BLUEPRINT BLUEPRINT pratiche culturali trasformative e urgenti - cheFare

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BLUEPRINT BLUEPRINT pratiche culturali trasformative e urgenti - cheFare
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                     Henihilliquid qui di dolorerae.

pratiche culturali trasformative e urgenti
BLUEPRINT BLUEPRINT pratiche culturali trasformative e urgenti - cheFare
Indice
    1. La cultura sta cambiando - cheFare					 6                    8. Biblioteche/Archivi              48
                                                                     • Ideastore                        50
    2. Come si legge Blueprint? - cheFare                      8        Sergio Dogliani
                                                                     • National Emergency Library       52
    3. Tecnologie alla prova delle pratiche - Simone Arcagni   10       Marco Mancuso
                                                                     • Tax Help                         54
    4. Sul bordo del cambiamento - Alessandro Bollo            18       Cecilia Cognini

    5. Cultura in zona rossa - Bertram Niessen                 26   9. Cultura digitale                 56
                                                                     • Barcelona desde casa             58
    6. Arte/Cinema/Musica                                      34       Silvia Semenzin

     • Avantgardening                                          36    • Datami                           60
        Virginia W. Ricci                                               Freddy Paul Grunert

     • Lockdown Cinema Club                                    38    • Disruptive Fridays               62
        Maria Paola Zedda                                               Tatiana Bazzichelli

     • The Films After Tomorrow                                40    • Economia - The Limited Edition   64
        Giulio Sangiorgio                                               Lorenzo Gerbi

     • This Light Contagion                                    42    • NatGeo@Home                      66
        Claudia D’Alonzo                                                Alice Avallone

     • Windmill Road Picture Show                              44    • Ted Circles                      68
        Paolina Baruchello                                              Enrico Gentina

     • Yerevan Biennial 2020-2021                              46
        Roberta Capozucca

2                                                                                                            3
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10. Editoria                                            70     • Yerba Buena Cultural Center                        98
     • Bookshop.org                                         72        Silvia Bottiroli
        Giorgio Gianotto
     • Stay at Home Festival                                74    13. Scuola                                            100
        Antonio Prudenzano                                         • Teach for Uganda                                   102
                                                                      Lorenzo Benussi
    11. Musei                                               76
     • El Prado Contigo / Viewing room - Galleria D. Zwirner 78   14. Oltre il Coronavirus (Segnalazioni extra covid)   104
        Valentino Catricalà                                        • Musei - Lorenzo Balbi                              106
     • Festival Small Big Dreamers at Home                  80     • Biblioteche/archivi - Bruno di Marino              108
        Elisa Moretto
     • Lacma Video Conference Backgrouns                    84    15. Focus - Contenuti speciali                        110
        Lara d’Argento                                             • Tecnologia/dati - Tiziano Bonini                   112
     • Museum of London                                     86     • Cultura/Risorse digitali - Chayn Italia            116
        Maria Elena Colombo                                        • Spazio urbano - Simone D’Antonio                   124
     • Tate Turner Bursaries                                88     • Media digitali - Maria Grazia Mattei               130
        Valentina Tanni                                            • Territori - J. Franchi/ F. Tantillo                134
     • The Viewphone                                        90
        Maria Chiara Ciaccheri                                    16. Chi c’è dietro Blueprint                          140
                                                                   • cheFare, agenzia per la trasformazione culturale   141
    12. Performing/Teatro                                   92     • Polo del ‘900                                      142
     • Rewriting the network                                94     • Simone Arcagni                                     143
        Giuliana Ciancio
     • Schaubuhne online                                    96
        Annamaria Monteverdi

4                                                                                                                             5
La cultura sta cambiando                                                                                            Blueprint

    La cultura sta cambiando
    La vivacità di una società la si vede anche dalle risposte       Si tratta di una vera e propria opera collettiva che ha
    che intellettuali, artiste, ricercatori e operatrici culturali   visto la partecipazione attiva di 35 intellettuali, artiste,
    provano a dare in una fase di crisi. Il dibattito che si è       ricercatori e operatrici culturali per farci segnalare pra-
    animato nei mesi del Lockdown (e che sfortunatamente             tiche virtuose adottate in tutto il mondo in cui abbiamo
    è continuato e ora si ripropone con altrettanta urgenza)         chiesto di spiegarci perché, secondo loro, quel modo di
    intorno all’emergenza sui modi in cui la cultura si sta          fare cultura può essere il punto di partenza per una nuo-
    trasformando — fatto di articoli, libri, video, messaggi,        va visione dell’esperienza culturale post-pandemica.
    appelli e manifesti — non può che essere una testimo-
    nianza di vitalità e di resistenza. Noi vogliamo parteci-        Abbiamo raccolto queste segnalazioni e le abbiamo ca-
    pare a questo dibattito, ma vogliamo anche proporre              talogate, creando un compendio di pratiche culturali
    una strada diversa.                                              trasformative e u rgenti — è a partire da qui che chie-
                                                                     diamo a tutte le lettrici e i lettori di Blueprint di adot-
    Molti chiedono nuovi paradigmi. Ma spesso le rispo-              tare queste pratiche e scoprirne l’approccio all’origine
    ste teoriche alla trasformazione dei modi di fare e f ru-        per farle proprie: nelle nostre istituzioni, organizzazioni
    ire cultura (sacrosante, intendiamoci!) non riescono a           e pratiche quotidiane.
    trasformarsi in pratica con un concreto spostamento
    dell’asse di interesse su nuove forme di finanziamento;          Grazie per essere qui, speriamo di poter contribuire a
    non riuscendo, quindi, a costruire le prospettive per un         creare nuovi modi di fare cultura.
    sistema in fase di cambiamento accelerato.
                                                                                    cheFare, Polo del ‘900 e Simone Arcagni
    Scoprire le pratiche di trasformazione
    Blueprint è un compendio che si prefigge l’obiettivo di
    partire dalle pratiche per promuovere nuove visioni e pa-
    radigmi, così da raccogliere e analizzare cosa è stato fatto
    per sviluppare nuove prospettive. Quelle che si invocano
    sono pratiche nuove e modelli scalabili per tutta l’attività
    culturale. Per questo motivo ci siamo chiesti: cosa fanno gli
    altri? Cosa fanno le istituzioni culturali degli altri paesi?

6                                                                                                                                   7
Come si legge Blueprint?                                                                                             Blueprint

    Come si legge
    Blueprint?                                                        Cerca: da desktop premi i tasti CTRL + F, da mobile cerca la
                                                                      funzione esplorando il menù in alto a destra - dopodiché di-
    La raccolta di segnalazioni di Blueprint è organizzata in sche-   gita una parola chiave, un luogo, una tecnologia oppure un
    de suddivise per aree tematiche. Ogni scheda raccoglie una        oggetto culturale di cui vorresti approfondire le sperimen-
    serie di informazioni essenziali sulla pratica segnalata:         tazioni.

    • il Nome della Pratica;                                          Non lo possiamo assicurare, ma siamo quasi certi che trove-
    • la Categoria a cui la Pratica appartiene, scelta tra Arte/Ci-   rai qualcosa che fa per te.
      nema/Musica, Biblioteche & Archivi, Cultura digitale, Edi-
      toria, Musei, Performing & Teatro e Scuola;
    • il Tema di riferimento della Pratica;
    • un’indicazione su Dove è stata implementata la Pratica (o
      da dove ha origine);
    • una voce che descrive Di cosa tratta la Pratica;
    • una voce che descrive Perché la Pratica è interessante;
    • un Link di riferimento;
    • una Bio di colei o colui che ci ha segnalato la Pratica.

    Inoltre, Blueprint raccoglie anche 3 interventi introduttivi a
    firma di Simone Arcagni, Alessandro Bollo e Bertram Nies-
    sen oltre che una serie di segnalazioni Oltre il Coronavirus
    di Pratiche degne di nota slegate dal periodo di quarantena.

    Infine, abbiamo incluso anche alcuni Focus: contenuti edi-
    toriali tratti da cheFare che approfondiscono il rapporto tra
    la Cultura e la necessità di sviluppare nuovi modelli per sup-
    portarla e viverla.

    Un piccolo consiglio: secondo noi, il modo migliore per navi-
    gare dentro Blueprint è attraverso la cara vecchia Funzione

8                                                                                                                                    9
Digital
     Pandemic
     Tecnologie alla prova
     delle pratiche

     Simone Arcagni
     Professore all’Università di Palermo.
     Studioso, consulente, curatore e divulgatore
     di nuovi media e nuove tecnologie.
10                                                  11
Digital Pandemic - Simone Arcagni                                                                                                                                   Blueprint

     Come ho già avuto modo più volte di          propositivo. Poco pragmatico, non            inviatici da una mente oscura. Mezzi         renti livelli di aspettativa che si sono
     sostenere si può sicuramente consta-         perché mi voglia schierare col partito                        diabolici, ovviamen-        susseguiti con alterne vicissitudini cri-
     tare un evidente effetto del Corona-         del “fare” a tutti i costi. Chi conosce il                    te, in mano a pochi         tiche — penso a smart city, big data,
     virus, e in particolare del lockdown,        mio pensiero sa che per me ogni agi-                          faccendieri     orien-      internet delle cose, intelligenza artifi-
     consista in una rivalutazione del ruolo      re ha a che fare con un pensiero, una                         tati a costituire un        ciale. Tra agenzia digitali, progetti di
     che la digitalizzazione può avere nel-       teoria, processi di negoziazione, la ca-
     la nostra società. Dalla scuola all’uni-
     versità, passando attraverso le diverse
                                                  pacità e l’elasticità di prevedere rilet-
                                                  ture. No, quello che mi pare di notare,
                                                                                                                  La cosiddetta rivoluzione digitale
     anime delle pubbliche amministrazio-
     ni, per arrivare ai musei e agli archivi,
                                                  soprattutto in Italia, è un certo atten-
                                                  dismo.
                                                                                                                  ha innescato un dibattito
     i festival, le conferenze, gli spettacoli.                                                                   semplicemente tecnologico,
     Ci si è accorti che usare il digitale non    Mi spiego meglio: per anni il dibatti-
     implica sostituire ma affiancare, sup-       to sul digitale si è concentrato, bene o                        nel suo senso più “basic(o)”
     portare in caso di emergenza, e ma-          male, eccetto pochi casi virtuosi, sulle
     gari potenziare. In particolare i beni       solite categorie e sulle fazioni estre-                         cosiddetto “ordine        innovazione, supporto alle start-up, è
     culturali (usiamo questa dizione più         me: gli apocalittici e gli integrati. Una                       nuovo”. Di contro         mancato un quadro critico più ampio
     generale) possono avvantaggiarsi, sia        radicalizzazione, tra l’altro, poco con-     non risulta meno superficiale certo          e complesso. In una parola: una visio-
     negli ambiti della comunicazione, che        sona (e interessante), nel momento in        pensiero iperottimista della Silicon         ne.
     nella valorizzazione dei fondi e degli       cui verte su un aspetto, a mio avviso        Valley che poi ha nascosto (nemme-
     archivi,      nell’internazionalizzazione,   piuttosto secondario, e cioè l’uso del-      no troppo velatamente) un approccio          Da qui la prudenza e l’imbarazzo di
     nell’implementazione della didattica         le tecnologie. Dopo questa prima fase        anche piuttosto tradizionalmente ca-         fronte alle nuove sfide proposte dal-
     e così via.                                  che in pratica si è focalizzata sull’uti-    pitalista, se non apertamente (e “pira-      la tecnologia, anche da parte delle
                                                  lizzo dei mezzi e non sul significato        tescamente”) ultraliberista.                 istituzioni culturali. A parte un certo
     Si può allora partire da qui: da questo      profondo degli stessi e sulla visione                                                     fermento intorno al tema delle co-
     nuovo interesse (finalmente più criti-       del mondo che questi producono,, ci          Insomma: la cosiddetta rivoluzione di-       siddette digital humanities (ma nel-
     co) a proposito di piattaforme, strea-       siamo avviati verso una seconda on-          gitale, la “quarta rivoluzione” dell’info-   la maggior parte dei casi rientriamo
     ming e archivi digitalizzati. Un percor-     data di dibattito culturale tutta etica.     sfera teorizzata da Luciano Floridi, ha      pur sempre nel solo – seppur merito-
     so fondamentale, anzi sarebbe meglio                                                      innescato un dibattito semplicemen-          rio – ambito della conservazione) si
     dire, inderogabile, che si innesta sul- Ma un’etica spesso un po’ infantile: di-          te tecnologico, nel suo senso più “ba-       registra poco. In parte a causa dello
     la questione della tecnologia nel suo gitale sì, digitale no. (Come se fosse              sic(o)”. Con giornali e tv a sbandierare     scarso supporto normativo, in parte
     rapporto con la cultura.                   un’opzione!) Tutto un “scervellarsi” tra       le mirabilia del nuovo iPhone, iMac,         per pigrizia, in parte per aperto pres-
                                                psicologi da studi televisivi e educa-         smart watch, smart TV e quant’altro.         sapochismo, abbiamo avuto anni in
     Storicamente la questione riguardan- tori da centri estivi che discettano su              E parallelamente ha generato un mo-          cui la “visione” si limitava all’acquisto
     te l’innovazione nei processi cultura- videogame e violenza, social network,              ralismo serpeggiante di lega anche           di hardware costosi e con un grado di
     li e negli stessi ambiti culturali (le ri- hikikomori, disagi e dipendenze va-            piuttosto bassa.                             deperibilità tecnologica tale da non
     flessioni a proposito della tecnologia rie. Un dibattito tutto centrato su di                                                          giustificare l’investimento.
     “intelligente” per musei, fondi, archivi, un rutilante mondo patologico dove,             D’altra parte si registra un sistema go-
     beni culturali di diversa natura) ha fat- ancora una volta, emerge una visione            vernativo che si è impegnato ma che          A quante presentazioni di sistemi
     to scaturire un dibattito vivace, spes- psicopatetica dei giovani. In defini-             ha focalizzato tutto il suo agire sulla      tecnologici raffinatissimi poi rimasti
     so arguto, se non apertamente intel- tiva: povere creature, in balia di que-              burocrazia digitale. Tra agenda digi-        dimenticati dopo appena pochi pas-
     ligente, ma devo evidenziare, poco sti strumenti arrivati dall’iperuranio e               tale e diversi tavoli di lavoro con diffe-   saggi ho assistito! Giusto il tempo di

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chiamare qualche rappresentante          portare acriticamente, ma perché           allargato di partecipazione e condi-        ano in grado di dialogare facilmente
     della stampa e giustificare una spe-     facciano scuola, perché ispirino, dia-     visione, oltre che di fruizione (e che      con quelli istituzionali. Si lavori sugli
     sa da marcare nella voce innovazione.    no segnali. Siamo in una grande re-        tra l’altro ci libererebbe dalla tirannia   upgrade. Si intensifichino le possibi-
     Ovviamente seguendo la moda del          altà, connessa, dove ogni esperimen-       poco salubre delle videochiamate).          lità di condivisione. Si ripensi lo spa-
     momento: che fosse il tablet, il visore  to può essere comunicato, condiviso,                                                   zio e il tempo proprio a partire dai siti
     VR, il sistema 3D, la realtà aumenta-    replicato, magari sviluppato in colla-     Certo! Poter contare al proprio inter-      culturali… biblioteche, archivi, musei,
     ta… Spesso affidandosi a grandi azien-   borazione. Può funzionare declinato        no di un team che sappia di tecnolo-        ma anche provincia e borghi. La rete
     de che, al posto di svolgere il proprio  in maniera diversa. C’è finalmente la      gie e che sia in grado di provvedere a      ci permette di svincolarci dalle vec-
     ruolo — e cioè quello di fornitore e     possibilità di una grande fucina colla-    sviluppare progetti che abbiano a che       chie diatribe tra metropoli e provincia,
     sviluppatore di tecnologie secondo       borativa. Torniamo - questo sì che lo      fare con la digitalizzazione o con la re-   città e campagna, agricoltura e indu-
     un piano e un progetto preordinato —     possiamo fare! - all’utopia di Internet.   alizzazione di piattaforme (e – perché      stria. Tutto un portato storico che non
     diventavano i veri e propri motori di    E lo possiamo fare non perché i perico-    no! - lanciarsi nel mondo della gami-       rispecchia l’oggi e che, soprattutto in
     acritiche acquisizioni, mentre d’altra   li su copyright, controllo e data siano    fication, dei serious game, degli ava-      un paese come l’Italia, potrebbe avere
     parte si sviluppavano strategie social   magicamente scomparsi, ma perché           tar e della XR)… quella deve essere la      uno sviluppo significativo.
     a dir poco “brancaleonesche”.            li conosciamo, li possiamo affrontare,     direzione. Ancora una volta: poco alla
                                              possiamo chiedere norme nazionali e        volta, ma neanche troppo però — gli Il bene culturale come hub di dialo-
                       Qualcosa però sem- internazionali efficaci. Abbiamo le co-        esempi internazionali migliori ci dico- go e di internazionalizzazione, come
                       bra cambiare. Final- noscenze, abbiamo le competenze.             no proprio questo.                        centro di nuovi fulcri di connessione
                       mente prende piede                                                                                          che rimettono in discussione (in ma-
                       la logica della colla- Sappiamo cosa chiedere. Sappiamo,          Banda allora, ma anche strumenti niera proficua) lavoro, istruzione, for-
                                                                                         per tutti: non si possono più leggere mazione, ma anche il concetto stesso
                       Sappiamo cosa chiedere.                                           delle staffette delle famiglie per far di cittadinanza.
                                                                                         circolare i computer o di ragazzi che
                       Abbiamo bisogno di infrastrutture                                 seguono le lezioni sullo schermo dello L’ottimismo acritico della prima onda-
                                                                                         smartphone. E poi, ancora a proposi- ta di cultura digitale deve far posto a
                       che permettano l’educazione                                       to di infrastrutture, norme sicure sul un pensiero complesso: in fin dei con-
                                                                                         copyright. E un piano serio sui data. ti un guru come Nicholas Negroponte,
                       e la formazione ANCHE a distanza                                  Lavorare sugli standard. Un proget- dopo il suo manifesto Essere digitali, è
                                                                                         to infrastrutturale che renda ogni ar- ritornato sulle sue posizioni avverten-
     borazione tra grandi aziende ICT e non  per esempio, di avere bisogno di infra-     chivio, biblioteca, museo e galleria un do un certo sbandamento nel primo
     il vassallaggio. Finalmente si vedono   strutture, e allora iniziamo da lì: banda   hub di contenuti che ospita passag- ottimismo digitale. La sua più recen-
     agire società di comunicazione a cui    larga, e su tutto il territorio, che per-   gi e studi specifici, che comunica e te posizione è quella dei cosiddetti
     vengono fatti sviluppare progetti spe-  metta agli studenti (e non solo) di ave-    scambia.                                  postdigitali che vogliono occuparsi
     cifici e di ampio respiro. Finalmente sire forme di educazione e formazione                                                   dell’analogico nella società digitale.
     incontrano professionisti che guarda-   ANCHE a distanza. Si tratta di una op-      Lanciare, insomma, un nuovo patto Attenzione allora a non rifare gli stessi
     no l’ente nel suo complesso. Poco alla  portunità. Non parliamo di sostituire       tra individui e istituzioni (culturali e errori: ritrovare l’analogico nell’età di-
     volta.                                  la presenza, ma di ripensarla, declina-     non) fatto di scambi proficui sotto di- gitale significa prendere atto del ca-
                                             ta in diversi luoghi. E uno di questi può   versi punti di vista.                     rattere più specifico del nostro tem-
     Ecco allora l’importanza di guarda- anche essere quello virtuale. Magari                                                      po, ma non lasciarci ingannare dallo
     re gli altri. Le pratiche, non come una con spazi immersivi e interattivi facili    Proviamo a non fare gli stessi errori: spauracchio dei mezzi per affrontare
     semplice collezione di esempi da ri- da usare e implementare. Uno spazio            lavoriamo sui mezzi personali che si- quello che importa davvero, il reale, i

     Digital Pandemic - Simone Arcagni                                                                                                                            Blueprint
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Digital Pandemic - Simone Arcagni                                                                                                                              Blueprint

                                                                                          za della visione) un paese connesso in      le e quello internazionale.
     rapporti, le persone, l’ambiente all’in- E così, nonostante pomposi discorsi su
                                                                                          cui non mancano strumenti adeguati,
     terno di una società dominata dalla compenetrazione, ibridazione, ognu-
                                                                                          con software di supporto in grado di      Guardiamo le pratiche allora, e che
     “logica culturale” dei mezzi digitali.      no poi se ne va a casa, nel chiuso del
                                                                                          produrre standard per condivisione e      siano in grado di fornirci narrazioni e
                                                 suo comparto disciplinare, lasciando a
                                                                                          utilizzo (e persino riutilizzo) dei data. visioni così che la tecnologia venga
     In una sorta di percorso inverso, infat- pochi uomini (sì, sì, - ahimè! - proprio
                                                                                                                                    sottratta dal dominio del “tecnico”
     ti, la sociologa Shirley Turkle, sempre nel senso di maschi) la regia di una se-
                                                                                          Un sistema – come dicevo - che par- per ritornare a quello dell’ “umanisti-
     piuttosto pessimista sull’invadenza rie di mosaici mai del tutto realizzati.
                                                                                          te dai luoghi come musei, biblioteche, co” dove scienza, tecnologia e cultura
     dei social nelle nostre vite, proprio du-
                                                                                          archivi, mostre, per arrivare alle piaz- dialogano in maniera proficua.
     rante il periodo di lockdown ha rila- Complessità e narrazione. Abbiamo
                                                                                          ze, ai parchi, ai borghi, alla provincia.
     sciato un’intervista in cui doveva am- bisogno di nuove narrazioni in grado
                                                                                          Nuovi centri che si irradiano dai terri-
     mettere la fondamentale importanza di generare nuovi immaginari. E anco-
                                                                                          tori. La provincia e il borgo (bene cul-
     di queste piattaforme connesse. Ma ra una volta le pratiche sono, in questo
                                                                                          turale di per sé in molti casi) che si
     niente è davvero cambiato, ciò che senso, materiale dal valore inestimabi-
                                                                                          connettono per lavorare e che in que-
     deve cambiare è l’atteggiamento, il le, acceleratori di visioni, non tanto per
                                                                                          sta connessione riescono a rendere la
     punto di vista, l’approccio che deve l’utilizzo delle tecnologie, quanto per
                                                                                          vita degli studenti, per esempio, ma
     essere più ampio e più complesso, fi- strategie in grado di comunicare, indi-
                                                                                          anche la sanità più vicina, famigliare e
     losofico nell’ampiezza, scientifico nei viduare pubblici, soddisfare bisogni di
                                                                                          amica. Che allo stesso tempo è in gra-
     modi. Facile a dirsi.                       diversa natura e carattere, lavorando
                                                                                          do di dialogare con l’ambito naziona-
                                                 sui fondi, sulle persone. Creare anche
     Ecco perché le pratiche assumono luoghi che possano essere attraversati
     un ruolo così fondamentale, perché per la formazione e la didattica, per la
     sono uno straordinario laboratorio per ricerca e lo sviluppo, generando nuo-
     un’osservazione ampia, per lo sguardo ve forme di cittadinanza digitale.
     critico e per la creazione di concetti e
     insieme per l’analisi dei risultati, per la Nuovi paradigmi possono stagliarsi
     messa alla prova delle tecnologie, per all’orizzonte di un rapporto proficuo
     la profilazione di processi.                tra infrastrutture, aggiornamento tec-
                                                 nologico e cultura. Nuove modalità di
     La parola chiave allora è complessi- intercettazione di creatività e idee nel
                                                                                          “ Complessità e narrazione.
                                                                                            Abbiamo bisogno di nuove narrazione
     tà, dove per complessità si intende sistema di nuova fragilità messo in
     innanzitutto un approccio nuovo alla luce dal Coronavirus. La fragilità sem-             in grado di generare nuovi immaginari.
     tecnologia, un approccio culturale, bra essere, più che uno stato d’esse-
     etico, umanistico. Un approccio, non re, una risorsa emergente, un modo di
     tanto multidisciplinare, dove dietro al pensare che ha molto a che fare con
     termine multidisciplinarietà spesso si l’elasticità.
     cela una farraginosa pluripresenza ai
     tavoli di lavoro senza che questi siano Prendiamo il caso dello smartworking
     stati adeguatamente preparati all’in- che può innestare processi prolifici sia
     ferenza di discorsi diversi, a pratiche dal punto di vista economico che am-
     differenti, addirittura a logiche diver- bientale con ricadute positive sul ter-
     se.                                         ritorio. Immaginarci (ecco l’importan-

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Sul bordo
     del cambiamento
     Pratiche, transizioni e sf ide
     della cultura ai tempi
     della pandemia

     Alessandro Bollo
     Alessandro Bollo è il direttore del Polo
     del ‘900 di Torino.
     È stato fondatore e responsabile Ricerca e
     Consulenza della Fondazione Fitzcarraldo.
     Presidente di Kalatà.
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Sul bordo del cambiamento - Alessandro Bollo                                                                                                                          Blueprint

     Gli effetti del Coronavirus sul sistema     settore, inerzie e blocchi che potremo,        nicamente preposti alle liturgie del         to di tenuta e le potenzialità del setto-
     culturale, lungi dall’essere ancora tut-    forse, provare a eliminare nel lungo e         consumo e della pratica culturale ha,        re culturale alla prova della crisi.
     ti emersi e dispiegati, saranno molte-      intermittente processo di ripartenza           inevitabilmente, attivato processi di
     plici, contradditori, opposti nel segno,    che ci attende.                                surrogazione e di sostituzione che           Problematizzare il rapporto tra siste-
     differenti nella durata e tali da rende-                                                   hanno visto nell’alternativa digitale e      ma culturale e partecipazione nel
     re molto difficili valutazioni di natura    La crisi ha obbligato, inoltre, a mette-       in quella “ibrida” le risposte più natu-     contesto attuale vuol dire riportare la
     complessiva. Per alcuni settori (penso      re in discussione e ripensare il senso,        rali e foriere di sviluppi su cui tornere-   discussione sulle persone e anche sui
     al cinema, allo spettacolo dal vivo, ma     il perimetro d’azione e le meccaniche          mo in seguito.                               numeri, perché entrambi sono crucia-
     anche ai musei e all’imprenditoria che      d’uso dei luoghi della cultura; quel-                                                       li. La sfida risiede e risiederà probabil-
     lavora a cavallo tra turismo e cultura)     li “fisici” in primis, privati in tutto o in   Ha, altresì, focalizzato l’attenzione        mente nel progettare una diversa e
     gli impatti economici saranno dram-         parte di pubblico e organizzati in pro-        sulla necessità di preservare e curare       migliore qualità nella partecipazione
     matici, così come per molti lavoratori      poste esperienziali che hanno dovuto           i rapporti con le persone e con le co-       (testando modalità più consapevo-
     e professionisti, soprattutto quelli più    essere riconsiderate alla luce di una          munità di riferimento, di ascoltare,         li di audience engagement che sap-
     fragili dal punto di vista contrattuale     socialità depotenziata, irreggimenta-          di suggerire risposte a bisogni emer-        piano coniugare il coinvolgimento e
     (freelance, collaboratori esterni, pra-     ta e asettica, quando non del tutto as-        genti, di farsi trovare “vicini” anche nei   l’attivazione con l’ampliamento della
     ticanti, contratti determinati, precari,    sente.                                         momenti di massima distanza: le pra-         base sociale, anche individuando col-
     etc.).                                                                                     tiche raccolte in Blueprint da questo        laborazioni e alleanze inter-settoriali
                                                 Si pensi, ad esempio, ai concerti dal          punto di vista sono emblematiche e ci        funzionali a estendere la gamma dei
     Contestualmente la crisi ha prodotto        vivo, al clubbing, alle biblioteche, ma        dimostrano come, alle volte, possa es-       potenziali destinatari), ma rimane il
     accelerazioni straordinarie in termini      anche a quei tanti centri culturali che        sere sufficiente ed efficace anche un        problema di come contrastare e ripri-
     di crescita di consapevolezza in merito     sono stati progettati per essere abita-        numero di telefono e qualcuno dispo-         stinare l’emorragia di pubblico che
     all’importanza strategica del digitale      ti più che attraversati, aperti e pensati      sto ad ascoltare e a rispondere dall’al-     per decreto o per scelta entra con il
                        – come giustamente       per far convivere e intrecciare destina-       tra parte del ricevitore.                    contagocce nei teatri, nei cinema, nei
                          ci ricorda Simone      tari e traiettorie d’uso differenti e pos-                                                  musei e nei festival del nostro paese.
                          Arcagni – di attiva-   sibilmente impreviste. Luoghi pensati          Alcune parole, a cui ci siamo aggrap-
                          zione di pratiche      per riscaldare la temperatura media            pati con forza in questo periodo, ri-        Da questo punto di vista gli effetti
                                                                                                chiedono di essere problematizzate           negativi (quando non drammatici)
                                                                                                e comprese nelle loro diverse sfaccet-       della crisi risultano difficilmente miti-
                         La crisi ha obbligato a mettere in                                     tature se vogliamo che tornino utili         gabili o risolvibili con proposte alter-
                                                                                                nel comporre il lessico di base della        native immediatamente in grado di
                         discussione e ripensare il senso                                       grammatica progettuale dei tempi in-         sostituire e compensare l’offerta tra-

                         e le meccaniche d’uso dei luoghi                                       certi che ci attendono. Una di queste
                                                                                                è sicuramente partecipazione. Croce
                                                                                                                                             dizionale in presenza, soprattutto se si
                                                                                                                                             manterranno nei prossimi mesi i vin-
                         della cultura                                                          e delizia di questo periodo, la parte-
                                                                                                cipazione (mancante o forzatamente
                                                                                                                                             coli di capienza molto stringenti per
                                                                                                                                             gli spazi culturali al chiuso. Una delle
                                                                                                ridotta nelle esperienze dal vivo, sur-      conseguenze, in termini puramente
                         ibride più o meno       della socialità, abbassare la soglia e         rogata, indotta e conquistata attraver-      gestionali, è che non solo la doman-
                        incoraggianti e di       aumentare la probabilità dell’incon-           so nuove e vecchie pratiche in digitale      da complessiva diminuisce, ma che
     un rinvigorito spirito di collaborazio-     tro inaspettato (in termini sociali, cul-      all’interno delle mura domestiche) è         aumentano i costi unitari della sua
     ne e di solidarietà inter-settoriale, ma    turali e relazionali). La temporanea           stata la cartina al tornasole per misu-      gestione perché si richiede (ed è fon-
     ha anche messo in luce gap e ritardi di     indisponibilità dei luoghi fisici cano-        rare la gravità della situazione, lo sta-    damentale garantire) un surplus di at-

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tenzione/cura/ingaggio ai “non molti” delle politiche dei diversi e intercon-          re dare ancora maggiore centralità             alle competenze “verticali” interne),
     e “fortunati” che accedono e usano i nessi sistemi culturali di cui stiamo             al tema dell’educazione favorendo,             nell’attivazione di partenariati e alle-
     suddetti spazi e servizi.                   parlando. Il perseguimento della so-       come ho già avuto modo di scrivere             anze con soggetti privati che si muo-
                                                 stenibilità sociale di molte istituzioni   in questi mesi, un’alleanza strutturale        vono nell’ambito dell’Edutech, dell’e-
     Gli ambienti digitali stanno rappre- culturali richiederà, probabilmente,              tra i settori della cultura e dell’istruzio-   ditoria digitale specializzata, del
     sentando l’habitat alternativo natu- nei prossimi anni un ampliamento                  ne. Le pratiche segnalate in Blueprint         gaming, dell’informatica, del design,
     rale in questo tempo di mezzo, a vol- degli obiettivi in cui, oltre ai necessari       relative al mondo della scuola sem-            dell’(Hi)storytelling solo per citare al-
     te con risultati molto significativi per aspetti di accessibilità, inclusione e di     bra siano indicative di una tendenza           cuni ambiti di cross-over progettuale.
     la quantità e la composizione delle attivazione, dovranno essere integra-              più generale che ha visto le istituzio-
     persone coinvolte e conquistate alla te finalità specifiche volte a sviluppare         ni culturali genuinamente impegna-             Ambiti che possono realmente diven-
     causa, ma con difficoltà ancora mol- processi di riequilibrio a livello sociale,       te nell’offrire contenuti e attenzione         tare promettenti in termini di sosteni-
     to evidenti nell’individuare modelli generazionale, comunitario, economi-              alle proprie comunità di docenti e             bilità, replicabilità e scalabilità a patto
     di business (non dico sostitutivi, ma co e territoriale (in linea, peraltro, con       studenti, ma che da un punto di vista          che vengano contestualmente messi
     almeno integrativi) e quadri di poli- molti dei 17 SDGs dell’Agenda 2030               degli esiti rappresentino punte avan-          in campo interventi di policy e pro-
     cy che siano in grado di agevolare la dell’ONU a cui molte realtà culturali            zate di innovazione e sperimentazio-           grammi in grado di favorire ambienti
     remunerazione dei diversi input pro- guardano con crescente attenzione                 ne nell’ambito di un paesaggio più             di co-progettazione tra settore della
     duttivi messi in gioco. Su questa sfi- per orientare l’impostazione strategi-          ampio connotato ancora da limiti di            cultura, dell’istruzione e dell’innova-
     da si dovranno attivare e fare squadra ca nel decennio che si apre).                   natura progettuale e realizzativa, so-         zione negli ambiti
     le migliori istituzioni, competenze e                                                  prattutto per quanto riguarda l’offerta        prima indicati e si
     risorse private e pubbliche, anche in Questi mesi di lockdown ci hanno di-             di prodotti e percorsi digitali nella di-      favorisca lo sviluppo
     relazione alla capacità di orientare e mostrato come il combinato disposto
     massimizzare l’efficacia dei fondi stra- del digital divide unito al cultural di-
     ordinari che l’Europa vorrà dedicare vide rischi di creare fratture colletti-
                                                                                            Occorre dare maggiore centralità
     direttamente e indirettamente allo ve sempre più profonde. Se vogliamo                 al tema dell’educazione
     sviluppo del comparto culturale e cre- ripensare a nuovi indicatori in grado
     ativo. Un aspetto importante da consi- di fornire elementi di comprensio-              favorendo un’alleanza tra i
     derare è il contesto socio-economico ne tridimensionale alla partecipazio-
     in cui si colloca l’azione culturale e si ne (sull’inadeguatezza dei parametri         settori della cultura e dell’istruzione
     va a ridefinire il ruolo e il portato della quantitativi si discute tanto animata-
     partecipazione.                             mente quanto improduttivamente da          dattica a distanza e in presenza.              di piattaforme (pub-
                                                 almeno 15/20 anni) perché non inserire                                                    bliche? private?) in
     Un contesto caratterizzato da disu- nel discorso metriche che misurino il              La domanda, da parte del settore               grado di addensare
     guaglianze nuove e crescenti in termi- contributo effettivo dell’offerta cultu-        scolastico, di contenuti, strumenti            masse critiche di contenuti, servizi
     ni di accesso alle opportunità econo- rale nel rendere più equilibrate le con-         e competenze a supporto di una di-             e mercati potenziali che riescano ad
     miche, lavorative, educative, culturali, dizioni di accesso, di partecipazione,        dattica sempre più “ibrida” rappre-            andare oltre il raggio limitato delle
     relazionali, ricreative, etc. - come ha di crescita e di beneficio individuale e       senta un’opportunità che molti attori          singole pur lodevoli iniziative. Di piat-
     ben rimarcato Bertram Niessen nel collettivo a partire da una valutazione              possono e devo raccogliere e che si            taforme, in realtà, si è molto parlato
     suo intervento introduttivo – e che ri- iniziale del livello delle disuguaglianze      può tradurre in nuove linee di offer-          durante il lockdown, anche in relazio-
     schiano di diventare uno degli ambiti letto a scala territoriale.                      ta da parte delle istituzioni culturali,       ne alla proposta del Ministro France-
     prioritari di intervento e di ri-orienta-                                              in valorizzazione di asset tangibili e         schini di dare corpo a una Netflix della
     mento delle risorse, delle pratiche e Dentro questa prospettiva occor-                 intangibili (dai patrimoni archivistici        cultura italiana che fosse in grado di

     Sul bordo del cambiamento - Alessandro Bollo                                                                                                                         Blueprint
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Sul bordo del cambiamento - Alessandro Bollo                                             Blueprint

     aggregare e valorizzazione contenuti        dissipazione di risorse ideative e pro-
     digitali di qualità prodotti ex novo op-    gettuali. Ma, contestualmente, in al-
     pure frutto della digitalizzazione del      cune o in diverse di queste esperien-
     nostro enorme patrimonio.                   ze si possono rinvenire gli embrioni
                                                 di nuove narrazioni possibili, visioni
     La proposta, che ha solleticato un di-      generative, l’avvio di percorsi forieri di
     battito molto polarizzato su chi doves-     ulteriori nuovi percorsi e le risposte a
     se essere il soggetto aggregatore, sul-     domande che saranno ancora perti-
     le finalità culturali e sull’entità degli   nenti nel prossimo futuro e che richie-
     investimenti necessari ha avuto il me-      deranno sforzi corali e soluzioni frutto
     rito di evidenziare il bisogno di supe-     di una pluralità operosa, collaborativa
     rare la frammentazione e il nanismo         e competente.
     dell’offerta attuale individuando spa-
     zi e modelli di aggregazione digitale       La sfida risiederà nel riconoscere le
     in grado di proporre contenuti con          traiettorie più promettenti (distin-
     quantità e qualità tali da avvicinare e     guendo possibilmente tra valore del-
     coinvolgere pubblici potenzialmente         la soluzione in termini di spendibilità
     ampi. Provando a sperimentare, lad-         nell’immediato e nel contingente e
     dove possibile, modelli di business         valore derivante dalla capacità di tra-
     che siano in grado di remunerare di-        dursi in replicabilità di modello e ap-
     rettamente o indirettamente il valore       proccio), nel coinvolgere i decisori e
     incorporato nei contenuti proposti e/o      policy maker chiedendo loro di scom-
     nei servizi di mediazione, divulgazio-      mettere sulle potenzialità di cambia-
     ne, organizzazione e arricchimento          mento e di fertilizzazione di queste
     esperienziali derivanti dal know-how        traiettorie, di disegnare politiche e
     che il settore culturale può fattiva-       programmi che forniscano dei conte-
     mente mettere a disposizione, anche         sti di azione abitati da comunità e at-
     rivendicando condizioni agevolate           tori che abbiano voglia e coraggio di
     nell’intricata materia dei diritti d’au-    attraversarle agendo il cambiamento
     tore.                                       e non subendolo.

     Per concludere, possiamo ritornare
     alle pratiche, quelle che Blueprint ha
     voluto raccogliere e raccontare. Come
     spesso accade nei momenti di forte
     discontinuità e accelerazione biso-
     gna essere consapevoli dei rischi che
     questo tipo di operazione comporta:
     fuochi di paglia, risposte tattiche rita-
     gliate su problematiche contingenti e
     difficilmente replicabili, vicoli ciechi,

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Cultura in Zona
     Rossa
     Tra esperienze individuali
     e risposte collettive

     Bertram Niessen
     Bertram Niessen è tra i fondatori di cheFare,
     ne segue lo sviluppo dal 2012 e oggi è il
     presidente e direttore scientifico dell’as-
     sociazione. PhD in Urban European Stu-
     dies all’Università di Milano-Bicocca, come
     docente, autore e progettista si occupa di
     spazi urbani, economia della cultura, DIY
     2.0 e manifattura distribuita, culture del-
     la rete e della collaborazione, innovazione
     dal basso, arte elettronica.
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Cultura in zona rossa - Bertram Niessen                                                                                                                            Blueprint

     Il Coronavirus sta impattando in modo          in contesti diversi, mutati costante-        ci ore al giorno davanti al computer in neari e metri cubi, di gesti da reinven-
     radicale nella vita di tutte e tutti. Per il   mente nel tempo: regioni del Nord, del       una casa microscopica e non so come tare e intimità da riconquistare. E mai
     settore culturale, questo è vero su al-        Centro e del Sud; zone con maggiore          far stare tranquilli i miei figli”.        come adesso, allo stesso tempo, non
     meno cinque livelli, distinti e comple-        o minore presenza di focolai; periferie                                                 sappiamo come costruire l’esperienza
                       mentari: i produttori        e centri; città, paesi, aree rurali e mon-   Al di là di tutte queste differenze, e di con gli spazi e i luoghi che abitiamo e
                         di cultura (artisti,       tane. Contesti nei quali i mondi della       molte altre ancora, c’è qualcosa che attraversiamo. Quante persone posso-
                         scrittori, musicisti,      cultura hanno reagito alle restrizioni       accomuna tutte e tutti. Sono le do- no stare in una sala da teatro e quan-
                         ricercatori, tecnici,      del distanziamento in una moltepli-          mande e le incertezze. I nostri modi te ad un concerto? Quanti studenti in
                                                                                                 di percepirci e pensarci nello spazio un’aula e quanti tavolini di caffè su un
                         Le disuguaglianze sono una                                              e nel tempo non sono solo cambiati: marciapiede?
                                                                                                 sotto molti aspetti sono sospesi.
                         delle condizioni più invocate                                                                                      Nella gestione dell’emergenza, giu-
                                                                                                 Mai, in tempi recenti, abbiamo vissuto stamente, abbiamo fatto di tutto
                         e meno comprese nei mesi                                                come società un tale livello di indeter- per cercare indicazioni nella scienza
                                                                                                 minatezza, nel tempo e nello spazio.       e produrre linee guida, normative e
                         successivi al lockdown                                                  Nel tempo, perché quello che ci sta di modi d’attuazione. Ma il vero punto
                                                                                                 fronte ha contorni talmente sfumati sta nelle forme della nostra esperien-
                         etc.); le istituzio-       cità di modi, condizionati da diverse        da risultare illeggibile. Quando tor- za e in come negoziano con lo spazio e
                         ni, grandi e piccole       strutture socio-demografiche, diver-         neremo “alla vita di prima”? Fra sei con gli altri corpi. E in come producia-
                        (musei, biblioteche,        si consumi culturali, diverse politiche      mesi? Fra un anno? Fra due? E cosa mo simboli che attribuiscono senso a
     archivi, accademie, etc.); le imprese          culturali territoriali e soprattutto di-     rimarrà della vita di prima, per poterla questa esperienza, in quanto individui
     culturali (compagnie teatrali, agenzie         verse geometrie delle disuguaglianze.        ancora chiamare tale? Il tempo è mol- e in quanto collettività.
     di booking, librerie, etc); i policy maker                                                  te cose, tra le quali un orizzonte di pro-
     e gli erogatori (decisori nazionali, am-       E sono proprio le disuguaglianze una         iezione delle narrazioni e delle scelte. E allora la cultura - come campo di
     ministrazioni locali, fondazioni banca-        delle condizioni più invocate e meno         Tutti - persone, gruppi, organizzazioni esperienze e come spazio del simbo-
     rie, d’impresa e di famiglia, etc); i fru-     comprese nei mesi successivi al lock-        - stanno posticipando le proprie scel- lico - è la finestra della quale abbiamo
     itori delle opere, come gruppi e come          down: età, genere, classe, ceto, abilità,    te in un futuro incerto. Scelte piccole bisogno per disinnescare la rimozio-
     singoli (lettori, spettatori, ascoltatori,     appartenenza territoriale, condizio-         e grandi. Di spostamenti, di investi- ne del trauma collettivo che è stato, è
     pubblici, scene, communities, etc).            ni della cittadinanza hanno influito e       menti, di sentimenti.                      e sarà il Coronavirus.
                                                    influiranno in modo drammatico sul
     Certo, si tratta di mondi e modi vici-         senso individuale e sociale di questo        E nello spazio. Perché mai come ades-      Non solo “la cultura per qualcos’altro”.
     nissimi eppure lontani. Intanto per-           gigantesco trauma collettivo. Che an-        so non sappiamo interpretare la natu-      Non solo la cultura come impresa e si-
     ché tagliati longitudinalmente in una          cora adesso sta venendo raccontato           ra della nostra esperienza individuale.    stema economico. Non solo la cultura
     miriade di settori dotati di una inelu-        posizionandosi in un continuum che           Cosa rischia il mio corpo? Cosa rischia-   come strumento di rigenerazione ur-
     dibile specificità, dal cinema d’anima-        va da “il lockdown è stato una pausa         no i corpi altrui? Quando e come met-      bana. Non solo la cultura come abili-
     zione al teatro sociale passando per           di riflessione” a “ho perso il lavoro a      to a rischio me stesso e gli altri? Cosa   tante di coesione sociale. Non solo la
     l’archeologia e la musica elettronica.         marzo 2020 e non so più come anda-           posso conservare delle mie abitudini       cultura come enzima per la salute e il
                                                    re avanti”. O, se vogliamo, da “il lavo-     di interazione con il prossimo, fino a     benessere. Non solo la cultura come
     Poi perché le conseguenze del Coro-            ro a distanza mi permette di dedicare        che punto posso osare e dove invece è      riscoperta e dialogo con i pubblici.
     navirus sono state - e sono tuttora -          più tempo a me stesso e ai miei cari”        necessario cambiare? Viviamo un’in-        Non solo la cultura come conservazio-
     vissute in modi radicalmente diversi           a “sto impazzendo perché lavoro die-         certezza fatta di distanze, di metri li-   ne e valorizzazione del patrimonio del

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passato.                                 In quali casi invece è la causa della      tante favorire la costituzione di centri       to spaziale - e in parte sociale - che
                                              moltiplicazione delle disuguaglianze       di competenza (comitati di indirizzo,          stiamo vivendo. La nebbia del rischio,
     Ma anche e soprattutto la cultura        esistenti, o l’occasione per vederne       comitati etici, ma anche reti tra pari)        l’impossibilità di determinare con cer-
     come sguardo critico, come lettura       nascere di nuove? Il sovraccarico infor-   su forme specifiche di passaggio al di-        tezza cosa fa bene e male a noi e agli
     individuale e collettiva del mondo,      mativo al quale siamo stati sottoposti,    gitale, vincolandoli per quanto possi-         altri aprono una lunga serie di interro-
     come confliggere cacofonico di ar-       con continue richieste di partecipazio-    bile alla produzione di materiali divul-       gativi sulla relazione tra pratiche cul-
     monie e ritmi diversi che abitano gli    ne, coinvolgimento ed engagement           gativi, linee guida, toolkit, testi critici,   turali, spazi e corpi.
     stessi tempi e gli stessi luoghi. Come   da parte di organizzazioni note o          workshop, seminari, camp che pos-
     esperienza che si apre alle domande      meno, ha realmente segnato - come          sano essere utili a chi si troverà ad af-      Quali modi individuali e collettivi di
     - nuove e senza tempo - che quest’e-     sostengono alcuni - la fine dell’au-       frontare questioni simili.                     abitare gli spazi stiamo perdendo? E
     poca ci impone.                          dience engagement? La corsa quan-                                                         quali opportunità di sperimentazione
                                              titativa alla conquista dell’attenzione    Perché poi guardare solo alla “digita-         si aprono, invece? E’ chiaro che stiamo
     Questo volume raccoglie esperienze       del pubblico, vidimata da metriche e       lizzazione”, alla mera trasposizione di        attraversando un momento di messa
     basate su pratiche, linguaggi e conce-   indicatori, ha ancora senso?               pratiche concepite per il mondo ma-            in discussione del rapporto tra spa-
     zioni della cultura diversissime. Guar-                                             teriale e portate poi nel digitale? Inter-     zi pubblici e privati, ma in quali dire-
     dandole tutte assieme, però, possia- Quali sono i rischi concreti per la pri-       net è con noi da quasi trent’anni, un          zioni? Chi può o deve prendersi la re-
     mo iniziare a formulare le domande vacy e i dati sensibili?                         periodo lunghissimo. E nonostante i            sponsabilità di quello che avviene nei
     da portare con noi nell’incertezza.                                                 mondi della cultura tradizionale italia-       diversi contesti? Come cambieranno i
                                                Per rispondere, è indispensabile che     na abbiano fatto di tutto per saperne il       luoghi della cultura che già conoscia-
     Un primo gruppo di domande riguar- tutti i soggetti coinvolti nella gover-          meno possibile, qui come nel resto del         mo? Quali nuovi luoghi nasceranno?
     da, inevitabilmente, il rapporto tra nance culturale elaborino strumenti            mondo sono proliferate pratiche arti-
     cultura e digitale. La quantità di tem- per la formazione di nuove competen-        stiche e curatoriali native dei mondi          Sicuramente non sappiamo abba-
     po che passiamo di fronte agli scher- ze e l’adeguamento di quelle esisten-         digitali. O, più precisamente, pratiche        stanza su come i luoghi si stanno ri-
     mi è aumentata esponenzialmente; la ti, attingendo non solo dalle discipline        nate e cresciute negli ambigui spazi di        configurando. Indagini, ricerche e
     didattica, il lavoro, le esperienze cultu- più ovvie come informatica, design o     mezzo tra il digitale e il materiale che       mappature su quel-
     rali, le relazioni sociali sono state tra- scienze della comunicazione ma an-       tutti - con i nostri smartphone, GPS,          lo che avviene all’in-
     sposte giocoforza dal mondo materia- che (e forse soprattutto) dalla filoso-        account social, conti online - abitiamo        terno e all’esterno,
     le a quello online senza che nessuno fia, dalla sociologia e dalla semiotica.       da tempo e che il Coronavirus ha reso          negli spazi ufficiali
     fosse, realmente, preparato.               Quelle digital humanities, insomma,      improvvisamente visibili.                      e in quelli informa-
                                                delle quali si è molto parlato e poco
     Per digitalizzare un oggetto o un pro- praticato negli ultimi anni.
     cesso culturale, basta trasferirli su una
                                                                                         Non solo la cultura come impresa
     piattaforma di streaming? Cosa per- Data la grande disomogeneità nel ca-
     diamo e cosa guadagniamo facendo- pitale culturale specifico di organizza-
                                                                                         e sistema economico, ma anche
     lo? Quali esperienze, quali forme di at- zioni diverse, è importante favorire la    la cultura come lettura individuale
     tenzione, quali potenzialità attiviamo? costruzione e lo scambio orizzontale e
     Quali forme di intimità perdiamo? In verticale di competenze individuali e          e collettiva del mondo
     quali casi questa crisi è un’opportu- collettive attraverso pratiche collabo-
     nità di alfabetizzazione digitale? Per rative.                                                                            li sono necessarie e
     chi, e a quali condizioni?                                                          Altre domande sono connesse alla non rimandabili.
                                                In un momento come questo è impor-       straordinaria esperienza di isolamen-

     Cultura in zona rossa - Bertram Niessen                                                                                                                        Blueprint
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Cultura in zona rossa - Bertram Niessen                                                                                                                            Blueprint

     È indispensabile, inoltre, costruire del-   un lato, è necessario pensare a come       particolare? Quali invece quelli nuovi       schilismo e il paternalismo.
     le piattaforme locali di matching tra le    disseminare il più possibile pratiche      ed emergenti da questo contesto par-
     necessità di spazi per le pratiche cul-     culturali di prossimità in ogni territo-   ticolare? Cosa possono fare pratiche e    Sono solo alcune linee possibili di
     turali e i moltissimi luoghi abbando-       rio, nelle metropoli come nelle aree       processi di accesso, interazione, par-    indagine, ma è questo circolo che
     nati o con attività temporaneamente         interne (cosa, questa, che dovrà dare      tecipazione e collaborazione per con-     dobbiamo provare a rendere virtuo-
     sospese. In quest’ottica, è fondamen-       un gradissimo peso alla costruzione        trastare queste tendenze?                 so. Partire dalla cultura per costruire
     tale agevolare usi temporanei, age-         e manutenzione di reti, alle forme di                                                domande. Aprire prospettive inedite,
     volazioni, affitti calmierati, coworking    collaborazione e allo sviluppo di nuo-     C’è bisogno di stabilire in modo chia- fuori dai terreni battuti. Cercare col-
     non convenzionali che possano anche         vi equilibri tra produzione e circuita-    ro la natura della cultura come bene lettivamente le risposte. E collettiva-
     solo in piccola parte arginare lo stilli-   zione). Dall’altro, sarà indispensabile    comune, lavorando sulla consapevo- mente costruire le soluzioni.
     cidio della chiusura delle attività cul-    progettare la produzione e la fruizio-     lezza della necessità dell’accesso e
     turali.                                     ne culturale in un’ottica di democra-      della democrazia culturale come di-
                                                 zia culturale spaziale radicale, che       ritti umani di base, non subordinabili
     In questi mesi si ricorrono proposte        non assegni la cultura di serie B alle     - al pari della salute, dell’abitazione e
     che hanno a che fare con quella che         zone marginali ma che, al contrario,       dell’istruzione - a sole logiche di mer-
     possiamo chiamare, generalizzando,          diffonda cultura di qualità proprio in     cato.
     città di prossimità: una rapida riorga-     quelle aree che sono più a rischio nel-
     nizzazione in chiave pandemica del-         la permutazione delle disuguaglianze.      Questo riguarda sia i fruitori di cultu-
     le funzioni sociali della città che ren-                                               ra che chi opera nel settore, storica-
     da servizi di vari genere raggiungibili
                                           Ed alle disuguaglianze bisogna guar-             mente uno di quelli nei quali il lavoro
     senza l’utilizzo dei mezzi pubblici e del
                                           dare per comprendere verso quale                 precario è più invisibilizzato tramite
     traffico motorizzato provato, e senza mondo stiamo andando. Generici ap-               il ricorso a collaborazioni parasubor-
     creare assembramenti.                 pelli alla solidarietà non bastano più, e        dinate e a collaborazioni permanen-
                                           la crisi economica e sociale che si sta          ti con committenti unici. Da questo
                         È   fondamentale sovrapponendo a quella sanitaria ri-              punto di vista, è importante incenti-
                         prendere di petto schia di lasciare ferite che non sapran-         vare la scrittura, la sottoscrizione ed
                                                                                            il rispetto di carte etiche sul tratta-
                                                                                            mento dei lavoratori. Ed è necessario
                         Quali modi individuali e collettivi                                chiedere alle istituzioni della cultura
                                                                                            della formazione, pubbliche e private,
                         di abitare gli spazi stiamo                                        un’immediata       responsabilizzazione

                         perdendo? E quali opportunità                                      verso i lavoratori precari.

                         di sperimentazione si aprono?                                      Allo stesso modo, è necessario incen-
                                                                                            tivare progetti e organizzazioni che
                                                                                            abbiano specifiche politiche di inte-
                        la questione della       no più rimarginarsi.                       grazione di categorie svantaggiate (a
                        città di prossimi-                                                  partire da donne e giovani, ma senza
                       tà anche dal punto        Quali sono i fattori consolidati di di-    limitarsi a queste) anche e soprattut-
     di vista culturale, considerando due        suguaglianza nell’accesso alla cultura     to in ruoli di potere e di responsabilità,
     aspetti opposti e complementari. Da         che incidono e incideranno in modo         per contrastare la senescenza, il ma-

32                                                                                                                                                                                  33
Arte/Cinema/Musica

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     Musei

     Permorming/Teatro

     Scuola
34                         35
anche un’occasione per contribuire attivamente a comunicare
       Avantgardening                                                      e raccontare l’esperienza delle Brigate di Solidarietà di Milano,
                                                                           per le quali abbiamo prodotto una televendita insieme al collet-
                                                                           tivo NOTEXT e abbiamo attivato un sistema di donazioni che ha
                                                                           permesso di raccogliere, in tre giorni, più di 1500 euro.
                                                                           Il festival desiderava allontanarsi dalla semplice traduzione di
                                                                           modelli che erano familiari prima dell’avvento del Covid-19 e
       CATEGORIA                                                           che una crisi così profonda, destinata a produrre mutamenti
       Arte/Cinema/Musica                                                  sostanziali nella società in cui viviamo, avesse bisogno di una
                                                                           narrazione inedita che tenesse conto sia delle riflessioni e delle
       TEMA                                                                emozioni generate dalla pandemia sia delle possibilità (ma an-
       Condivisione, digital art, festival, musica,                        che dei limiti) delle piattaforme a nostra disposizione
       solidarietà                                                         PERCHÈ È FICO
                                                                           Per far fronte a una crisi così devastante è necessario dotarsi di
       Online                                                              alcuni strumenti condivisi, che nascano dalla matrice profonda-
                                                                           mente umana dell’empatia. L’essere umano è in grado di adat-
                                                                           tarsi al cambiamento grazie alla collaborazione e allo scambio,
                                                                           per cui il dialogo, la solidarietà e il senso di appartenenza a una
                                                                           comunità sono pratiche salvifiche, soprattutto in momenti di
                                                                           profondo smarrimento, e la cultura è il collante che permette di
   DI COSA SI TRATTA                                                       nutrire il nostro tessuto sociale e connetterci su piani che trava-
   Avantgardening è un progetto di festival multimediale nato              lichino relazioni lavorative e strutture socioeconomiche.
   dalla volontà di costruire una piattaforma in cui artisti, attiviste,
   scrittrici, pensatori e performer potessero esprimersi e dialoga-       CHI L’HA FATTO
   re tra loro su tematiche legate all’isolamento e alla crisi profon-     Avantgardening è un progetto di festival multimediale nato
   da che stiamo attraversando globalmente in un momento in                a marzo del 2020 durante il lockdown dalla collaborazione
   cui il social distancing e l’obbligo di rimanere tra le mura di casa    a distanza tra Vittoria De Franchis, Virginia W. Ricci, Elena
   non ci permettevano di farlo se non all’interno di un contesto          Viale e Eleonora Strozzi
   digitale.
   Questa necessità di cementare una community già esistente e             LINK
   coinvolgere nuove soggettività nella costruzione di un conte-
   sto condiviso si è sviluppata parallelamente alla nostra esigen-        CHI LO CONSIGLIA
   za di renderci utili, attivando il nostro network, alle pratiche di     Virginia Ricci è stata editor in chief di Noisey, ha collaborato
   solidarietà dal basso che avevano iniziato ad attivarsi nella fase      con Rolling Stone e altre testate, è autrice, promoter e DJ.
   uno del lockdown. Quello che chiamiamo festival, che in realtà          Ha co-fondato le clubnight Spiritual Sauna e Just Cavalle la
   è più simile a un palinsesto multimediale di tre giornate, è stata      piattaforma online Avantgardening.

36 Arte/Cinema/Musica                                                                                                                Blueprint   37
Lockdown Cinema Club                                                PERCHÈ È FICO
                                                                           Lockdown Cinema Club ha raggiunto un altissimo numero di
                                                                           utenti (1548 beneficiari) che ha donato una cifra complessiva
                                                                           di 4,694,124.56 di pesos (83.741,60 €) a fronte di un obiettivo ini-
                                                                           ziale di 2 milioni, anche grazie all’adesione di realtà, festival e
                                                                           istituzioni che si sono affiancati all’iniziativa in termini organiz-
       CATEGORIA                                                           zativi, mediatici, economici.
       Arte/Cinema/Musica                                                  Il progetto ha rappresentato una risposta dal basso al tema del-
                                                                           la vulnerabilità degli invisibili del cinema, è stata una pratica di
                                                                           cura, comunità, prossimità e relazione che ha posto il tema del
       TEMA                               Online ( da Mani-
                                                                           welfare in primo piano, affiancando la solidarietà all’altissima
                                          la, Filippine)
       Cinema, cinema indipendente, solidarietà,                           qualità dei lavori mostrati.
       welfare cinematografico
                                                                           CHI L’HA FATTO
       Online (da Manila, Filippine)                                       Un collettivo di filmmaker filippini

                                                                           LINK
                                                                           CHI LO CONSIGLIA
                                                                           Maria Paola Zedda curatrice ed esperta di performance art,
   DI COSA SI TRATTA                                                       danza e arti visive, rivolge la sua ricerca ai linguaggi di con-
   Lockdown Cinema Club è un progetto nato a Manila da un grup-            fine tra arte contemporanea, danza, performance e cinema.
   po di registi indipendenti filippini, unito per supportare le fasce     Ha lavorato come assistente e organizzatrice per oltre un
   più fragili del comparto (elettricisti, addetti alle riprese, carpen-   decennio nelle produzioni della Compagnia Enzo Cosimi
   tieri, assistenti di produzione etc.), colpite dall’interruzione im-    (con cui ora collabora come dramaturg) e come performer
   provvisa delle attività produttive dovuta alla pandemia Covid19.        indipendente ha ottenuto importanti riconoscimenti quali
   Il progetto ha coinvolto alcuni tra i più interessanti registi indi-    la Menzione Speciale del Premio Equilibrio 2009. Direttrice
   pendenti della scena filippina e del Sud Est Asiatico (il Leone         artistica di Cagliari Capitale Italiana della Cultura nel 2015,
   d’Oro Lav Diaz, Shireen Seno, Khavn de La Cruz, John Torres, per        cura festival e manifestazioni legate ai linguaggi del con-
   citare i più noti) invitati a condividere una o più opere renden-       temporaneo e co-dirige dal 2013 Across Asia Film Festival.
   dole accessibili in streaming per una settimana. E’ nato così un        Scrive su Artribune, Alfabeta2 e Antinomie.
   programma organizzato in cataloghi di titoli e link aggregati e
   condivisi su google drive che, con il motto Watch all you want,
   and give what you can, è stato promosso attraverso una pagina
   facebook, insieme a maratone cinematografiche di 24 ore, in-
   contri, screening.

38 Arte/Cinema/Musica                                                                                                                  Blueprint   39
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