Grazie Dino! La Tua Romamor - Focolari Italia

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Grazie Dino! La Tua Romamor - Focolari Italia
Grazie Dino! La Tua Romamor
Ciao Dino, ciao Presidente dei nostri cuori, avremmo voluto
che questo giorno non arrivasse mai!

Perche
     ́ tu per noi eri invincibile e non potevamo pensare che
un giorno saremmo stati senza di te, senza la nostra guida.

Invincibile però lo sarai per sempre, per noi e per tutte le
persone che ti hanno conosciuto, come sappiamo allo stesso
modo che non staremo mai senza di te perche   ́ tu non ci
abbandonerai mai, continuerai a seguirci, a darci forza, a
metterci sulla giusta strada e anche a rimproverarci da lassù
                                                             …
sı̀
  , non sappiamo come, ma siamo sicuri che riuscirai a fare
anche quello!

I tuoi rimproveri da papàe la tua spinta a migliorarci sempre
sono state le armi perfette che ci hanno portato dove siamo,
che hanno portato la nostra Romamor a crescere forte,
nonostante le difficoltàe le nostre diversità. Anzi sei stato
capace di tirare fuori il meglio di ognuno di noi e di farci
dimenticare i problemi che ognuno di noi portava con se      ́
personalmente, e trasformare i nostri pensieri in tempo ed
energia da spendere per gli altri, come facevi tu.

C’e
  ̀ una frase che dice “Mi piace la speranza perche  ̀ e
                                                       ̀ un
sentimento testardo.” Come te. La tua testardaggine, la tua
passione, sono state il nostro motore.

Unire un gruppo di decine di volontari ognuno con le proprie
idee e le proprie motivazioni non era cosı̀ semplice, ma tu ci
sei riuscito. E te ne saremo grati per sempre. Hai messo la
tua vita al servizio degli altri senza chiedere nulla in
cambio.

Eravamo la tua seconda famiglia e la tua vera famiglia ne era
felice, nonostante il tempo pieno che donavi a noi: sapeva
quanto questo ti riempiva il cuore e ti hanno condiviso con
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noi in questi anni con felicità
                               .

Hai lavorato per le persone ma soprattutto con le persone di
ogni credo, razza, religione, non discriminando mai nessuno,
creando quello spirito di unione e di comunità su cui tu eri
il numero uno. Quello che dicevi era che la cosa più bella,
più importante per te era andare a dormire ogni sera sapendo
che avevi potuto aiutare qualcuno.

Ognuno di noi ricordandoti ha pensato a delle frasi:

“Lo sguardo dell’uomo spazia fino all’orizzonte, lo sguardo
dell’uomo che ha fede tocca l’infinito, grazie per averci
insegnato a guardare piùin là
                              ”
“Sei stato il bene e l’aiuto per i bisognosi fatto persona”
“In nome dell’altro hai vissuto la tua seconda giovinezza e
semplicemente l’hai trasmessa” “Eri un angelo, avevi un cuore
grande soprattutto per gli ultimi”
“Al monastero di Bose c’e ̀ un’immagine che rappresenta un
monaco giovane che porta sulle spalle un anziano . . . porta
avanti i sogni di un anziano, un giovane che e   ̀ capace di
prendere su di se
                ́ i sogni degli anziani e li porta avanti per
farli fruttificare!”

Ti promettiamo che Romamor farà questo per te, sotto la tua
supervisione.
Il tuo amore ci accompagnerà ancora su questa terra per
sempre, ne siamo certi e grati. Continua a stringerci forte ed
abbracciarci da lassùcome facevi qui!
Riposa in Pace Presidente Dino!
La Tua Romamor

https://www.romamor.org

RomAmor: essere famiglia con i più bisognosi
Grazie Dino! La Tua Romamor - Focolari Italia
Raccolta   fondi  emergenza
incendi in Sardegna
Il Movimento dei Focolari in Sardegna sostiene e promuove la
raccolta fondi della Diocesi di Alghero-Bosa a cui
appartengono la gran parte dei Comuni interessati dal grave
incendio. È urgente infatti che gli aiuti arrivino quanto
prima sul territorio. Si vuole così sostenere la Chiesa locale
nell’accogliere e sostenere le necessità dei propri fratelli.

Come si legge sul sito della Diocesi: “Emergenza incendi
Montiferru: fondo di solidarietà attivato dalla Diocesi di
Alghero-Bosa. Migliaia di sfollati e oltre ventimila ettari di
territorio sono andati perduti nell’incendio che ha devastato
il Montiferru, colpendo gravemente le comunità di Santu
Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes, Sennariolo e Scano di
Montiferro. Tante le famiglie che hanno dovuto abbandonare le
loro abitazioni per mettersi in salvo dall’avanzare delle
fiamme che, in alcuni casi, hanno completamente distrutto i
sacrifici di tutta una vita. Stessa situazione per le aziende
agricole e per gli allevamenti di bestiame, inceneriti dal
fuoco. Da subito si è messa in moto la macchina degli aiuti
volontari che ha contribuito, nell’emergenza, ad offrire
sicurezza soprattutto alle persone che si trovavano in
situazione di estrema necessità. L’intera Diocesi di Alghero-
Bosa, addolorata per quanto accaduto, intende offrire un mezzo
per poter aiutare quanti in questo momento stanno soffrendo,
predisponendo un apposito “Fondo” per raccogliere le offerte
da destinare alla causa. Il fondo, denominato “Emergenza
Incendi Montiferru”, partirà con un contributo di € 50.000
della Diocesi, predisposto dal Vescovo Mauro Maria Morfino.

Per contribuire:
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http://www.diocesialghero-bosa.it/emergenza-incendi-montiferru
-fondo-di-solidarieta-attivato-dalla-diocesi/

IBAN   IT 57 D 01015 84890 000070770491

Causale: Emergenza incendi Montiferru

Agosto 2021

“Chiunque si faràpiccolo come questo bambino, costui e
                                                      ̀ il più
grande nel regno dei cieli” (Mt 18,4).

Chi è il più grande, il più potente, il vincente nella
società
       , nella Chiesa, nella politica, sul mercato?

Questa domanda attraversa le relazioni, orienta le scelte,
determina le strategie. E   ̀ la logica dominante, a cui
ricorriamo anche inavvertitamente, magari nel desiderio di
assicurare risultati positivi ed efficienti a chi e
                                                  ̀ intorno a
noi.

Qui il Vangelo di Matteo ci presenta i discepoli di Gesù che,
dopo aver accolto l’annuncio del regno dei cieli, vogliono
conoscere i requisiti per essere protagonisti nel nuovo popolo
di Dio: «Chi e
             ̀ il piùgrande?».

Per tutta risposta Gesù fa uno dei suoi imprevedibili gesti:
pone un bambino al centro della piccola folla. E accompagna
questo gesto con parole inequivocabili:

“Chiunque si faràpiccolo come questo bambino, costui e
                                                      ̀ il più
Grazie Dino! La Tua Romamor - Focolari Italia
grande nel regno dei cieli”.

Alla mentalità competitiva e autosufficiente, Gesù contrappone
l’elemento più debole della società, quello che non ha ruoli
da vantare e difendere; colui che e ̀ in tutto dipendente e si
affida spontaneamente all’aiuto di altri. Non si tratta però
di accettare un ruolo passivo, di rinunciare ad essere
propositivi e responsabili, ma piuttosto di compiere un atto
di volontà e di libertà . Gesù, infatti, richiede di farci
piccoli, richiede intenzione ed impegno ad operare una decisa
inversione di rotta.

“Chiunque si faràpiccolo come questo bambino, costui e
                                                      ̀ il più
grande nel regno dei cieli”.

Ecco come Chiara Lubich ha approfondito le caratteristiche del
bambino evangelico: «[…] il bambino si abbandona fiducioso al
padre e alla madre: crede al loro amore. […] Il cristiano
autentico, come il bambino, crede all’amore di Dio, si getta
in braccio al Padre celeste, pone in lui una fiducia
illimitata. […] I bambini dipendono in tutto dai genitori,
[…]. Anche noi, “bambini evangelici”, dipendiamo in tutto dal
Padre: […] sa ciò di cui abbiamo bisogno, prima ancora che
glielo chiediamo, e ce lo dona. Lo stesso regno di Dio non lo
si conquista, lo si accoglie in dono dalle mani del Padre».

Chiara sottolinea ancora come il bambino si affida totalmente
al padre e impara tutto da lui. Allo stesso modo: «Il “bambino
evangelico” mette tutto nella misericordia di Dio e, dimentico
del passato, inizia ogni giorno una vita nuova, disponibile ai
suggerimenti dello Spirito, sempre creativo. Il bambino non sa
imparare a parlare da solo, ha bisogno di chi gli insegni. Il
discepolo di Gesù […] impara tutto dalla Parola di Dio fino a
parlare e a vivere secondo il Vangelo».

Il bambino e
           ̀ portato ad imitare il proprio padre. «Così il
“bambino evangelico” […] ama tutti perché il Padre “fa
sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa
piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”; ama per primo
perché lui ci ha amato quando eravamo ancora peccatori; ama
gratuitamente, senza interesse perché così fa il Padre
celeste» (1).

“Chiunque si faràpiccolo come questo bambino, costui e
                                                      ̀ il più
grande nel regno dei cieli”.

In Colombia, Vicente e la sua famiglia hanno attraversato la
prova della pandemia, in un regime di quarantena molto
stretta. Cosı̀ scrive: «Quando è iniziato il coprifuoco, la
vita quotidiana e
                ̀ cambiata di colpo. Mia moglie e i due figli
più grandi dovevano preparare alcuni esami universitari; il
più piccolo non riusciva ad abituarsi allo studio virtuale.
Nessuno in casa aveva tempo per prendersi cura dell’altro.
Guardando a questo caos sul punto di esplodere, ho capito che
era un’opportunità per incarnare l’arte di amare nella nostra
“nuova vita” del Vangelo vissuto. Mi sono messo a riordinare
la cucina, preparare il cibo e organizzare i pasti. Non sono
un cuoco esperto, ne
                   ́ preciso nelle pulizie, ma ho capito che
questo avrebbe aiutato a ridurre l’ansia quotidiana. Quello
che era iniziato come un atto d’amore per un giorno, si e  ̀
moltiplicato per vari mesi. Portati a termine i loro impegni,
anche gli altri membri della famiglia si sono occupati delle
pulizie, del riordino dei panni o della casa. Insieme abbiamo
constatato che le parole del Vangelo sono vere e che l’amore
creativo suggerisce come mettere tutto il resto in ordine».

Letizia Magri
______________________________________________________________
__________

1 C. Lubich, Parola di Vita ottobre 2003, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio

Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; CittàNuova, Roma, 2017) pp. 700-703.
Parola di Vita Agosto 2021
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ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA

ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’

AUDIO:

https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/07/Parola
-di-vita-agosto-2021.mp3

Tutte le trasmissioni radio con esperienze

VIDEO SU YOUTUBE: clicca qui

Parola di vita per bambini

Parola di vita ragazzi 2021

«Metti amore…»
Non avrei mai immaginato di aver sposato uno sconosciuto. Mio
marito, infatti, aveva rivelato un egocentrismo che lo
allontanava dagli altri. In realtàcelava un tremendo senso di
inferiorità. Me n’ero accorta quando, per non ferirlo, non
potevo gioire neanche dei successi dei nostri due figli.

E pensare che un tempo mi sentivo sostenuta da lui! Ora questo
punto fermo era svanito ed io mi sentivo in crisi. Fu a questo
punto che il messaggio di una ex compagna di scuo- la entrata
in convento mi annunciòla sua decisione di lasciare la strada
intrapresa.

Andai a trovarla e mentre lei mi parlava di solitudine, di
idealità crollate, di invidie e gelosie in una comunità , la
sua, che aveva alti scopi umanitari, mi sembrava di vedere me
stessa riflessa in uno specchio. Ci incontrammo in più
occasioni e una frase di Giovanni della Croce, da lei citata,
divenne luce per ciòche dovevo fare per tentare di salvare la
famiglia: «Dove non c’e
                      ̀ amore, metti amore e troverai amore».
Mi impegnai. Non fu facile, ma oggi le cose sono cambiate, sia
per me che per lei

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 4,
luglio-agosto 2021)

Appello per la Terrasanta –
curare e guarire i bambini
A Gaza occorrono le cure necessarie

CONFERENZA STAMPA – GIOVEDI 29 LUGLIO 2001 – ore 12

Per fare la pace ripartiamo dai bambini e dalle bambine.

Una proposta per un’azione di rete che si aggiunge al numeroso
coro composto da persone e forze della società civile
internazionale che hanno a cuore il Medioriente pacificato,
come luogo che contiene tutto il nostro mondo.
– Per leggere l’Appello e le adesioni clicca su:

https://centrointernazionalelapira.org/appello-per-la-terra-sa
nta-curare-e-guarire-i-bambini/

–      Per      aderire      all’Appello,            scivere
a: curareibambini@cislapira.it

– Per partecipare al webinar (streaming yotoube) CONFERENZA
STAMPA clicca su:

https://youtu.be/EA7_7xh3uHA

Segreteria organizzativa:

Centro Internazionale Studenti G. La Pira

Via de’ Pescioni, 3 – Firenze

curareibambini@cislapira.it

Conferenza stampa pro-bambini e bambine Gaza

È morto ieri a Roma Dino
Impagliazzo, esempio di amore
verso gli ultimi
26 luglio 2021

È morto ieri a Roma Dino Impagliazzo, esempio di amore verso
gli ultimi

I funerali domani 27 luglio alle 11 nella chiesa di Santa
Maria in Trastevere a Roma. Sarà possibile seguire i funerali
in diretta anche su YouTube
Insignito nel 2019 dell’Onorificenza di Commendatore
dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per la sua
preziosa opera di distribuzione di pasti caldi e beni di prima
necessità ai senzatetto presenti in alcune stazioni
ferroviarie romane”, Dino era in realtà una persona schiva dai
riflettori: il primo gruppo di persone che con lui ha iniziato
l’attività di ristorazione per i poveri della città si
chiamava “quelli del Quartiere”, per dare il più possibile un
segno di accoglienza e prossimità e al tempo stesso rimanere
“il più anonimi possibile”. Gruppo cresciuto nel tempo e
diventato poi un’associazione di oltre 300 volontari che
garantisce pasti per oltre 250 persone al giorno. Il suo nome
è RomAmor, perché – così spiega lo stesso Dino – “Roma diventi
una città dove le persone si vogliono bene. Roma è sempre
stata una città al servizio, dobbiamo aiutare Roma perché
diventi la città dell’ospitalità”. Ex dirigente INPS in
pensione, a Roma era conosciuto come “lo Chef dei poveri”

Tutto ha inizio da un panino, dato per vivere concretamente la
parola del Vangelo: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”,
e poi diventano, 10, 20 panini, 150 pasti. Si comincia dalla
Stazione Tuscolana, ma si va oltre. Oggi l’Associazione
distribuisce anche vestiario, calzature, materiale per
l’igiene personale; in alcuni casi si facilita il rapporto con
gli enti pubblici e per le pratiche legate alla residenza,
assistenza sanitaria, assistenza legale, avvio ad attività
lavorativa, per le persone senza fissa dimora o in difficoltà.
“Al cuore c’è la fratellanza universale; il cuore è il Vangelo
dove Lui ci dice: “Qualsiasi cosa avete fatto al più piccolo,
l’avete fatta a me”. E la preghiera di Gesù che alla fine dice
“Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”. E già dall’inizio
del nostro impegno ci siamo detti che non dovevamo fare le
cose da soli. Per me sono tutti fratelli, come sei fratello
tu, sono fratelli pure i poveri per strada, senza nessuna
discriminazione”, testimonia Dino.

Dino   Impagliazzo   nasce   nel   1930   nell’arcipelago   della
Maddalena, e dopo gli studi a Civitavecchia si trasferisce a
Roma. Qui cresce la sua famiglia, con la moglie Fernanda e i
quattro figli, Marco – attuale presidente della Comunità di
Sant’Egidio -, Giovanni, Paolo e Chiara. Alla famiglia va in
particolare l’affetto e la vicinanza di tutto il Movimento dei
Focolari, del quale Dino era membro, testimone fedele della
spiritualità dell’unità. In tanti, e in tutto il mondo, lo
ricordano con affetto e gratitudine, come testimoniano i
numerosi messaggi arrivati in queste ore: “Ricordo la sua
instancabile energia da quindicenne nel dedicarsi fattivamente
ai fratelli ed il suo “essere” fatto di amore concreto che ci
stimolava ad imitarlo”; “Neanche il Covid ti ha fermato, hai
cercato in tutti i modi di far si’ che potessimo continuare il
nostro impegno di volontari “guidandoci” da casa. Il tuo
entusiasmo era contagioso. Non ti dimenticheremo mai!”;
“Arrivederci grande Dino!”.

I funerali saranno celebrati martedì 27 luglio alle ore 11
nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Per approfondire:

Città                                                  Nuova:
https://www.cittanuova.it/morto-dino-impagliazzo-chef-grande-a
mico-dei-poveri/?ms=003&fbclid=IwAR0ucDAY-
JzeF25n30HsFbXyJJRrSBwUesT94gk8CbMw8mgvoQqkn9G_wqo

Bel             tempo             si             spera:
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=5vKQICsxD4o

Collegamento CH:

https://collegamentoch.focolare.org/2018/02/23/romamor-essere-
famiglia-con-i-piu-bisognosi/
© Sito del Quirinale

20210726CS_DinoImpagliazzo

Il Movimento dei Focolari
Italia condivide il contenuto
della lettera presentata dal
Tavolo asilo – immigrazione
al presidente Draghi
Il Movimento dei Focolari condivide il contenuto della lettera
presentata dal Tavolo asilo – immigrazione al presidente
Draghi e si associa a tutte le richieste rivolte al Governo in
vista della votazione alla camera per il rifinanziamento delle
missioni militari dell’Italia, previsto per il prossimo 15
luglio.

Siamo spinti dalla ‘passione per l’umanità’ e non accettiamo
di vedere quotidianamente le stragi dei morti nel Mediterraneo
senza esprimere il nostro pensiero per invitare le istituzioni
e i nostri rappresentanti politici ad una politica libera da
egoismi personali e sociali.

Dall’inizio del 2021 sono morte almeno 720 persone lungo la
rotta del Mediterraneo centrale e 13.000 migranti sono stati
riportati nei centri di detenzione libici. 7.135 persone sono
morte nel Mediterraneo dalla firma dell’accordo tra Italia e
Libia.

Vogliamo porre fine alle stragi in mare, sappiamo di far parte
di un Paese capace di accogliere, proteggere e curare.

Per questo condividiamo il testo della lettera presentata e
firmata dal Tavolo asilo – immigrazione, in cui si esprimono
numerose organizzazioni di cui riportiamo il testo.

Egregio presidente Draghi,

la cronaca di queste settimane in più occasioni ha dato conto
di stragi e tragedie che continuano a consumarsi sotto i
nostri occhi nel Mediterraneo, sulle coste italiane e su
quelle libiche. Dal 2017, anno della firma da parte del nostro
Governo del Memorandum con la Libia, oltre alla strage di
innocenti in mare, assistiamo all’ intervento della cosiddetta
Guardia costiera libica, finanziata con risorse italiane e
della UE, che ha operato respingimenti riconducendo più di
60mila persone nei centri di detenzione governativi e
soprattutto, fatto ancor più grave, in quelli gestiti
dalle milizie paramilitari.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi è
intervenuto più volte, anche di recente durante la visita nel
nostro Paese, per sottolineare la necessità di interrompere
queste operazioni perché la Libia non può essere annoverata
tra i ‘Paesi sicuri’, mancando le condizioni per il rispetto
dei diritti umani e del diritto d’asilo. Non è accettabile che
si parli di ‘salvataggi dei naufraghi’, quando nelle sedi
istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere
riportati in Libia significa essere condannati a violenze,
torture e abusi di ogni tipo. L’unica alternativa possibile
alle morti in mare non può essere finanziare missioni il cui
fine è quello di ricondurre i naufraghi in luoghi dove vengono
detenuti e le loro vite sono messe a rischio.

Il nostro Paese in passato aveva deciso di mettere in campo
una operazione molto importante di ricerca e salvataggio, Mare
Nostrum, che oggi sembra essere solo un lontano ricordo. I
successivi interventi, oltre a cancellare le operazioni di
soccorso che avevano messo in salvo decine di migliaia di vite
umane, hanno compromesso i salvataggi, per l’assenza di un
coordinamento delle operazioni di soccorso e i ripetuti fermi
amministrativi imposti alle navi delle ONG. Oggi il
Mediterraneo è un deserto che ogni giorno seppellisce, sotto
le sue acque, vite umane della cui sorte i Governi sono
responsabili. Sono più di 7mila i morti accertati dal 2017 ai
nostri giorni. In queste ore il Governo da lei presieduto ha
inviato al Parlamento la delibera che rinnova le missioni
militari e tra queste anche quella che riguarda la Libia.

Se si vuole realmente promuovere il processo di pace in quel
Paese e sottrarre la principale arma di ricatto alle milizie e
alle bande che continuano a controllare il territorio libico e
le sue coste, è necessario metter fine a ogni sostegno alla
cosiddetta Guardia costiera libica ed evacuare velocemente le
persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non
ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il
diritto a richiedere asilo, siano garantiti.
Devono altresì cessare i finanziamenti ai centri di detenzione
per i migranti, prevedendo al loro posto strutture di prima
accoglienza che abbiano standard minimi e garantiscano il
rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono
accolte, a partire dalla libertà di movimento, con uno status
di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da
evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi.

Pensiamo, inoltre, che sia necessario promuovere un’azione
politica con la Ue per un intervento di ricerca e soccorso e
in particolare riteniamo urgente che l’Italia, in quanto Stato
costiero, torni a coordinare le attività di SAR nel
Mediterraneo e supporti attivamente il lavoro a oggi svolto
dalle ONG.

Chiediamo, infine, una riforma delle politiche europee d’asilo
che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli
Stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano
alle nostre frontiere, nel rispetto dei princìpi della nostra
Costituzione (art.    10)   e   della   legislazione   europea   e
internazionale.

Siamo certi della sua sensibilità per il rispetto dei diritti
umani e delle vite delle persone che arrivano sulle nostre
coste e sappiamo quanto le stia a cuore il futuro dell’Europa.
Per questo ci rivolgiamo a Lei, non potendo più assistere
inermi alla strage che ogni giorno si compie sotto i nostri
occhi, né tanto meno pensiamo sia possibile continuare a
sostenere con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza,
fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di
innocenti. Uomini, donne, bambini, bambine e adolescenti,
spesso soli, costretti a subire violenze inaudite e a vedere
violati i loro diritti fondamentali di esseri umani.

Le chiediamo pertanto di fermare questa situazione disumana e
di invertire la rotta, dando vita, con la revoca di ogni
sostegno alle milizie libiche che gestiscono la cosiddetta
Guardia costiera, a una nuova stagione dei diritti che
potrebbe rappresentare una rinascita morale per la Ue, oggi
sempre più chiusa nei suoi egoismi e succube di sentimenti di
odio e di razzismo.

Certi dell’attenzione che dedicherà alle nostre ragioni, le
inviamo i nostri migliori saluti.

A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia,
Arci, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies,
Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di Sant’Egidio,
Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes,
Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu,
Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees
Welcome Italia, Save The Children, Senza Confine, Simm

Comunità           insieme,
ricominciare dal noi
Una serie di webinar promossi dal Movimento Politico per
l’Unità in Italia per avvicinare le posizioni di maggioranza e
minoranza cercando punti comuni attraverso un dialogo
argomentato.

Se l’Europa nel New Generation Fund ha messo a disposizione
del nostro paese la somma più consistente, è per metterci
nelle condizioni di sanare un divario territoriale che
rallenta l’intero paese e la stessa Unione. Leggendo il PNRR
non pare che questo indirizzo sia stato recepito pienamente.
Secondo il Prof. Gianfranco Viesti (Economia UniBa) gli 82 mld
per il sud sono un totale in cerca di addendi: L’allocazione
di investimenti al sud dipenderà da un insieme di scelte
politiche ancora da prendere; La realizzazione degli
investimenti dipenderà dalla governance complessiva e dal
rafforzamento delle capacità sopratutto degli enti locali. Ma
ogni gli ente locale avrà le risorse umane e tecniche per
poter affrontare questa sfida?

Stimolate da Carlo Cefaloni di Cittànuova, le esperienze degli
invitati al Webinar “PNRR, le comunità insieme per
ricominciare dal noi” hanno composto un momento dal quale è
emersa un’Italia bella, di politici impegnati e persino
“affaticati” nel lavorare alla costruzione del bene comune.

Rosanna Mazzia Sindaca di Roseto Capo Spulico (CS) e
presidente dei Borghi autentici d’Italia ci ha fornito uno
spaccato sulla bellissima terra calabrese e sui borghi,
invitandoci a non guardarli solo dal drone, ma scendendo nelle
strade per coglierne la straordinaria ricchezza, ma anche le
difficoltà e i dolori dell’abbandono.

Giovanna Bruno, sindaca di Andria, ha espresso con decisione
l’impegno suo e della comunità per invertire la rotta al fine
di ridare nuove prospettive alla propria città, ma deve farlo
con 290 dipendenti, mentre una città del nord di identiche
dimensioni ne ha 600 (e questa criticità è emersa da tutti i
sindaci).

Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti, è stato
capace di raccogliere 500 sindaci intorno ad una proposta
operativa che vorrebbe restituire il Sud all’Italia e l’Italia
al Sud. Recovery Sud non è una rivendicazione, ma un patto tra
sindaci di ogni colore politico che impegna, propone e
raccoglie la sfida dell’oggi delle comunità locali, nella
prospettiva del bene dell’Italia intera.

Beppe Notartomaso, sindaco di Campodipietra (CB) ha dimostrato
che anche un sindaco di un piccolo centro, con un solo
dipendente e un dirigente in uscita, può realizzare delle
grandi progettualità per il Paese.
Marco Bussone, presidente dell’Unione dei comuni montani, ci
ha dato la possibilità di non focalizzare esclusivamente “a
Sud” la tematica, aprendola a tutte le comunità che sono
rimaste indietro o rischiano di rimanervi, anche se a
latitudini diverse.

La sottosegretaria alla transizione digitale Assuntela Messina
e l’onorevole Patassini hanno saputo recepire gli stimoli e,
pur non potendo dare risposte definitive, sono stati capaci di
coglierne le diverse sfumature, rispondendo con sensibilità
politica “vera”.
La Senatrice, rispondendo alle tante sollecitazioni, ci ha
lanciato quasi un motto sul quale costruire un progetto per il
“noi”: “equità e sostenibilità”. Un’architrave che vorremmo
diventasse l’anima del PNRR (e di ogni azione politica in
generale), e che speriamo che dai nostri due rappresentanti
parlamentari, possa diffondersi a tanti altri colleghi.

L’onorevole   Patassini,    tra   l’altro,   ha   sottolineato
l’importanza della sussidiarietà: la vera novità politica
manifestatasi nelle esperienze locali raccontate.
Certo non nascondiamo che la strada sia ancora tutta da
percorrere e che tante criticità non sono state messe in luce.
Ma speriamo, con questo appuntamento, di aver aperto tra
periferia e centro un nuovo canale, attraverso cui si
incrementi il dialogo e la reciprocità, per provare a
sciogliere i tanti nodi che tengono legate tante nostre
comunità e, con loro, la stessa Italia.

30/06/2021 La segreteria MPPU Puglia

Ddl Zan, un’opportunità di
dialogo
Il disegno di legge Zan titolato “Disposizioni in materia di
contrasto dell’omofobia e della transfobia” che come noto
prende il nome dal firmatario (il deputato Alessandro Zan) è
al centro del dibattito politico. Infatti si va al voto in
aula il 13 luglio 2021, alle ore 16.30, dopo che nella
Commissione giustizia al Senato non si è trovata la auspicata
mediazione.

Ricordiamo che il Ddl Zan è stato approvato alla Camera il 4
novembre 2020 con larga maggioranza di voti.

Il Movimento politico per l’unità Italia, già un anno fa a
luglio, ha intercettato che il Ddl Zan, non ancora balzato
agli onori della cronaca, meritava di essere approfondito e di
essere oggetto di un dialogo profondo.

Consapevoli che se un progetto di legge si può migliorare è
quindi necessario discernere quei confini sottili che
potrebbero rendere una legge troppo interpretabile dall’organo
giudicante o addirittura inutile, abbiamo pertanto concordato
che il migliore modo di intraprendere un dialogo fosse quello
di ben informarsi.

Successivamente, attuando le parole del Presidente Mattarella
a Trento, in occasione del centenario di Chiara Lubich, che ha
definito quanti si ispirano al carisma dell’unità, estremisti
del dialogo, abbiamo organizzato nell’arco di questo ultimo
anno tre webinar e un laboratorio parlamentare dove abbiamo
invitato esperti di diritto penale e costituzionale in dialogo
con alcuni parlamentari       e   politici     locali   di   vari
schieramenti.

Utili e interessanti gli approfondimenti sui contenuti del
disegno di legge Zan che ci hanno aiutato a cogliere i rischi
e le opportunità del nuovo impianto normativo anche in piena
sintonia con gli esperti di comunione e diritto.
Tutti i partecipanti ai webinar organizzati da Mppu Italia,
seppur anche di idee diverse, si sono ritrovati nel principio
di eguaglianza riconosciuto dall’art. 3 della nostra carta
Costituzionale; il punto dal quale continuare il dialogo
proficuo per una legge migliore a tutela di tutti.

Per approfondire si veda il sito del MPPU e i numerosi
articoli pubblicati da Città Nuova.

Angela Grassi

Come posso coniugare l’Ideale
dell’Unità con la concretezza
della vita e della cultura?
Da questa domanda, sintomo di una nuova esigenza, è partito il
lavoro di un team intergenerazionale che sta dando nuova vita
al progetto dell’Istituto Superiore di Cultura, nato nei primi
anni 2000 e voluto dalla fondatrice del Movimento dei Focolari
Chiara Lubich.     Un’esperienza fondata sul dialogo tra
discipline diverse, illuminate dal metodo del Carisma
dell’unità, volto a farle fiorire sotto una luce nuova,
all’interno di un contesto fortemente intergenerazionale.

La stessa Lubich, nel suo discorso inaugurale, introduceva
così quell’esperienza: “La Scuola che sta per iniziare ha un
compito: insegnarvi la Sapienza. Ma cos’è la Sapienza? […]
Essa scruta la profondità di Dio e ne scorge la fulgida
bellezza […]. Ma, scoperto e quasi assaporato Dio, con quella
luce negli occhi può ora guardare il mondo, e vederci bene […]
tutto giudicando secondo ragioni divine, quasi proiettando –
ecco il compito della Scuola – su tutto la luce dell’infinito
sguardo di Dio” (1).

Alcuni studenti e studentesse, oggi professionisti, che hanno
avuto la possibilità di fare quella prima esperienza dal 2000
in poi, la descrivono come “un’esperienza di condivisone e di
relazione ad un livello di profondità impressionante, che non
ho più trovato nella vita. Si scendeva talmente nel profondo
della mistica del Paradiso ’49 – attraverso la vita e lo
studio – che si ribaltava completamente la prospettiva sulle
singole discipline. Era una conversione quotidiana. Sono stati
i giorni più vivi della mia prima giovinezza”; oppure: “Era un
intreccio tra vita del Vangelo condivisa e studio delle varie
discipline alla Luce del Paradiso del ’49. Strumenti e motivo
di coraggio per fare la nostra parte lì dove operiamo”.

Oggi, a distanza di 20 anni da quella prima esperienza, grazie
alla partnership dell’Istituto Universitario Sophia, parte la
Summer School ISC Italia dal titolo “Sguardi interdisciplinari
per una cultura dell’Unità”; Questa scuola rinasce, anche in
Italia dopo diverse esperienze in altre parti del mondo (2),
grazie ad una rinnovata sinergia tra l’esigenza delle
generazioni più giovani di pensare in modo diverso, di fare
propria una cultura nuova, e la risposta di adulti attenti e
capaci di ascoltare.

Non solo lezioni, ma una vera e propria esperienza di vita
evangelica: dieci giorni di dialogo e riflessioni a tu per tu
tra docenti e giovani studenti delle varie discipline, immersi
nella natura di Loppiano e accolti dalle strutture
dell’Istituto Universitario Sophia, per confrontarsi su temi
come politica, economia e giustizia, antropologia e teologia,
matematica e nuove forme di tecnologia, comunicazione… Il
tutto alla luce dell’esperienza fatta da Chiara Lubich e le
sue compagne nell’estate del ’49.

Equipe organizzativa ISC Italia
Quando? 21-31 agosto 2021

Dove? Loppiano (FI)

PER I GIOVANI A PARTIRE DA 22 ANNI
Affrettati! Le iscrizioni sono aperte fino al 20 luglio!

Tutte                       le                informazioni:
https://sites.google.com/view/iscitalia/home?authuser=0

1 Chiara Lubich, Discorso inaugurale della Summer School
Sophia “Per una cultura dell’unità”, Sophia, N°0/2008

2
https://www.focolare.org/news/2013/09/30/sudamerica-verso-la-e
scuela-de-verano-2014/

Una   piazza  intitolata                                   a
Chiara Lubich
Siamo ad Alcamo, popoloso centro del trapanese, situato ai
piedi del monte Bonifato, che domina l’ampia e fertile valle
fino al mare del golfo di Castellammare. Il toponimo, secondo
alcune fonti, potrebbe derivare dal’arabo “menzil al-Qamah”
(cioè “terra fertile”). Questa terra era una delle zone di
produzione del vino e del famoso “marsala” ma anche di olio e
frumento. Alcamo è una città ricca di potenzialità, ma anche
non priva di sfide.

Una città dalla grande vivacità culturale, economica,
religiosa, una città ricca di potenzialità, ma anche non priva
di sfide, una città dai mille volti, ha dedicato uno spazio
importante alla fondatrice del Movimento dei Focolari. Si
tratta della grande piazza della zona industriale di contrada
Sasi, cuore nevralgico della vita produttiva della zona, con
numerose aziende che si sono insediate in quest’area dove il
comune ha voluto insediare le attività produttive.

                                          A scoprire la tarda
                                          toponomastica, con il
                                          nome di Chiara Lubich,
                                          è stato il sindaco
                                          Domenico Surdi insieme
                                          al consigliere comunale
                                          Gino Pitò. Si deve
                                          proprio a Pitò la
                                          proposta di intitolare
                                          la piazza. La sua
                                     proposta,           da
consigliere di minoranza, aveva fatto registrare l’adesione
unanime di tutto il consiglio comunale.

“Ho avanzato la proposta alla scadenza dei dieci anni dalla
morte di Chiara – ha detto Pitò – ma l’avvento della pandemia
ci ha fatto rinviare. Oggi questo momento ha concluso questo
percorso, ma ci apre anche ad altre prospettive. Chiara ha
portato grandi novità nella società di oggi: il suo messaggio
di unità e di dialogo, non solo all’interno della Chiesa, ma
anche con le varie religioni e nei vari ambiti della società
,è più che mai attuale. Lei ha poi lanciato l’Economia di
Comunione. Pensiamo di organizzare in autunno un convegno
dedicato proprio a questo, per conoscere questa realtà,
invitando anche le organizzazioni di categoria e le aziende
che hanno aderito a questo progetto. Proprio per questo, la
scelta di intitolare a lei questa piazza, cuore nevralgico
della città produttiva, ha un significato altamente
simbolico”.
Ne è convinto anche il
                                      sindaco di Alcamo,
                                      Domenico         Surdi:
                                      “L’intitolazione      a
                                      Chiara Lubich della
                                      zona artigianale –
                                      spiega – si lega molto
                                      al tema dell’Economia
                                      di Comunione, una delle
                                      grandi novità portate
                                      da   Chiara     Lubich.
Chiara ha molto da dire nel momento così difficile per la
nostra economia, dopo la pandemia. Chiara è una donna,
fondatrice e presidente di un movimento: questo si lega
all’identità di Alcamo, città profondamente mariana”.

Enza Lo Grasso, del Movimento dei Focolari di Sicilia ha
presentato brevemente la realtà del Movimento dei Focolari e
dell’esperienza carismatica di Chiara Lubich. Franco Migliore,
del Movimento politico per l’unità, ha posto l’accento
sull’impegno sociale del movimento e sull’economia         di
comunione. Era presente anche don Aldo Giordano,           in
rappresentanza del vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli.
C’erano anche numerosi amministratori e consiglieri comunali,
con il presidente del’assise cittadina, Baldo Mancuso.

Il caldo non ha fermato i tanti partecipanti all’evento,
giunti da Palermo, da Trapani e da Agrigento. Un clima di
festa ed un momento storico che ha saldato la città al suo
passato. “Tanti alcamesi hanno conosciuto il Movimento dei
Focolari negli anni 70 e 80 – spiega Pitò – nelle parrocchie
si cantavano i canti del Gen Rosso e del Gen Verde. Nel 1997
abbiamo ospitato un concerto del Gen Rosso ad Alcamo. È venuto
il momento di dare continuità e solidità a queste esperienze
così belle. Noi ci crediamo!”

(foto concesse dal comune di Alcamo)
Servizio su Videosicilia

Vacanza insieme diffusa . . .
Siamo giunti all’inizio della nostra Vacanza Insieme: questa
volta più che mai quello che ci unirà sarà il filo d’oro
dell’amore che vogliamo vivere in ogni posto dove ci troviamo.
Perché?

Come vi abbiamo anticipato, la Mariapoli si effettuerà in modo
diverso, diffuso. Parecchi di noi non potranno essere a
Falcade ma se lo desiderano potranno essere uniti ovunque si
trovano: dal luogo di lavoro, dalle colline, dal mare.

Come Chiara Lubich ci diceva “La legge delle Mariapoli, che
fioriscono ogni estate nel mondo, è una sola, una legge che
vissuta basterebbe per giustificare una Mariapoli: il
comandamento nuovo.” L’amore reciproco

Uniti da questa legge iniziamo a costruire la nostra Vacanza
Insieme diffusa, possiamo seguire attraverso il Sito
Web (https://www.focolaremilano.org/vacanzainsieme),
per approfondire la riflessione dello spunto (sul sito è
possibile trovare ulteriore materiale).

La comunità del Movimento dei Focolari di Milano
Il mondo? Una città. Dialogo
sulle nostre città nella
realtà post-pandemia
Registrazione del 25 e 26 giugno 2021

DIALOGO SULLE NOSTRE CITTA’ NELLA REALTA’ POST PANDEMIA
a partire dal libro:
UNA CITTA’ “TUTTA D’OR” Storia delle prime Mariapoli 1949-1959

Interventi di: LUCIA ABIGNENTE e GIOVANNI DELAMA
VERA ARAUJO
ALBERTO BARLOCCI
ILARIA PEDRINI
coordinato da PAOLA D’ANGELO

Luglio 2021

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”   (Mt 9,22).

Gesù e
      ̀ in cammino, circondato dalla folla: un padre disperato
lo ha pregato perché vada a soccorrere la sua bambina che sta
morendo. Mentre è in strada, avviene un altro incontro: tra la
gente si fa largo una donna che soffre di perdite di sangue da
tanti anni; una condizione fisica dalle conseguenze gravi,
anche perché la costringe a limitare i rapporti familiari e
sociali. La donna non chiama Gesù   , non parla, ma gli si
avvicina alle spalle e osa toccare la frangia del suo abito.
Ha un’idea molto chiara: “Se solo toccherò il suo mantello,
saròguarita da questa sofferenza che mi tormenta”.

Ed ecco, Gesù si volta, la guarda e la rassicura: la sua fede
le ha ottenuto la salvezza. Non solo la salute fisica, ma
l’incontro con l’amore di Dio, attraverso lo sguardo di Gesù
                                                            .

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”.

Questo episodio del Vangelo di Matteo apre anche a noi una
prospettiva inaspettata: Dio e
                             ̀ sempre in cammino verso di noi,
ma attende anche la nostra iniziativa per non perdere
l’appuntamento con Lui; il nostro percorso di fede, benche  ́
accidentato e segnato da errori, fragilità e delusioni, ha un
grande valore. Egli e
                    ̀ il Signore della vera Vita, che vuole
riversare su tutti noi, suoi figli e figlie, ricchi ai suoi
occhi di una dignità che nessuna circostanza può sopprimere.
Per questo, oggi Gesùdice anche a noi:

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”.

Per vivere questa Parola, puòaiutarci quanto Chiara Lubich ha
scritto, meditando proprio questo passo evangelico: «Nella
fede, l’uomo mostra chiaramente di non contare su se stesso ma
di affidarsi a Chi è più forte di lui. […] Gesù chiama la
donna guarita: “figlia”, per manifestarle quello che veramente
desidera darle: non solo un dono per il suo corpo, ma la vita
divina che la può rinnovare interamente. Gesù, infatti,
opera i miracoli perché venga accolta la salvezza che egli
porta, il perdono, quel dono del Padre che è egli stesso e
che comunicandosi all’uomo lo trasforma. […] Come vivere,
allora, questa Parola? Manifestando a Dio nelle gravi
necessità tutta la nostra fiducia. Questo atteggiamento non
ci scarica certo delle nostre responsabilità, non ci dispensa
dal far tutta la nostra parte. […] ma la nostra fede può
essere messa alla prova. Lo vediamo proprio in questa donna
sofferente, che sa superare l’ostacolo della folla che si
frappone tra lei e il Maestro. […] Dobbiamo avere fede,
dunque, ma quella fede che non dubita di fronte alla prova. E,
ancora, dobbiamo mostrare a Gesù che abbiamo compreso
l’immenso dono che egli ci ha portato, il dono della vita
divina. Ed essergli grati. E corrispondervi» (1).

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”.

Questa certezza ci permette anche di portare salvezza,
“toccando” con tenerezza chi è a sua volta nella sofferenza,
nel bisogno, nel buio, nello smarrimento.

Cosı̀ e
      ̀ stato per una mamma del Venezuela, che ha trovato il
coraggio di perdonare: «Alla disperata ricerca di aiuto, ho
partecipato a un incontro sul Vangelo, dove ho sentito
commentare le frasi di Gesù: “Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio” (2) , “Amate i vostri
nemici” (3). Come potevo, io, perdonare chi aveva ucciso mio
figlio? Ma intanto un seme era entrato in me e finalmente ha
prevalso la decisione di perdonare. Ora posso dirmi davvero
“figlia di Dio”. Di recente sono stata chiamata a un confronto
con l’uccisore di mio figlio, che era stato catturato. È
stata dura, ma è intervenuta la grazia. Nel mio cuore non
c’era odio né rancore, ma solo una grande pietà                               e
l’intenzione di affidarlo alla misericordia di Dio».

Letizia Magri
______________________________________________________________
__________

1 C. Lubich, Parola di Vita luglio 1997, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio

Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; CittàNuova, Roma, 2017) pp. 583-585.

2 Cf. Mt 5,9.

3 Cf. Lc 6,35.
Parola di Vita Luglio 2021
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ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA

ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’

AUDIO:

https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/06/Parola
-di-vita-luglio-2021.mp3

Tutte le trasmissioni radio con esperienze

VIDEO SU YOUTUBE: https://youtu.be/a9GPdyYbkeg

Parola di vita per bambini
Parola di vita ragazzi 2021

Movimento    dei    Focolari
Italia: nominati i nuovi co-
responsabili
Cristiana Formosa e Gabriele Bardo succedono a Rosalba Poli e
Andrea Goller alla guida dei Focolari in Italia. Un cammino
che continua.

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo sono i nuovi co-
responsabili del Movimento dei Focolari per l’Italia e
l’Albania. “Siamo profondamente riconoscenti a Rosalba Poli ed
Andrea Goller che nei precedenti sei anni hanno intessuto
preziose reti di collaborazione da sud a nord, da un mare
all’altro d’Italia, fino all’Albania, tra quanti operano nei
più vari ambiti per il bene comune del nostro Paese,
condividendo, incoraggiando, alimentando e collegando ogni
iniziativa piccola o grande volta a tale obiettivo”,
dichiarano i neodelegati, esprimendo un sentire comune della
famiglia dei Focolari. “Ci impegniamo dunque a proseguire in
questo cammino con ognuno di voi, con la certezza che abbiamo
tra le mani un grande patrimonio, l’Ideale dell’unità, che
molto può dare non solo all’Italia, ma a tutta
l’umanità, soprattutto nel complesso periodo che ci troviamo a
vivere”.

Cristiana è nata a Brescia nel 1964 e ha conosciuto da ragazza
il Movimento dei Focolari a Prato, dove tutt’ora risiede la
sua famiglia e dove ha vissuto anni impegnati e pieni di vita
con i giovani del Movimento, carichi di bei ricordi.
Fisioterapista, ha lavorato nella sanità pubblica e privata
nelle varie città dove si è trasferita per essere al servizio
delle comunità dei Focolari di Torino, Genova, Palermo e
Lamezia Terme. È stata nominata co- responsabile del Movimento
dei Focolari in Italia nel giugno 2021.

Gabriele è nato a Genova nel 1972, laureato in fisica, ha
lavorato nel campo dell’informatica e poi in quello
dell’insegnamento. Dopo la scuola di formazione per i
focolarini a Loppiano, è stato nei focolari di Catania,
Catanzaro e infine a Lamezia Terme. È stato nominato co-
responsabile del Movimento dei Focolari in Italia nel maggio
2021.

“Attraverso il sito Focolaritalia – scrivono Cristiana e
Gabriele – che raggiunge quanti in Italia si sentono
ingaggiati nell’obiettivo della fraternità universale,
vogliamo inviare un caloroso saluto a tutti e dirvi che anche
noi viviamo per questo, nel servizio che adesso ci viene
chiesto”.

La redazione di Focolaritalia

Spartaco,      mio     padre:
intervista a Fatima Lucarini.
La città di Cortona vuole ricordare oggi questo suo figlio
attraverso la cerimonia di intitolazione delle scale mobili
che avverrà il 3 luglio 2021 e con un incontro presso il
Teatro Comunale dedicato al ricordo al personaggio cortonese,
fra i fondatori dell’Azienda del Turismo e della Mostra
nazionale del mobile antico. L’iniziativa è inserita
all’interno delle manifestazioni del XVII Festival di musica
sacra.
Nato nel 1924 a Cortona (Italia), autore di numerosi articoli,
saggi, libri,   consigliere comunale, giornalista, Spartaco
Lucarini, uno dei primi focolarini sposati, collabora con
Chiara Lubich alla nascita del movimento Famiglie Nuove e
diventa primo direttore della rivista “Città Nuova”. Nei suoi
scritti affronta temi scottanti per quegli anni come quelli
del divorzio, dell’aborto, dell’emancipazione della donna,
della ribellione dei figli, della crisi della politica e della
democrazia. Nel 1949 sposa Iolanda Castellani e insieme
condivideranno una vita impegnata e costituita da molteplici
interessi comuni. Dal loro matrimonio nasceranno cinque figli,
Maria Chiara, Gianni, Piergiorgio, Bernadette, Fatima. Si
spegne a Roma in seguito a una grave malattia nel 1975 a soli
51 anni.

In occasione dell’evento di Cortona, abbiamo intervistato la
figlia di Spartaco, Fatima Lucarini, presentatrice, cantante,
attrice.

Spartaco Lucarini, una personalità poliedrica: scrittore,
giornalista, politico. La sua precoce scomparsa come ha
segnato la tua vita e quella dei tuoi fratelli?

Io sono la più piccola dei cinque figli e avevo 14 anni quando
è venuto a mancare. Per tutti noi figli è stata una grande
perdita, anche se la mamma ha fatto tantissimo per compensare
la sua mancanza. Era un padre veramente speciale, qualsiasi
desiderio io avessi lui mi accontentava sempre. Era molto
aperto e ci incoraggiava nelle nostre scelte, qualunque strada
avessimo deciso di percorrere. Ci diceva sempre di non
preoccuparci del futuro lavorativo perché gli ambienti non si
cambiano da fuori ma standoci dentro. Il Movimento dei
Focolari ci è stato vicinissimo in questa circostanza. Per
esempio a Roma stava nascendo un complesso musicale, il “Gen
Alleluia”, e due focolarine hanno chiesto a me e mia sorella
Bernadette, di partecipare come cantanti, proprio per
coinvolgerci in un’esperienza che poteva anche aiutarci in
quel momento. In quel periodo della morte di mio padre questo
ci ha colpito molto e abbiamo sentito tutto l’amore concreto
della comunità di Roma per noi.

Puoi condividere alcuni ricordi che hai di tuo padre?

Era una bella personalità, era allegro, amava la compagnia.
Infatti portavamo a casa sempre gli amici e lui li accoglieva
e poi volentieri li riaccompagnava a casa, anche se era
impegnatissimo. Di notte, quando a volte mi alzavo, lo trovavo
sempre al lavoro, chinato sulle sue carte. Ogni sera faceva il
giro delle camere di noi figli, ci segnava con un piccolo
segno di croce sulla fronte per augurarci la buona notte e a
volte facevo finta di dormire aspettando questo rito. Quando
tornava a casa dopo una conferenza ci mostrava una busta nella
quale c’era il compenso per quel lavoro e io, che non capivo
ancora il valore dei soldi, gli dicevo: “Ma ti hanno dato così
poco, solo un pezzo di carta?”. E lui mi rispondeva dicendomi
che con quel “pezzo di carta” una famiglia poteva andare
avanti anche per un mese. E poi continuava: “Dato che non
avete necessità particolari, che ne dite se diamo questi soldi
a una famiglia che ha bisogno?”. Noi non abbiamo mai avuto il
di più, il superfluo, abbiamo avuto il giusto.            C’era
un’economia familiare attenta e non si sprecava niente.

Il suo incontro con Chiara Lubich, che lo designò quale primo
direttore del giornale Città Nuova, l’esperienza di essere uno
dei primi focolarini sposati, novità assoluta per quei tempi,
cosa cambiò nella sua vita e nella vostra? Come testimoniava
questa sua grande passione per l’unità, carisma proprio dei
Focolari?

Abbiamo abitato a Firenze per alcuni anni      e poi ci siamo
trasferiti a Roma perché Chiara Lubich ha chiesto a papà di
collaborare al Centro dei Focolari a Rocca di Papa, insieme
con Igino Giordani. La richiesta avvenne in maniera molto
singolare. Chiara chiese prima a mamma se era contenta di
trasferirsi a Roma, in quanto avrebbe chiesto a papà solo dopo
che mia madre avesse dato il suo consenso.
Papà sentiva molto anche l’impegno politico che lo portò a
essere consigliere comunale per la Dc a Cortona. A casa si
parlava di politica, specialmente con i miei fratelli e con
Gianni in particolare che era diventato simpatizzante delle
idee della sinistra, sempre attraverso un dialogo aperto e
franco.

Mi portava dai poveri per donare loro dei pacchi alimentari.
Ricordo di una signora anziana molto povera, alla quale
portavamo con papà regolarmente la spesa e lui la invitava
alla messa. Lei rispondeva che si vergognava perché non aveva
i vestiti adatti. Un giorno, in chiesa, sorpreso e felice mi
ha detto: “Girati Fatima, c’è proprio quella signora”!

Era anche un uomo di preghiera. Un episodio che ricordo bene
era quando in estate andavamo a Cortona dai nonni e la
domenica eravamo presenti alla messa al Duomo delle 11.00. Lui
restava assorto in preghiera, in ginocchio, dopo la
conclusione della messa mentre lo aspettavamo fuori e io
rientravo sempre in chiesa pregandolo di uscire, tirandogli
anche la giacca. Un giorno mi ha detto: “Siediti vicino a me.
Sai Fatima, io ti devo chiedere scusa ma quando parlo con
Gesù, non mi accorgo del tempo che passa. È talmente così
bello che non me ne rendo conto”. Da quel giorno non l’ho più
chiamato, rispettando questo suo momento di preghiera.

Un altro momento forte che ho vissuto con lui è stato quando
ho avuto la fortuna di poterlo accompagnare a Parigi dove per
tre mesi è stato ricoverato perché operato per una grave
malattia. In aprile doveva partire per la Terrasanta ma la
notte si era sentito male. È stato subito ricoverato a Roma ma
i medici ci dissero che aveva poche possibilità di salvarsi,
sarebbe vissuto al massimo una settimana. Forse a Parigi
avrebbero potuto aiutarlo ma l’aspettativa di vita era quella
di vivere ancora per un altro anno. Siamo andati io e mia
sorella a trovarlo dopo la scuola in ospedale a Roma, prima di
partire, e lui ci fece trovare un pupazzetto ciascuna, che
ancora posseggo. Aveva tante attenzioni nei nostri confronti,
voleva tenerci su, ci incoraggiava. E questo ha fatto durante
tutto il decorso della malattia, consapevole della gravità
della sua situazione.

Ha scritto parecchi libri su tematiche sociali. In
particolare, sulla questione femminile, ha pubblicato “La
rivolta delle donne” nel 1969. Come era il suo rapporto con
tua madre?

Aveva idee progressiste su svariati temi rispetto al pensiero
comune. Per lui non c’erano dubbi sulla questione della parità
di genere, infatti i miei fratelli sapevano far tutto a casa.
Quando lui andava fuori per lavoro, anche all’estero, si
faceva sempre accompagnare da mamma e noi bambine eravamo
accudite dai miei fratelli che cucinavano, stiravano e avevamo
i turni di lavoro a casa. Valorizzava sempre la figura della
donna. Mia mamma ha avuto con lui la possibilità di potere
esprimere le sue doti. Era molto brava per esempio a scrivere
e papà la incoraggiava in questa sua passione. È stata anche
eletta consigliere comunale a Roma negli anni ‘80. C’era
un’armonia speciale fra di loro, un rispetto e un amore
profondissimo.

Cortona lo ricorderà   intitolando a lui le scale mobili, la
più moderna struttura di accesso alla città: che sensazioni
provi quando, a più di 40 anni dalla sua scomparsa, è ancora
presente nel ricordo della sua città e dei suoi concittadini?

L’evento era stato previsto per lo scorso anno, nel quale
ricorreva il centenario della nascita di Chiara Lubich, ma è
stato rinviato al 3 luglio di quest’anno a causa della
pandemia. Senz’altro è emozionante vedere nei suoi confronti
l’affetto della sua città che amò moltissimo e per la quale si
spese attraverso il suo impegno politico. Siamo rimasti legati
a Cortona perché lì ha vissuto papà, la nostra famiglia,
riviviamo ogni volta tanti ricordi. Sentiamo che la sua
presenza c’è sempre, continua a guidarci e a essere modello
per tutti noi.
Patrizia Mazzola

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Oltre  il   900.                         Relazione
Andrea Riccardi
Il prof. Andrea Riccardi interviene al Convegno “Oltre il
Novecento. Chiara Lubich in dialogo con il nostro tempo”: due
giornate di studio (18 e 19 febbraio 2021) dedicate alla
figura della fondatrice del Movimento dei Focolari presso la
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Per gentile concessione
©Centro Chiara Lubich

Guarda video su YouTube:

https://www.focolaritalia.it/2021/02/12/convegno-oltre-il-900-
chiara-lubich-in-dialogo-con-il-nostro-tempo/

Chiara Lubich: l’amicizia
spirituale via alla cultura
del dialogo
25 giugno 2021. Conversazione con Roberto Catalano.
Docente universitario, esperto del dialogo interreligioso.
Terzo appuntamento organizzato dalla Comunità del Movimento
dei Focolari di Jesi nelle Marche.

Rivedi la diretta di “Papa
Francesco,      segno   di
contraddizione”
Rivedi la diretta su Youtube:

Il   Ministro   Speranza   ai
promotori della campagna “Un
vaccino per tutti”: “Massima
attenzione su questi temi”
Il Ministro Speranza ai promotori della campagna “Un vaccino
per tutti”: «Gli stati stanno convergendo. Complessa, ma
necessaria la procedura di trasferimento del know how ai Paesi
più poveri».

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha incontrato
nella mattina del 17 giugno 2021 una delegazione dei promotori
della campagna internazionale “A Vaccine for All“, che
sostiene l’accesso globale ai vaccini contro il Covid-19. A
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