"Ready to Jump" - PIANO TURISMO CANDELO
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Città di Candelo Una città non si misura dalla sua lunghezza e larghezza, ma dall’ampiezza della sua visione e dall’altezza dei suoi sogni. Herb Caen (attribuito) “Ready to Jump” - PIANO TURISMO CANDELO Indirizzi e azioni per un salto di qualità, per crescere in modo concreto e sostenibile, in armonia con i cittadini e con il territorio Premesse L’obiettivo di questo documento è di fornire uno strumento che, partendo da una sintetica fotografia della situazione attuale, provi a disegnare in modo puntuale le linee principali di un percorso di sviluppo turistico- culturale per la Città di Candelo. Uno strumento politico, di governo del territorio, ma anche operativo, che parla non solo di obiettivi ma di azioni e di strategie, che serva a Candelo per indirizzare la sua azione, un riferimento, comunque flessibile, entro cui l’Amministrazione programmerà e realizzerà le attività in ambito turistico, la mappa per orientare scelte e direzioni. Il focus principale è naturalmente il Ricetto, punta di diamante e fulcro, ma questo non vuole essere solo un progetto di valorizzazione del borgo: un’azione singola ha effetto limitato se non inserita in una visione generale, ed è quindi utile provare a gettare le basi per un piano dal respiro ancora più ampio, in cui il Ricetto sia sì protagonista ma inserito all’interno di progettualità più estesa e di lungo corso, anche oltre le mura del borgo. È importante tracciare la strada per compiere mano a mano finalmente quel salto di qualità che Candelo merita, per i patrimoni che possiede e per il lavoro compiuto in questi anni, un mix che ha portato questa realtà ad essere una delle più attive e ricche di potenzialità dell’intero territorio. Senza ambire a fornire risposta a tutte le domande, qui si tenta di proporre concretamente una visione e una serie di azioni su cui incardinare una vera rete di sinergie: INTERNA, “mettendo a sistema” patrimoni e potenzialità del turismo candelese, ipotizzando nuovi modelli di fruizione del monumento e del paese all’insegna della qualità e dell’integrazione, con la massima partecipazione possibile del tessuto socio-economico di Candelo; il borgo è il 1
nucleo del sistema ma anche un punto di partenza, un museo all’aria aperta che diventa la leva di un’intera filiera non solo turistica ma anche culturale, in nome di un’esperienza immersiva e soddisfacente per il visitatore dentro e fuori le mura. ESTERNA, proponendo e condividendo questo documento con il Biellese, una precondizione essenziale al successo del progetto stesso non solo per Candelo ma per tutta l’area turistica biellese, per un vero sistema locale che non può attendere ancora. La rete è essenziale per la buona riuscita del progetto stesso: è il momento di tesserne le maglie in modo operativo, con i fatti, strutturando in modo integrato non solo la comunicazione ma anche l’offerta territoriale, il prodotto “Biellese turistico”. Bisogna uscire: uscire dalle solite diatribe e polemiche, uscire dai propri confini reali e mentali per creare collaborazioni operative con il paese e con le realtà vicine, uscire dalle solite logiche del "si è sempre fatto così" ma anche del "va tutto male", uscire dalle confort zone per trovare soluzioni concrete a favore del turismo a Candelo. Tenendo anche conto che il Marketing Territoriale guarda a rendere fruibile ed apprezzabile il paese, e questo va a vantaggio anche dei cittadini che vi abitano (in questo senso occorre governare in chiave strategica un intero territorio e in tal senso questo piano va inteso quale parte integrante di una pianificazione potenzialmente ancora più ampia): un luogo sa davvero accogliere se chi ci abita vi si sente accolto. Di certo non ci si illude di realizzare tutto insieme e tutto subito, ma avere un piano serve proprio a poter realizzare i singoli interventi come step di una programmazione complessiva, che possa anche guardare più lontano rispetto all’oggi. Al di là di proporre azioni che l’Ente svolgerà direttamente, questo documento è anche alla base della volontà di cooperazione con tutti i portatori di interesse (proprietari cantine, commercio locale, artisti e artigiani, ecc…), coinvolgendo anche la parte privata nella progettualità e nella valorizzazione. Dare delle linee di indirizzo chiare in una visione strutturata, infatti, aiuta a fare in modo che l’intero ambiente si muova intorno ad interventi compatibili con i valori culturali del monumento, in modo più armonico e meno frammentato. Si tratta di una scommessa che punta “sull’industria del bello e della cultura”, linea strategica nazionale, chiaramente indicata anche a una scommessa che punta livello nazionale, e che Candelo deve seguire con convinzione): per “sull’industria del bello e vincerla occorrerà riscoprirsi destinazione turistica e agire come tale, della cultura” mettendo a sistema risorse e attori, quindi l’intero capitale sociale e di patrimoni del territorio. E questo significa anche dare fiducia al nuovo, mettere da parte le frammentazioni, partecipare in modo positivo e propositivo, avere coraggio di investire in risorse umane, progetti, servizi e strutture, per essere tutti protagonisti di un percorso di crescita non solo economica, ma anche relazionale e di mentalità. 2
1. ANALISI DEL CONTESTO 1.1 Contesto: patrimoni d’eccellenza e volontà di valorizzazione Il Ricetto di Candelo rappresenta un unicum a livello europeo, sia per l’eccezionalità di un villaggio medievale fortificato essenzialmente dedicato alla conservazione di vino e derrate alimentari, sia per l’attuale situazione di integrità architettonica, poiché rimasto esente da interventi di modernizzazione invasiva. Sorto tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV, questo borgo rappresenta un’eccezionale testimonianza di una tipologia di fortificazione tipicamente piemontese, di cui oggi il Ricetto è l’unico e ultimo “esemplare” così ben conservato, proprio grazie al fatto di aver preservato nel tempo la sua destinazione d’uso di “cantina comunitaria”. Attualmente il Ricetto di Candelo, la cui eccellenza è certificata da marchi nazionali e regionali, è una delle destinazioni nel Biellese più chiaramente vocate al turismo, grazie alla base solida costruita in anni di tutela del monumento e al lavoro svolto tra promozione e marketing. RICONOSCIMENTI, CERTIFICAZIONI E MARCHI Comune turistico (dal 1999) Borgo sostenibile del Piemonte (dal 2008) Ecomuseo – riconoscimento regionale (1999) Premio Meraviglia Italiana (2011) Città sostenibile per bambini (2000) Rete Museale Biellese (dal 2012) Titolo di Città (2001) Decreto Presidente Repubblica Premio Gutenberg (2014) Borghi più belli d’Italia ANCI (dal 2002) Qualifica nazionale Città che legge (dal 2017) Bandiera Arancione Touring Club Italiano (dal 2007) Bandiera gialla - area camper (dal 2016) Protocollo intesa con Milano per Expo (2009) Castelli Aperti (dal 2019) Premio nazionale Città per il verde (2010 e 2019) Convenzione FAI (dal 2019) Non bisogna però dimenticare da dove si è partiti: uno stato di declino e semiabbandono che ci si è lasciati alle spalle grazie a interventi strutturali e di valorizzazione che hanno dato luce ad un monumento che oggi esprime bellezza e storia. Il merito va alle amministrazioni precedenti, che ci hanno consegnato quello che oggi è indiscutibilmente un gioiello, che ora abbiamo il dovere di esaltare e portare ancora più in alto. 3
Anche il recente vincolo unico per il Ricetto di Candelo, portata avanti in modo sinergico tra Soprintendenza e Comune, è stata un’operazione importante per poter considerare il Ricetto davvero come elemento unitario in ottica di conservazione e valorizzazione. Il borgo, proprio per la sua unicità, è la gemma più preziosa di uno scrigno che comprende però anche altri tesori, tra cui l’ambiente naturale caratteristico della “Baraggia”, una vasta area inclusa tra Biellese, Novarese e Vercellese che presenta peculiarità geomorfologiche e botaniche che vale la pena valorizzare e che costituiscono una più che valida integrazione alla visita del borgo. Senza dilungarsi ulteriormente nell’elencazione dei patrimoni e delle ricchezze di Candelo, che per essere completa sarebbe sicuramente più ampia, un elemento importante per definire il contesto è la volontà politica dell’attuale Amministrazione: perché tutti i valori del territorio possano diventare davvero degli elementi di crescita e di sviluppo occorre un coordinamento che non solo veicoli le qualità e i valori del territorio in termini di comunicazione, ma bisogna essere in grado soprattutto di definire una vera offerta turistica (che oltre ai patrimoni includa la loro fruizione e i servizi correlati). Capace anche di tenere sotto controllo i risultati via via raggiunti, per riallineare costantemente il progetto, in un vero Destination Management Organisation (DMO). Per questo motivo l’Amministrazione ha inserito fin nei suoi obiettivi di mandato una vera cabina di regia, poi realizzata a luglio 2020, ripristinando l’Ufficio Cultura e Turismo (precedentemente confluito in altro settore) e prevedendo, per la prima volta in assoluto per Candelo, una professionalità specifica che si occupi del settore in modo non residuale: è stato costituito il Settore “Sviluppo turistico\culturale del territorio, Marketing e Comunicazione” e nominato un Responsabile specifico. Un atto politico chiaro ed essenziale per lavorare su questi temi in modo continuativo e propositivo: un impegno preciso per il futuro del paese. 4
1.2 Contesto: la fruizione turistica a Candelo Partire dai dati è fondamentale: per una fotografia il più possibile oggettiva dell’esistente e quindi per una maggiore consapevolezza sul “dove siamo”, che è poi la base per capire “dove vogliamo andare”. Non citeremo qui i dati sul territorio biellese o anche i dati su Candelo riferibili a rilevazioni generali promosse da altri Enti\Istituzioni, sia perché già reperibili presso altre fonti, sia perché è bene dire che per Candelo quei numeri hanno sì un valore, ma relativo. Il turismo, quello “ufficiale” dei rilevamenti su base provinciale e regionale, funziona per “presenze”, considerando principalmente i pernottamenti. Per questo motivo il turismo candelese (e non solo), per come è ora e per come è stato finora, fatica a emergere sulle carte ufficiali, pur vantando migliaia di passaggi (con il relativo indotto). Senza scadere in proclami autoreferenziali, anche al lordo di dati generali solo parzialmente validi, non si può non convenire sul fatto che Candelo sia già oggi una delle mete più importanti del territorio. Anche la cultura, pur essendo necessariamente la Cenerentola dei bilanci, a Candelo negli anni ha saputo esprimere azioni interessanti, non solo tramite eventi (presentazioni, mostre, festival), ma pure a livello di attività di associazioni e a livello di servizi (ad esempio, la Biblioteca che, oltre a gestire il patrimonio librario ha da sempre esportato contenuti e attività culturali dedicate ad adulti e bambini aperte a cittadini e non solo). Un patrimonio di persone, progetti e azioni che contribuisce all’immagine di Candelo come realtà vivace, quindi che giova direttamente e indirettamente anche al turismo. Giusto per ribadire che cultura e turismo sono mondi complementari e che si compenetrano continuamente. Solo per citare due fattori, il valore degli immobili in tutta Candelo e la presenza di così tanti B&B (siamo con ogni probabilità il territorio con più strutture ricettive di questo tipo nel Biellese) sono segnali e prova di una economia che già esiste e che va sostenuta. Con la promozione, certo. Giusto per citare un singolo episodio positivo, il Ricetto è stato nominato dalla CNN americana nel 2019 come una delle destinazioni assolutamente da visitare in Italia. Ma non basta. Guardare al bicchiere mezzo pieno, non significa affatto “accontentarsi”. Su queste premesse si innestano necessariamente discorsi diversi, tra cui al primo posto il fatto che deve far parte della mission di questo piano e dell’Amministrazione anche l’obiettivo di aumentare anche le “presenze” dei dati ufficiali e soprattutto quello di far “maturare” il turismo candelese tanto da superare le dinamiche turistiche attuali, basate per la gran parte sugli eventi. Premesso tutto questo, riportiamo di seguito i dati che è possibile raccogliere al momento, forse per la prima volta esposti in modo unitario e organico in un documento ufficiale. Per i dati seguenti si ringrazia per la collaborazione l’Associazione Turistica Pro Loco di Candelo. Sono la fotografia degli ultimi anni, frutto del lavoro precedente di tutela e promozione e dell’impegno profuso. 5
CONTAPERSONE (ingressi borgo medievale) Anno - mese 2017 2018 2019 2020 Gennaio 15.379 11.835 13.682 14.890 Febbraio 12.487 10.156 11.372 11.697 Marzo 20.705 13.211 19.120 5.670 Aprile 40.381 59.683 36.183 2.296 Maggio 32.297 38.438 32.216 9.288 Giugno 32.930 21.734 22.999 nd* Luglio 29.041 22.068 20.484 nd* Agosto 20.788 16.710 23.501 nd* Settembre 35.286 34.272 35.403 Ottobre 20.547 19.748 20.528 Novembre 29.457 35.159 26.964 Dicembre 51.766 42.973 43.054 Dato totale 341.064 325.987 305.506 *problemi tecnici al dispositivo, in verifica Va detto che il dispositivo presente all’ingresso del borgo su cui si basano questi dati: è stato installato per uno specifico obiettivo di sicurezza improntato sul breve termine (numero persone in un preciso momento durante un evento con ingresso contingentato) e non con lo scopo di rilevazione sul lungo periodo; rileva le persone in modo automatico e sommario, con tutti i pro e i contro del caso: ad esempio non conta i bambini (dato interessante sia qualitativamente che quantitativamente date le iniziative spesso a loro rivolte), non distingue Candelesi (oltre che proprietari cantine o staff eventi) rispetto ai visitatori, conta come singoli ingressi tutti quelli effettuati anche da una stessa persona. Alla luce di ciò, il dato non può essere preso per buono qual è, ma va rielaborato: si ritiene una stima ragionevole il considerare circa un terzo dei totali dichiarati dal dispositivo ed esposti in tabella. In generale si rileva un trend che possiamo considerare costante (valutando anche qui la stima di un terzo e vista l’oscillazione e l’incertezza del metodo di rilevazione, la flessione è poco rilevante). Un dato evidente è il calo drastico nei mesi di lockdown 2020 che hanno avuto un impatto devastante soprattutto in Aprile-Maggio, contando anche che sarebbero stati i mesi di Candelo in Fiore. Aprile 2018 Aprile 2020 6
Di seguito i dati rispetto alla bigliettazione eventi. DATI BIGLIETTI EVENTI Anno Biglietti emessi Biglietti emessi 2012 20.484 70.000 2013 13.675 60.000 2014 28.572 50.000 2015 8.496 40.000 30.000 2016 61.237 20.000 2017 43.680 10.000 2018 64.171 0 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2019 39.227 Questi i dati numerici a disposizione, frutto di strumenti elettronici o di elementi verificabili, non di stime. A partire dai dati in possesso possiamo provare a lanciare alcune rapide osservazioni sui flussi; in particolare si notano con chiarezza due diverse istanze: o da una parte il divario tra anni pari e dispari, dovuti alla presenza dell’evento Candelo in Fiore che ogni due anni “fa la parte del leone”; o dall’altra il forte aumento netto a partire dal 2016 (a cui segue poi una relativa stabilità con numeri comunque alti), motivato soprattutto dall’inizio delle strategie di potenziamento e valorizzazione dell’evento natalizio, che hanno portato al biglietto d’ingresso anche in occasione del “Borgo di Babbo Natale” (determinando anche l’esplosione dell’evento dal punto di vista del numero di visitatori, avendone rinnovato e potenziato l’identità, ricalibrando l’evento sul target bambini); Al di là di eventuali opportune valutazioni sul carattere biennale di “Candelo in Fiore” (i format alternativi negli anni dispari non hanno saputo ottenere risultati paragonabili), la riflessione deve soffermarsi anche sul fatto che i flussi derivanti da manifestazioni vanno valutati come un fenomeno importantissimo per il territorio in ottica di effetti, ma che verosimilmente ha raggiunto l’apice perché: in generale il trend dei grandi eventi è consolidato e stabile, non ci si può aspettare ulteriore crescita; nello scenario attuale gli eventi, potenzialmente anche per lungo tempo, viste le prescrizioni e i timori legati al “coronavirus”, rischiano di non garantire i flussi del recente passato; COVID-19 a parte, in ogni caso, la crescita in occasione di singoli eventi è comunque fisiologicamente limitata, anche da ragioni legate alla sicurezza, alla viabilità e alla capienza massima del borgo medievale, per un turismo davvero sostenibile per il paese (maggiore distribuzione delle presenze lungo l’anno). La sfida per i grandi eventi è chiaramente sulla qualità, non sulla quantità. Tutto questo impone di pianificare anche soluzioni diverse rispetto alle grandi manifestazioni, che aggiungano alle manifestazioni anche azioni in grado di mirare ad una crescita strutturale e non solo a forme di overtourism (riempire il paese di turisti per pochi giorni), perdenti oggi ancor più di ieri, alla luce di un’emergenza che verosimilmente lascerà il segno a lungo. Occorre privilegiare La sfida per i grandi eventi è nuove strade per lo sviluppo di un turismo più maturo, sulla qualità, non sulla quantità continuativo e quotidiano. Che è appunto la base del progetto. 7
Concludiamo l’excursus sui dati con i servizi al visitatore e alle scolaresche. - VISITE GUIDATE: ATTIVITÀ DIDATTICHE - SCUOLE: 2016 5114 2016 1482 2017 2668 2017 1315 2018 6889 2018 1519 2019 2745 2019 1780 8000 2000 7000 6000 1500 5000 4000 1000 3000 2000 500 1000 0 0 2016 2017 2018 2019 2016 2017 2018 2019 Per le visite guidate possiamo rilevare lo stesso fenomeno individuabile sui dati degli eventi (disparità tra anni pari e anni dispari) con le stesse motivazioni, rilevando comunque una crescita positiva per le attività con le scuole. Al contrario degli eventi, si ritiene che nell’ambito dei servizi i margini potenziali di crescita siano alti e che proprio sui servizi occorrerà puntare ancora di più in futuro. Si rileva comunque la necessità di potenziare la raccolta dati sui visitatori, in modo da meglio analizzare e segmentare il pubblico, comprenderne motivazioni ed analizzarne il riscontro: si tratta di attività essenziali per conoscere e monitorare i visitatori del territorio, oltre che per individuare meglio i target a cui rivolgersi. 1.3 Contesto: il turismo “al servizio” anche di cittadini e attività Oggi è molto forte, in termini di policy territoriale in praticamente tutti gli ambiti (sociale, culturale, economico, turistico), la necessità di “fare sistema” al fine di superare la frammentazione, anche in ottica di ottimizzazione delle risorse e condivisione delle finalità e degli strumenti. Nell’ambito Turismo, lavorare bene significa farlo non solo per il visitatore ma avendo per quanto possibile come target anche lo stesso cittadino. Contando che in parte anche il turismo può favorire la qualità della vita dei residenti, in una Città il più possibile bella e curata, quindi anche orgogliosa e rispettosa di se stesso. Un paese felice è anche un paese più accogliente. Ma non si tratta solo di questo. Perché il turismo è un fine, ma anche un mezzo: la riqualificazione deve puntare non solo a intercettare turisti (promozione), ma se possibile anche a risolvere criticità, tutelare il patrimonio storico-artistico e rifunzionalizzare degli spazi, puntare ad infrastrutture di base funzionali, potenziare l’indotto ma anche l’insediamento di nuove attività, incentivare la residenzialità, guardare all’accessibilità e alla mobilità. PERCEZIONE E PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E DELLE ATTIVITA’. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale coinvolgere anche la popolazione che quel territorio lo compone e lo vive. Si deve stabilire una sorta di “patto sociale territoriale” non scritto con i residenti (e anche con i nuovi potenziali residenti, nel momento in cui il territorio si propone come meta appetibile di nuova residenzialità), elemento fondante per promuovere l’accoglienza e politiche di sviluppo del territorio partecipate e sostenibili. 8
I territori devono individuare e comprendere il proprio capitale sociale, senza limitarsi a rispondere alle domande di consumo turistico ma realizzando un nuovo “stile di vita” orientato alla bellezza, alle relazioni, all’incontro, allo scambio, all’esperienza, all’orgoglio per il proprio territorio. Questo porta ad un ripensamento delle politiche di sviluppo, perché integrino l’attivazione di strategie e azioni di un territorio ancora più attrattivo identificazione non solo in termini di brand turistico verso sia per nuovi residenti sia per il l’esterno, ma anche di rafforzamento dell’identità interna, in turismo di qualità nome della sostenibilità: un territorio in cui è bello vivere, con una comunità locale e un’identità forti, è un territorio ancora più attrattivo sia per nuovi residenti sia per il turismo di qualità. Oltre che pianificare, bisogna saper dare messaggi concreti, migliorare la comunicazione delle azioni e insieme (di)mostrare che l’Ufficio che lavora su Cultura e Turismo si impegna, al massimo delle possibilità e quotidianamente al servizio del territorio, nel creare occasioni e opportunità a favore della destinazione e dell’indotto ma anche nell’ascolto. In questo senso, strumenti come i sondaggi, che periodicamente verranno attivati, non servono a definire la visione di sviluppo (questo è compito degli amministratori e dei tecnici) ma ad indirizzarla e calibrarla sempre meglio, misurando bisogni e aspettative, come in un vestito su misura. PROPRIETARI DELLE CANTINE. Vale assolutamente la pena ricordare e sottolineare il ruolo e la responsabilità dei proprietari delle cantine del borgo nella tutela del monumento: l’Amministrazione ha lavorato su mantenimento e manutenzione di mura, torri, passeggiate, ma le singole cellule sono un complesso mosaico di proprietà e relativi investimenti. Molti proprietari nel Ricetto hanno negli anni curato la conservazione della propria cantina, un tassello che contribuisce alla salvaguardia del monumento nel suo insieme. Con loro vanno affrontate alcune problematiche di fondo (tra cui decoro, illuminazione, via di lizza) e parallelamente vanno discussi programmi e progetti di sviluppo: è importante non solo in ottica di condivisione, ma anche di collaborazione diretta, in quanto alcune azioni possono davvero vederli protagonisti, così da valorizzare insieme ancora di più i loro patrimoni. Non si tratta di ricercare ad ogni costo il consenso totale dei vari attori (visto il numero e la diversità degli interessi in gioco), una filosofia che porterebbe inevitabilmente a bloccare tutto inseguendo l’utopia del trovare una sintesi impossibile: Candelo vuole sperimentare metodi e azioni in cui l’Amministrazione ricopra un ruolo propositivo credibile, senza porsi in termini autoritativi nei confronti degli altri soggetti, ma in una strategia di confronto e collaborazione tra i portatori di interessi. NON SOLO RICETTO, NON SOLO TURISMO. Per tutti questi motivi occorre sottolineare la necessità di azioni non direttamene afferenti al settore Cultura- Turismo, ma il cui impatto è diretto sia sul turista che sul visitatore: più avanti avremo modo di sottolineare la centralità di questioni come il decoro, per esempio, che riguardano naturalmente tutto il paese. Sgombriamo comunque il campo da un altro possibile fraintendimento: qui parliamo essenzialmente di Turismo. Discutere di turismo e dettare un programma di azioni turistiche non significa affatto dimenticare il resto. 1.4 Contesto: il ruolo della Pro Loco I risultati raggiunti in ambito turistico hanno indiscutibilmente portato oggi Candelo ad essere una delle punte di diamante del Biellese e soprattutto una delle destinazioni turistiche più interessanti del Piemonte da punto di vista delle potenzialità di crescita e sviluppo. Non si può non riconoscere che questo sia il frutto di un impegno lungo anni da parte dell’Amministrazione e dell’Associazione Turistica Pro Loco di Candelo, associazione che è stata in grado di crescere e di emergere tanto da 9
divenire non solo un partner prezioso nella promozione del Poche altre Pro Loco in tutta Ricetto e del paese ma anche protagonista concreto e motore di Italia vantano iniziative capaci sviluppo: poche altre Pro Loco in tutta Italia vantano iniziative capaci di una tale portata e un pari impegno economico e di di una tale portata risorse umane. Un merito raggiunto e mantenuto nonostante le crescenti difficoltà specifiche dell’organizzare eventi: non dimentichiamo le recenti criticità legate alla sicurezza, con norme legittimate da un giusto obbligo alla tutela delle persone ma che allo stesso tempo risultano sempre più restrittive e che portano in dote costi sempre più alti, che hanno obbligato molti eventi e associazioni organizzatrici a cancellazioni o a sofferti ridimensionamenti. Solo il Covid-19 ha, necessariamente, fermato i grandi eventi a Candelo. Un altro punto è importante sottolineare: gli eventi da diversi anni hanno un impatto positivo anche sul bilancio comunale, grazie alla quota versata dalla Pro Loco al Comune sui biglietti venduti. Inoltre alla Pro Loco va dato anche merito della volontà a reinvestire gli utili non solo nelle manifestazioni successive ma anche sul territorio (progetti, manutenzioni, donazioni, ecc…) e in generale l’impegno a recuperare il suo ruolo di attore sociale e il contatto con la città, un argomento comunque importante anche dal punto di vista di questo documento, poiché si tratta di un elemento decisivo nella percezione dei cittadini nei confronti del turismo a Candelo (concetti di identità, accoglienza, consapevolezza). Fermarsi ai meriti però renderebbe questo un elogio meritato e dovuto, ma vuoto di prospettive. In parallelo occorre rilevare, se l’obiettivo è di crescere ancora, che il volontariato è una risorsa importantissima e spesso imprescindibile, ma allo stesso tempo può limitare la professionalizzazione e lo sviluppo. Già attualmente l’apporto di professionisti presso la Pro Loco è importante per garantire servizi e qualità, ma “professionalizzare” davvero significa anche ripensare processi, servizi e gestione in modo anche imprenditoriale, curando non solo la gestione ma anche l’aumento dei volumi: una Pro Loco, per sua natura, specialmente se impegnata su troppi fronti tutti ampi e complessi, difficilmente può dedicare il giusto tempo e risorse a questi aspetti di sviluppo e crescita, essendo già difficile curare passo passo l’enorme mole derivante da eventi che comportano già costi e responsabilità enormi. Si ritiene che al momento si sia toccato il culmine, l’apice dei risultati raggiungibili da un’associazione di volontariato, ma ai complimenti bisogna saper accompagnare anche la consapevolezza che proprio per questo occorre provare a discutere una visione di futuro per la quale, ponendosi come fine l’aumento dei flussi e il potenziamento dell’indotto, si includa anche l’obiettivo di professionalizzare e creare lavoro. La risposta a questa istanza verrà necessariamente dal dialogo, per rispettare quanto esiste e provare a delineare quel che esisterà. Ma è chiaro che occorre lavorare affinché, soprattutto per quanto riguarda i servizi, si possa gradualmente aumentare il tasso di professionalità e l’attenzione al lavoro e alla crescita. 10
1.5 Contesto: la fruizione della cultura ai tempi del coronavirus Lo stop forzato è stato (e sarà ancora, nelle sue conseguenze) un “cataclisma”, con un impatto non transitorio, ma come tutti i problemi da risolvere va vissuto anche come opportunità. Le difficoltà uniscono e questo momento sta portando un fiorire di reti e iniziative comuni sul turismo, un’occasione da cogliere per lavorare insieme non solo sulla comunicazione ma anche su come strutturare un’offerta territoriale. Inoltre una gestione accorta e un’organizzazione attenta dei flussi turistici risponde anche alle necessità di un turismo sostenibile, sia economicamente sia ecologicamente. Un turismo fatto di piccoli gruppi, famiglie, un turismo che potrà sempre più portare ricchezza al territorio. Pur nell’incertezza, è chiaro comunque che piani e progetti debbano essere pensati fin dalla fase di ideazione con una particolare attenzione ad una fruizione sicura, analizzando le prescrizioni medico-sanitarie come fulcro del sistema di accoglienza, quindi non come una “moda” passeggera ma quali esigenze strutturali, sia a livello autorizzativo che psicologico (la cura di questi aspetti entrerà con grande impatto nella percezione del visitatore -specialmente culturale- rispetto alla qualità della visita). Allo stesso tempo l’obiettivo deve essere quello di non trasformare la visita in un’esperienza fredda, dove non si può interagire con niente e con nessuno perché obbligati a restare a distanza e “imbavagliati” dalle mascherine. Anche qui, oltre a porre il problema, vogliamo provare a rispondere con un esempio concreto, che si intende seguire nel percorso di fruizione che descriveremo più avanti. L’interazione è importante, ma ormai va superata la classica esperienza del tocco e del touch screen, per ovvi motivi: allestimenti iper-moderni appena realizzati sono stati resi improvvisamente obsoleti dal virus, e di questo non si può non tenerne conto. Un’ipotesi di soluzione è un attivatore da remoto delle tecnologie: una sorta di telecomando ma contestualizzato alla visita e al luogo, facendo in modo che lo strumento stesso sia un mezzo di immedesimazione e tale da essere sfruttato nello storytelling del piano museale, invece che apparire quale semplice tecnologia decontestualizzata e straniante. L’obiettivo è un’esperienza interattiva, che lascia all’utente la scelta dei contenuti e dei tempi della fruizione, ma superando la concezione dell’attivazione al tocco di superfici che rischierebbero di apparire promiscue e poco igieniche, svilendo l’appagamento stesso e la serenità del visitatore nell’affrontare la visita. 11
2. PIANO STRATEGICO 2.1 Obiettivi prioritari Ricetto: focus su storia e Medioevo; più cantine aperte (sia pubbliche, tramite un percorso di fruizione culturale, sia private in sinergia con atelier\botteghe); politica sugli eventi che premi la programmazione, la qualità e iniziative capaci di dare un’impronta, un posizionamento e un’identità; spinta sui servizi al visitatore Valorizzazione Baraggia e turismo green-outdoor Sinergie con il territorio: comunicazione integrata, non solo online ma anche in loco; Candelo punto di partenza per scoprire il Biellese Sviluppo turistico-culturale di Candelo L’aumento dei flussi deve fare da volano per incentivare le aperture non solo delle botteghe, ma anche per la ristorazione locale (non devono esserci giornate in cui il visitatore non ha soluzioni per il pasto a Candelo). 2.2 Il metodo CULTURA Portare avanti azioni sul turismo senza concentrarsi sulla cultura, per una realtà come Candelo, è come voler promuovere una scatola rischiando però che sia quasi vuota. La cultura non è solo, come spesso si dice, un motore di sviluppo, per Candelo ne è anche la benzina. CONDIVISIONE A parte alcuni interventi allestitivi che costituiscono la base e che occorre quindi realizzare celermente per iniziare a dare una prima svolta concreta, il piano generale verrà discusso e condiviso con tutto il territorio. CONCRETEZZA E TEMPISTICHE. L’obiettivo è di realizzare i primi punti base del percorso di fruizione prima possibile, così da costituire una prima base solida, da arricchire via via con lotti successivi: un punto già solido da cui partire per poi condividere con tutti gli attori locali, in tempi brevi, le ulteriori proposte (più che sugli obiettivi, necessariamente comuni, il confronto dovrà essere sulle azioni e sulle sinergie con altre destinazioni turistiche, ecc…). AZIONE Inutile negare che occorrerà una buona dose di decisionismo, per non trasformare la progettazione partecipata in un monstrum inconcludente. Raccolte le istanze e le proposte, è compito 12
dell’Amministrazione scegliere, anche con coraggio e prospettiva, una via di cui qui proviamo a tracciare alcuni primi possibili indirizzi. E seguirla per arrivare a risultati tangibili. SOSTENIBILITÀ Naturalmente la questione budget vincola ogni progetto e ogni sogno di futuro: l’intenzione è di riprendere con ancor più vigore e costanza a partecipare a bandi di contributo a tutti i livelli, basando le candidature sulle linee di questo piano, quindi non solo su singole attività ed eventi ma anche su progetti legati all’offerta turistica, a strutture e infrastrutture. Ma sostenibilità significa anche attenzione alla popolazione residente, per scelte che guardano alla qualità della vita dei cittadini e non solo al soddisfacimento delle esigenze del visitatore. Si sottolinea che, nella misura in cui si considera questo documento strategico un punto di partenza per un dialogo ampio, gli indirizzi, le linee guida e le proposte saranno oggetto di un processo partecipato di condivisione a tutti i livelli (riunioni, sondaggi online, incontri aperti): Amministrativo: consulte-commissioni Sociale-economico: cittadinanza, commercio, attività, proprietari cantine e stakeholder in genere Politico: enti e Istituzioni locali e regionali Esperti e collaboratori via via coinvolti a supporto alle scelte di piano. 13
2.3 Da località a destinazione, dagli eventi al prodotto Dopo anni di riqualificazione e promozione, il monumento è nelle condizioni di contribuire ancora di più a creare indotto e lavoro. Inoltre per il Comune di Candelo è importante creare dei flussi economici in entrata a vantaggio di tutti i cittadini. Inseguire (e cercare di raggiungere) gli obiettivi di crescita significa superare il modello basato sugli eventi, così come “fare marketing” non può Occorre puntare ad limitarsi alle azioni di “promozione”: occorre strutturare un’offerta che un prodotto, permetta al visitatore di restare per un’intera giornata, superando la semplice strutturare un’offerta “passeggiata nel borgo” per costruire un’esperienza più seducente e piena. Per farlo occorre far leva sugli elementi di forza territoriali (paesaggio, cultura, storia, natura, tradizioni, enogastronomia) unitamente a proposte che contribuiscano nel concreto a dare forma ad un’offerta culturale- turistica di livello e sempre fruibile, quotidianamente, quindi anche e soprattutto al di fuori degli eventi. Candelo e il Biellese hanno estremo bisogno di punti fermi, di fulcri-calamita, funzione che il Ricetto può svolgere solo se dotato di un’offerta turistica chiara, attraente, ben comunicata, ben collegata: non è necessario che gli attrattori esistano, devono essere bene organizzati per ottenere un’offerta davvero concreta ed efficace. Una visione più “commerciale”, che guardi all’offerta turistica come prodotto, non significa comunque ridurre tutto a transazione economica. Ma, allo stesso modo, senza economia non si può parlare di turismo. Migliorare l’offerta turistica, caratterizzarla e valorizzarla (anche nel senso di darle un valore culturale) è fondamentale per realizzare per offrire ai visitatori un’esperienza piena e accattivante insieme a servizi adeguati, lavorando al contempo anche per riconnettere il territorio stesso ed i cittadini Candelesi con i propri patrimoni, che altrimenti restano monumenti e luoghi che ci si ritrova sotto casa, sottovalutati o addirittura invisi, mentre devono essere anche luoghi vivi e da vivere, di cui essere orgogliosi. 2.4 La Filosofia: raccontare il territorio, puntando al massimo livello di divulgazione e narrazione “Si può raccontare la storia in forma lieve, senza essere troppo ponderosi, rispettando le fonti e la verità storica. [...] Nel raccontare la storia, essere rigorosi ed essere divertenti non è conflittuale.” Alessandro Barbero Per garantire un impatto significativo al progetto, si ritiene fondamentale la collaborazione di divulgatori che possano qualificare il progetto scientifico degli allestimenti, “accompagnando” i visitatori nel percorso di visita culturale. Un modalità che permette anche di superare il cliché abusato dell’attore in costume, che rappresenta il personaggio storico locale e che teatralizza le vicende del luogo. Il progetto di Candelo intende coinvolgere i professionisti del racconto e della narrazione culturale, lasciando a loro il compito di guida: come un nuovo “Virgilio”, è proprio lo storico ad accompagnare il turista attraverso la storia e le origini del borgo e anche a spasso per il Medioevo, attenendosi alle fonti.. Per questo compito si sta definendo una collaborazione con Alessandro Barbero, figura di spicco della cultura e della divulgazione culturale in Italia. Professore di Storia medievale presso l’Università del Piemonte orientale, legato al territorio e ospite del Ricetto di Candelo in più occasioni, è una delle figure ideali per questo progetto sia per la sua indiscutibile capacità di narrazione sia per la grande fama raggiunta a livello nazionale, consacrato dalla televisione (si citano RAI “SuperQuark” e i suoi programmi di approfondimento RaiStoria), dalla letteratura (saggi e romanzi, premiati dalla critica e dal pubblico) e ora anche dal web che grazie anche a lui non è il luogo digitale “ignorante e inospitale” spesso dipinto dai media: i suoi podcast e le sue lectio magistralis online tengono incollati ai monitor migliaia di utenti perché sa coinvolgere e riesce a farlo in modo trasversale, con passione, entusiasmo e competenza. 14
La realizzazione di video e contributi con il prof. In via di definizione la collaborazione Barbero è una delle punte di diamante di questo con il prof. Barbero, per contributi di progetto, capace di unire qualità del contenuto, piacere dell’ascolto, persino attrattività della proposta a livello di qualità al percorso culturale comunicazione e promozione. I dettagli della collaborazione sono in via di definizione. Anche per gli altri temi (natura, sapori, sport, ecc..), si cercherà di perseguire questa volontà di coinvolgere personaggi di alto valore e livello culturale, da intendersi non a livello di mera immagine (quindi non di “influencer”) ma come portatori di un messaggio di alta qualità, riconosciuta, verificata e credibile. 2.5 Medioevo reale e tecnologia: rischi ed opportunità Il concetto di base è semplice: quando hai tra le mani qualcosa di reale e di meraviglioso, il gusto della conoscenza e dell’esperienza non ha bisogno di troppi intermediari. La verità è che il Ricetto è straordinario in se stesso, e da solo vale la visita: ampliare l’offerta turistica con un percorso esperienziale e immersivo tramite la tecnologia è di certo fondamentale, ma non perché il borgo abbia bisogno di essere “imbellettato”, quanto per rendere contemporanea e seducente la sua offerta in un mercato turistico sempre più competitivo ed arrivare ad un biglietto basato su un’offerta solida e chiara. Le soluzioni tecniche e tecnologiche non sono quindi il focus di questo progetto: per motivi di budget (soluzioni digitali innovative richiederebbero grandi investimenti non compatibili con la volontà di partire comunque in tempi brevi con almeno una prima fase stabile) per motivi di obsolescenza (le tecnologie "invecchiano" velocemente e un museo che punta solo sulla virtualizzazione dell'esperienza è destinato a perdere appeal in pochissimi anni) per non snaturare questo patrimonio: questo progetto è un plus, ha l’obiettivo di valorizzare il bene, di farlo risplendere, non di nasconderlo. Se esagerata ed esasperata, la tecnologia rischierebbe di diventare protagonista o di scontrarsi con il contesto medievale e di disperdere l’identità di un luogo che è unico proprio grazie alla sua storia secolare. La ricerca di “effetti speciali” fine a se stessa è perdente. Se dosata in modo corretto, la tecnologia diventa un medium utile per amplificare l’esperienza, per approfondire la conoscenza, per raggiungere un grado ulteriore di emozione nella visita: è in questo senso che vengono proposti gli allestimenti, che non vogliono sovrapporsi al borgo ma offrire qualcosa di più e di nuovo al La tecnologia è uno strumento, non il fine visitatore. La tecnologia è uno strumento, non il fine, con un’interazione studiata e impostata per essere il più possibile semplice e immersiva ma anche immediata, oltre che modulabile in base al numero di visitatori (individuali e gruppi) e alla loro età (adulti o famiglie con bambini\scolaresche). 15
2.6 Programmazione e riuso La valorizzazione del Ricetto non inizia oggi e non parte da zero: abbiamo la fortuna di poter avvalerci di una base piuttosto solida dal punto di vista sia del “brand” della destinazione, sia dal punto di vista di materiali e allestimenti: una piccola ricchezza che possiamo tentare di far fruttare in modo sistematico, superando l’episodicità e l’isolamento dei singoli interventi proprio grazie al percorso che può integrare e mettere a sistema gli elementi usufruibili. Quanto disponibile purtroppo non risponde sempre ad un’unica linea di programma e di contenuti (essenzialmente perché creati in momenti diverse, con istanze diverse), quindi occorrerà evitare il più possibile un effetto “patchwork” derivante dall’accostamento di stili diversi. 2.7 L’attenzione all’accessibilità L’accessibilità costituisce il fondamento dei principi di uguaglianza e libertà dell’individuo, garantiti come princìpi trasversali dall’etica oltre che dalle norme. La progettazione si pone come obiettivo quello di concretizzare quanto necessario a sostenere una visita soddisfacente a tutti i visitatori, intendendo l’accessibilità come piena fruibilità sia per visitatori stranieri (contenuti multilingua) sia per disabili. Nel caso del Ricetto purtroppo alcuni spazi per loro natura non potranno essere pienamente accessibili (es. torri), altri lo sono grazie ad interventi già realizzati (es. montacarichi presso Cantine di Crono), mentre per altri ancora non sono sufficienti accorgimenti in fase progettuale ma occorreranno progetti e lavori paralleli di natura tecnico-edilizia (in particolare rampe per eliminazione gradini): su questo punto si baseranno progetti e richieste di finanziamento future. Al momento verrà individuato uno specifico percorso accessibile che comprenda più punti possibili in base alla situazione attuale, cercando di individuare gli itinerari più agevolmente percorribili. Oltre all’accessibilità intesa come fruizione degli spazi, ci si vuole spingere anche all’accessibilità dei contenuti: se possibile, il progetto intende prevedere (ex novo o tramite riuso di materiali disponibili) video in LIS tramite la ricerca di collaborazioni locali, che speriamo positiva vista anche l’attenzione del territorio biellese a questo tema pannelli informativi in braille 16
3. LE AZIONI Le principali azioni in sintesi Priorità a breve termine (inizio 2020 - termine 2021) Priorità a medio-lungo termine (dal 2021) 17
Progetto “Historytelling”: il percorso di fruizione dentro le mura Focus - perché un percorso di fruizione Per dare ulteriore valore aggiunto e mirare ad uno sviluppo reale, superiore a quello rilevabile fino ad oggi, occorre offrire esperienze supplementari: di per sé la semplice passeggiata, senza servizi e senza sistemi di fruizione dei beni, non crea vero turismo e non crea indotto sufficiente. Il percorso di visita (culturale, esperienziale, emozionale) risponde a questa volontà: offrire ai visitatori opportunità in più, maggiori spazi a disposizione, più servizi a valore aggiunto. Occorre andare oltre il feedback “sì, molto bello… ma tutto qui?”, giudizio che –al di fuori degli eventi- negli ultimi anni troppo spesso “Bello, ma… tutto qui?” mortifica il valore del monumento e del lavoro svolto per valorizzarlo. Non è Bisogna permettere al possibile continuare a lasciar andare via un visitatore senza avergli fatto visitatore di superare le comprendere la storia e le caratteristiche di quel che ha visto, ma soprattutto senza una vera esperienza di visita: il Ricetto è meraviglioso, ma bisogna troppe porte oggi chiuse permettere al visitatore di superare le troppe porte oggi chiuse. Prima azione, base di tutto, è quindi un percorso che sappia narrare il borgo, disponibile previo pagamento di un biglietto, potenzialmente ogni giorno. Almeno in una prima fase, l’ingresso al borgo rimarrà gratuito, ma chi, se interessato, volesse approfondire la storia, le curiosità, le tradizioni di questo luogo e del 18
periodo medioevale potrà anche entrare in alcune “cantine”, allestite appositamente per raccontare Candelo e il territorio, per vivere e ascoltare il borgo e scoprire il Biellese. Per farlo, basterà un biglietto che potrà partire da un costo base, a salire in base allo step di allestimenti realizzati (lotti di cantine via via allestite). La filosofia del “gratuito a tutti i costi” limita le possibilità e potenzialità della destinazione sia a livello di crescita che di investimenti: il prodotto culturale se di qualità vale assolutamente un biglietto. La soluzione che si intende realizzare non preclude l’accesso ma è una possibilità in più, un modo nuovo di visitare Candelo non solamente come turisti ma da protagonisti, in una realtà da scoprire e da vivere, non solo da ammirare passivamente. Andrà comunicato e fatto percepire chiaramente al visitatore che con quel piccolo biglietto si sostiene Candelo, si sostiene chi qui vive e abita (diminuzione costi legati al Borgo), si sostiene la crescita e la sinergia con il territorio (offerte integrate con il commercio e con altre destinazioni), si sostiene anche la possibilità di nuovi posti di lavoro e nuova imprenditorialità. E comunque va sfatato il mito della gratuità come incentivo alla visita (esempi come Civita di Bagnoregio insegnano). Un turista è sicuramente disposto a pagare (una cifra ragionevole) se il museo è una delle principali attrazioni della città in cui si reca. Il biglietto è una scommessa, una sfida, una novità e come tale può spaventare: ma senza questo tassello il turismo a Candelo non potrà mai davvero considerarsi maturo e competitivo in un mercato sempre più professionale e aggressivo. Il progetto di fruizione costituisce condizione importante, oltre che per motivazioni di carattere culturale e di valorizzazione, anche come della strategia nell’ambito della necessità dell’Ente di aumentare le entrate extratributarie: per Candelo questa possibilità è legata a doppio filo proprio alla progettualità di sviluppo turistico del bene monumentale, unica ulteriore possibile fonte di entrate per un paese residenziale e privo di aree industriali significative. Per far questo occorrono anche spazi adeguati e occorrerà quindi valutare eventuali acquisizioni: oggi solo una minima parte delle cantine del borgo medievale sono di proprietà comunale (solo 5-6 spazi su circa duecento cellule private) e gli spazi attualmente utilizzabili rischiano di risultare insufficienti per un progetto di fruizione davvero significativo, necessario per permettere ai visitatori di comprendere appieno il monumento, approfondirne le testimonianze e caratteristiche, scoprirne la storia e le radici. Il medioevo non esiste (?): un tuffo nel medioevo autentico Questo nuovo percorso di visita apre al pubblico spazi chiusi o prima accessibili solo pochi giorni all’anno: è un itinerario che fonde tecnologia e storia, unendo alla narrazione museale gli scorci unici e suggestivi di un monumento perfettamente conservato. Ma occorre ampliare il messaggio e la narrazione: raccontare il Medioevo è sfidante, perché significa affrontare pregiudizi e banalizzazioni. Per molti il Medioevo è quello dei terrapiattisti, quello terrificante delle torture a migliaia di streghe e della fine del mondo, quello delle cinture di castità e dello ius primae noctis, anche quello romantico delle leggende sui cavalieri che, con armature pesantissime e scintillanti, salvano le dame rinchiuse nelle torri. Ecco, questo Medioevo non è mai esistito, tanto meno a Candelo, e non esiste se non nell’immaginario comune o nei romanzi. A Candelo si può invece incontrare, conoscere, vivere un medioevo autentico e anche il percorso ci parla di questo in modo originale e alternativo, lontano non solo dagli stereotipi ma distante anche dai “soliti” castelli e dalle corti. Se è vero che la storia la scrivono i vincitori e tanto di quel che possiamo vedere del nostro passato viene dal piccolo e dorato mondo della “nobiltà” (arazzi, corone, collezioni di armi), allora il Ricetto è una felice eccezione, perché questo borgo è un’eredità che nasce dalla terra e dalla comunità contadina. Un Medioevo rurale a tratti inedito ai più, e quindi ancor più interessante. 19
Bozza piano allestimenti: proposte di destinazione d’uso degli spazi Ipotesi di destinazione per gli spazi a disposizione e per spazi futuri. a) Welcome: ufficio e bacheca interattiva All’ingresso del borgo medievale, da predisporre anche una postazione video non solo promuove il percorso, illustrandone esperienza, potenzialità e servizi correlati, ma comunica anche a tutti i visitatori di passaggio i prossimi eventi e gli avvisi\informazioni utili. In questo modo verranno sostituiti i mezzi di comunicazione attuali quali cartellonistica obsoleta o provvisoria, che spesso rischia di deturpare l’accesso del borgo. Inoltre questo punto è modalità privilegiata per fornire informazioni anche sulle modalità di accesso sicure (prescrizioni Covid-19) e quale punto di distribuzione igienizzante per i visitatori. L’attuale Ufficio Turistico va riallestito, privilegiando nella destinazione d’uso l’accoglienza rispetto alle attuali esigenze di spazio d’ufficio, per dare la giusta collocazione e rilevanza a quello che deve diventare anche il presidio per biglietteria e servizi correlati. Va potenziata la proposta di materiali e gadget (museum shop). Il punto informativo potrà essere utilizzato anche come vetrina per le strutture museali convenzionate, per le bellezze del territorio e per le iniziative principali del Biellese, per una promozione più partecipata e d'insieme del territorio. Inoltre questo spazio potrà anche essere messo a disposizione di sponsor per generare ulteriori introiti, vista la posizione e il numero di visitatori (passaggio obbligato per l’accesso). Location: Ufficio Accoglienza - spazio sotto la torre porta o presso vetrina dell’Ufficio Allestimento e strumenti tecnologici: pannello digitale monofacciale da esterno Obiettivi: accoglienza visitatore, informazioni 24h, sponsorizzazioni b) Io sono “Receptum” Un luogo creato per essere rifugio (receptum in latino), custode dei tesori più preziosi: i beni della terra e la vita delle persone. Questo spazio, primo vero impatto del visitatore con il nuovo percorso di fruizione, accompagna il visitatore a scoprire cosa è un Ricetto, come è costruito e perché il Ricetto è l’unico di oltre 200 borghi simili in Piemonte ad essersi “salvato”. Un allestimento d’impatto tramite i giochi di luce delle proiezioni. A riposo, l’exhibit invita alla selezione della lingua e all’interazione da parte del visitatore. Il racconto parte da un plastico interattivo che mostra il Ricetto dall’alto e che risponde agli input del visitatore: dal sistema viario a quello delle acque, frutto dell’ingegno e dell’ingegneria dell’epoca, agli elementi architettonici come torri e mura, fino alla struttura e destinazione delle diverse cantine. Video e audio ambientali accompagnano il turista a conoscere il borgo: un passaggio fondamentale per orientarsi e comprendere il “dove sono”, concetto base per poter affrontare il resto della visita. Questa tappa costituisce l’incipit della visita e della fruizione musealizzata del borgo, per interagire alla scoperta del luogo. Una struttura autoportante con funzione di fondale per videoproiezioni, ai cui piedi è 20
posizionato un plastico che riproduce il borgo: tramite la tecnologia, il borgo si colora, si anima, offre al visitatore l’immagine delle trasformazioni di questo luogo negli anni (la scomparsa del fossato e del Rivellino, la trasformazione della Piazza, la costruzione del Municipio), visualizzando in 3d, in modo immersivo e in concreto la narrazione, così da renderla più chiara e immediata. Alcuni edifici inoltre attivano ulteriori videoproiezioni di approfondimento non solo sulla loro storia, ma anche sulla loro funzione, oltre che per illustrare e chiarire la differenza tra castello e ricetto, fondamentale per la comprensione del monumento. Location: sala cerimonie – piano primo Allestimento e strumenti tecnologici: plastico interattivo + proiezione video Obiettivi: introduzione del concetto di rifugio collettivo-comunitario e illustrazione architettonica del borgo medievale AZIONI CONCRETE REALIZZATE. L’elaborazione della candidatura e dell’idea di progetto ha già dato i primi frutti: a fine luglio la Fondazione CRB ha deliberato un contributo a sostegno di questa “tappa” del percorso, che l’Ente intende realizzare già entro l’anno 2020 – inizi 2021. c) Torre osservatorio e via di lizza A lato della piazzetta d’ingresso si apre la via di lizza, scorcio suggestivo che porta anche alla Torre osservatorio, punto privilegiato per vedere il Ricetto dall’alto. Queste due aree, aperte solo in occasione di eventi, ora sarebbero sempre fruibili a chi sceglie di vivere il percorso di visita: un valore aggiunto e un panorama da prospettiva inedita che vale gran parte del biglietto. Location: interno Ricetto Allestimento e strumenti tecnologici: cartellonistica Obiettivi: illustrazione storico-architettonica e illustrazione del paesaggio costruito 21
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