Città Nuova Fest a Teramo
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Città Nuova Fest a Teramo Aria di festa e di grande attesa fra i numerosi partecipanti al Città Nuova Fest, dai neonati di quattro mesi agli ultra settantenni, che sabato 10 novembre hanno invaso l’aula magna del Convitto di Teramo e le aule limitrofe. Lo spirito forte che ispira il lavoro costante e al passo coi tempi di Città Nuova ha preso forma puntando l’attenzione verso le emozioni da cui oggi il vivere dell’uomo e delle relazioni è mosso più che mai. Pur facendo un’analisi della situazione di crisi in cui viviamo, lo psicologo Ezio Aceti, con la sua caratteristica veemenza e passione, ha indicato nella stessa crisi la possibilità di crescita e nelle emozioni energie da sfruttare per alimentare solide relazioni. Tanti gli spunti per approfondire la conoscenza dei nostri bambini e poterli così amare veramente. Uno sguardo ampio sulla società civile e religiosa, non sono mancate riflessioni sulle relazioni interpersonali della coppia e tra genitori e figli. Una per tutte: “l’amore è sempre possibile”. Questa affermazione ha sicuramente infuso in ciascuno una sensazione positiva di benessere ed una spinta ad approfondire il cammino intrapreso o comunque a ricominciare con fiducia. Una persona che ha collaborato per la realizzazione dei due laboratori dedicati ai bambini con Sara Fornaro, caporedattrice del giornalino BIG, e ai ragazzi con Mauro Di Girolamo, attore di Spazio 3, così ci scrive:
“È stata un’occasione per entrare con i ragazzi (circa 60) dentro le emozioni. Con i più piccoli abbiamo “avvicinato ” la paura accartocciandola nel vero senso della parola e gettandola nell’omino mangiapaura; poi abbiamo guardato in faccia la rabbia chiamandola per nome e maltrattandola con una delle nostre scarpe gettate nella scatola delle cose che ci fanno arrabbiare… I più grandi hanno lavorato sulla gelosia proponendo una drammatizzazione con la quale si è cercato di imparare ad andare oltre. Un’occasione per comprendere insieme come siamo persone che vivono delle emozioni e occorre conoscerle per gestirle.” La serata si è conclusa con la rappresentazione dei ragazzi offerta a tutti i presenti. Notevole l’interesse verso l’approfondimento di Città Nuova e riviste ad essa collegate come Big (Bambini in Gamba), Teens (la rivista fatta dai ragazzi e per i ragazzi), nell’ottica di continuare a dialogare. All’uscita, diverse persone hanno voluto prendere una copia della rivista CN, di BIG ,Teens, lasciare un contatto per continuare il dialogo intrapreso.. Una serata diversa e molto positiva! Gabriella Ceritano Corsi di Economia Biblica 2019 Continua nel 2019 al Polo Lionello Bonfanti l’esperienza iniziata nello scorso mese di giugno con la “Settimana di
Economia biblica”: una “full immersion” nella dimensione economica, sociale e antropologica del libro della Genesi e del libro di Giobbe con Luigino Bruni. Giornate che avevano avuto per molti dei partecipanti il sapore di un “viaggio dalle mete inaspettate” parole nuove, sguardi diversi, alla scoperta o ri-scoperta di “volti”: da quelli dei compagni di viaggio, a quelli provenienti dall’Antico Testamento e riemersi dai libri studiati insieme. Scarica il programma La Direzione si riserva di valutare le domande di iscrizione Basta guerra e distruzione in Yemen Basta guerra e distruzione in Yemen: chiediamo stop delle forniture militari e sostegno umanitario alla popolazione civile per giungere alla pace. La presa di posizione e le richieste delle organizzazioni della società civile italiana. Amnesty International Italia – Fondazione Finanza Etica – Movimento dei Focolari – Oxfam Italia – Rete della Pace – Rete Italiana per il Disarmo – Save the Children Italia 12 novembre 2018 La catastrofica situazione della popolazione civile in Yemen, martoriata da oltre tre anni di conflitto armato, è recentemente e prepotentemente tornata sotto gli occhi dell’opinione pubblica anche italiana. Bombardamenti indiscriminati su strutture civili, quali scuole, ospedali,
strade e porti ha portato il paese ad avere 17.8 milioni di persone in stato di insicurezza alimentare ponendo il paese alle soglie della peggiore carestia degli ultimi 100 anni. Le Nazioni Unite stimano 18.000 bombardamenti aerei soltanto tra Marzo e Agosto 2018, di cui circa il 39% non sono avvenuti contro definiti obiettivi militari. La recente morte della bambina diventata, suo malgrado, simbolo e icona delle sofferenze degli yemeniti e le richieste di ampliamento dei siti produttivi delle bombe “made in Italy” che da troppo tempo contribuiscono ad alimentare una guerra sanguinosa hanno portato alla luce il dramma che quotidianamente viene vissuto dalla popolazione Yemenita. Anche il Parlamento italiano negli ultimi giorni è finalmente ritornato ad occuparsi (dopo i dibattiti da noi richiesti e promossi nel 2017, durante la precedente Legislatura) di questa drammatica situazione, in particolare con un’audizione di esponenti della società civile in seno alla Commissione Esteri della Camera che è diventata occasione di stimolo alla presentazione di testi parlamentari. Riteniamo fondamentale che alla Camera e al Senato si dia avvio ad un serio dibattito sul conflitto in corso in Yemen e per questo motivo le Organizzazioni firmatarie di questa nota fanno appello alle convinzioni profonde di ciascun eletto ed eletta in Parlamento affinché prenda rapidamente una posizione netta ed esplicita per sollecitare il Governo italiano a: attivare iniziative concrete per la risoluzione diplomatica e multilaterale del conflitto in corso in Yemen, anche per ovviare al devastante e catastrofico impatto umanitario che ne deriva. Ci aspettiamo azioni di rilievo e di vero protagonismo da parte del nostro Paese, non semplici dichiarazioni di principio o di accodamento alle iniziative di partner europei o alleati NATO. Soltanto una soluzione al conflitto inclusiva e negoziata può ripristinare la pace; occorre dunque che la comunità internazionale si impegni quanto
prima, in buona fede e senza condizioni preliminari per un nuovo ciclo di negoziati di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite; impegnarsi ad aumentare europei finanziare per la totalità necessaria il Fondo di intervento per gli aiuti umanitari, in soccorso alla popolazione civile yemenita martoriata da una catastrofe umanitaria di vaste proporzioni; milioni di persone hanno urgente necessità di accesso a cibo, acqua, servizi igienici e sanitari; imporre (in linea con le risoluzioni del Parlamento europeo del 4 ottobre e 25 ottobre 2018 e nel rispetto della normativa nazionale (legge 185/90), del Trattato internazionale sul commercio di armamenti e della Posizione Comune dell’Unione europea sull’export di armamenti) un embargo immediato sulle armi e la sospensione delle attuali licenze di esportazione di armi a tutte le parti nel conflitto dello Yemen, in quanto è presente un chiaro rischio di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario (come testimoniano numerosi episodi di questi ultimi mesi). L’embargo dovrebbe riguardare anche tutti i tipi di armamento presenti nell’elenco comune delle attrezzature militari e delle tecnologie di uso duale dell’Unione europea al fine di garantire che nessun arma, munizione, equipaggiamento militare o tecnologia, o supporto logistico e finanziario per tali trasferimenti sia oggetto di forniture dirette o indirette alle parti in conflitto nello Yemen né possa essere di sostegno alle loro operazioni militari nello Yemen; attivare e finanziare il fondo per la riconversione dell’industria militare previsto nella stessa legge 185/90 anche sulla base di una discussione pubblica sull’impatto del complesso militare-industriale italiano sulla instabilità geopolitica (in particolare in Medio Oriente) e nella definizione della politica estera e di sicurezza dell’Italia;
intraprendere iniziative verso le parti in conflitto (in particolare chi utilizza maggiormente lo strumento dei bombardamenti aerei cioè la Coalizione guidata dall’Arabia Saudita e di cui fanno parte anche altri Paesi destinatari dei sistemi d’arma italiani, come gli Emirati Arabi Uniti) affinché siano rigorosamente rispettati i divieti di bombardamento di ospedali, scuole, strutture di cura ricordando che gli ospedali e il personale medico sono esplicitamente tutelati da trattati e convenzioni dal diritto umanitario internazionale, che un attacco deliberato contro i civili e le infrastrutture civili costituisce un crimine di guerra e che gli attacchi alle scuole sono condannati dalla Safe Schools Declaration, di cui l’Italia è tra i primi firmatari. Tutte le parti in conflitto dovrebbero inoltre evitare l’utilizzo di ordigni esplosivi in aree popolate al fine di proteggere i civili nella massima misura possibile; condannare l’uso di munizioni a grappolo nel conflitto in Yemen e fare pressioni affinché anche l’Arabia Saudita ratifichi il Trattato internazionale sulle munizioni a grappolo e distrugga quelle che ancora possiede; sollecitare l’istituzione di una indagine internazionale indipendente per esaminare le possibili violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto, al fine di assicurare la giustizia, le responsabilità e il risarcimento per le vittime. Negli oltre tre anni di conflitto armato numerose sono state le segnalazioni riguardanti violazioni di diritti umani e crimini di guerra, come confermato anche nel rapporto recentemente pubblicato dal Panel of Eminent Expert delle Nazioni Unite Invitiamo tutti gli eletti al Parlamento italiano a far proprie le nostre richieste e preoccupazioni, seguendo l’esempio dei loro colleghi europei, per fare in modo che la
drammatica situazione dello Yemen trovi spazio nel dibattito all’interno dei loro partiti e movimenti politici e nell’agenda politica parlamentare come un’urgenza da affrontare. Confidiamo nel senso di umanità e di responsabilità di ciascun parlamentare e chiediamo loro di dare piena attuazione all’articolo 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Le Organizzazioni firmatarie di questa presa di posizione congiunta rilanceranno a breve queste richieste all’attenzione dell’opinione pubblica in una iniziativa comune programmata per il prossimo Giovedì 22 Novembre in una sede istituzionale a Roma. Amnesty International Italia Fondazione Finanza Etica Movimento dei Focolari Oxfam Italia Rete della Pace Rete Italiana per il Disarmo Save the Children Italia Appello ai parlamentari Il Movimento dei Focolari in Italia aderisce e fa proprio l’appello rivolto ai parlamentari dalle associazioni per migliorare le norme in occasione del voto per la conversione
in legge del decreto legge 4 ottobre 2018, n.113 su immigrazione e sicurezza. Leggi il testo dell’appello Appello ai parlamentari riguardo alla conversione in legge del Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n.113 Il Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n.113, di cui è in corso la conversione in legge introduce nella sua prima parte radicali cambiamenti nella disciplina dell’asilo, dell’immigrazione e della cittadinanza, alcuni dei quali sono stati aggiunti mediante emendamenti che induriscono ulteriormente un’iniziativa legislativa già molto aspra. In via preliminare osserviamo come il passaggio dalla figura del permesso di soggiorno per motivi umanitari (pensato nella previgente disciplina come clausola generale) ad un ristretto numero di permessi di soggiorno per “casi speciali” necessiterebbe di alcune misure aggiuntive rispetto alle previsioni del decreto-legge, che siano idonee a rendere tale passaggio meno traumatico. Alla data odierna, infatti, circa 140.000 persone titolari di un permesso di soggiorno per motivi umanitari rischiano di cadere o di ricadere in una condizione di irregolarità del soggiorno che li esporrà al rischio di povertà estrema, di marginalità e di devianza. Riguardo alla nuova disciplina dei permessi di soggiorno per casi speciali, esprimiamo preoccupazione per il fatto che tali permessi di soggiorno sono configurati come autorizzazioni estremamente precarie, quasi sempre non rinnovabili e non convertibili, ad esempio, in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Questo significa che successivamente al primo anno di applicazione della nuova disciplina, molti tra coloro che oggi stanno per prendere un permesso di soggiorno lo perderanno, diventando irregolari. Si va dunque generando, in nome della sicurezza, un
inasprimento della disciplina del soggiorno che aumenterà la propensione all’illegalità e renderà più fragile la coesione sociale anche per le famiglie italiane, mentre per le imprese diverrà più difficile reperire legalmente mano d’opera giovane e motivata, ad esclusivo vantaggio dei pochi imprenditori disonesti e della criminalità organizzata. Siamo invece convinti che non possa esservi davvero sicurezza senza la consapevolezza che, di fronte all’assenza di adeguati flussi di ingresso regolare e ad un drastico calo degli sbarchi sulle nostre coste, occorre favorire al massimo l’integrazione e non avventurarsi innorme che rischiano di allargare l’irregolarità. I firmatari guardano dunque con grande preoccupazione allo smarrimento del senso di equilibrio e di moderazione nelle politiche sull’immigrazione, sostituito dal compiacimento per gesti e segnali di durezza che tuttavia, producendo sofferenza, non risolvono i problemi ma li acuiscono. In particolare, vediamo come molte più risorse verranno spese per la detenzione amministrativa degli stranieri in condizione di irregolarità sino a 180 giorni e forse anche più, in luogo del termine massimo di 90 giorni vigente sino ad oggi. Ciò accade, peraltro, senza avere acquisito l’autorevolezza necessaria per ottenere dai governi dei paesi di origine accordi di rimpatrio ad un tempo efficaci e rispettosi dei diritti umani fondamentali. Nel contempo, purtroppo, le politiche di promozione dell’integrazione vengono sottovalutate, sottraendo loro l’intelligenza politica e gli investimenti che sarebbero necessari. La stessa protezione internazionale viene mortificata mediante la predisposizione di procedure che paiono avere l’unico obiettivo della celerità, senza garantire un ascolto adeguato, senza alcuna certezza di un giusto procedimento ed in diversi
casi senza nemmeno consentire l’ingresso e l’ospitalità del richiedente asilo sul territorio nazionale. Conoscendo la situazione delle carceri italiani e le finalità cui esse dovrebbero essere ordinate, assistiamo con viva preoccupazione all’aumento delle pene detentive motivate solo dalla irregolarità del soggiorno per coloro che sono stati respinti od espulsi. Infine ci preoccupa la grave involuzione di civiltà giuridica esercitata riguardo alle procedure per l’acquisto della cittadinanza. In un Paese che ha fatto della trasparenza e della regolamentazione dei tempi procedimentali (determinati ordinariamente in un massimo di 90 giorni) i suoi due basilari obiettivi di riforma della pubblica amministrazione, si colora di toni fortemente discriminatori la decisione di determinare in ben 48 mesi il termine procedimentale per la definizione delle domande di acquisto della cittadinanza da parte di persone residenti in Italia già da molti anni. Le esigenze di onestà, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione vengono così umiliate dall’eliminazione dell’obbligo a rispondere con un minimo di sollecitudine ad una domanda che dovrebbe ritenersi di grande importanza sia per il richiedente sia per la grande comunità dei cittadini. Ci rivolgiamo dunque ai Senatori della Repubblica perché si adoperino, in queste ultime e brevi ore di dibattito parlamentare, a migliorare le norme sottoposte al loro scrutinio. Per il bene del Paese e la sicurezza di tutti non conviene aumentare l’irregolarità marafforzare i percorsi di integrazione. Promuovono l’appello: Comunità di Sant’Egidio, ACLI, Centro Astalli, Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa della Carità di Milano, Caritas Italiana, FCEI ( Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Tavola Valdese, Fondazione Migrantes. L’Italia e il resto del mondo Punti di vista n. 36 Le scorse settimane ci hanno visto convergere al Centro internazionale del Movimento dei Focolari insieme a persone del Movimento che ricoprono vari compiti di responsabilità in diverse parti del mondo, dall’Europa all’Africa e al Medio Oriente. Prima di noi lo stesso tipo di appuntamento aveva portato a Castel Gandolfo gruppi provenienti dall’America del Nord e del Sud, dall’Oceania, dall’Asia. Al di là dei tanti argomenti, tutti molto appassionanti, sui quali ci siamo confrontati, rimane uno sguardo allargato sul mondo che, da una parte, ridimensiona quelle che possono apparire le criticità del nostro Paese (se solo pensiamo alle guerre in corso o alle povertà estreme…); dall’altra rafforza il contributo specifico che, come italiani, possiamo dare. Sì, perché, nonostante tutto, la nostra creatività, la capacità di accogliere, di essere flessibili, sono caratteristiche che possiamo mettere a disposizione di altri popoli, da cui a nostra volta possiamo tanto imparare. Insomma, è come in una grande famiglia, dove ciascuno ha bisogno dell’altro. Rosalba Poli e Andrea Goller Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia
Fonte: Rivista Città Nuova n. 11 / Novembre 2018 pag. 49 Quella serata con gli amici Ho degli amici molto cari, per la maggior parte agnostici, ai quali non avevo mai esplicitamente parlato della mia vita spirituale. Questo mi aveva sempre lasciato un certo senso di incompletezza. Una sera passeggiavamo. Passando davanti ad una chiesa, ho sentito forte il desiderio di entrare un momento a salutare Gesù. Essendo in compagnia con altri mi sembrava fuori luogo, però ho voluto seguire questo impulso. Durante la breve sosta in chiesa, mi è venuto da dire a Gesù: «Stai con me, perché io sono con te». Poco dopo, a cena, ho sentito di dovermi “scoprire” davanti agli amici, ma non sapevo da dove iniziare! Ad un certo punto è nato spontaneo da parte loro affrontare l’argomento fede. È stato un momento di condivisione bellissimo. Loro mi hanno espresso le proprie perplessità, e dalla mia bocca sono uscite parole che nemmeno io mi aspettavo. E tutto ciò nel rispetto reciproco! Mai sarebbe potuta accadere una cosa del genere se non ci fosse stato come base questo rapporto profondo fra noi. Da: Il Vangelo del giorno – Città Nuova Editrice
I giovani e la fede nel Cristianesimo e nell’Islam Cammini di fraternità – Alleanza fra le generazioni Mentre in Vaticano era ancora in corso il Sinodo dedicato ai giovani, a Brescia circa 200 fra giovani e adulti, ma soprattutto giovani, di diverse etnie e culture, di religione cristiana cattolica e musulmana, si sono interrogati sulla scelta di fede. Con una fase preparatoria di un mese e mezzo fatta di appuntamenti settimanali, i giovani sono stati protagonisti di questo evento. Il titolo, il programma, gli spot, gli inviti, i video, le domande ai relatori sono stati pensati e scelti nei minimi particolari con un grande e corale coinvolgimento. Domenica 21 ottobre, nella incantevole scenografia naturale, del Centro Mariapoli Luce di Frontignano, si è svolto il settimo incontro del ciclo “Cammini di fraternità”. Sono stati i giovani stessi a guidare l’intero pomeriggio,
introdotto dal coro dei Murid con un canto dedicato alla Vergine Maria e seguito da una serie di interviste flash di giovani e meno giovani che hanno testimoniato che cosa è per loro la fede: è eredità o esperienza? Il video di Chiara Lubich, che ad un Convegno di Musulmani racconta l’esperienza del condividere i propri beni spirituali e materiali per aiutare i più poveri, ha dato l’orizzonte e l’invito a porsi un obiettivo comune: lavorare per la pace partendo dagli ultimi. Il profondo e articolato momento della preghiera prima dei musulmani e poi dei Cristiani, questa volta è iniziato con una breve spiegazione da parte dei presentatori del significato delle rispettive preghiere. Sei giovani si sono raccontati facendo vibrare le corde della nostra anima nell’ascolto di storie diverse, di percorsi a volte segnati dal dolore, dalla normalità di una vita accompagnata dalla presenza di testimoni significativi o da un incontro con persone che hanno illuminato la loro vita o semplicemente l’aver avvertito in cuore la gioia che nasce dal voler bene ad un compagno di scuola con lo stupore di vederlo cambiare. In tanti hanno ricevuto la fede in eredità dalle famiglie, ma arriva il momento delle domande e allora tutto cambia, quando fai in prima persona un’esperienza, da lì viene la svolta, la scelta e la consapevolezza. Nel momento delle “domande di senso” è Dio a fare ancora una volta il primo passo. Ma c’è anche il bisogno di porre domande ad adulti competenti per capire come muoversi in un’epoca di grandi trasformazioni in cui tutto è in movimento: questo è stato di grande aiuto per i giovani. I relatori, persone competenti e vicine ai giovani hanno cercato di rispondere a delle domande impegnative che avrebbero avuto bisogno di più convegni e discussioni per
essere affrontate, ma ugualmente hanno saputo invitare i giovani ad uno scambio fra le generazioni, ad essere occupati più che preoccupati. Hanno riaffermato che senza radici solide non ci può essere vero dialogo per questo è importante porre domande agli adulti e agli anziani perché hanno scavato di più nelle vicende della vita e possono trasmettere questo desiderio di ricerca. Hanno assicurato che, come dice papa Francesco, la fede si testimonia per contagio comunicando la sete di Dio che abita nel nostro cure e parlare dell’Amore è una delle vie che più coinvolge tutti. Una grande gioia e la certezza che Dio ci accompagna nel nostro cammino: questa l’esperienza che hanno fatto i giovani e gli adulti, tutti insieme in un cammino di fraternità ed in una alleanza fra le generazioni. Focolari, al servizio del Paese Oltre 150 persone di varie età, da tutte le regioni d’Italia, delle diverse vocazioni in cui si esprime l’appartenenza al Movimento dei Focolari, impegnate in tanti ambiti e con varie responsabilità, nello
scenario del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il 27 e 28 ottobre hanno dato vita ad una sorta di laboratorio per l’Italia. Quali le priorità per un Movimento che vuole essere al servizio del Paese? In che maniera l’organizzazione territoriale può favorire l’interazione fra le diverse comunità presenti nelle regioni? Cosa non deve mancare e cosa è bene non fare? Come potenziare le reti nazionali già esistenti e svilupparne di nuove? Due giorni di lavoro intenso, gioioso, vissute col metodo del discernimento e della partecipazione, in clima di fiducia, condivisione, apertura, responsabilità. Locale e globale si intrecciavano, dall’Italia si “viaggiava” nel resto d’Europa e degli altri continenti, e sempre più, dalla conoscenza di percorsi attivi in altre zone geografiche, i partecipanti acquistavano un respiro mondiale, arrivando a sentirsi davvero parte di un’unica grande famiglia. In questo scenario, in cui si riesce a vivere gli uni per gli altri a tutti i livelli, cresceva il coraggio di affrontare le difficoltà, le sfide, di andare incontro alle novità, si metteva in moto la creatività, veniva in rilievo il richiamo ad essere radicati nel carisma dell’unità per poterne fare dono alla
società nei suoi vari ambiti. Fra le priorità emerse nella due giorni l’attenzione alle nuove generazioni, con l’obiettivo di lavorare sempre più insieme in un rapporto intergenerazionale che non può non essere fecondo per i più giovani e per gli adulti; l’impegno a livello sociale, col desiderio di partecipare, fare massa critica, esporsi, incidere; e ancora puntare ad una formazione umana integrale, spirituale e culturale, per rispondere opportunamente preparati alle tante problematiche da cui siamo quotidianamente sollecitati. Una progettualità chiara, concreta, condivisa e che ogni partecipante riporterà nelle proprie comunità di appartenenza, con la coscienza di avere tra le mani, seppur in “vasi di creta”, un tesoro, il carisma dell’unità di cui il nostro Paese e il mondo intero hanno tanto bisogno. Foto di Enzo Parenza
“Buone Pratiche” di formazione dei laici nella Chiesa italiana *Dalla Relazione a cura di Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca e Presidente della Commissione episcopale per il laicato; Prof.ssa Paola dal Toso, Segretaria della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (Seminario di Studi che si è è tenuto nel Settembre del 2018 presso il Dicastero Laici, Famiglia, Vita ed a cui hanno partecipato i Presidenti delle Commissioni Episcopali per il Laicato di tutto il mondo ed anche alcuni Laici laddove ci sono Consulte o Uffici Pastorali per il Laicato. Per l’Italia ha partecipato Mons. Angiuli e Paola dal Toso Segretaria CNAL). In sintonia con i pronunciamenti della Chiesa universale (1), i documenti della Chiesa italiana [ 2 ] sottolineano che la formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione. La formazione dovrà caratterizzarsi in senso personale, integrale e permanente. Nello scoprire e nel vivere la propria vocazione e missione, i fedeli laici devono essere formati a quell’unità di cui è segnato il loro stesso essere di membri della Chiesa e di cittadini della società umana. Entro questa sintesi di vita si situano i molteplici e coordinati aspetti della formazione integrale dei fedeli laici; spirituale, dottrinale, pastorale. Non c’è dubbio che la formazione spirituale debba occupare un posto privilegiato nella vita di ciascuno. Sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di «rendere ragione della speranza» che è
in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi. Nel contesto della formazione integrale e unitaria dei fedeli laici, è particolarmente significativa per la loro azione missionaria e apostolica la personale crescita nei valori umani. Ai fini d’una pastorale veramente incisiva ed efficace è da svilupparsi, anche mettendo in atto opportuni corsi o scuole apposite, la formazione dei formatori. Formare coloro che, a loro volta, dovranno essere impegnati nella formazione dei fedeli laici costituisce un’esigenza primaria per assicurare la formazione generale e capillare di tutti i fedeli laici. Nell’opera formativa alcune convinzioni si rivelano particolarmente necessarie e feconde. La convinzione, anzitutto, che non si dà formazione vera ed efficace se ciascuno non si assume e non sviluppa da se stesso la responsabilità della formazione: questa, infatti, si configura essenzialmente come «auto-formazione». La convinzione, inoltre, che ognuno è il termine e insieme il principio della formazione. Più si è formati, più si sente l’esigenza di proseguire e approfondire la formazione e più ci si rende capaci di formare gli altri. Non è stato semplice raccogliere e sintetizzare tutte le iniziative messe in atto da parte della Chiesa presente in Italia per la formazione dei laici, le svariate iniziative promosse dalle realtà locali sia a livello parrocchiale sia dalle aggregazioni laicali. Questo contributo cerca di individuare e illustrare le “buone pratiche”, le iniziative e i progetti promossi ed organizzati inerenti alla promozione e formazione continua dei fedeli laici. Non avanza alcuna pretesa di esaustività e di completezza soprattutto in riferimento alle 68 aggregazioni laicali riconosciute dalla Chiesa Italiana, che per lo più organizzano momenti e percorsi formativi per i propri associati, talora anche aperti ad altri partecipanti, ma in generale non sono fatti conoscere.
Pertanto, l’attività formativa diffusa su tutto il territorio nazionale, è senz’altro molto più ampia di quella sintetizzata. Facendo seguito alla richiesta di codesto Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, diamo conto delle “buone pratiche” messe in atto dalla Chiesa italiana in questi anni postconciliari suddividendole in tre gruppi: a)“Buone Pratiche” degli Uffici nazionali della Conferenza episcopale italiana; b)“Buone Pratiche” delle Diocesi; c)“Buone Pratiche” delle Aggregazioni laicali. [1]Cfr. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, Esortazione apostolica post-sinodale, 30 dicembre 1988. [2]Cfr. Commissione episcopale per l’apostolato dei laici, Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti associazioni, Nota pastorale 1981; Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese I laici nella missione ad gentes e nella cooperazione tra i popoli, Nota Pastorale 1990; Commissione episcopale per il laicato, Le aggregazioni laicali nella Chiesa, Nota pastorale 1993; Commissione episcopale per il laicato, Fare di Cristo il cuore del mondo, Nota pastorale 2005. . . . . III. Movimento dei Focolari Il Movimento Focolari di Italia pone particolare attenzione a “formare i formatori” a vari livelli e in vari ambiti, essenziale per rispondere ai bisogni di formazione umana, cristiana e spirituale dei membri del Movimento e delle persone con cui è condiviso il cammino nelle varie comunità cristiane locali e nei vari territori. Questo avviene puntando a formare laici che poi a loro volta si attivino nel locale per riproporre percorsi specifici di iniziazione cristiana, di formazione permanente, di dialogo inteso nel senso più ampio, teso cioè alla condivisione fattiva dei valori cristiani e umani più profondi per il raggiungimento del bene comune nei vari settori dell’agire umano.
Centro Evangelii Gaudium (CEG), inaugurato l’11 novembre 2016 e sorto dalla sinergia con l’Istituto Universitario Sophia e con le espressioni di impegno ecclesiale del Movimento dei Focolari, ancorato allo stile sinodale che la Chiesa oggi è chiamata a fare proprio, nel solco tracciato dal magistero del Concilio Vaticano II, intende dare slancio e contenuto alla conversione pastorale cui Papa Francesco con decisione richiama. Si propone come laboratorio permanente di formazione, studio e ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi nella vita di una Chiesa chiamata allo slancio missionario. Alla luce degli impulsi spirituali provenienti dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, e delle esperienze suscitati dal carisma dell’unità, si propone come luogo del pensare in dialogo e in presa diretta con le sfide pastorali a servizio di una Chiesa in uscita. Corso per Operatori Pastorali (residenziale di 7 giorni + altri 3 giorni in autunno), rivolto ad operatori pastorali (sacerdoti e laici) operanti nelle Diocesi/Parrocchie italiane. Anche per le famiglie l’obiettivo primario è quello della formazione specifica di coppie e famiglie che siano a loro volta attivatrici e formatrici nei vari ambiti legati alla vita e della spiritualità familiare. Il Movimento Famiglie Nuove promuove da decenni corsi di formazione per fidanzati, giovani coppie, coppie più mature, corsi di formazione alla genitorialità, corsi per l’affido e l’adozione, avvalendosi di Comitati scientifici, di uno staff qualificato e di materiali di formazione articolati e vari. A Loppiano ha sede la Scuola di formazione permanente Loreto, dove si alternano famiglie di varie nazionalità; è riconosciuta dal Pontificio Consiglio e da varie convenzioni a carattere regionale e nazionali.
Recentemente si è data particolare attenzione all’approfondimento delle questioni morali ed etiche della spiritualità familiare, così come agli approfondimenti legati all’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Percorsi di Luce è un corso specifico per coppie in difficoltà e/o separate con l’intervento di sacerdoti ed esperti di varie discipline, di coppie mature e preparate. Percorsi di formazione ad ampio spettro prevedono seminari, corsi residenziali, incontri formativi tematici, studi universitari, pubblicazioni varie, per i laici impegnati nei diversi ambiti disciplinari e professionali, e che vanno dal dialogo e approfondimento a livello accademico, all’impegno degli operatori di svariati settori dell’agire umano e sociale. L’obiettivo comune consiste nel cercare di illuminare le scienze e l’agire con i valori cristiani, nello stile del dialogo aperto ai contributi e alle collaborazioni con persone di differenti culture, ma desiderose di lavorare e agire per i valori fondamentali dell’umanità. Tra questi, ad esempio: Medicina Dialogo e Comunione (promuove formazione per accademici ed operatori del mondo della salute), EDU – Educazione e Unità (raccoglie un gruppo internazionale di studiosi e operatori del mondo dell’educazione. In Italia la rete degli educatori ha posto quest’anno il suo focus sull’Educazione alla Pace ed è stato varato un progetto per la formazione continua per gli insegnanti di ogni ordine e grado “We Care Education” in collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica) e l’Istituto Universitario Sophia), EcoOne (rete internazionale di operatori in campo ambientale e naturalistico. Sono promosse scuole di formazione per insegnanti, bambini e ragazzi, per l’approfondimento delle tematiche legate alla Laudato Si’), Sportmeet (rete mondiale di sportivi e operatori dello sport), NetOne (rete internazionale di accademici e operatori del mondo dei media e della comunicazione, che opera da anni per la formazione di quanti insegnano o lavorano a
vario titolo in questo vasto settore). Percorsi formativi simili sono da anni avviati e portati avanti anche nel mondo del Diritto, dell’Arte, dell’Architettura, della Sociologia. Il Movimento Politico per l’Unità (MPPU) è un laboratorio internazionale di lavoro politico comune, tra politici eletti ai vari livelli istituzionali o militanti in partiti diversi, diplomatici, funzionari pubblici, studiosi di scienze politiche, cittadini attivi, giovani che si interessano alla vita politica della propria città ed alle grandi questioni mondiali, e a quanti desiderano esercitare il proprio diritto- dovere di contribuire al bene comune. In Italia ha sedi in quasi tutte le regioni e promuove scuole di partecipazione politica per giovani in varie città italiane, anche in collaborazione con le comunità cristiane locali o altri enti e associazioni. Il Progetto di Economia di Comunione promuove corsi di formazione specifici per imprenditori, per giovani imprenditori, Scuole di Economia Civile (SEC), percorsi di riflessione culturale (tesi di laurea, articoli, monografie, convegni accademici, convegni per operatori dell’ambito economico) per accompagnare l’esperienza concreta e la dimensione vitale, dando luogo ad una reciprocità tra teoria e prassi che costituisce uno degli aspetti più tipici dell’Economia di Comunione. Una sottolineatura particolare è quella che riguarda i percorsi messi in atto per la formazione degli educatori/formatori che si occupano delle nuove generazioni. Edu x Edu è un progetto di formazione continua: in collaborazione con la Congregazione per le Scuole cattoliche, la LUMSA e l’Istituto Universitario Sophia, il contributo di esperti e di un comitato scientifico internazionale composto da pedagogisti, educatori, psicologi, sociologi, esperti di
vari ambiti, con corsi residenziali, congressi internazionali, collegamento tramite una piattaforma per l’e-learning, approfondimenti, aggiornamenti e scambio di buone prassi, si propone di formare educatori, catechisti, formatori, animatori, genitori che si prendono cura della crescita integrale umana e cristiana di bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, sia che essa avvenga nelle parrocchie e diocesi, sia in ambiti formativi propri del Movimento dei Focolari. Up2me è un progetto formativo di educazione all’affettività per pre-adolescenti e adolescenti. Si affiancano corsi e scuole di formazione specifiche per genitori e per animatoriche sostengono le attività formative e gli approfondimenti con i più giovani. Con l’apporto di esperti di varie discipline, si sono strutturati format di grande coinvolgimento e spessore umano/cristiano. Sono stati prodotti materiali di vario formato che si stanno rivelando molto efficaci. Da qualche mese è allo studio un percorso di educazione all’affettività anche per bambini, con percorsi paralleli per genitori ed educatori di questa fascia di età. La Commissione centrale per la Tutela dei minori sostiene la nascita di Commissioni simili a livello nazionale e regionale per la formazione dei membri interni che si dedicano alle nuove generazioni. Queste Commissioni hanno promosso in questi ultimi anni, percorsi formativi richiesti da diocesi, scuole cattoliche, parrocchie ecc. e anche pubblicazioni e/o consulenze sul tema specifico. Il gruppo editoriale Città Nuova del Movimento dei Focolari si occupa della produzione di materiali e strumenti (riviste, libri, eventi, ecc.) per la formazione dei laici e non solo, in vari ambiti, proponendo una lettura delle realtà umane ed ecclesiali alla luce del Vangelo, del Magistero e della spiritualità dell’unità. A fine 2018 nascerà la rivista “Ekklesia – sentieri di dialogo e comunione” che vuole essere uno strumento specifico di
formazione per quanti operano in modo più diretto in ambito ecclesiale. Documento completo: http://www.laityfamilylife.va/content/dam/laityfamilylife/Pdf/ Italia%20Report.pdf Novembre 2018 “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Quante volte sentiamo bussare alla nostra porta? Può essere il portalettere, il vicino di casa, l’amico del figlio, ma anche lo sconosciuto… Cosa vorrà? Sarà prudente aprire, lasciare entrare in casa chi non conosciamo bene? Eppure questa Parola di Dio, tratta dal Libro dell’Apocalisse, ci invita all’accoglienza di un ospite inatteso. L’autore di questo Libro molto istruttivo per i cristiani, parla qui all’antica chiesa di Laodicea in nome del Signore Gesù, morto e risorto per amore di ogni creatura umana. Parla con l’autorità che deriva da questo amore; loda, corregge, invita ad accogliere l’aiuto potente che il Signore stesso si prepara ad offrire a questa comunità di credenti, purché essi siano disponibili a riconoscere la Sua voce e ad “aprirgli la porta”.
“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” Oggi come allora, l’intera comunità cristiana è invitata a superare paure, divisioni, false sicurezze, per accogliere la venuta di Gesù. Egli infatti si presenta ogni giorno con diversi “vestiti”: le sofferenze quotidiane, le difficoltà della propria coerenza, le sfide per le scelte importanti della vita, ma soprattutto nel volto del fratello e della sorella che incrociamo lungo la strada. È anche un invito personale a “fermarci” con Gesù in un momento di intimità, come si fa con un amico, nel silenzio della sera, seduti alla stessa mensa; il momento più propizio per un dialogo che richiede ascolto e apertura. Far tacere i rumori è la condizione per riconoscere ed ascoltare la Sua voce, il Suo Spirito, l’unico capace di sbloccare le nostre paure e farci aprire la porta del cuore. Così Chiara Lubich racconta una sua esperienza: «Bisogna far tacere tutto in noi per scoprire in noi la Voce dello Spirito. E bisogna estrarre questa Voce come si toglie un diamante dal fango: ripulirla, metterla in mostra e donarla a tempo opportuno, perché è Amore e l’Amore va dato: è come il Fuoco che, comunicato con paglia o altro, arde, altrimenti si spegne. L’Amore deve crescere in noi e straripare» (1). Dice papa Francesco: «Lo Spirito Santo è un dono. […] entra in noi e fa fruttificare, perché noi poi possiamo darlo agli altri. […] È proprio dello Spirito Santo, dunque, decentrarci dal nostro io per aprirci al “noi” della comunità: ricevere per dare. Non siamo noi al centro: noi siamo uno strumento di quel dono per gli altri» (2). “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”
Nell’amore reciproco tipico del Vangelo, anche i cristiani possono essere, come Lui e con Lui, testimoni di questa presenza di Dio nelle vicende della storia, anche nei nostri giorni. Nell’affluire di migranti in un luogo di frontiera, c’è chi sente bussare alla propria porta. Così racconta Delia: «Una calda domenica pomeriggio, vidi sedute sul marciapiede di fronte al mio bar tante mamme con i loro bambini che piangevano per la fame. Li ho invitati a entrare, spiegando che avrei dato gratuitamente da mangiare ai bambini. Le madri si vergognavano perché erano senza soldi, ma ho insistito e hanno accettato. Da lì è partito un tam tam e oggi è diventato il bar dei migranti, la maggior parte musulmani. Molti mi chiamano “Mamma Africa”. La mia precedente clientela, pian piano, si è persa. Così, la stanza dedicata al gioco degli anziani è diventata la saletta dei bambini, dove possono scrivere e giocare, con un piccolo fasciatoio per cambiare i neonati e dare un po’ di sollievo alle mamme, oppure si trasforma in aula per l’insegnamento della lingua italiana. La mia non è stata una scelta, bensì la necessità di non voltarmi dall’altra parte. Grazie ai migranti ho conosciuto tante persone e associazioni che mi sostengono e mi aiutano ad andare avanti. Se dovessi ricominciare, farei tutto daccapo. La cosa importante per me è DONARE!» (3). Tutti siamo invitati ad accogliere il Signore che bussa per uscire, insieme a Lui, verso chi ci sta vicino. Sarà il Signore stesso a farsi spazio nella nostra vita, con la sua presenza. Letizia Magri ______________________________________________________________ _____ 1 C. Lubich, Lo Spirito Santo è l’Amore, 12 settembre 1949, in «Collegamento CH», giugno 2006. 2 FRANCESCO, Udienza Generale, Roma 6 giugno 2018. 3 In «Città Nuova online», 7 marzo 2018 e in «Collegamento CH», 16 giugno 2018.
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Ekklesía: sentieri di comunione e dialogo Città Nuova. L’informazione libera. E chiara. Dopo più di 60 anni dalla sua nascita, l’informazione di Città Nuova vuole continuare ad essere libera e chiara. Non assoggettata cioè a nessun potere e senza timore di dispiacere a chi qualche potere lo detiene, se questo confligge con un’informazione che cerca la verità. Sappiamo quanto ciò sia difficile, oggi come ieri nel nostro Paese, e non abbiamo la presunzione di riuscirci sempre, mentre ci auguriamo che quanti ci leggono, sulla rivista e sul sito, abbiano l’occhio limpido per cogliere almeno lo sforzo in questa direzione. (leggi tutto) Scelte nuove e coraggiose Punti di vista n. 35
Succede a volte nella vita personale, di una comunità, di una aggregazione che il mutamento di situazioni esterne sia il motore principale di un processo di un cambiamento. Ad esempio la riduzione del numero di persone che si dedicano ad un progetto può indurre a far ripensare il progetto stesso. Nelle cose di Dio, però, spesso le cause esterne sono appunto esterne, cioè solo quei segnali visibili che riconducono ad un piano più grande – sicuramente meno evidente – e a motivazioni più profonde. In questo percorso sono tante le dinamiche che bisogna attivare. Senz’altro saper leggere i segni, mettersi in ascolto delle persone che con noi condividono il progetto, capire che un punto di debolezza può diventare un punto di forza, non cristallizzarsi su modalità consolidate ma individuarne di nuove, cercare risposte a domande prima inespresse, interrogarsi sulle priorità, operare quel discernimento comunitario che tanto consiglia papa Francesco. E, infine, non avere paura di operare scelte nuove e coraggiose. Insieme. Rosalba Poli e Andrea Goller Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia Fonte: Rivista Città Nuova n. 10 / Ottobre 2018 pag. 49 LoppianoLab apre con il focus “Perché il lavoro non
finirà”. Dalla crisi del presente, progetti e buone pratiche per rilanciare il Paese La nona edizione di LoppianoLab dal titolo: Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ’68 si apre sabato mattina con il focus “Perché il lavoro non finirà”. Il lavoro e le straordinarie trasformazioni che lo hanno investito, tra innovazione tecnologica, globalizzazione con la circolazione senza limiti di capitali e merci, disoccupazione e precariato sarà al centro del confronto tra Carlo Petrini, fondatore e anima portante di Slowfood, l’economista Alessandra Smerilli, e alcuni rappresentanti della Cooperativa sociale La Paranza, impegnata a creare lavoro nel Rione Sanità di Napoli. In un periodo particolarmente buio per la forte crisi del mondo del lavoro, con la ricomparsa del fenomeno inaccettabile del lavoro servile, occorre ascoltare persone capaci di inventare e di narrare storie nuove, positive, in grado di tessere e di rafforzare legami sociali. I LABORATORI ECONOMICI DI LOPPIANOLAB: A seguire, un variegato programma di nove laboratori: in un dialogo partecipato tra esperti, cittadini, imprenditori, giovani, politici e giornalisti si parlerà di lavoro e delle tante questioni ad esso connesse: reddito di cittadinanza, legalità e caporalato, alternanza scuola-lavoro, consumo responsabile, democrazia economica, conciliazione lavoro- famiglia. Si metteranno a fuoco idee, iniziative, buone pratiche e progetti per rilanciare il Paese, alimentare la speranza e salvaguardare la coesione sociale: Sabato 29 settembre ore 10.45 – 11.15: Prophetic Economy a cura di Luigino Bruni,
coordinatore internazionale progetto EdC ore 10.45 – 11.15: Lavoro, giovani, Centri per l’impiego e reddito di inclusione/di cittadinanza Con Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità; sen. Steni di Piazza; on. Stefano Lepri; Marco Revelli, sociologo; Alessandra Smerilli, economista; Livio Bertola, presidente AIPEC Alternanza scuola-lavoro. Beatrice Cerrino, docente; Giuseppe Pintus, consulente del lavoro; Pietro Comper, imprenditore Laboratorio sui talenti. a cura della Costituente EdC Giovani 10.45 – 12.45 Spezzare le catene del lavoro servile. Alle radici dell’impegno per la dignità umana. La filiera da bonificare in agricoltura per sconfiggere il fenomeno del caporalato. Dall’azione sui campi al sistema della grande distribuzione organizzata. Con Antonio Maria Mira, capo redattore e inviato speciale del quotidiano Avvenire; Angelo Moretti, direttore generale Consorzio Sale della terra Benevento, autore con Nicola De Blasio e Gabriella Giorgione del libro “L’Italia che non ti aspetti” (Città Nuova); Jean Renè Bilongo, Osservatorio Placido Rizzotto Flai Cgil; Giuseppe Gatti, magistrato, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, autore con Gianni Bianco del libro di Città Nuova “Alle mafie diciamo NOi”, Claudio Vanni di Unicoop Firenze. Coordina Carlo Cefaloni giornalista Città Nuova 16.30 – 17.30 L’Italia può diventare un Paese a misura dei giovani? Le promesse del ‘68 e le paure del presente con Stefano Zamagni, economista
17.45 -20.00 Consumo responsabile e democrazia economica Coop.fi di Figline Valdarno a cura della Costituente EdC Giovani Domenica 30 settembre 10.30-11.30 Famiglia come palestra di un’economia nuova con Emma Ciccarelli, vice presidente Forum associazioni familiari Incontro sul mestiere dell’economista di comunione/civile con gli economisti Luigino Bruni, Vittorio Pelligra 11.30 – 12.30 plenaria: Il lavoro di domani sarà bello con Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale. Modera Francesca Giglio, imprenditrice e Costituente EdC Giovani. Scarica il programma di questo evento Programma Generale LoppianoLab 2018 aggiornato al 26 settembre 2018 Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – 347.4554043 – 339.7127072– ufficiostampa@cittanuova.it Tamara Pastorelli – 338.5658244 – 335.6165404 – ufficio.comunicazione@loppiano.it Web: www.loppianolab.it – Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab
Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Polo Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it – Istituto Universitario Sophia – http://www.sophiauniversity.org– Loppiano – www.loppiano.it Movimento dei Focolari in Italia: http://www.focolaritalia.it/ Economia di Comunione: http://www.edc-online.org/it/ Con il patrocinio del comune di Figline Incisa Valdarno Ottobre 2018 «Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge» (Gal 5,18). L’apostolo Paolo scrive una lettera ai cristiani della Galazia (una regione che si trova al centro dell’odierna Turchia), che egli stesso ha evangelizzato ed ha molto a cuore. In questa comunità, alcuni sostenevano la necessità per i cristiani di osservare tutte le prescrizioni della legge mosaica per essere graditi a Dio e raggiungere la salvezza. Paolo invece afferma che non siamo più “sotto la Legge” perché Gesù stesso, Figlio di Dio e Salvatore dell’umanità, con la sua morte e risurrezione si è fatto per tutti Via verso il Padre. La fede in Lui apre il nostro cuore all’azione dello
Spirito di Dio stesso, che ci guida e ci accompagna nelle strade della vita. Secondo Paolo, quindi, non si tratta di “non osservare la Legge”, quanto piuttosto di riportarla alla sua radice ultima e più impegnativa, lasciandosi guidare dallo Spirito. Paolo scrive infatti poche righe prima: «Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Gal 5,14). Nell’amore cristiano verso Dio e verso il prossimo troviamo infatti la libertà e responsabilità dei figli: sull’esempio di Gesù siamo chiamati ad amare tutti, amare per primi, amare l’altro come noi stessi, perfino chi sentiamo nemico. «Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge». L’amore che viene da Dio ci spinge ad essere persone responsabili in famiglia, sul lavoro e in tutti i nostri ambienti. Siamo chiamati a costruire relazioni nella pace, nella giustizia e nella legalità. La legge dell’amore è il fondamento più solido della nostra socialità, come racconta Maria: «Insegno nella periferia di Parigi, in una zona svantaggiata e con una popolazione scolastica multiculturale. Svolgo progetti interdisciplinari per lavorare in équipe, vivere la fraternità tra colleghi ed essere credibili nel proporre questo modello ai ragazzi. Ho imparato a non aspettarmi subito i risultati, anche quando un ragazzo non cambia. L’importante è continuare a credere in lui e ad accompagnarlo, valorizzandolo e gratificandolo. A volte mi sembra di non riuscire a cambiare nulla, altre volte invece ho la prova tangibile che le relazioni costruite portano frutti, come è accaduto con una mia alunna che durante una lezione non partecipava in modo costruttivo. Le ho spiegato con calma e fermezza che per vivere in armonia ognuno deve fare la sua parte. Mi ha scritto in seguito: “Mi dispiace per
il mio comportamento, non accadrà più. So che lei aspetta da noi azioni concrete e non parole, e voglio impegnarmi in questo senso. Lei è una persona che trasmette a noi alunni i valori giusti e la voglia di riuscire”»(1). «Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge». Vivere nell’amore non è semplice frutto dei nostri sforzi. È lo Spirito che ci è stato donato, e che possiamo continuamente chiedere, a darci la forza per arrivare ad essere sempre più liberi dalla schiavitù dell’egoismo e a vivere nell’amore. Scrive Chiara Lubich: «È l’amore che ci muove, che ci suggerisce come rispondere alle situazioni e alle scelte che siamo chiamati a compiere. È l’amore che ci insegna a distinguere: questo è bene, lo faccio; questo è male, non lo faccio. È l’amore che ci spinge ad agire cercando il bene dell’altro. Non siamo guidati dal di fuori, ma da quel principio di vita nuova che lo Spirito ha posto dentro di noi. Forze, cuore, mente, tutte le nostre capacità possono “camminare secondo lo Spirito” perché unificate dall’amore e poste a completa disposizione del progetto di Dio su di noi e sulla società. Siamo liberi d’amare»(2). Letizia Magri ______________________________________________________________ _____ 1 “Un’insegnate nei sobborghi di Parigi” – testimonianza di Maria A. (Parigi) – “La grande attrattiva del tempo presente”, Castel Gandolfo 3 marzo 2018 (vedi su www.focolare.org). 2 C. Lubich, Quella voce ‘dentro’, in «Città Nuova» 50 (2006/10), p. 9.
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