un’ampia gamma di scelta: c’era chi si avventurava in escursioni ad alta quota, chi si metteva in gioco in uno dei workshop (tra i più originali, quelli dello slot motion, del ricamo e dei trucchi), chi sceglieva un torneo sportivo, chi organizzava un’attività last-minute … Non sono mancati i piú vari approfondimenti su temi di stretta attualitá. E testimonianze forti. Come quella di tre detenuti del carcere di Fossano, autori di opere d’arte e non portate in mostra, realizzate al corso di saldocarpenteria metallica, da 40 anni tenuto quotidianamente da Enrico Borello, membro del Movimento di Cuneo. Tra queste opere, un crocifisso originalissimo che vorrebbero donare al Papa. Nella commozione – era generale in chi ascoltava le loro storie – venivano sconvolti i luoghi comuni su carceri e detenuti, rivelando un mondo di grande umanità che non sempre si incontra fuori da quei muri e dentro di noi.
Proprio sui pregiudizi che tante volte si accumulano creando non poche barriere, è stato fatto uno zoom, suscitando uma nuova presa di coscienza e un capovolgimento anche su tanti altri temi caldi. Vi hanno contributo non poco Roland, giovane camerunense, che su immigrazione e integrazione ha presentato un volto ben diverso da quello diffuso qui in Europa. Impressionanti le immagini proiettate dagli amici del “Pulmino Verde”, un progetto nato qualche mese fa, da quattro universitari torinesi con l’intento di portare aiuti al campo profughi di Idomeni, in Grecia, che sta suscitando una vasta onda di solidarietá. E mentre noi qui continuiamo a chiederci, dove va l’Europa, sempre e ancora sotto l’ondata dei migranti, Franco Chittolina, che per 20 anni ha lavorato nelle istituzioni europee, ha ricordato che il nostro continente è nato secoli fa proprio grazie alla fusione di culture diverse.
L’orizzonte si è poi aperto sul Brasile, ancora protagonisti i giovani: “Avevo tutto: un lavoro, un buon stipendio, una bella fidanzata. Ma era una vita piatta. Ho cercato di nascondermelo, di dirmi: ma che cosa vuoi di piú? Ma questa cosa mi lacerava”. Cosí si presenta Riccardo che insieme a Serena, ha trovato una risposta in una scelta coraggiosa: dedicarsi ai “meninos de rua”, i ragazzi di strada delle favelas di Rio de Janeiro e di altre cittá brasiliane, lavorando alla “Casa do Menor” nata da un sacerdote piemontese, Don Renato Chiera. Partiranno nel prossimo settembre. In contemporanea, al “Kovo” i ragazzi hanno vissuto una Mariapoli pensata per loro da un gruppo di giovani famiglie. Hanno imparato a “fare pace” con la natura, con Dio, in Rete, con l’altro … tutto accompagnato da giochi e gite che hanno permesso loro di fare l’esperienza concreta della fraternità. Anche i più piccoli, accompagnati da alcuni adulti, hanno sperimentato la bellezza di fare tanti atti d’amore, essendo così protagonisti nella costruzione della Mariapoli.
Filo d’oro che ha intessuto la vita di questi giorni: gli approfondimenti spirituali sull’arte di costruire la pace e l’unitá tra singoli e popoli con la voce di Chiara Lubich all’Unesco sull’amore al fratello, su come imparare ad accogliere non solo gli altri, ma anche se stessi, sino a rivivere con emozione, l’ultimo giorno, alcuni flash dell’ultimissimo tratto di vita della diciottenne Chiara Luce Badano, ora beata, quando l’acuta sofferenza física era da lei trasformata in amore e luce. Testimonianza che ha preparato la consegna del segreto di questa novitá di vita: Gesú che in un culmine d’amore giunge a gridare l’abbandono del Padre, per riunirci tra noi e con lui. Le tante impressioni raccolte l’ultimo giorno testimoniano come qui a Bardonecchia, si sia piano piano diventati una vera famiglia al di là delle differenze culturali e linguistiche. Qualcuno l’ultima mattina diceva: “Entrando per la prima volta in questa sala mi sembrava enorme, oggi invece mi sembra un salotto”.
Non per restare nel salotto, ma per portare questa onda di fraternitá li dove ognuno vive. Di Carla Cotignoli e Daniela Baudino @mariapolieoltre Circa 500 persone: adulti, giovani, famiglie con bambini, anziani, sacerdoti, provenienti da tutta la Campania e da Potenza e provincia, hanno preso parte, dal 13 al 16 luglio 2017, nell’incantevole scenario naturale di Lago Laceno, in provincia di Avellino, alla Mariapoli 2017, della zonetta di Napoli. Il titolo “Oltre ogni perché” si è sviluppato attraverso quattro grandi domande: “Perché in Mariapoli?”, “Perché il dolore?”, “Perché insieme?” e “Perché tornare?”, nei propri ambienti. Attraverso il racconto di esperienze, la proiezione di conversazioni di Chiara, appositi spazi per lo sviluppo di idee forza, la condivisione in piccoli gruppi di quanto ascoltato e visto, passeggiate, escursioni, giochi e, soprattutto, il vivere assieme tutti i momenti della giornata, si è creato un clima di famiglia, rafforzato dalla
partecipazione all’Eucarestia e dalla comunione dei beni spirituali e materiali. Particolarmente significative le esperienze di dolore di diverse persone. Storie di quotidiana e, allo stesso tempo, eroica solidarietà. Il segreto per tutti: saper riconoscere e accogliere nelle “strettoie della vita” Gesù nel mistero del Suo abbandono. L’Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco- Bisaccia, Mons. Pasquale Cascio, ha visitato la Mariapoli sabato 15 luglio ed ha presieduto la santa Messa, concelebrata da numerosi sacerdoti. Nell’omelia, ha invitato i partecipanti a seguire Dio sulla strada tracciata da Chiara, da lui definita “donna dello Spirito”. «Solo vivendo come famiglia di Dio – ha affermato- diamo una qualità nuova allo stare insieme». Facendo riferimento alle domande chiave della Mariapoli, Mons. Cascio si è, poi, soffermato sul “Perché tornare?”, spiegando che proprio il ritorno è la verifica del partire. Se non c’è un tornare al porto, alla famiglia, all’amore, la partenza potrebbe dirsi vana. Commentando la pioggia torrenziale, rovesciatasi senza danni sul tendone proprio durante la Messa, ha ricordato come sia proprio dall’Irpinia che partono tante fonti d’acqua che dissetano la Campania e regioni circostanti e si è augurato che allo stesso modo, la grazia caduta in questi giorni sui partecipanti alla Mariapoli possa arrivare a
tutta la regione ed oltre. Loreta Somma Mariapoli 2017 a Lamezia Terme: nuovi semi di speranza in Calabria Sono molte le Mariapoli che si stanno svolgendo in questo periodo in giro per l’Italia, e una di queste è quella che si è svolta a Lamezia Terme. La sua particolarità? Essere stata progettata non come evento a sé, ma per sostenere il progetto “Start Now” del Gen Verde portato in città dalla Fazenda da Esperanza, a cui avrebbero dovuto partecipare una sessantina di “giovani missionari”, e che si sarebbe concluso, oltre che con la realizzazione di due spettacoli, anche con l’inaugurazione della Fazenda femminile a Conflenti. Nonostante alcune premesse che potevano essere sfavorevoli, come il periodo estivo e alcune difficoltà logistiche, la comunità dei Focolari, per sostenere il progetto, ha coinvolto anche i propri ragazzi. Le giornate del centinaio di giovani che ha preso parte al progetto (e tra loro anche un gruppo di giovani immigrati) sono state intense: al mattino l’impegno era tutto per i workshop artistici, mentre nel pomeriggio lo sguardo era rivolto al servizio della città, dove i ragazzi si sono resi protagonisti di azioni concrete, come ad esempio un’azione ecologica in spiaggia. Toccante il pomeriggio trascorso con un gruppo di minori provenienti da un Centro di accoglienza di Vibo Valentia che hanno donato le loro forti esperienze, testimoniando la
speranza trovata per l’amore ricevuto. Tutti hanno potuto fare un’esperienza definita da loro stessi come indimenticabile, dove ciascuno ha sperimentato la forza del volersi bene reciproco che sa tirare fuori i talenti nascosti e il profondo che ognuno porta dentro di sé. Un’esperienza che i giovani hanno potuto donare anche attraverso le performance dei due, applauditissimi, spettacoli. “Musica, luci e colori infiammano il Teatro Grandinetti con il concerto del Gen Verde. Lo spettatore si ritrova a visitare mondi e storie differenti arricchendosi interiormente”, così un giornale locale ha raccontato la prima volta del Gen Verde a Lamezia Terme. Parallelamente in città si svolgeva la Mariapoli, al cui interno si sono svolti diversi laboratori tematici: l’Economia di Comunione, con una Scuola di Economia sociale, civile e di comunione che ha visto la partecipazione di diversi imprenditori della Calabria, la politica, l’accoglienza e un approfondimento di alcuni punti della spiritualità del Movimento dei Focolari. Tanti gli echi arrivati dai quattro laboratori: la sorpresa per la scoperta di un’idea “rivoluzionaria” di economia, vista già vissuta nelle esperienze concrete che sono state presentate e che ha permesso di partire con idee imprenditoriali e piste realizzabili per valorizzare ciò che già c’è nel territorio. Un giovane si è così espresso: “è stato un laboratorio di idee, speranze, possibilità, che ha formato non imprenditori, ma persone consapevoli per poter gestire una vera impresa”. Il Laboratorio “Viaggio nella politica – Alla ricerca delle ragioni dell’impegno sociale” ha riunito sindaci, politici in genere e cittadini attivi ai quali ha proposto la fraternità quale principio e metodo dell’agire politico. Interessanti e appassionati sono stati gli interventi della Coordinatrice del
Patto civico di Reggio Calabria e di alcuni ei Sindaci presenti (6 Sindaci e 2 Vice Sindaco), tra cui quello di Lamezia Terme, per la prima volta in contatto con il Movimento dei Focolari, che arrivato in Mariapoli con tanta delusione e amarezza e ne è uscito sereno e rimotivato. Tutti hanno convenuto sul fatto che la fraternità possa essere l’elemento che, in quanto recepito e vissuto, può consentire alla politica di riscattarsi dalla attuale crisi di valori e di recuperare il rapporto con la cittadinanza amministrata in un duplice processo che veda il valore della fraternità vissuto tanto da chi amministra che da chi è amministrato. Molto importante, in questo senso, il corale appello sull’importanza della formazione dei giovani a questo valore e la corale richiesta di continuare con questi incontri, perché il luogo di speranza trovato non rimanga episodico. Il laboratorio “L’accoglienza, un talento della Calabria” è stato un “luogo” che ha dato voce ai migranti; le varie toccanti esperienze di accoglienza hanno fatto vedere la fraternità già in atto in un rapporto di reciprocità tra migranti e accoglienti, uscendo dal laboratorio tutti più fratelli. Toccante è stato l’intervento di Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, famoso a livello internazionale per aver creato un modello di integrazione sociale. Cinquecento profughi, su una popolazione di 1.800 abitanti, sono diventati residenti e hanno aiutato il paesino a sviluppare attività di microeconomia basata soprattutto sulle attività di artigianato. Così strade e case ormai abbandonate sono state ripopolate da una comunità multietnica che ha ridato vita al paese. Il laboratorio “Una Via Nuova: la spiritualità dell’Unità” ha dato la possibilità poi a molte persone di approfondire alcuni punti della spiritualità del Movimento dei Focolari.
“Speranza” è la parola che meglio di ogni altra può riassumere l’esperienza vissuta in Calabria in questa intensa settimana, e che è spesso riecheggiata nelle parole di tanti partecipanti nelle diverse espressioni che ha assunto la Mariapoli in terra calabrese. Una parola che in questa terra ha un significato particolare, ma che da oggi può contare su tante mani e tanti cuori, pronti a coltivarla per il bene della propria terra. Ottava edizione di Loppianolab Sul tema “Né vittime né briganti. Cambiare le regole del gioco”, dal 30 settembre al 1 ottobre 2017 si terrà l’ottava edizione di LoppianoLab, il laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione, formazione e innovazione promosso annualmente da Città Nuova, il Polo Lionello Bonfanti, l’Istituto Universitario Sophia e dalla cittadella di Loppiano, che ospita l’evento.
Raccogliendo l’invito di Papa Francesco, la convention si propone come occasione di confronto e proposta intorno ai temi in primo piano nel nostro Paese: dall’immigrazione al lavoro, dalla povertà all’inclusione sociale, dalla lotta alla corruzione all’impegno per il bene comune, e poi famiglia, giovani, educazione e molto altro. Contro ogni forma di esclusione e per l’accoglienza, contro la ricerca dell’interesse privato e per la promozione di nuove virtù civili, lavorando per trovare vie d’uscita alle contraddizioni dei nostri tempi e per agire sulle strutture inique che producono – appunto – “le vittime e i briganti”. LoppianoLab è dunque un laboratorio culturale dove gettare i semi di un nuovo pensiero e di un agire conseguente, nella convinzione che la ricerca del profitto non può fare da bussola ad ogni attività umana. L’evento è aperto a tutti coloro che si interrogano su questi temi e intendono farsi “artigiani del cambiamento”. www.loppianolab.it Programma_Loppianolab_20170926 Online la scheda di iscrizione: www.schedaprenotazione.it/ll.asp Per informazioni tel. 055 9051102 loppianolab.accoglienza@loppiano.it Comunicato Stampa n. 1-LoppianoLab-2017.09.14 Comunicato Stampa n.2 Loppianolab
Comunicato Stampa n.3_LOPPIANOLAB-2017 Ufficio Stampa Stefania Tanesini – +393385658244 – sif@loppiano.it Invito-LoppianoLab-2017 Speciale Pre-LoppianoLab: EdC e lavoro! Per gli appassionati al tema dell’Economia di Comunione e per gli Animatori di Comunità del Progetto Policoro (Campo Estivo accreditato), abbiamo pensato ad una giornata in più di riflessione iniziando un giorno prima, dal venerdì 29 settembre 2017 a domenica 1 ottobre 2017 “Speciale Pre- LoppianoLab: EdC e lavoro!”. Tre giornate in cui si affronteranno le tematiche legate alle idee imprenditoriali, alle esperienze, laboratori interattivi e convegni. http://www.pololionellobonfanti.it/speciale-pre-loppianolab-ed c-e-lavoro/
Siracusa, prima città siciliana ad accogliere l’ideale della fraternità. Il ricordo della Mariapoli Le Mariapoli. Laboratori di fraternità e di dialogo. Esperienze di condivisione e di comunione. Bozzetti di convivenza temporanea, capaci di mostrare come sarebbe una città se la sua norma di vita fosse l’amore vicendevole. Se ne svolgono innumerevoli, ogni anno, pressocchè in tutti gli angoli del mondo, anche nei più periferici del pianeta. Una opportunità da vivere anche a Siracusa dove, dal 2 al 4 giugno 2017, si è tenuita la Mariapoli (la quarta dal 2012 promossa dalla Comunità locale del Movimento dei Focolari). Siracusa fu la prima città siciliana che, nel lontano 1951, vide nascere un primo nucleo di quella spiritualità, allora agli albori che, in breve tempo, ancor prima del Concilio Vaticano II, avrebbe rappresentato quella “primavera della Chiesa” che, ancora oggi, si esplica attraverso i tanti movimenti ecclesiali suscitati dal soffio dello Spirito. Fu Graziella De Luca, una delle prime compagne della fondatrice, Chiara Lubich, ad arrivare per prima a Siracusa, dove era stata invitata da un sacerdote. E’ a quei giorni del 1951 che si deve l’incontro con alcuni giovani, divenuti poi i primi focolarini di Siracusa: Giuseppe (Peppuccio) Zanghì, Nuzzo Maria Grimaldi, Angelino Rodante…
La Mariapoli di quest’anno ha avuto come titolo “Finestra di Dio, finestra dell’umanità” ed è stata incentrata su Gesù crocifisso ed abbandonato, la “pupilla” attraverso cui Dio guarda l’umanità nel suo insieme ed anche ciascuno di noi quando attraversa il tunnel buio che nasconde e custodisce ogni interrogativo, apparentemente senza risposta, come il grido di Gesù sulla croce. Gli oltre 160 “mariapoliti” partecipanti, attraverso proposte di riflessioni, stimoli a vivere la Parola, occasioni di dialogo e di condivisione di esperienze in plenaria e per gruppi, hanno avuto l’opportunità di riscoprire ciò (o meglio Colui) che solo dà un senso compiuto ad ogni dolore, prova, sofferenza. Il focus del giorno conclusivo, che cadeva nella festa di Pentecoste, è stato incentrato sulla gioia, non quella effimera, ma quella vera, che fiorisce dal dolore amato per Gesù, frutto dello Spirito Santo, che abbiamo sperimentato nella misura piena da Lui promessa. Presenze e contributi speciali hanno impreziosito la Mariapoli. La comunità di Siracusa ha potuto conoscere due focolarini siracusani – Cettina Bonfante e Pippo Poidimani – che, agli inizi degli anni ’60, furono tra i primi
ad aderire all’ideale dell’unità, ed un focolarino di origine lombarda, Ezio Tancini, che in quegli stessi anni fu tra i primi responsabili del focolare di Siracusa. Motivo di particolare gioia anche la partecipazione sia dell’Arcivescovo metropolita Salvatore Pappalardo che dell’Arcivescovo emerito Giuseppe Costanzo. Marco Fatuzzo e Adele Campisi Un’altra economia è possibile, serata di testimonianze di imprenditori A Carrù, in provincia di Cuneo, una serata di testimonianze su un’economia che metta al centro le persone prima del profitto. Sono intervenuti imprenditori e lavoratori di aziende da Piemonte e Liguria. “Persona e lavoro sono due parole che possono e devono stare insieme… senza la persona, il lavoro finisce per diventare qualcosa di disumano… l’individuo si fa persona quando si apre agli altri” sono frasi di quanto ha detto Papa Francesco pochi giorni fa ad una rappresentanza di sindacalisti, e che sembravano riecheggiare quanto sentito poche sere prima a Carrù. La serata, intitolata “Un’altra economia è possibile?“, era stata fortemente voluta da alcuni giovani lavoratori che non si rassegnano a vivere quasi come macchine la loro professione, ma che vogliono cercare strade che riportino il lavoro ad una dimensione in cui la persona e le relazioni abbiano l’attenzione che meritano. Era accaduto a qualcuno di
loro di incontrare imprenditori e lavoratori che hanno fatto di questa visione del lavoro una scelta di vita e di impegno quotidiano. Di qui l’idea di invitarne alcuni a portare le proprie testimonianze, per farle conoscere a colleghi ed amici. E così eccoci a Carrù, sotto l’ala mercatale, la sera di venerdì 23 giugno. Una serata molto partecipata in cui, in un’atmosfera famigliare, sono state raccontate, anche con immagini, esperienze concrete, comunicate da chi ogni giorno cerca di attuare un’economia che abbia la persona e non solo il guadagno come prima attenzione. Tra queste Enrica Bruneri, membro del direttivo Aipec (Associazione italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione), che ha raccontato la difficile transizione della sua azienda nel tempo della crisi e il recupero di motivazioni e idealità grazie all’associazione di cui è entrata a far parte. Simona Rizzi, presidente del consorzio Tassano Servizi Territoriali (in provincia di Genova), tanti anni fa da giovane precaria con un gruppo di giovani colleghi incontra un’azienda di famiglia che mette a loro disposizione spazi ed esperienza per formarsi come cooperativa a servizio di tante forme di disagio e di povertà. La cooperativa Tassano è stata un incubatore d’impresa ante litteram che ha dato origine via via alle 33 cooperative che costituiscono oggi il Consorzio. Marco Trabaldo, della cooperativa Villa Sole e del Gruppo Arco di Torino, 25 anni fa con alcuni amici fonda una cooperativa che si occupa inizialmente di tossicodipendenze, e ora gestisce numerose strutture e servizi a favore di minori, extracomunitari, persone con disabilità o con ritardi di apprendimento. Attilio Ianniello, presidente del Comizio agrario di Mondovì (ente morale che da fine ottocento cerca di coniugare
agricoltura e cultura sociale), ha sottolineato l’impegno del Comizio a diffondere le ragioni di un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, e quindi dell’uomo, e la necessità di salvaguardare la biodiversità. E infine Emanuele Bressi, giovane imprenditore agricolo di Fossano, con orgoglio ed entusiasmo ha raccontato i suoi 365 giorni di esperienza in questo settore, dopo aver rilevato un anno fa l’azienda di famiglia. Ancora un monregalese, Mauro Ventura (ora a Torino), ha presentato l’idea che sostiene alcune di queste esperienze, quella dell’economia di comunione, un nuovo modo di intendere e vivere l’economia, proposto da Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei Focolari) dopo aver visto, in un suo viaggio, le drammatiche contraddizioni delle città brasiliane. La serata di Carrù ha portato tanta gente comune, che ogni giorno affronta le sfide di un mondo del lavoro a volte cinico e impietoso, a ritrovare la speranza che è possibile un modo diverso di fare economia e lavorare, mettendo al centro la persona e non il profitto, e rimanendo fedeli ai valori più nobili che ogni persona porta in sé. E’ per questo che dal titolo dell’articolo abbiamo tolto il punto interrogativo. Spirito Oderda – Lucia Salari Associazioni dei “7 punti contro l’azzardo” Comunicato stampa Le Associazioni dei “7 punti contro l’azzardo” incontrano
Baretta: “Si sono poste le premesse per un metodo con il quale ricavare un’agenda per continuare il dialogo sulla riduzione dell’offerta e del consumo” Oltre due ore di serrato e costruttivo dialogo si è tenuto nei giorni scorsi presso il Ministero dell’economia e della finanza tra la delegazione delle Associazioni, degli Enti della Comunità Ecclesiale e dei Movimenti che avevano definito i “7 punti comuni inderogabili sulla regolazione dell’azzardo” e il Sottosegretario onorevole Giampaolo Baretta. Come intervenire per operare una decisa riduzione sia dell’offerta e sia del consumo, al centro dell’incontro. “Si sono poste le premesse per un metodo con il quale ricavare un’agenda per continuare il dialogo in corso: per rimediare alle gravi conseguenze che l’abnorme dilatazione del consumo di gioco d’azzardo ha arrecato alle persone, all’economia, alla società e all’interesse pubblico fondativo dell’azione dello Stato”. Ha fatto sapere la delegazione, guidata da Mons. Alberto D’Urso e costituita da Mons. Enrico Feroci, Consigliere della Consulta Nazionale Antiusura, dal Prof. Maurizio Fiasco, Consulente della Consulta Antiusura, Antonio Russo in rappresentanza della Campagna Mettiamoci in Gioco e dall’Avv. Attilio Simeone, Coordinatore del Cartello “Insieme contro l’Azzardo”. Sono entrati quindi nel merito tecnico della gran parte dei 7 punti riassunti in un documento sottoscritto dalle varie componenti che lo scorso 13 giugno avevano messo a punto una chiara piattaforma. 1. Per entrambe le modalità di slot machine vanno definite e adottate misure generali: – In materia di somministrazione di alcolici e di possibilità di fumare tabacco, attualmente consentita e proposta nelle sale dedicate agli apparecchi automatici da gioco d’azzardo, si tratta di impedire che la combinazione di alcolismo, tabagismo affiancati ad ambienti progettati in modo eccessivamente accattivante, attivino forme di compulsività
del giocatore; – Al Servizio Sanitario Nazionale va affidata la sorveglianza ferrea e dunque la verifica dell’impatto per la salute e per la spinta alla dipendenza da gioco d’azzardo; – Per il cosiddetto passaggio tecnologico da una generazione di apparecchi ad un’altra si concorda, prima della decisione, di mettere a disposizione delle parti e dell’opinione pubblica tutte le più accurate informazioni riguardo all’architettura del progetto industriale e dei sistemi di funzionamento: per valutare le implicazioni per il controllo e i riflessi sull’organismo umano; 2. La ventilata possibilità dell’obbligo di presentazione della tessera sanitaria per gli accessi ai luoghi del consumo di azzardo va corredata con norme e dispositivi rigidi che impediscano la formazione di database dei clienti utilizzabili a fini di marketing e di induzione ad aumentare il consumo da parte dei clienti. La delegazione ha fatto presente al Sottosegretario la necessità di procedere ad definire una legislazione precisa e puntuale in tema di trattamento dei dati con previsioni anche di natura penale per concessionari e gestori che nel proprio ambito abusino dei dati utilizzandoli in modo inappropriato; 3. Con riferimento alla pubblicità e al suo divieto integrale si è si è proposto di studiare con l’Autorità garante delle Comunicazioni una normativa prescrittiva che valga a rendere effettiva l’inibizione di ogni forma di spot, richiami, sollecitazioni commerciali; 4. Sul tema della dislocazione dei punti di accesso all’offerta di gioco d’azzardo, così come per ogni competenza spettante agli Enti locali, la Delegazione ha fatto presente che non si potrà procedere a centralizzare una disciplina unica in quanto si tratta di Diritti incomprimibili affidati dalla Costituzione alle cure appunto degli Enti locali. Questa invalicabile prospettiva è stata più volte ribadita dalla Corte costituzionale nonché dalle pronunce del Consiglio di Stato. Lo Stato centrale, potrà solo stimolare gli Enti locali a provvedere senza però imporre limiti quantitativi e laddove
questi non dovessero provvedere, imporre delle prescrizioni minime, nella logica del progressivo ridimensionamento dell’esposizione del Paese ad un’attività comunque impattante, e già adottate dai Comuni limitrofi che il Consiglio comunale dovrà recepire con apposito Regolamento comunale apportandone le opportune modifiche ritenute necessarie; 5. con riferimento agli orari di funzionamento dei punti di accesso al gioco d’azzardo, in alternativa a un indifferenziato valore numerico della misura, valgano le stesse regole in tema di dislocazione dei punti di offerta e nel caso di inerzia degli Enti locali, si propone di parametrarli al tempo medio di apertura effettiva del complesso delle attività commerciali di ogni specie e operanti verso il pubblico nei singoli comuni o raggruppamento omogeneo di comuni. Anche tale indicazione statale dovrà essere recepita dal Consiglio comunale il quale dovrà provvedere entro un termine onde poter apportare gli opportuni e necessari scostamenti dall’indicazione statale; 6. riguardo all’estensione alle famiglie della possibilità di accesso alla misura dell’articolo 14 della legge antiusura ( fondo di solidarietà con le vittime) gli esperti legislativi del governo valuteranno la fattibilità di inserimento della modifica parziale della norma nel decreto che eventualmente recepisca l’accordo in sede di Conferenza unificata. La delegazione si propone inoltre di proseguire la consultazione costante tra Associazioni, Enti della Comunità Ecclesiale e Movimenti, da un lato, e il sottosegretario delegato dal governo a trattare e coordinare la materia, dall’altro. Mons. Alberto D’Urso, Prof Maurizio Fiasco (Consulta Nazionale Antiusura) Avv. Attilio Simeone (Cartello “Insieme contro l’Azzardo) Francesco Marsico (Caritas Italiana) Don Armando Zappolini (Campagna Mettiamoci in gioco)
Dott. Gianluigi De Palo e la Dott.ssa Emma Ceccarelli (Forum Associazioni Familiari) Dott. Marco Dotti (Movimento No Slot), Dott. Carlo Cefaloni e il Dott. Gabriele Mandolesi (Movimento Slot Mob) Dott. Maurizio Avanzi (ALEA Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio) Dott.ssa Daniela Capitanuckci (AND – Azzardo e nuove dipendenze APS) Dott. Tarocchi Gianpiero (AGESC Associazioni genitori scuole cattoliche) Dott. Matteo Iori (CONAGGA) Dott. Antonio Russo (ACLI) Pagina Facebook Mariapoli 2017 – Porretta Terme (BO)
Volantino Mariapoli Porretta Terme (BO)
Cantieri Ragazzi per l’unità. Estate 2017 in Italia Durante questa estate 2017, come ormai da diversi anni, il Movimento dei Focolari organizza in Italia diverse attività per i ragazzi, diversi cantieri dei ragazzi per l’unità. Qui sotto potete trovare una prima raccolta dei vari volantini.
FORMIA: Volant ino Stop and Go 2017
Per maggior informazioni EMILIA ROMAGNA
VENETO: Volantino Coloriamo_la_citta_2017
SARDEGNA Elenco ancora incompleto e in progressivo aggiornamento
Mariapoli 2017 a Siracusa Dal 2 al 4 giugno la manifestazione organizzata dal Movimento dei Focolari si svolgerà a Siracusa, prima città siciliana che, nel lontano 1951, vide nascere un primo nucleo di quella spiritualità, allora agli albori che, in breve tempo, ancor prima del Concilio Vaticano II, avrebbe rappresentato quella “primavera della Chiesa”, che ancora oggi si esplica attraverso i tanti movimenti ecclesiali. Fu Graziella De Luca, una delle prime compagne della fondatrice, Chiara Lubich, ad arrivare per prima a Siracusa, dove era stata invitata da un sacerdote. E’ a quei giorni del 1951 che si deve l’incontro con alcuni giovani, divenuti poi i primi focolarini di Siracusa: Giuseppe (Peppuccio) Zanghì, Nuzzo Maria Grimaldi, Angelino Rodante. La Mariapoli, laboratorio di fraternità e dialogo, si svolgerà a Villa Mater Dei (Belvedere di Siracusa, contrada Sinerchia). Il titolo della Mariapoli 2017 sarà “Finestra di Dio, finestra dell’umanità”. Parteciperanno alcuni focolarini che, fin dagli anni 50 e 60, aderirono per primi all’ideale dell’unità e collaborarono alla fondazione del Movimento dei Focolari: Cettina Bonfante, Pippo Poidimani ed Enzio Tancini, lombardo di origine, che fu tra i primi responsabili del focolare di Siracusa, alla metà degli anni 60.
Invito e programma Mariapoli Siracusa
Mariapoli 2017 a Bardonecchia (TO) ISCRIVITI ORA NEL SITO DELLA MARIAPOLI DI BARDONECCHIA 2017 Mariapoli Vacanze – Auronzo di Cadore (BL)
Mariapoli 2017 – Santuario di La Verna Mariapoli 2017 Courmayeur Le comunità del Movimento dei Focolari del Mugello – Empoli organizzano una Mariapoli a Courmayeur in Valle D’Aosta
invito mariapoli 2017
Inaugurazione della scuola “Chiara Lubich” a Pesaro Sabato 20 maggio, mattina presto, Pesaro. Pioggia a tratti torrenziale. Le insegnanti della scuola elementare di Largo Baccelli, per nulla allarmate, sono all’opera per rifinire i preparativi della festa di intitolazione della loro scuola a Chiara Lubich che avverrà da lì a poco. 20 maggio, h 10:30: il giardino addobbato a tema con le facce del dado della pace è gremito di gente. Ci sono tutti: c’è il vicario del Vescovo, don Stefano Brizi. C’è l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Ricci, dall’assessore Ceccarelli, l’assessore Bertolucci, il presidente della Circoscrizione Schiaratuta. Ci sono i parroci delle chiese limitrofe tra cui don Guido che questa scuola, restata per più di 40 anni senza nome, l’ha vista nascere. Ci sono i cittadini del quartiere e i parrocchiani. Significativa è la presenza di persone di confessioni cristiane non cattoliche, ma ancora di più lo è, per una scuola multietnica e multiculturale quella della comunità musulmana. Ci sono ovviamente la preside Anna Scimone, gli allievi e i loro genitori. E c’è anche una nutrita rappresentanza della comunità locale del Movimento dei Focolari, a cui si sono aggiunti focolarini provenienti da altre diverse parti d’Italia e che hanno voluto leggere il messaggio della presidente Maria Voce, che ha voluto esprimere la sua gratitudine per aver scelto Chiara quale “pattern di riferimento didattico e come paradigma morale e sociale”, utilizzando le stesse parole scelte dalla preside nella sua lettera di annuncio e invito ricevuta dal Centro Chiara Lubich. Aggiungendo la sua personale speranza, che “la scuola
Chiara Lubich possa davvero vivere e trasmettere gli alti ideali di fraternità universale per cui Chiara ha vissuto.” La fraternità che diventa strumento pedagogico è, come ha spiegato il prof. Milan, ordinario di pedagogia interculturale a Padova, un’intuizione avuta da Chiara Lubich a Washington, in occasione del conferimento della laura honoris causa in pedagogia. In quella occasione aveva intravisto la scuola come “luogo fondamentale per la costruzione di un mondo unito”. La scelta di intitolare la scuola a Chiara Lubich è il frutto di un percorso condiviso e poi maturato attorno ad uno stile inclusivo e ad una didattica e pedagogia rinnovate, dove lo studente è al centro, che ha trovato l’approvazione dalla Commissione scuola del Consiglio Comunale prima e della giunta poi. Il terreno era pronto, perché in questi ultimi anni le maestre della scuola avevano aderito al progetto “Coloriamo le città per un mondo unito”, promosso da Verso un Mondo Unito (onlus), Movimento Ragazzi per l’Unità e AMU – Movimento Umanità Nuova, espressioni nel sociale del Movimento dei Focolari, che aveva come presupposto e fondamento delle attività previste, la “Regola d’oro”, comune a tutte le culture, ”Fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, principio e condizione indispensabile per ogni educazione. La reciprocità, le relazioni di pace, e la “cultura del Dare” sono divenuti così punti fermi per tutti a Largo Baccelli. Per rendere accogliente la scuola il giorno dell’inaugurazione, gli insegnanti si erano dati da fare già a partire dai mesi scorsi, sacrificando le loro vacanze di Pasqua per ristrutturare la recinzione e spendendosi per rimettere a posto la facciata. Un contributo concreto è arrivato anche dalla comunità dei Focolari, che ha organizzato una cena di raccolta fondi con i quali sono state acquistate le lettere dell’insegna. Quello intorno alla scuola è stato un lavoro di squadra, reso possibile dall’aiuto di tutti: oltre al loro, infatti, la scuola ha ricevuto anche l’aiuto del Comune, che ha offerto il mezzo per tinteggiare, e della
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