Opera - Il turco in Italia Gioachino Rossini - Teatro Alighieri
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Fondazione Ravenna Manifestazioni Comune di Ravenna Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Regione Emilia Romagna Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera e Danza 2015-2016 Il turco in Italia dramma buffo in due atti musica di Gioachino Rossini Teatro Alighieri 5, 7 febbraio con il contributo di partner
Sommario La locandina................................................................. pag. 5 Il libretto ........................................................................ pag. 7 Il soggetto . ................................................................... pag. 39 Note di regia di Federico Bertolani ............................................. pag. 41 Il turco in Italia tra malintesi, equivoci, incomprensioni di Annalisa Lo Piccolo . ......................................... pag. 43 I protagonisti .............................................................. pag. 49 Coordinamento editoriale Cristina Ghirardini Grafica Ufficio Edizioni Fondazione Ravenna Manifestazioni Si ringraziano il Teatro Municipale di Piacenza e il Comunale di Ferrara per aver concesso il materiale editoriale. Foto © Gianni Cravedi L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Edizioni Moderna, Ravenna
Il turco in Italia dramma buffo in due atti musica di Gioachino Rossini libretto di Felice Romani Casa Ricordi, Milano personaggi e interpreti Selim Simone Alberghini Donna Fiorilla Leonor Bonilla Don Geronio Marco Filippo Romano Don Narciso Boyd Owen Prosdocimo Andrea Vincenzo Bonsignore Zaida Loriana Castellano Albazar Manuel Amati direttore Giovanni Di Stefano regia Federico Bertolani disegno luci Claudio Schmid scene Giulia Zucchetta costumi Federica Miani Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati figuranti Letizia Bravi, Matteo Minetti, Ermanno Rovella, Lapo Sintoni, Savino Somma, Marjolaine Uscotti figuranti bambini Francesco Lupi, Agata Passerini, Michele Sartori assistente alla regia Giacomo Benamati direttore di scena Luigi Barilone maestri collaboratori Ermelinda Suella, Alberto Vannucci maestro alle luci Paolo Burzoni direttore dell’allestimento Emanuele Grilli responsabile tecnico della Fondazione Teatri di Piacenza Michele Cremona costumi Accademia di Belle Arti di Venezia e Fondazione Teatri di Piacenza calzature Calzature Epoca srl, Milano parrucche Mario Audello, Torino scene realizzate da Accademia di Belle Arti di Venezia, Fondazione Teatri di Piacenza materiale elettrico Gemmiluci, Milano attrezzeria Accademia di Belle Arti Venezia, Fondazione Teatri di Piacenza coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Comunale di Treviso, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Opéra-Théâtre de Metz Métropole 5
Il turco in Italia dramma buffo in due atti libretto di Felice Romani musica di Gioachino Rossini prima esecuzione Milano, Teatro alla Scala, 14 agosto 1814 PERSONAGGI Selim Damelec, principe turco che viaggia, un tempo amante di Zaida, e poi invaghito di Fiorilla basso Donna Fiorilla, donna capricciosa ma onesta, moglie di Geronio, invaghita di Selim soprano Don Geronio, uomo debole e pauroso basso Don Narciso, cavaliere servente di Fiorilla, uomo geloso e sentimentale tenore Prosdocimo, Poeta e conoscente di Don Geronio basso Zaida, un tempo schiava e promessa sposa di Selim, poi zingara, donna di cuor tenero, poi amante di Albazar mezzosoprano Albazar, prima confidente di Selim, poi zingaro, seguace ed amico di Zaida tenore Coro di Zingari e Zingare, Turchi, Maschere. Donzelle, Servitori, Zingari e Zingare, Turchi e Maschere. La scena è nelle vicinanze di Napoli in un luogo di villeggiatura e in casa di Don Geronio. Le parti di testo in grigio sono state omesse nel presente allestimento. 7
Sinfonia Zaida, Albazar e Coro che un astrologo non basta Zaida Nostra patria è il mondo intero come è fatto ad indagar. Sotto il segno dell’ariete. ATTO PRIMO e nel sen dell’abbondanza (Intanto scendono i Zingari, e le Zingare con l’altrui credula ignoranza Zaida, che giunti al piano Zaida, Zingare Scena prima ci fa vivere e sguazzar. circondano don Geronio) Infelice! poveretto! Luogo solitario fuori di Napoli. Spiaggia di mare. Colle da un lato sparso di casini di campagna Poeta Zingari Geronio che si vedono in lontananza, e di tende Buono! bravi! è vero, è vero, Chi vuol farsi astrologar! Cos’è stato, cos’è nato? custodite da Zingari. è bellissima l’usanza Una truppa di Zingari è sul colle, un’altra al di mangiare in abbondanza Geronio Zaida, Zingare piano, tutti occupati a differenti uffici. e di niente faticar. Ecco appunto a me vicino Che fatal costellazione! Zaida, Albazar, indi il Poeta. uno stuol di zingarelle. Geronio [1. Introduzione] Scena seconda Zingari Qual è? Poeta solo. Noi leggiamo nel destino, Zingari noi leggiamo nelle stelle: Zaida, Zingare Nostra patria è il mondo intero Poeta chi vuol farsi astrologar! Il segno del montone! e nel sen dell’abbondanza Ah! se di questi zingari l’arrivo l’altrui credula ignoranza potesse preparar qualche accidente, Geronio Geronio ci fa vivere e sguazzar. che intrigo sufficiente Zingarelle! Eh! levatevi d’attorno! mi presentasse per un dramma intero! Eh! toglietevi di qua. Zaida Un bel quadro farei tratto dal vero. Zingari Hanno tutti il cor contento, Abbandonar bisogna Qua la mano. Zingari sol la misera son io! di scrivere il pensier sopra i capricci Sempre sempre... ah! ah! ah! Ho perduto l’amor mio, della bella Fiorilla: Geronio e nol posso ritrovar. hanno già messo in scena Aspettate... Geronio poeti d’ogni razza Ah! mia moglie, san chi sono Albazar sciocco marito, ed una moglie pazza. Zingari fino i zingari di piazza; Consolatevi una volta; Ecco appunto Geronio Presto... se tu segui a far la pazza divertitevi con noi. che ha la pazzia di farsi astrologare: tutto il mondo lo saprà. Su... coraggio! tocca a voi corro i Zingari presto ad avvisare. Geronio la canzone a cominciar. (il Poeta sale il colle e si vede accennare ai Piano. Zingari Zingari Geronio il quale esce da parte opposta Che fatal costellazione! Poeta meditando.) Zaida Sempre pazza!... ah! ah! ah! Ho da fare un dramma buffo, Siete nato... e non trovo l’argomento! Geronio Questo ha troppo sentimento, Scena terza Geronio Eh! lasciatemi, buffone! quello insipido mi par. Don Geronio, indi Zingari e Zingare. Sì... In che giorno? Eh! toglietevi di qua. (fugge via seguitato dalla truppa de’ zingari. Zaida, Albazar e Coro [N. 2 Cavatina] Zaida Mentre Zaida con Albazar vogliono allontanarsi, Esaltato in ogni parte Era il sole in capricorno. esce il Poeta che li trattiene) il gran nome sia di lui, Geronio che primier c’insegnò l’arte Vado in traccia d’una zingara Geronio di mangiare a spalle altrui che mi sappia astrologar: Son garzone od ammogliato? Scena quarta senza troppo faticar. che mi dica in confidenza, Poeta, Zaida ed Albazar. se col tempo e la pazienza, Zaida Poeta il cervello di mia moglie Qua la fronte. Maritato. Poeta Come! Zingari! perbacco! potrò giungere a sanar. Brava! intesi ogni cosa; Gioia, canto, colazione! Ma la zingara ch’io bramo Geronio voi siete, zingarella, spiritosa. Oh! che bella introduzione è impossibile trovar. Quando... Come vi accorgete? Qual è la vostra patria? Vi sarebbe da cavar! Ché il cervello di mia moglie è formato di tal pasta, 8 9
Zaida i costumi europei. (Intanto si vedrà passare una nave, la Fiorilla Ebbi la vita quale gittato in mare un battello si fermerà (Vo’ parlargli.) del Caucaso alle falde! Zaida sull’ancora. Il battello si avvicina a terra recando Mi sembra strano Selim accompagnato da molti Turchi.) Selim Poeta che salti in testa a un turco (Vo’ accostarmi.) Uh! qual ventura questa curiosità! [3/2. Coro, cavatina e duettino] da sì lontane terre Fiorilla e Selim qui vi tragge raminga? Poeta Turchi (E mi voglio divertir.) Il caso è molto raro in verità. Voga, voga, a terra, a terra. Albazar Ma pur sicuramente egli è aspettato; Fiorilla I casi nostri anzi gli han preparato Fiorilla Serva... sono un vero romanzo. un palazzo magnifico, e una festa. Un naviglio! Turco pare. Pochi giorni qui resta, Selim Poeta poi ritorna in Turchia. Dov’ei conosca Turchi Servo. (Buono!) Sarete stata la fé del vostro cuore, Dal travaglio avuto in mare certo in qualche serraglio. si farà coll’amante mediatore. riposar potremo qua. Fiorilla Dite: migliore idea... (È assai garbato.) Zaida Fiorilla Un dì felice Albazar In disparte ad osservare Selim schiava in Erzerum vissi Trovar non si potea. noi starem chi approderà. (Oh! che amabile visetto!) di Selim Damelec. (Fiorilla si ritira. Intanto approda il battello, e Son davvero fortunato Zaida sbarca Selim.) d’incontrar si vago oggetto. Albazar Facil vi fia E i mali suoi al principe l’ingresso? Turchi Fiorilla han principiato di là. E scordare il ciel d’Italia Anzi è mio tutto il favore Poeta ogni pena ci farà. d’incontrare un gran signore Poeta Se a Selim ritornarvene bramate così pien di civiltà. Cosa v’avvenne? lasciate fare a me. Scena sesta Selim Zaida Zaida Selim, indi Fiorella. (Son sorpreso.) Udite: egli mi amava, Sì: non ho pace e sposarmi volea; le mie rivali lunge da lui; benché mi sia crudele Selim Fiorilla mi fan agli occhi suoi l’amo, l’amai; sempre gli fui fedele. Bella Italia, alfin ti miro, (È già ferito.) infida comparir: cieco e furente (partono per il colle) vi saluto amiche sponde; lo rende gelosia, l’aria, il suolo, i fiori e l’onde, Selim ed impose a costui che morta io sia. tutto ride e parla al cor. (Che avvenenza!) Albazar mi salvò. Lungo sarebbe Scena quinta Ah! del cielo, e della terra, il dir quanto soffersi, in quanti modi Fiorilla accompagnata da varie sue amiche, bella Italia sei l’amor. Fiorilla crudo destin m’offese come chi ritorna da una passeggiata. (intanto Fiorilla si sarà fatta vedere colla sua (È nella rete.) come qui, con tal gente, in questo arnese. compagnia) [3/1. Cavatina] Selim Poeta Fiorilla Voi, signora, mi piacete. Un bel pensier mi viene, Fiorilla (Che bel turco! Avviciniamoci.) che può farvi felice. Non si dà follia maggiore Fiorilla dell’amare un solo oggetto: Selim Non mi burli... Zaida noia arreca, e non diletto (Quante amabili donzelle!) In qual maniera? il piacere d’ogni dì. Selim Sempre un sol fior non amano Fiorilla In verità. Poeta l’ape, l’auretta, il rio; (Anche i turchi non mi spiacciono.) Debbe arrivar stasera di genio e cor volubile Fiorilla certo principe turco, il qual viaggia amar così vogl’io, Selim (Con un poco di modestia per visitar l’Italia, ed osservare voglio cangiar così. (L’italiane son pur belle.) io so ben quel che si fa.) 10 11
Selim Selim Narciso Geronio (Quell’amabil modestia Cara mano al sen ti premo, Perché? Che avvenne mai? (adirato) più gentil sembrarla fa.) non ti voglio più lasciar. Mio signor che burla è questa? (Non è poi così difficile Poeta Mi rispetti; o che la testa Fiorilla l’italiane a conquistar.) Che nova c’è? qualchedun le romperà. Addio signor... (partono dandosi il braccio) Geronio Poeta Selim In questo punto io vidi Un galante supplantato Partite? Scena settima mia moglie con un turco. da un bel turco innamorato! Poeta, indi Narciso. Un amante supplantato! Fiorilla Poeta Oh! che intreccio che si fa. Vo’ passeggiando un poco. Poeta Un turco! Della zingara amante Narciso Selim non è buffo il carattere, Narciso (sdegnato) Che venga anch’io gradite? ma bello e interessante. È teatrale (Infida!) Per chi intende di parlare? il principio dell’opera, Non ci venga ad insultare, Fiorilla ma non ci vedo intreccio naturale. Geronio o con me da far l’avrà. È troppo onor. In casa mia lo guida Narciso a prendere il caffè. Sian maledetti Poeta Selim Poeta! tutti i turchi del mondo. (ora all’uno, ora all’altro) (Che foco!) Ma signor, perché si scalda?... Carina!... sospirate? Poeta Poeta Ma signor, perché s’infiamma? Don Narciso! Un punto è questo Sceglier voglio per un dramma Fiorilla come! siete qui solo? Io vi credea da farsi molto onore... l’argomento che mi par. Voi pure. della vostra Fiorilla in compagnia. Geronio Geronio Selim Narciso Io non mi curo Scelga pure un argomento Anch’io. Venne meco; ma poi prese altra via. d’aver in casa mia che a’ miei pari non s’adatti, Ditemi: la vedeste? il gemmato turbante e i mariti non maltratti, Fiorilla e Selim di Selim Damelec. che san farsi rispettar. Perché? Poeta Perché una fiamma insolita Io no. Poeta Narciso sento che avvampa in me. (saltando per allegrezza) Lasci vivere i galanti, Narciso Che? Selim! Davvero? e non badi al loro stato; Selim (Colei L’amante della zingara! perbacco! o un poeta bastonato Deh! la mano a me porgete. ha qualche intrigo che mi tien nascoso.) Questo arrivo improvviso io farò nel dramma entrar. è un bel colpo di scena: il dramma è fatto. Fiorilla Poeta Apollo ti ringrazio. Poeta Della man che far volete? (Pensa il servente cavalier geloso. Atto primo, scena prima, Scopriam terreno: mi potrebbe offrire Narciso il marito coll’amico... Selim qualche bell’episodio.) È matto. Moglie... turco... grida... intrico... Non vi voglio più lasciar. No, di meglio non si dà. (Fiorilla gli porge la mano, che Selim stringe Narciso Geronio teneramente, allora Fiorilla corrisponde alla (All’incostante son venuto in odio.) È matto. Geronio e Narciso tenerezza di Selim) Atto primo, scena prima, [4. Terzetto] il poeta per l’intrico, Fiorilla Scena ottava dal marito e dall’amico Cara mano al sen ti premo, Don Geronio e detti. Poeta bastonate prenderà. non ti voglio più lasciar. Un marito scimunito! (Non è poi così difficile Geronio Una sposa capricciosa! questi turchi a conquistar.) Amici... soccorretemi, No, di meglio non si dà. consigliatemi... io son fuori di me. 12 13
Scena nona Selim Selim Geronio Appartamenti elegantemente ammobiliati in Penso a Fiorilla. Il marito! Indietro... (Maledetto!) Dice bene: casa di Don Geronio. Sofà, tavolino, sedie, ecc. (ah! pettegola!) i mariti Fiorilla accompagnata da Selim. Fiorilla Geronio (crepo, schiatto) son compiti, (Il turco è preso.) Quante donne amaste? Aiuto! Sono pien di libertà. Fiorilla Quante vorreste averne? (Narciso si avanza e dirige il discorso a Geronio: (ad un servo che parte) Fiorilla allora tutti si pongono intorno a Geronio Olà: tosto il caffè. Sedete. Selim Compatite: è qui venuto tirandolo in disparte a vicenda) (siedono) Una ne amai, poverino a farvi onore. né voleva amar più: ma presso a voi Narciso Selim sento ch’è forza ancor arder d’amore. Selim Come! Sì grave scorno Ammiro Deh! se gradir l’affetto mio volete, Non mi fido. soffrir potete in pace? di questo gabinetto i ricchi arredi; l’unica del mio cor fiamma sarete. ma per sì gran beltà come la vostra Geronio Fiorilla un tempio ci vorria, [5. Quartetto] Sì signore. Costui mi è sempre intorno. e n’avreste uno magnifico in Turchia. Fiorilla Selim Fiorilla Siete Turchi: non vi credo; Scena undicesima Che vuol da voi l’audace? Qualche serraglio forse? È ver che i Turchi cento donne intorno avete: Don Narciso in disparte e detti. son tanto gelosi? le comprate, le vendete Geronio quando spento è in voi l’ardor. Narciso Nulla. Selim (Ciel che vedo! L’incostante Ah! se un tesoro Selim già del turco è fatta amante.) Narciso Possedessero eguale, Ah! mia cara, anche in Turchia Che mai pretende? della lor gelosia sarien scusati; se un tesoro si possiede Fiorilla vi amerebbero più che non credete. non si cambia, non si cede; E domandavi il favore Geronio (è recato il caffè) serba un turco anch’ei l’amor. di baciarvi... la zimarra… Niente. Poverino! Fiorilla (costringe il marito a baciare la veste del turco) Fiorilla Ecco il caffè. Scena decima Che dire intende? Don Geronio, e detti. Geronio Selim Di baciarvi, sì signore. Selim (Non posso più!) Geronio La zimarra, sì signore, Né lo cacciate in strada? (sulla porta) presto, presto, presto, qua. Fiorilla Ecco qui... da soli a soli... Fiorilla (versando, e porgendo) Che mi tocca sopportare? Selim No ’l voglio in mia presenza. Prendete. (entrando) Io stupisco, mi sorprende, È permesso? Si può entrare? son gli italici mariti Narciso Selim Sperar posso un tal favor? più de’ Turchi assai compiti, Fate che se ne vada. (Che mano delicata!) sono pieni di bontà. Selim Geronio Fiorilla Che pretende quell’ardito? Fiorilla Politica!... Prudenza! Il zucchero è bastante? (Oh! che scena!) Dite bene: Fiorilla (vecchio stolido) i mariti Narciso Selim Vi calmate: è mio marito. (me la godo!) son compiti, Sentite. (Che maniera elegante! sono pieni di bontà. Che begli occhi e che foco in lor scintilla!) Selim Selim (balzando in piedi e snudando un pugnale) Narciso Qua. Fiorilla Il marito! Indietro... presto... (Ah! lo vedo: i torti miei, A che pensate mai? sventurato! son compiti. Fiorilla Geronio Giusto amor! deh! sian puniti Via, su. Come? Ahimè!... Che tratto è questo? tanti oltraggi che mi fa.) 14 15
Geronio Scena dodicesima Poeta Non sapete parlar se non gridate. Ma sono stufo omai, Don Geronio ed il Poeta. È tal perché in voi trova un uom di paglia. Vi par che sia ben fatto, Che non ne posso più. (parte) che un uom del vostro rango Poeta debba strillar così? Selim (Sono arrivato tardi, (appressandosi a Fiorilla, e parlandole in è il turco già partito... Scena tredicesima Geronio disparte) Oh! buon segno: sbuffar veggo il marito.) Don Geronio, indi Fiorilla. (L’ammazzerei.) Teco parlar vorrei, E par ben fatto a lei t’attendo in riva al mar. Geronio Geronio di farmi disperar?... Corpo di bacco! (Costor mi fan dispetto, (Un vecchio far non può maggior follia Il poeta ha ragione. È la pazienza Vi metterò riparo. è meglio uscir di qua.) che una moglie pigliar che giovin sia.) la virtù de’ somari: alfin son io (per partire, e tornando indietro) Poeta! Non ti sembra che devo comandar in casa mia; Fiorilla (a Fiorilla) ch’io meriti pietà? Qui l’ho sorpresa o quel turco, o mia moglie vada via. Piano, sposino caro. Ma pria di lasciarvi vagheggiata dal turco, ed il bestione volgetemi almeno ammazzar mi volea. Fiorilla Geronio il ciglio sereno, (È Geronio ancor qui! Cattivo incontro: Impertinente! un guardo d’amor, sì. Poeta sarò costretta per un quarto d’ora (Que’ due seccatori Bene! ad ascoltar precetti di morale.) Fiorilla l’assediano ognor.) Già col gridar non ottenete niente. Geronio Geronio Fiorilla Che dici? (Eccola: gravità!) Geronio (a Selim) Ebben, si parli piano. Ma pria di lasciarmi Geronio Fiorilla volgetemi almeno Mi astrinse, per placarlo, (Predichi quanto vuol; tacer dovrà.) Fiorilla il ciglio sereno, a baciargli il vestito. Se la domanda è lecita, un guardo d’amor, sì. Geronio dite, mio dolce amor, saran poi lunghe (Que’ due seccatori Poeta Quanti bocconi amari le vostre ammonizioni? si rodano il cor.) (Oh! il bel terzetto!) mi si fanno inghiottir! Geronio Narciso Geronio Fiorilla Oh! lunghe molto. (a Geronio) E qui restava ancor se don Narciso Con chi l’avete? Dovreste mostrarvi non arrivava a tempo, e non prendea (Fiorilla in questa scena è sempre indifferente, e Fiorilla men debole almeno: giusta difesa di oltraggiato sposo. tranquilla: Geronio di tanto in tanto alza la voce, Se non le ristringete, io non le ascolto. mirate: son pieno, e sempre burbero) per voi di rossor. Poeta Geronio (Mi straziano l’alma (Che scena! che quartetto prezioso!) Geronio Le ascolterete, sì, le ascolterete, lo sdegno e l’amor.) Con una donna pazza, signora smorfia, o alla capanna antica Geronio bizzarra, capricciosa, tornerete in Sorrento ove vi presi. Geronio Ma di che vai parlando? Io non intendo. che per disgrazia ad un Geronio è sposa. Gran sproposito ho fatto! (a Narciso) Stanco son io... Se più resto con voi divento matto. Non posso spiegarvi Poeta la rabbia che ho in seno: Scusate: disponendo Fiorilla Fiorilla son tutto veleno, stavo il mio dramma. Or che pensate voi Vi prego Voi sempre vi lagnate. Anch’io ragione son tutto furor. di dire a vostra moglie? di non gridar sì forte, avrei di lamentarmi, (Ma pure mi calma che duolmi un poco il capo. eppur cheta mi sto. del turco il timor.) Geronio (Partono Selim, Fiorilla, Narciso da parte Oh! s’ella fosse Geronio Geronio opposta: resta in iscena Geronio che passeggia docil com’era la mia prima sposa! Anche a me duole. Voi! questa è bella! a lunghi passi) Le mie ragioni far valer potrei, Ma cospetto!... Farò... E qual motivo mai dato vi avrei?... ma il rovescio è costei della medaglia. Fiorilla Fiorilla Non vi scaldate. Fate i vostri lamenti io farò i miei. 16 17
Geronio Fiorilla Fiorilla chi desia di penetrar? Ebben: di voi mi lagno Che pazzia! Via di qua. Non v’è arcano tanto oscuro che cambiata vi siete; Per punirvi aver vogl’io ch’io non possa disvelar. e che il marito far crepar volete. Geronio mille amanti ognor d’intorno, Qualche cosa dalle mani. far la pazza notte e giorno, Coro Fiorilla divertirmi in libertà. Gran maraviglie Di voi mi dolgo anch’io per la ragione Fiorilla (Col marito di tal fatta ignote al sole, Che vi siete cambiato. Via, carino, vi calmate. ecco qui come si fa.) udir chi vuole, chi vuol mirar? Geronio Geronio Geronio Io! Come! Ancora mi burlate? (Me meschino!) Ah! no, ben mio... (Cosa ho fatto!) In pace io torno. Scena sedicesima Fiorilla Fiorilla (Or sto fresco!) Notte e giorno! Selim, indi Poeta e detti. Ve lo provo. No mia vita, mio tesoro; Questa è troppa crudeltà. Amabil come un dì più non vi trovo. se vi adoro ognun lo sa. (Ah! l’ho detto; nacque matta, Selim Voi, crudel, mi fate oltraggio?... e più matta morirà.) Per la fuga è tutto lesto, [6. Duetto] Mi offendete... (partono) buono il vento, cheto il mar: impaziente io qui m’arresto Geronio Geronio la mia bella ad aspettar. (con ironia) (Addio coraggio.) Scena quattordicesima Per piacere alla signora Prosdocimo solo. Poeta che ho da far saper vorrei. Fiorilla (Qui è Selim! senza conoscerlo (fingendo dolore) Poeta Zaida ad esso s’avvicina.) Fiorilla Voi vedete il pianto mio Ho quasi del mio dramma Voi dovete ognor tacere senz’aver di me pietà! finito l’orditura; Zaida Mai di nulla sospettar. ma un atto è poco a un dramma, e Orazio dice Dalla Zingara indovina Geronio che minore di cinque esser non può, chi vuol farsi astrologar? Geronio (commosso) ma in due parti dividerlo io dovrò, Ma se ascolto... No, Fiorilla, v’amo anch’io, che gli uditori miei sarian ben presto Selim egualmente ognun lo sa. caro Orazio stufi Zingarella, vieni avanti: Fiorilla se fosser di cinque atti i drammi buffi. che ti dicono i pianeti? Si fa il sordo. Fiorilla Intanto della zingara Ed osate minacciarmi! si vada in traccia: a lei Selim si scopra. Zaida Geronio maltrattarmi! spaventarmi! E tutto, onde sia suo, pongasi in opra. Ah! qual voce! qual sembiante! Ma se vedo... Non ho forza di parlar. Geronio Fiorilla Perdonate... Scena quindicesima Poeta Si fa il cieco. È notte. Spiaggia di mare. Nave di Selim (Or si fa lo scoprimento; Fiorilla ancorata. Campo zingaresco illuminato. vi sarà uno svenimento, Geronio Mi lasciate. Zingari occupati a diversi uffici, ecc. Zaida ed vo un sedile a preparar.) No, signora, non l’accordo, Albazar. vo’ vedere, e vo’ parlar. Geronio Selim (correndole dietro) [7. Finale primo] Che t’annunzia la mia sorte Fiorilla Fiorilletta!... di funesto e duro tanto, Passerete per balordo, Zingari che sugl’occhi quasi il pianto vi farete corbellar. Fiorilla Gran maraviglie io ti veggo tremolar? Vo’ vendetta. ignote al sole, Geronio udir chi vuole, Zaida (in collera) Geronio chi vuol mirar? Per ingiusta gelosia Alle corte: in casa mia Fiorillina! veggo Zaida tratta a morte; non vo’ turchi né italiani; Zaida però t’ama, e sol desia o mi scappa... Il passato, ed il futuro di poter con te tornar. 18 19
Selim voglio fare... voglio dire... Poeta Fiorilla e Zaida Dove vive l’infelice? se la trovo, sentirà. Questa scena ci mancava (quasi azzuffandosi) Ma... non erro... Zaida bella! per compire i versi miei. Come! come! a me pettegola! Fiorilla Vi è sorpresa a cinque e a sei, Oh! Cospetto! a me civetta! Zaida Vago e amabile straniero! gran finale si può far. sei tu sola la pettegola, Si, signor, io sono quella! sei tu sola la civetta; Selim Zaida frasca, sciocca, impertinente... Selim Bella ninfa! (volgendosi dispettosa a Fiorilla) Che maniera di parlar! Vieni a me mio caro bene. Vada via: si guardi bene Zaida di cercar l’amante mio. Selim Zaida e Selim (A lei s’appressa!) (dividendole) Ecco il fin delle mie pene Fiorilla Cosa fate? Olà placatevi. sola mia felicità. Geronio (dispettosa egualmente le risponde) (Par Fiorilla.) Quel signor non le appartiene, Geronio Poeta qui con lui restar vogl’io. Quale sdegno... qual rumore!... (V’è il sedile, e non si sviene; Narciso colle regole non va.) (Sembra lei.) Selim Narciso (si allontanano, indi ritornano) Ma sentite ... vi calmate. Ma Fiorilla... vergognatevi... Poeta Zaida oibò!... non hai rossore? (Qui Geronio, e qui l’amante!) Narciso Deh! parlate colle buone, Scena diciassettesima (a Geronio) non vi state a cimentar. Don Narciso, e detti, indi Fiorilla travestita, e Selim Voi che dite? Non parlate? colla faccia coperta da un velo, in ultimo Don Deh! scoprite il bel sembiante. Poeta Geronio. Geronio (godendo dello spettacolo) Zaida Presto a casa, a casa presto... Seguitate... via... bravissime! Narciso (Siam da capo: è già cambiato.) Qua... là... bene; in questo modo Perché mai se son tradito, Albazar azzuffatevi, stringetevi, crudo amor il cor m’accendi? Selim Che disordine è mai questo? graffi... morsi... me la godo... O l’amante alfin mi rendi, Vi scoprite. che final! che finalone! o mi dona libertà. Poeta Oh! che chiasso avrà da far. Fiorilla Oh! che scena singolar! Don Narciso si perde tra la folla: esce allora Infido! ingrato! Tutti gli altri Fiorilla seguita da un coro delle sue Amiche. Così m’ami? Guardami. Zaida Quando il vento improvviso sbuffando (si toglie il velo, e tutti coloro ch’erano accorsi a Lo vedremo, lo vedremo... scuote i boschi, e li spoglia di fronde, Coro vedere gridano) quando il mare in tempesta mugghiando Evviva d’amore Fiorilla spuma, bolle, flagella le sponde, il foco vitale, Tutti A veder ci sarem due. meno strepito fan di due femmine delizia del core, Ah! quando sono rivali in amor. del mondo piacer. Zaida Fiorilla, Zaida, Narciso e Geronio Mia signora, non la temo... Fiorilla Ah! che il cor non m’ingannava, Chi servir non brama amore certi sono i torti miei. Fiorilla s’allontani: io l’ho con me. Io mi sento in faccia a lei Le civette pari sue... Per domar superbo core dallo sdegno lacerar. arco e face Amor mi diè. Zaida Selim Le pettegole sue pari... Selim Ah! che il cor non m’ingannava, Che bel canto! che presenza! osservava i passi miei. Fiorilla, Zaida Io non oso in faccia a lei (tutti in un tempo) Geronio per vergogna il ciglio alzar. Saprò bene castigar. Qui mia moglie ha da venire, 20 21
ATTO SECONDO Gran cose debbo dirti. Geronio ma in Italia è più bell’uso: Lo sa ciascuno il marito rompe il muso Scena prima Poeta che lo sente sul dosso. quasi sempre al comprator. Camera in una locanda. Tavolini con lumi, ecc. (Intrigo nuovo.) Don Geronio ed il Poeta seduti, e bevendo. Selim Selim Geronio (Va bene: a meraviglia.) Anche questo sarà buono, Poeta E grandi cose anch’io ma fra noi non deve entrare. Via... cosa serve? Omai bramava dirvi appunto. Geronio bisogna darsi pace: ella fra poco (Qual discorso!) Geronio co’ la sua compagnia Poeta Anzi, questo più di quello a cenar qui verrà: potrete allora (Io mi ritiro Selim mi conviene d’abbracciare. corla sul fatto; ora andiamo, e in bando per schivare ogni impegno e notar tutto.) Quando si trova poi vadan un solo istante (si ritira, e di tanto in tanto si fa vedere una donna bizzarra, e capricciosa Selim la moglie capricciosa, ed il galante. esplorando) come la vostra sposa, Ma perché? il povero marito... Geronio Selim Geronio Caro poeta mio, darei la testa Io t’ascolto. Geronio Le nostre usanze nella muraglia, se a’ capricci suoi, È rovinato. piace a me serbar ancor. e alla mia cecità volgo il pensiero... Geronio Parlate. Selim Selim Poeta (Seguitiam polito.) (Non è poi cotanto sciocco Sofferenza ci vuole. Selim Or dunque del tuo stato come vogliono ch’ei sia. (versandogli da bere) Dunque possiam seder. trovar ti devi malcontento assai. Su, giudizio, testa mia, Sofferenza davvero. qui ci vuol prudenza e cor.) (Prevedo qualche incontro: il vin potrebbe Geronio Geronio porger qualche coraggio al scimunito, Come bramate. L’avete indovinato. Geronio altrimenti il mio dramma è già finito.) (Non son poi cotanto sciocco Selim Selim come vogliono ch’io sia. Geronio Or principia, se vuoi. Io vengo amico, Su, giudizio, testa mia, Credi che in questo albergo ad offrirti un rimedio, qui ci vuol prudenza e cor.) verrà certo la pazza? Geronio a cavarti d’impaccio, e non dovrai No, principiate voi. per il riposo tuo faticar molto. Selim Poeta Se Fiorilla di vender bramate, Anzi, una cena Selim Geronio senza fare più lungo discorso è per lei preparata Ebben principierò: quanti anni sono Ma... come!... vi spiegate. io la compro, e denaro vi sborso splendida veramente, e questa notte che con Donna Fiorilla da comprarne, al bisogno, anche tre. passerà coi compagni in festa, e in gioco. vi unisce il matrimonio? Selim Odi. Geronio Geronio Geronio Signor turco, l’ho detto, e il ripeto Saprò ben disturbarla. Fra poco saran sei. (Calma Geronio.) Geronio io non vendo mia moglie a persona, Vi ascolto. e perciò, sia cattiva o sia buona, Poeta Selim io... mia moglie la tengo per me. (versandogli da bere) Amor che passa un lustro [8. Duetto] Un altro poco. deve stancare assai. Selim Selim (Maledetto!) Ma pensi... Geronio D’un bell’uso di Turchia Scena seconda Di fatti sono forse avrai novella intesa; Geronio Selim e detti. stanco, ma stanco molto. della moglie che gli pesa (forte ed alzandosi) il marito è venditor. Ho pensato. Selim Selim A proposito, amico, E il matrimonio Geronio Selim senza molto cercarti io qua ti trovo. è un gran peso per voi. Sarà l’uso molto buono, Lei si scalda... 22 23
Geronio da minacce spaventar. amor è genitor. ma non potete star sola un momento. Mi scaldo sicuro. (via da parte opposta) (il coro si pone a giocare) Fiorilla Selim e Geronio Fiorilla Sarete più contento (Un cervello più strano, e più duro Scena terza Che turca impertinente! osa a Fiorilla quando tutti osservati Io scommetto che al mondo non è.) Poeta solo. l’amante disputar! saprò ben io avrete i convitati. vendicarmi di lei: voglio che sia Selim Poeta presente al mio trionfo. Ad ogni costo Selim Non volete? Credeva che questa scena di quella sciocca abbasserò l’orgoglio. (accorgendosi di Zaida) dovesse accelerar la conclusione; Abbia il suo turco poi che non lo voglio. Zaida! Geronio ma l’affare va in lungo, e qui fa d’uopo Io l’ho fatta invitar a questo albergo No, cospetto. cercar che venga presto lo sviluppo, a nome di Selim; venga, e vedremo Zaida e venga naturale; di noi chi vincerà. Infedel. Selim poi finir con un poco di morale. Ricusate? O mio cervello, ti affatica e suda, Selim inventa il dramma mio come si chiuda. Scena quinta Ma ... come! in questo albergo! Geronio (parte) Zaida e detta. Che vuol dir ciò? Sì, ricuso. Zaida Fiorilla Selim Scena quarta (sulla porta, indecisa) Questa locanda ornai Voglio averla a tuo dispetto. Fiorilla con seguito. Scusate... errai... di sua bella presenza, per veder se a me, date, Geronio [9. Coro e cavatina] Fiorilla o a lei la preferenza. Decidete. Non l’avrà... Entrate, entrate pure: io v’invitai. Coro Zaida Selim Non v’è piacer perfetto Zaida Parlate. Conosco altr’uso... se no ’l procura amor; (entrando) de’ giochi, e del diletto Voi! Selim Geronio amore è genitor. In gran cimento mi mettete. E sarebbe... Fiorilla Fiorilla Sì: fra pochi istanti Zaida Selim Se il zefiro si posa qui vedrete Selim. Sul cor di lui Perfido! Intendo: de’ miei torti io stessa D’involarla! a carezzare un fior, non voglio che la vostra lontananza Qui venni spettatrice. Ed invece di pagarla, se va da giglio a rosa m’apporti alcun vantaggio. Ora dovremo il buffone che s’oppone, vaga farfalla ognor, disputarcelo in pace: Selim per far presto, d’ammazzar. farfalla e zefiretto sceglierà di noi due chi più gli piace. Ah! no... move il poter d’amor. Geronio Zaida Fiorilla Ma dovrete paventare, Coro Inutile è la scelta Partite ch’ella invece d’ammazzare, De’ giochi, e del diletto, dove parla il dovere, e parla onore. dunque con lei. succedesse che dovesse amore è genitor. ammazzato qui restar. Fiorilla Selim Fiorilla Tutto, tutto, si sa, cede all’amore. Neppure. Selim e Geronio Quando di primavera Ecco appunto Selim. (minacciando, e ritirandosi a vicenda) ride il primiero albor, Zaida Alle prove venga avanti... quando natura intera Ebben: venite. Presto, via, si provi un poco.... riveste il primo onor, Scena sesta Temerario! in pochi istanti è l’aura del diletto Selim, e dette. Selim ci vedremi in altro loco; che sparge in terra amor. Ma lasciate ch’io possa e saranno coltellate, Selim un momento pensar... schioppettate, moschettate; Coro Trovarvi sola e vedrà che non mi lascio De’ giochi e del diletto finalmente io credea, bella Fiorilla, 24 25
Zaida Selim Fiorilla Selim Pensar? No... parta L’estremo! (facendo il medesimo gioco) (supplichevole) meco Selim, o a me rinunzi. Credete a quest’uomini Dunque sperar non posso!... Fiorilla che avete d’intorno! Fiorilla Addio: mai più ci rivedremo. Per tutte sospirano, Fiorilla E a me, non amano un giorno. (commossa) se qui non resta. Selim Son l’aura d’estate Dunque schernita io sono!... (Fiorilla si allontana disdegnosa; Selim rimane Deh!... perdonate... che più non trovate incerto e pensoso) appena spirò. Selim Fiorilla (per baciarle la mano) Selim Amante alcun non voglio Selim La vostra man... (Impiccio egual non v’è.) che abbia diviso fra due donne il core. (avvicinandosi un poco) È ingiustizia lamentarsi Fiorilla Zaida Selim se si sprezza un cor fedele. (ritirandola a fatica) Crudel! non più: comprendo Che dite? per voi sola io sento amore. Non posso. qual per me serbi amor; io ti abbandono Per carità, placatevi, Fiorilla alla rivale in braccio. Un giorno forse calmate il vostro sdegno... (volgendosi un poco) Selim ti pentirai, ma tardi, Bella cosa allontanarsi Idolo mio, perdono!... d’aver l’affetto mio così schernito; Fiorilla per non dir che si è infedele. allor che da costei sarai tradito. Andate, andate... di me siete indegno. Fiorilla (parte) Selim Lo meritate? Selim (correndo, e con forza) Ingrata! mi scacciate... Io no ’l sono. Selim Scena settima Ebben... io partirò. Io v’amo. Fiorilla e Selim. Fiorilla Fiorilla A voi non parlo. Fiorilla Selim Farete bene. E mi amerete?... (Povera Zaida! io sento Selim pietà di lei: tanto rigor non merta.) Selim Come! Selim Addio... (Mi lascia andar!) (con tutta la gioia e tenerezza) Fiorilla Fiorilla Ognor. (Parla fra sé: la mia vittoria è incerta.) Fiorilla No. Mi sembrate commosso: non parlate?... (Davvero ei parte!) Fiorilla Via: corretele dietro, Selim Tu m’ami, lo vedo, e la bella dolente consolate. Selim Parea di sì. mi fido, ti credo; (Politica ci vuol.) ma torna, mia vita, Selim Fiorilla a dirmelo ancor. No... vada pure... ma lasciate almeno Fiorilla In Italia certamente... Se infida ti sono, ch’io la compianga: ella m’adora... (Ci vuol dell’arte.) se mai t’abbandono, Selim sia sempre la pace Fiorilla [10. Duetto] (con dispetto) straniera al mio cor. E parmi In Turchia sicuramente che l’adoriate ancor. Selim Selim (in disparte come parlando fra sé) Fiorilla e Selim Tu m’ami, lo vedo, Selim Credete alle femmine Non si fa l’amor così. mi fido, ti credo; Il primo oggetto che dicon d’amarvi! (a parte tutti e due) ma torna, mia vita, dell’amor mio fu Zaida... Di un nulla si sdegnano (Ma se dura la questione a dirmelo ancor. minaccian lasciarvi. prende foco e se ne va; Se infido ti sono, Fiorilla Di donna l’amore si discorra colle buone se mai t’abbandono, E sia l’estremo. è un foco che more ed allor si placherà.) sia sempre la pace appena brillò. straniera al mio cor. (partono) 26 27
Scena ottava Voi da turco dovete entrar colà. Scena nona Ma che moglie è la mia! Don Geronio, il Poeta, poi Don Narciso in Il Poeta, indi Albazar. Cospetto, è un satanasso disparte. Geronio in carne, e in ossa: ah più ci studio sopra, E allora?... Poeta sempre meno l’intendo. Geronio Oh! che fatica! che cervello duro! Ah chi mi aiuta, con stil, com’io vorrei, Dove diamine è andata? è quasi un’ora Poeta Sono quasi sicuro robusto e forte, che la tavola è pronta per la cena, Allor potrete che sbaglia la lezione, tutti i pregi spiegar di mia consorte? e non si vede ancor? forse al festino, l’ingannata Fiorilla... e il secondo atto mio guasta e rovina; che a quel turco si dedica, sarà. ma confido però nell’indovina. [11/2. Aria] (per uscire) Geronio Ecco appunto Albazar. Ebben: trovasti Ho inteso... Andiamo... Il vestito per Zaida? Se ho da dirla, avrei molto piacere Poeta più tempo non perdiamo. a mia moglie di fare il ritratto; Fermate! Albazar ma se sopra vi faccio un pensiere, Poeta Lo trovai. resto incerto… né so cosa far. Geronio Eh! non temete, S’è pettegola, ohimè! che malanno! Cosa c’è? l’ultimo a comparire Poeta S’è volubile, ohimè! che flagello! Selim sarà: molti de’ nostri amici Bravo! Gran parte nel mio dramma avrai. S’è capricciosa, ohimè! che martello! Poeta onde tenerlo a bada Oh, perbacco, il ritratto a mia moglie Gran novità. troverà per la strada; andate intanto Albazar non mi fido nemmen d’abbozzar. a procacciarvi maschera, e vestito. Altro io non bramo, che veder felice Capellini, e capelloni, Geronio la povera ragazza. scufiettini, e scufiettoni, Spiegati. Geronio la carrozza alla bombé, Io corro. Poeta li cavalli alla scudé, Poeta (parte) E il tuo carattere, il ventaglio, il ventaglino, È preparato, benché non sia sublime, piume bianche, piume nere, amico, un rapimento. Poeta non sarà privo d’interesse in tutto, perrucchini, e perrucconi, (Il dramma mio spero compito.) se del nostro operar corremo il frutto. ricciottini, e ricciottelli, Geronio (parte) conciature con capelli; Che dici? e il vero io sento? Albazar al teatro, al ballo, al gioco, (esce Don Narciso) [11. Recitativo accompagnato ed aria] Or qui Zaida mi manda la trottata, la campagna, per saper dov’è il luogo della festa. l’accademia, la commedia, Narciso Narciso la farsetta, la tragedia, (È partita Fiorilla, e qui costoro... (partiti Don Geronio ed il Poeta, esce lieto e Poeta l’accademia, la commedia… che fanno? Udiamo un poco.) frettoloso) Hai ragione: oh! che testa! Ah, Geronio, di rabbia, d’inedia, Intesi: ah! tutto intesi. In questo albergo Avea dimenticata in tal caso ti tocca a crepar. Poeta mi guidò la fortuna. Ingrata donna, la cosa più importante. Che non possa trovarsene una, Ad un festino non fuggirai da me. Tutto vogl’io Addio: corro da Zaida in un istante. ch’abbian tutte la loro magagna!… Fiorilla deve andar: ivi l’attende tentar perché mi resti; (parte) Ah! se nel mondo non vo della luna, mascherato Selim, che di ridurla la fé mi serberai, che promettesti. qui davver non la so ritrovar. spera a partir con lui per la Turchia. Geronio solo. (esce) Tu seconda il mio disegno, Narciso dolce amor, da cui mi viene. Geronio (Che ascolto?) Deh! ricusa a tutti un bene, Oh sorte deplorabile! oh destino! Scena decima che accordasti solo a me. dove mai riducesti Albazar solo. Geronio Se il mio rival deludo! un povero disgraziato Me infelice!... oh moglie mia!... Se inganno un incostante! marito disperato? Albazar Per un offeso amante Dover per tutto il ghetto Zaida infelice! or che trovò l’amante Poeta vendetta egual non v’è. correre a suo dispetto: dell’innocenza sua fatto già certo, Udite: a Zaida io corsi Ah! sì; la speme cercar abiti a nolo, caricarsi di un’altra donna innamorato il vede: tutto a narrar; vestita al par di lei che sento in core, quell’asino da soma, è questo il premio di sua lunga fede? ella al festino andrà; talché Fiorilla pietoso amore, diventar Kaimacan contra sue voglie. co’ la maschera in volto sembrerà. mi vien da te. E perché? per quel diavol di mia moglie! [12. Aria] 28 29
Ah! sarebbe troppo dolce Narciso Fiorilla... che pasticcio è questo qua? Ah! se cara a te son io, il servir al dio d’amore Perdonate... (guardando or gli uni, or gli altri) altro ben bramar non so. s’ei destasse egual ardore Quale di lor la moglie mia sarà? in quel sen che nol provò. Fiorilla (Fiorilla e Narciso verranno alla parte dritta; Geronio Ma cotanto capriccioso Datemi il braccio, e meco passeggiate. Selim, e Zaida alla sinistra; don Geronio un poco Son davvero un bello sposo; è qual Nume a cui serviamo, (si perdono fra la folla, ed il Coro canta) più in fondo, e nel mezzo.) non capisco più qual sia che ci dà chi non bramiamo, di lor due la sposa mia; e giammai chi ci bramò. Coro [14. Quintetto] parlar deggio sì, o no? (parte) Amor la danza mova, presieda ai suoni Amor, Geronio Narciso e Selim solo piacer ritrova Oh! guardate che accidente! Dunque seguitemi. Scena undicesima quando è commosso il cor. non conosco più mia moglie! Sala vagamente illuminate per festa da ballo. (esce Zaida seguita da Selim) Egual turco, eguali spoglie. Fiorilla e Zaida Coro di Maschere, Ballerini, e Ballerine, Tutto eguale... che farò? Ebben son teco. Fiorilla, Don Narciso, poi Zaida, e Selim, per Selim ultimo Don Geronio. Cara Fiorilla mia, perché tacete? Narciso Geronio Forse sdegnata siete No, partir di qui non posso Io resto attonito, [13. Coro] perché venni un po’ tardi? senza voi, Fiorilla mia. divento cieco. Mille maschere intorno io mi trovai... Coro Zaida Fiorilla, Zaida Amor la danza mova, Zaida Ma comprendere non posso (per partire) presieda ai suoni Amor, Disimpegnarvi almeno qual sarà la sorte mia. Andiamo. solo piacer ritrova dovevate più presto. quando è commosso il cor. Selim Geronio Se in mezzo ai suoni, e ai canti Selim Deh! seguitemi in Turchia, (fermandoli) il cieco nume appar, Eh! via, perdono. là mia sposa vi farò. Partono! son cieche ancor le amanti, Fiorilla... Ferma... alto là. si lasciano piegar. Fiorilla Zaida Persuadermi il cor vorria, Selim Fiorilla (Traditor! Son tutta in foco.) ma risolvermi non so. Cosa domanda? E Selim non si vede! Cosa desia? Fra tanta gente ancora Selim Zaida non lo posso trovar... ove sarà! Prendete il braccio, e passeggiamo un poco. (Deh! seconda, amor pietoso, Zaida (esce don Narciso, e la considera attentamente) (si perdono anch’essi) i bei voti del cor.) Ai fatti suoi Ah! se cara a te son io, attento stia. Narciso Coro altro ben bramar non so. (Quella è Fiorilla.) Se in mezzo ai suoni, e ai canti Narciso il cieco nume appar, Narciso Geronio è questo: Fiorilla son cieche ancor le amanti, (Deh! seconda, amor pietoso, venite presto. (vedendo Narciso, e credendolo Selim) si lasciano piegar. l’innocente inganno mio.) Oh appunto, eccolo qua. Ah! se caro a te son io, Fiorilla (sottovoce tutti e due) Geronio altro ben bramar non so. Ah! ah! ho capito; Selim... Eccomi qui: la prima volta è questa è mio marito. che in maschera mi trovo ad un festino. Fiorilla Narciso Povero Don Geronio! (Deh! raffrena amor pietoso Geronio Fiorilla... Maledetto l’amore, e il matrimonio. tanti affetti del cor mio.) Qui resterete, (esce di nuovo Fiorilla con Don Narciso) Ah! se cara a te son io, non partirete; Fiorilla Ma che vedo! Fiorilla è già arrivata. altro ben bramar non so. voglio mia moglie, E tanto E già seco è Selim. che qui si sta. aspettar vi faceste? (escono da parte opposta Zaida e Selim) Selim Ma... come? un altro (Deh! raffrena amor pietoso Fiorilla e Zaida Selim qui vedo, e quella pur mi sembra tanti affetti del cor mio.) È qui sua moglie? 30 31
Narciso e Selim Vo’ mia moglie, mi capite?... Albazar di allontanar da voi Diventa pazzo! ma lasciatemi parlare... Benedetta la festa e chi la diede! Fiorilla proponeste, Sarà quella, sarà questa... Alfin ha vinto Zaida, e in pochi istanti e di fare un divorzio anche otteneste. Geronio questa quella... la mia testa Partirà con Selim. Voglio mia moglie. non può scegliere fra lor. (ai facchini) Geronio Presto; i bauli È vero, e la sentenza Coro Coro si trasportino al mar senza indugiare. diedi al Paglietta. (accorre a frapporsi) Siete pazzo... ma sentite... Andiamo il locandiere ad avvisare. Quale schiamazzo! Non si viene a disturbare... (entra) Poeta sarà vero quel che dite, Bene. Fiorilla, Zaida, Narciso, Selim e Coro ma per or lasciate star.... Or dovete ricorrere al Paglietta, In altro loco Non è quella, non è questa... Scena quattordicesima e fingere senz’altri complimenti la troverà. lei s’inganna; è la sua testa Don Geronio, e Prosdocimo, indi Albazar che di rimandar Fiorilla ai suoi parenti. che l’immagina fra lor. ritorna. Geronio (Selim, e Zaida partono da un lato, Narciso, e Geronio Alto! Nessuno Fiorilla dall’altro: indi il Coro. Resta Geronio Poeta Ma se ostinata sprezza se ne anderà. affannato, e disperato.) Tutto è scoperto. Era Narciso. il mio finto divorzio, e se col turco ella partir risolve, ah! caro amico, Fiorilla, Zaida, Narciso e Selim Geronio è finita la festa. Questo vecchio maledetto Scena dodicesima E come Esce Albazar con facchini, bauli, ecc. potria dar di noi sospetto; Don Geronio, indi il Poeta. poté Narciso?... zitti zitti andiamo fuori Albazar pria che n’abbia a cimentar. Geronio Poeta No signori: con voi Fiorilla resta. Uh! che caldo! non posso Di Fiorilla amante Geronio una parola sola era anch’egli. Geronio Ah! Turcaccio maledetto! nemmeno articolar. Darei del capo Perché? Fremo d’ira, e di dispetto... nella muraglia... ah! più riparo alcuno Geronio Ma sentitemi, signori, a tanto mal non veggio... Che dici? Ed io buffone, Albazar ma lasciatemi parlar. Perdo la moglie... si può dar di peggio? io lo lasciava entrar liberamente? Selim con Zaida ha fatto pace; Ah! Poeta... non sai. egli stesso mi manda Coro Poeta a prender la sua roba alla locanda. Questo vecchio maledetto Poeta Gran cecità! (parte) smania, grida, fa dispetto. Sì, so tutto; incontrai Zitto, zitto, andate fuori. Zaida insieme a Selim: l’ho conosciuta Geronio Geronio Non ci state ad inquietar. al segno che mi fece. Non m’accorgea di niente. La sorte ci seconda. (vogliono uscire: don Geronio fuori di sé si E adesso ove si trova scaglia fra loro per opporsi; le due coppie si Geronio quella civetta? Poeta ritirano entrambe da parte opposta: il coro si Ma Fiorilla Conservate frappone, e durante questa confusione segue:) era qui pure, e avea Poeta fermezza ad ogni evento. una maschera seco Dopo aver scoperto (Non si può dar migliore scioglimento.) Fiorilla, Zaida, Narciso, Selim che quel turco parea. Narciso, l’ha piantato, ed è tornata (partono) Egli è pazzo... lo sentite? al festino i compagni a ricercare; (Ci conviene di scappare.) Poeta or va in traccia del turco. Ah! fermate... impedite... Chi mai sarà? Scena quindicesima (Idol mio non dubitare.) Venite meco, tutto si saprà. Geronio Piazza con casino di don Geronio. Non è quella, non è questa... (partono) E adesso che ho da fare? Fiorilla con Maschere, indi don Geronio. Lei s’inganna; è la sua testa che l’immagina fra lor. Poeta Fiorilla Scena tredicesima Io vel dirò: l’ho già disposto in mente (Chi avria creduto a questo segno audace Geronio Camera della Locanda come prima. Albazar, con come fosse un drammatico accidente. Narciso!) Ecco il marito. Inver mi sento Non sono pazzo! ma sentite... facchini che vengono per trasportare la roba di Un giorno mi diceste un po’ mortificata. Ma, coraggio! Mi volete assassinare... Selim. che stanco di soffrir gli oltraggi suoi, Io so con lui di quanto 32 33
comprometter mi posso. Anzi fra poco ei parte cagioni de’ miei falli, e vi detesto. (Fiorilla parte da un lato, seguita dai servitori, con essa per Turchia. (si spoglia degli ornamenti che avrà intorno. Il che portano le robe; le maschere dall’altro) Geronio (Nota tutto, ed osserva, o musa mia.) Poeta si mostra di tanto in tanto, le maschere (esce) sorprese si guardano fra loro) (Ecco la pazza: ho mille furie addosso.) Fiorilla Scena diciassettesima Vinto dunque ha colei? perfido! ed io Squallida veste, e bruna Poeta, indi don Geronio. Fiorilla nulla per lui curava d’affanno e pentimento, Serva, signor marito. lo stuol di mille amanti, fia l’unico ornamento Poeta del marito il dispetto?... che si vedrà con me. Che dramma! son contento: Geronio Lutto non v’ha che basti, un miglior argomento Schiavo, signora mia. Poeta a chi l’onor perdé. trovar non si potea, né in miglior modo (Un altro colpo, ed otteniam l’effetto.) avviluppar si cercherebbe un nodo. Fiorilla Poeta Amico! a meraviglia: pianti, strida, Dunque pensate Fiorilla (L’affare è andato bene, rimorsi da tragedia. di farmi corbellar sempre così? Amici, un sol momento più da temer non v’è.) Tanto rumore!... possiam se lo bramate, Geronio riposarci in mia casa... Coro Io ti ringrazio, Geronio (esce di casa l’usciere con un foglio e due Amici, a noi conviene poeta mio. Credi che sia pentita, (Adesso io crepo qui.) servitori che portano un fardello) volger lontano il piè. e corretta davvero? Non tema signorina, che corbellar mai più non la farò... Poeta Fiorilla Poeta Rimedio ci porrò... l’avviso intanto Alto! Aspettate. Caro padre, madre amata, Se lo credo? che ravvisto mi son più che non crede, Questa lettera a voi manda il marito. quale affanno sentirete, Anzi saggia per sempre io la prevedo. che in casa mia più non si mette il piede. quando sola e disprezzata (entra in casa e chiude) Fiorilla vostra figlia rivedrete Geronio Qual capriccio! Leggiam. far ritorno sconsolata Ed or, che far bisogna? (durante la lettura l’usciere parte; il Poeta si all’antica povertà? Scena sedicesima ritira senza essere veduto. Restano i servitori Poeta Fiorilla, indi il Poeta con un Usciere. colle robe) Coro Seguitarla Al marito chiedete soccorso, senza farsi vedere; e se si lagna, Fiorilla [15. Recitativo accompagnato ed aria] ma da noi non sperate pietà. se piange, se promette Non l’ho veduto mai burbero tanto. di mutare costume, e viver bene, Comincio quasi a spaventarmi alquanto. Fiorilla Poeta perdonarle, e riprenderla conviene. Oh Poeta, a proposito venite: «I vostri cenci Bene! bravi! rampogne! rimorso! (partono) Dov’è Selim? vi mando, e in casa mia più non vi voglio: Il mio dramma compito sarà. essa è chiusa per voi, dimenticate Poeta d’esser stata mia moglie, e il rossor vostro Fiorilla Scena diciottesima (piano all’usciere) seppellite in Sorrento. Falsi amici, voi pur mi lasciate! Spiaggia come nell’atto primo. Si vede Andate Don Geronio.» Qual colpo! Ohimè! che sento? Ah! comincio a conoscervi appieno. sull’ancore la nave di Selim, e Marinari turchi a prendere la lettera e il fardello. Poeta... egli è partito... oh Dio! son chiuse Voi restate, se il cielo è sereno, che si dispongono alla partenza. della casa le porte... voi fuggite se nero si fa. Fiorilla, indi Don Geronio col Poeta. Fiorilla l’irato consorte L’infelice, che opprime sventura, Dite: dov’è Selim? per sempre mi scacciò... Dunque a Sorrento più sostegno, conforto non ha. Fiorilla degg’io tornar? o mia vergogna! ahi! quale, Sì: mi è forza partir: non ho coraggio Poeta asilo trovar! tutto ho perduto. Coro di presentarmi a lui: grave è il mio torto. Egli è occupato. Pace, marito, onor, intendo... Chi rovina a se stesso procura Questa vicina al porto (i servitori che mostrano le robe) solo accusi la sua cecità. spiaggia rimota, provveduta è sempre Fiorilla ah! questi di battelli che vengono e che vanno Come? i testimoni sono Poeta da Napoli a Sorrento... è qui... La nave della miseria mia... Vani ornamenti, Ci è morale; oh che scena sicura! è quella di Selim. Non fossi a questa Poeta che fate meco omai! itene tutti, Oh che incontro al teatro farà. spiaggia approdata mai, nave funesta! Con Zaida si è pacificato. itene sparsi a terra; io vi calpesto, 34 35
Poeta Geronio Zaida (Miratela: sospira.) Cara vite... Vien Fiorilla. Già con lei don Geronio ha fatto pace. Geronio Fiorilla (Ella è pentita, Olmo diletto... Poeta è pentita davver.) (Ecco il turco... Non vorrei... Poeta quest’incontro mi dispiace.) Poeta Oh che bella allegoria! Non vel dicea? Fiorilla Perché state indeciso? andate innanzi. Geronio (piano a Geronio) Al mio tronco... Non lo posso più vedere. Fiorilla (Geronio! come qui? par che s’avanzi.) Fiorilla Geronio All’ombra mia... (piano a Fiorilla) Geronio Un saluto per dovere... (Fiorilla poverina!) Fiorilla e Geronio poi va ben piantarli qua. ...tu potresti ritornar. Fiorilla Zaida e Selim (Mi guarda e s’avvicina.) Poeta (appressandosi) Il final non può sbagliar. Perdonate i nostri errori. Poeta V’ha scoperto, e vi mira. Fiorilla Fiorilla e Geronio Torna, sì, fra queste braccia, Perdonati già vi sono. Fiorilla olmo caro, a verdeggiar. (In mio favore Narciso chi sa? forse gli parla il primo amore.) Geronio Permettetemi signori, Torna sì fra queste braccia, che vi chieda anch’io perdono! [16. Finale secondo] cara vite, a verdeggiar. Ah l’esempio, che mi date ben correggermi saprà. Son la vite sul campo appassita, Poeta che del caro sostegno mancò. Bravi sì, buon pro vi faccia! Poeta Nulla al dramma può mancar. È l’intreccio terminato, Geronio lieto fine ha il dramma mio. Io son l’olmo a cui venne rapita e contento qual son io la sua vite, ed ignudo restò. Scena ultima forse il pubblico sarà. Selim, Zaida, coro di Zingari, Zingare e Turchi, Poeta indi Geronio, Fiorilla, e Poeta, che ritornano; in Tutti Il cultore son io, di buon cuore ultimo Narciso. Restate contenti, che di nuovo congiunger li può. felici vivete, Coro e a tutti apprendete Fiorilla Rida a voi sereno il cielo, che lieve è l’error, D’intorno mi gira, sian per voi tranquilli i venti, se sorge da quello mi guarda e sospira; e vi portino contenti più bello l’amor. facciamoci avanti, nella patria a respirar. (intanto Selim e Zaida, salutati dagli altri, e placato mi par. corteggiati dai zingari si vedranno appressare Selim alla marina per imbarcarsi: in questo tempo cala Geronio e Poeta Cara Italia io t’abbandono, il sipario) D’intorno vi gira, ma per sempre in cor t’avrò. vi guarda e sospira; Che per te felice io sono, via fatevi avanti, ogni dì rammenterò. pentita mi par. 36 37
Puoi anche leggere