La tutela del Moderno nel Cantone Ticino

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La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
La tutela
del Moderno
nel Cantone
Ticino

Repubblica del Cantone Ticino
Dipartimento del territorio
Ufficio dei beni culturali
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
La tutela
                                          del Moderno
                                          nel Cantone
                                          Ticino

Sommario

Prefazione                            3

Le ragioni della tutela               4

Breve storia del Moderno in Ticino   6

La tutela: i criteri di scelta       12

Indice per tipologia costruttiva     16

Catalogo                             18

Architetti e ingegneri               36

Bibliografia                         37

Fonti delle illustrazioni            38

Ringraziamenti                       38

                                          In copertina (da destra a sinistra): Assonometria
                                          Scuola Media, Morbio Inferiore (I) – Viadotto di
                                          Fieud, Airolo (II) – Cinema Corso, Lugano (III) –
                                          Pianta PT Teatro San Materno, Ascona (IV) –
                                          Pianta del piano tipo Casa d’appartamenti,
                                          Bellinzona (V) – Bagno pubblico, Bellinzona (VI)
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Prefazione
                         el 2009 il Cantone ha presentato           Questa pubblicazione, auspicata dal

                N        l’Inventario dei beni culturali e ha
                         segnato questo traguardo con una
             pubblicazione e una manifestazione orga-
                                                                Consiglio di Stato, ha differenti scopi: da
                                                                una parte vuole sensibilizzare comuni e
                                                                opinione pubblica sull’importanza culturale
             nizzata per i cento anni della prima legge         di questo patrimonio; d’altro canto, desi-
             sulla protezione dei monumenti. I risultati        dera motivare e illustrare le scelte compiute
             del censimento dei beni culturali, mobili e        dal Cantone. Altre iniziative analoghe sono
             immobili, esistenti sul territorio cantonale       previste, proprio per valorizzare quei set-
             possono oggi essere utilizzati in modo con-        tori del patrimonio architettonico cantonale
             creto. Una banca dati, infatti, non può es-        che non godono ancora di adeguata tutela,
             sere un mero contenitore di nozioni stati-         in particolare per l’architettura del XIX e
             stiche. Si tratta invece di uno strumento di       dell’inizio del XX secolo.
             condivisione e di diffusione delle informa-            La valorizzazione degli edifici e dei ma-
             zioni a vantaggio di un gran numero di             nufatti del Moderno non è un atto di omag-
             utenti: ricercatori, studenti, pianificatori,      gio compiacente ad alcuni maestri ricono-
             amministratori comunali e, più in generale,        sciuti dell’architettura nostrana. Al contrario,
             tutti gli interessati a questo specifico aspetto   è un riconoscimento del valore e del signi-
             del paesaggio ticinese.                            ficato urbanistico che rivestono alcune loro
                 Il censimento ha permesso di svolgere          opere. Ciò ci rende consapevoli del fatto
             un altro importante compito: verificare e          che una progettazione intelligente e razio-
             scegliere i beni meritevoli di essere tutelati     nale, a lungo andare, paga in termini di
             ai sensi della Legge sulla protezione dei          qualità di vita, e ci esorta a credere nella
             beni culturali del 1997, analizzandone l’im-       forza progettuale e creativa dell’architettura
             portanza culturale, la diffusione sul terri-       contemporanea (così come ci ha creduto
             torio, lo stato di conservazione. Obiettivo:       chi affidò a Rino Tami l’ideazione di alcune
             integrare nell’Inventario dei beni culturali       parti dell’autostrada). Insomma, proteggere
             edifici e opere d’arte finora studiati ma          l’architettura del Moderno, a ben guardare,
             poco valorizzati, quali ad esempio l’archi-        significa non solamente conservare una
             tettura Heimatstil, eclettica e storicistica, il   parte cospicua della nostra memoria storica,
             patrimonio rurale o i manufatti di ingegne-        ma anche riconoscere che molte trasfor-
             ria civile. Frutto di questo lavoro di ripen-      mazioni del nostro territorio possono essere
             samento è la lista degli edifici e dei             migliorate e consolidate grazie alla maturità
             manufatti progettati dagli architetti che          e alla capacità propositiva di un buon pro-
             aderirono – tra il 1920 e il 1980 – al movi-       getto architettonico.
             mento Moderno e che, con questo indi-
             rizzo, incisero profondamente sul tessuto
             urbano e territoriale del Cantone. Si tratta          Marco Borradori
             di un patrimonio di grande pregio architet-           Consigliere di Stato
             tonico e urbanistico, come confermano nu-             Direttore del Dipartimento del territorio
             merose monografie e pubblicazioni, così
             come la nuova edizione dell’Inventario
             svizzero dei beni culturali d’importanza
             nazionale da proteggere in caso di conflitto
             armato o catastrofe (2010), elaborato dal-
             l’Ufficio federale della protezione della
             popolazione su mandato del Consiglio fe-
             derale, o i siti internet degli enti turistici
             ticinesi, in cui compaiono proposte di iti-
             nerari tematici alla scoperta dell’architet-
             tura moderna.

                                                                                                               3
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Le ragioni della tutela
                                            el 1995, nel Messaggio che illu-        identificare e conoscere il valore dei loro

                                     N      strava il progetto di nuova Legge
                                            sulla protezione dei beni culturali,
                                  si potevano leggere queste considerazioni:
                                                                                    beni culturali, di tutelarli, se necessario e
                                                                                    utile, e di conservarli nel miglior modo
                                                                                    possibile» (Messaggio nr. 4387, 14 marzo
                                  «la legge vigente [si intenda quella del 1946,    1995). E più oltre, accennando alla neces-
                                  allora in vigore] presenta però limiti evi-       sità di adeguate misure di censimento del
                                  denti anche per altri motivi: concepita in        patrimonio, il Consiglio di Stato rammen-
                                  una realtà territoriale statica e da secoli so-   tava che «di fronte alla veloce trasforma-
                                  stanzialmente immutata, essa non potrà            zione del territorio, vi è la necessità di
                                  mai salvare un vasto patrimonio, in parte         avere, entro tempi assai brevi, informazioni
                                  ancora sconosciuto e ormai sull’orlo di una       e conoscenze dettagliate su una serie di
                                  silenziosa, ma velocissima, scomparsa. Si         oggetti (case rurali, architettura moderna,
                                  pensi ad esempio alle testimonianze della         insediamenti…) che non sono mai stati
                                  civiltà rurale, alle strutture urbane medie-      trattati nei classici inventari d’arte».
                                  vali e ottocentesche, all’architettura con-          La normativa cui il Messaggio citato fa-
                                  temporanea, alle notevoli testimonianze           ceva riferimento, promulgata poco dopo la
                                  etnografiche e artistiche conservate nei no-      conclusione del secondo conflitto mon-
                                  stri cimiteri…; sono realtà che esigono in-       diale, doveva operare in un Ticino per certi
                                  terventi di tutela pragmatici e agili, rapidi e   versi arcaico, non ancora toccato dallo svi-
                                  mirati. L’Ufficio Monumenti Storici non           luppo edilizio che sarebbe esploso nei de-
                                  può continuare ad essere il poliziotto che        cenni successivi, sorprendendo tutti per la
                                  difende sul terreno aulici monumenti di           rapidità e per la radicalità dei cambiamenti
                                  storia e di arte dall’assalto dell’inciviltà e    ambientali e urbanistici. Forse però è ancor
                                  dell’incuria; al contrario deve diventare lo      più significativo notare che in quella «realtà
                                  strumento che permette al Cantone, alle           territoriale statica» avevano già preso corpo
                                  comunità locali e ai singoli proprietari di       idee e realizzazioni architettoniche segnate

        Magazzini Punto Franco,
                        Balerna

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La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Scuola Media (ex Ginnasio),
                                      Bellinzona

da un’istanza di rinnovamento. Mentre il
territorio cantonale si apprestava a veder
sorgere miriadi di abitazioni monofami-
gliari prive di ambizioni estetiche e di ori-
ginalità, alcuni architetti ticinesi, confede-
rati e stranieri gettavano le basi di una
nuova stagione. A Lugano, per non fare
che un solo esempio, era sorto proprio negli
anni in cui l’Occidente era sconvolto dalle
grida di guerra l’edificio riservato da Rino
e Carlo Tami al silenzio della lettura e dello
studio, la Biblioteca Cantonale. Quella co-
struzione, che più tardi tutti riconobbero
come un caposaldo per l’affermazione della
modernità in campo architettonico, nei suoi
giorni sollevò fiere obiezioni anche in per-
sonaggi di primo piano nel mondo cultu-
rale, che stroncarono l’opera con espres-          di inventariazione moderna del patrimonio            pienamente l’importanza delle opere ar-
sioni di inaudito biasimo.                         culturale ticinese, ciò che ha permesso al-          chitettoniche del Movimento moderno in
   A distanza di più di mezzo secolo, i toni       l’Ufficio dei beni culturali di rilevare con         Ticino: esse rappresentano infatti una parte
della polemica si sono fortunatamente              strumenti adeguati e di conoscere una quan-          consistente e apprezzata del nostro patri-
smorzati e quelle reazioni, dettate da con-        tità elevata e straordinaria di costruzioni,         monio culturale; si affiancano con pieno
siderazioni che non possono rivendicare            di manufatti e di beni mobili. Grazie a              merito a edifici sacri e civili identificati
equilibrio di ponderazione, hanno lasciato         questo strumento, la Commissione e l’Uf-             negli ultimi cent’anni dagli organismi di
posto a una più matura riflessione e alla va-      ficio hanno pertanto scelto, tra il patrimonio       vigilanza e annoverati dallo Stato tra i beni
lutazione in grado di osservare cose e per-        edilizio del periodo moderno esempi si-              culturali meritevoli di protezione; riflettono
sone con la necessaria profondità di pro-          gnificativi di architettura degna di una tutela      e incarnano una stagione felice e singolare
spettiva. La delicata questione relativa alla      cantonale necessaria alla salvaguardia e             di progettazione e di realizzazione da parte
tutela dell’architettura moderna ha provo-         quale stimolo anche per i comuni a prevedere         di architetti ticinesi, confederati e stranieri
cato discussioni negli organismi preposti          l’inserimento nei loro piani regolatori di           in contesti urbani e periferici spesso sfigurati,
alla conservazione dei beni culturali, e i         beni culturali locali dell’architettura moderna      purtroppo, da un’attività edilizia pubblica
protocolli delle sedute non mancano di te-         di pregio esistente sul loro territorio. L’in-       e privata banale e ripetitiva». Questo im-
stimoniare la vivacità degli interessi e dei       ventario dei beni culturali, di cui si è fatto       portante riconoscimento da parte dello
dibattiti a questo proposito. La Commis-           carico il Servizio omonimo con diversi anni          Stato rappresenta senza alcun dubbio, per
sione dei beni culturali (cui il Messaggio         di intenso lavoro sul terreno, si è rivelato         l’Ufficio e per la Commissione, il sostegno
citato attribuisce il ruolo di «elemento con-      lo strumento indispensabile che fornisce             più efficace che l’autorità politica può dare
nettivo tra l’attività dei servizi statali e       di solide basi conoscitive la politica di tutela     all’impegno degli organismi statali nella
l’esterno… interprete di volta in volta della      che deve affrontare il Cantone in questo             tutela dell’architettura moderna.
sensibilità culturale della collettività») non     esordio di terzo millennio. All’opera di
rimase certo insensibile agli appelli accorati     identificazione degli oggetti più meritevoli
che portarono il Consiglio d’Europa a sti-         di tutela ha dato il suo contributo, anche              Adriano Censi
lare nel 1975 ad Amsterdam la Carta Eu-            se in veste di reazione negativa, il dibattito          Presidente della Commissione
ropea del Patrimonio Architettonico, e il          pubblico che è andato gradatamente pren-                dei beni culturali
Cantone a indicare nel villaggio verzaschese       dendo corpo negli ultimi anni. Di fronte
di Corippo un agglomerato di costruzioni           alle distruzioni di alcuni monumenti signi-             Giuseppe Chiesi
meritevoli di tutela e di valorizzazione.          ficativi e alla progressiva, a volte inarrestabile      Capo dell’Ufficio beni culturali
   Le iniziative più concrete in questa di-        cancellazione di altri edifici pregevoli, spesso
rezione si sono però avute alla fine degli         anche non tutelati, il Consiglio di Stato, ri-
anni Novanta, quando il Parlamento ticinese        spondendo nel 2006 a un’interrogazione
ha approvato un progetto di censimento e           parlamentare, sosteneva di «condividere

                                                                                                                                                       5
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Breve storia del Moderno in Ticino
                           ono raccolte e documentate in           naldi. Allo stesso modo, nell’«Elenco» al-

                    S      questo volume sessantaquattro
                           opere ticinesi di architettura e di
                 ingegneria realizzate tra il 1924 (Magazzini
                                                                   legato, il grosso delle voci è rappresentato
                                                                   da chiese, cappelle, oratori e rispettivi arredi
                                                                   sacri, con preminenza di opere romaniche
                 al Punto Franco di Balerna dell’ingegnere         e del Rinascimento e in seconda battuta del
                 Robert Maillart) e il 1981-1982 (Casa Ro-         XVII e XVIII secolo. La selezione dei ma-
                 tonda a Stabio di Mario Botta), meritevoli        nufatti protetti rispecchia la legge cantonale
                 di tutela cantonale ai sensi della Legge sulla    sui monumenti del 19092. Nata segnata-
                 protezione dei beni culturali del 1997. Pro-      mente per impedire la perdita di testimo-
                 pensi a correlare i beni culturali con la loro    nianze romaniche nel periodo del grande
                 antichità, di primo acchito ci si potrebbe        sviluppo economico ed edilizio che prece-
                 sorprendere di quanto siano recenti i ma-         dette il primo conflitto mondiale, essa san-
                 nufatti presentati. Preso atto di ciò, non        civa la protezione delle «opere aventi pregio
                 può meravigliarci che circa la metà degli         d’antichità o d’arte» avocando allo Stato la
                 edifici esaminati siano residenze, che siano
                 rappresentate tutte le altre tipologie edilizie
                 espressione della società attuale e che sol-
                 tanto tre siano le chiese selezionate. Bastano
                 queste osservazioni per capire quanto la
                 nuova legge si sia rivelata incisiva nell’in-
                 tegrare gli scopi di quella in vigore in pre-
                 cedenza, normativa della quale possiamo
                 leggere gli esiti in un antenato illustre della
                 presente pubblicazione, i Monumenti storici
                 e opere d’arte esistenti nel Cantone Ticino
                 di Francesco Chiesa del 19281. L’opera del
                 grande sagnolese contiene l’«Elenco degli
                 immobili dichiarati monumenti nel senso
                 della legge» suddivisi per comuni all’in-
                 terno dei distretti, con stringate schede sui
                 singoli oggetti che ne riportano descrizione,
                 datazione e nome del proprietario. L’elenco
                 è preceduto da uno scritto di Francesco
                 Chiesa pensato per accompagnare una pro-
                 iezione di diapositive riproducenti gli stessi
                 monumenti. Il testo si dipana secondo il
                 criterio cronologico dalle vestigia delle po-
                 polazioni preceltiche che abitarono la re-
                 gione nell’antichità, ma si sofferma mag-
                 giormente sulle testimonianze del Medio
                 Evo – chiese, pitture e sculture in esse con-
                 tenute – e del Rinascimento, chiese con il
                 loro corredo e pochi edifici profani, che
                 aumentano di numero nel successivo capi-
                 tolo sui monumenti barocchi. Francesco
                 Chiesa vi tratta poi brevemente l’architet-
                 tura neoclassica, per terminare con un ac-
                 cenno alle sculture di Vincenzo Vela e alla
                 pittura del «periodo romantico», con rife-
                 rimenti ad Antonio Ciseri e Antonio Ri-

6
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Stazione di partenza
della funivia di Cardada,
Orselina

Sotto:
Biblioteca Cantonale,
Lugano

facoltà di emanare i provvedimenti di tutela
sui singoli oggetti3.
   Volta com’era alla conservazione di un
patrimonio antico che costituiva agli occhi
di molti un documento dell’identità tici-
nese, legata all’attività dei maestri costrut-
tori che dalle terre dei laghi si erano mossi
per attendere alla costruzione delle catte-
drali medievali, la legge non aveva necessità
di determinare un termine minimo d’anti-
chità degli oggetti destinati a ricadere nel
suo campo d’applicazione. Tale termine fu
introdotto solo con la nuova legge canto-
nale del 15 gennaio 1946 che escludeva dalla
propria azione le opere con meno di cin-
quant’anni di età o di artisti viventi4.
   Alla conclusione che per la tutela fosse
necessario un certo distacco temporale era
giunto già nel 1905 lo storico dell’arte Alois
Riegl, presidente della Imperial Regia com-
missione per lo studio e la conservazione
dei monumenti storici artistici a Vienna,
quando rifletteva sulla legge sulla tutela in-
trodotta nell’Impero asburgico della quale
era stato ispiratore. Riegl affermava che la
legge non dovesse prendere in esame og-
getti con meno di cinquant’anni5. Restrin-
geva quindi il campo d’azione della legge
al periodo precedente al 1850, limes allora
tra antico e moderno, corrispondente som-
mariamente al passaggio dal Neoclassici-
smo, il linguaggio architettonico dei Lumi
e degli Imperi sovranazionali, a quello dei
revival, legati ai nazionalismi che quegli
Imperi avrebbero finito per disgregare.
Alois Riegl poneva però le basi per oltre-
passare il limite temporale quando avvertiva
la necessità di superare il concetto di mo-
numento storico come ricordo imperituro
di un avvenimento rilevante per il suo crea-
tore, per arrivare a quello di monumento
di storia della cultura, rappresentazione di
una determinata fase dello sviluppo cultu-
rale, anteprima dell’idea di bene culturale6.
   I cinquant’anni fissati della legge ticinese
del 1946 spostavano la linea di confine tra i
potenziali oggetti da tutelare e gli altri agli
inizi del XX secolo. Agli esordi della legge
restava così esclusa la maggior parte del-
l’edilizia che in quel tempo costituiva an-

                                             7
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Stabilimento Usego,
                                        Bironico

                                           Sotto:
                           Villaggio San Michele,
                                         Caslano

cora il volto delle cittadine ticinesi, l’archi-
tettura eclettica e Liberty delle case d’ap-
partamenti e dei villini dei nuovi quartieri
di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona,
Locarno. È pur vero che in un brevissimo
volgere di anni sarebbero diventati poten-
ziale oggetto di tutela sia quei manufatti          grande capitolo, che non possiamo che de-         come orpello. Allo stesso modo le opere
sia i primi esempi dell’architettura moderna        finire come quello dell’architettura mo-          dei maestri del Moderno sono sempre di
ticinese degli anni Venti e Trenta, ma la           derna. La cultura architettonica del presente     ispirazione per i progettisti attuali.
legge del 1946 restava ancorata all’idea del        ha, infatti, le sue radici principalmente negli      All’interno del grande capitolo della mo-
monumento già presente nella normativa              anni Venti del Novecento, periodo che se-         dernità ticinese possiamo riconoscere alcuni
del 1909 e il suo campo d’azione non sa-            gna l’affermazione del Movimento mo-              sottocapitoli: le opere pionieristiche degli
rebbe mai stato spostato più avanti del             derno, i cui princìpi, benché contestati nel      anni Venti e Trenta, il regionalismo degli
Neoclassicismo.                                     Sessantotto, sono tuttora l’anima dell’ar-        anni Quaranta, l’architettura degli anni
    Un passo avanti verso la moderna defi-          chitettura: il passaggio alla tecnica costrut-    Cinquanta e Sessanta, infine gli anni Set-
nizione del bene culturale era segnato dalla        tiva del cemento armato, a nuovi materiali        tanta, la decade in cui si sono affermati ar-
Convenzione dell’Aja del 1954, sottoscritta         e nuove tecnologie, il funzionalismo, con         chitetti che si sono guadagnati una fama
da molti Paesi dopo la constatazione dei            una grande innovazione nella distribuzione        internazionale tanto da conferire al Ticino
gravi danni subiti dai monumenti europei            interna dell’abitazione, un nuovo concetto        l’immagine di una «periferia colta».
durante la guerra. Fatto salvo l’interesse ar-      spaziale che privilegia la continuità degli          Il Magazzino al Punto Franco di Balerna
tistico, storico e archeologico, all’Aja era        spazi interni e quella degli interni con          dell’ingegnere Robert Maillart del 1924, che
posto l’accento sul bene come patrimonio            l’esterno, un’estetica che considera l’edificio   apre la rassegna in senso cronologico, va
culturale popolare, ne conseguiva un am-            tanto più bello quanto più rispondente al         ancora ascritto a quelle opere industriali di
pliamento delle tipologie tutelabili a oggetti      suo scopo e pertanto rifiuta la decorazione       poco precedenti alla Prima guerra mon-
che possono essere letti come testimonianze
importanti da un settore della popolazione
molto più ampio dei soli specialisti addetti
allo studio dei monumenti7. La legge tici-
nese del 1997 ha fatto propria la teoria della
percezione del patrimonio da parte dei cit-
tadini e ha sostituito la dizione di monu-
mento con quella di bene culturale, ivi de-
finito «tutto ciò che riveste interesse per la
collettività in quanto testimonianza dell’at-
tività creativa dell’uomo in tutte le sue
espressioni»8. Sono identificati nuovi beni
da proteggere che esulano dall’ambito tra-
dizionale delle tutele quale ci era presentato
dall’«Elenco» di Francesco Chiesa. Sul ter-
ritorio ticinese, architetture più prossime a
noi per epoca di realizzazione, che hanno
valore culturale per la popolazione, si tro-
vano tra l’edilizia borghese dei secoli XVIII
e XIX, l’architettura eclettica e Liberty dei
primi del Novecento e, infine, nella mo-
dernità.
    Se premettiamo che per ogni epoca è
moderno ciò che è vicino nel tempo e nel
pensiero, tutte le opere mostrate in questa
pubblicazione fanno parte di un unico

8
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Lido,
                                      Locarno

                                        Sotto:
                             Casa Rocca Vispa,
                                       Ascona

                                                                                                  cantonali molto più che al loro interno. La
                                                                                                  seconda strada è tutta ticinese. Giovanni
                                                                                                  Bernasconi nel 1928 dimostra che i giovani
                                                                                                  architetti non sono sordi al rinnovamento
                                                                                                  dell’architettura e costruisce a Balerna la
                                                                                                  Fabbrica delle pietre fini Frieden, moderno
                                                                                                  edificio costituito da due parallelepipedi
                                                                                                  con struttura puntiforme in cemento ar-
                                                                                                  mato, finestre che occupano l’intera luce
                                                                                                  dei pilastri e tetto piano. A questa fanno
                                                                                                  seguito in un breve volgere di anni nume-
                                                                                                  rose opere improntate alla nuova tendenza.
                                                                                                  A differenza delle abitazioni unifamiliari
                                                                                                  asconesi si tratta per lo più edifici pubblici:
                                                                                                  ospedali (a Bellinzona di Augusto Jäggli e
                                                                                                  Locarno di Eugenio e Agostino Cavadini),
                                                                                                  cliniche (Sant’Agnese a Muralto di Bruno
                                                                                                  Brunoni e San Rocco a Lugano dei Cava-
                                                                                                  dini), un Bagno spiaggia (a Locarno di Fer-
                                                                                                  dinando Bernasconi), lo Studio Radio a
                                                                                                  Cassarate, l’asilo di Molino nuovo (en-
                                                                                                  trambi di Bruno Bossi) e alcune case d’ap-
                                                                                                  partamenti luganesi (Domus Pax e Conti
                                                                                                  di Augusto Guidini jr, Rotonda di Hans
                                                                                                  Witmer e Silvia Witmer-Ferri, Poretti e Ro-
                                                                                                  landi di Giuseppe Franconi e Amadò di
                                                                                                  Orfeo Amadò), mentre nell’edilizia unifa-
                                                                                                  miliare la rottura con la tradizione si rivela
                                                                                                  più difficile. La pluralità degli interventi
                                                                                                  mostra però quando la nuova architettura
                                                                                                  avesse ormai fatto presa in Ticino alla metà
                                                                                                  degli anni Trenta. La produzione moderna
diale, come la fabbrica delle turbine della      deschi sono gli architetti delle nuove rea-      ticinese presenta un crescendo di intensità
A.E.G. di Behrens a Berlino e la fabbrica        lizzazioni asconesi. Nel 1927 Eduard von         fino alla Biblioteca cantonale di Lugano,
Fagus AG di Gropius ad Alfeld, primi segni       der Heydt incarica l’architetto di Düssel-       costruita tra il 1939 e il 1941 su progetto di
dell’architettura moderna che nasce uffi-        dorf Emil Fahrenkamp di progettare per           Rino e Carlo Tami, vincitori nel 1937 del
cialmente dopo il conflitto. L’effettivo ap-     lui l’Albergo Monte Verità di Ascona. Sem-       concorso bandito dal Consiglio di Stato.
prodo delle nuove istanze architettoniche        pre nel 1927 l’architetto nativo di Brema        Rino Tami nella stesura del progetto è sug-
nella nostra regione avviene sullo scorcio       Carl Weidemeyer, dopo essere stato im-           gestionato dal lavoro di Otto Rudolf Sal-
degli anni Venti per due strade distinte, ac-    pressionato dalla nuova architettura al-         visberg del quale è stato allievo al Polite-
comunate solo dall’anno di inizio delle due      l’esposizione del Weissenhof di Stoccarda,       cnico di Zurigo nel 1934 insieme, tra gli
esperienze, il 1928. Dopo la fine della          si trasferisce ad Ascona con l’incarico di       altri, a Hans Witmer e Silvia Witmer-Ferri,
Grande guerra ad Ascona si insedia gra-          costruire il Teatro San Materno per la dan-      Brunoni e Jäggli, tutti più o meno attenti
dualmente una colonia di facoltosi e accul-      zatrice Charlotte Bara. Negli anni a seguire     al linguaggio del maestro bernese, che ispira
turati borghesi tedeschi, cittadini del Reich    Weidemeyer progetta diverse case unifami-        ancora il Palazzo governativo di Bellinzona
sconfitto. Dalla Germania portano con sé         liari ad Ascona e accanto a lui lavorano altri   di Bernasconi e Guidini (1950-1955).
la nuova cultura architettonica tedesca che      architetti che realizzano le opere del primo         Gli architetti della colonia tedesca di
aveva il suo centro nel Bauhaus, la scuola       Moderno nella regione, segnatamente resi-        Ascona esauriscono la loro attività proget-
di architettura e arti applicate fondata da      denze private, opere destinate a essere co-      tuale già alla metà degli anni Trenta, al mu-
Walter Gropius a Weimar nel 1919. E te-          nosciute e apprezzate all’esterno dei confini    tare dei gusti dei loro committenti. Weide-

                                                                                                                                               9
La tutela del Moderno nel Cantone Ticino
Casa d’appartamenti
                                    Domus Pax,
                                        Lugano

meyer si dedica alla pittura, il suo collega
Max Schmucklerski parte nel 1936 la-
sciando ad Ascona solo la sua Bugatti, che
finisce nel lago Maggiore. I giovani ticinesi
proseguono invece con tenacia l’attività at-
traverso le crisi economiche e i rigori degli
anni di guerra e sono i protagonisti dei corsi
e ricorsi che caratterizzano le successive
stagioni dell’architettura locale dal regio-
nalismo degli anni Quaranta in poi. Sospese
le commesse pubbliche a causa della guerra,
con l’eccezione di quelle legate al settore
militare (Arsenale di Biasca 1940-1941),
dell’energia (Centrale del Lucendro ad Ai-
rolo 1943) ed ecclesiastiche (alcuni oratori      quanto concerne l’uso dei materiali da co-         Cassarina 1946-1949, Casa Solatia a Lugano
di montagna in pietra a vista), prosegue la       struzione caratteristici del Paese. L’archi-       1949-1951 e Stabilimento Usego a Bironico
realizzazione di case unifamiliari, rinnovate     tettura organica e l’opera di Wright sono          1950-1952), per poi adottare il mattone pa-
nell’impianto e nelle tecniche costruttive,       la principale ispirazione per Franco Ponti,        ramano di Wright e delle più recenti opere
ma rivestite di forme rustiche, secondo il        che nell’edilizia residenziale unifamiliare        di Aalto, materiale individuato da Tami
popolare modello del Grotto ticinese alla         ricupera l’uso della pietra a vista e del legno.   come proprio dell’area prealpina in quanto
Landi di Zurigo del 1939 di Rino Tami, dal        Con Milo Navone, Ponti valorizza e com-            propaggine della pianura padana (Sede RSI
quale avrà origine il tipo della «casa tici-      pone i materiali in organismi articolati at-       a Besso 1951-1962 con Camenzind e Jäggli,
nese». Il linguaggio vernacolare, maneg-          torno al nucleo familiare e sapientemente          Case La Piccionaia e Il Cardo a Lugano
giato garbatamente negli anni Quaranta da-        collocati nella natura, con spazi aperti sul       1952-1956, Palazzo delle Dogane a Lugano
gli architetti più abili, sfuggirà in seguito a   paesaggio. A Wright e Aalto guarda Giam-           1958-1962). Alla stessa scelta arrivano an-
qualsiasi controllo e nei decenni a seguire       piero Mina (Cinema Teatro di Acquarossa,           che Alberto Camenzind (Casa Partimco a
avrà uno sviluppo sempre più scadente e           1955-1956, e più tardi Chiesa di San Giu-          Lugano 1957-1958, Ginnasio di Bellinzona
infestante.                                       seppe ad Arbedo, 1967-1969). Rivolta mag-          1956-1958 con Bruno Brocchi, sede Alfa
    Negli anni Cinquanta, con la ripresa          giormente all’esperienza neoplastica è             Romeo ad Agno 1963, con Brocchi) e defi-
economica e al rifiorire delle commesse,          l’opera di Peppo Brivio. Nell’edilizia ur-         nitivamente Peppo Brivio (Casa Cate a
l’International Style caratterizza gli inter-     bana e in quella industriale è protagonista        Massagno 1957, Casa Corinna a Morbio
venti che segnano la distruzione e ricostru-      il tema della separazione tra struttura e tam-     Superiore 1962-1963).
zione della città storica, raramente con mi-      ponamenti, rigorosamente in cemento ar-                A tamponamenti in mattoni paramano
sura e raffinatezza (Sede della SBT a             mato la prima, in materiali «leggeri» i se-        Rino Tami pensa anche per la Casa Torre
Bellinzona di Jäggli 1959-1960), il più delle     condi. Sono sperimentati abbinamenti più           di Cassarate (1953-1958), ma motivi statici
volte, come nel centro di Lugano, in modo         tradizionali: cemento armato e muratura            lo obbligano a utilizzare il cemento armato
devastante e ordinario. Una nuova pagina          intonacata (Casa Albairone a Massagno di           a faccia vista, scelta che precorre la tendenza
si rivela però notevole; agli architetti attivi   Peppo Brivio, 1955-1956), cemento armato           di punta nel decennio successivo quando
già negli anni Trenta come Tami, Jäggli,          e mattone paramano (Stazione della funivia         le potenzialità plastiche ed espressive del
Guidini, Bossi si aggiungono giovani come         di Cardada a Orselina di Brivio con René           beton sono esplorate a fondo nelle opere
Alberto Camenzind (operativo già dai              Pedrazzini, 1952). Particolarmente interes-        di Aurelio Galfetti (Casa Rotalinti a Bel-
primi anni Quaranta), Peppo Brivio,               sante è il percorso di Rino Tami che spazia        linzona 1960-1961), Flora Ruchat Roncati
Franco Ponti, Tita Carloni, Giampiero             sull’architettura moderna senza legarsi in         (Scuola materna di Chiasso 1960-1964 con
Mina che elaborano linguaggi in cui le le-        via esclusiva a un’unica tendenza. Non             Antonio Antorini e Francesco Pozzi), nei
zioni dei grandi maestri dell’architettura        alieno ad adoperare la pietra anche su ampia       lavori in collaborazione tra Ruchat, Galfetti
moderna, segnatamente Frank Lloyd                 scala (Deposito della Maggia SA ad Ave-            e Ivo Trümpy (a Riva San Vitale 1962-1964,
Wright e Alvar Aalto, Le Corbusier, Gerrit        gno, 1953), in una prima fase utilizza per i       Viganello 1970), ma anche nella produzione
Rietveld, vengono fatte proprie e adattate        tamponamenti di preferenza mattoni di si-          di Dolf Schnebli (Ginnasio di Locarno
alla particolarità della regione. La ricerca      lico calcare diffusi nei Cantoni a nord delle      1961-1963), di Peppo Brivio (Casa Giuliana
porta esiti molto favorevoli soprattutto per      Alpi e il legno (Stabilimento La Fleur a           a Cassarate 1962-1963), Alberto Finzi (Fer-

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casa a Novazzano 1963), Luigi Snozzi e Li-                 Bianconi con le sue tre palazzine bellinzo-                     nica San Rocco di Lugano si sarebbero po-
vio Vacchini (Casa patriziale di Carasso                   nesi (1971-1973) riprende il Moderno degli                      tute ancora salvare. Lo stesso discorso vale
1968-1970), Mario Campi e Franco Pessina                   anni Venti, altri giovani architetti come                       per opere egregie degli anni Cinquanta: la
(Casa Filippini a Muzzano 1968-1970),                      Bruno Reichlin con Fabio Reinhart sem-                          stazione di Cardada di Brivio a Orselina,
Giancarlo Durisch (Casa Durisch a Riva                     brano attuare una rilettura dell’architettura                   lo stabilimento Usego dei Tami a Bironico,
San Vitale 1973-1974). Ed è ancora Rino                    storica, mentre i riflessi delle opere di nuovi                 la casa La Panoramica di Camenzind a Lu-
Tami a sviluppare con coerenza l’applica-                  maestri come Louis Kahn e Carlo Scarpa                          gano, Casa Andina a Tegna di Tami (più
zione del beton con le sue ultime opere                    sono leggibili nei primi lavori di Mario                        nota come Villa Fischer), come pure per
(Chiesa di Cristo Risorto a Lugano 1971-                   Botta.                                                          Casa Solatia a Lugano dei fratelli Tami e
1976, Piscina coperta a Cassarate 1969-                       Estendere le tutele cantonali alle testi-                    per la casa di Botta a Viganello, il cui de-
1978). Tami mostra però la sua padronanza                  monianze della cultura locale qui presentate                    stino è oggi incerto.
del cemento armato soprattutto grazie al-                  era un obiettivo da raggiungere assoluta-                           Certamente in futuro l’elenco qui pro-
l’attività di consulente estetico per l’auto-              mente. Dal confronto della scelta con i re-                     posto dovrà essere aggiornato. Inoltre non
strada, svolta tra il 1963 e il 1983. Il suo               gesti dell’architettura ticinese moderna                        bisognerà dimenticare l’architettura regio-
ruolo gli permette di unire nel materiale i                pubblicati nel corso degli anni, per prima                      nalista degli anni Quaranta, che sarà og-
manufatti di tipo più tecnico che accom-                   l’opera di Peter Disch del 1983, dove sono                      getto di un altro specifico elenco. Si do-
pagnano il tracciato della nuova infrastrut-               state pazientemente catalogate le opere del                     vranno infine identificare e proteggere nelle
tura, dai muri di controripa ai ponti, a quelli            periodo che costituisce ora il nostro oggetto                   opere ticinesi degli anni Ottanta le tracce
che, come i portali delle gallerie, assumono               d’esame, si nota che parecchi edifici impor-                    dell’insegnamento di altri maestri, come
la valenza di vere opere scultoree nel terri-              tanti non compaiono nell’elenco10. Per co-                      per esempio Aldo Rossi. Sono questi gli
torio.                                                     minciare spicca l’esiguità numerica degli                       impegni che attendono l’Ufficio dei beni
    L’esperienza del Moderno prosegue ne-                  oggetti del primo sottocapitolo, nel quale                      culturali in un tempo non lontano.
gli anni Settanta con l’edilizia scolastica.               Disch inserisce 28 opere. Alcune sono oggi
L’introduzione della Scuola media porta                    irrimediabilmente compromesse, altre di-
alla costruzione di diverse sedi in cui i pro-             strutte già da parecchi anni come Casa                             Riccardo Bergossi
gettisti coltivano le personali ricerche fa-               Rocca Vispa ad Ascona, la più interessante                         Architetto
cendo proprie le innovazioni didattiche9.                  delle residenze progettate da Weidemeyer,                          Ricercatore Archivio del Moderno, Mendrisio
Nell’edilizia residenziale invece, se Roberto              ma altre, come il Lido di Locarno e la Cli-

NOTE
1) Francesco Chiesa, Monumenti storici e opere d’arte          culturali del Canton Ticino 1909-2009,                      9) Si veda sull’edilizia scolastica ticinese il recente
   esistenti nel Cantone Ticino con 48 illustrazioni e         Dipartimento del territorio, Ufficio beni culturali,           volume: Franz Graf, Massimo Cattaneo, Paolo.
   l’elenco degli immobili dichiarati monumento nel            [Bellinzona] 2009.                                             Gallicciotti, a cura di, La costruzione delle scuole
   senso della legge, Grassi & Co. Editori, Lugano         4) Legge per la protezione dei monumenti storici ed
                                                                                                                              in Canton Ticino 1953-1984, Mendrisio Academy
   1928. L’elenco dei monumenti fa riferimento a                                                                              Press, Mendrisio 2011.
                                                               artistici, del 15 aprile 1946.
   decreti del 1911 e del 1927.                                                                                            10) Peter Disch, a cura di, 50 anni di architettura in
   A bilancio della legge del 1909, dello stesso autore    5) «Le costruzioni di valore storico ed artistico (inclusi
                                                                                                                              Ticino 1930-1980, Quaderno della «Rivista tecnica
   anche: Francesco Chiesa, Monumenti storici e                gli accessori), che abbiano almeno cinquant’anni
                                                                                                                              della Svizzera italiana», Grassico, Lugano 1983.
   artistici del Cantone Ticino restaurati dal 1910 al         […], non possono essere distrutte o trasformate senza
                                                                                                                              È la prima catalogazione sistematica
   1945, Grassi, Bellinzona 1946.                              il consenso del Ministro della Pubblica Istruzione».
                                                                                                                              dell’architettura moderna ticinese, costituita da
   Un nuovo elenco è apparso nel 1969, curato dalla            In: Alois Riegl, Nuove correnti nella prassi della
                                                                                                                              238 schede dedicate a edifici realizzati tra il 1928
   Commissione cantonale dei monumenti storici ed              tutela dei monumenti, in id, Scritti sulla tutela e
                                                                                                                              (fabbrica delle pietre fini a Balerna di Giovanni
   artistici: Elenco dei monumenti storici e artistici         sul restauro, a cura di Giuseppe La Monica, Renzo
                                                                                                                              Bernasconi) e il 1982 (casa unifamiliare a Origlio
   del cantone Ticino 1911-1968, Dipartimento delle            Mazzone editore, Palermo 1982, p. 160.
                                                                                                                              di Mario Botta).
   pubbliche costruzioni, Commissione cantonale dei        6) Ibidem, p. 156.                                                 Altro indispensabile strumento di lavoro è Peter
   monumenti storici ed artistici, Edizioni dello Stato,
                                                           7) Protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato.
                                                                                                                              Disch, Claudio Negrini, Il Ticino e l’architettura
   Bellinzona 1969.
                                                                                                                              moderna, in, Neues Bauen in der Schweiz. Führer
2) Legge sulla conservazione dei monumenti storici ed
                                                               Convenzione adottata all’Aja il 12 maggio 1954.
                                                                                                                              zur Architektur der 20er und 30er Jahre, vol. 2,
   artistici del Cantone, del 14 gennaio 1909.             8) Legge sulla protezione dei beni culturali,                      Schweizer Baudokumentation, Blauen 1993,
3) Giulio Foletti, a cura di, L’inventario dei beni
                                                               del 13 maggio 1997. Art. 2.                                    pp. 185-195.

                                                                                                                                                                                     11
La tutela: i criteri di scelta
                                       importanza dell’architettura del          alla scuola di Salvisberg presso il Politec-

                               L’     Moderno nel Cantone Ticino è
                                      cosa nota non solamente agli ad-
                            detti ai lavori, ad architetti, a critici e a sto-
                                                                                 nico di Zurigo, iniziano a progettare se-
                                                                                 guendo, in maniera più o meno franca e
                                                                                 decisa, i suggerimenti della nuova scuola
                            rici, ma anche, seppure in misura minore,            architettonica.
                            all’opinione pubblica.                                   L’affermazione del Moderno avviene nei
                                Sono peraltro ben conosciuti, anche gra-         due decenni che seguono la fine della
                            zie a numerose ricerche e pubblicazioni,             guerra, contrassegnati da un rapido svi-
                            origini e sviluppo di questo indirizzo ar-           luppo economico e demografico: grazie
                            chitettonico sul territorio cantonale. Esso          all’attività di architetti come Rino Tami,
                            prende avvio ad Ascona e in altre località           Alberto Camenzind, Augusto Jäggli, si af-
                            del Locarnese nei due decenni che prece-             fermano un nuovo modo di abitare, nuove
                            dono la seconda guerra mondiale: su richie-          tipologie di edilizia pubblica, nuovi mate-
                            sta di una committenza esotica, facoltosa e          riali e tecniche costruttive, una nuova cul-
                            sensibile, operano molti architetti innova-          tura territoriale e architettonica che gra-
                            tori, per lo più legati alla scuola del Bau-         dualmente si diffonde non solamente nelle
                            haus. Questa brillante ma effimera stagione          aree urbane, ma prende piede anche nelle
                            architettonica non manca di suscitare di-            più remote periferie delle valli. È questo,
                            scussioni e polemiche nel piccolo mondo              senza alcun dubbio, un momento decisivo
                            ticinese, diffidente di fronte alle forme            nella storia culturale recente. All’interno
                            dell’architettura d’avanguardia. In quelli           degli insediamenti storici molto si trasforma
                            stessi anni, peraltro, anche alcuni giovani          e molto si demolisce, in nome di un pro-
                            professionisti ticinesi, per lo più formati          gresso inarrestabile; vengono ricavate ampie

                 Stazione
     Radio Monte Ceneri,
          Bironico-Rivera

12
Teatro San Materno,
                                                                                                  Ascona

                                                                                                  Sotto:
                                                                                                  Cinema Corso,
                                                                                                  Lugano

                                                                                                  trario la protezione del patrimonio archi-
                                                                                                  tettonico del Moderno obbedisce a logiche
                                                                                                  particolari. Questi manufatti, a differenza
                                                                                                  dei tradizionali e più riconoscibili «monu-
                                                                                                  menti d’arte e di storia», spesso sono ele-
                                                                                                  menti costitutivi di un tessuto urbano
                                                                                                  uniforme e diffuso, non necessariamente o
                                                                                                  essenzialmente simbolico o rappresenta-
aree edificabili, senza preoccuparsi di ga-       tuale o per oggettiva insufficienza tecnica,    tivo, e in buona parte funzionale alle esi-
rantire un uso razionale e intelligente del       molte opere hanno una durata limitata? E        genze dell’abitare contemporaneo: case
territorio; prende corpo una nuova edilizia,      soprattutto perché proteggere il Moderno,       monofamiliari, palazzi amministrativi, pa-
talvolta invasiva e poco accurata. In molte       visto che i suoi elementi costitutivi rappre-   lazzine popolari, edifici industriali, manu-
regioni il tradizionale ordine paesaggistico,     sentano anche la rottura con il passato e       fatti stradali, scuole, ecc., ben mimetizzati
ereditato dai secoli e sedimentato in villaggi    con le tecniche tradizionali, suggeriscono      nell’edilizia insignificante che costituisce il
circondati da campagne coltivate, viene in        la mutevolezza di fronte alle incessanti ri-    quotidiano orizzonte contemporaneo, e
larga parte cancellato. Il territorio gradual-    chieste della società, la reinterpretazione     proprio per questa loro natura e colloca-
mente assume un’indelebile e omogenea             piuttosto che la conservazione?                 zione, soggetti a continue modifiche e a
impronta urbana, spesso priva di qualità.            Non si tratta a ben guardare, come per       evoluzioni utilitarie.
Quasi per reazione a queste dinamiche di-         opere o edifici appartenenti alla tradizione,      Il Moderno, per essere capito, apprez-
sgregatrici, a partire dagli anni Settanta del    di assegnare una qualifica che certifichi il    zato e quindi protetto, richiede uno sforzo
Novecento una generazione di architetti           valore monumentale e artistico di questo o      di comprensione che deve andare al di là
più giovane si impone sulla scena, presen-        quell’edificio perché ben riuscito o perché     delle mere impressioni soggettive. Tutelare
tandosi pubblicamente nel 1975, con l’espo-       creazione di un maestro affermato. Al con-      il Moderno vuol dire condividere e com-
sizione di Zurigo intitolata «Tendenzen
Neuere Architektur Im Tessin». Al di là
delle differenze di approccio e delle visioni
soggettive, in tutti i lavori presentati appare
evidente la volontà di affermare la centralità
del progetto architettonico come motore
della trasformazione e di una più razionale
e significativa organizzazione del territorio.
In un cinquantennio, tra il 1930 e il 1980
circa, la geografia e la storia del territorio
cantonale subiscono un profondo cambia-
mento.

   La necessità di proteggere e di conser-
vare il Moderno va letta alla luce di queste
premesse storiche: gli edifici e i manufatti
testimoniano un processo significativo e
singolare nell’evoluzione del territorio e
nella cultura edilizia del Canton Ticino.
Tuttavia procedere alla consacrazione del
Moderno nel patrimonio culturale non è
un’operazione scontata. Come orientarsi
nel mare magnum della produzione archi-
tettonica più o meno recente? Come costi-
tuire e riconoscere questa memoria storica
materiale? Con quali criteri scegliere, sa-
pendo che molto spesso, per scelta proget-

                                                                                                                                              13
prendere non solamente i suoi valori for-        stazione di partenza della funivia di Car-     edifici del Moderno meritevoli di una tutela
mali, talvolta del tutto secondari, ma so-       dada) risalgono alla seconda metà degli        a livello locale ai sensi della Legge sulla
prattutto la sua intrinseca forza e cultura      anni Ottanta del Novecento. A partire dal      protezione dei beni culturali del 13 maggio
progettuale, il suo valore eversivo e talvolta   2000 l’Ufficio, d’accordo con la Commis-       1997 (LBC 1997), di vigilare e in qualche
utopico, l’incisività territoriale conclamata,   sione, mentre prendeva corpo l’Inventario      caso di intervenire a difesa dell’integrità di
perseguita e qualche volta concretizzata.        dei beni culturali, iniziava ad approfondire   questo o quel manufatto.
   Per valutare e per proteggere questo sin-     in maniera sistematica le conoscenze su
golare patrimonio, è pertanto necessario         questo patrimonio, promuovendo specifi-        I criteri di scelta che hanno portato a pro-
elaborare gerarchie di valori evidenti, sta-     che indagini preliminari e prendendo nel       porre l’elenco di edifici e di manufatti da
biliti per quanto possibile sulla base di cri-   contempo contatto con la sezione ticinese      proteggere quali beni d’interesse cantonale
teri chiari e condivisi. Tale aspetto va         della Federazione Architetti Svizzeri          sulla base della LBC 1997 si possono rias-
sottolineato: per questi oggetti, più che per    (FAS), che aveva proposto un primo elenco      sumere nel modo seguente:
molti altri, la tutela deve avvenire con una     di edifici da tutelare. Nel 2006, rispon-      – Ambito culturale. Sono stati considerati
strategia possibilmente corale e concordata.     dendo a un’interrogazione parlamentare si-     gli edifici e i manufatti progettati da archi-
È una constatazione scontata e certamente        gnificativamente intitolata «Architettura      tetti ticinesi, svizzeri e stranieri, che si rife-
applicabile anche ad altre categorie di mo-      moderna: quale valore?» che chiedeva un        riscono al linguaggio dell’architettura del
numenti, tuttavia è bene ricordarla perché       riconoscimento e una tutela per le opere       movimento moderno, rompendo con la
la patrimonializzazione del Moderno esige        più importanti, il Consiglio di Stato affer-   produzione architettonica accademica e
specialmente l’apprezzamento generale e          mava che gli edifici e i manufatti del Mo-     tradizionale. L’architettura premoderna
comune dell’idea progettuale originaria,         derno sono senza alcun dubbio meritevoli       d’inizio secolo, l’architettura regionalista
con tutte le sue fragilità e incertezze. Sola-   di adeguata protezione perché testimo-         che pure in Ticino ha prodotto notevoli ri-
mente con questo approccio si può supe-          nianze di un periodo fecondo della cultura     sultati, il neoclassicismo novecentista d’im-
rare l’intrinseca contraddizione di questa       architettonica in Ticino. Nel contempo         pronta italiana non rientrano nel novero
concezione architettonica, dove la trasfor-      l’autorità cantonale segnalava che l’Ufficio   degli edifici considerati;
mazione prevale sulla conservazione, l’at-       e la Commissione avevano rassegnato un         – Limiti cronologici. Sono stati presi in con-
tualizzazione funzionale e tecnica sulla         primo rapporto con allegato un elenco di       siderazione manufatti ed edifici costruiti
salvaguardia.                                    edifici da proteggere sul piano cantonale,     tra il 1920 e il 1980. Non si è entrati nel me-
   È con questi intendimenti che da tempo        che costituiva un’iniziale e ancora provvi-    rito negli edifici costruiti dopo questa data,
l’Ufficio e la Commissione dei beni cultu-       soria piattaforma programmatica su cui         non solamente perché un giudizio ogget-
rali sono attenti alla necessità di conserva-    fondare la politica di protezione in questo    tivo su questi manufatti sarebbe forse pre-
zione degli edifici appartenenti al              settore. Tale documento è il fondamento su     maturo, ma anche perché concettualmente
movimento Moderno. Le prime pratiche             cui da allora si è operato, da una parte ap-   appartenenti a un altro momento storico;
per la protezione del Punto Franco di Ba-        profondendo le conoscenze su singoli edi-      – Rappresentatività. Tenendo conto del
lerna, della Biblioteca cantonale di Lugano,     fici, dall’altra valutando anche l’impatto     ventaglio culturale indicato, gli edifici scelti
del Teatro San Materno di Ascona (gli ul-        pianificatorio ed economico che queste tu-     sono quelli maggiormente indicativi all’in-
timi due protetti nel 1996), del Deposito        tele comportano. Non si è mancato inoltre      terno delle diverse tendenze formali succe-
Usego di Bironico (che purtroppo non ha          di proporre ai Comuni, nell’ambito delle       dutesi nel tempo (Ascona, architettura
potuto essere conservato, come anche della       procedure pianificatorie, numerosi altri       organica e razionalista delle origini, gruppo

14
Casa Graf,
                                         Vezia

                                    A sinistra:
                                Scuola Media,
                               Morbio Inferiore

                                                                                                    Casa popolare d’appartamenti,
                                                                                                    Lugano

                                                                                                    riutilizzo dei singoli manufatti ed edifici. In
                                                                                                    altre parole è bene valutare preventiva-
                                                                                                    mente e specificare con accuratezza e pon-
                                                                                                    derazione l’estensione e la portata della
                                                                                                    protezione, perché sia sempre permessa
                                                                                                    un’utilizzazione adeguata e continua del-
                                                                                                    l’edificio.
                                                                                                    Infine, come ben dimostrano i recenti in-
                                                                                                    terventi sul Teatro San Materno di Ascona
                                                                                                    e sulla Biblioteca cantonale di Lugano, con-
                                                                                                    dotti sotto la sorveglianza dell’Ufficio beni
                                                                                                    culturali, i criteri di restauro del Moderno
                                                                                                    non si discostano da quelli dei monumenti
                                                                                                    di altre epoche. Tuttavia è indubbio che il
                                                                                                    restauro di questi edifici presenta peculia-
                                                                                                    rità specifiche e pone quesiti particolari:
                                                                                                    cambiano le tecniche costruttive, i materiali
                                                                                                    e di conseguenza le forme di degrado (si
                                                                                                    pensi ad esempio al calcestruzzo armato).
                                                                                                    Nell’elaborazione delle proposte di prote-
                                                                                                    zione non si è mancato di prendere in con-
                                                                                                    siderazione anche questi aspetti.

del Politecnico di Zurigo, Nuove Tendenze         scibili. Quelli scelti, anche se in molti casi       Giulio Foletti
ecc.), delle differenti tipologie (abitazioni     hanno subito modifiche, mantengono la                Caposervizio Inventario
plurifamiliari, unifamiliari, edilizia scola-     loro integrità ideale e formale.                     dell’Ufficio beni culturali
stica, ecc.) e delle molteplici particolarità
costruttive (materiali);                          Per quel che concerne gli effetti della tutela,
– Emblematicità. Sono stati scelti gli edifici    occorre sottolineare che in sostanza il vin-
maggiormente significativi per intrinseci si-     colo su questo genere di architettura esplica
gnificati progettuali (coerenza di linguag-       i medesimi effetti che può avere su qualsiasi
gio, incisività territoriale) e per valore        altro edificio protetto. Tuttavia, vista la
architettonico (articolazione e concezione        loro funzione e la collocazione all’interno
spaziale, originalità creativa);                  del tessuto costruito, si devono ovviamente
– Stato di conservazione. Molti edifici sono      tenere in debito conto i vincoli pianificatori
stati malamente ristrutturati o ampiamente        esistenti, le possibilità di sfruttamento degli
modificati, al punto da non essere ricono-        edifici e dei fondi annessi, le possibilità di

                                                                                                                                                15
Indice per tipologia costruttiva
Case d’appartamenti
Lugano                     Casa   d’appartamenti Poretti
Lugano                     Casa   d’appartamenti Amadò
Lugano                     Casa   d’appartamenti Domus Pax
Lugano                     Casa   d’appartamenti La Rotonda
Massagno                   Casa   d’appartamenti Albairone
Lugano-Castagnola          Casa   Torre
Lugano-Castagnola          Casa   d’appartamenti Giuliana
Novazzano                  Casa   d’appartamenti Fercasa
Lugano                     Casa   popolare d’appartamenti
Bellinzona                 Casa   patriziale
Bellinzona                 Case   d’appartamenti Terenzio
Bellinzona                 Casa   d’appartamenti

Case unifamiliari
Lugano-Barbengo            Casa   e studio Sciaredo
Ascona                     Casa   Chiara-Oppenheimer
Rovio                      Casa   Balmelli
Ascona                     Casa   Grelling-Tuja
Bellinzona                 Casa   Rotalinti
Breggia-Morbio Superiore   Casa   Corinna
Carona                     Casa   Citron
Vezia                      Casa   Graf
Brione sopra Minusio       Casa   Bucerius
Ascona                     Casa   Koerfer
Muzzano                    Casa   e atelier Filippini
Riva San Vitale            Casa   Bianchi
Riva San Vitale            Casa   e atelier Durisch
Torricella-Taverne         Casa   Tonini
Locarno                    Casa   Bianchetti
Stabio                     Casa   Rotonda

Edifici scolastici
Bellinzona                 Scuola Media (ex Ginnasio)
Chiasso                    Scuola materna
Locarno                    Scuola Media (ex Ginnasio)
Lugano-Viganello           Scuola materna
Riva San Vitale            Centro scolastico
Melano                     Centro scolastico
Balerna                    Scuola materna
Stabio                     Centro scolastico
Losone                     Scuola media
Morbio Inferiore           Scuola media
Locarno                    Scuola elementare

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Chiesa parrocchiale di San Giuseppe,       Nota al catalogo
Arbedo-Castione
                                           Il catalogo riporta
                                           il Comune-Sezione
                                           l’indirizzo
                                           il numero di mappale
                                           il numero della scheda del Sistema informativo
                                           dei beni culturali del cantone Ticino (SIBC)
                                           la denominazione dell’edificio/manufatto
                                           la data di costruzione (quando possibile è
                                           indicato il periodo dell’effettiva edificazione,
                                           in altri casi la data comprende anche la fase
                                           di progettazione)
                                           il nome dell’autore

Edifici per il terziario
Bellinzona                                 Palazzo del Governo
Bellinzona                                 Società Bancaria Ticinese
Lugano                                     Palazzo delle Dogane e Casa Boni
Lugano                                     Edificio bancario BSI
Lugano                                     Palazzo Macconi

Edifici industriali
Balerna                                    Magazzini al Punto Franco
Monteceneri-Rivera, Monteceneri-Bironico   Antenna e stazione Radio Monte Ceneri
Avegno Gordevio-Avegno                     Deposito delle Officine idroelettriche
                                           della Maggia
Personico                                  Centrale elettrica Biaschina

Strutture alberghiere
Ascona                                     Albergo Monte Verità
Lugano                                     Edificio OCST con albergo

Edifici di culto
Sorengo                                    Cappella della Clinica Sant’Anna
Arbedo-Castione                            Chiesa parrocchiale di San Giuseppe
Lugano                                     Chiesa parrocchiale di Cristo Risorto

Strutture viarie
Biasca                                     Ponte sul Brenno
Torricella-Taverne, Ponte Capriasca        Viadotto
Airolo                                     Viadotto di Fieud
Airolo-Chiasso                             Autostrada A2 (manufatti significativi)

Edifici per la cultura e il tempo libero
Ascona                                     Teatro San Materno
Lugano                                     Biblioteca Cantonale
Acquarossa-Corzoneso                       Cinema-Teatro
Lugano                                     Palazzi Il Cardo, La Piccionaia
                                           e Cinema Corso
Lugano                                     Studio Radio della Svizzera Italiana
Bellinzona                                 Bagno pubblico

                                                                                              17
Case d’appartamenti
                All’inizio del Novecento anche in Ticino nei     modo di applicarsi in questa particolare ti-
                borghi e nelle cittadine di maggiore impor-      pologia edilizia, elaborando progetti che an-
                tanza furono costruite case d’appartamenti       cora oggi sorprendo per le loro qualità spa-
                per la media e alta borghesia. Con il rapido     ziali e funzionali.
                sviluppo economico e sociale della seconda
                metà del XX secolo si impose la necessità di
                edificare abitazioni sociali a basso costo: la
                cultura architettonica del Moderno ebbe

                Lugano                                              È uno dei primi edifici residenziali del
                Via Lambertenghi 6                               Moderno nel Canton Ticino. La composi-
                Mapp. 1704                                       zione volumetrica è indubbiamente di
                SIBC 770                                         ispirazione costruttivista, anche se non
                                                                 mancano richiami alle contemporanee
                Casa d’appartamenti Poretti
                                                                 esperienze razionaliste italiane. I prospetti
                1932-1933
                                                                 sono sobri e dalle linee pulite, mentre l’in-
                Giuseppe Franconi                                terno è improntato a un gusto ancora
                                                                 déco, rispettando le richieste di una com-
                                                                 mittenza borghese benestante.

                Lugano                                              Il linguaggio dei prospetti e del tetto
                Via Curti, 19-19a                                dell’edificio sono di stampo razionalista
                Mapp. 485                                        d’altro canto, come in taluni altri edifici
                SIBC 771                                         modernisti di questo periodo, le piante
                                                                 sono di tipologia classica e gli interni se-
                Casa d’appartamenti Amadò
                                                                 guono il tradizionale modello decorativo
                1933
                                                                 novecentesco, secondo l’elegante gusto
                Orfeo Amadò                                      dominante della borghesia luganese.

                Lugano                                               L’influenza del Razionalismo italiano
                Salita Bossoli 7                                 (Giuseppe Terragni) trova in questa casa
                Mapp. 1705                                       la sua più evidente espressione: particolar-
                SIBC 772                                         mente indicative sono talune soluzioni,
                                                                 quali la parte terminale del tetto e l’arro-
                Casa d’appartamenti Domus Pax
                                                                 tondamento del prospetto laterale. Di no-
                1934
                                                                 tevole finezza anche la differenziazione
                Augusto Guidini jr                               delle facciate: piena e monumentale quella
                                                                 verso la stazione, più libera e aerea quella
                                                                 verso il lago.

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L’impatto urbanistico di questo edifi-        Lugano
cio è notevole: gli architetti sfruttarono       Via R. Manzoni 8
abilmente e densamente il sedime a dispo-        Mapp. 918
sizione, creando uno dei primi edifici           SIBC 773
multifunzionali di Lugano (negozi e spazi
                                                 Casa d’appartamenti La Rotonda
pubblici a PT; appartamenti e uffici nei
                                                 1936-1937
piani superiori). La distribuzione degli
spazi interni è estremamente razionale e i       Hans Witmer, Silvia Witmer-Ferri
prospetti esterni ne riflettono l’imposta-
zione. Quest’architettura segue i criteri
dell’insegnamento di Otto Rudolf
Salvisberg al politecnico di Zurigo.

    L’imponente palazzina rappresenta            Massagno
materialmente ciò che doveva essere il           Via Ceresio 5-9
mestiere dell’architetto innovativo negli        Mapp. 620
anni ’50 del Novecento: le regole compo-         SIBC 784
sitive condotte con rigorosa acutezza e
                                                 Casa d’appartamenti Albairone
pervicacia, la scomposizione geometrica
                                                 1955-1956
dei tre corpi che compongono il blocco e
il raffinato studio dei colori delle tinteg-     Peppo Brivio
giature producono un effetto plastico di
notevole ricercatezza.

   L’edificio – la prima casa a torre co-        Lugano-Castagnola
struita nel Ticino – è forse il simbolo più      Via Delle Scuole 1
appariscente di un momento di felice             Mapp. 1290
clima economico e sociale, che influì non        SIBC 775
poco sul tessuto urbano del Cantone.
                                                 Casa Torre
È un elemento di notevole impatto urba-
                                                 1956-1958
nistico e paesaggistico. Di grande effetto
sono anche l’articolazione a lame delle          Rino Tami, Peppo Brivio,
facciate e la tipologia delle piante degli ap-   Walter Georg Krüsi
partamenti orientati verso il fronte lacu-
stre.

    La ricerca espressiva di Brivio è tesa al    Lugano-Castagnola
massimo rigore compositivo e alla volontà        Via del Tiglio 3
di rendere leggibile il processo proget-         Mapp. 41
tuale. Questa casa d’appartamenti segna il       SIBC 6425
raggiungimento della sua maturità: i mo-
                                                 Casa d’appartamenti Giuliana
duli geometrici, con assoluta coerenza
                                                 1962-1963
compositiva, determinano i rapporti spa-
ziali tra le varie componenti volumetri-         Peppo Brivio
che, l’impostazione statica, le relazioni tra
il disegno dei prospetti esterni e l’articola-
zione funzionale degli spazi interni.

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