RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - lunedì 2 settembre 2019
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – lunedì 2 settembre 2019 (Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) NELLA RASSEGNA DI OGGI NON SONO PRESENTI ARTICOLI DEL GAZZETTINO ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2) Tavolo con i sindacati per "anticipare" le crisi aziendali (M. Veneto) Electrolux, svolta green: nel 2030 emissioni zero a Porcia (M. Veneto, 2 articoli) Nella lotteria per i ruoli di Governo sei friulani cercano un posto al sole (M. Veneto, 2 articoli) CRONACHE LOCALI (pag. 5) Nuova intimidazione al giornalista Rai (M. Veneto) La storica concessionaria Iob passa al gruppo Eurocar Italia (M. Veneto Udine) Oltre 150 posti di lavoro per il personale Ata (M. Veneto Pordenone) Via il direttore generale. Hydrogea si avvicina a Lta (M. Veneto Pordenone) Chiusi il pomeriggio gli uffici prenotazioni e cassa dell'ospedale (M. Veneto Pordenone) Orari e badge dei comunali, è guerra. E i sindacati si appellano a Mattarella (Piccolo Trieste, 2 art.) Sertubi, attesa martedì la dirigenza indiana (Piccolo Trieste) Confronto negato sulla galleria, la Cgil se la prende con l'ente (Piccolo Trieste) Nelle farmacie in arrivo il Cup per prenotare le visite mediche (Piccolo Go-Monf) 1
ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA Tavolo con i sindacati per "anticipare" le crisi aziendali (M. Veneto) Alessandro Cesare - La Regione "apre" alle parti sociali chiedendo un doppio impegno: da un lato un aiuto per la stesura della nuova proposta di legge "Rilancio Impresa", dall'altro un monitoraggio costante per tentare di anticipare le potenziali crisi aziendali. È ciò che l'assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, ha proposto ieri mattina ai rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil e Confsal, riuniti nella sede della Regione di via Sabbadini. «Quando si parla di posti di lavoro e di economia - ha esordito Bini - deve prevalere il senso di responsabilità, non le ideologie o il colore politico. La Regione ha un ruolo fondamentale: provare a stimolare l'economia del territorio. Il confronto avviato con i sindacati è un primo passo». Scenario condiviso dagli stessi sindacati, che si sono detti pronti a collaborare in maniera fattiva.Anticipare le crisiLa prima richiesta avanzata alle parti sociali riguarda il monitoraggio delle possibili aziende in difficoltà. «La Regione viene chiamata ai tavoli di crisi troppo tardi, quando ormai resta poco da fare. Ciò accade, a volte, per una scarsa condivisione delle informazioni sull'andamento economico dell'azienda. Per questo è necessario istituzionalizzare un metodo di lavoro condiviso e continuativo». Bini è intenzionato a dar vita a una task force formata da personale della Regione e dei sindacati (che hanno condiviso la proposta). Purtroppo gli indicatori a livello europeo non ci fanno ben sperare per i prossimi mesi - ha aggiunto l'assessore -. Uno dei nostri partner commerciali privilegiati, la Germania, non sta attraversando un buon periodo e i riflessi di tale situazione si vedranno sul nostro territorio a breve. Con queste premesse dobbiamo essere pronti a un clima non favorevole in vista dell'autunno».Legge in ottobrePer questo l'assessore Bini ha fretta di chiudere prima possibile la partita di "Sviluppo Impresa", chiedendo il supporto dei sindacati, chiamati a produrre un documento unitario con le loro proposte nei prossimi 15 giorni. «Un provvedimento - ha spiegato Bini - che va oltre il "Rilancia Impresa" e lo sviluppa ulteriormente in virtù dell'attuale condizione economica, con nuovi temi per la crescita delle Pmi». I punti che potranno entrare nell'articolato, anche con il contributo dei sindacati, sono molteplici, a partire dall'accesso al credito e dalla fiscalità. Si pensa a Irap e Ires come leve su cui agire, ma anche a un coinvolgimento dei lavoratori nella governance delle imprese (in forma di azionariato) secondo un modello già adottato con successo all'estero. Sul tavolo anche i temi del rafforzamento del welfare aziendale e della sostenibilità ambientale. Metodo e modalità del confronto sono stati apprezzati dai sindacalisti presenti, William Pezzetta per la Cgil, Giacinto Menis per la Uil, Franco Colautti per la Cisl e Giovanni Zanuttini per la Confasal. «Il coinvolgimento di tutti è molto importante nella stesura del nuovo Ddl - ha chiarito Pezzetta - ma ancora più fondamentale è istituire degli strumenti in grado di valutare gli effetti della legge e i risultati prodotti con il passare dei mesi».Per Colautti «sarà importante non cancellare quanto di buono fatto da "Rilancia Impresa", sviluppandolo nel nuovo Ddl. Abbiamo apprezzato l'apertura dell'assessore: il giudizio finale lo daremo dopo l'approvazione della legge». Menis, infine, ha ribadito come anche in Fvg, per invertire la rotta, «servano misure shock per l'economia». 2
Electrolux, svolta green: nel 2030 emissioni zero a Porcia (M. Veneto) Elena Del Giudice - Entro dieci anni lo stabilimento Electrolux di Porcia sarà una fabbrica a emissioni zero. L'annuncio ieri nel corso delle celebrazioni per i primi 100 anni di Electrolux, fondata nel 1919 da Alex Wenner-Gren. E non è per caso che l'anniversario è stato ricordato in Italia, e nello specifico a Porcia. «In questo Paese - ha sottolineato Ernesto Ferrario, amministratore delegato di Electrolux Italia - ci sono 6 mila dei 50 mila dipendenti Electrolux nel mondo». E a Porcia, nel 1954, la Zanussi (acquisita dagli svedesi nel 1984) realizzò la prima lavatrice automatica nello stabilimento storico che oggi ospita l'Electrolux Innovaction Factory, il centro mondiale di innovazione del Gruppo. All'evento i manager Electrolux di oggi, e quelli di ieri, come l'ex direttore generale Luigi Campello e l'ex ad Gianfranco Schiava, i presidenti di Confindustria Veneto Matteo Zoppas (peraltro nipote di Lino Zanussi), di Unindustria Treviso Maria Cristina Piovesana, di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti, il vicepresidente della Cciaa Pordenone Udine Giovanni Pavan, il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga e l'assessore alle Attività produttive Emidio Bini, il capogruppo Pd Sergio Bolzonello, rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle Rsu, delle istituzioni e dipendenti. Momento clou della giornata, il concerto delle pianiste Antonia Miller e Cristina Marton.INNOVAZIONELo stabilimento di Porcia continua a ritagliarsi un ruolo centrale nella galassia Electrolux. «Un anno fa - ha ricordato Ferrario - abbiamo inaugurato qui il centro mondiale dell'innovazione del Gruppo». Una mission che prosegue con la Electrolux Innovaction Factory «un luogo - ha spiegato Beatrice Maestri, innovaction manager di Electrolux - che è catalizzatore di competenze per il Gruppo e per il territorio. Vengono qui manager da tutto il mondo per un confronto con start up, Pmi, università, con l'obiettivo di accelerare i processi di innovazione grazie a nuovi strumenti, nuovi processi, nuove tecnologie», per dare vita a prodotti - nel caso di Electrolux, elettrodomestici - sempre più all'avanguardia e in linea con le esigenze dei consumatori.IL PASSATOUna lezione, quella di prestare attenzione alle richieste dei fruitori finali delle apparecchiature, che arriva proprio da Alex Wenner-Gren, colui che immise sul mercato il primo aspirapolvere "trasportabile" - e per l'epoca era davvero una rivoluzione - che decretò il successo della - allora - piccola azienda svedese. Sempre lui avviò tra i primi gli acquisti a rate e le vendite porta a porta chiedendo ai propri venditori di riferire a lui, ogni mese, i feedback dei clienti, ovvero suggerimenti per migliorare gli aspirapolveri, richieste di nuovi prodotti ecc. Electrolux negli anni è crescita molto, ma il "balzo" lo fece nel 1984 quando acquistò la Zanussi.Il futuroOra la nuova sfida si chiama sostenibilità, «soprattutto guardando alle nuove generazioni - ha detto Ferrario -, un percorso che Electrolux ha iniziato ormai da anni, e che oggi ha nuova linfa grazie al Better living program, un piano a favore di uno stile di vita migliore e più sostenibile, con target focalizzati su una migliore alimentazione, una migliore cura dei tessuti e un miglior ambiente domestico». «Il cambiamento climatico, la plastica che si riversa negli oceani, la deforestazione dell'Amazzonia... sono questioni cruciali oggi all'attenzione di tutti - ha sottolineato l'ad - e che richiedono un impegno collettivo. Electrolux punta ad essere sempre più un'azienda sostenibile e abbiamo fissato al 2030 l'anno in cui lo stabilimento di Porcia sarà "free CO2", ovvero non produrrà emissioni di anidride carbonica. Non solo: l'impegno riguarda anche la riduzione degli sprechi e degli scarti. Produrre una lavatrice genera 5 chilogrammi di rifiuti, vogliamo ridurli a zero». Di progressi negli anni ce ne sono stati molti, «basti pensare che le prime lavastoviglie utilizzavano 80 litri d'acqua per lavaggio, oggi ridotti a 7/8. Le lavatrici di domani consumeranno il 20% di energia elettrica in meno per ogni ciclo, meno acqua e meno detersivo. Questa - ha concluso Ferrario - è la nostra promessa». Fedriga: grazie perchè avete creduto nei nostri lavoratori «Grazie a Electrolux che continua a credere in Porcia e nelle risorse umane del territorio». Così il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, ha esordito nell'intervento per le celebrazioni dei 100 anni di Electrolux. Una sottolineatura, quella del governatore, dedicata ai lavoratori: «un tempo si diceva che dovevano costare meno, oggi si afferma che devono lavorare bene»... 3
Nella lotteria per i ruoli di Governo sei friulani cercano un posto al sole (M. Veneto) Mattia Pertoldi - La litania rimbomba ormai da giorni: prima il programma, poi i nomi. Sarà, ma alla fine ci credono in pochi - anzi nessuno - al fatto che tra il Nazareno e le varie dimore romane in cui si riuniscono, più o meno carbonaramente, i vertici del M5s non ci si diverta anche con il giochino che più impazza, in Italia, quando un nuovo Governo è in gestazione: il toto-ministri (e sottosegretari).È il più classico dei risiko della politica italiana - e che per la verità, pur con le debite proporzioni, accade anche nel Comune più piccolo - in cui si mescolano ambizioni personali, necessità di rappresentanza di correnti e territori e possibili equilibri tra uomini e donne. Così, in questa sorta di suq mediorientale che è diventata Roma negli ultimi giorni di agosto in cui si tratta, si ascoltano le offerte e, perché no, ci si offre, si muove pure un gruppetto di friulani, o meglio di regionali per essere precisi, che spera di ritagliarsi un posto al sole entrando al Governo.Sulla carta il favorito numero uno è il triestino Stefano Patuanelli. «Leggo il mio nome tra quelli potenzialmente interessati da una poltrona. Io ho avuto una vita professionale che mi faceva guadagnare bene, quello che mi interessa è il contributo che ho dato in Parlamento, in Commissione trasporti. Per il M5s è questo il tema fondamentale», ha detto ieri il capogruppo al Senato schermandosi, per quanto possibile, senza però chiudere la porta a una possibilità del genere. Fedelissimo di Luigi Di Maio, d'altronde, in questi giorni è stato tra i principali "pontieri" nella trattativa tra Pd e M5s, è particolarmente rispettato ai piani alti del Movimento e viene dato da più parti come l'erede naturale di Danilo Toninelli ai vertici del ministero dei Trasporti.Chi punta, poi, a un ruolo nell'esecutivo è Ettore Rosato che secondo qualcuno avrebbe messo nel mirino addirittura il Viminale - dove ha già vestito i panni del sottosegretario nel Governo di Romano Prodi dal 2006 al 2008 - , per quanto sia vero che è già vicepresidente della Camera (prima della crisi il ruolo più importante in mano a un dem) e che il suo attivismo ultrarenziano nella passata legislatura potrebbe avergli bruciato, a meno che non venga scelto proprio da Matteo Renzi, più di qualche ponte interno.Si vedrà, così come il destino di Tommaso Cerno. Il senatore, ed ex direttore de L'Espresso, è tornato a farsi sentire, in questi giorni sostenendo che «il governo di Giuseppe Conte può provare a muovere i primi passi nel segno della discontinuità con il passato» mentre «il paradosso di Beppe Grillo di immaginare un esecutivo senza politici serve da stimolo e va nella direzione giusta che auspichiamo in tanti: il profilo del Governo deve essere lontano dalla politica di ieri, nel segno della discontinuità sia per i gialli, sia per i rossi, altrimenti si parte con il piede sbagliato». Discontinuità che, appunto, potrebbe essere rappresentata proprio da lui, magari alle Pari opportunità, anche se quello slot potrebbe andare anche a Monica Cirinnà.A proposito di donne, quindi, va segnalata la posizione di Debora Serracchiani. L'ex governatrice, attuale vicepresidente del Pd, non viene quotata nell'inner circle di Nicola Zingaretti, ma è pur sempre la numero due di Paolo Gentiloni e, soprattutto, potrebbe approfittare della volontà, manifestata dal segretario, di garantire una sorta di equilibrio di genere all'interno dell'esecutivo giallorosso. E così la deputata dem potrebbe trovare spazio, si dice, al dicastero della Famiglia. Chi, invece, ha un ottimo rapporto con il segretario nazionale è Francesco Russo visto che il consigliere regionale è stato, fin dall'inizio, il principale sostenitore di Zingaretti a Nordest. Il governatore del Lazio, infatti, è sbarcato in Friuli Venezia Giulia come prima tappa dopo la sua discesa in campo per la segreteria a dimostrazione della vicinanza a Russo che, non per niente, è entrato in Direzione nazionale del Pd dalla porta principale e adesso, soprattutto se il segretario cercasse davvero volti non compromessi con i Governi precedenti, potrebbe anche ritornare a Roma, questa volta al Governo e non al Senato.Possibile, anzi probabile, infine, è invece una conferma e cioè quella del triestino Vincenzo Zoccano già presidente del Forum Italiano sulla Disabilità, candidato con il M5s nel collegio uninominale del capoluogo regionale e nominato da Giuseppe Conte sottosegretario dalla presidenza del Consiglio con delega alla Disabilità nel Governo gialloverde. Il sociologo e i timori del Nord Italia: «Salvini ha ignorato i ceti produttivi» Marini non è preoccupato dalle possibili ripercussioni legate al cambio di maggioranza a Roma: «Nei piani di una Lega nazionale, favorire il Settentrione avrebbe portato a una perdita di voti» (testo non disponibile) 4
CRONACHE LOCALI Nuova intimidazione al giornalista Rai (M. Veneto) Elisa Michellut Ha trovato tre proiettili sul sedile anteriore, lato guidatore, dell'automobile parcheggiata fuori dalla sua abitazione, in provincia di Pordenone. È successo ieri mattina. Un'altra grave intimidazione ai danni del giornalista Rai Giovanni Taormina, che, lo scorso mese di aprile, era già stato minacciato con una busta contenente due proiettili recapitata alla sede Rai di Udine. «Ero uscito per andare a comperare le sigarette - racconta il collega -. Quando mi sono avvicinato alla macchina ho visto i proiettili e ho chiamato le forze dell'ordine. Ho pensato che questa volta sono arrivati a casa e sanno dove abito. La sera prima avevo chiuso la macchina ma evidentemente sono riusciti ad aprirla, anche se non ci sono segni di scasso. In questo periodo mi sto occupando di rifiuti, un tema spinoso. La preoccupazione c'è, inutile negarlo». Taormina riferisce di aver avuto l'impressione, nei giorni scorsi, di essere stato seguito da qualcuno. «Ho notato una Bmw nera, mi ha seguito per diverso tempo. Qualcosa di strano c'era». Sul posto è intervenuta la Polizia per le indagini. Ieri mattina, il giornalista si è recato in Questura, a Pordenone, per sporgere denuncia. Il comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, coordinato dal prefetto, valuterà se esistono le condizioni per mettere Taormina sotto scorta. Oltre all'Associazione della stampa Fvg e all'Ordine dei giornalisti, che hanno espresso solidarietà al cronista, anche dal mondo della politica sono giunte attestazioni di stima. «Chi si è reso colpevole di tale gesto - le parole del governatore Massimiliano Fedriga - va ricercato, identificato e punito affinché in Fvg non si verifichino più episodi che creano allarme nella comunità». Solidarietà anche dal capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello. «Dopo il precedente episodio, oggi tutta la comunità regionale deve nuovamente dimostrare compattezza nel riaffermare un fermo no alla penetrazione, nel nostro territorio, di metodi e insediamenti criminali che disgregano la solidarietà sociale». La deputata Debora Serracchiani (Pd) afferma che «tutte le istituzioni devono farsi sentire e alzare il livello di guardia, sociale e politico: questo è fare sicurezza». Serracchiani aggiunge: «Gli investigatori ci stanno ripetendo che il Fvg è terra appetitosa per la criminalità organizzata. Episodi come questo lo confermano, sono la punta di un iceberg poco visibile ma molto pericoloso». Parole di sostegno sono giunte anche dai consiglieri del Gruppo della Lega Nord in consiglio regionale, dal gruppo di Fratelli d'Italia, dai consiglieri del gruppo regionale di Forza Italia e dal Movimento 5 stelle. «A Taormina, a nome dell'intero consiglio regionale - le parole del presidente Piero Mauro Zanin -, va la mia solidarietà assieme all'augurio che le Forze dell'ordine individuino i responsabili in nome di un giornalismo d'inchiesta libero». 5
La storica concessionaria Iob passa al gruppo Eurocar Italia (M. Veneto Udine) Siglato l'accordo relativo all'acquisizione tra il Gruppo Eurocar Italia (Porsche Holding Salzburg) e la Iob Silvano & C. di Gemona del Friuli.Eurocar Italia srl, controllata di Porsche Holding Salzburg, il più grande rivenditore di automobili in Europa, ha concluso dunque l'accordo per l'acquisizione del ramo d'azienda della Iob Silvano & C., concessionaria gemonese di Volkswagen.L'acquisizione, frutto della volontà di entrambe le parti di dare continuità alla storica azienda di Gemona, è prevista per il prossimo primo ottobre. Fondata nel 1955 da Silvano Iob, l'azienda friulana, alla cui guida sono succeduti i figli Paola, Valeria e Renzo, è oggi concessionaria per i marchi Volkswagen, Volkswagen veicoli commerciali e Audi, e Service partner per tutti i marchi del Gruppo Volkswagen, per l'intero territorio dell'Alto Friuli.Nel corso del 2018, grazie a quaranta collaboratori, l'azienda ha consegnato circa mille vetture, realizzando un fatturato di oltre venti milioni di euro.Con questa acquisizione, il Gruppo Eurocar Italia continua la propria crescita strategica nel nostro Paese, cominciata nel 2017, dove conta oggi 1.200 collaboratori distribuiti in ventotto sedi tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e Toscana.Paola Iob, amministratore delegato di Iob Silvano & C. sottolinea che «la vendita a Eurocar Italia è stata per noi una decisione sofferta, ma ponderata. In questo momento di profondo cambiamento del mercato automobilistico, abbiamo scelto di affidare il futuro della nostra azienda e dei nostri collaboratori, che ringrazio per la dedizione e il lavoro di questi anni, a un affermato Gruppo dal respiro internazionale e con una visione strategica e di lungo periodo».«Ringrazio, anche a nome dei miei fratelli, i nostri clienti che dandoci fiducia ci hanno permesso di crescere - aggiunge Paola Iob -; a loro rivolgo l'invito a continuare a servirsi a Gemona come hanno sempre fatto: saranno accolti con la stessa cortesia e familiarità, dalle stesse persone che hanno conosciuto nel corso di questi anni».Matthias Moser, direttore generale Eurocar Italia, e Gregor Trojer, direttore Eurocar Friuli Venezia Giulia, commentano con soddisfazione: «Siamo davvero lieti di poter rafforzare ulteriormente la nostra presenza in Italia: la sede di Gemona del Friuli integra perfettamente la nostra rete commerciale in Friuli Venezia Giulia e ci consente di seguire ancora meglio e più da vicino i nostri clienti dell'Alto Friuli». Oltre 150 posti di lavoro per il personale Ata (M. Veneto Pordenone) Bidelli, tecnici e amministrativi precari della scuola all'appello per trovare titolari a oltre 150 contratti di lavoro, oggi alle 9, nell'ex Provveditorato a Pordenone. «Tanti spezzoni orari, anche di sei ore, tra i contratti di assunzione - ha anticipato Mario Bellomo, sindacalista di Flc Cgil -. Mancano assistenti amministrativi per le segreterie scolastiche e tecnici di laboratorio in graduatoria». Un anno fa il reclutamento d'emergenza per coprire i buchi in organico nelle segreterie era stato con bidelli di ruolo diplomati.«Tagliati gli organici degli ausiliari-bidelli - ha continuato Bellomo -: una dozzina di posti di lavoro». Il taglio non ha risparmiato gli istituti comprensivi a Pasiano, Spilimbergo, Brugnera, Fiume Veneto, Prata e San Vito al Tagliamento. Nelle superiori fanno i conti con l'organico in sofferenza Itis Kennedy, Flora, nuovo Isis Mattiussi-Pertini di Pordenone. 6
Via il direttore generale. Hydrogea si avvicina a Lta (M. Veneto Pordenone) Martina Milia - Una riorganizzazione interna che, al di là delle motivazioni personali di chi ha lasciato il proprio incarico, sembra il primo passo verso la società unica. Hydrogea non ha più un direttore generale e il consiglio di amministrazione della società, a cui è in capo l'organizzazione, non è intenzionata a nominare un sostituto. Perché l'obiettivo a medio-lungo termine è quello di arrivare a una società unica - pubblica - o quanto mento a una aggregazione di aziende. L'assetto organizzativo, per tanto, è in evoluzione.Giovanni Blarasin, il direttore generale che ha accompagnato Hydrogea nel percorso finanziario alla base dei grandi investimenti di questi ultimi tre anni, se ne è andato. La decisione della governance è stata quella di «ridistribuire parte delle deleghe - spiega il presidente Giovanni De Lorenzi - tra i due dirigenti e la funzionaria che si occupano delle singole aree. Questo ci consente di avere da un lato una struttura più "leggera" e dall'altro di aumentare il coinvolgimento del consiglio di amministrazione nell'attività della società». Se l'area operativa è in mano a Mauro Trevisan, quella regolatoria - istituita espressamente volta dalla società - è coordinata da Renato Villalta. L'area finanziaria, infine, è stata affidata a Paola Gottardo. «Al momento non è in programma la nomina di un direttore generale - spiega De Lorenzi -, qualora dovesse pervenire una sollecitazione da parte dei soci, naturalmente la prenderemmo in considerazione».La priorità ora per la società è quella di stringere rapporti "stretti" con altre società dell'acqua e in particolare con Lta. È di pochi giorni fa l'affirma di un accordo di riservatezza tra Hydrogea e l'azienda Livenza Tagliamento Acque Spa (Lta), che fornisce i comuni del Veneto orientale più Meduna di Livenza in Provincia di Treviso. Per quanto concerne la provincia di Pordenone, dopo aver assorbito (nel 2017) Sistema Ambiente, l'azienda gestisce il servizio idrico di: Morsano al Tagliamento, Cordovado, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Chions, Pravisdomini, Pasiano di Pordenone, Azzano Decimo, Fiume Veneto, Zoppola, Casarsa della Delizia, Valvasone-Arzene, San Martino al Tagliamento, San Giorgio della Richinvelda, Brugnera, Cordenons, Cavasso Nuovo, Fanna, Fontanafredda, Frisanco, Maniago, Meduno, Porcia, Prata di Pordenone, Sacile, San Quirino, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Vajont, Vivaro. Altri Comuni hanno congelato il loro passaggio in attesa degli sviluppi dei rapporti tra le due società.Questo accordo consentirà alle due aziende di scambiarsi informazioni sia tecniche che finanziarie per "prendersi" le misure e capire se sia possibile una strada comune. «Fusione? E' uno degli obiettivi - dice con prudenza il presidente De Lorenzi -. Il nostro compito è valutare tutte le possibili strade: dalle collaborazioni, come quella che abbiamo già avviato per esempio con Cafc, fino alla creazione di una società unica». Elemento imprescindibile, secondo De Lorenzi, «sarà il controllo pubblico dell'acqua, il mantenimento di un buon livello di servizi per i cittadini, che deve voler dire anche costi adeguati». L'altra priorità della società è quella per la salubrità dell'acqua, «ma siamo convinti che anche per questa sia molto importante mantenere una gestione pubblica». 7
Chiusi il pomeriggio gli uffici prenotazioni e cassa dell'ospedale (M. Veneto Pordenone) Giulia Sacchi - Ufficio prenotazioni e cassa dell'ospedale di Maniago chiusi al pomeriggio: è il nuovo provvedimento entrato in vigore da lunedì scorso. L'ennesima tegola che cade sui servizi sanitari della Pedemontana. Un ulteriore decisione all'insegna dei tagli, dopo il recente stop alla dermatologia, che acuisce le preoccupazioni del comitato Pedemontana viva e del consigliere comunale del gruppo autonomo Pedemontana vive, Cesare Monea, ex sindacalista e dipendente del presidio sanitario locale.Sull'avviso esposto in ospedale, si legge che «il servizio di cassa e prenotazioni sarà ora operativo da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 12. In altri orari, i pagamenti potranno essere effettuati alla cassa automatica ubicata al secondo piano, nell'area dei poliambulatori, e nelle farmacie del territorio. Le prenotazioni, invece, si potranno fare chiamando il call center salute e sociale allo 0434-223522, prenotando on line, servizio che consente anche di verificare i tempi di attesa, e rivolgendosi alle farmacie».«Che siano state trovate soluzioni alternative è doveroso - ha messo in evidenza Monea -, ma questo rappresenta comunque l'ennesimo passo verso la spoliazione definitiva dell'ospedale di Maniago. Invio un nuovo appello alla Regione: siate chiari coi cittadini una volta per tutte».Nei giorni scorsi, dopo l'annuncio delle criticità sulla dermatologia, Monea si era rivolto ai consiglieri regionali Emanuele Zanon e Giampaolo Bidoli, sottolineando come, nonostante ben due rappresentanti del territorio che siedono uno in maggioranza e uno in opposizione, non sia stata fatta ancora chiarezza sugli intendimenti dell'amministrazione Fedriga rispetto al futuro della sanità in Pedemontana.«Un territorio composto da popolazione anziana, che vive anche in aree disagiate, è ormai ridotto all'osso sul fronte dei servizi sanitari - ha ricordato -. Utenti costretti a peregrinare per accedere alle cure. Siamo al paradosso. Di questo passo non rimarrà nulla in loco e ciò inciderà anche sullo spopolamento, tema tanto caro ai nostri amministratori anche locali». 8
Orari e badge dei comunali, è guerra. E i sindacati si appellano a Mattarella (Piccolo Trieste) Massimo Greco - Un altro episodio che si inserisce nell'escalation di tensione, sgarbi, dita nell'occhio tra Comune e organizzazioni sindacali. Al centro dello scontro ruolo e posizione del "capo-macchina" Santi Terranova. La "triplice" Cisl-Cgil-Uil chiede l'annullamento del decreto, con il quale il giorno di Santa Lucia dello scorso anno il segretario-direttore disciplinò orari e registrazione automatizzata delle presenze per il personale non dirigente: eccesso di potere per incompetenza e per contrasto con norme del contratto nazionale, illegittimità per violazione di legge sono i rilievi mossi dalla parte sindacale.La materia è competenza della giunta e non di Terranova, non vi è stata concertazione con i sindacati, il regolamento non è mera attribuzione dirigenziale perchè incide sul rapporto di lavoro dei singoli dipendenti con l'amministrazione: l'attacco della "triplice" si sviluppa soprattutto lungo queste direttrici. Per bloccare il provvedimento le tre sigle hanno presentato in aprile un ricorso straordinario, per ragioni di carattere procedurale, al Presidente della Repubblica: lo hanno firmato gli avvocati Gianfranco Carbone, Gianni Ventura, Corrado Calacione che patrocinano i sindacati. A impugnare il decreto terranoviano gli esponenti della funzione pubblica comunale Walter Giani (Cisl), Serena Miniussi (Cgil), Christian Schiraldi (Uil).Il Comune, ovviamente, non è d'accordo: qualche giorno fa, la giunta, su proposta dello stesso sindaco Dipiazza, ha deliberato la costituzione in giudizio, di cui si occuperà l'avvocatura dell'ente. «I vizi paventati - è scritto nella delibera - non sussistono in quanto pacifica è la competenza dei dirigenti nella materia oggetto del provvedimento impugnato e sono state, inoltre, rispettate tutte le previsioni di legge vigenti in materia».A sua volta la posizione sindacale, riassunta nel ricorso, è piuttosto tranchant: «il direttore generale, arrogandosi competenze che non ha, emana un provvedimento di alta amministrazione con il quale conferma, modifica e abroga atti amministrativi dell'amministrazione comunale adottati, negli anni precedenti con deliberazione della Giunta comunale». Con un passaggio che certo non farà piacere al sindaco e alla sua squadra assessorile: «l'effettivo potere di indirizzo è fatto proprio dal direttore generale relegando l'organo "politico" ad una funzione meramente coreografica, quasi fosse composto da comparse che non devono incidere sull'attività del primo attore». «Il direttore generale - incalzano i ricorrenti - non solo si arroga competenze che per lo Statuto del Comune non ha ma in una logica rovesciata che sovverte l'attuale assetto dei poteri e conculca le responsabilità e le prerogative di organismi collettivi (eletti e nominati) ...». Un vero e proprio manrovescio alla giunta - par di capire - che sarebbe di fatto surrogata da un Terranova plenipotenziario.«Elemento vessatorio e quanto mai arbitrario» - secondo la posizione della triplice - sarebbe inoltre la parametrazione del monte ore per visite mediche al personale Pt. E niente si dice - prosegue il ricorso nella parte finale - sulle pause di lavoro per i lavoratori che operano al computer, i quali avrebbero diritto a tirare il fiato per 15 minuti ogni due ore di attività. Ogni giorno un dipendente su 5 è assente. Il primato delle presenze alla Polizia locale Laura Tonero - In media, ogni giorno, un dipendente ogni cinque del Comune di Trieste è assente per ferie, malattia, permessi, aspettativa o congedo obbligatorio. Il tasso medio di assenza tra i circa 2.400 comunali impegnati nelle diverse sedi dell'amministrazione - calcolato solo il personale di ruolo e con contatto a tempo indeterminato - da luglio 2018 a giugno 2019 è precisamente del 19,65%. Le percentuali più alte fra i vari settori, fino allo scorso mese di marzo, si sono registrate tra chi lavora nell'area che riunisce Scuola, Educazione, Cultura e Sport, in quella Innovazione, Turismo e Sviluppo economico, e in quella della Direzione e Risorse umane. Dallo scorso aprile, invece, a seguito della riorganizzazione dei dipartimenti, i tassi di assenza più elevati si sono registrati anche tra i dipendenti che fanno capo a Territorio, Economia, Ambiente e Mobilità. I più presenti sul posto di lavoro, con un tasso di assenza sempre inferiore rispetto a quello dei colleghi impegnati in altri dipartimenti, sono gli addetti della Polizia locale. Eccettuato un fisiologico incremento che supera anche il 24 per cento durante i mesi di luglio e agosto (il periodo solitamente più gettonato per le ferie), le performance che attengono al settore inerente la sicurezza registrano sempre tassi di presenza elevati. Negli scorsi mesi di febbraio e marzo, periodi produttivi, lontani da festività e vacanze, tra i lavoratori del settore Polizia locale e Sicurezza la percentuale di assenti è stata rispettivamente del 13,30 e del 13,04 per cento. A fronte, ad esempio, del 18,24 e del 19,35 registrati tra i colleghi dell'Innovazione e Sviluppo economico. Dati, comunque, in linea con quelli degli anni precedenti e che l'assessore al Personale, Michele Lobianco, valuta come «nella media, coerenti con l'impegno dei dipendenti di questa amministrazione. Sono percentuali fisiologiche di una grande amministrazione che - sottolinea - è una stazione multiservizi con diverse professioni e professionalità»... 9
Sertubi, attesa martedì la dirigenza indiana (Piccolo Trieste) Martedì 3 settembre alle ore 9 la dirigenza indiana di Jindal Saw Italia incontrerà i sindacati nella sede confindustriale di palazzo Ralli: i manager del gruppo siderurgico dovrebbero, in questa occasione, dire finalmente qualcosa di definitivo sul destino Sertubi. È pressoché certo che Maneesh Kumar, il probabile capo-delegazione aziendale, annuncerà la chiusura della produzione, ma non è detto che sia l'intera struttura a chiudere, in quanto potrebbe sopravvivere un presidio logistico-commerciale. In ballo il futuro di 68 dipendenti, per i quali - ricordano con ulteriore preoccupazione Fim e Uilm - Jindal Saw non ha ancora attivato le procedure di cassa integrazione. Secondo fonti sindacali, martedì prossimo gli indiani incontreranno anche gli assessori regionali Sergio Bini e Alessia Rosolen, mentre il giorno prima dovrebbe essere in calendario l'appuntamento con Duferco, proprietaria del capannone nell'ex Arsenale, per il quale è in piedi un contratto di affitto fino al 2021. Anche la Prefettura è stata informata della difficile vertenza. Magr Confronto negato sulla galleria, la Cgil se la prende con l'ente (Piccolo Trieste) Galleria Montebello-Foraggi, Cgil versus Comune. Sultavolo la questione sicurezza per quello che sarà uno dei più importanti cantieri cittadini, con un valore di 13 milioni di euro. Il contendere? Il mancato ascolto da parte dell'assessore Elisa Lodi. Ma vediamo la nota trasmessa dal sindacato, co-firmata dal responsabile del dipartimento ambiente-territorio Giorgio Uboni e dal segretario della Fillea (edilizia-costruzioni) Massimo Marega. I due esponenti cigiellini hanno sollecitato nei mesi precedenti «in più occasioni» un incontro con il titolare dei Lavori Pubblici comunali, al fine di avere delucidazioni e informazioni in merito ai futuri lavori di ristrutturazione previsti per la Galleria di Montebello. In particolare, Cgil chiede lumi sulla tipologia d'intervento prevista e desidera porre quesiti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. E di chi percorrerà la galleria. Perchè? Perchè il progetto di riqualificazione implica il mantenimento del flusso veicolare, grazie all'utilizzo di una "cassaforma" che dovrebbe essere traslata su un binario, tecnica ormai sovente usata nei lavori in galleria. Un'operazione delicata, che vedrà convivere due corsie di marcia e il passaggio dei bus. «In tal senso - scrive la nota - nell'interesse comune di una ristrutturazione di un'opera pubblica necessaria e attesa da anni a Trieste, avremmo auspicato una maggiore sensibilità da parte dell'assessore competente, che non ha dato disponibilità ad un incontro limitandosi a informarci che il tutto verrà predisposto nel rispetto delle norme esistenti in materia». 10
Nelle farmacie in arrivo il Cup per prenotare le visite mediche (Piccolo Go-Monf) Francesco Fain - Se ne parla da quasi 20 anni. Ma, per un motivo o per un altro, mai si era riusciti a condurre in porto un'iniziativa molto richiesta dai cittadini, soprattutto da quelli che risiedono nei paesi. Ma ora si è voltata pagina. E nelle farmacie isontine sarà possibile prenotare gli esami e le visite specialistiche. Ieri, nella sede dell'Aas, si è proceduto alla firma dell'accordo che fornirà una possibilità in più all'utenza: possibilità che a Trieste viene offerta ormai da parecchi anni ai cittadini. All'Albo pretorio dell'Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina c'è infatti la delibera che, di fatto, mette in moto quest'iniziativa molto attesa. È stato infatti approvato l'accordo tra l'Aas n. 2 e Federfarma Gorizia, Federfarma Udine e Assofarm «per l'attivazione delle funzioni di sportello Cup presso le farmacie convenzionate pubbliche e private», così recita testualmente il documento che ha ricevuto il plauso dell'assessore regionale Riccardo RiccardiAd entrare nei dettagli è il presidente di Federmarma Gorizia, Pierpaolo Marzini che per anni ha inseguito questa possibilità senza però mai trovare (prima d'ora) l'intesa risolutiva con l'Azienda sanitaria. «Ora, ci vogliono soltanto i tempi tecnici ma la strada è segnata. Verranno effettuati dei corsi a Udine destinati ai colleghi farmacisti che, così, acquisiranno le competenze necessarie per gestire il Cup. Tutto ciò avverrà su base volontaria ma se si vuole puntare a un ruolo integrato della farmacia è quantomeno consigliabile non lasciarsi sfuggire questa occasione. Finalmente, parifichiamo la nostra situazione al resto della regione». Perché è importante un Cup in farmacia? «Perché assistiamo a un aumento dell'età media della popolazione. Parallelamente sono in crescita le patologie. Aumentano anche le esigenze dei pazienti. In più, i nuovi canoni occidentali sono quelli di cercare di curare a casa i pazienti, procedendo con una deospedalizzazione. Dare la possibilità ai cittadini di effettuare le prenotazioni nelle farmacie è importante. E lo sarà soprattutto nei paesi, che sono più lontani agli ospedali». Si punta, insomma, a far diventare la farmacia «il primo presidio sul territorio». «Entro l'anno scatterà questa novità. Purtroppo, eravamo l'unica Aas a non aver ancora recepito questa possibilità ma con il dottor Poggiana abbiamo trovato una veloce intesa». In questa maniera, si potranno intercettare meglio i bisogni delle persone. «Si scoprono, con il rapporto diretto con il farmacista, aspetti della salute dei cittadini. Si può intercettare, ad esempio, il diabete. Diventare Cup è un arricchimento per il territorio e per l'utenza». Soddisfatto il commissario (e già direttore generale) dell'Aas Antonio Poggiana. Che sottolinea come all'utenza verrà data la possibilità di pagare direttamente in farmacia le prestazioni prenotate. «Con Marzini ci siamo ritrovati subito d'accordo. Me ne ha parlato e, subito, abbiamo stabilito l'accordo. Credo che dia una risposta importante». 11
Puoi anche leggere