Anno scolastico 2017-2018

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Anno scolastico 2017-2018
SCUOLA DELL’INFANZIA ANTONIA NOLI MARENZI – TELGATE (BG)

“Lavorare con i bambini vuol dire avere a che fare con poche certezze e molte incertezze; ciò che
salva è il cercare, il non perdere il linguaggio della meraviglia che perdura invece negli occhi e nella
mente dei bambini. Occorre avere il coraggio di produrre ostinatamente progetti e scelte. Questo
compete alla scuola e all’educazione.”
                                                                                         Loris Malaguzzi

 anno scolastico 2017-2018
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Carissime famiglie,

BENVENUTE             nella   nostra     scuola
dell’infanzia!

Con questo documento vogliamo raccontarvi la Scuola dell’Infanzia nei suoi
aspetti organizzativi, ma anche nelle scelte pedagogiche e metodologiche.

L’insieme delle informazioni contenute in queste pagine prendono il nome di
Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.) che in accordo con l’articolo 3 del
Regolamento sull’autonomia scolastica (D.P.R. 275/99), è il documento
all’interno del quale viene delineata l’identità culturale e progettuale della
scuola.

Il P.O.F. è la carta d’identità della scuola, l’elaborazione ed attuazione di una
proposta formativa che cerca di rispondere ai diversi bisogni del contesto in cui
opera, dei bambini e delle bambine che accoglie e a cui si rivolge. Proposto dalle
varie componenti della scuola, è elaborato dal punto di vista didattico dal
Collegio Docenti e approvato dal Consiglio di Amministrazione.

Il P.O.F. consente di dichiarare le scelte educative, pedagogiche, metodologiche,
curricolari, organizzative e valutative, i progetti ed i servizi offerti così da renderli
visibili a coloro che accedono alla nostra Scuola dell’Infanzia.

Questo documento vuole essere una breve presentazione della nostra storia e
delle nostre scelte, pertanto può far nascere domande, dubbi e curiosità, ai quali
saremo lieti di rispondervi incontrandovi di persona se e quando ne avrete
bisogno.

Grazie per esservi rivolte a noi!

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LA NOSTRA STORIA
L’Asilo Infantile “Antonia Noli Marenzi” nasce nel 1903 per volontà della Contessa
Antonia Noli Marenzi che, grazie al lascito di un edificio e di un patrimonio
iniziale, vuole che sorga in Telgate un Ente Morale con lo scopo di “ accogliere,
custodire ed educare i bambini, preferibilmente poveri, di ambo i sessi, in età
compresa tra i tre e i sei anni compiuti”.

Tale sensibilità trova risposta e unità di intenti nel carisma educativo delle Suore
di Carità delle Sante Bartolomea e Vicenza, dette “Suore di Maria Bambina”, alle
quali viene affidata la direzione dell’Asilo. L’impegno viene assolto fino al 1988,
anno in cui, per il ridimensionamento dell’Ordine, le Suore devono lasciare la
direzione della Scuola. Da allora le funzioni educative e dirigenziali della Scuola
dell’Infanzia vengono svolte da personale laico.

La nostra scuola, infatti, è un ex IPAB ed è amministrata da un Consiglio di
Amministrazione formato da cinque membri così designati: due membri
designati dal Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, il Parroco pro-
tempore e due membri proposti dal Comune.

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A seguito della legge 10 marzo 2000, n. 62 la Scuola dell’Infanzia “Antonia Noli
Marenzi” è stata riconosciuta scuola paritaria all’interno del sistema nazionale
dell’istruzione.

IL CONTESTO TERRITORIALE

Il comune di Telgate ospita circa 5000 abitanti e da diversi anni sta vivendo
continue trasformazioni e un progressivo sviluppo.

In modo particolare, il nostro territorio si caratterizza per un forte spirito
imprenditoriale, infatti la ricchezza del lavoro ha richiamato, negli ultimi decenni
in particolare, un numero considerevole di lavoratori stranieri, che oggi
costituiscono circa il 30-35% della popolazione. Pertanto, parallelamente anche
la scuola ha visto un ingresso sempre maggiore di bambini e bambine stranieri,
portatori di culture differenti, di abitudini e stili di vita diverse e questa è
diventata ed è sempre più una possibilità di scambio, di intrecci, un’occasione di
arricchimento e di maturazione, nell’ottica di una convivenza basata
                                                   sull’inclusione,             sulla
                                                   cooperazione, sullo scambio e
                                                   sulla ricchezza delle diversità
                                                   intese come valori.

                                                 La nostra scuola dell’infanzia è
                                                 autonoma e per i gradi
                                                 successivi si interfaccia con
                                                 l’Istituto  Comprensivo        di
                                                 Grumello del Monte, con il quale
                                                 si costruiscono progetti di
alternanza e continuità nell’ottica del dialogo in termini pedagogici, didattici e
organizzativi.

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La Scuola dell’Infanzia, in generale, essendo un’agenzia educativa del territorio
cerca di dialogare con le altre realtà presenti quali l’asilo nido, l’agrinido,
l’Oratorio, la Biblioteca, le Associazioni. Oltre a ciò, si pone come obiettivo quello
di diventare ed essere un luogo di incontro tra le famiglie, di conoscenza tra le
persone, e, dunque di sperimentazione di relazioni e di costruzione di comunità.

Entrare alla scuola dell’infanzia significa “Vivere le prime esperienze di
cittadinanza, scoprire l’altro da sé e attribuire progressiva importanza agli altri,
ai loro bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole
condivise; implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità
dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il
primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le
fondamenta di un comportamento eticamente orientato, rispettoso
dell’ambiente, degli altri e della natura.” (Indicazioni Nazionali 2012)

L'IDENTITÀ DELLA SCUOLA
La scuola dell’infanzia “Antonia
Noli Marenzi” è di ispirazione
cristiana        pertanto       la
centralità della persona
costituisce il criterio regolatore
ed ispiratore della prassi
educativa ed implica il rispetto
di ogni soggetto.

La scuola accoglie tutti i
bambini e le bambine senza distinzione di sesso, razza, etnia o religione e
opera per valorizzare e promuovere l’identità personale di ciascuno.

La scuola concorre alla maturazione dell’identità umana e cristiana della
persona e attraverso la sua azione educativa ed i suoi modelli comportamentali

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fa riferimento alla proposta e ai valori del Vangelo di Gesù ed alla tradizione
della fede cristiana.

Pertanto, ci proponiamo di trasmettere:

   - il valore della vita inteso anche come senso dell’amore esclusivo di un
     Dio che ci è Padre, per il quale ognuno di noi è importante, amato e unico;

   - il valore dell’accoglienza avendo un attenzione speciale per tutti i
     bambini e le bambine e per le loro famiglie;

   - il valore della condivisione come espressione e integrazione alla
     Comunità Ecclesiale;

   - il valore della tolleranza inteso come rispetto e accoglienza della
     diversità in ogni sua sfaccettatura;

   - il valore della pace inteso come la testimonianza dell’amore vicendevole,
     della fratellanza e dell’amicizia.

LE SCELTE EDUCATIVE
LO STILE EDUCATIVO

La scuola è consapevole che la sua azione educativa si realizza anche attraverso
lo stile relazionale adottato con il bambino, la bambina e con i genitori.
Lo stile educativo della scuola si caratterizza per l’accoglienza dei bambini e
delle bambine e cerca di tener conto delle loro specificità e delle loro
caratteristiche individuali. Quindi, si traduce in:

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                                       Accoglienza e
                                       legittimazione
                                       delle emozioni
                                        attraverso il
                                        metodo “Dillo
     Valorizzazione                    con la voce” di
   dell'apprendimento                 Ivana Simonelli
    come esperienza
       diretta. Ogni                                             Scelta del dialogo e
     bambino e ogni                                             dell'ascolto come via
        bambina è                                                 privilegiata per la
    protagonista del                                              formazione della
   proprio processo di                                                 persona
         crescita e
    apprendimento.

                 La partecipazione come               Rispetto dei tempi
                      dimensione di                 individuali, dei bisogni
                 esperienza per bambini,            specifici e delle storie
                  bambine, insegnanti,              personali come primo
                     famiglie, adulti e             passo per l'inclusione
                        territorio

LE FINALITÀ

La Scuola dell’Infanzia, in riferimento alle indicazioni ministeriali nazionali e
mirando alla formazione integrale ed armonica della persona del bambino e
della bambina nella sua individualità, irripetibilità, globalità, con la sua proposta
educativa vuole raggiungere sensibili traguardi.

“Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità,
dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza.

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Consolidare l’identità significa vivere serenamente tutte le dimensioni del
proprio io, stare bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e
sentire, sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi e
ad essere riconosciuti come persona unica e irripetibile. Vuol dire sperimentare
diversi ruoli e forme di identità: quelle di figlio, alunno, compagno, maschio o
femmina, abitante di un territorio, membro di un gruppo, appartenente a una
comunità sempre più ampia e plurale, caratterizzata da valori comuni, abitudini,
linguaggi, riti, ruoli.
Sviluppare l’autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare
soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto o poter esprimere
insoddisfazione e frustrazione elaborando progressivamente risposte e
strategie; esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare alle decisioni
esprimendo opinioni, imparando ad operare scelte e ad assumere
comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli.
Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare,
domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione,
l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti;
significa ascoltare, e comprendere, narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare
azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di
descrivere, rappresentare e immaginare, “ripetere”, con simulazioni e giochi di
ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi.
Vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro da sé e
attribuire progressiva importanza agli altri, ai loro bisogni; rendersi sempre
meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo
esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al
punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di
diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un
comportamento                                                             eticamente
orientato, rispettoso dell’ambiente, degli altri e della natura.
Tali finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione di un ambiente di vita, di
relazioni e di apprendimento di qualità, garantito dalla professionalità degli
operatori e dal dialogo sociale ed educativo con le famiglie e con la comunità.”
(Indicazioni Nazionali 2012)

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IL METODO

Il bambino/la bambina è riconosciuto come soggetto attivo, capace di co-
costruire il proprio sapere in continua interazione con i pari, gli adulti, l’ambiente
e la cultura.

Si ritiene opportuno sottolineare che la scuola dell’infanzia è impegnata nel
perseguimento di obiettivi formativi che attengono non solo al SAPERE, ma
anche al SAPER ESSERE e al SAPER FARE: l’attenzione dell’educazione non è
rivolta primariamente alle nozioni, quanto piuttosto al divenire persone
COMPETENTI cioè capaci di intervenire sulla realtà con soluzioni appropriate e
originali.

Nello specifico:
   - il sapere riguarda l’acquisizione delle conoscenze (nozioni, concetti)
      essenziali alla formazione di base;
   - il saper essere riguarda la formazione di atteggiamenti, motivazioni,
      interessi, valori, ragioni del vivere;
   - il saper fare riguarda la formazione di capacità cognitive, affettive, sociali
      (capacità di imparare, capacità critiche, creative, relazionali, espressive,
      comunicative ed estetiche).
Tutto ciò ci deve far riflettere rispetto al fatto che “tutto ciò che i bambini e le
bambine apprendono non discende automaticamente da un rapporto lineare di
causa-effetto tra processi di insegnamento e risultati, ma è in gran parte opera
degli stessi bambini, delle loro attività e dell’impiego delle risorse di cui sono
dotati.
I bambini svolgono sempre un ruolo attivo nella costruzione e nell’acquisizione
del sapere e del capire. L’apprendimento è quindi sicuramente un processo
auto-costruttivo.

La scuola è paragonata a un cantiere, a un laboratorio permanente in cui i
processi di ricerca dei bambini, delle bambine e degli adulti si intrecciano in
modo forte, vivendo ed evolvendosi quotidianamente.
L’obiettivo principale dell’insegnamento, quindi, non è produrre apprendimento
ma produrre condizioni di apprendimento.” (Loris Malaguzzi)
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Diceva Malaguzzi: “…i bambini costruiscono la propria intelligenza. Gli adulti
devono fornire loro le attività ed il contesto e soprattutto devono essere
in grado di ascoltare…”

Le altre nostre scelte metodologiche fondamentali sono:

   - l’esplorazione e la ricerca: proposta di esperienze stimolanti per
     formulare ipotesi e confrontare situazioni, far nascere domande e cercare
     le risposte. L’idea di non dare risposte certe e nemmeno univoche, ma di
     mettersi in una condizione di ricerca, di sperimentazione, di esplorazione
     dove ogni idea è buona, dove ogni soluzione è valida e dove ogni pensiero
     è importante;

   - valorizzazione del gioco inteso come fonte di apprendimento,
     esplorazione e ricerca;

   - la vita di relazione:
     sono favoriti i momenti
     di relazione, di scambio,
     di             informazioni
     reciproche, di confronto,
     di cooperazione e aiuto
     sia nel piccolo che nel
     grande              gruppo.
     L’interazione diventa uno
     strumento tramite il
     quale vengono facilitati la soluzione dei problemi, il superamento delle
     difficoltà e lo svolgimento di attività complesse;

   - l’osservazione, la progettazione e la verifica: le esigenze dei bambini e
     delle bambine vengono valutate attraverso un’osservazione sia
     occasionale che sistematica e, grazie a questa, vengono modificate di volta
     in volta le proposte. Si valorizzano le osservazioni di gruppo, di diversi
     punti di vista, compresi quelli degli esperti e della coordinatrice;

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   - far fare esperienze dirette in contatto con la natura, la cultura e
     l’intercultura: l’educazione alla diversità è quotidiana e basilare per una
     scuola inclusiva e aperta;

   - la documentazione: crea la possibilità di “rendere visibile” il percorso
     elaborato. I bambini e le bambine traggono vantaggio da una raccolta
     sistematica dei percorsi e dei prodotti scolastici che consentono la
     conservazione e il riconoscimento delle “tracce” che essi stessi lasciano
     nel loro percorso scolastico;

  - la mediazione didattica: nelle proposte didattiche vengono utilizzati
     materiali strutturati e informali. Si sperimentano strategie, esperienze e
     situazioni mirate al raggiungimento degli obiettivi prefissati. La nostra
     scuola, infine, mette a disposizione spazi didattici esterni quali orto, aree
     del giardino e cortile.
  -
LA METODOLOGIA

Il nostro Collegio Docenti ha scelto la metodologia del “Dillo con la voce” della
dott.ssa Ivana Simonelli, atta ad aiutare i bambini e le bambine a riconoscere le
emozioni, a nominarle e ad esprimerle verbalmente.

Si tratta di una metodologia che si preoccupa principalmente di introdurre nel
vocabolario quotidiano il nome delle emozioni, accanto a quello degli oggetti di
uso comune: come diciamo palla, possiamo dire anche paura, rabbia, felicità,
tristezza…. Le emozioni vengono, quindi, nominate, sempre accolte e legittimate
e si insegna ai piccoli ad esprimerle attraverso la voce, dicendo come si stanno
sentendo.
Questo permette di imparare a dare un nome a quell’emozione, invece di agire
un comportamento: ti dico che sono arrabbiato, invece di spingerti! Così facendo
i conflitti si abbassano e ognuno impara che ci si può sentire in tanti modi diversi
e può condividerlo dicendolo.

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Quando i bambini e le bambine entrano in conflitto, l’insegnante o l’adulto li
mette a confronto e cerca di farli dialogare nel chiedersi: “Perché mi hai fatto
male?” e poi accoglie le emozioni di entrambi, per aiutarli ad esprimerle e a non
sentirsi giudicati o inadeguati.

Questo è per noi un lavoro continuo di formazione, di applicazione e di messa in
gioco, che usiamo in modo trasversale e quotidiano, indipendentemente
dall’attività proposta e dal momento della giornata.
www.dilloconlavoce.com

LE SCELTE DIDATTICHE
“Le competenze professionali permettono di consolidare modalità progettuali
centrate sul bambino e sulla bambina e sulla predisposizione di contesti capaci
di renderlo attivo e autonomo”. Siamo consapevoli che il bambino e la bambina
sono protagonisti nella costruzione della conoscenza, mentre le insegnanti
assumono un ruolo indiretto, con il compito di organizzare situazioni motivanti
in grado di coinvolgerli e mobilitare le sue risorse.
Manteniamo i fondamentali punti di riferimento:
    – l’idea di bambino/a che ha una storia personale e la sua crescita implica
      uno sviluppo armonico delle dimensioni affettiva, sociale e cognitiva, in un
      processo in cui partecipa in prima persona;

   – l’idea di scuola intesa come ambiente di vita, di partecipazione, di
     cooperazione;

   – l’idea di apprendimento/insegnamento come processo nel quale vengono
     costruiti concetti, idee, strategie e le insegnanti hanno il compito di
     guidare i piccoli con strategie di mediazione, incoraggiamento,
     facilitazione.

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ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO

Per la progettazione dell’intervento
formativo si deve tener conto in primo
luogo delle specifiche esigenze formative
degli alunni della scuola, facendo
riferimento alle “Indicazioni Nazionali per i
piani delle attività educative nella scuola
dell’Infanzia” (D.L.59 del 2004). Queste
ultime segnalano “i livelli essenziali delle
prestazioni che tutte le scuole dell’infanzia del Sistema Nazionale di Istruzione
sono tenute a raggiungere per garantire il diritto personale, sociale e civile
all’istruzione e alla formazione di qualità”.
A partire da queste il progetto educativo-didattico specifico della scuola si
identifica nel progetto annuale, collegialmente esteso dalle insegnanti con la
                                           collaborazione delle coordinatrici e
                                           racchiude         obiettivi,     contenuti,
                                           procedure e l’insegnante è chiamata a
                                           mettere il proprio stile educativo-
                                           didattico e la propria professionalità.
                                           Il curricolo si articola attraverso i campi
                                           di esperienza che sono i luoghi del fare
                                           e dell’agire dei bambini e delle
                                           bambine.         Attraverso di essi le
insegnanti individuano i saperi disciplinari e i traguardi delle competenze e si
muovono tra orientamenti, attenzioni e responsabilità del creare occasioni e
possibilità di esperienze finalizzate allo sviluppo integrale dei bambini e delle
bambine.

LE SEZIONI E I GRUPPI

La strutturazione delle sezioni viene ogni anno discussa dal nostro collegio
docenti, in quanto non pensiamo possa esserci un’organizzazione rigida e

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sempre uguale, ma riteniamo più opportuno ridefinire ogni volta quali sono gli
obiettivi e valutare la scelta che ci sembra la più rispondente ai bisogni dei
bambini e delle bambine.

Nell’anno scolastico 2016-17 la scuola ha accolto i bambini e le bambine
dividendoli in cinque sezioni, di cui quattro di bi-età: tre sezioni con i 3 e i 5 anni,
una sezione con i 3 e i 4 anni e una sezione omogenea di 4 anni.

Questa modalità organizzativa ci ha permesso di rispondere all’esigenza di
rendere la scuola il più inclusiva possibile, cercando di considerare le
caratteristiche specifiche dei singoli bambini e delle singole bambine, senza
dimenticare il contesto di gruppo.

L’organizzazione per sezione non è rigida, nel senso che il nostro gruppo di
lavoro sta valorizzando e proponendo la logica degli spazi aperti, ossia la
possibilità per tutti i bambini e le bambine di muoversi tra gli spazi della scuola
in autonomia, per inserirsi in contesti diversi, per conoscere nuovi spazi e nuove
situazioni, per sperimentare la possibilità di scelta individuale, sia rispetto alle
relazioni che rispetto alle proprie attitudini.

A questa organizzazione, se ne affiancano altre che consentono la trasversalità,
ovvero vengono proposti i laboratori aperti, le intersezioni, i piccoli gruppi, il
grande gruppo intesi come occasioni di scambio, di socializzazione, di autonomia
nella scelta di “Cosa mi piace fare” e “Con chi voglio andare”. Sono tutte
modalità che consentono ai bambini e alle bambine di essere i protagonisti del
proprio processo di crescita e di apprendimento, di provare il piacere della scelta
e di sentirsi rispettati rispetto alle proprie preferenze.

I LABORATORI

Ogni anno i bambini e le bambine hanno la possibilità di frequentare diversi
laboratori con la guida di specialisti esterni o condotti direttamente dalle
insegnanti della scuola.

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Il laboratorio consente ai bambini e alle bambine di fare esperienze specifiche
(manipolazione, musica, arte, orto, psicomotricità…), mentre alle insegnanti di
poter osservare le reazioni dei singoli, gli equilibri dei gruppi in contesti diversi e
specifici.
La psicomotricità, in particolare, diventa un’esperienza di sezione per poter
rileggere le dinamiche relazionali dei bambini e delle bambine; un luogo in cui i
protagonisti sperimentano lo spazio, le relazioni e il tempo attraverso il corpo.

VIVERE IL FUORI

A partire dall’anno scolastico in corso si sta sperimentando l’idea di uscire con i
bambini e le bambine quotidianamente, anche quando il tempo non è dei
migliori, perché l’importante è avere un buon equipaggiamento. Quindi si chiede
alle famiglie di portare a scuola stivaletti di gomma e mantellina della pioggia e
che i bambini e le bambine siano sempre vestiti in modo da poter stare fuori.
Ogni giorno si sta fuori almeno un’ora e si vivono le varie condizioni climatiche,
nonché       si     costruiscono
momenti         ad     hoc      di
osservazione           e        di
sperimentazione o laboratori
specifici sulla natura e la
relazione con essa.
Siamo convinti dell’importanza
dello stare all’aperto sia perché
ci si ammala di meno, sia
perché         si      costruisce
conoscenza con il fuori, le sue
caratteristiche e i suoi
elementi.

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L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE
CATTOLICA
All’interno di una scuola di dichiarata ispirazione cristiana, viene dedicata
un’attenzione particolare a sviluppare nel bambino e nella bambina una
sensibilità ai valori umani e cristiani; tale attenzione trova concretezza
nell’offrire momenti di riflessione e occasioni di vita che mostrino come sia
possibile tradurre i valori nelle piccole azioni quotidiane.

Le insegnanti aiutano i bambini e le bambine a percorrere, con la
consapevolezza che l’età loro consente, le principali tappe dell’anno liturgico,
cercando di evidenziarne il significato cristiano.
In particolare si cercano di sviluppare i valori della solidarietà, del rispetto e della
condivisione.

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La presenza dell’IRC (Insegnamento della Religione Cattolica) porta obiettivi
specifici di apprendimento che assumono particolare significato secondo le
indicazioni CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Ogni insegnante fa il suo
progetto religioso e lo testimonia in prima persona aiutando i piccoli ad entrare
in un mondo di amore e di fiducia.

È considerata con attenzione particolare la crescente connotazione multietnica
e multi religiosa dei bambini e delle bambine presenti a scuola, attivando
processi educativi d’intesa con la famiglia, promuovendo chiara identità religiosa
aperta all’incontro e al dialogo interreligioso, senza alcuna discriminazione.

LA CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA
SCUOLA-FAMIGLIA
“Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo
dei bambini. Nella diversità di stili di vita, di culture, di scelte etiche e religiose,
esse sono portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola, per far
crescere una solida rete di scambi comunicativi e di responsabilità condivise.
L’ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia è una grande occasione per
prendere più chiaramente coscienza delle responsabilità genitoriali. Mamme e
papà (ma anche i nonni, gli zii, i fratelli e le sorelle) sono stimolati a partecipare
alla vita della scuola, condividendone finalità e contenuti, strategie educative e
modalità concrete per
aiutare i piccoli a
crescere e imparare, a
diventare più “forti” per
un futuro che non è
facile da prevedere e da
decifrare.” (Indicazioni
Nazionali 2012)

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I MOMENTI DI INCONTRO CON LE FAMIGLIE

Uno dei nostri obiettivi fondamentali è quello di costruire un positivo e corretto
rapporto tra Scuola e Famiglia nel rispetto delle specifiche competenze.

Per favorire questo dialogo vengono individuati alcuni momenti in cui la
presenza della famiglia è importante e sollecitata:

- all’inizio dell’anno scolastico, nel periodo dell’ambientamento, si invita la
  famiglia (con la presenza di una persona significativa) ad essere presente a
  scuola per alcuni giorni per accompagnare il bambino o la bambina nella sua
  prima esperienza di distacco e ad essere partecipe e collaborativa;
- si organizzano alcuni momenti di festa in varie occasioni: Natale, festa dei
  nonni, festa della famiglia di fine anno con lo scopo di creare occasioni di
  relazione con altre famiglie e con le insegnanti;
- nel mese di novembre/dicembre si attua il progetto “Scuola aperta al Natale”
  in cui mamme, papà, nonni, nonne, zii… possono portare a scuola un
  contributo relativo al Natale (lettura di storie anche in lingue diverse,
  creazione di addobbi, realizzazione di manufatti…) e vivere un momento con i
  bambini e le bambine;
- realizzazione del Presepe e degli addobbi della scuola in occasione di Santa
  Lucia e di Natale.

Inoltre, la nostra scuola propone alle famiglie alcuni momenti “formali” di
incontro durante i quali, a vari livelli, avviene il confronto tra il percorso
educativo intrapreso dalla scuola e quelli costruiti dalle famiglie. Gli
appuntamenti sono:
- tre incontri generali e di sezione per informare la famiglia circa le scelte della
   scuola, l’andamento generale e i progetti;
- tre momenti di colloqui individuali all’inizio, a metà e a fine anno per i genitori
   che ne sono interessati;
- serate formative per le famiglie.

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IL COMITATO DEI GENITORI

Inoltre, all’interno della nostra scuola è presente in modo molto attivo il
Comitato genitori come forma di partecipazione attiva alla vita scolastica
prevista dalle attuali normative scolastiche.

È formato da tutti i rappresentanti di classe ma, anche, da tutti i genitori che
decidono di impegnarsi per aiutare la scuola a rispondere al meglio ai bisogni dei
bambini, delle bambine e delle famiglie.

Far parte del Comitato dei Genitori consente di non fermarsi alla forma, ma di
poter entrare nella sostanza delle scelte della scuola e della sua organizzazione.

Il Comitato dei Genitori collabora con il collegio docenti nella condivisione delle
scelte educative e si fa portavoce con gli altri genitori. Inoltre, il comitato agisce
nella programmazione e realizzazione di alcuni momenti di festa e propone
alcune iniziative, anche in momenti extra-scolastici.

Il comitato dei genitori lavora in linea con la scuola e lo
scopo comune è cercare di costruire una scuola sempre
migliore, flessibile, accogliente e attenta al benessere dei
bambini e delle bambine, nonché al coinvolgimento
attivo delle famiglie nella vita scolastica.

La scuola collabora con i genitori eletti annualmente quali rappresentanti di
classe nel Consiglio di Intersezione che si riunisce, di norma, tre volte all’anno
con lo scopo di avere un confronto diretto con il collegio docenti circa
l’organizzazione e le proposte della scuola e per la scuola.
Durante l’anno ci sono diversi momenti di incontro e confronto tra scuola e
comitato, mediante colloqui tra i portavoce della scuola e dei genitori.

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LE COMMISSIONI

All’interno della scuola ci sono, anche, alcune commissioni composte da organi
interni e da genitori atte ad alcune azioni specifiche:

- la commissione mensa con lo scopo di condividere le scelte relative
all’alimentazione, avere una particolare attenzione per questa e fare proposte
costruttive. Inoltre, i membri della commissione possono venire a scuola per
assaggiare i pasti quando vogliono;

- la commissione biblioteca con lo scopo di tenere aggiornate e catalogate le
nostre biblioteche interne, far funzionare i prestiti e variare i libri proposti;

- la commissione Remida con lo scopo di catalogare i materiali e sorvegliarne il
buono stato;

- la commissione Presepe e Carnevale con lo scopo di costruire il presepe
dentro la scuola e aprirlo al territorio e realizzare il carro di Carnevale;

- il GLI (gruppo di lavoro sull’inclusione) trasversale ad altre scuole dove si
riflette rispetto all’inclusione e a cui possono partecipare anche i genitori.

Le varie possibilità di collaborazione consentono di
costruire un ponte tra scuola e famiglia, un luogo di
incontro per riflettere e costruire significati, sensi e
responsabilità reciproche e comuni. Il dialogo è il mezzo
principale di questa relazione che deve essere aperta e
flessibile.

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L'INCLUSIONE

È obbligo e dovere della Scuola dell’Infanzia accogliere tutti i bambini e le
bambine senza fare distinzione di razza, religione o abilità.

“Per i genitori che provengono da altre nazioni e che sono impegnati in progetti
di vita di varia durata per i loro figli nel nostro paese, la scuola si offre come uno
spazio pubblico per costruire rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità.
Modelli culturali ed educativi, esperienze religiose diverse, ruoli sociali e di
genere hanno modo di confrontarsi, di rispettarsi e di evolvere verso i valori di
convivenza in una società aperta
e democratica.
Le famiglie dei bambini con
disabilità troveranno nella scuola
un adeguato supporto capace di
promuovere le risorse dei loro
figli, attraverso il riconoscimento
delle differenze e la costruzione
di ambienti educativi accoglienti
e inclusivi, in modo che ciascun
bambino          possa       trovare
attenzioni specifiche ai propri
bisogni e condividere con gli altri
il      proprio      percorso      di
formazione.”             (Indicazioni
Nazionali 2012)

La scuola oggi è chiamata a riconoscersi come luogo in cui ogni bambino e ogni
bambina ha le sue caratteristiche specifiche ed è portatore di una storia
individuale, in cui ognuno è unico e speciale e in quanto tale ha diritto
all’inclusione.

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L’inclusione scolastica è il tentativo di rispettare le caratteristiche, le necessità o
le esigenze di tutti, progettando ed organizzando gli ambienti di apprendimento
e le proposte, in modo da permettere a ciascuno di partecipare alla vita della
scuola e all’apprendimento, nella maniera più attiva, autonoma ed utile possibile
(per sé e per gli altri).
Quindi non ci si divide in categorie, ma si rispetta l’individualità e si presta
attenzione alle caratteristiche di ciascuno e di tutti.
Pertanto, anche accogliere bambini e bambine diversamente abili o stranieri
rappresenta non un evento, ma una normale prassi e la loro presenza nella
scuola è fonte di una dinamica di rapporti di interazioni estremamente preziosa.

Nello specifico, il diritto all’accoglienza e all’inclusione dei bambini e delle
bambine con disabilità non viene identificato in un bisogno di assistenza, ma in
un bisogno di educazione, dove ogni insegnante o educatore è quell’osservatore
che riesce ad avere uno sguardo pedagogico attento alle reali possibilità di
ognuno.

La convivenza con i bambini e le bambine diversamente abili permette di
sperimentare la diversità come una dimensione esistenziale e non come una
caratteristica emarginante ed è occasione di maturazione per tutti: grandi e
piccini.

Da qualche anno stiamo lavorando sull’idea che gli educatori siano una risorsa
per la scuola nella sua complessità e non solo per il singolo, pertanto queste
figure diventano compresenze nelle sezioni e conduttori di piccoli gruppi e in
questo modo sono una risorsa per tutti. L’idea è che l’educatore sia di supporto
all’insegnante, che la affianchi e che il suo sguardo sia arricchente, in quanto
amplia la visuale e l’osservazione fatta sui bambini e sulle bambine.
La peculiarità dell’educatore è che porta uno sguardo mirato, attento e specifico
rispetto ai bisogni individuali per tradurli in azioni concrete dentro la
quotidianità, per trovare strategie di intervento per il gruppo e per il singolo, in
una scuola fatta di attenzione ai processi e non alle prestazioni.

Per rendere l’inclusione più fluida si mettono in campo delle scelte didattiche e
logistiche, tra cui:
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   –   la scelta di laboratori con linguaggi artistici e corporei: musica, arte e
       psicomotricità;
   –   l’organizzazione degli spazi ad angoli e centri di interesse;
   –   il cooperative learning o lavoro cooperativo tra bambini e bambine;
   –   il gioco strutturato come occasione di esperienza e di scambio;
   –   i laboratori aperti e le intersezioni libere come occasione di
       sperimentazione della propria capacità di scelta e come possibilità di
       esplorazione e ricerca.

LE SCELTE ORGANIZZATIVE
LE RISORSE UMANE

La nostra scuola dell’infanzia è formata da:
   - un Consiglio di Amministrazione composto da un Presidente e da quattro
     consiglieri;
   - un Presidente, gestore della scuola che adempie ai compiti di
     rappresentare la scuola, nominare il personale, stipulare convenzioni con
     altri Enti;
   - una Direttrice generale;
   - una Coordinatrice didattico-pedagogica;
   - cinque insegnanti titolari della propria sezione;
   - un’insegnante jolly;
   - un’educatrice professionale;
   - tre assistenti educatori;
   - due ausiliarie addette alle pulizie e responsabili dell’igiene quotidiana della
     scuola;
   - una cuoca e un aiuto cuoca dipendenti della ditta di Catering Ser.Car;
   - le famiglie con i bambini e le bambine;
   - gli specialisti per i laboratori;
   - il Consiglio di Intersezione composto da tutto il Collegio Docenti e dai
     rappresentanti dei genitori eletti (due per sezione);
   - il Comitato dei Genitori composto da tutti i genitori che vi prendono parte;

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   - la Commissione Mensa con le coordinatrici, un’insegnante, la cuoca e tre
     genitori;
   - la Commissione Biblioteca con le coordinatrici, un’insegnante e cinque
     genitori;
   - la Commissione Presepe e Carnevale con sei/sette papà;
   - la Commissione ReMida con la coordinatrice e due/tre genitori;
   - il GLI (gruppo di lavoro sull’inclusione) con la coordinatrice, un’insegnante,
     due genitori e altre scuole dell’infanzia;
   - volontari che collaborano dentro e fuori la scuola.

Queste sono le persone che vi operano direttamente, oltre a queste ci sono una
serie di persone che ruotano attorno alla scuola e contribuiscono in diversi
modi: economici, prestazioni lavorative.

Inoltre, si valorizzano gli altri enti territoriali che si occupano di infanzia tra cui: la
Biblioteca Comunale, la Parrocchia, le Associazioni e i Gruppi del territorio, l’asilo
nido “L’allegra Brigata”, l’agrinido “I gufetti dei laghetti”, la scuola primaria, il
Coordinamento di zona delle Scuole dell’Infanzia Paritarie, l’ambito Territoriale
di Grumello del Monte, la cooperativa L’impronta.

Inoltre, nella nostra scuola intervengono degli esperti esterni per condurre
alcuni progetti specifici con i bambini e le bambine, quali ad esempio: arte
terapia, musicoterapia, psicomotricità, circomotricità, acquaticità che di anno in
anno possono variare.

IL TEMPO

La scuola è aperta dieci mesi all’anno (da settembre a giugno e con servizio di
mini-C.R.E. per il mese di luglio), per cinque giorni alla settimana, esclusi i sabati
e i giorni di vacanza previsti dal calendario scolastico, secondo le disposizioni di
legge e l’organizzazione del servizio.

Nella scansione della settimana e della giornata educativa è importante
integrare armoniosamente i tempi ricercando il giusto equilibrio tra le esigenze
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e gli interessi, tra le finalità e i vincoli della comunità scolastica. Tutti i momenti
rappresentano un tempo ed un insieme di azioni educative e di apprendimento.

LA SETTIMANA SCOLASTICA

La scansione della settimana
varia di anno in anno e durante
l’anno stesso, in quanto
periodicamente si fanno delle
verifiche relative alle scelte e si
modifica l’organizzazione per
renderla      rispondente      alle
esigenze del momento e al
benessere generale.
Pertanto, durante la settimana,
si alternano momenti di sezione,
laboratori aperti, intersezioni
aperte, attività con esperti per gruppi classe, proposte con specialisti in gruppi
omogenei.
È impossibile darsi un’organizzazione rigida, è meglio rivederla a seconda del
periodo, degli eventuali progetti in atto, degli esperti in essere, delle risposte dei
bambini e delle bambine, nonché delle
osservazioni del collegio docenti.

LA GIORNATA SCOLASTICA

Anche l’organizzazione della giornata
scolastica è frutto di un compromesso tra
esigenze di tipo organizzativo e bisogni dei
bambini e delle bambine, tenendo
presente che ciascun momento e ciascuna
attività è frutto di pensieri e obiettivi.

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Proprio a partire da queste considerazioni abbiamo riservato molta importanza
alle routine (attività ripetute quotidianamente più o meno agli stessi orari e che,
spesso, hanno a che fare con i bisogni primari e la cura di sé).

La giornata tipo:

   •   7.30 - 8.30 anticipo
   •   8.30 - 9.15 accoglienza
   •   9.15 - 9.45 saluto e merenda
   •   9.45 -11.30 esperienze, esplorazioni, gioco, scoperte           in situazioni di
       laboratorio, intersezione, sezione, piccolo gruppo,             grande gruppo,
       individuale…
   •   11.30 -11.45 apparecchiatura e preparazione al pranzo
   •   11.45-12.30 pranzo
   •   12.30-13.30 gioco prevalentemente all’aperto
   •   13.20-13.30 uscita part-time
   •   13.30-15.30 riposo per i 3 anni
   •   13.30-15.45 esperienze, esplorazioni, gioco, scoperte           in situazioni di
       laboratorio, intersezione, sezione, piccolo gruppo,             grande gruppo,
       individuale…
   •   15.45-16.00 uscita
   •   16.00-18.00 posticipo

Le entrate e le uscite straordinarie.
L’orario scolastico normalmente va dalle
8.30 alle 16.00, ma in caso di necessità
(per visite mediche/vaccinazioni) è
possibile entrare o uscire:
- alle ore 11;
- oppure alle ore 13.20 unitamente ai
part-time.

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È necessario presentare all’insegnante l’apposito modulo compilato almeno il
giorno prima, in modo che la stessa possa tener conto della presenza del
bambino o della bambina nel corso della giornata.

I SERVIZI

PRE E POST SCUOLA

Accoglie i bambini e le bambine della Scuola dell’Infanzia i cui genitori ne fanno
richiesta sulla base di effettive necessità. È gestito dal personale scolastico:
un’educatrice professionale garantisce la sorveglianza dei piccoli all’interno dei
locali della scuola ed è presente anche nella giornata dalle 10 del mattino.

Gli orari sono i seguenti:

                      PRE SCUOLA         07.30 – 08.30
                      POST SCUOLA        16.00 – 18.00

Si raccomanda alle famiglie che ne fanno richiesta di cercare di mantenere la
propria scelta, altrimenti i continui spostamenti e ritiri creano disagi
organizzativi e di sostenibilità.
Chi avesse problemi personali dovuti al cambio di necessità o di situazione è
pregato di comunicarlo alla scuola per iscritto, con un’autodichiarazione
indicante le motivazioni della rinuncia.

LA MENSA

La preparazione dei pasti avviene in loco ad opera di personale qualificato
secondo le indicazioni dell’ASL. Il servizio è affidato alla ditta SER.CAR che si
occupa di procurare le materie prime e di gestire il personale.

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È prevista, in questo momento, la presenza delle insegnanti sia per distribuire
che per seguire la consumazione, dando un carattere educativo anche a questo
momento.

IL MINI-CRE

Il Mini-CRE è un servizio estivo aggiuntivo, di tipo educativo-animativo e
pensato per il mese di luglio.
È normalmente coordinato e gestito da L’allegra Brigata che si occupa della
gestione dell’asilo nido del territorio e di cui fa parte la coordinatrice didattico-
pedagogica della scuola.

GLI SPAZI
LO SPAZIO FISICO

La nostra scuola dispone dei seguenti spazi:
   - due ingressi: uno principale per accedere al cortile e passare dalle due
     entrate per le sezioni e uno laterale utilizzato per l’uscita dei part-time e
     anticipo e posticipo;
   - cinque aule, una per ogni sezione;
   - un’aula laboratorio;
   - tre saloni ricreativi polifunzionali: riposo pomeridiano, laboratorio
     psicomotorio e artistico;
   - una sala da pranzo;
   - una cucina;
   - un’aula insegnanti;
   - una segreteria;
   - un cortile interno con giochi strutturati;
   - un prato adibito ad orto e lavori scientifici;
   - un giardino per attività didattiche e osservazioni della natura.

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IL SIGNIFICATO DELLO SPAZIO

Lo spazio accompagna il bambino, la bambina e l’adulto in forma inconsapevole.
Si tratta di un linguaggio silenzioso che influenza fortemente le esperienze e i
contesti di crescita.

Parlare di strutturazione e organizzazione degli spazi alla Scuola dell’Infanzia
non significa riferirsi esclusivamente alla loro distribuzione fisica e alla
collocazione dei materiali e degli arredi, ma soprattutto occuparsi del contesto
comunicativo, relazionale e cognitivo che si viene ad instaurare.
                                                          Pensare      lo spazio
                                                          perché possa essere
                                                          adeguato al dispiegarsi
                                                          dell’esperienza       dei
                                                          bambini       e      delle
                                                          bambine rappresenta,
                                                          quindi, il segnale di
                                                          un’attenzione all’ascolto
                                                          dei loro bisogni e questa
                                                          attenzione anticipa, e
                                                          peraltro sostiene, quella
                                                          che dovrà essere la cura
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della relazione e dell’interazione dell’adulto con i piccoli all’interno del contesto
educativo.

Oltre ad una cura continua che mantenga nel tempo il piacere di essere accolti
come soggetti pienamente riconosciuti e valorizzati, alcune variabili possono
essere individuate come prerequisiti fondamentali per un’organizzazione
funzionale e aderente ai bisogni dei diversi soggetti che abitano lo spazio:

   – prevedere ambienti destinati ad accogliere i gruppi sezione, come spazi di
     riferimento, e ambienti extra sezione dove poter allargare gli orizzonti
     relazionali e di esperienza;

   – organizzare spazi, dentro e fuori le sezioni, che permettano e facilitino le
     esperienze nel piccolo gruppo;

   – Importanti sono anche gli spazi esterni che possono diventare aule
     all’aperto per percorsi laboratoriali, situazioni di scoperta e osservazione.

L'OSSERVAZIONE, LA VERIFICA E LA
DOCUMENTAZIONE
Lo strumento principale di verifica è l'osservazione diretta e sistematica che
consente di rilevare le prime modalità di approccio dei bambini e delle bambine
ai problemi, le loro modalità di relazione e il loro benessere emotivo, nonché di
poter tenere traccia del percorso evolutivo di ognuno nel corso dell’anno e
poterne tracciare il profilo di crescita nel corso del tempo. È fondamentale
incrociare gli sguardi che osservano, in modo da ampliare la visuale e avere
diverse prospettive.
Per ogni progetto viene svolta un’attività di verifica complessiva da parte del
collegio docenti, per capire, per riflettere, per migliorare e per avere più menti e
occhi che insieme possono costruire una direzione e un senso. Fare verifica
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significa capire quali obiettivi ci si era prefissi e se sono stati raggiunti o meno e
in che modo, cosa va migliorato e cosa va mantenuto, quale senso ha avuto e se
si vuole continuare in quella direzione o si vuole cambiare.

Tra gli strumenti di documentazione utilizzati, quello principale per creare un
legame quotidiano con la famiglia è il diario di bordo. Si tratta di uno strumento
compilato con l’utilizzo di fotografie e didascalie che spiegano ciò che è stato
fatto nella giornata. Le famiglie hanno la possibilità di sfogliarlo
quotidianamente e di poterlo portare a casa nei fine settimana su prenotazione.
Si è rivelato uno strumento importante per poter informare anche quei genitori
che non possono venire a scuola e per facilitare la comunicazione bambino/a-
genitore per quei bambini e bambine che riportano poco della vita della scuola.
A questo si affianca la documentazione a parete che vede esposte le
esperienze dei bambini e delle bambine, i prodotti delle varie situazioni, così da
coinvolgere le famiglie nel condividere i significati delle varie situazioni.

La documentazione è l’insieme di tutti gli strumenti (visivi, grafici, audio e
video…) che raccontano il progetto educativo ed offre ai bambini e alle bambine
l’opportunità di rendersi conto del percorso effettuato e ai genitori di conoscere
e riconoscere quanto viene proposto nella scuola.

Alla documentazione per le famiglie, si aggiunge poi quella interna del collegio
docenti che prevede griglie di rilevazione delle scelte delle esperienze, rilievi di
osservazioni e tracce di attività, fascicoli individuali, verbali dei vari incontri.

LA VALUTAZIONE
La valutazione accompagna i processi di insegnamento/apprendimento e rende
possibile un adeguamento continuo della progettazione educativo-didattica.
Attraverso la verifica e l’osservazione, l’insegnante riesce a valutare la
congruenza del proprio intervento didattico rispetto alle mete prefissate,
avendo quindi la possibilità di introdurre modifiche là dove fossero necessarie.
Inoltre, mediante il confronto in collegio docenti, è importante fare valutazioni

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periodiche rispetto al proprio operato, agli obiettivi iniziali e a quelli intermedi, in
modo da non perdere di vista il senso di ciò che si fa ed avere l’opportunità di
fermarsi a riflettere per migliorare, per ri-significare le scelte e le azioni, per
rivedere il lavoro e capire come procedere.

Nella nostra scuola è maturata la convinzione dell’opportunità di una
valutazione della propria efficacia formativa, educativa e organizzativa. Da ciò
nasce l’idea di somministrare questionari alle famiglie per capire il grado di
soddisfazione, ma anche per rilevare critiche e/o suggerimenti e poterci
riflettere.
Gli esiti di tale operazione permettono una assunzione di impegni individuali e
collegiali rispetto a quanto emerso, una ri-progettazione dell’azione
educativo/didattica nonché un’analisi e una valutazione dei dati emersi.

IL PROGETTO “AMBIENTAMENTO”

La buona riuscita di un’esperienza scolastica deve molto al primo periodo, quello
che solitamente è definito “ambientamento”. Entrare in un nuovo ambiente,
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incontrare coetanei ed altri adulti, costituisce per tutti una situazione non facile
da affrontare, diversamente complessa in ragione dell’età e della storia del
singolo bambino/a.

L’ambientamento può essere definito come il periodo necessario ai bambini, alle
bambine, ai genitori e agli insegnanti per adattarsi alla nuova situazione
comunicativo-relazionale che si va creando a seguito dell’entrata del bambino o
della bambina alla scuola dell’infanzia.

Si prevede un ambientamento con la presenza dei genitori (o di una figura
significativa), la quale è funzionale per la serenità dell’adulto stesso che può
conoscere ambiente ed insegnanti, inoltre è importante perché genitore sereno
significa bambino/a sereno/a. È fondamentale cercare di dare ai genitori fin dai
primi giorni la possibilità di farsi un’idea chiara e reale dell’ambiente, di chi vi
lavora, di come è organizzato, di come si possono muovere all’interno del
servizio, delle persone con le quali il proprio figlio/a passerà la giornata.

La persona che seguirà il/la bambino/a durante l’ambientamento dovrà
essere possibilmente la stessa per tutto il periodo per garantire ai piccoli
continuità durante questo momento delicato.

In seguito a queste considerazioni e alla
verifica delle esperienze pregresse, il
Collegio Docenti ha previsto un
calendario di ambientamento che si
articola in un paio di settimane e che
verrà attuato indipendentemente dal
periodo di inizio del bambino/della
bambina (ossia anche per eventuali
inserimenti in corso d’anno, previa
disponibilità).

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IL PROGETTO CONTINUITÀ

Il principio della continuità educativa esige che il passaggio dal nido o dalla
famiglia alla scuola dell’infanzia e da essa alla scuola primaria sia seguito con
particolare attenzione
dai      docenti     che
predispongono progetti
particolari          per
assicurare al bambino e
alla bambina il positivo
conseguimento delle
finalità del processo
educativo stesso.

CONTINUITÀ NIDO-SCUOLA DELL’INFANZIA

Tutti sappiamo che per i piccoli cambiare luogo, amici, abitudini, rappresenta un
momento delicato e, proprio per questo motivo, le educatrici del Nido e le
insegnanti della Scuola dell’Infanzia hanno deciso di lavorare insieme per
rendere meno difficile il passaggio da una scuola all’altra.

Nasce così il progetto continuità che di anno in anno coinvolge tutti i bambini e
le bambine dell’ultimo anno del nido e quelli di tre anni della scuola dell’infanzia.
Questo percorso di raccordo ha l’intento di promuovere atteggiamenti che

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sostengono il bambino/la bambina nel passaggio da un ambiente educativo
all’altro attraverso proposte comuni condivise dalle insegnanti che
predispongono situazioni di vita, d’attività, di gioco, d’incontro individuando
ambiti d’intervento in continuità.

Questo progetto è facilitato dal fatto di avere il coordinamento in comune, il che
significa anche scelte educative comuni, come la metodologia del “ Dillo con la
voce” della dottoressa Simonelli, la valorizzazione dei processi evolutivi
individuali, la fiducia nella capacità di scelta dei bambini e delle bambine, il
valore e l’importanza del confronto e del dialogo, ma anche dell’organizzazione
dei tempi e degli spazi.
Questo garantisce la possibilità di avere un linguaggio comune tra i due servizi e
creare un passaggio armonico.

CONTINUITÀ SCUOLA DELL’INFANZIA-SCUOLA PRIMARIA

Nel passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria il bambino/la
bambina si trova ad abbandonare una strada conosciuta per avventurarsi in un
territorio dove compiere nuove scoperte, instaurare nuove relazioni, tentare
nuove autonomie, ma anche rispondere a richieste sempre più complesse che
gli sono poste dagli adulti e dal contesto.

Essendo un passaggio delicato e prezioso, le insegnanti della Scuola dell’Infanzia
e quelle della Scuola Primaria, da anni, hanno deciso di lavorare insieme per
rendere meno difficile il passaggio da una scuola all’altra.

Il progetto continuità che di anno in anno coinvolge tutti i bambini e le bambine
dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia ed eventuali anticipatari e i bambini e
le bambine del primo anno della Scuola Primaria viene costruito e variato a
seconda delle annate e delle riflessioni comuni.

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