Un mondo in bilico Risposte di pace, voci di speranza, sviluppo sostenibile - DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE - Caritas Italiana
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DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE Numero 26 – Maggio 2017 Un mondo in bilico Risposte di pace, voci di speranza, sviluppo sostenibile
DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE INDICE Numero 26 | Maggio 2017 UN MONDO IN BILICO Risposte di pace, voci di speranza, sviluppo sostenibile Introduzione 3 1. Un mondo in pezzi: i dati di una crisi ESPULSIONI L’EUROPA 4 2. Le risposte: passi in avanti? UN PERCORSO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Un futuro sostenibile per il pianeta | L’Italia e lo sviluppo sostenibile LE INIZIATIVE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE Il G7 e il G20 | L’importanza delle istituzioni multilaterali 7 3. Testimonianze MARIA E LA SUA NUOVA VITA: PRODURRE IN MODO SOSTENIBILE PADRE SARATH, GLI INTERESSI DIETRO I GRANDI PROGETTI INSOSTENIBILI PADRE EDU, SULLA FRONTIERA TRA IL LOCALE E IL GLOBALE SHANNON, L’IMPEGNO DI CARITAS EUROPA 14 4. Ascoltare, osservare, discernere: metodo Caritas e temi globali UNA CHIAVE PER IL DISCERNIMENTO: LO SVILUPPO UMANO INTEGRALE GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE IN UNA PROSPETTIVA DI ECOLOGIA INTEGRALE Dignità umana e rispetto dei diritti umani | Non lasciare indietro nessuno (Leave no-one behind) Integrare ambiente e sviluppo | Rafforzare la governance e la cooperazione globale per agire 18 5. Artefici del cambiamento LE RADICI DEL NOSTRO IMPEGNO 1. Quale economia, quale società | 2. Artefici del nostro destino | 3. Oltre la paura 24 Note 26 A cura di: Francesco Soddu | Massimo Pallottino | Paolo Beccegato Testi: Massimo Pallottino | Flaminia Tumino | Laura Stopponi Hanno collaborato: Beppe Pedron | Matteo Amigoni Foto: Caritas Internationalis | Foto pagina 13: Giovanni Aloisi/ActionAid Editing, grafica e impaginazione: Danilo Angelelli
Introduzione «La centralità dell’uomo, una solidarietà fattiva, l’aper- tura al mondo, il perseguimento della pace e dello svi- luppo, l’apertura al futuro. È quindi un tempo di discer- nimento, che ci invita a vagliare l’essenziale e a costruire su di esso: è dunque un tempo di sfide e di opportunità» 1 Papa Francesco Non è un tempo facile quello che stiamo vivendo. Alla «terza guerra mondiale a pezzi» già evocata da papa Francesco qualche anno fa, si aggiungono pre- La “creatività della carità” richiede una decisa occupazioni crescenti per una situazione sempre più azione collettiva, di cittadinanza, di dialogo esigente frammentata e in bilico. Un libro recente di Pankaj Mi- con chi ha la possibilità di incidere nelle decisioni “di shra identifica la nostra epoca come «l’epoca della rab- sistema”, di giustizia. 2 bia» . Una rabbia, secondo lo storico e giornalista in- Ascoltare i poveri e il pianeta oggi ci chiama a es- diano, che non si può comprendere se si rimane fermi sere cittadini consapevoli, a trovare terreni di conver- all’idea dello “scontro di civiltà” che tanta fortuna ha genza con chi ha a cuore il destino del mondo e avuto nella storia più recente. dell’umanità. La razionalità deve tornare in gioco per È una rabbia che si ribella al discorso razionale e li- aiutarci ad ascoltare il mondo, identificare il cambia- neare con cui è costruito il nostro mondo, pervasa di mento necessario, metterci in marcia con le nostre co- risentimento, ansia, paura, umiliazione, invidia, senti- munità con un impegno che deve toccare ogni livello mento di impotenza… È una rabbia che attraversa tra- e che parta dalla capacità di condividere. sversalmente tutte le società e tutti i continenti, e che Tutto questo passa attraverso percorsi tortuosi, la ci parla dai luoghi della sofferenza, dell’emarginazione cui efficacia qualche volta è difficile da percepire nel- e della guerra portandoci, anche, la rabbia dei poveri. l’immediato. Sono però strade che dobbiamo percor- È una rabbia che non può essere trasformata con la sola razionalità, Ascoltare i poveri e il pianeta oggi ci chiama a essere cit- ma che ha bisogno di trovare un tadini consapevoli, a trovare terreni di convergenza con orizzonte diverso. Scriveva nel 1941 don Primo Mazzolari: chi ha a cuore il destino del mondo e dell’umanità. La ra- zionalità deve tornare in gioco per aiutarci ad ascoltare «Ma se togliete il lievito della carità, il mondo, identificare il cambiamento necessario, met- per forza bisogna usare l’ascia o la bomba. La guerra è una fractio panis terci in marcia con le nostre comunità con un impegno paurosa e demoniaca. Ma una briciola che deve toccare ogni livello e che parta dalla capacità raccolta per terra, intrisa di fango e di di condividere sangue, contesa tra le urla di rabbia e di vendetta dei vinti e le risa beffarde dei vincitori, non rere in prima persona, senza rinunciare a dare tutto ha gioia, non ha sapore, non ha vita». quello che possiamo nella costruzione di un mondo fondato sulla dignità di ogni persona. Si tratta di temi Il grido dei poveri, caro a don Mazzolari, deve es- su cui Caritas Italiana ha già da tempo intrapreso una sere ascoltato, oggi, assieme al grido del pianeta. La riflessione 3, che trova adesso qualche ulteriore appro- nostra casa comune è il luogo in cui la generazione fondimento in occasione di sviluppi recenti che hanno presente deve trovare il modo di convivere senza met- avuto luogo nel contesto globale. tere in pericolo le prospettive di sopravvivenza delle generazioni future. Sono grida che devono essere ascoltate da ognuno e da tutti, e che richiedono rispo- ste, per chi è credente, in primo luogo di responsabi- lità sul piano personale. Ma che mettono in gioco una dimensione di cittadinanza locale e globale: non è possibile nel momento attuale limitarsi a risposte su piccola scala. UN MONDO IN BILICO 3
1. Un mondo in pezzi: i dati di una crisi ESPULSIONI Il mondo segnato dalla rabbia, in cui viviamo, è un mondo frantumato. È un mondo in cui si possono ri- conoscere logiche tendenziali che vanno al di là del caso specifico. Sono tendenze che secondo la ricerca- trice americana Saskia Sassen trovano un denomina- tore comune nell’idea di “espulsione” 1. Non si tratta solo di osservare i singoli fenomeni di espulsione che crescenti di tossicità della terra e dell’acqua nelle zone ritornano di continuo nella nostra esperienza: chi è circostanti le piantagioni realizzate sulla terra acquisita espulso dal mondo del lavoro, chi pur mantenendo … Qualcuno può ricevere un compenso e qualcuno un’occupazione rimane precario e marginale, i mi- può venire reinsediato in terreni equivalenti. Ma in ge- granti, le comunità espulse dalle loro terre a seguito nere le perdite sono di gran lunga maggiori dei risar- di fenomeni di appropriazione (land grabbing). cimenti» 3. Un forte elemento di preoccupazione, Occorre invece osservare questa tendenza in ter- come sottolinea il rapporto Land Matrix 4, è che le co- mini globali, per rendersi conto di come simili feno- munità cui viene sottratta la terra non vengono con- meni interessino i più diversi ambiti della società: sultate realmente se non in una minoranza di casi. siamo certamente, purtroppo, abituati a fenomeni di impoverimento, di disuguaglianza e di esclusione che Quanto le comunità vengono consultate prendono nella nostra società forme nuove e diverse: 80 come non ricordare il fenomeno dei Neet, giovani 70 provenienti da contesti sociali difficili, ed esclusi 70 66 Numero delle transazioni (auto-esclusi? O “espulsi”? Come direbbe la Sassen) 60 da opportunità di lavoro ma anche di educazione e formazione, e di recente oggetto di uno studio pro- 50 prio da parte di Caritas Italiana 2. Si tratta però di fe- 40 nomeni che prendono anche altre forme, con la 30 graduale riduzione del ceto medio, l’aumento del nu- 22 mero di disoccupati e di lavoratori a basso reddito ta- 20 gliati fuori dai sistemi di welfare. Tema caro alla 10 Sassen è in particolare quello relativo all’aumento 3 0 della popolazione carceraria, fenomeno strettamente Consenso Consultazione Nessuna Altro collegato ai processi di impoverimento e emargina- informato limitata consultazione zione. fornito I fenomeni “espulsivi” locali, da leggere come in anticipo Fonte: Land Matrix Report 2016 espressione di fenomeni molto più ampi, riguardano anzitutto «i Paesi in via di sviluppo, sempre più vittime È lo stesso sogno di un’economia in perenne cre- di spoliazioni sul piano economico e delle risorse na- scita a sfaldarsi. I fenomeni di espulsione sono infatti turali: vuoi quali fornitori di manodopera a basso collegati ad un’economia che si segmenta e si contrae costo e luoghi prescelti per l’outsourcing dalle grandi (pensiamo al paradosso dei Paesi che vedono il loro multinazionali, oppure con le acquisizioni di terra fi- Pil aumentare ma senza che questo riesca ad alleviare nalizzate a soddisfare la crescente domanda di raccolti la situazione dei più poveri e dei più vulnerabili). È un industriali e il relativo impoverimento delle popola- mondo in cui trovano sempre più facile gioco le dina- zioni locali, “sfrattate” dalle aree rurali e costrette alla miche predatorie, a partire da quelle incentrate sul fuga verso le periferie urbane degradate, quando non mondo della finanza, che di queste dinamiche rappre- obbligate all’emigrazione. Le acquisizioni di terra, pre- senta il fattore primario, e che spinge l’intero sistema, supposto e stimolo per la creazione di un “mercato dice la Sassen, «in direzione di una concentrazione globale della terra”, lasciano una enorme impronta sempre più acuta» 5. Non è più una logica “inclusiva” a globale, segnata da un gran numero di espulsioni di dominare, come era avvenuto con meccanismi diversi contadini e di piccole comunità di villaggio, e dai livelli sulla maggior parte del pianeta a partire dal secondo 4 CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
dopoguerra, ma un sistema che sembra basarsi in inevitabili, ma sono l’effetto di scelte politiche troppo modo strutturale su fenomeni di marginalizzazione ed spesso effettuate tenendo in conto l’interesse di pochi esclusione. e non quello di tutti i cittadini europei». Si verificano Nell’analisi della Sassen torna in maniera impor- fenomeni contraddittori: sul piano globale si assiste a tante il tema della preoccupazione per il pianeta: le di- una diminuzione della povertà estrema, mentre in namiche espulsive si scatenano anche sulle risorse molti Paesi, come l’Italia, si assiste a un aumento della naturali, producendo, come recita il titolo del capitolo povertà “assoluta” 8. Allo stesso tempo si assiste a 3, Terre morte, acque morte. È una vera e propria ag- un’aumento della distanza tra i più ricchi e i più poveri gressione quella che l’umanità compie nei riguardi sia all’interno dei singoli Paesi, che tra Paesi diversi. della biosfera, attraverso attività agricole, industriali, estrattive; e piegando a questi scopi le più recenti in- La povertà assoluta in Italia dall’inizio novazioni tecnologiche, che producono l’espulsione della crisi a oggi (in migliaia) non solo delle persone ma anche di veri e propri pezzi di pianeta. Il risultato è una massa di sfollati (se ne cal- 7,6% colano 800 milioni) e una prospettiva di aumento delle 4598 4420 emissioni di gas serra in atmosfera e, dunque, nel 4102 medio-lungo periodo, di surriscaldamento del pianeta. 3552 L’EUROPA 2652 2472 2113 2318 +155% 1789 La crisi finanziaria del 2007 e la conseguente crisi eco- nomica ha avuto un impatto devastante in tutto il 3,1% mondo e anche in Europa, con ripercussioni in tutti i 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 settori della società. In un certo senso è la prima volta che i popoli del vecchio continente sono così esposti Fonte: Istat 2016 ai venti dell’instabilità, della povertà, della disugua- glianza: tutte cose che forse per troppi anni abbiamo L’aumento della povertà e della disuguaglianza è pensato riguardassero solo le masse dei poveri di determinato da decisioni di politica pubblica non ade- Paesi lontani. Il sentimento di frustrazione e impo- guate a un periodo di recessione economica, dal ridi- tenza è particolarmente vivo soprattutto conside- mensionamento dei trasferimenti per la sicurezza rando il ruolo delle istituzioni, europee e nazionali, che sociale, dal limitato accesso a servizi pubblici di qua- si sono dimostrate incapaci di affrontare una situa- lità, dalla priorità attribuita al pareggio di bilancio piut- zione sempre più complessa. Le risposte in termini di tosto che a condizioni di lavoro dignitose, dall’erosione politiche hanno da un lato aggravato le condizioni dei della contrattazione collettiva e del dialogo sociale. gruppi più vulnerabili e a rischio di esclusione sociale, Una solidarietà che non orienta più l’azione comune e dall’altro favorito il rafforzarsi di un sentimento di sfi- degli Stati, disincentivando ogni forma di assunzione ducia sulla capacità delle stesse nella tutela e promo- solidale di responsabilità per affrontare i problemi che zione del bene comune. riguardano l’Europa e l’Unione europea in particolare. La «logica del liberalismo ha finito col favorire l’in- Questo è emerso in occasione della grave crisi umani- dividualismo nella società, causandone la frammen- taria determinata dall’afflusso di richiedenti asilo e mi- tazione, e ha privilegiato la prospettiva economica a granti soprattutto dal Medio Oriente e dall’Africa sub- scapito di ogni altra quando si è trattato di decidere sahariana, che ha visto reazioni diverse e talora scom- le politiche europee, finendo con svuotare di pre- poste da parte degli Stati europei; una crisi che ha sca- gnanza la proclamata solidarietà» 6. Politiche che in tenato impulsi xenofobi, dando forza a formazioni molti Paesi europei hanno accentuato le difficoltà del politiche nazionaliste, che speculano sulla paura dell’ ceto medio, che sperimenta una crescente emargina- “altro”, dove l’altro non è solo il migrante, possibile ter- zione sia sul mercato del lavoro sia rispetto a processi rorista, ma anche il vicino europeo. Una paura che ha decisionali sempre più verticistici, e determinato un favorito la diffusione di un senso di insicurezza nella vorticoso aumento delle disuguaglianze. popolazione europea, accentuatasi con i recenti atten- In Europa ci sono 342 miliardari (con un patrimonio tati terroristici, che vedono la soluzione nella chiusura totale di circa 1.340 miliardi di euro) e 123 milioni di delle frontiere e un richiamo alla sovranità nazionale, persone – quasi un quarto della popolazione – a ri- mitizzando un passato identitario, inadeguato a un schio povertà o esclusione sociale. È l’impietosa foto- mondo profondamente globalizzato 9. grafia scattata dall’Oxfam 7, che dichiara: «La povertà Si tratta di una situazione nella quale anche l’affer- e l’aumento della disuguaglianza non sono fenomeni mazione e protezione dei diritti fondamentali sono UN MONDO IN BILICO 5
messi in discussione, nonostante siano alla base della conflitto silenzioso, che dopo quello dei Balcani ci ri- Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea corda nella sua drammaticità la fragilità della pace e nella quale si afferma che l’Unione europea si fonda la necessità di un lavoro costante affinché il valore fon- sui valori indivisibili e universali della dignità umana, damentale della solidarietà e nonviolenza sia consi- della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà. Uno derato ancora oggi come tale da tutti gli europei. dei valori fondativi dell’Unione europea e della poli- Ciò di cui c’è invece bisogno è il superamento di tica europea di vicinato, nata per costruire un nuovo identità chiuse e statiche, per recuperare gli elementi quadro di relazioni con i Paesi del vicinato orientale e forti di convivenza, pace, accoglienza: elementi così meridionale, in modo da garantire un’area di «pace, forti nelle fondamenta europee, e presenti nelle cul- stabilità e prosperità» anche fuori dai propri confini, ture che in Europa si sono sviluppate nel corso dei se- potenziando la stabilità, la sicurezza e il benessere di coli, trovando ragioni della convivenza e del bene tutte le popolazioni interessate. «In questi ultimi anni comuni più forti di quelle del conflitto e della chiusura. ... il vicinato è radicalmente cambiato trasformandosi Sono queste le “radici dell’Europa” che anche le chiese nei casi estremi da un “ring of friends” in un “ring of cristiane hanno contribuito a fondare, pure in una sto- fire”, e cioè in un vero e proprio arco di crisi, dove i ria travagliata e piena di contraddizioni, e su questi va- temi di sicurezza prevalgono su quelli prettamente lori devono basarsi le nuove identità europee che sap- economici 10. Il conflitto in Ucraina è emblematico; un piano affrontare le sfide del nostro tempo. La solidarietà non orienta più l’azione comune degli Stati, disincentivando ogni forma di assunzione solidale di responsabilità per affrontare i problemi che riguardano l’Eu- ropa e l’Unione europea in particolare. Questo è emerso in occasione della grave crisi umanitaria determinata dall’afflusso di richiedenti asilo e migranti soprattutto dal Medio Oriente o dall’Africa subsahariana, che ha visto reazioni diverse e talora scom- poste da parte degli Stati europei, che ha scatenato gli impulsi xenofobi, dando forza a formazioni politiche nazionaliste, che speculano sulla paura dell’“altro”, dove l’altro non è solo il migrante, possibile terrorista, ma anche il vicino europeo 6 CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
2. Le risposte: passi in avanti? Di fronte a una situazione la cui difficoltà sperimen- tiamo ogni giorno, e una complessità che sembra in molti casi lasciarci senza risposta, l’azione di chi ha a cuore il bene comune deve essere guidata dal fonda- mentale principio di dignità della persona umana, in un percorso attento alla necessità di informazione circa la realtà dei fatti. Ogni risposta è caratterizzata da percorsi complessi ma non per questo meno necessari, in cui è necessario orientarsi in un’abbondanza spesso contrad- dittoria di informazioni. Abbondanza che richiede at- economia che possa “crescere” indefinitamente senza tenzione e sforzo per maturare una presenza da “cit- attenzione a cosa questo comporti per i più poveri, e tadini globali consapevoli”, che sanno impegnarsi in per il pianeta nel suo insieme, dovrebbe essere in que- prima persona e che sono pronti ad essere presenti in sto modo definitivamente archiviata. modo esigente nella vita politica e sociale. Allo stesso modo, viene riconosciuto che la respon- sabilità di questo cambiamento è di tutti i Paesi e i po- UN PERCORSO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE poli del mondo: non si tratta quindi di insegnare ai poveri come diventare più ricchi, quanto di suggerire, Un futuro sostenibile per il pianeta forse in primo luogo proprio ai ricchi, come cambiare il Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – Oss (Sustai- proprio modello di sviluppo. Un passaggio importante, nable Development Goals – SDGs / vedi box) rappre- che rimane per certi aspetti implicito in un quadro, sentano la direzione verso cui la comunità inter- quello degli Oss, che non viene basato su una chiara nazionale propone di orientare le azioni verso un identificazione del perché c’è bisogno di un cambia- mondo più giusto e solidale, in un percorso che viene mento, e che in molte sue parti riproduce una visione definito da qui al 2030. L’elemento importante degli allineata a un paradigma di sviluppo abbastanza tradi- Oss/SDGs è il fatto di recepire finalmente in modo zionale e basato essenzialmente sulla crescita econo- chiaro l’idea di un cambiamento da perseguire, arti- mica. C’è bisogno, come ha sostenuto una ricercatrice colato in dimensioni sociali, economiche e ambientali tedesca 1, di appropriarsi degli Oss e di utilizzarli “sov- tra di loro inestricabilmente intrecciate. L’idea di una versivamente”, come strumento di reale cambiamento. GLI OBIETTIVI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Porre fine ad ogni forma Assicurare a tutti l’accesso a si- Promuovere azioni, a tutti i di povertà nel mondo stemi di energia economici, af- livelli, per combattere fidabili, sostenibili e moderni il cambiamento climatico Porre fine alla fame, raggiungere Incentivare una crescita economica Conservare e utilizzare in modo la sicurezza alimentare, miglio- duratura, inclusiva e sostenibile, durevole gli oceani, i mari e le rare la nutrizione e promuovere un’occupazione piena e produttiva risorse marine per uno svi- un’agricoltura sostenibile e un lavoro dignitoso per tutti luppo sostenibile Assicurare la salute Costruire un’infrastruttura resi- Proteggere, ripristinare liente e promuovere l’innovazio- e favorire un uso sostenibile e il benessere per tutti ne e una industrializzazione equa, dell’ecosistema terrestre e per tutte le età responsabile e sostenibile Fornire un’educazione di qua- Ridurre l’ineguaglianza Promuovere società lità, equa ed inclusiva, e oppor- all’interno di e fra pacifiche e inclusive per tunità di apprendimento per tutti le nazioni uno sviluppo sostenibile Raggiungere l’uguaglianza Rendere le città e gli inse- Rafforzare i mezzi di attuazione di genere ed emancipare diamenti umani inclusivi, si- e rinnovare il partenariato mon- tutte le donne e le ragazze curi, duraturi e sostenibili diale per lo sviluppo sosteni- bile Garantire a tutti la disponibilità Garantire modelli e la gestione sostenibile del- sostenibili di produzione l’acqua e delle strutture igie- nico-sanitarie e di consumo UN MONDO IN BILICO 7
L’AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Gli Oss (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), o SDGs (Sustainable Development Goals), conosciuti anche come Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sono 17 obiettivi globali che la comunità internazionale si propone di raggiungere entro il 2030. Sono stati approvati a New York durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla presenza di più di 150 capi di stato e di governo a fine settembre 2015 e sono entrati in vigore il 1 gennaio 2016. Gli Oss rappresentano per certi aspetti la prosecuzione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Osm), che si ri- ferivano al periodo 2000-2015. La principale novità è proprio relativa all’uso del termine “sostenibile”: la lotta alla povertà nel mondo odierno non si può disgiungere dal rispetto dell’ambiente. Inoltre, diversamente dagli Osm, gli Oss rappresentano una proposta “universale”, cioè destinata a tutti i Paesi del mondo (e non soltanto a quelli detti “in via di sviluppo”). Gli Oss/SDGs sono composti da 17 “macro-obiettivi” che rappresentano altrettanti settori di intervento. Da un lato dunque i nuovi obiettivi presentano, nel loro insieme, una struttura molto più complessa, dall’altro sono più specifici nel definire alcune aree prioritarie che non erano elencate nei precedenti obiettivi: tra queste figurano le politiche energetiche e industriali, ma anche la pulizia degli oceani e la sostenibilità della vita in città. Si tratta di un’agenda complessa, non perfettamente coerente in tutte le sue parti, e non sostenuta da una lettura della situazione veramente condivisa e incisiva. I 17 macro-obiettivi contengono ognuno una serie di sotto-obiettivi per un totale di 169 “target” (obiettivi specifici). Il sistema di indicatori che viene articolato (in totale 230) risulta molto complesso e di non facile ap- plicazione. Obiettivi numerosi e complessi pongono anche un problema in termini di messa in opera, soprat- tutto nei Paesi dove le istituzioni che devono garantirne la messa in opera o anche la semplice misurazione sono più fragili e meno attrezzate. Proprio la dimensione “trasformativa” con cui deve dell’agricoltura, la diffusione delle malattie, l’aumento essere nutrita la messa in opera degli Oss rappresenta dell’incidenza dei disastri naturali 4. E occorre sempre ri- il legame più forte con gli Accordi di Parigi sul Clima cordare che le trasformazioni peggiori delle condizioni (vedi box sotto): la comunità scientifica internazionale 2 della biosfera avranno effetti terribili soprattutto sui più riconosce l’impatto dell’attività dell’uomo (la produ- poveri, e sui Paesi più fragili: è un po’ come pensare al zione, il consumo) sulle tendenze del riscaldamento conto di una tavolata che ha festeggiato a lungo, ma globale 3, con una prospettiva di cambiamento estre- che deve essere pagato da chi è rimasto fuori e in molti mamente preoccupante, indicando la soglia di sicu- casi non ha neanche potuto prendere parte alla cena. rezza per tutta l’umanità in un aumento della tempe- Per tutto questo è necessario da una parte lavorare ratura media di 1,5° entro il 2100. per politiche di “mitigazione”, cioè politiche in grado La tendenza attuale, se non corretta porterebbe di attenuare queste tendenze e dunque mitigare gli questo aumento ad attestarsi tra i 3° e i 4°, con conse- effetti potenziali; dall’altra accompagnare l’adatta- guenze devastanti per quanto riguarda l’aumento del mento dei sistemi produttivi e di vita, in particolare livello degli oceani, il cambiamento delle condizioni per le fasce di popolazione più povere e vulnerabili. L’ACCORDO SUL CLIMA DI PARIGI L’Accordo di Parigi è stato firmato da 195 Stati nel dicembre 2015. In occasione della XXI sessione della Confe- renza delle Parti (dei Paesi membri) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è tenuta a Parigi, meglio conosciuta come “Conferenza sul clima”, gli Stati hanno convenuto sulla necessità della riduzione delle emissioni nell’atmosfera ad un livello pari ad evitare un aumento della temperatura media sul pianeta superiore ai 2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale, con la promessa di riconsiderare i propri impegni in modo da avvicinarsi all’obiettivo di 1,5°. Gli accordi di Parigi sono stati ratificati finora da 144 Paesi, compresi i prin- cipali Paesi industrializzati. Si differenziano dal Protocollo di Kyoto, firmato nel 1997 ed entrato in vigore solo nel 2005, per il fatto di essere accordi globali, cioè di richiedere obblighi a tutti gli Stati, comprese le cosiddette “eco- nomie emergenti”, tra le quali in primis la Cina. Il Protocollo di Kyoto, infatti, prevedeva obblighi solo per i Paesi in- dustrializzati, ragione per la quale gli Stati Uniti non hanno mai ratificato il Protocollo, limitandone di molto l’efficacia. I Paesi applicheranno l’ Accordo di Parigi a partire dal 2020. Gli Stati aderenti devono comunicare gli impegni fissati a livello nazionale: la procedura prevede che ogni Paese presenti i propri obiettivi di riduzione delle emis- sioni e il piano operativo per raggiungerlo. Dopo l’elezione del nuovo presidente americano Donald Trump, vi sono preoccupazioni sul rispetto di tali ac- cordi da parte degli Stati Uniti. Ciò malgrado, i principali Paesi che hanno obblighi di riduzione importanti, tra cui Unione europea e Cina, hanno dichiarato di essere pronti ad andare avanti anche se gli Stati Uniti si ritireranno. 8 CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
L’Italia e lo sviluppo sostenibile ad esempio l’Alleanza contro la Povertà 6, e non hanno Gli Oss sono uno strumento importante che ri- potuto offrire il loro contributo i sindacati numerica- chiede però di essere messo in opera in modo traspa- mente più importanti 7. Risulta invece molto rappre- rente a livello nazionale. A ogni Paese viene dunque sentato il settore privato e il mondo imprenditoriale. richiesto di elaborare un proprio Piano nazionale per Tra le organizzazioni della società civile che hanno po- lo Sviluppo sostenibile, che deve essere presentato tuto offrire il loro contributo in fase di elaborazione presso il “Forum Politico di Alto Livello” (High Level Po- della strategia nazionale di sviluppo sostenibile, una litical Forum – Hlpf ), che si riunisce a New York nel lu- menzione di rilievo deve essere riservata all’Alleanza glio di ogni anno. italiana per lo Sviluppo sostenibile (vedi box sotto), che La bozza di strategia nazionale italiana di sviluppo ha prodotto un documento in cui si commenta in det- sostenibile è stata presentata dal Ministero dell’Am- taglio la bozza di strategia nazionale 8. biente il 21 marzo 2017 5. Si tratta di una importante L’elaborazione relativa alla strategia nazionale ita- base di lavoro, che è stata elaborata con un processo liana verrà presentata all’Hlpf del luglio 2017, assieme che ha visto un certo livello di partecipazione. Si tratta a quella di altri 43 Paesi, in una conferenza che avrà tuttavia di un percorso che può ancora essere miglio- per titolo Sradicare la povertà e promuovere la prospe- rato, a partire dallo stesso “ancoraggio istituzionale” rità in un mondo in cambiamento. Dato l’alto numero nel Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio dei Paesi che devono fare la loro presentazione, cia- e del Mare, che forse non è rappresentativo di tutte le scuno di essi non ha a disposizione più di 20-30 minuti sensibilità e competenze necessarie ad una strategia in cui tipicamente deve trovare spazio la presenta- di sviluppo sostenibile davvero completa: non a caso, zione della posizione ufficiale del governo, il contri- tra le organizzazioni della società civile che sono state buto della società civile e un minimo di dibattito e coinvolte, quasi la metà sono organizzazioni ambien- interazione con la platea. Oltre alla presentazione da taliste e di cura del territorio. Tra coloro che sono stati parte dei Paesi, l’Hlpf procede a una verifica dello stato consultati mancano invece realtà importanti che nel di implementazione di alcuni obiettivi; nel 2017 que- nostro Paese sono impegnate sui temi sociali, come sta verifica tocca agli obiettivi 1, 2, 3, 5, 9, 14. L’ALLEANZA ITALIANA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE (ASviS) – dal sito dell’Alleanza: www.asvis.it L’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata il 3 febbraio 2016, su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarla allo scopo di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. L’Alleanza riunisce attualmente oltre 160 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile, quali: associazioni rappresentative delle parti sociali (associazioni imprenditoriali, sindacali e del Terzo settore); reti di associazioni della società civile che riguardano specifici Obiettivi (salute, benessere economico, educazione, lavoro, qualità dell’ambiente, uguaglianza di genere, ecc.); associazioni di enti territoriali; università e centri di ricerca pubblici e privati, e le relative reti; associazioni di soggetti attivi nei mondi della cultura e dell’informazione; fondazioni e reti di fondazioni; soggetti italiani appartenenti ad associazioni e reti internazionali attive sui temi dello sviluppo sosteni- bile. L’adesione all’Alleanza è aperta a tutti i soggetti che rientrano in tali categorie. Le attività dell’Alleanza sono realizzate grazie ai contributi finanziari, strumentali e di lavoro forniti dai suoi membri. ASviS fa parte: dell'Esdn (European Sustainable Development Network), la rete informale di soggetti istituzionali, asso- ciazioni ed esperti che, dal 2003, si occupano di politiche e strategie di sviluppo sostenibile; dell’associazione Sdg Watch Europe, l’alleanza europea di organizzazioni della società civile nata per mo- nitorare l’implementazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nel vecchio continente. Dal 22 maggio al 7 giugno l’ASviS promuove il Festival dello Sviluppo Sostenibile, 17 giorni per riflettere e fare proposte. http://www.festivalsvilupposostenibile.it/ UN MONDO IN BILICO 9
LE INIZIATIVE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE nisteriale esteri” non vi è alcun riferi- mento ai tradi- zionali temi dello sviluppo e della lotta contro la po- Il G7 e il G20 vertà. Tra i “club di Paesi” ristretti che giocano un ruolo im- Tutto il processo di negoziazione verso il vertice di portante nel mondo attuale sono da menzionare in Taormina è stato seguito da una vasta platea di orga- particolare il G7 e il G20 9 (vedi i due box nella pagina nizzazioni della società civile italiana e internazionale, successiva). Nel primo caso si tratta di Paesi del “Nord con il supporto e coordinamento della Gcap Italia globale” a cui spesso ci si riferisce, nella diplomazia in- (vedi box nella pagina successiva), che ha formulato ternazionale, con l’espressione “like minded countries” una serie di richieste precise 11: (“Paesi dalla stessa prospettiva”): in sostanza i Paesi più ricchi, che proprio per questa loro caratterizzazione SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONE. La ne- vengono criticati quando prendono delle decisioni cessità di una risposta immediata alle terribili care- che hanno conseguenze su tutti i Paesi del mondo. stie che stanno devastando il pianeta, senza Proprio per questo è sempre più necessario richia- dimenticare una risposta a più lungo termine, so- mare questi Paesi ad una responsabilità globale, sot- prattutto in supporto all’agricoltura di piccola tolineando come le loro decisioni possono influenzare scala, con l’attenzione necessaria alle dimensioni in maniera positiva o negativa le tendenze dell’intero di vulnerabilità al conflitto e al cambiamento cli- pianeta. Nel G20 sono invece presenti delle “potenze matico. Si chiede ai sette grandi una forte “iniziativa emergenti”, a partire dai cosiddetti Brics (Brasile, Rus- di Taormina” con risorse aggiuntive da parte di tutti sia, India, Cina, Sud Africa), cosa che rende il G20 più i Paesi per dare una risposta a questi problemi. rappresentativo di diverse sensibilità e punti di vista; allo stesso tempo è più difficile raggiungere delle po- MOBILITÀ UMANA. Si tratta di un fenomeno natu- sizioni molto incisive in ambito G20, che tuttavia di- rale e sociale che può essere gestito ma non bloc- venta un luogo adatto per “testare” la possibilità di cato. Occorre fare riferimento a un approccio basato convergenza su temi ampi. sui diritti, con attenzione a una relazione con i Paesi L’incontro del G20 avrà luogo ad Amburgo nel lu- di origine basata su un’autentica preoccupazione per glio prossimo, ma l’attenzione nel nostro Paese è con- la riduzione della povertà ed evitando ogni condi- centrata soprattutto sullo svolgimento del G7 che avrà zionalità relativa alla gestione dei confini. Vorremmo luogo a Taormina il 26 e 27 maggio. È un appunta- che il G7 trovi un accordo per migliorare la ricezione, mento che cade in una fase particolarmente com- la protezione e l’assistenza ai rifugiati, allargando gli plessa a livello internazionale soprattutto in ragione spazi per canali di transito legali e protetti. del cambio di amministrazione negli Stati Uniti, il per- corso della Brexit, i processi elettorali in Francia e in CAMBIAMENTO CLIMATICO. Difendere gli Accordi Germania. Il consenso che in qualche modo si pen- di Parigi. Il cambiamento climatico non è un oriz- sava acquisito a livello globale sembra ora infatti tor- zonte lontano, ma un pericolo immediato al quale nare in discussione. In questa situazione, la priorità occorre rispondere con decisione. Nessuna na- sembra essere quella di difendere le posizioni fino ad zione può prendersi la responsabilità di negare ora acquisite, evitando nuove intese che pongano in quello che rappresenta ormai il consenso della co- dubbio elementi del consenso già in precedenza fati- munità scientifica circa l’impatto dell’attività uma- cosamente raggiunto. na sulla biosfera. Su questo è importantissimo che Il governo italiano ha impostato tutto il negoziato il G7 mantenga una posizione forte e credibile nei sotto il titolo Costruire le basi di una fiducia rinnovata 10: riguardi dell’intera comunità internazionale, impe- si tratta di una speranza, ma allo stesso tempo del ri- gnandosi a una rapida e piena messa in opera degli conoscimento del fatto che di questo c’è oggi parti- impegni assunti. colarmente bisogno. I negoziati sui singoli temi sem- brano procedere in modo tutt’altro che facile, come SALUTE GLOBALE. In una prospettiva di copertura si può vedere dagli esiti delle riunioni dei ministri del sanitaria universale, si chiede ai Paesi del G7 di con- G7 che hanno tradizionalmente luogo a margine del fermare i propri impegni nelle iniziative contro le summit vero e proprio, e che servono a preparare e a malattie globali e nelle iniziative a favore della sa- mettere in atto le decisioni prese. Le “ministeriali” lute materno-infantile. Particolare attenzione è da (questo è il nome che si dà in gergo a questi incontri) rivolgere alla ricerca necessaria per fronteggiare il già avvenute sembrano infatti aver prodotto più problema della resistenza ai farmaci. ombre che luci: la “ministeriale energia” ha visto la ri- chiesta americana di togliere qualsiasi riferimento PROMOZIONE DEL RUOLO DELLA DONNA. Pro- all’accordo di Parigi, mentre nel comunicato della “mi- porre una tempistica per recepire soluzioni che fa- 10 CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
voriscano l’identificazione dei fattori che vincolano crescenti livelli di disuguaglianza, che pongono ri- una piena valorizzazione del ruolo della donna schi sistemici, e minacciano la riuscita delle strate- nell’economia, che lottino contro le cause struttu- gie di lotta contro la povertà. I fenomeni di evasione rali della violenza a livello delle diverse culture, e la ed elusione fiscale da parte di singole persone ricche rottura degli stereotipi. A tutt’oggi in tutto il pia- o società è uno dei fattori chiave dietro l’aumento neta le donne sono la grande maggioranza della delle diseguaglianze. Questi fenomeni erodono la forza lavoro, nei lavori meno protetti e sicuri. base delle risorse disponibile ai governi per la ge- stione delle politiche pubbliche a favore dei più po- DISUGUAGLIANZA E TASSAZIONE GLOBALE. Il G7 veri. Occore promuovere criteri di trasparenza, di dovrebbe offrire risposte alla questione degli alti e giusta tassazione, di lotta contro i paradisi fiscali. IL G7 Il G7 o Gruppo dei 7 è una riunione informale tra i leader di sette potenze che ha cadenza annuale. I Paesi partecipanti sono Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia, Giappone, Italia e Canada. Agli incontri del G7 partecipa comunque anche l’Ue. A partire del 1997, su iniziativa di Bill Clinton e Tony Blair, la Russia fu invitata a farne parte (G8). Ne è uscita per volere dei Paesi occidentali nel 2014 a causa delle divergenze sulla crisi ucraina. Il primo G6 (il Canada entrò a partire dall’anno successivo) si è tenuto nel castello di Rambouillet, alla periferia sud di Parigi, nel 1975. Le origini del G7 risalgono ai primi anni ’70 durante la fase di forte disordine monetario ed economico determinata dalla sospensione della convertibilità del dollaro in oro decisa da Nixon nell’agosto 1971 e dalla decisione dell’Opec di quadruplicare il prezzo del petrolio, presa a partire dall’ottobre 1973 a se- guito dell’appoggio occidentale a Israele nella guerra dello Yom Kippur. La reazione dell’allora presidente fran- cese Pompidou alla scelta unilaterale degli Stati Uniti di abbandonare la convertibilità dollaro-oro fu talmente forte da destare in Henry Kissinger, assistente speciale alla sicurezza nazionale, la preoccupazione di un pesante deterioramento degli stessi rapporti con la Francia; egli propose a Nixon un vertice di tutti i Paesi occidentali, quindi non solo con gli europei, ma anche con i giapponesi, per rasserenare i rapporti e instaurare un clima di collaborazione. Durante le discussioni preparatorie, si concordò che il summit avrebbe toccato tutti i temi di rilievo in politica ed economia internazionale, dunque, oltre la questione monetaria, anche quelle del commercio, dell’energia, delle relazioni Est-Ovest e Nord-Sud. L’idea iniziale del G7 era dunque quella di un incontro dall’atmosfera in- formale dove i partecipanti fossero liberi di esprimersi e di parlare senza che la discussione fosse rigidamente strutturata. IL G20 Il G20 o Gruppo dei 20 (chiamato anche Gruppo dei 19 e Unione europea) è una riunione informale tra i lea- der di 20 Paesi che ha cadenza annuale. I Paesi partecipanti sono: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Rus- sia, Sudafrica, Stati Uniti, Turchia, e Unione europea. Dunque l’Italia partecipa sia come singolo Paese sia come rappresentata dall’Unione europea. Come nel caso del G7, anche il G20 nasce prima come meeting dei ministri dell’Economia e delle Finanze per poi diventare un meeting a livello di capi di stato. Le origini del G20 risalgono alla fine degli anni ‘90, durante la crisi delle borse asiatiche del 1997-99. Su iniziativa dei capi di stato del G7, in particolare di Stati Uniti e Ger- mania, si suggerì un incontro dei ministri dei Paesi industrializzati e delle “economie emergenti” per poter di- scutere politiche di promozione della stabilità finanziaria sui mercati internazionali. Il primo incontro si è tenuto nel 1999 a Berlino. I ministri delle Finanze dei Paesi del G20 si incontrano tuttora con cadenza annuale. A tali incontri, dal 2008, si sono affiancati incontri dei capi di stato e di governo su iniziativa del presidente americano George W. Bush, che ha convocato i 20 leader a Washington per un incontro informale nel novembre 2008. Nel mese di aprile dell’anno successivo, il primo ministro britannico Gordon Brown ha riconvocato il mee- ting a Londra. Per circa due anni gli incontri sono stati bimestrali, per poi diventare annuali a partire dal 2011. Nel 2014, su iniziativa australiana, si è discusso anche in questa sede di escludere la Russia in seguito alla crisi ucraina e all’annessione delle Crimea. I ministri degli Affari esteri dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Su- dafrica) si sono opposti e dunque la Russia è rimasta nel G20. Il prossimo vertice si terrà ad Amburgo nel luglio 2017. UN MONDO IN BILICO 11
L’importanza delle istituzioni multilaterali Questa scelta di campo, che vuole valorizzare l’ele- I destini dell’umanità devono essere nelle mani di mento della democrazia e della partecipazione non una comunità globale in cui ogni popolo può far sen- solo nel dibattito politico interno ma anche nella tire la sua voce sulla base di pari dignità. È per questo stessa comunità internazionale, non viene messa in che è assolutamente necessario rafforzare tutti i luo- discussione quando si seguono i lavori di “club ri- ghi di discussione “multilaterali”, legati all’Organizza- stretti” di Paesi che si riuniscono in base a riconosciute zione delle Nazioni Unite, dove tutti i Paesi siedono su affinità e che cercano in qualche modo di “fare blocco” una base di parità e possono far sentire la propria nelle diverse sedi multilaterali. Esiste una posizione ra- voce. Si tratta di una scelta precisa, che non chiude gli dicale, volta a negare in via di principio la legittimità occhi di fronte ai problemi che sorgono in queste or- di istanze “autoconvocate” come quella del G7 e del ganizzazioni, alla lungaggine dei negoziati, all’ineffi- G20. Ogni critica non può tuttavia negare che tali riu- cacia delle soluzioni proposte, che in diversi casi afflig- nioni esistano e abbiano luogo; è dunque necessario gono questi processi. È però necessario riflettere su e opportuno impegnarsi affinché gli equilibri che in come migliorare queste istanze senza rinchiudersi tra esse si vengono a consolidare vadano nella direzione pochi a prendere decisioni che riguardano tutti. Va in del rispetto della dignità di tutte le persone e di tutti i questo senso il richiamo di Benedetto XVI (CiV 67) Paesi, e non solo nell’interesse esclusivo di chi decide. circa l’urgenza di un’autorità politica mondiale, per È avvenuto nel passato che a partire dai lavori del G7- governare i fenomeni che scuotono il mondo contem- G8 siano partite iniziative che poi hanno trovato vasta poraneo. L’elemento di forza principale del quadro eco e incidenza a livello globale: l’esempio più impor- degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile risiede proprio tante è probabilmente quello dell’iniziativa Hipc sul nell’essere stato adottato con il voto di tutti i Paesi del debito, a favore dei Paesi poveri e maggiormente in- mondo. L’Italia ha sempre cercato di valorizzare la pro- debitati, lanciata proprio dal G7 a Lione nel 1996 e poi pria presenza nelle varie istanze delle Nazioni Unite, e a Colonia (G8) nel 1999. È importante ricordare che per tutto il 2017 occupa un seggio non permanente tale scelta avvenne anche sulla base di una forte pres- in seno al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. sione esercitata dalla società civile internazionale. LA GCAP ITALIA – dal sito della coalizione: www.gcapitalia.it La Coalizione italiana contro la Povertà, sostenuta da moltissimi cittadini e cittadine italiani e da decine di organizzazioni, associazioni, sindacati e movimenti della società civile, è l’espressione italiana di un più vasto movimento globale che si è posto l’obiettivo di contrastare i meccanismi che generano povertà e disugua- glianza nel mondo, promuovendo l’adozione di politiche di sviluppo sostenibile nel rispetto dei diritti umani, della dignità di ogni persona, della parità di genere, della giustizia sociale e ambientale. Dalla sua nascita nel 2005, alla vigilia del Vertice G8 di Gleneagles, la Coalizione ha organizzato diverse attività di mobilitazione e campagne internazionali per spingere i leader politici a mantenere gli impegni assunti e a sra- dicare la povertà, rispettare le convenzioni internazionali, l’ambiente e i diritti umani. Da allora Gcap Italia si è gradualmente accreditata come interlocutore chiave della società civile italiana per le istituzioni italiane, nell’ambito dei processi internazionali G7 e G20 e nel dibattito nazionale sulla definizione della nuova Agenda di Sviluppo Sostenibile che ha dato origine agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustai- nable Development Goals – SDGs). La Gcap Italia aderisce a Sdg Watch Europe, una rete europea che si è impegnata nel seguire la realizzazione dell’Agenda 2030. Nei prossimi tre anni, la Gcap Italia sarà impegnata in un progetto in rete con diverse realtà europee, e lavorerà per favorire l’aumento della consapevolezza sui temi dello sviluppo sostenibile e seguirà il percorso condotto dall’Italia. L’esperienza della Coalizione ha dimostrato che lavorare insieme permette a tutta la società civile di rafforzare il proprio dialogo istituzionale, ma anche di fare e promuovere cultura in un contesto politico e sociale che a tutti i livelli (nazionale, europeo e internazionale) è in piena trasformazione. Questa collaborazione sarà ancora più necessaria in futuro, per incidere su politiche che non sanno rispondere in modo adeguato ai profondi e strutturali problemi sociali della società attuale. I destini dell’umanità devono essere nelle mani di una comunità globale in cui ogni po- polo può far sentire la sua voce sulla base di pari dignità. È perciò necessario rafforzare tutti i luoghi di discussione “multilaterali”, legati all’Organizzazione delle Nazioni Unite, dove tutti i Paesi siedono su una base di parità e possono far sentire la propria voce 12 CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
#ApriLeOrecchie In occasione del vertice del G7, alcune organizzazioni della società civile hanno preso l’iniziativa di “urlare” ai grandi del mondo la necessità di azioni efficaci per dare una risposta ai problemi di un pianeta sempre più in crisi. Per aderire: http://www.gcapitalia.it/17-maggio-scream-day/ UN MONDO IN BILICO 13
3. Testimonianze Per realizzare un mondo più giusto e sostenibile sono necessarie buone politiche e l’attenzione di tutti su chi ha la possibilità di proporle e metterle in opera. Un im- pegno da cittadini ma anche un impegno diretto le- gato alla nostra vita quotidiana, che si traduce nella concretezza dell’azione di ogni giorno, con lo sguardo rivolto alle implicazioni globali di ciò che facciamo. MARIA E LA SUA NUOVA VITA: PRODURRE IN MODO SOSTENIBILE sieri. Ora va tutto bene e il raccolto delle verdure è Maria Suel è coordinatrice di uno dei gruppi di agri- stato buono. coltori supportati tramite il progetto “Orti di Ruteng” Lo staff di Caritas Ruteng ci ha insegnato a usare i della Caritas diocesana sull’isola di Flores, isola a est pesticidi biologici, a coltivare la terra, a piantare, e ora dell’arcipelago indonesiano. il nostro raccolto è abbondante. Abbiamo venduto gli «Con il nostro gruppo abbiamo prodotto insieme ortaggi e il guadagno lo abbiamo usato per formare pesticidi e fertilizzanti biologici, non solo per il nostro una cooperativa di microcredito del gruppo Kebai. Le uso ma anche per venderli. Una tanica di prodotto nostre attività vanno bene e realizziamo guadagni, e costa 20.000 rupie (1,40 euro) e una bottiglia costa ne siamo fieri. Grazie ai fertilizzanti biologici, tutti i tipi 10.000 rupie (70 centesimi di euro). Ho partecipato al di ortaggi crescono bene nei nostri campi, e i membri training sull’agricoltura biologica di Caritas Ruteng, dei nostri gruppi sono in aumento, sono interessati ad poi ho aiutato nella formazione di altri nove gruppi unirsi perché vedono i buoni risultati delle nostre pra- che hanno imparato a fare fertilizzanti e pesticidi bio- tiche. Il reddito cresce, abbiamo verdure fresche e pos- logici e a procurarsi le materie prime localmente per siamo venderle. Il nostro gruppo ha un motto: “Trovare farli. La ragione per cui non volevo coltivare la mia l’amore di Dio nelle attività di agricoltura biologica”. terra come agricoltore era dovuta all’impossibilità per Grazie alla vendita degli ortaggi la nostra coopera- me proprio di comprare i fertilizzanti chimici. Imma- tiva ha un capitale di 5 milioni di rupie (345 euro), ogni ginate, il prezzo per un pacco di fertilizzante chimico vendita al mercato porta 200 mila rupie (14 euro), il è di 500.000 rupie (34 euro). E ancora c’erano da com- prezzo per una porzione di ortaggi è di 35 mila rupie prare il riso, pagare le tasse scolastiche e altre spese di (2,40 euro). Gli ortaggi non biologici sono più econo- primaria importanza. Io sono una vedova e non ho la mici rispetto ai nostri, dunque non possiamo compe- possibilità di racimolare quei soldi, non ho questi ri- tere con quei prodotti. L’ideale sarebbe poter sparmi. competere con i prezzi degli ortaggi non biologici. Ho Ho sofferto molto per questo! In passato mi sono deciso di partecipare alla formazione degli altri gruppi trovata obbligata a comprare fertilizzante chimico, ma volontariamente, perché credo che le mie capacità nel ho dovuto prendere in prestito il denaro da degli usu- coltivare vengano da Dio. È una chiamata da Dio e mi rai. Ho dovuto ripagare l’ammontare preso in prestito sento in dovere di condividerla. Quello che ho rice- più il 10% d’interesse ogni mese. Potete immaginare! vuto gratis, voglio darlo agli altri gratis. Non si tratta Quando non coltivo la terra, la mia unica fonte di red- solo delle capacità e dell’esperienza. Condivido anche dito è la vendita dei tessuti che faccio a mano. Dopo i semi di riso con i membri degli altri gruppi e i vicini. aver partecipato alla formazione sull’agricoltura bio- Mi hanno portato i semi di riso dallo Sri Lanka, me li logica ho cambiato vita. Ci è stato insegnato come fare ha dati un agricoltore srilankese durante la conferenza fertilizzanti e pesticidi biologici, con materie prime di degli agricoltori di Caritas Asia che si è tenuta a Yogya- scarto gratis e locali, facili da trovare. Sono stata molto karta, isola di Giava, Indonesia». contenta ed entusiasta, e ho invitato i miei amici e i miei vicini a unirsi in queste pratiche. Non abbiamo PADRE SARATH, GLI INTERESSI DIETRO solo lavorato insieme, ma abbiamo partecipato in- I GRANDI PROGETTI INSOSTENIBILI 1 sieme anche ad altre attività spirituali e pastorali, Sinteticamente, in cosa consiste il progetto della città come la catechesi, le celebrazioni dell’Eucarestia: que- portuale e più in dettaglio che conseguenze vi sono sto ci ha dato più armonia nella nostra vita, e più forza. sulla popolazione che vi vive vicino? Tutto ciò mi ha motivato molto, ci siamo liberati delle «La città portuale di Colombo, ora rinominata “Co- cattive abitudini del passato e anche dei cattivi pen- lombo International Financial City” (Cifc), è stata co- 14 CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
struita su un terreno composto da 269 ettari bonificati Cosa vorrebbe che uscisse dal meeting del G7 sulle dal mare a sud del molo meridionale del porto di Co- questioni ambientali? lombo. Il primo ministro singalese intende creare un «La formulazione di nuove politiche di sviluppo che centro finanziario off-shore. I fondi per questo pro- non siano dannose per l’ambiente e gli esseri viventi». getto provengono dalla Cina». Ha qualche esempio di successo in Sri Lanka dove le Qual è l’impatto di questo progetto sulla popolazione comunità locali e le persone emarginate sono state i srilankese e, nel caso, come influenza anche le per- veri motori del cambiamento di un tipo di problema sone fuori dallo Sri Lanka? sociale e politico? «I pescatori sono la categoria più immediatamente «La campagna contro il progetto “idrovolante sulla la- colpita a causa delle operazioni di estrazione della guna” (progetto di costruzione di piste di atterraggio per sabbia dal mare. Le persone che vivono nell’entroterra idrovolanti nella laguna di Negombo, lanciato nel 2010, sono colpite a causa delle operazioni di estrazione di ndr). La gente ha protestato per settimane. Infine ab- roccia. C’è anche la paura che la città portuale sarà go- biamo organizzato una protesta dalle 7 di mattina alle vernata come un Paese indipendente, minando la so- 6 di sera. Poi il governo ha mandato la polizia, l’eser- vranità del Paese». cito e anche la marina per fermare la protesta. Ma alla Perché, ancora una volta, vediamo gli interessi vitali fine il governo ha deciso di rimuovere dalla laguna delle comunità locali trascurati in nome di un inte- l’attrezzatura che aveva portato». resse più grande? Che cosa, come Chiesa, dobbiamo fare meglio per en- «Lo Sri Lanka ora è fortemente dipendente dalla Cina trare in contatto con altre parti interessate, vale a dire per le risorse finanziarie. Siamo fortemente indebitati il governo e le organizzazioni della società civile? con la Cina a causa dei prestiti che hanno finanziato «La Chiesa dovrebbe unire i movimenti delle persone vari “megaprogetti” (la centrale elettrica, le autostrade, per fare pressione sul governo per cambiare la politica il porto e l’aeroporto di Hambantota, ndr). Di conse- di sviluppo attuale che è dannosa». guenza, la Cina ha acquisito più controllo sullo Sri Come sognerebbe che la questione del Port City Pro- Lanka». ject si risolvesse? Che cosa fa la Chiesa dello Sri Lanka, quando papa «Le persone che subiscono le conseguenze di vari pro- Francesco chiama esplicitamente la Chiesa Univer- getti di sviluppo dovrebbero mettersi in rete e, in- sale a preservare il creato e i più poveri dei poveri? sieme ad altre persone che si oppongono a questa «La gerarchia ecclesiale srilankese non sempre si pre- distruzione, dovrebbero protestare congiuntamente occupa di seguire le priorità indicate da Papa France- e fare pressione sul governo per fermare il progetto sco… Ha il proprio ordine del giorno. Non esiste del nuovo porto di Colombo e altri progetti simili». ancora un piano pastorale incentrato sulla salvaguar- dia del creato e sui più poveri dei poveri. Secondo me, PADRE EDU 2, SULLA FRONTIERA TRA IL LOCALE solo pochi nella Chiesa nello Sri Lanka hanno studiato E IL GLOBALE l’enciclica Laudato Si’. Sarebbe bene se qualcuno fa- Padre Edwin, il mondo in cui viviamo assomiglia sem- cesse una ricerca su quanti nostri sacerdoti abbiano pre di più a quello di una «guerra mondiale combat- almeno incluso i temi presenti nell’enciclica nei ser- tuta a pezzi» che molte volte ha evocato Papa Fran- moni della domenica o abbiano tenuto programmi cesco. E in molti Paesi, i leader eletti sembrano avere speciali nelle scuole cattoliche. Alcuni membri della propensione per risposte “energiche” e muscolari. È Chiesa hanno affrontato tali temi, ma a titolo perso- questo il giusto cammino? Risponderà alle esigenze nale». dei più poveri e vulnerabili? Quanto contano gli interessi dei poveri e della gente «In molte parti del mondo, incluso il nostro Paese, è in mentre si sviluppano questo e altri progetti? forte ascesa un modello di leadership autoritaria e «La filosofia dello sviluppo che viene portata avanti non democratica 3. Questa inclinazione a uno stile di non riguarda la tutela del creato o dei poveri. Sono più leadership più egemonico, estremamente sciovini- preoccupati dei profitti e degli altri vantaggi materiali stico e combattivo non contribuisce alla diffusione portati dai grandi progetti. La città portuale di Co- della pace e della solidarietà globali. Abbiamo esempi lombo è uno di questi. Ce n’è anche un altro nel di- come la Corea del Nord, la Cina, la Russia e persino gli stretto di Badulla chiamato “Uma Oya”, che ha causato Stati Uniti. Questa forte leadership totalitaria o dispo- massicci danni all’ambiente. Circa 2000 case hanno su- tica non porta alla comprensione reciproca, ma ali- bito danni, i pozzi di acqua potabile si sono seccati e menta ancora di più guerre fomentate dall’odio e dalla molti terreni coltivabili sono andati distrutti a causa rappresaglia. Questa non è la via giusta per incorag- del progetto. La Chiesa è stata finora abbastanza si- giare la cooperazione globale. Conflitti e guerre pro- lente sull’impatto dei “megaprogetti” portati avanti dal vocano maggiori sofferenze per i poveri. Ciò che serve governo». invece è una cooperazione globale che spinga per UN MONDO IN BILICO 15
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