LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini

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LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
LA SCALA
04/23
Rivista del Teatro

                     Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon,
                     Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti,
                            Renata Scotto, Sandro Laffranchini
LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
EDITORIALE

               Nel calendario scaligero del mese di aprile campeg-           Al capolavoro donizettiano è dedicato uno spazio
               giano due prime d’opera importanti e attese che si            preponderante anche nella sezione delle rubriche:
               spartiscono le pagine di questo numero della rivista,         al portfolio sulle grandi Lucie scaligere introdotto
               aperta da uno sguardo in avanti sulla nuova opera su          da Luca Chierici si aggiungono la sezione dedicata
               Anna Achmatova commissionata dalla Scala a Silvia             all’attività di Yannis Kokkos come scenografo a cura di
               Colasanti, intervistata da Alessandro Tommasi.                Vittoria Crespi Morbio, la recensione dell’ultima inci-
               Da martedì 4 è in scena Li zite ngalera (“I fidanzati sulla   sione di Lisette Oropesa firmata da Luca Ciammarughi,
               nave”) di Leonardo Vinci, rappresentata per la prima          l’analisi spettrografica della voce di Renata Scotto,
               volta nel 1722 al Teatro dei Fiorentini di Napoli. Per la     che di Lisette è stata insegnante, condotta da Lisa La
               Scala un titolo nuovo, un compositore mai eseguito            Pietra, e un’indagine d’archivio sulla presenza dell’ar-
               e un intero genere da riscoprire, la commeddeja pe            monica a bicchieri nelle esecuzioni ottocentesche
               museca, cui è dedicato anche un convegno di studi il 31       svolta da Andrea Vitalini. E sul rapporto tra Donizetti
               marzo. Il titolo si inscrive nel progetto di approfondi-      e Franz Liszt si concentra l’esordio della nuova rubrica
               mento delle radici italiane del melodramma voluto dal         “Note d’archivio”, che apre un dialogo tra la nostra
               Sovrintendente Meyer e inaugurato con successo nella          Rivista e l’Archivio Ricordi con la firma prestigiosa di
               scorsa stagione con La Calisto di Francesco Cavalli.          Gabriele Dotto. Nel complesso un tentativo di restitu-
               L’incursione nel ‘700 napoletano proseguirà nel mese          ire al lettore la vastità delle implicazioni di questa pro-
               di giugno con la rappresentazione in forma di concerto        duzione pensata come apertura di Stagione.
               di Carlo il Calvo di Nicola Porpora. A presentare gli Zite    Completano le pagine delle rubriche Armando Torno
               ai lettori troviamo, dopo la consueta introduzione di         che presenta il volume di Paolo Fabbri su Rossini e una
               Raffaele Mellace, il direttore Andrea Marcon intervi-         chiacchierata di Mattia Palma con il Primo violoncello
               stato da Carlo Mazzini e il regista Leo Muscato inter-        scaligero Sandro Laffranchini.
               vistato da Elisabetta Tizzoni.                                Ma non c’è solo l’opera: mentre il Corpo di Ballo è
               L’altra grande prima operistica del mese è l’approdo          impegnato nella preparazione dell’attesissima serata
               alle scene dell’allestimento di Lucia di Lammermoor           dedicata a William Forsythe (dal 10 maggio), la Scuola
               che avrebbe dovuto inaugurare la Stagione 2020/2021           dell’Accademia presenta il 14 aprile La fille mal gardée, su
               riportando finalmente Donizetti alla ribalta della            musica di Peter Ludwig Hertel con le scenografie create
               Prima, ma era stato cancellato dopo l’inizio delle prove      da Luisa Spinatelli per la versione di Heinz Spoerli. Vito
               a causa della situazione sanitaria. Il progetto è rima-       Lentini ha intervistato Frédéric Olivieri nella doppia
               sto a lungo in sospeso anche a causa della difficoltà di      veste di coreografo e direttore della Scuola. Infine, nella
               riunire i cantanti protagonisti, Lisette Oropesa e Juan       sezione dedicata ai concerti, Liana Püschel annuncia
               Diego Flórez. Il Direttore Musicale Riccardo Chailly          il debutto del giovane direttore Timur Zangiev con le
               ci guida nella partitura in dialogo con Elisabetta Fava,      Quinte sinfonie di Čajkovskij e Šostakovič e il ritorno
               tornando anche sull’inserimento dell’armonica a bic-          di un’autentica istituzione del pianismo viennese,
               chieri nella tavolozza timbrica di Donizetti. Luca            Rudolf Buchbinder, con un bel programma tra Mozart,
               Baccolini interroga invece il regista Yannis Kokkos           Beethoven e Schubert.
               sulla qualità tragica di Lucia ma anche sulla sua idea
               di rappresentazione teatrale come apertura dello spa-
               zio della fantasia, in opposizione alla moda dei “con-        — paolo besana
               cept” stringenti e univoci.                                   Capo Ufficio Stampa del Teatro alla Scala

2   LA SCALA                                                         APRILE 2023                                                        1
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ASPETTANDO
ANNA A
La Scala ha commissionato a Silvia

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Colasanti un’opera sulla grande
poetessa russa Anna Achmatova,
su libretto di Paolo Nori, che andrà
                                                                                                                                                                                                                                                                     Paolo Nori,
in scena nel 2025                                                                                                                                                                                                                                                    Silvia Colasanti

Nel febbraio 2025 andrà in scena alla Scala la prima di       La storia si fa poesia attraverso il volto di una di queste                                      Il rapporto tra arte e potere non potrebbe essere più         questione di genere, viene quella della produzione”.
Anna A, l’opera di Silvia Colasanti dedicata alla stra-       donne: “Al sentire che è una scrittrice, una delle madri                                         attuale. “L’idea dell’opera precede la guerra in Ucraina,     È però innegabile che i cartelloni siano storicamente
ordinaria vita della poetessa russa Anna Achmatova e          le chiede se potesse descrivere tutto ciò che stavano                                            ma oggi è diventato ancora più stringente parlare di una      dominati da uomini, ma Colasanti non trova particolar-
al rapporto tra arte e potere. Un progetto nato per i         vivendo. Achmatova risponde “Posso”. La reazione non                                             figura come Anna Achmatova”. D’altronde, si può par-          mente interessante riscoprire figure cancellate dalla sto-
giovani, ma un’opera rivolta a tutti, che si avvarrà del      può essere espressa che con le parole della stessa poe-                                          lare di temi attuali senza parlare di cronaca. “Ci sono       ria. “Non possiamo cambiare ciò che è stato, dobbiamo
libretto realizzato con lo scrittore e traduttore Paolo       tessa: “Allora una specie di sorriso scivolò per quello                                          storie che diventano universali, figure emblematiche          concentrarci sul presente, incentivare la creazione di
Nori. “Seguo Paolo da anni e ammiro la sua capacità di        che una volta era stato il suo volto”. A esprimere la voce                                       che ci riguardano tutti”. Anche per questo la composi-        nuove opere e la partecipazione di più compositrici. Ma
divulgare la letteratura russa”, racconta Silvia Colasanti.   più intima di Achmatova, un violino solista che ostina-                                          trice non ha alcun pudore nel parlare di Russia. “Anna        ci vorrà del tempo perché il divario venga veramente
“Quando la Scala mi ha proposto il progetto ho pen-           tamente continuerà a cantare, mentre l’orchestra sarà                                            Achmatova era una voce discorde, un’artista non asser-        colmato. Parliamo di secoli di tradizione, di un retag-
sato subito a lui. Ancora non sapevo che contempo-            percorsa dai timbri degli strumenti russi e dalla rielabo-                                       vita al potere, una figura libera. Scegliere di non parlare   gio culturale che non va rinnegato”, ma che consegna
raneamente stava scrivendo un libro proprio su Anna           razione di canti popolari slavi, a indicare il ruolo della                                       di Achmatova oggi, significa fare un favore al potere”. La    agli attori del panorama musicale di oggi il compito di
Achmatova, era la dimostrazione che stavamo guar-             poetessa come alfiere di tutta una popolazione. È questa                                         grande arte, per Silvia Colasanti, è sempre stata libera      ripensare gli spazi della musica contemporanea, dando
dando nella stessa direzione”.                                la forza della poesia e dell’arte in generale, saper parlare                                     e ogni volta ha vinto sui regimi. “La politica ha sempre      voce alle compositrici viventi e alle storie straordinarie
                                                              per tutta un’epoca, incarnare il dolore in una storia che                                        cercato di servirsi dell’arte e della cultura per le pro-     come quella di Anna Achmatova.
Il libretto di quest’opera, un atto unico della durata di     resta nei secoli, a perenne sfida e monito dei potenti.                                          prie finalità propagandistiche. Parlare di chi ha scelto
circa un’ora, non ripercorre tutta la vita di Achmatova,                                                                                                       di opporsi è parlare dell’essere umano, in tutte le sue       — alessandro tommasi
ma ne presenta alcuni momenti, come quadri. “La cor-          Una tematica, questa del rapporto tra arte e potere,                                             epoche”. In questo senso, la storia di Achmatova può          Giornalista e organizzatore, ha studiato management culturale e pianoforte,
nice sono Anna e l’amica Lidija Čukovskaja, che la va         che oltre a funzionare particolarmente bene in un pro-                                           veramente diventare universale.                               scrive per Amadeus, Quinte Parallele, Le Salon Musical ed è membro dell’As-
                                                                                                                                                                                                                             sociazione Critici Musicali
a trovare ogni giorno. I loro dialoghi introducono epi-       getto didattico, dà voce a una delle principali missioni
sodi, ricordi e reminiscenze dalla vita di Anna, in par-      del musicista, secondo Colasanti. “La musica e il canto                                          La commissione di quest’opera ha un’altra particola-
ticolare dai fatti narrati in Requiem”. Forse il massimo      devono mantenere vivo il dialogo. Sta a noi compositori                                          rità, oltre al tema attuale. Silvia Colasanti è infatti la
capolavoro di Achmatova, Requiem è una raccolta di 12         farci capire - che non vuol dire semplificare”. L’obiettivo                                      prima donna a cui il Teatro alla Scala, nei suoi quasi
canti che raccontano i mesi passati a fare la coda di         è raccontare la complessità del presente con chiarezza                                           250 anni di storia, abbia mai commissionato un’opera
fronte al carcere di Leningrado per andare a trovare          e un forte intento comunicativo, senza fare tabula rasa                                          lirica. Una responsabilità importante che ricade sulle
il figlio lì imprigionato. “Con Requiem, la storia fa il      di ciò che veniva prima, ma confrontandosi a fronte                                              spalle di Colasanti, che però sposta l’attenzione altrove.
suo ingresso nell’opera di Anna Achmatova, che si fa          alta con la tradizione musicale. “Siamo un ‘precipitato’                                         “Per me il dato più interessante non è che una donna
voce di un popolo, di un coro di madri che come lei           di una storia complessa e ricca, che può essere sover-                                           scriva un’opera per la Scala, ma che il più importante
aspetta di fronte al carcere per vedere i propri figli, a     chiante, ma è nelle nostre mani saper dialogare con que-                                         teatro italiano commissioni una nuova opera. Il nostro
volte imprigionati solo a causa del proprio cognome”.         sta tradizione, parlando dei temi di oggi”.                                                      settore, oltre che maschile, è conservatore. Prima della

2                                                       LA SCALA                                                                                                                                                     APRILE 2023                                                                       3
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01                                                  03
«Lucia incominciò con aria austera
la cavatina in sol maggiore; descriveva
le sue pene d’amore ed esprimeva
il desiderio di poter volare. Anche                                 OPERA                                              CONCERTI

                                                                                                                                        04
Emma avrebbe voluto fuggire dalla vita,                             Li zite ngalera                                        Confronti

andarsene in un abbraccio.»                                                 9

                                                                    È cchiù doce
                                                                                                                           tra Quinte
                                                                                                                               43

                                                                      lo gaudé!
— DA MADAME BOVARY, GUSTAVE FLAUBERT
                                                                          10

                                                                Cartoline dalla Napoli
                                                                   del Settecento
                                                                          15
                                                                                                                                         RUBRICHE
                                                                       Lucia
                                                                  di Lammermoor                                                              portfolio
                                                                        19                                                               bozzetti e figurini
                                                                                                                                          Kokkos alla Scala
                                                                     Vertigini                                                                   48
                                                                    donizettiane
                                                                         20                                                                     libri
                                                                                                                                           Ripensare Rossini
                                                                 Se la follia di Lucia                                                            52
                                                                      è memoria
                                                                           25                                                                   dischi
                                                                                                                                          Belcanto d’oltralpe
                                                                        Lucia                                                                     53

                                                                                         02
                                                                  di Lammermoor
LA SCALA                                                              alla Scala                                                            voci alla scala
Rivista del Teatro 04/23                                                  29                                                                 Renata Scotto
Registrazione n. 221 del 10 luglio 2015                                                                                                      e le “volatine”
                                                                                                                                             della sua Lucia
direttore responsabile: Paolo Besana
                                                                                                                                                    54
coordinatore di redazione: Mattia Palma
con la collaborazione di: Lucilla Castellari,
Carla Vigevani, Raffaele Mellace, Andrea Vitalini,                                                                                         note d’archivio
Luciana Ruggeri, Valentina Grassani,                                                                                                       Donizetti by Liszt
Davide Massimiliano                                                                                                                               57
progetto grafico e impaginazione:
                                                                                                                                         memorie della scala
Tomo Tomo e Kevin Pedron
con Jacopo Undari                                                                        BALLETTO                                       Il mistero dell’armonica
stampa: AGPRINTING                                                                                                                         a bicchieri alla Scala
                                                                                              Amori                                                 58
Si consiglia di verificare date e programmi
                                                                                          e divertimenti
sul sito www.teatroallascala.org
                                                                                            al confine                                        scaligeri
copertina: Bozzetto di Federica Parolini                                                 con l’opera buffa                                Sandro Laffranchini
per Li zite ngalera                                                                              36                                               61

4                                                    LA SCALA                                                APRILE 2023                                        5
LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
Amisano
                                                         Brescia eGuindani
                                                                             01  OPERA
                                                                                 Li zite ngalera

                                                                                       10
                                                                                         9

                                                                                 È cchiù doce
                                                                                   lo gaudé!

                                                                             Cartoline dalla Napoli
                                                                                del Settecento
                                                                                                          Vertigini
                                                                                                         donizettiane
                                                                                                              20

                                                                                                      Se la follia di Lucia
                                                                                                           è memoria
                                                                                                                25

                                                                                                             Lucia
                                                                                       15              di Lammermoor
                                           fotografie di Stefano

                                                                                                           alla Scala
Lisette Oropesa in abito da sera
                                                                                    Lucia                      29
                                           fotografia

Giorgio Armani Privé per la serata                                             di Lammermoor
“… a riveder le stelle”, 7 dicembre 2020                                             19

                                                                                  APRILE 2023                                 7
LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
LI ZITE
                                            NGALERA
                                Lo spirito della commedia – brillante, vivace, irrive-         Il compositore calabrese, scomparso improvvisamente
                                rente, irresistibile – anima Li zite ngalera, tra i prodotti   prima dei quarant’anni, al culmine d’una carriera che
                                più freschi e gustosi di una civiltà dello spettacolo che      nel decennio aperto dagli Zite ngalera gli aveva con-
                                nella Napoli austriaca degli anni Venti del Settecento         segnato le chiavi delle principali piazze teatrali della
                                raggiunse l’approdo luminoso di un’illustre vicenda            Penisola, vive da dieci anni a questa parte una consi-
                                secolare. L’agitazione frenetica e i palpiti sentimen-         derevole fortuna scenica, disco e videografica, anche
                                tali del numeroso cast, che attinge a ogni età e condi-        grazie alle potenzialità offerte agli interpreti dalle parti
                                zione in un gioco illusionistico tra ruoli vocali e identità   composte soprattutto per l’opera seria, generosissime
                                di genere (con giovani uomini interpretati da donne,           per virtuosismo ed espressione patetica. Allestirne il
                                donne anziane interpretate da uomini, la protagoni-            capolavoro comico, l’unico suo titolo di questo genere
                                sta travestita da uomo…), sono tradotti dal librettista        di cui sopravviva la musica (tra l’altro in uno splendido
                                Bernardo Saddumene nel dialogo rapido e saporito della         autografo), nella sala del Piermarini significa garantir-
                                lingua napoletana. Il compositore (coetaneo?) Leonardo         gli le condizioni per apprezzare pienamente la qualità
                                Vinci conferisce loro una veste immancabilmente effi-          d’una musica ancora troppo soffocata tra il barocco
                                cace e calzante, che nella mobilità degli incisi e nella       maggiore d’un Händel e il classicismo d’un Mozart. Il
                                qualità melodica trasforma in invenzioni musicali ica-         Settecento è stato anche altro: lo sapeva bene Händel,
                                stiche e memorabili una cornucopia di detti senten-            che a Londra metteva in scena le opere di Vinci, arran-
                                ziosi («L’uomo è come un pezzo di pane», «Noi donne            giandone ad esempio la Didone abbandonata; e lo sapeva
                                siamo fatte così», «Povere quelle che son soggette», «Lo       anche Mozart, per il quale lo stile galante rappresentò
                                so che è una pazzia voler bene alle donne», «Sono fiore        un riferimento imprescindibile in quella carriera tea-
                                senza odore») e di diverbi, sentimentali o concitati.          trale che proprio a Milano spiccò il volo. Correre con il
                                Agli osservatori più imparziali (francesi, inglesi) Vinci      pensiero alla verve delle Nozze di Figaro mentre si assiste
                                apparve come il «Lully italiano», l’inventore, a forza di      al mulinello di stratagemmi e travestimenti degli Zite
                                puro genio, d’uno stile naturale e umanissimo: un vero         ngalera dimostrerà tutta la vitalità del teatro comico in
                                e proprio manifesto dell’illuminismo. Non è un caso            musica, ancora prodigo di sorprese, da un capo all’al-
                                se, ripensando da Vienna alla Napoli della gioventù,           tro del Settecento.
                                dove non sarebbe più tornato, Metastasio rievocasse
                                con nostalgia, d’un intero e brulicante mondo musi-            — Raffaele Mellace
                                cale, soprattutto la «grazia», l’«espressione» e la «fecon-    Professore di Musicologia e Storia della musica all’Università di Genova,
Bozzetti di Federica Parolini   dità» di Vinci.                                                Consulente scientifico del Teatro alla Scala

                                                                                       APRILE 2023                                                                         9
LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
“È CCHIÙ DOCE
LO GAUDÉ!”

Intervista ad Andrea Marcon                                 Il direttore veneto Andrea Marcon,
di Carlo Mazzini                                            specialista nel repertorio barocco,
                                                            debutta alla Scala nell’opera
                                                            di Leonardo Vinci, una commedia
                                                            musicale tutta in napoletano

In un caleidoscopio di equivoci, doppi sensi e storie       diretto prima: grazie all’invito della Scala per questa
d’amore, Leonardo Vinci realizza nel 1722 con Li zite       produzione ho iniziato un inedito percorso di studio
ngalera un capolavoro di comicità e leggerezza. Dopo        e approfondimento.
la sua ripresa moderna nel 1979, si contano sulle dita
d’una mano le occasioni di riascolto dal vivo di questa     cm	Che differenze ha trovato rispetto agli autori
commedia musicale. Tanto più preziosa è perciò la                 diretti finora?
nuova produzione della Scala, in scena dal 4 al 21          am Chiaramente il linguaggio è diverso, e le diffe-
aprile e affidata ad Andrea Marcon, classe 1963: diret-     renze sono le stesse che troviamo, ad esempio,
tore, cembalista e organista, è considerato uno dei         nell’arte in senso lato. Tutti sappiamo riconoscere un
grandi specialisti del repertorio barocco e debutta alla    quadro del Settecento: diverso è capire se si tratti di
Scala in questa occasione.                                  un quadro veneto o napoletano, o addirittura identifi-
                                                            carne l’autore preciso. Quest’ultimo passaggio può
cm	Direttore veneto, specialista di Vivaldi, vincitore     essere fatto solo tramite il passo successivo, dove si
      del Premio Händel 2021. Si considera uno spe-         comprende anche il contesto culturale in cui nasce
      cialista del repertorio barocco?                      l’opera: nel nostro caso, non si tratta solo di un’opera-
am C’è da dire che in realtà i confini temporali della      zione sulle note, ma anche di un confronto con le
musica che ho finora diretto vanno molto al di là del       altre opere per capire che si è di fronte a una comme-
barocco: quando ero direttore artistico a Granada ho        dia musicale. Non abbiamo lunghe arie, ma ognuna
diretto spesso Mozart, Beethoven, Schubert,                 di queste è un piccolo quadretto che si inserisce nei
Schumann, Brahms, mentre nell’opera mi sono spinto          lunghi recitativi, di per sé molto complessi e serrati.
fino all’Idomeneo di Mozart. È importante conoscere il      Anche in questo si percepisce il carattere di comme-
repertorio che si ama, poi essere “specialista” è un’eti-   dia. Tutta in dialetto.
chetta che si crea in base a quanto si fa: nel mio caso,
ad esempio, ho registrato dei dischi di musica barocca      cm	Cosa non così comune in altre realtà…
che hanno avuto grande successo e ho vinto il Premio        am Infatti. Ad esempio, non abbiamo opere in dia-
Händel di Halle, città natale del compositore.              letto veneziano e dobbiamo aspettare Wolf Ferrari per
                                                            avere le prime all’inizio del secolo scorso. Non so per-
cm	Nel suo repertorio c’era Leonardo Vinci?                ché, ma nonostante la ricca produzione di prosa in
am No, Vinci non lo conoscevo e non lo avevo mai            dialetto veneto di Goldoni, nessun compositore a lui

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LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
contemporaneo l’ha messa in musica. A Napoli invece          am In effetti le opere di Vivaldi sarebbero una pro-
                                                                                          c’era una grande tradizione in tal senso, e Li zite figura   posta importante, anche se è un autore molto com-
                                                                                          tra le prime opere napoletane di questo genere ad            plesso, soprattutto per quanto riguarda la vocalità.
                                                                                          aver conquistato subito un grandissimo successo.             Una volta era difficile, se non impossibile, trovare
                                                                                          Un’opera, tra l’altro, con un libretto eccezionale,          tutte le voci adatte per una sua opera, mentre adesso
                                                                                          pieno di ambiguità e doppi sensi intraducibili in            per fortuna sta entrando nella programmazione dei
                                                                                          italiano.                                                    grandi teatri: basti pensare al Giustino fatto da poco
                                                                                                                                                       all’Opera di Berlino; è stata la prima volta che in quel
                                                                                          cm	E il fatto che il libretto sia in napoletano rappre-     cartellone è apparso Vivaldi, segno di apertura nei
                                                                                                senta una difficoltà durante il lavoro di              confronti di questo repertorio. Ed è un atteggiamento
                                                                                                preparazione?                                          culturale giusto perché prima di Mozart abbiamo
                                                                                          am Il regista Leo Muscato, che firma questo nuovo            quasi due secoli di repertorio operistico, soprattutto
                                                                                          allestimento scaligero, ci ha fornito subito la tradu-       italiano, che non possiamo più ignorare.
                                                                                          zione, utile a capire perfettamente l’intreccio e la
                                                                                          trama. Ma la grande fortuna è soprattutto che lui sia        cm	Qual è il vantaggio di eseguire questa musica,
                                                                                          napoletano e che abbia una lunga esperienza con                    soprattutto in teatri con delle tradizioni così
                                                                                          compagnie teatrali napoletane: vedrei qualche diffi-               radicate come la Scala?
                                                                                          coltà in più dovendo collaborare con un regista tede-        am La cosa meravigliosa è che, in questo modo,
                                                                                          sco su questo titolo…                                        il pubblico viene a teatro spinto dalla curiosità di sen-
                                                                                                                                                       tire qualcosa di nuovo, e non per titoli di repertorio
                                                                                          cm	Non c’è solo il napoletano però: abbiamo l’ita-          che conosce a memoria. Perché altrimenti l’unica cosa
                                                                                                 liano metastasiano del padre di Belluccia/            da discutere è la regia, che diventa la sola novità.
                                                                                                 Peppariello, Federico Mariano, oppure il napo-        Se invece si programmano opere da riscoprire - qual-
                                                                                                 letano/africano di Assan.                             cuno ha mai sentito in teatro la Merope di Geminiano
                                                                                          am Sì, infatti, e quello di Assan, anche se seconda-         Giacomelli? - si crea nel pubblico la stessa curiosità di
                                                                                          rio, è un personaggio curioso. Queste differenze             chi va al cinema a vedere un nuovo film. Che poi era il
                                                                                          anche di registro mettono in evidenza la genialità del       senso del teatro già all’epoca.
                                                                                          libretto. Sarà un problema per chi dovrà fare i sottoti-
                                                                                          toli: bisognerà operare delle scelte e temo che alcuni       cm	Lei aveva sentito Li zite dal vivo? Magari nella
4, 12, 15, 18, 21 aprile 2023                                                             doppi sensi si perderanno.                                        prima ripresa moderna al Maggio Musicale
                                                                                                                                                            Fiorentino del 1979?
Leonardo Vinci                                                                            cm	Lei è abituato a dirigere orchestre nate come            am No, non l’avevo mai sentita dal vivo, ed è un’o-
LI ZITE NGALERA                                                                                 compagini storicamente informate, come la              pera di cui ci sono anche pochissime incisioni. Sono
                                                                                                Venice Baroque Orchestra. Com’è il suo approc-         passati esattamente tre secoli dalla prima esecuzione
Nuova produzione Teatro alla Scala                                                              cio invece con orchestre come quella della Scala,      e oggi possiamo tranquillamente affermare che questa
                                                                                                che pur suonerà con strumenti antichi?                 commedia musicale di Vinci si ripresenta fresca,
libretto di Bernardo Saddumene
                                                                                          am Ho affrontato anni fa l’orchestra del Bol’soj             luminosa e vivida. Sono certo che non mancherà di
direttore Andrea Marcon
regia Leo Muscato
                                                                                          nell’Alcina di Händel per ben diciannove recite, ho          stupire ed entusiasmare il pubblico scaligero.
scene Federica Parolini                                                                   diretto rinomate orchestre sinfoniche, quindi sono
costumi Silvia Aymonino                                                                   abituato a lavorare con orchestre moderne, peraltro          — carlo mazzini
luci Alessandro Verazzi                                                                   sempre più aperte a letture e interpretazioni storica-       Presidente onorario della Conferenza Nazionale degli Studenti dei
                                                                                          mente informate. Devo dire che qui alla Scala il per-        Conservatori, diplomato in Composizione, attualmente studia Direzione
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala                                                                                                                 d’orchestra presso il Conservatorio di Milano, di cui è anche membro del CdA
su strumenti storici
                                                                                          corso sulle prassi esecutive è iniziato anni fa, e quindi
                                                                                          non si creano quei malintesi tipici di chi non le abbia
cast                                                                                      mai praticate: l’opposto diventerebbe una situazione
Carlo Celmino / Francesca Aspromonte                                                      difficilissima per il direttore. Qui invece, dove da
Belluccia Mariano / Chiara Amarù
                                                                                          subito si parla un linguaggio comune, è tutto più
Ciomma Palumbo / Francesca Pia Vitale
Federico Mariano / Filippo Morace
                                                                                          semplice: mi sono trovato col primo violino e ci
Meneca Vernillo / Alberto Allegrezza                                                      siamo intesi subito.
                                                    fotografie di Brescia e Amisano (2)

Titta Castagna / Filippo Mineccia
Col’Agnolo / Antonino Siragusa                                                            cm	Tra l’altro questo repertorio, con l’eccezione di
Ciccariello / Raffaele Pe
                                                                                              Händel, non è così frequente alla Scala. Due
Rapisto / Marco Filippo Romano
Assan / Matías Moncada                                                                        anni fa è stata eseguita per la prima volta un’o-
Na schiavottella / Fan Zhou                                                                   pera di Cavalli, ma per esempio manca ancora
                                                                                              Vivaldi.

12                                       LA SCALA                                                                                               APRILE 2023                                                                     13
LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
CARTOLINE
                                          DALLA NAPOLI
                                          DEL SETTECENTO
                                          Intervista a Leo Muscato                                      Leo Muscato mette in scena il giorno
                                          di Elisabetta Tizzoni                                         di ordinaria follia de Li zite ngalera:
                                                                                                        un “delirio superorganizzato”
                                                                                                        di schermaglie amorose e comicità
                                                                                                        dialettale nella Napoli del Settecento

                                          È la rivincita di Leonardo Vinci che da sempre paga lo        301 anni fa, ma il linguaggio sembra ancora più
                                          scotto della quasi omonimia con il genio italiano.            antico. Nonostante avessi acquistato sei o sette voca-
                                          Finalmente la sua “commeddeja pe museca” arriva               bolari sono riuscito a capire la metà delle parole che
                                          alla Scala nella sua prima rappresentazione moderna.          mi sarebbero servite. Poi fortunatamente sono stato
                                          Non si tratta di un dramma carcerario come il titolo          affiancato da un consulente linguistico e da Raffaele
                                          potrebbe suggerire, ma di un’opera dal sapore parte-          Mellace, consulente scientifico del Teatro, che si è
                                          nopeo che rientra nel progetto di riscoperta e rilancio       prodigato per la verifica certosina di libretto e
                                          del repertorio barocco italiano del Teatro. A curarne         partitura.
                                          l’allestimento l’eclettico Leo Muscato, che accetta la
                                          sfida e ci racconta il suo approccio registico.               et A proposito del libretto può dirci qualcosa?
                                                                                                        lm L’autore è Bernardo Saddumene, che ha creato
                                          et Com’è stato cimentarsi con quest’opera?                    un delirio superorganizzato. La trama è piuttosto
                                          lm Quando mi hanno chiesto se me la sentivo di                esile ma i versi sono molto interessanti. Ho letto
                                          mettere in scena un’opera del repertorio barocco in           diverse critiche dell’epoca che gli attribuiscono un
                                          napoletano antico non l’ho vissuta come una sfida,            certo gusto metastasiano ed effettivamente siamo
                                          ma come un “giocare in casa”. Col senno di poi, forse         davanti a un bel lavoro; alla fine è l’opera per cui viene
                                          istintivamente con un po’ troppo ottimismo.                   ricordato.

                                          et Si sentiva vicino a questo genere?                         et	Rispetto alle opere di repertorio, quali sono le
                                          lm Da ragazzo ho lavorato a lungo come attore                      sfide da affrontare con un titolo da riscoprire?
                                          nella compagnia di Luigi De Filippo e dopo la sua             lm Con un’opera così si deve partire da zero, ini-
                                          scomparsa ne sono diventato direttore artistico.              ziando a capire quando e per chi è nata, per quale
                                          Quindi, non so come dire, pensavo che mi sarebbe              pubblico è stata concepita. In realtà è nata per il
                fotografia di Thilo Beu

                                          riuscita facile. In realtà è stato molto complicato.          Teatro dei Fiorentini, un teatro popolare nel pieno
                                                                                                        centro di Napoli che si era specializzato proprio in
                                          et   Da quale punto di vista?                                 quegli anni nelle farse comiche in musica. Quindi
                                          lm   La lingua. L’opera è settecentesca, ha debuttato         commedia e musica, non opera lirica come la

14   LA SCALA                                                                                    APRILE 2023                                                    15
LA SCALA - Riccardo Chailly, Yannis Kokkos, Andrea Marcon, Leo Muscato, Frédéric Olivieri, Silvia Colasanti, Renata Scotto, Sandro Laffranchini
realtà sono circa diciotto ambienti diversi di questa
“Il libretto è molto realistico                                locanda che si compongono e si scompongono dalla
e la cosa più vicina è il teatro                               cucina, al salotto, ai corridoi, alle camere e sono tutti
                                                               piuttosto realistici. A un certo punto lo spazio si
di Goldoni: La locandiera,                                     svuota e si apre in un mondo più esterno. Lì arriva la
I rusteghi, Il campiello.                                      galera che altro non è se non un fondale dipinto, giu-
                                                               sto per dire: “Signori, si chiama Li zite ngalera, ecco la
Quest’ultima in particolare                                    galera”. Ma se uno legge il testo non c’è bisogno della
è molto simile”                                                galera, non c’è un luogo dove inserirla, musicalmente
                                                               parlando.

                                                               et	Passiamo ai personaggi. Può descriverceli
                                                                      brevemente?
                                                               lm Lavorano quasi tutti all’interno di questa
intendiamo noi. Probabilmente una sorta di Teatro              locanda: c’è zia Meneca che è la padrona, probabil-
Sistina di Garinei e Giovannini, dove a recitare c’e-          mente una nobile decaduta; c’è suo figlio Titta che è
rano i Gigi Proietti, i Carlo Verdone e i Christian De         un tuttofare innamorato della cugina Ciomma, che è

                                                                                                                            fotografie di Brescia e Amisano
Sica dell’epoca, figure che erano prima di tutto attori.       la bella del posto. Seguono il cuoco Rapisto, il bar-
Poi c’è un abisso tra ciò che era quel teatro e questo         biere stralunato Col’Agnolo e Ciccariello, il fool shake-
Teatro.                                                        speariano, in questo caso un simpatico scugnizzo
                                                               napoletano. Poi c’è tutto il mondo degli avventori, tra
                                                                                                                                                                                                                                                                     Prove de
et	Quali sono le differenze tra il Teatro dei                 cui “li zite” del titolo: Belluccia, che da dodici anni è
                                                                                                                                                                                                                                                                     Li zite ngalera
      Fiorentini e la Scala?                                   alla ricerca del fidanzato che l’ha sedotta e abbando-
lm Il teatro dei Fiorentini aveva un palcoscenico di           nata, un tale Carlo, un Don Giovanni “di noialtri”. Ho
6,80 metri o poco più per una platea di non più di tre-        inserito anche dieci mimi che fanno un po’ da servi-
cento persone, quindi un teatro proprio piccolo. Qui           tori della locanda e un po’ da clienti.
parliamo di tutta un’altra cosa a livello di spazi e di                                                                                                       et	Con che tipo di commedia abbiamo a che fare?               et	Può farmi un esempio?
sedute, che ha messo in luce criticità ed esigenze ben         et	Qual è il filo conduttore della storia?                                                    lm Al netto di questo delirio, il libretto è molto rea-        lm Il momento in cui l’azione si svolge non è un
precise, ad esempio per quanto riguarda l’ambienta-            lm L’amore “sbagliato”. Tutti amano la persona sba-                                            listico e la cosa più vicina è il teatro di Goldoni: La        giorno qualsiasi, ma è martedì grasso, la fine della sta-
zione unica: siamo in un vicolo di Napoli e tutto              gliata: Belluccia è innamorata di Carlo, lui è innamo-                                         locandiera, I rusteghi, Il campiello. Quest’ultima in parti-   gione di Carnevale. Nel terzo atto c’è una scena in cui
accade al suo interno nell’arco di una giornata. Fissi         rato di Ciomma e quest’ultima è innamorata di                                                  colare è molto simile, ambientata in una giornata              Rapisto e Ciccariello provano per lo spettacolo che
in un vicolo, con l’opera che dura più di tre ore, il          Peppariello (Belluccia travestita da maschio). È un                                            ordinaria nella vita di tanti personaggi ordinari ma in        dovranno fare la sera. Può sembrare che questa messa
rischio “effetto presepe” era dietro l’angolo.                 cortocircuito continuo. A creare ulteriore comicità,                                           un momento in cui accade una cosa tanto fuori                  in scena arrivi così all’improvviso, ma non se si pensa
                                                               oltre agli amori giovanili ci sono quelli dei vecchi per                                       dall’ordinario che scuote le loro vite e le rivoluziona.       al contesto temporale. Il Carnevale a Napoli era, ed è
et	Come evitare questa staticità?                             i giovani: Col’Agnolo innamorato di Ciomma e zia                                               È un luogo di realismo dove l’emotività di tutti in una        ancora, molto sentito e quindi è giusto che ci sia. Fa
lm Inventando una struttura diversa, un po’ come               Meneca infatuata di Peppariello.                                                               frazione di secondo sale alle stelle, ma sempre in un          parte di quel mondo di riferimenti, all’epoca imme-
abbiamo fatto per Il barbiere di Siviglia allestito qui alla                                                                                                  clima da commedia. Un continuo sali e scendi della             diati perché contemporanei, che noi oggi non pos-
Scala nel 2021. Anche lì la scena era fissa e il tutto si      et	Ci sono altri elementi che contribuiscono alla                                             temperatura emotiva, un continuo alternarsi tra il             siamo nemmeno lontanamente immaginare.
svolgeva nell’arco di ventiquattr’ore, il luogo era sem-              comicità generale?                                                                      serio e il faceto.
pre il teatro, ma suddiviso in spazi diversi che si alter-     lm Le tessiture vocali. Era prassi musicale dell’e-                                                                                                           — Elisabetta Tizzoni
navano movimentando il tutto.                                  poca che certi personaggi avessero delle voci sopra-                                           et	Come ha vinto la tentazione di trasporre tutto             Laureata in Lettere moderne e Storia dell’arte, ha pubblicato articoli
                                                               nili, e quindi troviamo Carlo interpretato da un                                                      nel presente?                                           per l’editore Campisano e il BTA. Ha studiato Pianoforte e Musicologia
                                                                                                                                                                                                                             e collabora con il Museo Teatrale alla Scala
et	La galera del titolo ha aiutato questa                     soprano; Belluccia che, anche se si traveste da                                                lm Quando metto in scena uno spettacolo ci sono
      movimentazione?                                          Peppariello, è un altro soprano; Titta che è un con-                                           tre date da cui non posso mai prescindere: quella in
lm In realtà ci ha dato molto filo da torcere, perché          tralto ed è quindi un’altra voce femminile; mentre zia                                         cui l’opera è andata in scena la prima volta - e quindi
c’è ma non la vedi. A un certo punto tutti scendono da         Meneca è interpretata da un tenore.                                                            com’era il mondo in quel momento e cosa raccontava
un’imbarcazione, che quindi dovrebbe sottintendere                                                                                                            di quel mondo l’opera -, la data di ambientazione e
la vicinanza a una zona costiera. Questa deduzione ci          et	Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una                                             infine quella in cui andrà in scena, che è la data più
ha fatto riflettere e visto che molte pensioni all’epoca            storia gender fluid ante litteram…                                                        complicata di tutte. Su una di queste tre bisogna pre-
si concentravano vicino al porto, abbiamo deciso di            lm Con questo delirio avremmo potuto osare,                                                    mere l’acceleratore, e qui abbiamo puntato su quella
ambientare tutto in una locanda sul porto di Napoli.           avremmo potuto raccontare quel mondo in modo                                                   in cui l’opera è stata rappresentata, che in questo caso
                                                               veramente facilissimo. Ci siamo però ritrovati a fare                                          coincide con l’ambientazione. Per il pubblico dell’e-
et	Come sono state concepite le scene?                        diverse considerazioni: la trama non avrebbe retto e a                                         poca si trattava di una commedia contemporanea
lm La scenografia si compone di tante cartoline,               me di solito piace l’idea di raccontare l’opera e i per-                                       popolata da riferimenti contemporanei che tutti
come la veduta del golfo di Napoli con il Vesuvio. In          sonaggi, quel clima lì.                                                                        coglievano e in cui si immedesimavano.

16                                                        LA SCALA                                                                                                                                                    APRILE 2023                                                                     17
LUCIA DI
                                         LAMMERMOOR

                                       In uno dei romanzi simbolo del grande Ottocento lette-          offrono pronte alla memoria per restarvici per sempre;
                                       rario e del costume di quel secolo, Emma Bovary consta-         dall’altro, compiuta realizzazione della ricetta classica
                                       terà la distanza siderale tra la propria meschina vicenda       del melodramma romantico, di cui dimostra al milli-
                                       sentimentale e “la poesia della finzione che la conqui-         metro l’efficacia. Perfetta, grazie anche al contributo
                                       stava” assistendo proprio alla Lucia di Lammermoor di           d’un librettista di talento come Salvatore Cammarano,
                                       Donizetti al Teatro di Rouen, “sporgendosi dal palco            nel conferire il debito spazio all’anelito di libertà, cioè
                                       piantando le unghie nel velluto del parapetto” e “abban-        di felicità, della coppia di protagonisti e all’opposizione
                                       donandosi all’onda della melodia”, nell’aspirazione             inaggirabile d’una realtà ostile, rappresentata dal fra-
                                       repressa d’“involarsi in un abbraccio d’amore”. Così            tello di lei, Enrico: una débâcle che i due amanti sconte-
                                       Gustave Flaubert. Sarà sempre la Lucia donizettiana             ranno l’una con la follia, l’altro con il suicidio.
                                       a inquietare Anna Karenina in Tolstoj. A una rappre-            L’attenzione del compositore – e quella dello spetta-
                                       sentazione di Lucia assisterà significativamente anche          tore, sin da quel 1835 – è calamitata in particolare da due
                                       Harriet Herriton nel romanzo Where Angels Fear to Tread         “posizioni”, come le avrebbe chiamate Verdi, formida-
                                       (Monteriano: dove gli angeli non osano metter piede, 1905) di   bili: momenti in grado di catalizzare le emozioni più
                                       Edward Morgan Forster, l’autore di Camera con vista,            violente dei protagonisti in corrispondenza dell’epilogo
                                       Passaggio in India e Casa Howard.                               delle rispettive vicende. Epilogo che ciascuno vivrà per
                                       Detonatore potentissimo, evidentemente, l’opera che             conto suo, in allucinata o straziata solitudine, tanto più
                                       Donizetti aveva scritto nel 1835 per Napoli, nel far defla-     drammaticamente, poiché è segno dello scacco esisten-
                                       grare le passioni di altre eroine della fantasia, che a loro    ziale più cocente, che non consente neppure la condi-
                                       volta avrebbero moltiplicato nei lettori di diversi paesi       visione degli estremi istanti con l’amato, e lascia ai due
                                       e lingue, fino al mondo globale di oggi, le passioni di         infelici soltanto l’eco flebile ed empatica di due voci
                                       Lucia ed Edgardo, sublimazione d’un amore infelice              provenienti dall’orchestra, un’armonica a bicchieri e
                                       che non trova spazio nella realtà. Non è propriamente           un violoncello.
                                       casuale, un risultato tanto lusinghiero. Donizetti aveva
                                       dedicato molta cura a una partitura perfetta per misura,        — Raffaele Mellace
                                       equilibri, costruzione complessiva e singoli dettagli.          Professore di Musicologia e Storia della musica all’Università di Genova,
Bozzetti di Yannis Kokkos              Straripante di bellezze melodiche, da un lato, che si           Consulente scientifico del Teatro alla Scala

18                          LA SCALA                                                           APRILE 2023                                                                         19
VERTIGINI
DONIZETTIANE

Intervista a Riccardo Chailly                                Al lavoro su Lucia di Lammermoor,
di Elisabetta Fava                                           Riccardo Chailly approfondisce
                                                             il modo in cui i vari strumenti riescono
                                                             a ritrarre gli stati d’animo dei
                                                             personaggi. Fondamentale
                                                             la glassarmonica, uno strumento
                                                             che fa pensare al Novecento

Con la produzione di Lucia di Lammermoor che sta per         voci ideali per far rivivere la scrittura donizettiana,
andare in scena si recupera un titolo molto atteso del       che segna la transizione dal belcanto di Rossini alla
cartellone scaligero: in origine era previsto per il         drammaticità di Verdi.
Sant’Ambrogio 2020, ma poi si è dovuto rinunciare a          E tuttavia Chailly precisa che Lucia si basa su un vero
causa della pandemia e ora fa il suo dovuto rientro          quartetto vocale: sono fondamentali per la quadratura
all’interno della Stagione presente. Solo nel 1967,          drammaturgica anche il baritono (con le frequenti
direttore Claudio Abbado, protagonista Renata                rischiose salite al registro tenorile che richiedono un
Scotto, la Scala aveva inaugurato con Lucia di               timbro chiaro e una voce giovane, come quella di
Lammermoor e Riccardo Chailly ricorda ancora che             Boris Pinkhasovich, in grado di dominare anche una
impressione fece a lui, ragazzino, quella drammatur-         tessitura acuta scomodissima) e il basso, che la tradi-
gia così potente e incisiva. Da allora gli studi critici     zione ha ridotto a comprimario a furia di tagli, ma
sono molto progrediti e oggi potremo ascoltare Lucia         che alla Scala con Michele Pertusi e Carlo Lepore si
nella sua versione integrale, quella concepita per la        potrà ascoltare reintegrato nell’interezza del suo
prima rappresentazione (Napoli 1835), senza i tagli          ruolo, cruciale nell’economia drammatica del lavoro.
apportati via via e divenuti prassi comune, anche con
le migliori intenzioni: in questo modo si recupera la        ef	Maestro, quali sono i caratteri determinanti di
struttura originaria, restituendo il giusto peso a tutti i         questa ripresa della Lucia dal punto di vista della
personaggi e ripristinando una drammaturgia di                     sua integrità e del suo valore strumentale?
                                                                                                                         fotografia di Brescia e Amisano

notevole modernità, dove niente suona superfluo. Il          rc Alla Scala sono al mio secondo Donizetti, dopo
Maestro Chailly è felice di poter contare su due inter-      il Don Pasquale, e siamo di fronte a due partiture mira-
preti come Lisette Oropesa, con il suo formidabile           colose; a eseguirle come sono scritte si resta incantati
dominio degli acuti, e Juan Diego Flórez, che in que-        dalla perfezione di una scrittura dove non c’è nulla di
sti anni ha affiancato alla qualità belcantistica della      utopico, mai; certo, c’è bisogno di un’orchestra vir-
voce anche un sensibile rafforzamento dei centri: due        tuosa, che sappia rendere giustizia al respiro sinfonico

20                                                      LA SCALA                                                                                           APRILE 2023   21
il timbro si trasforma in vero e proprio elemento                                             ef	Quindi la glassarmonica è irrinunciabile?                aspetti di declamazione; e poi la forma si apre e nei
“L’orchestra è determinante                                 drammaturgico. Ma d’altra parte tutta questa parti-                                           rc Certamente! È una scelta scomoda, ma va recu-             varchi entra questo straordinario tessuto sinfonico,
fin dal principio, anche per                                tura è attenta alla drammaturgia: la parte di                                                 perata senza ombra di dubbio, perché è l’unica che           che è fatto di colori, ma anche di armonie d’estremo
                                                            Raimondo è proprio pensata in questo senso; la                                                davvero restituisce il mondo della follia, l’instabilità     interesse, che vanno a incidere continuamente sull’a-
la ricerca timbrica: basta                                  nostra edizione ripristina nella sua integrità la scena                                       nervosa e mentale; e va lasciata sola, senza alcun rad-      zione e sui suoi riflessi interiori. Le parole di
sentire il colore impressionante                            iniziale del II atto (“Cedi, cedi”), che è fondamentale                                       doppio: lei e la voce di Lucia, a vibrare da sole, nel       Cammarano, a dire il vero, mi suonano un po’ d’altri
                                                            per scolpire l’azione e muovere il dramma.                                                    vuoto. E poi sarà che amo tanto Varèse, ma a me que-         tempi; se la scrittura di Donizetti nella Lucia è tuttora
del Preludio, che stabilisce                                                                                                                              sto strumento fa pensare al Novecento; per me è              modernissima, il testo invece è quanto meno classico,
subito il clima tragico, lugubre,                           ef	Ci sono momenti su cui la tensione drammatica                                             un’anticipazione del theremin, in parte anche delle          o persino arcaico ai nostri occhi. Però porge al com-
                                                                  si convoglia in modo particolare?                                                       onde Martenots: suoni indeterminati, con un’intona-          positore una serie di situazioni perfette anche per il
tenebroso dell’opera”                                       rc Su tutti direi il grande concertato che va a chiu-                                         zione di per sé oscillante, inquietante.                     loro montaggio; e lì sopra Donizetti trova soluzioni di
                                                            dere il II atto, il vero climax dell’intera opera, con                                                                                                     efficacia strabiliante e di una novità psicologica che
                                                            un’articolazione interna che potenzia questo effetto.                                         ef	La follia di Lucia è diversa, per la sua natura          ancora oggi ci lascia senza fiato.
                                                            Quando si arriva allo scoppio dei piatti si resta senza                                            patologica, neuropatica, da tutte le altre follie,
                                                            respiro, uno di quei casi in cui Donizetti ci insegna                                              per quanto certo ci fosse una tradizione nutrita        — Elisabetta Fava
                                                            che cosa sia la catarsi, la vertigine pura: ci sposta su                                           di scene di follia all’opera. Questo è certo un ele-    Ordinaria di Storia della musica all’Università di Torino, è studiosa di Lied
                                                            un’altra regione dello spirito. E anche qui bisogna                                                mento di notevole modernità: ma tutta l’opera           e di teatro musicale tedesco. Collabora regolarmente con l’Ufficio Edizioni del
                                                                                                                                                                                                                       Teatro alla Scala
                                                            tendere le orecchie per cogliere quel che succede in                                               ha qualcosa di sperimentale, anche nella strut-
                                                            orchestra, con una scrittura complessa, sinfonica, che                                             tura, a partire dal libretto, che era in sostanza
                                                            conduce il discorso e lo rilancia: perché qui in realtà i                                          l’esordio di Cammarano.
                                                            culmini sono ben due. E l’atto non è ancora finito: c’è                                       rc Sì, la scrittura di Donizetti qui produce il
                                                            ancora la stretta conclusiva con il coro “Esci, fuggi”,                                       meglio di sé: c’è l’invenzione lirica, c’è una sensibilità
                                                            un 6/8 indiavolato, che ci travolge d’impeto dopo lo                                          estrema nel fraseggio vocale, sempre attentissimo agli
                                                            sbalordimento del concertato.

                                                            ef	Tornando alla personalità dell’orchestra, anche
                                                                  il terzo atto contiene momenti memorabili.
ininterrotto, al mordente di questi lavori anche sotto      rc Senza dubbio, a partire dal temporale con cui
il profilo del tessuto strumentale; un’orchestra che        comincia, un vero poema sinfonico, di nuovo in
non è affatto solo accompagnamento, ma che deve             piena sintonia con l’azione: qui l’uso delle percus-
riuscire nel doppio compito di dialogare con le voci,       sioni, la scrittura quasi onomatopeica, la densità del
rispettandone il fraseggio, e di far emergere tutti i       tessuto orchestrale confermano il livello dell’orche-
colori e le sfumature che Donizetti le affida.              stra di Donizetti e ancora una volta il suo impiego
                                                            drammaturgico. E comunque l’intuizione più origi-
ef	Le prove si annunciano quindi impegnative?              nale, oltre che modernissima, è certo quella della
rc La preparazione di queste opere richiede una             glassarmonica per la scena della follia: un timbro
grande cura del dettaglio, un’estrema elasticità nel        immateriale, ma anche di un’instabilità particolaris-
rapporto voci-orchestra e molta flessibilità nell’uso       sima, nevrotica, allucinata. Chissà quanto gli dovette
dei tempi, per assecondare il continuo passaggio del        costare, povero Donizetti, dovervi rinunciare
canto dal lirismo alla declamazione. L’orchestra è dav-     quando lo strumentista si diede alla macchia, insod-
vero determinante fin dal principio, anche per la           disfatto del contratto, a un paio di giorni dalla prima
ricerca timbrica: basta sentire il colore impressio-        di Napoli, costringendolo a ripiegare frettolosa-
nante del Preludio, una vera marcia funebre, che sta-       mente sul flauto da cui poi non si liberò mai più; ma
bilisce subito il clima tragico, lugubre, tenebroso         senza dubbio era questa l’idea timbrica che aveva in
dell’intera opera: riesce a identificare un preciso stato   testa, e di nuovo era un’idea che coglieva con asso-
d’animo attraverso l’impiego di quattro corni nella         luta precisione uno stato d’animo. Anzi, qui
tessitura grave.                                            Donizetti si preoccupa anche di fissare l’interpreta-
                                                            zione: per esempio quando Lucia arriva ai trilli
ef	Questa capacità di ritrarre gli stati d’animo           finali, muovendosi con una serie di intervalli sempre
                                                                                                                        fotografia di Brescia e Amisano

      attraverso la strumentazione e le armonie si          più verso l’acuto, una serie di didascalie prescrive
      conferma anche nel corso dell’opera?                  alla glassarmonica un’esecuzione “ondeggiante”,
rc Senza dubbio: a partire dalla cavatina di Lucia,         e dunque partecipe: deve tenere un lungo do, però
dove la lunga introduzione dell’arpa allude al pallore      non deve farne un suono fisso; deve diventare
lunare; fra l’altro con una scrittura virtuosistica che     umana, rispecchiare la perdita di baricentro
richiede uno strumentista di prim’ordine; e anche qui       di Lucia, estraniarsi con lei.

22                                                    LA SCALA                                                                                                                                                  APRILE 2023                                                                        23
SE LA FOLLIA
                                                  DI LUCIA
                                                  È MEMORIA
                                                  Intervista a Yannis Kokkos                                     Dopo quasi quindici anni dall’ultima
                                                  di Luca Baccolini                                              volta, con Assassinio nella cattedrale
                                                                                                                 nel 2009, il regista Yannis Kokkos
                                                                                                                 torna alla Scala con il capolavoro
                                                                                                                 di Donizetti

                                                  Un titolo e un cast da inaugurazione di stagione               percepibile nella musica di Donizetti. Lucia è un
                                                  (quale in effetti era questa Lucia di Lammermoor fir-          melodramma pienamente romantico ma è scritto in
                                                  mata da Yannis Kokkos, prima che il covid del 2020             una maniera che lo avvicina a una tragedia in senso
                                                  facesse saltare i piani) si riprende il palcoscenico con       classico, dove la fatalità e la nemesi assumono dimen-
                                                  la forza di una promessa mantenuta. Greco di nascita           sioni necessarie.
                                                  e parigino d’adozione dal 1963, Kokkos ha sviluppato
                                                  un’idea di teatro che parte dal disegno, matrice di un         lb	La sua carriera è divisa in due grandi stagioni:
                                                  pensiero creativo che si sviluppa come un flusso con-                quella da scenografo, soprattutto al fianco di
                                                  tinuo, essenziale e mai decorativo. Alla Scala si                    Antoine Vitez, e poi da regista in proprio. Che
                                                  ricorda il suo storico Pelléas et Mélisande del 1986,              rapporto gerarchico c’è, secondo lei, tra sceno-
                                                  ultima produzione di Claudio Abbado a Milano, e poi                  grafia e regia?
                                                  nella Götterdämmerung di Wagner, senza contare                 yk La scenografia è un’arte vera e propria, e una
                                                  Pizzetti (Assassinio nella cattedrale) e Gluck (Iphigénie en   componente della regia, una sua espressione non
                                                  Aulide, alla prima di stagione agli Arcimboldi).               indipendente, perché niente a teatro è autonomo. Le
                                                  Eleganza e semplicità sono ora messe alla prova con            grandi scenografie non prescindono mai dalla visione
                                                  l’incandescenza del melodramma donizettiano.                   registica. Da scenografo, ho sempre lavorato con regi-
                                                                                                                 sti che avessero la stessa mia lunghezza d’onda e vice-
                                                  lb	Maestro, è la sua prima Lucia?                             versa. Ma quando ho cominciato a fare teatro in un
                                                  yk No, ne avevo già curata una a Pechino, per la               senso totale la prima preoccupazione è stata sugli
                                                  prima cinese del titolo. Un progetto completamente             attori. Attenzione, non che non pensassi agli attori
                fotografia di Brescia e Amisano

                                                  diverso, molto più calato nella storia. Parlando con           quando facevo lo scenografo. Gli attori si muovono
                                                  Riccardo Chailly abbiamo convenuto sul fatto che in            pur sempre all’interno della scenografia. Da regista,
                                                  questa produzione dovesse esserci una tensione per-            però, ho dovuto cominciare a preoccuparmi anche dei
                                                  manente, pur nel rispetto dei cambi di scena. Spero            loro movimenti e di ciò che i movimenti significano
                                                  che la rapidità di passaggio da una scena all’altra darà       nell’economia dello spettacolo. In generale, non ho
                                                  allo spettatore un senso di urgenza che è già ben              mai percepito uno stacco tra la prima vita da

24   LA SCALA                                                                                             APRILE 2023                                                 25
yk Dai miei spettacoli, ma in generale potrei dire
“Il teatro è far apparire                                 da tutti gli spettacoli, bisognerebbe uscire non con
cose segrete senza dire che                               una spiegazione in tasca, ma con una sensazione di
                                                          indefinitezza, oserei dire di sgomento, di dubbio. La
lo stai facendo mentre                                    regia d’opera sta andando verso una didascalizzazione
lo stai facendo”                                          sistematica, c’è una ricerca spasmodica nel costruire il
                                                          “libretto delle istruzioni” per lo spettatore. Nel mio
                                                          lavoro difendo invece un principio di vaghezza, di
                                                          astrazione, pur cercando di esplicitare e chiarire la
                                                          vicenda.

                                                          lb	Un teatro la contatta per una nuova produzione.
                                                                Lei accetta. Da lì in avanti come lavora?
scenografo e quella da regista. Tutto è avvenuto nel      yk Per prima cosa ascolto l’opera in tutte le versioni
segno della continuità. Facendo il regista non ho mai     possibili per farmi un’idea generale e complessiva
pensato di aver cominciato una nuova attività.            della struttura musicale. Poi passo al disegno a mano:
                                                          butto giù scene o momenti particolari, e affianco que-
lb	La scenografia sarebbe un personaggio, secondo        sta operazione alla ricerca di pitture, foto, altri dise-
      alcuni scenografi. È d’accordo?                     gni connessi al titolo. È un passaggio molto libero e
yk Non credo che la scenografia sia un personaggio.       creativo, che serve ad attivare l’immaginario. Poi

                                                                                                                            fotografia di Brescia e Amisano
Se lo fosse veramente, interferirebbe con la dramma-      dimentico tutto e torno al lavoro con la mia squadra
turgia e distoglierebbe troppo l’attenzione dalla         di collaboratori.
musica. La scenografia è un essere vivente, sì, ma deve
dare la possibilità di vedere cose che non abbiamo        lb	Ha una squadra fissa?
mai immaginato. È importante dare una visione per-        yk Mia moglie, Anne Blancard, mi aiuta molto sul
sonale, ma il concept non può avere la meglio su          piano drammaturgico sin dai miei esordi nella regia.
tutto. Secondo me è fondamentale che le cose si capi-     Fare regia non è mai un lavoro solitario. In questa
scano chiaramente lasciando spazio alla fantasia, o       Lucia ci saranno le luci di Vinicio Cheli, che ha lavo-
perlomeno senza costringere la fantasia a prendere        rato a lungo con Strehler, i video di Eric Duranteau,
direzioni troppo precise. Il teatro è far apparire cose   ma c’è anche il contributo di Paola Mariani per i
segrete senza dire che lo stai facendo mentre lo stai     costumi. Come si sa, attribuisco un’importanza parti-
facendo. Se facessi una Lucia di Lammermoor in un         colare ai costumi, perché sono la prima cosa che l’at-                                                                                     13, 16, 20, 23 (h14:30), 26, 29 aprile;
ospedale psichiatrico non sbaglierei, forse sarebbe       tore guida nello spazio e ciò che fa entrare l’attore nel                                                                                  2, 5 maggio 2023
persino interessante, ma così la follia diventerebbe      personaggio. Ma ho anche assistenti per i modellini
nient’altro che follia e perderebbe immediatamente        delle scene, per i movimenti di scena...                                                                                                   Gaetano Donizetti
potenza.
                                                          lb	Quanto conta l’artigianalità nel suo lavoro?                                                                                           LUCIA DI LAMMERMOOR
lb	Invece cos’è la follia?                               yk La mano ha sempre il primato. E non può che                                                                                             Nuova produzione Teatro alla Scala
yk La follia è la memoria di Lucia che affiora tutta      essere così. Quando si progetta una scena a tre
all’improvviso. Tutte le opere sono memorie di cose       dimensioni sullo schermo di un computer si produce                                                                                         libretto di Salvatore Cammarano
passate. In questo, Lucia è un frammento di memoria       un’idea essenzialmente falsata, anche perché una                                                                                           direttore Riccardo Chailly
                                                                                                                                                                                                     regia, scene e costumi Yannis Kokkos
eterna, e come tale va animato con gesti memorabili.      volta realizzata non sarà più esattamente quella.
                                                                                                                                                                                                     luci Vinicio Cheli
Ho piacere che ci sia Lisette Oropesa, grande can-        Certo, anche i modellini possono generare molti                                                                                            scene e costumi Luisa Spinatelli
tante ma pure grande attrice: con lei è garantita non     errori, ma è interessante vedere come e perché                                                                                             video Eric Duranteau
solo l’emozione musicale, ma anche quella teatrale. In    nascono quegli errori, e da lì trovare nuovi spunti.                                                                                       collaboratrice del regista e drammaturgia
questo titolo l’elemento fantasmatico è centrale, ma i    Col digitale non è possibile fare errori: è già tutto sta-                                                                                 Anne Blancard
personaggi non sono necessariamente inquadrabili in       bilito al millimetro. Il teatro invece è un continuo
                                                                                                                                                                                                     Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
buoni e cattivi. Enrico è senza dubbio un manipola-       divenire, non è mai fermo. Il teatro, nella sua essenza,
tore, ma anche lui ha un suo lato fragile, senza con-     non esiste. Ma esiste nella memoria. Ed è quella che                                                                                       cast
tare la passione per la sorella, al limite                bisogna difendere, sollecitare, evocare.                                                                                                   Enrico / Boris Pinkhasovich
dell’incestuoso. Tutti quanti si muovono in una                                                                                                                                                      Lucia / Lisette Oropesa
                                                                                                                                                                                                     Edgardo / Juan Diego Flórez
società senza valori, basata sul tradimento.              — Luca Baccolini
                                                                                                                                                                                                     Arturo / Leonardo Cortellazzi
                                                          Giornalista, lavora per la redazione bolognese de La Repubblica
                                                                                                                                                              Yannis Kokkos in prova                 Raimondo / Michele Pertusi / Carlo Lepore
lb	In che disposizione d’animo desidera che esca         e per il mensile Classic Voice
                                                                                                                                                              con Lisette Oropesa,                   Alisa / Valentina Pluzhnikova
    da teatro un suo spettatore?                                                                                                                              novembre 2020                          Normanno / Giorgio Misseri

26                                                   LA SCALA                                                                                                                          APRILE 2023                                               27
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