MASSIMO DECIMO MOURINHO CAIO MARIO BALOTELLI - SFIDA Gli incubi notturni di un tifoso interista
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Luigi Lavorgna MASSIMO DECIMO MOURINHO SFIDA CAIO MARIO BALOTELLI Gli incubi notturni di un tifoso interista AUTOPRODOTTO 1
1 Interno di un Centro di Salute Mentale. E’ circa mezzogiorno. Un ragazzo biondo, dall’apparente età di sedici/diciassette anni, bussa alla porta e dice all’inserviente: risponde il ragazzo e si avvia. Dopo pochi passi, un distinto signore sulla cinquantina, capelli e barba lunghi e brizzolati, gli si para davanti, gli porge la mano e, con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso, gli dice: . Il ragazzo rimane un attimo perplesso, ma subito dopo un lampo di malizia attraversa il suo sguardo e, stretta affabilmente la mano, risponde: Dopo di che, sorridendo come un bambino che ha appena fatto una marachella, riprende il cammino senza far caso a due nerboruti infermieri che hanno seguito con interesse tutta la scena e che, quando lui dichiara di essere Napoleone Bonaparte, si scambiano un furtivo sguardo d’intesa e uno dei due dice sottovoce all’altro: I due si separano e cominciano una manovra di avvicinamento cercando di non mettere in allarme la preda. Lo sguardo torvo non promette niente di buono. Percepita la minaccia, il ragazzo allunga il passo. Anche i cacciatori allungano il passo. E lui, più preoccupato che mai, inizia a correre alla disperata lungo il corridoio, dribblando le persone che vi stazionano. 2
Arrivato in fondo è costretto a fermarsi… si sente in trappola. Vede una porta chiusa, l’apre, entra, e la chiude a chiave dietro di sé. Si guarda intorno e si accorge che all’incirca dieci/dodici persone, tra maschi e femmine, di età compresa tra la cinquantina e la ottantina, chi intento a giocare a carte, chi a passeggiare e chi a chiacchierare, cessata ogni attività, lo interrogano con lo sguardo. Il ragazzo, sorpreso, non riesce a profferire parola. Un signore si stacca dal gruppo e gli si avvicina. Un altro lo segue. Non sa a che santo votarsi, finché riesce a balbettare la prima cosa che gli viene in mente: S’interrompe nel vedere che una porta laterale si apre ed entra uno degli inseguitori che, con un sorriso beffardo, gli dice: 2 3
Nonno e nipote cominciano a saltare, ballare, cantare, fare mille gesti pazzi. Il nonno, però, dopo aver assecondato per un po’ il ragazzo, lo blocca tenendolo per le braccia e dice: Il ragazzo riprende fiato e poi continua: L’uomo che non sa di calcio, il miliardario pollo e spendaccione, il membro poco furbo della famiglia, e via carogneggiando. Dal ’95 al 2005 ha imparato il mestiere, mentre intorno a lui trafficavano in modo indegno. Da cinque anni vince, con una programmazione che andrebbe studiata nelle Università: insieme a Branca e Oriali ha scovato Maicon e Julio Cesar, ripescato Cambiasso e Sneijder, resuscitato Samuel e Lucio, cresciuto Balotelli, valorizzato Milito, Thiago Motta ed Eto’o. Sarebbe questo, il ricco incompetente?
perso la testa della classifica e la Roma ci ha sorpassato, ho avuto paura che potevamo fallire qualche obiettivo. Invece, con un finale assolutamente strepitoso, abbiamo centrato tutti e tre i tituli per dirla con Josè.>> In primo luogo il modulo di gioco con l’abbandono del rombo e l’avvio a gennaio dello schema con due ali. Poi la riduzione della rosa a una quindicina di elementi; la soluzione del caso Balotelli, diventato uomo prezioso, e l’invenzione del «tandem» Milito-Sneijder. Infine Mourinho, attaccabrighe nato, è riuscito proprio per questo a fare da parafulmine e a tenere la squadra fuori dalle risse. Il nonno emozionatissimo stappa la bottiglia di spumante - il nipote applaude al botto - riempie i bicchieri e ne porge uno al ragazzo. Poi, all’unisono li alzano verso il cielo… dice il ragazzo. E il nonno, sempre più emozionato, prosegue: 5
E bevono di gusto. Dopo il brindisi, il ragazzo, improvvisamente tace e mostra una faccia afflitta. E il nonno lo interroga con lo sguardo. 3 6
Siamo nel 180 d.c., in una località della Germania, e la battaglia tra l’esercito di Roma e le tribù barbare locali, è imminente. Sulla cima della collina, Marco Aurelio, a cavallo, circondato dalle guardie pretoriane romane, guarda il campo di battaglia. La cavalleria è al suo posto di combattimento appostata fra gli alberi, pronta ad attaccare i barbari alle spalle e sui fianchi. I soldati si preparano per la battaglia e il generale Massimo Decimo Mourinho, protetto dalla corazza e coperto da una pelliccia per ripararsi dal freddo, cammina tra le file dell’esercito schierato. Al suo passaggio i militari si alzano con rispetto e lo salutano chiamandolo Generale. Anche Massimo passa in mezzo ai soldati e sorride e li saluta Massimo si avvicina a Quinto e a Valerio e dice loro: risponde Quinto. chiede ancora Massimo. risponde Valerio. E poi domanda: Il generale abbozza un sorriso amaro e risponde: Quinto osservando i soldati che stanno approntando le catapulte dice con tono di rimprovero: s’inserisce Massimo nel discorso. ribatte Quinto. sentenzia Massimo e chiude la questione. In lontananza si sentono le urla dei barbari che mormorano frasi incomprensibili. Intanto un cavallo con un cavaliere emerge dalle linee 7
germaniche e Massimo dopo aver osservato attentamente la scena dice: Quando il cavallo arriva a destinazione, infatti, si può vedere che il cavaliere è senza testa. Intanto un barbaro staccatosi dalle file dei guerrieri germanici avanza agitando la testa del cavaliere, grida degli insulti e, infine, la lancia nel fango. Contemporaneamente l’esercito dei barbari, armato in modo rudimentale, esce dalla foresta e lancia grida di guerra agitando le armi. Quinto, rivolto a Massimo, dice: ribatte Massimo. Ciò detto il generale romano si piega a raccogliere una manciate di terra, la porta al naso e la odora, mentre il suo cane lupo lo guarda guaendo con impazienza. Rialzatosi, Massimo si gira verso Quinto e Valerio, stringe il braccio di Quinto e dice: Quinto e Valerio si scambiano lo stesso saluto. Massimo sale a cavallo, si rivolge a Quinto e dice: Il generale inizia a cavalcare e il suo lupo corre di fianco al cavallo. Passa tra i soldati che si alzano al suo passaggio e continua ad osservare il campo di battaglia. Quinto ha preso il comando del suo gruppo e ordina: Il capo degli arcieri gli fa eco: E il centurione: 8
Massimo e il suo lupo raggiungono la cavalleria appostata nel folto della foresta e, rivolgendosi ai cavalieri, dice: Un soldato si avvicina e porge a Massimo il suo elmo che lo indossa. Appena pronto per la battaglia fa un cenno del capo ad un arciere e dà il segnale per Scatenare l’inferno. E, nel giro di qualche minuto, inferno è. Nugoli di frecce infuocate volano per l’aria… la cavalleria scende velocemente dalla collina… un denso fumo nero riempie il cielo. Le catapulte lanciano palle di fuoco che incendiano la foresta all’interno della quale si nascondono i barbari. Poi si sentono sibilare centinaia e centinaia di frecce molte delle quali raggiungono il bersaglio. Intanto la cavalleria procede al galoppo tra gli alberi… cavalieri che saltano attraverso le fiamme. Anche il lupo di Massimo continua la sua corsa accanto ai cavalli. Massimo ordina: La fanteria entra in contatto con il nemico e cominciano i primi combattimenti corpo a corpo. Ad un tratto, alle spalle dei barbari, dalla foresta, sbuca la cavalleria romana che attacca i barbari alle spalle. Massimo grida: e guida la carica… E’ una carneficina!. Poi la cruenta battaglia finisce e i legionari, in ordine sparso, finiscono i nemici feriti. Massimo, stanchissimo e ansimante, alza la spada e grida: I legionari superstiti alzano le spade e applaudono. Sulla cima della collina, intanto, Marco Aurelio respira di sollievo… 9
4 ribatte Lucio.
di euro e, perciò, non è più sufficiente, come un tempo, buttare la palla avanti e poi pedalare. Oggi tutto è pianificato, nulla è lasciato all’improvvisazione. Le squadre di calcio sono quotate in borsa e sono organizzate in modo scientifico. Non dimenticare che siamo nella società della conoscenza e che sono stati fatti degli enormi progressi in ogni campo delle scibile umano. E qui sta la grandezza di Josè Mourinho: essere riuscito a creare una sintesi perfetta di tutti i fattori sia psicologici che tecnici, sia agonistici che strategici e tattici.>> 11
prende Mourinho in un anno lui ha acquistato Hamsik e qualcun altro. Ebbene credo che Moratti abbia fatto un investimento veramente vantaggioso. Mourinho i soldi che prende li vale tutti. E’ inevitabile che un professionista del suo livello si attiri poche simpatie e molte antipatie. Emblematico è il pezzo di Massimo Oriani sul sito on line della Gazzetta dello Sport del 29 aprile 2010 intitolato ―Il calcio secondo Nash, Il play punzecchia l'Inter‖ dedicato a Steve Nash cestista dei Phoenix Suns, appassionato di soccer (gioco del calcio americano) che sul suo account Twitter…>> Ecco allora apparire ieri sul suo account Twitter un post su Barcellona-Inter. Da esteta del calcio non deve aver particolarmente apprezzato la prestazione catenacciara dei nerazzurri: ―Gli undici dell’Inter per arrivare in finale: Butt, Yashin, Banks, Zoff, Maier, Tomaszewski, Zubizarreta, Scmheichel, Clemens, Higuita, Chilavert‖. I meno giovani avranno colto immediatamente l’ironia: si tratta infatti di undici portieri. Al di là del geniale umorismo, c’è da apprezzare anche la profonda conoscenza della materia. Non si sa se il commento sia stato messo online prima o dopo l’espulsione di Thiago Motta, fatto sta che l’Inter anche nella prima mezz’ora, giustamente visto il 3-1 dell’andata, non aveva certo dato segnali di voler andare all’arrembaggio dei catalani. Non ci sorprenderemmo se il 22 maggio a Madrid, qualora i suoi Suns non dovessero essere più in corsa per i playoff, al Bernabeu ci fosse anche lui. Magari potrebbe suggerire l’undici di partenza a Mourinho: Pelè, Maradona, Van Basten, Gerd Műller, Sivori, Crujff, Di Stefano, Zico, Fontaine, Best, Ronaldo. commenta Lucio.
Simpatico l’aneddoto da lui stesso raccontato durante una trasmissione televisiva relativo a Gennaro Gattuso.>> Le prime parole di italiano me le ha insegnate lui. Giocavamo Chelsea-Milan in Usa, io protestavo per un atteggiamento troppo aggressivo del Milan, mi si avvicina Rino e mi dice: Mister, non ci sono amichevoli. Mi è piaciuto l'atteggiamento della squadra, di tutti i ragazzi. Questa è già una nostra cultura: la squadra lavora sempre in modo serio, la squadra è professionista, è amica, lavoriamo tutti insieme nei momenti belli e facili, ma anche in quelli brutti e difficili. È stato così l'anno scorso e anche in questo inizio di stagione non è cambiato nulla. Per me è stato molto molto importante, e credo che noi tutti siamo un po' responsabili di questo, vedere la reazione del gruppo dopo la partenza di un giocatore delle dimensioni di Zlatan Ibrahimovic. Perchè, quando una squadra perde un giocatore così fondamentale come lo era lui, può entrare in un periodo di scuse, di alibi e di minor fiducia. Questa società, invece, ha avuto una reazione forte. Io come allenatore sono fiero della mia posizione, fiero di non aver avuto paura di costruire una squadra completamente nuova e del tutto diversa. Anche i giocatori sono stati bravissimi nel dire “Ok, siamo qui, la nostra squadra è questa, abbiamo dei nuovi giocatori, andremo in una nuova direzione, però vogliamo vincere, vogliamo giocare un calcio positivo, vogliamo cambiare l'immagine di una squadra che vince, ma che può fare meglio". Di questo tipo di atteggiamento sono assolutamente soddisfatto. È una bellissima sfida quella di costruire una squadra praticamente nuova. 14
Ho avuto nella stagione qualche momento dove ho capito che questa non era la mia casa, che non era il paese dove ero felice a lavorare, ho sentito questo diverse volte, siamo entrati in un periodo dove non c'e tempo per pensare un momento, dove uno deve dare tuttto, ed è stato quello che ho fatto io, ora voglio dare tutto quello che posso in questa settimana storica e dopo mi prenderò un po' di tempo per respirare un po' e pensare un po' a me stesso, a quello che mi renderà più felice. Siamo stati una squadra epica e perfetta, sarà ricordata come la squadra degli eroi di Barcellona: in undici era difficile, in dieci è stato storico e magari il fatto di aver giocato tante volte in dieci in Italia ci ha aiutato... Per me e per quelli che lavorano con me non c’è una passerella rossa per farlo rientrare in squadra. Con me per entrare in squadra deve giocare meglio dei miei attaccanti in questo momento. E per farlo deve essere al 100% di motivazione e di allenamento. Se ha dei piccoli problemi, un po’ di stanchezza, un po’ di infortuni è meglio che torni al 100%. Essere titolare come attaccante nella mia squadra è difficile. Qua siamo organizzati. Il team manager organizza l’aereo, l’allenatore prepara gli allenamenti, i giocatori un mese prima sanno quando è il loro giorno libero. Noi lavoriamo così e dispiace quando arriva qualcuno dalla luna che fa cambiare tutta la nostra struttura. Sapevamo a dicembre avremmo avuto la squadra stanca che avrebbe giocato in Coppa Italia in un periodo freddo e con 5.000 eroi sulle tribune. Noi sappiamo il nostro calendario e non lo cambiamo. Perché uno lo ha fatto cambiando una partita, è stato fatto un casino incredibile e si gioca la semifinale di ritorno di Coppa Italia ad aprile. Tutti vedono bene quello che è successo. Questa partita di Coppa Italia del Milan contro l’Udinese che era così importante tu vedi il risultato… Hanno cambiato perché quella partita era così importante? No, lo hanno fatto per la partita con noi. Noi non vogliamo cambiare il calendario. Io non cambio la mia mentalità e per me l’importante è sempre la prossima partita. 15
Rispetto la partita e l’avversaria: per questo faccio giocare la squadra che mi sembra migliore per vincere l’incontro. Per vincere non basta il nome o i soldi. Serve la mentalità di squadra. Avevo paura solo di Van Gaal, perché lo conosco bene. Sa come sa caricare una squadra. E prima del match ha cercato di provocarmi calcisticamente dicendo che giocavo in difesa. Lui voleva giocare in contropiede, ma lo volevo anch’io. E noi siamo stati bravi a non perdere la nostra identità. Milito è l'uomo delle finali, ma il merito è di tutti, da chi ha segnato gol decisivi a chi non ha giocato neanche un minuto, perché siamo una famiglia". Del calcio italiano ho odiato il fatto di dover vedere molte partite dalla tribuna e di vedere che la mia squadra che aveva dieci punti di vantaggio finiva seconda, in un determinato periodo. Ma mi è servito per imparare a giocare sotto una pressione che c’è solo in Spagna e Italia. Ho molti più capelli bianchi ma sono migliorato Quelli del Barcellona dovevano lasciare in campo la pelle, i miei ci hanno lasciato il sangue. Credo che il più grande divertimento nel calcio, e non voglio cambiare la mia filosofia, sia quello di vincere. Però c'è vincere e vincere. Se si può vincere e, allo stesso tempo, essere felici del modo nel quale si gioca è ovviamente molto meglio. Adesso, quando noi lavoriamo tatticamente si vede che la squadra c'è, che vuole partecipare e migliorare in una direzione nuova.
mai ad allenare una squadra di De Laurentiis? risponde in modo lapidario: Non ha soldi per me.>> 5 Siamo nel 181 d.c. in una zona di campagna alle porte di Mediolanum, denominata Appianum Gentilum, dove sorge una scuola di specializzazione per Magister Gladio denominata ―Special One‖ che una volta all’anno, al termine di ogni stagione dei giochi, organizza un corso di aggiornamento 17
per Magister, dove vengono studiate tutte le novità che si sono verificate nell’anno. Quello di quest’anno è il decimo corso di aggiornamento organizzato dalla Scuola. Si sono iscritti 17 corsisti provenienti dalle zone più disparate dell’impero. Il giorno dell’inaugurazione sono tutti presenti nel salone e sono curiosi di sapere chi è l’ospite d’onore. Il direttore del corso prende la parola: Applausi scroscianti sottolineano le parole del direttore che ringrazia e prosegue con voce sicura: Ancora applausi. Un corsista, di nome Tarquinio, si rivolge al vicino e domanda: 18
L’interlocutore lo guarda perplesso. Intanto il padrone di casa prosegue: Un lungo applauso accoglie il nuovo venuto. Tarquinio sbianca in viso. Poi, si rivolge di nuovo al vicino e dice: saluta Mourinho e gli applausi s’intensificano. E ancora una volta Tarquinio abbassa la testa scornato. E il vicino sarcastico dice: Intanto il direttore della Scuola continua con la sua arringa: 19
Ancora applausi. Tarquinio è annichilito. Intanto, il padrone di casa continua la presentazione: Altri applausi. Appena si ricompone il silenzio Massimo Decimo Mourinho guadagna il centro della scena e si appresta a prendere la parola per iniziare il ciclo di lezioni. Tarquinio, un attimo prima che Mister Mourinho cominci a parlare, dice al compagno: ribatte rassegnato l’interlocutore. Ed in effetti il pubblico rimane alquanto interdetto. Nessuno profferisce parola. E mister Mourinho prosegue: Gli applausi raggiungono un’intensità pazzesca. Al che, il vicino si rivolge a Tarquinio e chiede: 6 20
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attenta, lanci per Drogba, palle smistate ai contropiedisti esterni. Ci sembrava poco e quasi uno spreco, con gente come Lampard ed Essien. Ma è così che ha vinto e dunque poco da dire. Giunto da noi, ha ripetuto l’operazione portata a termine in Inghilterra. Non ha inventato un nuovo calcio, ha solo perfezionato il nostro, limandolo. Prima affidandosi a Ibra, come aveva fatto con Drogba. Quindi, partito lo svedese, allargando il ventaglio di ipotesi tattiche, sempre partendo da un punto fermo: la difesa. Che si esalta con gente come Samuel, Lucio, Maicon. E non con calciatorini tecnici come Maxwell, spedito altrove. Con questa Inter, fa calcio di posizione: i mediani che distruggono, quelli che corrono, il trequartista, le punte. La palla scorre secondo binari facilmente rintracciabili sulla mappa. Poche idee e chiare. I calciatori vivono di elementari certezze. C’è chi deve interdire e fare la faccia cattiva, chi allunga la squadra, chi offre fantasia, chi, infine, chiude nella porta avversaria il percorso fatto dalla palla. BARCELLONA, 29 aprile - "Mou te lo sei guadagnato": È a tutta pagina in prima su Marca il festeggiamento della vittoria dell'Inter sul Barca, ieri sera al Camp Nou. "Cibeles dorme tranquilla" è il titolo di As, in riferimento alla fontana di Madrid dove i giocatori del Real celebrano le vittorie, e avrebbero potuto festeggiare anche la finale di Champions League che si giocherà al 22
vicino Bernabeu. Per il giornale madrileno "Mourinho ha cacciato il Barca dalla Champions con un catenaccio fuori dal comune". In Catalogna invece i giornali provano a incassare il colpo: "Il campione è caduto come un campione", assicura Sport in prima pagina. "Il Barca ha dato il tutto per tutto, ha dominato tutta la partita e gli è mancato solo un gol", continua nel sottotitolo. "È arrivato tardi" è invece il titolo del Mundo Deportivo sul gol di Gerard Piquè che "non è bastato ad un Barca che si è schiantato contro il muro italiano". "Addio al Bernabeu" è invece il titolo amaro del catalano La Vanguardia, che mette in prima la foto del portiere blaugrana Valdes mentre assale Mourinho che festeggiava la vittoria sotto la gradinata dei catalani a fine partita. Una foto piccola di Messi è la scelta di El Pais che spiega in prima pagina come "Il leggendario catenaccio dell'Inter toglie al Barca la finale", aggiungendo che "gli balugrana hanno segnato solo un gol di fronte ad un rivale che ha giocato in 10 dal 28/esimo minuto". Anche per El Mundo una foto piccola di Valdes e Mourinho correda il titolo: "Il Barca si schianta contro un Inter in 10 e non giocherà la finale del Bernabeu". Marca chiede già in copertina che il Real Madrid assuma Mourinho come allenatore, che nelle pagine successive diventa "il re del Camp Mou". Il giornale sottolinea con una punta di condanna il fatto che il club catalano abbia fatto aprire gli spruzzi di annaffiamento sul campo, a fine partita, per impedire all'Inter di festeggiare la vittoria. L'As cita una frase del tecnico: "È impossibile che io alleni il Barca per l'odio che hanno qui nei miei confronti". Lo Sport riporta invece Guardiola: "ci rialzeremo e lotteremo per la Liga". 23
Entrambi, in epoche diverse, hanno sfruttato al massimo la comunicazione, le interviste, i microfoni, giocando sempre su un tono spavaldo. (…) Mentre HH attaccava se stuzzicato, Mourinho attacca a prescindere. Vedi l'etichetta di "prostituzione intellettuale" a una platea di giornalisti che da quel momento l'ha ancor più adorato. Se uno gli chiede in conferenza-stampa la cosa più banale, tipo "che giorno è oggi?" lui risponderebbe "venerdì, ma spiegatelo a Ranieri che è un po' più anzianotto". Pentacampioni! Suona bene, mi piace. All’ultimo respiro, stavolta: c’è più gusto. Cinque scudetti di fila, da 75 anni, non li vinceva nessuno. In totale sono diciotto. Uno più del Milan, e non possiamo dire che la cosa ci addolori. Qualcuno ora dice: eravate più simpatici prima! Ovvio, ma è una qualità cui rinunciamo volentieri. C’è una simpatia che scivola nella compassione; e noi 24
l’abbiamo rischiata, anni fa. Così esiste un’antipatia che confina con l’arroganza. E quella dobbiamo evitarla, è lo stile di qualcun altro. Esiste una fisiologia e una patologia dei sentimenti. L’Inter ha già ottenuto una rarissima doppietta— campionato e Coppa Italia— contro una fantastica Roma, senza la quale sarebbe stata una stagione da sbadigli. E sappiamo che sabato sera siamo di nuovo tutti impegnati. Com’è possibile che la nostra gioia non susciti un po’ d’invidia, e l’invidia cerchi le sue giustificazioni? José Mourinho, per esempio? Sarebbe lui il generatore d’antipatia? Ma quando mai! L'avete visto ieri a Siena? Commosso e con gli occhi lucidi. Va be’, dopo un’ora ha trovato il modo di ricordare che gli avversari, una volta ancora, vanno in vacanza con «zero tituli». Ma che ci volete fare? Il Comandante Mou è un timido-aggressivo, come lo fu Mancini in nerazzurro. Ma, a differenza di Mancini, Mourinho è diretto: se deve dire una cosa, la dice. Ranieri è meglio? È come dire che Hugh Grant è meglio di Russell Crowe: bravi tutt’e due, ma interpretano personaggi diversi. O invece sono i giocatori dell’Inter a risultare antipatici? Alle interiste è inutile chiedere. «Ora che abbiamo vinto posso dirlo: Mou è perfetto. Geniale, fighissimo, caustico e con un accento che ti ribalta». Delle romaniste si rispetta il lutto, e l’opinione: «Lo trovo finto. La sua antipatia voluta che piace tanto, alla fine, è stucchevole ». Le altre italiane, tifose o agnostiche, alla domanda «ti piace Jose Mourinho?» si spaccano in due partiti (un sondaggio online di pinkblog.it segnala un 58 per cento di femmine sdilinquite e un 42 di ostiche). Forse perché da noi i maschi di riferimento sono anziani maggiorenti e truzzi tatuati. E il metrosexual vittorioso di respiro europeo, con gli occhi scuri e torvi e la sciarpa a cappio diventa una cartina di tornasole di inclinazioni e frustrazioni femminili. E allora. Mou «è narcisista, e 25
degli uomini narcisisti ne ho piene le scatole». Però «è arrogante, ma si capisce che in fondo è un romanticone». Ipotesi confermata dalla sua ex amante Elsa Sousa: ha raccontato all’inglese Daily Sun che Mourinho in privato è affettuosissimo; preferibilmente con sottofondo soft-rock, Bryan Adams o Sting. Testimoni del lungo affaire hanno riferito al Sun che Elsa lo chiamava «Zezinho» o «il mio bambino Mourinho», e che i due si sbaciucchiavano parlandosi con vocine infantili al ristorante. Belle cose, se non si è la moglie. Ma poi, l’anno scorso, quando la signora Matilde voleva lasciarlo causa adulterio (non è successo), c’erano ammiratrici che sentenziavano: «Se non sarà più la moglie di Mourinho, beh, zero tituli». Tra le fan, va così. Ma i soldi non bastano. L'Inter ha vinto soprattutto per merito del suo allenatore. Mourinho. Mourinho è antipatico, strafottente e, soprattutto, si prende troppo sul serio. Però è bravo e oggi il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti. Questo è stato davvero il suo scudetto. Per molto tempo non c'erano differenze col gioco di Mancini. Sembrava la stessa Inter, potente fisicamente e con giocatori talmente bravi da poter risolvere la partita da soli in qualsiasi momento, chiunque fosse stato in panchina. Poi le cose sono cambiate e l'Inter si è consegnata alla storia del calcio come una squadra costruita su un equilibrio perfetto con difensori, centrocampisti e attaccanti pronti a scambiarsi i ruoli. Una squadra totale e modernissima sull'esempio della grande Olanda di 26
Cruyff della quale, si dice, Mourinho ha saccheggiato gli schemi. E' possibile e non ci sarebbe niente di male perché nel calcio ormai c'è poco da inventare e davanti a tanti che non s'inventano nulla o copiano male chi copia bene è bravo. Ma per giocare in questo modo, per convincere Eto'o e Pandev a fare i terzini, per convincere Milito a restare da solo nella metà campo avversaria anche per un'ora costringendolo a spolmonarsi, per convincere Zanetti, Cambiasso, Sneijder a cambiare ruolo ogni volta che serve, avere giocatori intelligenti non basta. Occorre essere bravi e sapersi guadagnare la stima dei giocatori. E Mourinho lo è stato perché gestire un gruppo di milionari, tanto più se sono ragazzi è difficile. Meno difficile per uno come lui, che vi è portato, consegnarsi alle risse settimanali del calcio italiano. Ha fatto il parafulmine ed ha litigato con tutti consentendo ai giocatori di stare tranquilli e anche questo è un merito. 7 E’ pomeriggio inoltrato ma il sole è ancora alto nel cielo e picchia in testa di brutto, eppure due gringos temerari procedono lentamente lungo il sentiero che conduce al campo dei Navajos. Uno, di nome Allan Parker, è un famoso giornalista e l’altro, allenatore di una grande squadra di calcio, si chiama Josè Mourinho. Quando sono al cospetto di Tex Willer, capo di tutti i navajos, il giornalista prende la parola: 27
Balotelli Mario, evaso dalle patrie galere e rifugiatosi in terra d'America. L'altro giorno avevo quasi compiuto la mia missione, infatti il reo era alla mia mercé, quando è intervenuto il malefico Mefisto che me l'ha sottratto con l'aiuto delle sue arti occulte. Perciò, o potente e saggio capo dei Navajos, solo tu che l'hai già precedentemente combattuto con successo, puoi aiutarmi a portare a compimento il mio dovere. Devo assolutamente riprendere Balotelli e riportarlo in Patria.>>
essere preziosa per evitare che la pista si raffreddi troppo. Buona notte signori, a domani. Ah! Ancora una cosa - rivolgendosi al giornalista – lei ci accompagnerà signor Parker?>> > Tex lo guarda a bocca aperta, e non solo lui, poi dopo un momento di esitazione dice:
valori, motivato dalla rapida ascesa di forme coercitive di distorsione della libertà e dei suoi più elementari diritti di civile convivenza, continuamente estrinsecantisi nell'arricchimento di un eterogeneo e variopinto panorama, toccando forme di violenza che raggiungono toni e sfumature per nulla sfocate, ma bensì vivide e marcate, noi giustifichiamo e sosteniamo con un appoggio incondizionato l'iniziativa texiana a tal fine diretta. Tex Willer, da anni ormai propugnatore e paladino instancabile e inarrestabile, benché abbia trovato il suo cammino disseminato di ostacoli, di una crociata moralizzatrice che l'ha visto sempre marciare sul sentiero di guerra, ancora una volta si dipinge il volto con i colori della pugna e, consapevole della propria responsabilità, novello Atlante chiamato a sostenere il peso del mondo, il propugnatore della legge del Giudice Colt scende in campo. Un ennesimo momento della verità per Aquila della Notte, che ancora una volta gioca una partita. avente quale posta la vita; un ennesimo rebus per noi che l'accompagniamo con il fiato sospeso in questa rischiosissima impresa e seguiremo in qualità di osservatore partecipante l'evolversi degli eventi. Cominceremo immantinentemente a seguire le alambiccate e contorte strade che portano alla meta, cercando e mettendo insieme con consumata perspicacia tutta texiana i tasselli che formano il mosaico, tessendo e ritessendo i fili intricati che portano alla tanta agognata soluzione; e dopo un interminabile e paziente lavoro di collage, speriamo di riuscire a smantellare il fatiscente edificio costruito da ladri e imbroglioni. E questa volta, e lo diciamo con fierezza, ci saremo anche noi. La parola d'ordine è : Lotta ad oltranza... Dio ci aiuti.>> Tex, senza battere ciglio, conclude: Rimasti soli, Tex e Carson si attardano a discutere. Tex chiede al fraterno amico: 31
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campionato, infatti, tra esoneri, nuove entrate e richiami, si sono alternati 35 tecnici. Soltanto 8, dico otto, tecnici hanno cominciato e finito la stagione sulla panchina dove avevano iniziato. Questi sono gli stabili: Josè Mourinho (Inter), Leonardo (Milan), Delneri (Sampdoria), Gasperini (Genoa), Guidolin (Parma), Ventura (Bari), Prandelli (Fiorentina) e Di Carlo (Chievo). Considera che solo 2 di essi siederanno sulla stessa panchina anche per il prossimo campionato… Quelli che hanno ottenuto e performance migliori sono stati: Mourinho, Leonardo (nonostante fosse all’esordio assoluto come allenatore) Delneri e Ventura. Tra quelli che sono subentrati in corso d’opera mi sono piaciuti: Ranieri, Rossi, Mazzarri, Mihajlović e Reja che ha tolto le castagne dal fuoco a Lotito. Poi ci sono gli allenatori trombati, tra cui, i nomi più altisonanti sono, primo fra tutti Allegri che osannato per quasi tutto l’anno è stato esonerato a poche giornate dal termine, poi Ferrara, Zenga, Conte, Cosmi, Ballardini, ecc.>> 33
Anche se lo desidera, anche se lo pensa, è una mancanza di rispetto. Voglio ancora pensare che non sia vero. È la prima volta che leggo di un CT, di una persona con una grande responsabilità istituzionale, che dice una cosa del genere. Il campionato sembra finito prima di iniziare. È normale che i giornalisti diano la loro opinione e dicano "La Juve vincerà il titolo". È normale che lo dicano i dirigenti e l'allenatore della Juventus, ma è la prima volta che leggo di un CT che dice queste cose. Mi dispiace – è la replica di Lippi - se Mourinho dà questa interpretazione: nella sua semplicità il mio era solo un pronostico, una delle mille ipotesi che si fanno prima che cominci il campionato. Esagerare? Non certo da parte mia. Se era un pronostico, come Lippi per altro ha confermato, era un pronostico, esagerato, che il CT di tutto il calcio italiano non dovrebbe mai fare. Ieri sera il CT di tutti ha dato un suo indirizzo preciso a un campionato che deve ancora iniziare. A me questo non sta bene e lo dico, serenamente, da allenatore di club a CT. La polemica con Ranieri, allenatore della Roma, invece, ha vissuto dei momenti di tensione altissimi soprattutto dopo che la Roma, alla 35esima di campionato deve lasciare la testa della classifica raggiunta dopo un 34
inseguimento memorabile a causa della sconfitta in casa con la Sampdoria. L’Inter, la settimana dopo, nel posticipo serale - la Roma aveva giocato nel pomeriggio - vince facile con la Lazio, con il tifo dei tifosi laziali a favore. Apriti cielo! Accuse destra e a manca, agli arbitri, alla federazione, alle TV, ai tifosi laziali e chi più ne ha più ne metta. Si parla di vergogna, di sconfitta dello sport, e via di questo passo. Secondo il mio modesto parere – immagino che moltissimi non lo condividano - è che lo scudetto alla Roma glielo ha fatto perdere proprio il suo capitano Totti …>> 35
se prima di una partita, mettesse la squadra a guardare "Il Gladiatore", i suoi giocatori si metterebbero a ridere e chiamerebbero il dottore per stabilire se per caso fosse malato.>>
anche grande appassionato di calcio. Che te ne pare? Semplice, chiaro e diretto.>> Il ragazzo annuisce. Poi, improvvisamente diventa pensieroso. Il nonno, gli siede accanto e chiede: Il ragazzo sembra esitare. Poi, facendosi coraggio, dice: Il nonno rimane per un momento interdetto, poi chiede: > Ma lui si alza dalla panchina e dice: 9 38
La mattina dopo, all'alba, i nostri eroi, equipaggiati di tutto punto, partono. Riassumendo, compongono la troupe: Josè Mourinho, Allan Parker, Tex Willer, Kit Carson, Kit Willer, Tiger Jack, Gros Jean e l'erculeo Pat Mac Ryan. Dopo circa tre ore di piccolo trotto, a volte inerpicandosi per sentieri scoscesi, i nostri giungono al piccolo villaggio dove risiede lo stregone che Tex vuole incontrare. L'eroe bonelliano entra da solo nella tenda dello stregone. Qualche ora dopo Aquila della Notte si congeda e riprende il viaggio insieme ai pards; strada facendo li mette a corrente di quanto ha saputo. Lo stregone, dopo averlo messo in guardia perché trattasi di missione pericolosa, gli ha indicato la pista da seguire e gli ha regalato un potente amuleto per combattere la cattiva magia di Mefisto. I nostri eroi cavalcano ad andatura sostenuta per tutta la giornata e la sera si accampano in una radura; accendono il fuoco, consumano un frugale pasto e si preparano per dormire. Quasi tutti si sono addormentati, quando qualcosa attira l'attenzione di Tex che, senza dir nulla, si alza e va ad osservare da vicino: sono i resti di un bivacco di qualche giorno prima. Tex osserva, e poi si muove tutt'intorno con circospezione alla ricerca di altre tracce. Le trova, le segue per pezzo, poi ritorna indietro. Carson, che da poco aveva notato la scomparsa dell'amico, gli chiede:
sfotte Tex. E subito dopo rivolto a Tiger, dice: risponde il fedele indiano. Tempo dopo, riposati e rifocillati, riprendono il cammino seguendo le tracce dei due fuggitivi. Proseguendo possono ammirare il meraviglioso, incontaminato ed accattivante paesaggio che li circonda. Quanta vegetazione! Quanto profumo! Quanta bellezza! Il tratto di pista più bello è quello che costeggia un torrente e che li accompagna per un bel pezzo con il suo dolce mormorio. Dopo diverse ore di marcia decidono di fermarsi e rinfrescarsi. Sono ancora intenti a ristorarsi quando avviene qualcosa di stupefacente che li ammutolisce. Un gruppo di cavalieri, armati di spade e lance, con elmi, corazze e mantelli, li circonda, e senza che essi possa abbozzare qualsiasi reazione, li catturano. I nostri eroi si guardano in viso esterrefatti Ad un tratto Mourinho esclama: ordina con voce stentorea il comandante della pattuglia. Poi prosegue: Tex cerca di protestare: 40
Poi rivolgendosi ai suoi soldati, continua: Poco dopo, legati come comuni malfattori, Tex e compagni sono costretti ad incamminarsi in fila indiana, senza le loro pistole, scortati dai soldati di Roma. Durante il cammino Tex più volte tenta di prendere la parola e cercare di chiarire la situazione ma, vista l'indifferenza dei legionari, desiste, ripromettendosi più tardi, una volta arrivati a destinazione, di trovare un modo per riuscire a liberare se stesso e i suoi pards. Cammina e cammina, è ormai sera inoltrata quando giungono davanti ad una grande villa. Il centurione, dato l'ordine di fermarsi, entra lui solo nell' abitazione. Ne esce dopo una mezz'ora tutto contento, stringendo tra le mani un sacchettino colmo di sesterzi d'oro. Tutto giulivo dice ai prigionieri: Tex, furibondo, risponde: Ma il centurione, senza nemmeno rispondergli, monta a cavallo e, seguito dai suoi soldati, sparisce ben presto in una nuvola di polvere. Per la notte viene loro assegnata una grande camera dove ci sono letti sufficienti per tutti. C'è ancora da dire che uno per uno vengono assicurati ai letti con grosse catene. Durante la notte, mentre i pards, sopraffatti dalla stanchezza e dalle emozioni, cadono in un sonno profondo, Tex, non riuscendo a prendere sonno, cerca di riflettere e fare il punto della 41
situazione. Mille congetture si susseguono nella sua mente, ma non riuscendo a trovare una soluzione che possa trarli d'impaccio, decide di attendere l'evolversi degli eventi e poi regolarsi di conseguenza. Il mattino dopo ricevono la visita del padrone di casa scortato da quattro energumeni armati di spade e fruste. L'anfitrione, un tipo grasso e flaccido, li osserva con occhi colmi di cupidigia e poi, tutto soddisfatto, dice:
questa occasione annuncia alcuni nomi nuovi oltre a quelli già noti, e quella di Tiberio da Ostia che voi avete già tante volte applaudita. Ecco i nomi dei telesini: capitano Sansone, gladiatore dalla forza leggendaria, Sparviero, Drago, Aquila della Notte, Tiger Jack, Piccolo Falco, Pat Mac. Ryan, Gros Jean, e, infine, Capelli d'Argento che, sebbene anziano, è ancora pieno di vigoria. I telesini sono allenati da Josè Mourinho da Setubal. Per la squadra di Tiberio, allenata da Iena, saranno nell'arena: capitano Ercole, gladiatore dotato di una forza mostruosa, Spartacus, Tigre, Leone, Muzio il sanguinario, Camposanto, Falco, Bisonte e Toro.>> Un applauso frenetico sottolinea le parole dell'araldo, e già il pubblico comincia ad invocare a gran voce i propri beniamini. Prima di scendere nell'arena, Tex, rompendo il mutismo e guardando il figlio dritto negli occhi gli dice:
Poco dopo i venti gladiatori fanno il loro ingresso nell'arena, si schierano gli uni di fronte agli altri; alzano le armi in segno di saluto... e poi si avventano contro, pronti a dare la morte o a riceverla. La battaglia subito si accende furiosa. Il pubblico segue ora l'uno ora l'altro. I combattenti lottano all'ultimo sangue, sembrano animati da un furore che si può placare solo con la morte dell'avversario. Tex e compagni, sebbene siano abituati alla prateria e ad altre armi, se la cavano benissimo e compiono miracoli di valore, gesta di autentico eroismo. E il pubblico di Roma, conquistato, si schiera apertamente dalla loro parte e li incita a gran voce; mentre Prepulzio si sfrega le mani per la soddisfazione. Il primo a cadere però, è un gladiatore della squadra di Tex, Sparviero. Un'incornata di Toro gli è fatale: un brutto colpo di tridente e per il gladiatore sannita è finita. Poi, vigliaccamente, Toro colpisce da tergo Sansone, che sta per avere la meglio sul suo diretto avversario, infliggendogli una pugnalata alle spalle. Sansone si volta e, prima di morire, strozza il vigliacco con le proprie mani. Drago, visto il compagno e amico morire, colto da furore, prima uccide Muzio e poi, assetato di sangue, corre a combattere contro Ercole. Ma, dopo uno strenuo combattimento contro il mitico avversario, cade gravemente ferito nell'arena. Ercole sorride trionfante e si avvicina per finirlo. Il pubblico dice di no, ma il gladiatore si accinge lo stesso a finirlo. Tex che segue la scena, nonostante stia combattendo contro Spartacus, afferra un tridente e lo lancia nella gola del vile gladiatore, squarciandola. Dopo pochi secondi di agonia, Ercole rende l'anima a Dio. Il pubblico riprende ad incitare l'eroe bonelliano con più vigore, mentre Drago viene trasportato fuori dell'arena e curato. I nostri sette gladiatori continuano a dare prova della loro bravura, ma soprattutto della loro lealtà. Infatti invece di uccidere i loro avversari, Tex e compagni, l'uno dopo l'altro, disarmano i loro antagonisti, ponendogli il piede sul petto e la spada alla gola. Il pubblico grida: 44
Ma Tex, gettata la spada, si rivolge agli spettatori e li arringa:
Impaurito, il grassone scappa via mormorando oscure minacce. Per la notte, i nostri protagonisti vengono sistemati nei sotterranei della casa romana di Prepulzio. Il patrizio, scosso dalle minacce di Tex, li fa legare con catene. Durante la notte, mentre tutti dormono sopraffatti dalla stanchezza, Pat cerca di liberarsi dalla catena, ma per quanti sforzi faccia, l'erculeo amico di Tex, non viene a capo di nulla. Sconfortato, Pat si abbandona al sonno. Sembra quasi che siano condannati irrimediabilmente a restare per sempre in quei posti a fare i gladiatori per tutta la via. Ma ecco che la stella di Tex riprende a brillare. In piena notte, infatti, Drago, sebbene ferito, riesce ad arrivare fino alla stanza dei nostri; sveglia Tex e gli consegna le chiavi delle catene che aveva precedentemente sottratte ai carcerieri. Tex in un baleno si libera e poi provvede anche ai compagni. Appena tutti sono svegli e liberi, il sannita dice: > Poi rivolto a Pat prosegue:
neutralizzano e poi fanno cenno ai pards di avanzare. Nel mentre che i compagni avanzano cautamente, Tiger e Kit raggiungono la scuderia, e poco dopo ritornano con otto cavalli. Montano a cavallo e partono a spron battuto verso la libertà. 10 (…) Balotelli è come le previsioni del tempo. Non può mancare dalle cronache di un giornale, sia se faccia bello o che il barometro segni tempesta. Stavolta è ancora tempesta, scoppiata sabato sera. Le accuse sono sempre quelle: ritardi, vita non da atleta, atteggiamento menefreghista in allenamento. (…) «Quando una squadra gioca così e vince - spiega Mourinho - mi sembra una mancanza di rispetto parlare di un giocatore che non c’era. Balotelli non c’era e non credo che mi debba giustificare. E’ un’opzione mia, la mia squadra ha vinto». E ancora: «Avevo in panchina due campioni del mondo, Vieira e 47
Materazzi. Chi è Mario Balotelli per avere tante domande, Maradona? Lui è un giocatore come gli altri. Per 90 minuti non mi sono ricordato di lui».
l'attaccante dell'Inter parla del suo rapporto con l'opinione pubblica che gli rimprovera alcuni atteggiamenti e il suo non ridere mai, neanche dopo un gol: «Secondo me non c'è difficoltà nel farmi apprezzare - spiega -, il problema è che l'80 per cento della mia vita lo vivo sotto i riflettori, quando le cose non vanno bene uno non può sorridere, se mi vedessero a casa mia, con i miei amici e la mia famiglia, tutti si accorgerebbero che io sono un ragazzo solare». Balotelli è molto ambizioso e non ha problemi ad ammettere il suo vero obiettivo: «io sto bene, sono pronto a diventare il giocatore più forte del mondo. Sono tranquillo, ho questo sogno da quando ero piccolo e sono io il primo a non voler rovinare tutto questo». (…) INSULTI E GESTACCI - «Sporco milanista», l'insulto meno volgare che si è sentito martedì sera in tribuna contro Balotelli, fra i fischi assordanti. L'attaccante ha risposto indicando tutte le tribune del Meazza e indirizzando una serie di «vaffa...» e «figli di p...», come si è colto dal labiale nelle immagini televisive. Poi, al fischio finale, Super Mario si è tolto la maglia e l'ha gettata a terra (Stankovic per nasconderla se l'è infilata nei pantaloncini, poi ha commentato dicendo che «Mario è ancora un bambino») e si è avviato negli spogliatoi, dribblando Gabriele Oriali che tentava di calmarlo. «Mi dispiace, ma capisco il pubblico perché tutti gli altri giocatori avevano dato tutto in campo mentre Balotelli ha avuto quell'atteggiamento: è successa una cosa brutta», ha detto Mourinho, assicurando che non si farà problemi a mandarlo in campo al Meazza sabato contro l'Atalanta. Nello spogliatoio è stato duro il confronto fra Mario e alcuni compagni. «Materazzi voleva matarlo (ammazzarlo, ndr), mai vista una cosa del genere», ha raccontato Zlatan Ibrahimovic.>>
Te ne eri andato via dall’Inter per vincere la Champions e invece, tu sei andato, e noi l’abbiamo vinta!>>
che si agita nel ragazzo. Se non la considerazione che «le sue doti lo hanno spinto troppo presto sotto i riflettori», con una «spavalderia» che spesso sfocia in «mancanza di disciplina»: «Nulla che la semplice e inevitabile crescita del ragazzo non possa risolvere», conclude il Wall Street Journal.
nervosamente avanti e indietro. Massimo Decimo Mourinho dice a bruciapelo: Caio Mario non batte ciglia e Mourinho prosegue imperterrito: Nemmeno stavolta Caio Mario reagisce, è impassibile quasi fosse una statua. Nessuna emozione traspare dai lineamenti del suo volto. Caio Mario abbozza un sorriso amaro. Ma Massimo Decimo Mourinho non frena l’ira che sente salire dentro di sé e riprende: Caio Mario si ferma, le braccia lungo i fianchi, e finalmente risponde: > 53
risponde con pacatezza. Intanto M. D. Mourinho da’ da mangiare alla sua iena incatenata. Poi prosegue: Ciò detto, Mou respira profondamente, quasi come se potesse sentirne l’odore. Poi con voce sognante prosegue: > chiede Caio Mario. Con un lampo di orgoglio e un moto di fierezza risponde sicuro: domanda incredulo Caio Mario. ribatte alterandosi Mou. 54
Caio Mario si avvicina Mou e con voce bassa ma sicura dice: risponde Mou infervorandosi. Caio Mario sta in piedi sull’attenti, le mani chiuse dietro la schiena e ascolta in silenzio , annuisce e risponde deciso: Le parole di Caio Mario sono musica per le orecchie di Massimo Decimo Mourinho: Ciò detto gli lancia una corazza. Caio Mario l’afferra a volo e si conceda. Mou lo guarda dalla finestra. 12
La rottura si verifica dopo che Balotelli, terminata la partita con il Barcellona allo stadio Meazza di Milano, getta per terra la maglia dell’Inter scatenando la rabbiosa reazione dei tifosi. I siti on line dei quotidiani sportivi vengono inondati di commenti di tifosi arrabbiatissimi.>> Faber6868 Scrive: 27/04/2010 19:20:42 non si butta via la maglia?!?!!? come se fosse un oggetto sacro!!!!??? mamma mia che razza becera il tifoso gente che non ha né arte né parte nella vita e si attacca al nulla per dare un senso alle proprie giornate insulse tristi Balotelli fai quel che ti pare...dai retta a te e non calcolare mai nessuno ibra1959 Scrive: 27/04/2010 20:26:00 Faber6868 vai a nanna che leggere ti fa male.....uno che non capisce il valore di un simbolo (che sia una maglia o altro) è senza valori......è un ogetto sacro..... Vivo per lei da quando sai la prima volta l’ho incontrata, non mi ricordo come ma mi è entrata dentro e c’è restata. Vivo per lei perché mi fa vibrare forte l’anima, vivo per lei e non è un peso. 56
Vivo per lei anch’io lo sai e tu non esserne geloso, lei è di tutti quelli che hanno un bisogno sempre acceso, come uno stereo in camera, di chi è da solo e adesso sa, che è anche per lui, per questo io vivo per lei. user_2609421 domenica 25 aprile 2010, 11:02 Basta! "SuperMario", tu sarai il migliore sul mondo? Solo nella testa tua! E anche questo non e sicuro... Tuti tuoi compagnioni avevano 19 anni, pero nessuno facheva le cose cosi brutte. Butare la maglia santa, perche nessuno puo di critizzarti caminare come turista quando gli alti davano 1000% e piu,...E non e prima volta, neanche seconda... Sei un grande egoista con il cervello da trovare Sono 1000% Interista, pero lo dico:"va te ne via!" Forza Inter (senza di te)!!! dani.els domenica 25 aprile 2010, 09:01 il giocatore che diventerà il più forte del mondo.per ora sta in tribuna e a spasso con le ragazze. Bambino viziato,almeno questa è l'immagine che dà,e anche superbia e prepotenza non gli difettano:dovrebbe far parlare di sè solo per quello che fa vedere giocando ma non è a posto con la testa,se non sono riusciti i suoi genitori ormai chi gli insegnerà la creanza? pacman79 sabato 24 aprile 2010, 21:54 57
ve lo dico da juventino ma sto Balotelli cosa ha fatto per ritenersi in giocatore piu' forte del mondo?Se non alla sua eta' ma poco ci mancava Totti e Del Piero facevano cose pazzesche...Del Piero alzava lo coppe (vinte grazie a lui , non grazie alla squadra) lui cosa ha fatto? non scherziamo... e' saccente e maleducato...io non amo Mourinho... ma la disciplina in uno spogliatoio e' importante. Comanda il mister. PUNTO.e la mossa che ha fatto mercoledi e' una di quelle che i tifosi difficilmente dimenticano! e' incredibile.questo gioca con Milito che il DIO DEL GOL,Eto'o che qualcosina in piu' di lui ha vinto cosi' Zanetti che gli faranno una statua di fianco a quella di Facchetti...ad occhio... e si atteggia da divo! sei l'ultima ruota del carro!anche Pandev ti ha rubato il posto(ottimo giocatore tra l'altro). Quello che gli mancava ora era un procuratore che lo viziasse ulteriormente.... Moratti svegliati! vendilo e compra un'altra punta...o tieniti Arnautovic BALOTELLI SEI UNA VELINA... Member_156959 sabato 24 aprile 2010, 16:52 serie B Bravo Balotelli! Comincia a studiare il campionato di serie B, perche' è lì che andrai a giocare l'anno prossimo! termetro sabato 24 aprile 2010, 15:58 balo mou è il responsabile tecnio dell'Inter ha tutti i diritti di pretendere dai Professionisti giocatori il rispetto delle sue strateggie, se Balotelli fa pasticci nell'Inter li farà in qualsiasi altra squadra( vedi Adriano) e se proprio devo dirla tutta andrà via dall'Inter ma non farà la fine di pirlo ma di pirla come i vari Martis, Kallon, Obinna.... Tutti si scorderanno del campione... 58
termetro domenica 25 aprile 2010, 09:51 E' incredibile fino a metà stagione, prima dell'arrivo di raviola, tutti " gli altri" a dare addosso a questo "fenomeno" e noi interisti a difenderlo, adesso che grazie ai consigli e metodi del suo procuratore ha rovinato il rapporto con interisti e società " gli altri" ( jumentini e milanisti) lo difendono, boh proprio razionali non c'è che dire. mekong domenica 25 aprile 2010, 09:17 per favore.... basta con Raiola e Balotelli!!!vadano per la loro strada al piu' presto!!!!! trip97 domenica 25 aprile 2010, 08:46 caso Balotelli Più ci penso e più mi sorge un dubbio, ma sarà proprio vero che Balotelli non riesce ad accorgersi degli atteggiamenti fastidiosissimi che tiene spesso in campo e a volte anche fuori? Siamo sicuri che non sia tutta una strategia del nuovo procuratore Raiola quella di rompere con tifosi, compagni e società per riuscire a convinvere Moratti a venderlo? ARDILEX sabato 24 aprile 2010, 15:57 Raiola Da quando è il procuratore di Supermario non lo ha mollato un secondo, e figuriamoci se lo fa, la gallina dalle uova d'oro non si deve perdere di vista. Mario sei proprio un pollo finirai spennato, liberati di quella zecca succhiasangue, non venirci a dire che nessuno ti ha messo in guardia da un elemento del genere. Comunque buona fortuna ... Sangueneroblu75 sabato 24 aprile 2010, 15:49 Raiola Questo ex ristoratore e mani in pasta un po' ovunque è la persona adatta per gestire questo ragazzo. Considerate il fatto che ad ogni cambio di maglia il procuratore prende dei bei soldoni. Quando crediate che resisterà Ibra al Barca? 59
E' cominciato il mal di pancia dell'ingrato marietto :D Proprio la persona adatta.
qualcosa... ma che ne sapete ??? quanta aria sprecata, gonfiate dei aplloncini, vi divertite di più... NiKeS10 venerdì 07 maggio 2010, 20:05 Mah... Non sono fiducioso sulla durata di questa "reunion"...basta semplicemente una partita? Mario deve dimostrare ancora molto...bisognerà vedere come reagirà alla prossima delusione/partita storta, e come reagiranno i tifosi... bubuars venerdì 07 maggio 2010, 17:43 come e' difficile educare un figlio..... e' sempre lungo il percorso che deve fare questo ragazzo...anche perche' questi ultimi atteggiamenti mi sembrano "suggeriti" dal suo indegno procuratore...cmq il tifoso non dimentichera' mai il gesto della maglia..pero' se il ragazzo fara' capire che ha imparato la lezione e si comportera' da professionista..si puo' chiudere un occhio!!! 13 Lucilla entra nella stanza di Caio Mario Balotelli che è alle prese con la cinghia che trattiene la sua spada. Egli cerca di rimuovere attraverso il collo. Lucilla lo aiuta e facilita l’operazione. > domanda alla sorella, paonazzo in volto. E lei: risponde con cattiveria. 61
Prendendo posto sul trono, Caio Mario continua: ribatte interrompendola Caio Mario. puntualizza lei. > > Intanto, fuori del palazzo, due tizi parlano dei giochi che l’imperatore ha fatto tornare in auge per attirare la folla. Ancora si possono vedere giocolieri che si esibiscono in esercizi di abilità, mercanti che offrono le loro merci e la gente che curiosando va e viene. Due soldati si fermano a chiacchierare. Il primo dice all’altro: E l’altro: 62
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Mercoledì sera ho sbagliato, questo è innegabile, ma poi va tutto ricollegato e riportato alla realtà dei fatti. In questi anni ogni sfida con l’Inter è sempre stata carica di polemiche. Prima e dopo le partite. Insieme a decisioni arbitrali discutibili, in questo caso sempre a nostro sfavore. Probabilmente ci abbiamo rimesso scudetti e trofei, ma siamo usciti dal rettangolo di gioco sempre con l’onore di indossare questa maglia. Alla finale di Coppa Italia si è arrivati dopo quindici giorni di polemiche. A cominciare dal derby, dove tutto è stato strumentalizzato per la mia esultanza, di cui mi sono subito scusato. La vittoria a Parma, con la speranza che si era riaccesa e il giorno successivo con Lazio- Inter. Su quella partita noi romani e romanisti ci siamo già espressi. Infine si è arrivati alla partita con l’Inter, che tutti aspettavano e che tutti - sottolineo tutti - ci hanno chiesto di giocare con temperamento e aggressività agonistica. Sono entrato in campo con la voglia di ribaltare il risultato. Certamente non ero nel migliore stato d’animo. Avrei voluto dare il mio contributo dall’inizio, ma rispetto sempre le decisioni del tecnico, senza mai avere nessun atteggiamento polemico. Ho fatto lo stesso anche in precedenti partite. Durante la gara ―lui‖ ha avuto nei riguardi dei miei compagni un atteggiamento provocatorio e questo è avvenuto anche in passato contro di noi. Ricordate la linguaccia a Panucci, o quello che è successo con Mexes, o la sua esultanza sotto la nostra curva? Tutto questo, sempre dallo stesso calciatore, è stato fatto in quasi tutti gli stadi italiani e anche in Europa ed è probabilmente questo uno dei motivi per i quali nel proprio gruppo non è mai stato ben accetto ed è sempre visto da altri club o dalla Nazionale stessa come un elemento di disturbo. Certo, ho sbagliato nel commettere quel fallo, ma io sono sempre stato il primo a riconoscere i miei errori e a giustificare chi contro di me ha compiuto falli di gioco che mi hanno procurato anche infortuni gravi, ma privi 64
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