La transizione è già iniziata - Acri
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
All’interno gli interventi di: Alex Bellini Martina Comparelli Annalisa Corrado Edward Mukiibi Ivan Novelli Periodico delle Fondazioni di origine bancaria Set - Ott 2022 Tariffa regime libero 20/D - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Roma La transizione Set-Ott 2022 è già iniziata Tracce di una trasformazione Fondazioni
I tempi della transizione ecologica sono serrati. Siamo come un surfista che cavalca un’onda gigantesca e che corre ma non sa se riuscirà a non esserne travolto. Da una parte dobbiamo correre il più rapidamente possibile, dall’altra dobbiamo farlo prestando attenzione ai costi sociali del cambiamento […]. Il mercato e i cittadini si sono già messi in cammino e devono sollecitare la politica a fare altrettanto. Leonardo Becchetti Rinnovabili subito, Donzelli 2022
Sommario Fondazioni set - ott 2022 Sommario 4 La transizione umana di Giorgio Righetti La lotta ecologista non dovrebbe esistere Editoriali di Martina Comparelli Una rivoluzione intersezionale, 6 la politica non sia miope di Annalisa Corrado Alimentazione e cambiamento climatico dialogo con Edward Mukiibi Transizione Non chiamiamole alternative ecologica intervista a Ivan Novelli Una transizione di coscienze intervista a Romano Borchiellini Uomo-Natura, esplorare oltre gli orizzonti intervista a Alex Bellini 32 Costruiamo alleanze per lo sviluppo sostenibile Intervista a Andrea Corradino Cooperazione internazionale 2
Sommario 40 30 Come Noi Trent'anni di Fondazioni Fondazioni 44 Dal dialogo costante con le comunità nascono progetti e sperimentazioni Territori Famiglia di lavoratori di Mario Sironi 48 R'accolte 3
Editoriali Fondazioni set - ott 2022 La transizione umana di Giorgio Righetti Direttore generale Acri S ono passati circa cinquant’anni dalla pubblicazione di due fondamentali lavori che non possono essere ignorati quando La recente convergenza di una molteplicità di crisi, contingenti e strutturali, ha fatto emergere l’esigen- za di rivedere il nostro modello di sviluppo e di met- si affrontano i temi della sostenibilità e della tran- tere in discussione un paradigma che sino a qual- sizione ecologica. che anno fa sembrava un granitico atto di fede: cioè Il primo è il cosiddetto “Rapporto Meadows”, com- che la crescita infinita e a qualunque costo avrebbe missionato dal Club di Roma e pubblicato nel 1972 prima o poi risolto gli squilibri economici e sociali con il titolo “I limiti dello sviluppo”. Lo studio rap- e avrebbe portato benessere per tutti. Oggi sappia- presentò il primo, documentato, grido di allarme mo che questo paradigma non regge più, sia perché sui rischi connessi ai fenomeni dell’incremento l’obiettivo della crescita non può ignorare i pesanti demografico, dell’industrializzazione, dello sfrut- effetti negativi derivanti da uno sfruttamento in- tamento delle risorse e dell’inquinamento, che si condizionato delle risorse, sia perché esso, anziché prevedeva avrebbero messo a rischio, se non go- ridurre le diseguaglianze economiche e sociali, ha vernati, la stessa sopravvivenza della specie uma- finito per acuirle, polarizzando sempre più le dif- na sul pianeta. ferenze tra chi il benessere l’ha raggiunto e chi, Il secondo è il libro di Fred Hirsch, economista invece, sembra sempre più spinto ai margini ver- austriaco, dal titolo “I limiti sociali allo sviluppo”, so condizioni di precarietà e indigenza. La “mano pubblicato nel 1976, in cui viene esposta la tesi se- invisibile del mercato” ha mostrato i propri visibili condo la quale i reali limiti allo sviluppo non sono limiti, la propria incapacità di risolvere, da sola, le tanto quelli fisici (esaurimento delle risorse), quan- contraddizioni insite in questo modello di sviluppo. to quelli sociali, derivanti dalla domanda di beni La comunità internazionale sembra aver finalmente e servizi non essenziali (di status o “posizionali”, compreso la necessità di porre rimedio a questa in- come li definisce Hirsch), non sostenibile nel lungo sostenibile situazione di squilibrio e sta adottando periodo. Nelle società occidentali, basate sui con- misure che, pur riconoscendo la spinta propulsiva sumi di massa, la crescente domanda di questi beni della libera iniziativa, ridefiniscono gradualmente crea una tendenziale insoddisfazione generale, sia i confini e le regole di ingaggio dell’attività econo- nelle fasce della popolazione a basso reddito, che mica, al fine di garantire uno sviluppo che sia più comunque non possono permetterseli, sia in quel- rispettoso dell’ambiente e delle persone. E’ una le ad alto reddito per la crescente pressione della sfida titanica, piena di insidie e complessità, e che domanda “dal basso”, che riduce la soddisfazione presuppone una convergenza a livello planetario. derivante dall’esclusività del bene o servizio. Perché si tratta di passare da un modello di sviluppo Presi assieme, il valore di questi due studi sta centrato sulla produzione a un modello di sviluppo nell’aver evidenziato i condizionamenti fisici e basato sull’uomo. Consapevoli della complessità del- sociali del nostro modello di sviluppo, gettando le la sfida, ma ispirati dall’esortazione di Altiero Spinel- basi di un dibattito che, attraverso una lenta matu- li sull’altrettanto ambiziosa sfida sull’Europa unita, razione, è arrivato prepotentemente ai nostri gior- possiamo affermare che “la via da percorrere non è ni e non è più eludibile. facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!” 4
Editoriali La lotta ecologista non dovrebbe esistere di Martina Comparelli Portavoce Fridays For Future P er quanto mi riguarda, la lotta ecologista non dovrebbe esistere, perché non do- vremmo averne bisogno. L’ecologismo più semplice pensare fuori dagli schemi e renderci conto che un mondo diverso è possibile. Il problema è che questo mondo diverso è anche ur- è un orientamento politico volto a difendere e pre- gentemente necessario secondo le maggiori autori- servare l’equilibrio della natura. E dato che senza tà scientifiche sul clima. Noi non stiamo sognando questo equilibrio vengono a mancare le risorse per l’impossibile, è il resto del mondo a illudersi che la nostra sopravvivenza, le politiche ecologiste do- le cose possono andare avanti “business as usual”. vrebbero essere alla base di ogni organizzazione Non riusciamo a comprendere come si possa ancora sociale. A prescindere dal valore morale che una posticipare la transizione ecologica di fronte all’evi- persona può assegnare alla natura, è nel nostro in- denza degli effetti della crisi climatica già sul nostro teresse rimanere entro i limiti che questa ci pone. territorio. Ancora più assurdo è che le soluzioni tec- Il problema è che ci è stato insegnato il contrario. niche e pratiche a questa crisi sono davanti ai nostri Fin da quando nasciamo ci viene inculcata l’idea occhi e, in molti casi, si portano dietro dei “co-bene- che l’unico modo di star bene sia accumulare soldi fici”. In parole povere, per fermare la crisi climatica e beni materiali, sia a livello individuale, sia a livello dovremmo stare meglio! Per esempio, la transizione nazionale. In “Prosperity without growth”, l’econo- a energie più pulite creerà anche posti di lavoro e mista Tim Jackson rielabora il significato del ter- ci renderà indipendenti da dittatori guerrafondai da mine “prosperità”, separandolo dalla mera crescita cui, al momento, compriamo combustibili fossili. E economica. I ragionamenti di Jackson sono puntua- ricordiamo che l'energia è solo un settore che deve li e persuasivi. Ma quando ne parlo con persone ap- cambiare. Non possiamo dimenticare il campo dei pena più grandi di me, mi guardano come se avessi trasporti, l’agricoltura e il consumo di suolo, l’uso perso il senno. Ho notato invece che per chi è più delle risorse idriche, la necessità generale di ridurre giovane sia più semplice affrontare questi argomen- i consumi e molto altro. ti e osservare la realtà in modo critico. Credo che ciò Ma nulla cambierà se non iniziamo a pensare diver- accada non per qualche facoltà mentale o fisica, ma samente. Dobbiamo decostruire quei pilastri socia- per il semplice fatto che siamo da meno tempo im- li su cui si fonda la nostra vita ad alte emissioni di mersi in un mondo che ci socializza come macchine gas serra e costruirne di nuovi basati su giustizia ed da produzione. L’idea che il nostro stile di vita senza equilibrio. Per me essere un’attivista è proprio que- freni valga più della salute del pianeta e delle popo- sto: demolire e ricostruire insieme lazioni marginalizzate non si è ancora insediata del tutto nelle nostre menti. Non abbiamo ancora appre- so le strutture e i pilastri sociali che hanno portato l’umanità a generare la sua più grande minaccia esi- stenziale, ovvero la crisi climatica. Questo ci rende 5
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 La transizione è già iniziata L a transizione è forma britannica di analisi dei da alcune amministrazioni lo- già iniziata. Ab- cambiamenti climatici), i princi- cali, dalla società civile e dalla biamo intitolato pali paesi responsabili della crisi comunità scientifica appare co- così questo nu- climatica sono Stati Uniti, Cina e munque inarrestabile. mero della rivista Fondazioni Russia, mentre i paesi più colpi- Assistiamo, infatti, ad azioni perché numerosi sono i modelli, ti dagli eventi climatici estremi, pratiche e tangibili come città le sperimentazioni e i progetti dalle analisi di Oxfam, risultano carbon neutral, circuiti che com- già in atto nel Paese, che abbia- essere Somalia, Haiti e Gibuti. battono la povertà attraverso gli mo scoperto e che racconteremo Una crisi, dunque, causata da eccessi alimentari e comunità nelle pagine a seguire. Espe- pochi e che colpisce tutti, soprat- che diventano autonome sfrut- rienze diverse, grandi e picco- tutto i Paesi privi degli strumenti tando le energie rinnovabili. le, che sembrano dare forma a per fronteggiarla. Disuguaglian- Percorsi in atto che hanno il un’alleanza trasversale, seppur ze globali che si ramificano di- merito di tenere insieme la so- inconsapevole. Una comunità ventando anche nazionali e loca- stenibilità con il contrasto alle diffusa, e spesso silente, ma de- li, dove sono sempre i più fragili disuguaglianze, la creazione di cisa nel realizzare cambiamenti a farne le spese. nuove comunità energetiche con sistemici di fronte a un’emer- Nonostante le istituzioni dei un sistema di welfare rigenerato, genza non più trascurabile. singoli Stati siano prevalente- l’educazione e la creatività con Un’urgenza messa in luce da mente latitanti nell’elaborazio- la necessità di una sensibilità ambientalisti, scienziati ed ne di politiche concrete per rea- diffusa. Un approccio che attua esperti del settore già a parti- lizzare la transizione ecologica, una transizione, sì, ecologica re dagli anni Sessanta del No- la società civile sta costruendo ma, contemporaneamente, so- vecento, che tuttavia, per oltre e realizzando forme innovative, ciale, culturale, economica e mezzo secolo, è rimasta presso- efficaci e lungimiranti per at- politica, rendendo protagoni- ché inascoltata. Una prima pie- tuarla. Certo, il percorso risul- ste le persone nell’ideazione e tra miliare è stata fissata solo nel terebbe più incisivo e spedito nella realizzazione dei percorsi 2015, con il cosiddetto “Accordo se ricevesse un impulso decisi- avviati. di Parigi”, nel quale si eviden- vo dalle istituzioni, ma seppur La transizione ecologica è dun- ziò la gravità dei cambiamenti lento e faticoso, quello avviato que già iniziata; a mancare è la climatici e la necessità di una volontà e la responsabilità di ri- reazione globale e multilaterale, pensare in maniera profonda e La transizione ecologica è sistemica il modello di sviluppo senza però definirne modalità e già iniziata; a mancare è la che, non solo ha causato la crisi tempi condivisi. Non avendo ri- volontà e la responsabilità climatica, ma non ha interesse cevuto l’attenzione istituzionale di ripensare il modello di a contrastarla. I dati neanche, che meritava, la crisi climatica ©Ronan-Furuta-unsplash sviluppo che, non solo ha gli strumenti, le competenze, i si è inasprita, così come le disu- causato la crisi climatica, modelli e le persone, invece, ci guaglianze che essa provoca. ma non ha neanche sono e la stanno tenacemente Come emerge dagli studi pub- interesse a contrastarla realizzando blicati da Carbon Brief (piatta- 6
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 Una rivoluzione intersezionale, la politica non sia miope Intervista all'ecologista e attivista Annalisa Corrado A nnalisa Corrado è un'ingegnera mec- canica, ecologista e da sempre attivista per la giu- stizia climatica, co-portavoce dell’associazione Green Italia e responsabile delle attività tec- niche dell’associazione Kyoto Club. Abbiamo raccolto le sue idee sulla transizione ecologica. Cos’è per lei la transizione ecologica? La transizione ecologica è Annalisa Corrado una rivoluzione sistemica che dovrebbe spingere la nostra economia e il nostro modello dalle decisioni a livello nazio- da replicare su larga scala? di sviluppo a “transitare”, ap- nale ai rapporti internazionali Assolutamente sì. Nel mondo punto, da un modello domi- e geopolitici. sono ormai numerose le comu- nato dall’utilizzo (dissennato) nità territoriali che hanno fat- di fonti fossili a un modello di Come attuare questa rivo- to della transizione ecologica decarbonizzazione totale, at- luzione sistemica? Ci sono un obiettivo concreto, con una traverso l’utilizzo sostanziale sperimentazioni valide che strategia e delle azioni chia- di fonti rinnovabili. Non si trat- potrebbero diventare modelli re. Per rimanere vicini a noi, ta di un percorso meramente il Portogallo ha fatto passi da tecnologico ma intersezionale, gigante, ma anche città impor- perché è tutto il sistema che tanti come Barcellona e Parigi necessita di essere modificato. La transizione ecologica è stanno realizzando delle vere Non è sufficiente trasformare una rivoluzione sistemica che e proprie rivoluzioni nella ge- la modalità di generare e di- dovrebbe spingere la nostra stione complessiva della città. stribuire energia, ma bisogna economia a “transitare” L’Italia non è da meno, tante incidere anche su tutti gli altri da un modello dominato sono le economie territoriali e settori: dall’industria al resi- dall’utilizzo (dissennato) di locali che hanno avuto un ruo- denziale, dall’agricoltura e l’al- fonti fossili a un modello di lo da apripista nel mondo della levamento al turismo, dall’edu- utilizzo di fonti rinnovabili sostenibilità e della transizio- cazione alle scelte individuali, ne ecologica. Con Alessandro 8
Transizione ecologica Gassmann abbiamo coideato il non credono nelle possibilità progetto “Green Heroes”, pro- Le buone pratiche, dunque, delle fonti rinnovabili, dell’effi- prio allo scopo di raccontare ci sono, c’è consapevolezza, cienza energetica, dell’elettrifi- queste esperienze, attraverso ci sono le conoscenze cazione dei consumi. È come se le figure visionarie, “eroiche”, scientifiche, le tecnologie, fossimo timorosi di affrontare che le realizzano, dimostran- gli strumenti, a mancare un cambiamento radicale, e a do che ci sono delle soluzioni è la volontà politica di causa di questo timore stiamo efficaci, che apportano bene- rendere la transizione un perdendo importanti occasioni. fici ai territori, alle persone, progetto concreto alla salute, alla salubrità e che Quali occasioni? fortificano l’economia, porta- Un caso molto emblematico è no fatturato e posti di lavoro. quello dell’automotive: il più Le buone pratiche, dunque, ci grande gruppo italiano del sono, c’è consapevolezza, ci settore si è rifiutato di vedere sono le conoscenze scientifi- nell’elettrico una prospettiva, che, le tecnologie, gli strumen- ha cominciato a farlo solo re- ti, a mancare è la volontà politi- molto forte ai modelli passati, centemente, arrancando, in- ca di rendere la transizione un quelli novecenteschi, anche a vece di rimanere competitivo progetto concreto. causa degli interessi dei grandi a livello internazionale. Anche gruppi che influiscono in ma- sulla plastica, in Italia abbiamo Perché manca la volontà po- niera determinante sulle deci- delle eccellenze a livello inter- litica di realizzare la transizio- sioni politiche. Si tratta di mo- nazionale nella produzione di ne ecologica? delli ancora molto centralizzati materiali monouso ma, vent’an- Io penso ci sia un ancoraggio di produzione dell’energia, che ni fa, non si è investito su questo 9
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 delle decisioni e delle azioni Spesso si gioca sui comportamenti dei singoli cittadini, passate, quindi dovremmo es- ma a livello politico ed economico si continua ad alimentare sere tutti coinvolti. Siamo tutti il sistema. Sicuramente è importante che ognuno di noi convocati alla causa, nessuno faccia la sua parte, ma non basta predicare ai singoli se escluso. Quella della transizio- a livello politico e istituzionale non si fa lo stesso ne ecologica dovrebbe essere una battaglia intergenerazio- nale, oltre che intersezionale, primato per trasformare il setto- Nonostante questa inerzia, anche perché, spesso, a una re e mantenerlo competitivo, ci ci sono diversi movimenti so- maggiore sensibilità non cor- si è invece arroccati, insistendo ciali (soprattutto giovanili) rispondono proposte concrete sul mantenimento di un’econo- che sono molto attivi su questo e quindi una reale capacità col- mia già destinata a scomparire. fronte e che hanno riportato la lettiva di incidere. Tutti devo- Un’inerzia della trasformazione, questione al centro del dibatti- no essere coinvolti, scienziati, insomma, che è autolesionista to pubblico. Ha fiducia in loro? tecnici, decisori politici, non se si pensa anche alla biopla- Sicuramente l’attenzione sul si può lasciare che siano solo stica, materiale ideato da una tema è stata potenziata e rinvi- i giovani a pretendere e avvia- scienziata italiana, Catia Bastio- gorita dai movimenti giovanili. re il processo di transizione e, li, che guida la prima azienda, a Si tratta di un segnale di attivi- contemporaneamente, cercare livello internazionale, a produrre smo molto importante. Tutta- di trasformare un immaginario una plastica a base di amidi, cel- via non possiamo pretendere culturale e collettivo che consi- lulosa e oli vegetali. Perché non che siano loro a risolverlo, mi dera spesso gli ecologisti come puntare su queste eccellenze so- sembra una posizione dere- sognatori dai sentimenti nobili stenibili e avanguardiste, invece sponsabilizzante: la situazio- ma poco capaci e concreti. Al di rallentare la transizione? ne attuale è la conseguenza contrario, l’ecologismo trova le basi anche da un incredibile avanzamento scientifico e tec- nologico, che ne rafforza e con- cretizza le istanze. Tuttavia, nel dibattito politico si propongo- no ancora trivelle, inceneritori e impianti nucleari, come nel Novecento. Come uscire da questa im- passe? Io credo che servano nuovi mo- delli di partecipazione popola- re per incidere sull’agenda po- litica e sull’agenda mediatica, affinché anche a livello politico si considerino queste istanze e competenze sociali, per farne delle politiche concrete. Oggi sono tanti gli eventi ca- tastrofici ai quali stiamo as- sistendo, si contano i morti, i danni e i costi per i territori, anche in Italia. È inqualificabi- 10
Transizione ecologica le e irresponsabile corroborare Pianeta Terra Festival un sistema che risponde solo agli interessi di piccoli grup- pi di potere, che non hanno alcuna intenzione di abban- donare questi modelli. Biso- gna dunque che entri in gioco «Tutti, insieme: sono queste le due anche la politica, non c’è altra parole che meglio riassumono il strada. Spesso si gioca sulla successo della manifestazione. responsabilità individuale, sui La forza del messaggio inviato comportamenti dei singoli cit- attraverso queste giornate troverà tadini: si invita a fare bene la raccolta differenziata, a consu- sicuramente una spinta ancor mare meno energia, a essere maggiore nell’aver condiviso meno consumisti, ma a livello un’idea nuova ma necessaria di politico ed economico si con- bene comune». Questo il bilancio tinua a difendere e alimentare di Marcello Bertocchini, presidente il sistema che ha portato alla della Fondazione Cassa di Risparmio situazione attuale. C’è dunque di Lucca, che ha promosso la prima un’ipocrisia e una deresponsa- edizione di “Pianeta Terra Festival”, bilizzazione di fondo. Sicura- organizzato dal 6 al 9 ottobre a mente è importante che ognu- Lucca dagli Editori Laterza, con no di noi faccia la sua parte, ma la direzione scientifica di Stefano non basta predicare ai singoli se a livello politico e istituzio- Mancuso. Durante i quattro giorni nale non si fa lo stesso. di festival, interamente dedicato al tema della sostenibilità in tutte le Durante un’intervista, sue forme, il pubblico ha partecipato Martina Comparelli, portavo- con grande entusiasmo agli oltre ce dei Fridays for Future ha 70 appuntamenti che si sono tenuti detto: «Per me lottare signi- nei luoghi più suggestivi della città: fica credere che le cose cam- dalla Chiesa di San Francesco al bieranno, perché possono Palazzo Ducale, dall’Orto Botanico cambiare e perché ci faremo al Complesso di San Micheletto. sentire». Secondo lei, le cose Più di 150 i relatori intervenuti tra i cambieranno? Non si può non rispondere a quali scienziati, antropologi, filosofi, questa domanda con «Per forza economisti, architetti, urbanisti, cambieranno»; rispondere di- storici, scrittori, artisti, innovatori, versamente significherebbe va- attivisti, policy makers, a conferma nificare tutto ciò in cui credia- dell’approccio multidisciplinare della mo e cerchiamo di realizzare. manifestazione. Ottima risposta Non sappiamo chi vedrà i be- anche per i molti eventi trasmessi in nefici di questa battaglia: stia- live streaming. I video degli incontri mo solo passando il testimone del festival si possono rivedere sul e tenendo accesa una fiaccola, sito www.pianetaterrafestival.it. La ma non continueremmo se non prossima edizione si terrà, sempre a credessimo che, prima o poi, sì, le cose cambieranno Lucca, dal 5 all’8 ottobre 2023. 11
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 Siena, la prima provincia italiana carbon neutral Esiste una provincia italiana che ha già raggiunto la “carbon neutrality”, ovvero dove le emissioni di gas serra sono completamente assorbite dalle foreste locali? La risposta è sì, è la provincia di Siena, che da ben 11 anni ha raggiunto la neutralità carbonica. Questo virtuoso percorso realizzato dalla Provincia di Siena è stato costantemente supportato dalla Fondazione Monte Paschi di Siena sin dalla sua nascita, dal 2000, in tutte le sue evoluzioni, con un sostegno totale di circa 2 milioni di euro. Il progetto riceve grande impulso, a partire dal 2006, grazie agli studi realizzati dal gruppo di ricerca guidato da Simone Bastianoni, professore ordinario di Chimica dell’ambiente e dei beni culturali dell’Università di Siena, finalizzati a stilare l’inventario dei gas serra dei settori energetico, industriale, agricolo, dell’allevamento, dei rifiuti e delle gestioni forestali. Nel 2008, il gruppo di ricerca pubblica un primo bilancio: le emissioni di CO2 eccedevano rispetto agli assorbimenti, rappresentando il 72% sul totale delle emissioni. Questo bilancio scientifico rende il territorio senese il primo al mondo a essere certificato attraverso lo standard ISO 14 064, relativo, appunto, alle emissioni e agli assorbimenti dei gas ad effetto serra. L’entusiasmo per questo primato spinge l’Amministrazione provinciale a fare di questi studi uno strumento di politica territoriale, ponendo un chiaro obiettivo: far diventare il della pratica di revisione annuale delle caldaie territorio carbon neutral entro il 2015. ha portato ad una diminuzione del 30% dei A partire dal 2008, dunque, molte sono state consumi domestici di metano per famiglia. le azioni strategiche volte alla mitigazione del L’effetto combinato di tutte queste azioni ha cambiamento climatico, con la supervisione portato, nel 2011, a far diventare il territorio e il monitoraggio del gruppo di ricerca e il senese carbon neutral. sostegno della Fondazione MPS. Tra queste Il raggiungimento di tale obiettivo è stato azioni, il Piano Energetico Provinciale ha misurato attraverso il progetto REGES – portato all’indipendenza per l’energia elettrica Riduzione delle Emissioni di Gas a Effetto Serra attraverso un aumento cospicuo delle energie – che consiste in un’azione di monitoraggio rinnovabili. Il Piano dei rifiuti ha ridotto il delle emissioni di gas serra e assorbimenti di numero delle discariche da 40 a 1, con un CO2 nel territorio provinciale. Un incredibile ampliamento del termovalorizzatore. Una risultato raggiunto in circa 7 anni, frutto di una nuova politica di protezione delle foreste ha partnership pubblico-privato che ha coinvolto portato ad aumentarle del 20%. La diffusione la Provincia di Siena, l’Università di Siena e 12
Transizione ecologica ©Angelo Casto la Fondazione MPS e che ha moltiplicato voglia contribuire, a diverso titolo, a mantenere i suoi benefici perché altri territori hanno e migliorare la neutralità di carbonio del preso l’esperienza senese come modello: a territorio di Siena, rendendo l’intervento il più Mantova, a Parma, dove il percorso è stato possibile conosciuto, partecipato e condiviso avviato per volontà di alcune aziende locali, e dalla società civile, da Enti pubblici, da soggetti a Belluno, dove a spingere è stata l’assemblea del mondo economico e del Terzo settore. di studenti liceali. Questo è il vero successo Molte sono già le aziende che hanno aderito, dell’obiettivo raggiunto: la creazione di un che si occupano di energia, rifiuti, ma anche modello e di un precedente, che è stato aziende vinicole e del mobile. adattato in altri territori. Un progetto che non «Perché raggiunta la neutralità – afferma il si ferma e va avanti per includere e coinvolgere Professor Bastianoni – il lavoro non è finito, maggiormente la comunità nella visione così come la responsabilità: i gas serra sono perseguita dall’Amministrazione. Il percorso ha inquinanti globali, non locali, quindi dobbiamo infatti dato vita ad un’Alleanza territoriale, una continuare tutti a fare la nostra parte». rete informale di soggetti, aperta a chiunque www.carbonneutralsiena.it 13
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 Alimentazione e cambiamento climatico Dialogo con Edward Mukiibi, presidente di Slow Food «I l nostro modo di vi- vere sta distruggen- do l’ambiente e le Mukiibi sottolinea quanto sia fondamentale capire il signi- ficato di transizione ecologi- risorse comuni dell’umanità. E ca per poter divenire parte del questo non è più sostenibile, processo che la riguarda: «Non non può garantire la sopravvi- si tratta di una corsa all’avanza- venza dell’umanità nel futuro. È mento tecnologico per costrui- per questo che oggi ci troviamo re auto elettriche, incenerire i nella necessità di una transizio- rifiuti con più efficienza o pro- ne ecologica. Cambiare le cose durre la carne in vitro – sostiene è una scelta obbligata, se voglia- -. Una transizione reale significa mo che le prossime generazioni invece capire che l’auto non è il possano vivere su questo piane- mezzo più adatto per viaggiare, ta». A spiegarlo è Edward Muki- specialmente in città; che i ri- ibi il nuovo presidente di Slow Edward Mukiibi fiuti bisogna prevenirli e dimi- Food che, in questa intervista, nuirli drasticamente, riducendo spiega e analizza quale sia il il packaging e gli acquisti su- rapporto, imprescindibile, tra all'allevamento. L'agricoltura, perflui; che si può consumare transizione ecologica e alimen- in particolare quella su picco- meno carne ma di qualità mi- tazione. la scala, è anche la prima vitti- gliore, allevata su piccola scala «Oltre alla distruzione, ormai ma dei cambiamenti climatici, e con tecniche rigenerative, per irrimediabile perché già avve- in quanto i contadini devono mettere fine agli allevamenti nuta, di oltre il 70% della bio- affrontare siccità devastanti e intensivi; che si può fare agri- diversità nel mondo, abbiamo alluvioni improvvise. L'innal- coltura efficiente di prossimità una crisi climatica che si avvia zamento del livello del mare senza dipendere dalla chimica drammaticamente verso un minaccia la sopravvivenza delle e dalla meccanica pesante; che punto di non ritorno – prose- comunità che vivono sulle coste il turismo non deve andare di gue il presidente -. Il sistema e vicino ai fiumi, le frane causa- pari passo con la gentrificazio- di produzione alimentare in- no enormi perdite economiche ne, l’espulsione dei residenti e dustriale è uno dei maggiori e di vite umane alle comunità la crescita esponenziale degli responsabili del quadro che ho montane, l'acidificazione degli affitti, per non parlare della spe- descritto: l’agricoltura e le altre oceani provoca la morte degli culazione edilizia e la distruzio- attività connesse causano un ecosistemi marini e ogni giorno ne ambientale nelle località del quarto delle emissioni globa- assistiamo a una perdita sem- turismo di massa». li di CO2 (secondo il rapporto pre maggiore di biodiversità e Allevamenti animali e consu- degli scienziati dell’IPCC), e a una desertificazione che sem- mo di carne risultano spesso due terzi di queste sono legate bra inarrestabile». essere le principali accusate di Foto tratta dal sito www.slowfood.it 14
Transizione ecologica responsabilità in termini d’in- quinamento. Cosa ne pensa? «La produzione e il consumo di carne sono ormai insoste- nibili per le conseguenze sul clima, per l’inquinamento che provocano, per le condizioni di vita di miliardi di animali alle- vati senza alcun riguardo per il loro benessere, spesso anzi sottoposti a grandi sofferenze. Se il consumo globale di carne raddoppiasse tra oggi e il 2050 (come previsto in realtà dal- la FAO), passando da oltre 250 milioni di tonnellate di carne per anno a 500 milioni, il si- stema collasserà. È importante affrontare il grave pericolo per l'ambiente causato dalla produ- zione massiva di carne, tenendo presente che nel mondo esisto- no molti sistemi tradizionali di allevamento che non sono così distruttivi e pericolosi. La carne cessive per prevenire malat- dendo sempre più difficile cu- in eccesso e di bassa qualità, tie legate al sovraffollamento rare anche semplici infezioni. che oggi è diventata il principa- o per stimolare la crescita. Gli L’Unione Europea l’ha definita le argomento di discussione, è il antibiotici passano attraverso una delle più grandi minacce prodotto finale di un sistema di le feci nelle falde acquifere, fi- per la salute». cui si vogliono ignorare la mag- nendo nell'ambiente e, infine, Un’altra minaccia incomben- gior parte dei costi ambientali, dentro di noi. Di conseguenza, i te che rischia di porre fine alla sociali e sanitari. Dall’inizio del batteri stanno sviluppando una vita umana, animale e vegetale XX secolo, metà delle razze ani- “antibiotico-resistenza”, ren- è lo scarseggiare della risorsa mali da allevamento in Europa è che più di ogni altra è sinoni- scomparsa, e un terzo di quelle mo di vita: l’acqua. «L'acqua tuttora esistenti sono a rischio di è un elemento di connessione fare la stessa fine entro i prossi- Una transizione reale fondamentale tra l'uomo e la mi 20 anni. Le razze locali sono significa capire che l’auto natura ed è indispensabile alla importanti perché nel tempo si non è il mezzo più adatto per vita – spiega il presidente di sono adattate a climi, ambienti viaggiare, che i rifiuti bisogna Slow Food -. L'ONU ha ricono- e terreni diversi. Quando sono prevenirli e diminuirli, che si sciuto il diritto umano all'acqua allevate in modo sostenibile nel può consumare meno carne una decina di anni fa, ma que- loro territorio d'origine, forni- ma di qualità migliore, che si sta risorsa sta diventando scar- scono carne, latte o uova di qua- può fare agricoltura efficiente sa e costantemente privatizza- lità eccellente. Gli allevamenti di prossimità senza dipendere ta. L’acqua è un bene comune, intensivi utilizzano il 70% degli dalla chimica, che il turismo non può essere privatizzata, ma antibiotici prodotti nel mondo, non deve andare di pari passo deve essere gestita a livello ter- spesso somministrati in modo con la gentrificazione ritoriale in modo democratico. inappropriato e in quantità ec- La transizione ecologica ci sta 15
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 La ricetta (senza sprechi) contro la povertà infantile Il contrasto alla povertà infantile si fa anche L’iniziativa è stata condivisa con la Food attraverso la lotta allo spreco alimentare. A Policy del Comune, la politica cittadina della dimostrarlo il Programma QuBì, un’iniziativa città sull’alimentazione, che ha coinvolto 500 promossa da Fondazione Cariplo che, partendo associazioni, che l’ha poi replicata in altri punti dal recupero e dalla redistribuzione delle della città. A questi interventi si è affiancata eccedenze alimentari, ha avviato un virtuoso la costruzione di una rete capillare e diffusa processo di infrastrutturazione sociale a che nasce dall’analisi della distribuzione, nel Milano. L’iniziativa ha favorito la creazione di Comune di Milano, delle misure pubbliche di numerose reti di prossimità che si occupano, contrasto alla povertà. Dai dati emersi sono tra l’altro, di raccogliere e distribuire cibo alle stati individuati 23 quartieri (su un totale di 88 famiglie più fragili, associando anche iniziative nella città) con maggiori criticità, nei quali QuBì trasversali su tutta la città. Percorsi che stanno ha aggregato le realtà attive che hanno iniziato trasformando inesorabilmente l’approccio delle a a lavorare insieme per rispondere ai bisogni politiche sociali comunali. Con il sostegno di delle famiglie con minori in povertà. Sull’asse Fondazione Peppino Vismara, Intesa Sanpaolo, cibo, le reti di quartiere hanno lavorato per Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, ottimizzare la raccolta e la distribuzione di Fondazione Fiera Milano e Fondazione Snam, il prossimità, potenziando le connessioni con i Programma QuBì ha sostenuto l’attivazione di piccoli negozi di quartiere, i mercati e la filiera 3 empori della solidarietà gestiti dalla Caritas agricola. Questo ha innescato una straordinaria Ambrosiana, che non si limitano a distribuire metamorfosi, trasformando il problema generi alimentari attraverso i tradizionali dello spreco alimentare in una risorsa per “pacchi”, ma si presentano come mini market combattere la povertà, favorendo, al contempo, nei quali le famiglie possono scegliere ciò la coesione sociale. «A cambiare – commenta di cui necessitano. Con una tessera a punti, Monica Villa, vicedirettrice Area Servizi alla di importo relativo alla composizione della Persona di Fondazione Cariplo – è stato lo famiglia, alla presenza o meno di minori e sguardo di queste organizzazioni, che si sono alla complessità della situazione alimentare, unite per intercettare le famiglie coinvolgendo le famiglie possono accedere ad alimenti anche le scuole, i negozianti, le parrocchie, le diversificati, freschi e di qualità, nell’ottica di associazioni sportive, culturali, di prossimità, accompagnarle e non “assisterle”, ridando loro per attivare delle vere e proprie antenne dignità e autonomia nella scelta dei generi territoriali. A cambiare è stata anche la voglia alimentari. Oltre agli empori, il programma e la capacità di lavorare insieme, offrendo alle di Fondazione Cariplo ha sostenuto il Banco famiglie una rete che le faciliti nel loro percorso Alimentare Lombardia nell’attivazione dei di fuoriuscita dalla povertà». primi due Hub di quartiere contro lo spreco Una sperimentazione nata e sviluppata con il alimentare, che recuperano e distribuiscono Comune di Milano e con la Food Policy, che il cibo in eccedenza da supermercati e ha supportato 50mila persone e 25mila minori mense aziendali, salvando tonnellate di dal 2017. Una collaborazione pubblico-privato cibo che altrimenti verrebbe gettato via. vincente che sta sollecitando il Comune a studiare le modalità per portare la natura sperimentale del Programma QuBì a livello di sistema, facendone una politica territoriale di accompagnamento delle famiglie in povertà sulla città. Una sperimentazione che avrà ancora un lungo percorso prima di stabilizzarsi nella politica cittadina, ma che ha già messo in moto una grande (importante) rivoluzione sociale, aggregando realtà molto diverse tra di loro che si sono scoperte parte di un unico grande scopo e di una visione comune di città. 16
Transizione ecologica coltiva e buono per il pianeta. Ci Tutto il sistema alimentare deve essere osservato dal punto sta riuscendo? A che punto sia- di vista dell’economia circolare. Dobbiamo impedire mo? «Ognuno di noi, nelle sue al sistema industriale lineare di continuare a massimizzare attività quotidiane, sperimenta i profitti creando uno spreco gigantesco già frammenti del mondo che vorremmo: gli orti sono piatta- forme per l'apprendimento mul- tigenerazionale, le comunità di produttori trasformano i prodotti in via di estinzione in beni eco- nomici, i mercati contadini met- tono in contatto l'urbano e il ru- rale, le campagne di educazione mettendo alla prova anche su Politiche alimentari e futuro: e sensibilizzazione utilizzano il questo tema cruciale». cosa è stato fatto di buono fi- cibo per promuovere importan- Sistema alimentare e circolari- nora e cosa dovrebbe essere ti questioni sociali e ambientali, tà: è possibile? «Tutto il sistema migliorato? «Se penso all’Eu- i raduni e gli eventi riuniscono alimentare deve essere osser- ropa, è più che mai giusto che persone di ogni età e provenien- vato dal punto di vista dell’e- l’UE abbia preso degli impegni za, le cucine diventano spazi so- conomia circolare. Dobbiamo in questo ambito con il “Green ciali di educazione, riflessione e impedire al sistema industriale Deal” e la “Farm to Fork stra- azione per ridisegnare il nostro lineare di continuare a massi- tegy”. Ma si può fare molto an- rapporto con il cibo. Ciò per cui mizzare i profitti creando uno che partendo dal basso, agendo dobbiamo lavorare è che tutte spreco gigantesco, i cui costi sull’approvvigionamento ali- queste azioni si realizzino ogni sono pagati dall’intera collet- mentare pubblico. Ci sono pro- giorno. In tutto il mondo sono tività. Pensare in maniera cir- getti e iniziative portati avanti già stati implementati modelli colare non vuol dire solo ridur- a livello locale, che dovrebbero che hanno dimostrato di avere re gli sprechi, bensì essere in essere implementati e diffusi. un impatto positivo straordina- grado di dare una seconda vita Slow Food, per esempio, è un rio. Dobbiamo costruire sistemi agli scarti di produzione che si partner chiave di “Food Trails”, alimentari che siano resilienti creano a ogni tappa della filiera un progetto quadriennale finan- di fronte alle crescenti avversità agroalimentare. Prodotti di la- ziato dall'UE che mira a inco- ambientali e sociali, a partire dai vorazione che prima venivano raggiare lo sviluppo di politiche contesti più vulnerabili» considerati come rifiuti, oggi, alimentari integrate nelle città grazie al pensiero sistemico, che prevedono la collaborazio- possono rappresentare una pre- ne tra amministrazioni pubbli- ziosa materia prima per altre che e cittadini per progettare catene produttive. D’altronde politiche alimentari che ridu- questo è un approccio che ha cano gli sprechi, aumentino la radici storiche ben salde. Prima sostenibilità e garantiscano alle dell’avvento dell’industrializ- persone una dieta sana e sicura. zazione, la produzione alimen- Ci sono esperienze molto inte- tare era per la sua stessa natu- ressanti portate avanti da città ra circolare. E in molte realtà come Torino, Milano, Londra, della mia Africa, dove i sistemi Grenoble, Ostenda e Roma». tradizionali di agricoltura sono Slow Food immagina un mondo applicati, la circolarità è uno in cui tutte le persone possa- degli elementi costantemente no mangiare con gioia un cibo presenti». buono per loro, buono per chi lo 17
Conseguenze dei cambiamenti climatici in Italia +5°C +20% di temperatura di rischio media al 2100 -40% incendi rispetto quantità di acqua nei prossimi a inizio secolo a disposizione decenni nel 2080 91% 7 milioni di persone dei comuni italiani oggi vivono o lavorano in aree a rischio per frane a “maggiore pericolosità” e alluvioni Fonti: Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, “Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in Italia” (2020); Ispra, “Transizione ecologica aperta. Dove va l’ambiente italiano?” (2021); Gestore Servizi Energetici (GES), “Fonti rinnovabili in Italia e in Europa” (2020)
Una transizione ecologica possibile 40% superficie italiana boscata -19% emissioni di gas serra 2021 negli ultimi 30 anni 20% aree protette 43% dei fiumi in buono stato ecologico Italia UE 27 OBIETTIVI UE Fonti di Energia Rinnovabili sul totale dei consumi energetici (2020) 20,4% 22,1% 2020 2030 nel settore Trasporti 17% 30% 10,7% Raggiunto 10,2% nel settore Elettrico 38,1% 37,5% nel settore Termico 19,9% 23,1%
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 Non chiamiamole alternative Intervista a Ivan Novelli, presidente Greenpeace I van Novelli è presi- dente di Greenpea- ce Italia, una delle 26 organizzazioni nazionali dell’Ong ambientalista attiva in oltre 55 paesi del mondo per proteggere l’ambiente, pro- muovere la pace e denunciare crimini ambientali. Presidente Novelli, partia- mo da un dato di fatto: la co- munità scientifica è d’accordo da decenni sul tema dei cam- biamenti climatici, eppure ancora oggi trovano spazio i negazionisti. Secondo lei ci Ivan Novelli sono stati degli errori di co- municazione da parte della comunità scientifica? trovare soluzioni utili sia a livel- nemmeno la crisi climatica. Se La comunità scientifica in realtà lo individuale che collettivo. non si parla di crisi o di emer- è stata molto chiara; noi come genza climatica, alle persone Greenpeace pubblicammo un Qual è il ruolo dei media in non arriva un'informazione cor- rapporto importante che si questo racconto? retta: questa è una responsabili- chiamava “Global warming” già Anche le persone che lavorano tà dei media. nel 1990, raccogliendo testi di nei media e nella comunica- scienziati autorevoli che face- zione hanno una responsabili- E le imprese? vano parte del gruppo di lavoro tà importante, perché noi cre- Un dato positivo che notiamo delle Nazioni Unite “IPCC” che diamo che il dibattito pubblico è quello di aziende nel mondo oggi tutti conoscono. La scien- sia stato troppo inquinato da dell’industria che fanno passi za, dunque, ha parlato chiaro da chi ha interessi particolari. Ci più decisi verso la produzione tempo; per questo non credia- sono state aziende energetiche sostenibile. Questo può essere mo le si possa attribuire una re- che hanno fatto sì che venissero dovuto a una visione più lun- sponsabilità o un'incapacità di censurati alcuni temi o che ad- gimirante, o al fatto che non aver comunicato. Ovviamente, dirittura hanno prodotto cam- sono alla ricerca di consenso dobbiamo comprendere che il pagne negazioniste, come si ma banalmente di profitto o a tema è molto complesso. Il cit- vede quando a seguito di eventi volte anche solo alla convinzio- tadino fa fatica a comprenderlo naturali estremi - sempre più ne che la strada da seguire sia pienamente ma soprattutto a frequenti - a volte non si cita necessariamente quella di una 20
Transizione ecologica ©novelli-ignacio-brosa-unsplash transizione ecologica. Queste tare alternative. In Italia, le au- cienti delle caldaie a gas, dob- aziende aprono varchi impor- torizzazioni per le rinnovabili biamo spingere su questo fron- tanti che possono essere utili ad hanno dei tempi biblici. Se si te e vincere le resistenze di cui altri in Italia e nel mondo. fosse lavorato meglio sui rin- parlavo prima. novabili e risparmio energetico Parlando di aziende e di avremmo sostituito una quanti- Ha accennato al tema del produzione, non possiamo tà di energia vicina a quella che nucleare, una questione mol- evitare di trattare la questio- importiamo dalla Russia con il to divisiva: qual è la vostra ne energetica, che oggi è al contratto Eni-Gazprom e, tra opinione sul tema? centro del dibatto. Quanto bi- l'altro, avremmo attirato inve- Greenpeace si oppone da sem- sogna intervenire sulle fonti stimenti stranieri che, invece, pre al nucleare. Noi comincia- alternative? sono andati altrove. mo sempre dal tema delle sco- Prima di tutto vorremmo comin- rie che non è mai stato risolto. ciare a far sì che le fonti rinno- Cosa possiamo fare sul fronte È un tema gravissimo: in questi vabili non siano più chiamate dei consumi? mesi siamo in allarme costante “alternative”. Oggi sono un dato Per quanto riguarda i consumi, per quello che succede presso reale: a livello mondiale si pro- oggi è necessario parlare di ri- le centrali ucraine; non pos- duce più energia dal sole e dal sparmio energetico, ma in pro- siamo investire su qualcosa vento rispetto al nucleare, ma spettiva bisognerà intervenire che presenta così tanti rischi e ci sono ancora interessi forti, sull’efficienza energetica. Già incertezze. Al di là di questo, il soprattutto nella politica ener- oggi le auto elettriche possono settore nucleare è comunque in getica, dove gas e petrolio sono essere quattro volte più efficien- forte crisi: la Francia che fa un ancora molto tutelati e non c’è ti delle auto convenzionali, le grande uso di energia nucleare un impegno reale a implemen- pompe di calore sono più effi- è al collasso perché i reattori di 21
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 terza generazione si sono rive- agevolare perché producono ri- della manutenzione. Un par- lati un fallimento; ce n’è uno sultati positivi. co abbandonato può diventare solo in costruzione a Flaman- un luogo di degrado e di delin- ville che ha aperto i cantieri Una sua area di interes- quenza. 15 anni fa, con costi che sono se è quella dei parchi come passati dai 3 miliardi di euro rappresenta anche il suo im- Chiudiamo con una do- dell’epoca agli oltre 19 miliardi pegno per RomaNatura. Che manda rivolta al futuro: lei è di adesso. In Italia, durante la ruolo hanno i parchi nelle cit- fiducioso nella riuscita di una campagna elettorale, abbiamo tà, che ruolo potrebbero avere transizione ecologica? addirittura sentito parlare di re- e come bisogna intervenire su A livello globale la transizione attori di quarta generazione (mi quelli già esistenti? energetica è già una sfida, pro- viene da ridere perché non esi- Purtroppo abbiamo assistito babilmente è la sfida del secolo. stono nemmeno). Per fortuna, a un rallentamento veramen- Nel mondo c’è una consapevo- in Italia, c’è stato un referen- te grave negli investimenti nei lezza e anche un percorso già dum nel 2011, che ci ha evitato nuovi parchi naturali, nei parchi iniziato che dovrebbe portarci di dover avere a che fare con nazionali e nella rete di parchi a uscire dall’economia fossile. una fonte di energia rischiosa e regionali. L’importanza di que- Sicuramente c’è bisogno di una molto costosa. sti parchi è assoluta in termini maggiore cooperazione politica di protezione e conservazione ed economica a livello interna- In momenti di difficoltà della biodiversità e degli eco- zionale per espandere l’econo- o emergenza le comunità si sistemi di queste aree. Se non mia verde. Oggi non possiamo sono organizzate autonoma- ci prendiamo cura dei parchi essere troppo ottimisti, però ve- mente sui loro territori. Lei ha mettiamo a rischio una varietà diamo che, lentamente, aumen- degli esempi virtuosi di alcu- di flora e di fauna unica. Anche tano gli investimenti nella tran- ne esperienze che potrebbero se pensiamo ai parchi cittadini, sizione. Quindi, ripeto una cosa essere replicate? che sono fondamentali nelle che ho detto all’inizio dell’inter- Un esempio di una pratica che aree urbane, non possiamo che vista: vince chi è più lungimi- si sta realizzando sempre di più notare una miopia da parte del- rante, perché la strada è questa, è quello delle comunità ener- la politica che in molti casi ha sia per l’industria che per i sin- getiche, dove si produce e si pensato che bastasse inaugura- goli paesi, chi prima comincia scambia energia rinnovabile. re nuovi parchi, mentre invece a percorrerla avrà sicuramente Sono attività da incoraggiare e il valore fondamentale è quello maggiori benefici 22
Transizione ecologica Una transizione di coscienze Intervista a Romano Borchiellini, Coordinatore Energy Center Politecnico di Torino R omano Borchiellini è professore ordinario di Fisica Tecnica In- la consapevolezza dei cittadini cercando di spiegare il ruolo che l’energia, ha nelle nostre dustriale presso il Dipartimento vite. Ogni cambiamento, infat- di Energia del Politecnico di To- ti, non può prescindere dallo rino. È presidente dell’Advisory stile di vita che conduciamo: Board dell’Energy Center di per questo la transizione ener- Torino, un’iniziativa promossa getica deve essere anche una da Regione Piemonte, Città di trasformazione sociale. Torino, Politecnico di Torino e Romano Borchiellini Compagnia di San Paolo. Lei è presidente dell’Advi- sory Board dell’Energy Cen- anche creato un centro inter- Professore, oggi si parla ter a Torino: può raccontarci dipartimentale presso l’Ener- molto di transizione energe- questa esperienza? gy Center, rendendo possibile tica creando anche divisio- Se dovessi raccontare l’Ener- un confronto tra ricercatori ni nell’opinione pubblica, gy Center comincerei col dire che diventa fondamentale per lei come definirebbe questa che è un edificio. Può sem- avere una visione trasversale transizione e da cosa dovreb- brare banale, ma l’idea prin- dei problemi. L’Energy Center be partire? cipale, in origine, era quella è quello spazio dove si dialoga Il concetto di transizione ener- di avere uno spazio dove po- tra diverse discipline e si co- getica è effettivamente mol- tessero convivere fisicamente noscono meglio le esigenze di to inflazionato già da tempo, la pubblica amministrazione, tutti gli attori in gioco. ma ritengo che non si affronti l’impresa e la ricerca. Questa sempre in maniera sufficien- idea nasce dal pubblico, con A proposito di “novità” temente approfondita e che l’apporto attivo e il sostegno nel campo dell’energia, si divenga spesso un concetto delle due Fondazioni torine- parla sempre più spesso di personalizzabile in base alle si, Compagnia di San Paolo e comunità energetiche. Quali necessità personali. Partiamo CRT. A riempire l’edificio sono sono le caratteristiche prin- dalla base: molti associano alla in primo luogo le imprese, dal- cipali di queste comunità e transizione energetica il pas- le grandissime fino alle startup quali potrebbero essere le saggio da fonti energetiche che, grazie alla vicinanza ai potenzialità da valorizzare? fossili a rinnovabili. Debbo grandi player possono impa- Anche in questo caso partirei dire però che il tema è a mio rare, confrontarsi ma anche da una definizione semplice: avviso molto più complesso e trovare opportunità di aumen- la comunità energetica di per profondo. La transizione non to di capitali. Oltre all’impre- sé comporta la condivisione di si esaurisce sostituendo le fon- sa è presente anche il mondo un’energia che un individuo ti di energia ma si compie la- della ricerca, soprattutto con produce e fa utilizzare anche vorando sulle coscienze e sul- dei laboratori. Il Politecnico ha a una persona terza in pros- 23
Transizione ecologica Fondazioni set - ott 2022 ©annie-spratt-unsplash simità territoriale. Questa at- momento in cui mettiamo i sibili per i cittadini. Intorno tività non era possibile prima cittadini al centro della que- a queste comunità si crea un del recepimento della direttiva stione energetica generiamo mercato, servono infrastrut- europea RED II di fine 2018. la consapevolezza di cui parla- ture, impianti e competenze; Questa direttiva, oltre a dare vamo all’inizio dell’intervista anche per questo alcuni gran- indicazioni pratiche sulla ge- e, probabilmente, intervenia- di gruppi stanno dimostrando stione comunitaria dell’ener- mo anche sulle abitudini degli interesse. Si propongono di gia, indicava una cosa impor- individui in relazione al con- aiutare a costruire le comunità tante: “portiamo il cittadino al sumo di energia. Le comunità energetiche e di gestirle che, centro della questione energe- energetiche possono assolu- generalmente, è una cosa po- tica”. La comunità energetica tamente essere strumentali a sitiva perché nascano sempre è uno strumento per realizza- quella trasformazione sociale più comunità. Il pericolo è che re questo obiettivo poiché nel necessaria perché avvenga il processo si standardizzi e momento in cui io produco una transizione ecologica. si riallontani l’individuo dalla l’energia comincio ad avere questione, che si perda la con- un rapporto diverso con essa. E le Fondazioni cosa pos- sapevolezza che le comunità Oggi premiamo un interrut- sono fare? possono costruire. Le Fonda- tore e si accende la luce, ma Le Fondazioni già fanno mol- zioni, oltre ad aiutare gli enti ignoriamo il processo che sta to! Fondazione Compagnia di locali da un punto di vista più dietro; anche per questo usia- San Paolo e Fondazione Cari- pratico, possono promuovere mo parole come “produrre”, plo hanno promosso la guida cultura che, come abbiamo “usare” energia quando un alle comunità energetiche, detto più volte, è un elemento famoso principio della ter- ad esempio. La costituzione imprescindibile per affronta- modinamica ci insegna che di comunità energetiche ha re il tema complesso dell’e- quello che realmente accade tante implicazioni che devo- nergia è una “trasformazione”. Nel no essere chiare e compren- 24
Puoi anche leggere