La Poesia non ha età Premio letterario - 4a Edizione "Città di Recanati" - ANTEAS Macerata

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4a Edizione

      Premio letterario
           “Città di Recanati”

       Concorso Nazionale di Poesia

La Poesia non ha età
A cura dell’ANTEAS della Provincia di Macerata anno 2019

                         2019
PRESENTAZIONE

                  … nello spirito dell’Anteas, nata
             con lo scopo di promuovere la solidarietà
             specialmente nei confronti dei più deboli,
                           bisognosi e soli,
              contribuendo così al progresso umano,
                           civile e sociale,
                    donare un semplice sorriso,
                          un saluto sincero,
                    saper ascoltare con il cuore
             anche il silenzio di chi abbiamo accanto.

               … abbiamo fatta nostra una massima:

     “DARE E’ AMARE, RICEVERE E’ IMPARARE AD AMARE”

                  Ma l’Anteas non è solo questo,
              è anche animazione, turismo e cultura,
                 per questo abbiamo organizzato
               la 4a Edizione del Premio Letterario,

                         “Città di Recanati”

                   Concorso nazionale di Poesia

             un anno speciale dedicato al bicentenario
                 del l’Infinito di Giacomo Leopardi

                        Abbiamo predisposto
            la raccolta di poesie in un libricino dal titolo:

                     “La Poesia non ha età”
… la poesia nei suoi contenuti tratta frammenti di vita quotidiana.
PATROCINI:                                                                                 PATROCINI:

                                CITTÀ DI RECANATI                                                                          CITTÀ DI RECANATI

                         Saluto del Sindaco di Recanati                                    Saluto dell’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Recanati
Saluto la quarta edizione del premio Letterario “Citta di Recanati-Concorso                Il Premio letterario “Città di Recanati” organizzata dall’Associazione Anteas di
Nazionale biennale di poesia 2019” avente ad oggetto “Infinito: oltre la siepe”            Macerata, va oltre il semplice concorso di poesia, in quanto è organizzato da
che quest’anno assume un particolare significato in quanto organizzato nel                 associati e volontari che si occupano delle fragilità della terza età utilizzando come
200° anniversario della stesura dell’ “Infinito”.                                          chiave terapeutica anche i diversi linguaggi delle arti.
                                                                                           Il tema scelto in questa edizione “Infinito: oltre la siepe” è legato a uno degli idilli
Dalla poetica universale di Giacomo Leopardi alla poesia di chi vuole                      più celebri di Giacomo Leopardi, L’Infinito. Per celebrare il famoso componimento
esprimere cio che esce dall’anima in forma di parole, di chi offre tempo alla              che in questo 2019 compie 200 anni dalla sua stesura, come Amministrazione
scrittura per superare il quotidiano, di chi vuole esprimere sensazioni ed                 Comunale insieme a Casa Leopardi, al Centro Nazionale di Studi Leopardiani,
emozioni del proprio mondo interiore con sensibilità e sentimento.                         al Centro Mondiale della Poesia e all’Università di Macerata abbiamo istituito un
                                                                                           Comitato Nazionale che il Ministero dei Beni Culturali ha accolto, ufficializzando
La Poesia e la creazione artistica attraverso la quale l’essere umano riesce ad            la creazione del primo comitato nato per una poesia. In questo anno e per i
                                                                                           prossimi tre, il Comitato realizzerà una serie di iniziative nazionali e internazionali
esprimere cio che pensa e sente profondamente in modo denso e penetrante.
                                                                                           con l’idea di far diventare la poesia di Leopardi il mezzo per mettere in relazione
                                                                                           popoli e nazioni. Anche dopo due secoli dalla sua stesura questa poesia conserva
Nel formulare i miei auguri per la migliore riuscita della manifestazione colgo
                                                                                           ancora un grande fascino. L’idea straordinaria è tutta nei primi versi, ne l’incipit de
l’occasione per porgere i miei saluti a tutti i soci legati a questo Ente di solidarieta
                                                                                           “L’Infinito” ossia che sia una siepe a suscitare l’immaginazione di spazi infiniti e lo
ed alle istituzioni CISL di tutta Italia.
                                                                                           faccia proprio perché impedisce la vista, questo è di per sé straordinario. La siepe è
                                                                                           come un filtro attraverso il quale una visione imperfetta della realtà permette alla
						                                                       Dott. Antonio Bravi
                                                                                           mente di fingere e creare l’illusione dell’infinito e dell’eterno. Ci aspetteremmo che
                                                                                           a farlo siano piuttosto gli spazi aperti dai quali sia possibile spingere lo sguardo a
                                                                                           grande lontananza e invece è l’interiorità di ciascuno a fare la differenza. È un’idea
                                                                                           sublime superiore ai limiti della ragione umana, limiti invalicabili della materia oltre
                                                                                           i quali non c’è che il nulla. Ringrazio il Presidente e l’Anteas tutta, per aver scelto
                                                                                           Recanati come sede del Premio e per aver portato nella “Città della Poesia” ancora
                                                                                           una volta, una nota di solidarietà.
                                                                                                                                       Assessore alle Culture, Turismo e P.I.
                                                                                                                                                  Rita Soccio
Quarta edizione del Premio letterario città di Recanati (Anteas Macerata)
                         Nel 2019 ricorrono i duecento anni della composizione de
                         “l’Infinito”; per celebrare questo anniversario il Parlamento         E’ con rinnovato entusiasmo che la Federazione dei Pensionati della Cisl
                         Italiano, attraverso un decreto del Ministro dei Beni Culturali, ha   Marche sostiene il Premio letterario “Città di Recanati” 2019, giunto ormai alla
                         costituito un Comitato Nazionale che, per un triennio, organizzerà    sua quarta edizione.
iniziative in Italia e nel mondo.                                                              Il Concorso Nazionale di Poesia è una bellissima, affascinante ed originale
Molte sono le mostre ed i convegni che sono stati già realizzati, mi piace ricordare           iniziativa dell’Anteas (Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la
in questo momento, l’evento più solenne per la riapertura del Centro Nazionale di              Solidarietà) di Macerata, riservata a poeti dilettanti iscritti alla Associazione e
Studi Leopardiani e del Colle dell’Infinito, dopo un intervento di ristrutturazione e          alla Cisl di tutta Italia.
riqualificazione, realizzato in collaborazione con il FAI, che ha visto la partecipazione      Nelle Marche, terra delle tante armonie, la scelta della location del Concorso
del Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella.                                         non poteva che ricadere nell’incantevole città di Recanati, terra natia di
Il vostro premio “Infinito: oltre la siepe”, si inserisce in questo quadro di appuntamenti     Giacomo Leopardi, del quale quest’anno si celebra il bicentenario dell’Infinito.
che hanno come scopo la diffusione della poesia, e che la stessa divenga un messaggio          Situata su una collina contornata da un meraviglioso paesaggio che abbraccia
di pace tra i popoli.                                                                          il mare Adriatico, il Monte Conero, la Valle del Potenza e del Musone, e che
Per questa ragione ringrazio l’Anteas e auguro al premio tutto il successo possibile.          spazia fino alla catena dei Sibillini, da Recanati si apprezza la vista di quei
Il Presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani.                                       “monti azzurri” celebrati dal poeta immortale, e ancora bellissimi, benché
						Dott. Fabio Corvatta                                                                     duramente feriti dal sisma del 2016
                                                                                               Nell’Anteas di Macerata, così come in tutto il resto della nostra organizzazione,
                                                                                               è forte la consapevolezza della necessità di esercitare la propria vocazione
                              IV edizione Premio Letterario                                    promuovendo la solidarietà in molteplici campi: assistenza sociale, tutela
                              “Città di Recanati”                                              della salute, trasporti, buon vicinato, socialità e tempo libero, solidarietà
                              Concorso nazionale di Poesia                                     intergenerazionale e tanti altri ancora.
                                                                                               Sono questi i cardini essenziali della vita associativa, ai quali però si
La nostra comunità è riconoscente a tutte le associazioni di volontariato che                  accompagna un’attenzione particolare alla vita culturale, attraverso progetti
si prodigano per migliorare il territorio. ANTEAS è una di queste bellissime                   volti ad aiutare le persone a trovare un senso pieno alla propria esistenza. In
realtà che attivamente porta il suo contributo in forma sociale, solidale,                     questo senso crediamo che la scrittura e la poesia possano aiutare lo spirito
culturale. La consegna a domicilio dei farmaci è un servizio utilissimo,                       dell’uomo, alleviando gli affanni e le ansie di tutti i giorni, rinvigorendo la forza
così come l’organizzazione di questo premio letterario “Città di Recanati”.                    d’animo, aiutando ad avere una prospettiva “altra” sul proprio presente e una
Dalla città del sommo poeta, Giacomo Leopardi, si ergono parole in versi                       maggiore fiducia nel futuro.
che regalano emozioni. Un concorso che offre alle persone la possibilità di                    Ringraziamo quindi di cuore tutti coloro che hanno deciso di cimentarsi in
esprimersi, trasmettendo concetti e stati d’animo nella forma più evocativa e                  questa competizione, e sinceramente facciamo loro i nostri migliori auguri.
potente possibile. La massima creazione. Come Presidente della Provincia di                    Siamo certi che i loro versi, ricchi di echi interiori, carichi di riflessioni ed
Macerata sono lieto di patrocinare questa edizione del Premio Letterario “Città                emozioni che rimandano ad esperienze realmente vissute, aiuteranno tanti di
di Recanati” e intendo ringraziare il direttivo di ANTEAS e i suoi soci per quanto             noi a guardarsi dentro, nella speranza di incontrare ed abbracciare la nostra
di buono fanno per la nostro realtà.                                                           migliore natura.
				                                       Presidente della Provincia di Macerata                                                          Il Segretario Generale Fnp-Cisl Marche
				                                                 Dott. Antonio Pettinari                                                                             Mario Canale
Saluto del Presidente Anteas Regione Marche                                                Saluto del Presidente Anteas Macerata

Già nel 2017 mi chiedevo e chiedevo: Cosa lega l’Anteas associazione che               La 4^ edizione del concorso nazionale di poesia “Città di Recanati – inserita
opera prevalentemente in attività di tipo sociale, con un concorso legato alla         nelle celebrazioni leopardiane per il bicentenario de “l’Infinito” - vuole donare
poesia.                                                                                un’altra opera, altrettanto preziosa, di importanza non irrilevante nel tessuto
Noi crediamo si tratti di una iniziativa straordinaria in cui l’ispirazione poetica    religioso, culturale e sociale.
di molti diventa strumento per descrivere ed interpretare i cambiamenti di una         Nella raccolta, tra l’altro, vengono rappresentate tristi stagioni, la malinconia
società in costante e rapida evoluzione.                                               delle foglie dorate che corrono lungo il viale, la solitudine di un cuore, lo
Oggi ancor di più in un territorio tristemente colpito dal terremoto in cui le per-    scoramento di un volto di donna appoggiata alla finestra che, con gli occhi
sone faticano a risvegliarsi. La ricostruzione marcia in forma inversamente pro-       umidi di luce, ha visto i colori della speranza.
porzionale allo svuotamento dell’entroterra, L’Anteas di Macerata si propone           Poesie apparentemente semplici, ma solo in apparenza poiché le tematiche
di mettere un freno a questa situazione e sta facendo della fiducia motivo di          varie e eterogenee sono profonde, talora nobili, sempre e comunque con
orgoglio per arginare quello che è diventata scetticismo. Non a caso domani
                                                                                       finalità positive e solari anche quando è il dolore a prevalere.
festeggia con soddisfazione il suo ventennale.
                                                                                       Vi è anche una cultura popolare minore, in quella dialettale, che non può essere
Che prima di tutto significa che da una scommessa festeggiamo una solida
                                                                                       sottaciuta, ignorata, emarginata in quanto ricca di musicalità e spontaneità.
realtà riconosciuta e legata al suo territorio.
                                                                                       Dal tema “oltre la siepe i barconi”: spunti severi laddove il migrante viene
Per questo sono orgoglioso che l’Anteas di Macerata grazie ai suoi gruppi di
                                                                                       spogliato del diritto di diventare uomo; pennellate che curano i particolari della
volontari abbia intitolato la manifestazione Oltre la Siepe dove io voglio pensa-
re che oltre al significato poetico ci stia una esortazione allo sguardo futuro al     traversata di chi – nella tragedia- deve anche scansare zanzare.
di là degli ostacoli, alla speranza per un futuro roseo, magari con l’aiuto di tanti   Nel ricordo dell’Infinito di Leopardi tuttavia “sopravvive lo pensè de la svanita
poeti che ci segnano la via.                                                           esistenza, de l’eternità, la storia sempre viva, lo tempo, l’immensità”.
Grazie di cuore Amici. Auguri a tutti i partecipanti e … che vinca il migliore.
                                                                                                                                              Lorenzo Tamburrini

                                                             Il Presidente
                                                           Umberto De Simoni
Presidenza nazionale                                       Parole e gesti di apertura all’altro sono, allora, gli antidoti che, anche in
                                                                                         occasione di questo importante Premio letterario, Anteas propone per
                                                                                         il superamento dell’indifferenza, vera responsabile di ogni contrasto, e,
                                                                                         insieme, per coltivare la fiducia, quale indiscusso seme di pace duratura.

                                                                                                                                              La presidente nazionale
                                                                                                                                                   Sofia Rosso
         Quarta edizione del Premio letterario “Città di Recanati”
                      Concorso nazionale di poesia                                                    PROGETTI IN CAMPO DELL’ANTEAS NAZIONALE
                                                                                         Antenne Sociali: Le APS come Antenne Sociali – Cittadinanza attiva
“Allontani Egli dal cuore degli uomini ciò che la può mettere in pericolo;               contro il disagio e la solitudine nei territori. Famiglie Sandwich: Ri-
e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno. Illumini         conciliare vita e lavoro. Tra compiti di cura e responsabilità educative nelle
i responsabili dei popoli, affinché accanto alle sollecitudini per il giusto             famiglie. Capacit’Azione: Capacit’Azione è un progetto di formazione e
                                                                                         informazione sulla riforma del terzo settore, l’insieme di provvedimenti
benessere dei loro cittadini garantiscano e difendano il gran dono della pace;
                                                                                         legislativi che riordina e cambia l’interro sistema dell’impegno sociale
accenda le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, ad accrescere
                                                                                         organizzato. Long Life Welfare: Il volontariato a supporto della tutela e
i vincoli della mutua carità, a comprendere gli altri, a perdonare coloro che
                                                                                         dell’autotutela. Botteghe della Fiducia: Il progetto “Le Botteghe della
hanno recato ingiurie; in virtù della sua azione, si affratellino tutti i popoli della
                                                                                         Fiducia” ha come obbietti vola costruzione di una rete nazionale di luoghi
terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace”.
                                                                                         a forte vocazione innovativa, le Botteghe appunto, destinati a promuovere
                                                                                         interventi per il contrasto alle solitudini involontarie, in una prospettiva
Si conclude così Pacem in Terris, l’Enciclica di Papa Giovanni XXIII che, nel            intergenerazionale. E molte altre attività.
1963, esortavai popoli alla pace e alla fratellanza.
Un messaggio ancora oggi di straordinaria modernità: i venti di guerra che ci
minacciano possono trovare una barriera proprio nelle parole e nelle aspira-
zioni collettive di pace.
Ci piace pensare che il Premio di Poesia “Infinito: oltre la siepe” promosso da
Anteas Macerata, nella valorizzazione delle parole - che sono espressione
di emozioni e sentimenti profondi, di intimità spirituale, di sguardo al futuro–
concorra a sostenere la crescita di un atteggiamento comune caratterizzato
da un sentire positivo, rispettoso ed inclusivo.
Non dimentichiamo, anzi, ricordiamo con orgoglio che siamo un’associazione
di volontariato, dove proprio i volontari, assieme alle parole, portano ogni
giorno diretta testimonianza di gesti di pace; lo fanno attraverso il contrasto
alle solitudini, la cura delle persone anziane e dei più fragili, attraverso la
grande e preziosa disponibilità all’ascolto, alla vicinanza, alla costruzione di
relazioni solide, autentiche di prossimità.
Le Braccia del Ginepro                                                                            Il sorriso dell’alba
										                                                                                         riscalda i nidi delle tortore
                                                         1° classificata e vincitrice              quando i riccioli inquieti
                                            del concorso di poesia in lingua italiana
                                                                                                   intrecciano i tuoi baci alle foglie mosse.
                                                                                                   Oltre la siepe i raggi cuciono il tappeto di ciclamini;
                                                                                                   occhi rivolti verso l’alto attraversano spazi infiniti.
Voglio fuggire
lontana da voci incensurabili di potenti,                                                                                                                    Luciana Salvucci
risa assordanti di clowns,
sovraffollati tram, neuro eccessi.
    - Insofferente alla detenzione,
libero farfalle bianche.

Sola ti cerco
tra lepri spaventate
e cespugli di speranze,
nel bosco dove da bambina
ho nascosto la ghirlanda di comete.
    - Si squama il tuo sorriso tra i ricordi. Ci sei ancora.
                                                                                        Commento della Poetessa alla Poesia:
Rannicchiata                                                                                         Il testo è un inno alla natura ad alla libertà. La fuga è denuncia di una società corrotta, che
                                                                                        induce all’omologazione, causa estraneazione e alienazione. Nel fuggire, tuttavia, è implicito quel tendere
accanto al pungitopo spinoso
                                                                                        verso il destino dell’abisso, descritto dal leopardiano Canto notturno di un pastore errante dell’Asia.
do in regalo i sogni allo scoiattolo.                                                                La solitudine, intesa in positivo, come assenza di rumore, come contemplazione e dialogo
Ritto raccoglie le ghiande, si stiracchia, sbadiglia,                                   interiore, rende possibile il processo di auto liberazione, la conquista di consapevolezza etica, la ricerca
                                                                                        della verità.
poi si accoccola. Non dice nulla.
                                                                                                     Si evocano ed alternano nel testo immagini adulte e mature ed immagini che affiorano dal
    - Resta un buco sul tronco della quercia.                                           mondo dell’infanzia. La natura è amica, madre, partner, amante. Gli animali che la abitano rappresentano
                                                                                        i compagni di viaggio, che si prendono cura del poeta, insieme al vento ed al ginepro.
                                                                                                     La giustizia e l’amore che muovono l’universo rispettano i poeti, i miti, coloro che hanno il
Al risucchio della terra
                                                                                        cuore buono: li illumina e li riscalda. Sembra privilegiarli attraverso una maggiore cura nel trapasso. Non
un buffo di vento intona la ninna nanna,                                                è escluso che una perequazione nei confronti del triste destino della sofferenza umana sia possibile. Una
l’usignolo recita le mie canzoni.                                                       perequazione senza ambiguità che, più che nel cuore umano, risiede oltre la siepe, nel cuore della natura,
                                                                                        nel cuore dell’Universo.
    - Le braccia del ginepro
fanno il trotta trotta cavallino
e addormentano il mio cuore.                                                            Motivazione della Giuria:
                                                                                        Il tema dell’evasione dalla mediocre quotidianità è affrontato mediante sapienti metafore, offrendo
                                                                                        immagini (Le braccia del ginepro / fanno il trotta trotta cavallino) particolarmente efficaci. Le allitterazioni
                                                                                        frequenti contribuiscono a rendere musicalmente leggero il tema.
Oltre la siepe                                                    Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                      2° classificata                 Il sogno è la linea guida del testo. Esso è speranza, luce, crescita, possibilità di oltrepassare
                                                                        quel limite, che è della siepe e insieme della morte. L’esistenza, senza i sogni, diventa contaminazione,
                                                                        sofferenza, lucida disperazione.
                                                                                      Il tema del sogno si intreccia a quello della nostalgia. Nostalgia di giovinezza, non in quanto
     Ho liberato i sogni dalla tenebra fitta,                           bellezza e amore, ma in quanto tempo di gioia perché gli ideali di libertà e credo sono possibili. Ideali
     ho insegnato loro a cantare al sole,                               di libertà, democrazia, parola libera; ideale di un credo, declinato anche attraverso spazi e luoghi sacri.
                                                                                      Poi la cruda e provocatoria realtà: la libertà di parola è condizionata da forme di violenta
     affacciati sul davanzale del giorno.                               censura; la chiesa rischia di ridursi a edilizia; i santi diventano statue di valore, anziché essere simboli di
                                                                        amore. Gli uomini nascono con un comune destino, essere deformati e imbrattati dal tempo e procedere
     Uno dopo l’altro li ho fatti crescere,                             lenti, inesorabilmente, verso la sofferenza universale e la morte. Le indefinibilità scoperte da Kurt Gödel e
     li ho riparati dal gelo dell’inverno                               Alan Turing, confermano che all’universo matematico sfuggono le ragioni qualitative dell’essere.
     con la conchiglia delle mani chiuse.                                             Resta la possibilità di un sovrannaturale, suggerito dalla notte, che amorosa ammanta. Si apre
                                                                        all’infinito svelando, l’anima, che rimescola l’inizio e la fine.
     Li ho aiutati a volare oltre la siepe,                             Motivazione della Giuria:
     sopra la chioma del pesco in fiore,
                                                                        Le terzine del testo presentano versi con alla base, perlopiù, il senario. Le immagini risultano incisive e
     mentre la cicala si abbronzava.                                    a volte forti e mettono in luce la capacità anche descrittiva dell’’autore/autrice (che, da stile e lingua, si
                                                                        presuppone essere il/la medesimo/a della composizione n. 8).
     Temo di non riuscire a raggiungerli,
     su per i muri le gambe tremano.
     I lupi selvaggi hanno azzannato il mio grido.

     Ne ho parlato con l’angelo che li distribuiva:
     la cattedrale è mutilata dal sisma,
     i santi fratturati mostrano le piaghe.

     Ah! Schizza sui corpi il dolore,

     scende di soppiatto dal cipresso senza foglie,
     imbratta occhi, labbra per amare.
     Cola il tempo, impassibile deforma tutto.

     Il pettine degli anni col gesso bianco
     stinge i capelli e la barba.
     Lacrime di stagno scorrono nella clessidra.

 La notte srotola un sipario di velluto,
 ammanta le case ferite e le lenticchie vanitose.
 L’anima rimescola l’inizio e la fine.
						Luciana Salvucci
Il palpito della mia Terra                                         Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                                  3° classificata   Con uno dei miei figli mi sono fermata in cima a un poggio vicino a casa, per godere dell’ameno panorama
                                                                                    e mi è venuto spontaneo cercare di trasmettere l’amore filiale che provo per questa mia terra nativa
                                                                                    cercando, così, di renderla nostra, di famiglia, ponendo l’attenzione sulle piacevoli percezioni sensoriali
                   Ti porto qui. Su questo clivo arato.                             dei suoi aspetti peculiari, sul senso di eternità che ne sovviene.
                         Perché tu possa cogliere
       il respiro dormiente della civiltà che ci ha seminati.
                                                                                    Motivazione della Giuria:
     Perché tu riesca a percepire la presenza delle anime
                                                                                    La trasmissione degli affetti dal genitore/dalla genitrice al figlio, e dunque della continuità della vita che
                 custodite dalle monumentali querce,                                è ora come è stata in passato e come sarà domani, è simbolicamente resa attraverso l’insegnamento
                      negli specchi d’acqua rifrante                                dell’amore per la propria terra e dunque per le proprie radici.
 che hanno scolpito, con gore di sudore, quest’ubere scenario.
      Tu, che ti balocchi con queste zolle fragranti, ascolta
           il palpito di questa Terra di Marca nel silenzio
              che sprofonda nell’udire come precipitato
                       del nostro vino invecchiato.
            Perché tu possa captare a chi appartengono
 le voci, gli atti, il sentire, che ci spingono, ermetici, da dentro.
                Nel tuo guardo, accogli il più possibile
                        l’assennatezza dei solchi,
           culla preparata con cura materna a nuovi figli,
              come io feci per accogliere te, frutto mio.
           Perché tu possa capire ove origine attingono
       i rituali dalle stagioni cadenzatiche, da infinite ore,
                     scandiscono le nostre giornate
                   Trattieni lo sguardo il più possibile
                    sui tralci che allignano secolari,
                fino all’orizzonte flouato di settembre,
            perché si configurino icona nella tua mente.
                 Lascio che le mie parole galleggino,
                  impalpabili spore, nell’aria ambrata,
              perché tu le possa raccogliere, figlio mio,
           e farle germinare nel tuo humus. Come semi.
				                                        Daniela Gregorini
Ombrellone N° 140                                                                                            La lingua di fuoco
                                                                                           4° classificata
                                                                                                                                                                                                              5° classificata
          Riuscissi io a deglutire il vuoto sul lungomare,
          ad ammutolire i non detti nella risacca
          che scompiglia sogni rimasti a piedi                                                                                                         “Ci muoviamo in un pulviscolo
          in quella riva che al cuore pesa un’eternità                                                                                                  madreperlaceo che vibra”
                                                                                                                                                       		               (Eugenio Montale)
          da sempre incastrata al piano di sopra.
          Riuscissi io sfiammare la nostalgia
          nell’apnea di estati passate, spezzate
                                                                                                              Rimugina la foglia tra i declivi
          da un altro tempo bivaccato sullo sdraio
                                                                                                              del vento astuto e lungo
          su cui sedeva tuo padre a chiamarti
                                                                                                              nel colpo netto che ritorna,
          “Amore mio”, a darti un filo d’orizzonte
                                                                                                              ora che s’attarda il giorno
          da cui non voglio scappare nemmeno io.
                                                                                                              provvedi a torcere le rette.
          Si potesse raccontare a tutti di noi,
                                                                                                              Convogli delle idee in sosta
          delle bambine che eravamo,
                                                                                                              di fortuna, la luna sempre svela
          dell’infinito che abbiamo cercato
                                                                                                              formule esatte per trovar senso.
          e non abbiamo mai trovato,
                                                                                                              Costruisce ancora, tra i refoli
          perché, in fondo, già lo avevamo
                                                                                                              certezze che stingono;
          dentro quelle due anime di piuma
                                                                                                              tra le croste scure di un passaggio
          con un’ala un po’ ammaccata
                                                                                                              urlano i bordi a dente, un poco fini;
          da questo mondo che urla solo basta
                                                                                                              punti arcuati e molli (dici?) tra lapilli.
          a chi prende fiato dietro la siepe
                                                                                                              È un muoversi che oscilla il mare
          e la notte ricomincia a volare.
                                                                                                              e rende umano ciò che s’è spezzato.
          E proprio in quello sfarfallio,

          ti prego, Elena, riportami al mare,                                                                                                                    Lorenzo Spurio
          in quel mare che porti dentro.
                                                  Lelli Martina

Commento della Poetessa alla Poesia:                                                                         Commento del Poeta alla Poesia:
                                                                                                             La citazione in esergo a una poesia di Montale anticipa il sostrato liminare e scavato della lirica, che difatti
Elena è molto più di un’amica d’infanzia: è una parte di me. Ogni estate abbiamo sognato insieme davanti
                                                                                                             è abbastanza corta, a dispetto della complessità dei contenuti e delle visioni in essa contemplate che
al mare ed oggi è il vuoto su quella spiaggia senza di lei.
                                                                                                             sono radicate in un universo intimo e visionario al contempo.
Motivazione della Giuria:
                                                                                                             Motivazione della Giuria:
La conservazione della memoria, del tempo in cui si era “anime di piume”, è offerta, senza retorica, come
unica soluzione alla mancanza, al vuoto imposto dal presente. I versi procedono con un lessico che si        Il richiamo montaliano farebbe presupporre il fallimento della speranza. Nella lirica invece la salvezza non
concentra sull’intimistico sentimento dell’autrice, prima di risolversi nell’invocazione finale.             solo non viene negata ma offerta: la luna sempre svela / formule esatte per trovar senso.
De tante porte (versione dialettale)                                                                                             Di tante porte
        (maru)
                                                           1° classificata e vincitrice              di fronte al mio guardare
                                            del concorso di poesia in forma dialettale               qual è la porta
                                                                                                     che porta al mare?
                                                                                                                         ... mare …
  De’ tante porte                                                                                    In quale mare
  che me stà a guardà                                                                                si specchia il mio volare?
  la porta che porta al maru                                                                                     … mare …
  quala sarà?                                                                                        quale mare
                                                                                                     mi potrà ormai
                  … maru …                                                                           salvare?
                                                                                                                         … mare …
  ‘Nte qualu maru                                                                                    in quale porto
  ce se specchiarà                                                                                   mi porti/per ricominciare?
  la voja mia de vulè vulà?                                                                                N0, non aprire quella porta
                                                                                                           oltre c’è
                  … maru …                                                                                               … il mare …

  Qualu maru sarà                                                                                               … mare … penso ... mare ...
  che me pudrà salvà?                                                                                           Quale mare
                 … maru …                                                                                       c’è oltre il mio
                                                                                                                pensare?

  ‘Nte qualu portu maru                                                                   					Diana Brodoloni
  me purterai a ‘rcumenzà?
                   … maru …

  No, nu la aprì, cu la porta,
  lassala stà
  c’è el maru
  de de là!

          … Maru … penzu … Maru …                                                         Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                                                          Il mare come metafora dell’inconoscibile che porta a varcare soglie ed affrontare pericoli per ogni possibile
          De de là , del maru , che penzu                                                 idea di libertà
		        ... cusa ce starà?...
                                                                                          Motivazione delle Giuria:
                                                                                          Un visionario ermetismo è il pregio di questa lirica che gioca sapientemente con epifore e ripetizioni
						Diana Brodoloni                                                                     varie. Anche i puntini di sospensione, pascolianamente intesi, giocano una loro apprezzabile funzione.
Un minùt de silenzi (versione dialettale)                                                              Un minuto di silenzio
                                                                2° classificato               Mi racconti, oggi, della tua preghiera
                                     del concorso di poesia in forma dialettale          sussurrata nel minuto di silenzio del mezzodì
                                                                                                           nell’aula calda,
            M’arcónti, ogg’, dla preghiera tua                                                          i bambini profumata
                                                                                                         come te, come loro
     susuràta in t’un minùt d’ silenzi a mezzgiórn                                                che hanno conosciuto il freddo
           in te clascòlaclada, c’odóra de fiòi                                                        nella mezzastagione,
                     com’ tè, cómlora                                                              come loro per i quali preghi.
                ch’hannconosciùt ‘l frédd                                                               E con la voce bianca
                                                                                                   che sa di fragole e zucchero,
      in tla mezza stagión e cómlora ch’ preghi.                                      fra i dentini che dondolano e quelli che spuntano,
                      E sa la vóc’ bianca                                                     di una buona maestra mi dici mesto,
                                                                                         che con buone parole ti ha spiegato il dolore
                 ch’ sa défragl e de zucchr,                                             denunciando la tragedia di altre voci bianche
     fra mèzz i dentìn ch’ dingln e quei ch’ nasc’n,                                           profanate da petrolio, sale, sangue,
            d’una bòna maestra m’ dici mósc’,                                                  dove i dentini mai più spunteranno.
           che sa bònparòl t’ha spiegàt ‘l dolór                                                    E io, per loro anch’io prego,
                                                                                                      anche più di un minuto,
 e ha denunciànnatragèdia d’n’ altra po’ d’ vóc’ bianch                                  e chiedo che a te, piccolo mio, non capiti mai
                profanàt dal petròli, dal sàl,                                                  un crudele sarcofago dal destino
             .indó i dentìn en spuntarann più.                                                       abbandonato in un mare
                                                                                           -un amaro destino è un fallimento per tutti-
                E io, per lóra anch’io prèg,                                               e che tu non debba più nemmeno vederlo
                     anca più d’un minùt,                                                         e che tu non debba più alzare
    e chiéd che ma te, piculìn mia, enncappiti mai                                        una prece silenziosa per un bimbo come te,
             d’èss in t’una casetta, dal destìn,                                     spogliato, in mare, del diritto di diventare un uomo.
                                                                                          Che tu possa solo usare le mani per creare
                    abandonàta in telmàr                                                             carezzare e che tu possa
          -un destìnamàr è un falimènt per tutti-                                              finalmente dirmidelle mie chimere:
            E che tu enn dovrai più mancalzà                                                     da oggi in poi non siano più tali,
       ‘napréc’ detta piànpiàn per un fiulìncom te,                                           che passi poco però, solo un minuto,
                                                                                                        in silenzio, per tutti.
      spoiàt, in telmar,deldirìtt de diventà un òmn.                              					                                           Daniela Gregorini
            Che tu potrai sol usàl’ màn per fa
      E per dà le carézz e che tu potrai finalmènt                                Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                                                  È inevitabile, essendo mamma, essere pervasa da un profondo senso di ingiustizia quando il tuo piccolo
                  di’ ma me dléchimèr tua:                                        bambino torna da scuola e ti racconta che, insieme ai compagni e alla maestra, abile ed empatica
        da ogg’ in poi énn c’hann da èss più lora                                 mediatrice, ha rielaborato il dramma dei bambini morti in mare durante il tentativo di attraversata dell’ultimo
                                                                                  barcone affondato. Ti stride nel cuore il pensiero che alcuni bimbi non possano vivere serenamente come
           e che pasassapòcprò, sol un minùt,                                     il tuo, che alcuni bimbi non possano proprio vivere.
                      in silènzi, per tutti.
                                                                                  Motivazione delle Giuria:
                                                                                  La lingua dialettale, e con essa l’interlocutore bambino, addolciscono la tragicità del tema, senza tuttavia
				                                Daniela Gregorini                             scadere nella retorica.
Scansànd l’zanzàn (versione dialettale)                                                                   Scansando zanzare
                                                                                                                     Scansando zanzare
                                                        3° classificata                                            mi siedo nel mio vuoto
                            del concorso di poesia in forma dialettale
                                                                                                                   ancestrale sbrogliando
                                                                                                                   le ore trainate dall’aria
                                                                                                                    balorda di settembre
         Scansànd l’zanzàn                                                                                       madida di vecchia estate.
     m’ métt a séda tél vòide mìa                                                                                       Del mio meriggio
         intìc sbròiànd le ór                                                                                        sulla sdraio travaso
                                                                                                                       la stanchezza del
         strascinàt da l’aria                                                                                                 pensare
         balorda d’ setèmbr’                                                                                        appiccicoso cercando
        mólla d’ vecchia istàt.                                                                                    uno squarcio piumoso
                                                                                                                        di cielo sul mare.
      Del tèmp mia dop magnàt                                                                                        E affacciata alla TV
                                                                                                                  incrocio l’ultimo sbarco.
          su la sdraia travàs                                                                                  Anche a loro, a quegli sguardi
      la stanchezza del pensà                                                                                 grondanti che zanzare scansano
       picc’cós e vàgg in cerca                                                                                  scaldandosi al nuovo sole,
         d’un sbrég de pénn                                                                                           basta un orizzonte
         del cél sopra ‘l mar.                                                                                      fluato per far migrare
                                                                                                                  gli stormi scuri, angusto
                                                                                                                  orizzonte che congiunge
       E, faciàt ma la televisión,                                                                                       il cielo al mare,
      incróc’ l’ultm de chi sbàrc.                                                                                      orizzonte stretto
             Anca ma lóra,                                                                                          che tutti può cingere.
          ma chi sguard malì,
                                                                          					                                                                     Daniela Gregorini
   che gróndn, che l’zanzàn scànsn,
         scaldands al sól nòv,
            basta ‘n orizónt                                              Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                                          Pomeriggio di fine estate afoso e insopportabilmente caldo e umido: sedendomi all’ombra sul mio balcone
       fósc per fa gì via distànt                                         davanti al televisore, invano cerco sollievo anche dal tormento procurato dalle zanzare. Permeata di
       ma i stórm scuri, orizónt                                          stanchezza fisica e mentale, mi compaiono le immagini dell’ultimo sbarco di profughi: mi colpiscono le
          scòmd che argiógn                                               loro espressioni spossate e sofferenti, che hanno, però, una flebile luce di speranza negli occhi. Essi
                                                                          dimenticano la disperazione, scansando come me fastidiose zanzare e guardando l’orizzonte sfumato di
             ‘l cél sa ‘l mar,                                            settembre, il sole, il mare, il cielo, che dovrebbe essere accoglienti per tutti.
            ‘n orizónt strétt
     che ma tutti, prò, pòl braccià.                                      Motivazione delle Giuria:
                                                                          Mediante immagini di fine estate l’autrice presenta una tragedia contemporanea che pare non avere fine.
                                                                          Scrive infatti che affacciata alla TV incrocia l’ultimo sbarco, mettendo così in evidenza la ripetività continua
					                           Daniela Gregorini                         dell’evento. Si apprezza la resa poetica dell’immagine delle zanzare scansate sia dall’io poetante che dai
                                                                          migranti.
Premio del ventennale dell’Anteas              Lo grande Poeta Giacomo Leopardi,
                                                                   della provincia di Macerata.
                                                                                                            ha fatto vita sofferta, vaghegghiata,
                                                                                                            vissuta in vari posti, ma no troppo agiata.
                            Infinito (versione dialettale)                                                  Sopravvive lo penzè de la svanita esistenza de l’eternità,
                                                                                                            la storia sempre viva, lo tempo, l’immensità.
“SEMPRE CARO MI FU QUEST’ERMO COLLE”
Cuscì Giacomo Leopardi, cominciava l’infinito,                                                    Doveroso, adè cità un urdimo verso de l’infinito, che cuscì compare:
co’ sguardo e spensieratezza raggiante,                                                           “E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE I QUESTO MARE”:
solitario, passeggenne, su un sentiero deserto, ma importante,                                    ‘Sta poesia, cuscì bella, toccante, sacra, eccelsa, pronunciata e recitata,
guardenne verso ponente, lo tramonto e l’orizzonte.                                               ha da esse tutti, co’ gioia, ‘pprezzata, studiata e sempre recordata.

        In questo anniversario, tanto importante, de l’infinito,                                            						                                                  Mario Ruffini
        duecento anni fa, “ESSO” lo avia presentato,
        l’idillo assai gradito.
        Pè la città de Recanati, adè un grosso evento,
        lo CENTRO DE STUDI LEOPARDIANI,                                                           Commento del Poeta alla Poesia:
        je dedica un gaio e forte intervento.                                                     Ho partecipato sempre a questo concorso perché sono sempre stato affezionato al grande poeta Giacomo
                                                                                                  Leopardi e alla città di Recanati.

Co’ l’ispiraziò de messaggi e componimenti,                                                       Motivazione commento premio speciale 20 anni Anteas Macerata:
e frasi celebri “OLTRE LA SIEPE”, se rvive sentiti momenti.                                       “Dalla celebrazione dell’Infinito alla tristezza, con passione e sofferenza per la situazione di chi deve
“L’ERMO COLLE”, cuscì descritto, che la vista bbusca,                                             lasciare la propria terra e tentare la traversata.
                                                                                                  Dal poema si evince spontanietà, musicalità, narrazione che obbliga riflessioni”.
rappresenta un riferimento, a ‘na fermata vrusca.

        Pensenne a la situaziò attuale, che po’ toccà lu còre,
        ce se rtrova davanti a certi esodi, co’ tristezza,
        compasciò, sofferenza, rancore.
        De migranti, profughi stremati de le forze in tutte le manere,
        che traversa mari, co’ barcù, imbarcaziò,
        natanti vari, pieni de pene.

Se joca co’ la vita de disperati e indifesi,
pè interessi, vita disumana, e li responsabili, non ve’ fermati o lesi.
Se nega giustizie, ‘gni valore, adè calpestatato,
stenti, miseria, mmalatìa, donne, frichi, e c’è chi adè anche ‘ffamato.
Infinito                                                                                                                      Le poesie successive sono
                                                                                                                                                                              Segnalate dalla Giuria
                                                                                                                                                                         Classificate tutte ex aequo
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
così Giacomo Leopardi, cominciava l’infinito, con sguardo e spensieratezza raggiante.
Solitario, passeggiando, su un sentiero deserto, importante,
                                                                                                                     Non potrò mai dimenticarti

guardando verso ponente, il tramonto e l’orizzonte.
                                                                                                     Non posso lasciarti andare a quelle domeniche di periferia,
          In questo anniversario, tanto importante dell’infinito,
                                                                                                     nel lungomare svuotato a fermare il tempo, a zittire l’amore
          duecento anni fa, LUI, lo aveva presentato, l’idillio assai gradito.
          Per la città di Recanati, è un grande evento,                                               in una camera a ricordi, aggirandolo ad inspirare la notte,
          il centro di Studi Leopardiani, gli dedica un gaio e forte intervento.                        la nuvola di un vaporetto verso altre rotte, altri progetti:
                                                                                                       nuovi cieli sotto cui invocherò randagia solo il tuo nome.
Con l’ispirazione di messaggi e componimenti,
e frasi celebri, OLTRE LA SIEPE, si rivive sentiti momenti.
                                                                                                     Non posso lasciarti andare a quei brevi tramonti invernali
L’ERMO COLLE, così descritto, che la vista nasconde,
rappresenta un riferimento, ad una fermata brusca.                                                   che si stringono alla sera, che si assottigliano all’orizzonte
                                                                                                      senza avere più un filo di voce in questo pezzo di cuore,
          Pensando alla situazione attuale, che può toccare il cuore,                                   mare smorzato da una banchina che tira all’infinito,
          ci si trova davanti a certi esodi con tristezza,                                              alla tenerezza, a noi due: respiri mai divenuti vento.
           compassione, sofferenza, rancore,
          di migranti, profughi, stremati delle forze in tutte le maniere,
          che attraversano mari, con barconi, imbarcazioni,                                            Non posso lasciarti andare nei sottoscala di quella città,
          natanti vari, pieni di pene.                                                                 nelle sue volte impregnate d’azzurro, di passi al domani
                                                                                                      e di baci oltre il coprifuoco, oltre i codici di stelle bloccate
Si gioca con la vita di disperati e indifesi,                                                      al buio, ad un muro di sassi, di addii che nascondono il porto
per interessi, vita disumana, ed i responsabili,
                                                                                                  e l’illusione di vederci insieme per ridurre il mondo a una biglia.
non vengono fermati o lesi.
Si negano giustizie, ogni valore è calpestato,
stenti, miseria, malattia, donne, bambini, c’è anche chi è affamato.                             Non voglio lasciarti andare via dai miei passi sul vialetto di casa,
                                                                                                  dai nostri vecchi sogni legati alla siepe, incatenati al lampione
          Il grande Poeta Giacomo Leopardi, ha fatto vita sofferta e vagheggiata,                che li salva dall’oblio delle prossime estati, delle loro luci spente
          vissuta in varie parti, ma non troppo agiata.
                                                                                                   in notti al profumo di pino marittimo, di pelle di un’altra vita
          Sopravvive il pensiero della svanita esistenza, dell’eternità,
          la storia sempre viva, il tempo, l’immensità.                                            che, nell’ombra, tenterà silenziosamente di riportarmi a te.
                                                                                        						                                                                          Martina Lelli
Doveroso è, citare un ultimo verso de l’infinito, che così compare:
E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE IL QUESTO MARE.
Questa poesia, così bella, toccante, sacra, eccelsa,
                                                                                        Commento della Poetessa alla Poesia:
pronunciata e recitata,
deve essere da tutti, con gioia, apprezzata,                                            Alle volte la vita è una continua lotta contro l’oblio che prova a sfilare dalle nostre dita ricordi d’amore
studiata, e sempre ricordata.                                                           proprio quando non ce ne accorgiamo. Questa poesia va a tutti quelli che non vogliono perdere una parte
                                                                                        di se stessi per colpa del tempo e del mondo che ci sta intorno.
          						                                              Mario Ruffini
Nel terso orizzonte                                                                                         Montecorvino
                              Terso, l’orizzonte, profila spumose                                                         Verdi colline
                                parabole di cirri e brillio di flutti                                                     Di fili grano,
                                  amabili, mentre su acri file                                                            ondeggianti al vento
                           di scogli si appollaiano le mie fantasie.                                                      brillanti al sole.

                                                                                                                          Torre diroccata,
                          Si svagano, vociando, ricami di gabbiani                                                        antichi ricordi,
                            dissolvendo tensioni fra effervescenti                                                        siti urbani
                          scie di aerei discosti, dove il mio guardo                                                      muri che parlano.
                           giunge impalpabile e, come coriandoli,
                                disperdo i pensieri più infelici.                                                         Case arroccate,
                                                                                                                          fredde, chiuse,
                                  Rovisto le mie tasche lise                                                              strade isolate
                             simulando ricerca di parsimoniosi                                                            piccole anguste.
                              ricordi, di occasioni accantonate
                               per i sogni delle nuove stagioni                                                           Anziani in piazza,
                            Opalescenti, dai pugni mi sfuggono,                                                           fanciulli in chiesa,
                            nel terso orizzonte, le ore più meste.                                                        donne sull’uscio,
                                                                                                                          giovani assenti.
                            Tu attendi, paziente. Come la sabbia                                                          All’orizzonte
                            soggiaci alle mie esogene turbolenze                                                          non si vedono alberi
                              e sulla perpetua battigia, intanto,                                                         solo pale al vento
                             la spuma frange infinite speranze.                                                           è l nuovo che avanza.

					                                                                  Daniela Gregorini                                  Un dubbio assale,
                                                                                                                          scompaiono gli alberi,
                                                                                                                          non è che andiamo
                                                                                                                          verso un bosco paleare.
Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                                                                                                                         Giuseppe Santelia
Oltre la siepe, per me, c’è il mare che, un tutt’uno con il cielo, mi dà il senso e l’emozione dell’infinito
spazio – temporale dell’universo. Mi abbandono a indagini introspettive sulla finitezza della mia vita, sui
                                                                                                               Commento del Poeta alla Poesia:
rimpianti per i sogni non realizzati, sui miei momenti di dolorosa mestizia… l’orizzonte, personificato,
sembra aspettare che tutto passi, che mi ritorni il buonumore, facendomi arrivare piccole onde brulicanti      La poesia di Montecorvino è una riflessione – osservazione su un territorio in spopolamento che sta
di schiuma a stimolarmi speranza, a riconoscere la forza oggettiva del limite, quale condizione umana,         subendo una perdita di alberi e coltivazioni a tutto vantaggio di insediamenti di pale eoliche e di pannelli
ma anche l’ambizione di tentare di superarlo.                                                                  solari. La preoccupazione è quella che si sta andando verso boschi di pali, a danno della vivibilità e
                                                                                                               dell’ambiente.
L’ancora dei miei pensieri                                                       Come una foglia
                                                                                                               Come una foglia, rompi lo stelo,
                                                 A Giacomo Leopardi                                            spunti e t’affacci alla vita.
                                                                                                               Piccola, delicata, ma forte
                                                                                                               resti abbracciata al tuo ramo.
 Scaltro, percorro il vento
 e lo sostituisco al mare;                                                                                     Cresci e non ti curi
 leggo favole di domani                                                                                        della pioggia battente,
 e vorrei che lo spazio lungo                                                                                  non ti scalfisce il vento
 di colpo, forma avesse d’altro.                                                                               che t’accarezza appena.
 Sapevi del tempo che filava
 dietro l’angolo, un verde lucido,                                                                             Il sole sorge e ti bacia,
 Ammaliato dal sole, nutriva linfa.                                                                            d’argento t’illumina la luna,
 Eppure siedo e affronto l’oggi                                                                                e il tuo lento ondeggiare
                                                                                                               infrange il volo degli uccelli.
 col solo lemma che pervade l’anima,
 tra il cuore assopito e l’aria                                                                                Il tempo smorza la tua luce,
 intravedo forme che dileguano                                                                                 infiacchisce il tuo animo
 tra un divario che c’era e, ancora,                                                                           inaridisce la tua linfa.
 cerco senza tregua: è il vento                                                                                Si spezza il tuo legame.
 che rincresce l’oltre che si staglia
 mentre, scorato a perlustrare,                                                                                Cadi, svolazzi, rotoli.
 indosso foglie della campagna                                                                                 Sola, nel tuo volteggiare
 che stringe l’ancora dei miei pensieri.                                                                       sbatti contro gelidi silenzi,
                                                                                                               impenetrabili muri, invalicabili fossati.

		                                  Lorenzo Spurio
                                                                                                               Ma sogni che arrivi il vento
                                                                                                               per scuoterti, innalzarti, tornare a volare,
                                                                                                               mentre dolci sorrisi e lucidi occhi,
                                                                                                               compiaciuti, t’ammirano.

                                                                                                               			                               Castrignanò Emanuele

Commento del Poeta alla Poesia:                                                                                Commento del Poeta alla Poesia:
Riflessioni e considerazioni che nascono da un tentativo di lettera all’esistenza, sull’onda di reminiscenze   E’ lo sguardo di un padre verso la figlia, il cui rapporto è stato connotato da reciproche incomprensioni.
di immagini care all’universo leopardiano. Trovano posto in un componimento che si lega strettamente           Ma dopo il distacco e la riflessione, come una foglia che s’innalza con un alito di vento e riprende il suo
                                                                                                               volo, la figlia riprende il naturale rapporto con chi le ha donato la vita.
all’imagismo della terra della nostra provincia.
Connessione                                                          L’intensa onda donata dal vento
                                                                                      di sensibili e nuove finitudini,
                                                Poesie seguenti valutate              di riconosciuti e insperati ritorni
                                               positivamente dalla Giuria
                                                                                      mi ha fatto sentire ampia,
                                                                                      e non più stretta,
                                                                                      grande e non più piccola.
Molte notti ho errato in sogni
non compiuti, pieni di ombre,                                                         Mi ha dato pace prendere
di carezze amate e di tristi attimi vissuti.                                          ciò che è favorevole alla vita
                                                                                      ed utilizzare, per crescere,
Mi svegliavo e sentivo                                                                le avversità, le difficoltà e le mancanze.
di guazzare ancora in paludi fosche.
Pensavo di avere poco spazio per vivere                                               Ora i pesi non sono più grevi,
e troppo tempo per soffrire.                                                          sono più libera, più forte e piena di fare
                                                                                      perché procedo “in connessione”.
Allora escludevo, rimuovevo, negavo,
rifiutavo e mi isolavo.                                                                                                             Antonella Lapponi
Un giorno ho aperto la finestra
e nell’aria limpida e sottile,
                                                                            Commento della Poetessa alla Poesia:
nel filo del vento che mi accarezzava
                                                                            La consapevolezza della connessione è la strada che ci fa crescere e che ci rende capaci di essere
ho sentito odore d’erba, di sole, di fede                                   artefici nella soluzione dei nostri problemi.
e con gli occhi umidi di luce
ho visto i colori della speranza.

Devo ricominciare la mia vita…
Allora ho incluso, ho ascoltato,
ho accolto, ho collaborato
e “mi sono connessa”.

Ho percepito di essere legata
in modo invisibile ad ogni altro essere,
umano e sovrumano, alla natura,
ad un mondo infinito e sconosciuto
che ho sentiti nel corpo, nel cuore
e nell’anima.
Ritorno                                        Commento del Poeta alla Poesia:
                                               La poesia fotografa il ritorno al paese natio, dopo un lungo periodo di assenza.
                                               L’autore descrive il suo ritorno, man mano che si avvicina ai suoi monti, ancora innevati alla vetta ma
Si avvicinano i monti, piano piano             ormai già verdi verso i pascoli.
coperti ancora da un’antica neve               Finalmente arriva nelle vicinanze del paese, annunciato da un lungo viale di tigli maestosi ma con i
scacciata dal verde che risplende              rami più bassi, spioventi sulla strada, che sembrano accoglierlo con familiarità e vede, finalmente, il
                                               paesino, raccolto sul colle, con le sue case di pietra scurite dal sole e dal tempo e ritrova la vita che ben
al sole di una precoce primavera.              conosceva, i curiosi indagatori, gli amici affettuosi e, rivive, in pochi minuti, le storie della sua gioventù, i
                                               sacrifici, le umiliazioni, i suo primo amore, quasi rubato, e considera però che il suo paese, che gli riempie
Riconosco la strada                            il cuore di sentimenti e di nostalgia, non gli avrebbe consentito di progredire culturalmente e socialmente,
che mi viene incontro correndo                 così come, forse, non lo ha consentito a quelli che sono restati.
coi tigli che s’inchinano dai lati
come soldati ben allineati.

Gli alberi mi salutano fremendo
riconoscendomi ancora, ad uno ad uno
quasi per abbracciarmi freschi e ombrosi
coi rami novelli e quelli ormai rugosi.

Le case che s’adagiano sui colli
sonnecchiando abbronzate dal sole
mi riportano a storie e dure prove
di anni lontani eppure ancora nuove.

Niente sembra cambiato!
Come in un sogno appena terminato
si riaprono in me, passioni amate
tenute sempre vive dentro il cuore.

Eccomi paesello, son tornato!
Tra lo sguardo attento dei curiosi
e il saluto degli amici ritrovati
ritornano alla mente volti amati.

Ritorna la baldanza che celava il mio dolore
la dolcezza di un troppo rude amore
la pena per ciò che qui non ebbi mai
e che forse nessuno avrà giammai.
                       Agostino Di Giovanni
                                                                              Premiazione dei Poeti della 3a Edizione
Grazie all’Infinito                                                                         Al Buio
                                                                                    Poesia fuori concorso                     (per Maria Grazia)
                                                                               Cav. Dr. Prof. Elio Carfagna

 Come farfalla
 impazzita in prigione di vetro
                                                                                                                            Tra gli occhi e la vista
 così l’uomo s’affanna
                                                                                                                            ci sono direzioni non distanze
 nell’ingranaggio impietoso
 di quella che lui chiama
                                                                                                                            sorprese
 vita.
                                                                                                                            per varchi inafferrabili
 Frammenti di vetro irrompono                                                                                               e crune d’ago
 come stelle nel cielo notturno e
 liberano                                                                                                                   incontri
 il volo                                                                                                                    incroci tessuti al sorriso
 la mente                                                                                                                   tra i giochi e i buchi
 il cuore.                                                                                                                  delle maglie
 L’anima si innalza
 verso infiniti confini.                                                                                                    Grazia il tuo dire
 Il silenzio diventa mistero.                                                                                               slaccia il silenzio
 Il mistero diventa                                                                                                         in questo nudo
 parola:                                                                                                                    profondo
 grazie d’esistere.
                                                                                                                                                             Diana Brodoloni
 Il buio siderale
 risplende d’eternità.
 E l’uomo trova pace
				Paola Celli

Commento della Poetessa alla Poesia:
Oggi è difficile per l’uomo sperimentare il silenzio nelle nostre città. Ma nel buio della notte può sollevare
lo sguardo e il silenzio lo troverà nascosto lassù e si lascerà sedurre dalla volta celeste e dal suo mistero
trovando la pace.
Motivazione prof. Elio Carfagna:
L’autore, con brevissimi ed efficaci tratti, descrive la situazione dell’uomo contemporaneo chiuso in            Commento della Poetessa alla Poesia:
mondo di convenienze, vincoli, condizionamenti che limitano la libertà di agire.
Il vetro che si rompe è la speranza. Il desiderio, la consapevolezza, l’impegno, la responsabilità dell’uomo     E’ quando si guarda con gli occhi dell’altro che si vede il buio del proprio orizzonte, un po’ più là …oltre,
che, con la sua intelligenza, la sua creatività, si toglie di dosso la pesante corazza                           c’è “l’incontro”.
delle convenienze, ed innalza verso l’alto il suo libero pensiero per la pace della propria coscienza.
Fugghjà’ (versione dialettale)                                                                        Fuggire
                                        Poesia fuori concorso                                                  Oltre gli scogli
                                   Cav. Dr. Prof. Elio Carfagna                                          della guerra e della fame
                                                                                                      fuggono su barconi traboccanti
          Oddre li scòji                                                                                 verso il mare sconfinato,
   de la guéra e de la fame                                                                                    verso l’ignoto
                                                                                                      a barattare sogni con la morte,
fugghia’ su varco’ travoccàndi                                                                            con trappole beffarde
   versu acque sconfinate,                                                                                   in fondo al mare.
         versu l’ignotu,                                                                          Brandelli di mondo da terre sofferenti
 a barattà’ sogni co’ ‘a morte,                                                                         popolano i nostri occhi,
    co’ tràppole ‘nganneoli                                                                                  esuli alla deriva
    ne lu funnu de ‘u mare.                                                                              in una logica spietata.
                                                                                                    Vite aggrappate a muri di silenzio
    Schègghje de mùnno                                                                                 ad abbracciare la solitudine,
      da tère suferendi                                                                                        fratelli ignorati
                                                                                                              fuori dai confini
    pòpula’ l’occhji nòstri,                                                                             della mente e del cuore.
     ésoli a lu ‘bbandonu
                                                                                                              Onde di naufraghi
    in ‘na logeca feròce.                                                                                     in trincee d’acqua,
                                                                                                        terre italiane in lontananza,
Vite appijate a muri de silènzio                                                                          migliaia di altri disperati
   a ‘bbraccià’ ‘a sulitudene,                                                                               in attesa di fuggire.
        fratélli ‘llondànati                                                                              E la morte non si ferma.
          fori da li palìtti
   de la mènde e de lu còre.                                                                                                          Angela Catolfi

      Onne de migrandi
      in tringèe d’acqua                                          Commento della Poetessa alla Poesia:
 tère ‘taliàne in londanànza,                                     Migranti, il senso di disperazione nel nomadismo del nostro tempo.
                                                                  In fuga dentro barconi traboccanti ad abbracciare l’ignoto.
   mijàra de àrdri disperàti
   che spetta’ de fugghjà’.                                       Motivazione dell’Anteas provinciale:
                                                                  L’autore traccia, con immagini forti, la tragedia,il dramma di chi fugge dalla guerra, dalle violenze, dalla
   E ‘a morte no’ se fèrma.                                       fame. È un disperato messaggio di aiuto verso i popoli che hanno dimenticato il valore dell’accoglienza,
                                                                  della solidarietà violando leggi e trattati internazionali.
                                    			                           È una forte denuncia verso governi nazionali, europei e non solo, chiusi nella tutela dei propri confini,
                          Angela Catolfi                          incapaci di cercare la condivisione di una regolamentazione per ricercare la dignitosa soluzione ai
                                                                  problemi dei migranti nel rispetto della sacralità dell’essere umano.
Dove fermare il tempo                                                                                            Nel Refolo del Vento
                                          Calma plana l’aria                                                                                     Quel sospiro di voce
                                           dietro la collina,                                                                                    nell’eco d’una
                                       apre varchi a rive quiete                                                                                 sconfinata brughiera…
                                          dove scompaiono
                                          le sparute ombre                                                                                                 So che in eterno
                                             degli affanni.                                                                                                oltre l’infinito
                                                                                                                                                           vagherà nell’aere
                                           Sciolgo pensieri                                                                                                con il tuo nome
                                         nel miele dei ricordi                                                                                             sulle labbra…
                                           fra tesori e perle
                                          di navi naufragate                                                                                     E busserà a quella
                                           sul fianco fragile                                                                                    finestra ove la persiana
                                             delle illusioni.                                                                                    continua a ritmare
                                                                                                                                                 la sincope del tempo!
                                                Davanti,
                                          un mare senza fine                                                                                               nel turbinio
                                            muove le onde                                                                                                  della bianca e gelida
                                            delle emozioni                                                                                                 tempesta ...oltre
                                            nel lento battito                                                                                              l’ultimo orizzonte.
                                             della risacca.
                                                                                                                 Quel nome echeggerà
                                               Perdersi                                                          unito al mio…
                                          su zattere immobili                                                    per sempre sedotti
                                            nell’abbraccio                                                       Intrecciati suggellati:
                                              del silenzio                                                       nel refolo del vento!
                                      qui, dove fermare il tempo
                                      ad un passo dall’eternità.                                             			                         Foti Fulvia

			                                                          Angela Catolfi

                                                                                                             Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                                                                             In poesia l’eco è una voce che vaga da una estremità all’altra del mondo del nulla creando un mistero
Commento della Poetessa alla Poesia:
                                                                                                             di voci… in poesia l’eco è una voce che erra come il canto di Silvia, mentre lavora ed in quel eco, del
Lasciarsi galleggiare in spazi indefiniti, in una dimensione d’incredulità e di sospensione che lo sguardo   vento che vaga mi piace pensare il poeta e Silvia perpetuati in quel viaggio del girovagare… sopra ogni
non può abbracciare.                                                                                         ostacolo: oltre l’ultimo orizzonte dell’infnito! Quell’infnito che si nutre di ambivalenza, per quell’assenza di
                                                                                                             conessione: tra la vita e la morte.
Il cielo di via Sauro                              Commento del Poeta alla Poesia:
                                                      Le case, di là e di qua della via e i tetti e i cornicioni, impediscono la vista. Quanto resta da vedere è poco,
   Volti gli occhi in alto                            il resto va immaginato, ciò comunque aumenta il pathos, per l’apparire improvviso e veloce scomparire
                                                      delle rondini e impotente e tremulo guardo con paura i pericolosi incroci che a me, di sotto, appaiono. La
   sulla via stretta
                                                      potenza della scena, l’abilità, la perfezione delle azioni e le prede, che non vedo ma che ci sono e che
   la porzione di cielo                               dettano le rotte mi tengono, tremulo, sospeso e senza fiato.
   manda in onda il volo.
            Sembra confuso, frenetico
            e non so se le rondini che vengono
            sono anche quelle che vanno
            ma non si urtano.
   Un cielo terzo ... anzi no
   si colgono qua e là
   dei bianchi cirri in volo,
   loro, sembrano stanchi.
            Si consuma lì un preludio,
            al mutamento brusco
            si incupisce il cielo, si fa scuro
            poi la saetta, il borbottio del tuono.
   Le rondini, al riparo dei nidi
   hanno smesso il banchetto
   sospeso l’acrobatico volo
   zitte, non garriscono.
            Spento, quel volo che guardavo
            ora veloce ora lento
            e di traverso o dritto
            e in su e in giù.
   Quanta vitale vivacità
   hanno queste cacciatrici
   in volo su rotte tracciate
   da prede a me invisibili.
            La forza anche sonora del temporale
            e il vento non impetuoso ma confuso
            porta le gocce pur nel mio rifugio
            e mi scuote dall’incanto.
   Consegno al vissuto
   la magia di questo momento
   che estatico m’ha visto
   contemplare.
				                               Antonio Massacci
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