Città Nuova Fest a Teramo

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Città Nuova Fest a Teramo
Città Nuova Fest a Teramo
Aria di festa e di grande attesa fra i numerosi partecipanti al Città
Nuova Fest, dai neonati di quattro mesi agli ultra
settantenni, che sabato 10 novembre hanno invaso l’aula magna
del Convitto di Teramo e le aule limitrofe. Lo spirito forte
che ispira il lavoro costante e al passo coi tempi di Città
Nuova ha preso forma puntando l’attenzione verso le emozioni
da cui oggi il vivere dell’uomo e delle relazioni è mosso più
che mai.

                                       Pur facendo un’analisi
                                       della situazione di
                                       crisi in cui viviamo,
                                       lo   psicologo     Ezio
                                       Aceti, con la sua
                                       caratteristica veemenza
                                       e passione, ha indicato
                                       nella stessa crisi la
                                       possibilità           di
                                       crescita      e nelle
                                       emozioni energie da
                                       sfruttare           per
                                       alimentare       solide
                                       relazioni. Tanti gli
spunti per approfondire la conoscenza dei nostri bambini e
poterli così amare veramente. Uno sguardo ampio sulla società
civile e religiosa, non sono mancate riflessioni sulle
relazioni interpersonali della coppia e tra genitori e figli.

Una per tutte: “l’amore è sempre possibile”. Questa
affermazione ha sicuramente infuso in ciascuno una sensazione
positiva di benessere ed una spinta ad approfondire il cammino
intrapreso o comunque a ricominciare con fiducia.

Una persona che ha collaborato per la realizzazione dei due laboratori
dedicati ai bambini con Sara Fornaro, caporedattrice del giornalino
BIG, e ai ragazzi con Mauro Di Girolamo, attore di Spazio 3, così ci
scrive:
Città Nuova Fest a Teramo
“È stata un’occasione per
                                            entrare con i ragazzi
                                            (circa 60) dentro le
                                            emozioni. Con i più
                                            piccoli           abbiamo
                                            “avvicinato ” la paura
                                            accartocciandola nel vero
                                            senso della parola e
                                            gettandola     nell’omino
                                            mangiapaura; poi abbiamo
                                            guardato in faccia la
                                            rabbia chiamandola per
                                            nome e maltrattandola con
                                            una delle nostre scarpe
                                            gettate nella scatola
delle cose che ci fanno arrabbiare… I più grandi hanno lavorato sulla
gelosia proponendo una drammatizzazione con la quale si è cercato di
imparare ad andare oltre. Un’occasione per comprendere insieme come
siamo persone che vivono delle emozioni e occorre conoscerle per
gestirle.”
La serata si è conclusa con la rappresentazione dei ragazzi offerta a
tutti i presenti.
Notevole l’interesse verso l’approfondimento di Città Nuova e riviste
ad essa collegate come Big (Bambini in Gamba), Teens (la rivista fatta
dai ragazzi e per i ragazzi), nell’ottica di continuare a dialogare.
All’uscita, diverse persone hanno voluto prendere una copia
della rivista CN, di BIG ,Teens, lasciare un contatto per
continuare il dialogo intrapreso.. Una serata diversa e molto
positiva!

Gabriella Ceritano

Corsi            di       Economia                 Biblica
2019
Continua nel 2019 al Polo Lionello Bonfanti l’esperienza
iniziata nello scorso mese di giugno con la “Settimana di
Città Nuova Fest a Teramo
Economia biblica”: una “full immersion” nella dimensione
economica, sociale e antropologica del libro della Genesi e
del libro di Giobbe con Luigino Bruni.

Giornate che avevano avuto per molti dei partecipanti il
sapore di un “viaggio dalle mete inaspettate” parole nuove,
sguardi diversi, alla scoperta o ri-scoperta di “volti”: da
quelli dei compagni di viaggio, a quelli provenienti
dall’Antico Testamento e riemersi dai libri studiati insieme.

Scarica il programma

La Direzione si riserva di valutare le domande di iscrizione

Basta guerra e distruzione in
Yemen
Basta guerra e distruzione in Yemen: chiediamo stop delle
forniture militari e sostegno umanitario alla popolazione
civile per giungere alla pace.

La presa di posizione e le richieste delle organizzazioni
della società civile italiana.

Amnesty International Italia – Fondazione Finanza Etica –
Movimento dei Focolari – Oxfam Italia – Rete della Pace – Rete
Italiana per il Disarmo – Save the Children Italia
12 novembre 2018

La catastrofica situazione della popolazione civile in Yemen,
martoriata da oltre tre anni di conflitto armato, è
recentemente e prepotentemente tornata sotto gli occhi
dell’opinione pubblica anche italiana. Bombardamenti
indiscriminati su strutture civili, quali scuole, ospedali,
Città Nuova Fest a Teramo
strade e porti ha portato il paese ad avere 17.8 milioni di
persone in stato di insicurezza alimentare ponendo il paese
alle soglie della peggiore carestia degli ultimi 100 anni. Le
Nazioni Unite stimano 18.000 bombardamenti aerei soltanto tra
Marzo e Agosto 2018, di cui circa il 39% non sono avvenuti
contro definiti obiettivi militari.

La recente morte della bambina diventata, suo malgrado,
simbolo e icona delle sofferenze degli yemeniti e le richieste
di ampliamento dei siti produttivi delle bombe “made in Italy”
che da troppo tempo contribuiscono ad alimentare una guerra
sanguinosa hanno portato alla luce il dramma che
quotidianamente viene vissuto dalla popolazione Yemenita.

Anche il Parlamento italiano negli ultimi giorni è finalmente
ritornato ad occuparsi (dopo i dibattiti da noi richiesti e
promossi nel 2017, durante la precedente Legislatura) di
questa drammatica situazione, in particolare con un’audizione
di esponenti della società civile in seno alla Commissione
Esteri della Camera che è diventata occasione di stimolo alla
presentazione di testi parlamentari. Riteniamo fondamentale
che alla Camera e al Senato si dia avvio ad un serio dibattito
sul conflitto in corso in Yemen e per questo motivo le
Organizzazioni firmatarie di questa nota fanno appello alle
convinzioni profonde di ciascun eletto ed eletta in Parlamento
affinché prenda rapidamente una posizione netta            ed
esplicita per sollecitare il Governo italiano a:

     attivare iniziative concrete per la risoluzione
     diplomatica e multilaterale del conflitto in corso in
     Yemen, anche per ovviare al devastante e catastrofico
     impatto umanitario che ne deriva. Ci aspettiamo
     azioni di rilievo e di vero protagonismo da parte del
     nostro Paese, non semplici dichiarazioni di principio o
     di accodamento alle iniziative di partner europei o
     alleati NATO. Soltanto una soluzione al conflitto
     inclusiva e negoziata può ripristinare la pace; occorre
     dunque che la comunità internazionale si impegni quanto
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prima, in buona fede e senza condizioni preliminari per
un nuovo ciclo di negoziati di pace sotto l’egida delle
Nazioni Unite;
impegnarsi ad aumentare europei finanziare per la
totalità necessaria il Fondo di intervento per gli aiuti
umanitari, in soccorso alla popolazione civile yemenita
martoriata da una catastrofe umanitaria di vaste
proporzioni; milioni di persone hanno urgente necessità
di accesso a cibo, acqua, servizi igienici e sanitari;
imporre (in linea con le risoluzioni del Parlamento
europeo del 4 ottobre e 25 ottobre 2018 e nel rispetto
della normativa nazionale (legge 185/90), del Trattato
internazionale sul commercio di armamenti e della
Posizione Comune dell’Unione europea sull’export di
armamenti) un embargo immediato sulle armi e la
sospensione delle attuali licenze di esportazione di
armi a tutte le parti nel conflitto dello Yemen, in
quanto è presente un chiaro rischio di gravi violazioni
dei diritti umani e del diritto internazionale
umanitario (come testimoniano numerosi episodi di questi
ultimi mesi). L’embargo dovrebbe riguardare anche tutti
i tipi di armamento presenti nell’elenco comune delle
attrezzature militari e delle tecnologie di uso duale
dell’Unione europea al fine di garantire che nessun
arma, munizione, equipaggiamento militare o tecnologia,
o supporto logistico e finanziario per tali
trasferimenti sia oggetto di forniture dirette o
indirette alle parti in conflitto nello Yemen né possa
essere di sostegno alle loro operazioni militari nello
Yemen;
attivare     e   finanziare      il   fondo    per    la
riconversione dell’industria militare previsto nella
stessa legge 185/90 anche sulla base di una discussione
pubblica sull’impatto del complesso militare-industriale
italiano sulla instabilità geopolitica (in particolare
in Medio Oriente) e nella definizione della politica
estera e di sicurezza dell’Italia;
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intraprendere iniziative verso le parti in conflitto (in
     particolare chi utilizza maggiormente lo strumento dei
     bombardamenti aerei cioè la Coalizione guidata
     dall’Arabia Saudita e di cui fanno parte anche altri
     Paesi destinatari dei sistemi d’arma italiani, come gli
     Emirati Arabi Uniti) affinché siano rigorosamente
     rispettati i divieti di bombardamento di ospedali,
     scuole, strutture di cura ricordando che gli ospedali e
     il personale medico sono esplicitamente tutelati da
     trattati e convenzioni dal diritto umanitario
     internazionale, che un attacco deliberato contro i
     civili e le infrastrutture civili costituisce un crimine
     di guerra e che gli attacchi alle scuole sono condannati
     dalla Safe Schools Declaration, di cui l’Italia è tra i
     primi firmatari. Tutte le parti in conflitto dovrebbero
     inoltre evitare l’utilizzo di ordigni esplosivi in aree
     popolate al fine di proteggere i civili nella massima
     misura possibile;
     condannare l’uso di munizioni a grappolo nel conflitto
     in Yemen e fare pressioni affinché anche l’Arabia
     Saudita ratifichi il Trattato internazionale sulle
     munizioni a grappolo e distrugga quelle che ancora
     possiede;
     sollecitare l’istituzione di una indagine internazionale
     indipendente per esaminare le possibili violazioni del
     diritto umanitario internazionale da parte di tutte le
     parti in conflitto, al fine di assicurare la giustizia,
     le responsabilità e il risarcimento per le vittime.
     Negli oltre tre anni di conflitto armato numerose sono
     state le segnalazioni riguardanti violazioni di diritti
     umani e crimini di guerra, come confermato anche nel
     rapporto recentemente pubblicato dal Panel of Eminent
     Expert delle Nazioni Unite

Invitiamo tutti gli eletti al Parlamento italiano a far
proprie le nostre richieste e preoccupazioni, seguendo
l’esempio dei loro colleghi europei, per fare in modo che la
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drammatica situazione dello Yemen trovi spazio nel dibattito
all’interno dei loro partiti e movimenti politici e
nell’agenda politica parlamentare come un’urgenza da
affrontare. Confidiamo nel senso di umanità e di
responsabilità di ciascun parlamentare e chiediamo loro di
dare piena attuazione all’articolo 11 della nostra
Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali”.

Le Organizzazioni firmatarie di questa presa di posizione
congiunta rilanceranno a breve queste richieste all’attenzione
dell’opinione pubblica in una iniziativa comune programmata
per il prossimo Giovedì 22 Novembre in una sede istituzionale
a Roma.

Amnesty International Italia

Fondazione Finanza Etica

Movimento dei Focolari

Oxfam Italia

Rete della Pace

Rete Italiana per il Disarmo

Save the Children Italia

Appello ai parlamentari
Il Movimento dei Focolari in Italia aderisce e fa proprio
l’appello rivolto ai parlamentari dalle associazioni per
migliorare le norme in occasione del voto per la conversione
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in legge del decreto legge           4   ottobre    2018,   n.113   su
immigrazione e sicurezza.

Leggi il testo dell’appello

Appello ai parlamentari riguardo alla conversione in legge del
Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n.113

Il Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n.113, di cui è in corso la
conversione in legge introduce nella sua prima parte radicali
cambiamenti nella disciplina dell’asilo, dell’immigrazione e
della cittadinanza, alcuni dei quali sono stati aggiunti
mediante emendamenti che induriscono ulteriormente
un’iniziativa legislativa già molto aspra.

In via preliminare osserviamo come il passaggio dalla figura
del permesso di soggiorno per motivi umanitari (pensato nella
previgente disciplina come clausola generale) ad un ristretto
numero di permessi di soggiorno per “casi speciali”
necessiterebbe di alcune misure aggiuntive rispetto alle
previsioni del decreto-legge, che siano idonee a rendere tale
passaggio meno traumatico.

Alla data odierna, infatti, circa 140.000 persone titolari di
un permesso di soggiorno per motivi umanitari rischiano di
cadere o di ricadere in una condizione di irregolarità del
soggiorno che li esporrà al rischio di povertà estrema, di
marginalità e di devianza.
Riguardo alla nuova disciplina dei permessi di soggiorno per
casi speciali, esprimiamo preoccupazione per il fatto che tali
permessi di soggiorno sono configurati come autorizzazioni
estremamente precarie, quasi sempre non rinnovabili e non
convertibili, ad esempio, in un permesso di soggiorno per
motivi di lavoro. Questo significa che successivamente al
primo anno di applicazione della nuova disciplina, molti tra
coloro che oggi stanno per prendere un permesso di soggiorno
lo perderanno, diventando irregolari.

Si   va   dunque   generando,   in   nome   della    sicurezza,     un
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inasprimento della disciplina del soggiorno che aumenterà la
propensione all’illegalità e renderà più fragile la coesione
sociale anche per le famiglie italiane, mentre per le imprese
diverrà più difficile reperire legalmente mano d’opera giovane
e motivata, ad esclusivo vantaggio dei pochi imprenditori
disonesti e della criminalità organizzata.

Siamo invece convinti che non possa esservi davvero sicurezza
senza la consapevolezza che, di fronte all’assenza di adeguati
flussi di ingresso regolare e ad un drastico calo degli
sbarchi sulle nostre coste, occorre favorire al massimo
l’integrazione e non avventurarsi innorme che rischiano di
allargare l’irregolarità.

I firmatari guardano dunque con grande preoccupazione allo
smarrimento del senso di equilibrio e di moderazione nelle
politiche sull’immigrazione, sostituito dal compiacimento per
gesti e segnali di durezza che tuttavia, producendo
sofferenza, non risolvono i problemi ma li acuiscono.

In particolare, vediamo come molte più risorse verranno spese
per la detenzione amministrativa degli stranieri in condizione
di irregolarità sino a 180 giorni e forse anche più, in luogo
del termine massimo di 90 giorni vigente sino ad oggi. Ciò
accade, peraltro, senza avere acquisito l’autorevolezza
necessaria per ottenere dai governi dei paesi di origine
accordi di rimpatrio ad un tempo efficaci e rispettosi dei
diritti umani fondamentali.

Nel contempo, purtroppo, le politiche di promozione
dell’integrazione vengono sottovalutate, sottraendo loro
l’intelligenza politica e gli investimenti che sarebbero
necessari.

La stessa protezione internazionale viene mortificata mediante
la predisposizione di procedure che paiono avere l’unico
obiettivo della celerità, senza garantire un ascolto adeguato,
senza alcuna certezza di un giusto procedimento ed in diversi
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casi senza nemmeno consentire l’ingresso e l’ospitalità del
richiedente asilo sul territorio nazionale. Conoscendo la
situazione delle carceri italiani e le finalità cui esse
dovrebbero essere ordinate, assistiamo con viva preoccupazione
all’aumento delle pene detentive motivate solo dalla
irregolarità del soggiorno per coloro che sono stati respinti
od espulsi.

Infine ci preoccupa la grave involuzione di civiltà giuridica
esercitata riguardo alle procedure per l’acquisto della
cittadinanza.
In un Paese che ha fatto della trasparenza e della
regolamentazione dei tempi procedimentali (determinati
ordinariamente in un massimo di 90 giorni) i suoi due basilari
obiettivi di riforma della pubblica amministrazione, si colora
di toni fortemente discriminatori la decisione di determinare
in ben 48 mesi il termine procedimentale per la definizione
delle domande di acquisto della cittadinanza da parte di
persone residenti in Italia già da molti anni.

Le esigenze di onestà, trasparenza e buon andamento della
pubblica    amministrazione      vengono    così   umiliate
dall’eliminazione dell’obbligo a rispondere con un minimo di
sollecitudine ad una domanda che dovrebbe ritenersi di grande
importanza sia per il richiedente sia per la grande comunità
dei cittadini.

Ci rivolgiamo dunque ai Senatori della Repubblica perché si
adoperino, in queste ultime e brevi ore di dibattito
parlamentare, a migliorare le norme sottoposte al loro
scrutinio.

Per il bene del Paese e la sicurezza di tutti non conviene
aumentare l’irregolarità marafforzare i percorsi di
integrazione.

Promuovono l’appello:
Comunità di Sant’Egidio, ACLI, Centro Astalli, Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa della Carità di Milano,
Caritas Italiana, FCEI ( Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia), Tavola Valdese, Fondazione Migrantes.

L’Italia e il resto del mondo
Punti di vista n. 36

Le scorse settimane ci hanno visto convergere al Centro
internazionale del Movimento dei Focolari insieme a persone
del Movimento che ricoprono vari compiti di responsabilità in
diverse parti del mondo, dall’Europa all’Africa e al Medio
Oriente.

Prima di noi lo stesso tipo di appuntamento aveva portato a
Castel Gandolfo gruppi provenienti dall’America del Nord e del
Sud, dall’Oceania, dall’Asia.

Al di là dei tanti argomenti, tutti molto appassionanti, sui
quali ci siamo confrontati, rimane uno sguardo allargato sul
mondo che, da una parte, ridimensiona quelle che possono
apparire le criticità del nostro Paese (se solo pensiamo alle
guerre in corso o alle povertà estreme…); dall’altra rafforza
il contributo specifico che, come italiani, possiamo dare.

Sì, perché, nonostante tutto, la nostra creatività, la
capacità di accogliere, di essere flessibili, sono
caratteristiche che possiamo mettere a disposizione di altri
popoli, da cui a nostra volta possiamo tanto imparare.
Insomma, è come in una grande famiglia, dove ciascuno ha
bisogno dell’altro.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia
Fonte: Rivista Città Nuova n. 11 / Novembre 2018 pag. 49

Quella serata con gli amici
Ho degli amici molto cari, per la maggior parte agnostici, ai
quali non avevo mai esplicitamente parlato della mia vita
spirituale. Questo mi aveva sempre lasciato un certo senso di
incompletezza.

Una sera passeggiavamo. Passando davanti ad una chiesa, ho
sentito forte il desiderio di entrare un momento a salutare
Gesù. Essendo in compagnia con altri mi sembrava fuori luogo,
però ho voluto seguire questo impulso.

Durante la breve sosta in chiesa, mi è venuto da dire a Gesù:
«Stai con me, perché io sono con te». Poco dopo, a cena, ho
sentito di dovermi “scoprire” davanti agli amici, ma non
sapevo da dove iniziare!

Ad un certo punto è nato spontaneo da parte loro affrontare
l’argomento fede. È stato un momento di condivisione
bellissimo. Loro mi hanno espresso le proprie perplessità, e
dalla mia bocca sono uscite parole che nemmeno io mi
aspettavo.

E tutto ciò nel rispetto reciproco! Mai sarebbe potuta
accadere una cosa del genere se non ci fosse stato come base
questo rapporto profondo fra noi.

Da: Il Vangelo del giorno – Città Nuova Editrice
I giovani e la fede nel
Cristianesimo e nell’Islam
Cammini di fraternità – Alleanza fra le generazioni

Mentre in Vaticano era ancora in corso il Sinodo dedicato ai
giovani, a Brescia circa 200 fra giovani e adulti, ma
soprattutto giovani, di diverse etnie e culture, di religione
cristiana cattolica e musulmana, si sono interrogati sulla
scelta di fede.

Con una fase preparatoria di un mese e mezzo fatta di
appuntamenti settimanali, i giovani sono stati protagonisti di
questo evento.

Il titolo, il programma, gli spot, gli inviti, i video, le
domande ai relatori sono stati pensati e scelti nei minimi
particolari con un grande e corale coinvolgimento.

                                 Domenica 21 ottobre, nella
                                 incantevole     scenografia
                                 naturale,     del     Centro
                                 Mariapoli       Luce      di
                                 Frontignano, si è svolto il
                                 settimo incontro del ciclo
                                 “Cammini di fraternità”.

Sono stati i giovani stessi a guidare l’intero pomeriggio,
introdotto dal coro dei Murid con un canto dedicato alla
Vergine Maria e seguito da una serie di interviste flash di
giovani e meno giovani che hanno testimoniato che cosa è per
loro la fede: è eredità o esperienza?

Il video di Chiara Lubich, che ad un Convegno di Musulmani
racconta l’esperienza del condividere i propri beni spirituali
e materiali per aiutare i più poveri, ha dato l’orizzonte e
l’invito a porsi un obiettivo comune: lavorare per la pace
partendo dagli ultimi.

Il profondo e articolato momento della preghiera prima dei
musulmani e poi dei Cristiani, questa volta è iniziato con una
breve spiegazione da parte dei presentatori del significato
delle rispettive preghiere.

Sei giovani si sono raccontati facendo vibrare le corde della
nostra anima nell’ascolto di storie diverse, di percorsi a
volte segnati dal dolore, dalla normalità di una vita
accompagnata dalla presenza di testimoni significativi o da un
incontro con persone che hanno illuminato la loro vita o
semplicemente l’aver avvertito in cuore la gioia che nasce dal
voler bene ad un compagno di scuola con lo stupore di vederlo
cambiare.

In tanti hanno ricevuto la fede in eredità dalle famiglie, ma
arriva il momento delle domande e allora tutto cambia, quando
fai in prima persona un’esperienza, da lì viene la svolta, la
scelta e la consapevolezza. Nel momento delle “domande di
senso” è Dio a fare ancora una volta il primo passo.

Ma c’è anche il bisogno di porre domande ad adulti competenti
per capire come muoversi in un’epoca di grandi trasformazioni
in cui tutto è in movimento: questo è stato di grande aiuto
per i giovani.

   I relatori, persone competenti e vicine ai giovani hanno
   cercato di rispondere a delle domande impegnative che
avrebbero avuto bisogno di più convegni e discussioni per
essere affrontate, ma ugualmente hanno saputo invitare i
giovani ad uno scambio fra le generazioni, ad essere occupati
più che preoccupati.

Hanno riaffermato che senza radici solide non ci può essere
vero dialogo per questo è importante porre domande agli adulti
e agli anziani perché hanno scavato di più nelle vicende della
vita e possono trasmettere questo desiderio di ricerca.

Hanno assicurato che, come dice papa Francesco, la fede si
testimonia per contagio comunicando la sete di Dio che abita
nel nostro cure e parlare dell’Amore è una delle vie che più
coinvolge tutti.

Una grande gioia e la certezza che Dio ci accompagna nel
nostro cammino: questa l’esperienza che hanno fatto i giovani
e gli adulti, tutti insieme in un cammino di fraternità ed in
una alleanza fra le generazioni.

Focolari,               al      servizio               del
Paese
                                     Oltre 150 persone di
                                     varie età, da tutte le
                                     regioni d’Italia, delle
                                     diverse vocazioni in
                                     cui     si     esprime
                                     l’appartenenza       al
                                     Movimento dei Focolari,
impegnate in tanti ambiti e con varie responsabilità, nello
scenario del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il 27 e 28
ottobre hanno dato vita ad una sorta di laboratorio per
l’Italia.

Quali le priorità per un Movimento che vuole essere al
servizio del Paese? In che maniera l’organizzazione
territoriale può favorire l’interazione fra le diverse
comunità presenti nelle regioni? Cosa non deve mancare e cosa
è bene non fare? Come potenziare le reti nazionali già
esistenti e svilupparne di nuove?

                                       Due giorni di lavoro
                                       intenso,     gioioso,
                                       vissute col metodo del
                                       discernimento e della
                                       partecipazione,  in
                                       clima  di  fiducia,
                                       condivisione, apertura,
responsabilità. Locale e globale si intrecciavano, dall’Italia
si “viaggiava” nel resto d’Europa e degli altri continenti, e
sempre più, dalla conoscenza di percorsi attivi in altre zone
geografiche, i partecipanti acquistavano un respiro mondiale,
arrivando a sentirsi davvero parte di un’unica grande
famiglia.

                                      In questo scenario, in
                                    cui si riesce a vivere
                                    gli uni per gli altri a
                                    tutti    i    livelli,
                                    cresceva il coraggio di
                                    affrontare           le
                                    difficoltà, le sfide,
                                    di andare incontro alle
                                    novità, si metteva in
                                    moto la creatività,
                                    veniva in rilievo il
                                    richiamo ad essere
radicati nel carisma dell’unità per poterne fare dono alla
società nei suoi vari ambiti.

Fra le priorità emerse nella due giorni l’attenzione alle
nuove generazioni, con l’obiettivo di lavorare sempre più
insieme in un rapporto intergenerazionale che non può non
essere fecondo per i più giovani e per gli adulti; l’impegno a
livello sociale, col desiderio di partecipare, fare massa
                                       critica,      esporsi,
                                       incidere; e ancora
                                       puntare      ad     una
                                       formazione       umana
                                       integrale, spirituale e
                                       culturale,          per
                                       rispondere
                                       opportunamente
                                       preparati alle tante
problematiche da cui siamo quotidianamente sollecitati.

Una progettualità chiara, concreta, condivisa e che ogni
partecipante riporterà nelle proprie comunità di appartenenza,
con la coscienza di avere tra le mani, seppur in “vasi di
creta”, un tesoro, il carisma dell’unità di cui il nostro
Paese e il mondo intero hanno tanto bisogno.

Foto di Enzo Parenza
“Buone     Pratiche”    di
formazione dei laici nella
Chiesa italiana
*Dalla Relazione a cura di Mons. Vito Angiuli, Vescovo di
Ugento-S. Maria di Leuca e Presidente della Commissione
episcopale per il laicato;        Prof.ssa Paola dal Toso,
Segretaria della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali
(Seminario di Studi che si è è tenuto nel Settembre del 2018 presso il Dicastero Laici, Famiglia, Vita ed

a cui hanno partecipato i Presidenti delle Commissioni Episcopali per il Laicato di tutto il mondo ed

anche alcuni Laici laddove ci sono Consulte o Uffici Pastorali per il Laicato. Per l’Italia ha

partecipato Mons. Angiuli e Paola dal Toso Segretaria CNAL).

In sintonia con i pronunciamenti della Chiesa universale (1), i
documenti della Chiesa italiana [ 2 ] sottolineano che la
formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la
scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la
disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della
propria missione. La formazione dovrà caratterizzarsi in senso
personale, integrale e permanente. Nello scoprire e nel vivere
la propria vocazione e missione, i fedeli laici devono essere
formati a quell’unità di cui è segnato il loro stesso essere
di membri della Chiesa e di cittadini della società umana.

Entro questa sintesi di vita si situano i molteplici e
coordinati aspetti della formazione integrale dei fedeli
laici; spirituale, dottrinale, pastorale. Non c’è dubbio che
la formazione spirituale debba occupare un posto privilegiato
nella vita di ciascuno. Sempre più urgente si rivela oggi la
formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il
naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma
anche per l’esigenza di «rendere ragione della speranza» che è
in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi
problemi.

Nel contesto della formazione integrale e unitaria dei fedeli
laici, è particolarmente significativa per la loro azione
missionaria e apostolica la personale crescita nei valori
umani. Ai fini d’una pastorale veramente incisiva ed efficace
è da svilupparsi, anche mettendo in atto opportuni corsi o
scuole apposite, la formazione dei formatori. Formare coloro
che, a loro volta, dovranno essere impegnati nella formazione
dei fedeli laici costituisce un’esigenza primaria per
assicurare la formazione generale e capillare di tutti i
fedeli laici.

Nell’opera   formativa   alcune   convinzioni   si   rivelano
particolarmente necessarie e feconde. La convinzione,
anzitutto, che non si dà formazione vera ed efficace se
ciascuno non si assume e non sviluppa da se stesso la
responsabilità della formazione: questa, infatti, si configura
essenzialmente come «auto-formazione». La convinzione,
inoltre, che ognuno è il termine e insieme il principio della
formazione. Più si è formati, più si sente l’esigenza di
proseguire e approfondire la formazione e più ci si rende
capaci di formare gli altri.

Non è stato semplice raccogliere e sintetizzare tutte le
iniziative messe in atto da parte della Chiesa presente in
Italia per la formazione dei laici, le svariate iniziative
promosse dalle realtà locali sia a livello parrocchiale sia
dalle aggregazioni laicali. Questo contributo cerca di
individuare e illustrare le “buone pratiche”, le iniziative e
i progetti promossi ed organizzati inerenti alla promozione e
formazione continua dei fedeli laici. Non avanza alcuna
pretesa di esaustività e di completezza soprattutto in
riferimento alle 68 aggregazioni laicali riconosciute dalla
Chiesa Italiana, che per lo più organizzano momenti e percorsi
formativi per i propri associati, talora anche aperti ad altri
partecipanti, ma in generale non sono fatti conoscere.
Pertanto, l’attività formativa diffusa su tutto il territorio
nazionale, è senz’altro molto più ampia di quella
sintetizzata.

Facendo seguito alla richiesta di codesto Dicastero per i
laici, la famiglia e la vita, diamo conto delle “buone
pratiche” messe in atto dalla Chiesa italiana in questi anni
postconciliari suddividendole in tre gruppi: a)“Buone
Pratiche” degli Uffici nazionali della Conferenza episcopale
italiana; b)“Buone Pratiche” delle Diocesi; c)“Buone Pratiche”
delle Aggregazioni laicali.

[1]Cfr. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, Esortazione apostolica post-sinodale, 30 dicembre 1988.

[2]Cfr. Commissione episcopale per l’apostolato dei laici, Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti

associazioni, Nota pastorale 1981; Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese I laici nella

missione ad gentes e nella cooperazione tra i popoli, Nota Pastorale 1990; Commissione episcopale per il

laicato, Le aggregazioni laicali nella Chiesa, Nota pastorale 1993; Commissione episcopale per il

laicato, Fare di Cristo il cuore del mondo, Nota pastorale 2005.

. . . .

III. Movimento dei Focolari

Il Movimento Focolari di Italia pone particolare attenzione a
“formare i formatori” a vari livelli e in vari ambiti,
essenziale per rispondere ai bisogni di formazione umana,
cristiana e spirituale dei membri del Movimento e delle
persone con cui è condiviso il cammino nelle varie comunità
cristiane locali e nei vari territori. Questo avviene puntando
a formare laici che poi a loro volta si attivino nel locale
per riproporre percorsi specifici di iniziazione cristiana, di
formazione permanente, di dialogo inteso nel senso più ampio,
teso cioè alla condivisione fattiva dei valori cristiani e
umani più profondi per il raggiungimento del bene comune nei
vari settori dell’agire umano.
Centro Evangelii Gaudium (CEG),
                           inaugurato l’11 novembre 2016 e
                           sorto dalla sinergia con l’Istituto
                           Universitario Sophia e con le
                           espressioni di impegno ecclesiale
                           del Movimento dei Focolari,
ancorato allo stile sinodale che la Chiesa oggi è chiamata a
fare proprio, nel solco tracciato dal magistero del Concilio
Vaticano II, intende dare slancio e contenuto alla conversione
pastorale cui Papa Francesco con decisione richiama. Si
propone come laboratorio permanente di formazione, studio e
ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia
pastorale e della missione, della teologia spirituale e della
teologia dei carismi nella vita di una Chiesa chiamata allo
slancio missionario. Alla luce degli impulsi spirituali
provenienti dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, e
delle esperienze suscitati dal carisma dell’unità, si propone
come luogo del pensare in dialogo e in presa diretta con le
sfide pastorali a servizio di una Chiesa in uscita.

Corso per Operatori Pastorali (residenziale di 7 giorni +
altri 3 giorni in autunno), rivolto ad operatori pastorali
(sacerdoti   e   laici)   operanti   nelle   Diocesi/Parrocchie
italiane.

Anche per le famiglie l’obiettivo primario è quello della
formazione specifica di coppie e famiglie che siano a loro
volta attivatrici e formatrici nei vari ambiti legati alla
vita e della spiritualità familiare. Il Movimento Famiglie
Nuove promuove da decenni corsi di formazione per fidanzati,
giovani coppie, coppie più mature, corsi di formazione alla
genitorialità, corsi per l’affido e l’adozione, avvalendosi di
Comitati scientifici, di uno staff qualificato e di materiali
di formazione articolati e vari. A Loppiano ha sede la Scuola
di formazione permanente Loreto, dove si alternano famiglie di
varie nazionalità; è riconosciuta dal Pontificio Consiglio e
da varie convenzioni a carattere regionale e nazionali.
Recentemente      si   è   data   particolare    attenzione
all’approfondimento delle questioni morali ed etiche della
spiritualità familiare, così come agli approfondimenti legati
all’esortazione apostolica Amoris Laetitia.

Percorsi di Luce è un corso specifico per coppie in difficoltà
e/o separate con l’intervento di sacerdoti ed esperti di varie
discipline, di coppie mature e preparate.

Percorsi di formazione ad ampio spettro prevedono seminari,
corsi residenziali, incontri formativi tematici, studi
universitari, pubblicazioni varie, per i laici impegnati nei
diversi ambiti disciplinari e professionali, e che vanno dal
dialogo e approfondimento a livello accademico, all’impegno
degli operatori di svariati settori dell’agire umano e
sociale. L’obiettivo comune consiste nel cercare di illuminare
le scienze e l’agire con i valori cristiani, nello stile del
dialogo aperto ai contributi e alle collaborazioni con persone
di differenti culture, ma desiderose di lavorare e agire per i
valori fondamentali dell’umanità. Tra questi, ad esempio:
Medicina Dialogo e Comunione (promuove formazione per
accademici ed operatori del mondo della salute), EDU –
Educazione e Unità (raccoglie un gruppo internazionale di
studiosi e operatori del mondo dell’educazione. In Italia la
rete degli educatori ha posto quest’anno il suo focus
sull’Educazione alla Pace ed è stato varato un progetto per la
formazione continua per gli insegnanti di ogni ordine e grado
“We Care Education” in collaborazione con il MIUR (Ministero
dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica) e
l’Istituto Universitario Sophia), EcoOne (rete internazionale
di operatori in campo ambientale e naturalistico. Sono
promosse scuole di formazione per insegnanti, bambini e
ragazzi, per l’approfondimento delle tematiche legate alla
Laudato Si’), Sportmeet (rete mondiale di sportivi e operatori
dello sport), NetOne (rete internazionale di accademici e
operatori del mondo dei media e della comunicazione, che opera
da anni per la formazione di quanti insegnano o lavorano a
vario titolo in questo vasto settore). Percorsi formativi
simili sono da anni avviati e portati avanti anche nel mondo
del Diritto, dell’Arte, dell’Architettura, della Sociologia.

Il Movimento Politico per l’Unità (MPPU) è un laboratorio
internazionale di lavoro politico comune, tra politici eletti
ai vari livelli istituzionali o militanti in partiti diversi,
diplomatici, funzionari pubblici, studiosi di scienze
politiche, cittadini attivi, giovani che si interessano alla
vita politica della propria città ed alle grandi questioni
mondiali, e a quanti desiderano esercitare il proprio diritto-
dovere di contribuire al bene comune. In Italia ha sedi in
quasi tutte le regioni e promuove scuole di partecipazione
politica per giovani in varie città italiane, anche in
collaborazione con le comunità cristiane locali o altri enti e
associazioni.

                          Il Progetto di Economia          di
                          Comunione promuove corsi         di
                          formazione    specifici   per
                          imprenditori,    per  giovani
imprenditori, Scuole di Economia Civile (SEC), percorsi di
riflessione culturale (tesi di laurea, articoli, monografie,
convegni accademici, convegni per operatori dell’ambito
economico) per accompagnare l’esperienza concreta e la
dimensione vitale, dando luogo ad una reciprocità tra teoria e
prassi che costituisce uno degli aspetti più tipici
dell’Economia di Comunione.

Una sottolineatura particolare è quella che riguarda i
percorsi messi in atto per la formazione degli
educatori/formatori che si occupano delle nuove generazioni.

Edu x Edu è un progetto di formazione continua: in
collaborazione con la Congregazione per le Scuole cattoliche,
la LUMSA e l’Istituto Universitario Sophia, il contributo di
esperti e di un comitato scientifico internazionale composto
da pedagogisti, educatori, psicologi, sociologi, esperti di
vari ambiti, con corsi residenziali, congressi internazionali,
collegamento tramite una piattaforma per l’e-learning,
approfondimenti, aggiornamenti e scambio di buone prassi, si
propone di formare educatori, catechisti, formatori,
animatori, genitori che si prendono cura della crescita
integrale umana e cristiana di bambini, ragazzi, adolescenti,
giovani, sia che essa avvenga nelle parrocchie e diocesi, sia
in ambiti formativi propri del Movimento dei Focolari.

Up2me è un progetto formativo di educazione all’affettività
per pre-adolescenti e adolescenti. Si affiancano corsi e
scuole di formazione specifiche per genitori e per
animatoriche sostengono le attività formative e gli
approfondimenti con i più giovani. Con l’apporto di esperti di
varie discipline, si sono strutturati format di grande
coinvolgimento e spessore umano/cristiano. Sono stati prodotti
materiali di vario formato che si stanno rivelando molto
efficaci. Da qualche mese è allo studio un percorso di
educazione all’affettività anche per bambini, con percorsi
paralleli per genitori ed educatori di questa fascia di età.

La Commissione centrale per la Tutela dei minori sostiene la
nascita di Commissioni simili a livello nazionale e regionale
per la formazione dei membri interni che si dedicano alle
nuove generazioni. Queste Commissioni hanno promosso in questi
ultimi anni, percorsi formativi richiesti da diocesi, scuole
cattoliche, parrocchie ecc. e anche pubblicazioni e/o
consulenze sul tema specifico.

Il gruppo editoriale Città Nuova del Movimento dei Focolari si
occupa della produzione di materiali e strumenti (riviste,
libri, eventi, ecc.) per la formazione dei laici e non solo,
in vari ambiti, proponendo una lettura delle realtà umane ed
ecclesiali alla luce del Vangelo, del Magistero e della
spiritualità dell’unità.

A fine 2018 nascerà la rivista “Ekklesia – sentieri di dialogo
e comunione” che vuole essere uno strumento specifico di
formazione per quanti operano in modo più diretto in ambito
ecclesiale.

Documento completo:

http://www.laityfamilylife.va/content/dam/laityfamilylife/Pdf/
Italia%20Report.pdf

Novembre 2018

               “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno
ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui,
cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).

Quante volte sentiamo bussare alla nostra porta? Può essere il
portalettere, il vicino di casa, l’amico del figlio, ma anche
lo sconosciuto… Cosa vorrà? Sarà prudente aprire, lasciare
entrare in casa chi non conosciamo bene?
Eppure questa Parola di Dio, tratta dal Libro dell’Apocalisse,
ci invita all’accoglienza di un ospite inatteso.
L’autore di questo Libro molto istruttivo per i cristiani,
parla qui all’antica chiesa di Laodicea in nome del Signore
Gesù, morto e risorto per amore di ogni creatura umana.
Parla con l’autorità che deriva da questo amore; loda,
corregge, invita ad accogliere l’aiuto potente che il Signore
stesso si prepara ad offrire a questa comunità di credenti,
purché essi siano disponibili a riconoscere la Sua voce e ad
“aprirgli la porta”.
“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce
e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli
con me”

Oggi come allora, l’intera comunità cristiana è invitata a
superare paure, divisioni, false sicurezze, per accogliere la
venuta di Gesù. Egli infatti si presenta ogni giorno con
diversi “vestiti”: le sofferenze quotidiane, le difficoltà
della propria coerenza, le sfide per le scelte importanti
della vita, ma soprattutto nel volto del fratello e della
sorella che incrociamo lungo la strada.
È anche un invito personale a “fermarci” con Gesù in un
momento di intimità, come si fa con un amico, nel silenzio
della sera, seduti alla stessa mensa; il momento più propizio
per un dialogo che richiede ascolto e apertura.
Far tacere i rumori è la condizione per riconoscere ed
ascoltare la Sua voce, il Suo Spirito, l’unico capace di
sbloccare le nostre paure e farci aprire la porta del cuore.

Così Chiara Lubich racconta una sua esperienza: «Bisogna far
tacere tutto in noi per scoprire in noi la Voce dello Spirito.
E bisogna estrarre questa Voce come si toglie un diamante dal
fango: ripulirla, metterla in mostra e donarla a tempo
opportuno, perché è Amore e l’Amore va dato: è come il Fuoco
che, comunicato con paglia o altro, arde, altrimenti si
spegne. L’Amore deve crescere in noi e straripare»   (1).

Dice papa Francesco: «Lo Spirito Santo è un dono. […] entra in
noi e fa fruttificare, perché noi poi possiamo darlo agli
altri. […] È proprio dello Spirito Santo, dunque, decentrarci
dal nostro io per aprirci al “noi” della comunità: ricevere
per dare. Non siamo noi al centro: noi siamo uno strumento di
quel dono per gli altri» (2).

“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce
e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli
con me”
Nell’amore reciproco tipico del Vangelo, anche i cristiani
possono essere, come Lui e con Lui, testimoni di questa
presenza di Dio nelle vicende della storia, anche nei nostri
giorni.
Nell’affluire di migranti in un luogo di frontiera, c’è chi
sente bussare alla propria porta. Così racconta Delia: «Una
calda domenica pomeriggio, vidi sedute sul marciapiede di
fronte al mio bar tante mamme con i loro bambini che
piangevano per la fame. Li ho invitati a entrare, spiegando
che avrei dato gratuitamente da mangiare ai bambini. Le madri
si vergognavano perché erano senza soldi, ma ho insistito e
hanno accettato. Da lì è partito un tam tam e oggi è diventato
il bar dei migranti, la maggior parte musulmani. Molti mi
chiamano “Mamma Africa”. La mia precedente clientela, pian
piano, si è persa. Così, la stanza dedicata al gioco degli
anziani è diventata la saletta dei bambini, dove possono
scrivere e giocare, con un piccolo fasciatoio per cambiare i
neonati e dare un po’ di sollievo alle mamme, oppure si
trasforma in aula per l’insegnamento della lingua italiana. La
mia non è stata una scelta, bensì la necessità di non voltarmi
dall’altra parte. Grazie ai migranti ho conosciuto tante
persone e associazioni che mi sostengono e mi aiutano ad
andare avanti. Se dovessi ricominciare, farei tutto daccapo.
La cosa importante per me è DONARE!» (3).
Tutti siamo invitati ad accogliere il Signore che bussa per
uscire, insieme a Lui, verso chi ci sta vicino. Sarà il
Signore stesso a farsi spazio nella nostra vita, con la sua
presenza.

Letizia Magri

______________________________________________________________
_____

1 C. Lubich, Lo Spirito Santo è l’Amore, 12 settembre 1949, in «Collegamento CH»,

giugno 2006.

2 FRANCESCO, Udienza Generale, Roma 6 giugno 2018.

3 In «Città Nuova online», 7 marzo 2018 e in «Collegamento CH», 16 giugno 2018.
Parola di Vita Novembre 2018
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ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA

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Parola di vita per bambini

Parola di vita ragazzi
Ekklesía:    sentieri                                    di
comunione e dialogo

Città Nuova. L’informazione
libera. E chiara.
Dopo più di 60 anni dalla sua nascita, l’informazione di Città
Nuova vuole continuare ad essere libera e chiara. Non
assoggettata cioè a nessun potere e senza timore di dispiacere
a chi qualche potere lo detiene, se questo confligge con
un’informazione che cerca la verità. Sappiamo quanto ciò sia
difficile, oggi come ieri nel nostro Paese, e non abbiamo la
presunzione di riuscirci sempre, mentre ci auguriamo che
quanti ci leggono, sulla rivista e sul sito, abbiano l’occhio
limpido per cogliere almeno lo sforzo in questa
direzione. (leggi tutto)

Scelte nuove e coraggiose
Punti di vista n. 35
Succede a volte nella vita personale, di una comunità, di una
aggregazione che il mutamento di situazioni esterne sia il
motore principale di un processo di un cambiamento. Ad esempio
la riduzione del numero di persone che si dedicano ad un
progetto può indurre a far ripensare il progetto stesso.

Nelle cose di Dio, però, spesso le cause esterne sono appunto
esterne, cioè solo quei segnali visibili che riconducono ad un
piano più grande – sicuramente meno evidente – e a motivazioni
più profonde. In questo percorso sono tante le dinamiche che
bisogna attivare.

Senz’altro saper leggere i segni, mettersi in ascolto delle
persone che con noi condividono il progetto, capire che un
punto di debolezza può diventare un punto di forza, non
cristallizzarsi su modalità consolidate ma individuarne di
nuove, cercare risposte a domande prima inespresse,
interrogarsi sulle priorità, operare quel discernimento
comunitario che tanto consiglia papa Francesco.

E, infine, non avere paura di operare scelte nuove e
coraggiose. Insieme.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 10 / Ottobre 2018 pag. 49

LoppianoLab apre con il focus
“Perché    il   lavoro    non
finirà”.
Dalla crisi del presente, progetti e buone pratiche per
rilanciare il Paese

La nona edizione di LoppianoLab dal titolo: Dal sogno
all’impegno.  Educazione,  partecipazione,  lavoro  a
cinquant’anni dal ’68 si apre sabato mattina con il focus
“Perché il lavoro non finirà”. Il lavoro e le straordinarie
trasformazioni che lo hanno investito, tra innovazione
tecnologica, globalizzazione con la circolazione senza limiti
di capitali e merci, disoccupazione e precariato sarà al
centro del confronto tra Carlo Petrini, fondatore e anima
portante di Slowfood, l’economista Alessandra Smerilli, e
alcuni rappresentanti della Cooperativa sociale La Paranza,
impegnata a creare lavoro nel Rione Sanità di Napoli.

In un periodo particolarmente buio per la forte crisi del
mondo del lavoro, con la ricomparsa del fenomeno inaccettabile
del lavoro servile, occorre ascoltare persone capaci di
inventare e di narrare storie nuove, positive, in grado di
tessere e di rafforzare legami sociali.

I LABORATORI ECONOMICI DI LOPPIANOLAB:

A seguire, un variegato programma di nove laboratori: in un
dialogo partecipato tra esperti, cittadini, imprenditori,
giovani, politici e giornalisti si parlerà di lavoro e delle
tante questioni ad esso connesse: reddito di cittadinanza,
legalità e caporalato, alternanza scuola-lavoro, consumo
responsabile, democrazia economica, conciliazione lavoro-
famiglia. Si metteranno a fuoco idee, iniziative, buone
pratiche e progetti per rilanciare il Paese, alimentare la
speranza e salvaguardare la coesione sociale:

Sabato 29 settembre

ore 10.45 – 11.15: Prophetic Economy a cura di Luigino Bruni,
coordinatore internazionale progetto EdC

ore 10.45 – 11.15: Lavoro, giovani, Centri per l’impiego e
reddito di inclusione/di cittadinanza Con Silvio Minnetti,
presidente del Movimento politico per l’unità; sen. Steni di
Piazza; on. Stefano Lepri; Marco Revelli, sociologo;
Alessandra Smerilli, economista; Livio Bertola, presidente
AIPEC

Alternanza scuola-lavoro. Beatrice Cerrino, docente; Giuseppe
Pintus, consulente del lavoro; Pietro Comper, imprenditore

Laboratorio sui talenti. a cura della Costituente EdC Giovani

10.45 – 12.45

Spezzare   le   catene   del   lavoro   servile.   Alle   radici
dell’impegno per la dignità umana. La filiera da bonificare in
agricoltura per sconfiggere il fenomeno del caporalato.
Dall’azione sui campi al sistema della grande distribuzione
organizzata. Con Antonio Maria Mira, capo redattore e inviato
speciale del quotidiano Avvenire; Angelo Moretti, direttore
generale Consorzio Sale della terra Benevento, autore con
Nicola De Blasio e Gabriella Giorgione del libro “L’Italia che
non ti aspetti” (Città Nuova); Jean Renè Bilongo, Osservatorio
Placido Rizzotto Flai Cgil; Giuseppe Gatti, magistrato,
sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia
di Bari, autore con Gianni Bianco del libro di Città Nuova
“Alle mafie diciamo NOi”, Claudio Vanni di Unicoop Firenze.
Coordina Carlo Cefaloni giornalista Città Nuova

16.30 – 17.30

L’Italia può diventare un Paese a misura dei giovani? Le
promesse del ‘68 e le paure del presente con Stefano Zamagni,
economista
17.45 -20.00

Consumo responsabile e democrazia economica Coop.fi di Figline
Valdarno a cura della Costituente EdC Giovani

Domenica 30 settembre

10.30-11.30

Famiglia come palestra di un’economia nuova con             Emma
Ciccarelli, vice presidente Forum associazioni familiari

Incontro sul mestiere dell’economista di comunione/civile
 con  gli economisti Luigino Bruni, Vittorio Pelligra

11.30 – 12.30 plenaria:

Il lavoro di domani sarà bello con Johnny Dotti, pedagogista e
imprenditore sociale. Modera Francesca Giglio, imprenditrice e
Costituente EdC Giovani.

Scarica il programma di questo evento

Programma Generale LoppianoLab 2018 aggiornato al 26 settembre
2018

Ufficio stampa LoppianoLab:

Elena   Cardinali    –  347.4554043           –    339.7127072–
ufficiostampa@cittanuova.it

Tamara Pastorelli – 338.5658244           –       335.6165404   –
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Web:       www.loppianolab.it         –      Facebook:
www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab
Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Polo
Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it –

Istituto           Universitario             Sophia           –
http://www.sophiauniversity.org– Loppiano – www.loppiano.it

Movimento dei Focolari in Italia: http://www.focolaritalia.it/

Economia di Comunione: http://www.edc-online.org/it/

Con il patrocinio del comune di Figline Incisa Valdarno

Ottobre 2018

«Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la
Legge» (Gal 5,18).

L’apostolo Paolo scrive una lettera ai cristiani della Galazia
(una regione che si trova al centro dell’odierna Turchia), che
egli stesso ha evangelizzato ed ha molto a cuore. In questa
comunità, alcuni sostenevano la necessità per i cristiani di
osservare tutte le prescrizioni della legge mosaica per essere
graditi a Dio e raggiungere la salvezza.

Paolo invece afferma che non siamo più “sotto la Legge” perché
Gesù stesso, Figlio di Dio e Salvatore dell’umanità, con la
sua morte e risurrezione si è fatto per tutti Via verso il
Padre. La fede in Lui apre il nostro cuore all’azione dello
Spirito di Dio stesso, che ci guida e ci accompagna nelle
strade della vita.

Secondo Paolo, quindi, non si tratta di “non osservare la
Legge”, quanto piuttosto di riportarla alla sua radice ultima
e più impegnativa, lasciandosi guidare dallo Spirito. Paolo
scrive infatti poche righe prima: «Tutta la Legge infatti
trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo
prossimo come te stesso» (Gal 5,14).

Nell’amore cristiano verso Dio e verso il prossimo troviamo
infatti la libertà e responsabilità dei figli: sull’esempio di
Gesù siamo chiamati ad amare tutti, amare per primi, amare
l’altro come noi stessi, perfino chi sentiamo nemico.

«Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la
Legge».

L’amore che viene da Dio ci spinge ad essere persone
responsabili in famiglia, sul lavoro e in tutti i nostri
ambienti. Siamo chiamati a costruire relazioni nella pace,
nella giustizia e nella legalità.

La legge dell’amore è il fondamento più solido della nostra
socialità, come racconta Maria: «Insegno nella periferia di
Parigi, in una zona svantaggiata e con una popolazione
scolastica multiculturale. Svolgo progetti interdisciplinari
per lavorare in équipe, vivere la fraternità tra colleghi ed
essere credibili nel proporre questo modello ai ragazzi. Ho
imparato a non aspettarmi subito i risultati, anche quando un
ragazzo non cambia. L’importante è continuare a credere in lui
e ad accompagnarlo, valorizzandolo e gratificandolo. A volte
mi sembra di non riuscire a cambiare nulla, altre volte invece
ho la prova tangibile che le relazioni costruite portano
frutti, come è accaduto con una mia alunna che durante una
lezione non partecipava in modo costruttivo. Le ho spiegato
con calma e fermezza che per vivere in armonia ognuno deve
fare la sua parte. Mi ha scritto in seguito: “Mi dispiace per
il mio comportamento, non accadrà più. So che lei aspetta da
noi azioni concrete e non parole, e voglio impegnarmi in
questo senso. Lei è una persona che trasmette a noi alunni i
valori giusti e la voglia di riuscire”»(1).

«Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la
Legge».

Vivere nell’amore non è semplice frutto dei nostri sforzi. È
lo Spirito che ci è stato donato, e che possiamo continuamente
chiedere, a darci la forza per arrivare ad essere sempre più
liberi dalla schiavitù dell’egoismo e a vivere nell’amore.

Scrive Chiara Lubich: «È l’amore che ci muove, che ci
suggerisce come rispondere alle situazioni e alle scelte che
siamo chiamati a compiere. È l’amore che ci insegna a
distinguere: questo è bene, lo faccio; questo è male, non lo
faccio. È l’amore che ci spinge ad agire cercando il bene
dell’altro. Non siamo guidati dal di fuori, ma da quel
principio di vita nuova che lo Spirito ha posto dentro di noi.
Forze, cuore, mente, tutte le nostre capacità possono
“camminare secondo lo Spirito” perché unificate dall’amore e
poste a completa disposizione del progetto di Dio su di noi e
sulla società. Siamo liberi d’amare»(2).

Letizia Magri

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1 “Un’insegnate nei sobborghi di Parigi” – testimonianza di Maria A. (Parigi) – “La

grande attrattiva del tempo presente”, Castel Gandolfo 3 marzo 2018 (vedi su

www.focolare.org).

2 C. Lubich, Quella voce ‘dentro’, in «Città Nuova» 50 (2006/10), p. 9.
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