La Poesia non ha età Premio letterario - 4a Edizione "Città di Recanati" - ANTEAS Macerata
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
4a Edizione Premio letterario “Città di Recanati” Concorso Nazionale di Poesia La Poesia non ha età A cura dell’ANTEAS della Provincia di Macerata anno 2019 2019
PRESENTAZIONE … nello spirito dell’Anteas, nata con lo scopo di promuovere la solidarietà specialmente nei confronti dei più deboli, bisognosi e soli, contribuendo così al progresso umano, civile e sociale, donare un semplice sorriso, un saluto sincero, saper ascoltare con il cuore anche il silenzio di chi abbiamo accanto. … abbiamo fatta nostra una massima: “DARE E’ AMARE, RICEVERE E’ IMPARARE AD AMARE” Ma l’Anteas non è solo questo, è anche animazione, turismo e cultura, per questo abbiamo organizzato la 4a Edizione del Premio Letterario, “Città di Recanati” Concorso nazionale di Poesia un anno speciale dedicato al bicentenario del l’Infinito di Giacomo Leopardi Abbiamo predisposto la raccolta di poesie in un libricino dal titolo: “La Poesia non ha età” … la poesia nei suoi contenuti tratta frammenti di vita quotidiana.
PATROCINI: PATROCINI: CITTÀ DI RECANATI CITTÀ DI RECANATI Saluto del Sindaco di Recanati Saluto dell’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Recanati Saluto la quarta edizione del premio Letterario “Citta di Recanati-Concorso Il Premio letterario “Città di Recanati” organizzata dall’Associazione Anteas di Nazionale biennale di poesia 2019” avente ad oggetto “Infinito: oltre la siepe” Macerata, va oltre il semplice concorso di poesia, in quanto è organizzato da che quest’anno assume un particolare significato in quanto organizzato nel associati e volontari che si occupano delle fragilità della terza età utilizzando come 200° anniversario della stesura dell’ “Infinito”. chiave terapeutica anche i diversi linguaggi delle arti. Il tema scelto in questa edizione “Infinito: oltre la siepe” è legato a uno degli idilli Dalla poetica universale di Giacomo Leopardi alla poesia di chi vuole più celebri di Giacomo Leopardi, L’Infinito. Per celebrare il famoso componimento esprimere cio che esce dall’anima in forma di parole, di chi offre tempo alla che in questo 2019 compie 200 anni dalla sua stesura, come Amministrazione scrittura per superare il quotidiano, di chi vuole esprimere sensazioni ed Comunale insieme a Casa Leopardi, al Centro Nazionale di Studi Leopardiani, emozioni del proprio mondo interiore con sensibilità e sentimento. al Centro Mondiale della Poesia e all’Università di Macerata abbiamo istituito un Comitato Nazionale che il Ministero dei Beni Culturali ha accolto, ufficializzando La Poesia e la creazione artistica attraverso la quale l’essere umano riesce ad la creazione del primo comitato nato per una poesia. In questo anno e per i prossimi tre, il Comitato realizzerà una serie di iniziative nazionali e internazionali esprimere cio che pensa e sente profondamente in modo denso e penetrante. con l’idea di far diventare la poesia di Leopardi il mezzo per mettere in relazione popoli e nazioni. Anche dopo due secoli dalla sua stesura questa poesia conserva Nel formulare i miei auguri per la migliore riuscita della manifestazione colgo ancora un grande fascino. L’idea straordinaria è tutta nei primi versi, ne l’incipit de l’occasione per porgere i miei saluti a tutti i soci legati a questo Ente di solidarieta “L’Infinito” ossia che sia una siepe a suscitare l’immaginazione di spazi infiniti e lo ed alle istituzioni CISL di tutta Italia. faccia proprio perché impedisce la vista, questo è di per sé straordinario. La siepe è come un filtro attraverso il quale una visione imperfetta della realtà permette alla Dott. Antonio Bravi mente di fingere e creare l’illusione dell’infinito e dell’eterno. Ci aspetteremmo che a farlo siano piuttosto gli spazi aperti dai quali sia possibile spingere lo sguardo a grande lontananza e invece è l’interiorità di ciascuno a fare la differenza. È un’idea sublime superiore ai limiti della ragione umana, limiti invalicabili della materia oltre i quali non c’è che il nulla. Ringrazio il Presidente e l’Anteas tutta, per aver scelto Recanati come sede del Premio e per aver portato nella “Città della Poesia” ancora una volta, una nota di solidarietà. Assessore alle Culture, Turismo e P.I. Rita Soccio
Quarta edizione del Premio letterario città di Recanati (Anteas Macerata) Nel 2019 ricorrono i duecento anni della composizione de “l’Infinito”; per celebrare questo anniversario il Parlamento E’ con rinnovato entusiasmo che la Federazione dei Pensionati della Cisl Italiano, attraverso un decreto del Ministro dei Beni Culturali, ha Marche sostiene il Premio letterario “Città di Recanati” 2019, giunto ormai alla costituito un Comitato Nazionale che, per un triennio, organizzerà sua quarta edizione. iniziative in Italia e nel mondo. Il Concorso Nazionale di Poesia è una bellissima, affascinante ed originale Molte sono le mostre ed i convegni che sono stati già realizzati, mi piace ricordare iniziativa dell’Anteas (Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la in questo momento, l’evento più solenne per la riapertura del Centro Nazionale di Solidarietà) di Macerata, riservata a poeti dilettanti iscritti alla Associazione e Studi Leopardiani e del Colle dell’Infinito, dopo un intervento di ristrutturazione e alla Cisl di tutta Italia. riqualificazione, realizzato in collaborazione con il FAI, che ha visto la partecipazione Nelle Marche, terra delle tante armonie, la scelta della location del Concorso del Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella. non poteva che ricadere nell’incantevole città di Recanati, terra natia di Il vostro premio “Infinito: oltre la siepe”, si inserisce in questo quadro di appuntamenti Giacomo Leopardi, del quale quest’anno si celebra il bicentenario dell’Infinito. che hanno come scopo la diffusione della poesia, e che la stessa divenga un messaggio Situata su una collina contornata da un meraviglioso paesaggio che abbraccia di pace tra i popoli. il mare Adriatico, il Monte Conero, la Valle del Potenza e del Musone, e che Per questa ragione ringrazio l’Anteas e auguro al premio tutto il successo possibile. spazia fino alla catena dei Sibillini, da Recanati si apprezza la vista di quei Il Presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. “monti azzurri” celebrati dal poeta immortale, e ancora bellissimi, benché Dott. Fabio Corvatta duramente feriti dal sisma del 2016 Nell’Anteas di Macerata, così come in tutto il resto della nostra organizzazione, è forte la consapevolezza della necessità di esercitare la propria vocazione IV edizione Premio Letterario promuovendo la solidarietà in molteplici campi: assistenza sociale, tutela “Città di Recanati” della salute, trasporti, buon vicinato, socialità e tempo libero, solidarietà Concorso nazionale di Poesia intergenerazionale e tanti altri ancora. Sono questi i cardini essenziali della vita associativa, ai quali però si La nostra comunità è riconoscente a tutte le associazioni di volontariato che accompagna un’attenzione particolare alla vita culturale, attraverso progetti si prodigano per migliorare il territorio. ANTEAS è una di queste bellissime volti ad aiutare le persone a trovare un senso pieno alla propria esistenza. In realtà che attivamente porta il suo contributo in forma sociale, solidale, questo senso crediamo che la scrittura e la poesia possano aiutare lo spirito culturale. La consegna a domicilio dei farmaci è un servizio utilissimo, dell’uomo, alleviando gli affanni e le ansie di tutti i giorni, rinvigorendo la forza così come l’organizzazione di questo premio letterario “Città di Recanati”. d’animo, aiutando ad avere una prospettiva “altra” sul proprio presente e una Dalla città del sommo poeta, Giacomo Leopardi, si ergono parole in versi maggiore fiducia nel futuro. che regalano emozioni. Un concorso che offre alle persone la possibilità di Ringraziamo quindi di cuore tutti coloro che hanno deciso di cimentarsi in esprimersi, trasmettendo concetti e stati d’animo nella forma più evocativa e questa competizione, e sinceramente facciamo loro i nostri migliori auguri. potente possibile. La massima creazione. Come Presidente della Provincia di Siamo certi che i loro versi, ricchi di echi interiori, carichi di riflessioni ed Macerata sono lieto di patrocinare questa edizione del Premio Letterario “Città emozioni che rimandano ad esperienze realmente vissute, aiuteranno tanti di di Recanati” e intendo ringraziare il direttivo di ANTEAS e i suoi soci per quanto noi a guardarsi dentro, nella speranza di incontrare ed abbracciare la nostra di buono fanno per la nostro realtà. migliore natura. Presidente della Provincia di Macerata Il Segretario Generale Fnp-Cisl Marche Dott. Antonio Pettinari Mario Canale
Saluto del Presidente Anteas Regione Marche Saluto del Presidente Anteas Macerata Già nel 2017 mi chiedevo e chiedevo: Cosa lega l’Anteas associazione che La 4^ edizione del concorso nazionale di poesia “Città di Recanati – inserita opera prevalentemente in attività di tipo sociale, con un concorso legato alla nelle celebrazioni leopardiane per il bicentenario de “l’Infinito” - vuole donare poesia. un’altra opera, altrettanto preziosa, di importanza non irrilevante nel tessuto Noi crediamo si tratti di una iniziativa straordinaria in cui l’ispirazione poetica religioso, culturale e sociale. di molti diventa strumento per descrivere ed interpretare i cambiamenti di una Nella raccolta, tra l’altro, vengono rappresentate tristi stagioni, la malinconia società in costante e rapida evoluzione. delle foglie dorate che corrono lungo il viale, la solitudine di un cuore, lo Oggi ancor di più in un territorio tristemente colpito dal terremoto in cui le per- scoramento di un volto di donna appoggiata alla finestra che, con gli occhi sone faticano a risvegliarsi. La ricostruzione marcia in forma inversamente pro- umidi di luce, ha visto i colori della speranza. porzionale allo svuotamento dell’entroterra, L’Anteas di Macerata si propone Poesie apparentemente semplici, ma solo in apparenza poiché le tematiche di mettere un freno a questa situazione e sta facendo della fiducia motivo di varie e eterogenee sono profonde, talora nobili, sempre e comunque con orgoglio per arginare quello che è diventata scetticismo. Non a caso domani finalità positive e solari anche quando è il dolore a prevalere. festeggia con soddisfazione il suo ventennale. Vi è anche una cultura popolare minore, in quella dialettale, che non può essere Che prima di tutto significa che da una scommessa festeggiamo una solida sottaciuta, ignorata, emarginata in quanto ricca di musicalità e spontaneità. realtà riconosciuta e legata al suo territorio. Dal tema “oltre la siepe i barconi”: spunti severi laddove il migrante viene Per questo sono orgoglioso che l’Anteas di Macerata grazie ai suoi gruppi di spogliato del diritto di diventare uomo; pennellate che curano i particolari della volontari abbia intitolato la manifestazione Oltre la Siepe dove io voglio pensa- re che oltre al significato poetico ci stia una esortazione allo sguardo futuro al traversata di chi – nella tragedia- deve anche scansare zanzare. di là degli ostacoli, alla speranza per un futuro roseo, magari con l’aiuto di tanti Nel ricordo dell’Infinito di Leopardi tuttavia “sopravvive lo pensè de la svanita poeti che ci segnano la via. esistenza, de l’eternità, la storia sempre viva, lo tempo, l’immensità”. Grazie di cuore Amici. Auguri a tutti i partecipanti e … che vinca il migliore. Lorenzo Tamburrini Il Presidente Umberto De Simoni
Presidenza nazionale Parole e gesti di apertura all’altro sono, allora, gli antidoti che, anche in occasione di questo importante Premio letterario, Anteas propone per il superamento dell’indifferenza, vera responsabile di ogni contrasto, e, insieme, per coltivare la fiducia, quale indiscusso seme di pace duratura. La presidente nazionale Sofia Rosso Quarta edizione del Premio letterario “Città di Recanati” Concorso nazionale di poesia PROGETTI IN CAMPO DELL’ANTEAS NAZIONALE Antenne Sociali: Le APS come Antenne Sociali – Cittadinanza attiva “Allontani Egli dal cuore degli uomini ciò che la può mettere in pericolo; contro il disagio e la solitudine nei territori. Famiglie Sandwich: Ri- e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno. Illumini conciliare vita e lavoro. Tra compiti di cura e responsabilità educative nelle i responsabili dei popoli, affinché accanto alle sollecitudini per il giusto famiglie. Capacit’Azione: Capacit’Azione è un progetto di formazione e informazione sulla riforma del terzo settore, l’insieme di provvedimenti benessere dei loro cittadini garantiscano e difendano il gran dono della pace; legislativi che riordina e cambia l’interro sistema dell’impegno sociale accenda le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, ad accrescere organizzato. Long Life Welfare: Il volontariato a supporto della tutela e i vincoli della mutua carità, a comprendere gli altri, a perdonare coloro che dell’autotutela. Botteghe della Fiducia: Il progetto “Le Botteghe della hanno recato ingiurie; in virtù della sua azione, si affratellino tutti i popoli della Fiducia” ha come obbietti vola costruzione di una rete nazionale di luoghi terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace”. a forte vocazione innovativa, le Botteghe appunto, destinati a promuovere interventi per il contrasto alle solitudini involontarie, in una prospettiva Si conclude così Pacem in Terris, l’Enciclica di Papa Giovanni XXIII che, nel intergenerazionale. E molte altre attività. 1963, esortavai popoli alla pace e alla fratellanza. Un messaggio ancora oggi di straordinaria modernità: i venti di guerra che ci minacciano possono trovare una barriera proprio nelle parole e nelle aspira- zioni collettive di pace. Ci piace pensare che il Premio di Poesia “Infinito: oltre la siepe” promosso da Anteas Macerata, nella valorizzazione delle parole - che sono espressione di emozioni e sentimenti profondi, di intimità spirituale, di sguardo al futuro– concorra a sostenere la crescita di un atteggiamento comune caratterizzato da un sentire positivo, rispettoso ed inclusivo. Non dimentichiamo, anzi, ricordiamo con orgoglio che siamo un’associazione di volontariato, dove proprio i volontari, assieme alle parole, portano ogni giorno diretta testimonianza di gesti di pace; lo fanno attraverso il contrasto alle solitudini, la cura delle persone anziane e dei più fragili, attraverso la grande e preziosa disponibilità all’ascolto, alla vicinanza, alla costruzione di relazioni solide, autentiche di prossimità.
Le Braccia del Ginepro Il sorriso dell’alba riscalda i nidi delle tortore 1° classificata e vincitrice quando i riccioli inquieti del concorso di poesia in lingua italiana intrecciano i tuoi baci alle foglie mosse. Oltre la siepe i raggi cuciono il tappeto di ciclamini; occhi rivolti verso l’alto attraversano spazi infiniti. Voglio fuggire lontana da voci incensurabili di potenti, Luciana Salvucci risa assordanti di clowns, sovraffollati tram, neuro eccessi. - Insofferente alla detenzione, libero farfalle bianche. Sola ti cerco tra lepri spaventate e cespugli di speranze, nel bosco dove da bambina ho nascosto la ghirlanda di comete. - Si squama il tuo sorriso tra i ricordi. Ci sei ancora. Commento della Poetessa alla Poesia: Rannicchiata Il testo è un inno alla natura ad alla libertà. La fuga è denuncia di una società corrotta, che induce all’omologazione, causa estraneazione e alienazione. Nel fuggire, tuttavia, è implicito quel tendere accanto al pungitopo spinoso verso il destino dell’abisso, descritto dal leopardiano Canto notturno di un pastore errante dell’Asia. do in regalo i sogni allo scoiattolo. La solitudine, intesa in positivo, come assenza di rumore, come contemplazione e dialogo Ritto raccoglie le ghiande, si stiracchia, sbadiglia, interiore, rende possibile il processo di auto liberazione, la conquista di consapevolezza etica, la ricerca della verità. poi si accoccola. Non dice nulla. Si evocano ed alternano nel testo immagini adulte e mature ed immagini che affiorano dal - Resta un buco sul tronco della quercia. mondo dell’infanzia. La natura è amica, madre, partner, amante. Gli animali che la abitano rappresentano i compagni di viaggio, che si prendono cura del poeta, insieme al vento ed al ginepro. La giustizia e l’amore che muovono l’universo rispettano i poeti, i miti, coloro che hanno il Al risucchio della terra cuore buono: li illumina e li riscalda. Sembra privilegiarli attraverso una maggiore cura nel trapasso. Non un buffo di vento intona la ninna nanna, è escluso che una perequazione nei confronti del triste destino della sofferenza umana sia possibile. Una l’usignolo recita le mie canzoni. perequazione senza ambiguità che, più che nel cuore umano, risiede oltre la siepe, nel cuore della natura, nel cuore dell’Universo. - Le braccia del ginepro fanno il trotta trotta cavallino e addormentano il mio cuore. Motivazione della Giuria: Il tema dell’evasione dalla mediocre quotidianità è affrontato mediante sapienti metafore, offrendo immagini (Le braccia del ginepro / fanno il trotta trotta cavallino) particolarmente efficaci. Le allitterazioni frequenti contribuiscono a rendere musicalmente leggero il tema.
Oltre la siepe Commento della Poetessa alla Poesia: 2° classificata Il sogno è la linea guida del testo. Esso è speranza, luce, crescita, possibilità di oltrepassare quel limite, che è della siepe e insieme della morte. L’esistenza, senza i sogni, diventa contaminazione, sofferenza, lucida disperazione. Il tema del sogno si intreccia a quello della nostalgia. Nostalgia di giovinezza, non in quanto Ho liberato i sogni dalla tenebra fitta, bellezza e amore, ma in quanto tempo di gioia perché gli ideali di libertà e credo sono possibili. Ideali ho insegnato loro a cantare al sole, di libertà, democrazia, parola libera; ideale di un credo, declinato anche attraverso spazi e luoghi sacri. Poi la cruda e provocatoria realtà: la libertà di parola è condizionata da forme di violenta affacciati sul davanzale del giorno. censura; la chiesa rischia di ridursi a edilizia; i santi diventano statue di valore, anziché essere simboli di amore. Gli uomini nascono con un comune destino, essere deformati e imbrattati dal tempo e procedere Uno dopo l’altro li ho fatti crescere, lenti, inesorabilmente, verso la sofferenza universale e la morte. Le indefinibilità scoperte da Kurt Gödel e li ho riparati dal gelo dell’inverno Alan Turing, confermano che all’universo matematico sfuggono le ragioni qualitative dell’essere. con la conchiglia delle mani chiuse. Resta la possibilità di un sovrannaturale, suggerito dalla notte, che amorosa ammanta. Si apre all’infinito svelando, l’anima, che rimescola l’inizio e la fine. Li ho aiutati a volare oltre la siepe, Motivazione della Giuria: sopra la chioma del pesco in fiore, Le terzine del testo presentano versi con alla base, perlopiù, il senario. Le immagini risultano incisive e mentre la cicala si abbronzava. a volte forti e mettono in luce la capacità anche descrittiva dell’’autore/autrice (che, da stile e lingua, si presuppone essere il/la medesimo/a della composizione n. 8). Temo di non riuscire a raggiungerli, su per i muri le gambe tremano. I lupi selvaggi hanno azzannato il mio grido. Ne ho parlato con l’angelo che li distribuiva: la cattedrale è mutilata dal sisma, i santi fratturati mostrano le piaghe. Ah! Schizza sui corpi il dolore, scende di soppiatto dal cipresso senza foglie, imbratta occhi, labbra per amare. Cola il tempo, impassibile deforma tutto. Il pettine degli anni col gesso bianco stinge i capelli e la barba. Lacrime di stagno scorrono nella clessidra. La notte srotola un sipario di velluto, ammanta le case ferite e le lenticchie vanitose. L’anima rimescola l’inizio e la fine. Luciana Salvucci
Il palpito della mia Terra Commento della Poetessa alla Poesia: 3° classificata Con uno dei miei figli mi sono fermata in cima a un poggio vicino a casa, per godere dell’ameno panorama e mi è venuto spontaneo cercare di trasmettere l’amore filiale che provo per questa mia terra nativa cercando, così, di renderla nostra, di famiglia, ponendo l’attenzione sulle piacevoli percezioni sensoriali Ti porto qui. Su questo clivo arato. dei suoi aspetti peculiari, sul senso di eternità che ne sovviene. Perché tu possa cogliere il respiro dormiente della civiltà che ci ha seminati. Motivazione della Giuria: Perché tu riesca a percepire la presenza delle anime La trasmissione degli affetti dal genitore/dalla genitrice al figlio, e dunque della continuità della vita che custodite dalle monumentali querce, è ora come è stata in passato e come sarà domani, è simbolicamente resa attraverso l’insegnamento negli specchi d’acqua rifrante dell’amore per la propria terra e dunque per le proprie radici. che hanno scolpito, con gore di sudore, quest’ubere scenario. Tu, che ti balocchi con queste zolle fragranti, ascolta il palpito di questa Terra di Marca nel silenzio che sprofonda nell’udire come precipitato del nostro vino invecchiato. Perché tu possa captare a chi appartengono le voci, gli atti, il sentire, che ci spingono, ermetici, da dentro. Nel tuo guardo, accogli il più possibile l’assennatezza dei solchi, culla preparata con cura materna a nuovi figli, come io feci per accogliere te, frutto mio. Perché tu possa capire ove origine attingono i rituali dalle stagioni cadenzatiche, da infinite ore, scandiscono le nostre giornate Trattieni lo sguardo il più possibile sui tralci che allignano secolari, fino all’orizzonte flouato di settembre, perché si configurino icona nella tua mente. Lascio che le mie parole galleggino, impalpabili spore, nell’aria ambrata, perché tu le possa raccogliere, figlio mio, e farle germinare nel tuo humus. Come semi. Daniela Gregorini
Ombrellone N° 140 La lingua di fuoco 4° classificata 5° classificata Riuscissi io a deglutire il vuoto sul lungomare, ad ammutolire i non detti nella risacca che scompiglia sogni rimasti a piedi “Ci muoviamo in un pulviscolo in quella riva che al cuore pesa un’eternità madreperlaceo che vibra” (Eugenio Montale) da sempre incastrata al piano di sopra. Riuscissi io sfiammare la nostalgia nell’apnea di estati passate, spezzate Rimugina la foglia tra i declivi da un altro tempo bivaccato sullo sdraio del vento astuto e lungo su cui sedeva tuo padre a chiamarti nel colpo netto che ritorna, “Amore mio”, a darti un filo d’orizzonte ora che s’attarda il giorno da cui non voglio scappare nemmeno io. provvedi a torcere le rette. Si potesse raccontare a tutti di noi, Convogli delle idee in sosta delle bambine che eravamo, di fortuna, la luna sempre svela dell’infinito che abbiamo cercato formule esatte per trovar senso. e non abbiamo mai trovato, Costruisce ancora, tra i refoli perché, in fondo, già lo avevamo certezze che stingono; dentro quelle due anime di piuma tra le croste scure di un passaggio con un’ala un po’ ammaccata urlano i bordi a dente, un poco fini; da questo mondo che urla solo basta punti arcuati e molli (dici?) tra lapilli. a chi prende fiato dietro la siepe È un muoversi che oscilla il mare e la notte ricomincia a volare. e rende umano ciò che s’è spezzato. E proprio in quello sfarfallio, ti prego, Elena, riportami al mare, Lorenzo Spurio in quel mare che porti dentro. Lelli Martina Commento della Poetessa alla Poesia: Commento del Poeta alla Poesia: La citazione in esergo a una poesia di Montale anticipa il sostrato liminare e scavato della lirica, che difatti Elena è molto più di un’amica d’infanzia: è una parte di me. Ogni estate abbiamo sognato insieme davanti è abbastanza corta, a dispetto della complessità dei contenuti e delle visioni in essa contemplate che al mare ed oggi è il vuoto su quella spiaggia senza di lei. sono radicate in un universo intimo e visionario al contempo. Motivazione della Giuria: Motivazione della Giuria: La conservazione della memoria, del tempo in cui si era “anime di piume”, è offerta, senza retorica, come unica soluzione alla mancanza, al vuoto imposto dal presente. I versi procedono con un lessico che si Il richiamo montaliano farebbe presupporre il fallimento della speranza. Nella lirica invece la salvezza non concentra sull’intimistico sentimento dell’autrice, prima di risolversi nell’invocazione finale. solo non viene negata ma offerta: la luna sempre svela / formule esatte per trovar senso.
De tante porte (versione dialettale) Di tante porte (maru) 1° classificata e vincitrice di fronte al mio guardare del concorso di poesia in forma dialettale qual è la porta che porta al mare? ... mare … De’ tante porte In quale mare che me stà a guardà si specchia il mio volare? la porta che porta al maru … mare … quala sarà? quale mare mi potrà ormai … maru … salvare? … mare … ‘Nte qualu maru in quale porto ce se specchiarà mi porti/per ricominciare? la voja mia de vulè vulà? N0, non aprire quella porta oltre c’è … maru … … il mare … Qualu maru sarà … mare … penso ... mare ... che me pudrà salvà? Quale mare … maru … c’è oltre il mio pensare? ‘Nte qualu portu maru Diana Brodoloni me purterai a ‘rcumenzà? … maru … No, nu la aprì, cu la porta, lassala stà c’è el maru de de là! … Maru … penzu … Maru … Commento della Poetessa alla Poesia: Il mare come metafora dell’inconoscibile che porta a varcare soglie ed affrontare pericoli per ogni possibile De de là , del maru , che penzu idea di libertà ... cusa ce starà?... Motivazione delle Giuria: Un visionario ermetismo è il pregio di questa lirica che gioca sapientemente con epifore e ripetizioni Diana Brodoloni varie. Anche i puntini di sospensione, pascolianamente intesi, giocano una loro apprezzabile funzione.
Un minùt de silenzi (versione dialettale) Un minuto di silenzio 2° classificato Mi racconti, oggi, della tua preghiera del concorso di poesia in forma dialettale sussurrata nel minuto di silenzio del mezzodì nell’aula calda, M’arcónti, ogg’, dla preghiera tua i bambini profumata come te, come loro susuràta in t’un minùt d’ silenzi a mezzgiórn che hanno conosciuto il freddo in te clascòlaclada, c’odóra de fiòi nella mezzastagione, com’ tè, cómlora come loro per i quali preghi. ch’hannconosciùt ‘l frédd E con la voce bianca che sa di fragole e zucchero, in tla mezza stagión e cómlora ch’ preghi. fra i dentini che dondolano e quelli che spuntano, E sa la vóc’ bianca di una buona maestra mi dici mesto, che con buone parole ti ha spiegato il dolore ch’ sa défragl e de zucchr, denunciando la tragedia di altre voci bianche fra mèzz i dentìn ch’ dingln e quei ch’ nasc’n, profanate da petrolio, sale, sangue, d’una bòna maestra m’ dici mósc’, dove i dentini mai più spunteranno. che sa bònparòl t’ha spiegàt ‘l dolór E io, per loro anch’io prego, anche più di un minuto, e ha denunciànnatragèdia d’n’ altra po’ d’ vóc’ bianch e chiedo che a te, piccolo mio, non capiti mai profanàt dal petròli, dal sàl, un crudele sarcofago dal destino .indó i dentìn en spuntarann più. abbandonato in un mare -un amaro destino è un fallimento per tutti- E io, per lóra anch’io prèg, e che tu non debba più nemmeno vederlo anca più d’un minùt, e che tu non debba più alzare e chiéd che ma te, piculìn mia, enncappiti mai una prece silenziosa per un bimbo come te, d’èss in t’una casetta, dal destìn, spogliato, in mare, del diritto di diventare un uomo. Che tu possa solo usare le mani per creare abandonàta in telmàr carezzare e che tu possa -un destìnamàr è un falimènt per tutti- finalmente dirmidelle mie chimere: E che tu enn dovrai più mancalzà da oggi in poi non siano più tali, ‘napréc’ detta piànpiàn per un fiulìncom te, che passi poco però, solo un minuto, in silenzio, per tutti. spoiàt, in telmar,deldirìtt de diventà un òmn. Daniela Gregorini Che tu potrai sol usàl’ màn per fa E per dà le carézz e che tu potrai finalmènt Commento della Poetessa alla Poesia: È inevitabile, essendo mamma, essere pervasa da un profondo senso di ingiustizia quando il tuo piccolo di’ ma me dléchimèr tua: bambino torna da scuola e ti racconta che, insieme ai compagni e alla maestra, abile ed empatica da ogg’ in poi énn c’hann da èss più lora mediatrice, ha rielaborato il dramma dei bambini morti in mare durante il tentativo di attraversata dell’ultimo barcone affondato. Ti stride nel cuore il pensiero che alcuni bimbi non possano vivere serenamente come e che pasassapòcprò, sol un minùt, il tuo, che alcuni bimbi non possano proprio vivere. in silènzi, per tutti. Motivazione delle Giuria: La lingua dialettale, e con essa l’interlocutore bambino, addolciscono la tragicità del tema, senza tuttavia Daniela Gregorini scadere nella retorica.
Scansànd l’zanzàn (versione dialettale) Scansando zanzare Scansando zanzare 3° classificata mi siedo nel mio vuoto del concorso di poesia in forma dialettale ancestrale sbrogliando le ore trainate dall’aria balorda di settembre Scansànd l’zanzàn madida di vecchia estate. m’ métt a séda tél vòide mìa Del mio meriggio intìc sbròiànd le ór sulla sdraio travaso la stanchezza del strascinàt da l’aria pensare balorda d’ setèmbr’ appiccicoso cercando mólla d’ vecchia istàt. uno squarcio piumoso di cielo sul mare. Del tèmp mia dop magnàt E affacciata alla TV incrocio l’ultimo sbarco. su la sdraia travàs Anche a loro, a quegli sguardi la stanchezza del pensà grondanti che zanzare scansano picc’cós e vàgg in cerca scaldandosi al nuovo sole, d’un sbrég de pénn basta un orizzonte del cél sopra ‘l mar. fluato per far migrare gli stormi scuri, angusto orizzonte che congiunge E, faciàt ma la televisión, il cielo al mare, incróc’ l’ultm de chi sbàrc. orizzonte stretto Anca ma lóra, che tutti può cingere. ma chi sguard malì, Daniela Gregorini che gróndn, che l’zanzàn scànsn, scaldands al sól nòv, basta ‘n orizónt Commento della Poetessa alla Poesia: Pomeriggio di fine estate afoso e insopportabilmente caldo e umido: sedendomi all’ombra sul mio balcone fósc per fa gì via distànt davanti al televisore, invano cerco sollievo anche dal tormento procurato dalle zanzare. Permeata di ma i stórm scuri, orizónt stanchezza fisica e mentale, mi compaiono le immagini dell’ultimo sbarco di profughi: mi colpiscono le scòmd che argiógn loro espressioni spossate e sofferenti, che hanno, però, una flebile luce di speranza negli occhi. Essi dimenticano la disperazione, scansando come me fastidiose zanzare e guardando l’orizzonte sfumato di ‘l cél sa ‘l mar, settembre, il sole, il mare, il cielo, che dovrebbe essere accoglienti per tutti. ‘n orizónt strétt che ma tutti, prò, pòl braccià. Motivazione delle Giuria: Mediante immagini di fine estate l’autrice presenta una tragedia contemporanea che pare non avere fine. Scrive infatti che affacciata alla TV incrocia l’ultimo sbarco, mettendo così in evidenza la ripetività continua Daniela Gregorini dell’evento. Si apprezza la resa poetica dell’immagine delle zanzare scansate sia dall’io poetante che dai migranti.
Premio del ventennale dell’Anteas Lo grande Poeta Giacomo Leopardi, della provincia di Macerata. ha fatto vita sofferta, vaghegghiata, vissuta in vari posti, ma no troppo agiata. Infinito (versione dialettale) Sopravvive lo penzè de la svanita esistenza de l’eternità, la storia sempre viva, lo tempo, l’immensità. “SEMPRE CARO MI FU QUEST’ERMO COLLE” Cuscì Giacomo Leopardi, cominciava l’infinito, Doveroso, adè cità un urdimo verso de l’infinito, che cuscì compare: co’ sguardo e spensieratezza raggiante, “E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE I QUESTO MARE”: solitario, passeggenne, su un sentiero deserto, ma importante, ‘Sta poesia, cuscì bella, toccante, sacra, eccelsa, pronunciata e recitata, guardenne verso ponente, lo tramonto e l’orizzonte. ha da esse tutti, co’ gioia, ‘pprezzata, studiata e sempre recordata. In questo anniversario, tanto importante, de l’infinito, Mario Ruffini duecento anni fa, “ESSO” lo avia presentato, l’idillo assai gradito. Pè la città de Recanati, adè un grosso evento, lo CENTRO DE STUDI LEOPARDIANI, Commento del Poeta alla Poesia: je dedica un gaio e forte intervento. Ho partecipato sempre a questo concorso perché sono sempre stato affezionato al grande poeta Giacomo Leopardi e alla città di Recanati. Co’ l’ispiraziò de messaggi e componimenti, Motivazione commento premio speciale 20 anni Anteas Macerata: e frasi celebri “OLTRE LA SIEPE”, se rvive sentiti momenti. “Dalla celebrazione dell’Infinito alla tristezza, con passione e sofferenza per la situazione di chi deve “L’ERMO COLLE”, cuscì descritto, che la vista bbusca, lasciare la propria terra e tentare la traversata. Dal poema si evince spontanietà, musicalità, narrazione che obbliga riflessioni”. rappresenta un riferimento, a ‘na fermata vrusca. Pensenne a la situaziò attuale, che po’ toccà lu còre, ce se rtrova davanti a certi esodi, co’ tristezza, compasciò, sofferenza, rancore. De migranti, profughi stremati de le forze in tutte le manere, che traversa mari, co’ barcù, imbarcaziò, natanti vari, pieni de pene. Se joca co’ la vita de disperati e indifesi, pè interessi, vita disumana, e li responsabili, non ve’ fermati o lesi. Se nega giustizie, ‘gni valore, adè calpestatato, stenti, miseria, mmalatìa, donne, frichi, e c’è chi adè anche ‘ffamato.
Infinito Le poesie successive sono Segnalate dalla Giuria Classificate tutte ex aequo Sempre caro mi fu quest’ermo colle, così Giacomo Leopardi, cominciava l’infinito, con sguardo e spensieratezza raggiante. Solitario, passeggiando, su un sentiero deserto, importante, Non potrò mai dimenticarti guardando verso ponente, il tramonto e l’orizzonte. Non posso lasciarti andare a quelle domeniche di periferia, In questo anniversario, tanto importante dell’infinito, nel lungomare svuotato a fermare il tempo, a zittire l’amore duecento anni fa, LUI, lo aveva presentato, l’idillio assai gradito. Per la città di Recanati, è un grande evento, in una camera a ricordi, aggirandolo ad inspirare la notte, il centro di Studi Leopardiani, gli dedica un gaio e forte intervento. la nuvola di un vaporetto verso altre rotte, altri progetti: nuovi cieli sotto cui invocherò randagia solo il tuo nome. Con l’ispirazione di messaggi e componimenti, e frasi celebri, OLTRE LA SIEPE, si rivive sentiti momenti. Non posso lasciarti andare a quei brevi tramonti invernali L’ERMO COLLE, così descritto, che la vista nasconde, rappresenta un riferimento, ad una fermata brusca. che si stringono alla sera, che si assottigliano all’orizzonte senza avere più un filo di voce in questo pezzo di cuore, Pensando alla situazione attuale, che può toccare il cuore, mare smorzato da una banchina che tira all’infinito, ci si trova davanti a certi esodi con tristezza, alla tenerezza, a noi due: respiri mai divenuti vento. compassione, sofferenza, rancore, di migranti, profughi, stremati delle forze in tutte le maniere, che attraversano mari, con barconi, imbarcazioni, Non posso lasciarti andare nei sottoscala di quella città, natanti vari, pieni di pene. nelle sue volte impregnate d’azzurro, di passi al domani e di baci oltre il coprifuoco, oltre i codici di stelle bloccate Si gioca con la vita di disperati e indifesi, al buio, ad un muro di sassi, di addii che nascondono il porto per interessi, vita disumana, ed i responsabili, e l’illusione di vederci insieme per ridurre il mondo a una biglia. non vengono fermati o lesi. Si negano giustizie, ogni valore è calpestato, stenti, miseria, malattia, donne, bambini, c’è anche chi è affamato. Non voglio lasciarti andare via dai miei passi sul vialetto di casa, dai nostri vecchi sogni legati alla siepe, incatenati al lampione Il grande Poeta Giacomo Leopardi, ha fatto vita sofferta e vagheggiata, che li salva dall’oblio delle prossime estati, delle loro luci spente vissuta in varie parti, ma non troppo agiata. in notti al profumo di pino marittimo, di pelle di un’altra vita Sopravvive il pensiero della svanita esistenza, dell’eternità, la storia sempre viva, il tempo, l’immensità. che, nell’ombra, tenterà silenziosamente di riportarmi a te. Martina Lelli Doveroso è, citare un ultimo verso de l’infinito, che così compare: E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE IL QUESTO MARE. Questa poesia, così bella, toccante, sacra, eccelsa, Commento della Poetessa alla Poesia: pronunciata e recitata, deve essere da tutti, con gioia, apprezzata, Alle volte la vita è una continua lotta contro l’oblio che prova a sfilare dalle nostre dita ricordi d’amore studiata, e sempre ricordata. proprio quando non ce ne accorgiamo. Questa poesia va a tutti quelli che non vogliono perdere una parte di se stessi per colpa del tempo e del mondo che ci sta intorno. Mario Ruffini
Nel terso orizzonte Montecorvino Terso, l’orizzonte, profila spumose Verdi colline parabole di cirri e brillio di flutti Di fili grano, amabili, mentre su acri file ondeggianti al vento di scogli si appollaiano le mie fantasie. brillanti al sole. Torre diroccata, Si svagano, vociando, ricami di gabbiani antichi ricordi, dissolvendo tensioni fra effervescenti siti urbani scie di aerei discosti, dove il mio guardo muri che parlano. giunge impalpabile e, come coriandoli, disperdo i pensieri più infelici. Case arroccate, fredde, chiuse, Rovisto le mie tasche lise strade isolate simulando ricerca di parsimoniosi piccole anguste. ricordi, di occasioni accantonate per i sogni delle nuove stagioni Anziani in piazza, Opalescenti, dai pugni mi sfuggono, fanciulli in chiesa, nel terso orizzonte, le ore più meste. donne sull’uscio, giovani assenti. Tu attendi, paziente. Come la sabbia All’orizzonte soggiaci alle mie esogene turbolenze non si vedono alberi e sulla perpetua battigia, intanto, solo pale al vento la spuma frange infinite speranze. è l nuovo che avanza. Daniela Gregorini Un dubbio assale, scompaiono gli alberi, non è che andiamo verso un bosco paleare. Commento della Poetessa alla Poesia: Giuseppe Santelia Oltre la siepe, per me, c’è il mare che, un tutt’uno con il cielo, mi dà il senso e l’emozione dell’infinito spazio – temporale dell’universo. Mi abbandono a indagini introspettive sulla finitezza della mia vita, sui Commento del Poeta alla Poesia: rimpianti per i sogni non realizzati, sui miei momenti di dolorosa mestizia… l’orizzonte, personificato, sembra aspettare che tutto passi, che mi ritorni il buonumore, facendomi arrivare piccole onde brulicanti La poesia di Montecorvino è una riflessione – osservazione su un territorio in spopolamento che sta di schiuma a stimolarmi speranza, a riconoscere la forza oggettiva del limite, quale condizione umana, subendo una perdita di alberi e coltivazioni a tutto vantaggio di insediamenti di pale eoliche e di pannelli ma anche l’ambizione di tentare di superarlo. solari. La preoccupazione è quella che si sta andando verso boschi di pali, a danno della vivibilità e dell’ambiente.
L’ancora dei miei pensieri Come una foglia Come una foglia, rompi lo stelo, A Giacomo Leopardi spunti e t’affacci alla vita. Piccola, delicata, ma forte resti abbracciata al tuo ramo. Scaltro, percorro il vento e lo sostituisco al mare; Cresci e non ti curi leggo favole di domani della pioggia battente, e vorrei che lo spazio lungo non ti scalfisce il vento di colpo, forma avesse d’altro. che t’accarezza appena. Sapevi del tempo che filava dietro l’angolo, un verde lucido, Il sole sorge e ti bacia, Ammaliato dal sole, nutriva linfa. d’argento t’illumina la luna, Eppure siedo e affronto l’oggi e il tuo lento ondeggiare infrange il volo degli uccelli. col solo lemma che pervade l’anima, tra il cuore assopito e l’aria Il tempo smorza la tua luce, intravedo forme che dileguano infiacchisce il tuo animo tra un divario che c’era e, ancora, inaridisce la tua linfa. cerco senza tregua: è il vento Si spezza il tuo legame. che rincresce l’oltre che si staglia mentre, scorato a perlustrare, Cadi, svolazzi, rotoli. indosso foglie della campagna Sola, nel tuo volteggiare che stringe l’ancora dei miei pensieri. sbatti contro gelidi silenzi, impenetrabili muri, invalicabili fossati. Lorenzo Spurio Ma sogni che arrivi il vento per scuoterti, innalzarti, tornare a volare, mentre dolci sorrisi e lucidi occhi, compiaciuti, t’ammirano. Castrignanò Emanuele Commento del Poeta alla Poesia: Commento del Poeta alla Poesia: Riflessioni e considerazioni che nascono da un tentativo di lettera all’esistenza, sull’onda di reminiscenze E’ lo sguardo di un padre verso la figlia, il cui rapporto è stato connotato da reciproche incomprensioni. di immagini care all’universo leopardiano. Trovano posto in un componimento che si lega strettamente Ma dopo il distacco e la riflessione, come una foglia che s’innalza con un alito di vento e riprende il suo volo, la figlia riprende il naturale rapporto con chi le ha donato la vita. all’imagismo della terra della nostra provincia.
Connessione L’intensa onda donata dal vento di sensibili e nuove finitudini, Poesie seguenti valutate di riconosciuti e insperati ritorni positivamente dalla Giuria mi ha fatto sentire ampia, e non più stretta, grande e non più piccola. Molte notti ho errato in sogni non compiuti, pieni di ombre, Mi ha dato pace prendere di carezze amate e di tristi attimi vissuti. ciò che è favorevole alla vita ed utilizzare, per crescere, Mi svegliavo e sentivo le avversità, le difficoltà e le mancanze. di guazzare ancora in paludi fosche. Pensavo di avere poco spazio per vivere Ora i pesi non sono più grevi, e troppo tempo per soffrire. sono più libera, più forte e piena di fare perché procedo “in connessione”. Allora escludevo, rimuovevo, negavo, rifiutavo e mi isolavo. Antonella Lapponi Un giorno ho aperto la finestra e nell’aria limpida e sottile, Commento della Poetessa alla Poesia: nel filo del vento che mi accarezzava La consapevolezza della connessione è la strada che ci fa crescere e che ci rende capaci di essere ho sentito odore d’erba, di sole, di fede artefici nella soluzione dei nostri problemi. e con gli occhi umidi di luce ho visto i colori della speranza. Devo ricominciare la mia vita… Allora ho incluso, ho ascoltato, ho accolto, ho collaborato e “mi sono connessa”. Ho percepito di essere legata in modo invisibile ad ogni altro essere, umano e sovrumano, alla natura, ad un mondo infinito e sconosciuto che ho sentiti nel corpo, nel cuore e nell’anima.
Ritorno Commento del Poeta alla Poesia: La poesia fotografa il ritorno al paese natio, dopo un lungo periodo di assenza. L’autore descrive il suo ritorno, man mano che si avvicina ai suoi monti, ancora innevati alla vetta ma Si avvicinano i monti, piano piano ormai già verdi verso i pascoli. coperti ancora da un’antica neve Finalmente arriva nelle vicinanze del paese, annunciato da un lungo viale di tigli maestosi ma con i scacciata dal verde che risplende rami più bassi, spioventi sulla strada, che sembrano accoglierlo con familiarità e vede, finalmente, il paesino, raccolto sul colle, con le sue case di pietra scurite dal sole e dal tempo e ritrova la vita che ben al sole di una precoce primavera. conosceva, i curiosi indagatori, gli amici affettuosi e, rivive, in pochi minuti, le storie della sua gioventù, i sacrifici, le umiliazioni, i suo primo amore, quasi rubato, e considera però che il suo paese, che gli riempie Riconosco la strada il cuore di sentimenti e di nostalgia, non gli avrebbe consentito di progredire culturalmente e socialmente, che mi viene incontro correndo così come, forse, non lo ha consentito a quelli che sono restati. coi tigli che s’inchinano dai lati come soldati ben allineati. Gli alberi mi salutano fremendo riconoscendomi ancora, ad uno ad uno quasi per abbracciarmi freschi e ombrosi coi rami novelli e quelli ormai rugosi. Le case che s’adagiano sui colli sonnecchiando abbronzate dal sole mi riportano a storie e dure prove di anni lontani eppure ancora nuove. Niente sembra cambiato! Come in un sogno appena terminato si riaprono in me, passioni amate tenute sempre vive dentro il cuore. Eccomi paesello, son tornato! Tra lo sguardo attento dei curiosi e il saluto degli amici ritrovati ritornano alla mente volti amati. Ritorna la baldanza che celava il mio dolore la dolcezza di un troppo rude amore la pena per ciò che qui non ebbi mai e che forse nessuno avrà giammai. Agostino Di Giovanni Premiazione dei Poeti della 3a Edizione
Grazie all’Infinito Al Buio Poesia fuori concorso (per Maria Grazia) Cav. Dr. Prof. Elio Carfagna Come farfalla impazzita in prigione di vetro Tra gli occhi e la vista così l’uomo s’affanna ci sono direzioni non distanze nell’ingranaggio impietoso di quella che lui chiama sorprese vita. per varchi inafferrabili Frammenti di vetro irrompono e crune d’ago come stelle nel cielo notturno e liberano incontri il volo incroci tessuti al sorriso la mente tra i giochi e i buchi il cuore. delle maglie L’anima si innalza verso infiniti confini. Grazia il tuo dire Il silenzio diventa mistero. slaccia il silenzio Il mistero diventa in questo nudo parola: profondo grazie d’esistere. Diana Brodoloni Il buio siderale risplende d’eternità. E l’uomo trova pace Paola Celli Commento della Poetessa alla Poesia: Oggi è difficile per l’uomo sperimentare il silenzio nelle nostre città. Ma nel buio della notte può sollevare lo sguardo e il silenzio lo troverà nascosto lassù e si lascerà sedurre dalla volta celeste e dal suo mistero trovando la pace. Motivazione prof. Elio Carfagna: L’autore, con brevissimi ed efficaci tratti, descrive la situazione dell’uomo contemporaneo chiuso in Commento della Poetessa alla Poesia: mondo di convenienze, vincoli, condizionamenti che limitano la libertà di agire. Il vetro che si rompe è la speranza. Il desiderio, la consapevolezza, l’impegno, la responsabilità dell’uomo E’ quando si guarda con gli occhi dell’altro che si vede il buio del proprio orizzonte, un po’ più là …oltre, che, con la sua intelligenza, la sua creatività, si toglie di dosso la pesante corazza c’è “l’incontro”. delle convenienze, ed innalza verso l’alto il suo libero pensiero per la pace della propria coscienza.
Fugghjà’ (versione dialettale) Fuggire Poesia fuori concorso Oltre gli scogli Cav. Dr. Prof. Elio Carfagna della guerra e della fame fuggono su barconi traboccanti Oddre li scòji verso il mare sconfinato, de la guéra e de la fame verso l’ignoto a barattare sogni con la morte, fugghia’ su varco’ travoccàndi con trappole beffarde versu acque sconfinate, in fondo al mare. versu l’ignotu, Brandelli di mondo da terre sofferenti a barattà’ sogni co’ ‘a morte, popolano i nostri occhi, co’ tràppole ‘nganneoli esuli alla deriva ne lu funnu de ‘u mare. in una logica spietata. Vite aggrappate a muri di silenzio Schègghje de mùnno ad abbracciare la solitudine, da tère suferendi fratelli ignorati fuori dai confini pòpula’ l’occhji nòstri, della mente e del cuore. ésoli a lu ‘bbandonu Onde di naufraghi in ‘na logeca feròce. in trincee d’acqua, terre italiane in lontananza, Vite appijate a muri de silènzio migliaia di altri disperati a ‘bbraccià’ ‘a sulitudene, in attesa di fuggire. fratélli ‘llondànati E la morte non si ferma. fori da li palìtti de la mènde e de lu còre. Angela Catolfi Onne de migrandi in tringèe d’acqua Commento della Poetessa alla Poesia: tère ‘taliàne in londanànza, Migranti, il senso di disperazione nel nomadismo del nostro tempo. In fuga dentro barconi traboccanti ad abbracciare l’ignoto. mijàra de àrdri disperàti che spetta’ de fugghjà’. Motivazione dell’Anteas provinciale: L’autore traccia, con immagini forti, la tragedia,il dramma di chi fugge dalla guerra, dalle violenze, dalla E ‘a morte no’ se fèrma. fame. È un disperato messaggio di aiuto verso i popoli che hanno dimenticato il valore dell’accoglienza, della solidarietà violando leggi e trattati internazionali. È una forte denuncia verso governi nazionali, europei e non solo, chiusi nella tutela dei propri confini, Angela Catolfi incapaci di cercare la condivisione di una regolamentazione per ricercare la dignitosa soluzione ai problemi dei migranti nel rispetto della sacralità dell’essere umano.
Dove fermare il tempo Nel Refolo del Vento Calma plana l’aria Quel sospiro di voce dietro la collina, nell’eco d’una apre varchi a rive quiete sconfinata brughiera… dove scompaiono le sparute ombre So che in eterno degli affanni. oltre l’infinito vagherà nell’aere Sciolgo pensieri con il tuo nome nel miele dei ricordi sulle labbra… fra tesori e perle di navi naufragate E busserà a quella sul fianco fragile finestra ove la persiana delle illusioni. continua a ritmare la sincope del tempo! Davanti, un mare senza fine nel turbinio muove le onde della bianca e gelida delle emozioni tempesta ...oltre nel lento battito l’ultimo orizzonte. della risacca. Quel nome echeggerà Perdersi unito al mio… su zattere immobili per sempre sedotti nell’abbraccio Intrecciati suggellati: del silenzio nel refolo del vento! qui, dove fermare il tempo ad un passo dall’eternità. Foti Fulvia Angela Catolfi Commento della Poetessa alla Poesia: In poesia l’eco è una voce che vaga da una estremità all’altra del mondo del nulla creando un mistero Commento della Poetessa alla Poesia: di voci… in poesia l’eco è una voce che erra come il canto di Silvia, mentre lavora ed in quel eco, del Lasciarsi galleggiare in spazi indefiniti, in una dimensione d’incredulità e di sospensione che lo sguardo vento che vaga mi piace pensare il poeta e Silvia perpetuati in quel viaggio del girovagare… sopra ogni non può abbracciare. ostacolo: oltre l’ultimo orizzonte dell’infnito! Quell’infnito che si nutre di ambivalenza, per quell’assenza di conessione: tra la vita e la morte.
Il cielo di via Sauro Commento del Poeta alla Poesia: Le case, di là e di qua della via e i tetti e i cornicioni, impediscono la vista. Quanto resta da vedere è poco, Volti gli occhi in alto il resto va immaginato, ciò comunque aumenta il pathos, per l’apparire improvviso e veloce scomparire delle rondini e impotente e tremulo guardo con paura i pericolosi incroci che a me, di sotto, appaiono. La sulla via stretta potenza della scena, l’abilità, la perfezione delle azioni e le prede, che non vedo ma che ci sono e che la porzione di cielo dettano le rotte mi tengono, tremulo, sospeso e senza fiato. manda in onda il volo. Sembra confuso, frenetico e non so se le rondini che vengono sono anche quelle che vanno ma non si urtano. Un cielo terzo ... anzi no si colgono qua e là dei bianchi cirri in volo, loro, sembrano stanchi. Si consuma lì un preludio, al mutamento brusco si incupisce il cielo, si fa scuro poi la saetta, il borbottio del tuono. Le rondini, al riparo dei nidi hanno smesso il banchetto sospeso l’acrobatico volo zitte, non garriscono. Spento, quel volo che guardavo ora veloce ora lento e di traverso o dritto e in su e in giù. Quanta vitale vivacità hanno queste cacciatrici in volo su rotte tracciate da prede a me invisibili. La forza anche sonora del temporale e il vento non impetuoso ma confuso porta le gocce pur nel mio rifugio e mi scuote dall’incanto. Consegno al vissuto la magia di questo momento che estatico m’ha visto contemplare. Antonio Massacci
Puoi anche leggere